GIUGNO
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IL PREZZO DELL'AMORE
Costa dire “hai ragione”. Costa dire “perdonami”. ed anche dire “Ti perdono”
costa.
Costa la confidenza, costa la pazienza. Costa fare una cosa che non hai voglia
di fare ma che lui o lei vuole. Costa cercare di capire. Costa tenere il
silenzio.
La fedeltà costa e sorridere al cattivo umore e trattenere le lacrime che fanno
soffrire.
A volte costa impuntarsi, a volte cedere. Costa dir sempre “è colpa mia”.
Costa confidarsi e ricevere confidenze. Costa sopportare i difetti, costa
cancellare le piccole ombre, costa condividere i dolori.
Costa la lontananza e costano i distacchi. Costano le nubi passeggere. Costa
avere opinioni differenti, costa dir sempre di “sì”.
Eppure a questo prezzo si genera l’amore. Gli spiccioli non servono. Ci vuole un
legno pesante come la Croce.
2
LA BELLEZZA DEL MONDO
“Ogni mattina ho appuntamento con la bellezza del mondo.
La bellezza del mondo è seduta di fronte a me. La bellezza del mondo cambia sedia tutti i giorni.
La bellezza del mondo, al mio risveglio, si appoggiava, sognante, al portone bianco di una casa dall’altra parte della strada.
La bellezza del mondo è discreta, sa rendersi invisibile e viaggiare in incognito sulle ali di Mozart o nelle cavalcate di Bach.
La bellezza del mondo stamattina ha posato le sue mani di neve sulle mie spalle. Mi ha guardato dritto negli occhi, mi ha detto: ” Tu, dovresti fare come me. E la bellezza del mondo si è messa a ballare sulla mia scrivania – una danza goffa, adorabile. Ho sorriso.”
CRISTIAN BOBIN
3
L’ALBERO DELLE NUOVE RELAZIONI
Canta. Cammina. Sorridi a tutti. Costruisci un album di famiglia. Imita nel bene quelli che ami. Chiama i tuoi amici al telefono. Di’ a qualcuno: “Ti voglio bene”. Parla con Dio. Ritorna bambino un’altra volta. Salta alla corda. Abolisci la parola “rancore”. Di’ di si. Mantieni le promesse. Ridi. Leggi un buon libro. Chiedi aiuto. Cambia pettinatura. Corri. Ascolta una canzone. Ricorda compleanni e onomastici. Pensa. Termina un progetto. Aiuta un ammalato. Regala un bagnoschiuma. Offriti volontario. Sogna ad occhi aperti- Compi un favore. Elimina un vestito. Spegni il televisore e dialoga. Permettiti di sbagliare. Perdonati. Comportati amabilmente. Ascolta il canto dei grilli e degli uccelli. Ringrazia Dio per il sole. Nascondi i tuoi crucci. Dimostra la tua felicità. Fatti un regalo. Lascia che qualcuno abbia cura di tè. Toccati la punta dei piedi. Accetta un complimento. Concediti quello che hai sempre desiderato. Guarda un fiore con attenzione. Lasciati guardare da un fiore, dalle nuvole, dalle stelle. Impedisciti per un giorno di dire “non posso”. Canta mentre fai la doccia. Vivi ogni minuto nella mano di Dio. Incomincia una tradizione familiare. Fai un pic-nic nell’anima. Per oggi non preoccuparti. Pratica il coraggio e la fedeltà delle piccole cose. Aiuta un vicino anziano. Accarezza un bimbo. Guarda vecchie foto. Ascolta un amico. Immagina le onde del mare. Cedi il passo. Gioca con la tua mascotte. Permettiti di essere simpatico. Dai una pacca sulla spalla. Fai il tifo per la tua squadra. Dipingi un quadro. Delega un lavoro. Saluta il nuovo vicino di casa. Fai un piccolo scambio. Fa’ sentire “benvenuto” qualcuno. Prova, a non dire “Ormai”. Chiedi scusa. Permetti a qualcuno di aiutarti. Convinciti che non sei solo. Impegnati a vivere con passione: nulla di grande si fa senza di essa. Sii un incorreggibile ottimista. Porta a termine un impegno con lo stesso entusiasmo degli inizi. Lascia perdere un pettegolezzo e non ripensare a un’offesa. Credi che in ogni cuore c’è un germe di bontà e di bene da scoprire. Regalati ogni giorno una sorsata di parola di Dio.
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L'EROE
L’autentico «eroe» è l’uomo qualunque che ha pazienza, è l’umile che accetta il mistero della vita, il mistero della fede, il mistero dell’eternità.
Eroe è l’operaio flagellato dalla vita; è la madre ricca di paura per l’avvenire e di lacrime; è il prete solitario e amato solo da Dio, dimenticato da tutti, tormentato dalla sua solitudine e assetato di bellezza; è il giovane che si apre alla vita e la trova amara e malinconica…
Eroe è colui che crede fino allo spasimo all’amore di Dio, al progetto infallibile della provvidenza, al mistero dell’infinito e dell’onnipotente; eroe è colui che ogni giorno accetta con pazienza e con sorriso la vita e aspetta l’incontro con Cristo.
NICOLINO SARALE
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RIPRESA
La vita è movimento, è aria che circola, è terra che si trasforma, è acqua che scorre, è seme che fiorisce, è coraggio di rischiare, è scommettere sul futuro, è fiducia nella bellezza, è abbandono alla speranza.
Allora coraggio! Continuiamo tutti a camminare, un po’ goffi ed impacciati, ma non restiamo sconfitti per terra, le ferite bruciano, i graffi fanno male, ma non umiliamo la vita che è dentro di noi e camminiamo.
Coraggio alziamoci! E non fa niente se ci sembra di non sapere da che parte andare, seguiamo il fiotto della vita, intuendone magari solo il profumo, allungando un po’ lo sguardo verso l’orizzonte, che ci appare inafferrabile. Siamo nati per questo infinito, che non riusciamo a contenere.
LUIGI VERDI
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BAMBINI
Caro Gesù, Tu sai che anche i bambini hanno delle croci, che non sono né più leggere né più pesanti di quelle dei grandi, ma sono delle vere e proprie croci, che sentono pesanti anche di notte. E solo Tu lo sai e le prendi sul serio. Solo Tu. Solo Tu sai quanto è difficile per loro imparare a non aver paura del buio e della solitudine. Solo Tu sai quanto è difficile per loro non riuscire a trattenersi e risvegliarsi ogni mattina tutti bagnati. Solo Tu sai quanto è difficile non riuscire per loro a parlare bene come gli altri, a pensare svelto e a fare i conti giusti. Solo Tu sai quanto è difficile vedere per i bambini i loro genitori litigare e sbattere forte la porta e non parlarsi per giorni. Solo Tu sai quanto è difficile per loro essere presi in giro dagli altri e accorgersi di venire esclusi dalle feste. Solo Tu sai che significa essere per i bambini poveri e dover rinunciare a quello che hanno i loro amici. Solo Tu sai quanto è difficile per i bambini liberarsi da un segreto che fa loro tanto male e non sapere a chi dirlo per paura di essere traditi, accusati o non creduti.
Caro buon Gesù, Tu sei stato bambino come loro, anche Tu hai giocato e forse sei caduto e ti sei fatto male; anche Tu sei andato a scuola e forse qualche compito non è andato un gran che bene; anche Tu hai avuto una mamma e un papà e sai che qualche volta i bambini di oggi non hanno molta voglia di obbedire quando gli dicono di fare i compiti, di portare via la spazzatura, di rifare il letto e di mettere a posto la cameretta; anche tu sei andato a catechismo e alla preghiera e sai che non sempre i bambini ci vanno con tanta gioia. Caro mio buon Gesù, Tu sai soprattutto che nel mondo ci sono bambini che non hanno da mangiare, non hanno istruzione, sono sfruttati e costretti a fare la guerra. Aiutali ogni giorno a portare le loro croci come Tu hai portato la tua. Aiutali a diventare sempre più buoni: ad essere come Tu li vuoi. Ti ringraziamo perché sappiamo che stai loro sempre vicino e che non li abbandoni mai, soprattutto quando hanno più paura, e perché hai mandato il loro Angelo Custode che ogni giorno li protegge e li illumina. Amen.
7
GUSTA LA VITA
Resta viva. Non accontentarti. Porta i tuoi occhi a fare una passeggiata, appena puoi. Non rinunciare ai tramonti, alla speranza. Accetta la sofferenza. Accetta la felicità. Accetta la forza che a volte ti pervade. Non lasciarti schiacciare da quello che è stato, da quello che non hai. Non farti portar via la gentilezza, la curiosità, la fantasia. Continua a saltare nelle pozzanghere, se ti va. Cambia pettinatura, cambia pelle. Cambia modo di vestirti e di truccarti. Cambia abitudini, amicizie, luoghi e sogni. Cambia spesso, ma lotta fino alla fine per non perderti.
Abbi cura di te, abbi cura del modo in cui guardi gli altri. Ricorda che la cura, se davvero ne esiste una, sono le persone. Non dimenticarti di loro. Delle loro mani. Dei loro guai. Delle loro storie piccole ma grandiose. Non precluderti niente solo perché potrebbe distruggerti. Non sparire.
Resta, goditi lo spettacolo. Resta coraggiosa. Resta dolce. Testa alta, cuore in mano.
SUSANNA CASCIANI
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LACRIME
“Papà, mi prometti che non ti arrabbi se ti dico una cosa?”. “Cosa?”. “No, prima devi promettere”. “Ok, non mi arrabbio, promesso”. “Oggi ho pianto davanti a tutta la classe”. “E perché?”. “Perché la maestra mi ha detto che non ho fatto bene i compiti e mi ha fatto venire le lacrime agli occhi”. “E secondo te dovrei arrabbiarmi per questo?”. “I miei amici dicono che piangere è da stupidi, che solo i bambini deboli piangono”. “Ma tu sapevi di aver fatto male i compiti?”. “No, credevo fossero giusti. Li ho fatti con la mamma ieri”. “Allora ascoltami bene. Ci sono due cose che sto per dirti e che dovrai ricordare per sempre. Promettimi che non le dimenticherai”. “Ok, papà, prometto”. “Prima cosa: diamine, sono fiero di te. Sapere che sai piangere è una benedizione. Le lacrime non sono una cosa brutta, sono una cosa meravigliosa. Credimi, piangere non è affatto da stupidi. Se piangi significa che stai provando emozioni, che sei vivo, che non sei un burattino di legno senza alcun sentimento. E scommetto che anche i tuoi amici avranno pianto un’infinità di volte, anche se vogliono farti credere il contrario. Quindi piangi ogni volta che vuoi, piangono tutti, e non vergognarti mai delle tue lacrime, loro fanno parte di te. Sappi che spesso sono proprio le lacrime a farti sentire meglio quando stai male, quando ti fa male qui, proprio dentro al cuore”. “E la seconda cosa?”. “Sbagliare è normale. Fare certe cose in modo sbagliato è normale. Sai che anche la mamma e io abbiamo sbagliato un sacco di volte? È dagli errori che si impara, non imparerai mai niente dal fare le cose sempre in modo giusto. Sentiti sempre libero di poter sbagliare. Quindi non mi arrabbierò perché tu e la mamma avete sbagliato a fare i compiti, e non mi arrabbierò perché hai pianto, anzi ne sono felice. Amo i bambini che sanno ancora piangere e che non hanno paura di sbagliare”.
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DONI DVERSI
Mi sono chiesta a lungo perché il Buon Dio facesse delle preferenze, perché tutte le anime non ricevessero un uguale grado di grazie; mi stupivo vedendolo elargire favori straordinari ai Santi che l'avevano offeso, come San Paolo e Sant'Agostino e che Egli costringeva, per così dire, a ricevere le sue grazie; o leggendo la vita dei Santi che Nostro Signore si è compiaciuto di coccolare dalla culla alla tomba, senza lasciare sul loro cammino alcun ostacolo che impedisse loro di elevarsi verso di Lui, e prevenendo queste anime con favori tali che non potevano fare a meno di conservare immacolato lo splendore della loro veste battesimale. Mi domandavo perché i poveri selvaggi, per esempio, morivano così numerosi prima di aver solo sentito pronunciare il nome di Dio... Gesù si è degnato di istruirmi su questo mistero, ha messo davanti ai miei occhi il libro della natura, e ho capito che tutti i fiori che ha creato sono belli, che lo splendore della rosa e il candore del Giglio non cancellano il profumo della piccola violetta o la semplicità incantevole della margheritina… Ho capito che se tutti i fiorellini volessero essere delle rose, la natura perderebbe il suo manto primaverile, i campi non sarebbero più smaltati di fiorellini...Così accade nel mondo delle anime che è il giardino di Gesù. Egli ha voluto creare i grandi Santi che possono essere paragonati al Giglio e alle rose, ma ne ha creati anche di piccoli, e questi devono accontentarsi di essere delle pratoline e delle violette, destinate a rallegrare lo sguardo del Buon Dio quando lo abbassa ai suoi piedi; la perfezione consiste nel fare la Sua volontà, nell'essere quello che Lui vuole. SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO
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UMILTA'
Mi sembra che l'anima più libera sia quella che più dimentica sé stessa; se mi si domandasse il segreto della felicità, direi che sta nel non tener conto di sé, nel negarsi sempre. Ecco un buon modo per far morire l'orgoglio: prenderlo per fame! Vedi, l'orgoglio è l'amore di sé, ebbene, occorre che l'amore di Dio sia così forte da spegnere ogni amore di sé. Sant'Agostino dice che in noi ci sono due città, la città di Dio e la città dell'Io. Nella misura in cui la prima crescerà, la seconda sarà distrutta. Un'anima che vivesse nella fede, sotto lo sguardo di Dio, che avesse l'«occhio semplice», di cui parla il Cristo nel Vangelo, cioè quella purezza d'intenzione che tende a Dio, quell'anima, mi sembra, vivrebbe anche nell'umiltà: saprebbe riconoscere i doni ricevuti, perché «l'umiltà è verità». ELISABETTA DELLA TRINITÀ
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GESU' E IL POVERO
Nel cuore del povero c'è un mistero. Gesù dice che tutto quello che si fa all'affamato, a chi ha sete, è nudo, malato, in prigione, straniero, è a Lui che lo si fa: «Tutto quello che fai al più insignificante dei miei fratelli, è a me che lo fai». Il povero, nella sua insicurezza totale, nella sua angoscia e nel suo abbandono, s'identifica con Gesù. Nella sua povertà radicale, nella sua ferita evidente, si trova celato il mistero della presenza di Dio. Chi è senza sicurezza e angosciato ha certo bisogno di pane ma, attraverso questo pane, ha soprattutto bisogno di una presenza, di un altro cuore umano che gli dica: «Abbi coraggio; tu sei importante ai miei occhi e io ti amo; tu hai un valore; c'è una speranza». Egli ha bisogno di una presenza che gli riveli la misericordia di Dio, Dio che è un Padre che ama e dà la vita. Tra Gesù e il povero c'è un'alleanza. Questo mistero è grande.
JEAN VANIER
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LA PREGHIERA
Quanto è grande, dunque, la potenza della preghiera! La si direbbe una regina che ha in ogni istante libero accesso presso il re e può ottenere tutto ciò che ella chiede. Non è affatto necessario per essere esauditi leggere in un libro una bella formula composta per la circostanza; se fosse così... ahimè! Quanto sarei da compiangere!... Al di fuori dell'Ufficio Divino, che sono ben indegna di recitare, non ho il coraggio di costringermi a cercare nei libri belle preghiere, questo mi fa venire male alla testa, ve ne sono tante!... e poi sono tutte una più bella dell'altra... Non saprei recitarle tutte e non sapendo quale scegliere, faccio come i bambini che non sanno leggere, dico semplicemente al buon Dio quello che gli voglio dire, senza costruire belle frasi, e sempre Egli mi capisce...
Per me la preghiera è uno slancio del cuore, è un semplice sguardo gettato verso il cielo, è un grido di riconoscenza e d'amore sia nella prova che nella gioia; insomma è qualcosa di grande, di soprannaturale, che mi dilata l'anima e mi unisce a Gesù.
TERESA DI LISIEUX
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MODI PER PREGARE
Abbiamo un tempo sufficiente per pregare? Molto più di quanto pensiamo. Quanti momenti di ozio e di distrazione possono diventare istanti di preghiera! Si può offrire anche la nostra preoccupazione, se essa apre un dialogo con Dio; si può offrire anche la stanchezza che impedisce di pregare, e perfino l'impossibilità di pregare. «La memoria di Dio, un sospiro, senza neppure aver formulato una sola parola, è già preghiera», dice san Barsanufio. Lo starec Ambrogio consiglia: «Leggete ogni giorno un capitolo dei Vangeli, e quando l'angoscia vi assale, leggete ancora, finché passi; se essa ritorna, leggete di nuovo il Vangelo». È il passaggio «dalla parola scritta alla parola sostanziale» (Nicodemo l'Agiorita); passaggio decisivo per la vita spirituale. Si consuma eucaristicamente la parola misteriosamente spezzata, dicono i Padri.
PAVEL EVDOKIMOV
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PER OPERA DELLO SPIRITO SANTO
Se il Cristo non fosse risorto, se non avesse inviato il suo Santo Spirito, non sarebbe presente accanto a noi. Resterebbe un personaggio importante come tanti altri nella storia dell'umanità. Ma non sarebbe possibile dialogare con lui. Non oseremmo chiamarlo: «Gesù Cristo, in ogni istante mi appoggio su di te; anche quando non riesco a pregare, sei tu la mia preghiera». Prima di lasciare i suoi discepoli, il Cristo ha assicurato loro che avrebbe inviato lo Spirito Santo come un sostegno e una consolazione. Allora possiamo fare questa scoperta: come Cristo è stato presente sulla terra accanto ai suoi, per mezzo dello Spirito Santo continua anche oggi a essere presente per tutti. Più accessibile per qualcuno, più velata per altri, la sua misteriosa presenza è sempre lì. È come se lo sentissimo dire: «Non sai che sono accanto a te e che per mezzo dello Spirito Santo vivo in te? Non ti lascerò mai». Questa misteriosa presenza è invisibile ai nostri occhi. Per tutti, la fede rimane un'umile fiducia nel Cristo e nello Spirito Santo.
ROGER SCHUTZ
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DONI PARTICOLARI
Dio ci darà in ogni istante ciò che è necessario per adempiere qualsiasi missione gli piacerà di darci... Ce lo darà soprannaturalmente, senz'alcuna preparazione da parte nostra, se ciò gli aggrada, come fece con i suoi grandi apostoli Pietro e Paolo, miei Padri amatissimi... (san Paolo non apprese il Vangelo da nessun uomo: quando Gesù volle farglielo predicare, glielo rivelò... Che cosa non rivelò sia a Pietro che a Paolo! Egli illumina ogni anima come vuole, quando vuole, così rapidamente, così completamente, così definitivamente quanto vuole...). Oppure ce lo darà facendoci cooperare alla sua grazia col nostro lavoro, e allora ci dirà Egli stesso in quale momento preciso, in quale modo preciso dobbiamo compiere questi lavori preparatori... Sta a Lui chiamarci nell’ora in cui vuole che ci dedichiamo ad essi, come sta a Lui darci questa o quella missione nell'ora in cui vuole che noi l'intraprendiamo. Noi non abbiamo altro che da obbedirgli in ogni istante, facendo in ogni istante quel che ci comanda nell’istante presente. CHARLES DE FOUCAULD
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CONSOLARE GESU'
Ci fa bene rivolgerci a nostro Signore e domandare a noi stessi: «Amo abbastanza Gesù? Accetto veramente la gioia di amare, condividendo la sua passione?». Perché ancora oggi Gesù continua a cercare qualcuno che gli offra consolazione. Ricordate ciò che avvenne nell'orto dei Getsemani: Gesù cercava qualcuno che gli facesse compagnia nella sua agonia. Qualcosa di simile si proietta sulla nostra vita. Gli offriamo la possibilità di dividere con noi la sua tristezza? Siete disposti a consolarlo? Viene a voi nell'affamato. Viene a voi nell'ignudo. Viene a voi in colui che soffre di solitudine. Viene a voi nell'alcolizzato. Viene a voi nella prostituta. Viene a voi sotto le sembianze del mendicante di strada. Forse viene a te nel padre solo, nella madre, nel fratello o nella sorella della tua stessa famiglia. Ti mostri disposto a dividere con loro la gioia di amare? Per questo abbiamo bisogno dell'eucaristia: per condividere la gioia di amare Gesù. Per questo abbiamo bisogno di un'intensa vita di preghiera. Chiediamo dunque a Maria che ci insegni a pregare.
SANTA TERESA DI CALCUTTA
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TRINITA'
«Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore» (1Gv 4,7 -8). Queste parole della fede della Chiesa nascente mostrano come per il cristiano credere in Dio non significhi semplicemente pensare che Dio esiste, ma molto più e fortemente equivalga a confessare con le labbra e col cuore che Dio è Amore. E questo vuol dire riconoscere che Dio non è solitudine: per amare bisogna essere almeno in due, in un rapporto così ricco che sia aperto all'altro. Dio Amore è comunione dei Tre, l'Amante, l'Amato e l'Amore ricevuto e donato, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Credere in Dio Amore significa allora credere che Dio è Uno in Tre Persone, in una comunione così perfetta che i Tre sono veramente. Uno nell'amore, ed insieme intessuta di relazioni così reali, che essi sono veramente Tre nel dare e ricevere amore, nell'incontrarsi e nell'aprirsi all'amore.
BRUNO FORTE
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VERA LIBERTA'
Ecco la novità che cambiò il cuore e la vita di Maria Maddalena! Gesù diceva: «Beati sono i poveri», cioè le persone che non si lasciano schiavizzare dal denaro, ma capiscono che la vera ricchezza è il cuore pulito, è il cuore buono, è il cuore abitato da Dio. Maria Maddalena queste parole non le aveva mai udite: furono per lei una rivelazione! Ma Gesù diceva ancora: «Beati sono i miti», cioè le persone che capiscono che la violenza non è un segno di forza, ma di debolezza! La forza sta nella capacità di vincere il male con il bene. Se rispondiamo alla cattiveria con la cattiveria, noi la raddoppiamo e non la vinciamo! «Beati sono i misericordiosi» e non gli egoisti. Gli egoisti sono infelici, mentre i misericordiosi, i generosi hanno il cuore che trabocca di felicità perché entrano in comunione con Dio: e Dio è il proprietario esclusivo della felicità. «Beati sono i puri di cuore» e non coloro che riducono la vita a istinto egoista e possessivo: costoro non conosceranno mai l’amore vero, perché l’amore è un’altra cosa! Maria Maddalena fu letteralmente sconvolta da questo insegnamento di Gesù: caddero le catene della sua vita frivola e corrotta. Divenne veramente libera e seguì Gesù con tutto l’entusiasmo del suo cuore. E i suoi peccati? I suoi peccati non la fecero cadere nella disperazione, perché Gesù contemporaneamente alla denuncia del peccato annunciava il perdono di Dio: Dio è felice quando un figlio ritorna a casa e chiede perdono! ANGELO CARD. COMASTRI
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LA VITE
L’immagine della vite è un segno di speranza e di fiducia. Incarnandosi, Cristo stesso è venuto in questo mondo per essere il nostro fondamento. In ogni necessità e aridità, Egli è la sorgente che dona l’acqua della vita che ci nutre e ci fortifica. Egli stesso porta su di sé ogni peccato, paura e sofferenza e, in fine, ci purifica e ci trasforma misteriosamente in tralci buoni che danno vino buono. In questi momenti di bisogno, a volte ci sentiamo come finiti sotto un torchio, come i grappoli d’uva che vengono pigiati completamente. Ma sappiamo che, uniti a Cristo, diventiamo vino maturo. Dio sa trasformare in amore anche le cose pesanti e opprimenti nella nostra vita. Importante è che “rimaniamo” nella vite, in Cristo. In questo breve brano, l’evangelista usa la parola “rimanere” una dozzina di volte. Questo “rimanere-in-Cristo” segna l’intero discorso. Dove la siccità e la morte minacciano i tralci, là in Cristo c’è futuro, vita e gioia, là c’è sempre perdono e nuovo inizio, trasformazione entrando nel suo amore. Rimanere in Cristo significa [...] rimanere anche nella Chiesa. L’intera comunità dei credenti è saldamente compaginata in Cristo, la vite. In Cristo, tutti noi siamo uniti insieme. In questa comunità Egli ci sostiene e, allo stesso tempo, tutti i membri si sostengono a vicenda. Insieme resistiamo alle tempeste e offriamo protezione gli uni agli altri. Noi non crediamo da soli, crediamo con tutta la Chiesa di ogni luogo e di ogni tempo, con la Chiesa che è in Cielo e sulla terra. BENEDETTO XVI
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FRUTTI
Imita la terra, o uomo, produci anche tu i tuoi frutti per non essere inferiore alle cose materiali. La terra produce frutti, però non può goderseli e li produce a tuo beneficio. Tu invece puoi raccogliere a tuo vantaggio tutto ciò che vai producendo. Se hai dato all'affamato, diventa tuo tutto ciò che gli hai donato, anzi ritorna a te accresciuto. Come, infatti, il frumento che cade in terra va a vantaggio di colui che lo ha seminato, così il pane dato all'affamato riporta molti benefici. Quello che è il fine dell'agricoltura sia dunque per te il criterio della seminagione spirituale. Tu non conosci che una frase: «Non ho nulla e non posso dar nulla, perché sono nullatenente». In effetti tu sei veramente povero, anzi privo di ogni vero bene. Sei povero di amore, povero di umanità, povero di fede in Dio, povero di speranza nelle realtà eterne. Sii attivo nel bene. Ti approverà allora Dio, ti loderanno gli angeli, ti proclameranno beato tutti gli uomini che sono esistiti dalla creazione del mondo in poi. BASILIO MAGNO
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FEDE
La fede, bisogna ricordarlo con forza, non si riduce a un rapporto con il divino vissuto quasi esclusivamente in forme emotive e compensative. Non si crede perché il credere `fa bene', ma si crede perché... È difficile spiegarlo. E questione di innamoramento: si può spiegare l'amore? Qui si misura il divario che passa tra le piccole fedi e la grande fede. Non è che oggi manchi la fede. Il mondo è pieno di tante piccole fedi. Manca invece la grande fede. Noi purtroppo coltiviamo ciascuno una piccola fede, che è quella che ci tranquillizza un poco, rimedia a certi nostri scompensi, colma qualche vuoto e medica qualche ferita. Ma dov'è la grande fede che parli del fuoco dello Spirito, della presenza e del ritorno di Cristo, del peccato e della misericordia, della croce e della risurrezione? Dove sono i veri credenti, cioè gli inquieti (non gli irrequieti) che, feriti e umiliati dalla coscienza del peccato e della sconfitta, si pongono davanti a Dio con il peso della loro vergogna, fanno della loro sofferenza un'invocazione e amano il senso della vita più della vita stessa? L. POZZOLI
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LAVORO
Nell'esercizio della propria attività lavorativa il cristiano si sforzerà di avere sempre l'intenzione di fare tutto per la gloria di Dio e il maggior bene del prossimo: perciò si verificherà spesso con chi nella comunità o nell'ambiente di lavoro possa aiutarlo, e soprattutto con il Signore, nell'ascolto della Parola e nella preghiera, perché il lavoro sia luogo di grazia e di santificazione per sé e per coloro che incontra e siano superate le contraddizioni, le sofferenze e le povertà che pesano sull'esperienza del lavoro umano. Questa spiritualità del lavoro diventa un modo concreto per rendere grazie a Dio dei suoi doni e vivere il ritorno a lui di tutto quanto gratuitamente egli ci ha dato, chiamandoci alla vita e alla fede. Anche educare significa dare gratuitamente ad altri ciò che gratuitamente ci è stato donato: l'educazione è una forma alta di restituzione dei beni ricevuti, e perciò la chiesa si riconosce chiamata a essere comunità educante nella gratitudine a Dio, datore dei doni, e nell'impegno prioritario del servizio alle nuove generazioni. C.M. MARTINI
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PROGETTI DI GESU'
Gesù vuole che siate la luce del mondo, il sale della terra, il lievito nella pasta. E, capite bene, vi vuole luce, sale, lievito e questo è «essere», non agire. Tutto il vostro desiderio e il vostro lavoro è di essere talmente uniti a Gesù da divenire luce, sale, lievito con lui; il resto non vi appartiene più. Gesù vuole ancora che siate presenti in mezzo al mondo; bisognerà dunque che vi lasciate mangiare da coloro che hanno fame e sete della giustizia di Dio. Il regno di Dio si estenderà attraverso voi e per mezzo vostro, ma è Gesù che deve esserne l’artefice. Vostro unico mezzo è vivere il Vangelo, essere una luce, una sorgente di vita e di calore, come Gesù lo è stato in Galilea ed in Giudea. Prendere altri mezzi, che prospettassero metodi o attività definite, distruggerebbe la portata di questo mezzo divino, che risiede nella libertà onnipotente dell’azione divina. RENÉ VOILLAUME
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VICINANZA E TENEREZZA
Vicinanza e tenerezza Dio ci conosce uno ad uno. Vicinanza e tenerezza sono le caratteristiche del rapporto tra Dio e l’umanità. “Un Dio che si fa vicino per amore, cammina con il suo popolo e questo camminare arriva ad un punto che è inimmaginabile. Mai si può pensare che lo stesso Signore si fa uno di noi e cammina con noi, rimane con noi, rimane nella sua Chiesa, rimane nell’Eucaristia, rimane nella sua Parola, rimane nei poveri, rimane con noi camminando. E questo è vicinanza: il pastore vicino al suo gregge, alle sue pecorelle, che conosce una ad una.” L’altro atteggiamento dell’amore di Dio, lo spiega il profeta Ezechiele ed è sottolineato anche nel Vangelo: “Andrò alla ricerca della pecora perduta , la ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita, curerò quella malata; tenerezza, il Signore ci ama con tenerezza, il Signore conosce quella bella scienza delle carezze. La tenerezza di Dio non ci ama con le parole ma ci avvicina e ci dà quell’amore con tenerezza; vicinanza, vicinanza e tenerezza queste due modalità dell’amore del Signore che si fa vicino e dà tutto il suo amore anche alle cose più piccole. E questo è un amore forte perché vicinanza e tenerezza ci fanno vedere la fortezza dell’amore di Dio.” PAPA FRANCESCO
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AIUTAMI A CAMMINARE SULLA UA STRADA
Signore, se guardo alla storia di chi ha deciso di obbedirti, mi sento una nullità. Mi sento come il figlio che ha promesso al padre di andare nella vigna e ha fatto tutt’altro. Aiutami, Signore, ad assomigliare all’altro figlio, quello che ha detto di no, ma ha poi trovato il coraggio di cambiare idea e di andare a lavorare. Mi sento come il servo che ha nascosto i suoi talenti sottoterra. Aiutami, Signore, a seguire il tuo invito a donare agli altri quello che ho, nella certezza che tu mi donerai molto di più. Aiutami, Signore, a essere come Pietro, che non ha avuto paura di gettare le reti perché tu glielo avevi chiesto. Aiutami, Signore, ad essere come Maria, come Abramo, come tutti coloro che hanno deciso di obbedirti. Aiutami a camminare sulla tua strada, anche se significa scegliere la via più stretta. AA.VV.HAMMAGOR
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CAMMINO DI LIBERTA'
Il cammino, che tu Signore, hai tracciato per me è un cammino di libertà. Tu desideri che sia io a decidere di mettere in gioco la mia intelligenza, i miei sentimenti, la mia capacità di amare; ma anche i miei limiti e le mie mancanze. Desideri che sia io a decidere di seguirti. A volte mi sento come quegli uomini semplici, ma pieni di coraggio per seguire la tua avventura. A volte vorrei nascondermi, a volte non sento la tua voce. A volte, invece, dovrei perdonare, ma non ne trovo il coraggio. Altre volte però anch’io sperimento la bellezza del sentirmi chiamato, accettato, capito, perdonato. E questo non solo da te, ma da fratelli e sorelle che riempiono la mia vita. Aiutami a vivere con decisione e prontezza questi momenti di grazia, a renderli preziosi nella mia vita. AA.VV.HAMMAGOR
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TESTIMONI DELLA SPERANZA
A volte gli eventi ci portano a conoscere da vicino la vicenda straordinaria di qualcuno che ha preso sul serio la propria fede cristiana e di scoprire che questa figura “eroica” è in realtà un uomo, una donna normalissima, simile a tanti suoi contemporanei, una persona del popolo, uno di quei “piccoli” a cui Gesù dice che sono state rivelate le cose nascoste ai sapienti e agli intellettuali. Costoro non sono eccezionali, sono piuttosto l’emergere alla visibilità di una moltitudine di oscuri testimoni della speranza di cui nessuno si ricorda, costituiscono la realtà portante dell’autentico “popolo di Dio” cui la Chiesa ha ridato consapevolezza e responsabilità, rimettendogli fra le mani quella parola di Dio che, come la pioggia, non scende dal cielo senza irrigare, fecondare e far germogliare la terra. E. BIANCHI
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SIAMO UNICI
Con ogni uomo viene al mondo qualcosa di nuovo che non è mai esistito, qualcosa di primo e unico. “Ciascuno in Israele ha l'obbligo di riconoscere e di considerare che lui è unico al mondo nel suo genere, e che al mondo non è mai esistito nessun uomo identico a lui: se infatti fosse già esistito al mondo un uomo identico a lui, egli non avrebbe motivo di essere al mondo. Ogni singolo uomo è cosa nuova nel mondo e deve portare a compimento la propria natura in questo mondo. In verità, che questo non accada, è ciò che ritarda la venuta del Messia”. Ciascuno è tenuto a sviluppare e dar corpo proprio a questa unicità e irripetibilità, non invece a rifare ancora una volta ciò che un altro — fosse pure la persona più grande — ha già realizzato. Quand'era già vecchio, il saggio Rabbi Bunam disse un giorno: «Non vorrei barattare il mio posto con quello del padre Abramo. Che ne verrebbe a Dio se il patriarca Abramo diventasse come il cieco Bunam e il cieco Bunam come Abramo?». La stessa idea è stata espressa con ancora maggior acutezza da Rabbi Sussja che, in punto di morte, esclamò: “Nel mondo futuro non mi si chiederà: `Perché non sei stato Mosè?'; mi si chiederà: `Perché non sei stato Sussja?”. Siamo qui in presenza di un insegnamento che si basa sul fatto che gli uomini sono ineguali per natura e che pertanto non bisogna cercare di renderli uguali. Tutti gli uomini hanno accesso a Dio, ma ciascuno ha un accesso diverso. È infatti la diversità degli uomini, la differenziazione delle loro qualità e delle loro tendenze che costituisce la grande risorsa del genere umano. L'universalità di Dio consiste nella molteplicità infinita dei cammini che conducono a lui, ciascuno dei quali è riservato a un uomo. [...] Così il cammino attraverso il quale ogni uomo avrà accesso a Dio gli può essere indicato unicamente dalla conoscenza del proprio essere, la conoscenza della propria qualità e della propria tendenza esistenziale. “In ognuno c'è qualcosa di prezioso che non c'è in nessun altro”. M. BUBER
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FARSI RAGGIUNGERE DALLA PAROLA
È molto raro che noi siamo turbati o commossi quando ci giunge la Parola di Dio. Noi abbiamo piuttosto paura di sentirci vulnerabili, blindiamo il cuore. Anche questo ci impedisce di essere nella gioia. Circondiamo il nostro cuore con solide difese che lo proteggono e ci mettono tranquilli. Abbiamo paura di tutto ciò che potrebbe ferirci: dalle domande degli uomini e soprattutto di un Dio capace di chiederci molto di più (di quanto pensiamo di voler o poter dare) . Questo ci rende tristi, senza dubbio: la fortezza dentro cui ci siamo trincerati diventa una prigione; in tali condizioni come si fa ad essere gioiosi? Solo chi ha il cuore aperto, chi rimane vulnerabile si lascia raggiungere dalla Parola di Dio. G. DANNEELS
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REALTA' INFIOCCHETTATE
Ci sono purtroppo nella società contemporanea molte realtà infiocchettate, avvolte in contenitori pregiati il cui prezzo è alto, ma il valore molto basso. Ci sono persone il cui apparire è strepitoso, ma la cui sostanza umana e spirituale è pressoché nulla. Impeccabili nel vestire, seducenti nel parlare, talora “scolpiti” da qualche chirurgo plastico per togliersi di dosso la patina del tempo, si sono trasformati quasi esclusivamente in cornice, in addobbo, in apparenza. Gusci dorati, vuoti all’interno; abiti eleganti sorretti solo da manichini. Ci sono individui composti unicamente di facciata, come case non finite per mancanza di quattrini. Hanno l’ingresso degno di un grande palazzo, ma le stanze interne sono paragonabili a squallide capanne. G. RAVASI