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IL TRIBUTO A CESARE - LA RISURREZIONE SECONDO I SADDUCEI

 

1

Gli scribi e i sommi sacerdoti cercarono allora di mettergli addosso le mani, ma ebbero paura del popolo. Postisi in osservazione, mandarono informatori, che si fingessero persone oneste, per coglierlo in fallo nelle sue parole e poi consegnarlo all'autorità e al potere del governatore. (Lc. 20,19a.20)

 

2

Costoro lo interrogarono: "Maestro, sappiamo che parli e insegni con rettitudine e non guardi in faccia a nessuno, ma insegni secondo verità la via di Dio. E' lecito che noi paghiamo il tributo a Cesare?"

(Lc.20,21-22)

 

3

Conoscendo la loro malizia, disse: "Mostratemi un denaro: di chi è l'immagine e l'iscrizione?". Risposero: "Di Cesare". (Lc. 20,23-24)

 

4

Ed egli disse: "Rendete dunque a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio". (Lc. 20,25)

 

5

Così non poterono coglierlo in fallo davanti al popolo e, meravigliati della sua risposta, tacquero.

(Lc. 20,26)

 

6

Gli si avvicinarono poi alcuni sadducei, i quali negano che vi sia la risurrezione, e gli posero questa domanda: "Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se a qualcuno muore un fratello che ha moglie, ma senza figli, suo fratello si prenda la vedova e dia una discendenza al proprio fratello. (Lc. 20,27-28)

 

7

C'erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette; e morirono tutti senza lasciare figli. (Lc. 20,29-31)

 

8

Da ultimo anche la donna morì. Questa donna dunque, nella risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie". (Lc. 20.32-33)

 

9

Gesù rispose: "I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni dell'altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio.

(Lc. 20,34-36)

 

10

Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando chiama il Signore: Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui. (Lc. 20,37-38)

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