BREVIARIO

 
     
     

GENNAIO

 

1

ALL'ALBA TI CERCHERO'

Signore, provoca anche noi!
Passa in mezzo a noi, dovunque siamo,
sia che ci troviamo tra la folla,
sia che ci troviamo nel luogo della preghiera,
sia che ci troviamo nelle realtà della vita quotidiana!
Fa' che non ci sia differenza tra l'una e l'altra,
che non abbiamo a rinnegare nella vita quotidiana
colui che sul monte vogliamo conoscere.
Fa' che ci sia unità tra i diversi momenti della nostra esistenza!
Signore, attraverso la contemplazione di te che risvegliandoti dal sonno e risorto dalla morte mi dai fiducia,
sciogli, ti prego, i miei timori, le mie paure, le mie indecisioni,
i miei blocchi nelle scelte importanti, nelle amicizie, nel perdono, nei rapporti con gli altri,
negli atti di coraggio per manifestare la mia fede.
Sciogli i miei blocchi, Signore!

CARLO MARIA MARTINI

 

2

ABBANDONO

Quel che mi accadrà oggi,
mio Dio, non lo so.
Tutto quello che so
è che nulla mi accadrà
che tu non abbia preveduto
e disposto per il mio maggior bene
da tutta l’eternità.
Questo solo mi basta.
Ti domandoin nome di Gesù Cristo
e per i suoi innumerevoli meriti
la pazienza nelle tribolazioni
e la perfetta accettazione
perché tutto quello che tu vuoi
o permetti che accada
sia per la tua gloria
e per la mia santificazione.

GIACOMO ALBERIONE

 

3

NON SCORAGGIARTI

Non scoraggiarti se sogni il sole e uscendo ti bagni per la pioggia.
Non scoraggiarti se speri che quel fiore viva e ti svegli, e lo trovi appassito.
Non scoraggiarti se credi nel sorriso di un uomo e, poi, lo stesso uomo ti delude…
Non scoraggiarti se doni tutto di te e poi studiandoti ti scopri un pozzo vuoto, senz’acqua, privo di tutto: non scoraggiarti, perché c’è chi riempie quel tuo pozzo di un’acqua che non si esaurisce mai, di un’acqua che disseta la mente, il corpo, e soprattutto l’anima.
Non scoraggiarti se ti rubano la tua libertà,
se i tuoi occhi guardano con amore e ricevono sguardi di odio, d’invidia: se tutto di te viene frainteso, non scoraggiarti.
Vivi nella tua libertà, nelle tue convinzioni, difendendo e potenziando quei valori che Lui ha posto nel tuo cuore;
vivi donando la gioia e l’amore,
schierandoti dalla parte dei deboli, dei piccoli, dei sofferenti,
perché è da loro che puoi ricevere molto,
tutto quello che serve a vivere,
e vivi nella certezza che Dio ti ama.

 

4

PREGHIERA DI DOMANDA

Signore, quando ho fame, dammi qualcuno che ha bisogno di cibo, quando ho un dispiacere, offrimi qualcuno da consolare; quando la mia croce diventa pesante, fammi condividere la croce di un altro; quando non ho tempo, dammi qualcuno che io possa aiutare per qualche momento; quando sono umiliato, fa' che io abbia qualcuno da lodare; quando sono scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggia-re; quando ho bisogno della comprensione degli altri, dammi qualcuno che ha bisogno della mia; quando ho bisogno che ci si occupi di me, mandami qualcuno di cui occuparmi; quando penso solo a me stesso, attira la mia attenzione su un'altra persona. Rendici degni, Signore, di servire i nostri fratelli che nel mondo vivono e muoiono poveri e affamati. Da' loro, usando le nostre mani, il pane quotidiano, e da' loro, con il nostro amore comprensivo, pace e gioia.

SANTA MADRE TERESA DI CALCUTTA

 

5

BAMBINO

Un bambino è qualcuno che proseguirà ciò che avete intrapreso.
Egli siederà nel posto in cui voi siete seduti e, quando ve ne sarete andati
dedicherà le sue cure alle questioni che oggi voi ritenete importanti.
Voi potete adottare tutte le linee di condotta che vorrete,
ma a lui spetterà il modo di metterle in opera.
Egli prenderà la direzione delle vostre città, stati e nazioni.
Prenderà il posto nelle vostre chiese, scuole, università, corporazioni e le amministrerà.
Tutti i vostri scritti saranno giudicati, lodati o condannati da lui.
La sorte dell’umanità è nelle sue mani.
ABRAMO LINCOLN

 

6

LA FEDE IN RICERCA

Una stella, i Magi. E un bambino. Tanto cercare e camminare solo per trovare un bambino. Niente di più e niente di meno! La fede, infatti, aveva fatto loro scoprire il grande mistero: Dio che si manifesta in un bambino. Dio fatto uomo, la salvezza presente in Gesù. La fede in ricerca trova Dio in un bambino, in Gesù; la fede in cammino trova Dio che si manifesta in un bambino; chi ha fede si inginocchia e offre tutto sé stesso e i propri doni. Chi ha fede si spoglia dell’uomo vecchio e si getta ai piedi di Dio, incontrato in un bambino; trova Dio e la vita nuova di Dio. Si spoglia anche dei suoi tesori terreni, poiché ha trovato Dio e questo è il suo unico tesoro.

J. MADURGA

 

7

" CHI È COME TE, SIGNORE? ". (Esodo 15,11 )

Quando il popolo di Israele ha cantato il cantico in cui è contenuta questa domanda, era  reduce da una straordinaria esperienza della potenza di Dio. Il mar Rosso  si era aperto, gli ebrei erano passati sulla terra asciutta, fra due muri spaventosi di acqua che poi si erano abbattuti sugli egiziani che gli avevano inseguiti, annientandoli. Non c'è da meravigliarsi che cantassero che nessuno era simile al loro Dio!

Ma dovremmo cantarlo anche noi ogni giorno

-Oggi mi sono svegliato e sono vivo. Chi è come Te, Signore, che mi puoi dare e mantenere la vita?

-Oggi posso pensare parlare. Chi è come Te, Signore, che hai creato la mia mente e mi dai la capacità di esprimere in parole quello che penso?

-Oggi ho la forza per lavorare. Chi è come Te, Signore, che rinnovi le mie forze?

-Oggi posso camminare, leggere, vedere i miei cari, ammirare il colore del cielo di un fiore. E, soprattutto, conoscerTi un po' di più. Chi è come Te, Signore?

 

8

IL CORPO

Non credere a chi sostiene che il nostro corpo non ha niente a che fare con Dio. Cos’ha di criminale questo corpo meraviglioso? Cosa manca alla sua bellezza, alla sua armonia?

Splendidi sono gli occhi, e gli orecchi son collocati nel modo più comodo per captare i suoni. Il naso può discernere gli odori e la lingua serve al gusto e alla parola. Dentro, i polmoni filtrano l’aria, il cuore pulsa ininterrottamente, il sangue scorre per innumerevoli vene e arterie, le ossa sono tutte collegate fra loro.

Non dire che il corpo è causa di peccato. Non è il corpo che pecca, ma l’anima. Il corpo è solo uno strumento, è come un vestito per l’anima. Diventa immondo se da essa viene adoperato per la fornicazione, ma se si unisce alla sua santità diventa tempio dello Spirito Santo.

Non lo dico io, lo dice l’apostolo Paolo: “Sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che dimora in voi?”.

CIRILLO DI GERUSALEMME

 

9

COSE DIFFICILI

È difficile fare le cose difficili:

parlare al sordo,
mostrare la rosa al cieco.
Bambini, imparate a fare le cose difficili:
dare la mano al cieco,
cantare per il sordo,
liberare gli schiavi che si credono liberi.
(LETTERA AI BAMBINI DI GIANNI RODARI)

 

10

CROCE

La vita è una lotta e una croce. Sarà così fino alla fine del mondo. Il grano buono sarà incessantemente mescolato alla zizzania, i pesci buoni ai cattivi. Preghiamo, soffriamo, lavoriamo affinché sia santificato il Nome di Dio, venga il suo Regno, sia fatta la sua Volontà, e ogni spirito lodi il Signore: serviamo e diamo la nostra vita per la redenzione delle anime, come il Modello unico... Non vedremo i nostri sforzi coronati da gran successo; il servo non è da più del Padrone; però avremo compiuto la volontà del nostro Maestro, del nostro Beneamato, del nostro Amore; noi L'avremo imitato e amato, ci saremo uniti con tutte le nostre forze a Lui durante questa vita, la qual cosa è il nostro fine e il preludio dell'unione eterna.

(C. DE FOUCAULD)

 

11

ATTENTO A DIO

Dio è pericoloso, è un fuoco divoratore. Ascolta l’avvertimento che ti dà lui stesso: “Nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volta indietro, è adatto per il Regno di Dio”... Sta attento, egli nasconde il suo gioco, inizia con un piccolo amore, una piccola fiamma prima che tu abbia potuto capire come dovresti, ti tiene interamente in pugno e sei catturato. E tuttavia, vale la pena lasciarsi “catturare” da Dio, per lanciarsi in questa meravigliosa avventura, privi delle certezze umane, ma sorretti e guidati dallo Spirito Santo.

(H. URS VON BALTHASAR)

 

12

FIORIRA'

“Qualunque fiore tu sia, quando verrà il tuo tempo, sboccerai.
Prima di allora una lunga e fredda notte potrà passare.

Anche dai sogni della notte trarrai forza e nutrimento.
Perciò sii paziente verso quanto ti accade
e curati e amati senza paragonarti
o voler essere un altro fiore,
perché non esiste fiore migliore di quello che si apre nella pienezza di ciò che è.

E quando ciò accadrà, potrai scoprire che andavi sognando di essere un fiore che aveva da fiorire.”   

DAISAKU IKEDA

 

13

PERDONO

“Perdonare qualcuno non significa condonare il suo comportamento. Non significa nemmeno dimenticare il modo in cui ti ha ferito e neppure concedergli di farti ancora del male. Perdonare significa fare pace con ciò che è successo. Significa riconoscere la tua ferita, dandoti il permesso di sentire dolore, e di comprendere che quel dolore non ti serve più. Significa lasciar andare il dolore ed il risentimento per poter guarire ed andare avanti. Il perdono è un

dono a te stesso. Ti libera dal passato e ti consente di vivere nel tempo presente. Quando perdoni te stesso e perdoni gli altri, sei veramente libero. Perdonare significa liberare un prigioniero e scoprire che quel prigioniero eri tu.” 
L. HAY

 

14

FORMAZIONE

“Quel che è importante, piuttosto, è poter esprimere cosa, quel periodo, ha rappresentato e rappresenta per me. Erano i miei anni universitari e sono stati gli anni della mia formazione: l’esperienza di quell’impegno nella Gioventù di Azione Cattolica e nel suo Movimento Studenti e, soprattutto, i riferimenti di valore su cui si fondava e quel che ho ricevuto per alimentarlo hanno disegnato il mio senso della vita e la mia fisionomia come persona. Non si tratta, quindi, di ricordi: il contenuto essenziale di quel periodo, straordinario ed è entusiasmante, è, per me, per la mia vita, pienamente attuale“.
SERGIO MATTARELLA

 

15

SE...

Se saprai mantenere la calma quando tutti intorno a te la perdono, e te ne fanno colpa.

Se saprai avere fiducia in te stesso quando tutti ne dubitano, tenendo però considerazione anche del loro dubbio.

Se saprai aspettare senza stancarti di aspettare, O essendo calunniato, non rispondere con la calunnia, O essendo odiato, non dare spazio all’odio, Senza tuttavia sembrare troppo buono, né parlare troppo da saggio;
Se saprai sognare, senza fare del sogno il tuo padrone;

Se saprai pensare, senza fare del pensiero il tuo scopo,

Se saprai confrontarti con Trionfo e Rovina E trattare allo stesso modo questi due impostori.

Se riuscirai a sopportare di sentire le verità che hai detto Distorte dai furfanti per abbindolare gli sciocchi, O a vedere le cose per le quali hai dato la vita, distrutte, E piegarti a ricostruirle con i tuoi logori arnesi.
Se saprai fare un solo mucchio di tutte le tue fortune E rischiarlo in un unico lancio a testa e croce, E perdere, e ricominciare di nuovo dal principio senza mai far parola della tua perdita. Se saprai serrare il tuo cuore, nervi e tendini nel servire il tuo scopo quando sono da tempo sfiniti, E a tenere duro quando in te non c’è più nulla. Se non la Volontà che dice loro: “Tenete duro!”
Se saprai parlare alle folle senza perdere la tua virtù, O passeggiare con i Re, rimanendo te stesso,

Se né i nemici né gli amici più cari potranno ferirti, Se per te ogni persona conterà, ma nessuno troppo.

Se saprai riempire ogni inesorabile minuto. Dando valore ad ognuno dei sessanta secondi, Tua sarà la Terra e tutto ciò che è in essa, E quel che più conta sarai un Uomo, figlio mio.
RUDYARD KIPLING

 

16

TUTTO VALE
Io credo che una foglia d’erba non valga affatto meno della quotidiana fatica delle stelle. E la formica è ugualmente perfetta, come un granello di sabbia, come l’uovo di uno scricciolo, E la piccola rana è un capolavoro pari a quelli più famosi, E il rovo rampicante potrebbe ornare i balconi del cielo. E la giuntura più piccola della mia mano qualsiasi meccanismo può deridere.
WALT WHITMAN

 

17

CIO' CHE CONTA

Se per me la ricchezza è ciò che conta di più calcolerò il tempo in termini di denaro invece di donare ciò che ho, ciò che sono. Se per me il potere è ciò che conta di più calcolerò il mio agire in termini di successo invece di mettermi al servizio di coloro che hanno bisogno di me. Se per me la sicurezza è ciò che conta di più calcolerò il desiderio in termini di comprensione invece di lasciare spazio dentro di me al buio e alla sofferenza. Se per me la felicità è ciò che conta di più calcolerò il desiderio in termini di rischio invece di compiere il primo passo laddove le strade sono bloccate. Se per me il focolare domestico è ciò che conta di più calcolerò l’invito a partire in termini di insicurezza invece di affrontare l’ignoto con atteggiamento vivace e curioso. Se per me le relazioni sono ciò che conta di più calcolerò l’addio in termini di tristezza invece di andarmene per lasciare spazio al nuovo. Se per me le abitudini sono ciò che conta di più calcolerò le richieste in termini di disagio invece di provare con interesse il nuovo e mettermi così alla prova. Se per me sono io ciò che conta di più allora mi sarò d’impiccio da solo invece di partire pieno di vigore per trovare me stesso. Se per me è Dio ciò che conta di più allora mi abbandono mi dono vivo.    ANSELM GRUN

 

18

RIMPIANTO

Essere felici è un’arte, che disimpariamo ogni giorno: quando mettiamo il piede in una pozzanghera e invece di ridere ci preoccupiamo delle scarpe, quando non guardiamo un arcobaleno, perché dobbiamo guidare e non possiamo fermarci. Quando una falena diventa un fastidio e non più qualcosa di cui meravigliarsi. Quando lasciamo che il mondo diventi una preoccupazione e non qualcosa da guardare, con curiosità e gioia. La felicità arriva così, ogni giorno e se non la si riconosce, diventa rimpianto. Rimpianto per tutte quelle volte in cui, avremmo potuto essere felici, ma non lo abbiamo fatto. Ad essere felici, ci vuole allenamento.

SIMONA BARÈ NEIGHBORS

 

19

LASCIA UN SEGNO

Io credo che a questo mondo esista un’unica grande legge: l’inizio e la fine. E dobbiamo farci i conti, tutti. Viviamo come se fossimo eterni, ed eterni non siamo. Viviamo come se ci fosse sempre un domani che, in realtà, non ci è garantito. Viviamo come se quello che abbiamo fosse scontato, fosse un dato di fatto, fosse immutabile. Ci sbagliamo.

Operiamo al meglio in questo nostro passaggio. Lasciamo un contributo, qualunque esso sia. Un figlio, un diario, un pensiero, un dipinto, una foto, un ricordo nel cuore degli altri. Diffondiamo amore per lasciare un mondo migliore di come lo abbiamo trovato. Lasciamo andare il superfluo, la consapevolezza della fine sia monito e spinta: non tutto è così importante, non legarti al superfluo, il parere altrui non è vitale, non lo è una brutta figura, né un fallimento, né un rifiuto, né una ferita al nostro orgoglio. Non tutto è così importante, ma ogni cosa sia per te importante: ogni passo, ogni respiro, ogni gesto d’affetto, ogni parola gentile, ogni piccolo, luminoso segno del tuo passaggio in questa vita che è un tutto e un niente. Sorridi, prenditi in giro, fregatene, credici sempre. È la vita, la tua. Dalle valore, ma non prenderla troppo sul serio.

OSCAR TRAVINO

 

20

LA FORTUNA DI POTER DARE

Ogni uomo che ti cerca viene per chiederti qualche cosa; il ricco annoiato, la dolcezza della tua conversazione; il povero, il tuo danaro; il triste, un po’ di consolazione; il debole, uno stimolo; colui che lotta, uno stimolo morale; l’ammalato, un vero sollievo. Ogni uomo viene per chiederti qualcosa. E tu, ti permetti di perdere la pazienza! Tu osi pensare: “Che fastidio!”. Che infelice! La legge nascosta che distribuisce misteriosamente le cose eccelse si è degnata di donarti il privilegio dei privilegi, il bene dei beni, la prerogativa delle prerogative: dare! Tu puoi dare! Per quante ore ha il giorno tu dai; benché sia un sorriso, benché sia una stretta di mano, benché sia una parola di sollievo. Per quante ore ha il giorno, tu rassomigli a Lui, che altro non è se non donazione perfetta, diffusione perfetta e regalo perpetuo. Dovresti inginocchiarti davanti al Padre e dirgli: “Grazie perché posso dare, Padre mio! Mai passerà sul mio volto l’ombra dell’impazienza!”. “In verità vi dico che vale più dare che ricevere!”.     G.BENVENUTO

 

21

PROGETTI REALIZZATI

Se non puoi essere un pino sul monte,
sii una saggina nella valle,
ma sii la migliore piccola saggina
sulla sponda del ruscello.
Se non puoi essere un albero,
sii un cespuglio.
Se non puoi essere una via maestra
sii un sentiero.
Se non puoi essere il sole,
sii una stella.
Sii sempre il meglio
di ciò che sei.
Cerca di scoprire il disegno
che sei chiamato ad essere,
poi mettiti a realizzarlo nella vita.  

MARTIN LUTHER KING

 

22

SOGNAMO UNA CHIESA

Sogniamo una Chiesa che cammina. Da Gerusalemme verso la periferia. Sogniamo una Chiesa che si ferma, davanti all’uomo ferito. Non chiede da dove vieni, a che religione appartieni, cosa pensi. Si ferma semplicemente. Sogniamo una Chiesa che non si lascia sedurre dalla paura. Sta con i piccoli senza pretendere che siano perfetti. Sogniamo una Chiesa che non si vergogna dell’uomo. Lo abbraccia anche se è contaminato. Sogniamo una Chiesa che non usa violenza. Nelle parole, dure come le pietre. Negli sguardi che sfuggono i volti. Nei piedi che marciano con i più forti. Sogniamo una Chiesa meno prudente. Come lo fu il suo Maestro. Sogniamo una Chiesa che non giudica. Non condanna. Non opprime. Sogniamo una Chiesa che impari dai piccoli. Senza paura di piangere. E di ridere. Di morire. E di risorgere. Sogniamo una Chiesa meno sicura. Più fragile. Come lo fu il suo Maestro. Più umana come lui. Sogniamo una Chiesa di Chiese. Dove nessuno sia primo. Dove nessuno sia ultimo. Semplicemente discepola del suo Maestro. Sogniamo una Chiesa che grida, quando l’uomo grida. Che danza quando l’uomo danza. Che partorisce quando la donna partorisce. Che muore quando la donna muore. Sogniamo una Chiesa che non si difende. Ma che difende i piccoli. Sogniamo una Chiesa che perdona. Che canti i salmi nella notte. Che tenga le porte aperte delle proprie cattedrali. Sogniamo una Chiesa che sogna. Il sogno del suo Maestro. Che chiama nella notte come un bambino. Perché vuole che quel sogno continui. Amen.

L. CORRADINI

 

23

RINGRAZIAMENTO

Grazie   Grazie fratello sole  per aver illuminato il cielo trasparente e averci accarezzato con tenerezza  senza alcuna prepotenza.

Grazie, per i volti amici,  con i quali è così bello comunicare  e abbracciarsi.

Grazie, per i volti nuovi,  dietro i quali ancora si nasconde un mondo da svelare .

Grazie, per ogni sguardo,  capace di sorridere e di piangere, di stupirsi e di commuoversi.

Grazie, a chi ha offerto il suo talento, lo ritroverà  moltiplicato in questa vita.

Grazie, al temporale notturno,  che ha reso sorella terra bagnata, ed i miei piedi, stamane, ad ogni passo sopra l’erba tagliata si sono risvegliati meravigliosamente.

Dio offre molto a chi lo sa ringraziare delle piccole cose  che riceve ogni giorno.

GIORGIO BONATI

 

24

PREGHIERA IN FAMIGLIA

Fa’, o Signore, che nella nostra casa, 
quando si parla, sempre ci si guardi negli occhi
e si cerchi di crescere insieme;
non si sia mai soli o nell’indifferenza o nella noia;
i problemi degli altri non siano sconosciuti o ignorati;
chi abbia bisogno possa entrare e sia il benvenuto;
il lavoro sia importante, ma non più importante della gioia;
il cibo sia il momento di gioia insieme e di parola;
il riposo sia la pace del cuore oltre che del corpo;
la ricchezza più grande sia la gioia di essere insieme;
il più debole sia il centro della casa;
il più piccolo ed il più vecchio siano i più amati;
il domani non faccia paura, perchè Dio è sempre vicino;
si renda grazie a Dio per tutto ciò che la vita offre e che il Suo amore ci ha dato;
non si abbia paura di essere onesti e di soffrire per gli altri;
il crocifisso esposto in casa non sia un portafortuna, ma ricordi tutto questo;
la parrocchia e la Chiesa siano sempre l’orizzonte più ampio;
la volontà di Dio sia fatta, così che ciascuno segua la sua vocazione,
la strada indicatagli dal Signore. Amen

 

25

HO IMPARATO

Ho imparato dal mare a perdermi. Ho imparato da mia madre ad amare. Ho imparato dalla gramigna a resistere. Ho imparato da mio fratello la poesia. Ho imparato dai cani la fedeltà. Ho imparato da mio padre la fragilità. Ho imparato dalla musica a sognare. Ho imparato dalla sofferenza a vivere. Ho imparato dalle montagne a fermarmi. Ho imparato dai Sadhu a lasciare andare. Ho imparato dai Sufi ad essere parte del Tutto.  Ho imparato da Gesù ad essere libero.

DON FRANCESCO

 

26

SEGNO DI CIVILTA'

“Anni fa, uno studente chiese all’antropologa Margaret Mead quale riteneva che fosse il primo segno di civiltà in una cultura. Lo studente si aspettava che Mead parlasse di ami, pentole di terracotta o macine di pietra. Ma non fu così. Mead disse che il primo segno di civiltà in una cultura antica era un femore rotto e poi guarito. Spiegò che nel regno animale, se ti rompi una gamba, muori. Non puoi scappare dal pericolo, andare al fiume a bere qualcosa o cercare cibo. Sei carne per bestie predatrici che si aggirano intorno a te. Nessun animale sopravvive a una gamba rotta abbastanza a lungo perché l’osso guarisca. Un femore rotto che è guarito è la prova che qualcuno si è preso il tempo di stare con colui che è caduto, ne ha bendato la ferita, lo ha portato in un luogo sicuro e lo ha aiutato a riprendersi. Mead disse che aiutare qualcun altro nelle difficoltà è il punto preciso in cui la civiltà inizia. Noi siamo al nostro meglio quando serviamo gli altri. Essere civili è questo”.

IRA BYOCK

 

27

DIVENTARE OCEANO

Dicono che prima di entrare in mare. Il fiume trema di paura. A guardare indietro tutto il cammino che ha percorso, i vertici, le montagne, il lungo e tortuoso cammino che ha aperto attraverso giungle e villaggi. E vede di fronte a sé un oceano così grande che a entrare in lui può solo sparire per sempre. Ma non c’è altro modo. Il fiume non può tornare indietro. Nessuno può tornare indietro. Tornare indietro è impossibile nell’esistenza. Il fiume deve accettare la sua natura ed entrare nell’oceano. Solo entrando nell’oceano la paura diminuirà, perché solo allora il fiume saprà che non si tratta di scomparire nell’oceano ma di diventare oceano “.

KHALIL GIBRAN

 

28

BRILLARE

Non perdete tempo a sospirare dietro a cose straordinarie, impossibili; non aspettate sognando che vi spuntino ali angeliche. Non disdegnate d’essere un fioco lumicino, non tutti possono essere stelle … Ma illuminate qualche angolo oscuro, facendo luce lì dove siete. L’umile candela ha la sua funzione al pari dello splendido sole, e la più umile azione diventa nobile quando è compiuta con dignità. Forse non sarete mai chiamati a illuminare lontane regioni oscure; perciò, assolvete la vostra quotidiana missione brillando lì dove siete.

MAX HEINDEL 

 

29

CONCATENAZIONE

Mantieni i tuoi pensieri positivi, perché i tuoi pensieri diventano parole.  

Mantieni le tue parole positive, perché le tue parole diventano i tuoi comportamenti.  

Mantieni i tuoi comportamenti positivi, perché i tuoi comportamenti diventano le tue abitudini.  

Mantieni le tue abitudini positive, perché le tue abitudini diventano i tuoi valori.  

Mantieni i tuoi valori positivi, perché i tuoi valori diventano il tuo destino.

MAHATMA GANDHI

 

30

I BAMBINI GIOCANO ALLA GUERRA.

È raro che giochino alla pace perché gli adulti da sempre fanno la guerra, tu fai “pum” e ridi; il soldato spara e un altro uomo non ride più. È la guerra. C’è un altro gioco da inventare: far sorridere il mondo, non farlo piangere. Pace vuol dire che non a tutti piace lo stesso gioco, che i tuoi giocattoli piacciono anche agli altri bimbi che spesso non ne hanno, perché ne hai troppi tu; che i disegni degli altri bambini non sono dei pasticci; che la tua mamma non è solo tutta tua; che tutti i bambini sono tuoi amici. E pace è ancora non avere fame non avere freddo non avere paura.” 

BERTOLT BRECHT

 

31

HO IMPARATO

Da bambini a scuola, dopo una gita, una visita al museo, uno spettacolo teatrale o un incontro importante, ci facevano scrivere cos’è che ci era rimasto impresso. Oggi, facendo tesoro delle parole e degli sguardi che mi sono stati affidati in questo cammino, voglio segnalare sul mio taccuino tutto quello che ho imparato…

Ho imparato che la vita è un mistero prezioso, è dolorosa, affascinante, e la nostra quotidianità è disseminata di tante piccole chiavi per decifrarne i segreti.

Che tutto è intimamente connesso, e il battito d’ali di una fragile farfalla basta per scatenare un ciclone.

Che siamo pesanti come montagne e delicati come cristalli.

Che un sottile filo d’erba non può certo sostenere il peso del mondo, ma un prato fiorito lo rende più bello.

Che il respiro è la ricchezza più grande che abbiamo. Che è meglio essere veri che essere perfetti.

Che non importa quanto brillerai: la tua luce la vedranno solo alcuni. Che un bambino è la forma più perfetta dell’essere umano.

Che chi ha un perché per cui vivere, può sopportare qualsiasi come. Che il mistico non è chi ha visioni, ma chi ha una visione della vita.

Che l’arte aiuta a non morire, ed è il vero nutrimento dell’anima.

Che la società dovrebbe funzionare come un’orchestra sinfonica, un coro dove ognuno mette la sua nota, e tutti insieme siamo al servizio della musica. Che la costante dell’universo è il cambiamento.

Che solo chi ha il coraggio di vivere la parola fine, può pronunciare la parola inizio.

Che la felicità è una porta che si apre solo verso l’esterno.

Che la mia più grande speranza è di arrivare all’ultimo respiro e poter dire: “Che fortuna aver vissuto”.

SIMONE CRISTICCHI

     
     
 

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