APRILE
1
UOMINI FRATELLI
È nostra missione ricordare agli uomini che sono fratelli. È nostra missione insegnare agli uomini ad amarsi, a riconciliarsi, a educarsi alla pace. Come cristiani non possiamo fare a meno di avvertire una speciale chiamata a rendere una concorde testimonianza al “Vangelo della pace”. La pace vera, dono prezioso del Signore risorto, non è un bene esclusivo per i suoi, ma al contrario è fonte di grave responsabilità verso gli uomini e le donne di ogni lingua, cultura, tradizione, “fino agli ultimi confini della terra”. Come cristiani dobbiamo rispondere alle grandi sfide del mondo contemporaneo aprendoci alla solidarietà con gli altri credenti, per intraprendere la grande opera della costruzione della pace che il mondo attende, ma che al tempo stesso non sa darsi.
C.M. MARTINI
2
L'UBRIACO
Era in mezzo alla strada, vacillante.
Cantava a squarciagola con la sua voce rauca da ubriacone inveterato.
La gente si voltava, si fermava, si divertiva.
È arrivato un vigile, silenzioso, alle spalle.
Lo ha preso brutalmente per la spalla e portato dentro.
Cantava ancora.
La gente rideva.
Non ho riso.
Ho pensato, o Signore, alla donna che questa sera attenderebbe invano.
Ho pensato a tutti gli altri ubriaconi della città, quelli dei bar e dei caffè,
quelli dei ritrovi e dei night-club.
Ho pensato al loro ritorno, alla sera, in casa, ai bimbi spaventati, al
portafoglio vuoto, ai colpi,
alle grida, alle lacrime, ai bambini che nascerebbero dalle strette puzzolenti.
Ora hai steso la tua notte sulla città, o Signore.
E mentre s'intrecciano e snodano drammi gli uomini che hanno difeso l'alcool,
fabbricato l'alcool, venduto l'alcool, nella stessa notte s'addormentano in
pace.
Penso a tutti questi, mi fanno pietà; hanno fabbricato e venduto miseria, hanno
fabbricato e venduto peccato.
Penso a tutti gli altri, la folla degli altri che lavorano per distruggere e non
per costruire,
per insozzare e non per nobilitare, per istupidire e non per rasserenare,
per avvilire e non per accrescere.
Penso particolarmente, o Signore, a quella moltitudine che lavora per la guerra,
che per nutrire la famiglia deve lavorare e distruggerne altre, che per vivere
deve preparare la morte.
Non ti chiedo di strapparli tutti al loro lavoro: non è possibile.
Ma fa', o Signore, che si pongano dei problemi, che non dormano tranquilli, che
lottino in questo mondo in disordine, che siano fermento, che siano redentori.
Per tutti i feriti nell'anima e nel corpo, vittime del lavoro dei loro fratelli.
Per tutti i morti, di cui migliaia di uomini hanno coscienziosamente preparato
la morte.
Per quell'ubriacone, grottesco clown in mezzo alla strada.
Per l'umiliazione e le lacrime della moglie.
Per la paura e le grida dei bambini.
Signore, abbi pietà di me troppo spesso sonnolento.
Abbi pietà degli infelici completamente addormentati e complici
di un mondo in cui fratelli si uccidono tra loro
per guadagnare il pane.
MICHEL QUOIST
3
TU SEI LA MIA LUCE
Signore, tu sei la mia luce; senza di te cammino nelle tenebre,
senza di te non posso neppure fare un passo,
senza di te non so dove vado,
sono un cieco che pretende di guidare un altro cieco.
Se tu mi apri gli occhi, Signore, io vedrò la tua luce,
i miei piedi cammineranno nella via della vita.
Signore, se tu mi illuminerai io potrò illuminare:
tu fai noi luce nel mondo.
CARLO MARIA MARTINI
4
PREGHIERA DEGLI GLI ANZIANI
Signore Gesù Cristo, che hai potere sulla vita e sulla morte, tu conosci ciò che è segreto e nascosto, i pensieri e i sentimenti non ti sono velati.
Guarisci i miei raggiri e il male fatto nella mia vita.
Ecco, la mia vita declina di giorno in giorno, ma i miei peccati crescono.
Signore, Dio delle anime e dei corpi, tu conosci l'estrema fragilità della mia anima e del mio corpo, concedimi forza nella mia debolezza, sostienimi nella mia miseria.
Dammi un animo grato: che mi ricordi sempre dei tuoi benefici,
non ricordare i miei numerosi peccati, perdona tutti i miei tradimenti.
Signore, non disdegnare questa preghiera, la preghiera di questo misero.
Conservami la tua grazia fino alla fine, custodiscimi come per il passato. Amen.
EFREM IL SIRO
5
DIO NON SI FA I FATTI SUOI
Noi non conosciamo un Dio che si fa i fatti suoi. Noi conosciamo, in Gesù, un Dio che si è calato dentro la vita, un Dio che ha preso su di sé, veramente e realmente, l’esperienza della vita umana; noi conosciamo un Dio che si è fatto solidale con la storia degli uomini. In Gesù noi conosciamo un Dio che viene a sporcarsi le mani con la terra degli uomini, a pagare di persona per cambiare l’uomo dal di dentro. E questo perché si tratta della venuta nel mondo dell’amore, del Dio della bontà. È questa la scelta di Dio: è Dio che si è come spogliato dalla sua maestà e che viene povero, impotente; si cala povero nella storia degli uomini, in questo mondo in cui i grandi credono di fare la storia; Gesù viene come uno che non vale niente, che non può niente!
C. ROCCHETTA
6
AIUTAMI A DIRE DI SI'
Ho paura di dire di sì, o Signore. Dove mi condurrai?
Ho paura di avventurarmi, ho paura di firmare in bianco,
ho paura del sì che reclama altri sì.
Eppure non sono in pace.
Mi insegui, o Signore, sei in agguato da ogni parte.
Cerco il rumore perché temo di sentirTi, ma Ti infiltri in un silenzio.
Fuggo dalla via perché Ti ho intravisto, ma mi attendi quando giungo in fondo
alla strada.
Dove mi potrei nascondere?
Ovunque T’incontro: non è dunque possibile sfuggirti!
… Ma ho paura di dire di sì, o Signore
Ho paura di darTi la mano, Tu la tieni nella Tua.
Ho paura di incontrare il tuo sguardo, Tu sei un seduttore.
Ho paura della tua esigenza, Tu sei un Dio geloso.
Sono braccato, ma mi nascondo.
Sono prigioniero, ma mi dibatto, e combatto sentendomi vinto.
Perché Tu sei il più forte, o Signore, Tu possiedi il Mondo e me lo sottrai.
Quando tendo le mani per cogliere persone e cose, esse svaniscono ai miei occhi.
Non è una cosa allegra, Signore, non posso prendere nulla per me.
Avvizzisce tra le mie dita il fiore che raccolgo, muore sulle mie labbra il
sorriso che abbozzo,
mi lascia ansante ed inquieto il valzer che ballo.
Tutto mi sembra vuoto, tutto mi sembra vano, hai creato il deserto intorno a me.
E ho fame, e ho sete.
Non mi potrebbe saziare il Mondo intero.
Eppure Ti amavo, o Signore; che Ti ho dunque fatto?
Per Te lavoravo, per Te mi spendevo.
O gran Dio terribile, che vuoi dunque ancora?
Piccolo, voglio di più per te e per il Mondo.
Prima conducevi la tua azione, ma io non so che farmene.
Mi invitavi ad approvarla, m’invitavi a sostenerla, volevi interessarmi al tuo
lavoro.
Ma vedi, piccolo, invertivi le parti.
Ti ho seguito con gli occhi, ho veduto la tua buona volontà, ora Io voglio di
più per te.
Non farai più la tua azione, ma la volontà del tuo Padre celeste.
Dì: “sì”, piccino.
Ho bisogno del tuo sì, così come ho avuto bisogno del sì di Maria per venire
sulla terra,
perché Io debbo essere nel tuo lavoro,
Io debbo essere nella tua famiglia,
Io debbo essere nel tuo quartiere, e non devi esserci tu.
Il Mio sguardo penetra e non il tuo,
la Mia parola trasporta e non la tua,
la Mia vita trasforma e non la tua.
Dammi tutto, abbandonami tutto.
Ho bisogno del tuo sì per sposarti e scendere sulla terra.
Ho bisogno del tuo sì per continuare a salvare il Mondo!
O Signore, ho paura della Tua esigenza, ma chi Ti può resistere?
Affinché venga il Tuo regno e non il mio,
affinché sia fatta la tua volontà e non la mia, aiutami a dire di SÌ.
MICHEL QUOIST
7
CHIESI A DIO
“Chiesi a Dio di essere forte per eseguire progetti grandiosi: Egli mi rese debole per conservarmi nell’umiltà.
Domandai a Dio che mi desse la salute per realizzare grandi imprese: Egli mi ha dato il dolore per comprenderla meglio.
Gli domandai la ricchezza per possedere tutto: Mi ha fatto povero per non essere egoista.
Gli domandai il potere perché gli uomini avessero bisogno di me: Egli mi ha dato l’umiliazione perché io avessi bisogno di loro.
Domandai a Dio tutto per godere la vita: Mi ha lasciato la vita perché potessi apprezzare tutto. Signore, non ho ricevuto niente di quello che chiedevo, ma mi hai dato tutto quello di cui avevo bisogno e quasi contro la mia volontà. Le preghiere che non feci furono esaudite. Sii lodato; o mio Signore, fra tutti gli uomini nessuno possiede quello che ho io! Amen”
KIRK KILGOUR
8
PROMESSE
Prometti a te stesso di essere così forte che nulla potrà disturbare la serenità della tua mente.
Prometti a te stesso di parlare di bontà, bellezza, amore ad ogni persona che incontri; di far sentire a tutti i tuoi amici che c’è qualcosa di grande in loro; di guardare il lato bello di ogni cosa e di lottare perché il tuo ottimismo diventi realtà.
Prometti a te stesso di pensare solo al meglio, di lavorare solo per il meglio, di aspettarti solo il meglio, di essere entusiasta del successo degli altri come lo sei del tuo.
Prometti a te stesso di dimenticare gli errori del passato per guardare a quanto di grande puoi fare in futuro; di essere sereno in ogni circostanza, di regalare un sorriso ad ogni creatura che incontri; di dedicare così tanto tempo a migliorare il tuo carattere, da non avere tempo per criticare gli altri.
Prometti a te stesso di essere troppo nobile per l’ira, troppo forte per la paura, troppo felice per lasciarti vincere dal dolore.
CHRISTIAN
9
VALORE DELLA VITA
Il valore della vita non sta in ciò che fai, ma in ciò che riesci ad amare di
ciò che fai; puoi fare tante cose, ma se non riesci ad amarle, il tuo fare non
serve a nulla, e la tua vita non vale nulla.
Il valore della tua vita non sta in ciò che hai, ma in ciò che sei; perché in
realtà nessuno non ha niente. L’unica cosa che si può avere è se stessi, se hai
te stesso, hai tutto il mondo e la tua vita vale più del mondo.
Il valore della tua vita non sta in ciò che pensi: puoi pensare tutto il bene
del mondo, ma se non ti adoperi per farne almeno un po’ è come se pensassi il
male, e la tua vita non vale nulla.
Il valore della tua vita si misurerà quando starai per perderla; se lascerai il
mondo un pochino migliore di come l’hai trovato …allora sarà grande.
…Sai vivere quando… pur vivendo in questo mondo complicato resti semplice, pur
vivendo in questo mondo ingiusto resti giusto, pur vivendo in questo mondo
disonesto resti onesto, pur vivendo in questo mondo falso resti autentico, pur
vivendo in questo mondo sporco resti pulito.
Ma soprattutto, sai vivere quando pur vivendo in questo mondo con poco
amore riesci ad AMARE MA ANCOR DI PIÙ SAI VIVERE SE, NONOSTANTE TUTTO, AMERAI LO
STESSO QUESTO MONDO.
OMAR FALWORTH
10
ABBRACCIAMI GESU'
Quando arriva la sera e, con lei, il dubbio che Tu sia da un’altra
parte: abbracciami Gesù!
Quando sento il freddo, la tristezza, e il senso d’abbandono prova a divorarmi
il cuore: abbracciami Gesù!
Quando non so più dove rifugiarmi perché il dolore mi insegue: abbracciami Gesù!
Quando ho bisogno di Qualcuno che mi sfiori l’anima per farla ripartire verso la
Luce: abbracciami Gesù!
Quando vorrei dormire e svegliarmi tra cent’anni: abbracciami Gesù!
Quando la mia serenità dipende tutta dal domani e spreca tristemente
l’oggi: abbracciami Gesù!
Quando mi sembra di dover attraversare il mondo da sola: abbracciami Gesù!
Quando mi sento una matita spezzata che mai più colorerà: abbracciami Gesù!
Quando vorrei dirti tanto, ma non trovo le parole in me: abbracciami Gesù!
E poi quando…e quando…e quando… abbracciami Gesù!
Abbracciami sempre. Adesso chiuderò dolcemente gli occhi. E tu tienimi stretta.
M.C.
11
ELOGIO DEGLI STORTI!
Quant’è affascinante quest’albero storto!
Lo so, cresciamo a suon di colpi di perfezione e di giudizi. Ci convinciamo che
i vincenti siano quelli diritti. Li vedi belli, sicuri di sé, perennemente
giovani e senza mai lacrime. Eppure, guardate quest’albero: la luna sarebbe
stata ugualmente bella senza il suo abbraccio?
Dagli “storti” nessuno si aspetta nulla. Tutt’al più sono da aiutare. I “dritti”
ci sono per questo. E se invece provassimo a rovesciare il mondo? Provate!
Impariamo dall’andatura libera degli storti! Sciolti da ogni laccio di
apparenza, possono abbracciare, dire, essere, sbagliare e rialzarsi. Non hanno
nessun legame con la perfezione. Il “dritto” non può. È impegnativo accontentare
ogni giorno le aspettative degli altri e del proprio “ego”.
Lo “storto” non ha paura del vento. Anzi: ci si appoggia sopra e si lascia
piegare. Sa che questo è l’unico modo per non essere sradicato dalla madre
terra. E ad ogni curva, ad ogni ruga, ad ogni ferita, ad ogni insuccesso,
l’albero diventa più affascinante e vero.
Sa che non è dritto, ma è così bello essere un albero! Seppur storto, eppure
bello!
P.S. Dedicato a tutti coloro che sembrano gli ultimi e invece sono i primi!
M.C.
12
AUGURI
“Non ti auguro di fare sempre la cosa giusta, sarebbe troppo bello, ma ti auguro di saper imparare dai tuoi sbagli.
Non ti auguro di non avere mai bisogno di nessuno, sarebbe troppo presuntuoso, ma ti auguro di essere abbastanza umile da saper tendere la mano per farti aiutare quando ne avrai bisogno.
Non ti auguro di avere tanti amici, sarebbe irreale, ma ti auguro di saper essere un amico per tante persone.
Non ti auguro di essere saggio, sarebbe troppo pretenzioso, ma ti auguro di saper distinguere tra ciò che è bene e ciò che è male e saper scegliere di conseguenza la via giusta da seguire.
Il mondo è pieno di meraviglie da scoprire, non far trascorrere un solo giorno, senza esserti stupito.”
THOMAS MERTON
13
CAMMINARE
Ti ricordi il proverbio indiano… diceva pressappoco così: “Ogni volta che vuoi
giudicare qualcuno, cammina prima per tre lune nei suoi mocassini.”
Dobbiamo diventare dei grandi camminatori non credi?
Camminare, camminare e camminare ancora, uno a fianco dell’altro, scambiandoci
le scarpe, uno nelle scarpe dell’altro.
Camminare pensando al giorno in cui siamo venuti al mondo e a quello in cui ce
ne andremo.
Camminare accanto alla fragilità, nella nudità senza toghe, senza indici levati.
Dobbiamo camminare per costruire un mondo la cui base non siano più il giudizio
e il pregiudizio, ma l’umiltà e la comprensione.
SUSANNA TAMARO
14
CONSIGLI
Bevi laddove beve il cavallo; il cavallo non berrà mai un’acqua sporca.
Prepara il letto laddove si stende la gatta.
Mangia il frutto mangiato dal vermiciattolo.
Pianta l’albero laddove scava la talpa.
Costruisci la casa laddove si scalda al sole la vipera.
Scava un pozzo laddove gli uccelli si annidano quando fa caldo.
Coricati e svegliati insieme alle galline, così il grano d’oro della giornata
sarà tuo.
Mangia più verdure e avrai gambe forti e cuore resistenti come di un animale
robusto.
Nuota più spesso e ti sentirai sulle terra come un pesce dentro l’acqua.
Guarda più spesso il cielo e non i tuoi piedi, così i tuoi pensieri saranno
chiari e leggeri.
Taci di più e parla di meno e nella tua anima regnerà il silenzio e il tuo animo
sarà pacifico e tranquillo.
SAN SERAFINO DI SAROV
15
MI MANCO.
Quando mi perdo dietro inutili parole. Quando mi infilo nella testa degli altri per cercare di coglierne le ragioni. Quando voglio compiacere per paura di un rifiuto. Quando pronuncio un si a denti stretti mentre con tutto il fiato vorrei urlare no.
Mi manco quando spreco il mio tempo. Quando mi perdo dietro i sogni degli altri e trascuro i miei. Quando covo rancore.
Mi manco quando giro intorno alle situazioni e non affronto il problema.
Mi manco quando non ascolto il mio respiro, quando metto a tacere il mio intuito, quando non sorrido, quando non mi accetto, quando lascio che altri decidano per me.
Mi manco quando mi dimentico chi sono e cosa voglio per me stessa, quando divento schiava di abitudini e compromessi.
Mi manco. Allora torno a prendermi per mano… perché capisco quanto è prezioso
essere sé stessi…
E ricomincio a vivere.
MARGHERITA RONCONE
16
QUANDO HO COMINCIATO AD AMARMI
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono liberato di tutto ciò che
metteva a rischio la mia salute: cibi, persone, oggetti, situazioni e qualsiasi
cosa che mi trascinasse verso il basso allontanandomi da me stesso. All’inizio
lo chiamavo “sano egoismo”, ma oggi so che questo si chiama amor proprio.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso di voler avere sempre
ragione. E così facendo ho commesso meno errori. Oggi so che questa si
chiama umiltà.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono rifiutato di continuare a
vivere nel passato o di preoccuparmi del futuro. Oggi ho imparato a vivere nel
momento presente, l’unico istante che davvero conta. Oggi so che questo si
chiama benessere.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono reso conto che il mio pensiero
può rendermi miserabile e malato. Ma quando ho imparato a farlo dialogare con
il mio cuore, l’intelletto è diventato il mio migliore alleato. Oggi so che
questa si chiama saggezza.
Non dobbiamo temere i contrasti, i conflitti e i problemi che abbiamo con noi
stessi e con gli altri perché perfino le stelle, a volte, si scontrano fra loro
dando origine a nuovi mondi. Oggi so che questa si chiama vita.
KIM E ALISON MCMILLEN
17
PREGHIERA DEL BUONUMORE
Dammi o Signore, una buona digestione ed anche qualcosa da digerire.
Dammi la salute del corpo, col buonumore necessario per mantenerla.
Dammi o Signore, un’anima santa, che faccia tesoro di quello che è buono e puro,
affinché non si spaventi del peccato, ma trovi alla Tua presenza la via per
rimettere di nuovo le cose a posto.
Dammi un’anima che non conosca la noia, i brontolamenti, i sospiri e i lamenti, e non permettere che io mi crucci eccessivamente per quella cosa troppo invadente che si chiama “io”.
Dammi, o Signore, il senso dell’umorismo, concedimi la grazia di comprendere uno
scherzo,
affinché conosca nella vita un po’ di gioia e possa farne parte anche ad altri.
SAN TOMMASO MORO
18
ACQUA
Meravigliosa sei Acqua di Dio! Da te ha avuto origine la Vita: quando lo Spirito di Dio, agli albori della creazione, aleggiava su di te come un gabbiano, o acqua del caos primitivo, su suo ordine generasti ogni cosa. Senza di te, o Acqua di Dio, ogni essere muore: muore l’uomo che non può dissetarsi, muoiono animali e piante… La terra tutta inaridisce, deserto di roccia e polvere, se tu non la irrighi e non la bagni con la tua pioggia!
Misteriosa sei Acqua di Dio che dai la vita sulla terra e nel profondo del mare… ma anche dai morte… con l’impeto dei tuoi flutti e con le piogge irruenti… come nel diluvio… quando copristi la terra e uomini e animali furono sommersi. Meravigliosa sei Acqua di Dio! Con il calore e la luce del Sole generi la vita sulla terra: la vita degli uomini, la vita degli animali e delle piante e sei in ogni essere vivente…
Benedetta sei Acqua di Dio che con lo Spirito Santo luce e calore del nuovo Sole che è Cristo risorto generi la vita nuova dei “figli di Dio”. Tu Acqua santificata da Dio sei la vita della Chiesa sei la forza che distrugge il peccato… sei il mar Rosso che dona libertà… sei sorgente d’acqua viva che disseta il popolo di Dio che cammina con fatica per il deserto del mondo sino alla Terra promessa… Benedetta sei tu, Acqua di Dio!
INNO ALL’ACQUA, ORIANO GRANELLA
19
ABBI PAZIENZA
Abbi pazienza. Abbi fede nei momenti di fatica, sconforto, solitudine. Resta
calma quando ogni cosa è aggrovigliata, o sfugge e non torna. Una cosa è
l’impegno, altra cosa è invece l’accanimento. Tu rimani aggrappata alla vita,
ciò che deve andare: lascia che vada.
Sii saggia, impara a discernere. Abbi il coraggio di avere a che fare con il
buio. Come un seme d’inverno nella terra. Resta. Con la fiducia che la luce
arriva. Sempre.
Ora è il momento di radicarsi. Abbi pazienza, alcune cose – semplicemente – la
richiedono. Che stare nelle cose non è subire passivamente, ma essere
incubazione di vita sapiente che conosce il tempo dell’azione e lo rispetta. Sei
natura: sii natura. Ricorda che ogni cosa è ciclica, ogni cosa per rinascere
deve morire; che ogni stato è impermanente. Con grazia ora osserva, nota,
impara. Permettiti di evolvere. Abbi “una selvaggia pazienza”. Dedicati.
Presto ci sarà una nuova primavera. Fidati di me, che ti scrivo dall’ennesima.
GLORIA MOMOLI
20
ESSERE VIVI
«La gente si comporta come se non fosse viva.
Non è da vivi camminare per strada senza la passione del guardare.
Non è da vivi stare seduti a litigare col proprio ronzio. E poi che brutta cosa sciupare la salute, ogni attimo senza malattia andrebbe festeggiato coi vicini. Ho capito che molti hanno deciso di vivere da moribondi, a questo punto l’ho capito.
Allora mi rivolgo solo ai vivi: esultate per la cena, per il sonno, per l’abbraccio, cantate al telefono e per strada, cantate ogni parola e ogni silenzio: dove siete voi nessuno si può permettere di trascurare la gioia.»
FRANCO ARMINIO
21
BISOGNO DEGLI ALTRI
Non è proibito volere la tenerezza, volersi unici per qualcuno, chiedere: “mi vuoi bene?”.
È come chiedere: “Ci sono per te? Sono al mondo? Resti con me, a fare mondo insieme?”. Che male c’è?
Purtroppo, abbiamo il mito dell’autonomia, dell’orgoglio, del faccio tutto da me. Io ho bisogno degli altri e questo bisogno mi fa paura, ma lo sento lo stesso.
Siamo interdipendenti, come lo è la pioggia dalla terra e dalle nuvole, come gli alberi dalle radici e dal cielo, come gli animali dal bosco e dagli altri animali, come tutto fa parte di tutto. Un lavoro a maglia è l’universo e ognuno di noi è un punto, che male c’è se chiediamo all’altro punto di fare maglia insieme?
Se non lo facessimo, al nostro posto, ci sarebbe un buco.
CHANDRA LIVIA CANDIANI
22
PROIBITO
È proibito piangere senza imparare, svegliarti la mattina senza sapere che fare
avere paura dei tuoi ricordi.
È proibito non sorridere ai problemi, non lottare per quello in cui credi e
desistere, per paura. Non cercare di trasformare i tuoi sogni in realtà.
È proibito non dimostrare il tuo amore, fare pagare agli altri i tuoi malumori.
È proibito abbandonare i tuoi amici, non cercare di comprendere coloro che ti
stanno accanto e chiamarli solo quando ne hai bisogno.
È proibito non essere te stesso davanti alla gente, fingere davanti alle persone
che non ti interessano, essere gentile solo con chi si ricorda di te,
dimenticare tutti coloro che ti amano.
È proibito non fare le cose per te stesso, avere paura della vita e dei suoi
compromessi, non vivere ogni giorno come se fosse il tuo ultimo respiro.
È proibito sentire la mancanza di qualcuno senza gioire, dimenticare i suoi
occhi e le sue risate solo perché le vostre strade hanno smesso di abbracciarsi.
Dimenticare il passato e farlo scontare al presente.
È proibito non cercare di comprendere le persone, pensare che le loro vite
valgono meno della tua, non credere che ciascuno tiene il proprio cammino nelle
proprie mani.
È proibito non creare la tua storia, non avere neanche un momento per la gente
che ha bisogno di te, non comprendere che ciò che la vita ti dona, allo stesso
modo te lo può togliere.
È proibito non cercare la tua felicità, non vivere la tua vita pensando
positivo, non pensare che possiamo solo migliorare, non sentire che, senza di
te, questo mondo non sarebbe lo stesso. Non sentire che, senza di te, questo
mondo non sarebbe lo stesso.
ALFREDO CUERVO BARRERO
23
DIVENTARE ADULTI
Diventi adulto se smetti di dare la colpa ai tuoi genitori per ciò che non erano e non potevano essere.
Diventi adulto se smetti di pensare che la vita si accanisca contro di te e ti assumi la responsabilità delle tue scelte e ne accetti le conseguenze.
Diventi adulto se sei in grado di imparare dai tuoi errori e sai perdonarti.
Diventi adulto se sai apprezzare i risultati che ottieni ma non ti ci adagi sopra.
Diventi adulto se sei disposto a cambiare ma non dimentichi chi sei.
Diventi adulto se impari a volerti bene. Se non lo sei ancora, diventalo.
24
AD UN AMICO
“Non posso darti soluzioni per tutti i problemi della vita, né ho risposte per i
tuoi dubbi o timori, ma posso ascoltarti e condividerlo con te.
Non posso cambiare il tuo passato o il tuo futuro. Ma quando avrai bisogno di me
sarò accanto a te.
Non posso impedirti di inciampare. Posso solo offrirti la mia mano perché tu ti
tenga fermo e non cadere.
Le tue gioie, i tuoi trionfi e i tuoi successi non sono miei. Però mi diverto
sinceramente quando ti vedo felice.
Non giudico le scelte che fai nella vita. Mi limito a sostenerti, a stimolarti e
ad aiutarti se me lo chiedi.
Non riesco a tracciarti limiti entro i quali devi agire, ma ti offro lo spazio
necessario per crescere.
Non posso fare a meno delle tue sofferenze quando qualche pena ti spezza il
cuore, ma posso piangere con te e raccogliere i cocci per rimetterti in sesto.
Non posso dirti chi sei e chi dovresti essere. Posso solo amarti come sei ed
essere tuo amico. In questi giorni ho pregato per te…
In questi giorni mi sono messo a ricordare le mie amicizie più preziose. Sono
una persona felice: ho più amici di quanto immaginassi. Questo è quello che mi
dicono, me lo dimostrano. È quello che provo per tutti loro. Vedo la luminosità
nei loro occhi, il sorriso spontaneo e la gioia che provano nel vedermi. E
anch’io provo pace e gioia quando li vedo e quando parliamo
In questi giorni ho pensato ai miei amici e amiche, tra loro, sei apparso tu.
Non eri sopra, né sotto né in mezzo. Non guidavi né concludevi la lista. Non eri
il numero uno né il numero finale.
Quello che so è che ti distinguevi per qualche qualità che trasmettevi e con la
quale da tempo si nobilita la mia vita.
E non ho nemmeno la pretesa di essere il primo, il secondo o il terzo della tua
lista. Basta che mi ami come amico.
Allora ho capito che siamo davvero amici. Ho fatto quello che tutti gli amici:
Ho pregato… e ho ringraziato Dio per te.
Grazie per essere mio amico.”
25
TENEREZZA
Non dobbiamo limitarci a coltivare la mente acuta: il Vangelo esige anche un cuore tenero. L'acutezza di mente senza tenerezza di cuore è fredda e distaccata e rende la vita un perpetuo inverno, privo del tepore della primavera e del gentile calore dell'estate. Cosa può essere più tragico che vedere una persona che si è elevata alle disciplinate altezze dell'acutezza di mente, ma è sprofondata, al tempo stesso, nei gelidi abissi della durezza di cuore? [...] Gesù ha illustrato spesso le caratteristiche dell'uomo duro di cuore. Il ricco stolto fu condannato non perché non avesse una mente acuta, ma piuttosto perché non aveva un cuore tenero: la vita, per lui, era uno specchio nel quale egli vedeva solo sé stesso, e non una finestra attraverso la quale vedeva gli altri esseri. Il ricco andò all'inferno, non perché era ricco, ma perché non era abbastanza tenero di cuore da vedere Lazzaro e perché non fece alcun tentativo per superare l'abisso tra sé e il proprio fratello. Gesù ci ammonisce che la vita buona congiunge la prudenza del serpente e la semplicità della colomba. Avere le qualità del serpente senza quelle della colomba significa essere freddi, meschini ed egoisti; avere le qualità della colomba senza quelle del serpente significa essere sentimentali, anemici e inconsistenti.
MARTIN LUTHER KING
26
L'AMORE PRODUCE LA FEDE
Noi siamo di Cristo non soltanto in forza della fede o delle opere, ma in forza dell'amore; non perché odiamo il mondo, né perché odiamo il peccato; non perché rischiamo tutto per il mondo futuro; non in forza della serenità né della magnanimità - anche se dobbiamo fare ed essere tutto questo; e se abbiamo la perfezione dell'amore lo saremo; ma è l'amore che produce la fede, non è la fede a produrre l'amore. Noi non siamo salvati da nessuna di queste cose, ma da quella fiamma celeste dentro di noi la quale, mentre consuma quello che si vede, aspira a quello che non si vede. L'amore è l'accoglienza e l'adesione dolce, tranquilla, appagata nella contemplazione di Dio; non è un'emozione o un trasporto violento; piuttosto, come lo descrive san Paolo, l'amore sopporta la sofferenza, è benevolo, modesto, innocente, semplice, dolce, disinteressato, mite, puro, indulgente, paziente, tenace. La fede senza amore è dura, arida, avvizzita; non ha nulla di dolce, di attraente, di rasserenante, di consolante. La carità portò Cristo in terra. Carità è un altro nome per indicare il Consolatore. È l'eterna carità il vincolo di unione di tutte le cose in cielo e in terra; nella carità il Padre e il Figlio sono uno nell'unità dello Spirito Santo; per la carità gli angeli sono una sola cosa in cielo, i santi sono una sola cosa con Dio, la Chiesa è una sulla terra.
JOHN HENRY NEWMAN
27
BISOGNI
Non importa chi siamo né qual è la nostra professione. Non importa la nostra nazionalità, né ha importanza se siamo ricchi o poveri. Quale che sia la nostra condizione umana e civile, quali che siano le nostre condizioni professionali e sociali, siamo radicalmente figli di Dio, opera delle sue mani divine. Ognuno di noi si troverà a faccia a faccia con lui nell'ora della sua morte. Egli ci giudicherà. E come si svolgerà il giudizio? Il Giudice divino ci dirà: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare. Ero nudo e mi avete vestito. Non avevo un tetto e mi avete dato rifugio». [...] Viviamo in un mondo che soffre la fame. Non solo fame di un pezzo di pane. Ma pure fame d'amore. Ci sono persone che si sentono non desiderate, non amate, dimenticate, trascurate. Intanto, noi siamo troppo occupati, fino al punto di non avere tempo per sorriderci l'un l'altro. Ancora meno tempo abbiamo per pregare. E meno ancora per restare uniti, per saziare il bisogno che abbiamo gli uni degli altri.
SANTA TERESA DI CALCUTTA
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NON DISPERARE
Vivi, ama, sogna, credi. E, con la grazia Dio, non disperare mai. Non arrenderti alla notte: ricorda che il primo nemico da sottomettere non è fuori di te: è dentro. Pertanto, non concedere spazio ai pensieri amari, oscuri. …
Non pensare mai che la lotta che conduci quaggiù sia del tutto inutile. Alla fine dell’esistenza non ci aspetta il naufragio: in noi palpita un seme di assoluto. Dio non delude: se ha posto una speranza nei nostri cuori, non la vuole stroncare con continue frustrazioni.…
Ovunque tu sia, costruisci! Se sei a terra, alzati! Non rimanere mai caduto, alzati, lasciati aiutare per essere in piedi. Se sei seduto, mettiti in cammino! Se la noia ti paralizza, scacciala con le opere di bene! Se ti senti vuoto o demoralizzato, chiedi che lo Spirito Santo possa nuovamente riempire il tuo nulla.
Opera la pace in mezzo agli uomini, e non ascoltare la voce di chi sparge odio e divisioni.
Ama le persone. Amale ad una ad una. Rispetta il cammino di tutti, lineare o travagliato che sia, perché ognuno ha la sua storia da raccontare.
E soprattutto, sogna! Non avere paura di sognare. Sogna! Sogna un mondo che ancora non si vede, ma che di certo arriverà. Abbi sempre il coraggio della verità, però ricordati: non sei superiore a nessuno. Ricordati di questo: non sei superiore a nessuno.
E coltiva ideali. Vivi per qualcosa che supera l’uomo. E se un giorno questi ideali ti dovessero chiedere un conto salato da pagare, non smettere mai di portarli nel tuo cuore. La fedeltà ottiene tutto.
Se sbagli, rialzati: nulla è più umano che commettere errori. E quegli stessi errori non devono diventare per te una prigione. Non essere ingabbiato nei tuoi errori. Il Figlio di Dio è venuto non per i sani, ma per i malati: quindi è venuto anche per te. E se sbaglierai ancora in futuro, non temere, rialzati! Sai perché? Perché Dio è tuo amico.
Se ti colpisce l’amarezza, credi fermamente in tutte le persone che ancora operano per il bene: nella loro umiltà c’è il seme di un mondo nuovo. Frequenta le persone che hanno custodito il cuore come quello di un bambino. Impara dalla meraviglia, coltiva lo stupore.
Vivi, ama, sogna, credi. E, con la grazia Dio, non disperare mai.
PAPA FRANCESCO
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CHI AMO
Ho un debole per quelle persone che sanno di essere fortunate, che ne hanno passate di tutti i colori…. E perciò vivono colorate. Che non hanno bisogno di nascondere gli altri per sentirsi giganti. Che portano dentro nascosto da qualche parte un dolore che non passa mai. Qualcosa che le ha cambiate per sempre ma non per questo si sentono più grandi ma non per questo si sentono migliori.
Ho un debole per quelle persone che spente le luci, rimangono accese. Che chiuso un amore, rimangono vive. Che sciolto il trucco, rimangono vere. Ho un debole per le persone attente a toccare. Che una carezza quando incontra un livido si fa ricordo.
Ho un debole per quelle persone che hanno lottato e in silenzio hanno vinto. Che dal giorno in cui sono uscite dal loro buio soffrono di felicità ossessiva compulsiva. Che non hanno mai rinunciato alla loro dolcezza. Che non si sono piegate alla rabbia quando la rabbia era l’unico modo per farsi ascoltare.
Ho un debole per quelle persone che sanno che insistere significa “violentare”. Che rispettano un “no, grazie” senza aggiungere altro. Che dev’esserci un motivo per entrare nella vita di una persona e quel motivo dev’essere chiaro. Sempre. Che essere gentili non vuol dire essere stupidi. Che conoscono il peso delle parole e non te le scagliano contro per difendersi. Che rispettano la solitudine. Perché sanno che una persona custodisce lì, tutto ciò che non si può raccontare. Tutto ciò che non vuol essere trovato. Ho un debole per quelle persone che, quando camminano per strada e incrociano il tuo sguardo per un istante sorridono. Le adoro. Mi mandano letteralmente fuori di cuore. ANDREW FABER
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VORREI ESSERE
Vorrei essere la battuta che riporta la luce sul viso dopo che hai pianto.
Vorrei essere il sogno che fantasticavi da ragazzina, il senso di vertigine che provi se guardi giù, il primo raggio di sole del primo giorno di primavera.
Vorrei essere la penna che scrive veloce sul tuo diario segreto, la chiave che lo tiene chiuso se qualcuno prova a violarlo.
Vorrei essere la presenza invisibile che lenisce la solitudine, la mano che ti aiuta quando sei a terra, lo sguardo d’intesa in mezzo a un oceano di gente che ti parla.
Vorrei essere il non chiedere niente in cambio, l’antidoto alla delusione, la dignità di cui non faresti mai a meno.
Vorrei essere la confusione, ma anche la carezza che mette tutto a posto, vorrei essere il tenue ricordo, la cosa per cui tornare indietro nel mezzo della notte, il bagliore di una candela quando hai paura del buio.
Vorrei essere una parola che non riesci a pronunciare ogni volta che hai tutto chiaro in testa e resti in silenzio perché non sai come dirlo.
Vorrei essere la musica per cui non parcheggi la macchina anche se sei arrivata, la canzone che ti fa alzare il volume fino a che non hai finito di cantarla.
Vorrei essere, sì, semplicemente quello che sono quando resto lì a contemplarti.
LUCA CAPPONI