FEBBRAIO
1
BUONGIORNO
Buongiorno a tutte le persone che hanno sempre un sorriso da donare agli altri ed una parola di incoraggiamento per chi è in difficoltà. Perché nonostante tutti i problemi che hanno, sanno sempre vedere le cose in modo positivo, e sanno essere un regalo per le persone che incontrano.
Buongiorno alle persone che discutono sempre per capire, mai per avere ragione e ancora meno per giudicare gli altri. Alle persone che esprimono le loro emozioni ed i loro sentimenti, lasciandosi guidare dal cuore.
Buongiorno a chi è consapevole che dire sempre “si” agli altri, significa spesso dire “no” a sé stessi. Per questa ragione, saper dire “no” quando è necessario, è importante quanto dire “si”.
Buongiorno a chi sta affrontando il dolore con coraggio, consapevole che la prima medicina è la sua forza di volontà, la sua capacità di non perdere mai la speranza… e la dignità.
AGOSTINO DEGAS
2
LODE DELLA SERA (Romena)
In quest’ora del tramonto, mentre il tuo angelo passa tra luce e luce, ricolma
o Signore, di pace il cuore che attende, la nostra mano che ti cerca.
In quest’ora fra il rumore e il silenzio vieni più vicino, giacimi accanto
rendimi sincero, Toglimi l’ombra che mi invecchia il cuore.
In quest’ora fra il chiarore e l’ombra, fai che ciò che ho raccolto oggi di
luce domani lo ritrovi nell’aurora.
3
ATTIMI
La vita non è una competizione, ed è inutile correre sempre. Rallentiamo, perché correndo ci perdiamo ciò che è più importante: i particolari, le piccole-grandi cose quotidiane, i gesti piccoli ma significativi, le cose fatte col cuore.
Perché è di attimi e di particolari che è composta la vita. Di piccole e grandi cose che le danno un senso. Guardare il sorriso di un bambino, accarezzare la persona amata, osservare un fiore, ascoltare musica, guardare un dipinto, vedere negli occhi l’anima delle persone.
AGOSTINO DEGAS
4
SPETTA A TE
Non spetta a te reggere gli equilibri cosmici. Non spetta a te cercare di cambiare gli altri. Non spetta a te aiutare chi non vuol essere aiutato. Non spettano a te i nodi degli altri, non spetta a te capire perché non ti ama, non spettano a te modi e tempi della vita altrui. Non spetta a te la rabbia degli altri, non spetta a te la maleducazione, le offese, le recriminazioni…
Spetta a te il tuo equilibrio, spetta a te l’impegno al tuo miglioramento, spetta a te aiutarti e imparare a chiedere l’aiuto altrui. Spetta a te sciogliere i tuoi nodi, spetta a te chiarire le tue emozioni, spetta a te costruire, giorno per giorno, la vita che desideri. Spetta a te lasciar andare la rabbia, e perdonare, ed essere gentile, prima con te e poi con gli altri, e contribuire ogni giorno, con la tua Luce, alla primavera del mondo.
OSCAR TRAVINO
5
DONARE UN SORRISO
Rende felice il cuore:
Arricchisce chi lo riceve
Senza impoverire chi lo dona.
Non dura che un istante
Ma il suo ricordo rimane a lungo.
Nessuno è così ricco
Da poterne fare a meno
Né così povero da non poterlo donare.
Il sorriso crea gioia in famiglia
Dà sostegno nel lavoro
Ed è segno tangibile d’amicizia.
Un sorriso dona sollievo a chi è stanco,
Rinnova il coraggio nelle prove
E nella tristezza è medicina.
E se incontri chi non te lo offre,
Sii generoso e porgigli il tuo:
Nessuno ha tanto bisogno di un sorriso
Come colui che non sa darlo.
PADRE FABER
6
REGALI
Il giorno del tuo onomastico hai ricevuto regali molto preziosi: un profumo
straniero, un anello una penna d’oro, dei pattini, scarpe da tennis Nike e una
bicicletta.
Io ti ho potuto soltanto portare, in un vecchia scatola color tabacco, un
mucchio di semi di arancio, di pino, di cedro, di araucaria, de bellissima,
de caobo y de Amarillo.
Quei semi sono pazienti e aspettano il luogo e il tempo giusti.
Non avevo soldi per comprarti qualcosa di prezioso.
Ho voluto semplicemente regalarti un bosco
JAIRO ANIBAL NIÑO
7
UN NUOVO GIORNO
Ogni giorno è un nuovo giorno. Tutto da inventare, tutto da vivere, tutto da
godere.
L’alba lo posa sul palcoscenico della tua vita, e se ne va.
Il nuovo giorno è tuo, t’appartiene, nessuno te lo può portare via.
Puoi farne ciò che vuoi.
Puoi farne un capolavoro o un fiasco.
Perché sei tu il soggettista Perché sei tu il regista. Perché sei tu il
protagonista.
La vita è fatta di tanti nuovi giorni: tutti da inventare, tutti da vivere,
tutti da godere.
Alzati dalla poltrona di prima fila
e sali sul palcoscenico della tua vita!
OMAR FALWORTH
8
IL BUON PASTORE
Tu uomo, devi riconoscere che cosa eri, dove eri, a chi eri sottoposto: eri pecora smarrita, eri in luogo deserto e arido, ti nutrivi di spine e sterpi, eri affidato a un mercenario che al sopraggiungere del lupo non ti proteggeva. Ora invece sei stato cercato dal vero pastore che, per il suo amore, ti ha caricato sulle sue spalle, ti ha riportato all'ovile che è la casa del Signore, la Chiesa: qui Cristo è tuo pastore e qui sono riunite a dimorare insieme le pecore. Questo pastore non è come il mercenario sotto il quale stavi quando ti travagliava la tua miseria e tu dovevi temere il lupo. La misura della cura che ha di te il buon pastore, te la dà il fatto che per te ha dato la sua vita. Offrì sé stesso al lupo che ti minacciava, lasciandosi uccidere per te. Ora, dunque, il gregge dimora sicuro nell’ovile, senza bisogno di altri che chiudano e aprano la porta del recinto: Cristo è il pastore ed è la porta, è insieme anche il pascolo e colui che lo fornisce. I pascoli che il buon pastore ha preparato per te e dove ti ha collocato a pascerti non sono quelli verdeggianti di erbe miste, dolci e amare, i quali ora ci sono, ora no, a seconda della vicenda delle stagioni. È tuo pascolo la parola di Dio, e i suoi comandi sono i dolci campi dove pascerti.
AGOSTINO
9
FAMI
Oltre alla fame fisica l'uomo porta in sé un'altra fame una fame più importante, che non può essere saziata con un cibo ordinario. Si tratta di fame di vita, di fame di eternità che Lui solo può appagare, in quanto è «il pane della vita». Gesù non elimina la preoccupazione e la ricerca del cibo quotidiano, no, non elimina la preoccupazione di tutto ciò che può rendere la vita più progredita. Ma Gesù ci ricorda che il vero significato del nostro esistere terreno sta alla fine, nell'eternità, sta nell'incontro con Lui, che è dono e donatore, e ci ricorda anche che la storia umana con le sue sofferenze e le sue gioie deve essere vista in un orizzonte di eternità, cioè in quell'orizzonte dell'incontro definitivo con Lui. E questo incontro illumina tutti i giorni della nostra vita. Se noi pensiamo a questo incontro, a questo grande dono, i piccoli doni della vita, anche le sofferenze, le preoccupazioni saranno illuminate dalla speranza di questo incontro. «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà sete, mai!» E questo è il riferimento all'Eucaristia, il dono più grande che sazia l'anima e il corpo. Incontrare e accogliere in noi Gesù, "pane di vita", dà significato e speranza al cammino spesso tortuoso della vita. Ma questo "pane di vita" ci è dato con un compito, cioè perché possiamo a nostra volta saziare la fame spirituale e materiale dei fratelli, annunciando il Vangelo ovunque. Con la testimonianza del nostro atteggiamento fraterno e solidale verso il prossimo, rendiamo presente Cristo e il suo amore in mezzo agli uomini.
PAPA FRANCESCO
10
IL SIGNORE HA CURA DI TE
Di che cosa ti preoccupi? Per che cosa ti affannerai? Colui che ti ha fatto si prende cura di te. Colui che ebbe cura di te prima che tu esistessi, non si curerà di te, quando ormai sei ciò che egli ha voluto che tu fossi? Trascurerà, abbandonerà, lascerà solo te che sei già giusto e vivi nella fede? Al contrario egli ti benefica, ti aiuta, ti dà qui ciò che è necessario, ti difende dalle avversità. Il Signore ha cura di te, stai tranquillo; ti sostiene Colui che ti ha fatto: non cadere dalla mano del tuo Creatore.
SANT’AGOSTINO
11
“LA SORPRESA DI OGNI GIORNO …”
Ogni giorno porta con sé una sorpresa, ma possiamo vederla, sentirla, udirla, quando essa giunge solamente se l’aspettiamo. Non dobbiamo aver paura di accogliere la sorpresa di ogni giorno, sia che essa ci venga come un dolore o come una gioia. Essa aprirà un nuovo spazio nel nostro cuore, un luogo in cui possiamo accogliere nuovi amici e celebrare in modo più pieno la nostra umanità condivisa. Ottimismo e speranza, tuttavia, sono due atteggiamenti radicalmente diversi. L’ottimismo significa aspettare che le cose -il tempo, i rapporti umani, l’economia, la situazione politica e così via - diventino migliori. La speranza è la fiducia che Dio adempirà le sue promesse per noi in modo da condurci alla vera libertà. L’ottimista parla di cambiamenti concreti nel futuro. La persona di speranza vive nel momento sapendo che tutto nella vita è in buone mani. Tutti i grandi della storia sono state persone di speranza. Abramo, Mosè, Rut, Maria, Gesù, Rumi, Gandhi, hanno vissuto tutti con nel cuore la promessa che li guidava verso il futuro, senza il bisogno di sapere esattamente come sarebbe stato. H.J.M.NOUWEN
12
NON ANDARE VIA
Signore, se la porta del mio cuore dovesse restare chiusa un giorno, abbattila ed entra, non andare via.
Se le corde del mio cuore non dovessero cantare il tuo nome un giorno, ti prego aspetta, non andare via.
Se non dovessi svegliarmi al tuo richiamo un giorno, svegliami con la tua pena, non andare via. Se un altro sul tuo trono io dovessi porre un giorno, tu, mio Signore, non andare via. RABINDRANATH TAGORE
13
LUI
Se la ferita ti duole, Lui è il Medico.
Se la febbre ti brucia, Lui è la Fonte.
Se l'iniquità ti perseguita, Lui è la Giustizia.
Se la debolezza ti estenua, Lui è la Forza.
Se la morte ti spaventa, Lui è la Vita.
Se il Cielo ti attrae, Lui è la Via.
Se il buio ti sommerge, Lui è la luce.
Se la fame ti consuma, Lui è il Cibo.
SANT'AMBROGIO
14
SERVO INUTILE
Essere servo inutile significa fidarmi di Dio, credere che attraverso il mio piccolo contributo Lui potrà realizzare il suo regno nel mondo.
Essere servo inutile significa dimenticare ciò che la gente pensa di me e preoccuparmi di essere grande agli occhi di Dio. Solo così potrò vivere nella pace e sperimentare la gioia di camminare nella verità.
Essere servo inutile significa diventare testimone di Gesù, senza fanatismi e senza ansie, vivendo sempre alla luce della resurrezione.
Essere servo inutile significa non cercare le cose complicate, ma essere fedele, sempre, nelle piccole come nelle grandi cose.
ADOLFO REBECCHINI
15
APRICI
Apri i nostri occhi, Signore, perché possiamo vedere te nei nostri fratelli e sorelle.
Apri le nostre orecchie, Signore, perché possiamo udire le invocazioni di chi ha fame, freddo, paura, e di chi è oppresso.
Apri il nostro cuore, Signore, perché impariamo ad amarci gli uni gli altri come tu ci ami. Donaci di nuovo il tuo spirito, Signore, perché diventiamo un cuor solo ed un'anima sola, nel tuo nome.
SANTA TERESA DI CALCUTTA
16
PREGHIERA D'ABBANDONO
Padre mio, io mi abbandono a Te, fa' di me ciò che ti piace.
Qualunque cosa tu faccia di me, ti ringrazio. Sono pronto a tutto, accetto tutto, purché la tua volontà si compia in me e in tutte le tue creature. Non desidero niente altro, Dio mio; rimetto l'anima mia nelle tue mani te la dono, Dio mio, con tutto l'amore del mio cuore, perché ti amo. Ed è per me un'esigenza d'amore il darmi, il rimettermi nelle tue mani, senza misura, con una confidenza infinita, poiché Tu sei il Padre mio.
CHARLES DE FOUCAULD
17
CORAGGIO
Coraggio, fratello che soffri. C'è anche per te una deposizione dalla croce. C'è anche per te una pietà sovrumana. Ecco già una mano forata che schioda dal legno la tua… Coraggio. Mancano pochi istanti alle tre del tuo pomeriggio. Tra poco, il buio cederà il posto alla luce, la terra riacquisterà i suoi colori e il sole della Pasqua irromperà tra le nuvole in fuga.
DON TONINO BELLO
18
IL POVERO DI DIO
Gesù è stato povero come condizione familiare e come stile di vita. Con i suoi apostoli, ce lo dice il vangelo, talvolta, per mangiare, spigolava lungo la strada. Forse si pensa poco a questo: il Figlio di Dio che si curva a raccattare qualche spiga caduta ai mietitori, per sfamarsi. In altra occasione dice: “Le volpi hanno le loro tane, gli uccelli i nidi. Il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo”. Qualcuno gli domanda: “Signore, dove abiti?” E Gesù: “Venite e vedete”. Quelli vanno e che cosa vedono? La felicità di un’umile povertà, non predicata sui tetti, non ostentata in un programma prestabilito, ma vissuta. Quando il Signore parla della sua povertà mostra chiaramente che non la porta come un peso, non la subisce come una sventura, non la considera un’ingiustizia sociale. Infatti, afferma: “Non affannatevi per la vostra vita…non accumulate tesori sulla terra, dove il tarlo e la ruggine consumano. Accumulateli per il cielo.” Questo è il messaggio che Gesù annunzia con dolcezza, quasi a dire “!Guardate me, prendete la mia vita a modello.” Egli trascorre le giornate, po’ l’altra, dimentico di sé, lontano da preoccupazioni materiali, libero. Dovunque va pellegrinando si trova come a casa sua: c’è sempre il Padre a offrirgli un pane. Passa per le strade con nobiltà e serenità: è il Padrone di tutte le cose. Tuttavia, non fa ombra o concorrenza al Signore Dio di tutte le cose. Quelli che vogliono seguirlo la prima cosa che devono abbracciare è la povertà. La loro sicurezza è riposta in lui, il povero di Dio. Ma perché Gesù vive da povero? Perché ha bisogno di essere libero, disponibile per le cose del Padre suo: egli si occupa del Regno, per questo mette da parte tutto il resto. Ecco il mistero della povertà di Gesù.
A. BALLESTRERO
19
SCOPRIRE DIO IL NOSTRO CREATORE
La Bibbia comincia proprio così: «In principio Dio creò il cielo e la terra...». Senza l'amore creativo e onnipotente di Dio, non saremmo mai esistiti. Tutto ciò che siamo e abbiamo viene da lui. Ovunque guardiamo, vediamo le prove della sua azione creatrice: dalle enormi galassie dello spazio sconfinato alle ali iridescenti della farfalla. La Bibbia ci assicura che Dio ci ha dato l'esistenza come parte del suo piano di salvezza per l'intero cosmo. Se dunque facciamo parte di questo piano divino, dobbiamo accettare con tutto il cuore ciò che Dio tiene in serbo per noi. Dobbiamo ringraziarlo per il dono della vita e per l'esperienza meravigliosa della nostra esistenza. Dobbiamo lodarlo e onorarlo come nostro Dio e Creatore. Dobbiamo servirlo come nostro Signore. ANDREW KNOWLES
20
È UN BISOGNO DEL CUORE
Com'è penoso: Dio vive al nostro fianco, siamo immersi nella sua presenza giorno e notte, ci sostiene, ci dà tutto, e noi non gli parliamo! Un figlio che vive accanto a sua madre, che gli fa tutti i servizi e lui che non le parla o che risponde a lei solo a monosillabi, di tanto in tanto, non stringe il cuore? È questo il dramma che ci obbliga alla preghiera di semplicità. Ci dimentichiamo troppo di Dio; dobbiamo aprirci a lui, dobbiamo comunicare, dobbiamo parlare e dobbiamo ascoltare. E spesso dobbiamo fare la domanda vitale: Signore, sei contento di me? Cosa posso fare per renderti contento? Chiediti: «Quanto tempo sono con Dio nelle ventiquattro ore?». E prova a rispondere: «Quanto tempo Dio è con me?». La preghiera di semplicità obbliga ad una vita di riflessione, forma al contatto con Dio, insegna a camminare in tutte le cose al passo di Dio.
ANDREA GASPARINO
21
IL CIELO, LA NOSTRA EREDITA'
Il Cielo la nostra eredità, perché figli di Dio, quindi eredi; perché fratelli di Gesù, quindi coeredi con lui. Così che la nostra esistenza quaggiù non è di chi ha trovato la sua dimora, ma di chi è in cammino per la futura dimora; e quanto si è costruito nella vita terrena non ha valore di eterno, ma è cosa che viene distrutta dal tempo e dalla morte, perché sorga quella abitazione nei Cieli, che l'eternità conserva e abbellisce. Eppure, non c'è occhio che abbia mai potuto vedere né orecchio intendere (e quindi mai l'uomo ha potuto formarsene un giusto pensiero) questa realtà. Ma è certo che là non ci saranno più dolori del corpo né sofferenze dell'anima che fanno emettere grida; è certo che, se bene si può desiderare, là lo si trova, ogni bene, e non solo per un attimo, per poco tempo, ma per sempre; e sarà luce quella sede così che non ci sarà più nulla di nascosto, e tutto sarà vivificato dal calore che da essa promana. Ma, a quando?... Già il Profeta esprimeva la sofferenza del prolungarsi la sua dimora in terra, e l'apostolo Paolo il desiderio, che diventava tormento nell'aspettativa, di essere sciolto dai legami di questo corpo, perché l'anima penetrasse nei Cieli. Tuttavia, il Cielo è una conquista, alla quale perviene chiunque viva nell'amore del Padre che vi abita, seguendo gli esempi del suo Figliuolo unico che egli ha mandato in terra, sostenendo la lotta che la natura muove alla grazia, non declinando la croce quotidiana come veicolo necessario stabilito dal piano amoroso di Dio.
EUGENIO M. SONZINI
22
PADRE E FIGLI
Il rapporto di profonda fiducia di un bambino verso suo padre deve ormai essere il nostro nei confronti di Dio. In altri termini, deve essere questo l'atteggiamento di tutti i figli di Dio nei confronti del loro Padre celeste. Gesù, infatti, con la sua venuta, viene a rivelarci il Padre suo, che è anche il Padre nostro. Radicale cambiamento delle disposizioni interiori di tutto il nostro essere. Con la venuta di Cristo, vi è un cambiamento di registro, se si può dir così. Gesù vuole portarci a un altro livello, mai intravisto, e che ci supera. Gesù, il Figlio, ci introduce allora con sé in un rapporto completamente nuovo con il Padre. Grazie a Cristo, siamo anche noialtri figli del Padre e come tali possiamo comportarci. Né paure, né distanze, né separazioni fra l'uomo e Dio: noi siamo, con Cristo, figli del Padre. Allora, il nostro rapporto con Dio non può più essere né giuridico, né formalistico, né timoroso. Ma, grazia inaudita, la nostra anima può ormai slanciarsi verso Dio come il piccolo si slancia con fiducia totale verso suo padre. Sta qui la nuova conversione per noi. Il cambiamento è così radicale che realizza in noi una vera trasformazione. La conversione viene largamente superata. Si è mutata in una trasformazione; abbiamo cambiato condizione. Eravamo schiavi, siamo diventati amici; e molto più ancora, figli.
MARIE-BENOITE ANGOT
23
MISERICORDIA
L'amore di Dio creatore non viene meno di fronte al peccato della creatura; si moltiplica piuttosto nella misericordia. La misericordia di Dio non è mai un lasciar correre da indifferente, ma una disposizione permanente di pietà e benevolenza verso una creatura intensamente amata e bisognosa di perdono, a cui tuttavia il perdono non viene imposto, ma offerto come atto di riconciliazione che deve trovare in essa l'accoglienza, l'umile fiducia, la volontà di ravvedersi e riconciliarsi. Vengono così salvaguardate la volontà e la responsabilità dell'uomo, il quale è trattato da Dio sempre come figlio, anche se debole e smarrito, figlio che deve accettare di essere perdonato e di tornare alla casa del Padre.
U. OCCHIALINI
24
IDEALI E REALTA'
È difficile far capire alle persone che l'ideale non esiste, che l'equilibrio personale e quell'armonia sognata non vengono che dopo anni e anni di lotta e di sofferenze, e che anche allora non vengono che come tocchi di grazia e di pace. Se si cerca sempre il proprio equilibrio, dirò anche se si cerca troppo la propria pace, non ci si arriverà mai perché la pace è un frutto dell'amore e dunque del servizio degli altri. A molti che vivono in comunità e cercano quest'ideale inaccessibile, vorrei dire: «Non cercar più la pace, ma datti lì dove sei: smetti di guardarti ma guarda i tuoi fratelli e sorelle che sono nel bisogno. Sii vicino a coloro che Dio ti ha dato oggi. Chiediti piuttosto come puoi oggi amare di più i tuoi fratelli e sorelle. Allora troverai la pace: troverai il riposo e quel famoso equilibrio che cerchi fra interiorità ed esteriorità, tra la preghiera e l'attività, tra il tempo per te e il tempo per gli altri. Tutto si risolverà nell'amore.
JEAN VANIER
25
TESORO NASCOSTO
Tutti noi siamo nel peccato. Ma siamo come dei vasi di argilla colmi d'oro scintillante. Di fuori siamo anneriti e macchiati, dentro invece siamo risplendenti di una luce radiosa. Voi siete così, fratelli. Togliete all'uomo la veste esteriore e vedrete il suo corpo, soggetto alle tentazioni, alle malattie, alla morte. Se poi togliete anche il corpo, allora vedrete lo spesso strato dei peccati, come fosse ruggine che corrode la nostra anima. Ma se poi si togliesse ancora dall'anima questa parte corporale fetida, putrescente, allora là, proprio nel centro dell'anima, vedreste l'angelo custode. Con i suoi molti occhi egli vede ogni nostro minimo desiderio, coglie ogni pensiero dell'uomo, ecco la santa matrice dell'anima umana, il vero io dell'uomo.
PAVEL FLORENSKIJ
26
RESPONSABILITA'
È giusto e buono che l'uomo sia al centro della pasta umana, nei luoghi di tensione e di lotta, là dove si costruisce il domani del mondo. L'uomo deve prendersi le responsabilità delle situazioni, deve prendersi sulle spalle i destini degli uomini. Il cristiano deve immergersi nella storia senza paura di sporcarsi le mani, deve «fare», «operare», e non solo guardare gli altri vivendo esclusivamente del lusso dell'attesa del Cristo. Paolo non ammoniva forse i pii e zelanti credenti di Tessalonica a operare nel mondo pur nella speranza del ritorno del Signore? L'essere immersi nel mondo non è in contraddizione con lo spirito della preghiera, con la volontà di parlare a Dio. Che cosa sarebbe un cristiano che prega soltanto se non un individuo che ha perso l'identità dell'uomo, illuso di un angelismo di marca non cristiana? E che cosa sarebbe un cristiano che non parla più a suo Padre, che non si rivolge più a Lui per dirgli ciò che gli brucia in cuore?
ENZO BIANCHI
27
IL DONO DI UN GIORNO
Ogni mattina, è questa nostra giornata intera che riceviamo dalle mani di Dio. Dio ci dà una giornata da Lui stesso preparata per noi. Non vi è nulla di troppo e nulla di «non abbastanza», nulla di indifferente e nulla di inutile. È un capolavoro di giornata che viene a chiederci di essere vissuto. Noi la guardiamo come una pagina d'agenda, segnata d'una cifra e d'un mese. La trattiamo alla leggera, come un foglio di carta... Se potessimo frugare il mondo e vedere questo giorno elaborarsi e nascere dal fondo dei secoli, comprenderemmo il valore di un solo giorno umano. E se avessimo un po' di fede, sentiremmo il desiderio d'inginocchiarci dinanzi alla nostra giornata cristiana. Noi siamo “caricati” d'energia senza proporzioni con le misure del mondo: la fede che solleva le montagne, la speranza che nega l'impossibile, la carità che fa bruciar la terra. Ogni minuto della giornata, ci voglia non importa dove per fare non importa cosa, permette al Cristo di vivere in noi in mezzo agli uomini. Allora non è più il caso di calcolare l'efficacia del nostro tempo. I nostri zeri moltiplicano l'infinito. Noi assumiamo umilmente la misura della volontà di Dio.
MADELEINE DELBRÉL
28
EUCARISTIA
Solo con la forza della grazia, la natura può essere liberata dalle sue ferite, innalzata alla sua vera purezza e resa pronta ad accogliere la vita divina. E questa vita divina è quella forza motrice intima da cui sgorgano le opere di carità. Chi vuol mantenerla perennemente in sé deve nutrirsi continuamente a quelle sorgenti da cui essa sgorga senza posa: i sacramenti, soprattutto il sacramento dell'amore. Chi visita il Dio eucaristico e con lui si consiglia in tutte le sue necessità, chi si lascia purificare dalla forza divina promanante dal sacrificio dell'altare e offre sé stesso al Salvatore con questo sacrificio, chi lo riceve nella comunione nel più intimo della sua anima, verrà attratto incessantemente, anzi sempre di più, nella corrente della vita divina, crescerà nel Corpo mistico di Cristo e il suo cuore si conformerà al modello del Cuore divino.
TERESA BENEDETTA DELLA CROCE