Le amiche!

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Per fortuna ci sono le amiche!

Omaggio al sorriso delle donne   nuovo

 

Per fortuna ci sono le amiche!

IL FATTO: non molto tempo fa, in un periodo in cui avevo maggiormente bisogno di "vicinanza" e "calore", mi è arrivata al contrario qualche inopportuna "pugnalatina" (anche se, a dir la verità, qualcuna di queste sta, con mia grande gioia, "rientrando").

Reazione? Innanzitutto una grande amarezza e come conseguenza ho cominciato a riconsiderare i miei rapporti di amicizia, separando quelli con la a maiuscola da quelli con la minuscola.

Con grande stupore mi sono accorto che posso contare su un numero maggiore di amicizie femminili (da qui il titolo di questa pagina) che maschili.

E di gran lunga! Lo stesso accade con gli "ecclesiastici", ho tre amiche suore, ma nessun sacerdote!
Normale è stato cercarne i motivi.

Do il meglio di me, mi "impegno" e dedico maggiormente alle amiche? Potrebbe essere, diciamo, "naturale", ma sinceramente non mi pare.

Ciò avviene a causa del naturale istinto materno, per cui le amiche mi vedono così "disabilmente" gracile e "indifeso" e sono quindi "meglio disposte" nei miei confronti? Spero di no, comunque: BOH!!

Ultimamente, invece, sto spostando le mie "riflessioni" sul nostro "universo" maschile.

Che dire?

Forse noi uomini tendiamo, anche per genetica predisposizione, a creare un nostro territorio, che poi difendiamo strenuamente da invasioni (donzelle escluse, ovviamente...) di vario tipo, anche involontarie o meglio male interpretate.

Spesso da ciò discende un atteggiamento di fondo solitamente piuttosto guardingo, mai completamente tranquillo e rilassato.

Insomma fra uomini si entra facilmente in competizione.

Ma su cosa competere?

Capitani e gregari, uomini o caporali, vincenti, perdenti.....

Io mi chiamo Vincenzo.

 

Omaggio al sorriso delle donne

Se c'è una cosa che mi fa arrabbiare è quando mi dicono: "Che bel sorriso che hai, che bel sorriso sereno...". Spesso anche da parte di chi mi ha appena conosciuto. Credo che ciò accada perché non sanno cosa dire e forse questo è anche il motivo della mia irritazione.

Mi raccomando, se incontrerai dei disabili non ti rivolgere loro in questo modo perché se hanno qualche "abilità" residua rischi una pedanata in testa!

Dopo questa premessa può sembrare fuori luogo parlare di sorrisi, tra l'altro non ho mai fatto i complimenti ad alcuno per il suo sorriso, eppure ho la fortuna di conoscerne molti.

Dunque, il sorriso delle donne.

Ho molte amiche dal sorriso naturale, di quei sorrisi spontanei, genuini, non come quello da presentatrice tv o da semiparesi facciale del cavalier Berlusconi (il correttore ortografico di Office continua imperterrito a sottolinearmelo in rosso e io non lo aggiungo nel suo vocabolario, gli è sconosciuto, son soddisfazioni...).

Un sorriso talmente naturale e bello che anche quando capita (perché capita a tutti/e...) di attraversare un periodo non positivo rimane lì come sempre. Soltanto gli occhi, appena velati da malinconia, tradiscono un minimo di sofferenza. Lo sguardo perde un po' in luminosità ma il contrasto con il sorriso lo rende ancora più accecante, potente, vivificante.

La stragrande maggioranza delle mie amiche è dotata di questa grandissima qualità, io ne godo e mi piace circondarmene! Tié!!

Credo non sia un caso che ad una qualità del genere corrisponda poi un'altrettanto naturale predisposizione alla vicinanza, all'essere sensibili e generose.

Conosco pochissime eccezioni, che mi bastano e avanzano...

Sono quelle donne che non le convinci mai, non nel senso di far loro cambiare opinione su qualche fatto particolare, ma nel senso di conquistarne quantomeno la fiducia e la stima.

Mi piace definirle "donne di poca fiducia e di molto sospetto".

Non sono mai rilassate, tranquille, al contrario stanno sempre in guardia come se chiunque e in qualunque momento potesse e volesse "pugnalarle" (in ciò, ahiloro, avvicinandosi molto al triste modello di maschio di cui sopra).

Rigide e inflessibili, raramente sdrammatizzano, anzi spesso fanno diventare serie anche le sciocchezze.

Rimango sempre stupito da questa loro infinita energia nel pensare in negativo, se impiegassero più tempo in un approccio più sereno alla realtà che ci circonda, ne beneficerebbero oltremodo.

Hanno pochissimi punti fermi, spesso solo il partner. Fanno l'analisi logica di tutto ciò che dici, soppesano parole, aggettivi, avverbi.

RI-LAS-SA-TE-VI !!!

Mi guardano, mi ascoltano ed assumono un atteggiamento come se si chiedessero: "Ma, questo, cosa vorrà intendere con ciò che sta dicendo?". A volte sto lì lì per rispondere: "Né più, né meno di ciò che sto dicendo".

Non parlo certo per parabole, a volte mi piace essere paradossale ma sono paradossi di facile e immediata comprensione. E' che sono così abituate a prendere tutto sul serio che forse rimangono un po' spiazzate. Un giorno, chissà, le sfiderò apertamente.

Al riguardo ti racconto di una festa da un'amica, in cui, come spesso capita, si incontrano persone per la prima volta. Non eravamo molti, io stavo mangiando vicino il tavolo, dando momentaneamente le spalle alla maggior parte degli invitati.

Parlando, un'amica della festeggiata sentenziò: "Molte persone vegetano, in pochi vivono!". Io non riuscii a trattenere un: "Allegria!!", che in realtà non credo venne accolto (bene o male) forse proprio perché non ero rivolto verso la protagonista, così il discorso terminò lì.

L' "allegria" era sicuramente "sgorgato fuori" per sottolineare quantomeno una visione piuttosto pessimistica del genere umano, ma anche perché tale frase sottintende altri due suoi auto-convincimenti.

Il primo è che, riuscendo lei a distinguere fra chi vive e chi vegeta, conosce ciò che si deve fare per "vivere",  ed essendo il primo stato (vivere) quello sicuramente più degno di merito, la sentenziatrice sottintendeva appunto che lei: "Viveva" !!

Modesta la ragazza...!!

Aggiungerei anche superba perché la seconda considerazione che si può ricavare, pensando al riferimento ai pochi e ai molti, è che la donna di cui sopra oltre a dire: "Io vivo" aggiungeva anche in realtà: "Voi molto probabilmente vegetate" (pura e immediata deduzione statistica). Il che per delle persone viste per la prima volta non è certamente il massimo della gentilezza e del garbo... Buona fortuna!! Carissima...

Un'ultima variante fra questi due profili è l'amica che per natura nasce sensibile, generosa, sorridente e che poi probabilmente causa lo sfortunato numero di ferite ricevute e di disillusioni incontrate decide di limitare queste sue qualità, o meglio, diventa un po' più parsimoniosa nel donarle a chiunque incontri in ogni momento.

E' un atteggiamento o meglio una risoluzione legittima, sicuramente si eviteranno un buon numero di possibili (non certe!) ulteriori sofferenze, però chissà che non si rischi, anche involontariamente, di censurarsi potenziali gioie e felicità.

Ovviamente avrai capito quale genere di amiche preferisco, ma è a queste ultime che va il mio più grande affetto e vicinanza.

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