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GESU’ SULLA CROCE (2)
1
I passanti lo insultavano e, scuotendo il capo, esclamavano: "Ehi, tu che distruggi il tempio e lo riedifichi in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!". (Mc. 15,29-30)
2
Ugualmente anche i sommi sacerdoti con gli scribi, facendosi beffe di lui, dicevano: "Ha salvato altri, non può salvare se stesso! Il Cristo, il re d'Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo".
(Mc. 15,31-32a)
3
Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell'aceto, e dicevano: "Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso". (Lc. 23,36-37)
4
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: "Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!".
(Lc. 23,39)
5
Ma l'altro lo rimproverava: "Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male". (Lc. 23,40-41)
6
E aggiunse: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno". Gli rispose: "In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso". (Lc. 23,42-43)
7
Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. (Mc. 15,33)
8
Alle tre Gesù gridò con voce forte: "Eloì, Eloì, lemà sabactàni?", che significa: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" (Mc. 15,34)
9
Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: "Ecco, chiama Elia!". (Mc. 15,35)
10
Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una canna, gli dava da bere, dicendo: "Aspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce". (Mc. 15,36)