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Il tempo è una convenzione dell'uomo di dividere in cicli il mutamento dello spazio.
Come ogni convenzione attraverso il ritmo consente di comprendere ed armonizzare, seppur è agli effetti inutile all'essere in se.
Il modificarsi dello spazio infatti ha delle logiche costanti, seppur atemporali.
Temporizzarle serve per dare l'impressione di gestirle.
Prima che l'uomo dividesse la vita in tempi, determinati, l'alternanza spaziale era determinata dall'istantaneo richiamo ad una data situazione.
La capacità di leggere i mutamenti dello spazio era il modo in cui si gestiva la propria esistenza.
L'accorgersi che lo spazio che muta determina cicli, ha prodotto nell'uomo (e solo nell'uomo) la convinzione che inquadrare i cicli meccanicamente fosse più comodo e profiquo. (perdendo così la capacità di leggere il mutamento).
Quando ci si svegliava al canto del gallo, non necessitavamo di orologi, in quanto leggedo l'evento "gallo che canta" producevamo l'azione corrispondente: alzarsi per andare nei campi.
Cosa si sarebbe fatto nei campi, dipendeva dalla lettura dell'ambiente.
Che essendo ciclico è facilmente prevedibile.
In quel dato momento, si produce la determinata azione.
Ora si usa la sveglia, e ci si muove secondo canoni prestabiliti che seppur fanno coincidere le azioni umane, sono imprecisi rispetto all'andamento delle modificazioni spaziali.
La sveglia suona, e mi alzo all'orario in cui tutti quelli che hanno puntato la sveglia a quell'ora si svegliano.
Poi mi accorgo che ciò che devo fare, essendo stato determinato secondo canoni temporali prestabiliti, non coincide quasi mai con l'andamento del mutamento, e quindi devo adattarlo al mutamento stesso.
Preparo per seminare il giorno prima per "guadagnare tempo" ma piove, quindi devo fare altro e "perdo tempo".
La convenzione, come ogni legge umana dunque produce dei vantaggi fittizi, che slegano l'uomo dalla sua natura, se vengono considerati vincolanti.
Come ogni regola che diventa tabù.
Il tempo quindi visto sotto l'aspetto di conoscenza interiore, è solo un limite che produce alla lunga l'estraniarsi dalla propria natura, allontanandosi dalla realtà degli eventi.
E' una difesa dell'uomo che produce una sicurezza sociale, lontana dalla propria essenza.
Il fatto infatti che la materia si muove può essere determinato in cicli, ma sappiamo per istinto che i cicli non sono precisi come pretendiamo che siano.
Ogni azione in realtà è determinata da troppi fattori che non posso prendere in considerazione, quindi sarebbe utile smettere di affidarsi ad uno strumento che determina ciò che è indeterminabile.
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