Mentre le donne possono ormai dire di avere conseguito la parità
giuridica in tutti i campi in cui la desideravano e restano gravate
solo da condizionamenti sociali e culturali, gli uomini devono fare
i conti non solamente con tali tipi di condizionamenti ma anche con
il fatto che lo stesso Stato li discrimina su molti temi considerandoli
cittadini di seconda classe. In alcuni casi tali discriminazioni sono
codificate; in altri invece le leggi sono scritte in termini neutri,
ma nell'applicazione lo Stato discrimina gli uomini.
Coscrizione obbligatoria Ogni anno centinaia di migliaia di giovani
sono privati della propria libertà e sradicati nella propria famiglia
solo perché di sesso maschile. L'obbligatorietà del servizio di leva
per i maschi fa perdere al giovane un anno della sua vita, mette
a repentaglio la sua sicurezza, e lede il suo diritto allo studio ed
all'accesso al lavoro.
In caso di guerra i cittadini maschi sarebbero considerati dallo Stato
carne da macello. Mettersi al sicuro sarebbe per una donna del tutto
legittimo, per un uomo sarebbe diserzione.
Azioni affermative
L'introduzione della discriminazione sessuale chiamata "azione
affermativa" va a precludere al giovane di sesso maschile alcune possibilita'
di formazione professionale e di accesso al lavoro.
Diritto alla paternità Una donna ha biologicamente la possibilità
di avere un bambino anche senza doversi legare stabilmente ad un uomo.
Il divieto all'adozione per i single vieta invce all'uomo una pari
facoltà.
Inoltre il padre non ha possibilità di salvare il proprio bambino
qualora la madre decida di abortire.
Affidamento figli Nel 95% dei casi i tribunali dello Stato in
caso di separazione affidano i figli alla madre riducendo la paternita'
alla sola voce economica "mantenimento".
Diritto al rifiuto della paternità Una dopo il concepimento
conserva il diritto di rifiutare la maternità, tramite l'aborto oppure
non riconoscendo il figlio alla nascita. Un uomo non può - ci mancherebbe
altro - impedire al figlio non desiderato di nascere, ma non può
decidere nemmeno liberamente di rifiutare il riconoscimento, che gli
puo' essere imposto.
Trattamento pensionistico Un uomo è costretto a pagare i contributi
per 5 anni in più per godere di 12 anni di pensione in meno rispetto
ad una donna.
Situazioni di emergenza Lo stato si attiene scrupolosamente al
principio "Prima le donne" in ogni situazione di emergenza, come dimostrano
il trattamento preferenziale riservato alle donne nell'accoglienza dei
profughi, incurante del fatto che in tutte le situazioni di guerra o di
crisi sono gli uomini a rischiare di piu'.
Allocazione fondi I fondi allocati dallo stato per programmi
aventi connotazioni di "genere" sono sempre destinati alle donne. A tutti
i livelli, nazionale e locale, vengono predisposti programmi di supporto
che escludono gli uomini. Nessun programma che si connoti come maschile
viene mai presentato o finanziato.
Permessi carcerari Molte donne possono evitare il carcere perche'
hanno da assistere bambini piccoli. La possibilita' per i detenuti maschi
di ottenere gli arresti domiciliari per stare vicini ai loro bambini viene,
salvo rarissime eccezioni, negata.
Quote elettorali Il meccanismo delle quote elettorali e' stato
bocciato dalla Corte Costituzionale come illecita forma di discriminazione
sessuale, ma la Commissione Bicamerale vuole inserirlo nella Costituzione
per aggirare la sentenza. Alcuni uomini non troverebbero il posto in lista,
anche se meritevoli, semplicemente in virtù del proprio sesso.
Specificita' biologiche Mentre le specificita' biologiche della
donna, come la maternità, sono riconosciute e tutelate con apposite
normative volte a creare un sistema a misura di donna, nessuna
tutela è presente per le specificità biologiche dell'uomo, come
la minore aspettativa di vita (pensioni od esenzioni dovrebbero
scattare per l'uomo adeguatamente prima).