PARI DIRITTI PER UOMINI E DONNE... SENZA ECCEZIONI
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Ma gli uomini sono sempre socialmente avvantaggiati?

Una delle giustificazioni più classifiche che viene portata a difesa delle discriminazioni di Stato contro gli uomini è che esse sono necessarie per compensare le donne dal fatto che sono socialmente (o biologicamente) svantaggiate.

Questa giustificazione appare però insoddisfacente perché anche nel caso in cui ciò fosse effettivamente vero resterebbe comunque inaccettabile il fatto che lo Stato deroghi al principio costituzionale di uguaglianza davanti alla legge per discriminare arbitraiamente i suoi cittadini e determinare i loro diritti e doveri sulla base dei loro caratteri sessuali.

Ma in realtà l'idea che solo le donne possano essere vittime di pressioni sociali e che gli uomini siano invece sempre e comunque avvantaggiati è ben lontana dal vero. Nella pratica, infatti, i ruoli tradizionali maschili di protettore e di procacciatore di cibo possono risultare penalizzanti, sia sul piano psicologico che sul piano fisico, non certo meno dei ruoli tradizionali femminili. A questo proposito basti notare come gli uomini rappresentino:

Evidentemente le aspettative che vengono riposte sugli uomini - in particolare in relazione al mantenimento della famiglia ed al raggiungimento di un certo standard sociale - sono tali da generare situazioni di pericolo e di grave disagio, con più frequenza di quanto questo accada nel caso delle donne.

Di fronte a problemi così gravi può apparire, forse, un problema di poco conto il fatto che sovente locali, negozi o banche discrimino gli uomini varando sconti, gratuità o promozioni rivolti esclusivamente alle donne. Se una simile distinzione di prezzo fosse fatta, però, su base razziale, a sfavore dei neri, ciò basterebbe per generale unanime shock e condanna e per fare scattare una denuncia di istigazione all'odio.

Nell'analisi della condizione maschile sul piano culturale e mediatico non si può, poi, non notare la mancanza di spazi in cui si analizzi in modo costruttivo e positivo la figura dell'uomo. Cinema, libri, giornali e tv colpevolizzano, invece, il "maschio" attraverso la continua riproposizione di certi stereotipi: oppresse - oppressori; vittime - carnefici; Belle, brave, buone; brutti, sporchi e cattivi.

Anche l'idea che le donne siano biologicamente svanttaggiate è molto opinabile. Semplicemente finora ci si è soffermati solamente sulle specificità biologiche della donna e non su quelle degli uomini. Infatti se è vero che una donna deve affrontare una o più maternità è anche vero che gli uomini hanno un'aspettativa di vita notevolmente inferiore (e significativamente il gap nelle aspettative di vita di uomini e donne si è sempre più ampliato negli ultimi decenni).

Evidentemente non è tanto vero che le donne siano sempre le più svantaggiate. E' vero semmai che la tradizionale predisposizione degli uomini a considerare in modo paternalistico la posizione della donna, oltre alla loro tradizionale ritrosia ad ammettere di avere delle esigenze, ha impedito ed impedisce loro di effettuare un'adeguata riflessione sulla propria condizione ed una reale comprensione della gravità propri problemi. Se essi vengono effettivamente riconosciuti per quello che sono il ricorso, comunque immorale, all'utilizzo della coercizione legislativa e della discriminazioni di Stato in chiave maschile, viene ad avere ancora meno senso.


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