IL LIBRO

 

DEI

 

CELESTI FIORI

 

 

 

SCRITTO L'ANNO 1873

 

DA

 

DAVID LAZZARETTI

 

QUAL MESSO DI DIO

NELLA GRAN CERTOSA DI GRENOBLE (Francia)

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Tradotto dal francese in italiano

dal Sacerdote Giurisdavidico F. Imperiuzzi con nota del medesimo

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Nel Marzo del 1950 ne è stata deliberata la pubblicazione dai Confratelli Giurisdavidici

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

David Lazzaretti

 

ARCIDOSSO 1834-1878

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

INDICE.

 

 

pag.

 

    6                     - Prefazione

    8                     - Avviso ai lettori.

    9                     - Visione avuta a Grenoble.

  11                     - Misteriosa origine di questo libro.

  14                     - Lamentazioni da 1 a 7.

  18                     - Misericordia della povera anima mia. Inno.

  19                     - Lodi a DIO nella Creazione Universale.

  24                     - Inno. Lode a DIO.

  25                     - Lodi alla SS. Vergine.

  31                     - Lodi alla divinità di N.S. Gesù.

  40                     - Lodi alla gloria di N.S. Gesù vincitore.

  51                     - Lodi allo Spirito Santo.

  66                     - Lodi agli Angeli.

  75                     - Lodi in onore dei Santi.

  85                     - Lodi alla dignità temporale del sommo Pontefice; alla dignità del sacerdozio,

                              al ministero della Chiesa.

  98                     - Lodi alla Provvidenza e misericordia di DIO.

105                     - Altre 7 lamentazioni.

113                     - Riconoscenza al Padre Generale di Grenoble.

114                     - Appunto storico.

115                     - Note dello stampatore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Frontespizio del «Libro dei Celesti Fiori» pubblicato, in francese, a Lione nel 1876

 

 

 

 

Tavola XI                                                                                                                                                   L. Graziani

 

 

 

 

 

 

IL LIBRO

 

DEI

 

CELESTI FIORI

 

SCRITTO L'ANNO 1873

 

DA

 

DAVID LAZZARETTI

 

QUAL MESSO DI DIO

NELLA GRAN CERTOSA DI GRENOBLE (Francia)

___________________

 

IL QUALE FA CONOSCERE I DIVERSI CAMBIAMENTI FUTURI DELL’ORDINE CIVILE E POLITICO

E DELL’ORDINE RELIGIOSO (VEDI TESTO FRANCESE)

 

Tradotto dal francese in italiano

dal Sacerdote Giurisdavidico F. Imperiuzzi con nota del medesimo

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1a Edizione in lingua italiana

 

(L’edizione francese uscì nel 1876 a LIONE)

 

 

 

 

 

 

Nel Marzo del 1950 ne è stata deliberata la pubblicazione dai Confratelli Giurisdavidici

 

 

 

 

 

 

 

PREFAZIONE

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Portamo a conoscenza quanto sta racchiuso nel quadro Spirituale della vera fede di Dio, e del suo comandamento. E nel compimento dell'opera della SS. Trinità David fu prescelto da Gesù ed annunziato da i profeti. Fece figura al Figliol dell'uomo. Per opera dello Spirito Santo.

E come Cristo Duce e Giudice 2a venuta nella maturità dei tempi predetti da Dio nella sua compiuta Missione descrisse quanto da Dio quotidianamente gli fu rivelato.

E noi della nostra Fratellanza Cristiana Figlioli de i primi seguaci di David Lazzaretti. Meditando nell'opera ed osservando l'andamento dei popoli confermiamo che è in perfetto avveramento di quanto lui predisse.

E sono vicini quei tempi predetti da Dio. Per il riordinamento di una riforma sociale.

Ossia Spirituale. E civile in tutti i Regni della terra. Sotto le regole di un solo ovile e un sol Pastore.

Augurando ogni bene alla Cristianità. Umilissimi in Dio

 

i Giurisdavidici

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

STEM – Stab. Tipografico Edit. Maremmano – Grosseto – Via Gorizia 24 – Telef. 23.06

Aprile 1950

 

 

AVVISO AI LETTORI

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Io devo primieramente farvi conosciere, o cari lettori che io sono un povero peccatore, un uomo completamente illetterato, di cui gli antecedenti non possono permettere di separarlo dai più poveri, dai più miseri del popolo. Io non sono però senza nascita.

Per causa della più infelice fortuna io non potei ricevere una istruzione conveniente — voi conoscierete un giorno tutto il mistero di mia vita di cui oggi non evvi luogo di farne la storia.

Sappiate solamente che se io sono buono a qualche cosa, lo è per la sincerità del mio cuore e per l'amore della Giustizia.

Io sono intento solamente a piangere i miei peccati e scrivo le buone ispirazioni che mi vengano da Dio e mi metto senza timore a propagare, quando mi viene ordinato — so conservare il segreto sopra le cose che non è tempo ancora di farle conosciere ai popoli[1] mi sforzo in modo speciale a meditare sulla vita di nostro Signore Gesù Cristo, dei Santi e sopra di me stesso dopo che per una grazia speciale sono stato allontanato da una vita indegna per dedicarmi all'emenda ed alla penitenza dei miei peccati.

Leggete questo libro senza prevenzione, ciò che a prima vista sembra impossibile lo è, rammentatevi bene, possibile a Dio ed egli non ha stabilito i limiti allo sviluppo delle nostre conoscienze ed al progresso della verità. Ciò che ci ha lasciato ignorare dal principio del mondo fino a quest'ora, può degnarsi rivelarlo domani in quella magnera che più gli piace. Non dimenticate che le cose più grandi del mondo hanno cominciato umilmente per vie straordinarie e meravigliose. Leggete questo libro o miei lettori, con queste disposizioni di animo, facendovi queste giuste riflessioni, e la sapienza, la bontà e la grandezza di Dio vi riempiranno di ammirazione.

Ciascun soggetto dei celesti Fiori presenta più divisioni sotto il nome di lodi che sono scritte con la più grande semplicità di ragionamento senza ricerca di stile per essere alla portata di tutti. Ed è perciò che Iddio mi ha ispirato questo libro, affinché ciascuno senza sforzo possa leggerlo, meditarlo e ritrarci ogni frutto; io lo desidero di tutto cuore, perché esso illuminato da queste verità ne desta dal sonno della morte e che la fede si accenda nel suo cuore. Sì io spero coll'aiuto della grazia divina che un gran numero di peccatori, come ho fatto io stesso, rinunceranno ai loro errori, ai loro disordini e ricolmi di orrore per il loro peccato seguiranno d'allora in poi le vie della virtù eserciterannosi nella preghiera e nella penitenza, come lo comportano i loro doveri di famiglia e della società; in una parola, osserveranno la santa legge di Dio. E nelle mie deboli preghiere domanderò al Signore di donar loro la perseveranza nel bene e l'amore della virtù. Io non faccio per le anime vostre degli auguri sterili. Gesù Cristo e la sua santissima Madre me lo hanno promesso, comandandomi di scrivere questo libro. Il giorno è prossimo, ed io avrò la consolazione di vedere i frutti che questi celesti fiori dovranno in un modo sorprendente produrre fra mezzo ai diversi popoli ed io convertirò in gran parte costoro. Ed essi riconoscendo colui la di cui mano ha vergato queste linee, sorgente di tante grazie proveranno un'indicibile contento e stupiranno. Se voi leggete con attenzione questo libro mi do a credere che voi comprenderete in ciascuna parte il mio modo di dire simbolico e misterioso. Leggete ogni pagina fino all'ultima, meditatela e leggete più volte ogni passo e quando avrete compreso, quando avrete confidenza nei miei discorsi ed avvisi profetici, voi gusterete una vera felicità.

Parlandoli in tal modo come precursore di tanti prodigiosi avvenimenti miseri e felici ad un tempo, io non seguo la mia propria ispirazione ma obbedisco alla volontà di Dio e non faccio altro che eseguire i suoi ordini. Ed è per questo che ho avvisato i popoli pubblicando altri scritti e profezie che la stampa ha riprodotto in diverse lingue. Non abbiate timore nel prestare una prudente attenzione alle profezie. La viva fede e la riflessione di quelli che vi hanno creduto non sono stati ingannati, ma coloro che sono ostinati a non credere alle profezie hanno provato inutili pentimenti allorché la terribile Giustizia ha dato loro compimento. La storia ci indica un gran numero di questi lamentevoli esempii. L'incredulità alle profezie, alla rivelazione, ai danni della fede, è un segno evidente di un cuore orgoglioso e corrotto, in questi miseri tempi in cui siamo. Dio è in qualche maniera obbligato di manifestare con qualche prodigio la sua potenza agli uomini. Ormai ognuno comprende col lume della ragione che siamo alla vigilia di grandi avvenimenti se i lumi della semplice ragione naturale ce lo fanno antivedere.

Non dobbiamo avere altra premura di quella di prepararci per mezzo della fede, dell'umiltà e della preghiera a questi iminenti castighi. Nessuna presunzione e vanagloria regni fra noi. Dio in un momento può umiliarci, abbatterci e ridurci a nulla.

Molte cose, miei cari lettori, avrei da dirvi sui futuri avvenimenti dell'epoca nostra. Io mi contenterò di manifestarvi, come per confermare ciò che voi leggete in questo libro. L'anima mia vede due estremi i più opposti, da una parte la miseria, il dolore, la confusione, il disordine, la disperazione, il sangue e le vittime senza numero, dall'altra parte la prosperità, la pace, l'armonia, l'amore, l'ordine, una felicità ed una beatitudine senza misura; poiché gli uomini diventeranno quasi tutti santi. L'anima mia vede tutto questo por la potenza dell'Altissimo.

 

 

 

 

Narrazione di una visione avuta in sogno nell'oratorio

di San Brunone presso la grande Certosa di Grenoble

il 29 maggio 1873

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Stanco della fatica, dopo una lunga preghiera io mi gettai sopra un banco dove il sonno mi assopì: ed un'ora dopo mezzanotte nell'oratorio ebbi in sogno la presente visione.

Mi sembrava di essere in questo medesimo oratorio, leggendo alcune lamentazioni che io avevo scritto alcuni giorni avanti per esprimere la mia contrizione a Dio. Mentre io leggevo il mio scritto, io vedevo uscire dal foglio che tenevo in mano dei Fiori di diverse specie e di vari colori, trasportato dalla gioia, raccoglievo questi fiori che tramandavano un odore indescrivibile, e ne formavo diversi mazzetti. Essendomi inginocchiato pregai il Signore di farmi conosciere il significato di un sì grande prodigio. Mentre io pregavo con fervore mi accorsi che entrò nell'Oratorio S. Michele Arcangelo, vestito come i sette Angeli che mi apparvero nella grotta della Rupe Santa in Sabina presso Montorio romano, e la beatissima Vergine Maria, la gran madre di Dio, sotto la figura d'una bellissima Signora, tutta vestita di nero: io pregavo sempre in ginocchio. Appressandosi a me così Ella parlò: «Mio diletto servitore alzati e dammi cotesti Fiori che tu hai ricevuto dal mio caro Figlio Gesù, ed è per questo che sono a me cari ed io stessa ne farò dono a tutti coloro che con fede, preghiera e sacrificio sapranno amare il mio caro figlio Gesù, come servitore fedele tu lo fai per gli uomini; e mentre essi ti giudicano tutt'altro che ... e credano tutto il contrario di ciò che tu dici e scrivi in nome di Dio. Quale sia la maniera con cui essi ti tratteranno, osserva mio diletto ... che tu non devi allontanarti dalla Fede dei tuoi... o sii senza afflizione poiché alla fine tutto tornerà a tuo vantaggio. Nessuno, mio ... non ti può togliere che tu siei... davanti a me ed alla presenza di mio figlio Gesù Egli ha parlato al tuo cuore e nello stesso tempo ti ha ispirato vivi sentimenti di dolore e di contrizione della tua passata vita. E questo dolore e questa contrizione tu hai espresso scrivendo queste lamentazioni che sono una prova che il Signore è con te.

Mio... tu non comprendi il prodigio, il miracolo, il mistero e le meraviglie di questi fiori celesti e che i tuoi scritti hanno fatto apparire sotto i tuoi occhi; di tutto ciò tu hai domandato la spiegazione piegando umilmente. Ed io sono venuta da te espressamente accompagnata dal mio principe celeste tuo fratello …  tu hai ottenuto la grazia che era domandata dalla tua umile istanza e nello stesso tempo io sono venuta per farti conosciere i disegni terribili dell'irata giustizia divina.

Sappi mio... che questi scritti come quelli che tu pubblicherai d'ora in avanti nel medesimo spirito ed ugualmente a lode dell'Altissimo e clementissimo Iddio, saranno gli uni e gli altri un vaso di divina eloquenza e di questi fiori, nati per te durante la tua lettura, altrettanto avverrà in quelli che le leggeranno con fede ed umiltà, perché io accenderò nei loro cuori la vera e santa fiamma della fede, dell'amore, della carità e della Giustizia. Perciò, sarà apprezzata la verità delle tue parole, e sarai ammirato per quello che tu ... scrivi così mio ... sulla tua contrizione e dolore che risenti dei tuoi peccati; come ti ho detto Loda nello stesso tempo Dio, poiché il suo spirito sarà con te e tu vivrai sano e tranquillo. Ricordati mio ... che nella santa grotta ... ti feci il dono della sapienza, ma non di quella che fa l'uomo orgoglioso, ma di quella che perfeziona nelle vie della virtù e lo rende umile e santo, questa è la mia volontà, del mio amatissimo figlio che le tue lamentazioni e le tue lodi al Signore che tu scriverai, siano propagate tra mezzo ai credenti cristiani nella migliore maniera possibile, affinché io possa donare agli altri celesti fiori che tu hai ricevuto dal mio diletto figlio e che essi producono in loro abbondanti frutti per la salute eterna dell'anima loro e per la gloria di Dio.

Vieni mio ... esci da questo oratorio, vieni a cielo aperto con noi e vedrai i regni terribili che ti ho accennato, sii senza spavento e timore; pensa che tutto ciò non è voluto, ma permesso da Dio a causa della moltiplicità dei peccati e in punizione delle iniquità degli uomini».

Appena fummo usciti dall'oratorio, che vidi io? gran Dio; Io sono ancora colpito dall'orrore descrivendo una sì orribile e spaventevole scena. In certi passi metto i puntini facendo saltare la penna, perché sono cose che fanno inorridire di spavento e di terrore, e temerei che alcuni esse facessero una troppo grande impressione. Questa scena farebbe versare le lacrime ai cuori più duri e agli uomini più sanguinari.

Vidi un diluvio di fuoco sopra diverse parti della terra. Vidi in un gran numero di lunghe e spaziose valli immense turbe di gente armata a piedi ed a cavallo che per tutto dove passavano, lasciavano il terreno ricoperto di cadaveri ammonticchiati. Vidi molte città, borgate e villaggi, gli uni saccheggiati, gli altri distrutti di divoranti incendi che risplendevano sopra diversi punti della terra. Mio Dio; un altro spettacolo più lacrimevole e più terribile, che ... sospesi pel collo e per le altre parti del corpo, gli uni sopra un gran palco appositamente alzato, gli altri appiccati agli archi delle mura di alcune città. Una turba di altri sospesi ad immense travi, alzate sulle piazze, nelle strade pubbliche, e in aperta campagna, fuori e dentro le città, paesi e villaggi. Vidi un altro spettacolo non meno terribile e lacrimevole dei precedenti; vidi immense turbe di persone armate come le prime a piedi e a cavallo; esse andavano in disordine e trasportavano un numero di ... esse le dividevano tra loro per piccole squadre e queste truppe barbare e feroci li massacravano, li scannavano senza pietà, senza lasciarsi impietosire dei loro pianti e dello loro suppliche; invano le vittime domandavano ad alta voce grazia è misericordia, una parte di questi poveri e miserabili ... venivano gettati vivi nei suddetti divoranti incendi. Dio mio non posso fare a meno di non piangere in descrivere questa terribile e luttuosa scena. Così che alla vista di quest'orrido spettacolo gridai: Maria Santissima! Gesù mio pietà e misericordia! A questa esclamazione supplichevole mi sparisce l'orrida scena, e Maria Vergine così rispose:

«Sì mio ... per la tua pietà, sarà usata pietà e misericordia per altri sette mesi, pure potrebbero essere anni, se come ... ne trovassi uno per ogni cento, tu sai che io sono la madre di misericordia, ma come posso io essere tale per quelli che a me sono tali, che io non li possa esaudire nelle loro suppliche e nelle loro preghiere perché amano troppo se stessi e non si sanno distaccare dalle loro passioni umane le quali li dilungano immensamente dalla mia grazia e da quella del mio prediletto figlio. Sappi mio ... che la pietà e la misericordia come pure la giustizia, conviene che abbino il loro limite ed il loro rigore, altrimenti i diritti di una divinità offesa immensamente dagli uomini non avrebbe più merito nel loro diritto divino, per cui in tale circostanza è necessario il male per cavarci il bene. Hai veduto quanto è il male? Altrettanto è il bene che dietro ne deve avvenire». Così dicendo si rivolse a S. Michele e gli disse: «Dimmi tu principe delle mie celesti milizie; i diritti della pietà e della misericordia possano prevalere all'istante e per tempo pure indeterminato ai diritti di un offesa Giustizia divina?» «Mia Signora, rispose S. Michele, e in una della più grande imponenza d'autorità celeste. I tempi più e più volte son stati prolungati per mercé della di Lei misericordia. Ebbene per questo migliora la messe del campo? No mia Signora, anzi di più si è aumentato sempre di roveri e di spine questo campo, per cui necessita, onde renderlo atto rifecondare buone messe riadattarlo alla sua fertile coltura per mezzo della scure e del fuoco. Altro rimedio non evvi che questo nell'ordine delle cose di cui ella mi parla», e rivolgendosi a me disse S. Michele: «Uomo tu gravi te stesso senza frutto ... di coloro dei quali tu ... ma basta un fine buono e sempre caro a Dio». La Madonna a queste parole disse: «Mio gran principe tu sai quanto amo i peccatori, ed è di mia natura che io mi mostri loro madre di misericordia. La Giustizia è preservata al figlio mio». S. Michele rispose: «Ai suoi comandi mia Signora; prosegua pure nella sua pietà e misericordia, io mi umilio ad ogni suo volere», così dicendo s'inchinò ai di lei piedi e la Madonna gli disse: «mio gran principe, tu sai che il mio divin figlio vuole tutto quello che io voglio, tu pure non vuoi né più né meno di quello che vuole Iddio; ma purtroppo è vero che non si può gettare nell'oblio del nulla quello che una volta è stato, per cui la ragione vuole che tutto sia eseguito nell'ordine della Giustizia, onde il male pure ridondi in bene nei fini impescrutabili di Dio, dico che pure la distruzione di tutto il creato sarebbe necessaria quando fosse voluta da un Dio giusto, santo, sommo ed irreprensibile. Ah Maria, a queste parole esclamai, sì questo è vero, ma rimani in pace, mi rispose, e vivi tranquillo». Qui mi sparisce il sogno della gran Certosa di Grenoble il 29 maggio 1873.

 

David Lazzaretti

 

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MISTERIOSA ORIGINE E FINE DI QUESTO LIBRO

 

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Quando la Santa Vergine mi comandò di scrivere questo libro io non esitai un solo istante di mettermi all'opera. Io finii l'ultima mia lamentazione con queste parole: «Carità, Verità e Giustizia» ed una voce misteriosa mi rispose: «che la Verità, la Carità, e la Giustizia siano in te ed in me con te. Attendi gli ordini che io ti do e che tu richiamerai al termine di questo libro». Era la voce della Santissima Vergine. Essa si mostrò con tale splendore, che non potrei con tutti i miei sforzi giungere a fare della sua apparizione che una incompleta descrizione. Essa continuò con queste parole: «La potenza suprema di Dio mi ha dato il potere di sistemare le vicende umane con queste condizioni che la legge del diritto, che nel potere regni la virtù e non il dispotismo, e la virtù abbia il suo merito, che la pace avvenga fra tutti gli uomini con i rigori della più severa Giustizia. Io voglio che questo libro sia propagato fra mezzo a tutti i popoli della terra, di tutte le classi e condizioni. Esso farà conoscere alla famiglia umana quali i ripetuti sforzi della mia misericordia per ridurre, quanto è possibile, il numero dei milioni e milioni di vittime che sono per perire sotto il flagello dell'Irata Giustizia Divina. Io voglio per mezzo di questo libro richiamarli alla mia ed alla tua alleanza divina per mettere alla prova della fede tutti i figli degli uomini. Ho voluto che sia scritto nel fine di servire di programma generale e sia una tromba sonora che farà sentire da altre estremità della terra per risvegliare tutti coloro che l'infedeltà, l'incredulità, la menzogna, l'orrore e la ingratitudine hanno immerso nel sonno della morte.

Il principio e la fine di questo libro rappresenteranno cinque grandi misteri ai quali sono congiunti tutti i destini dell'umane vicende.

Il primo mistero è il numero che corrisponde al giorno in cui hai cominciato a scrivere questo libro, cioè il giorno della discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo ed è il numero I.

Il Secondo mistero racchiude il giorno in cui devi terminarlo, oggi la commemorazione della mia assunzione del mio trionfo al cielo ed è il giorno 15.

Il terzo mistero corrisponde al numero 77 perché contiene il numero dei giorni che tu devi impiegare a scriverlo.

Il quarto mistero indica il numero 12, perché dodici saranno i precursori che devono annunciare questi grandi avvenimenti e propagare questo Santo Libro per tutti gli angoli della terra.

Il quinto mistero racchiude il numero 7, perché ciascun ordine di materie sviluppate in questo libro, rappresentano sette parti per simboleggiare le sette potenze divine opposte ai sette vizi capitali dell'uomo.

Tutti questi numeri messi in linea dal più grande al più piccolo compongono la somma, che io domando e che è necessaria per la costruzione della novella Arca.

Invito tutti gli uomini a contribuire a quest'opera per mezzo dello obolo della loro fede, queste quote sotto la direzione del tuo buono Eremita costituiranno un tesoro pubblico, di cui egli saprà disporre secondo il modo che a te e a lui sarà ispirato. L'Eremita terrà un registro segreto sul quale segnerà fino alla più piccola offerta tutti gli oboli con indicazione dell'oblatore, cioè suo nome, cognome, età, sesso, patria e religione di qualunque sia, essi io potrò riconoscere e lo farò conoscere al mondo per mezzo di questo registro, coloro che avranno diritto alla nuova alleanza. Il pegno che avranno offerto, a suo tempo testimonierà la loro fede. Tutti coloro che vogliono, possono acquisire questo diritto, cioè: re, principi, religiosi e grandi della terra in una parola tutti i figli dell'umana famiglia.

Le offerte che da ognuno saranno fatte dovranno essere dirette al tuo buon Eremita con le precauzioni necessarie per la sicura destinazione nel timore che qualche nome non si smarrisca, perché voglio vederlo marcato nel Registro. Questo è il modo con cui devo provare la fede degli uomini, e per provvedere alla costruzione dell'Arca Santa.

Essa sarà il patrimonio di tutti coloro che lo vorranno, in guisa che questo tesoro della pace, della prosperità e della felicità, deve appartenere a tutti quelli che per questo mezzo, avranno preso parte alla nuova alleanza. Io saprò vincere le opposizioni, le difficoltà, i dubbi che solleverà la pubblicazione di questo libro.

Quanto a te, segui il tuo corso por compiere i miei comandi e gli ordini di Dio, Io sarò con te ti assisterò con i miei fedeli campioni che tu vedi intorno a me ... ciò fatto tu ti ritirerai per dirigere la costruzione dell'Arca sul monte santo. Là tu lascerai succedersi gli avvenimenti buoni e cattivi, fino al giorno in cui la costruzione sarà completa. Gli uomini devono attendere un cambiamento delle cose di quaggiù e dipendono da questi simboli. Verrà il diluvio della ribellione di tutte le nazioni della terra il giorno in cui sarà terminata la costruzione dell'Arca. E le irruzioni dei popoli cesseranno il giorno in cui uscirà da quest'Arca Santa la nuova colomba col ramoscello di olivo, simbolo della pace e della nuova alleanza degli uomini con Dio e del cielo con la terra.

 

 

 

 

 

 

 

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NOTA - 24 Luglio 1878 David essendo in Francia ebbe la visione della torre Davidica, gli furono mostrati i disegni dell'architettura della stessa e dei dodici muraglioni che circonderanno il monte santo. Questo monte nell'Apocalisse viene designato col nome della Nuova Beata Sionne, e sulla torre sarà innalzato un gran Crocifisso di prezioso metallo, allorché passato il Diluvio di sangue i popoli avranno la fede e quindi la pace cotanto necessaria per tutti.

 

Dal numero composto di tutte le cifre togli due cifre che stanno in mezzo a questo numero rappresenta in monete il valore che è necessario per la costruzione dell'Arca. Il numero poi di tutte le cifre costituisce il valore di tutto l'arredamento. Metti le cifre in linea; una indicherà il tesoro di edificamento, l'altra il tesoro pubblico di arredamento. Aggiungi egualmente il nome e cognome del tuo buon Eremita incaricato di ricevere le offerte, ossia l'obolo della fede.

Cifre del numero di edificamento: 171.577.

Cifre del tesoro pubblico di arredamento: 17.215.677.

 

Don Filippo Imperiuzzi

Eremita all'Eremo di Monte Labaro

Arcidosso (Grosseto) - Toscana

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LAMENTAZIONE DI UN PECCATORE CONTRITO A DIO

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LAMENTAZIONE Ia

 

1.      Misericordia, mio Dio, misericordia a seconda della molteplicità e gravezza dei miei peccati.

2.      Dio mio, voi conoscete la mia miseria, soccorretemi tosto, altrimenti l'anima mia potrebbe perire ed essere divisa da voi in eterno.

3.      No, non guardate o Signore alle mie iniquità, deh rammentatevi che sono opera delle vostre mani.

4.      Io sono stato concepito nel peccato: che altro potevo fare lungi da voi, mio Dio, se non che peccati?

5.      La mia natura viziata e peccaminosa mi conduceva per le vie del vizio e mi dilungava dalla virtù e da voi, Signor mio.

6.      Ero sì fragile a commettere ogni e qualunque delitto, perché camminavo per le vie delle tenebre e dell'orrore.

7.      Il mio intelletto aveva perduto affatto la vera ragione e superbamente schivavo la rettitudine della verità e della Giustizia.

8.      Io non ero quell'uomo di ragione e di consiglio, ma un animale, un bruto in balia alle mie sregolate passioni.

9.      Mio Dio come potevo conoscere la mia ragione; mentre ero un uomo che non comprende ragione?

10.  Se voi, o Signore, non accorrevate a tempo colla vostra misericordia, io sarei in un abisso per mai più risorgere.

 

 

LAMENTAZIONE IIa

 

1.      Deh! Mio Dio vi siano accette le lacrime degli occhi miei, che altro non sono che sfogo di mio dolore a cagione dei miei peccati.

2.      Sì, mio Dio. Il mio cuore langue perennemente perché la mia coscienza mi rimprovera di avervi offeso per sì lungo tempo.

3.      Voi lo vedete, mio Dio, quanto io soffro. Deh! Muovetevi a pietà di un misero il quale sono io benché mal meriti.

4.      No, non vi chiedo il contento e la felicità su questo mondo, o Signore, ma la pace e la tranquillità dello spirito per potervi lodare e amarvi eternamente.

5.      Oh! Se tanto devo amarvi, quanto vi ho offeso, mio Dio, quanto sarà l'amore che vi debbo portare da ora in avanti.

6.      Deh! Mio Signore, fate che il mio cuore si accenda del fuoco del vostro santo amore come una face che arde istigata dal forte soffiore dei venti.

7.      Castigatemi, mio Dio, delle mie empietà affinché mi faccia degno del vostro santo amore.

8.      Lo so, Signor mio, che gli empi non sanno amarvi, perché il loro cuore si è reso insensibile al vero amore il quale voi siete.

9.      Chi mi assicura del mio perdono, Signor mio, se non che un vero pentimento ed una perseverante e severa penitenza?

10.  Io vi pregherò con cuore contrito, mio DIO, e punirò me stesso, ma voi mi dovete aiutare e soccorrermi nella mia meschinità e nullezza.

11.  A cagione della moltiplicità e grandezza dei miei peccati, m'ero reso indegno di conoscere la grande vostra misericordia, mio Dio.

12.  Ma or che la vostra infinita bontà ha concesso, deh Signor, tutto in voi ho riposto la fiducia della salvezza della povera anima mia.

 

 

LAMENTAZIONE IIIa

 

1.      Signore voi mi svegliaste mentre io dormivo profondamente nel sonno della iniquità e del delitto.

2.      Io mi riscossi fremendo dentro me stesso e muggii qual fiera che colpita viene da incognita mano e da invisibile strale.

3.      Fu breve il mio dolore anzi fu come lampo ma immensa è la dolcezza che or prova l'anima mia di una sì amabile e salutevole ferita.

4.      In quell'istante tutta sentii la gravezza dei miei peccati e senza indugio mi diedi alla penitenza abbominando me stesso.

5.      La dolorosa rimembranza dei tempi andati maggiormente mi infervorisce alla preghiera e sempre a voi, mio Dio, ho rivolta la mia mente, il mio cuore.

6.      Come un solitario mi sono ritirato dal mondo, vivendomene in luoghi montuosi e deserti, dove è meno la presenza degli uomini.

7.      In dirupi e spelonche io mi nascondo a piangere le malvagità delle mie vite passate le quali erano in abbominio agli occhi vostri, mio Dio.

8.      Nell'oscurità della notte ed al chiaro della luna e delle stelle a voi dirigo le mie preghiere o Signore onde essere esaudito.

9.      Lunghe sono le mie veglie, breve è il mio sonno, perché viene interrotto da infausti sogni e dalla dolorosa rimembranza dei miei peccati Signore.

10.  Il nutrimento della vita è addivenuto per me un dovere che pesa alla anima mia come un grave delitto.

11.  Il piacere, il diletto, le grandezze terrene, io non posso riguardarle senza disprezzo abborrendole come cose vane e nocive all'anima mia.

12.  Avanti agli uomini non faccio palese la mia afflizione, a voi solo, mio Dio la manifesto, onde vogliate impietosirvi di me.

 

 

LAMENTAZIONE IVa

 

1.      Voi Dio grande, Dio immenso, Dio tutto amore vi degnaste parlare a un così misero peccatore il quale sono io.

2.      Colla vostra divina virtù e sapienza somma m'illuminate, Signore, delle cose più recondite ed arcane del vostro santo amore e della vostra grandezza.

3.      Mi comandaste dire; io dissi di tare e feci e vi ho promesso fedeltà fino alla morte nel vostro santo servizio.

4.      E chi son io Signore che a me vi degnate manifestarvi? Io il misero il più indegno peccatore tra gli uomini.

5.      Ah! Sì comprendo, mio Dio, questo è il mondo col quale venite umiliando la mia e l'altrui superbia degli uomini.

6.      Chi può frenare la mia superbia o l'amore di me medesimo, se non che voi, mio Signore colla vostra grazia sovrabbondante che mi umilii alla polvere il quale son'io.

7.      Son'io sicuro d'operar bene e parlar sempre il vero qual miserabile sono io, se voi Signore non supplite ai miei difetti?

8.      Se voi, Signore; mi faceste grande e padrone di tutto il mondo, maggiormente avrei motivo di umiliarmi avanti a Voi, perché non sono che polvere.

9.      Voi lo sapete, o Signore, cosa desidera il mio cuore non altro che il vostro amore, la fede, la carità, la giustizia, la penitenza.

10.  No, non sono eterni i beni di questo mondo, ne fanno felice l'uomo, tutto svanisce quaggiù, voi solo siete eterno mio Dio, e in voi ogni felicità si trova.                           

11.  Io lo so Signore mio che tutto potete se volete, ma non mi persuado però che di me vogliate servirvi perché sono il misero fra i figli della colpa.

12.  Lasciatemi libero Signore mio nella mia solitudine dimenticato da tutti, solo desidero non essere dimenticato da voi che siete il nutrimento dell'anima mia.

 

 

LAMENTAZIONE Va

 

1.      Come potrò io non piangere i miei peccati continuamente in solo pensare a voi, mio Dio, che tanto vi offesi con cattive parole ed opere indegne?

2.      La sfrenatezza del mio superbo e fiero ardimento mi aveva trascinato nelle più sregolate passioni del piacere e del bello di questo mondo.

3.      La mia adolescenza fu di un vivere umile e santo, ma il resto degli anni miei fu un continuo peccato.

4.      I miei amici e fino il mio stesso sangue mi sono addivenuti nemici perché rimproveravo in loro quello che rimprovero in me stesso, il vizio, il peccato.

5.      Essi mi trattano malamente, mi calunniano e si sono sforzati di farmi del male, ma io non li temo, perché tutto in voi, mio Dio, ho posta la mia fiducia.

6.      È vero. Signore, voi vi servite degli uomini non solo per i vostri impenetrabili fini, ma per punire gli uomini stessi, dei quali voi vi servite, onde umiliarli e farli degni di Voi.

7.      Mai, no, non mi lagno di quelli che a me dicono e fanno del male perché conosco troppo bene di non meritarmi nulla di bene né da voi, mio Dio, né dagli uomini.

8.      Con pazienza sopporto il peso delle mie afflizioni, delle mie sventure, perché sono certo che sono volute e permesse da voi, mio Dio.

9.      Il mio cuore è sempre afflitto dal dolore dei miei peccati: ma la tristezza mi assale, anzi son sempre allegro e tranquillo.

10.  Tutto il bene e la felicità di questo mondo li stimo un nulla di fronte a quello che spero da voi, mio Dio.

 

 

LAMENTAZIONE VIa

 

  1. Piango, fremo, pavento, inorridisco, mio Dio, quando penso al numero dei miei peccati.
  2. Sarete voi soddisfatto, Signore, del mio pentimento. Ah! No, non lo siete, le opere son quelle che placano il vostro sdegno, ed i sacrifici e non le parole.
  3. Pure la preghiera vi piace, è vero, mio Signore ma maggiormente vi aggrada il sacrificio di un cuore umiliato e contrito e distaccato dalle umane passioni.
  4. Come potrò farmi degno di voi, mio Dio, che non ho alcuna virtù che sia degna del vostro santo servizio.
  5. Nella mia viziata natura sono un povero uomo che a null'altro son buono che a far peccati e pensare maliziosamente.
  6. Il mio cuore è amante dalla Carità e della Giustizia; ma voi siete, mio Dio che operate in me tali virtù, non sono io.
  7. Io son come un cadavere putrido e verminoso, che altro non faccio che mandare esalazioni pestifere e puzzolenti.
  8. La mia lingua altro non era che un'avvelenata freccia che ogni qual volta parlava, feriva la modestia dell'umiltà e della saggezza.
  9. Venefico e mortifero era il mio sguardo in riguardare la purità e la castità, come quello del serpente dell'Aspite e del Basilisco.
  10. La mia fervidezza, il mio cruccio, il mio sdegno era come quello di un orso, di una tigre, di una jena feroce, di un leopardo.
  11. Ed ora chi sono, mio Signore? Non sono io lo stesso? Che forse sono meno che prima misero ed imperfetto? Voi, mio Dio, lo vedete. Deh! Non mi abbandonate colla vostra grazia.
  12. No, non guardate ai tempi andati Signore, fate che in ogni mio contegno rinasca a nuova vita pel vostro santo servizio.

 

 

LAMENTAZIONE VIIa

 

1.      L'anima mia come si troverà davanti a voi mio Dio, nel giorno tremendo dell'universale giudizio, se voi non lavate dall'immondezza dei miei peccati.

2.      E chi in tal'ora, chi potrà resistere al vostro sdegno, Signore, nel furore della vostra irata Giustizia divina.

3.      Allora tutto sarà spavento, la terra, il mare, il cielo tremeranno quando la vostra voce si farà sentire tuonante, qual severo giudice divino.

4.      Gli abissi tutti si squarceranno al tuono della vostra voce e i demoni ed i reprobi davanti a voi tutti verranno pieni d'ira, di furore, di sdegno e di spavento.

5.      Allora i lampi degli occhi vostri, Signore, saranno fulmini che percuoteranno le teste superbe di tutti i vostri nemici.

6.      Dalle vostre piaghe della vostra fronte in tale ora usciranno raggi di abbagliante luce che come una pioggia di frecce andranno a trafiggere il cuore di tutti coloro che vi trafissero, Signore.

7.      Dalle vostre labbra con tuono di voce di universale spavento si udirà pronunziare la terribile ed irrevocabile sentenza. Andate al fuoco eterno maledetti e venite con me voi anime giuste.

8.      Allora l'universo tutto crollerà fremente, tutto andrà sossopra, il cielo, la terra, il mare, il firmamento, prenderanno nuova faccia al mondo.

9.      Ma voi mio Dio, colla vostra immensità, santità e grandezza siete sempre lo stesso, perché eterne ed irreprensibili sono le opere vostre.

10.  Così dunque mio Dio, unico e trino, sia lodato in eterno il vostro santissimo nome da ogni spirito ed anima giusta ed io pure vi loderò Signore.

 

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MISERICORDIA DELLA POVERA ANIMA MIA

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INNO

 


Deh fate, mio Dio

Che senta il mio cuore

Estremo dolore

E pena ed orrore

Di avervi offeso

E vilipeso

Perdon vi chiedo.

 

Del rio peccato

Io protestato

Mi sono a segno

Che con impegno

Son tal deciso

D'esser diviso

Da esso in eterno.

 

Dal mondo ingrato

E scellerato

Io mi protesto,

E ne detesto

Ogni suo bene

Se pur mi avviene,

Io li rinunzio.

 

Per quanto male

Fatto ho mortale

Io me ne pento,

E son contento

 

 

      Prima morire

Che di partire

Dal mio proposito.

 

Con cuore rotto

A Dio prometto

La fede al bene,

E angustie e pene

Io son disposto

Prendere tosto

Ognor che avvengano.

 

Voglio pregare

Vo supplicare

Pei miei peccati

Che perdonati

Mi sian da Dio;

Questo desìo

Unico al mondo.

 

Avrò pensiero

Mutar sentiero

Per l'avvenire

Che ho da morire

È cosa certa,

Sia sola questa

La mia massima.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LODE A DIO NELLA CREAZIONE UNIVERSALE

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LODE Ia

 

1.      Allor che spunta il giorno mi levo da dove io dormo, o Signore, e principio a lodare e glorificare il vostro santissimo nome.

2.      Ah! Quanto siete grande ed immenso mio Dio, la bellezza dei cieli e del firmamento sono un attestato della vostra grandezza.

3.      Tutte le cose create nell'ordine della loro natura hanno una immensa bellezza in se medesime che chiaramente si vede che sono opra delle vostre mani, o Signore.

4.      E chi è colui tanto stolto e insensato che non riconosce tutto il creato essere opera di un Creatore che esiste al di sopra delle creature?

5.      I lumi della stessa ragione naturale additano all'umano sapere le vie del vero, facendogli conoscere esservi una causa prima a tutte le cose create la quale siete voi, mio Dio.

6.      E come può la pochezza dell'intelletto umano inoltrarsi nei profondi misteri, o Signore, se voi non dissipate le tenebre nelle quali viviamo (perché figli della colpa) con un lume della vostra grazia?

7.      La chiarezza di tutte le cose e le verità sublimi non si trovano nella umana ragione, voi o Signore, siete la stessa verità per essenza ed il vero bene col quale si dissipano tutte le tenebre.

8.      Per tante infinite ragioni si potrebbe dire, Signore, che la natura in sé, è un libro nel quale è scritto la genealogia della vostra esistenza e della vostra grandezza.

9.      In attestato di tutte queste incontestabili verità, o Signore, vi offro queste lodi. Deh! Vogliatele esaudire in prova della contrizione e dolore dei miei peccati.

 

 

LODE IIª

 

1.      Quando si leva il Sole, ed i suoi raggi incolorano risplendenti le linee dei monti, io tutto contemplo pieno di meraviglia, questo brillantissimo ed ameno quadro che mi presenta un'idea della vostra grandezza, o Signore.

2.      La vaghezza e l'amenità delle fiorenti e verdeggianti campagne offrono al mio sguardo, alla mia mente, l'aspetto di quel bello, puro, e perfetto che godono in cielo con voi, o Signore, le anime giuste.

3.      Il mormorio delle selve, dei rivi, dei ruscelli e dei torrenti mi fanno credere essere un'eco di voci di quelle anime sante che godano eterna pace con voi, mio Dio.

4.      Il ronzio degli insetti e le canore voci degli augelli anfibi e silvani, mi figurano, o Signore, essere un dolce coro delle vostre angeliche melodie celesti.

5.      Il belo, il nitrito, ed il muggito dei mandriani armenti a me sembrano tante innocenti voci, o Signore, che lodano e glorificano il vostro santissimo e divinissimo nome.

6.      Il dolce alitar dei venti ed il fragore che tramandano le fiorenti ed aleggianti campagne, altro non sono che profumi odorosi e dolcezza soave della vostra beneficenza ed amore.

7.      I pesci e le conchiglie del mare, dei laghi, dei fiumi e dei torrenti, tutti mio Dio vi onorano in silenzio vagando per le acque superficiali e profonde.

8.      Le nubi, la pioggia, le nevi, il gelo, la brina, la rugiada ed i venti, o Signore, vi onorano e vi glorificano incessantemente per le vie delle leggi della natura.

9.      Il turbine, la folgore, il terremoto ed ogni fenomeno che produce l'aria e la terra non sono tutte, o Signore, voci della vostra grandezza coi quali vi fate sentire dagli uomini onde umiliarli nella loro superbia.

10.  Il fuoco, la terra, l'aria, il cielo e tutto il firmamento non sono tutti opera della vostra grandezza, o Signore? Ed essi a voi ubbidiscono nel loro ordine naturale umili e riverenti, e come esseri viventi e sensibili vi onorano.

11.  La luce, le tenebre e la varietà dei tempi e delle stagioni, non sono opera vostra, o Signore, dei quali voi ve ne servite per la vostra gloria e per la provvidenza di tutte le creature che incessantemente vi onorano e vi glorificano.

12.  Nell'insieme tutto il creato, io contemplo pieno di stupore e di meraviglia, e vedo essere tutti in armonia tra loro gli esseri esistenti, in lodare e glorificare il vostro santissimo e divinissimo nome.

13.  Deh! Mio Dio, fate che pur'io vi onori e vi glorifichi, conciossiaché peccatore indegnissimo con queste mie lodi le quali accoglierete, o Signore, come un dono di un'anima contrita che tutta arde del fuoco del vostro santo amore.

 

LODE IIIa

 

1.      Alla metà del giorno quando il sole brilla nella sua pienezza sulla superficie delle acque e della terra, così brilla il mio cuore, o Signore, nella pienezza delle mie contemplazioni sulle spettacolose bellezze della natura e tutta in voi gioisce l'anima mia.

2.      Dovunque volgo il mio sguardo, mio Dio, trovo motivi di lodarvi perché tutto è bello nell'ordine della natura e di ogni essere creato mi manifesta un dono della vostra grandezza.

3.      E chi può senza stupore e meraviglia, o Signore, riguardare ogni essere esistente e non dire esservi in essi un mistero coincidente alla vostra somma sapienza.

4.      Chi ben contempla, o Signore, per la ragione di sì alto mistero, più chiaramente è antivedere nell'ordine della natura quelle sublimità alle quali aspira l'anima nostra.

5.      Io lo vedo, mio Dio, che in tutto quanto il creato si racchiude l'infinito della vostra grandezza, e in ciò le ragioni dell'umano sapere cadono al nulla.

6.      I sapienti del mondo no, non credono, e né comprendono tanto che basti nella loro avidità di sapere, perché troppo studiano nelle cose umane, solo chi studia in voi, è sapiente, mio Dio.

7.      Io no, non mi sforzo né per farmi dotto, né per farmi grande, solo mi sforzo di camminare per le vie del vero, onde avvicinarmi maggiormente a voi, mio Dio.

8.      Se la mia mente di mondano ingegno e sapere fosse dotata, e di gentili affetti il mio cuore, cosa sarei, o Signore, se mi mancasse il vostro amore, la vostra grazia, un misero, nulla di più sarei.

9.      Ah! Quanto impenetrabili sono e profonde le vie del vero lungi da voi, mio Dio: voi siete l'unica verità, voi siete il tutto che racchiudete in voi tutte le verità ed il fine d'ogni bene.

10.  Chi può immaginare tanto di sommo e di infinito, quanto a voi si converrebbe, o Signore? No, non basta dirvi tre volte santo, tre volte sommo. Dio grande infinito.

11.  Accogliete queste mie lodi, o Signore, come un dono di un'anima contrita che con sincero cuore vi ama immensamente ed altrettanto vi teme, ed in voi confida per la salvezza della povera anima sua.

 

LODE IVa

 

1.      Quando tramonta il sole, nuovamente fisso il mio sguardo in esso, o Signore, e la sua splendidezza mi fa crederla un raggio della vostra bellezza.

2.      La mia mente, il mio cuore e tutto me stesso, ho consacrato a voi, Signore, per cui non posso articolare un membro della mia vita, se a voi non rivolgo il pensiero ed in tutto confido il mio fine.

3.      E dentro il giorno tutto quello che inteso ed ho veduto, mi ha presentato motivo di lodarvi, o Signore, poiché vo pensando che ogni cosa è voluta e permessa da voi, mio Dio.

4.      Il brutto, il bello, il cattivo, il buono mi aggradano e mi piacciono, o Signore, (eccetto quello che propende al male) perché voi lo volete e tutto quello che da voi si vuole è di somma importanza nel suo fine.

5.      Il piacere, il contento, l'armonia, le danze io non desidero averne, ma li gradisco e le vorrei, o Signore, quando le voleste, perché sarei sicuro di non detrimento al mio cuore, all'anima mia.

6.      Le delizie, il fasto, gli agi e le comodità umane non promuovono affatto nel mio cuore; ma li vorrei, quando credessi di piacervi, o Signore, perché so bene che tutto quello che non è superfluo al dovere della propria condizione ed alla propria coscienza, tutto vi piace.

7.      Gli onori, i titoli, le dignità e le grandezze umane io non desidero, né gradisco averne; ma per piacervi, o Signore, li vorrei, in ogni classe e condizione l'uomo so che vi piace quando cammina per le vie del bene.

8.      La miseria, il male ed ogni avversione tutto vorrei, o Signore, onde piacervi, perché la perfezione di ogni virtù, so che consiste nell'uniformarsi a tutto quello che volete e permettete per secondi fini.

9.      E se per tutte queste ragioni può l'uomo avanzarsi per le vie del cielo, deh, mio Dio, fate che tutto il fine di mia vita ridondi in bene per la vostra gloria e per la salvezza della povera anima mia.

10.  Io non ho nulla di pregi e di virtù da offrirvi nella mia miseria, o Signore; vi offro queste mie lodi; degnatevi di accettarle come un dono di un anima contrita che vi ama immensamente ed a voi tutto, ha consacrato il suo amore.

 

LODE Va

 

1.      Quando imbrunisce l'aria sente dolore e mestizia il mio cuore perché mi cessa il piacere delle contemplazioni sulle caducità speciose della natura le quali m'invitano a lodarvi e glorificarvi, o Signore.

2.      Nell'oscurità della notte vengo contemplando il cielo e vedendolo così bello, smaltato di brillanti e risplendenti stelle, la mia mente tutta si eleva a voi, mio Dio, e simile bellezze la figuro una parte del vostro empirio regno.

3.      Il chiarore della Luna e tutte quante le volte azzurre dei cieli offrono alla mia mente, al mio sguardo, o Signore, un meraviglioso apparato della vostra grandezza.

4.      Il silenzio che procede la fosca notte, ed il riposo tranquillo della stanca natura, mi fanno vedere e comprendere che voi tutto avete provveduto ai bisogni della stessa colla vostra provvidenza infinita.

5.      Pure in me stesso fisso la mia mente, il mio sguardo, o Signore, e nella mia pochezza sento esservi un dono di ragione tale che essere non può di naturale istinto, ma di divina provenienza in voi.  

6.      La coincidenza delle cose tutte create formano un archetipo in se stesso della vostra grandezza, o Signore, ed in pari tempo hanno un dono di particolare coerenza tra loro.

7.      La vostra provvidenza, o Signore, è così infinitamente grande che abbraccia in sé tutto l’esistente delle cose create e industriosa e benefica vi accorre con imparziale amore su tutto.

8.      Parimente nella vostra grandezza, o Signore, siete infinitamente grande per cui le creature per debita riconoscenza incessantemente vi onorano e vi glorificano.

9.      Ed io qual creatura di non punto merito, e di nessuna virtù: anzi indegno di ogni più infimo bene di questo mondo, con un sol raggio della vostra grazia, mio Dio, potrò lodarvi con più trasporto che degno sia della vostra grandezza.

10.  Accogliete, o Signore, queste mie lodi come un pegno del vostro amore, e fate che io mi faccia degno di potervi lodare, quanto il desidero.

 

LODE VIª

 

1.      Allor quando le mie basse membra stanche delle veglie del giorno nuovamente coricarmi devo, io dormo, o Signore, la mia fralezza cade nello assopimento del sonno.

2.      Ha forse tregua la mia mente dormendo? A no, Signore, mi apparisce il sogno ed alle volte dolce immago mi presenta ora di questa, ora di quella forma della vostra grandezza.

3.      Molte volte rapiscimi dormendo l'estasi di una qualche meravigliosa e misteriosa visione e quindi il vostro divino spirito, o Signore, mi manifesta i disegni dell'Irata vostra Giustizia.

4.      Allor la fralezza della mia natura cede ai corismi ed essi mi rapiscono l'anima, il pensiero, i sensi, e la memoria delle cose passate, presenti e future, mi fanno conoscere essere un mistero in me che io non comprendo, mio Dio.

5.      Tuttavia sono contento, o Signore, di quel poco che a me degnate manifestarmi nella visione e nel sogno, siccome indegno, mi riconosco e pur troppa parmi la grazia e la beneficenza che da voi ricevo.

6.      La prescienza di tanti avvenimenti mi avvalorano ad alte imprese, è vero; ma ad un tempo stesso rattrista, perché non so, mio Dio, se tutte sarà vero quello che a me sembra realtà di fatto.

7.      In ogni modo io non temo, o Signore, perché di ciò sono in buona fede in tutto e tutta in voi ho la mia fiducia e poi non posso negare ciò che mi parla al cuore di continuo la vostra voce, — non temere — qui mi avvalora e credo ciecamente alla visione, al sogno.

8.      Pure dormendo, Signore, sempre vagheggia in voi il mio pensiero ed alcune volte mi avviene che sognando sembrami far divine e celesti conferenze ed in esse ragionare di sublimi ed alti misteri, che svegliato in me sento la vostra grazia che mi adombra il cuore e la mente e di ciò parlo e scrivo.

9.      Dio mio, come potrò glorificarvi tanto quanto vorrei per sì gran dono che io ricevo da voi nelle veglie, nel sonno ed in tutti i tratti della mia vita? È un nulla il mio dire in paragone a quello che dir dovrei per la vostra gloria e per la mia umiliazione.

10.  È vero: la preziosità del merito non consiste nella sceltezza eleganza delle parole, ma nella schiettezza e semplicità delle medesime, dunque accettate, o Signore, queste mie lodi nella schiettezza in cui le scrivo che ve le offro con la più profonda umiliazione.

 

LODE VIIª

 

1.      Chi può percepire coll'umana mente tanti sublimi pensieri onde lodarvi e glorificarvi, o Signore, quanto vorrebbe l'anima mia?

2.      La vostra maestà troppo si eleva al di sopra dell'uomo, o Signore, per cui non evvi tanta eleganza nell'umano linguaggio che basti, ed esprimere al vero quello che siete nella grandezza.

3.      Se i grani tutti dell'arena e del mare ed il numero delle stesse fossero tante lingue dotate di immenso sapere, non potrebbero lodarvi tanto quanto lo meritate, mio Dio.

4.      Se tutte le gocce delle acque e gli atomi della terra esultassero di tante armoniche voci, non potrebbero formare un'armonia bastante che fosse al pari della vostra grandezza, o Signore.

5.      Se gli uomini tutti e gli animali creati dal principio alla fine del mondo fossero una milizia schierata in un campo, sarebbero meno degni della vostra sovranità e grandezza.

6.      Se tutte quante le menti degli uomini ed anime, spiriti beati del paradiso pensassero darvi titoli di onore, di dignità, di santità e grandezza, non potrebbero pensare che una minima parte di quello che voi siete, mio Dio.

7.      Chi è che si formi un'idea della vostra grandezza, o Signore? Coloro che ciecamente credano alla vostra parola ed amano e temano il vostro santissimo e divinissimo nome.

8.      Gli umili, sì mio Dio, sono i più sapienti nella vostra santa legge, i quali di voi sanno cose profonde perché con essi vi compiacete farci divine conferenze.

9.      Deh! Mio Signore, fate che anche io nella mia pochezza possa lodarvi quanto vorrebbe l'anima mia, che non vive solo che per voi ed in voi spera per la di lei salvezza e non altro desidera che il vostro santo amore.

10.  Vogliate, o Signore, per la vostra benignità accogliere queste mie lodi che ve le offro col più profondo affetto, e perché vi siano maggiormente gradite ve le offro nei preziosissimi cuori del vostro figlio mio amato Gesù e dalla da me amata oltremodo sua diletta madre Maria, e vostra in pari tempo predilettissima figlia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

INNO

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Rendiamo lode a Dio,

allor che spunta il giorno

Con gioia, canto e brio,

E sia di Fede adorno

II nostro cuore, e desio

Che ognor che a noi ritorno

Faccia il dì lodare Iddio.

 

Quando si leva il Sole

Lodiam Iddio lodiamolo

Con moti e con parole,

Con Fè glorifichiamolo

Esso che tutto puole

Di vero cuor preghiamolo

E faccia quel ch'Ei vuole.

 

A mezzo dì preghiamolo

Iddio che ci perdoni,

Il mal che fatto abbiamo,

E che ci faccia tuoni

Se noi cattivi siamo,

E che virtù ci doni,

Onde far ben possiamo.

 

Quando che il sol tramonta,

Torniamo alla preghiera

Abbiam la mente pronta

In umile maniera,

Preghiamo che tanto conta

Esser giunti a sera

Ciò che ogni bene ammonta.

 

Quando la notte avviene,

Pensiamo seriamente

Che tutto il nostro bene

Non è di più che il niente.

Per cui pensar conviene

Al futuro, al presente

Perché la morte avviene.

 

Se andiamo a riposare

Preghiamo Iddio di cuore,

Onde ci possa dare

Il suo divino amore,

Allor possiamo stare

Sicuri d'ogni malore

E in esso riposare.


 

                                                         Tutto facciam che sia

                                                               Il nostro fine in Dio,

                                                               Onde la dritta via

                                                               Ci additi al bene, e pio

                                                               Ci guardi in questa ria

                                                               Laguna, e con desio

                                                               Speriamo che il ben ci dia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LODI ALLA SANTISSIMA VERGINE

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LODE Ia

 

1.      Verso di voi, Maria, gran madre di Dio, io innalzo il mio spirito, ed il mio cuore, poiché mi sento trasportato ad esaltare la vostra gloria perché presso Dio la vostra dignità sorpassa ogni altra dignità celeste.

2.      I vostri titoli, o Maria, sorpassano quelli degli Angeli e dei Santi, perché abeterno con Dio eravate angelo prima degli angeli e santi, essendo la madre di Dio.

3.      Pei vostri titoli, o Maria, voi siete vicina a Dio, perché Egli è unito a voi prendendo umana carne, per cui divenuto uomo, Dio, poiché voi siete la di Lui madre.

4.      Se un Dio, o Maria, si è degnato parteciparvi la sua divinità, facendosi figlio dell'uomo, voi dovete essere vicinissima a lui pel vostro privilegio, per la vostra santità e grandezza perché non possono esservi vincoli più stretti di quelli che esistono tra una madre ed un figlio.

5.      Se così non fosse, o Maria, e le vostre prerogative e virtù non tenessero vicini a Dio e non vi facessero entrare nella gloria stessa della divinità, non converrebbe alla natura umana di un Dio che voi non partecipaste a tutti i suoi attributi, perché voi siete sua madre.

6.      Le prerogative di una madre non devono essere minori di quelle di un figlio; anzi è ragione di giustizia che una madre sopravanzi il suo figlio, se non è così per voi, o Maria, è perché voi non siete come le altre madri, essendo madre e figlia del vostro figlio.

7.      Voi siete, o Maria, nella vostra somiglianza con Dio, come la pienezza del mare in cui si riuniscono, come nel loro seno, tutte le acque della terra per mezzo dei fiumi, dei torrenti e dei ruscelli. Così è di voi, o Maria, voi dovevate essere carissima e vicinissima a lui, perché egli in tutto si è unito a voi con i suoi attributi di grandezza ed essenza della sua divinità.

8.      La vostra divina maternità, o Maria, è uno dei più grandi misteri della fede, ma si comprende chiaramente che come madre avete diritto ad una parte alle perfezioni ed alla gloria del vostro figlio, come il combustibile partecipa alla natura del fuoco che lo consuma.

9.      Un'infinità di ragioni potrebbero addurci per spiegare questo mistero, voi dove essere, o Maria, l'oggetto dell'unione della predilezione del figlio, come il padre è l'oggetto dell'unione e della predilezione del figlio, essendo voi nello stesso tempo madre e figlia del figlio.

10.  Se tanta gloria, ed onore vi convengano, o Maria, per essere Madre di Dio, io non ho altro diritto di lodarvi che per essere un misero peccatore, poiché voi siete la madre dei peccatori, perciò vi offro queste lodi che voi accetterete col cuore affettuose di una tenera madre.

 

LODE IIa

 

1.      Essendo stata scelta fra tutte le creature umane per divenire la madre di Dio, è stata operata, o Maria, una unione della natura umana e della natura divina di Dio, voi siete umana nella vostra natura, ed in realtà non siete creatura umana.

2.      Ma divenendo Madre di Dio, voi dovete, lo ripeto, a buon diritto e con tutta ragione essere accostante a Dio, ed a lui essere unita in grandezza in virtù ed in santità, voi dovete partecipare alla gloria ed alla perfezione essenziale della sua stessa divinità.

3.      La vostra natura umana, o Maria, essendo stata abeterno destinata ad essere la madre di Dio, la natura umana di Dio era con voi abeterno, e voi siete divenuta la figlia immacolata, e la madre di Dio, non per la natura umana, una creatura, ma per la natura divina come creatrice, perché siete la madre del creatore.

4.      La vostra concezione, o Maria, come creatura formata nel seno di una altra creatura umana, era stata preveduta abeterno da Dio, così siete stata eccettuata dalla colpa del peccato originale, l'ombra sola del peccato non avrebbe permesso che foste divenuta madre di Dio.

5.      La vostra concezione, o Maria, racchiude un mistero sì profondo che la sola ragione umana senza i temi della fede non potrebbe trovare ragioni sufficienti per crederci, ma vi sono su questo fatto ragioni convincibili quando si crede alla natura umana di Dio.

6.      Se non si ammette, o Maria, che voi siete stata concepita senza peccato, si toglie l'altro mistero della natura umana di Dio, poi egli essendo perfetto nella sua essenza e nei suoi attributi, deve essere egualmente perfetto nella sua natura umana, per essere realmente uomo Dio.

7.      Se voi non foste stata, o Maria, in tutto il vostro essere un angelo di perfezione, sarebbe stata cosa indegna di Dio il farvi diventare, sua madre, e la vostra concezione non sarebbe potuta essere l'opera dello Spirito Santo.

8.      Il vostro seno, o Maria, è un altare puro, santo e perfetto nel quale Dio è disceso per offrirci la vittima di propiziazione in espiazione dei peccati degli uomini, ed è per questo che da lui fu aperta la porta del Cielo, poiché in lui evvi traccia di umana fragilità.

9.      Essendo voi un angelo di perfezione, o Maria, volgete verso di me, povero peccatore uno dei vostri teneri sguardi, affinché la vostra purità ricopra le mie malvagità, e gradite queste lodi che vi offro coll'umiltà la più profonda per onorare la vostra purità senza macchia.

 

LODE IIIa

 

1.      La vostra purità, o Maria, è un tempio della natura umana e della natura divina poiché la Maestà Celeste vi ha posto l'essenza della sua divinità come in un Arca Santa la purità degli angeli dunque non è paragonabile alla vostra.

2.      Il Tempio della vostra purità, o Maria, è di una perfezione senza limiti, poiché l'essenza stessa della purità è venuta in voi nel momento della concezione della natura umana di Dio, ed è per questo, che il vostro seno è un vaso di purità per la natura umana e la natura divina.

3.      Il pregio della vostra purità, o Maria, sorpassa l'amore di aver concepito il verbo, perché per esso egli si sottomise a voi non solo come vostro figlio, ma ancora come vostro sposo e vostro padre.

4.      No, o Maria, niente si può paragonare alla vostra purità, poiché contiene quella della natura umana e della natura divina, poiché nella vostra purità avete racchiuso tutta l'essenza della purità del cielo e della terra; ed è per questo che la vostra purità si è estesa all'infinito per le due ragioni suddette.

5.      La mente è incapace di farsi un'idea della vostra purità, o Maria, poiché essa si è elevata al più sublime grado di perfezione in tutte le qualità del vostro corpo e dell'anima vostra; e come una perfezione accresce per merito di un altro, così accresce il merito della vostra purità per tutte le perfezioni del vostro corpo e dell'anima vostra.

6.      L'eccellenza della vostra purità, o Maria, riunisce tutte le perfezioni, e per così dire, l'essenza della divinità e dell'umanità tutta quanta. Essa conferma completamente il mistero della creazione del cielo e della terra, per la vostra purità voi siete questo vaso d'elezione che rappresenta tutti i misteri dell'umanità e dell'ordine divino.

7.      E come vi fu dato, o Maria, di essere madre di Dio, così questo privilegio vi ha arrecato una purità sopaminente del corpo e dell'anima se non fosse stato così la perfezione essenziale della purità divina non avrebbe potuto abbassarsi a questo grado di umiliazione venendo in voi come creatura umana, non solamente come figlio, ma come sposo e padre.

8.      Come l'universo racchiude tutte le cose create, così voi, o Maria, essendo divenuta madre di Dio, che racchiude in lui stesso l'infinito di tutte le cose, voi racchiudete nel vostro essere l'infinito di tutte le perfezioni nei meriti, nella virtù e nella grandezza.

9.      La definizione del vostro immacolato concepimento è inattaccabile, o Maria, per la ragione delle vostre prerogative nell'ordine umano e divino, voi non potete avere una sola macchia, altrimenti i dommi della fede sarebbero imperfetti, voi dunque siete l'eletto vaso di tutti i dommi.

1.      30. Se la ragione umana non avesse bastanti lumi, o Maria, per credere al vostro immacolato concepimento, non si avrebbe fede più forte per credere alle altre verità che Dio ha rivelato dopo il principio del mondo. È cosa dunque importante non solo di crederci, ma ancora è un dovere. La negazione di questo domma è lo stesso che negare l'esistenza di tutte le cose di Dio stesso. — DEVO —.

10.  Non si potrebbe presentare su tale questione alcun soggetto di contestazione; poiché moltissimi fatti dimostrano, o Maria, che voi siete la purissima madre di Dio.

11.  Voi farete chiedere, o Maria, e vi farete conoscere chiaramente a tutto il mondo quale voi siete con tutte le meraviglie della vostra grandezza, allorché farete distinguere dai fanciulli e dagli ignoranti la scienza e la verità le più sublimi della fede per confondere la scienza e l'orgoglio umano.

12.  Vi assesterete tante vicende, o Maria, e gli uomini per tutte le vostre perfezioni vi riconosceranno come l'immacolata madre di Dio, e vi acclameranno regina dell'universo, voi susciterete dalla polvere degli uomini per abbattere tutte l'eresie e costituire un nuovo ordine di governo sopra tutti i regni della terra.

13.  Gli argomenti contrari alla vostra immacolata concezione, o Maria, d'ora in avanti saranno armi spezzate maneggiate da poveri spiriti, i quali nel loro orgoglio sfideranno i fulmini dell'ira della divina giustizia.

14.  Voi li illuminerete, o Maria, poiché siete una madre piena di pietà e di amore: voi dimostrerete la vostra potenza fra i popoli; nei campi di battaglia, e riporterete tante vittorie sopra a tutti i vostri nemici che si prostreranno vinti dalla vostra grandezza maestà, e vi onoreranno col titolo d'immacolata madre e regina dell'universo.

15.  Le acclamazioni che voi riceverete dai popoli della terra, saranno sì grandi che al solo pensarci io esulto di gioia, tutta la Chiesa ed i Re in unione della Chiesa sotto l'invocazione di Regina dell'universo.

16.  Sì, sì, o Maria, tutti i figli dell'umana famiglia, vi loderanno e vi onoreranno con inni e cantici di universale allegrezza, ed ineffabile gioia, sì, l'anima mia vede tutto ciò, ed il mio cuore prova adesso una dolcezza immensa annunziando il vostro futuro trionfo per la potenza dello Spirito Santo.

17.  O Maria, vi supplico, benché indegno peccatore farmi partecipare a questa gloria il giorno in cui il mondo otterrà la vostra misericordia come l'ultimo dei vostri figli io sono contento di potervi lodare ed amare quanto il mio cuore desidera.

18.  O amabilissima e tenerissima madre Maria, mi prostro umilmente ai vostri piedi, abbiate pietà di me e della povera anima mia; in voi dopo Dio, ho posta la mia salvezza.

19.  In testimonianza della mia umile sommissione e della vostra bontà, o Maria, accogliete queste lodi, beneditemi, e nello stesso tempo, tiratemi a voi per la vostra, affinché possa lodarvi secondo i miei desiderii e di camminare nelle vie dell'umiltà della saggezza.

 

LODE IVa

 

1.      Nella vostra immacolata concezione, o Maria, che vi preparò a divenire madre di Dio, vi vedo come un vaso di cristallo purissimo, posto davanti al sole, i di cui raggi risplendenti penetrano fin all'interno di questo vaso di cristallo lucido di chiarezza e di trasparenza per illuminare e riscaldare. Tale voi siete, o Maria, allorché lo Spirito Santo vi adombrò.

2.      Al momento che metteste al mondo il figlio di Dio, rimanendo vergine, o Maria, trovo la vostra immagine in quella luce che traversa, un corpo trasparente senza portare nocimento alla sua purità per trasmettere il suo splendore sopra un altro oggetto.

3.      La vostra inviolabile purità come madre del figlio nella vostra natura umana, io la somiglio ad una sorgente perenne che scaturisce dal seno della terra sempre limpida e pura tra mezzo alle tempeste; tale è della terra per gloria del figlio, dello sposo e del padre.

4.      No, no, o Maria, non vi manca alcuna prerogativa di onore, di dignità, di grazia; di grandezza, di sapienza, di consiglio, di fortezza, di bontà, di onore, di pietà, di misericordia; solo vi manca la giustizia a che Dio si è riservata, essendo il principe ed il fine di tutte le cose.

5.      La vostra intercessione, o Maria, è uno dei più grandi favori del Cielo, poiché tutto potete presso Iddio, e siccome voi siete madre di pietà e di misericordia, così non potete ricusare alcuna grazia a chiunque ha ricorso a voi con umiltà e rettitudine di cuore.

6.      Chi vi ama, o Maria, ha ricevuto un dono di grazia speciale: poiché l'amarvi è un segno certo di possedere l'amore di Dio; io dico che una anima non può perire nel vostro amore e nella vostra protezione.

7.      Non solamente, o Maria, il vostro amore e la vostra intercessione ci fanno acquistare immensi favori per la salute dell'anima nostra, ma ancora per la santità e conservazione del nostro corpo, poiché la vostra protezione è un'egida santa che libera da tutti i pericoli dell'anima e del corpo.

8.      Per un'altra ragione la vostra intercessione opera, o Maria, prodigi nell'anima e nella mente di coloro che in voi confidano, poiché oltre le grazie particolari, voi concedete loro i doni della sapienza, della fortezza, del consiglio e di altre nobili ed amabili qualità che servono all'educazione morale e civile degli uomini.

9.      Sì, o Maria, a tutti quelli che voi proteggete, posseggano il più gran tesoro di questo mondo per il loro bene spirituale e temporale. Ah! fate che io miserabile peccatore possa amarvi quanto il mio cuore desidera per essere degno di possedere un sì gran tesoro.

10.  Affinché io possa al più presto meritare il vostro amore e la vostra protezione, o Maria, voglio sempre essere vicino a voi colla mente e col cuore, vi pregherò quanto più potrò e per questo buon desiderio dell'anima mia, accettate affettuosamente queste lodi come pegno del vostro e del mio amore.

 

LODE Vª

 

1.      La vostra santità, o Maria, si avvicina a quella di Dio, perché gli è piaciuto di essere vostro Figlio, ed e per questo che vi ha coronata Regina del Cielo e della Terra glorificandovi e rendendovi Madre di amore, di pietà, di misericordia, l'avvocata e protettrice dei peccatori.

2.      La vostra sovranità si estende, o Maria, su tutto l'universo. Gli angeli gli arcangeli e tutte le anime del Paradiso obbediscono ai vostri minimi cenni. Davanti alla vostra sovranità, l'inferno stesso trema fino al più profondo abisso, ed ogni spirito maligno s'inchina davanti a voi fremendo di rabbia.

3.      Il cielo, la terra e tutto il firmamento vi onorano, o Maria; il sole, la luna, le stelle sono lo sgabello dei vostri piedi davanti al vostro trono celeste; le gerarchie degli angeli, vi coronano Regina del cielo e della terra per la gloria del Figlio, dello Sposo e del Padre.

4.      No, no, o Maria, non vi manca alcuna prerogativa di onore, di dignità di grazia, di grandezza, di sapienza, di consiglio, di fortezza, di bontà, di amore, di pietà e di misericordia; solo vi manca la giustizia che Iddio a se ha riservata, essendo il principio e il fine di tutte le cose.

5.      La vostra intercessione, o Maria, è uno dei più grandi favori del cielo, poiché tutto potete presso Dio, e siccome voi siete madre di pietà e di misericordia, così non potete ricusare alcuna grazia a chiunque ha ricorso a voi con umiltà e rettitudine di cuore.

6.      Chi vi ama, o Maria, ha ricevuto un dono di grazia speciale, poiché l'amarvi e un segno certo di possedere l'amore di Dio: io dico che una anima non può perire nel vostro amore e nella vostra protezione.

7.      Non solamente, o Maria, il vostro amore e la vostra intercessione ci fanno acquistare immensi favori per la salute dell'anima nostra ma ancora per la sanità e conservazione del nostro corpo; poiché la vostra protezione è un'egida santa che libera da tutti i pericoli dell'anima e del corpo.

8.      Per un'altra ragione la vostra intercessione opera, o Maria, prodigi nell'anima e nella mente di coloro che in voi confidano, poiché oltre le grazie particolari, voi concedete loro i doni della sapienza, della fortezza, del consiglio e di altre nobili ed amabili qualità, che servono all'educazione morale e civile degli uomini.

9.      Sì, o Maria, tutti quelli che voi proteggete, posseggono il più gran tesoro di questo mondo per il loro bene spirituale e temporale. Ah! fate che io miserabile peccatore possa amarvi quanto il mio cuore desidera per essere degno di possedere un sì grande tesoro.

10.  Affinché io possa al più presto meritare il vostro amore e la vostra protezione, o Maria, voglio essere sempre vicino a voi con la mente e col cuore; vi pregherò quanto più potrò, e per questo buon desiderio dell'anima mia accettate affettuosamente queste lodi come pegno del vostro e del mio amore.

 

LODE VIa

 

1.      I vostri meriti e virtù, o Maria, si avvicinano all'infinito, e la vostra bellezza rassomiglia a quella di Dio, come gli rassomigliate in santità, in bontà, in grandezza ed in ogni altro dono o merito qualunque; non si può dunque paragonare ad alcuna creatura umana senza diminuire il pregio della vostra ineffabile bellezza.

2.      Per la vostra bontà e bellezza, o Maria, siete un angelo puro e perfetto, e siete superiore in bellezza a tutti gli angeli perché siete stata creata a bella posta per la bellezza, per la purità, grandezza e gloria di cui dovevate essere rivestita la natura umana di Dio.

3.      Alla vostra bellezza, o Maria, non si può paragonare quella delle stelle, della luna e del sole, perché gli astri non sono che un raggio della vostra bellezza; poiché infiniti sono i doni che in voi avete, mentre siete in tutto simile a Dio.

4.      Sì, o Maria, si può dire che la vostra immensa bellezza si è elevata: infinitamente al di sopra di ogni altra bellezza creata; poiché tutte le bellezze del Creatore non sono che una debole scintilla in paragone della immensa vostra bellezza.

5.      Le rose, i gigli, le viole e gli altri fiori, che sono essi in paragone della vostra bellezza, colle forme gentili, la loro graziosa e soavità dei loro deliziosi profumi? Voi avete, o Maria, più amabilità, più grazia e profumo di tutte le rose, dei gigli, delle viole e dei più scelti fiori che la terra può produrre nel suo seno.

6.      Qual è l'aspetto ridente e fiorito, quali sono gli incanti delle odorose e verdeggianti campagne in paragone delle vostra bellezza, o Maria? Voi siete più bella, più leggiadra, più piena d'incanti e di amenità che la superficie della terra, che la vastità del mare, che lo spazio immenso dell'universo.

7.      La limpidezza e la trasparenza della neve e delle brine rassomigliano alla vostra bellezza, o Maria, voi che siete limpida, più trasparente, più candida di tutte le acque delle fonti, dei ruscelli e dei torrenti; più della neve e delle brine e di tutto ciò che può contenere la superficie ed il seno della terra.

8.      La lucidezza dei metalli e lo splendore delle pietre preziose e delle perle, come possono figurare la vostra bellezza, o Maria, mentre siete più lucida, più risplendente di tutti i metalli, di tutte le pietre preziose e delle perle che possano contenere la terra ed globi che girano nel firmamento.

9.      L'innocenza e la graziosità dei capretti e degli agnelli, la mitezza e la semplicità delle colombe, come possono essere paragonate a voi, o Maria, voi che siete più innocente, più graziosa, più timida, più semplice ed amabile non solo di tutte le creature di questo genere, ma ancora di tutte quelle che potrebbero esistere a migliaia nel mondo, mentre foste scelta per essere la madre di Dio.

10.  Poiché voi siete sì grande, sì immensa, o Maria, in tutte le vostre prerogative di creatura e di creatrice, deh! degnatevi con un tratto della vostra generosità di volgere uno dei vostri teneri sguardi sopra di me il più indegno dei vostri figli, accordandomi un dono di virtù che mi faccia degno della benevolenza.

11.  Gradite, o Maria, mia, affettuosa madre queste lodi che vi offro come un dono della mia miseria, questa sarà per me, esaudendomi, una speciale grazia per la salute della povera anima mia.

 

LODE VIIª

 

1.      Iddio non si è contentato solamente, o Maria, di rendervi simile a lui in tutte le prerogative di bontà e di amore e di grandezza, ma ancora ha voluto onorarvi come ho detto, facendovi l'ausiliatrice, il conforto, il refugio e la protezione dei peccatori.

2.      Questo dono, o Maria, per noi miseri figli della colpa, è il dono il più grande che abbia potuto darci Iddio nella sua infinita bontà e misericordia, poiché abbiamo estremo bisogno della vostra assistenza e della vostra protezione in un mondo che sovrabonda di miserie.

3.      Sì, sono infiniti i vantaggi che si possono ottenere da voi, o Maria, in mezzo a tutti i bisogni che produce la miseria umana, poiché sono infiniti i doni che Dio vi ha concesso per sua e vostra gloria e per il nostro bene costituendovi tesoriera di tutti i beni temporali e spirituali.

4.      Gli orfani, i vecchi, gl'impotenti, i miserabili, i malati, tutti insomma sono vostri figli, o Maria; voi amate con imparziale amore i figli della miseria e della tribolazione essendo la madre consolatrice dei perseguitati e degli afflitti.

5.      Di più la vostra bontà e misericordia, o Maria, si estende per noi miserabili peccatori e figli della colpa fino ad interporsi come mediatrice alla divina Giustizia a noi, e vi fate l'avvocata dei peccatori per salvarli dai flagelli e gastighi che sono pronti a cader sopra la terra.

6.      La vostra bontà e misericordia senza limiti si estende di più, o Maria, pel vostro bene nelle afflizioni, nelle avversità, nelle miserie e nelle tribolazioni di ogni specie voi accorrete piena di amore in soccorso degli uni e degli altri, nel consolare, nel guarire, nel salvare facendovi nostra provvidenza in tutti i nostri bisogni, poiché voi siete la madre della pietà e della misericordia.

7.      Tutte le miserie dell'umana famiglia, o Maria, trovano in voi una provvidenza, poiché piena di amore, di clemenza, di pietà, di misericordia e di bontà, voi amate tutti i vostri figli e ponete sotto il vostro manto coloro che ricorrono a voi con confidenza ed umiltà, poiché siete la tenera madre dei fedeli.

8.      In un'altra maniera più eroica ancora risplendente la vostra bontà, o Maria, presso i fedeli; per amore di loro vi interponete nelle loro contese, nei loro processi, nei loro conflitti e nelle stesse battaglie; per vostro amore e misericordia vi fate protettrice a tanti mali: voi vi interponete fra essi per impedire i loro mali e per questo siete una madre compassionevole e tutta amore.

9.      Voi intervenite in ogni cosa, o Maria, per cavare il bene dal male col vostro amore, colla vostra bontà e misericordia, vi interponete tra mezzo alle ire ed agli odii, ai lutti ed alle inimicizie pubbliche e private per pacificare tutti, pel vostro amore e la vostra bontà, voi portate la pace e la concordia a tutti coloro che confidano in voi.

10.  Per tutti questi immensi doni di cui Dio vi ha arricchita per nostro bene, i fedeli vi invocano nei loro bisogni spirituali e temporali e quando avverrà il giorno in cui tutti i fedeli vi ameranno, vi invocheranno nei loro bisogni chiamandovi madre dell'amore e della misericordia e regina dell'universo.

11.  Io, o Maria, benché il più miserabile peccatore tra i figli degli uomini, in voi ripongo la mia speranza per la salvezza della povera anima mia, la mia confidenza in voi è sì grande che io posso dire che è uguale a quella che ho in Dio.

12.  Sì, sì Maria, mia carissima ed amabilissima madre, la mia confidenza in voi è sì grande che il vostro amore mi consola e mi fortifica in tutte le mie pene, tribolazioni e contrarietà che possano accadermi in questo mondo di miseria e di lacrime.

13.  Per la confidenza ed amore che vi porto, accettate, o Maria, per la vostra bontà queste lodi, ivi vi offro con amore senza limite, ma affinché vi siano più gradite, ve le offro nel cuore preziosissimo del vostro caro figlio Gesù, ed a gloria del suo Santo Spirito.

 

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NOTE - 1. — Lo scrittore di questo libro, ha palesato tutto il suo amore e la sua confidenza in Maria, tanto che incominciò la sua conversione con un Inno dedicato a Lei, e terminò con un altro Inno dedicato alla di Lei gloria, e fece la sua manifestazione nel giorno della sua assunzione, e compì il suo sacrificio di sangue.

2. — Il Papa Pio IX dichiarò il domina dell'immacolata concezione, ma in questo non sono spiegate le ragioni; poiché devono essere rivelate e spiegate dallo spirito di verità che ha agito in questo servo di Dio.

3. — In una profezia del venerabile Monforte è dichiarato che Maria, come nella così nella seconda venuta avrebbe palesato agli uomini il Cristo del Signore e che in questa seconda venuta si sarebbe conosciuta l'eccellenza della gran Madre di Dio, mentre per tanti secoli non era stata conosciuta.

 

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LODI ALLA DIVINITÀ DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO

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LODE Ia

 

1.      L'anima mia si rivolge a voi amabilissimo Gesù, per dedicarvi più specie di lodi. Io voglio dire di voi ciò che sento nel mio cuore e nel mio spirito, per la ispirazione dello Spirito Santo.

2.      Io sono disposto a parlare di voi per dimostrare sublimi verità della fede come prova della divinità della vostra umanità, e per abbattere tutte le eresie che la negano e ire d'averno.

3.      Voglio lodarvi coi più vivi trasporti di amore e a tutti i cuori che vorranno meditare profondamente queste verità, ispirerò l'amore e la venerazione pel vostro santo nome e le mie lodi rimarranno eterne nella bocca degli uomini.

4.      Vi loderò sulle cime dei monti, nei luoghi ritirati ed alpestri dove ho la mia dimora, fino a che le rupi, le montagne, le foreste facciano eco alla mia voce, ed il cielo applauderà al mondo che ripeterà queste lodi.

5.      Sì, amabilissimo Gesù, vi loderò sugli appennini, sulle alpi, fino a che da un mare all'altro la mia voce risuoni come una squillantissima tromba i di cui squilli venuti dal cielo risveglieranno dal loro mortifero sonno tutti i popoli della terra.

6.      Vi loderò mio Gesù, sopra le colline e nelle valli fino a che gli armenti, gli augelli e le bestie selvatiche si uniranno a me, e le loro voci formeranno a somiglianza di voci umane, un coro armonioso di meravigliosi cantici sconosciuti dagli uomini.

7.      Vi loderò, mio Gesù, in mezzo alle pianure ed alle vaste campagne, fra mezzo alle turbe dei popoli, e fra le schiere delle sante milizie e tutto onoreranno e glorificheranno il vostro nome invocandovi come figlio di Dio e redentore del mondo.

8.      Allorché gli offri della vostra gloria, mi chiameranno a grandi e sublimi intraprese, per tutto vi loderò; nelle città e nei paesi; i fanciulli, le vergini, le spose canteranno Inni e Cantici per lodare e glorificare il vostro santo nome.

9.      Vi loderò, mio dolce Gesù, sui troni dei regni e degli imperi, poiché gli uomini i più grandi si umilieranno alla mia voce e tutti uniti con me vi loderanno con santo zelo e con uno slancio di fede che mai fu veduta nel mondo.

10.  Vi loderò nei sontuosi tempii a piè dell'altare ove voi sarete presente nel sacramento eucaristico; a questa santa mensa per le mani del sacerdote vi riceverò e da dove verrete a consolare il mio cuore benché io sia indegno peccatore.

11.  Finché vivrò in questo mondo, vi loderò, e voi rimarrete profondamente e mai distaccato dal mio cuore e dall'anima mia fino all'ultimo mio respiro e nel cielo vi loderò eternamente nella gloria degli angeli e dei santi; ciò io desidero mediante il vostro amore.

12.  Accettate, o Gesù, queste lodi come un assegno al vostro amore, e per vostra bontà volgete su questa misera terra uno dei vostri amorosi sguardi e concedetemi coraggio e conforto in tutte le miserie della mia pochezza umana.

 

LODE IIª

 

1.      Per lodarvi tanto quanto il mio cuore desidera, prima di tutto è necessario, mio caro Gesù, che m'innalzi fino alla misteriosa esistenza, di Dio, e provi chiaramente che abeterno voi eravate con lui ed avanti il principe di tutte le cose.

2.      Sì, amato Gesù, voi abeterno eravate con Dio come verbo, e voi siete il verbo, ed il verbo è parola, e nella parola fu in principio il verbo, lo spirito e Dio prima di ogni principio.

3.      Così quando gli esseri erano nel nulla, non vi era che Dio e voi mio Gesù, voi eravate con lui attraverso gli spazi del nulla, ed il nulla cessò quando il verbo, ed egli fu, quando fu parola, e la parola era quando foste con Dio con voi.

4.      Tutto era nel nulla avanti il verbo, perché il verbo è Dio: ed è per questo che il verbo è lo stesso che l'essere di Dio, e voi, mio Gesù, eravate col verbo prima di ogni principio.

5.      Dal verbo e dall'essere passiamo all'essenza. L'essenza è lo stesso che Dio, che l'essere ed il verbo, perché il verbo, l'essere e Dio sono la prima essenza con Dio, qual verbo, coll'essere e l'essenza.

6.      Dal verbo, dall'essere e dall'essenza andiamo fino al principio. Il principio fu, quando il nulla cessò di essere; ma prima del nulla vi era il principio, e questo principio era Dio nel verbo, nell'essere e nell'essenza, dunque facilmente si comprende che Dio, il verbo, lo spirito, l'essere, l'essenza ed il principio non hanno avuto principio.

7.      Tale è, mio Gesù, il segreto profondo, impenetrabile della vostra esistenza, abeterno con Dio, e se la ragione umana non sa comprendere il meraviglioso mistero dell'esistenza della beatissima Triade.

8.      L'orgoglio umano difficilmente s'inchina a credere questo sì grande mistero il quale racchiude l'infinito di tutte le cose e che è una scienza segreta, profonda ed affatto incomprensibile alla natura umana.

9.      Nel suo orgoglio, mio Gesù, l'uomo vorrebbe comprendere tutto ciò che eccita la sua curiosità, e che lo stimolo nel desiderio di sapere per soddisfare la sua intelligenza che vuol conoscere tutto ciò che non gli appartiene di sapere ma che deve credere e venerare.

10.  Si comprende facilmente che l'uomo benché il voglia, non può conoscere tutto ciò che per lui è oscuro nei misteri della nostra fede, Dio stesso si è riservato la conoscenza come sua prerogativa per diritto di sua divinità.

11.  Noi pure, o mio Gesù, nella vostra natura come uomo Dio siete un mistero incomprensibile alla natura umana, e non fosse così la vostra divinità sarebbe limitata dalla natura umana e non sareste superiore alla stessa natura dell'uomo.

12.  Queste superbe e presuntuose curiosità dell'uomo ripugnano alla vostra divina maestà, o Gesù, io lo comprendo che esse fomentano le eresie e trascinano la ragione nell'accecamento.

13.  Bisogna dire, o mio Gesù, che l'uomo credendo miseramente nello stato d'incredulità, completamente perde la luce, la retta ragione e tutte le verità della fede, e non può percepir in se stesso che errori ed eresie, perché segue la via della colpa e del delitto.

14.  L'incredulo non solo è capace di commettere ogni specie d'empietà, ma ancora di negare l'esistenza, la verità dei dogmi della fede e dell'esistenza di Dio, esso non sa credere che ciò che può vedere e toccare.

15.  Non vi sono che gli umili ed i retti di cuore, o Gesù, che possino credere alla vostra dottrina celeste, ed agli insegnamenti della Chiesa apostolica romana. Essi soli amano e temono Dio, essi credono ed osservano la sua santa legge.

16.  Sì, mio Gesù, la rettitudine e la semplicità del cuore fanno credere e venerare ciecamente i dommi e tutti i misteri della fede, di scoprire e di conoscere le grandi e sublimi verità della divinità, con queste disposizioni l'uomo è illuminato a conoscere senza timore, e adora meditando in silenzio i misteri incomprensibili alla ragione umana.

17.  Se tutte queste verità non bastano per dare la luce della fede agli increduli caduti nell'acciecamento, vogliate, o amabile Gesù, con un raggio della vostra grazia, dissipare le tenebre della loro ottenebrata mente, ed io pregherò continuamente per essi, poiché soffro di vederli in questo orribile acciecamento.

18.  Nella vostra immensa bontà, o Gesù, accettate queste lodi come un dono della mia miseria, e per supplicarvi io vi manifesto un amore immenso per la gloria della vostra divina umanità.

 

LODE IIIa

 

1.      Il mistero della vostra unione con Dio è una catena, o Gesù mio, che lega tutti gli altri misteri della creazione universale, perché tutto ciò che è stato creato, è un mistero incomprensibile alla primitiva ragione.

2.      Sì, Gesù mio, la fede sola s'innalza assai in alto per comprendere il fine che la sapienza e la grandezza infinita di Dio si propongono; l'orgoglio umano nella sua curiosità, non può tanto inoltrarsi col pericolo di non potere uscire da un vero labirinto nei suoi inestricabili giri.

3.      Non si può negare, o Gesù mio, che voi siete l'uomo Dio, perché voi siete il verbo, ed il verbo è la parola che procede da Dio, e fu rivelata all'uomo nel momento della sua creazione, e fu allora che ebbe principio la missione del verbo.

4.      Essendo essenzialmente il verbo, come uomo Dio, o mio Gesù, vi riuniste all'uomo, allorché esso ricevette la parola, e si comprende che sia pel fine della unione della natura materiale dell'uomo con la natura spirituale di Dio.

5.      Questa fu, o Gesù mio, la grande unione del cielo con la terra, unione da cui si può dedurre l'una di queste verità risplendenti come i raggi del sole, cioè resistenza spirituale dell'anima procedente da Dio per la ragione del verbo nella manifestazione della parola.

6.      Si può dunque dire, o mio Gesù, che la nostra memoria, la nostra intelligenza e volontà, o per meglio esprimermi il dono della ragione che l'anima nostra intellettuale possiede, è una scintilla della somma sapienza spirituale di Dio, poiché il verbo si unì all'uomo.

7.      Se la ragione nacque dalla verità, la verità deve convincere la ragione in guisa che non si può negare, o Gesù, che non voi siete per la ragione del verbo unito alla natura divina di Dio.

8.      Se ciò che espongo, è incontestabile ed innegabile, o buon Gesù, per la stessa ragione non si può negare la vostra umanità divina perché procede dal mistero.

9.      Bisogna dunque, o Gesù mio, che la vostra natura e congiunta con la purità essenziale, coll'amore, con la bontà e grandezza della natura divina. Le ragioni che espongo e esporrò in appresso possano resistere agli attacchi della malvagia fede degli uomini.

10.  Se tutto ciò non fosse una sostanziale ed evidente verità sarebbe stato possibile rimediare alla caduta dell'uomo, e coll'assoluto perdono rendergli la grazia santificante che aveva perduto pel peccato originale.

11.  Certamente, o Gesù, al momento che l'uomo cadde nel reato di colpa, la perfetta purità del verbo si separò del tutto da lui, perché esso perdette la perfezione, l'innocenza, la purità della natura che Dio gli aveva dato nella sua unione col verbo.

12.  Allorché, Gesù mio, l'uomo cadde nella colpa, perde la grazia santificante; per conseguenza questa separazione spirituale di Dio rese l'uomo mortale, e colla morte meritò la pena e la privazione della felicità del cielo, per la quale esso era stato creato.

13.  Tutta l'importanza della vostra divina missione, procede dalla caduta dell'uomo, o mio Gesù, infatti l'uomo essendosi separato da Dio, ed avendo perduto la grazia santificante, come avrebbe potuto rendersi degno di Dio, senza il consenso di Dio stesso.

14.  In verità, se Dio nella sua divina clemenza e nella sua infinita bontà non si fosse degnato di unirsi una seconda volta alla natura umana dell'uomo con la purità essenziale e spirituale del verbo, non si sarebbe trovato alcun mezzo per redimere l'uomo.

15.  Ed ugualmente, mio Gesù, si comprende che non sarebbe stato possibile di compiere una nuova unione della purità essenziale e spirituale del verbo con una natura materiale del verbo con una materiale ed imperfetta dell'uomo decaduto, se Dio non avesse preparato convenevolmente le vie.

16.  Per l'incarnazione umana di Dio era dunque necessario, o Gesù mio, una creatura materiale e perfetta come quella di Adamo, allorché il verbo si unì a lui, altrimenti l'unione dello spirito essenziale di Dio con la natura materiale dell'uomo non avrebbe potuto operarsi.

17.  Così, o mio Gesù, nel seno di Maria vostra divina madre benché creatura mortale, ma pura, perfetta, come la purità essenziale di Dio per mezzo della vostra concezione, la natura umana poté unirsi la seconda volta con la natura spirituale di Dio.

18.  Fu per questo mezzo, per così dire della creazione di un novello uomo e di una novella donna, nello stato di perfezione spirituale e corporale che Dio rimediò alla caduta dell'uomo e compì la sua redenzione, e voi siete la pura ed innocente vittima, mio Gesù, per questa grande espiazione.

19.  Era necessario che per l'incarnazione del verbo la purità essenziale delle due nature, umana e divina, rialzasse l'uomo caduto.

20.  Era necessario che un Dio fatto uomo si disponesse volenteroso come uomo e come Dio, a fare il sacrificio che richiedeva l'offesa giustizia di Dio, e voi, amabilissimo Gesù, siete stato la vittima innocente ed immacolata.

21.  Fino abeterno la sapienza infinita di Dio aveva tutto preveduto, e voi, Gesù mio, essendo la seconda persona divina vi offriste per riscatto delle nostre colpe coll'estremo della carità e dell'amore veramente degno della grandezza infinita di Dio.

22.  Se per la chiarezza di tutte queste verità gli uomini persistono a seguire la via della infedeltà e della miscredenza, voi o Gesù mio, dovete vincere la loro ostinazione e dissipare le tenebre in cui vivono con un raggio della vostra grazia: io poi continuerò a pregare per essi ed a lodarvi insegnando altre verità sulla vostra divina umanità.

23.  Io non bramo altro che lodarvi, o mio Gesù, ma vi prego in nome della vostra infinita bontà, non dimenticate che io sono un nulla, e che senza la vostra divina assistenza non sono capace di dire ciò che sia degno della vostra grandezza.

 

LODE IVa

 

1.      Sappiamo come l'uomo commise la prima colpa, e vediamo ora se prima di lui sia esistito il peccato, e qui, o Gesù, il mistero nel quale Dio abeterno ha preveduto la caduta dell'uomo e la ragione della missione del verbo nell'umanità in procedimento.

2.      Fu dalla ribellione degli angeli contro Dio, da cui nacque il primo germe del peccato, il primo seme della discordia e della inimicizia tra il Creatore e la creatura; lo spirito indegno di Satana s'insuperbì una seconda volta contro Dio, trascinando l'uomo al peccato, alla colpa originale per renderlo indegno della grazia santificante di Dio.

3.      Nella sua somma ed infinita sapienza, Dio aveva preveduto la ribellione degli angeli, o mio Gesù, e si può chiaramente concludere che egli ha permesso il male per cavarci il bene per le ragioni che si spiegheranno.

4.      Sì, mio amabilissimo Gesù, permettendo il male, Dio ha voluto far vedere che Egli era superiore alla creatura. Egli ha donato all'uomo il libero arbitrio con cui può meritare o demeritare; per tal modo si è conosciuta la ragione dell'umiliazione che la creatura deve avere alla maestà indipendente ed unica del Creatore.

5.      Sì, il male è stato permesso da Dio per cavarci il bene, per conseguenza Dio ha preveduto il suo proprio intervento nella natura umana dell'uomo innalzandolo alla grazia, non solamente la prima, ma ancora la seconda volta, per la ragione della missione del verbo, e voi siete il verbo, mio Gesù, dolce Gesù.

6.      In verità, se Dio non avesse permesso il principio del male, non sarebbe stato possibile di meritare il bene, altrimenti si potrebbe dire con ragione che era inutile avere creato l'uomo e gli angeli; e si sarebbe forse potuto conoscere le perfezioni del Creatore senza resistenza della imperfezione della creatura.

7.      Si comprende perfettamente, o Gesù, che per giungere alla pratica del bene, è necessaria la resistenza al male. Era dunque necessaria una legge emendata da Dio in opposizione alla tendenza dell'uomo amante di se stesso come freno della sua intelligenza e del suo libero arbitrio.

8.      Ed ecco tutta insieme la legge, la verità, la luce, l'amore, la carità, la giustizia, riunite nello stesso tempo nella persona del verbo fatto carne, e questa persona siete voi, o amabile Gesù, che veniste per essere al male una legge santa, ed a far praticare il bene.

9.      Per attestare la vostra celeste missione in vantaggio dell'umana natura, era necessario di dare all'uomo una prova assai superiore alla potenza della natura umana, e questa prova si è manifestata per tutto ciò che avete fatto.

10.  O mio Gesù, non mancano gli oppositori ai vostri meravigliosi ed innumerevoli prodigi, ma forse poterono impedire la propagazione della verità della vostra legge? No, esse hanno potuto penetrare in tutti gli angoli più remoti della terra, (come la luce del sole) esse non cesseranno di propagarsi per glorificare la vostra umanità divina.

11.  O amabile Gesù, voi vi siete esposto volontariamente al sacrificio come Dio, e come uomo vi siete sottoposto alla divina volontà fuor dei limiti della natura umana con una tale abnegazione di voi stesso, questo è il più grande mistero che mi confonde, mi spaventa e mi fa tremare per me stesso.

12.  Se voi vi siete tanto umiliato come Dio per l'uomo, amabile Gesù, che cosa non dovrebbe fare l'uomo per amore di un Dio pensando a questo grande mistero, io non posso fare a meno di non versare un torrente di lacrime, ed io provo nel mio cuore un dolore estremo.

13.  O Gesù, abbiate pietà della povera anima mia, fate che la vostra passione ed il vostro amore rimangano sempre impressi nel mio cuore affinché sempre più tutto sia con voi, e per dimostrarvi tutto l'affetto che vi porto, accogliete queste lodi che vi offre il mio cuore contrito ed umiliato.

 

LODE Va

 

1.      Se la persona di un Dio, fatto uomo non avesse espresso la volontà di offrirsi in sacrificio, Dio non avrebbe potuto riconciliarsi coll'uomo per la ragione che l'offesa maestà divina era troppo sdegnata contro tutta l'umanità.

2.      E non era possibile di calmare lo sdegno di Dio, o Gesù, se non pel sacrificio stesso del suo amore divino; nessun altro sacrificio poteva avere merito bastante e tanta potenza per l'espiazione della colpa e per la rigenerazione dell'uomo.

3.      Noi comprendiamo abbastanza, Gesù mio, questo grande mistero e la ragione per la quale Iddio doveva da se stesso e senza altro intervento umano riparare al male per cavarci il bene.

4.      Se la sapienza infinita di Dio non avesse riparato alla caduta dell'uomo per opera assai prodigiosa, non mi sarebbe potuto dire che l'umanità fosse debitrice a Dio un opera degna veramente della sua infinita grandezza.

5.      Chi potrebbe, o Gesù, conoscere un pensiero in un'idea contraria alla ragione fondata sulla verità che è Dio stesso, Dio stesso non potrebbe benché il volesse mentire a se stesso, perché egli è la sapienza, la bontà, la carità verità per essenza.

6.      In verità si potrebbe dire che Dio avesse mentito a se stesso, se nella redenzione dell'uomo egli non fosse intervenuto coll'essenza della sua divinità per mezzo della misteriosa missione del verbo che voi solo avete compiuto, mio Gesù.

7.      L'amore di Dio per le sue creature è uguale alla provvidenza e bontà, si colla sua bontà illimitata non poteva rimanere indifferente per la salvezza dell'uomo, perché gli aveva promesso la redenzione e la salute nella sua venuta in questo mondo.

8.      Ed è per questo che si può dire che questa redenzione non è stata opera che di Dio, e la maestà celeste ha voluto umiliarsi in una maniera prodigiosa per rendere senza limiti le perfezioni della sua natura umana congiunta alla sua natura divina.

9.      Sì, mio Gesù, voi non siete venuto in mezzo agli uomini con un apparato di celeste maestà, siete venuto in questo mondo nella maniera la più umile, in guisa che sareste potuto venire con una condizione la più povera e la più misera.

10.  È stato un gran prodigio dell'infinita sapienza, bontà, e grandezza di Dio quella della vostra nascita in un presepio: considerato nel suo mistero questo prodigio, sorpassa tutti quelli dell'antico e nuovo testamento.

11.  La superbia umana non può adattarsi ad una umiliazione di questa natura, perché essa non conosce la differenza che separa Dio dall'uomo. Questo ha bisogno di ingrandirsi per essere temuto da coloro che gli sono soggetti: ma voi, o mio Gesù, vi faceste piccolo per essere temuto da grande.

12.  Nel corso della vostra infanzia, della vostra gioventù e dell'età adulta come uomo e come Dio, o Gesù, vi compiaceste in qualche modo di rimanere sconosciuto nel mondo e nello stesso tempo vi bastò di essere stato conosciuto da tutti gli uomini, ecco un altro genere di umiltà che la superbia dell'uomo non può comprendere e che lo fa cadere nell'incredulità.

13.  E palesandovi alle turbe sotto l'apparenza di un povero figlio del popolo, vi umiliaste in un'altra maniera ancora, o Gesù, e l'orgoglio umano ricusa di ammettere questa umiliazione per cui l'uomo nega tutte le verità che si oscurano in abisso d'orrore, di eresie, di delitti e di empietà.

14.  Voi foste maltrattato, flagellato, e condotto alla morte più iniqua ed ignominiosa della Croce sopra un'infame patibolo, voi avete permesso questo genere di umiliazione l'orgoglio credersi, anzi spiana la via senza fede a tanti infelici che non comprendono un mistero sì grande e meraviglioso.

15.  Oh quanto sono insensati questi figli dell'orgoglio e della incredulità. Il mistero della vostra umanità divina supera la loro intelligenza, quale leggerezza; come questi infelici non comprendono con la semplice luce di ragione, naturale che l'uomo nacque per dare la morte ai suoi simili e che un Dio venne al mondo e morì per dare la vita.

16.  O Gesù, in ciascun passo della vostra vita mortale avete dato un esempio e vi lasciaste una impronta del vostro sangue per amore degli uomini, e la vostra purità fu un insegnamento di sapienza, di amore, di carità e di giustizia veramente degna della potenza e grandezza infinita di un Dio.

17.  Così si può dire, mio amabilissimo Gesù, che voi non potevate dare all'uomo una dimostrazione più bella e più degna della somma sapienza di Dio, che quella di osservi offerto in olocausto dando l'esempio e la pratica di tutte le eroiche virtù le quali fanno esecrare ed estirpare il vizio ed ogni peccato.

18.  Accettale queste lodi, o amabile Gesù, io ve le offro col desiderio che siano accette con bontà, degnatevi, vi prego, di volgere sopra di me, gli sguardi di un tenero padre, e voglio umiliarmi profondamente, amarvi e lodarvi con tutte le mie forze e coll'aiuto della vostra santa grazia.

 

LODE VIª

 

1.      Amabilissimo Gesù, il mistero della vostra umanità divina e inaccessibile all'orgoglio umano, poiché esso considera il grado dell'umanità che niuna creatura di questo mondo avrebbe potuto salire, e nel quale voi siete disceso, ed è appunto questo il motivo di credere che voi non avete potuto essere nella vostra umanità che un Dio fatto uomo.

2.      Tutte le cose, per ragione di diritto, devono procedere così, per mostrare chiaramente agli uomini la clemenza, l'amore, la carità e la giustizia incomparabile, infinita di Dio. Egli sa sempre operare in maniera straordinaria, quando vuole confondere i superili e dare agli umili le consolazioni per loro esempio.

3.      O amabilissimo Gesù, come uomo avete dato l'esempio di tutte le cristiane virtù, colla presenza della vostra divina parola, rivelando le più grandi verità celesti, avete tolto gli errori del peccato.

4.      Colla vostra santa e celeste dottrina, o Gesù, voi avete apportato tra gli uomini la fede, l'amore, la carità, la sapienza, la verità e la giustizia; avanti ad esse sono sparite tutte le dottrine del paganesimo.

5.      Tutte le vostre opere confermano che voi siete un Dio, niun essere ragionevole può negarlo, avrebbe potuto compiere le vostre opere senza essere un Dio: l'umanità per sé sola non poteva operare simili prodigi.

6.      Se le sapienze che erano in voi non fossero state regolate dalla vostra umiltà e bontà, si sarebbe creduto che non foste stato un Dio: ma tutto in voi, o Gesù, fa credere che voi siete la divinità stessa incarnata.

7.      Nella vostra potenza, sapienza e bontà, non avete agito come uomo, ma come Dio, poiché la potenza e la scienza umana viziate nella loro natura non si abbassavano sotto a loro stesse, dunque bisogna credere che la vostra umiliazione rivelava contrariamente all'apparenza una virtù umana.

8.      Se non foste stato grande, buono e santo, o Gesù, e non foste stato come uomo puro e perfetto di corpo e di spirito in tutte le vostre qualità, non avreste potuto essere degno di compiere questo sacrificio sì grande per la redenzione dell'uomo.

9.      Non fu sufficiente il sacrificio di tutto il genere umano per rendere all'uomo la grazia santificante che aveva perduto pel peccato originale, non ci voleva altro che il sacrificio di un Dio per essere di un Dio.

10.  Per moltissime ragioni era necessario che voi come uomo aveste agito in Dio, e come Dio assoggettaste la morte nell'uomo; in tal modo si operò il congiungimento delle due nature in tutte le prerogative della umanità e della divinità.

11.  Convien credere, o Gesù, che nella vostra umana natura voi non potevate essere che la purità incarnata nella sua essenza, poiché tutti i tratti della vostra vita interiore ed esteriore sono superiori a tutte le verità di tutti i personaggi dell'antico e nuovo testamento.

12.  Oh quanto fu grande il vostro sacrificio, mio amabilissimo Gesù, esso conferma l'amore immenso, infinito di un Dio, altrettanto grande era la necessità che lo richiedeva, perché senza di esso l'umanità sarebbe perita eternamente fra i gemiti ed il dolore.

13.  Voi siete stato per noi un medico affettuoso e consacrato: il vostro sangue sì puro e sì prezioso, è stato per i nostri peccati una sorgente di purificazione e gli uomini ci hanno trovato la loro rigenerazione.

14.  L'umanità, era ridotta a questo punto, o Gesù, che la natura non poteva veramente riconoscere il suo creatore tanto era grande la cecità degli uomini. L'uomo stesso era riguardato come una divinità, e questo empio orrore aveva prodotto rito e culto presso tutti i popoli del mondo.

15.  Ai tempi stabiliti dalla provvidenza voi discendeste dal cielo per purificare la terra lorda delle sue empietà, e come vero Dio vi manifestaste agli uomini con tutti i prodigi della vostra parola divina e delle opere vostre.

16.  Vi prego, amabile Gesù, di gradire le mie lodi come un piccolo omaggio della mia pochezza, ma ve le offro con tutto l'affetto del mio cuore e nello stesso tempo vi prego di indicarmi la strada della verità coi lumi del vostro santo spirito affinché possa lodarvi quanto il mio cuore desidera.

                            

LODE VIIª

 

1.      Comprendo benissimo, mio Gesù, che il vostro volontario sacrificio ha potuto soddisfare Iddio e placare la sua collera. Infatti l'espiazione di una colpa esige il sacrificio e la volontà di colui che ne porta il peso.

2.      Voi siete dunque, o Gesù, questa vittima volontaria, innocente, senza macchia che vi siete addossato le colpe degli uomini, e divenuto il colpevole volontario, avete preso il peso di tutti i delitti per espiarli con i più atroci tormenti.

3.      A che sarebbe servita la passione, l'amore di Dio, o Gesù, se come uomo e come Dio non vi foste reso mallevatore di tutte l'empietà degli uomini? Voi dovevate essere l'agnello immacolato, l'innocente vittima che doveva essere immacolata sull'altare della giustizia di Dio.

4.      La vostra vita, amabilissimo Gesù, riunisce tutte le miserie, le privazioni, le afflizioni, i dolori, gli obbrobrii, il martirio; voi spargeste fino all'ultima goccia il vostro preziosissimo sangue in una morte dolorosa e ignominiosa.

5.      Nulla potevate fare di più, mio dolce Gesù, che quello che avete fatto per amore degli uomini, non solamente come uomo ma ancora come Dio; voi infatti siete giunto agli estremi limiti del dolore e dell'amore, e nello stesso tempo avete mostrato il modello più perfetto di tutte le virtù nella vostra vita mortale.

6.      Il vostro timore per gli uomini dimostrato in tutte le vostre qualità umane e divine sorpassa ogni immaginazione; la ragione umana non può comprendere l'esempio di questo amore infinito.

7.      È impossibile, o Gesù, che il cuore di un uomo rimanga insensibile a queste prove di amore: a queste tristi e dolorose rimembranze; converrebbe dire che chi non si sente commosso fino alle lacrime ha un cuore insensibile ad ogni sentimento, di affetto ed all'emozione della umana pietà.

8.      Se si potesse trovare alcuno senza pietà per voi, o Gesù, che voi tanta ne avete palesata per gli uomini nei modi che dimostrano il grande amore e pietà degna di un Dio, converrebbe dire che quegli sia senza cuore, essere un barbaro e privato di tutti i lumi della ragione intellettuale.

9.      Colui che non riflette, o Gesù, al mistero della vostra passione, della vostra morte, senza provare un rimorso dentro la sua coscienza pensando a tutto ciò che avete fatto per noi, manifesta un grado d'empietà e di ingratitudine che ripugnano alla ragione ed ai morali sentimenti dell'uomo.

10.  Per amore degli uomini voi senza alcuna colpa, o Gesù, avete provato il peso della colpa; voi senza vergogna avete provato il rossore della vergogna, senza soggetto di dolore, l'eccesso di tutti i dolori, senza motivo di timore il timore.

11.  Voi, o Gesù, tutto soffriste e sopportaste con amore e pazienza per gli uomini, ed il numero più grande di essi invece di amarvi vi sono ingrati; certamente questa è l'empietà la più inaudita che si possa ritrovare tra gli uomini.

12.  E non appianato tal debito di riconoscenza, si può dire che l'empietà lascia il cuore insensibile e che tutti gli uomini non siano ancora penetrati dalla ragione e dalla verità di questo mistero, sì facile a comprendersi nella sua grandezza e nelle sue meraviglie.

13.  Voi siete in verità il Salvatore del mondo, o Gesù, e ciò vi si nega per esentarsi da ogni riconoscenza pel vostro amore, e non per colpa di conoscere ciò che voi siete, la luce della verità non risplende assai chiaramente fra gli uomini.

14.  L'orgoglio dell'uomo ha ripugnanza della verità per ammettere la vostra umanità divina, e le altre verità della vostra celeste dottrina sono quelle che gli fanno riconoscere che esso è indegnamente colpevole, non riconoscendo l'eccesso del vostro divino amore, ma le passioni disordinate del suo cuore lo allontanano dalla strada del bene, e lo spingono all'ingratitudine.

15.  Io oso dire che colui che nega la vostra umanità divina, o Gesù, nega la verità di tutte le cose, e si pone in contraddizione con la ragione di cui ha il senso intimo; esso disconosce tutti i doveri di sua coscienza per soddisfare i crudeli appetiti delle sue disordinate passioni.

16.  Sicuramente ogni uomo ragionevole, se vuole ascoltare la sua coscienza, comprende ciò che deve dire e ciò che deve fare; egli sa ciò che deve credere, e non crede; sa ciò che deve amare e punto non ama; sa che deve credere ai gastighi dell'altra vita e non le teme, per conseguenza la voce del dovere lo lascia insensibile e noncurante, perché si è reso schiavo delle insensate e sregolate passioni.

17.  Con tutta l'evidenza le vostre verità, o Gestì, sono conosciute da quelli stessi che le negano, essi si oppongono alla vostra dottrina perché vi trovano l'accusa potente contro la loro vita immorale, di cui il vostro insegnamento fa il processo facendo conoscere le mercedi promesse alla virtù e le pene riservate al vizio.

18.  No, non è la mancanza della credenza che spinga gli uomini all'eccesso dell'empietà, ma sono le concupiscenze, le basse passioni disordinate in tutte le circostanze che formano il focolare che spande l'incredulità, lo scisma, l'eresia, l'empietà, i delitti, la negazione della verità e della vostra santa e celeste dottrina.

19.  Fate conoscere, o mio amabile Gesù, tutte le verità che espongo sulla vostra umanità divina per la confusione dei vostri nemici; abbiate tuttavia pietà delle anime loro; ritraetele dalle loro strade tenebrose, degli orrori con qualche raggio della vostra grazia.

20.  Degnatevi, mio amabilissimo Gesù, ascoltare queste lodi che ve le offro in esposizione di tutte l'empietà e delle trasgressioni contro la vostra santa legge, vogliate ancora, vi prego, di illuminarmi sempre affinché io possa lodarvi ancora nella beatitudine della vostra gloria celeste.

 

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NOTE - 1. — La Chiesa cattolica ha riconosciuto e ritenuto essere Gesù Cristo vero Dio e vero uomo, e molti dottori di essa hanno difeso questo domma con mirabili argomenti, ma lo spirito di verità, lo Spirito Santo promosso da lui, è venuto ed ha voluto chiarificare questo domma per togliere qualunque discussione e dissenzione, quindi tutto quello che in queste sette lodi è stato chiarificato, è verità infallibile e però indiscutibile, e tutti dell'umanità devono venerare la sapienza infinita di Dio, che ha mostrato la verità per consolazione di tutti i figli della colpa.

2. — Gesù Cristo per quanto mi sappia dagli evangelisti, nulla scrisse di sé e della sua dottrina, ma Cristo nella sua seconda venuta come spirito di verità ha voluto scrivere tutto quello che era necessario ed utile per chiarificare i dommi della fede, e per togliere tutti i pretesti ai miscredenti che si sono abusati della rivelazione per opporsi alla stessa verità rivelata.

3. — Gesù Cristo predisse che negli ultimi tempi i figli dell'ebraismo e del paganesimo dovranno convertirsi alla fede per mezzo dell'esposizione delle verità che lo Spirito Santo avrebbe manifestato per glorificarlo; ed è questo il libro che serve a compiere tale promessa.

 

 

LODI ALLA GLORIA DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO,

VINCITORE DELL'INFERNO NELLA REDENZIONE DELL'UOMO

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LODE Ia

 

1.      Io bramo di magnificare il merito della vostra gloria e delle vostre opere infinite, voi avete mostrato nella vostra umanità come uomo, l'amore di Dio con tutta la sua grandezza; nella vostra suprema clemenza avete saputo amare immensamente quelli stessi che hanno avuto crudeltà e la barbaria di sacrificarvi e di condurvi alla morte.

2.      La mansuetudine, il perdono con quali avete risposto alle ignominie e crudeltà dei figli degli uomini hanno altamente testimoniato la vostra grandezza e bontà divina.

3.      Tutte le vostre qualità, come uomo, hanno chiaramente fatto conoscere che non potevate essere che un Dio, voi di fatto avete superato per amore degli uomini, sopportato il peso della vergogna e delle sofferenze con tutto lo sforzo della vostra natura umana e divina.

4.      Coll'estremo della vostra umiltà avete voluto abbattere la superbia umana, coi vostri prodigi avete chiaramente fatto conoscere che siete un Dio; ma tale e stata la vostra umiltà che è possibile dubitare del vostro immenso amore per noi.

5.      La vostra umiliazione dimostra in modo completo la vostra grandezza infinita, la vostra bontà e sapienza divina, avete voluto mostrare al mondo per mezzo delle opere vostre che l'uomo non saprebbe agire con sì grande umiltà.

6.      Ugualmente, come creatura umana, per le vostre qualità ed opere avete voluto far conoscere in modo chiaro e sensibile la vostra inesorabile, severa ed imparziale giustizia.

7.      Voi avete mostrato evidentemente, come Dio reprime e punisce il male in modo terribile; poiché in voi stesso, o Gesù, ha fatto vedere che non l'ha perduto, questa severità è talmente terribile che da sola basterebbe a far fremere non solamente chi la medita ma ancora il mondo intero.

8.      Quanti volumi si potrebbe scrivere, quante grandi cose si potrebbero dire in conferma di questo prodigioso mistero della vostra umiliazione, vi si scorge la perseveranza e la costanza di un Dio, messo alla prova in tutto ciò che può l'empietà dell'uomo eccitato dalle sue malvagie e crudeli passioni contro coloro che vogliono combatterle.

9.      Non si vede ancora chiaramente che la vostra umiltà conferma la sapienza, infinita di Dio? Come avrebbe potuto Dio mostrare agli uomini la loro empietà, se voi non vi foste umiliato davanti ad essi, e proposto per modello nel corso della vostra celeste missione.

10.  Venendo dal cielo sulla terra con la vostra divinità in quante e quali maniere misteriose vi umiliaste fra gli uomini come uomo, quale argomento di ripugnanza per la nostra superbia e per le sue ribellioni, e queste meraviglie e questo mistero che Dio ha messo, invita principalmente nei suoi disegni, dovevano condurci all'umiltà ed al timore.

11.  Non finirei di parlare, o amabilissimo Gesù, della vostra grandezza divina che si è rivelata coi vostri prodigi, colle vostre parole e con la vostra celeste missione e tutta quanta la vostra vita mortale e stata una scuola, un insegnamento continuo di sapienza, di amore, di severità e di giustizia.

12.  Voi avete mostrato agli uomini, amabilissimo Gesù, i tesori innumerevoli delle vostre grazie, e malgrado i loro peccati, li avete rigenerati per mezzo dei sacramenti che avete istituiti onde renderli figli adottivi ed eredi del vostro regno celeste.

13.  Voi avete; o Gesù, opposto i rigori della vostra santa dottrina a tutte le sfrenate passioni dell'uomo; voi mansuefacendo i loro costumi barbari e feroci, ispirando loro l'amore e la carità e voi avete apportato fra essi la salute, la pace e la concordia.

14.  Siete stato voi, o amabilissimo Gesù, che riducendo l'uomo alla pietà ed al perdono insegnando la necessità delle ricompense e delle pene nella vita futura, avete posto un freno alla cattiva condotta della natura, facendo cessare le barbare e feroci vendette e nascere per mezzo dei vostri rigorosi precetti l'amore scambievole fra gli uomini.

15.  Insomma si può dire, o amabile Gesù, che voi siete stato la graziosa colomba che nell'impeto delle disordinate passioni dell'uomo, avete in questo nuovo diluvio arrecato il ramo d'olivo che non è altro che la figura della santa croce, simbolo della pace e del perdono.

16.  Come al pensiero di tutto ciò che avete fatto per amore delle anime nostre, il cuore umano non si scioglie in lacrime ed in dolore. Oh! Miei fratelli, una volta per sempre, rammentiamoci per l'amore immenso e divino di Gesù, noi siamo rigenerati a novella vita e questo basta per umiliarci.

17.  O amabilissimo Gesù, voi ben lo vedete; nel profondo del mio cuore io non aspiro ad altra cosa che il vostro santo amore; le meditazioni dell'anima mia non hanno altro oggetto che il mistero della vostra vita mortale: essa per me è il libro che racchiude la scienza di tutte le cose.

18.  Accogliete dunque, o Gesù, per l'onore e la gloria della vostra umanità divina queste lodi; questo dono di verità che mi avete permesso di ritrarre dallo studio di questo libro, esso m'invita a lodarvi esponendo le più sublimi verità sotto altre forme nuove e diverse, in guisa che non giungerò mai a dire tutto ciò che il vostro spirito divino ispira all'anima mia ed al mio spirito.

 

LODE IIa

 

1.      Se voi, o mio dolce Gesù, avete apportato sì gran bene su questo misero mondo colla redenzione degli uomini, grande deve essere la gloria che avete meritato nel diritto dell'eterno vostro Padre. Oh quale splendore inenarrabile, oh quale maestà deve sfolgorare nel regno del cielo.

2.      Lo spirito umano non può, o Gesù, concepire l'idea di una sì grande gloria. E solamente coi lumi della vostra grazia io possa comprendere qualche cosa e tradurla in parole che sorpassano i limiti dell'umano sapere e che ancora gli sono sconosciuti.

3.      Molte cose sorprendenti infinite vede l'anima mia a causa della vostra umanità divina, nella sua immensa gloria, io rimango come in estasi sapendo queste meraviglie della suprema sapienza ed infinita grandezza di Dio.

4.      Sì, mio amabile Gesù, l'anima mia vede un centro elevato al di sopra dell'universo, assise alla destra del Padre, unito al Santo Spirito, avendo a poca distanza da voi la vostra santissima madre sopra un trono tutto scintillante di luce, la di cui meravigliosa splendidezza di luce non si può paragonare a quella del sole.

5.      Il trono della vostra maestà, o Gesù, mi apparisce innalzato in un immenso spazio, ove io vedo un globo di una grandezza che non si può conoscere, formato da due opposte piramidi, presentando l'una e l'altra nella loro base, la forma di una doppia piramide, e questo globo sembra essere un immenso mare di fuoco, i di cui raggi scintillanti di colori meravigliosamente diversi, si spandono in una estensione senza limiti, comunicando un aria sì dolce e pura che non si può trovare il paragone.

6.      Dal punto centrale ove la piramide superiore si confonde con la piramide inferiore, io vedo innalzarsi, o Gesù, 72 gradi circolari divisi in 9 ordini composto ciascuno di 8 gradi, salendo in gradazione per terminare in cima alla piramide, dove il vostro trono divino, mi apparisce in mezzo a fasci luminosi di luce e di fulgore il più vario.

7.      In mezzo allo splendore di questa immensa e prodigiosa piramide, io vedo, o Gesù, collocati nei loro gradi di ciascun ordine, le nove gerarchie degli angeli che formano il principale e divino corteggio della gloria della santissima Triade e della vostra santissima divina Madre.

8.      Nei gradi del primo ordine vedo la gerarchia dei serafini che insieme al Padre, allo Spirito Santo ed alla vostra divina Madre, vi lodano nella gloria e beatitudine dei perseguitati, voi, o divino Gesù, foste come uomo il più perseguitato tra gli uomini ed in mezzo a queste persecuzioni deste l'esempio della rassegnazione e pazienza. A voi dunque, l'onore e la palma in mezzo alla gloria e beatitudine dei perseguitati.

9.      Nei gradi del secondo ordine, io vedo la gerarchia dei cherubini che vi lodano nella gloria e beatitudine dei pacifici, e voi siete stato, o Gesù, nel corso della vostra vita mortale, il più pacifico dei figli degli uomini e donaste, al mondo l'esempio di questa virtù. A voi dunque l'onore e la palma nella gloria dei pacifici.

10.  Nei gradi del terzo ordine io vedo la gerarchia dei troni che vi lodano nella gloria e beatitudine dei puri di cuore; chi ebbe un cuore immacolato come voi, semplice ed innocente colomba? Chi ebbe un cuore più puro di voi e della vostra santa madre? A voi dunque, deve l'onore e la palma della gloria e beatitudine dei puri di cuore.

11.  Nei gradi del quarto ordine io vedo la gerarchia delle dominazioni che vi lodano nella gloria e beatitudine dei misericordiosi. Voi siete stato Gesù, il padre della pietà e della misericordia, e di essa ne deste l'esempio: a voi dunque si deve la gloria e la beatitudine dei misericordiosi.

12.  Nei gradi del quinto ordine vedo la gerarchia dei principati che vi lodano nella gloria e beatitudine degli assetati della giustizia, come uomo, o Gesù, voi aveste fame e sete della Giustizia, più di tutti gli uomini, poiché non sapeste perdonare a voi stesso, soddisfacendo alla stessa giustizia con un memorabile esempio. A voi dunque, si deve la gloria e la beatitudine degli assetati della Giustizia.

13.  Nei gradi del sesto ordine io vedo la gerarchia delle potenze, che vi lodano nella gloria e beatitudine dei pazienti, voi foste, o mio Gesù, il primo modello della pazienza e della rassegnazione: a voi dunque si deve la gloria e la beatitudine dei pazienti.

14.  Nei gradi del settimo ordine vedo la gerarchia delle virtù che vi lodano nella gloria e beatitudine dei miti di cuore. Voi foste come uomo, o Gesù, il più mite fra i figli degli uomini, poiché anche coi vostri nemici vi siete mostrato mite e mansueto, sia nei vostri atti come nelle vostre parole, per dare l'esempio della vostra mitezza. A voi dunque si deve l'onore e la palma della gloria e beatitudine dei miti di cuore.

15.  Nei gradi dell'ottavo ordine io vedo la gerarchia degli arcangeli che vi lodano nella gloria e beatitudine dei puri di spirito. Come uomo, o Gesù mio, vi mostraste povero di spirito, poiché in voi non vi fu altro pensiero di quello di soddisfare la divina volontà, e ne daste l'esempio. A voi dunque si deve l'onore e la beatitudine dei poveri di spirito.

16.  Infine dei gradi del nono ordine vedo la gerarchia degli angeli che fanno corteggio in mezzo ai meravigliosi, splendori al vostro trono celeste. Essi vi lodano e vi glorificano nella gloria del Padre del Santo Spirito e della vostra Santissima Madre.

17.  Tal è la prima parte dei cinque gradi della gloria che vi sono decretati come li vide l'anima mia nei tre regni differenti al vostro celeste e sublime impero di cui farò la descrizione continuando a lodarvi; vogliate dunque nella vostra bontà a sostenermi coi lumi del vostro Santo Spirito, affinché io possa ancora, per la gloria della vostra umanità divina, rendere intelligibile altre verità, per mezzo di quelle che mi furono rivelate la prima volta in una maniera unica e meravigliosa.

18.  Accogliete, o amabile Gesù, queste lodi da me fatte, nella speranza che vi siano gradite, lo spero che nella vostra bontà mi libererete da ogni pericolo nel quale potrebbe cadere la mia umana fralezza.

 

LODE IIIa

 

1.      Il grado secondo della vostra gloria celeste mi apparisce, o amabile Gesù, in una serie di cerchie e di ordini del medesimo numero e di forma ugualmente circolare, ove vedo poste secondo il loro grado ed ordine di beatitudine, l'anime gloriose dei patriarchi, dei profeti, dei santi, dei martiri, dei vergini, dei penitenti, dei confessori e di tutte le altre anime sante del vostro regno celeste.

2.      Io vedo per qualche loro imperfezione che le anime dei gradi, del primo ordine, non hanno il godimento completo della gloria; e mi è impossibile di rendere esatto conto del grado di questa incompleta beatitudine, così che la chiamo la beatitudine dei minimi...

3.      Io vedo elevarsi in forma di anfiteatro, dopo l'altezza della base della piramide, fino all'altezza del vostro trono divino, un ugual numero di cerchie circolari, ugualmente divise in nove ordini di otto gradi ciascuno, e il loro insieme si divide dal piano, i di cui punti centrali formano il limite della piramide sfolgorante di luce e dell'antipiramide.

4.      Nelle cerchie del primo ordine vedo immense turbe di anime che godono, come ho detto, la beatitudine dei minimi; esse vi lodano nella gloria della loro imperfetta beatitudine, chiamandovi loro padre, benefattore e liberatore del loro stato d'imperfezione, esse sperano di ottenere per vostra mercé la perfezione nel giorno dell'universale giudizio.

5.      Nelle cerchie del secondo ordine vedo un gran numero di anime sante che vi lodano secondo il posto loro assegnato, e nella gloria del loro grado di beatitudine che vi han meritato, o Gesù, la gloria di queste eterne lodi nel cielo.

6.      Nelle cerchie del terzo ordine vedo immense schiere di confessori che vi lodano secondo il loro stato nella gloria del loro grado di beatitudine, chiamandovi loro padre del perdono e della pietà e loro liberatore. Voi dunque donaste loro, o Gesù, il sacramento del perdono e della penitenza; per la vostra pietà dunque avete meritato la gloria di eterne lodi nel cielo.

7.      Nelle cerchie del quarto ordine vedo diverse schiere di penitenti che vi lodano nella gloria del loro grado di beatitudine, chiamandovi padre della carità e loro liberatore. Voi, o Gesù, per mezzo dell'esempio avete insegnato agli uomini le vie della penitenza e della perfezione per la vostra carità, dunque avete meritato di essere glorificato nel cielo con eterne lodi.

8.      Nelle cerchie del quinto ordine io vedo un numero uguale di cori diversi che vi lodano nella gloria del grado di beatitudine, chiamandovi padre della pietà e loro liberatore; voi faceste conoscere, o Gesù; agli uomini che la purità nella sua perfezione è il più gran tesoro della anima nostra, per la vostra purità dunque avete il merito di essere glorificato nel cielo con eterne lodi.

9.      Nelle cerchie del sesto ordine vedo un ugual numero di martiri che vi lodano nella gloria del loro grado di beatitudine chiamandovi padre della fede e loro liberatore; voi insegnaste agli uomini la strada della fede, e col vostro esempio avete fatto loro desiderare la palma del martirio: così dunque per la vostra fede, come uomo, avete meritato la gloria di eterne lodi nel cielo.

10.  Nelle cerchie del settimo ordine vedo la corona dei santi che vi lodano nella gloria del loro grado di beatitudine al loro posto assegnato. Vi chiamano padre dell'umiltà e loro liberatore, per la vostra umiltà, o Gesù, voi insegnaste agli uomini le strade della sanità e di tutte le perfezioni; la vostra umiltà dunque vi ha fatto acquistare il merito di eterne lodi nel cielo.

11.  Nelle cerchie dell'ottavo ordine vedo le corone dei profeti che vi lodano nella gloria del loro grado di beatitudine, chiamandovi padre della sapienza e loro liberatore; per la vostra divina sapienza, o Gesù, voi avete illuminato le menti degli uomini, affinché essi conoscessero le più grandi e sublimi verità della fede. Dunque per la vostra sapienza come uomo e come Dio, vi siete meritato la gloria di eterne lodi nel cielo.

12.  Finalmente nelle cerchie del nono ordine vedo la corona dei patriarchi che vi lodano nella gloria del loro grado di beatitudine chiamandovi padre della santità e della perfezione, e loro liberatore; nella vostra vita mortale, come uomo, come Dio, avete dato l'esempio della santità cristiana con tutte le sue perfezioni. Dunque tutte queste eccelse virtù divine ed umane, vi danno nel cielo il diritto di stato per tutti i tesori della gloria eterna.

13.  Sì, a Voi, mio amabilissimo Gesù, appartengono l'onore, il merito, la palma di ogni beatitudine, e della gloria celeste superiore a quella degli angeli; per voi si è arricchito il cielo per la conquista della redenzione degli uomini, ed avete avuto il trionfo della vita e della morte, contro tutto l'inferno, e senza di voi tutti i gradi e gli ordini della beatitudine celeste sarebbero rimasti vuoti.

14.  Oh! Quale grandezza, quale immensità, quali meraviglie l'anima mia scopre, o amato Gesù, nello splendore del vostro regno celeste; contemplandole, il mio cuore s'infiamma e s'accende del desiderio ardente di andare a prendere parte a questa felicità, ma sarete voi, o Gesù, che mi condurrete a questa felicità coll'aiuto della vostra grazia, ed ecco tutto il mio desiderio e tutta la speranza della povera anima mia.

15.  Accogliete, o amabile Gesù. questo lodi, e fate che vi siano gradite quanto il desidero. Io ve le offro col più vivo slancio del mio amore e nello stesso tempo confido nella vostra bontà, nella vostra misericordia per la salvezza della povera anima mia.

 

LODE IVª

 

1.      Dopo avere coll'aiuto della vostra grazia, o amabile Gesù, disignato in breve i gradi della gloria che vi viene data nel cielo, è necessario ora, che io descriva chiaramente la forma meravigliosa e sorprendente della immensità del cielo che copre e circonda il regno celeste della vostra felicità e beatitudine.

2.      Io vedo, o Gesù, questo cielo meraviglioso che sparge raggi di una luce viva, pura, dolce e soave; e non trovo espressione bastantemente grande per descriverla in una maniera sensibile poiché tale è la soavità, la dolcezza e la vivezza che potrebbe richiamare l'anima della morte alla vita.

3.      Questa luce sì dolce, sì soave e viva risplende con grande fulgore di mille colori: i loro cangiamenti sono sì varii che i colori più vivi, più belli e varii che sono conosciuti sulla terra, non formano che la millesima parte.

4.      Vedo, o Gesù mio, la volta di questo immenso cielo tutta seminata di innumerevoli astri scintillanti di mille fuochi, da dove sfavilla questa luce ondeggiante, la di cui bellezza è inesprimibile.

5.      Vedo, o Gesù mio, tutti questi meravigliosi ed innumerevoli astri che tramandano mille riflessi di luce. La simmetria delle loro rispettive posizioni, la varietà delle loro forme, delle dimensioni e di tante altre cose meravigliose, non si saprebbero descrivere.

6.      Vedo questi astri, o Gesù, gli uni più grandi, gli altri meno nella loro dimensione, come il sole e la luna tra tutte queste infinite meraviglie del vostro regno celeste; niente evvi più bello che lo spettacolo ammirabile della loro armoniosa disposizione.

7.      Vedo, o Gesù, in corrispondenza dei gradi delle gerarchie e di tutte le cerchie delle beatitudini che s'innalzano in piramide sopra di voi in numero eguale di corone formate da questi astri che si dividono in gradazione partendo dagli spazii corrispondenti alla base della piramide fino all'altezza ed alla cima del vostro raggiante trono.

8.      Vedo, o Gesù, all'estrema altezza delle corone e degli astri nel punto centrale di questo immenso e meraviglioso cielo, sette astri differenti di esteso diametro, che presentano per trenta volte le dimensioni del sole, proiettano la luce medesima degli altri astri, con cento volte più d'intensità, di bellezza e di varietà avendo ciascuno di essi la propria ombra.

9.      Io vedo, o Gesù, che tutti questi innumerevoli astri, partendo dall'orizzonte della corona inferiore fino all'ultimo della cima presentano una gradazione di chiarezza e di ombre e la loro bellezza e quell'istesso progresso.

10.  Nel vostro regno celeste, vedo o Gesù, in ciascuna cerchia e grado della vostra immensa e meravigliosa piramide qualche cosa di più bello, ma questa bellezza e sì grande, sì infinita che non ho parola per darne una menoma idea alla mente dell'uomo che non ne può percepire.

11.  Amabilissimo Gesù, mi ci vorrebbe un tempo indefinito per descrivere tutto ciò che l'anima mia vede nel vostro regno celeste, e narrare tutte le bellezze che variano a milioni volte, la nostra parola è insufficiente per descrivere gli infiniti splendori: la cui sublimità rimane inaccessibile all'intelligenza umana.

12.  Vogliate, o amabilissimo Gesù, gradire queste lodi come un dono della povera anima mia, la di lei visione e contemplazione di sì grandi meraviglie la consolano e la fanno tripudiare da una parte, dall'altra le ispirano la tristezza ed il timore, perché essa conosce i pericoli della pochezza e fragilità umana.

 

LODE Va

 

1.      Eccomi, o amabilissimo Gesù, giunto al terzo regno della vostra gloria in seno del purgatorio. Io vedo le anime che si purificano, ravvicinate a diversi intervalli in posti che loro sono riservati secondo il loro grado di gloria e di beatitudine celeste; esse sono divise in 7 cerchie sulla periferia della doppia piramide, seguendo il piano orizzontale che serve di limite ai due regni della gloria e della speranza.

2.      In queste cerchie vedo, o mio Gesù, una luce che parte dalla prima circonferenza del primo ordine della beatitudine incompleta dei minimi; essa perde il suo splendore mano mano che discende da un cerchio all'altro fino ai punti ove svanisce fra le tenebre dell'ultima circonferenza.

3.      Nel primo cerchio tenebroso vedo in mezzo al fuoco che le purifica le anime, immense turbe di quegli che hanno soddisfatto ai legati su dei loro defunti parenti, piangere amaramente e detestare la loro ingratitudine. Noi vi supplichiamo, o Gesù, per la loro liberazione e pel termine delle loro pene chiamandovi padre della pietà e della misericordia.

4.      Nel secondo cerchio, in mezzo al fuoco che le purifica, vedo immense turbe di anime, di coloro che hanno soddisfatto i voti, piangere amaramente detestando la loro trascuranza. Affrettate le loro pene, o Gesù, e vi supplichiamo di porvi un termine chiamandovi il padre della bontà e della misericordia.

5.      Nel terzo cerchio in mezzo del fuoco che le purifica, vedo immense turbe di anime che non hanno corrisposto con fedeltà all'amore coniugate, piangere amaramente la loro freddezza. Vi supplichiamo, o Gesù, di scorciare le loro pene chiamandovi padre clemente e misericordioso.

6.      Nel quarto cerchio, vedo immense turbe di anime in mezzo al fuoco che le purifica, che non hanno esattamente compiuto i doveri del loro stato, gemere e piangere amaramente detestando la loro negligenza. Affrettate le loro pene, e ponetevi un termine, ve ne supplichiamo, o Gesù, chiamandovi padre dell'amore e della misericordia.

7.      Nel quinto cerchio vedo immense turbe fra il fuoco che le purifica, le anime di coloro che per egoismo non hanno pensato che a loro stessi, gemere e piangere amaramente detestando l'esagerata mollezza della loro vita, vi supplichiamo, o Gesù, di affrettare e por termine alle loro pene chiamandovi padre della mitezza e della misericordia.

8.      Nel sesto cerchio, in mezzo al fuoco che le purifica, vedo immense turbe di anime di coloro che furono indifferenti tanto nel bene che nel male dei loro simili, piangere amaramente detestando la loro indifferenza. Vi supplichiamo, o Gesù, chiamandovi padre della carità e della misericordia.

9.      Nel settimo cerchio, in mezzo al fuoco che le purifica, vedo immense turbe di anime di coloro che nella troppa curiosità studiarono ciò che non serve all'anima, e gemere e piangere amaramente, detestando la loro curiosità. Vi supplichiamo, o Gesù, di abbreviare e porre termine alle loro pene chiamandovi padre della Giustizia e della misericordia.

10.  Sì, amabilissimo Gesù, l'anima mia vede queste immense turbe di anime che si purificano salire successivamente da un cerchio all'altro, da una pena più grande a una minore, secondo il termine assegnato alla loro purificazione secondo la specie ed il numero delle loro colpe.

11.  L'anima mia vede, o Gesù, che tutte queste anime passando da un cerchio all'altro prendono più splendore più belle perché ricevono i riflessi di una luce più intensa; di modo che l'ultimo cerchio del Purgatorio brilla di una luce quasi uguale a quella del primo grado dell'imperfetta beatitudine delle anime dei minimi.

12.  Io vedo ugualmente, amabilissimo Gesù, che queste anime una volta purificate salgono secondo i loro meriti ai loro posti rispettivi di gloria e di beatitudine, ed i loro posti più o meno elevati dipendono dal merito delle loro opere fatte in questo mondo nel corso della loro vita mortale.

13.  In questo purgatorio io vedo che tutte queste anime sante pongono in voi, o amabilissimo Gesù, una confidenza, una speranza, un amore sì grande, che il soggiorno della purificazione non è altro che una fornace ardente del vostro divino amore.

14.  Sì, mio dolcissimo Gesù, io vedo risplendere la vostra gloria in tutte le parti dell'universo, e non evvi creatura che non vi ami, e non vi obbedisca e non vi tema, voi siete l'amore, il timore e la potenza di tutti gli esseri creati.

15.  Degnatevi, o amabilissimo Gesù, di accogliere queste lodi che vi offro in ossequio alla gloria della vostra umanità divina; io spero che voi mi amerete coll'affetto di un tenero padre, benché indegno mi riconosca d'una sì grande grazia, ma la vostra bontà senza limiti, io lo spero, supplirà alla mia indegnità.

 

LODE VIa

 

1.      L'anima mia comincia ohimè a fremere d'orrore e di spavento, o mio Gesù, e per quanto ho veduto di bellezza, di amore, di felicità e di gloria nello sfolgorante regno del cielo, altrettanto vedo ora di bruttezza, di deformità, di orrore, di miseria, di pianti, di gemiti, di sdegno, di disperazione e di gridi negli abissi del regno delle tenebre.

2.      Al di sotto della vostra piramide, o Gesù, vedo la piramide rovescia, che parte dall'ultima cerchia delle anime del purgatorio; nell'interno, verso i punti del centro, essa presenta un pozzo immenso, ed all'esterno la forma d'una piramide.

3.      Io vedo, o Gesù, che questo immenso abisso puzzolente, pieno di fumo e di diverse materie bruciate nelle graduate proporzioni si divide in serie di cerchie o bolgie corrispondenti alle cerchie e gradi della beatitudine del regno della luce, della felicità e della gloria.

4.      Io vedo, o Gesù, che per quanto il vostro regno celeste si innalza fra gli splendori scintillanti di variopinta luce, e per quanto esso risplende in mezzo alla gloria del corteggio degli angeli, altrettanto in senso contrario io vedo i profondi abissi pieni di tenebre nauseanti, di fumo e di fuoco, e nello stesso tempo di pianti, di grida, di disperazione e di dolore nel regno della tetra maestà dell'inferno.

5.      Nelle cerchie della prima bolgia io vedo, o Gesù, discendendo verticalmente fino al fondo dell'abisso, immense turbe di anime, di maldicenti, di calunniatori e scandalosi, che sono tormentati da numerosi demonii in forme spaventevoli ed orribili.

6.      In mezzo ai gemiti ed alla confusione di voci tra il fumo ed il fuoco che le brucia senza consumarle, vedo queste anime gridare e maledire le loro maldicenze, le loro calunnie, i loro scandali, e gridando e gemendo vi chiamano e vi riconoscono, o Gesù, loro giudice giusto, ma troppo severo e terribile. Tutti vi temono e paventano senza onorarvi, glorificarvi nella vostra giustizia.

7.      Nelle cerchie della seconda bolgia io vedo immense turbe di pigri, di sensuali e di increduli tormentati da demoni di mille orribili forme in mezzo alle fiamme che lì divorano, immersi nei laghi di acqua infetta e bollente che loro giunge lino alla gola; essi gridano continuamente, maledicono la loro pigrizia, la loro sensualità ed incredulità essi vi riconoscono o Gesù come loro giudice, ma troppo severo e terribile.

8.      Nella cerchia della terza bolgia, io vedo immense turbe di golosi, di gozzovigliosi e libertini, tormentati da demoni sotto forme le più orribili fra mezzo alle fiamme che li divora senza consumarli, mischiati tra materie fetide e putrefatte; essi gridano maldicendo la loro gola, le loro gozzoviglie, il loro libertinaggio. Vi riconoscono, o Gesù, come loro giudice, ma troppo severo e terribile.

9.      Nella cerchia della quarta bolgia, io vedo immense turbe di anime di invidiosi, di malcontenti e di diffidenti, tormentati da demoni tra le fiamme che li divorano, nelle foreste di rovi con acute spine, esposti alle punture di piccoli insetti che li ricoprono e li tormentano da ogni parte, essi gridano maledicendo la loro invidia, il loro malcontento, la gelosia e diffidenza. Vi riconoscono, o Gesù, per il loro giudice, ma troppo severo e terribile.

10.  Nella cerchia della quinta bolgia vedo immense turbe di irosi, di spietati e crudeli tormentate da demoni di forme le più orribili in mezzo alle fiamme che li divorano, ed in mezzo ad un diluvio di scorpioni e di milioni di insetti della stessa specie che le ricoprono loro morsi, essi gridano maledicendo la loro collera, la loro malignità e crudeltà, essi vi riconoscono, o Gesù, per il loro giudice giusto, ma troppo severo e terribile.

11.  Nella cerchia della sesta bolgia vedo immense turbe di ipocriti, di impostori e seduttori, tormentati da demoni di forme le più orribili, in mezzo ad un turbine di polvere soffocante che le circonda e le spinge qua e là come foglie trasportate dal vento, essi gridano maledicendo la loro ipocrisia, la loro impostura e seduzione: vi riconoscono, o Gesù, come loro giudice giusto, ma troppo severo e terribile.

12.  Nella cerchia della settima bolgia vedo immense turbe di avari, di ingannatori e di oppressori, tormentati da demoni di forme le più spaventevoli, in mezzo alle fiamme che li divorano, circondati da serpenti, da aspiti, da vipere innumerevoli con i loro morsi li martoriano da ogni parte, essi gridano maledicendo la loro avarizia, le loro depredazioni ed oppressioni, vi riconoscono, o Gesù, come loro giudice giusto, ma troppo severo e terribile.

13.  Nelle cerchie dell'ottava bolgia vedo immense turbe di orgogliosi, di sanguinari, di vendicatori, di eretici e bestemmiatori, tormentati da demoni di forme le più diverse ed orribili, esposti ad un diluvio di frecce, che colla rapidità del fulmine li colpiscono e li trapassano in ogni senso: essi gridano maledicendo le. loro sanguinose vendette, le loro eresie e le loro bestemmie: essi vi riconoscono come loro giudice giusto, ma troppo severo e terribile.

14.  Nelle cerchie della nona bolgia vedo infine il superbo Lucifero circondato di immense turbe di terribili e mostruosi demoni, tutti pieni di sdegno e di rabbia in mezzo ad un fuoco divorante, gli uni e gli altri si colpiscono a vicenda con verghe e con enormi mazze infuocate, essi gridano maledicendo il loro principe, il loro seduttore e tutta la loro superbia; essi, mio Gesù vi chiamano loro giudice giusto, ma troppo severo e terribile.

15.  Tutto ciò, o Gesù, vede l'anima mia nel regno delle tenebre e del dolore, inoltre io vedo ancora che più si scende in questo spalancato abisso, il fumo, l'infezione e le fiamme crescono d'intensità a seconda dei gradi delle mostruosità e della bruttezza spaventevole delle anime dannate, e vari tormenti che loro fanno soffrire i demoni, sono a seconda l'enormità e mostruosità dei loro peccati.

16.  Io vedo ancora, o amabilissimo Gesù, che queste anime mandano i loro gemiti e grida di disperazione, maledicendo i loro peccati nella specie e numero commessi, non cessano, come sono dai demonii di tormentarsi e di battersi fra loro con lotte accanite e terribili di modo che il male, la disperazione, l'orrore, il dolore, i gridi di questo regno di lacrime e di tenebre corrisponde in senso inverso ai gradi del bene e della felicità, della gloria, della bellezza e della luce del vostro regno celeste.

17.  E chi se non coloro, o Gesù, che non temono e non paventano la vostra giustizia, ma severa giustizia, sono veramente i miserabili, gli insensati, ed esseri privi della luce, della ragione, se voi vi degnaste di manifestare loro ciò che ora vede l'anima mia certamente che questi increduli, questi peccatori ostinati fremerebbero di orrore e di spavento, e si dedicherebbero totalmente alla penitenza, piangendo i loro peccati, come faccio io, in tutto il corso della loro vita mortale.

18.  Ah! Mio amato Gesù, se fosse utile di sacrificarmi per la salvezza di tante povere anime sì infelici, subito mi offrirci, perché il mio cuore si è talmente commosso dalla pietà di queste terribili e spaventevoli pene. Qualunque sia il sacrificio che da me volete, fate almeno che esso possa servire per tutti quegli che ancora, vivono. Voi vedete il fondo del mio cuore, io sono pronto a tutto, mercé l'aiuto della vostra grazia.

19.  Esaudite, o amabile Gesù, queste mie lodi benché riguardino un soggetto triste e doloroso, ve le offro per la gloria della vostra divina giustizia, la di cui equità ed imparzialità, come la sua severità e rigore terribili siano riconosciuti ancora nell'inferno, fate che questo santo timore della vostra giustizia mi cresca ogni giorno fino all'ultimo mio respiro.

 

LODE VIIa

 

1.      Un'altra meraviglia, o mio Gesù, vede l'anima mia, ed altri splendosi al di sotto del vostro regno luminoso, negli spazii circolari che attorniano la piramide rovesciata, ossia l'antipiramide dove regnano le tenebre. Io voglio parlare di un terzo regno, quello della mestizia e del dolore, regno completamente sconosciuto finora che si chiama il regno della speranza.

2.      Io vedo, mio Gesù, indipendentemente dai suoi punti di unione alla base della piramide del vostro trono santissimo, che l'antipiramide, o piramide rovesciata, riposa sul punto centrale di un piano sul quale si uniscono esternamente in anfiteatro le gradazioni del regno della speranza, questo regno si divide in cerchie di ordini differenti, in armonia con i gradi della beatitudine, vostro sfolgorante regno.

3.      In questo regno, che lo chiamo il regno della speranza, della tristezza e dell'afflizione, io vedo che vi si respira un'atmosfera più o meno densa e tenebrosa nei gradi in decrescenza che ricevono una luce proveniente dalla piramide e discendendo all'estremità della prima cerchia della beatitudine dei minimi.

4.      Salendo dall'estremità della piramide rovesciata fino alla sua base, io vedo che queste bocche di fuoco del circuito addivengono più piccole, il fumo meno denso e le fiamme meno ardenti, di modo che la luce presenta più chiarezza; riguardo alle cerchie circolari ed agli ordini elevati in forma di anfiteatro, la piramide presenta in questa direzione un grandissimo orlo circolare che ricopre colla sua ombra un terzo dello spazio del vostro regno della speranza.

5.      In questo tetro regno verso la circonferenza dell'antipiramide il di cui interno chiude il regno delle tenebre, io vedo, o Gesù, bocche di fuoco come vulcani che vomitano sopra a diversi punti fiamme spaventevoli miste a materie infette, ed a nero fumo: il tutto s'innalza in nuvole di fuoco nel regno oscuro.

6.      Queste cerchie e questi ordini si elevano, io lo vedo, o Gesù, dal piano circolare, ove riposa la punta dell'antipiramide: di grado in grado la luce prende più chiarore in guisa che ai gradi dell'ultimo ordine l'aria vi è più respirabile, ed il cielo puro e sereno, qualche cosa di più dolce e di soave di quello del nostro globo terrestre, però non si vede risplendere alcun astro in questo cielo, ma solamente la luce proiettata nei modi esposti.

7.      Io vedo dunque che questo regno e abitato da un immenso numero di anime divise nelle loro cerchie ed ordini rispettivi, e la luce loro assegnata secondo i loro meriti; esse non godono altra felicità che quella di sperare in voi, o Gesù, e mai cessano di pregarvi e supplicarvi.

8.      Sì mio Gesù, tutte queste anime buone in mezzo alla loro tristezza ed afflizione, vivono nella speranza che nel giorno del Giudizio universale voi farete passare esse dal regno della tristezza, e dell'afflizione in quello della pace e della soddisfazione ai posti e gradi di beatitudine che la vostra misericordia infinita ha loro riservala, perché essi dicono che voi siete morto sulla Croce per la gloria dei giusti.

9.      Nelle cerchie del primo ordine, partendo dal piano che serve di base alla punta dell'antipiramide, vedo immense turbe d'Israeliti che sono vissuti secondo gli insegnamenti della loro antica legge, e tutti sono tra i gemiti e afflizione. Essi v'invocano, o Gesù, come loro Messia, nella speranza che il giorno dell'universale Giudizio userete loro misericordia, facendoli passare dal regno della tristezza e dell'afflizione a quello della felicità ai loro posti e gradi di beatitudine.

10.  Nelle cerchie del secondo ordine, io vedo immense turbe di anime di cristiani morti nell'eresia, fuori dal seno della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, ma. che menarono una vita onesta ed umile, essi gemono nell'afflizione ma vi invocano, o Gesù, nell'infallibilità del vostro vicario il romano pontefice, colla speranza che nel giorno del giudizio universale userete loro misericordia, facendoli passare dal regno della tristezza, e dell'afflizione a quello della pace e della gloria nei loro posti e gradi di beatitudine.

11.  Nelle cerchie del terzo ordine, io vedo immense turbe di anime degli infedeli che menarono una vita modesta ed umile; io le vedo tutte gementi ed afflitte, e vi invocano come loro redentore e vero figlio di Dio, nella speranza che il giorno del giudizio universale avrete pietà di esse e che le farete passare dal regno della tristezza e dell'afflizione a quello della pace e della felicità ai loro posti o gradi di beatitudine.

12.  Nelle cerchie del quarto ordine, io vedo innumerevoli anime di idolatri che menarono una vita penitente e santa; io le vedo gementi ed afflitte e voi, o Gesù, invocano come loro vero Dio, nella speranza che il giorno dell'universale giudizio userete loro misericordia facendole passare dal regno della tristezza e dell'afflizione, a quello della pace e della gloria nei loro posti e gradi di beatitudine.

13.  Nelle cerchie del quinto ordine vedo una moltitudine immensa di selvaggi che vissero umili e modesti secondo i lumi della loro religione naturale, essi vi invocano come loro padre celeste, nella speranza che il giorno del giudizio universale avrete pietà di essi, e li farete passare dal regno della tristezza e dell'afflizione in quello della pace e della allegrezza ai loro posti e gradi di beatitudine.

14.  Nelle cerchie del sesto ordine, vedo immense turbe d'Israeliti morti nell'innocenza, e di quelli che menarono una vita penitente e santa. Essi gementi ed afflitti vi riconoscono, o Gesù, come vero messia nella speranza che il giorno del giudizio universale userete loro misericordia, li farete passare dal regno della tristezza e dell'afflizione a quello della pace e della felicità ai loro posti e gradi di beatitudine.

15.  Nelle cerchie del settimo ordine vedo innumerevoli anime di tutti gli infedeli morti nell'innocenza, e di quelli che menarono una vita penitente e santa; essi vi invocano, o Gesù, come loro redentore e vero figlio di Dio, nella speranza che il giorno del giudizio universale userete loro misericordia, e li farete passare dal regno della tristezza e dell'afflizione a quello della pace e della gioia nei gradi di beatitudine.

16.  Nelle cerchie dell'ottavo ordine, vedo un numero immenso d'Idolatri morti nell'innocenza, o che menarono una vita santa e penitente; essi gementi ed afflitti v'invocano, o Gesù, come loro vero Nume, nella speranza che il giorno del giudizio universale le userete loro misericordia, e li farete passare dal regno della tristezza e dell'afflizione a quello della pace e dell'allegrezza ai loro posti e gradi di beatitudine.

17.  Tutto ciò che l'anima mia vede, o amabilissimo Gesù, mi fa esclamare che voi dominate in tutti i gradi della gloria e della grandezza della creazione, e che tutte queste anime gementi ed afflitte, che abitano in questo luogo, ancora sconosciuto dagli uomini, al quale do il nome del regno della speranza, vi onorano e sperano in voi e nella vostra infinita misericordia in un modo così ammirabile che io sono rimasto sorpreso da stupore, dalla soddisfazione e dalla gioia.

18.  Sì, tutte queste anime buone sperano sempre, e per questo io figuro questo regno della speranza, come un altro Purgatorio, e però sono costretto di dire che gli affetti del vostro divino amore si diffondono in questo: soggiorno, di modo che queste anime possono essere paragonate a quelle che si purificano nel vostro regno celeste: la speranza di queste povere anime, non può essere senza merito: tanto è grande il grado della fede e della speranza che esse hanno in voi in mezzo alla loro tristezza ed afflizione.

19.  Fate, o mio Gesù, che tutte queste verità sconosciute dagli uomini siano apprezzate, e fate che nella considerazione siano conosciute, come provenienti da voi e non da me, esse sono chiaramente in armonia colla vostra bontà, colla vostra clemenza e misericordia, colla vostra carità e divina giustizia.

20.  Sì, o mio Gesù, spetta a voi d'illuminare le menti degli uomini, fate che essi possano ricavare abbondanti frutti da queste verità sublimi meravigliose nelle loro novità, e da questi fiori celesti che voi avete fatto nascere per la gloria della vostra umanità divina. Io li ho ricevuti da voi per trasmetterli a tutti i miei fratelli in Dio di tutto il mondo.

21.  Vogliate, o amabilissimo Gesù, gradire queste lodi che son da me fatte per vostra bontà, ed io ve le offro in ossequio, io non faccio altro nella mia pochezza che prestarmi nella mia libera volontà alle ispirazioni celesti che mi rivelate per mezzo del vostro divino spirito.

22.  O, amabilissimo Gesù, io mi sento trasportato a domandarvi una grazia, che nella vostra clemenza e bontà infinita non mi negherete, umiliate il mio detestabile orgoglio, il mio amor proprio, fatemi conoscere chiaramente la mia miseria umana, poiché sono un misero verme della terra, una creatura piena d'imperfezione e di peccati.

 

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NOTE - 1. — In queste sette lodi palesano grandissime verità, tra le principali è quella della esistenza e natura del regno della Speranza, per la quale risulta la natura della Giustizia divina che imparzialmente punisce il male e premia il bene. E mentre era oscuro agli uomini l'esistenza di tal regno, pure nell'umanità esisteva il dubbio della destinazione di quelli che sono nati fuori del seno della cattolica Chiesa, quando fra i detti sofisti ed ingiusti, si è sostenuto ad oltranza che non si sarebbe potuto salvare chi non fosse stato battezzato: e mentre Gesù Cristo parla dell'entrata del regno dei Cieli su questa terra: questi dotti hanno voluto stiracchiare il senso col voler condannare all'inferno tutti quelli che sono morti senza il battesimo d'acqua, benché nel tempo della loro vita non abbiano commesso delitti da meritarne la pena, o che avevano fatto penitenza dei loro reati.

2. — Chi dicesse che Dante nel comporre la Divina Commedia non avesse un raggio di luce suprema, e non fosse un precursore profetico delle verità qui espresse chiaramente, certo è che sarebbe in inganno, ed a conferma di ciò posso dire che lo spirito di verità disse che questo grande poeta, fu di lui precursore profetico, annunziante verità sublimi, e come fattore di opere misteriose e meravigliose, tra le quali è quella che figura lui un grande leone che uccide un mostro con sette teste e quindici corna. Ciò si può vedere nel mio lavoro intitolato: «I due genii d'Italia: Dante Alighieri, precursore e profeta, e David Lazzaretti, messo di Dio».

 

LODI ALLO SPIRITO SANTO

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LODE Ia

 

1.      Verso di voi, o Santo Spirito, mio amatissimo protettore mi dirigo, essendo disposto a lodarvi con tutto il mio cuore, per la riconoscenza che il vostro divino amore m'ispira; poiché voi siete lo spirito che guida ed illumina l'anima mia nell'acquisto di ogni bene.

2.      Se mi sento trasportato a lodarvi, o Santo e divino Spirito, ciò dipende dalla mia libera volontà guidata da una retta ragione, però da sola non basta a sì nobile impresa, è necessario che voi supplite alla mia pochezza colla vostra grazia, affinché io possa chiaramente manifestare le opere vostre nel passato, noi presente e nel futuro.

3.      Siccome tutte le cose passate e future fino alla consumazione dei secoli procedono dalla vostra azione, così a voi, o Santo, divino Spirito, appartiene la cura di tutti i misteri futuri destini; e siete voi che dovete operare cose prodigiose in un uomo che voi stesso proteggete, il fondatore delle sante milizie crocifere: e per la vostra protezione questi crociferi addiverranno gli invincibili conquistatori del mondo intero, e per la vostra ispirazione riformeranno l'ordine morale e civile.

4.      E la stessa ragione del diritto della divina giustizia richiede che nei tempi simili ai nostri, intervenga tra Dio e l'uomo, o Santo e divino Spirito, una terza missione che solamente a voi appartiene del figlio, seconda persona divina, e voi assumete ai tempi presenti questa missione, perché siete lo spirito di fortezza, di sapienza, di amore, di carità, di consiglio e di giustizia.

5.      Si potrebbero addurre moltissime ragioni per dimostrare l'importanza di questa missione, Santo Spirito, per la ragione del diritto divino, voi dovete intervenire sulla terra per arrecare fra gli uomini un assestamento generale coll'emanazione di una terza legge celeste che compia il fine delle altre leggi emanate dal padre e dal figlio, e questa terza logge celeste sarà, emanata da voi, o Santo Spirito, e sarà chiamata la Legge del diritto.

6.      Colla scorta dei vostri divini lumi, o mio Santo Spirito, l'anima mia comprende benissimo che siete voi che dovete colla vostra fortezza, colla vostra sapienza, col vostro amore, e bontà, col vostro consiglio e giustizia, umiliare i superbi ed esaltare gli umili, liberando i buoni e punendo gli empii, e consolando gl'infelici che gemono sotto il peso della miseria e del dolore, e sradicando del tutto dal seno dei popoli l'oppressione e la tirannide.

7.      Tutto questo, o mio amatissimo Santo Spirito, vede l'anima mia sì chiaramente che per augurio vi rendo l'ossequio di onore e di gloria alle vostre grandi e sublimi conquiste, o di somma importanza che i popoli siano prevenuti di questi meravigliosi avvenimenti e della venuta di un nuovo Messia nella persona di un uomo mortale, che figura nostro Signore Gesù Cristo nello sviluppo della redenzione del mondo: e siete voi, o Santo Spirito, che opererete in lui nella figura di Cristo per mezzo di straordinari prodigi.

8.      L'importanza di tutto ciò coincide perfettamente con la ragione e la verità, di tutte le cose, di modoché si può dire che ciò procede dalla sapienza, dalla bontà e potenza infinita di Dio; e la sua provvidenza interviene al tempo voluto, cioè quando vide lo sconvolgimento della natura corrotta, essa viene a rimediarvi per mezzo di un altro sacrificio cruento del suo divino amore e della sua severa ed imparziale giustizia.

9.      Ed è per questo, che voi, o amatissimo Santo Spirito, pel bene di tutto il genere umano, per la gloria completa ed il trionfo della religione verrete tra mezzo agli uomini per portare loro la pace, la salute, la prosperità e la gioia ineffabile di un riposo tranquillo per la Chiesa oppressa e per l'umanità, tirannizzata e stanca di soffrire.

10.  Sì, mio amatissimo Santo Spirito, sono di grande importanza questi felici e prossimi avvenimenti; poiché il male morale e civile è giunto ad un grado inalterabile: i veri fedeli non possono più sopportare le ingiustizie, gli abusi di autorità, le indegnità che commettono gli insensati e miseri figli della corruzione divenuta arbitra del potere sopra la faccia della terra.

11.  Ma voi, mio amatissimo Santo Spirito, col diritto e potere della vostra divinità vi opporrete alle temerarie conquiste di Satana col concorso delle vostre angeliche milizie, voi unendovi ai buoni e devoti fedeli ed ai santi crociferi agirete, affinché gli empi siano vinti ed abbassati alla più grande umiliazione, voi opererete la generale rigenerazione di tutte le cose per mezzo della vostra legge del diritto, questa, è santa, ma severissima Legge.

12.  Io vedo questi sublimi effetti nella vostra missione celeste, poiché siete la terza divina persona procedente dalla volontà assoluta del padre e del figlio, è necessario dunque che io faccia chiaramente conoscere la essenza di questa persona che procede dalla volontà delle altre due, e che dica quale è l'intervento reciproco delle tre persone in Dio, spiegando il valore e le missioni speciali.

13.  Io desidero ardentemente di rendere chiare più che sia possibile le verità della fede coi lumi che voi mi ispirate a questo fine, o amabilissimo Santo Spirito, ed allora l'incredulità non avrà più ragione di dire che la rivelazione delle cose presenti e future non coincidano alle rivelazioni passate, e che le spiegazioni che io do degli avvenimenti profetici, simbolici o figurati non siano esatti e precisi.

14.  Accogliete, o mio amatissimo Santo Spirito, queste lodi come un omaggio anticipato alla gloria delle vostre sorprendenti e prodigiose conquiste, e nello stesso tempo vogliate assistermi colle vostre divine ispirazioni, affinché io possa dire nelle seguenti lodi sui futuri avvenimenti ciò che può condurre all'acquisto della virtù e all'accrescimento della fede.

 

LODE IIa

 

1.      Mio amabilissimo Santo Spirito, io vado rintracciando il diritto, la dignità ed il potere che vi appartengono nell'importantissima esecuzione della missione che vi aspetta come terza persona divina, questo diritto, questa dignità e potere procedono da una stessa causa della missione del Padre e del Figlio, e ne spiegherò le ragioni in una maniera indiscutibile.

2.      La prima causa procede dal Padre, il quale ebbe per lui stesso nella ragione del suo primo intervento una missione speciale nella promulgazione della prima parte del diritto; per cui emanò una legge scritta, per confermare con essa le leggi di natura, e la rivelazione trasmessa ad Adamo, nostro primo padre, fino a Mosè, ed a questo donò il potere assoluto della esecuzione di questa speciale missione, dandogli parimenti l'incarico di fare eseguire questa legge santa per mezzo dei rigori della sua divina Giustizia.

3.      La seconda causa procede dalla missione del Figlio, e come il padre agì da solo nella missione della legge scritta, così la seconda persona doveva agire da solo nella missione speciale della Legge di Grazia, in coincidenza alla legge scritta dal padre, alla quale esso venne ad adottarsi, arrecando una riforma su diversi abusi, ed un compimento per mezzo di nuove cerimonie religiose; e per memoria del Figlio fu istituito il Sacramento della penitenza e del perdono.

4.      La terza causa procede da voi stesso, mio amatissimo Santo Spirito, per la ragione del diritto di missione divina, così voi dovete agire da solo nella vostra speciale missione, confermando la legge scritta e la legge di grazia, purificando nello stesso tempo quest'ultima colla soppressione delle controversie e degli abusi di culto, dandone uno sviluppo per mezzo delle regole esemplarissime che riguardano alla Chiesa il suo potere e la pace al mondo.

5.      Queste tre cause distinte per la ragione del diritto divino devono avere il loro compiuto effetto per opere distinte, ciascuna in una missione speciale, ma nel loro insieme, come ho detto, esse raggiungono il medesimo fine; poiché sono una sola e medesima, causa che procede da un Dio, uno in tre persone distinte. Il Padre, il Figlio, e voi mio amatissimo Santo Spirito.

6.      In tutte le vostre operazioni, o mio amatissimo Santo Spirito, voi procedete dalla volontà del Padre e del Figlio insieme come terza persona divina; e voi siete in realtà questa terza persona divina che ha il diritto e la facoltà di agire colla stessa potenza, colla stessa sapienza e la stessa bontà, uguale al Padre ed al Figlio, con tutte le prerogative di loro divinità.

7.      Siete voi, o amatissimo Santo Spirito, che determinate la volontà assoluta del Padre e del Figlio, la loro divina dignità e sovrana potenza. Tutto ciò che voi deciderete per la vostra speciale missione, sarà per la volontà della sapienza e bontà divina nella loro essenza, voi la eseguirete per la ragione, delle tre persone della Santissima Trinità, esistenti nella loro essenza in un solo Dio.

8.      La sola ragione dell'uomo considera tutte queste verità come innegabili: ma ritorniamo alla ragione del diritto che non può dipendere che da Dio: ma se si ammette come necessaria una nuova Legge del Diritto la sua esecuzione esige ugualmente l'intervento diritto della stessa potenza, della stessa sapienza e della stessa bontà divina, altrimenti non si potrebbe compire il fine della nuova legge del diritto.

9.      A voi, dunque appartiene, o amabilissimo Santo Spirito, di comunicare all'uomo la volontà e l'esecuzione di tutti i vostri divini disegni, e voi che procedete, come ho detto, dalla volontà del Padre e del Figlio nella rivelazione di tutte le cose, a voi la di cui conoscenza del passato e del presente e dell'avvenire, non è che la volontà essenziale di un solo Dio in tre persone distinte e divine.

10.  Nulla evvi di più oscuro e misterioso tra il domma della fede, che l'esistenza delle tre persone divine in un solo Dio, ma l'anima mia, per mercé vostra, o amatissimo Santo Spirito, comprende con chiarezza questo mistero per la presenza nell'anima nostra, delle tre potenze spirituali le quali non hanno che una sola volontà ed un solo oggetto d'azione, mentre ciascuna ha la sua essenza e non si escludono le une dalle altre, poiché agiscono reciprocamente in una sola e medesima persona in virtù della sua essenziale preminenza.

11.  Aggiungo questa spiegazione per dare l'idea del mistero della Santissima Trinità, la potenza spirituale dell'anima nostra opera in tre modi distinti, riguardo allo stesso oggetto d'azione, come una sola e la stessa facoltà del potere. Questo potere appartiene egualmente alle tre facoltà distinte, quando si tratta di un'azione esterna che non si esercita senza il dominio proprio dell'una tra loro.

12.  Come l'evidenza delle cose e l'effetto essenziale della memoria, come la ragione e la sostanza dell'intelligenza e di consenso nell'operazione e la potenza della volontà, così si comprende che ciascuna di queste potenze sia una parte distinta, ma nell'azione pratica e necessario che l'una colle altre operi nelle essenze dell'autorità imperatrice in un solo oggetto d'azione.

13.  Iddio in realtà e una sola causa operante, ma nelle sue tre potenze spirituali egli agisce in tre persone distinte, per dimostrare in tre modi differenti la sua essenziale divinità in ciascuna delle tre persone divine in un solo Dio.

14.  Una verità sì naturale ed esplicita mi sembra ragionevole, però nella intelligenza umana un punto oscuro riguardante l'origine del mistero di un Dio esistente in tre persone, come ancora è un mistero incomprensibile alla ragione umana che una essenziale potenza, una sola sapienza, una bontà di un solo Dio esista in tre persone distinte.

15.  Oh quanto è ammirabile questo profondo e meraviglioso mistero. Non evvene un altro più grande e più sublime in tutti i misteri della Fede e di tutta la creazione, e voi amatissimo Santo Spirito, in tutte le opere che compirete nella vostra riforma, agirete sempre in armonia colla volontà di Dio. Oh venite al più presto possibile a far cessare per mezzo dei rigori della vostra legge del diritto le miserie innumerevoli della povera umanità.

16.  Voi penetrate, o mio amatissimo Santo Spirito, tutti i fini delle cose create, e per vostro intermezzo si provvedono tutti i disegni della provvidenza che riguardano gli avvenimenti dell'umane vicende, fin dai tempi i più antichi voi avete per mezzo delle profezie prevenuto gli uomini di tutto ciò che accade e che accadrà di giorno in giorno di bene e di male fra noi.

17.  Sì, mio amabilissimo Santo Spirito, lo studio il più ammirabile dell'uomo è quello delle profezie; con esse si apprende la dottrina, la sapienza, la scienza, la santità, il consiglio per le meravigliose scoperte che presentano in tutte le conoscenze dell'umano sapere. Nissuno ha avuto da lamentarsi di averle studiate, e di aver creduto con viva, fede gli avvenimenti che esse indica; e quelli che non vi hanno creduto non sono stati contenti e non hanno avuto modo di ripentirsi.

18.  Per la gloria della vostra essenziale divinità, accettate queste lodi, mio amatissimo Santo Spirito, e nello stesso tempo assistetemi coi vostri lumi, affinché io possa, secondo il mio desiderio, lodarvi, annunciando le meraviglie che compirete colla conquista di tutto il mondo, io spero che tutti quelli che leggeranno queste profezie con fede ed umiltà, ne riceveranno profitto.

 

LODE IIIa

 

1.      Ritornando al mio soggetto, io dico che la sapienza infinita di Dio, vi ha incaricato, amatissimo Santo Spirito, di compiere nella pienezza dei tempi, un'opera misteriosissima, presentando singolari esigenze, poiché il Padre ed il Figlio vi hanno incaricato di far trionfare completamente la loro missione e nello stesso tempo quella che vi appartiene.

2.      Guidato dalla vostra prescienza, ecco come io ragiono, mio carissimo Santo Spirito. L'uomo è composto di materia, di ragione e di Spirito, ed in tutte le sue azioni egli è sempre una di queste tre sostanze, che stanno insieme, nella forma sostanziale della personalità umana, ma in questa unione la forza sostanziale di ogni operazione rimane legata alle altre esclusivamente in seno della parte sostanziale che deriva di più dallo spirito.

3.      Ora si può applicare questo ragionamento a voi stesso, o mio amatissimo Santo Spirito; essendo essenzialmente lo spirito di Dio, poiché avete in voi in un modo indissolubile tutta la sostanza divina, in guisa che avete la parte principale nella quale si trova riunito ogni bene dei disegni di Dio, questo fine non è altro che il compimento di tutto ciò che e stato intrapreso dal Padre e dal Figlio, e che voi dovete compiere colla conquista di tutta l'umanità di cui farete un solo ovile, un solo pastore con una sola fede ed una sola legge.

4.      Ecco, o amatissimo Santo Spirito, ciò che vede l'anima mia, riguardo alle vostre portentose conquiste fra gli avvenimenti ed i destini futuri di questo mondo sì triste ed infelice.

5.      Ritorniamo di nuovo, o mio amatissimo Santo Spirito, alla spiegazione del diritto, in questa questione risaliamo fino a Dio, il Padre, e vedremo se le mie proposizioni sono basate sopra solide ragioni, e se bastano ad esporre senza alcun dubbio la certezza della verità dei fatti che hanno il loro fondamento nei diritti procedenti della stessa ragione del diritto.

6.      Io non mi separo mai dalla mia propanzione relativa al diritto come è necessario che Padre sia il principio del Figlio, così è necessario che il Figlio sia in unione col diritto, di cui dal Padre riceve la comunicazione, in guisa che la successione di questo diritto non può in alcuna maniera essere interrotta da alcuna legge divina ed umana, da tutto ciò si può evidentemente concludere che il diritto del Figlio procede da quello del Padre, e così si giustifica la missione del verbo fatto uomo.

7.      La stessa ragione servirà a stabilire i rapporti che hanno fra loro il Verbo e lo Spirito Santo, poiché è facile comprendere che questo divino Spirito è in unione col diritto di cui dal verbo riceve la comunicazione; se così non fosse, non sarebbe possibile spiegare le ragioni del diritto reciproco che devono esistere tra le tre persone divine in un solo Dio, da ciò ne consegue in modo irrefragabile, che il diritto dello Spirito Santo procede da quello del Padre per la ragione suddetta parlando del verbo.

8.      Voi dunque, o amatissimo, Santo Spirito, per le ragioni che espongo possedete tutte le prerogative del Padre e del Figlio, ed è per questo che nella vostra speciale missione potete agire con tutta la potenza della divinità e con tutta la forza della ragione del diritto. Per questa ragione vedo in voi come un compendio di tutti i dommi della fede per il completo trionfo della Chiesa, la diletta sposa del verbo, per tutto ciò che deve avvenire nella pienezza dei tempi, voi chiaramente me lo fate comprendere, affinché in seguito io possa parlare per la vostra gloria, essendo il precursore del vostro meraviglioso avvenimento.

9.      Tutto ciò lo ripeto deve avvenire per la ragione del diritto, da diversi passi delle sante scritture si può imparare che è prossimo il tempo di una nuova riforma di tutte le cose, questa riforma deve venire da Dio, perché il diritto deve prevalere sui costumi che nella vita sociale sono diminuiti dall'incredulità e dall'ateismo.

10.  E chi non vede e non comprende, o amatissimo Santo Spirito, la necessità di un nuovo ordine di cose pel giorno dell'umana famiglia, si può dire che la clemenza e la giustizia divina sono quasi forzate a palesarsi con un atto straordinario, e mostrare una potenza capace di opporsi al male che ogni giorno aumenta, e di cui le gigantesche conquiste abbracciano tutti i popoli e tutte le razze.

11.  Siete voi, o amatissimo Santo Spirito, che compirete questa opera, da voi saranno gettati nella polvere i superbi; per la vostra potenza divina voi getterete nei più profondi abissi tutti i maligni spiriti di averno e li chiuderete, affinché mai possine più arrecare fra gli uomini il disordine, la discordia e la miseria.

12.  Voi lo vedete, o amatissimo Santo Spirito, la parte del male ha superato di gran lunga quella del bene, ora, come quest'ultimo potrebbe opporsi al primo che è sì forte che dispone di tutte le forze materiali? Solamente col vostro potere divino potete opporvi ad un male sì grande e portare la pace e la salute fra gli uomini, per mezzo dei rigori della vostra santa legge del diritto.

13.  Sì, mio amatissimo Santo Spirito, la vostra missione è destinata a compiere la redenzione di tutti gli uomini per la riforma dei costumi caduta generalmente nella corruzione, il governo morale e civile sarà riunito, per mezzo di una nuova e gloriosa amministrazione coi rigori della vostra santa Legge scritta e legge di grazia con tutte le verità della fede.

14.  Per la vostra gloria, o amatissimo Santo Spirito, prevedo perfettamente nelle cose future, che tutto ciò che. riguarda il riordinamento generale del mondo coi vostri divini lumi io discerno fino ai più piccoli dettagli le rigorose riforme che apporterà la vostra legge del diritto; ed è per questo che mi fa un dovere di prevenire i popoli affinché essi siano preparati bene alla vostra prodigiosa venuta fra essi.

15.  Tutto ciò che io faccio, è per la vostra ispirazione, o amatissimo Santo Spirito, e perciò vi rendo un omaggio con tutte queste lodi che degnatevi benignamente di accettare, e vi prego nello stesso tempo di illuminarmi sempre più affinché possa fare un quadro il più perfetto dei vostri prodigiosi avvenimenti e che queste verità rimangano impresse nella mente di coloro che leggeranno e le ascolteranno.

 

LODE IVª

 

1.      Io giungo al diritto ed al potere della vostra missione tutta speciale, o amabilissimo Santo Spirito. Io vedo l'esito di tutte le vostre sorprendenti conquiste nel loro progresso e sotto le forme le più diverse per la gloria vostra come per quella del Padre e del Figlio.

2.      Io sento, o Santo Spirito, innalzarsi un fremito ed un grido generale fra i popoli. Io ascolto la voce dei potenti ed il loro grido all'armi, all'armi; i comandi delle loro milizie non corrispondono agli ordini; tutto è confusione, è spavento fra essi, ed altre voci si fanno sentire: «Pace, o fratelli, viva la legge del diritto, abbasso il potere, abbasso la forza che distrugge ogni fratellanza cittadina e sociale».

3.      Io vedo, mio amatissimo Santo Spirito, in mezzo a queste ribellioni, alla confusione ed al terrore discende dai monti l'uomo grande, seguito da un piccolo drappello di borghesi montanari, senza altre armi che il crocifisso, la corona ed il santo vessillo sul quale si vede l'immagine di Gesù Cristo e della santissima Vergine Maria, nel quale a grandi caratteri sono scritte queste parole: Dio è con noi che siamo, i soldati delle sante milizie.

4.      Io vedo, amatissimo Santo Spirito, la maggioranza dei popoli dividersi in diversi partiti, un gran numero di essi aspira, al potere politico e ricorre all'astuzia ed alla seduzione; molte vittime cadono per causa delle loro insurrezioni, delle loro rivoluzioni e delle guerre intestine, io vedo i popoli sollevarsi, armarsi contro altri popoli.

5.      Ecco, o mio dilettissimo Santo Spirito, l'uomo grande che si avanza con la sua milizia senza armi, composta di borghesi e montanari. Egli si avanza a nome della legge del diritto e va contro i popoli armati, gridando con voce di terrore e di spavento; tremate empii, tiranni paventate tutti, pace a voi o Figli della patria e della fede, ascoltate la voce di colui che parla e viene a nome di Dio a risparmiare il vostro sangue e la vostra vita.

6.      A queste parole l'uomo grande viene acclamato; egli si mischia fra la moltitudine dei popoli che lo circondano da ogni parte, e loro tiene questo linguaggio: «Ecco o figli della patria e della fede, ciò che volete e che cercate; ecco un volume ove è scritta una nuova legge che vi ho annunziato sotto il nome della legge del diritto. Io l'ho scritta per volontà dell'altissimo ed è emanata dal suo divino spirito, la spirito di verità, io agisco in suo nome e faccio le sue veci».

7.      Un grido generale s'innalza: «Viva la legge del diritto, viva lo spirito del Signore, viva la Fede e la libertà della patria; abbasso la tirannia». A queste grida i malvagi si separano dalla moltitudine del popolo e si nascondono fredendo contro l'uomo grande che dice ad alta e chiara, voce: «Tremate di terrore e di spavento oppressori della patria e della fede, Dio è con noi; e la causa giusta, della legge del diritto che ci guida».

8.      Eccolo, o mio amatissimo Santo Spirito, questo uomo grande, tutto ripieno del vostro potere divino, della vostra sapienza o bontà: esso parla alla moltitudine dei popoli, li rianima, li consola, accende in loro la fede, li commuove fino alle lacrime; queste stesse moltitudini lo acclamano, lo benedicono nel vostro santo e divino nome lodando Dio, Gesù Cristo e la santissima Vergine.

9.      Dall'altra parte vedo i perversi figli della corruzione che congiurano per contendere all'uomo grande, e riuniti in forti falangi vanno contro di lui: Ah! Miserabili vedo che la vostra grandezza, o amatissimo Santo Spirito, opera contro di essi uno spaventevole prodigio: cosa inaudita, in un momento sono attaccati dall'uomo grande, e dai suoi campioni, sono battuti e dispersi come polvere al vento.

10.  O Santo Spirito, io vedo che a questo prodigio la più parte grande dei popoli si mostrano favorevoli alla legge del diritto, e la potenza dei poteri politici si è scossa. Appena incomincia la pugna accanita tra la parte del diritto ed i fautori delle rivolte, si fa un orribile massacro, ma ecco che di nuovo l'uomo grande opera un prodigio inatteso, in un momento gli uomini della pace e della fede sono dispersi da tutte le parti.

11.  Io vedo, o Santo Spirito, che mentre sovrabbondano le miserie, i pianti i gemiti, l'effusione di sangue e le vittime, in mezzo alle insurrezioni, alle rivolte ed alle guerre intestine dei popoli, l'uomo grande va da per tutto, e per tutto porta la pace, la salute e la prosperità con la riforma ed i rigori della nuova e santa legge del diritto.

12.  Sì, sì mio amatissimo Santo Spirito, quest'uomo ha avuto il vostro divino potere, la vostra sapienza e bontà; in un momento improvviso in mezzo alla ribellione dei popoli un'armata prodigiosa che divide in tre ordini con regole distinte: un ordine per gli armigeri, un altro per il culto, ed il terzo per la santa ospitalità, appena il vostro santo esercito è formato, il potere civile e politico si trova nelle sue mani, ed egli intraprende sopra differenti parti della terra le vostre gloriose conquiste.

13.  Quest'uomo arricchito dei vostri doni, o mio Santo Spirito, va da un popolo all'altro e tutti lo acclamano, lo benedicono come loro liberatore mandato da Dio, i popoli ricevono da lui il nuovo governo costituito dai rigori della legge del diritto, e con le armate numerosissime, egli si avanza contro tutte le potenze della terra.

14.  Quali prodigi, quali meraviglie, mio Santo Spirito, quest'uomo opera colla vostra grandezza e la vostra potenza divina. Io lo vedo come un angelo sterminatore che abbatte, atterra e distrugge in mille modi i nemici della patria e della fede, chi non l'ama e non lo segue, lo teme e fugge davanti a lui; spaventati dal suo invincibile potere.

15.  Io lo vedo, o amatissimo Santo Spirito, non è solo l'uomo grande ripieno di voi, ma ancora un gran numero di quelli che lo seguono, così essi addivengono sì forti e valorosi che un solo di essi va contro cento, mille o contro cinquemila, li abbatte, li atterra e li disperde in mille maniere. Io conosco questi prodigi ma non posso rivelarne il segreto, e non dirò ciò che faranno questi valorosi campioni per disperdere i nemici della patria e della fede, perché così vi piace.

16.  Io vedo ancora l'uomo grande, seguito dai suoi intrepidi e numerosi campioni, percorrere immense pianure, traversare le montagne, valicare i mari, ed avanzarsi come un uragano, egli percorre tutti i regni della terra senza che alcuna forza possa resistergli.

17.  Io vedo, mio amatissimo Santo Spirito, molte potenze della terra riunirsi verso il nord e tenere secretamente concilio per cospirare contro l'uomo grande ed opporsi alle sue gloriose conquiste, un gran numero tra essi sono di contrario avviso e si manifestano favorevoli all'uomo di Dio. Ripieni del vostro spirito essi vanno ad onorarlo, gli giurano fedeltà ed obbedienza, lo riconoscono umilmente come un vero mandato di Dio.

18.  Io vedo, mio amatissimo Santo Spirito, che molti partigiani dell'uomo grande ugualmente cospirano contro di lui, dopo avere con falsi pretesti domandato ed ottenuto grandi favori. Ma egli illuminato della vostra scienza, li vede, li chiama a sé, e contentandosi di domandar loro perdono per aver loro dato piccoli favori, promettendo di accordar loro dei più grandi ancora, poiché abbiano pietà di loro stessi.

19.  O grandezza, o mio Santo Spirito, dalla vostra suprema sapienza, io vedo questi congiurati gettarsi ai piedi dell'uomo grande, ed implorare la sua pietà ed il suo perdono, ed esso loro risponde con queste parole: «Andate miei amici che satana sia sempre lungi da voi; io non ho motivo di perdonarvi un male, che solamente avete tentato di fare a voi stessi, che Dio sia con voi, colla pace e con la fede».

20.  O potenza, mio Santo Spirito, dalla vostra divina virtù vedo quelli che avevano cospirato contro l'uomo grande, colti da timore e spinti da tenerezza per lui non sapendo più riconoscere loro stessi. Essi si alzano da terra e gridano ad alta voce: «Sia glorificato Iddio, noi siamo rigenerati alla vita e pronti a dedicarci con giuramento al vostro servizio». Vedo questi congiurati d'allora in poi santificarsi ed addivenire gli uomini più distinti nelle armi e nelle lettere.

21.  O amatissimo Santo Spirito, vedo l'uomo grande temuto da tutto il mondo, dopo le sue gloriose conquiste lo vedo rendersi di nuovo solitario, e dopo essersi separato dai suoi campioni, nascondersi agli occhi di tutti e come un delinquente, ritirarsi nei luoghi inabitati e deserti a bagnare colle sue lacrime la caverna dove si nascose a piangere amaramente i suoi peccati.

22.  Io vedo, Santo spirito, in tutti i campioni e seguaci dell'uomo grande il viso coperto di tristezza e di afflizione dopo che il loro caro prence, si è fatto solitario per menare una vita dura e penitente, vedo che un gran numero di essi al di lui esempio si dispongono ad imitarlo, ed rinunciare a tutte le delizie e piaceri del mondo, li vedo con lui divenire santi praticando tutte le virtù cristiane, e farsi ammirare da tutti per la loro santità, ed essere ricercati dei loro consigli.

23.  Vedo, o Santo Spirito, dopo un certo tempo l'uomo grande riunirsi di nuovo coi suoi fedeli campioni, e con essi percorrere la terra da un continente all'altro. Io vedo praticare asprissime penitenze in guisa che i suoi compagni temendo della sua vita lo pregano di usar più riguardi; ma, esso risponde loro che l'anima gode quando il corpo langue.

24.  O grandezza della divina virtù, mio amatissimo Santo Spirito; questo uomo è sì grande che nissun essere umano potrebbe uguagliarsi, ma siete voi che operate in lui, fortificate il suo corpo, ed il suo spirito, egli non è che un povero peccatore che senza la vostra assistenza, senza la vostra protezione non sarebbe che un uomo il più misero e meschino di questo mondo.

25.  Sì, mio amatissimo Santo Spirito, l'anima mia vede tutto questo, quell'uomo è ripieno della vostra grazia divina, la di lui volontà ed i suoi atti non procedono che dalla vostra volontà, egli si è dedicato tutto a voi, e coi lumi della vostra sapienza lo vedo scrivere il codice della nuova legge del diritto, e per uniformarsi alla vostra volontà nel corso delle sue penitenze fare degli scritti che saranno considerati come oracoli della sapienza umana.

26.  Accogliete, mio amatissimo Santo Spirito, queste profezie e queste lodi anticipate della vostra gloria futura, ed assistetemi coi vostri lumi, affinché io possa, benché povero peccatore, nella maniera la più conveniente e con tutta la semplicità secondare i diversi impulsi delle vostre sante ispirazioni.

 

LODE Vª

 

1.      Tali sono, mio amatissimo Santo Spirito, i frutti meravigliosi che la vostra nuova legge del diritto apporterà fra tutti i popoli della terra. Io lo vedo che in virtù dei rigori della sua disciplina e rigori agli effetti fecondi delle morali e civili istruzioni accettate da quasi tutti i popoli del mondo, le di cui regole sono egualmente scritte dall'uomo grande ed unite alla legge del diritto, regnare una sola pace universale fra tutti gli uomini.

2.      Vedo i popoli barbari, infedeli ed increduli diventare tutti cristiani cattolici, umili e santi. Li vedo glorificare Iddio in tutti i suoi divini attributi; adorare la croce, esercitarsi nella pratica di tutte le virtù e della carità cristiana con un fervore il più grande e santo, in guisa che non si è mai visto uno spettacolo simile fra gli uomini.

3.      Io vedo, o Santo Spirito, il santo legno della croce innalzata su tutti i punti del globo, sulle cime delle più alte montagne. Vedo costruire sopra un gran numero di questi monti giganteschi e magnifici monumenti per eternare la gloria della vostra conquista prodigiosa di tutto il mondo alla fede di Cristo.

4.      Io vedo ancora, amatissimo Santo Spirito, in mezzo a tutte le Chiese, erette nelle grandi metropoli della terra, elevarsi un trono dedicato alla Santissima Trinità di una meravigliosa ed elegante architettura, chiamata: «Il tabernacolo della nuova legge del diritto» per ciò il culto presenterà cerimonie ancora sconosciute.

5.      Vedo, amatissimo Santo Spirito, in tutte le Chiese del mondo davanti alla porta d'ingresso nell'interno una grande Croce innalzata sopra un piedistallo con gradino di pietra, questa pietra si chiama santa, davanti alla quale ogni fedele deve inchinarsi e baciarla con la più grande devozione in testimonianza di fedeltà alla Chiesa ed alla nazione e come l'espressione di rispetto pel culto del nostro Signor Gesù Cristo.

6.      O amatissimo Santo Spirito, vedo ancora una pietà ineffabile in tutti i tempii della terra, vedo i due sessi separati; il contegno umile e modesto delle donne coperte modestamente fin dalla prima fanciullezza di un velo amplissimo che dalla testa scende sino ai piedi. O che bellezza, che umiltà, che modestia, che santità: ciascuna sposa, ciascuna giovine sembra una Maddalena, un angelo disceso dal cielo per adorare Iddio.

7.      Oh! quanti soggetti di soddisfazione e di gioia, o mio Santo Spirito, vedo un ordine religioso di eremiti, sacerdoti e laici, i quali in parte hanno seguito l'armate delle sante milizie, nelle vostre conquiste. Essi fabbricavano nei luoghi più montuosi e deserti, monumenti magnifici per onore della santissima Triade. Vedo innalzarsi grandi costruzioni che saranno le loro case di preghiere e questi edifici saranno i primi ed i più meravigliosi dell'universo.

8.      Vedo un altro santo ordine che sacerdoti e laici del tutto occupati alle opere di misericordia e di carità cristiana negli ospedali ed in altri stabilimenti pubblici, essi dedicano ancora agl'insegnamenti ed all'educazione morale e civile di tutto il mondo, e tali saranno i frutti delle loro opere di misericordia e di carità che essi faranno santi tutti gli uomini, e la loro condotta sarà un modello di tutte le cristiane virtù.

9.      Io vedo, o amatissimo Santo Spirito, un terzo ordine di sacerdoti e laici secolari, menano tra essi una vita comune, e dedicarsi tutti ai santi esercizii del culto parrocchiale distaccati da ogni interesse, non si ingeriscono affatto del mondo, e menano una vita religiosa e pia, in guisa che si potrà dire che il Clero della Chiesa universale in tutto il mondo è composta di angeli tutelari delle anime di tutti i fedeli.

10.  Vedo, o Santo Spirito, un altro ordine di sante ed angeliche vergini che in gran numero avranno seguito l'esercito delle sante milizie, nelle gloriose conquiste dedicate interamente al ritiro ed alla penitenza, esse si occupano ancora dell'educazione morale e civile delle giovani di famiglie nobili e dell'insegnamento delle arti, delle scienze e delle lingue.

11.  Io vedo, o amatissimo Santo Spirito un secondo ordine di vergini sante e pie dedicate alla preghiera, agli esercizii del culto ed alla educazione di tutte le figlie del popolo, non solo morale ma ancora dei doveri pratici e religiosi, in guisa che si potrà dire che esse per la loro virtù sono le preziose gemme che formano tesori della modestia, e della purità, dell'umiltà, della saggezza di tutte le perfezioni.

12.  Io vedo, o Santo Spirito, un terzo ordine di pie e sante suore e madri della carità, tutte occupate alle opere di misericordia e di carità cristiana negli ospedali e stabilimenti pubblici, la loro condotta sarà un modello di carità e di amore, e si dovrà dire di esse che la vita religiosa cristiana non può offrire di più virtuosi esempi.

13.  O amatissimo Santo Spirito, l'anima mia vede sparso per tutti i popoli un ordine secolare composto di uomini e di donne di tutte le condizioni e sarà chiamato l'ordine secolare fratellanza cristiana. Essi dedicheranno alla preghiera ed agli esercizi religiosi nei tempii fatti per essi e regnerà tra loro tanta carità che si potrà ugualmente dire che non solamente saranno santi, ma ancora angeli discesi dal Cielo per santificare i figli e le figlio di tutta l'umana famiglia.

14.  A qual punto la santità, l'umiltà, la carità, la saggezza regneranno allora fra gli uomini, in questi tempi fortunati e felici si potrà dire che il mondo è addivenuto un soggiorno di beatitudine, un paradiso terrestre, poiché l'uomo non potrebbe essere più felice quaggiù.

15.  Ecco, o amatissimo Santo Spirito, ciò che scorge l'anima mia delle vostre gloriose conquiste, e vede egualmente che il vostro Santissimo e divinissimo nome sarà lodato da tutti gli uomini, i quali vi chiameranno loro liberatore, e la vostra gloria sarà sì grande che rallegrerà tutti gli abitanti del cielo e della terra.

16.  O amatissimo Santo Spirito, accogliete queste lodi in ossequio delle vostre future meravigliose conquiste e fate che io benché peccatore indegnissimo ottenga una piccola parte di un sì grande bene, non solo del corpo ma ancora della povera anima mia.

 

LODE VIa

 

1.      Venendo in questo mondo, dopo la missione del Padre e del Figlio, o amatissimo Santo Spirito, voi sarete il liberatore del genere umano, da ogni male che regna tra essi: poiché le miserie temporali e spirituali, l'empietà ed ogni sorta di vizi sono al colmo della misura.

2.      Mio amatissimo Santo Spirito, voi renderete la calma al mare agitato di questo povero mondo; voi porterete la pace agli uomini e la tranquillità alla Chiesa, che si riposerà in seno del suo divino sposo, e gusterà con un dolce sonno dopo tante oppressioni e calamità, questa tranquillità, compirà la felicità di tutta l'umana famiglia, e la fede e la religione formeranno la principale, consolazione di tutti gli uomini.

3.      Per voi, o Santo Spirito, la felicità che regnerà su tutta la terra sarà talmente grande che il mondo sembrerà, come ho detto, un luogo di beatitudine. Il passaggio dall'estremo del male, a quello del bene sarà sì prodigioso che gli uomini appena ci crederanno, quando si troveranno al colmo della felicità e di tutto il bene.

4.      Sì felici saranno coloro che potranno prendere parte alla gloria ed al bene di un grande trionfo. Allora, o Santo Spirito, si potrà dire che Dio nella sua bontà infinita ha voluto risarcire la povera umanità di tutti i mali che ha potuto sopportare nel corso di tanti secoli passati, cioè dalla caduta dell'uomo fino a questi tempi felici e fortunati.

5.      In questi tempi di una sì grande felicità, in mezzo a tutto benessere, o amatissimo Santo Spirito, vedo le vostre sante milizie sui campi di battaglia, nelle loro caserme in tempo di pace, di guerra, in ogni luogo adorare la Croce; praticare i santi sacramenti della penitenza, venerare il culto ed i dommi della fede come un ordine di pii e santi religiosi.

6.      Oh! Ammirabile spettacolo; o felicità inesprimibile, amatissimo Santo Spirito, i capi stessi delle vostre sante milizie saranno i primi a dare questo meraviglioso e santo esempio, essi venereranno talmente il sacro culto della religione, che si faranno un dovere di osservare come legge ed ordini emanati da Dio, il più piccolo comando del capo supremo infallibile della Chiesa.

7.      Quale soddisfazione e felicità, o amatissimo Santo Spirito, quando si vedrà in gran numero che i potenti di questo mondo addiverranno fedeli figli ed umili servi della Chiesa, essi a lei giureranno fedeltà e sommissione e riconosceranno il sovrano pontefice della Chiesa Universale come loro unico padre e Re supremo infallibile nella Legge e nella Giustizia spirituale e temporale.

8.      Che contento, che felicità, che beatitudine si proverà, o amatissimo Santo Spirito, nel vedere la tranquillità e la pace che godranno tutti gli uomini in seno ad una sola e medesima fede, sotto il manto della Chiesa di nostro Signore Gesù Cristo, un sì gran bene causerà un'allegrezza universale fra gli uomini, e nella durata di questi avvenimenti sembrerà che la miseria ed il dolore non siano mai stati nel mondo.

9.      Che gioia, che felicità, che incanto, o amatissimo Santo Spirito, nel vedere il Clero della Chiesa Universale menare in genere una vita umile, pia, santa, distaccata da tutto, senza alcuna ingerenza negli affari del mondo occupati solamente al servizio di Dio.

10.  O amatissimo Santo Spirito, che contento, che felicità, che gioia inesprimibili; quando si vedrà nel santuario di Dio il più grande rispetto in tutti i fedeli, non si volgerà il minimo sguardo, non si farà una sola parola, se non per compiere una cerimonia di culto.

11.  O amatissimo Santo Spirito, in questi tempi felici che grande umiltà, che saggezza, che purità, che grande santità, si vedrà regnare in seno alle famiglie, in pubblico e nelle conversazioni private, un'alleanza fraterna ravvicinerà tutte le nazioni, così non vi saranno più ostacoli nei cambi e nei rapporti commerciali.

12.  Sì, mio amatissimo Santo Spirito, per le vostre gloriose e meravigliose conquiste nel mondo si formeranno tredici grandi nazioni che avranno le stesse leggi, lo stesso culto, la stessa fede sotto un solo pastore. E lo spirito di rivelazione cesserà completamente tra i popoli.

13.  La lealtà, la carità, l'amore, la cordialità saranno virtù ordinarie tra i popoli, e l'uomo più malvagio di quei felici e fortunati tempi sarà paragonato agli uomini saggi dei nostri giorni, dimodoché per vostra virtù, o amabilissimo Santo Spirito, non vi sarà che realtà, cordialità, amore, carità, giustizia, pace, prosperità, e santità fra gli uomini.

14.  La vostra Santa e divina immagine, o amatissimo Santo Spirito, sarà portata da tutte le vergini, che la uniranno nel petto ai santissimi cuori di Gesù e Maria. I fedeli tutti avranno per voi una devozione particolare e vi renderanno un culto speciale dopo quello dovuto alla Santissima Trinità.

15.  Affrettate, vi prego, o Santo Spirito, la vostra venuta, perché i popoli sono al sommo delle miserie e voi lo sapete, essi gemono e languono nella più grande miseria, essi sono oppressi sotto il giogo tirannico e crudele della inumanità e della in giustizia.

16.  Venite oh, venite al più presto possibile, o mio amatissimo Santo Spirito; voi vedete come la potenza del male domina su quello del bene. E come si può resistere senza il vostro divino soccorso, nei nostri perigli, e venite a mostrare la potenza e la grandezza della vostra missione, oh! venite io vi attendo con ansietà indicibili; milioni di fedeli vi attendono e non cessano di supplicarvi, affinché affrettiate la vostra venuta in questo mondo, per liberare dall'oppressione la povera umanità.

17.  O mio amatissimo Santo Spirito, io vedo chiaramente che tutti questi beni e felicità da me descritti devono presto avvenire, l'ora ci preme, ma io desidero di abbreviare ancora i minuti. Io sospiro tanto la vostra venuta in questo mondo per la salvezza della povera anima mia. Accettate, o amatissimo Santo Spirito, queste lodi come un dono, una testimonianza delle vostre sante ispirazioni, del mio buon volere ed ancora del desiderio ardente di essere sempre in grazia vostra, e prestarmi in tutto ciò che da me volete, e di operare secondo il vostro servizio per la gloria più grande di Dio, e per il vantaggio della povera, oppressa umanità.

 

LODE VIIa

 

  1. Io comprendo, o amatissimo Santo Spirito, il grido del rumore pubblico, come il mezzo di questa prosperità potrà aversi un vicendevole accordo accettabile della classe privilegiata e da tutti i figli diseredati tra gli uomini; tutto ciò parrebbe impossibile poiché la vita ricca e comoda nell'ordine naturale non è poco atta a disporre l'uomo alla sommissione ed alla obbedienza di se stesso.
  2. In virtù della vostra divina potenza, della vostra bontà, sapienza, o amatissimo Santo Spirito, tutto procederà tra gli uomini con ordine; e in pace ed armonia perfetta per mezzo dei rigori della vostra santa legge del diritto, poiché tutte le regole del codice civile, morale, pubblico e religioso, saranno perfettamente appropriate a tutte le condizioni, a tutte le età e sesso, e la severità della giustizia uguaglierà l'amore, la carità e la Fede.
  3. In generale l'ordine della vostra legge del diritto, o amato Santo Spirito, sarà un rigore di culto, il tentare di violarlo sarà lo stesso che esporre la propria vita, nulla potrà sfuggire alla pena di una più piccola colpa, se essa ha causato un disordine, uno scandalo pubblico.
  4. Le condizioni dell'umana famiglia saranno presso a poco allo stesso livello in ciò che riguarda le cure della finanza, tanto pubbliche che private, poiché non vi sarà che un solo padre, dispensatore di tutti i beni, che saprà provvedere con imparzialità, con giustizia e con amore ai bisogni di ciascuna nazione, di ciascun popolo e famiglia.
  5. La giustissima e severissima legge del diritto, o Santo Spirito, proscriverà inesorabilmente il superfluo e la smisurata ambizione, la vostra santa legge del diritto sradicherà intieramente dal seno dei popoli i barbari costumi attuali, questo spirito inumano ed indegno dell'egoismo e dell'avarizia, riformerà tutto ciò che non sarà riconosciuto utile e necessario al bene pubblico e particolare.
  6. Non vi sarà più tra gli uomini, o amatissimo Santo Spirito, il desiderio di accumulare tante ricchezze e capitali improduttivi tesori iniqui dove si è compiuta l'indegna ed inumana avarizia, ogni valore, ogni capitale pubblico e privato dovrà fruttare in limiti della vostra giusta e santissima legge del diritto.
  7. Il commercio, il negozio, le arti e tutte le professioni, saranno regolate per l'utilità pubblica e privata, niente potrà sfuggire alle prescrizioni della vostra santa legge del diritto, o Santo Spirito, perché tutto sarà sorvegliato dall'amministrazione civile e politica, e gli ordini delle vostre sante leggi non potranno essere violate sotto le pene le più grandi.
  8. Il governo civile sarà unito al governo religioso e pubblico, in questo modo regnerà una buona armonia in tutti i rapporti. Il più piccolo disordine non potrà effettuarsi, o Santo Spirito, perché i doveri della fede, del culto, dell'amore, della carità e della giustizia, tutto in una parola saranno un conchetaneamento severissimo per mezzo dei rigori della legge del diritto.

9.      L'educazione che comprenderà l'insegnamento di tutti i doveri religiosi e patrii e sarà dato del diritto di cittadinanza a tutte le classi della società fino all'età determinata dalla legge del diritto i bisogni e le condizioni di ciascun individuo; un padre solo avrà la cura di esercitare e fare esercitare la necessaria sorveglianza, ed egli sarà guidato dalla vostra divina sapienza, o amatissimo Santo Spirito, affinché la virtù riceva la sua ricompensa e che il vizio sia severamente punito.

  1. Le classi e condizioni cittadine saranno ben distribuite, si distingueranno da un segno esterno, nissuno di qualunque sesso ed età potrà apparire in pubblico ed in privato al di sopra di una reale posizione e condizione sociale.
  2. La libertà dello studio avrà in generale un freno; si avrà cura di purgare tutto questo miscuglio di seduzioni ingannevoli e di veleno mortale che racchiudono queste filosofie internali, questi empi libri scientifici, queste novelle galanti piene di alterazioni, questi romanzi e storie immaginarie. Il rigore della vostra santa legge del diritto reprimerà tutto ciò, o amatissimo Santo Spirito, affinché la morale sia l'educazione che conviene agli uomini.
  3. La libertà della stampa sarà rigorosamente limitata alle notizie necessarie del governo politico, religioso, morale e civile, alle pubblicazioni utili per la scienza, del commercio, per le arti e l'agricoltura, nulla di superfluo e di pericoloso pel bene morale e civile sarà messo in circolazione o comunicato in particolare, o sia stampato o manoscritto, sotto le pene le più rigorose della vostra santa ma severissima legge del diritto, o amatissimo Santo Spirito.
  4. La vostra santa e severissima legge del diritto, o amatissimo Santo Spirito, sarà come un fuoco ardentissimo disceso dal cielo sulla terra per purificarla dalle sue zozzure, dai costumi barbari e disordinati che la infestano dopo che essi hanno preso possesso del cuore corrotto della più grande parte degli uomini. Sì, la vostra santa legge del diritto sarà un fuoco celeste che per distruggerli separerà il vizio, la venalità e tutte le materie immonde dell'oro prezioso, dell'amore, della carità e della moralità cristiana.
  5. Le arti indegne di trarre il vero della menzogna, e di coprire la menzogna coi colori della verità, sarà del tutto distrutto dalla vostra santa e severissima legge del diritto, mio amatissimo Santo Spirito, per distruggere il vero dalla menzogna non vi saranno che due colori, cioè il bianco ed il nero, e per meglio dire, la vita e la morte. Guai, guai a coloro che mentiranno, sì, guai.
  6. La Giustizia Criminale sarà severissima contro i colpevoli, ed il più piccolo delitto sarà punito con una pena fortissima, l'omicidio volontario, il delitto di aggressione, di violenza, di attentato contro il governo della Chiesa e della nazione, il furto qualificato al di sopra di una somma stabilita dalla legge del diritto, o amatissimo Santo Spirito, saranno delitti che costeranno la vita a chi li commette.
  7. I processi civili, come criminali, dovranno essere risoluti prontamente; i rei che la vostra santa legge del diritto colpirà con pene rigorose, o mio Santo Spirito, saranno sottoposti ai lavori di pubblica utilità. Le prigioni, i bagni, le penitenzierie saranno convertiti in stabilimenti di utile pubblico e privato.
  8. Le madri, i padri di famiglia, o mio Santo Spirito, saranno responsabili delle azioni dei loro figli fino ad una certa età prescritta dalla vostra santa, giusta e severissima legge del diritto, una severissima pena sarà inflitta ad un padre ed alla madre che darà uno scandalo alla sua famiglia, od in pubblico per qualunque azione disonesta, o pel suo libertinaggio.
  9. La gioventù sarà responsabile dei suoi atti accompagnati da una promessa di matrimonio, l'adozione dei figli; il diritto di successione alla eredità paterna, l'obbligazione di assistenza filiale saranno le conseguenze di queste pratiche, e ritenuto al rigore delle legazione matrimoniale in fede della buona stima di una sola affettuosa pratica in passione di fede coniugale.
  10. Il libertinaggio, il concubinato saranno rigorosamente puniti; i colpevoli saranno separati e messi negli stabilimenti pubblici per utilità del bene generale, in una parola, per mezzo dei rigori della vostra santa legge del diritto, o amatissimo Santo Spirito, tutte le persone che saranno causa di scandalo e di disordine saranno ritirate dal seno della società, di modo che il vizio e la turpitudine saranno estirpati fra i popoli come la mala erba dei campi.
  11. O mio amatissimo Santo Spirito, voi apporterete questo rinnovellamento di tutte le cose in virtù delle vostre gloriose conquiste di tutti gli uomini, e colui che sarà la figura materiale quaggiù della vostra fortezza, del vostro sapere, della vostra bontà, del vostro amore, della vostra carità e giustizia, è l'uomo grande.
  12. Quest'uomo al quale darete grande potere di conoscere totalmente le vostre sante e gloriose conquiste come il Padre le donò a Mosè, ed il Figlio a Pietro, quest'uomo ripeto, ora vive sconosciuto dal mondo nel ritiro e nella solitudine dedito alla preghiera ed alla penitenza, egli scrive il codice religioso, morale, politico e civile della vostra nuova e santa legge del diritto; e siete voi, o amatissimo Santo Spirito, che agite in lui e così operate per la vostra suprema sapienza.
  13. Sì, siete voi, o amatissimo Santo Spirito, che agirete nella persona mortale dell'uomo, nelle sue intraprese e meravigliose conquiste di tutto il mondo; quest'uomo io lo vedo, è misero, povero, anzi poverissimo: poiché non ha che gli occhi per vedere e per piangere, ed un cuore fatto secondo la Giustizia di Dio, ed una vita miserabile per sacrificarla nelle austerità, nella penitenza e nella mortificazione per la vostra gloria e per la completa redenzione di tutti.
  14. Quest'uomo io lo vedo, o Santo Spirito, nella sua adolescenza, la sua vita ed il suo carattere furono umili e santi: ad un tratto divenne gran peccatore; in mezzo ai suoi traviamenti egli fu colpito dalla grazia divina come S. Paolo, ma quest'uomo in se stesso era sempre buono, perché come ho detto, il suo cuore è fatto secondo la Giustizia di Dio, in guisa che la sua vita misteriosa è stata destinata a compiere gli imperscrutabili disegni dell'infinita sapienza di Dio.
  15. Le qualità di quest'uomo, o Santo Spirito, sono in se stesse un miscuglio di un carattere tutto particolare, e fiero nel suo ardimento, energico nel suo linguaggio, ma è affabile e riservato. Ha un aspetto marziale, e nello stesso tempo è affabile con tutti, rigoroso osservatore della Giustizia, ma inclinato a perdonare le offese; ha una certa rusticità di modi e di espressioni; però le sue maniere sono nobili, gradevoli, semplici e naturali.
  16. Io lo vedo, mio amatissimo Santo Spirito, la statura ed i tratti di quest'uomo sono egualmente singolari; egli ha sempre un viso gioviale e sorridente; tutte le parti della sua persona sono regolari e ben fatte, alta è la sua statura, il suo colorito è naturale; capelli e la barba sono castagni, e la barba è divisa sul mento; esso rammenta veramente l'immagine della persona mortale di nostro Signore Gesù Cristo ed è quasi della stessa età.
  17. O amabilissimo Santo Spirito, io vedo ancora in quest'uomo qualche cosa di più sorprendente ed ammirabile. Esso rassomiglia a nostro Signor Gesù Cristo, non solamente nel fisico, ma ancora più nella sua condotta, nei suoi esempi, nella sua parola e dottrina, egli è naturalmente dotato di un dono straordinario di sapere senza aver fatto alcun corso di studi; egli è versato in tutte le scienze dell'umano sapere.
  18. Siete voi, o amatissimo Santo Spirito, che agite in modo prodigioso nella persona mortale di quest'uomo Grande, come voi agite in tutti quelli che gli saranno fedeli nelle vostre gloriose conquiste di tutto il mondo. Ah felice quest'uomo e felici quelli che lo seguono, essi avranno la protezione divina in modo speciale, e non solo avranno la protezione di voi stesso, ma ancora di tutta la santità e maestà celeste.
  19. Per la vostra divina virtù, o Santo Spirito, l'anima mia vede tutto questo. Queste verità sembrano affatto impossibili agli uomini: oppure sono rivelate così, e tale è la volontà dell'Altissimo, persuadetevi dunque o miei fratelli, che tutto ciò che io vi ho annunziato si compirà certamente e si avvererà senza nulla togliere; questo è l'augurio della gloria riservata alla vostra divinità per compimento di tante meraviglie.
  20. Sì, mio amatissimo Santo Spirito, l'anima mia lo vede come fosse tutto compiuto per le ragioni naturali che abbiam detto del diritto ch'egli vi appartiene, come terza persona divina, e si è costretti di ammettere la ragione di tutta la presente profezia ed il semplice ragionamento umano lo approva.
  21. O amatissimo Santo Spirito, io ho tributato l'onore dovuto per le vostre conquiste gloriose offrendovi queste lodi profetiche. Ma la presenza di tutto ciò che contendono non appartiene che a voi; ricevetele dunque in segno della riconoscenza che vi devo, accogliete dunque col vostro amore e con la vostra grandezza.
  22. Io oso domandarvi, o amatissimo Santo Spirito, una grazia di cui ho grande bisogno, e spero che non me la negherete, cioè rendermi umile e darmi un cuore retto, affinché possa giovare agli altri ed a me stesso nell'amore e nella giustizia; voi lo vedete, io sono disposto in tutto a fare la santissima volontà dell'Altissimo e di consacrarmi interamente al vostro santo servizio.

 

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NOTE. - Le sante scritture dell'antico testamento sono unanimi nell'annunziare e descrivere la prima e seconda venuta di Cristo sul mondo, e dipingendolo sotto varie forme, di Re, di Principe, di Duce, di Salvatore e apportatore di pace e di Giustizia. Ora quello che non si è avverato nella prima venuta, si doveva infallibilmente avverare nella seconda; ed a confermare e chiarificare la seconda venuta di Cristo esistono le sante scritture del nuovo testamento, ed è lo stesso verbo di verità che ha annunziato cose misteriose e grandi, e non bastando di aver parlato per sua bocca, fece molto dire ai suoi amati discepoli e specialmente al suo servo Giovanni, che nell'Apocalisse ha scritto la storia futura della Chiesa, e tutti i fatti che si sarebbero svolti specialmente negli ultimi tempi che sono i nostri. Si noti che ogni parola Apocalittica dà da pensare e riflettere seriamente per comprendere il senso veridico, il quale solo viene spiegato da chi n'ha ricevuto lumi di speciale grazia da Dio, e si noti ancora che nella stessa rivelazione è comandato allo scrittore e quindi a qualunque interprete di non aggiungere e di non togliere né cambiare alcuna parola che sarebbe poi spiegata dallo spirito di verità che sarebbe stato mandato da Dio nella persona del Padre e del Figlio.

2. - Dalla Chiesa Cattolica dove si è mantenuto con cura il deposito della rivelazione, sono sortiti scrittori fin dai primi secoli dell'Era Cristiana, a chiarire il verbo divino e difenderlo dalle menzogne, dagli eretici, e dai falsi innovatori e penetrato dall'infallibilità della parola divina. Hanno scritto moltissimo sopra tutte le verità dogmatiche e profetiche, e molti ispirati hanno chiarificato le profezie che accennavano gli avvenimenti degli ultimi tempi ed hanno aggiunto circostanze e segni da far comprendere un po' più chiaramente l'avveramento di essi, benché alcune volte gli stessi scrittori non potendo interpretare tutto il senso delle profezie, hanno inchinato la fronte adorando i misteri. Poi l’avvicinarsi della maturazione dei tempi, ha voluto far parlare tanti suoi servi e serve fedeli per annunziare le vicende degli uomini, anzi per un tratto specialissimo di amore ha voluto mandare dal cielo in terra la sua santissima Madre, perché confermasse tanti vaticini già fatti da altri.

3. - Nella storia da me fatta sul Cristo puro ed impuro, ho riportato tutte le profezie scritturali e cattoliche che confermano e testificano la prima e seconda venuta di Cristo sul mondo.

4. - La legge del diritto non è altro che quella verga di ferro con cui il Figlio maschio, partorito dalla donna vestita di sole avrebbe governato le genti (Apocalisse N. 12).

5. - Lo scrittore di questo libro che parla dell'uomo grande non è altro che lo spirito di verità che ha voluto annunziare agli uomini se stesso, come fece Gesù Cristo avanti il popolo ebraico. E però chi legge conviene che comprenda che una stessa è la persona dell'uomo grande che parla nello spirito di verità promesso.

6. - Lo scrittore parla delle conquiste dell'uomo grande, ora sopra queste bisogna farci due importantissime osservazioni, prima; Gesù Cristo parlando della di lui seconda venuta asserisce che saranno abbreviati i giorni per amore degli eletti, quindi le conquiste da farsi dall'uomo grande, in tempo di sua vita mortale, sono sospese rimanendo da compiersi in epoca indeterminata con altro modo come è annunziato nel libro «La mia lotta con Dio». Cristo Duce aveva avuto 120 anni di tempo per compiere l'opera sua, ma essendosi essi abbreviati in mesi formano 10 anni, nei quali egli ha potuto fare tutto il necessario per compiere il fine primario di sua missione. Osservazione seconda: Tutte le conquiste dell'uomo grande, benché non compiute da lui in tempo di sua vita mortale, nulla di meno esse non svaniscono, ma saranno fatte sotto la di lui celeste protezione e potere nelle epoche segnate dalla divina provvidenza, e però la profezia non contiene alcuna contraddizione, come ad alcuni potrà apparire. Anzi è da avvertire che Dio, secondo il profeta Isaia, ordina e riordina, cambia e rinnovella, secondo i casi, i bisogni e le circostanze che ci vengono palesate tanto nell'avveramento di esse quanto collo studio e confronto delle altre profezie.

7. - Riguardo alle vicende dell'uomo grande, molte si sono avverate ed esaminando la lode IVa, confrontiamo i fatti cogli annunzi profetici. Innanzi tutto bisogna avvertire che il profeta vide le vicende future tutte presenti e svolgersi sotto occhi, perché innanzi a Dio tutto è presente, quindi succede che nell'annunzio pone avanti quel che avviene di più senza ordine di tempo e di circostanze. L'esempio l'abbiamo nel vaticinio di Gesù Cristo, quando parlò della seconda venuta e del figliuol dell'uomo mischiandolo con la sua vita, passione e morte, colle vicende degli ultimi tempi, colla distruzione di Gerusalemme e la distruzione del popolo ebraico. Con questa base veniamo all'interpretazione dichiarativa alla lode VIa: egli sente un fremito e grido generale fra i popoli; questo grido è cominciato da vario tempo e continua sempre; udiamo coi nostri orecchi ogni tanto il rumore dei popoli che si sollevano e si sono sollevati da per tutto, come udiamo il grido dei potenti che si sono armati contro le altre nazioni. Ora in Italia, quando l'Uomo grande fece intendere di volersi manifestare alla nazione latina i potenti gridarono all'arma contro di colui e nacque confusione fra essi perché temevano una sollevazione, un cambiamento di governo, mentre sapevano benissimo che l'uomo grande procedeva senza armi e non poteva opporsi alla forza politica, intanto alcune voci che erano quelle del suoi seguaci dicevano: «pace fratelli, viva la legge del diritto».

8. - Un altro passo profetico riguardo altra epoca con altre circostanze. Lo scrittore vede la maggioranza dei popoli dividersi in diversi partiti, ora, se uno considera in quante sette e socialismi si sono divisi tutti i popoli della terra e specialmente in Europa, ben comprende l'annunzio verificato, quante guerre dall'epoca della profezia fino ad oggi (1914) siano state fatte in Europa, nell'America, nell'Asia e nell'Africa, e quante vittime sono cadute, sono vicende che comprovano la verità annunziata.

9. - L'uomo grande colla sua milizia di borghesi e montanari quando si avanzò a nome della legge del diritto avanti alla forza pubblica e proclamando la Repubblica del regno di Dio, provocò timore ai suoi nemici, mentre ai Figli della patria e della Fede portò la pace, e col suo sangue risparmiò la vita dei suoi, operando un prodigio inaudito.

10. - Bisogna riflettere che Cristo Duce e Giudice, prima di scrivere «La mia lotta con Dio», aveva scritto il programma a tutti i principi della cristianità prevenendoli della venuta del massimo Antecristo che avrebbe sedotto la cristianità, e invitandoli alla sua nella alleanza divina, loro predisse che in caso di rifiuto sarebbero sorte guerre terribili e micidiali per tutta l'Europa e dichiarò che si manifestava come grande Monarca sotto la condizione di un misero figlio del popolo, avendo poi rinunziato all'impero del mondo per farsi vittima cruenta per la redenzione del genere umano.

11. - Quando Gesù Cristo annunziò che avrebbe mandato lo Spirito di Verità col titolo di consolatore, ci faceva conoscere che la consolazione sarebbe avvenuta quando l'umanità ne avrebbe avuto il bisogno, ora questo bisogno è generale ai nostri tempi e però il gran Duce, avendo fatto il sacrificio ed emanata la legge del diritto, ha portato la grande consolazione promessa.

12. - Tutti gli uomini di ogni religione e di tutto il mondo desiderano una riforma in tutte le cose, ma in mezzo alla Chiesa Romana si è sparso l'equivoco che la riforma deve procedere dal Papa, mentre Iddio chiaramente ha detto che da lui procede ogni riforma ed il rinnovellamento di tutte le cose per conseguenza l'uomo grande avente parlato in nome di Dio, ha dichiarato che la legge del diritto è quella che deve riformare tutte le cose.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LODI AGLI ANGELI

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LODE Ia

 

1.      Verso di voi, o Angeli Santi, custodi fedeli delle anime nostre. Ora dirigo il mio spirito per offrirvi le lodi di riconoscenza che vi sono dovute per le cure affettuose che ci date, ma prima di tutto devo dare una idea chiara della presenza dell'anima nostra sul nostro corpo e della loro unione subestanziale.

2.      Per comprendere questo fatto in tutta la sua evidenza conviene riconoscere alla ragione naturale senza interrogare le leggi chimiche ed altre simili che coincidono più o meno colle date della scienza umana, che i sapienti spiegano questo fatto a modo loro a nome della scienza in una maniera scientifica, ma la loro spiegazione non da abbastanza chiarezza e convinzione, perché si possa credere che essi abbino colto nella verità.

3.      Ecco pure come spiego questa unione misteriosa ed intima, che esiste tra il corpo ed un'anima in sé intellettuale e sensitiva. Ecco come fu formato l'uomo materia animato di uno spirito, ove si trovano ugualmente l'istinto e la ragione, la potenza vitale e la potenza intellettuale.

4.      Dio creando l'uomo dovette, per distinguerlo dagli altri animali, dargli qualche cosa di più che un'anima sensibile: conveniva che quell'anima che è in lui comune col bruto, fosse nello stesso tempo dotata di ragione, questo avvenne quando Dio soffiò nella materia e che la sua parola comunicata all'uomo, produsse in lui uno spirito vivente della vita ragione.

5.      Ho parlato del soffio di Dio; ebbene se l'anima, in quanto che è sensibile fu diffusa naturalmente in tutte le parti del corpo del primo uomo, ossia nei nervi, nel sangue e nelle più piccole mollicce, quest'anima stessa in quanto razionale penetrò sotto la potenza della parola di Dio tutte le parti dell'organismo.

6.      L'identità dello spirito vitale e dello spirito razionale ci conduce dunque a credere che l'anima circola in tutte le parti del corpo, per provare questa verità basta considerare che nella formazione della donna con una delle costole del primo uomo l'anima intellettuale e sensibile esiste nello stesso tempo nella donna, come quella dell'uomo senza che Dio fosse obbligato di fare ciò che già. aveva fatto nella formazione dell'uomo.

7.      Colla scorta di questa verità evidente si comprende con facilità che l'anima è uno spirito che circonda in tutte le parti animali del corpo umano. Che essa non si trova esclusivamente nel fuoco della intelligenza, o nel cuore che è il centro da dove si partano i movimenti della sensibilità e gli slanci affettuosi, l'anima è simile ad un fuoco che si può propagare e dividere all'infinito, senza che per questo nella sua essenza perfetta ne soffra detrimento o diminuzione.

8.      Come un fuoco comunica la sua fiamma ad un altro fuoco che serve a formarlo, così l'anima nostra è stata creata per la congiunzione delle due sostanze commiscibili e corruttibili dell'uomo e della donna affinché queste due sostanze non hanno cominciato la vita in seno della donna esse sono come due scintille di fuoco che per essere rimosse appartengono sempre ai corpi da cui provengono.

9.      La creazione dell'anima nostra con tutte le sue perfezioni essenziali si opera dunque solamente al momento in cui queste due sostanze corruttibili e commissibili producono la vitalità nel seno della donna. La anima che procede da queste due scintille una volta formata sviluppa a poco a poco, e la forma vitale, la ragione, l'intelligenza, la sensibilità, ricevono il loro sviluppo e vi cooperano coscientivamente con la sensazione del corpo.

10.  L'anima dell'uomo e della donna formando un anima non soffrono detrimento alcuno nella loro perfezione, per causa delle suddette parti corruttibili commessibili; poiché questa è una creazione che si propaga colla medesima perfezione per la cagione esposta, cioè che Dio ha tratto la femmina dall'uomo nella stessa maniera che con un fuoco si fa un altro fuoco che si dilata e si divide, in particelle innumerevoli, senza che mai la parte che rimane diminuisca nella sua perfezione essenziale di fuoco.

11.  Io porto ancora un'altra ragione sulla creazione dell'anima, ed eccola: come le parti corruttibili hanno una con l'altra un'intima attrazione, hanno talmente bisogno l'una dell'altra per agire, che per causa della legge naturale l'una senza l'altra non può produrre alcun effetto creatore: si comprende per questo che l'anima è creata per la parte vitale del corpo e non per azione di ogni altra causa.

12.  Dopo tutte le ragioni esposte si comprende chiaramente che l'anima è produttrice, creatrice, suscettibile di sviluppo e progressiva in tutte le sue perfezioni intellettuali e sensibili solamente coll'aiuto della natura vitale del corpo, perché la parte essenziale dello spirito vitale del corpo vi coopera tanto più che l'anima può acquistare più vigore nello sviluppo fisico.

13.  In tutto ciò che ho detto ho lasciato da parte le tesi d'ogni speculazione fisica e filosofica relativamente a certi corpi differentissimi, sensibilissimi ed intelligentissimi; ciò proviene da una causa preliminare, cioè dalla mancanza di disposizione della natura animale del corpo a questo sviluppo della bontà e vigore dello spirito sia vitale sia razionale.

14.  Non si può dunque attribuire l'ordine dell'anima nostra ad una causa più verosimile che alle due forze che costituiscono l'anima umana perché queste due forze sono unite all'elemento creatore della donna nel suo seno per vivificare il feto.

15.  O fedelissimi Angeli Custodi vi offro queste lodi della creazione e della origine dell'anima nostra poiché a voi essa è stata confidata, accoglietele con amore perché ve le offro con tutto l'affetto del mio cuore pregandovi di proteggermi in questa vita mortale, mentre ne ho grandissimo bisogno per i tanti pericoli che incontro da ogni parte in questo mondo perverso e maligno.

 

LODE IIa

 

1.      O amorevoli e fedeli Angeli Custodi delle povere anime nostre. Voi siete i prediletti di Dio, anzi proda alla Santissima Vergine Maria, siete quelli che potete ottenere dalla divina maestà tutto ciò che volete in favore delle anime nostre per avere una particolare cura per noi.

2.      Io che sono un miserabile peccatore ho bisogno della vostra assistenza, o mio fedele Angelo Custode, nella mia mortale e misera vita, perché come ho detto i pericoli che trovo da per tutto sono innumerevoli.

3.      Nella mia nascita io sono stato confidato alle vostre cure dalla divina clemenza, affinché mi assistiate fino alla mia morte con una fede costante, cioè quello che farete, poiché come custode assumete la dignità dell'amore paterno di Dio, procurerò di corrispondere il meglio che potrò alle vostre sante ed angeliche ispirazioni.

4.      O clemenza infinita dell'amore di Dio, voi amate fino alla passione la vostra creatura umana, contento di nobilitarla formandola a vostra immagine e somiglianza avete voluto far penetrare nel suo seno un'anima è l'emanazione del vostro amore, della vostra sapienza infinita e di confidarla alle incessanti cure di un angelo.

5.      Affinché l'anima nostra non potesse cadere dalla sua nobiltà e grandezza, poiché procede dall'amore divino, dopo la caduta del nostro padre Adamo, la clemenza infinita di Dio, subito le donò un Angelo Custode, affinché fosse la sua guida, il suo aiuto, il suo consigliere, il suo protettore in tutto il corso della sua vita mortale.

6.      Quale sarebbe quell'anima che non potesse sentirsi commossa da questa infinita bontà di Dio per mezzo di questa assistenza del suo Angelo Custode che non ci lascia un sol momento né di giorno e né di notte e che ci circonda senza posa delle sue affettuose cure.

7.      Simile ad un amico fedele, il nostro Angelo Custode che ci ama costantemente è felice di guidarci, perché Dio stesso ci ha confidato a lui; e perché ama la salvezza dell'anima nostra come se stesso.

8.      E chi non vede la continua ed ammirabile assistenza, le cure affettuose che Dio ci mostra, come creature umane per l'intercessione del nostro Angelo Custode. Noi siamo sicuri a Dio che non possiamo riguardarci che come l'oggetto il più prezioso e caro ai suoi occhi, perché egli è piaciuto di crearci a sua somiglianza.

9.      O fedeli nostri Angeli Custodi, voi avete tutto l'impero e tutto il potere sull'anima nostra, perché Dio ve l'ha concesso in ogni atto della nostra memoria, della nostra intelligenza e volontà, voi siete sempre pronti a darci buone ispirazioni, sia per farci conoscere i pericoli nei quali può trarci la via del male, sia per additarci la strada della virtù.

10.  Le tenere cure che voi prodigate all'anima nostra sono infinite; voi spesso ci fate prevedere i funesti avvenimenti e ci fate evitare i pericoli nei quali possiamo incontrare la rovina eterna dell'anima nostra e le perdita di nostra vita.

11.  O affettuosi Angeli Custodi, le vostre incessanti cure non solo si estendono ai bisogni dell'anima nostra, ma ancora a quelli del corpo, quante volte non ci indicate i mezzi per provvedere a tutti i nostri bisogni, ispirandoci buoni ed eccellenti pensieri per intraprendere delle opere e risoluzioni che sono per noi di una grande utilità.

12.  In virtù delle vostre sante ed angeliche ispirazioni tutte le azioni della nostra vita mortale sono in armonia colla nostra ragione sotto la vostra custodia, in guisa che tutto ciò che in noi tende al bene, è dovuto alle vostre fedeli cure, poiché l'uomo in natura è inclinato al male.

13.  Ed è per questo che a voi dobbiamo la pace e la tranquillità dove talvolta riposa l'anima nostra, poiché siete voi, o fedelissimi Angeli Custodi che procurate al nostro cuore gradevoli emozioni; siete voi che ci consolate, e incoraggiate allontanandoci da ogni specie di rilasciamento e di avvilimento, imperfezioni comuni della debolezza umana.

14.  Come Dio si prende cura della salvezza dell'anima nostra per mezzo del nostro Angelo Custode, così lo spirito maligno e crudele di satana cerca di perderla per mezzo dei suoi spiriti gelosi e maligni che esso manda per permissione di Dio, a tentarci ora in una maniera ed ora in un'altra.

15.  È molto necessario di sapere, perché Dio prendendosi tutte le incessanti cure dell'anima nostra, nello stesso tempo permette che altro spirito maligno venga ad allontanarci dal bene ed opporsi alle cure affettuose dell'Angelo Custode, spingendoci verso il male.

16.  Per questo conviene chiarire questa verità. Se nella libera volontà e nella ragione dell'anima nostra non esistessero i due poteri contraddittori, noi saremmo esseri indipendenti, o per meglio dire, non dipenderemmo né dalla volontà assoluta e suprema di Dio, né dalla volontà relativamente assoluta di noi stessi.

17.  Per questo motivo se non vi fossero nella nostra ragione i suddetti poteri contraddittori non si saprebbe come formare una creatura ragionevole, la quale è l'uomo con l'anima sua, l'uomo diverrebbe allora una creatura simile ai bruti.

18.  In quanto allo stato ragionevole ed irragionevole dell'anima nostra si spiega per cure tutte speciali, come si vede in colui in cui la ragione non è giunta al suo primo sviluppo. Come nell'esempio dei pazzi e degli imbecilli; con quelli la grazia provvidenziale di Dio produce un altro effetto; come essi non godono della ragione, così non sono mai irragionevoli, allorché essi vanno verso il male.

19.  L'Angelo Custode a queste anime supplisce al loro difetto di ragione, proteggendoli contro l'invasione pericolosa dei maligni spiriti, e contro altri accidenti che potrebbero impadronirsi del loro corpo, nel caso che il demonio volesse servirsi di queste anime innocenti per giungere ai suoi fini maliziosi ed empi.

20.  Si vedono talvolta altri effetti prodursi in queste anime. Esse sono possedute dal demonio, o soggette a malattie orribili, difformi e ripugnanti alla sensibilità umana, conviene ricercare nell'interno le cause di queste malattie; esse nascono dalla stessa volontà divina, e noi non possiamo né comprendere la ragione, né giungere a sapere come ciò avvenga.

21.  Degnatevi, o miei fedeli ed amorosi Angeli Custodi, di accogliere queste lodi come un pegno della riconoscenza verso il santo amore di Dio, che per mezzo della vostra fedele custodia prodiga tante cure all'anima nostra: vogliate per vostra bontà assistermi il meglio possibile nel doloroso viaggio della mia vita mortale.

 

LODE IIIa

 

1.      O quanto è potente la protezione dell'Angelo Custode per l'anima nostra. In tutte le occasioni, in tutti i pericoli e bisogni che ci possiamo trovare, domandando il loro soccorso ci sentiamo consolati, incoraggiati e spesso trasportati per così dire dalla morte alla vita.

2.      O quanto poco noi figli della indifferenza e del peccato apprezziamo questo immenso tesoro delle cure sì assidue ed affettuose che gli Angeli Custodi ci prodigano, sembra impossibile che tutte le creature umane, dotate dei lumi della ragione poco apprezzino un tesoro sì prezioso.

3.      Se vogliamo renderci conto delle cose, questo mistero delle affettuose cure che gli Angeli Custodi hanno del nostro bene spirituale e temporale appare come verità chiarissima, se noi consideriamo l'origine dell'anima nostra, la stessa nostra ragione ci prova che dopo la caduta di Adamo l'anima umana aveva bisogno di una protezione tutta speciale di Dio.

4.      Noi siamo stati creati da Dio per amarlo e servirlo, ed andare a goderlo nell'eternità e beatitudine. Ora come saremmo capaci di adempire questi nostri doveri colla nostra corrotta natura, se Dio stesso nella sua bontà infinita, non ci avesse donato dei lumi e dei mezzi necessari per giungervi.

5.      Conviene dunque credere che se Dio fa nascere un'anima, egli ha cura di assegnarli subito un Angelo Custode, poiché senza questo protettore l'anima nostra non potrebbe liberarsi dal male e non potrebbe fare uso della sua ragione per praticare la virtù.

6.      Noi abbiamo compreso chiaramente che l'anima nostra viene dal cielo, dal soffio dell'amore e della sapienza suprema di Dio, e che il di lei creatore stesso per mezzo di un Angelo Custode ne prende cura, affinché essa possa ritornare un giorno nella sua patria celeste e riunirsi in fine a colui che l'ha formata.

7.      No, Dio infinitamente misericordioso, non potrebbe fare nascere una anima ed abbandonarla poi a se stessa, l'amore che il Creatore ha per le sue creature è senza limiti e non può abbandonarla, la sana ragione dell'uomo rifulgita di supporlo.

8.      Mi sembra di avere abbastanza provato che è affatto impossibile di credere che Dio non pensi a vegliare incessantemente sull'anima nostra: se fosse altrimenti, egli agirebbe come un padre ed una madre che abbandonassero i loro figli appena nati nel pensiero che da se stessi si debbono provvedere di tutto ciò che è necessario alla loro vita.

9.      Oh! le cure che Dio prende delle anime nostre sono talmente grandi che non lo si può dire. Dio ama molto più un'anima sola di questo mondo che tutte le anime della terra non amino lui.

10.  Gesù Cristo, Signor nostro nella sua persona umana e divina è un'immagine vivente di questa verità, egli è solo per amore degli uomini fece ciò che tutti gli uomini insieme dopo il principio del mondo fino alla fine, non sarebbero stati capaci di fare.

11.  La ragione per cui Dio nella sua bontà infinita ha dato agli Angeli l'incarico, la facoltà ed il potere di prendere cura dell'anima nostra. È un mistero importantissimo, che merita le nostre più profonde meditazioni.

12.  Come la povera anima nostra avrebbe potuto vivere in questo misero mondo senza essere sostenuta, consigliata e protetta dalle cure affettuose del suo fedele Angelo Custode, sarebbe stato impossibile, non avrebbe saputo guidarsi perché la nostra natura corrotta dal vizio e dal peccato, è troppo irragionevole ed imperfetta.

13.  Nella nostra miseria che cosa abbiamo di buono. L'anima nostra niente di più. E non è che per la grazia di Dio, che essa in noi esiste, e che è essa per la guida del suo fedele Angelo Custode di evitare i pericoli che incessantemente ci minacciano di perderci, se non fosse così, da noi stessi, ci condurressimo ad una rovina inevitabile.

14.  Oltre ciò che abbiamo esposto aggiungiamo ancora la buona e cattiva disposizione del nostro libero arbitrio che aggrava o disapprova il bene ed il male in vantaggio e disisvantaggio dell'anima nostra, ed è questo che ci manifesta la causa del merito e del demerito. E vi ha dunque il demerito quando la libera volontà si oppone al bene e lo respinge, ed al contrario avvi il merito quando essa si oppone al male e vi rinuncia, senza l'effetto di queste due cause, l'anima nostra non potrebbe né meritare, né demeritare.

15.  Ma si dirà. Se le nostre buone o cattive azioni dipendono dalla nostra libera volontà, a che serve la protezione del nostro Angelo Custode. Tutto questo, miei cari, non esclude l'importanza e la necessità del nostre Angelo Custode, poiché senza di lui non potremmo distinguere il vizio dalla virtù.

16.  Se noi consideriamo che l'anima nostra è stata formata da Dio, e che l'Onnipossente nel formarla, si propose di darle le tre facoltà: la memoria, l'intelligenza e la volontà, e di lasciarla libera di pensare e di agire a suo agio, noi ci persuaderemo facilmente della necessità del nostro Angelo Custode.

17.  Bisogna sapere che Dio creando l'uomo ebbe per fine di renderlo impassibile ed immortale come gli angeli, se l'uomo con tutti i doni ricevuti da Dio nella sua natura innocente e perfetta, avesse saputo conservare sempre lo stesso stato, non vi sarebbe stato bisogno della speciale protezione di un Angelo Custode, perché egli per così dire, è un Angelo dotato com'era dell'immortalità, ma l'uomo avendo peccato addivenne mortale e meritò con la morte la pena della sua colpa, ed ecco perché la sua natura creata perfetta, si trovò imperfetta e corrotta, ed ebbe bisogno di una particolare assistenza di Dio.

18.  L’uomo addivenuto mortale pel suo peccato sarebbe stato per sempre schiavo di questa colpa, se la bontà di Dio non l'avesse all'istante stesso della sua caduta, provveduto della protezione di un Angelo Custode.

19.  Appena l'uomo cadde nel peccato riconobbe la sua colpa e nella speranza di poterla riparare, se ne dolse e si pentì; questo atto di umiltà e di pentimento volontario mosse la pietà di Dio, e l'obbligò a prender cura del primo uomo e di tutti i suoi figli fino alla consumazione dei secoli, e senza questa umiltà e volontario pentimento sarebbe avvenuto ai nostri primi padri ed a tutti i loro discendenti quello che avvenne agli Angeli prevaricatori, che rimasero insensibili e si ostinarono nella disobbedienza, e perdettero così colla sua superbia inflessibile per tutta l'eternità, la grazia e la pietà di Dio.

20.  Benché l'uomo per la sua colpa perdette la grazia santificante di Dio, non perdette però il suo amore e la sua protezione, anzi per la sua umiltà ottenne l'amore, la pietà e la misericordia del suo creatore che pensò subito a fortificarlo coi lumi della fede e della speranza, e col soccorso e protezione di un Angelo Custode che non lo lasciò più fino alla morte.

21.  Penetrato della più profonda umiltà col cuore toccato dal dolore e dal pentimento dei miei peccati, mi rivolgo verso di voi, mio fedele ed affettuoso Angelo Custode, per supplicarvi ed aver pietà della povera anima mia, e come pegno della mia umiltà vi offro queste lodi che voi riceverete, come spero, con amore, poiché le buone disposizioni che io metto per lodarvi, le devo alle vostre angeliche ispirazioni.

 

LODE IVa

 

1.      Come ho già detto, la causa principale che determinò Dio a confidare ciascun'anima all'Angelo Custode, fu l'umiltà e il pentimento volontario dell'uomo dopo la prima sua colpa; noi dunque, dovremmo per imitare questo esempio mostrarci, umili e pentiti, quando ci accade di cadere nella colpa del peccato.

2.      Malgrado tutta la sua buona volontà l'Angelo Custode, non può sempre agire sopra di noi con la grazia della sua protezione, e questo accade quando rimaniamo per lungo tempo nella colpa, orgogliosi ed ostinati nemici di Dio, e che ci rendiamo indegni della sua grazia ed aiuto, ed al dare qualche buono affetto dell'anima nostra.

3.      Però, benché l'uomo si allontani dalla grazia di Dio, pure il suo buono e fedele Angelo Custode, mai lo abbandona per un solo istante, anzi procura tutti i mezzi possibili per richiamare di nuovo il peccatore alla grazia mediante un sincero pentimento, e dopo questo egli ricomincia a comunicarci buone e sante ispirazioni per disporre al bene l'anima nostra.

4.      Vi è una specie di colpa che tolgano al nostro Angelo Custode il potere d'impedire all'uomo di ricadere: e questo succede quando l'uomo con detrimento dell'anima sua è prevenuto dall'azione indiretta di queste stesse colpe; poiché in virtù di una legge misteriosa della divina giustizia, non possiamo evitarne gli effetti.

5.      La ragione di cui l'uomo è dotato, gli fa conoscere e comprendere tutti i doveri che deve compiere per ricompensare colla riconoscenza ai beni ricevuti ciascun giorno dal suo Creatore e dei suoi simili: ora la ragione volontaria di questi doveri, che la ragione gli indica naturalmente sostenuta dalla sua superba ostinazione, rende l'uomo assolutamente indegno della grazia.

6.      Vi sono ancora delle colpe che non solamente allontanano l'uomo dalla grazia e dell'aiuto speciale di Dio, ma ancora gli fanno perder il potere di rendersene degno di nuovo, ed allora se non avesse la protezione del suo Angelo Custode sarebbe del tutto perduto per sempre.

7.      Benché qualunque uomo possa essere indegno per causa delle sue colpe dei doni e della grazia che riceve dalla clemenza e bontà infinita di Dio, può però, per l'intercessione del suo fedele Angelo Custode addivenire degno di meritarsi ancora.

8.      Il delitto più grande che l'uomo possa commettere non lo priva della protezione speciale che gli deve il suo Angelo Custode, poiché dopo un ordine emanato dalla Giustizia divina, l'Angelo è obbligato di guardare l'uomo e di rimanere a lui fedele fino all'ultimo istante della sua miserabile vita.

9.      Le colpe che privano totalmente l'uomo dalla grazia ed aiuto di Dio, sono: premeditazione del male volontario, l'opposizione e negazione formale al bene, il compimento volontario e malizioso dell'atto colpevole, il disprezzo di ogni impulso della sua coscienza e la persistenza nella superbia ed ostinata pertinacia.

10.  Queste si chiamano colpe dominanti: l'uomo non può commetterle che colla piena e totale conoscenza dell'atto costitutivo della colpa e discernimento di una ragione, dimodoché se mancano queste condizioni, non si può commettere una colpa dominante.

11.  Il compimento di qualunque delitto ammette condizioni svariatissime, poiché la stessa azione, fatta da due persone differenti avrà un grado di colpabilità proporzionata al discernimento ed alla conoscenza più o meno perfetta della colpa commessa.

12.  Come esistono colpe dominanti, così l'anima nostra può acquistare meriti dominanti che risultano dalla ricerca premedita della virtù, della rettitudine e purità del cuore.

13.  Vi sono ancora delle cose di ordine secondario che rendono l'anima nostra indifferente tra il merito ed il demerito e senza le premurose cure del suo fedele Angelo Custode, l'uomo che si trova in questo stato finirebbe certamente di cadere nel male.

14.  Questo stato d'indifferenza dell'anima nostra, si chiama avvilimento o rilasciamento di spirito; allora l'uomo diventa pressoché insensibile a se stesso, insensibile agli affetti della virtù ed agli orrori del vizio, non perdendo affatto la sua ragione ed intelligenza; si può allora paragonare ad un sordomuto che non sente e non parla ma che sa comprendere tutto ciò che gli si presenta.

15.  Se la più grande parte degli uomini non si trova in questo stato di rilasciamento, bisogna ringraziare gli Angeli Custodi, per le loro cure affettuose, ed è certissimo che gli uomini abbandonati a questa inazione commetterebbero le più grandi colpe.

16.  In onore di tutti i meriti che io potrei acquistare colla scorta delle vostre continue ed affettuose cure, degnatevi, o mio amabile e fedelissimo Angelo Custode, di accettare queste lodi che vi offro colla più profonda umiltà, con la rettitudine e sincerità di cuore.

 

LODE Va

 

1.      Oltre il primo e secondo stato nei quali può trovarsi l'anima umana evvene un terzo che comprende gli altri due, ed è lo stato di rilasciamento e delle colpe dominanti; la causa di questa deplorabile condizione è la sciocca ed imprudente incredulità che demoralizza l'uomo e lo rende uguale ai bruti.

2.      Giunta allo stato desolante d'incredulità l'anima nostra è simile ad un ceppo di vite circondante un albero secco e marcio; malgrado il naturale vigore e tutte le cure che riceve, la povera anima perirà necessariamente a poco a poco, come la vite infradicita dal putridume dello albero.

3.      Benché l'uomo sarà attaccato dal pernicioso vizio dell'incredulità; pure il suo fedele ed affettuoso Angelo Custode non cesserà né giorno né notte di ispirare pensieri santi che dovranno restare senza alcuno effetto sopra questo cuore frenetico ed indurito.

4.      Tale è la volontà della clemenza infinita di Dio: egli vuole che l'uomo che si perde, sia giudice di se stesso e riconosca che la Giustizia di Dio è imparziale, ma che essa è così severa come è grande la sua clemenza, verità che egli stesso domini nol riconoscono.

5.      È dunque evidente che l'uomo non avrà da lamentarsi né della clemenza, né dell'amore di Dio, né dalle cure fedeli ed affettuose del suo Angelo Custode, e se durante la sua vita non ha saputo acquistarsi dei meriti per salvare l'anima sua, esso non avrà da lamentarsi che di se stesso.                             

6.      Se noi paragoniamo la provvidenza e la cura che Dio ci mostra per salvare l'anima nostra per l'intervento del nostro Angelo Custode, con l'incuranza ed ingratitudine che gli mostriamo per tanto bene, siamo forzati di dire che siamo ostinati nella nostra superbia di quello che non lo furono gli Angeli prevaricatori.

7.      Malgrado tutto il suo amore al peccato, benché abbia commesso tutti i più grandi delitti, se non è incredulo, finché gli resta un momento di vita, l'uomo, per intercessione del suo Angelo Custode potrà salvarsi facendo un solo atto di umiltà, accompagnato da un vero e sincero pentimento.

8.      Oh quante sono innumerevoli le anime che agli ultimi istanti della loro vita si vedono tratte dall'abisso dei loro peccati e salvate dal loro Angelo Custode; poiché la loro protezione per le anime nostre vale tanto quanto quella dei santi e non è inferiore a quella della Santa Vergine.

9.      Per tale modo possiamo conoscere che Dio nella sua clemenza e Maestà infinita si è compiaciuto di dare a ciascun anima un Angelo Custode per tutelare, per mostrarci quanto gli sia cara la salvezza dell'anima nostra; ma egli ha voluto ancora provvedere alla protezione di tutti gli interessi dell'umana famiglia, confidando alle gerarchie degli Angeli la custodia delle nazioni, dei regni, delle province, delle città, dei villaggi e delle capanne e di ciascuna famiglia.

10.  La più grande parte degli uomini poco conto fanno delle cure, tanto particolari che generali che la provvidenza e la bontà infinita di Dio prendono dell'umana famiglia per l'intervento degli Angeli Custodi, e per questo bisogna volgere su questa verità un'attenzione tutta speciale.

11.  Oh! Affettuosi e fedeli Angeli Custodi, per la bontà e l'immenso amore di Dio, gradite queste lodi che vi offro con tutta la riconoscenza dovuta alla vostra amorevole protezione; fate che per le vostre buone ed angeliche cure possa evitare la morte eterna.

 

LODE VIa

 

1.      Per la grazia di Dio voglio dimostrarvi la protezione che l'Angelo tutelare ha verso ciascun individuo e spero di chiarirvi questa sublime verità, perché gli angeli proteggono tutti i beni spirituali e temporali della famiglia umana in generale.

2.      Dio nella sua sapienza, nella sua bontà e suprema potenza, ha benissimo disposto per ordine gerarchico il governo di tutto l'universo confidandolo alle differenti legioni Angeliche, di modo che ciascun Angelo nei suoi differenti gradi, è incaricato di una protezione particolare e generale.

3.      Io credo che gli uomini devono avere per queste verità una grande considerazione, perché il tempo si avvicina in cui essi devono ricorrere all'invocazione degli Angeli tutelari per grave necessità in cui si troveranno, di studiare con premura queste verità, ed allora sarà che faranno l'esperienza dei fatti e comprenderanno chiaramente ciò che per essi ora è oscurità e mistero.

4.      L'anima mia scorge otto gerarchie angeliche, incaricate di una protezione più o meno importante, ciascuna di queste gerarchie eseguisce gli ordini che ha ricevuto dalla suprema potenza di Dio, con tanta regolarità che io comprendo in questa forma di governo uno dei più ammirabili prodigi che abbiano operato la sapienza, la bontà e la grandezza infinita di Dio.

5.      Io vedo gli Angeli incaricati alla custodia delle nazioni dirigere la loro attenzione e premura per far progredire le arti, le scienze, il commercio che supplisce coll'industria alla mancanza della fertilità, alla mancanza della forza, col talento, all'ignoranza e privazione della legge coi buoni costumi, in guisa che le loro intelligenti ed attive cure.

6.      Io vedo gli angeli tutelari dei regni sforzarsi a ben disporre lo spirito ed il cuore dei loro diplomatici, d'illuminare con buone ispirazioni i principi e capi di governo affinché possino dare buone leggi ai popoli, che la loro amministrazione sia regolata coi rigori della più imparziale Giustizia, che vegliano al buon ordine della forza pubblica, dello esercito tenendo gli occhi sopra a tutti gli agenti del governo politico e civile, perché si possa vedere la pace e regnare la concordia tra i popoli.

7.      Vedo gli angeli incaricati della protezione delle province egualmente occupati a disporre gli animi degli uomini, essi danno l'idea di allevare delle greggi e di procurarsi altre risorse per mezzo dell'industria e della scoperta di ricchezze minerali o vegetali secondo la natura del suolo in ciascuna provincia.

8.      Vedo gli Angeli Custodi di dette città fare tutti i loro sforzi per invitare le popolazioni senza eccezione ad amare la loro città per ravvicinare le une alle altre colla scienza, le arti, l'industria ed il commercio affinché esse possino aiutarsi e sostenersi a vicenda, e che tutto proceda con concordia provvidenziale.

9.      Vedo gli Angeli incaricati di proteggere i villaggi, le borgate e capanne occupati a far vivere nella mente e nel cuore l'amore della loro terra natia, facendo loro amare la famiglia, i congiunti, gli amici così bene, che questa affezione è causa che essi preferiscono il più miserabile villaggio alla più ricca e più fiorente città del mondo, e che si uniscono così alla loro condizione sociale.

10.  Vedo gli Angeli protettori degli abitanti solitari della campagna consacrando egualmente i loro sforzi e le cure per nutrire la mente ed il cuore degli abitanti, dei contadini e pastori, come dei penitenti, dei religiosi ed eremiti dell'amore della loro famiglia, dei loro campi, dei loro eremi e celle affinché essi possino godere la pace e la tranquillità nella loro solitudine e nel silenzio.

11.  Vedo gli Angeli tutelari delle famiglie occupati ad eccitare nel cuore e nello spirito dei padri e delle madri, dei figli, dei congiunti e di tutti i membri della famiglia, l'amore intimo che deve unirli affinché fra essi regni l'accordo, la stima e carità reciproca, far fiorire sempre più la pace e la prosperità che saranno il frutto del loro rispetto per il diritto del padre e capo di famiglia.

12.  Io riconosco dunque questi meravigliosi affetti e sublimi verità della protezione generale e particolare, di queste otto gerarchie come un dono speciale che la bontà di Dio ha voluto fare all'umana famiglia affinché conoscendo i bisogni dei miseri tempi in cui viviamo, sappiamo approfittare a tempo di questo immenso tesoro per la salvezza delle anime nostre.

13.  Ringraziandovi di sì grandi cure affettuose che sempre prodigate alle anime nostre ed ai nostri corpi, io vi offro, o miei fedelissimi Angeli Custodi tutte queste lodi; accoglietele, vi prego con amore, come se esse fossero un dono della stessa e divina provvidenza che si è degnata di manifestare queste sublimi verità per la sua più grande gloria e per l'immenso vantaggio di tutto il genere umano.

 

LODE VIIa

 

1.      Oltre queste cure sì numerose ed affettuose che Dio nella sua bontà e provvidenza grande delle anime nostre e dei nostri corpi per mezzo degli Angeli protettori, vi è ancora un'altra protezione angelica distinta dalle altre e più generale, ed è quella dei tre principi Arcangeli. Gabriele, Michele e Raffaele.

2.      Come la maestà suprema di Dio esiste in tre persone distinte così ciascuna di queste persone possiede il suo principe Angelico rivestito del suo potere divino per tutto ciò che riguarda il governo dell'universo: questi tre principi procedono l'uno dall'altro per volontà e potenza a guisa delle loro divine maestà, senza però che sia inferiore all'altra.

3.      L'Angelo Michele rappresenta la potenza dell'Eterno Padre ed è il protettore speciale della Chiesa universale e di tutti i cristiani; è egli che presiede alla direzione di ogni governo legittimo, alla custodia dei capi politici, civili e materiali; egli fa nascere nel cuore l'amore della pace ed il coraggio guerresco.

4.      L'Angelo Gabriele rappresenta la potenza del Figlio, egli è incaricato di proteggere in modo speciale tutti i cristiani, i padri e madri di famiglia, e tutti quelli che fanno voto di castità per amore di Gesù e della santissima Vergine Maria affinché ci condoni al servizio ed al culto di Dio.

5.      L'Arcangelo Raffaele ha ricevuto dallo Spirito Santo il potere di proteggere specialmente tutti i cristiani; viaggianti, i pellegrini in generale, i marinai ed i peccatori e particolarmente tutti i figli e figlie che amano ed onorano i loro genitori secondo i precetti della legge santa di Dio.

6.      Tutte queste protezioni speciali, particolari di cui sono incaricati gli angeli per i disegni della provvidenza in tutto il genere umano, formano una delle più grandi ed importanti verità della fede, se gli uomini corrisponderanno a tutte le grazie che la clemenza infinita di Dio offre a loro per mezzo degli Angeli Custodi, potranno certamente liberarsi da molte miserie e pericoli che minacciano le loro anime ed il loro corpo.

7.      Sì miei cari, le cure che i nostri Angeli Custodi hanno dell'anima nostra e del nostro corpo, sono sì commoventi e preziose che non possiamo dire che Dio malgrado la sua potenza ed amore non potrebbe fare di più per noi. Sì, se noi riflettiamo a tutte le grazie spirituali di cui, nella sua infinita bontà ci ha ricolmati senza che ne abbiamo diritto per i nostri meriti, siamo forzati a dire che il Creatore è più umile e più amorevole verso la più miserabile delle creature umane, che tutte le creature lo siamo pel Creatore.

8.      Tutte queste verità dovrebbero produrre nel cuore umano effetti meravigliosi, perché si comprende troppo bene l'ingratitudine di cui l'uomo si rende colpevole perché non riconosce le beneficenze di cui la provvidenza divina lo ricolma continuamente, mostrandosi incurante e dimentichevole, invece di contraccambiarle sentimenti di riconoscenza e di amore.

9.      Tutte queste verità saggiamente approfondite risveglieranno senza dubbio l'uomo dal suo sonno di morte della sua indifferenza, dal suo rilasciamento morale e lo faranno pensare seriamente all'anima sua, perché si tratta di un interesse che non si può differire a piacere, la morte può sorprenderci tutti i giorni, ogni ora, ogni momento, ed allora guai a noi se non abbiamo saputo profittare della grazia di Dio.

10.  Oh! Quanti infelici schiavi del rilasciamento, dell'indifferenza, e della ingratitudine hanno avuto da pentirsi nell'ultim'ora della loro vita per non aver corrisposto all'invito di tante grazie ed alle ispirazioni che la bontà di Dio ha mandato per mezzo degli Angeli Custodi: Oh! quanti sono periti per l'eternità.

11.  Oh! Miei fedelissimi ed affettuosi Angeli Custodi, nella vostra bontà accogliete queste lodi, io ve le offro nella speranza che vi saranno gratissime, perché sono tutte per vostro onore, e perché sono state dettate dalla riconoscenza che io devo alle cure sì grandi e commoventi che avete per tutti i nostri beni spirituali e temporali.

 

 

 

LODI IN ONORE DEI SANTI

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LODE Ia

 

1.      Eccomi con tutta la forza dell'anima mia a descrivere le vostre lodi o amatissimi protettori; ma siccome centinaia e migliaia di volumi non basterebbero a narrare le vostre eroiche azioni, i vostri meriti e la vostra gloria, così mi sforzerò a richiamare i tratti più meravigliosi della fede, dell'amore, della verità e della Giustizia che voi avete operato nel tempo di vostra vita mortale.

2.      Sì, mi contenterò di esporre con chiarezza ed evidenza di verità i principali fatti che vi hanno tatto guadagnare gli onori del tutto, la venerazione dei fedeli, l'infallibile canonizzazione della Chiesa romana, che con le sue bolle apostoliche la di cui autorità fra i cristiani eguaglia quella dei dogmi della fede, ha dichiarato la vostra santità ed il culto che vi è reso.

3.      Se l'autorità apostolica ha approvato la vostra santità e vi ha dichiarati degni dell'onore dell'altare, bisogna credere che il merito delle vostre azioni è stato abbastanza riconosciuto, e noi non dobbiamo giudicare che si abbia voluto attribuire un merito sì grande senza che vi sia appartenuto.

4.      Io vedo chiaramente lo splendore della santità che vi circonda nella vostra gloria celeste, e vedo ancora qual'ordine di grandezza siete innalzati sui troni che vi avvicinano il Dio, e nello stesso tempo le distinzioni stabilite tra le anime beate nella felicità, nella bellezza e nella gloria.

5.      I meriti di santità sono assai più grandi di quelli che il mondo vi tributa. Infatti una sola delle vostre virtù praticate eroicamente basterebbe per rendervi degni di venerazione, perché essa vi ravvicina a Dio, di un grado di beatitudine maggiore nella vostra gloria celeste.

6.      La perfetta povertà, ossia il distacco completo di tutte le cose terrene è merito che da sola basterebbe per santificare centinaia e migliaia di volte un'anima davanti a Dio, perché la rinunzia volontaria dei beni di questo mondo per avere i beni spirituali, piace talmente a Dio, che quelli che ne sono capaci, diventano gli oggetti i più cari agli occhi di Dio.

7.      La perfezione della virtù della povertà, attira infinitamente maggiori grazie e favori delle altre virtù, quale ne sia la perfezione perché in essa vi sono qualità e meriti sopra minenti che non si trovano nelle altre virtù cristiane.

8.      I meriti sublimi e di primo ordine nascono tutti dalla perfezione della povertà e dell'abnegazione di se stesso. Ciò Dio chiama volontario sacrificio non cruente, al quale accorda distinti doni e grazie particolari.

9.      Il dono dei miracoli non può venire che dalla perfezione della povertà e dell'abnegazione di se stesso, senza di ciò, il domandare a Dio un simile dono sarebbe lo stesso che chiedere una cosa che è incompatibile con ogni merito.

10.  Il dono dei miracoli è congiunto ad un certo numero di condizioni poco conosciute dagli uomini. Se Dio riserva questo dono ad un certo numero di prerogative, l'uomo per se stesso non può ricevere dalla clemenza divina la grazia gratuita del perdono dei peccati quando ha un pentimento vero e sincero.

11.  Molte persone credono di commuovere la divinità con un semplice e meschino tributo di vane parole che offrono nelle loro preghiere, nelle loro domande dirette a Dio: essi non merita punto di essere esaudite.

12.  La preghiera che s'innalza da un cuore umile e retto è utilissima per l'espiazione delle nostre colpe; ma Dio ama più un sacrificio per quanto piccolo volontariamente fatto in noi stessi.

13.  La bontà divina non accorda la grazia che le si domanda, se prima la persona che la vuole o la fa domandare ad altri, non si prepara a riceverla con rettitudine ed umiltà di cuore per l'adempimento di un'opera espiatoria per qualche sacrificio volontario praticato in se stesso.

14.  Sono ben pochi quelli che praticano le opere che Dio, può esaudire, e da questo numero sono ben lontani da farne parte coloro che sono abituati a fare le preghiere in cui vi sono parole vane e prive d'effetto; ciò non ostante pretendono essere esauditi da Dio.

15.  Evvi una verità degna di nota, e da non dimenticarsi: il presumere del proprio merito è il primo ostacolo che si oppone a ciò che Dio accordi una grazia qualunque, anche sia una grazia di quelle che egli ami più d'accorciare.

16.  A voi miei santi protettori ed avvocati offro queste lodi della vostra eroica virtù; ricevetele con amore poiché vi appartengono, tutte di imparziale giustizia.

 

LODE IIa

 

1.      Ho detto che la presunzione di meritare una grazia fa rifiutare da Dio quella grazia che si chiede, ed ecco il motivo. Dio essendo la stessa essenza dell'umiltà e della semplicità, se queste due qualità non esistono nell'uomo in grado eroico, esse non sapranno produrre alcun effetto sul cuore di Dio: poiché non hanno il merito sufficiente per ottenere la domandata grazia.

2.      Questa ragione spiega il fatto delle azioni prodigiose dei santi. Essi domandano a Dio le grazie con grande umiltà, semplicità e confidenza che sono sicurissimi di essere esauditi nelle loro dimande, sebbene alcune volte sono da essi ritenute compiute, avanti che lo fossero realmente.

3.      Alcuni santi ebbero il dono dei miracoli e li operarono tutte le volte che riconoscevano il bisogno di domandarli, però conviene comprendere a quale condizione si possono ricevere i doni da Dio; bisogna che l'uomo non sia più libero di se stesso, che in tutto faccia la volontà di Dio, che si metta con tutte le sue facoltà corporali e spirituali alla santa volontà dell'Altissimo.

4.      Non si possono ricevere da Dio simili doni fin tanto che nell'uomo sussiste il più piccolo sentimento dell'amor proprio ed il più piccolo attacco alle cose terrene, poiché possa fare tutte le preghiere e possa tutto compiere e sacrificare, pure se gli rimane il più piccolo germe di questa imperfezione, non potrà mai ottenere da Dio i doni dei miracoli ed altri favori di questa natura.

5.      Il miracolo è il vero spirito di profezia è una condiscendenza della volontà di Dio a quella dell'uomo al momento in cui si compiono queste operazioni. La volontà dell'uomo e tutte le facoltà sensibili ed intellettuali del suo essere agiscono come strumenti della volontà divina; la volontà dell'uomo qui affatto non entra; l'uomo presta per così dire alla sua persona a Dio per queste operazioni.

6.      Queste qualità di ordine superiore possono essere in un gran numero di uomini i quali al di fuori non le mostrano, essi non si distinguono in quanto al merito apparente da tutti quelli che menano una vita religiosa e cristiana; nella loro umiltà si reputano gli ultimi mèmbri della società; capaci solamente di commettere peccati.

7.      I santi, per così dire, sono creature a parte con la loro ragione tutta assorta in Dio, nella verità della fede, della speranza, della carità, nei principii di giustizia e dell'amore verso i loro simili: nessun pensiero sarebbe distoglierli da questi principii, anzi il loro modo di vivere è tutto opposto a quello degli altri uomini.

8.      Tal'è la semplicità dei santi che appariscono sciocchi a quelli che non conoscono i loro meriti, essi sono capaci di prestar fede a tutto ciò che loro si dice di verità, perché non sanno concepire un sospetto di dubbio sulla sincerità altrui; essi credono volentieri che tutti, salvo essi, siano capaci di far miracoli e cose simili.

9.      Le qualità dei santi sono assai superiori a quelle del comune degli uomini, ma la loro umiltà ed abnegazione li fanno sottoporre a tutti in una maniera sorprendente; così si direbbe che essi non hanno più la libertà della propria loro volontà, come piccoli fanciulli, o poveri di spirito.

10.  I santi credono di poter compiere tutto ciò che loro viene comandato, perché non sospettano affatto per capriccio o per fini indiretti si possono loro comandare di fare cose sconvenienti o indegne perché essi si abbandonano in tutte le loro azioni alla divina provvidenza, e perché in essa e non in se stessi ripongono tutta la loro confidenza.

11.  Ecco l'origine delle azioni ammirabili e prodigiose dei santi. Il loro cuore simile ad una fornace ardente d'amore, si crede obbligato di amare gli stessi suoi crudeli nemici, ed il loro cuore è sì retto e sincero che non ricorre alle affettazioni e complimenti cerimoniosi, ma ama pienamente, e le loro opere portano l'impronta della carità.

12.  Se nei santi è grande la carità, è grande ancora la loro fede; tutto ciò che loro si può dire di Dio, del culto, della devozione e della religione, essi credono senza dubbio, pieni di rispetto per tutto ciò che loro si espone; essi lo onorano come un oracolo della voce di Dio, perché credono fermamente che colui che parla a nome della divinità non possa affatto ingannarsi.

13.  La loro speranza è ugualmente senza limiti, in cui ripongono la confidenza nei loro più piccoli bisogni spirituali e temporali; così essi si trovano contenti, allorché la provvidenza differisce di soccorli essi credono che questo ritardo sia un dono, un favore di essa che offre loro  un'occasione di acquistare merito avanti a Dio.

14.  I santi per la virtù della speranza non solo sanno sopportare il male come un dono della provvidenza, ma ancora si elevano ad un più sublime grado di virtù, poiché ogni avversità, ogni fatica, ogni pena e dolori: ed il loro dovere di offrire per amor di Dio e del prossimo.

15.  I santi sono grandi in tutte le virtù, il loro cuore è una sorgente meravigliosa ed inesauribile di carità e giustizia, per soddisfare a questi sacri principii, essi praticano e cercano di fare praticare agli altri opere di beneficenza, e supplicare agli altri opere di beneficenza, e supplicano Dio e gli uomini per ottenere il sollievo di quelli che vivono nel bisogno e nella miseria.

16.  Essi non trascurano tutte le altre virtù che conducono alla cristiana perfezione e sono come corollari delle principali di cui parliamo; nonché la loro vita è un modello di tutte le qualità che rendono l'uomo nobile e grande anche agli occhi del mondo.

17.  Ora chi potrebbe praticare tutte queste virtù che sorpassano le forze dell'umana natura senza essere un santo, senza aver saputo e voluto profittare dei doni del Cielo, poiché esse non procedono dall'uomo, ma sono un dono sopranaturale nella Suprema sapienza della bontà ed onnipotenza di Dio.

18.  Allorché verissimo attribuire l'origine di queste virtù ad una disposizione morale e particolare od all'azione delle passioni che domina in tanti modi il cuore umano, non sarebbe men vero che questo genere di morale praticato dai santi cede ad un grado molto inferiore l'insieme delle qualità che possederebbe il più grande eroe di questo mondo, in chi sovrabbondasse il merito e la gloria.

19.  Per l'onore e la gloria delle vostre straordinarie virtù, miei amatissimi e grandi Santi protettori, gradite queste lodi che vi offro con affetto il più sincero del mio cuore e mi sento obbligato di pagare questo tributo di amore perché le vostre eroiche azioni vi hanno resi degni di essere amati, ma ancora venerati sugli altari.

 

LODE IIIa

 

1.      Sì miei cari fratelli, i santi sono stati i modelli di tutte le virtù morali, civili e patrie.

2.      Essi hanno coltivato i buoni costumi, praticato le virtù che civilizzano, che nobilitano l'uomo e lo distinguono in mezzo ai suoi simili.

3.      Se noi osserviamo tutti i grandi uomini di questo mondo, scienziati, artisti e conquistatori, noi troviamo che alle loro grandi virtù erano mischiati brutti e detestabili difetti ed abominevoli vizi; i santi solamente sono stati senza macchia.

4.      Esercitando le loro virtù i santi hanno fatto ciò che i più grandi uomini di questo mondo sono stati incapaci di fare col loro sapere, col loro valore e potenza. No, i più grandi ed i più sublimi filosofi profani nulla hanno di paragonabile ad essi, poiché la scienza dei santi guidata dalla rivelazione di Dio, s'innalza al di sopra della scienza umana.

5.      Riguardo al valore essi sopravanzano tutti gli uomini, poiché affrontano le fatiche, le privazioni, i dolori e la morte pel bene dell'umanità e per la propagazione della verità e della fede: così si può dire che la più gran parte del mondo civilizzato è stato da essi liberato dalla schiavitù, dalla tirannide e dall'ignoranza.

6.      La loro potenza non è meno grande, poiché hanno calmato le tempeste del mare, gli uragani devastatori e terribili dell'aria, hanno mansuefatto le feroci e rapaci bestie del deserto, hanno estinto gli incendi più orribili, hanno reso la vita ai morti, la vista ai ciechi, l'udito ai sordi, la parola ai muti; hanno guarito ogni specie di malattie, hanno vinto e messo in fuga i demonii, in una parola hanno operato i più straordinari prodigi, perché il loro potere e la loro volontà erano il potere stesso e la volontà dell'Altissimo.

7.      Dove è chi possiede tanto sapere, tanto valore e potere che i santi hanno posseduto in questo mondo? E gli è forza fra i quali il cui sapere è fondato nella incredulità, il di cui valore non è che crudeltà e tirannia, il di cui potere consiste nel disporre le forze umane e meccaniche. Nulla evvi in tutto questo paragonarsi ai doni che i santi ottennero da Dio.

8.      Il merito della santità è ben differente da quello della dignità e potenza umana; gli onori e tutte le gioie peribili finiscono con la vita, al contrario la fine di questa vita mortale indica il principe degli onori e della gloria dei santi: essi s'immortalizzano nella vita e nella beatitudine del regno dei cieli.

9.      I santi hanno meritato da Dio la loro grandezza e dignità colle virtù che hanno praticato, come tali virtù conosciute ed anche apprezzate dagli uomini i loro onori, dunque hanno una sorgente infallibile, si può forse altrettanto dire degli onori di questo mondo che attengono e si distribuiscono spesso all'ingiustizia.

10.  Ogni uomo è costretto di confessare che i santi hanno meritato l'onore che loro si tributa, come debito di riconoscenza per le loro grandi eroiche azioni colle quali si sono resi utili alla società.

11.  Le conquiste dei santi hanno sempre arrecato in seno dell'umanità la pace, la carità, la concordia, la prosperità e salute: le loro mani mai si sono lordate del sangue dei loro nemici che hanno saputo vincere e debellare senza strepito, calmando coi lumi della fede e della carità la loro ira, la loro audacia e superbia, ispirando loro una vita umile e cristiana.

12.  Accogliete questo tributo di lodi, o miei amabili e santi protettori, poiché ve le offro per la gloria che avete meritata da Dio e gli uomini con le vostre incomparabili azioni, e nello stesso tempo ottenere da Dio la grafia di potervi imitare il più possibile nelle vostre sublimi virtù, principalmente nell'umiltà, nella perseveranza del bene e nello orrore del peccato.

 

LODE IVa

 

1.      I santi si sono mostrati sublimi, ed hanno compiuto eccessi fatti praticando l'umiltà, senza questa virtù è difficilissimo giungere alla perfezione. Infatti per quanto l'umiltà in se stessa sia nobile, semplice e santa, altrettanto nasconde bassezza, astuzia in quell'uomo che la pratica esteriormente ed unicamente per meritare la stima del mondo.

2.      Per chi non la sa distinguere, essa è ingannevole, solo i santi in forza dei loro doni sopranaturali sanno riconoscere i difetti ed i vizi della falsa umiltà che tanti impostori attaccati a questo mondo praticano sotto il manto della santità e saggezza, e per questo che leggendo attentamente nel cuore degli uomini, che il mondo considera come virtuosi, umili e santi, hanno spesso manifestato tutti i loro effetti funesti, le malizie le più perfide e raffinate, i vizi ed i delitti più ignobili ed orribili.

3.      La vera umiltà procede sempre dalla generosità di cuore retto e sincero; per quanto l'ipocrita procuri di farsi scudo della sua falsa umiltà, altrettanto l'uomo, veramente umile, è felice di non essere affatto stimato e di nascondere la sua umiltà.

4.      Io paragono la vera umiltà ad una bellissima e nobile signora vestita da semplice contadina, che sotto queste umili vesti cerca nascondere gli sguardi altrui la sua nobiltà e bellezza. Nulla la fa mostrare all'esterno; il suo splendore ha più pregio ed ispira più effetto e stima a tutti coloro che riconoscono in essa una persona di nobiltà.

5.      Al contrario paragono la falsa umiltà ad una rustica cortigiana vestita da elegante donna, cercando coi complimenti e modi affettati d'imitare la grande signora: ma se si fa attenzione ai suoi movimenti ed alla sua conversazione, si scopre facilmente tutto ciò questa eleganza e queste vesti di apparenza nascono di bassezza e di costumi abominevoli.

6.      Paragono ancora la vera umiltà ad una pietra preziosa mischiata ad altre comuni. Chiunque sia non potrebbe ingannarsi sopra il suo valore riguardando alle altre, perché il suo splendore e bellezza attraggono gli occhi, così appariscono i santi in mezzo agli altri uomini.

7.      L'umiltà dei santi non è studiata né conosciuta di esterni effetti, essa è semplice, naturale, ed è sì semplice, che essi non solamente se ne attribuiscono al merito, ma ancora si riconoscono indegni del più piccolo favore di Dio e degli uomini.

8.      Il segno della vera umiltà, è il disprezzo di se stesso, l'indifferenza ai suoi propri interessi ed al biasimo come alle lodi del mondo; ed è in questo modo che i santi hanno veramente praticata l'umiltà.

9.      Per ricevere da Dio il dono della santa umiltà è necessario manifestarsi a lui con tutte le proprie miserie ed i più piccoli difetti, e riconoscersi indegni del più piccolo favore, e pensare che un nulla siamo avanti a Dio; noi dobbiamo interamente sradicare dal nostro cuore tutte le passioni che ci spingono al male ed alla cupidigia delle terrene cose.

10.  La vera umiltà non consiste nel far mostra di un'affettata modestia, di devozione e di esterne apparenze; noi dobbiamo tanto in pubblico come in privato mostrarci come se nulla fossimo, e crederci nel fondo del cuore degni di essere gastigati da Dio e dagli uomini, e mai dimenticare che siamo esseri dispregevoli in questo mondo.

11.  Niuno può essere umile se non si riconosce realmente quale peccatore indegnissimo, e non si riguarda come inferiore a tutti i suoi simili. L'uomo umile, sa coprire i difetti degli altri e scoprire i proprii esso mai si lamenta di alcuno: esso procura di correggere i suoi difetti per essere di esempio agli altri, ecco la vera umilità dei santi.

12.  Per la ricompensa che vi devo per la vostra grande umiltà, o miei Santi affettuosi, gradite queste lodi; ve le offro con la più profonda umiltà, riconoscendomi come il più indegno ed il più misero peccatore di questo mondo; nella vostra bontà vogliale ottenermi da Dio la grazia di un vero dolore dei miei peccati ed il fermo proposito di non più ricadervi.

 

LODE Va

 

1.      La vita dei santi ci presenta altri doni ed altre virtù eroiche; nelle loro abitudini semplici e riservate, noi dobbiamo considerare la rettitudine del loro cuore e la loro sapienza, da cui non sanno su ciò allontanarsi anche nelle più piccole cose, tanto dell'anima come del corpo.

2.      La sapienza prudente e piena di semplicità dei santi è tutta particolare e sorprendente, in guisa che non sorprende di vedere naturali virtù in un uomo il di cui cuore è perfezionato colla pratica della santa umiltà e con le ispirazioni divine della fede, della carità e della giustizia.

3.      Io giudico questa purità, questa sapienza e semplicità di cuore sì cara a Dio che nulla si potrebbe trovare di più sublime in tutte le perfezioni che i santi hanno praticato, così per questa via l'uomo che tende alla santità arriva ad un grado di perfezione tale, che esso diventa in qualche modo avanti a Dio come un fanciullo avanti ad un padre tenero ed affettuoso.

4.      Oh! quanto son belle e care agli occhi di Dio la purità, la rettitudine e la semplicità dei santi! Egli pone le sue compiacenze ineffabili confidenze con queste creature privilegiate, egli riconosce il segno della loro gratitudine verso il suo divino amore.

5.      Per queste virtù i santi hanno stupito il mondo, perché veramente grandi e sublimi sono le cose che essi hanno operato. Infatti, come può una creatura umana effettuare qualche cosa di più meraviglioso è il grado della semplicità al quale arrivano i santi quando domandano a Dio un miracolo colla stessa confidenza che un bambino domanda a suo padre o a sua madre l'oggetto che vuole.

6.      Oh! Grandezza, oh! Sapienza, oh! Bontà infinita di Dio: quanto coi vostri doni celesti vi rendete amabile, graziosa la creatura umana, quando è degna del vostro amore e delle vostre comunicazioni; voi stesso vi degnate d'intrattenervi con essa, come un padre amante si trattiene coi suoi cari figli.

7.      La purità, la sapienza e semplicità dei santi, son virtù amabili, preziose e care a Dio ed agli uomini, dei quali esse si cattivano la simpatia è l'amore. In esse stupiscono od incantano, hanno ancora il dono di toccare il cuore il più duro ed il più barbaro e di condurlo a sentimenti di affetto, di carità e di fede.

8.      Oh! Grandezza infinita di Dio, come possono i santi con tanta intelligenza e scienza mostrare una semplicità sì grande di quella dei fanciulli innocenti, per essi tutto è buono essi sono contenti, amano tutti e son pieni di buona fede; tutto ciò che loro si dice lo ascoltano con una schiettezza ed attenzione tale, che li contemplano sorpresi di trovare in una creatura una tanta abnegazione.

9.      Il prodigio della semplicità dei Santi, è una cosa sì ammirabile, che al ben considerarla, è una delle più grandi virtù che la bontà di Dio, possa dare alle sue creature, ed il vedere tanta semplicità congiunta a grande dottrina, a grande intelligenza, ai grandi lumi e discernimento sembra cosa impossibile.

10.  La purità, la saggezza e la semplicità dei Santi, è un tesoro sì prezioso che conferma tutta l'essenza delle perfezioni della santità cristiana, nostro Signor Gesù Cristo ce lo mostra; la sua vita, ha consacrato il modello di questo genere di perfezione che i Santi hanno cercato di imitare.

11.  A questo proposito ecco le parole di Gesù Cristo: «Siate saggi e prudenti come il serpente; umili e semplici come colombe» e dice ancora: «Se non diventerete simili a questi fanciulli, non potrete entrare nel regno dei cieli». Questo linguaggio ci dimostra che la semplicità, la purità e la saggezza dei Santi indicano il punto culminante di tutte le perfezioni cristiane.

12.  Oh! Grandi Santi miei amatissimi protettori, gradite queste lodi che vi offro con tutta la schiettezza e semplicità dell'anima mia, pregandovi di ottenere da Dio la grazia di conoscere sempre meglio i miei peccati, affinché questa considerazione serva ad umiliare la mia superbia che così possa piangere la loro enormità fino all'ultimo istante della mia vita mortale.

 

LODE VIa

 

1.      Se noi passiamo a considerare i doni della preghiera, dell'orazione e della rassegnazione in tutte le cose alla volontà di Dio, noi abbiamo da ammirare ancora nella vita dei Santi altre sublimi virtù, queste prerogative indicano il principio e la fine della santità e la strada che fa acquistare tutte le altre perfezioni cristiane.

2.      I Santi non pregano come si fa ordinariamente in pubblico ed in privato, essi non si occupano né della lunghezza delle preghiere, né della moltiplicità delle parole, ma piuttosto del raccoglimento interiore e della contemplazione delle sante verità.

3.      Nella loro preghiera contemplativa, i Santi hanno la mente ed il cuore talmente raccolto, che per una sola Ave Maria meritano più grazie da Dio, che non potrebbe meritare un'altra persona pregando un secolo colle devozioni del suo spirito assorto nelle cose della terra e colla tiepida fede del suo cuore.

4.      Nostro Signore Gesù Cristo ci ha palesato la maniera per ben pregare esprimendosi davanti ai suoi apostoli con queste parole: «in verità, in verità, se la vostra fede non sarà più grande di quella degli Scribi e Farisei, non entrerete nel regno dei cieli».

5.      Per queste parole piene di sapienza il Signore ha voluto farci comprendere che il merito della preghiera non consiste nella molteplicità, nella lunghezza e nelle semplici forme esteriori, ma bensì nella viva fede interiore, nella schiettezza e semplicità di cuore.

6.      Sì, il merito della preghiera e dell'orazione consiste nella meditazione, nel raccoglimento di se stesso, qualunque siano le parole che pronunzia, e consiste nell'aver confidenza che Dio esaudisca i nostri desideri come se già avessimo ricevuto la grazia che domandiamo.

7.      No, miei amatissimi fratelli, non sono le parole esteriori e la loro molteplicità che eccitano il cuore di Dio a esaudire le nostre preghiere, ma il raccoglimento, il fervore della fede, la schiettezza e rettitudine del cuore distaccato dalle disordinate passioni e sottomessi in tutto alla volontà di Dio.

8.      Così nostro Signore ha detto: «in verità vi dico che coloro che diranno padre, padre, non entreranno nel regno dei cieli, ma coloro che faranno la volontà del padre mio», per farci comprendere che le nostre preghiere a nulla serviranno senza l'osservanza scrupolosa della volontà di Dio.

9.      Parimenti lei nostra preghiera non può piacere al Signore, e non saremo né poco né punto da lui esauditi, se non abbiamo il cuore distaccato dagli affetti e dalle macchie di questo mondo, Dio non troverà degno di sé l'offerta di un cuore pieno di vizi e di corruzione.

10.  Egli così ci fa annunciare da un santo profeta. «Io maledico le vostre benedizioni». Oh! Dio; quanto sono terribili queste parole, mentre sono le stesse benedizioni degne della severa ed imparziale Giustizia di Dio.

11.  Quanti ipocriti impostori, avari seduttori della povera umanità, sia davanti al pubblico, sia nel loro interno, si struggono in preghiere e si danno a pratiche pie ed opere sante; credete voi che questi cuori viziati e corrotti possano essere accetti a Dio con queste ingannevoli apparenze? No, certamente no, miei fratelli; è del tutto impossibile; essi sono abominevoli davanti a Lui.

12.  Vi sono degli uomini che vivono in una condizione di miglior vita cristiana, ma nelle loro suppliche essi hanno la mente ed il cuore intenti ai desiderii più in beni temporali che in beni spirituali; la loro preghiera è un'offerta che viene rigettata dalla bontà e giustizia di Dio.

13.  Vi sono ancora degli uomini, che per un semplice tributo di preghiere che offrono a Dio, pretendono favori eccessi della prescienza e conoscenza, di tale e quale cosa, forse per pura curiosità o per fine temporale, ed ecco un'altra specie di offerta che Dio rigetta.

14.  Vi son degli altri ed in gran numero che menano una vita religiosa e penitente, ma per le loro preghiere e penitenze essi tendono ad ottenere la grazia, il dono di qualche virtù, attirarsi la stima e l'ammirazione del mondo, volendo diventare esseri privilegiati, superiori e per immortalarsi; ecco un'altra offerta che la bontà e la divina giustizia hanno orrore.

15.  D'altra parte tutto ciò che procede da Dio, è giusto, santo e perfetto: ora come la clemenza di Dio potrebbe accordare una grazia particolare ad un uomo che non ci traesse profitto per l'anima sua, e che sarebbe al contrario capace di proferire la più vile passione, in onore, in interesse di questo mondo a questo od a quel favore di Dio.

16.  Se noi meditiamo con cura queste sante verità, ci sapremo astenere da tanti difetti leggeri e gravi, che apportano un colpo, od una ferita mortale all'anima nostra, e ci rendono indegni della grazia di Dio: noi sapremo come hanno saputo fare i Santi, trarne abbondanti frutti per la salvezza dell'anima nostra, altrimenti rimarremo ospiti a vivere nel pericolo della morte eterna.

17.  Miei fratelli, pensiamo seriamente all'anima nostra, e ben consideriamo che Dio non è punto un uomo come noi, che ci possiamo ingannare, per la nostra malizia, al quale noi possiamo far credere ciò che non è, ma con Dio non è possibile. Guai a noi se la morte viene a sorprenderci, mentre il cuore nostro è pieno di malizia, di falsità e di corruzione.

18.  In verità vi dico a nome di nostro Signore Gesù Cristo, che è la stessa verità; tutti quelli che pregano continuamente e continuano a peccare mai, mai, eternamente mai, saranno esauditi da Dio; anzi di più sono l'oggetto di disgusto e di abominazione che affligge la bontà e giustizia divina, molto più dell'odore nauseante di un cadavere putrefatto nei calorosi d'estate che saprebbe disgustare i nostri sensi.

19.  È troppo evidente che la malizia, l'impostura, il vizio, il peccato qualunque sia, non possano avere alcun rapporto con Dio che è spirito puro e semplice che riunisce tutte le perfezioni nell'essenza di sua natura divina; tutto ciò che a lui ritorna, non può essere che simile a lui.

20.  Per l'onore e per la gloria delle vostre divine virtù di questi doni di preghiera e di rassegnazione alla volontà di Dio, o miei amatissimi Santi protettori, gradite queste lodi; io ve le offro con la più grande venerazione per la vostra santità, e dopo la Santissima Vergine Maria, io confido a voi la salvezza della povera anima mia.

 

 

 

LODE VIIa

 

1.      I Santi hanno diritto di innalzare alla nostra venerazione pei servizi che hanno resa all'umana famiglia in tempo della loro mortale vita, e che continuano a rendere nella beatitudine celeste, poiché non cessano di supplicare Dio in nostro favore.

2.      Sì, sono i Santi che di continuo supplicano Dio insieme alla Santissima Vergine Maria, ed agli Angeli pel nostro bene spirituale e temporale, senza la loro intercessione come otterremmo dal cielo le grazie ed i favori che ci sono necessari pel tempo e per l'eternità.

3.      Si può ancora che senza le suppliche e preghiere della Santa Vergine, dei Santi e degli Angeli, Iddio, stanco delle nostre iniquità di ogni genere avrebbe già distrutto il mondo. Essi hanno molto impero sulla volontà di Dio che non vuole che ciò che essi vogliono, e non si serve della sua indipendenza, né riprende l'esercizio della sua volontà che per eseguire i severi decreti della sua imparziale e severa giustizia che a suo tempo deve avere in tutte le cose il suo effetto.

4.      Vi sono castighi e flagelli che sentiamo sulle nostre teste minacciar tutti in generale e ciascuno in particolare, chi sarà il riparatore? Forse un uomo di questo mondo? No, miei cari, le preghiere di un uomo e quelle di tutto il genere umano non potrebbero avere bastante merito per placare l’irata giustizia divina, se non vi fosse l'intercessione ed i meriti di Nostro Signor Gesù Cristo, della Vergine Maria, degli Angeli e dei Santi.

5.      Solamente per queste intercessioni noi, miserabili peccatori in questo misero mondo, siamo favoriti in modi innumerevoli dalla bontà e clemenza di Dio. L'Amore, l'affetto e la pietà che la Vergine Santissima ed i Santi mostrano per noi, sono mille volte più estesi di quei sentimenti che nutriamo per essi.

6.      Se noi potessimo essere convinti di queste verità diverremmo senza dubbio tutti santi, od almeno saremmo trasportati a vivere cristianamente; non commetteremmo un sì gran numero di peccati d'ogni specie, ed il nostro cuore sarebbe meno attaccato alle cose vane e passeggere di questo mondo ed aspirerebbe di più ai tesori del Cielo.

7.      Per diventare un santo in questo mondo, molto evvi da fare, e non è necessario di far tanto per salvare l'anima nostra; che bisogna dunque fare, e minor fatica si richiede che per acquistare un tesoro di questo mondo, anzi la più facile, e possiamo farlo senza lasciare le nostre famiglie, i nostri amici, o le nostre occupazioni, in mezzo alla società.

8.      Riflettiamo seriamente che la morte è certa, e dopo questa vita dobbiamo render conto delle nostre buone e cattive azioni. Il bene che abbiamo fatto riceverà per ricompensa l'eternità nel regno del bene che è quello di Dio, ed il male sarà punito con pene eterne nel regno del male. Che sarà quello del demonio.

9.      La Sola meditazione, cari miei, di questa incontestabile verità basterebbe a farci pensare seriamente all'interesse dell'anima nostra, ed a farci vivere continuamente nel timore di perderla, quando ci siamo adoprati di fissare nel nostro cuore questo salutare dimore; vi assicuro che l'anima nostra non perirà, poiché il timore nasce dall'amore, e dall'amore nascono tutte le altre virtù bastanti per salvare un'anima qualunque.

10.  Qualunque sia la condizione sociale, se la nostra mente ed il nostro cuore sono disposti al pensiero della morte, alle due eternità: una della felicità, l'altra dei tormenti, noi possiamo conoscere la strada del Cielo, i Santi stessi tremarono al pensare dell'eternità, e piangerono amaramente le loro colpe dopo lungo tempo espirato.

11.  Cerchiamo d'imitare la vita dei Santi per acquistare le virtù, per allontanarci dal vizio e dal peccato, il solo pensiero di tutto ciò che essi hanno sopportato in espiazione delle proprie e dell'altrui colpe dovrebbero guidare il nostro cuore fosse anche di bronzo, coll'amore al sentimento di fede, di speranza, di carità e di giustizia, con una parola alla pratica del bene.

12.  Se vogliamo vivere santamente, meditiamo, per quanto è possibile, la vita, la passione e la morte di nostro Signor Gesù Cristo e quella dei Santi, e rammentiamoci che il merito non si acquista che con la purità, e saggezza, colla semplicità e con la rettitudine di cuore, col fervore e col raccoglimento della preghiera, colla rassegnazione di tutte le cose alla santa volontà di Dio.

13.  Voglia il Cielo che tutte queste sante e sublimi verità siano bastantemente meditate da tutti coloro che leggeranno questo santo libro scritto dalla mano di un peccatore pentito e sotto l'ispirazione della grazia divina, questo è l'oggetto di tutti i miei desiderii e di tutti i miei voti affinché ciascun lettore possa trarne frutti abbondanti per l'anima sua e per l'accrescimento della gloria di Dio, ed a grande vantaggio di tutto il genere umano.

14.  Accogliete queste lodi miei amatissimi Santi protettori, io ve le offro per onorare e glorificare degnamente i meriti infiniti che vi hanno fatto acquistare in questo mondo l'amore presso la tenera pietà che avete ancora per noi tutti poveri peccatori, ed io il più miserabile tra loro, mi sento obbligato ad amarvi ed a riconoscere in che vi devo.

15.  Che devo dire, la vostra confidenza in Dio, la riconoscenza verso di Lui penetrando il mio cuore d'ammirazione mi ispirano di domandare in tutta confidenza una grazia al Creatore, cioè d'imitarvi, di aver in orrore il peccato e tutte le vanità passeggere di questo mondo e di aspirare solamente alla gloria del Cielo.

16.  Ai Santi beati nella gloria rendiamo l'onore che gli è dovuto perché ci sono fedeli e ci amano, il loro cuore è un vaso d'amore ed è sì grande che d'ora innanzi lo splendore della loro gloria eguaglia l’affetto del loro cuore.

17.  La loro vita in questo passeggero mondo fu un modello di ogni bene, di ogni carità veramente esemplare, l'amico, i congiunti, il fratello, il nemico erano uguali ai loro occhi, per questo come per gli altri il loro amore era in tutta la sua bellezza.

18.  Se noi contempliamo il fervore della loro fede, essa si innalza ad un grado inesprimibile, quale ardore, quale fede; tutti ne sono stati testimoni; essi videro le spoglia sanguilenti del loro martirio, e quanto fu dolce per loro il morire.

19.  Sì, se noi volgiamo uno sguardo sopra i fatti meravigliosi, sopra i gloriosi e sorprendenti prodigi che compirono, sono sì grandi e sublimi che nessuno osa negarli, gli empi ed i maligni stessi agli accenti della loro voce sì piena di amore, divennero miti e pacifici.

20.  Chi potrebbe dire che i Santi, non sono i più eroi della terra? La loro grandezza era un dono della grazia celeste, essa fu feconda di pace e di felicità.

21.  È sì grande la gloria dei Santi ed ha una cima sì elevata e sì sublime, che il volerla sorpassare è impossibile. Le cime s'innalzano raggianti su tutte le loro glorie, nulla evvi in questo splendore che rassomigli al falso onore del mondo.

22.  Chi non vede nei Santi il prodigio della suprema potenza di Dio? Non si può dire che la loro vita, non sia umile e pia, fu un prestigio, quando spesso essi risparmiarono al mondo il castigo meritato per i suoi delitti e placarono Dio.

 

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NOTE - Nel secolo delle eresie le più stravaganti e spudorate, era necessario che la somma sapienza divina, venisse con un raggio di sua eterna luce a rischiarare le ottenebrate menti degli uomini, affinché essi conoscano i loro errori, i loro mali, la loro rovina temporale e morale, or bene, fra tanti errori sparsi pel mondo avvenne uno sì pernicioso che va a degradare l'onore e la gloria del Santi, non ammettendo il culto, la venerazione e la protezione d'essi. Ma lo spirito di verità in queste lodi fa conoscere chiaramente le verità che riguardano coloro che per le loro eroiche virtù si acquistarono nel mondo il titolo di Santi.

E siccome i Santi sono gli esemplari delle virtù, così delle stesse virtù è trattato in queste lodi con ammirabile chiarezza, e considerando queste espressioni che lo scrittore di questo libro ha esposte, bisogna ammettere che egli in tutti i tratti di sua vita ha manifestato queste virtù che i santi hanno praticato; poiché niuno può dare e dire quello che non ha saputo e non ha praticato.

 

 

 

LODI ALLA DIGNITÀ TEMPORALE E SPIRITUALE DEL VICARIO SUPREMO DI GESÙ CRISTO. IL SOMMO PONTEFICE ROMANO, E ALLA DIGNITÀ DEL SACERDOZIO

E DEL MINISTERO DELLA CHIESA

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LODE Ia

 

1.      A voi dirigo ora le mie parole di lodi, o supremo e santo Vicario di Cristo, per esaltare la vostra sovranità temporale e spirituale, alla dignità infallibile nella legge e nella giustizia, alla dignità e santità del sacerdozio. Io voglio far conoscere chiaramente al mondo i veri diritti del potere temporale e spirituale che devono servire a confondere ed a fare aborrire la preponderanza dei miscredenti politici.

2.      Provvidenza infinita di Dio, quando vide il bisogno non mancò mai nella sua bontà di opporre al vizio la virtù, all'ignoranza il lume della sapienza, all'errore o dalla menzogna la nettezza della verità, all'oppressione degli infelici e dei deboli e dei pusillanimi la forza ed il valore degli uomini grandi, che sa far sorgere dalla polvere della terra.

3.      Vivete tranquilli, o buoni e santi ministri, che siate servi del culto divino, perché specialmente per voi Iddio ha suscitato dalla polvere l'uomo grande che difenderà ogni diritto, armato dalla forza del diritto, e che distruggerà ed abbatterà l'empietà nei suoi crudeli oppressori figli dell'ira[2].

4.      Questo uomo grande che Dio ha tratto dalla polvere sarà il terrore e la totale rovina degli empii, ed il padre benefico ed amorevole per tutti quelli che sono fedeli a Cristo, alla Chiesa ed alla patria, esso è il fulmine terribile della irata giustizia divina: non saprà perdonare a chiunque sarà trovato colpevole dei delitti d'immoralità, di eresia, di oppressione e di barbarie.

5.      Rammentatevi, o ministri e servi del culto divino che a voi è stata data la custodia dell'Arca Santa di Dio. Guai, guai a coloro che con la loro mano profana, sacrilega oseranno arrogarsi il potere sopra la successione interrotta dei vostri diritti sacerdotali e divini.

6.      Gli audaci e minatori orgogliosi che hanno attentato ed attenteranno ancora alla vostra dignità, o santi ministri e servi del culto divino, coll'insulto, colla violenza e l'oppressione, saranno improvvisamente, dalla mano possente di Dio, completamente distrutti nell'atto stesso profano, sacrilego delle loro iniquità.

7.      Chi è colui che osa mettere il piede nella reggia di Pietro. Sul trono santo di Dio, occupato dalla suprema e regale dignità del suo Vicario infallibile, e forse un altro re e sovrano della terra? Guai a chi tu sia, deponi la tua ostinazione, la tua superbia, abbi pietà di te stesso, della anima tua e dei tuoi discendenti, se no i fulmini della divina giustizia distruggeranno tutti fino all'ultimo rampollo.

8.      Dove sono quelle grandi armate poste in battaglia che osano opporsi alle conquiste dell'esercito santo di Dio, per spogliarlo dei suoi diritti paterni, profanando e distruggendo le sue divinità tutelari? Eccole là in un campo ridotto in polvere dall'angelo sterminatore di Dio, come quell'orgoglioso e sacrilego Sannacheribbe re della Siria.

9.      Ov'è quel popolo sì potente e forte che voglia dominare i veri figli di Abramo, i discendenti di Levi, i legittimi successori di Aronne? Eccoli là completamente distrutti dal potente servo di Dio, Mosè come fu lo ostinato e superbo Re dell'Egitto.

10.  Quali armate, quali ordigni di guerra, qual fortezza, quale città potente potranno resistere contro la potenza dell'esercito di Dio? Eccolo là rinnovato il fatto dell'orgogliosa e sacrilega città di Gerico, ridotta in un ammasso di ruine dal suono prodigioso delle trombe levitiche.

11.  Quale è il Re che per la preponderanza del suo potere politico sarà sì audace d'impadronirsi del sacro tesoro del culto di Dio? Eccolo là annientato lui e tutti i suoi in mezzo alla sua empia corte come l'orgoglioso Re di Babilonia, privato nello stesso tempo del suo trono e della vita.

12.  Infine chi è colui che vorrà prendere le armi per andare contro il popolo santo di Dio? Fermatevi superbi Golia ed Oloferne, perché per troncare le vostre superbe e sacrileghe teste Iddio ha fatto sorgere tra il suo popolo fedele un'altra valorosa Giuditta, un altro giovane povero e valoroso, vero fulgore della giustizia divina, nuovo figlio di Iesse.

13.  No, no, ripeto, non temete i vostri oppressori, o ministri e servi del culto di Dio. Dio ha fatto sorgere fra mezzo al suo popolo santo un novello Aronne, un nuovo Mosè, un nuovo Davide, un nuovo Giuda Maccabeo, un nuovo Messia che vi difenderà dai vostri nemici e tiranni, che vi porterà la pace, la salute e la prosperità.

14.  Pregate, oh pregate voi tutti religiosi e fedeli cristiani: affinché il più presto possibile vi sia dato di conoscere coi lumi della fede l'uomo grande, l'eletto, il prediletto di Dio, il vostro liberatore, il vostro Prence, il vostro Re e padre amatissimo dei figli della patria e della fede, l'Angelo sterminatore degli empi.

15.  Quest'uomo costruisce egualmente la novella Arca santa di Dio, esso e la Colomba che apporta pace al mondo col ramoscello d'olivo, esso è la nuova figura di Gesù vittorioso del maligno averne col labaro, stendardo del nuovo impero dei grandi.

16.  Sì, miei buoni fedeli, credete fermamente che tra voi verrà una nuova figura di Cristo nella persona dell'uomo grande, voi lo vedrete sorgere all'improvviso tra i popoli, allorché innalzato come simbolo di una nuova religione, la vittima in testimonianza del vero uomo Dio lo innalzerà in un luogo eminente figura del Golgota, là dove la novella Arca si costruisce come un colossale edificio.

17.  Per fortificare la vostra fede alle cose che vi annunzio, vi mostrerò come la sapienza e bontà di Dio si sono degnate, per mezzo di un miserabile peccatore, manifestare al mondo la verità certa dell'immenso tesoro che ci ha dato la Maestà celeste nello stabilimento di nuove cerimonie di culto pel bene dell'anima nostra essenza divina, che è tutta sapienza, bontà e potenza, risplenderà meravigliosamente nel carattere e nella eminente dignità sacerdotale, nel suo culto divino e nel ministero del Clero Cattolico.

18.  O supremo Vicario di Cristo in unione con tutta la santità del clero cattolico, accogliete queste lodi che io come l'ultimo dei figli della Chiesa Romana vi offro in omaggio alla vostra sovranità spirituale e temporale, riconoscendovi come Re infallibile nella fede e nella giustizia, umiliandomi alla vostra santità rivestita dalla suprema dignità di Dio.

 

LODE IIa

 

1.      Benché Dio nella sua infinita misericordia sia stato liberale verso di noi col provvedere in ogni modo per la salute delle anime nostre, sia da Lui stesso, o per il suo divin Figlio o per mezzo dello Spirito Santo, della Santissima Vergine, degli Angeli e dei Santi, pure ha voluto mostrarsi più liberale ancora nel transustanziare la sua potenza e Maestà divina nella dignità e santità del sacerdozio del ministero Apostolico della Chiesa Romana.

2.      La dignità e santità sacerdotale sono una delle prerogative le più eminenti che un uomo possa avere in questo mondo; poiché questo carattere procede veramente da Dio; così non è della sovranità temporale terrena che possa essere paragonata alla suprema dignità e santità sacerdotale.

3.      Per esempio: se la Santissima Vergine, gli Angeli, i Santi discendessero dal Cielo sulla terra, sarebbero molto inferiori alla santità e dignità sacerdotale. I sacerdoti rappresentano realmente ed essenzialmente la Maestà, la potenza, la grandezza e la santità di Dio, in tutte le parti del suo culto divino, nel governo e nell'insegnamento della sua divina Legge.

4.      Questa è una delle verità le più importanti che bisogna rendere chiara ed incontestabile in faccia ad un mondo incredulo e corrotto, quando la ragione è sì raggiante in paragone del diritto divino ed umano, la ragione non deve aborrire il diritto e se è permesso agli increduli di negare la verità, sarà anche permesso ai credenti, di avere in orrore la menzogna per amore della verità.

5.      Io credo conveniente il domandare all'uomo che cosa è la verità. Certamente mi risponderà, che è resistenza di tutte le cose. Ebbene se ciò è incontrastabile, bisogna ancora ammettere che l'essenza di tutte le cose, tanto nel suo verbo, che è la sua ragione quanto in tutti gli altri esseri sostanziali visibili, innegabili.

6.      Tutti possono comprendere questa verità incontrastabile; se vi sono gli esseri, necessariamente deve esistere colui che a loro ha dato l'esistenza, e questo si chiama l'essere primo, ogni cristiano credente e fedele lo riconosce, lo venera e lo adora nel verbo che è la parola di Dio, Essere primo.

7.      Questo Dio è nella verità che contiene, in essenza tutte le verità: perché da Lui procedono tutte le cose che sussistono, poiché è fondamento di ogni principio. E come s'intende per verità tutto ciò che sussiste realmente se stesso bisogna cominciare ad esporre chiaramente la strada progressiva dell'umana famiglia ed i progressi dell'uomo in lui stesso nell'ardore della legge della giustizia.

8.      Per dare a queste verità tutto il suo valore non bisogna dimenticare che se l'uomo ha progredito in se stesso nell'ordine della legge e della giustizia, è stato l'intervento della rivelazione divina, altrimenti non avrebbe potuto in lui prodursi alcuna idea della legge e della giustizia, non potendo sussistere nell'uomo senza la rivelazione della parola né ragione, né legge, né giustizia.

9.      Si comprende chiaramente che la legge proveniente dalla causa prima o dalla seconda, ciò da Dio e dall'uomo, essa ancora è verità, ed è per questo che bisogna dire che la stessa verità della legge come effetto delle cause suddette, è una verità incontestabile come resistenza di Dio e di tutti gli altri esseri secondi.

10.  Con ciò mi sembra di avere ottenuto il mio scopo, che è di far conoscere sino all'evidenza, che l'uomo non può per alcuna ragione di potere sovrano o di dignità qualunque temporale e spirituale, né profanare, né violare il diritto e la verità della legge sostenuta dalla ragione e dalla verità della giustizia.

11.  Eccoci alla soluzione di tutte le verità incontestabili della causa prima, della causa seconda e della terza che è la legge, come ho già detto. Noi sappiamo benissimo che la prima legge che l'uomo ha fatto, fu quella del culto, poiché l'uomo volle così testimoniare la riconoscenza verso l'essere primo, da cui aveva ricevuto la sua esistenza, la parola, il culto e la legge.

12.  Dalla legge del culto esso nel progresso dei tempi pervenne alla legge del diritto e di quella del governo politico e civile della dignità e supremazia degli uomini, e per questo si sono formate le autorità regie e monarchiche, ma la ragione del diritto e della dignità si è sempre conservata alla legge del culto, la supremazia sopra tutte queste dignità.

13.  Non possiamo dunque trarre questa conseguenza che le verità devono procedere da una sola ragione che abbiamo ammesso che sussiste nella legge del culto, tutti dunque senza eccezione di causa particolare proveniente dal diritto del potere civile e politico, devono tenerne in conto e rispettarla.

14.  La conclusione di tutte queste verità relative al diritto ed alla supremazia inerenti alla legge del culto, non ovvi sulla terra alcun'altra autorità politica e civile superiore a quella del sacerdozio; poiché essa ha dato l'origine a tutte le altre autorità temporali.

15.  Durante il corso di tanti secoli che si sono svolti dopo i nostri primi padri fino a Saul Re consacrato dal Signore, il governo religioso mai fu separato dal governo politico e civile, ed il diritto di legislazione fu sempre riservato alla sovranità e santa autorità del sacerdozio.

16.  Questo diritto era riservato alla autorità sacerdotale, perché niun altra dignità temporale aveva tanti meriti per esercitare nella promulgazione delle leggi i diritti della seconda e sacra giustizia emanata da Dio, come una terza causa della incontestabile verità come ho spiegato sopra.

17.  Se tutte queste verità chiare ed evidenti derivano dalla prima origine di tutte le verità, non hanno perduto il loro primitivo valore, bisogna che appoggiandomi sul diritto della stessa ragione, faccia prevalere l'impero del diritto contro le prevenzioni della ribellata ragione.

18.  Io voglio opporre questo diritto all'empietà dei nemici del culto e del sacerdozio, perché essi vorrebbero distruggere la supremazia della dignità temporale e spirituale, distruggendo ogni verità in odio della fede, e profanando e violando ogni giustizia, basata sulla ragione del diritto.

19.  Oh! No grazia a Dio. Giammai l'inferno perverrà contro il potere supremo della sovranità reale del Vicario di Gesù Cristo: le sue proteste valgono per fulminare le orde le più numerose e le più potenti che possono scagliarsi contro di essa, allorché il tempo delle sue vendette.

20.  A voi, o Re e Sovrano successore nella Monarchia incorruttibile della Chiesa di Cristo, ed a tutta la dignità sacerdotale offro queste lodi nelle quali ho cercato di mettere in evidenza la verità e contemporale e per la gloria di Dio e nello stesso tempo mi umilio davanti al vostro potere regale e divino.

 

LODE IIIa

 

1.      Il mio argomento richiede ora che io tratti della reale e perfetta successione della regia sovranità temporale e perfetta successione della regia sovranità temporale e spirituale del Vicario di Cristo, il Sommo Pontefice Romano, che i figli della miscredenza e della corruzione riguardano oggi come una autorità ed un potere illegittimo, per dir meglio come una usurpazione del diritto politico.

2.      Mio Dio, potete voi dunque sopportare questo genere di empietà contro colui che giù in terra rappresenta la vostra Maestà divina? Oh! Fate Signore che queste verità sì chiare facciano tornare alla repiscenza almeno un gran numero di tanti miei poveri fratelli abbandonati, che vivono nell'errore accecati in quasi tutte le verità della fede, al punto di adottare le menzogne che sono dottrine le più empie e le più inique di Satana e del civile progresso del secolo.

3.      Oh mio amabilissimo Gesù, foste voi, discendeste dal Cielo in terra per sanzionare il diritto ed il potere supremo della legge del culto divino, aggiungendo altre istituzioni religiose ed i sacramenti, e voi avete il potere assoluto di questa legge all'autorità suprema del sacerdozio e di agire col diritto e la facoltà di un vero potere celeste in tutto ciò che riguarda l'esecuzione della legge spirituale e temporale coi rigori della vostra imparziale divina giustizia.

4.      Sì, foste voi, o mio Gesù che come uomo Dio avete sanzionato il sovrano potere della Monarchia della Chiesa in mano del Padre, e ne avete lasciato il potere assoluto e divino a Pietro, al quale prometteste la successione costante della sua sovranità infallibile nella fede e nella giustizia fino alla fine dei secoli, dicendo che le porte dell'inferno non prevarrebbero contro il suo potere.

5.      Miei fratelli, queste verità si sono forse venute meno nel corso dei secoli, oppure sono supposizioni ed invenzioni degli uomini? Ah! Miei cari queste sono parole uscite dalla verace bocca dell'uomo Dio che non può fallire alle sue promesse, tutto ciò che egli ha detto e fatto dire dai suoi profeti dopo la creazione del mondo fino ai nostri giorni è avvenuto, e si avvererà, e si è avverato e si avvererà ancora.

6.      Più di una volta il mondo incredulo e corrotto non ha punto creduto alla rivelazione di queste verità, ma poi giunto il tempo che si avverarono, vi credette, si pentì, ma troppo tardi; poiché la severa giustizia di Dio eseguiva con vigore la sua legge agli ordini della sua potenza divina.

7.      Se noi abbiamo visto compiersi fedelmente fino ad oggi tutto ciò che è stato predetto dai profeti, come non si compiranno le predizioni e le promesse di nostro Signor Gesù Cristo? Non è egli stesso Dio che ha fatto predire ai profeti tutto ciò che noi abbiamo visto compiersi?

8.      O fratelli miei, vi prego, ritrattatevi se per vostro male siete caduti in orrore sì terribile, il tempo non è lontano in cui avrete da pentirvi, se persistete in questa empietà chi può assicurarvi che il vostro pentimento sarà allora inutile.

9.      Ritorniamo ora alla ragione del diritto ed osserviamo la condizione dell'umana famiglia; noi vedremo il male generale che fa languire oggi le nazioni, i regni e popoli e le famiglie, è causato dall'abbandono della Fede, del culto e della religione, per la profanazione, per l'incredulità ed il disprezzo delle sante leggi di Dio.

10.  Ditemi, intanto che essi procurano di amministrare i loro regni ed i loro interessi, di governare le nazioni ed i popoli in virtù del potere politico e civile, come possono adempiere i doveri della loro carica, mentre non hanno né religione, né fede, e di cui la più gran parte non credono all'esistenza di Dio.

11.  Miei cari fratelli riflettiamo seriamente sul nostro terribile accecamento e sulla nostra stoltezza, e vedremo ciò che ci ha gettato in tutte le miserie, le perversità di ogni empietà procede da questo governo amministrato da uomini sì detestabili e sì scellerati.

12.  Non è possibile che un governo amministrativo meni bene la giustizia e tratti con carità gli interessi pubblici, se non è basato sulla credenza di una legge divina, se non si appoggia sopra una religione qualunque, se non ha un culto ed un rigore di giustizia temporale e spirituale.

13.  Tutte le volte che un governo è stato amministrato da uomini religiosi e credenti in Dio, i popoli hanno sempre prosperato nella pace e nello acquisto di tutte le virtù religiose e patrie: al contrario, le miserie e le eresie di ogni genere hanno invaso questi popoli, quando essi sono stati governati da uomini immorali e perversi.

14.  Se noi vogliamo possedere la prosperità dell'anima e del corpo siamo uniti alla fede, non ci allontaniamo dal seno della Chiesa, altrimenti noi diventeremo come pecore matte, come dice Dante Alighieri, saremo beffati dal giudeo perché non abbiamo né fede, né religione, né legge, né giustizia.

15.  O miei cari, conviene dire con l'esperienza dei tempi che i deliri dei seduttori fanatici che hanno apportato le empie ed infernali dottrine del materialismo ed altre perfide eresie, hanno fatto versare alle povere famiglie ed ai popoli torrenti di lacrime e di sangue.

16.  Il male e la miseria che oggi ci opprimono in tanti modi derivano da fonti diverse, è vero, e la corruzione dei costumi è presso che generale: ma, ciò non ha niente di comune colla religione, col culto e la dignità di quelli che sono innalzati al supremo potere di Dio.

17.  Oggi che noi abbiamo un capo che dirige il governo della Chiesa nello ordine del culto e della fede, e che ancora governa un regno od una nazione, noi siamo obbligati di rispettarlo e di riflettere i suoi precetti: la santa legge di Dio ce ne fa un comandamento.

18.  Guai, guai a coloro che hanno una opinione assurda su questo soggetto; la dignità ed il carattere non hanno che fare colla persona che ne è rivestita, poiché questi sono attributi che vengono da Dio. Gesù Cristo stesso ci ha fatto intendere questa verità nella dottrina che ha insegnato ai suoi apostoli e discepoli.

19.  I miei ministri, dice il Signore, sono la pupilla degli occhi miei; chi loro insulta, insultano me, ciò vi basti per comprendere che la divinità sacerdotale, od ogni ministro del culto santo di Dio non rappresenta che la sua Maestà, regale e divina, come colui che amministra la legge in un governo temporale, qualunque sia rappresentata una autorità sovrana.

20.  Degnatevi voi tutti servi e ministri santi di Dio e voi capo supremo della Chiesa universale, di nostro Signor Gesù Cristo di accogliere questo lodi come un omaggio al vostro potere ed alla vostra autorità divina; io ve le offro con tutta la dignità che è dovuta alla vostra dignità spirituale e temporale.

 

LODE IVa

 

1.      Trattiamo ora della verità del diritto di ogni legge, per distruggere, per così dire, le autorità che tengono oggi il potere di quasi tutto il mondo, esponendo queste verità non ho fini indiretti, no; io venero quel governo qualsiasi, quando con fede, con carità e giustizia rappresenta la sacrosanta autorità delle leggi.

2.      D'altra parte bisogna che per dimostrarvi chiaramente le verità vi metta sott'occhi l'assurdità e l'accecamento in cui sono caduti quasi tutti i popoli della terra, lasciando lo stabilimento del governo politico, civile e militare, talmente che si può dire che il mondo è divenuto una nuova babele.

3.      Oggi vediamo quasi tutte le grandi nazioni della terra stabilirsi in governo nazionale e repubblicano ed i primi progressi che fanno i capi di questi governi, sono di abolire il culto divino e della religione, come voi popoli insensati permettete questo genere di empietà.

4.      Se voi non conoscete per qual fine che adottano queste massime inique e perverse ve lo dirò io, per palesarvi i mezzi onde evitare l'errore e l'accecamento nei quali siete caduti, o andate a cadere, rammentatevi che siete uomini e non bruti e non abbracciate queste massime odiose ed infernali.

5.      Ascoltate i miei avvertimenti, come parole procedenti dallo Spirito del Signore, e questi teneteli come un tesoro nel vostro cuore; essi vi saranno utilissimi pel bene dell'anima vostra e del vostro corpo e saprete distinguere la verità dalla menzogna, la virtù dal vizio.

6.      Prendete un uomo qualunque che sia nemico della religione e di tutti quelli che si consacrano al culto divino nel ministero religioso; credete voi per caso che esso sia un uomo onesto? Niente affatto, consideratelo come un uomo il più iniquo e scellerato che possa immaginarsi, colui che non è nella religione, è nemico di Dio, del suo prossimo e della sua patria.

7.      A nome della verità vi dirò che tutti quelli che mostrano odio contro la religione sono tutti nemici dichiarati di Cristo e della sua dottrina e siate certi che il loro cuore non è lontano da ogni brutale scelleratezza e d'ogni iniqua passione benché all'esterno apparisca il più virtuoso e morale.

8.      Si sa benissimo miei cari, che il cuore umano è un pozzo sì tenebroso e profondo che solo l'occhio di Dio vi penetra dentro. Lo studio principale di una parte degli uomini dei nostri tempi, è quello dei vizi e delle passioni disordinate, e tutta la loro occupazione è di saper nascondere i loro difetti sotto la maschera nobile ed elegante delle virtù morali e patrie.

9.      Vedete un capo di governo incurante del bene e del male pubblico. Assicuratevi che egli è un egoista, un avaro, perché il suo cuore insensibile non può pensare che a se stesso; non credete al suo esteriore per quanto sia seducente, riguardatelo come un uomo che poco vale; anzi come un nemico ed ingannatore del suo popolo, come nocevole alla patria.

10.  Vedete un ministro di un governo avido di onore, di complimenti e del denaro, non abbiate timore dire che la sua giustizia è come la calamita al contatto del ferro; esso si getta ciecamente dove trova gli onori, i riguardi, il suo interesse particolare; poi coll'arte di dissimulare, particolare a questa gente sa coprire le sue iniquità col manto della giustizia e della saggezza, non credete al suo .esteriore, benché vi sembri quello dell'uomo il più saggio, il più giusto.

11.  Vedete un magistrato, un giudice qualunque amico degli avvocati della legge, voi potete dire che nell'amministrazione della legge e della giustizia penderà sempre verso quello che ama, non gli prestate fede, benché si mostrasse imparziale e severo sulla legge e sulla giustizia. L'avvocato che è amico del giudice sa da una sola tinta estrarre molti colori.

12.  Vedete un agente di governo politico e civile praticare il vizio, frequentare le assemblee particolari e pubbliche, potete dire che è simile ai molini a vento che fanno girare la ruota da ogni parte dei loro propri interessi, per soddisfare i loro vizii e passioni; riguardatelo come un indegno di praticare questa carica benché possedesse le più belle qualità; esso sarà sempre nocevole al bene pubblico ed alla giustizia.

13.  Vedete un ufficiale superiore, un capo di esercito vestito con pompa, ricercato nella sua persona, amante dei divertimenti e del piacere, menando una vita oziosa ed inutile; dite che il suo cuore non può essere eroico non è capace di sopportare le privazioni, le miserie e le fatiche della guerra; consideratelo come indegno del suo grado, benché avesse un aspetto assai marziale; esso, messo alla prova, giuocherà la parte di un soldato vilissimo e sarà nocevole alla patria.

14.  Se un uomo qualunque ama il lusso e le mode, i divertimenti, il piacere, l'ozio, la mollezza, quest'uomo non possiede buone qualità che possano renderlo degno di stima e di essere innalzato al potere per esercitare un'autorità morale, politica e civile; riguardatelo come uno spirito vanitoso col cuore viziato e corrotto; non credete al suo esteriore che lo fa sembrare come l'uomo il più onesto del mondo; esso non sarà che nocevole al pubblico ed alla patria.

15.  Se voi vedete un padre, una madre, un capo di famiglia, amante dello ozio, trascurante dei suoi doveri ingerendosi degli affari degli altri, sappiate che esso è un miserabile non gli domandate consigli, non ascoltate, benché vi parlasse come un uomo saggio e prudente poiché Dio ci dice: «tutti questi che vivono nell'ozio e nella trascuranza di se stessi, sono miei nemici».

16.  Se vedete un giovane ed una giovane far pregio di se stessi, essere schiavi della vanità, delle mode, cercare ed innalzarsi sopra la loro posizione sociale e reale per mezzo delle loro apparenti maniere in pubblico ed in privato, riguardateli come spiriti vani, indegni di occupare qualunque impiego pubblico o privato perché essi faranno sempre una cattiva figura.

17.  Volete conoscere gli effetti della verità che vi annunzio; lasciatevi istruire dall'insegnamento della Chiesa Apostolica Romana, e non temete di essere ingannati. I santi padri ci dicono che la vera scienza di tutte le cose consiste nell'essere bene istruiti nella dottrina di nostro Signor Gesù Cristo.

18.  E non sono solamente i santi padri che ci danno questi insegnamenti, ma ancora altri grandi sapienti e filosofi. Dante dice: «Avete l'antico ed il nuovo testamento, ed il pastore della Chiesa che vi guida, ciò vi basti al vostro salvamento». Cicerone dice: «Dove non è religione non è sapienza». Socrate dice: «Colui che non ama la religione non desidera di essere sapiente».

19.  Come spiegare queste sante massime praticate da gli stessi uomini che non erano cristiani? Ecco come si spiega: quelli che hanno due dita di buon senso, non si lasciano trascinare dalla corruzione, dalla perversità e dall'incredulità. E si comprende molto bene, miei cari, che la virtù ci viene dalla misteriosa sapienza di Dio, ed essa si oppone al vizio coi rigori della sua severa giustizia.

20.  Se i pastori, i ministri e servi del culto divino trovano, opposizione alla loro dottrina, se subiscono terribili e crudeli persecuzioni, non è perché insegnino a fare il male, o perché inveischino contro la trasgressione delle leggi del governo, né perché siano incapaci di agire secondo i precetti dell'insegnamento della Chiesa, ma perché si scagliano contro il vizio ed i cattivi costumi.

21.  Donde procede la guerra accanita che quasi tutto il mondo fa alla religione, ai religiosi e al capo supremo della Chiesa Cattolica, essa procede da gente nemica di ogni bene, priva di tutte le virtù e piena di tutti i vizii, di tutte le ingiustizie le più funeste agli occhi di Dio e degli uomini.

22.  Se i popoli scuotessero il treno della religione, come lo fa tal gente deplorevole e detestabile, in poco tempo le famiglie umane, diventerebbero branchi di bruti ed allora il rigore della legge politica sarebbe incapace di impedire che si facessero reciprocamente tutto il male possibile.

23.  Non ci illudiamo, miei cari, la santa autorità sacerdotale esistente nel vero culto di Dio, non è altra cosa che la grazia provvidenziale e divina che ci assiste continuamente colle sue indulgenze e coll'incruento sacrificio che i sacerdoti offrono ogni giorno al Cielo, in espiazione dei peccati degli uomini; come ancora per le tenere e pie cure che usano nell'amministrazione dei Sacramenti i quali formano il tesoro immenso delle anime nostre, quando sappiamo di servircene secondo l'insegnamento della dottrina cristiana.

24.  In onore di tutte queste incontestabili verità, o Supremo Vicario di Cristo, in unione con tutta la santità del Clero Cattolico, accogliete queste lodi, io desidero che il Cielo esaudisca le mie deboli preghiere, affinché al più presto si veda con la più grande gioia di tanti buoni e fedeli cristiani, per la umiliazione e lo sterminio degli empi, nemici della pace e della fede, il trionfo della vostra dignità troppo oppressa ed oltraggiata.

 

LODE Va

 

1.      Chi è colui che può negare che la santità del sacerdozio non è il più gran tesoro delle anime nostre, poiché essa è superiore alla dignità della Santa Vergine, degli Angeli e dei Santi, essa è simile alla dignità di Dio, specialmente se si considera che essa ci da l'assoluzione delle nostre colpe, poiché Dio stesso le ha lasciato il suo proprio potere, spinto a ciò dalla pietà e dall'amore illimitato per le anime nostre.

2.      Come potrebbe fare un uomo per perfezionarsi senza amore al sacerdozio, senza dipendere dai suoi insegnamenti, senza assoggettarsi, praticare i suoi consigli, senza ricercare le indulgenze, senza frequentare i Sacramenti, fuori di queste pratiche ogni perfezione è impossibile.

3.      Benché un uomo amasse Iddio, la Santissima Vergine, gli Angeli ed i Santi; benché facesse tutto il bene del mondo, se non amasse la dignità e santità del sacerdozio, non si umiliasse avanti la sua autorità, e non volesse riconoscere in lui la suprema dignità della divina maestà, siate certi che tutte le sue virtù sarebbero false, ispirate da occulti pensieri, e senza timore di mentire, si potrebbe chiamare opera del demonio.

4.      Se per esempio trovandosi al punto di morte domandaste al Cielo un soccorso per la salute vostra, e che allo stesso tempo vi si presentassero Gesù Cristo e un sacerdote, e voi vi indirizzaste a Gesù Cristo piuttosto che al sacerdote, sareste sicuri della vostra dannazione perché questo Cristo che vi approvasse non sarebbe altra cosa che il demonio.

5.      Niuna autorità del Cielo né della terra ha la facoltà di assolvere i peccati; la sola autorità sacerdotale possiede questo potere nel ministero della Chiesa Cattolica, i sacerdoti per il loro santo carattere hanno nelle loro mani le chiavi del regno del Cielo e della terra, di modo che tutto ciò che essi fanno nei limiti della loro missione di carità, di fede e di giustizia, è assolutamente la volontà di Dio senza ingannarsi.

6.      In qualunque maniera ciò sia, dando l'assoluzione dei peccati confacendo i Sacramenti, predicando la divina parola coll'approvazione del capo supremo della Chiesa Cattolica, essi sono nel seno della infallibilità, poiché compiono l'ordine e la volontà di Dio. Chi si attiene a ciò mai può allontanarsi dalla strada del Cielo.

7.      Se noi vogliamo comprendere questo, è prodigioso il tesoro della divinità e santità del Sacerdozio, osserveranno il rispetto che Gesù Cristo stesso ebbe pel sacerdozio, benché i sacerdoti fossero i suoi più fieri nemici, pure tutte le volte che operò miracoli sopra una persona le ordinò poi di andare dai sacerdoti del culto divino nel tempio del Signore per ricevere le cerimonie di assoluzione.

8.      Gesù Cristo rimproverò ai sacerdoti i loro vizi e gli abusi funesti che avevano introdotto nel diritto del culto, ma mai pronunziò la più piccola parola contro la loro dignità di sacerdoti, mai ne disapprovò il diritto religioso e legislativo nel compimento della santa legge di Dio e nell'amministrare la legge della giustizia.

9.      Niuno può affermare che un sacerdote del culto divino tanto nell'antico come nel nuovo testamento si sia opposto alle leggi di alcun governo politico, perché la loro dottrina è basata sulla verità, sull'amore, sulla carità e sulla giustizia, mentre Dio dice: «per me regnano i grandi ed i potenti della terra».

10.  Gesù Cristo insegnò ai suoi Apostoli e Discepoli di rispettare e venerare le leggi di ogni governo stabilito; poiché S. Pietro trovandosi a Roma nel tempio del Nerone, indirizzò a tutti i cristiani queste parole: «Rispettate i vostri superiori spirituali e temporali, benché siano indegni».

11.  Per tutte le verità di una dottrina sì santa, come potremmo dubitare della suprema e divina autorità del carattere sacerdotale. Riflettete bene voi capi e ministri del governo politico e civile, che tutte le vostre forze non consistono, come lo credete, nella disciplina della legge, e nelle vostre armate numerose e bene ordinate, ma esse dipendono dalla santa autorità sacerdotale il di cui potere è superiore a tutte le forze materiali dell'uomo.

12.  A nome della verità vi assicuro che ogni governo politico, civile e militare senza il treno e l'appoggio della religione, farà sempre vani sforzi per contenere nel rigore della legge e della giustizia, le moltitudini dei popoli soggetti al vizio ed altre passioni, e che la giustizia non potrà esistere senza i rigori della legge del diritto.

13.  Il tesoro del carattere sacerdotale è immenso, infinito riguardo alla utilità non solamente dell'anima, ancora del corpo. La felicità delle nazioni, dei regni, dei popoli, delle famiglie, come la pace, l'amore e la carità prevengono dai buoni insegnamenti e dalle cure industriose della loro umiltà divina.

14.  In una parola si può dire che le autorità sacerdotali nella loro saggezza, nella loro bontà e nella loro potenza sono il timore, la bussola e l'ancora che guidano e dirigono ogni nave, grossa e piccola del governo nel mare agitato di questo mondo in mezzo al diluvio di tutti i vizii e di tutti i peccati.

15.  Io vi assicuro ancora, a nome di tutte le verità che senza il potere supremo della dignità sacerdotale ogni governo perirebbe al primo colpo di tempesta, ed i suoi grandi e piccoli navigli rotti sulle rive pericolose e piene di rocce del mare crudele di questo mondo in preda al vento terribile delle agitate moltitudini.

16.  Comprendiamo infine; fratelli miei, che la legge del culto è una potenza senza limiti e che se qualche potente della terra credesse di potersi misurare con essa, con altre leggi politiche e civili, convincetevi, come di una verità certissima, gli converrebbe presto o tardi perire nell'abominio di Dio e degli uomini.

17.  Io so positivamente che in un tempo che non è lontano, in gran numero i potenti della terra periranno, e che invano si sforzeranno di salvarsi dai fulmini della vendetta, e dalle armi vendicatrici e potenti delle sante milizie. Guai, guai a voi che regnate sulla terra, sul trono dell'indignazione del delitto e della tirannia.

18.  Voi servi, ministri e pastori del culto di Dio, preparatevi all'avvicinamento di tutto ciò che vi ho annunziato e vi annunzio per volere di Dio, pregando e facendo orazioni e distaccandovi dalle cose dannose, e da ogni ingerenza negli affari terreni, poiché l'imparziale giustizia di Dio punirà indistintamente tutti coloro che saranno colpevoli di profanazione e di abusi e di discordia nella sua santa legge.

19.  Nello splendore del tesoro immenso della vostra dignità sacerdotale vogliate, o mio amato e supremo Vicario di Cristo, unitamente ai vostri figli Leviti custodi dell'Arca santa di Dio, gradire queste lodi, poiché ve le offro con tutta la venerazione dovuta alla vostra supremazia spirituale e temporale.

 

LODE VIa

 

1.      Insistiamo di nuovo per difendere il diritto sopraminente della legge del culto contro la legge del diritto politico e civile, e dimostriamo coll'evidenza dei fatti che Dio a suo tempo stabilito ha sempre punito la potente monarchia della Chiesa di Cristo.

2.      Io vi ho detto che in principio le autorità regie e sovrane hanno tratto la loro origine dalla sacrosanta autorità del sacerdozio divino, quando vi ho parlato di Saul, primo Re unto del Signore. Ora credete voi che questa cessione di facoltà e di potere politico che il sacerdozio fece a Saul, fosse una separazione tra il trono e la Chiesa? No, affatto, ciò fu una delegazione indivisibile del governo sociale per meglio esercitare i rigori della legge e della giustizia.

3.      Questo stesso Saul ci offre un esempio terribile della sua infedeltà a questa alleanza, diventato orgoglioso del suo potere politico, dimenticò il suo patto e non ascoltò la voce del Signore, che gli parlava nella persona del profeta Samuele e del gran sacerdote Abimelech; egli anzi si sdegnò contro di questi perché cercava di umiliare il di lui orgoglio d'ira e di capo del popolo e dell'esercito.

4.      Contemplatelo nei campi dei Filistei in mezzo alla strage delle sue forti e bellicose milizie colpito dalla mano potente di Dio, vinto e disfatto, agitato da crudeli rimorsi, furioso, ferito nel suo nero orgoglio, rivolge verso se stesso la sua mano violenta e muore esecrato da Dio e dagli uomini, mentre che Davide, servo eletto di Dio, riporta il trionfo di una gloriosa vittoria.

5.      Questa alleanza di governo dura nella discendenza di Davide fino allo empio Acabbo nel quale vediamo un altro terribile esempio d'iniqua nimistà contro il sacerdozio. Esso pure disprezzava gli avvisi e le predizioni che gli faceva il profeta Elia, ed esso pure fu ucciso sul campo di battaglia detestato da Dio e dagli uomini.

6.      Altrettanto avvenne alla superba Jezabelle, moglie di questo infelicissimo Re, perché essa aveva preso parte ai di lui temerari delitti; il di lei sangue e le di lei carni furono divorate dai cani, come le era stato predetto dal servo di Dio quando la rimproverava delle di lei crudeltà che usava contro i sacerdoti del santo culto di Dio.

7.      Qui finì la stirpe dei re del popolo caro a Dio, Israele diventò la colonia di un re idolatra ristretto e diviso, e la famiglia di Abramo cadde sotto la schiavitù dei suoi nemici, in tal guisa espiarono il delitto di essersi abbandonati alla profanazione e di aver combattuto il sacerdozio del culto divino.

8.      Volete voi per conoscere il diritto supremo della legge del culto, come l'ho esposta per mezzo dell'antico testamento, degli esempi più stupendi ancora? Passiamo al nuovo testamento ed avremo esempi più terribili ancora testimoniati da fatti evidenti ed autentici registrati nella storia dopo i primi secoli della Chiesa fino a noi.

9.      Il potere e la grandezza dei Cesari che avevano giurato la rovina della monarchia Cristiana ancora nascente dovettero ben tosto cadere la potenza; essa divenne padrona della loro capitale e fu capitale del mondo intero, l'eterna Roma, ove essa fondò il suo palazzo regale, il suo trono che deve durare fino alla consumazione dei secoli C. I. numeri 10, 11, 12, 13, non furono stampati e nel libro promesse ci sono le lacune.

10.  Tutti gli altri re, principi e capi dei governi che osarono combattere contro la suprema e potentissima Monarchia della Chiesa di Cristo, dovettero pentirsene, quando Dio suo vendicatore, li colpi in mille modi e l'annientò nel loro orgoglio.

11.  Se tutti questi deplorevoli esempi non bastano a far conoscere ai superbi figli degli uomini che la regale sovranità della Chiesa di Cristo è tutta potente per la protezione speciale del Cielo, sapete voi principi e capi di governo ciò che avverrà da queste ribellioni contro la Chiesa? ve ne avverto chiaramente e con dolore; le vostre grandezze cadranno nella polvere e voi sarete estirpati dalla faccia della terra, nell'abominio di Dio e degli uomini.

12.  Devo aggiungerò che voi non potete né per diritto, né per evidenza opporvi al sovrano potere della monarchia universale della Chiesa di Cristo, perché sarete sempre deboli davanti ad essa, quanto i tempi suoi terribili, interdetti, giungeranno e che voi soccomberete nella tempesta micidiale e nel diluvio delle sue divine vendette.

13.  Voi figli, servi, sacerdoti, ministri e pastori della Chiesa universale, pregate continuamente insieme, affinché l'infinita bontà e misericordia di Dio si degni di far discendere un raggio di grazia speciale su tanti nostri infelici e traviati fratelli, per liberarli dall'errore e dall'accecamento in cui sono caduti, essi negano ogni verità e dominati dalle disordinate passioni e da ogni genere d'empietà e di vizio, eccitati da un furore satanico, si ribellano contro la religione e contro i religiosi, come tante bestie feroci nemici di Dio. Io provo pietà per essi perché vedo la loro terribile fine.

14.  Degnatevi, nella vostra bontà, sovrano e re infallibile, supremo. Vicario di Cristo, insieme a tutti quelli che dipendono dalla vostra suprema autorità pontificale, per il loro carattere e potere qualunque che esercitano, di gradire queste lodi. Io ve le offro come un pegno di vita, e dominate dalle disordinate passioni e da ogni genere di empietà e di vizio, eccitati da un furore, si ribellano contro la religione e contro delle verità incontestabili sulle quali si fondano la preminenza e la dignità del diritto che gode del culto, affinché esse siano un augurio di prossimo trionfo che voi riporterete sulle crudeli opposizioni che vi fanno patire tanti infelici figli della incredulità e della corruzione.

 

LODE VIIa

 

1.      Nell'apprezzamento delle verità esposte faccio un paragone tra quelli che dirigono la religione e la morale per vedere chi meriti di più per avere nelle loro mani l'amministrazione degli affari pubblici e la direzione dei popoli, dei regni e delle nazioni.

2.      Paragoniamo un sovrano temporale col sovrano spirituale della Chiesa e vediamo quale dei due è più atto a governare i popoli con la carità, con la sapienza, con la saggezza, colla clemenza tenera, pia, santa, parziale ed infallibile nella legge e nella giustizia, si preferirà per tutto queste buone qualità di vero padre della patria il sovrano temporale? Non è possibile.

3.      Prendiamo un ministro di sovrano temporale ed un ministro spirituale e vediamo quale dei due è più capace di amministrare gli affari pubblici, di discernere la verità, di far progredire il bene, di estirpare il male, di favorire ciò che è di buono, di ben dirigere i popoli e di osservare la legge e la giustizia; la scelta non può essere dubbia tra questi due uomini.

4.      Quale dei due, un magistrato od un giudice qualunque temporale, ed un magistrato o giudice spirituale sarà più atto alla ricerca della verità e della menzogna, più capace di distinguere il colpevole dall'innocente, evvi troppa differenza per poter fare un paragone.

5.      Prendiamo un agente di governo temporale e paragoniamolo ad un agente spirituale; quale dei due sarà più atto alle cure premurose ed affettuose della sorveglianza per eseguire la legge e la giustizia, e prendere le precauzioni opportune, a riparare il male ed a eccitare al bene praticando la carità e la benevolenza; fra questi due estremi la scelta non è dubbia.

6.      Paragoniamo un uomo di stato politico e civile, ed un sapiente in diritto religioso e morale e vediamo quale dei due sarà più capace di governare il suo paese, e di conoscere ed adempiere i suoi doveri secondo coscienza e giustizia nell'interesse pubblico, di osservare la legge e l'equità dando nella sua persona l'esempio di una buona condotta; chi potrebbe esitare tra questi due uomini?

7.      Infine paragoniamo un incredulo con un cristiano credente e fedele e vediamo quale dei due sarà più capace di adempiere i loro doveri nella qualità di padre, di figlio, di servo, di cittadino, di soldato per servire la patria, quale dei due sarà più sottomesso alle leggi, valoroso e fedele nella difesa dei diritti della nazione e della città, e nell'osservanza dei precetti della santa legge di Dio. Non si può fare un paragone perché l'uno è alla distanza infinita dell'altro.

8.      Tutti questi paragoni sono impossibili tra loro perché i soggetti sono infinitamente differenti gli uni dagli altri, tutti i diritti di governare la patria e le città, ritornano singolarmente alla legge del culto per le sue dominanti qualità.

9.      L'andare contro queste verità sarebbe una profanazione, una violazione di giustizia, sarebbe il dire la preponderanza alla forza politica civile che oggi non conosce più freno nel diritto: poiché essa nega ogni verità e profana i diritti più sacri della giustizia senza pudore.

10.  Dunque, mi risponderete voi, noi che ne possediamo il diritto politico e civile, converrà, in virtù delle ragioni esposte, che noi lasciamo il governo di tutto il mondo nelle mani della suprema autorità del diritto dalla legge di culto, ciò che è al potere ecclesiastico, e noi ci lasceremo governare dai sacerdoti per tutto ciò che riguarda l'adempimento della legge, l'amministrazione della giustizia, le finanze, l'esercito ed ogni altro interesse pubblico e particolare della nazione.

11.  No, no, amici miei, non crediate che io vi insegni nulla d'assurdo nelle ispirazioni delle verità di questo libro, ho fatto comprendere chiaramente quali devono essere le regole e le leggi per governare i popoli nell'amore, nell'unione, nella carità, nella fede e nel severo adempimento delle leggi della giustizia.

12.  Ecco come distinguo le due posizioni, quella del governo temporale e quella del governo spirituale, affinché tra loro regni un'armonia reciproca nel fine di far cessare l'oppressione che tiranneggia i popoli per la profanazione della giustizia, per l'abuso della forza, per l'indegno spirito d'egoismo e di avarizia dei potenti e dei ricchi, troppo dimentichevoli dei doveri patrii e religiosi.

13.  Io intendo che il diritto di promulgare tutte le leggi appartiene alla assoluta indipendenza, alla volontà e potere supremo del sovrano pontefice, Vicario infallibile di Gesù Cristo, compresovi tutti i privilegi di controllo politico e civile che riguarda l'adempimento della legge e della giustizia.

14.  Per diritto di governo temporale intendo la sorveglianza e l'adempimento di tutte le leggi in tutto il rigore della giustizia sull'amministrazione di ogni bene pubblico e particolare dello Stato, sulle misure finanziarie e sulla direzione dell'esercito alla approvazione ed il placet del capo supremo della Chiesa, seguendo le istruzioni dei suoi principi spirituali, i Vescovi ed i Cardinali che a questo effetto saranno da lui investiti della più grande autorità e che presiederanno a tutto in questa nuova forma di governo.

15.  State sicuri che quello che propongo è la regola del governo che Dio vuole e che sarà compito come ve l'ho annunziato nella nuova riforma di tutto il mondo per la riforma generale di tutti i costumi, in questo modo si vedrà la fine delle dispute politiche sostenute nel corso di tanti secoli con pregiudizio e danno immenso dell'umanità.

16.  La santità del clero non dovrà ingerirsi in ciò che appartiene alle funzioni degli impiegati temporali ed in ogni altra cosa mondana. I sacerdoti saranno liberi della responsabilità di tutto ciò, ma la loro dignità sacerdotale avrà il diritto supremo della sorveglianza per l'adempimento di tutte le leggi, diritto che sarà riconosciuto dagli agenti civili e militari d'ogni genere.

17.  Eccovi il sunto, miei carissimi, tutte le verità relative, questa nuova e rigorosa legge del diritto, guai, guai, a colui chi sia per ostinazione nelle sue idee, ambizione di potere o pel desiderio di accumulare ricchezze o per altre stolte ragioni di imprevidenza, non volendo sottomettersi al rigoroso controllo della legge del culto, si opponesse alla proposta ed alla promulgazione di questa legge; si precipiterebbe nella sua rovina.

18.  Esponendo queste verità, non ho voluto fare onta alcuna ad autorità né spirituale, né temporale, e molto meno ad alcuna classe sociale, ho creduto di far bene per due motivi: primieramente perché ho obbedito ad un ordine espresso ricevuto dalla Santissima Vergine Maria di scrivere questo libro coll'assistenza divina.

19.  La seconda ragione è quella per cui sente l'anima mia infiammata dall'amore di tutti, ed io, voglio essere utile a tutti colla propagazione della verità e secondo gli sforzi di colui che mi dirige nell'acquisto del bene, tanto della povera anima mia, come per quello di tutta l'umana famiglia.

20.  Leggendo l'esposizione di queste chiare verità, vogliate ben persuadervi, miei amatissimi fratelli, che non è l'uomo che vi parla in questa maniera, ma è la clemenza e bontà di Dio, che per uno sforzo dell'amore divino e della sua misericordia, vuole manifestare al mondo le sue volontà ciò che egli ha stabilito per la redenzione di tutti, come vi ho manifestato in questo libro.

21.  Notate nelle ragioni e nelle verità da me esposte i tratti prodigiosi della sapienza, della bontà e potenza di Dio, le meraviglie scoperte di tante sublimi verità della fede rimaste oscurissime fino a noi, quando esse sono stiate indicate dai Santi e dai profeti in tanti secoli, ma essi avevano indicato con figure e simboli ciò che è avvenuto e deve avvenire ancora tra poco tempo.

22.  Le mie predizioni non sono che l'eco di tutto ciò che i profeti hanno detto da secoli i più remoti; ancora questo libro è stato predetto da essi, e come quando doveva essere scritto, ed ancora la rivelazione delle suddette verità ed il ritratto di colui che doveva scriverlo, studiate bene le profezie e vi meraviglierete stupiti della suprema sapienza, bontà, potenza di Dio.

23.  Volete che per vostro bene vi parli più chiaramente come non lo ho fatto fino a qui? Ebbene ve lo dico, non attendete per credere che a vostra terribile sorpresa per giudicare delle vostre azioni, colui che ha innanzi tempo annunziato la verità e la giustizia in ciò che riguarda tutte le prerogative del diritto divino, nel fine di preparavi ad un sì grande e sì prodigioso avvenimento.

24.  Allorché le profezie si compiranno, chi è colui che potrà lamentarsi dei suoi guai? Io solo dovrò lamentarmi di me stesso di ciò che a causa della mia indegnità non avrò meritato che sia creduto alle mie predizioni, quando ho parlato a nome di Dio, perché i miei fratelli mi conoscevano troppo indegno della mia confidenza.

25.  O santo e supremo Vicario di Cristo, voi che avete il potere del Cielo e della terra, fate che per le preghiere di tutti i fedeli e per la santità del clero cattolico, Dio esaudisca i miei supplichevoli voti che io veda tutti i miei cari fratelli umiliati davanti alle verità contenute in questo libro, che io li veda ritornare a voi pentiti e purificati dai loro errori e dalle loro colpe affinché non sia forzato di vedere tante vittime sotto la spada vendicatrice della terribile giustizia divina.

26.  Io vi domando per me specialmente una grazia, che nella vostra santità e tenerezza di padre non saprete rifiutarmi, cioè accordarmi un perdono assoluto di tutte le mie colpe, poiché vi sottometto il buon volere dell'anima mia, come in una confessione generale che faccio con tuttavia contrizione del mio cuore affinché il Cielo si degni condurmi al bene che auguro a tutti i miei fratelli in Dio.

27.  In omaggio alla vostra sovranità rivestita del potere supremo di Dio, vi offro, o benedetto e santo Vicario di Cristo, in unione con tutta la santità del clero cattolico, queste lodi della mia riconoscenza verso il tesoro immenso del vostro carattere sacerdotale, fate che possa sempre servirvi nella fede come un figlio e suddito fedele e secondo i disegni di Dio, nell'acquisto del bene e nella estirpazione del male per la gloria di Dio.

 

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NOTA - Da lungo tempo si va discutendo dagli uomini il diritto potere e l'autorità del sacerdozio cattolico, molti equivoci ed errori sono stati sparsi e per difendere questi si sono fatte orribili contese e sanguinose pugne e si è venuti al punto di distruggere il cattolicismo, due sono le cause principali di questo litigio, una dipende da quelli che hanno avuto ed hanno il ministero della Chiesa, e l'altra dipende da coloro che sono nemici di essa e di Dio. Il ministero della Chiesa nella sua autorità ha reso orgogliose molte membra maggiori per l'avidità del danaro e per la comoda vita si sono manifestati indegni del loro carattere celeste, non apprezzano la fortuna della grazia di Dio, e però si sono resi odiabili a Dio ed agli uomini ed hanno dato motivo all'alterghi e questioni gravissime; quelli che hanno veduto gli scandali e gli abusi di potere dei ministri del Culto della Chiesa Romana, si sono protestati, e parte per superbia e parte per odio, e parte per cecità hanno contrastato i diritti e l'autorità del sacerdozio, e quando Cristo Giudice ha minacciato quei castighi al suoi ministri è segno evidente che le loro colpe hanno sdegnato la sua giustizia, e quando li ha puniti è segno che hanno meritata la pena e quando ha tolto loro l'orgogliosa assumensa, lo poteva e lo doveva per decoro della sua Maestà divina, e se tutto ha rinnovellato, vuole che i suoi ministri siano di lui per essere di esempio agli altri.

 

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LODI ALLA PROVVIDENZA ED ALLA MISERICORDIA DI DIO

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LODE Ia

 

1.      Lodate, glorificate il Signore, o capo supremo della Chiesa universale  di Cristo e fate che la vostra santità, risplenda di fede, di carità e di giustizia per la pace degli uomini, come la luce del sole sulla faccia della terra.

2.      Lodate e glorificate il Signore, o santo Pastore dell'ovile di Cristo, alle vostre cure affidato, e fate che la vostra verga sia una benedizione celeste per guidarlo ai divini pascoli coll'insegnamento della gloria di Dio.

3.      Lodate e glorificate il Signore, o santi Sacerdoti, servano d'esempio ai fedeli, poiché da voi dipendono il progresso della famiglia umana, la salute e perfezione dell'anima.

4.      Lodate e glorificate il Signore, o voi sacri pii consacrati al culto divino, e fate che le vostre sante virtù siano delle offerte di propiziazione per i tanti peccati degli uomini, poiché voi siete nel mondo per riparare il male col bene.

5.      Lodate e glorificate il Signore voi tutti pastori, ministri, sacerdoti e servi di Dio, per i favori che ricevete ogni giorno dalla grazia celeste per perseverare nella pratica della virtù e nell'orrore del peccato.

6.      Lodate e glorificate il Signore, affinché regni sempre in voi la pace, non cadiate nella tentazione, rimaniate sempre vittoriosi del male, benché tutti i pensieri cattivi potessero assalire il vostro spirito.

7.      Lodate e glorificate il Signore, affinché la vostra memoria, la intelligenza e la volontà siano in tutto consacrate all'acquisto del tesoro della sapienza che racchiudono le sante scritture, poiché da esse si traggono le virtù che ci fanno praticare il bene e fuggire il male.

8.      Lodate e glorificate il Signore, affinché vi accordi una fede abbondante e lumi di grazia per conoscere la grandezza del vostro carattere e comprendere il mistero dei dommi e le verità dello Spirito Santo che produrranno nel vostro cuore frutti abbondanti di carità e giustizia.

9.      Lodate e glorificate il Signore affinché la predizione della divina parola sia portata a tutti i popoli; e che per la sua efficacia tutti gli uomini si riuniscono in un sol gregge e sotto un sol pastore.

10.  Lodate e glorificate il Signore, affinché il momento sì desiderato della Chiesa universale di Cristo, ed affinché tutti i fedeli si riuniscano in lui, e che la prosperità regnino sopra tutta la terra.

11.  Lodate e glorificate il Signore per me, che sono il più misero peccatore tra gli uomini, affinché diriga i miei passi nella strada del bene, mi preservi da ogni pericolo del male su questa misera terra, vi offro queste lodi per l'accrescimento di grande gloria.

 

LODE IIa

 

1.      Lodate e glorificate il Signore, voi principi e potenti della terra, affinché vi doni la virtù della sapienza per conoscere i prodotti dell'amore, della carità, della fede e della giustizia, per ben governare i popoli, affinché col vostro esempio, voi che siete i padri di questa patria terrena ci mostriate la strada della patria celeste.

2.      Lodate e glorificate il Signore, affinché benedica il vostro trono, la vostra porpora, il vostro scettro, la vostra corona, e che dalla vostra regale dimora le benedizioni del cielo, s'irradiano come un fuoco e si spandino sopra tutta la pace e la concordia.

3.      Lodate e glorificate, il Signore, affinché la vostra regale famiglia sia educata sul santo amore di Dio, affinché i vostri siano degni di governare i popoli, poiché i principi rappresentino pel loro potere la legge e la giustizia.

4.      Lodate e glorificate il Signore, del bene che ricevete ogni giorno per mezzo delle imposte che sovvendono ai vostri bisogni ed alle necessità della vita, i popoli ve le offrono come un debito di giustizia alla potenza della vostra sovranità, Dio lo vuole in tal guisa per l'amministrazione e governo degli stati.

5.      Lodate e glorificate il Signore per la vostra grandezza e per tutti i beni spirituali e corporali, riconoscendoli che vi provengono da Dio, pensate che tutta la vostra felicità non è che un favore, una grazia celeste, e come voi le ricevete per poco in ragione dell'immensa bontà di Dio, così per poco ancora la potete perdere.

6.      Lodate e glorificate il Signore, per l'onore che vi rendono i grandi ed i piccoli del vostro regno, non dimenticate che tutto vi è stato dato dalla provvidenza infinita di Dio, poiché per i suoi propri meriti niuno potrebbe regnare sulla terra con tanto onore se non fosse per volontà di Dio.

7.      Lodate e glorificate il Signore, affinché i vostri ministri e capi del vostro regno amministrino la giustizia secondo i rigori della legge con amore e carità, affinché la loro coscienza sia guidata dall'amore e timore di Dio, rischiarata dai lumi della religione e della fede, fuori di essa in verità tutto è errore e menzogna.

8.      Lodate e glorificate il Signore affinché tutto il vostro governo sia mantenuto nell'ordine d'una imparziale giustizia, e che i rappresentanti di esso vi siano fedeli, poiché basta l'infedeltà e l'imprudenza di un solo per arrecare nel vostro regno la discordia e la rovina.

9.      Lodate e glorificate il Signore, affinché il vostro esercito e la vostra polizia sappiano mantenere il buon ordine e la pace tra i popoli, procede dai cattivi esempi di quelli che al governo li sorvegliano.

10.  Lodate e glorificate il Signore, affinché tutti i vostri sudditi restino fedeli alla religione, alla patria, e voi stessi abbiate cura, come buoni padri di provvedere alla felicità di ciascuno di essi facendo eseguire le leggi e regnare la giustizia affinché niuno con ragione abbia a lamentarsi della vostra paterna autorità.

11.  Lodate e glorificate il Signore, egualmente per me, che vi auguro tutti i beni spirituali e temporali e che invoco la benedizione del Cielo sul vostro regno, affinché la pace e la religione compiano la vostra felicità e quella di tutti i vostri sudditi per la gloria di Dio nel suo nome vi offro queste lodi.

 

LODE IIIa

 

1.      Lodate e glorificate il Signore, voi nobili e ricchi della terra, pensate che la vostra grandezza e nobiltà sono i doni della volontà di Dio: di noi stessi non abbiamo nulla da insuperbirsi se non che il peccato, fate in maniera che la vostra nobiltà e ricchezza abbiano per fondamento la sapienza e l'umiltà.

2.      Lodate e glorificate il Signore, perché il Cielo benedica tutti i vostri beni, e pensate che niuna grandezza, niuna dignità può rendere l'uomo felice sopra la terra senza la benedizione di Dio, tutti questi beni sono dannosi per se stessi al riposo del corpo ed alla tranquillità dello spirito.

3.      Lodate e glorificate il Signore, per le grandi eredità che tenete dei vostri parenti, poiché è Dio che vuole e permette secondo i suoi disegni impenetrabili tutti i beni di fortuna legittimamente acquistata, e niente in questo mondo appartiene all'uomo al di fuori dell'essere divino.

4.      Lodate e glorificate il Signore, nelle vostre vaste e sontuose dimore, nelle vostre ville e castelli, ma senza dimenticare che tutto questo è un atto della provvidenza infinita di Dio, alla quale dovete un tributo di riconoscenza che si acquista coll'amore, con la carità verso i vostri simili, con i soccorsi ai poveri nei loro bisogni e miserie.

5.      Lodate e glorificate il Signore, in mezzo alle vostre tavole sì magnificamente servite; ma siccome tutto vi è fornito dai figli della provvidenza sociale e dai figli del popolo, così se li vedete languire nei bisogni e nella miseria non dimenticate il bene che vi fanno.

6.      Lodate e glorificate il Signore, quando rivestite di abiti eleganti e sontuosi, vi presentate nelle riunioni private e pubbliche; non vi invanite per non essere agli occhi di Dio, un oggetto di abominazione; pensate che tutto questo è dono della provvidenza, fate regnare in voi la modestia e l'umiltà e non siate punto superbi.

7.      Lodate e glorificate il Signore, in mezzo al riposo, alle teste, alle villeggiature ed ai divertimenti sociali; riflettete che nissun piacere è buono, se il Cielo non lo può benedire, esso lo farà se siete caritatevoli e religiosi; con questo solamente vi atterrete sopra di voi tutti i beni.

8.      Lodate e glorificate il Signore, nella prosperità di tutti i vostri beni spirituali e temporali; ma pensate al fine della vita ed alla morte, preparatevi con opere di carità e di beneficenza, ed in questo sia la religione che vi guidi in tutte le vostre azioni affinché tutte le vostre intenzioni siano rette.

9.      Lodate e glorificate il Signore, per tutti i doni di scienza, di sapienza, di virtù e di bellezza naturale, di cui siete stati favoriti dalla provvidenza infinita di Dio; mai traetevi orgogliosi e verità, poiché Iddio s'irriterebbe e potrebbe così facilmente toglierveli, come ve li ha donati.

10.  Lodate e glorificate il Signore, affinché vi mantenga nel sentiero del bene e vi guardi nell'adempimento di tutti i vostri buoni disegni, tenendovi lontani dalla superbia, dal vizio e dal peccato; così il vostro cuore rimarrà retto e puro, lontano dalle illusioni dello spirito di egoismo e di avarizia senza incorrere nell'abominio di Dio, e degli uomini.

11.  Lodate e glorificate il Signore egualmente per me miserabile peccatore, poiché ne ho un gran bisogno, perché numerosissimi sono i pericoli che sovrastano da tutte le parti; per la più grande gloria di Dio vi offro queste lodi e vi auguro pace e salute nella benedizione del Cielo.

 

 

 

LODE IVa

 

1.      Lodate e glorificate il Signore, voi tutti scienziati, artisti e negozianti, affinché la grazia di Dio sia sempre in voi per fecondare i buoni disegni della fede, della carità e della giustizia; poiché il principio fondamentale di ogni buon progresso si trova nell'osservanza della santa legge di Dio.

2.      Lodate e glorificate il Signore, in mezzo ai vostri progressi, nelle scienze, nelle arti e nel commercio; pensate che tutto ciò è un dono della divina provvidenza; nessuna cosa anche la più piccola potrebbe progredire senza il soccorso della grazia divina alla quale siamo obbligati per debito di riconoscenza per tutto il bene che riceviamo da Dio.

3.      Lodate e glorificate il Signore, se vi sentite favoriti dalla stima del mondo, non concepite superbia col timore di attirarvi lo sdegno di Dio sopra di voi, la maledizione del Cielo e l'odio dei vostri simili. Ahimè! L'orgoglio è un mostro sì orribile e sì ributtante che tutti vorrebbero tenerlo lontano.

4.      Lodate e glorificate il Signore, in mezzo ai piaceri che vi offrono i vostri amici e la società, ma non dimenticate di adempiere i vostri doveri di gratitudine; pensate sempre sopra ogni altro ad amare e temere Iddio, se volete che la vostra coscienza sia illuminata, e quando sarete al punto di raccogliere i frutti che avete modo di attendere dall'arte, dalla scienza e dal negozio, sappiate contenervi di capo, se volete acquistare di più.

5.      Lodate e glorificate il Signore, nella buona riuscita delle vostre intraprese; contenetevi nell'umiltà e nella saggezza, riconoscete che tutti i vostri soccorsi provengono da Dio, guardatevi di attribuirvene il merito, il che sarebbe disprezzare la provvidenza divina, e richiamereste sulle vostre teste le maledizioni del Cielo.

6.      Lodate e glorificate il Signore, nella vostra buona salute ed in mezzo all'abbondanza di tutti i vostri beni, ma rammentatevi di pagarne il tributo a Dio col vostro amore e carità verso il prossimo, se volete che i vostri affari siano favoriti dalle benedizioni del Cielo.

7.      Lodate e glorificate il Signore, se vi trovate in mezzo ad una bella fortuna; fate in maniera che la vostra coscienza non sia aggravata da un capitale male acquistato, sia piccolo e modesto, nel timore che l'anima vostra non si colmi di vero rossore, e sia una causa della rovina delle vostre famiglie.

8.      Lodate e glorificate il Signore, affinché vi conservi i doni abbondanti di tutti i beni spirituali e temporali, rammentatevi che non siete creati che per amare e servire Iddio nell'amore, nella carità e nella giustizia, per lodarlo e goderlo in Cielo, vera patria dell'anima nostra.

9.      Lodate e glorificate il Signore, affinché la fede, l'amore, la pace e la concordia regnino nelle vostre famiglie e quale sia la professione che esercitate, non date loro il cattivo esempio, la lealtà sia vostra principale regola dei vostri affari; non fate agli altri ciò che non vorreste fosse fatto a voi.

10.  Lodate e glorificate il Signore, affinché i vostri figli sappiano imitare le vostre virtù e siano considerati come lo siete voi nella vostra professione, insegnate loro a detestare l'ozio, l'indiscrezione, la superbia e sapranno così conservare la grazia divina e la stima degli uomini.

11.  Lodate e glorificate il Signore per me, povero peccatore, affinché il Cielo esaudisca le mie deboli preghiere, mi benedica e possa salvare l'anima mia: questo è l'augurio che faccio per tutti i miei fratelli in Cristo Gesù, per l'accrescimento della gloria di Dio, vi offro queste lodi e vi auguro ogni bene.

 

 

 

 

 

LODE Va

 

1.      Lodate e glorificate il Signore, voi tutti padri e madri di famiglia, affinché la Fede, l'amore, la carità e la giustizia, siano sempre in voi per il bene allevare i vostri figli, ed allora la benedizione celeste sarà feconda in essi e in voi; essa vi assicurerà la pace, la prosperità e la santità mantenendovi nell'amore e timore di Dio.

2.      Lodate e glorificate il Signore, affinché le vostre disposizioni siano buone e sante che mai possiate ingannarvi nell'osservanza dei vostri doveri religiosi e patrii; da cui risulterà che la grazia del Cielo non vi abbandonerà un solo istante affinché non cadiate nell'errore, nel vizio e nel peccato, sorgente di tutte le miserie.

3.      Lodate e glorificate il Signore, affinché egli vi accordi molta attività, attitudine, intelligenza, virtù e saggezza, per essere buoni padri e buone madri di famiglia, ed affinché sappiate insegnare convenientemente ai vostri figli i doveri verso Iddio e verso la patria, e che un giorno non abbiano motivo di lamentarsi della vostra trascuranza, né dei cattivi esempi.

4.      Lodate e glorificate il Signore, perché tutte le vostre sofferenze siano benedette dal Cielo; poiché ognuna è una preghiera delle più piacevoli a Dio, ed egli si compiace in compenso di dare le grazie le più efficaci per l'anima e pel corpo a colui che sa offrirgli per sua gloria tutte le afflizioni.

5.      Lodate e glorificate il Signore, affinché la sua provvidenza in seno alle vostre famiglie soccorra a tutte le necessità dell'anima e del corpo, secondo le esigenze della vostra condizione, ma non desiderate altro che quello che vi bisogna, poiché Dio vuole che si desiderino le cose del Cielo e non il superfluo delle cose terrene.

6.      Lodate e glorificate il Signore, nelle buone raccolte dei vostri campi, nei prodotti delle vostre greggi, dell'industria qualunque sia, nulla evvi che non sia un dono dell'infinita provvidenza che ci accorda tutto secondo i nostri bisogni per la grazia speciale e non per i nostri meriti; poiché siamo figli del peccato.

7.      Lodate e glorificate il Signore, nella pace, nella prosperità, nella santità e nella malattia, rammentatevi che tutto ci accade perché Dio lo vuole, e lo permette, nella felicità come nella disgrazia, non siate né trascurati, né impazienti; offrite tutto a Dio, rassegnandovi alla di lui volontà; questa è una condizione della vostra felicità in questa vita e nell'altra.

8.      Lodate e glorificate il Signore, affinché tutti i vostri figli vi siano di consolazione quando saranno stati bene educati, e non di afflizione al vostro cuore se per le vostre cattive cure vanno dietro alla loro rovina nella strada del vizio e del peccato; rammentatevi che la virtù vuole essere più praticata che predicata.

9.      Lodate e glorificate il Signore, affinché vi conceda la perseveranza nel bene e l'odio al peccato, e che il vostro primo pensiero sia quello della salvezza dell'anima vostra, questa massima vi sia sempre impressa nel cuore e procurate per quanto è possibile d'imprimerla nel cuore dei vostri figli.

10.  Lodate e glorificate il Signore, affinché ancora nella vostra vecchiaia ed avanti che la morte vi sorprenda, possiate lasciare come prezioso tesoro buoni e salutari avvertimenti ai vostri figli; poiché i consigli, quando essi sono lasciati come un ultimo ricordo, come un testamento.

11.  Lodate e glorificate il Signore egualmente per me misero figlio del peccato, poiché ho bisogno sopra a tutto di Dio e della sua grazia, e di quella di tutti gli uomini in questo mondo, affinché essi preghino per me, e domandino una grazia sovrabbondante che mi guidi nella strada che percorro, per la grande gloria di Dio. Vi offro queste lodi e vi auguro la pace, la salute e la prosperità in ogni cosa.

 

 

 

LODE VIa

 

1.      Lodate e glorificate il Signore, voi tutti figli e figlie che siete ancora sotto l'autorità paterna e voi celibi che siete ad una famiglia, affinché Iddio vi conservi l'affetto dei vostri genitori e mai possiate commettere nulla d'indegno che ve lo faccia perdere, perché perdendo l'amore del padre e della madre si perde nello stesso tempo la grazia di Dio.

2.      Lodate e glorificate il Signore, per le beneficenze che vi ha donato creandovi dal nulla, facendovi suoi figli ed eredi del regno dei Cieli, e facendovi nascere nel seno della Chiesa, in cui sapete entrare, se ancora non vi siete, e facendovi passare dalla morte alla vita per la misericordia di Dio fatto uomo.

3.      Lodate e glorificate il Signore per tutti i beni che avete ricevuto dai vostri genitori; pensate che dopo Dio essi devono essere gli oggetti più cari dell'anima vostra, perché vi hanno allevato con tante pene e premure per le quali siete loro debitori dello sviluppo della vostra intelligenza; sappiate che il vostro sangue è il loro sangue, la vostra è la vita loro.

4.      Lodate e glorificate il Signore per essere giunti alla conoscenza di molte cose, nell'essere istruiti nei doveri che vi impongono la religione e lo amore della patria, dedicati alle scienze, alle arti, al commercio, ad una professione qualunque, pensate dunque ad essere riconoscenti ai vostri genitori e così sarete benedetti dal Cielo.

5.      Lodate e glorificate il Signore affinché vi mantenga le sue celesti benedizioni; poiché esse sono la sorgente di tutti i beni spirituali e temporali, e senza di esse sareste miseri, benché foste grandi e potenti; la salute del corpo come la felicità dell'anima dipendono dalla grazia di Dio.

6.      Lodate e glorificate il Signore affinché vi dia buoni sentimenti; buone ispirazioni per acquistare il tesoro di virtù che rendono l'uomo meritevole della grazia speciale di Dio, la quale fa innalzare ad ogni merito tanto nel bene dell'anima che per quello del corpo.

7.      Lodate e glorificate il Signore per tutti quei doni di bellezza, di virtù e di saggezza, che avete ricevuto; non siate vani ed orgogliosi per questo, potreste provocare Iddio a togliervi a vostra umiliazione, quello che egli v'ha dato è stato per sua divina clemenza e non per i vostri meriti. Nessuno può dire io ho, ma solamente io ebbi.

8.      Lodate e glorificate il Signore per tutti gli altri beni che ricevete ogni giorno dalla sua bontà infinita; dite altamente che dalla grazia celeste avete ricevuto gratuitamente ogni cosa fino al più piccolo bene, poiché tutto viene da Dio, eccetto la malizia ed il peccato.

9.      Lodate e glorificate il Signore, affinché nel matrimonio abbiate la fortuna di potere unirvi con una persona amante di Dio, poiché da questo amore e timore nascono tutti gli effetti del cuore umano, non si può avere un amore sincero e vera affezione se essi non sono fondati nel santo amore e timore di Dio.

10.  Lodate e glorificate il Signore, affinché diate alla luce dei figli bene educati e disposti a ricevere la grazia di Dio, che il Cielo le favorisca nello stato che abbracceranno di vita secolare o religiosa, secondo che provvidenza loro ispira questa o quella vocazione.

11.  Lodate e glorificate il Signore, affinché vi ispiri la scelta della posizione più in armonia coi vostri gusti, e alla vostra condizione o sia il matrimonio, o verso un'arte, od un ramo di scienza, o di decorre al negozio, o sia che vi sentiate chiamati ad una vita religiosa e penitente.

12.  Lodate e glorificate il Signore, affinché vi preservi dall'ozio e dal vizio e da ogni occasione di peccato, facendovi amare la virtù ed il lavoro, poiché l'ozio genera tutti i vizii che Dio ha irrimediabilmente maledetti.

13.  Lodate e glorificate il Signore, affinché siate sempre cristiani fedeli e religiosi e che l'errore e l'incredulità non abbiano mai impero sul vostro cuore, fate che la Chiesa sia per voi una madre celeste; lasciatevi istruire da essa come figli umili e affettuosi; e voi sarete sicuri della salvezza dell'anima vostra.

14.  Lodate e glorificate il Signore egualmente per me vostro fratello che vi amo, affinché il Cielo si degni assistermi colle sue grazie in questo misero mondo, e che io possa trionfare di tutti i pericoli, di tutte le traversie e miserie; io vi offro queste lodi che spero il vostro cuore accoglierà volentieri per la più grande gloria di Dio, e vi auguro ogni sorta di prosperità.

 

LODE VIIa

 

1.      Lodiamo e glorifichiamo il Signore, noi tutti figli dell'umana famiglia che riceviamo ogni giorno dalla infinita provvidenza di Dio le grazie per l'anima nostra e per il corpo; rammentiamoci che siamo stati creati per la felicità del Cielo e della terra.

2.      Lodiamo e glorifichiamo il Signore per la sua sapienza infinita affinché essa illumini il nostro spirito, la nostra intelligenza nella conoscenza del bene ed ispiri al nostro cuore quei sentimenti affettuosi e santi che rendono felice e contenta la famiglia umana, facendole gustare quella dolcezza e quella gioia ineffabile che la sola grazia del divino amore comunica.

3.      Lodiamo e glorifichiamo il Signore di ciò che ci dona, e benché conosce la nostra ingratitudine, non cessa mai di darci del bene donandoci la vita, la parola e la volontà che ci rende arbitri di noi stessi.

4.      Lodiamo e glorifichiamo il Signore nella sua infinita potenza, e riflettiamo che esso ha formato dal niente tutto l'universo, che in una sola parola può distruggere e crearlo di nuovo e dargli altre forme a suo piacere che per conseguenza tutto quello che è non è che il niente davanti a lui.

5.      Lodiamo e glorifichiamo il Signore nella sua clemenza senza limiti, poiché essa dimentica l'iniquità e ci riempie di tutti i beni coll'amore di un padre verso i suoi cari figli, ci mostra la strada della virtù e ci fa conoscere i pericoli del male, affinché non periamo.

6.      Lodiamo e glorifichiamo il Signore nel suo infinito amore che è sì grande per noi che si può paragonare a quello d'un padre il più tenero ed affettuoso del mondo, così che ci ricolma di tutti i favori e grazie che non si possono misurare.

7.      Lodiamo e glorifichiamo il Signore nella estensione immensurabile della sua divina pietà, che ha compassione delle nostre afflizioni e miserie che per la intercessione della santa Vergine Maria, degli Angeli e dei Santi si prende una cura di soccorrerci, di consolarci e d'incoraggiarci, illuminarci coi raggi della fede e della speranza.

8.      Lodiamo e glorifichiamo il Signore nella sua misericordia colla quale sopporta il peso della nostra ingratitudine, della nostra empietà calmando il suo sdegno perdonandoci e sopportando pazientemente la nostra ostinazione nel male.

9.      Lodiamo e glorifichiamo il Signore nella sua imparziale giustizia; non dimentichiamo che un momento deve giungere in cui egli per quanto è stato buono e misericordioso altrettanto si mostrerà severo e terribile nel punire i suoi nemici figli d'iniquità e di ribellione.

10.  Lodiamo e glorifichiamo il Signore come padre e come Dio vivente nella gloria dei suoi Angeli, dei Santi e delle anime di tutti i beati ospiti del suo celeste regno in unione del Figlio e dello Spirito Santo e della Santissima Vergine sua prediletta figlia. Sforziamoci di far parte a quella gloria sì grande per tutti quanti fedeli.

11.  Lodiamo e glorifichiamo il Signore, come Figlio e come Dio in mezzo alla gloria degli Angeli, dei Santi e di tutte le anime del suo celeste regno, regnando insieme al Padre ed allo Spirito Santo, ed alla Santissima Vergine sua divina madre, e facciamo sì che questa gloria rallegri tutta la terra.

12.  Lodiamo e glorifichiamo il Signore come Dio nella gloria degli Angeli e dei Santi e di tutte le anime beate del suo celeste regno in unione al Padre ed al Figlio, ed alla Santa Vergine sua prediletta sposa, e facciamo tutti i nostri sforzi per far brillare questa gloria indicibile fra mezzo a tutti gli uomini riuniti in una stessa fede nel trionfo universale della Chiesa di Cristo.

13.  Lodiamo e glorifichiamo il Signore, affinché tutti i nostri fratelli in Dio ed in Gesù Cristo, possano conoscere colle verità della fede la sapienza e la potenza infinita di Dio, e giungano a sapere amarlo ed onorarlo in tutti i suoi divini attributi, poiché il dovere della riconoscenza ce lo impone.

14.  Lodiamo e glorifichiamo il Signore, affinché le mie e le ispirazioni di tutti i fedeli si effettuino il più presto possibile e la pace universale tra gli uomini faccia cessare, sotto i nostri occhi, il male e tutte le miserie. A questo fine offro queste lodi a tutti i miei fratelli in Dio per la gloria del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e della Santissima Vergine Maria e di tutta la corte celeste.

 

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ALTRE SETTE LAMENTAZIONI

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LAMENTAZIONE Ia

 

1.      Mio Dio, come non potrei io gemere alla mia miseria! Voi mi avete palesato la gravezza delle mie iniquità gettandomi nell'abisso della mia nullezza all'istante cadrei sotto il peso di sì grandi iniquità, se non vi affrettate a soccorrermi.

2.      Signore voi non potete umiliarmi di più facendomi conoscere l'enormità dei miei peccati e mostrandomi che non sono che un nulla davanti alla vostra grandezza infinita, così che sono rimasto come un legno divorato dal fuoco; le mie membra si sono disseccate come erba falciata sotto i raggi cocenti del sole d'estate.

3.      Volete voi fare di me una vittima; eccomi pronto. Indicatemi, Signore ciò che volete che io faccia, e non esiterò per un solo istante, questo sarebbe per me una grazia troppo grande, cioè di farmi morire per soddisfare la vostra divina giustizia e per espiare le mie innumerevoli indegnità.

4.      Chi può comprendere, mio Dio lo stato infelice della mia miseria; voi solo, poiché al mondo non manifesto la mia afflizione; esso si burlerebbe di me trattandomi come pazzo e un imbecille, non crederebbe al mio dolore anzi vi aggiungerebbe le sue derisioni.

5.      Presso chi, mio Dio, devo cercare un sollievo all'amaro mio dolore, se non da voi che vedete e conoscete il mio cuore, ed è per questo che mi rivolgo a voi con confidenza ed in queste mie suppliche vi mostro l'eccessivo dolore del mio cuore sensibile ed afflitto.

6.      Mi metto a pregare mio Dio, quando l'amaro dolore mi opprime mentre io sono come un insensato che dimentica se stesso; io mi offro tutto e con tutta l'anima mia con voi; le ore passano per me colla rapidità del vento; io non rammento che il mio dolore e la mia miseria.

7.      I giorni stessi passano rapidamente per me senza accorgermene; spesso nella mia solitudine ne prendo il numero e mi trovo al numero 7,  quando io credevo di essere solamente al numero 5, o 6, mio Dio voi vedete quanto io sono diventato insensato a causa della miseria, che mi avete mostrato.

8.      Se potessi nascondermi in un deserto per non essere veduto, né inteso dagli uomini, mi reputerei il più felice, perché avrei la libertà di poter sfogare il mio dolore con le lacrime, simile ad un leone ed un toro in mezzo ad una foresta, quando sono mortalmente feriti al cuore, voi mio Dio, vedete quanto io soffro.

9.      L'anima mia è avida della solitudine; in mezzo agli uomini non comprendo, mio Dio, quale sia la vostra volontà e la mia, poiché ciascuno vuole giudicarmi a suo modo e quasi tutti mi tormentano gli uomini.

10.  Voi, mio Dio, vedete quanto è terribile la mia posizione ed il mio tormento orribile; io non solamente devo subire i rifiuti, gli avvilimenti, le derisioni e gli insulti, ma sono stato minacciato di essere trascinato in una prigione e di essere perseguitato crudelmente dagli uomini e mandato in esilio, questo è un doppio martirio al mio cuore.

11.  Io comprendo, Signore, che voi permettete tutto questo a causa della mia empietà, voi volete che io accetti tutto il male e la persecuzione come una grande fortuna per me, consolate la mia sposa che soffre a causa di me e dei due miei cari ed innocenti figli, e poi disponete di me secondo il vostro beneplacido.

12.  Mio Dio, voi vedete lo stato miserabile della mia povera famiglia, essa vive lontana da me, essa nulla possiede in questo mondo, voi conoscete la sua miseria e la mia, assisteteci tutti colla vostra grazia poiché a noi è impossibile vivere senza la vostra assistenza.

13.  Mio Dio, ciò sarebbe conveniente per me che di soffrire per la vostra gloria e per la mia umiliazione; ma sono io sicuro di perseverare? Questo timore forma un altro doppio martirio al mio cuore poiché conosco troppo la mia fralezza.

14.  Abbiate pietà, mio Dio, di me e della mia povera famiglia; nelle nostre miserie noi abbiamo posto tutta la nostra confidenza in voi; non ci lasciate in balia dei nostri maligni e crudeli nemici, guardateci dalle loro insidie, da ogni pericolo e da ogni male.

 

LAMENTAZIONE IIa

 

1.      Mio Dio, come potrò sopportare tante dolorose pene alle quali mi avete esposto in questo mondo crudele, se voi non mi tenete sempre a voi vicino per sostenermi ed incoraggiarmi? Senza dubbio io soccomberei all'istante sotto il peso della mia miseria.

2.      Mio Dio, vi sono dei momenti in cui dubito del mio perdono; mi sembra che voi vi siate allontanato da me! Oh! quanto sono terribili questi momenti; il mio cuore diventa talmente triste, che io non lo abbia da morire se voi non giungete a tempo per ridarmi le forze con la vostra grazia.

3.      E perché, mio Dio, mi esponete a prove così dure? Come farò io a sopportarle per lungo tempo? Ciò mi è impossibile, se voi non mi concedete una grazia specialissima che mi faccia soffrire per voi, quanto io soffro senza morire, sento che le mie forze vengano meno.

4.      Io comprendo, mio Dio, che voi agite così con me perché volete fare di me uno strumento dei vostri divini disegni, e nello stesso tempo umiliare la mia superbia; frenare in me la concupiscenza della carne affinché io sia degno del vostro santo servizio.

5.      Voi lo vedete, mio Dio, tutto il fuoco del mio ardimento e del mio fiero carattere è nato dall'amore che il mio cuore prova per la carità e per la giustizia; vogliate dunque compatire gli slanci della mia troppo impetuosa natura.

6.      Come fare, mio Dio, per rendermi degno di voi con un carattere sì misero, degnatevi voi che conoscete la mia miseria, di rendermi padrone dell'anima mia e del mio corpo; fate di me uno strumento nuovo dando un'altra tempra alla mia indomabile natura, come il fabbro al ferro.

7.      È troppo quello che mi date, mio Dio, lo comprendo, se a voi dirigo questa domanda è perché ho timore della mia nullità e debolezza quando penso al passato, fremo d'orrore, non vorrei veder ritornare alla mia mente queste penose rimembranze, perché mi sforzano a credere che io sono sempre lo stesso.

8.      Il mio cuore, la mia mente, l'anima mia, io tutto a voi so consacrato, Signore, e sono disposto a fare tutto ciò che volete, a sopportare gli incomodi, le fatiche, il martirio, come vi piacerà, la mia vita non è più la mia, è tutta vostra e potete disporre a vostro piacere ma pensate alla mia nullità e debolezza.

9.      Voi vedete, mio Dio, le disposizioni del mio cuore sono, tutte contrarie all'impetuoso carattere della mia infelice e superba natura, come possono due estremi combinarsi fra loro, bisogna che uno ceda all'altro; se fossero, se fosse altrimenti questa dolorosa pugna non potrebbe durare per lungo tempo.

10.  I miei nemici mi trattano indegnamente, benché loro non abbia fatto alcun male, essi congiurano contro di me, come io fossi l'uomo il più vile ed il più scellerato del mondo. Il mio delitto per essi è quello di aver loro annunciato la verità, ho averli prevenuti dei castighi e dei flagelli della vostra irata giustizia divina; come potrei sopportare tutto ciò, Signore, senza l'aiuto della vostra grazia?

11.  Mezzo mondo e sollevato contro di me; chi vuole marterizzare, chi vuol far morire, come liberarmi da tutti questi nemici, Signore? se voi stesso non vi opponete a loro, se non prendete la mia difesa quando meditano la mia rovina.

12.  Tutte le classi superiori della società, sono divenute per me in gran parte crudeli, che vuol dire questo, o Signore? benché non ho fatto alcun male. I fanciulli solo mi amano indistintamente. E perché ciò, Signore, mentre non faccio loro alcun bene? Questo mi affligge e nello stesso tempo mi consola, ma sempre temo.

13.  Le mie profezie sono state la causa di questa aspra guerra che mi fa il mondo, vengo giudicato in mille modi: gli uni pretendono che io sia guidato da un maligno spirito, gli altri, che sono un cospiratore politico, altri mi credono un impostore, un seduttore dei popoli. Che calice amaro è questo per me, o Signore, rendetelo più mite, se sia possibile.

14.  Mio Dio, vogliate essere compassionevole per me; se il mio cuore qualche volta cade nel languore e sfogo il mio dolore in un diluvio di lacrime nascondendomi dagli uomini, lo faccio per non far loro vedere lo stato della mia miseria, ma niente ho da ridire contro di voi, mio Dio, abbiate pietà di me e fatemi cessare il mio estremo dolore.

 

LAMENTAZIONE IIIa

 

1.      Le mie lamentazioni non hanno mai fine, mio Dio, perché fine non hanno le mie miserie, come una madre desolata non cessa di piangere sulla morte suo caro figlio, così io continuamente verso amare lacrime sul tempo che vissi lontano da voi, mio Dio, nelle vie dell'iniquità e del delitto.

2.      Quando nel tempo della mia vita sregolata io obbedivo alle disordinate passioni, tutti i miei amici mi tenevano caro, perché io ero portato al bell'umore del mondo; ora mio Dio, essi si sono dichiarati miei nemici, perché mi vedono pentito delle mie colpe divenuto, nemico del vizio.

3.      Quando io ero un libero pensatore, tutti mi amavano, ero considerato come un uomo di società, e buon patriota; ora m'insultano dicendo che sono un pazzo, un insensato, lo zimbello d'illusione e di sciocche passioni. Mio Dio, come potrò sopportare tutto questo per lungo tempo?

4.      Quando al grido della indipendenza corsi sotto le armi, io ero un valoroso soldato, e molto temevano la mia fierezza marziale, ora sono divenuto un vile, un pusillanime, l'oggetto delle loro beffe, perché mi vedono umiliato nel pensiero della mia vita e divenuto vostro servo, mio Dio.

5.      La memoria di tutti questi giorni sì infelici per me, fa ancora un doppio martirio al mio cuore perché mi vidi detestato da voi, mio Dio, nella dimenticanza del bene e soggetto al male ed al peccato.

6.      Se gli anni di mia vita fossero eterni io dovrei piangere eternamente le mie colpe che ho commesse, mentre io vivevo lontano da voi, mio Dio, io non lascerò di piangerle e di gemere su me stesso fino al giorno che sarò nella tomba.

7.      Ma il dolore è sì grande che mi fa desiderare, se nei vostri misteriosi disegni avete contato i giorni di mia vita, non mi oppongo al vostro volere; ma se voi potete fare altrimenti, toglietemi da questo mondo miserabile, divenuto per me troppo crudele e tiranno.

8.      I miei pensieri voi conoscete, mio Dio, che sono diretti all'eternità; tutte le cose di questo mondo sono per me poco degne di considerazione; poiché da esse non traggo alcun bene che possa consolare il mio dolore e liberarmi dalla mia miseria.

9.      Io non desidero altro in questo mondo che la pace dell'anima e la tranquillità dello spirito, la schiettezza e rettitudine di cuore; per me tutto e superfluo, fuor che l'amore di ogni bene, il pensiero della fede, della carità e della giustizia.

10.  Rammentatevi Signore, che io ogni giorno, ogni momento ho bisogno della vostra grazia, senza la quale sono un corpo morto che non può che cadere in putredine, nella miseria che sempre mi schiaccia sì pesantemente.

11.  Signore, voi sapete quanto ho bisogno di voi, se voi mi abbandonaste per uno solo istante, io sarei un pesce fuori dell'acqua; l'anima mia cadrebbe subito in languore, il mio cuore si gelerebbe ed il mio corpo sembrerebbe un albero secco.

12.  Volete vedere mio Dio, quanto son misero? Provate a lasciarmi un solo momento; al vostro ritorno mi trovereste in preda al mio dolore, alla mia afflizione come una mosca presa al ragno.

13.  Dio mio, dopo che mi avete mostrato il colmo delle mie miserie non ho più cessato di piangere amaramente i miei peccati e le mie lacrime vi piacciono, perché volete che io provi che sono degno della vostra grandezza.

 

LAMENTAZIONE IVa

 

1.      Ah! Mio Dio, dopo che ho cominciato a servirvi il Demonio, il mondo e la carne si sono sollevati contro di me, col furore di tre bestie feroci terribili, crudeli, avide del mio sangue; da ogni parte odo i loro ruggiti; essi m'ispirano paura sì grande che io tremo come una canna agitata dal vento.

2.      Io sono come un cervo nel deserto inseguito da tre bestie feroci crudeli e rapaci; esso si allontana dalle pianure, traversa le valli e va a cercare un rifugio sulla cima delle montagne; pure trema ed ha paura; voi lo vedete, Signore, io sono come lui.

3.      Quando vi stancherete, mio Dio, di sottomettermi a sì terribili prove, e voi avete fatto me di mira di tutte le avversioni, non potreste punirmi in altra maniera e sottrarmi ai pericoli sì grandi che mi fanno arrischiare prove che mi pervengono dagli uomini.

4.      Ora mi volete sotto una nuova prova, mandandomi fra mezzo ai popoli i più terribili, più inumani e crudeli delle bestie selvagge, che accadrà di me nell'empia babilonia, allorché l'annunzierò le vostre vendette e che essa sarà distrutta fino all'ultima pietra.

5.      Mio Dio, quanto terribile è questa prova, è vero che mi avete promesso di assistermi, ma sono io capace di fare tutto ciò che volete? Saprò io servirvi come conviene in una missione sì grande? Voi conoscete la mia nullità, Signore, non vogliate espormi a sì grande pericolo.

6.      E che potrei fare io misero pellegrino straniero? Non permettete, Signore, che io cada nell'abbattimento, poiché sarei come una povera nave in mezzo al procelloso mare, se mi abbandonaste non potrei che perire.

7.      Io pongo tutta la mia confidenza in voi, mio Dio, senza che io mi riconosca incapace di una sì grande intrapresa, l'ardente desiderio di eseguire i vostri ordini, mi fa svanire ogni difficoltà; sento nascere nel mio cuore un fuoco che mi dà la forza, e mi sembra possedervi in me, come posseggo mo stesso.

8.      Mio Dio, voi conoscete le mie forze e il mio cuore e niente altro ho da fare che di prostrarmi in tutte le mie forze; voi supplite alla mia debolezza con la vostra potenza secondo il bisogno, in modo che potrò servirvi in ogni maniera.

9.      Mio Dio, volete che io vada pel mondo da un regno all'altro, vi anderò ma voi siete sempre con me, come un fedele amico, così sarò capace di adempiere ciò che non potrei fare senza di voi, io semplice mortale e peccatore indegnissimo.

10.  Signore, volete mandarmi a piedi alla fine del mondo, io ci vado, nulla ho da ridire perché mi assicurate di essere sempre con me non avrò da temere nulla da tutto il mondo, come ne fossi un essere immobile, voi mi liberate dal peso delle mie miserie per addolcire un po' il calore del mio dolore.

11.  È vero, mio Dio, che io sento mischiato a tanto dolore una consolazione sì misteriosa, che non posso esprimere con le parole, in guisa che si può credere che questo è l'affetto del vostro amore e del vostro timore, un fuoco che brucia senza consumare e che è nello stesso tempo timore ed amore.

 

LAMENTAZIONE Va

 

1.      Come vivere un sol momento senza di voi, l'anima mia è accesa dal vostro santo amore, al punto di bruciare continuamente come un fuoco d'inestinguibile come il cristallo puro e risplendente che riflette i raggi del sole.

2.      Chi mi ricerca, Signore, mi trova sempre in voi, e provo un gran dolore se il mio spirito si separa un solo istante da voi per ascoltare le pochezze degli uomini; questo per me è un martirio che voi solo conoscete tanto quanto soffre il mio cuore.

3.      Molti mi domandano come odi tu la voce del Signore, in qual modo, in qual forma, dove, quando mio Dio, come rispondere a questi uomini, che non hanno udito per intendere le mie parole, hanno intelligenza per comprendere, la loro suprema sapienza che procede da voi, o Signore.

4.      Come gli amatori del mondo, i viziati, i maligni, i maliziosi, potranno comprendere il mio linguaggio, Signore, quando parlo di voi essi sono come una pietra gettata in mezzo ad un lago, ella va subito a fondo.

5.      Tali sono, mio Dio, i mondani quando ascoltano le mie parole; essi cadono subito coi loro maliziosi pensieri, al fondo delle bassezze, delle debolezze e dei timori del mondo; tutto ciò che io dico loro di voi non sono ai loro occhi che supposizioni, invenzioni, imposture e inganni.

6.      Mio Dio, come potrò resistere contro di loro senza volgere verso di voi il mio pensiero, il mio cuore, l'anima mia e tutto me stesso? Essi sembrano rassomigliarsi alle mute ostriche, attaccate agli scogli della riva del mare, e circondate da viscoso alghe, talmente sono coperti di fango ed attaccati alla putredine della terra.

7.      Se io dico loro che pensano male nel proposito che tengono, mi rispondono con asprezza, oppure si ritirano in un profondo e malizioso silenzio; io vedo le loro parole ambigue vili e piene di simulazione, e gonfiarsi il loro cuore pieno di invidia e di odio contro di me come una botta velenosa e gracidante.

8.      Vi sono però coloro che mi ascoltano con umilità, con semplicità e rettitudine di cuore, quando io parlo di voi, o Signore, essi rimangano edificati in modo che non più mi lascerebbero; un gran numero di questi diventano miei discepoli; attirandosi l'odio ed il disprezzo degli uomini.

9.      Voi vedete tutto, mio Dio, qualche volta sembra che i miei nemici trionfino sopra di me, ma voi giungete sempre a tempo, Signore, per opporvi al loro orgoglio e li umiliate, li confondete dando la vittoria alle mie parole.

10.  Senza di voi, mio Dio, in mezzo alla guerra crudele che mi fa il mondo, per tutto ove volgo i miei passi, io sarei come un povero soldato senza armi sul campo di battaglia, che non ha altra risorsa che di dichiararsi vinto domandando grazia della vita.

11.  Voi siete per me, mio Dio, l'arma, una tenera madre pel suo caro piccolo figlio; se essa lo lascia un momento e ode i suoi pianti corre ansiosa per consolarlo, se lo stringe al suo cuore dimostrandogli tutto l'amore del suo cuore materno, così voi, Signore, accorrete verso di me quando sentite i miei pianti.

12.  Ah! mio Dio, non vogliate allontanarvi da me, voi vedete quanto ho bisogno di voi, da ogni parte i miei nemici mi circondano, hanno giurato la mia rovina, volete soddisfare i loro desiderii, lasciatemi un momento e subito sono in loro potere.

13.  Se io cado nelle mani dei miei nemici, come potrò servirvi mio Dio, senza dubbio il combattimento di questo mondo sarebbe finito per me, non mi rimarrebbe più che cadere vittima dell'odio che covano nel loro cuore, sapendo quanto sono terribile nella giustizia.

14.  Mio Dio, voi vedete in qual maniera gli empi hanno congiurato contro di me, li lasciate liberi di agire nella loro temeraria audacia? permettete che mi trovi senza di voi alla loro presenza? Ah! Signore, cominciate ad annientare col vostro potente braccio i loro iniqui disegni.

 

LAMENTAZIONE VIa

 

1.      Molti mi riguardano come uno dei vostri servi, non solo, ma ancora come uno d'intelligenza acutissima, elegante e sapiente per uno straordinario dono di natura; essi credono che il mio ardente amore per la Fede, per la carità e per la giustizia, sia ancora un dono della stessa natura.

2.      Altri mi considera come un uomo sedizioso opposto alle leggi del governo costituente, come un orgoglioso legislatore ambizioso del potere e degli onori del mondo, mio Dio, perché non mostrate loro chiaramente chi io mi sia?

3.      Oh! quanto il mio cuore soffre, o Signore, vedendomi sì malamente e ingiustamente trattato dagli uomini; eccettuato un piccolo numero, tutti mi credono allontanato dal vostro santo servizio, perché mi fate tanto soffrire, mio Dio! non è forse consacrata la mia vita per il loro bene? Perché dunque io debbo essere similmente giudicato da essi?

4.      Quando finirà, mio Dio, questa guerra sì penosa, sì dolorosa al mio cuore? quando vi piacerà di rivelare agli uomini ciò che è in realtà? questo giorno al quale aspiro con tanto ardore, è ancora assai lontano? fate, ve ne prego, che giunga al più presto perché vi è grande bisogno.

5.      Quelli che mi credono ciò che io dico, sono realmente i miei principii, si attirano come me la persecuzione degli empi, di modo che sono anche essi costretti come me a vivere lontano dalla società per evitare il pericolo.

6.      La più parte di essi si lamentano di me perché io li sacrifico troppo per stabilire i principii nuovi di vita sociale favorevoli ai loro interessi e alla comune prosperità, il loro interesse particolare li ha spinti a lamentarsi di me, mio Dio, quando potrò avere tesori sufficienti per contentarli e renderli felici?

7.      È molto grande il sacrificio che essi fanno per voi, mio Dio, e per me il loro bene pel bene; dissi loro che io avrò grandi tesori, perché i me li avete promessi nel diritto degli avi miei.

8.      Signore, voi mi ordinate di costruire una nuova arca di pietra sul vostro Santo monte; io non ho esitato ad eseguire il vostro ordine, cinque anni io lavoro coi compagni, ma gran numero si è stancato e mi abbandona.

9.      Ora che voi mi avete separato da essi, il loro fervore per quest'opera è molto raffreddato. Essi soffrono molto per astrarre la pietra, perché loro mancano le forze ed i mezzi, e si rivolgono a me domandano soldi. O Signore dove è quel tesoro degli avi miei che mi avete promesso?

10.  Affrettatevi Signore di scuoprirmelo, affinché a loro ne mandi una buona parte, per innalzare al più presto la vostra Arca Santa, poiché voi mi dite che da questa costruzione dipende il bene, la prosperità e la pace di tutto il mondo, per mezzo della nuova alleanza che farete cogli uomini.

11.  Quanto, quanto, mio Dio, volete provare i vostri servi per renderli degni del vostro santo servizio. Quanto a me, voi lo vedete, la mia fedeltà non si stanca, ed un gran numero dei miei cominciano a diventare infedeli e lascia me e voi.

12.  Voi mi avete promesso egualmente che i fedeli costruttori della vostra nuova Arca Santa saranno protetti da voi, e provveduti di tutto nei loro bisogni temporali e spirituali; ed ecco ora il tempo è giunto che noi abbiamo un estremo bisogno di voi, Signore, affrettatevi a soccorrermi.

13.  Sono grandi le necessità che mi spingono a lamentarmi della mia miserabile condizione, voi lo vedete, Signore questo è un bisogno estremo che mi fa rivolgere a voi colle supplichevoli lamentazioni.

14.  Comprendo, Signore, che vi sono diventato importuno, come il povero che raddoppia le sue istanze per ottenere un abbondante elemosina per la sua propria e per l'altrui miseria, così io vi domando la carità per me e per gli altri vostri servi costruttori della vostra Arca Santa.

15.  Io so pertanto Signore che le mie lamentazioni domande non vi dispiacciano, anzi vi piacciano e che le gradite; ed è per questo che mi rivolgo presso di voi con confidenza nei miei bisogni nell'estrema mia miseria; perché voi mi avete detto di non stancarmi di domandarvi.

16.  La mia miseria rassomiglia ad un mare procelloso che fa sentire da lontano ed in tutte le parti i fremiti della sua crudele tempesta, per me vi faccio intendere mio Dio, da ogni parte le mie lamentazioni sulla mia miseria. Oh fate finalmente cessare questa crudele aspettazione che tormenta il mio cuore; abbiate pietà delle mie lamentazioni voti suppliche.

17.  Rammentatevi, Signore, lo ripeto, rammentatevi della mia numerosa famiglia, tutti attendono con immenso desiderio il compimento delle vostre promesse spero che le loro lacrime muoveranno il vostro cuore e che voi avrete pietà della mia miseria e che subito ci soccorrerete.

18.  Voi conoscete pienamente, mio Dio, tutta la nostra miseria e tutti i bisogni; affrettatevi a provvederci al più presto possibile; non permettete che alcuno di noi si trovi nel pericolo di soccombere; la vostra bontà supplisca alla nostra indegnità, liberateci dall'estrema nostra miseria.

 

LAMENTAZIONE VIIa

 

1. Signore i martirii che il mio cuore sopporta a causa della mia misera posizione sono sì grandi che io sono al punto di rassomigliarmi ad un albero posto sopra un'alta montagna esposto a tutti i venti, alle tempeste dei Cicloni devastatori.

2. No, Signore, non mi avvilisco e non mi dilungo dalla strada che mi avete indicata, benché vedessi davanti a me un mondo di fuoco; io sono disposto ad entrarvi senza timore di essere bruciato, perché mi avete detto che servendovi niun male mi potrebbe nuocere.

3. Voi mi avete detto ancora, o Signore, che servendovi fedelmente ed obbediente ai vostri ordini ogni avvenimento pericoloso che incontrerò si cambierà in una felice fortuna, che ho dunque a temere mio Dio mentre mi avete promesso tutto ciò?

4. No, no, Signore, nessun'uomo di questo mondo potrà impedermi di seguire la strada che mi avete indicata per le mie conquiste alla gloria vostra; mai mi arresterò nella strada presa fino a che voi mi diciate, fermati, non andare più oltre.

5. E se qualche potente della terra mi dicesse alto là pellegrino, non seguire le tue intraprese; «noi ti proibiamo di andare più oltre», io risponderei loro chi siete voi che usate di proibirmi di andare dove il mio Dio mi chiama? io non temerei e andrei avanti senza nulla temere.

6. No, io non temerci nulla, Signore, perché vi chiamerei in mia difesa; poi sfiderei chi volesse opporsi a me, sicuro di vincere in un colpo d'occhio, nissuna forza umana potrà resistere alla mia intrapresa perché voi sarete con me colla vostra potenza infinita.

7. No, no Signore, nissuno potrà impedirmi di andare per tutto ove mi chiamate pel vostro servizio, benché mi mandaste in un deserto popolato di bestie feroci crudeli e rapaci, io ci anderei senza temere la loro ferocia.

8. No, non vi sarà in questo mondo alcun sito, se voi mi chiamate, dove io non oserò adempiere la mia intrapresa, sì, sì, io andrò da per tutto per voi, uguale ad un cane fedele al suo padrone sempre a proposito ad ogni più piccolo cenno, non vedendo alcuno ostacolo.

9. Signore, nella mia miseria mi avete reso atto a far tutto ciò che vi piacerà, servitevi di me come un semplice strumento, datemi voi abitudini adattatemi secondo il bisogno, il caso e le circostanze, io sono vostro servo, voi avete sopra di me il diritto ed il potere disporre di me come vi aggrada.

10. Se per voi sono un miserabile riscattato dalla morte alla vita, io non mi posso opporre a ciò che voi disponete sulla mia nullità, poiché non ho più sicuro diritto di dire «voglio» e non potrei dirlo quando anche lo volessi.

11. Voi mi avete fatto conoscere lo stato della mia famiglia che data la più secoli: essa possiede molti trofei delle sue numerose vittorie, io vedo ora il suo sangue disceso dal trono nella polvere, e i discendenti di questa progenie mendicare la loro vita. Mio Dio non è questo ancora  un martirio crudele al mio cuore?

12. Ma come non dovrei io, mio Dio, sopportare in questo mondo pene strazianti mentre mi avete palesato che da per tutto incontrerò la miseria, la tribolazione, il martirio, voi mi avete intrecciato e messo nel capo una corona di spine acutissime!

13. Signore voi lo vedete il mio cuore, è divenuto una fornace di amore che brucia per voi, per la fede, per la carità e giustizia, io non amo e non desidero altro in questo mondo che possedere il vostro cuore, l'acquisto della fede, l'adempimento dei doveri della carità e della giustizia.

14. Ecco i soli tesori del mio cuore, e non potrei farne acquisto un dono ad altri che a voi, che per un eccesso della vostra, bontà me li avete dati e privarmene sarebbe lo stesso che togliermi la vita.

15. Tutti i tesori della terra non li stimo, anzi li ho in orrore, perché sono nemici giurati dell'anima mia. Desidero essere il più povero e il più miserabile degli uomini, come lo sono, piuttosto che il principe più potente della terra, così che volete che io sia.

16. Io so, mio Dio, che tutti quelli che desiderano il potere del mondo per godere a bell'agio le comodità della vita, sono nemici mortali della vostra giustizia, voi date mio Dio. La potenza agli uomini sulla terra affinché ne usino solamente per il bene di tutti.

17. Mio Dio, voi vedete che tutti i miei lamenti e suppliche non procedono che dal desiderio del mio cuore afflitto e sospinto dall'amore, dalla fede, della carità e dalla giustizia. I miei lamenti non sono che un continuo rimprovero che faccio a me stesso e a quelli che profana questi santi principii.

18. A causa di questo amore sono divenuto un astro fuocoso che da per tutto sparge i suoi raggi fuocosi. Non sono al momento nocevole perché da lui sto lontano, non faccio altro che comunicargli la mia luce e splendore girando intorno a lui, poi ritorno al mio centro, da dove fui mosso, dal vostro volere, mio Dio.

19. Gli uomini avranno un bel dire e un bel fare calcoli sopra di me, nulla comprenderanno, se in voi, mio Dio, non fissano i loro sguardi e i loro pensieri. Io sarò per essi un mistero incomprensibile, e non potranno comprendere se non coi lumi della fede che procede dalla vostra grazia. Il giorno non è lontano in cui essi tutto comprenderanno. Ciò è quando vedranno l'adempimento di tutto ciò che io ho loro annunziato di verità e di giustizia per vostro divino comando.

 

FINE

 

 

 

 

 

 

 

OMAGGIO DI RICONOSCIENZA

AL REVERENDISSIMO PADRE GENERALE DEI CERTOSINI

DIMORANTE ALLA GRAN CERTOSA DI GRENOBLE

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Iddio avendomi ordinato di lasciare la mia patria per venire in Francia, presso di Lei ho trovato questo luogo di pace e di solitudine, dove cercai per mezzo della preghiera di conoscere ciò che Dio voleva da me ordinandomi di lasciare il mio paese per venire in Francia. Ed è stato in questo ritiro, dove Ella mi ha accolto come un figlio, che ho potuto scrivere questo libro. Ella non solamente durante alcuni mesi ha dato un ricovero al pellegrino ma ancora lo ha consigliato, diretto e incoraggiato fino alla fine del suo lavoro. Per le sue cure ho potuto in poche settimane scrivere pagine che procureranno molti frutti fra i popoli, esse saranno utili alla nostra santa religione, e procureranno la gloria di Dio, di cui ho potuto adempiere i suoi ordini e quelli della Vergine Maria.

La mia riconoscenza non saprà uguagliare il bene di cui mi ha ricolmato senza aver fatto nulla per meritarlo. Sì mio Padre Generale, Ella si è degnata della sua benevolenza, della sua protezione ed amicizia.

I miei buoni lettori, alla mia richiesta, per riconoscenza benediranno la sua memoria e indirizzeranno voti por la sua felicità nel Cielo, e voi nazione amatissima e fratelli francesi, che mi siete cari, io chiamo la vostra nazione felicissima, perché le auguro tutte le prosperità, essi saranno a caro prezzo comprati, ma essa ne cadrà ben tosto. Credetemi ne ho la dolce speranza.

Fortunato ritiro della Gran Certosa di Grenoble. La vostra rinomanza s'ingrandirà, ancora voi siete stata da Dio nei nostri miseri tempi per assistere lo sviluppo dei nostri misteriosi destini, voi tenete in riserva, voi possedete un tesoro di luce celeste sì grande che il suo splendore e la sua bellezza faranno trasalire di gioia la Chiesa universale.

E voi rallegratevi ancora, voi tutti eletti dallo Spirito del Signore che formate la nazione prediletta di Dio, privilegiata fra tutte le nazioni, voi siete favoriti dallo Spirito del Signore figli carissimi dell'uomo di Dio, di colui che deve conquistare e rigenerare il mondo.

La volontà di Dio come uno slancio di riconoscenza mi fa dire queste cose. Che il Cielo sia propizio ai miei e ai vostri voti.

 

                                                                                                    David Lazzaretti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

APPUNTO  STORICO

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Mi sento obbligato di fare conoscere o i lettori di questo libro una verità storica, dalla quale ognuno che ha scorso queste pagine possa da solo dare il suo giudizio sull'atteggiamento che tennero di fronte al medesima i Sacerdoti, di cui attualmente il popolo cristiano e sotto la loro tutela spirituale.

Seppi sul principio della pubblicazione di questo libro in lingua francese che i Gesuiti di Francia acquistarono dalla tipografia dove era assennata la vendita, tutti i volumi che essa riteneva, con lo scopo che questo libro non avesse circolazione; e difatti sono poche le copie che hanno potuto circolare fra le genti. In Arcidosso ne ebbe una mio zio Filippo che dette a leggere a Don Gustavo Contri, e che certamente sarà rimasta fra le mani dei suoi eredi. Un'altra era nell'archivio dell'eremo di monte Labaro, che il vandalismo soldatesco stracciò o portò via.

Ora domando ai lettori di questo libro, se sia giusto il giudizio che ha dato il nostro Duce e Maestro, chiamando questi col nome di «Setta Scriba e Farisaica dell'Idolatria Papale». Io conoscevo l'operato dei Gesuiti, ma non conoscevo il contenuto di questo sublime libro, per cui non potevo dare prima il giusto giudizio, ma ora che lo conosco vedo con più chiarezza che la mia opinione, non errava a ritenere che essi sono il focolare ardente dello Antecristo, poiché Antecristo altro non credo che opposizione a Cristo.

 

                                                                                        Giuseppe Corsini

                                                                            Discepolo Giurisdavidico in )+( 1918

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo stampatore declina ogni e qualunque responsabilità su eventuali errori o inesattezze linguistiche, morfologiche ecc. che il lettore riscontrasse nel testo del presente volume, inquantoché i Giurisdavidici di Arcidosso hanno voluto una riproduzione fedele del copione manoscritto perché opera di David Lazzaretti.

 

Lo Stampatore

 

 



[1] — Dopo tre anni rivelò grandi misteri divini nel libro. «La mia lotta con Dio, ed apertura e spiegazione dei sette sigilli» dei quali parla l'Apocalisse nel capo V.

[2] - Cristo Duce e Giudice avendo stabilito la nuova riforma con la proclamazione della legge del diritto, scrisse nei suoi editti che cessava la successione dei sommi pontefici romani e cominciava la nuova, dei sommi pontefici della Chiesa Davidica Lionese, e per queste lodi riguardano specialmente il sacro nuovo ministero.