MARZO
1
TROVARTI, SIGNORE
T'ho trovato in tanti luoghi, Signore! T'ho sentito palpitare nel silenzio altissimo d'una chiesetta alpina, nella penombra del tabernacolo di una cattedrale vuota, nel respiro unanime d'una folla che ti ama e riempie le arcate della tua chiesa di canti e di amore. T'ho trovato nella gioia. Ti ho parlato al di là del firmamento stellato, mentre a sera, in silenzio, tornavo dal lavoro a casa. Ti cerco e spesso ti trovo. Ma dove sempre ti trovo è nel dolore. Un dolore, un qualsiasi dolore, è come il suono della campanella che chiama la sposa di Dio alla preghiera. Quando l'ombra della croce appare, l'anima si raccoglie nel tabernacolo del suo intimo e scordando il tintinnio della campana ti «vede» e ti parla. Sei tu che mi vieni a visitare. Sono io che ti rispondo: «Eccomi, Signore, te voglio. Te ho voluto». E in quest'incontro l'anima mia non sente il suo dolore, ma è come inebriata dal tuo amore: soffusa di Te, impregnata di Te: io in Te, Tu in me, affinché siamo uno.
CHIARA LUBICH
2
IL SEME
Al di là dello spazio e del tempo infinito, l'amore infinitamente più infinito di Dio viene ad afferrarci. Viene quando è la sua ora. Noi abbiamo facoltà di acconsentire ad accoglierlo o di rifiutare. Se restiamo sordi, egli torna e ritorna ancora, come un mendicante, ma un giorno, come un mendicante, non torna più. Se noi acconsentiamo, Dio depone in noi un piccolo seme e se ne va. Da quel momento, a Dio non resta altro da fare, e a noi nemmeno, se non attendere. Dobbiamo soltanto non rimpiangere il consenso che abbiamo accordato, il sì nuziale. Non è facile come sembra, perché la crescita del seme, in noi, è dolorosa. Inoltre, per il fatto stesso che accettiamo questa crescita, non possiamo fare a meno di distruggere ciò che potrebbe intralciarla, di estirpare le erbe cattive, di recidere la gramigna; purtroppo, queste erbacce fanno parte della nostra stessa carne, per cui queste operazioni di giardinaggio sono cruente. Ciò nonostante, il seme, tutto sommato, cresce da solo e viene un giorno in cui l'anima appartiene a Dio, un giorno in cui non soltanto acconsente all'amore ma ama veramente, effettivamente.
SIMONE WEIL
3
PAZIENZA
La virtù della pazienza è quella che ci assicura più di ogni altra della perfezione e se conviene praticarla con gli altri, bisogna altresì averla con sé stesso. Coloro che aspirano al puro amore di Dio, non hanno tanto bisogno della pazienza con gli altri, come con sé medesimi. Per conquistare la perfezione, bisogna tollerare le proprie imperfezioni. Dico tollerarle con pazienza, e non già amarle o accarezzarle. Con questa sofferenza si nutrisce l'umiltà. È necessario, mio carissimo figliuolo, per sempre ben camminare, applicarti con ogni diligenza a battere bene quella strada che a te è più vicina, che è possibile ad attraversarsi ed a far bene la prima giornata, e non trattenersi a desiderare di far l'ultima, quando bisogna fare ancora la prima. Spessissime volte noi ci fermiamo tanto nel desiderio di essere angioli del paradiso, che trascuriamo poi di essere buoni cristiani. Non voglio già da questo dire ovvero significare che non convenga che l'anima ponga assai in alto il suo desiderio, ma sì bene che non bisogna desiderare e pretendere di arrivarci in un giorno, perché questa stessa pretensione e questo stesso desiderio troppo ci affaticherebbe per un niente. Le nostre imperfezioni, figliuol mio, ci devono accompagnare sino al sepolcro: noi non possiamo camminare senza toccare la terra, vero è però che non bisogna coricarvisi, né rivolgervisi, ma non bisogna anche pensare di volare perché noi siamo nelle vie dello spirito come piccoli pulcini, che non abbiamo ancora messe le ali.
PIO DA PIETRELCINA
4
BAMBINI
O Dio, tu ci hai comandato di diventare bambini, se vogliamo entrare nel regno dei cieli. Tu sai bene che un bambino ha bisogno di una madre. Tu stesso hai stabilito questa legge di amore. La tua bontà e la tua misericordia, perciò, hanno creato per noi una Madre, la personificazione della tua bontà e del tuo amore infinito, e dalla croce, sul Golgota, hanno offerto Lei a noi e noi a Lei... Inoltre, hai stabilito, o Dio, che ci ami, di costituirla onnipotente Dispensatrice e Mediatrice di tutte le tue grazie: Tu non rifiuti nulla a Lei, ma neppure Lei è capace di rifiutare alcunché a nessuno... Chi, dunque, potrà ancora dannarsi? Chi non raggiungerà il paradiso? MASSIMILIANO KOLBE
5
GRANO
La storia della mia anima è la storia del grano. In primavera ero erba al vento, ero fiore, ero gioco e gioia. Allora, mio Dio, vi amai. In estate il mio grano è maturato, e vi ho dato qualche opera. In autunno l'ho perso! Non ho più niente da darvi. Non ho più fiore né grano. Non sono più io né niente che mi rassomigli. Di rottura in rottura eccomi ridotta in polvere; eccomi grano battuto, farina macinata, eccomi pane impastato, cotto, morso, masticato, distrutto. Non è rimasto niente di me. O mio Dio, non ho più da darvi né fiore, né frutto, né cuore, né opere; più altro che un povero boccone di pane secco. Il vostro pane, come Voi siete il mio.
MARIE NOÈL
6
LA CROCE
Forse nessuna cosa è più enigmatica della croce, più difficile a capire; non penetra nella testa e nel cuore degli uomini. Non entra perché non è compresa, perché siamo spesso diventati cristiani di nome, appena battezzati, forse praticanti, ma immensamente lontani da come ci vorrebbe Gesù. Si sente parlare della croce a Quaresima, si bacia il Venerdì Santo, si appende nelle aule. Essa sigilla col suo segno alcune nostre azioni, ma non è capita. E forse tutto l'errore sta qui: che nel mondo non è capito l'amore. Amore è la parola più bella, ma la più deformata, la più deturpata. È l'essenza di Dio, è il respiro del cristiano, ed è diventata patrimonio, monopolio del mondo; è sulle labbra di quelli che non avrebbero diritto di nominarla. Certo, nel mondo, non tutto l'amore è così: c'è ancora il sentimento materno, ad esempio, che nobilita — perché misto al dolore — l'amore; c'è l'amore fraterno, l'amore nuziale, l'amore filiale, buono, sano: orma, magari inconscia, dell'Amore del Padre creatore del tutto. Ma quello che non è capito è l'amore per eccellenza: è intendere che Dio, che ci ha fatti, è sceso fra noi come uomo fra gli uomini, è vissuto con noi, è rimasto con noi e s'è lasciato inchiodare sulla croce per noi: per salvarci. È troppo alto, troppo bello, troppo divino, troppo poco umano, troppo sanguinoso, doloroso, acuto per esser capito.
CHIARA LUBICH
7
NON HO TEMPO
Sono uscito, o Signore.
Fuori la gente usciva.
Andavano, venivano, camminavano, correvano.
Correvano i motorini. Correvano le macchine.
Correvano i camion. Correva la strada.
Correva la città. Correvano tutti.
Correvano per non perdere tempo.
Correvano dietro al tempo, per guadagnar tempo.
Arrivederci, signore, scusi, non ho tempo.
Ripasserò, non posso attendere, non ho tempo.
Termino questa lettera, perché non ho tempo.
Avrei voluto aiutarla, ma non ho tempo.
Non posso accettare. per mancanza di tempo.
Vorrei pregare, ma non ho il tempo.
Il bambino, gioca, non ha tempo subito... più tardi...
Lo scolaro, deve fare i compiti, non ha tempo subito... più tardi...
L'universitario, ha i suoi corsi e tanto lavoro, non ha tempo subito...più
tardi...
Il giovane, fa dello sport, non ha tempo subito... più tardi...
Il padre di famiglia, ha i bambini, non ha tempo subito... più tardi...
I nonni, hanno i nipotini, non hanno tempo subito... più tardi...
Sono malati! Hanno le loro cure, non hanno tempo adesso... più tardi...
Sono moribondi, non hanno...
Troppo tardi!... non hanno più tempo!
Così gli uomini corrono tutti dietro al tempo, o Signore.
Passano sulla terra correndo, frettolosi, precipitosi.
E non arrivano mai a tutto, perché manca loro tempo.
Signore, sembra che Tu abbia fatto un errore di calcolo.
Le ore sono troppo brevi! I giorni sono troppo brevi!
Le vite sono troppo brevi! Ma Tu sai quello che fai.
Tu non ti sbagli quando distribuisci il tempo agli uomini.
Tu doni a ciascuno il tempo di fare quello che tu vuoi che egli faccia.
Ma non bisogna perdere tempo,
sprecare tempo,
ammazzare il tempo.
Perché il tempo è un regalo che tu ci fai,
ma un regalo che non si conserva.
Signore, io ho tempo.
Tutto il tempo che tu mi dai.
Gli anni della mia vita.
Le giornate dei miei anni.
Le ore delle mie giornate.
Sono tutti miei.
A me spetta riempirli, serenamente,
con calma, ma riempirli tutti, fino all'orlo.
Per offrirteli, in modo che della loro acqua insipida
Tu faccia un vino generoso,
come facesti un tempo a Cana per le nozze umane.
Non Ti chiedo questa sera,
o Signore,
il tempo di fare questo e poi ancora quello che io voglio,
ti chiedo la grazia di fare coscienziosamente,
nel tempo che tu mi dai,
quello che tu vuoi ch'io faccia.
In questo sta la felicità.
MICHEL QUOIST
8
VERGINE DELL'ANNUNCIAZIONE
Vergine dell'Annunciazione, rendici, ti preghiamo, beati nella speranza,
insegnaci la vigilanza del cuore,
donaci l'amore premuroso della sposa,
la perseveranza dell'attesa,
la fortezza della croce.
Dilata il nostro spirito
perché nella trepidazione
dell'incontro definitivo
troviamo il coraggio di rinunciare
ai nostri piccoli orizzonti
per anticipare, in noi e negli altri,
la tenera e intima familiarità di Dio.
Ottienici, Madre, la gioia di gridare
con tutta la nostra vita:
"Vieni, Signore Gesù, vieni, Signore
che sei risorto,
vieni nel tuo giorno senza tramonto
per mostrarci finalmente e per sempre il tuo volto".
CARLO MARIA MARTINI
9
LAVANDA DEI PIEDI
In ginocchio con fare umile lavasti i piedi dei tuoi apostoli.
Anche quelli di Giuda baciasti con lo stesso amore che mostrasti per Pietro e
per tutti quei figli spirituali che sarebbero scappati dopo poche ore
lasciandoti solo.
In ginocchio, senza vergogna, con la semplicità di un amore che sa solo donare.
Cenasti con loro, ceni con noi, e ancora oggi sappiamo scappare ma non
inginocchiarci.
Sappiamo amare chi ci dona ma allontaniamo chi non ricambia.
Solo, in quel giardino.
Solo davanti alla prova.
Solo davanti alla gratuita violenza.
Solo senza un lamento, senza rabbia, con dolcezza infinita donasti a chi ti
aveva rinnegato
il mandato di pastore di questo gregge.
Solo sulla croce, un vento leggero, la Trinità è compiuta.
O Gesù, mi fermo pensoso ai piedi della croce: anch’io l’ho costruita con i miei peccati!
La tua bontà, che non si difende e si lascia crocifiggere,
è un mistero che mi supera e mi commuove profondamente.
Signore, Tu sei venuto nel mondo per me, per cercarmi, per portarmi l’abbraccio del Padre.
Tu sei il Volto della bontà e della misericordia: per questo vuoi salvarmi!
Dentro di me ci sono le tenebre: vieni con la tua limpida luce.
Dentro di me c’è tanto egoismo: vieni con la tua sconfinata carità.
Dentro di me c’è rancore e malignità: vieni con la tua mitezza e la tua umiltà.
Signore, il peccatore da salvare sono io: il figlio prodigo che deve ritornare
sono io!
Signore, concedimi il dono delle lacrime per ritrovare la libertà e la vita, la
pace con Te e la gioia in Te. Amen.
CARD. ANGELO COMASTRI
10
CALMA
Signore,
fa' che con calma riempia le mie giornate,
come il mare lentamente ricopre tutta la spiaggia;
illumina la mia vita
come i raggi del tuo sole
fanno cantare
la superficie delle acque.
MICHEL QUOIST
11
AMARE TUTTI
Signore, perché mi hai detto di amare tutti gli uomini,
miei fratelli?
Ho cercato, ma torno a Te sgomento...
Signore, ero tanto tranquillo a casa mia,
avevo ordinato la mia vita, mi ero sistemato.
La mia casa era arredata e mi ci trovavo bene.
Solo, andavo d'accordo con me stesso.
Al riparo dal vento, dalla pioggia, dal fango.
Sarei rimasto puro, chiuso nella mia torre.
Ma nella mia fortezza, Signore, hai scoperto una falla,
mi hai costretto a socchiudere la porta.
Come una raffica d'acqua in viso, mi ha destato il grido degli uomini;
come un vento burrascoso, mi ha scosso un'amicizia;
come s'infiltra un raggio di sole, la Tua grazia mi ha inquietato
...ed imprudentemente ho lasciato socchiusa la porta.
Signore, ora son perduto!
Fuori gli uomini mi spiavano.
Non sapevo che fossero tanto vicini;
in questa casa, in questa via, in quest'ufficio;
il vicino, il collega, l'amico.
Non appena ho socchiuso, li ho visti,
con la mano tesa, lo sguardo teso, l'anima tesa
che chiedevano come mendicanti alle porte delle chiese.
I primi sono entrati in casa mia, Signore.
Vi era pure un po' di posto nel mio cuore.
Li ho accolti, li avrei curati, li avrei accarezzati, le mie pecorelle, il mio
piccolo gregge.
Saresti rimasto contento, Signore, ben servito, ben onorato, con decoro, con
finezza.
Fin lì, era ragionevole...
Ma quelli che seguivano, Signore, gli altri uomini, non li avevo veduti; i primi
li nascondevano.
Erano più numerosi, erano più miserabili, mi hanno aggredito senza dar
l'allarme.
È stato necessario restringersi, fare posto in casa mia.
Ora, son venuti da ogni dove, a ondate successive, che si sospingevano l'un
l'altra, si urtavano.
Son venuti da ogni dove, dalla città tutta, dalla nazione, dal mondo;
innumerabili, inesauribili.
Non son più isolati, ma a gruppi, in catena, legati gli uni agli altri,
mescolati, saldati, come pezzi di umanità.
Non son più soli, ma carichi di pesanti bagagli;
bagagli d'ingiustizia, bagagli di rancore e di odio, bagagli di sofferenza e di
peccato...
Trascinano il Mondo alla loro sequela, con tutto il suo materiale arrugginito e
contorto,
o troppo nuovo e mal messo, mal impiegato.
Signore, mi fanno male!
Sono ingombranti, sono invadenti.
Hanno troppa fame, mi divorano!
Non posso più far nulla; quanto più entrano e tanto più spingono la porta e
tanto più la porta si apre...
Ah, Signore! La mia porta è spalancata!
Non ne posso più! È troppo per me! Non è più una vita!
E la mia situazione?
E la mia famiglia?
E la mia tranquillità?
E la mia libertà?
Ed io?
Ah! Signore, ho perso tutto, non sono più mio;
non c’è più posto per me a casa mia.
Non temere nulla, hai guadagnato TUTTO,
Perché mentre gli uomini entravano in casa tua,
Io tuo Padre,
Io, tuo Dio,
mi sono infiltrato tra loro.
MICHEL QUOIST
12
CHIEDIAMO PERDONO
Adorando insieme la croce, segno della nostra salvezza,
chiediamo umilmente perdono per noi,
per le colpe di cui noi ci siamo macchiati;
chiediamo perdono anche a nome di tutti coloro che non sono qui
e non sanno chiedere perdono al Signore per le loro colpe.
Essi non sanno di quanta gioia e di quanta pace
il loro cuore sarebbe pieno se sapessero farlo.
Chiediamo perdono a nome di tutta l'umanità,
del tanto male commesso dall'uomo contro l'uomo,
del tanto male commesso dall'uomo
contro il Figlio di Dio, contro il salvatore Gesù,
contro il profeta che portava parole di amore.
E mettiamo la nostra vita nelle mani del crocifisso
perché egli, redentore buono, redima e salvi il nostro mondo,
redima e salvi la nostra vita col conforto del suo perdono.
CARLO MARIA MARTINI
13
UNA GOCCIA
Tutto, Signore, custodisci, nel palmo della tua mano;
perché la vita - tutta la vita ch'io conosco, e anche la vita che non ho vissuta
-
è appena una goccia di rugiada, sopra il tuo palmo aperto.
Però io ci ho nuotato dentro, a quella goccia;
per me è stata grande come te perché, al di fuori, non ti avrei conosciuto né ti
potrei conoscere.
Questa vita che è tua, perché viene da te,
questa vita che è mia, perché tu me l'hai data,
è la goccia, il lago, il mare nel quale ho navigato, per tanti anni
e dal quale non posso essere tolto perché boccheggerei, come fa un pesce, fuori
della sua acqua
ADRIANA ZARRI
14
NOI VOGLIAMO LA PACE
Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
Padre nostro,
noi ti preghiamo per confidarti lo strazio della nostra impotenza:
vorremmo la pace e assistiamo a tragedie di guerre interminabili!
Vieni in aiuto alla nostra debolezza, manda il tuo Spirito di pace in noi,
nei potenti della terra,
in tutti.
Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
Padre nostro,
noi ti preghiamo per invocare l’ostinazione nella fiducia:
donaci il tuo Spirito di fortezza, perché non vogliamo rassegnarci,
non possiamo permettere che il fratello uccida il fratello, che le armi distruggano la terra.
Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
Padre nostro,
noi ti preghiamo per dichiararci disponibili
per ogni percorso e azione e penitenza e parola e sacrificio per la pace.
Dona a tutti il tuo Spirito,
perché converta i cuori, susciti i santi e convinca uomini e donne a farsi avanti
per essere costruttori di pace, figli tuoi.
MONS. MARIO DELPINI
15
IL GRAN SEDUTTORE
Signore, mi hai afferrato, e non ho potuto resisterTi.
Sono corso a lungo, ma Tu m'inseguivi.
Prendevo vie traverse, ma tu le conoscevi.
Mi hai raggiunto.
Mi sono dibattuto.
Hai vinto!
Eccomi, o Signore, ho detto sì, all'estremo del soffio e della lotta, quasi mio
malgrado; ed ero là, tremante come un vinto alla mercé del vincitore, quando su
di me ha posato il Tuo sguardo di Amore.
Ormai è fatto, Signore, non potrò più scordarTi.
In un attimo mi hai conquistato,
in un attimo mi hai afferrato.
I mie dubbi furono spazzati,
i miei timori svanirono;
perché Ti ho riconosciuto senza vederTi,
Ti ho sentito senza toccarTi,
Ti ho compreso senza udirTi.
Segnato dal fuoco del Tuo Amore,
ormai è fatto, Signore, non potrò più scordarTi.
Ora, Ti so presente, al mio fianco, ed in pace lavoro sotto il Tuo sguardo di
Amore.
Non conosco più lo sforzo di pregare:
mi basta alzare gli occhi dell'anima verso di Te per incontrare il Tuo sguardo.
E ci comprendiamo. Tutto è chiaro. Tutto è pace.
In certi momenti, grazie o Signore, tu m'invadi irresistibile,
come il mare lentamente inonda la spiaggia;
oppure improvvisamente Tu mi afferri, come l'innamorato stringe tra le braccia
il suo amore.
E non posso più nulla, bisogna che mi fermi.
Sedotto, trattengo il respiro; svanisce il mondo, sospendi il tempo.
Vorrei che questi minuti durassero ore…
Quando Ti ritrai, lasciandomi di fuoco e sconvolto da gioia profonda, non ho
un'idea di più, ma so che Tu mi possiedi maggiormente.
Alcune mie fibre sono più profondamente toccate, la ferita s'è allargata, e sono
un po' più prigioniero del Tuo Amore.
Signore, Tu crei ancora il vuoto attorno a me, ma in un modo diverso questa
volta.
Per il fatto che sei troppo grande ed eclissi ogni cosa.
Quello che amavo mi sembra inezia, e sotto il fuoco del Tuo Amore si sciolgono i
miei desideri umani come cera al sole.
Che m'importano le cose!
Che m'importa il mio benessere!
Che m'importa la mia vita!
Non desidero più altro che Te,
non voglio più altro che Te.
Lo so, gli altri lo dicono: "È pazzo!".
Ma, o Signore, lo sono loro.
MICHEL QUOIST
16
FAI PACE CON LA MORTE
Io, mi sono più volte lamentato col Signore perché morendo non ha tolto a noi la necessità di morire. Sarebbe stato così bello poter dire: Gesù ha affrontato la morte anche al nostro posto e morti potremmo andare in Paradiso per un sentiero fiorito. E invece Dio ha voluto che passassimo per questo duro colle che è la morte ed entrassimo nell'oscurità che fa sempre un po' paura. Ma qui sta l'essenziale: mi sono riappacificato col pensiero di dover morire quando ho compreso che senza la morte non arriveremmo mai a fare un atto di piena fiducia in Dio. Di fatto in ogni scelta impegnativa noi abbiamo sempre delle "uscite di sicurezza". Invece la morte ci obbliga a fidarci totalmente di Dio. Ciò che ci attende dopo la morte è un mistero che richiede un affidamento totale: desideriamo essere con Gesù e questo nostro desiderio lo esprimiamo ad occhi chiusi, alla cieca, mettendoci in tutto nelle sue mani.
CARLO MARIA MARTINI
17
ARROGANZA
Caro Dio,
liberami dal falso orgoglio;
liberami dall'arroganza che accompagna un'immagine di sé gonfiata.
Preservami dall'alterigia,
da un ego sovraccarico derivante da un io vuoto.
Fa' che impari a essere soddisfatto di me stesso;
che non senta mai il bisogno di sminuire qualcuno per acquisire valore e
importanza,
per sentirmi stimato e degno.
RABBI NACHMAN DI BRAZLAV
18
STUPORE
Fa', o Signore, che non perda mai il senso del sorprendente.
Concedimi il dono dello stupore! Donami occhi rispettosi del tuo creato, occhi
attenti, occhi riconoscenti.
Signore, insegnami a fermarmi: l'anima vive di pause; insegnami a tacere:solo
nel silenzio si può capire ciò che è stato concepito in silenzio.
Ovunque hai scritto lettere: fa' che sappia leggere la tua firma dolce nell'erba
dell'aiuola pettinata, la tua firma forte nell'acqua del mare agitata.
Hai lasciato le tue impronte digitali: fa' che sappia vederle nei puntini delle
coccinelle, nel brillio delle stelle.
Tutto è tempio, tutto è altare!
Rendimi, Signore, disponibile alle sorprese: comprenderò la liturgia pura del
sole, la liturgia mite del fiore;sentirò che c'è un filo conduttore in tutte le
cose......e salirà il voltaggio dell'anima. Amen
MICHEL QUOIST
19
AFFIDARSI ALLO SPIRITO
Affidarsi allo Spirito significa riconoscere che in tutti i settori arriva prima di noi, lavora più di noi e meglio di noi; a noi non tocca né seminarlo, né svegliarlo, ma anzitutto riconoscerlo, accoglierlo, assecondarlo, seguirlo. Anche nel buio del nostro tempo, lo Spirito c'è e non si è mai perso d'animo: al contrario sorride, danza, penetra, investe, avvolge, arriva là dove mai avremmo immaginato.
CARLO MARIA MARTINI
20
DACCI SIGNORE IL TUO MANTELLO
Arriveremo con i piedi sporchi e ce li laverai, come facesti con gli apostoli.
Guarda, Signore, al nostro autunno
e raccogli le colpe come una triste vendemmia.
Lasciaci nudi e soli, senza consolazioni ambigue, senza inganni pietosi, senza
grappoli verdi.
Donaci gli occhi di Maddalena peccatrice
e, scaldaci con il tuo mantello.
I giorni sono brevi
e le nottate lunghe.
Il fuoco si spegne nel camino.
Le castagne
si sono fatte nere,
il letto, è gelido e deserto.
Dacci, Signore, il tuo mantello!
ADRIANA ZARRI
21
VORREI SALIRE IN ALTO
Vorrei salire molto in alto, Signore, sopra la mia città, sopra il mondo, sopra
il tempo.
Vorrei purificare il mio sguardo e avere i tuoi occhi.
Vedrei allora l'universo, l'umanità, la storia, come li vede il Padre.
Vorrei la bella, eterna idea d'amore del tuo Padre che si realizza
progressivamente: tutto ricapitolare in te, le cose del cielo e della terra.
E vedrei che, oggi come ieri, i minimi particolari vi partecipano, ogni uomo al
suo posto, ogni gruppo ed ogni oggetto.
Vedrei la minima particella di materia e il più piccolo palpito di vita; l'amore
e l'odio, il peccato e la grazia.
Commosso, comprenderei che dinanzi a me si svolge la grande avventura d'amore
iniziata all'alba del mondo. Comprenderei che tutto è unito insieme, che tutto
non è che un minimo movimento di tutta l'umanità e di tutto l'universo verso la
Trinità, in te e per te, Signore.
MICHEL QUOIST
22
CI INTERPELLI E CI CHIAMI
Signore, oggi con la tua risurrezione
ci interpelli e ci chiami ad essere persone contente e riconciliate,
capaci di vivere in pienezza e di morire con sensatezza,
capaci di dare la nostra testimonianza davanti a tutti gli uomini,
capaci di dire all'umanità:
"Non temere donna, perché piangi? Ora sai dove conduce il cammino, ora sai che
il Signore è con te".
Donaci di seminare intorno a noi questa speranza della risurrezione
e di dilatare ovunque la vita secondo la tua parola.
Fa' che l'annuncio della tua risurrezione
nella nostra vita tocchi la vita di tanti altri.
E attraverso quello squarcio di serenità che tu apri oggi nelle nostre
preoccupazioni quotidiane,
penetri intorno a noi la certezza della tua vita e della tua speranza. Amen.
CARLO MARIA MARTINI
23
BENEDIZIONE
Il Dio buono e misericordioso ti benedica,
ti avvolga della sua presenza d'Amore e di guarigione.
Ti sia vicino quando esci e quando entri,
ti sia vicino quando lavori. Faccia riuscire il tuo lavoro.
Ti sia vicino in ogni incontro e ti apra gli occhi
per il mistero che risplende in te in ogni volto umano.
Ti custodisca in tutti i tuoi passi.
Ti sorregga quando sei debole.
Ti consoli quando ti senti solo.
Ti rialzi quando sei caduto.
Ti ricolmi del suo Amore, della sua bontà e dolcezza
e ti doni libertà interiore.
Te lo conceda il buon Dio,
il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo. Amen.
ANSELM GRUN
24
PRENDI IL TEMPO
Più l'acqua passa lentamente nella caffettiera, migliore è il caffè.
Prendi il tempo necessario per far passare la tua vita attraverso il filtro del
tuo spirito e della tua coscienza, e la tua vita sarà realizzata.
E’ vivendo più personalmente che diventerai sempre meno un individuo, sempre più
una persona.
Se tu aiuti un altro a riflettere su un film, un articolo, una persona…
Se lo aiuti a “prendere coscienza” di una situazione concreta, di un avvenimento
che lo aspetta…
Se lo aiuti ad essere più presente in una certa circostanza della sua vita,
lo aiuti a crescere…
MICHEL QUOIST
25
MA TU STAI ALLA MIA PORTA
Ma se io, Signore, tendo l'orecchio ed imparo a discernere i segni dei tempi,
distintamente odo i segnali della tua rassicurante presenza alla mia porta.
E quando ti apro e ti accolgo come ospite gradito della mia casa il tempo che
passiamo insieme mi rinfranca.
Alla tua mensa divido con te il pane della tenerezza e della forza, il vino della letizia e del sacrificio, la parola di sapienza e della promessa, la preghiera del ringraziamento e dell'abbandono nelle mani del Padre.
E ritorno alla fatica del vivere con indistruttibile pace.
Il tempo che è passato con te sia che mangiamo sia che beviamo è sottratto alla
morte.
Adesso, anche se è lei a bussare, io so che sarai tu ad entrare;
il tempo della morte è finito.
Abbiamo tutto il tempo che vogliamo per esplorare danzando le iridescenti tracce
della Sapienza dei mondi.
E infiniti sguardi d'intesa per assaporarne la Bellezza.
CARLO MARIA MARTINI
26
SIGNORE, SE VUOI, PUOI GUARIRMI
Gesù,
ti presento tutte le tristezze, le angosce, gli affanni,
il senso di solitudine, di isolamento, di fallimento;
tutti gli stati di depressione, disperazione, sfiducia, abbattimento,
avvilimento …
in cui tanto spesso mi trovo.
Con le mie forze non riesco ad uscire da questi stati d’animo di tristezza e
depressione.
Intervieni Tu.
Come sei apparso ai due discepoli di Emmaus lungo la strada ed hai rimesso la
speranza nei loro cuori e sorriso sui loro volti, così vieni accanto a me.
Liberami da questi stati d’animo.
Riempi il vuoto del mio cuore e della mia vita,
fammi emergere da ogni tristezza e abbattimento.
Infondi in me lo Spirito Santo,
Spirito di conforto e di gioia, di speranza e di forza.
Cuore di Gesù, confido e spero in Te.
PADRE EMANUELE ZIPPO
27
LIBERAMI D ME STESSO
Signore, mi senti?
Soffro tremendamente. Asseragliato in me stesso, prigioniero di me stesso. Non
sento che la mia voce, non vedo che me stesso, e dietro di me non v'è che
sofferenza.
Signore, mi senti?
Liberami dal mio corpo, che è tutto brama, e tutto quello che tocca con i suoi
innumerevoli grandi occhi, con le sue mille mani tese, è solo per coglierlo e
cercare di calmare la sua insaziabile fame.
Signore, mi senti?
Liberami dal mio cuore, tutto gonfio di amore, ma, mentre credo di amare
pazzamente, intravvedo rabbioso che ancora amo me stesso nell'altro.
Signore, mi senti?
Liberami dal mio spirito, pieno di se stesso, delle sue idee, dei suoi giudizi;
non sa dialogare, perchè non lo colpisce altra parola fuorché la sua.
Solo, mi annoio, mi detesto, mi disgusto, e mi rigiro nella mia sudicia pelle
come il malato nel suo letto bruciante da cui vorrebbe scappare.
Tutto mi sembra brutto, mostruoso, senza luce, ... perché non posso veder nulla
se non attraverso me.
Mi sento disposto ad odiare gli uomini ed il mondo intero, ... per dispetto,
perché non li posso amare. Vorrei uscire, vorrei camminare, correre verso un
altro paese.
So che esiste la GIOIA, l'ho vista raggiare sui volti.
So che brilla la LUCE, l'ho vista illuminare gli sguardi.
Ma Signore, non posso uscire, insieme amo e odio la mia prigione, perchè la mia
prigione sono io.
Ed io mi amo, mi amo, o Signore, e mi faccio ribrezzo.
Signore, non trovo neppure più la porta di casa mia.
Mi trascino tastoni, accecato, urto nelle mie stesse pareti, nei miei propri
limiti, mi ferisco.
Ho male, Ho troppo male, e nessuno lo sa, perché nessuno è entrato in casa mia.
Sono solo, solo.
Signore, Signore, mi senti?
Signore, indicami la mia porta, prendi la mia mano.
Apri. Indicami la Via, la via della GIOIA, della LUCE.
... Ma ...
Ma, o Signore, mi senti Tu?
Figliuolo, Io ti ho sentito. Mi fai compassione.
Da tanto tempo spio le tue imposte chiuse.
aprile, la Mia luce ti rischiarerà.
Da tanto tempo Io sono davanti al tuo uscio sprangato, aprilo, mi troverai sulla
soglia.
Io ti attendo, gli altri ti attendono, ma bisogna aprire, ma bisogna uscire da
te.
Perché rimanere prigioniero di te stesso? Sei libero. Non ho chiuso Io la tua
porta, non posso riaprirla Io, ... perché sei tu dall'interno a tenerla
solidamente sprangata.
MICHEL QUOIST
28
VIENI, SIGNORE GESU'
Signore Gesù, amico e fratello, accompagna i giorni dell'uomo perché ogni epoca
del mondo,
ogni stagione della vita intraveda qualche segno del tuo regno che invochiamo in
umile preghiera,
e giustizia e pace s'abbraccino a consolare coloro che sospirano il tuo giorno.
Ogni età della vita degli uomini può celebrare la vita perché tu sei la Vita.
Tu sai che l'attesa logora, che la tristezza abbatte, che la solitudine fa
paura:
Tu sai che abbiamo bisogno di te per tenere accesa la nostra piccola luce e
propagare il fuoco
che tu sei venuto a portare sulla terra.
Riempi di grazie il tempo che ci doni di vivere per te!
Signore Gesù, giudice ultimo del cielo e della terra, vieni!
La nostra vita sia come una casa preparata per l'ospite atteso,
le nostre opere siano come i doni da condividere perché la festa sia lieta,
le nostre lacrime siano come l'invito a fare presto.
Noi esultiamo nel giorno della tua nascita,
noi sospiriamo il tuo ritorno: vieni, Signore Gesù!
29
PREGHIERA DELLA SERA
Preghiera della sera
Questa sera, Signore, non porto nulla;
è stata così sterile la mia giornata!
Le mie mani hanno cercato tutto il giorno, come un cieco, la luce e la gioia.
E nel mio deserto sono fioriti soltanto sterpi spinosi e senza senso.
E giungo, come vedi, alla tua presenza con la dolente voce della mia indigenza.
La stanchezza nei piedi e nello sguardo, e le mani vuote, senza nulla.
Ma tu sai, Signore, che ai tuoi occhi non sono mai inutili o vani i desideri del
nostro cuore:
vuote, così come sono, prendi le mie mani.
JUAN ALFARO
30
MARIA, VORREI CHE IL MIO “SÌ” FOSSE COME IL TUO
Maria, vorrei che il mio “sì” fosse
semplice come il tuo, che non avesse astuzie mentali.
Vorrei che il mio “sì” come il tuo, non mi mettesse al centro ma a servizio.
Vorrei che il mio “sì” al disegno di un altro, come il tuo, volesse dire
soffrire in silenzio.
Vorrei che il mio “sì”, come il tuo, volesse dire tirarsi indietro per far
posto alla vita.
Vorrei che il mio “sì”, come il tuo, racchiudesse una storia di salvezza.
Ma il mio peccato, il mio orgoglio, la mia autosufficienza, dicono un “sì” ben
diverso.
Il tuo sguardo su di me , Maria, mi aiuti ad essere semplice, una che si
dimentica, una che vuole perdersi nella disponibilità di chi sa di esistere, da
sempre, soltanto come un pensiero d’amore. Amen.
PAUL CLAUDEL
31
DIO PARLA
Se sapessimo ascoltare Dio,
sentiremmo che ci parla.
Infatti Dio parla.
Ha parlato per mezzo del suo Vangelo.
Parla pure per mezzo della vita,
questo nuovo vangelo
di cui noi stessi
scriviamo ogni giorno una pagina.
Ma, siccome la nostra fede è troppo debole
e la nostra vita troppo umana,
di rado riceviamo il messaggio di Dio.
Per aiutarci ad intenderlo,
all’inizio della nostra vita di amicizia con il Cristo,
possiamo immaginare
quel che ci direbbe
se Lui stesso traducesse il suo Vangelo
per gli uomini del nostro tempo.
MICHEL QUOIST