Visione o ispirazione profetica

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Memoriale a Sua Santità Papa Pio IX

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Stamane 6 Dicembre 1870 essendo andato di buonora ad ascoltare la Santa Messa nella chiesa Arcipretale di questo paese (Arcidosso mia patria natia) poiché detta chiesa ha il titolo di S. Niccolò per poi ritornare udita la Messa al mio ritiro di Monte Labaro.

Appena che mi sono inginocchiato a pié di una colonna di fronte all'altare maggiore, dove il sacerdote celebrava la messa, e dove era un grossissimo Crocifisso di legno, subito mi trovo assalito da una crudele afflizione di cuore, venendomi per la mente un'infinità di dubbi, di sospetti e di rimembranze sulle calunnie falsità e vituperi che di me si andavano divulgando di giorno in giorno fra questi infelici e sconsigliati popoli dell'Amiata. Questo sì fu per me un momento di terribile angoscia, e fissando gli occhi al sopraddetto Crocifisso venni esclamando

O mio buon Gesù, come io sono addivenuto un soggetto di provoca alla diceria e maldicenza? Non avranno forse ragione. Io non lo so mio buon Gesù. Sono io forse di fronte a voi e a loro un soggetto di falsità e di nocumento! Se ciò fosse, datemi chiarezza, e fatemi conoscere se io mi sono reso reo di sì tanto male, perché forse non avrò saputo eseguire esattamente tutte ciò che da voi mi era stato ordinato.

Dio mio, buon Gesù, manifestatemi se io cammino, o no per la strada della vostra giustizia e se faccia secondo la volontà dei vostri celesti annunzi.

Appena germinata questa esclamazione mi si aprì davanti agli occhi un raggio di luce così splendente che mi abbagliò la vista e mi coprì di meraviglia e di stupore.

Vidi fra mezzo a tanto splendore la vena effige di Cristo nella persona del sacerdote che celebrava la Messa vestito di una cappa rossa, colla mano sinistra teneva un calice traboccante di un liquido color turchino; tutto grondante la faccia, il capo, le mani i piedi a vivo sangue, e il resto della vita, era pure uno strumento di sangue.

Io vedendo un simile spettacolo, giunsi a un eccesso di stupore, che non potevo reggere in me un impulso di dolore che quasi fui per gettare uno spaventevole grido.

Gesù portandosi la mano destra alla fronte, mi accennò con un dito il silenzio. Io abbassai subito la testa, e pieno di stupore e di spavento caddi assopito come in profondo sonno, e in questo stato di assopimento mi risuonò all'orecchio la viva voce del nostro buon Gesù così dicendo — Uomo del mio mistero soffri, sì soffri per amor mio, che così voglio, e così è la volontà del Padre mio. Vinci te stesso, che io vincerò l'accanita guerra che a te fanno i maligni, increduli e traviati cristiani.

La loro sconfitta avverrà il dì del tuo trionfo e della mia Chiesa. Io dico, Uomo dal mio mistero, vinci te stesso, che io vincerò i tuoi nemici.

In te stanno racchiusi i destini dei popoli, la tua missione si racchiude in un profondo mistero, che non è chiaro a conoscerlo solo che agli occhi dei giusti, e di questi ve ne sono sì pochi tra i popoli traviati e corrotti, come il cercare le ghiande sotto le quercie dopo passato l'ingrasso degli animali neri, e come cogliere i pomi in un maturo pero dopo passato il furor del turbine e della tempesta.

Ti dico, Uomo del mio mistero, datti coraggio e vinci te stesso, e segui da valoroso l'impulso delle tue ispirazioni. Quello che or ti procede al tuo orecchio della mia viva parola, sia da te scritto in un memoriale, e altro ne scriverai in parte di tutto ciò che ti attrista e ti affligge, e quanto in te è avvenuto riguardo all'effetto della tua Missione, da che per celeste comando dalla tua misteriosa grotta ti portasti in seno alla tua famiglia per dare principio all'opera da me voluta, derisa e perversata dagl'increduli e traviati cristiani, amata e ammirata dai creduli e dai giusti.

Scritto che avrai questo, per mano sicura in sigillato plico lo invierai a colui che ti fu di scorta, quando andasti per altro celeste comando a implorare la benedizione del mio Santo Vicario capo supremo infallibile della mia Chiesa, che dono ricevesti da lui che basta a farti grande avanti a me e al padre mio.

Altro dono riceverai nuovamente da Colui che l'ho fatto Santo per succedere a Pio dopo Giovanni e Martino. Il dono che riceverai sarà dello stesso nome, ma di differente forma.

Ti dico, Uomo del mio mistero, che tutto questo scriverai in tal memoriale.

Sappi che io sono sdegnato all'eccesso con tutta l'umanità, maggiormente coi Principi e sacerdoti della Cristianità. Essi hanno dimenticato la mia beneficenza in loro, sono addivenuti superbi, e non cercano che fare onore a se stessi. Sono addivenuti avari e crudeli, che hanno scannate e mal condotte le mie pecorelle, come avidi lupi. ed animali feroci e rapaci. Hanno lasciato i popoli in preda al vizio e in ogni iniquità per non essere dai medesimi riguardati nella loro pessima condotta, e la disperata condizione dei popoli oppressi e gementi li ha indotti a divenire terribili presso di me e presso di loro. L'ira sua si è rivolta maggiormente in me, che così, come mi hai veduto, mi hanno suppliziato e mi suppliziano giornalmente. L'ira del padre mio hanno resa inevitabile, cadrà sopra di loro così terribile, che non vi sarà scampo della loro demolizione nei comodi di vita. I facoltosi i grandi della terra che hanno dimenticato la mia beneficenza, e assassinate e malconcie le mie povere pecorelle cadranno sulla polvere colle loro grandezze, e sostituirò al suo posto i sudditi suoi.

Le vittime loro saranno in gran numero; e pochi rimarranno i prescelti a governare e costudire il mio greggie. La disperata ira dei popoli oppressi e malamente trattati da loro, si involgerà su loro stessi, e calore che dai medesimi erano tenuti come servi e sudditi gli addiverranno nemici e giudici della loro malvagità. Le armi, orribili strumento di morte, dai medesimi fatte fabbricare, per loro difesa saranno brandite su loro stessi, e uomini e donne e bamboli o vecchi inermi unitamente a loro perderanno la vita, e molte saranno le anime che piomberanno all'inferno con esse.

Ti dico, Uomo del mio mistero, io sono sdegnato al colmo coi grandi della terra maggiormente, (come ho ridetto) coi primi Ministri della mia Chiesa. Molti di essi hanno prosposto me a una vil moneta d'oro e d'argento. Sono peggiori assai di Giuda Iscariotte. Esso mi diede in mano dei carnefici, ma costoro in persona giornalmente mi crocifiggono. La povertà, l'umiltà che io lasciai loro per divino retaggio del Padre mio, l'hanno trasferito a una vita comoda privata e lasciva.

Io per loro non sono che un essere di lucro e di riparo alla loro fetida puzzolente sepoltura imbiancata. Ma farò conoscere loro il mio sdegno nel furor dell'ira del Padre mio in mezzo ai popoli inferociti dalle provocature dei pessimi principi e cattivi e inverecondi sacerdoti; sarò severo e terribile per loro, quanto loro sono stato paziente, clemente e amoroso.

Essi molto confidano in me, ma sono di me nemici perché profanano la mia legge, e malamente costudiscono il mio povero greggie.

Il mal'esempio in parte si è originato dalla loro malacondotta.

Verrà il trionfo della mia Chiesa da loro ansiosamente aspettato, ma sta galleggiante come l'arca dell'Alleanza sopra a rivi e laghi di sangue di coloro che hanno malmenata la mia giustizia e profanato il mio nome e la mia parola: i popoli saranno riscattati da.... questo taci, che così voglio, ma quanto segue scrivi in tal memoriale.    

Ti dico, Uomo del mio mistero, per commissione dell'amico della tue confidenze, farai recapitare detto memoriale nelle mani del mio Vicario: sia ritenuto da lui come dono di un mio trasmodevole avvertimento: dorma il suo capo sopra il medesimo, e sarà consolato dalle tante sventure che l'opprimono; i sonni suoi saranno angelici; nei medesimi gli sarà rivelato la verità delle tue parole. L'autenticità di un tal prodigio toglierà il dubbio che fin qui hanno avuto della tua missione, e trentatre dì dopo il mio primo dì del mondo anderai da lui col manoscritto della nuova Riforma della mia Chiesa e colla nuova legge del governo civile, politico, morale e religioso: la severità della sua giustizia farà felici i popoli e santo il clero.              

Ti dico Uomo del mio mistero, tutto questo devi eseguire esattamente senza trasferire un tale ordine di un sol momento. Torna al tuo ritiro e per quarantasette dì non scendere dal tuo monte che il dì della concezione della mia SS. madre e il dì del mio nascimento, e il dì di capo d'anno, il reato dei detti giorni sarà per te una continua occupazione nel più alto affare dell'importanza di tua missione.

Ti dico, Uomo del mio mistero, parimente tutto questo scriverai in tal memoriale.

La mia Chiesa dal primo dì di capo d'anno settedecimo primo si metterà in estremo lutto coll'obbligo il più ristretto a tutti i pastori e ministri dell'orbe cattolico di fare un triduo in onore della SS.ma Triade celeste con aggiunta di preci alla mia SS.ma Madre tutti i primi dei mesi che scorreranno dal capo d'anno settedecimo primo fino all'anno, al mese, al giorno del trionfo della mia Chiesa, e la Redenzione dei popoli riuniti tutti in una sola fede in seno della medesima.

Questo avverrà quando l'Erede dell'aquila e del giglio avrà inalzato la mia vittima in luogo eminente sopra a colossale edificio di originale struttura, e i lustri suoi saranno oltre passati al numero dei doni dello spirito mio, e gli anni suoi saranno oltre passati al numero degli anni e mesi miei che ebbi di vita sul mondo e i mesi suoi saranno oltre passati decimoterzo e due terzi circa moltiplicati gli anni miei, e i giorni suoi saranno oltre passati tredicesimo terzo e ventotto molteplicati i mesi miei. Questo sarà il termine fisso del movimento del trionfo della mia Chiesa e del risorgimento, di tutti i popoli della terra.

L'ora di un sì gran movimento sarà trentatre minuti avanti il meridiano.

Eccoti uomo del mio mistero il perno preciso del mutamento delle vicende umane.

Dirai all'amico delle tue confidenze che ti sia resa al più presto possibile risposta di suo proprio carattere se un tal memoriale è stato ricevuto da Lui, e a lui direttamente inviato, e se al medesimo è stato tramandato al suo indirizzo, e se di questo sarà negligente nella sua propria esecuzione ne proverà l'effetto del mio sdegno. Riserbati l'originale di ciò che avrai scritto su tal proposito; e se ciò non facessero i miei e i tuoi confidenti par mancanza di fede e per altri timori mondani; io con te e tu con me faremo quello che han temuto e non hanno voluto fare gli altri, di che non se ne producono mai dei buoni effetti il non credere e dubitare di chiunque parli a nome di me e del Padre mio.

Qui cessò di parlare al mio orecchio la viva voce del nostro buon Gesù; istantaneamente mi riscossi dal delirio in cui ero sepolto, e il sacerdote dava la benedizione, che era al termine della Messa.

Questo è tutto quello che la divina provvidenza si è voluta degnare di manifestare a me povero e indegnissimo peccatore a maggior gloria della sua divinità.

Dal mio ritiro di Monte Labaro 9 Dicembre 1870.

Sono suo indegnissimo suddito e servo ubbidientissimo, implorando la sua santa benedizione.

 

David Lazzaretti

di Arcidosso Toscana.

 

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