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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

SETTEMBRE 2024

 

DOMENICA 1° SETTEMBRE: 22^ DOMENICA TEMPO ORD. B

Tra i santi ricordati oggi: S. Egidio abate; S. Conone

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', AIUTACI A TRARRE IL BENE DAL CUORE.

 

HANNO DETTO: La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano. Ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine. (Giovanni Falcone)

SAGGEZZA POPOLARE: Per questo mese ci accompagneranno proverbi della Grecia. Ascolta le parole che provengono dal cuore. (Proverbio greco)

UN ANEDDOTO: Il Grande Guru traboccava di ricchezza interiore. E siccome, per l'appunto la sua anima traboccava, suo scopo e desiderio era riversare sugli altri l'abbondanza della sua saggezza. Ma difficilmente qualcuno accetta di essere l'oggetto su cui si riversa uno straripamento. Anzitutto perché quasi tutti credono di essere già abbastanza ricolmi da averne d'avanzo e poi non si vuol essere disturbati. Avvenne così che un giorno il Grande Guru si recò a visitare il luogo di ritiro di parecchi monaci sufi. Essi si dicevano: “Costui vorrà ancora farci imparare qualcosa? Abbiamo già il nostro da fare a non dimenticare quello che sappiamo. E poi qui dentro siamo in troppi”. Perciò il capo dei sufi per far capire questo al Grande Guru gli fece portare una coppa ricolma di latte per fargli capire che il posto era 'pieno'. Quando la coppa gli fu presentata il Grande Guru la osservò, poi sorrise e, colto un petalo di rosa lo depose a galleggiare sul latte. Il messaggio voleva dire che, come il petalo di rosa, galleggiava sul latte senza farlo straripare dalla ciotola, così anche in quel luogo la sapienza del Maestro poteva trovar posto senza sconvolgere le coscienze. Il messaggio fu compreso e le porte del romitaggio vennero spalancate di fronte all'ospite sacro.

PAROLA DI DIO: Dt 4,1-2.6-8; Sal 14; Gc 1,17-18.21b-22.27; Mc 7,1-8.14-15.21-23

 

Vangelo Mc 7,1-8.14-15.21-23

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate - i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: "Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini". Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall'uomo a renderlo impuro». E diceva ai suoi discepoli: «Dal di dentro, infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall'interno e rendono impuro l'uomo». Parola del Signore

 

"NON C'È NULLA FUORI DELL'UOMO CHE, ENTRANDO IN LUI POSSA RENDERLO IMPURO".

Quanto è difficile guardarci dentro con onestà! È così facile scaricare: è colpa della società! Lo Stato deve pensarci! Sono obbligato a fare così! E quando proprio non possiamo fare a meno di vedere il male in noi lo demonizziamo: è colpa del diavolo, di Satana!

Gesù ancora una volta ci invita a guardare dentro di noi : "Non cercare il male o il bene lontano da te! non scaricare il barile! tu hai già tutto in te: la possibilità del bene, la capacità di amare... Certo, c'è anche il male: come è detto a Caino: "Il male è sul tuo capo, ma se vuoi puoi vincerlo". Tu anche che vivi in mezzo a mille tentazioni quotidiane, se dal tuo cuore sai trarre cose buone, puoi superare il male, e se ti ritrovi peccatore, non cercare scuse, riconosciti tale e riconosci che qualcuno può liberarti!

 

 

LUNEDI’ 2 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Alberto e Vito; S. Giusto di Lione

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', TU HAI VINTO IL MONDO.

 

HANNO DETTO: La misericordia di Dio è una fune lunga e forte, e non è mai tardi per aggrapparvisi. (Bruce Marshall)

SAGGEZZA POPOLARE: Cambiare luogo non fa diventare assennati, né toglie la stupidità. (Proverbio greco)

UN ANEDDOTO: Un asino selvatico vide un asino domestico in un luogo soleggiato e gli si avvicinò. Lo considerava fortunato per il suo corpo in ottime condizioni e per la notevole disponibilità di cibo. In seguito, tuttavia, vedendo che portava dei carichi e che l’asinaio lo seguiva e lo colpiva con un bastone, gli disse: «Non ti considero più felice: vedo infatti che vivi in un’abbondanza non priva di grandi sofferenze». Così non sono invidiabili quei vantaggi che comportano pericoli e disgrazie. (Esopo)

PAROLA DI DIO: 1Cor 2,1-5; Sal 118; Lc 4,16-30

 

Vangelo Lc 4,16-30

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù venne a Nazareth, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidone. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. Parola del Signore

 

“NESSUN PROFETA È BENE ACCETTO IN PATRIA”.

Gesù utilizzando questo proverbio della sapienza popolare afferma prima di tutto qualcosa che riguarda sé stesso: Lui è il profeta che Dio ha mandato, Lui è la Parola di Dio incarnata, Lui ha tutta l’autorità e il diritto di richiamarci ai valori di Dio. Ma, misteriosamente, i profeti non furono ben accetti, la loro missione dovette compiersi in mezzo a mille rischi e molti di essi per essere fedeli al messaggio che Dio aveva dato loro, finirono male. Anche nei confronti di Gesù c’è diffidenza, contrarietà, paura del nuovo, incomprensione e quello che stupisce ancor di più è che questa ostilità nasce proprio là, tra i conoscenti, i parenti, i correligionari dove uno si aspetterebbe invece maggior disponibilità, attenzione, comprensione. E nella vita della Chiesa non è sempre successo così? Pensate alla vita dei santi, per loro non fu mai una passeggiata tra ovazioni di gloria e di onore, fu sempre un dover lottare, un essere non capiti proprio da parte dei più vicini, dei parenti, di coloro che magari in un primo tempo li avevano seguiti. Quanti santi fondatori furono cacciati fuori dal loro stesso ordine, e quanti altri oggi onorati hanno rischiato addirittura di essere bruciati come eretici da parte della Chiesa stessa!

Perché questa deve essere la sorte degli amici di Dio, di coloro che cercano di espletare la missione che Dio ha affidato loro?

Il motivo è semplice ed evidente. Perché là dove c’è il bene si accanisce il male, perché là dove si cerca di essere fedeli alla Parola il male, che sa di essere perdente, fa di tutto per rovinare il bene.

Quando nella nostra vita spirituale, quando nel nostro tentativo di testimonianza cristiana incontriamo difficoltà, opposizione, quando nelle nostre comunità cristiane troviamo nemici che si oppongono, non tanto a noi come persone, ma per il messaggio che cerchiamo di portare, è buon segno, vuol dire che il male sta facendo di tutto perché il messaggio che in qualche modo stiamo cercando di portare gli da fastidio, gli fa nascere prima la paura e poi la consapevolezza di essere vinto. Gesù, nella sua via Crucis dirà alle pie donne: “Se hanno fatto questo al legno verde, che cosa ne sarà di quello secco?” Non stupiamoci dunque per quella che è persecuzione religiosa, anzi, accogliamola come un segno che Dio si sta servendo di noi, e “se Lui è con noi, di chi avremo paura?”

 

 

MARTEDI’ 3 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Gregorio Magno; S. Febe

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI, SIGNORE, DAL MALE E DAL MALIGNO

 

HANNO DETTO: In un cerchio ristretto lo spirito si restringe; l'uomo cresce col crescere dei suoi scopi. (F. von Schiller)

SAGGEZZA POPOLARE: Chiedevano secchi e rifiutavano vasche. (Proverbio greco)

UN ANEDDOTO: Diceva il grande Leon Bloy: “Gesù è al centro di tutto, assume tutto, soffre tutto. È impossibile colpire una creatura senza colpire lui. Le persone sono state create per essere amate e le cose per essere usate. Il motivo per cui il mondo è nel caos è perché si amano le cose e si usano le persone.”

PAROLA DI DIO: 1Cor 2,10b-16; Sal 144; Lc 4,31-37

 

Vangelo Lc 4,31-37

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante. Parola del Signore

 

"NELLA SINAGOGA C'ERA UN UOMO POSSEDUTO DA UN DEMONIO IMPURO".

Aldilà di ogni discussione su diavoli e diavoletti, non è forse vero che anche oggi, molto spesso, l'uomo è 'posseduto', cioè 'non libero', 'alienato'?

Solo qualche esempio:

Ci sono uomini posseduti dal sesso: vedono solo più in quella chiave, al sesso sacrificano l'amore, il prossimo, la famiglia, i soldi, la salute…

Ci sono uomini posseduti dal denaro; per denaro si può uccidere, rubare (magari in guanti bianchi) e il denaro la fa da padrone, possiede l'uomo…

Ci sono i posseduti dalla febbre del gioco; pensate al successo dei vari 'lotto'  o a chi, per essere fedele a certi moderni giochi di ruolo arriva ad uccidere o a suicidarsi… Posseduti dalle mode: abbigliamento, fitness, automobili… Posseduti dal successo, dal potere…

Gesù grida forte di essere venuto a liberare l'uomo da tutti questi mali e dice anche oggi alla sua  Chiesa, cioè noi, che dobbiamo essere a nostra volta liberatori dell'uomo da queste schiavitù.

Ma se non cominciamo a liberarci o a lasciarci liberare, come faremo a liberare il nostro prossimo?

 

 

MERCOLEDI’ 4 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Rosalia; S. Gilberto

Una scheggia di preghiera:

 

GESU': OCCHI PER VEDERE, CUORE PER CONDIVIDERE, MANI PER AIUTARE.

 

HANNO DETTO: Non ci si libera di una cosa evitandola, ma soltanto attraversandola. (Cesare Pavese)

SAGGEZZA POPOLARE: Favore ricevuto, gratitudine finita. (Proverbio greco)

UN ANEDDOTO: Ieri ho visto una bestia tra le immondizie del mio cortile, cercava cibo. Quando trovava qualcosa, senza guardare e odorare, la trangugiava con avidità. Non era né un cane, né un gatto, né un topo. La bestia, mio Dio, era un uomo!

PAROLA DI DIO: 1Cor 3,1-9; Sal 32; Lc 4,38-44

 

Vangelo Lc 4,38-44

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva. Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo. Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato». E andava predicando nelle sinagòghe della Giudea. Parola del Signore

 

“AL CALAR DEL SOLE, TUTTI QUELLI CHE AVEVANO INFERMI LI CONDUSSERO A GESÙ, ED EGLI LI GUARIVA”.

Gesù, attento alle necessità degli altri, si faceva tutto a loro. S. Paolo ricordando questo ci inviterà a “portare i pesi gli uni degli altri”. Qualche volta umanamente c’è da dire “Meno male che non ce ne accorgiamo dei pesi e delle difficoltà altrui perché se veramente dovessimo farci carico di tutto il male che c’è nel mondo ne resteremo schiacciati.” Ed è anche vero che noi non possiamo portare, come ha fatto Gesù, il peso del dolore e delle infinite ingiustizie sopportate da ogni uomo. Ma troppe volte viviamo da rassegnati a veder soffrire l’uomo e perfino a farlo soffrire. Signore, rendici coscienti che allorché ci rifiutiamo di alleggerire il carico del fratello che soffre, finiamo per aumentarne il peso, fino a schiacciarlo.

 

 

GIOVEDI’ 5 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Vittorino; S. Teresa di Calcutta

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU MI SCRUTI E MI CONOSCI, MA MI AMI.

 

HANNO DETTO: Se ti accade, al mattino, di svegliarti pigro e indolente, tieni presente questo pensiero: "Mi alzo per riprendere la mia opera di uomo." (Marco Aurelio)

SAGGEZZA POPOLARE: I retti ragionamenti fanno più presa delle robuste mani. (Proverbio greco)

UN ANEDDOTO: Il Saladino mandò a chiamare un ricco Giudeo con l'intenzione di “prenderlo in torta” e di spillargli un po' di soldi. Gli chiese quale fosse a suo parere la religione migliore. “Se dirà la giudea – pensava - io gli dirò che pecca contro la mia fede; se dirà la saracena, io gli dirò: e perché, dunque, tu professi la giudea?”. Ma quel tale, che non era sciocco rispose così: “Ci fu una volta un padre di famiglia, che aveva tre figlioli assai cari. Ed aveva in possesso un anello bellissimo ornato da una gemma preziosa. Questi figlioli suoi, ciascuno lo pregava che alla fine lasciasse a lui quell'anello, onde il padre, bramoso di farli contenti andò da un abilissimo orafo e si fece fare altri due anelli simili in tutto per tutto al suo. L'orafo fece un ottimo lavoro al punto in cui nessuno poteva conoscere quale fosse quello vero. Mandò allora quel padre a chiamare i figlioli uno alla volta e a ciascuno consegnò in gran segreto un anello, così che ciascuno credette di avere quello buono. Così è delle fedi. Le fedi tu lo sai sono tre. Il Padre che la diede ai suoi figli ben conosce quale sia la migliore. Ma i figli che siamo noi, ciascuno si crede di aver quella buona, e il Padre sorride a tutti, e vuole che ciascuno si porti al dito quell'anello che gli ha destinato. (Dal Novellino)

PAROLA DI DIO: 1Cor 3,18-23; Sal 23; Lc 5,1-11

 

Vangelo Lc 5,1-11

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore, infatti, aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto, così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. Parola del Signore

 

«NON TEMERE, D'ORA IN POI SARAI PESCATORE DI UOMINI».

Una frase, quella di Gesù che svela una realtà nascosta agli occhi di tutti. Prima di tutto nascosta allo stesso Simone che, solo un istante prima, chiede a Gesù di allontanarsi da lui perché è un peccatore. Simone ne ha la consapevolezza e anche Gesù, visto che quel "d'ora in poi" sembra dirgli che sino a quel momento era veramente un peccatore. Ma Gesù vede più lontano e vede più in profondità, perché ci ama immensamente così come siamo e ci riporta alla nostra prima origine: la nostra immagine e somiglianza con Lui. Che l'episodio della vocazione di Pietro ci aiuti a comprendere che noi siamo sempre di più della nostra fragilità e del nostro peccato. Ci aiuti a comprendere che il nostro peccato non è mai una scusante sufficiente per non diventare ciò che possiamo essere e che in realtà già siamo. Ci aiuti a comprendere che l'amore di Cristo ci raggiunge esattamente là dove ci troviamo per aprirci a nostra volta all'amore.

 

 

VENERDI’ 6 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Benedetto da Milano; S. Magno

Una scheggia di preghiera:

 

SEI TU, GESU', IL MIO SALVATORE.

 

HANNO DETTO: Hai in te Colui che cerchi fuori di te. (Bernardo di Chiaravalle)

SAGGEZZA POPOLARE: Il cuore che ama rimane giovane in eterno. (Proverbio greco)

UN ANEDDOTO: Una volta tre vecchi proverbi di incontrarono e avevano appena aperto la bocca che cominciarono a litigare. “Chi ben comincia è a metà dell'opera” - disse il primo. “Niente affatto – disse il secondo – la virtù sta nel mezzo.” “Gravissimo errore - esclamo il terzo – il dolce è nel fondo. Si presero per i capelli e sono ancora lì che se le danno. (Gianni Rodari)

PAROLA DI DIO: 1Cor 4,1-5; Sal 36; Lc 5,33-39

 

Vangelo Lc 5,33-39

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere; così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!». Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno». Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”». Parola del Signore

 

NESSUNO STRAPPA UN PEZZO DA UN VESTITO NUOVO PER ATTACCARLO AD UN VESTITO VECCHIO.

Qualche volta nella fantasia mi immagino di essere nato su un’isola lontana, sperduta, di aver vissuto una vita bella, avventurosa ma anche duna; ed ecco che improvvisamente arriva qualcuno a dirmi: "Guarda che Dio c'è, Gesù è suo Figlio, ti ama, è morto per te, è risorto, ti salva". Penso che sarebbe una gioia grande, penso che forse sarei capace di dare tutto il mio cuore a questo Signore che scopro per la prima volta e che mi ama così intensamente. E poi penso: "Ma tutto questo può e deve capitare adesso a me! "Certo, se io resto legato alle vecchie abitudini, alle tradizioni, se non accolgo la novità vera del vangelo è una toppa che metto su un vestito logoro. Ma se per me Gesù è novità, gioia, vero senso della vita, butto via il vestito vecchio e mi vesto di luce. Prova oggi, sul serio, a pensare, come se fosse la prima volta, che ti rendi conto che Gesù ti ama.

 

 

SABATO 7 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Grato d’Aosta; S. Regina

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, SIGNORE, AD ACCOGLIERE CON GIOIA I TUOI INNUMEREVOLI DONI.

 

HANNO DETTO: Il nostro vero digiuno non sta nella sola astensione dal cibo; non vi è merito a sottrarre alimento al corpo se il cuore non rinuncia all'ingiustizia e se la lingua non si astiene dalla calunnia. (Leone Magno)

SAGGEZZA POPOLARE: L'arte del ceramista è nella ciotola. (Proverbio greco)

UN ANEDDOTO: L’orso si vantava in lungo e in largo di essere amico degli uomini, per il fatto di astenersi dal divorare i loro cadaveri. Lo provocò, allora, la volpe con queste parole: «Magari tu facessi a pezzi i morti, ma non i vivi». Questa favola accusa gli arroganti che vivono nell’ipocrisia e nella superbia. (Esopo)

PAROLA DI DIO: 1Cor 4,6b-15; Sal 144; Lc 6,1-5

 

Vangelo Lc 6,1-5

Dal vangelo secondo Luca

Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito». Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?». E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato». Parola del Signore

 

“PERCHE’ FATE CIO’ CHE NON È PERMESSO IN GIORNO DI SABATO?”.

“Insomma, don Franco, non si capisce più niente: una volta se non andavo a Messa la domenica era un peccato grave e dovevo andare a confessarmi per poter fare la comunione, bisognava ben essere attenti a non fare “lavori servili” di domenica perché anche questo era un peccato, poi avete cominciato a mischiare le carte. Se non posso andare a messa la domenica va bene anche il sabato sera ( e qualcuno dice che, se non ce la faccio la domenica va bene anche il lunedì o il martedì), poi per “doveri di carità” si può anche saltare la Messa, poi qualcuno di voi preti dice che alla fine dei tempi Dio non guarderà alle Messe che abbiamo preso… E io vedo sempre meno gente in chiesa e sempre file più lunghe ad andar ad allungare una meno per prendere l’Eucarestia: ma saranno poi tutti così bravi da non aver mai nulla di cui chiedere perdono prima di fare la Comunione?”

Certamente persone come quella che mi ha proposto questi interrogativi, sono persone in buona fede e questo modo di pensare deriva da tutta una forma educativa che abbiamo ricevuto, ma è anche un modo legato ad una religione più di norme codificate che non ad una, quella di Gesù, che prima delle norme mette l’uomo. Cerco di spiegarmi: le norme, anche quelle religiose, vanno benissimo, in certi casi sono necessarie per indirizzare al giusto fine il comportamento dell’uomo nei confronti del sacro o nei confronti dei fratelli, ma quando le norme rischiano di uccidere l’uomo imponendogli qualcosa che non solo non lo rende libero, ma lo asfissia, togliendogli il senso di quello che sta facendo, allora le norme vanno superate dai valori della coscienza, della carità, del rispetto del prossimo. Tornando all’esempio della Messa della domenica, come è diverso dire: “Vado a Messa la domenica perché se no commetto peccato mortale” o dire: “Per  me la Messa domenicale è indispensabile perché celebra i doni del Signore e mi permette di essere in comunione con Lui e con i fratelli. È un vero peccato non andarci per motivi futili”

 

 

DOMENICA 8 SETTEMBRE: 23^ DOMENICA TEMPO ORD. B

Tra i santi ricordati oggi: NATIVITA’ B.V.M.; B Federico Ozanam; S. Sergio I

Una scheggia di preghiera:

 

TU PUOI TUTTO, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Una tomba è troppo piccola per contenere il mio amore. (Valentino Salvoldi)

SAGGEZZA POPOLARE: Lingua, dove vai? A salvare e a distruggere le città? (Proverbio greco)

UN ANEDDOTO: In un giorno della stagione asciutta, un viaggiatore attraversava i boschi della California. Stanco per aver cavalcato a lungo, pensò che una buona fumata gli avrebbe sollevato lo spirito, perciò, smontato da cavallo, cavò di tasca la pipa. Ma per quanto frugasse in tasca di fiammiferi non ne trovò che due. Provò il primo che non si accese. “Bell'affare” bofonchiò il viaggiatore. “Muoio dalla voglia di fumare, non mi resta che un solo fiammifero, e anche questo, di certo, non si accenderà! C'è mai stato un uomo così scarognato?” Eppure – seguitò a rimuginare tra sé - supponiamo che questo fiammifero si accenda, e che io mi fumi la pipa, e poi butti la cenere qui nell'erba; l'erba potrebbe incendiarsi così secca com'è,  e mentre io cerco di spegnere la fiamma davanti a me potrebbe sfuggirmi e correre dietro di me e attaccarsi a quel cespuglio lassù; prima che io lo potessi raggiungere, sarebbe tutto in fiamme; e più in su vedo un pino coperto di muschio che si infiammerebbe all'istante fino al ramo più alto, e la fiamma di quella torcia, il vento la brandirebbe attraverso l'intera foresta così pronta a prendere fuoco! Vedo questa piccola valle invasa di colpo dalle voci congiunte del vento e del fuoco, mi vedo galoppare all'impazzata per salvarmi l'anima, e il fuoco rincorrermi attraverso i colli; vedo questa bella foresta avvampare per giorni e giorni e gli armenti arrostire, e le fonti seccare, e il contadino rovinato, e i suoi figli raminghi per il mondo. Tutto il mondo, sì, dipende da questo fiammifero. Così dicendo strofinò il fiammifero che non si accese. “Dio sia lodato!” disse il viaggiatore, cacciandosi in tasca la pipa.

PAROLA DI DIO: Is 35,4-7a; Sal 145; Gc 2,1-5; Mc 7,31-37

 

Vangelo Mc 7,31-37

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decapoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!». Parola del Signore

 

APRITI!

Il miracolo narrato da Marco non ha come solo scopo quello mostrarci Gesù come uomo dotato di poteri e quindi di confermarci la sua divinità e la sua bontà nei confronti delle nostre povertà e malattie, ma diventa anche segno di ciò che è proposto a ciascuno di noi: noi siamo poveri davanti a Dio, chiusi in noi stessi abbiamo addirittura bisogno di altri per recarci davanti a Dio, ma anche qui spesso non sappiamo ascoltare, non sappiamo parlargli, ci rimangono solo gli occhi ma spesso anche questi sono rivolti solo a noi stessi, alle nostre miserie... Gesù che ci ama e vuole guarirci ci dice: “Apriti! Senti le voci che giungono a te dai fratelli, apri il tuo cuore e lascia che da esso sgorghi il bene vi è seminato; non pensare solo a te, ai tuoi guai, scopri che Dio non ti ha mai abbandonato, ma che ti sta cercando altrove.

 

 

LUNEDI’ 9 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Pietro Claver; S. Giacinto

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, GESU', DI AMARE COME AMI TU.

 

HANNO DETTO: Tutti possono pregare! Il ricco e il povero, il forte e il debole, il sano e il malato, il santo e il peccatore. La preghiera è sempre a nostra disposizione, più di ogni altra cosa. (S. Serafino di Sarov)

SAGGEZZA POPOLARE: Non bisogna allevare in città un cucciolo di leone. (Proverbio greco)

UN ANEDDOTO: Dumas figlio per scusare le umiliazioni e gli inchini ai quali i poveri si rassegnano, soleva dire: “Signori miei, ad un sacco vuoto è difficile mantenersi diritto”.

PAROLA DI DIO: 1Cor 5,1-8; Sal 5; Lc 6,6-11

 

Vangelo Lc 6,6-11

Dal vangelo secondo Luca

Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Alzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo. Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita. Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.  Parola del Signore

 

È LECITO IN GIORNO DI SABATO FARE DEL BENE O FARE DEL MALE, SALVARE UNA VITA O PERDERLA?”.

Nel Vangelo troviamo spesso i farisei  all'erta per cogliere in fal­lo Gesù.  Essi non sono “i cattivi”, sono anzi coloro che garantiscono la fedeltà di Israele a Dio, ma purtroppo, per essere troppo gonfi di sé stessi e del proprio ruolo, per essere diventati legulei ipocriti essi scombinano tutto il vero senso del religioso e rischiano di essere il maggiore ostacolo all’opera di Dio. Desiderano che Gesù guarisca quest'uomo che ha una mano inaridita, non per compassione verso di lui, ma per poter accusare il Signore di essere un inosservate della legge del sabato. Gesù conosce i loro pensieri e potremmo dire che tenta ancora una volta di aprire i loro occhi: "Domando a voi. E lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male?"... Ma essi furono pieni di rabbia. Essi si illudono sulla propria perfezione, e dimenticano che Dio vuole misericordia, giustizia, fedeltà e non osservanze esterne, vuote di carità e dettate dall'orgoglio. E noi?

È molto facile che anche noi ci illudiamo su tante cose che ci riguardano e soprattutto a proposito della carità: spesso giudichiamo severamente i comportamenti altrui e non vediamo la nostra durezza di cuore; sosteniamo con veemenza i nostri punti di vista e non ci rendiamo conto di farlo a scapito della carità, causando divisione e sofferenza, spesso siamo convinti di essere gli unici detentori della verità e ci impanchiamo giudici per i fratelli dettando magari leggi valide per tutti, cercando poi mille scusanti per le nostri personali debolezze. C'è in noi del “lievito vecchio” da togliere - per usare le parole di Paolo - per vivere davvero nella novità di vita di Cristo. Chiediamo a lui di metterci sulla strada della carità.

 

 

MARTEDI’ 10 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Nemesio; S. Agabio

Una scheggia di preghiera:

 

IN COMUNIONE CON TE CRESCE IN NOI LA VITA.

 

HANNO DETTO: Sbagliare progetto di vita può essere un problema, ma non averne uno, un sogno speciale, è ancora più grave. (Susanna Tamaro)

SAGGEZZA POPOLARE: Non si può ragionare con la pancia vuota; non ha orecchie. (Proverbio greco)

UN ANEDDOTO: Un tale s'era invaghito della celebre cantante e danzatrice tedesca Enrichetta Sontag che egli vedeva stupenda. Un giorno un amico gli disse: “Ma non hai notato che la signorina ha un occhio più piccolo dell'altro?” “Mai più! - ribatté il convinto ammiratore – Ella ha un occhio più grande dell'altro.”

PAROLA DI DIO: 1Cor 6,1-11; Sal 149; Lc 6,12-19

 

Vangelo Lc 6,12-19

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti. Parola del Signore

 

GESÙ SE NE ANDÒ SUL MONTE A PREGARE E PASSÒ TUTTA LA NOTTE PREGANDO DIO.

Gesù, prima di designare gli apostoli, passa una notte in preghiera.

Per Lui una scelta importante non può che avvenire che in comunione con Dio.

Oggi si parla di crisi di vocazioni (ma se ne parlava anche tanti anni fa quando esse era molte più di oggi: non sarà un po’ un luogo comune per nascondere altro?). Ma qual è il criterio per riconoscere una vocazione? Servono i test attitudinali, serve lo studio della teologia, serve una preparazione seria e concreta al ministero indicato dalla vocazione, servono buoni educatori… ma soprattutto per capire quale sia una vocazione serve tanta preghiera, preghiera che a volte dura degli anni. È solo mettendosi davanti a Dio e chiedendo con insistenza: “Che cosa vuoi da me, Signore?”, è solo portando a lui i nostri sforzi, i desideri, le paure, le riuscite, i propri difetti, è solo guardando a Lui, a Gesù e al suo modo di operare, è solo mettendo a nudo con sincerità i perché profondi della nostra vita, è solo facendo silenzio davanti a Lui che poco per volta si scopre la strada. E poi dopo aver cominciato il percorso è solo rimettendolo nelle mani di Dio ogni giorno, richiarendolo, ritrovando motivazioni, chiedendo perdono, ripartendo, che poco per volta si riesce ad essere nella sua volontà. E passando gli anni e guardando indietro, sempre nella preghiera ti accorgi che Dio ha intessuto con te una storia originale, diversa da quella di tutti gli altri, ma una storia di amore che ti riempie il cuore di senso di ringraziamento.

 

 

MERCOLEDI’ 11 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Proto e Giacinto; S. Adelfio

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE, GESU', OGNI COSA È BEATITUDINE.

 

HANNO DETTO: Insegnare è facile come scagliare pietre dall'alto di un campanile. Mettere in pratica quello che si insegna invece è difficile come portare pietre in cima al campanile. (S. Serafino di Sarov)

SAGGEZZA POPOLARE: Se non c'è carne, bisogna accontentarsi della sardina. (Proverbio greco)

UN ANEDDOTO: Un leone e un orso, trovato un cerbiatto, se lo contendevano. Scontrandosi violentemente, si ritrovarono a giacere tramortiti, dopo che la vista si era annebbiata. Giunta da quelle parti una volpe, quando vide i due nemici sfiniti e il cerbiatto giacere in mezzo, lo catturò e se la svignò passando tra di loro. Quelli, che non riuscivano ad alzarsi, allora dissero: «Ahi noi! Ci siamo affannati per una volpe». La favola dimostra che giustamente si rattristano coloro che vedono i primi venuti godersi i frutti delle loro fatiche. (Esopo)

PAROLA DI DIO: 1Cor 7,25-31; Sal 44; Lc 6,20-26

 

Vangelo Lc 6,20-26

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva: «Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché riderete. Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo, infatti, facevano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione. Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete. Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo, infatti, facevano i loro padri con i falsi profeti». Parola del Signore

 

GESÙ DICEVA: “BEATI VOI ...”

Il discorso di Gesù sulle beatitudini ci riempie ogni volta di fascino e ogni volta ci sconvolge per il suo paradosso: si può gioire della povertà, della fame, del pianto? Penso che nessuno possa farlo e neanche Gesù lo ha fatto. Gesù non pretende che possiamo gioire di ciò che toglie all'uomo la sua dignità di figlio di Dio, figlio di Re. È ben altro il motivo che spinge a rallegrarsi e gioire: quello di essere discepoli di Gesù. Essere alla sua sequela, essere alla sua Presenza non può che riempire il cuore e farlo esultare, perché in lui veramente si sperimenta la sazietà, la risata sincera, perché chi è con Gesù possiede il Regno di Dio. Allora veramente si può anche piangere ed essere felici, perché non abbiamo da temere. Lui ce lo ha detto: "Io ho vinto il mondo... Io sarò con voi sino alla fine del mondo". Per questo i due pellegrini di Emmaus, pur angosciati possono dirsi: "Non ci ardeva forse il cuore mentre Lui parlava con noi lungo la via?".

 

 

GIOVEDI’ 12 SETTEMBRE: SS. NOME DI MARIA

Tra i santi ricordati oggi: S. Guido; S. Silvino

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI MISERICORDIA E PERDONO.

 

HANNO DETTO: Noi non siamo cristiani perché amiamo Dio. Siamo cristiani perché crediamo che Dio ci ama. (Paul Xardel)

SAGGEZZA POPOLARE:  Ascolta chi ha visto e ascoltato molte cose. (Proverbio greco)

UN ANEDDOTO: Fu chiesto a Schopenhauer se fosse più intelligente l'uomo o la donna. Senza alcuna esitazione il filosofo rispose: “E' evidente! La donna; è essa che scegli l'uomo e poi gli dà l'illusione di essere stata scelta”. Nessuna donna può far diventare intelligente un uomo stupido, ma qualsiasi donna può far diventare stupido un uomo intelligente.

PAROLA DI DIO: 1Cor 8,1b-7.11-13; Sal 138; Lc 6,27-38

 

Vangelo Lc 6,27-38

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».  Parola del Signore

 

“SIATE MISERICORDIOSI COME È MISERICORDIOSO IL PADRE VOSTRO. NON GIUDICATE E NON SARETE GIUDICATI”.

Un insegnamento in sé semplicissimo ma estremamente arduo quello del non giudicare e di avere misericordia nientemeno nella misura in cui Dio ha misericordia degli uomini! Ma, prima di tutto chiediamoci che cosa voglia significare per Gesù sia il giudicare che l’aver misericordia. In non giudicare non vuol dire non avere un criterio di vita. Non si può passare nella vita senza avere un criterio di bene e di male, senza renderci conto del valore o del disvalore delle cose e delle persone e senza fare le scelte conseguenti. Qui il giudicare è ergerci noi giudici del fratello sentendoci superiori a lui, giudicando dall’esterno (e chi di noi può conoscere le radici profonde e le motivazioni recondite delle scelte di un altro?). Questo tipo di giudizio spetta solo a Dio che conosce i cuori.

E che cos’è la misericordia?

È un cuore che accoglie la miseria degli altri e che si lascia “commuovere” profondamente; è un’anima sconvolta fin nel suo intimo dalla miseria degli altri, è un cuore che compatisce (cioè, soffre insieme) e che agisce per liberare gli altri della miseria. È colui che non si lascia rodere dal rancore e dall’odio. È compassione, tenerezza, perdono… Ci rendiamo sempre più conto che l’uomo redento da Gesù deve aver acquistato le dimensione del cuore stesso di Dio. È vero che con le nostre povere forze umane non ci riusciremo mai, ma è anche vero che, solo puntando al cuore di Dio, lasceremo sempre più operare Lui in noi e a Lui “nulla è impossibile”.

 

 

VENERDI’ 13 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Crisostomo; San Maurilio

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' SEI LA VIA, LA VERITA', LA VITA.

 

HANNO DETTO: Non si deve far smettere chi contraddice contraddicendolo, ma convincendolo: neppure il pazzo, infatti, è curato da chi diventa a sua volta pazzo (Antistene)

SAGGEZZA POPOLARE: Una barba vuol dire pidocchi, non cervello. (Proverbio greco)

UN ANEDDOTO: - È vero maestro - chiese un giorno un giovane monaco al suo anziano - che è molto più facile apparire che essere? - È certamente vero che gli uomini preferiscono apparire piuttosto che essere, poiché essere significa scoprirsi di fronte a sé e agli altri in nudità totale. Ma conosci la storia dell'uomo sommerso dai debiti? - Non la conosco. Perché me lo chiedi?  Perché è una storia che spiega come, se è difficile essere, a volte non lo sia meno apparire. C'era dunque un uomo talmente sommerso dai debiti che neppure l'intero tesoro del regno lo avrebbe potuto salvare. L'uomo allora finse di essere pazzo. Naturalmente seppe trarre in inganno i medici, poiché gli ultimi a saper distinguere un pazzo da un sano sono proprio loro. Ma la sua finzione era talmente perfetta che convinse della sua follia persino i debitori più sospettosi. Un giorno però incontrò un sapiente il quale, appena lo vide, lo prese in disparte e gli disse: - Che fai? Attento! A forza di fingerti pazzo rischi di diventarlo veramente. Il mio occhio già nota in te dei sintomi di autentica follia. L'uomo smise subito la commedia, comprendendo come sia facile divenire quel che si cerca di apparire. (Sri Ramakrishna)

PAROLA DI DIO: 1Cor 9,16-19.22b-27; Sal 83; Lc 6,39-42

 

Vangelo Lc 6,39-42

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro, ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello». Parola del Signore

 

“IL DISCEPOLO NON È DA PIÙ DEL MAESTRO”.

Il Vangelo, certe volte, sembra dirci cose scontate, ma se ce le dice è perché purtroppo, molte volte, in pratica non sono scontate affatto. Quante volte incontriamo dei preti che sanno tutto, che a suon di autorità e di codici pensano di poter dottoreggiare e imporre, a nome di Gesù, pesi insostenibili sulle spalle altrui; quante volte, laici anche buoni, rivalutati nel loro giusto ruolo dalla Chiesa postconciliare si sentono talmente importanti e sicuri di sé da giudicare la Chiesa, da decidere in autonomia su cosa sia bene o male. Tutti dobbiamo ricordarci che il Maestro è uno: Gesù Cristo. Il nostro agire di singoli o di Chiesa non può non fare che continuo riferimento a Lui e al suo Vangelo. L’autorità, il potere, nella Chiesa, hanno significato solo se fanno con umiltà riferimento a Lui e se sono intese, non solo a parole, come vero servizio di Cristo ai fratelli. Un buon maestro, poi, vuole trasmettere ed insegnare e allora cerca di essere fedele al messaggio che non è suo, ma è anche attento alla persona che ha davanti. È perfettamente inutile voler trasmettere, anche cose meravigliose, se chi hai davanti non riesce a comprenderle perché espresse con un linguaggio non comprensibile.

 

 

SABATO 14 SETTEMBRE: ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE

Tra i santi ricordati oggi: San Cornelio; Santa Placilla

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', HAI DONATO LA TUA VITA PER ME.

 

HANNO DETTO: Spesso per l'uomo il tacere è il più saggio dei pensieri. (Pindaro)

SAGGEZZA POPOLARE:  Se dici ciò che vuoi, devi ascoltare in risposta ciò che non vuoi. (Proverbio greco)

UN ANEDDOTO: Lavoravo nella missione in India, ogni tanto andavo dai confratelli per gli incontri. Un giorno pieno di sole mentre tornavo dalla missione salì sull'autobus un ragazzo con un secchio pieno di bevande fresche e cominciò a parlare: Amici miei, dissetatevi! Ho bevande fresche per tutti. Ci invitava a prendere qualcosa, ma nessuno ne voleva. Scendendo dall'autobus diceva a sé stesso, nessuno ha sete. Sono belle queste parole: nessuno ha sete. Se qualcuno avesse avuto sete sicuramente avrebbe comprato una bibita o qualcosa di fresco. Nessuno aveva sete e quindi nessuno voleva comprare niente. Questo succede anche nei confronti di Dio, se una persona non ha sete di Dio non lo cerca, non va da Dio. È chiaro che andrà altrove a cercare le cose che possono dissetare la sua sete. Quando cominciamo un cammino di fede dobbiamo avere la sete di Dio. Il mondo di oggi può mettere davanti a noi tante cose che possono dissetare la nostra sete, ma la cosa importante è quella di avere sete di Dio e salvare la nostra anima.

PAROLA DI DIO: Nm 21,4b-9 opp. Fil 2,6-11; Sal 77; Gv 3,13-17

 

Vangelo Gv 3,13-17

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: «Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio, infatti, ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui». Parola del Signore

 

«BISOGNA CHE SIA INNALZATO IL FIGLIO DELL'UOMO» 

Nicodemo timoroso ascolta nella notte le parole di un difficile maestro chiamato Gesù. Non sappiamo se le avrà capite. Era certo un uomo intelligente e colto ma qui non è questione di intelligenza o di cultura. Gesù gli rivela il segreto della sua venuta fra gli uomini e il senso nascosto del suo destino. Quando parla di innalzamento, noi sappiamo, allude alla croce; proprio il momento culmine di umiliazione e dolore diventa sorgente di salvezza per tutti i figli di Dio. È una logica strana, diversa da quella abituale, è una logica soprannaturale: la croce è liberazione e vittoria, la morte è vita. Non allontana il male, Gesù, non lo schiva, ma vi passa attraverso assumendolo si di sé e perciò trasformandolo. Perché tutto questo? Non lo spiega ma dice “Bisogna che io sia innalzato”, una necessità misteriosa che silenziosamente sembra suggerirci il senso stesso della vita, la strada migliore per la felicità.

 

 

DOMENICA 15 SETTEMBRE: 24^ DOMENICA TEMPO ORD. B

Tra i santi ricordati oggi: B.V.M. Addolorata; S. Nicomede

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', TU SEI IL CRISTO, IL FIGLIO DI DIO.

 

HANNO DETTO: Non dominerai mai la montagna, ma durante la scalata imparerai a dominare te stesso. (J. Whittaker)

SAGGEZZA POPOLARE: Un rovo secco non si può piegare. (Proverbio greco)

UN ANEDDOTO: Un pastore, facendo pascolare il gregge in una zona costiera, vide il mare tranquillo e fu colto dal desiderio di prendere il largo per dedicarsi al commercio. Vendette dunque le pecore e, dopo avere acquistato dei datteri, si imbarcò. Sopraggiunse una terribile tempesta e la nave rischiò di essere sommersa. Il pastore, dopo aver gettato in mare tutto il carico, si salvò a fatica, con la nave svuotata. Dopo diversi giorni, poiché sentì un uomo che si meravigliava della tranquillità del mare, che era calmo, il pastore disse: «Mio caro, sembra tranquillo, a quanto pare, perché desidera ancora datteri». (Esopo)

PAROLA DI DIO: Is 50,5-9a; Sal 114; Gc 2,14-18; Mc 8,27-35

 

Vangelo Mc 8,27-35

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarea di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell'uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va' dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà». Parola del Signore

 

"CHI DICE LA GENTE CHE IO SIA?"

Siamo al centro del Vangelo di Marco e al centro della nostra fede cristiana.

"Chi è Gesù per me?" è la domanda alla quale ognuno di noi deve rispondere. La risposta può sembrare ovvia, ma non lo è affatto. Se ne volete una prova, provate a fare questa domanda a più persone, anche tra coloro che si dicono cristiani e poi confrontatene le risposte. "Gesù è un grande maestro di vita morale". "Anche se non fosse esistito il suo insegnamento è così universale da doversi confrontare con esso. "E' uno dei più grandi personaggi storici che da quasi duemila anni ha condizionato pensiero e cultura”. "E' un'invenzione dei preti: ci sono così poche prove storiche della sua esistenza... "E' il mio tutto... (!?)"... Provate poi a chiedere tra "cristiani" quante persone hanno letto almeno una volta per intero uno dei quattro Vangeli e anche qui, se le risposte son sincere troverete delle sorprese. Ma, al di là di ciò che pensano gli altri: "Chi sei tu, Gesù, per me?"

 

 

LUNEDI’ 16 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Cornelio e Cipriano; S. Eufemia

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE NON SONO DEGNO, MA TU MI RENDI DEGNO DI TE.

 

HANNO DETTO: Per l'uomo che prega nel proprio cuore, il mondo intero è una chiesa. (Silvano del Monte Athos)

SAGGEZZA POPOLARE: Anche la formica ha la sua collera. (Proverbio greco)

UN ANEDDOTO: Ecco una strana, ma centrata definizione di 'ipocrisia': L'ipocrisia è un mantello bucato che copre alla meglio ciò che non è di bucato.

PAROLA DI DIO: 1Cor 11,17-26.33; Sal 39; Lc 7,1-10

 

Vangelo Lc 7,1-10

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafàrnao. Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che tu gli conceda quello che chiede – dicevano –, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga». Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito. Anch’io, infatti, sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». All’udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito. Parola del Signore

 

“IO VI DICO CHE NEANCHE IN ISRAELE HO TROVATO UNA FEDE COSÌ GRANDE”.

Gesù porta ad esempio per la fede un centurione romano. C’erano i pii farisei, garanti della fede ufficiale, c’erano i sadducei, i dottori della legge, i Sommi sacerdoti e i sacerdoti, i rabbini, è Lui va prendere e propone ad esempio proprio un occupante romano, un soldato, un esecutore del potere civile, uno straniero, un pagano! Pensate che scandalo per allora e per oggi: provate a pensare ad un parroco (poveretto lui!) che lasciando da parte i benpensanti, i benefattori, i vescovi e i dicasteri curiali, i teologi alla moda, i membri del consiglio pastorale e quelli degli affari economici, presentasse come modello di fede magari uno etichettato miscredente, appartenente ad un partito non gradito, magari pure un po’ rivoluzionario?

Eppure questo centurione che forse non conosceva neanche le radici della fede ebraica, che certamente non conosce Gesù, ne ha solo sentito parlare, invece di approfittare del suo ruolo è uno che “si interessa al popolo”, è uno che ha aiutato la costruzione della sinagoga, è una persona che sa chiedere  e che motiva le sue richieste in modo umano corretto e rispettoso, è uno che ama il suo servo e non lo tratta affatto da schiavo anche se ha una precisa idea di ciò che vuol dire comandare e ubbidire. E sono anche felice che la Chiesa cattolica abbia preso proprio le parole di questo centurione e ce le faccia ripetere prima di accostarci all’Eucaristia. Se davvero le facciamo nostre, queste parole esprimono il giusto atteggiamento davanti al mistero e al dono di quel Pane. Noi non siamo degni che Gesù venga ad abitare in noi. Prima di tutto non siamo degni perché come può la nostra piccola umanità accogliere in sé stessa la divinità? Anche il più grande santo o il più grande mistico è indegna dimora del Dio Creatore, Salvatore, Onnipotente. Per un ebreo, entrare in casa di un pagano era contaminarsi; a noi, ad entrare in Comunione con Gesù, sembra quasi di contaminare Lui. Poi non siamo degni anche perché siamo peccatori, incapaci di vivere con equilibrio, con decisione, con costanza la sua parola, egoisti incapaci di amore… E allora?

Non andremo più a fare la Comunione, ci priveremo del pane del cammino a causa della nostra indegnità?

Ricordiamoci sempre che, se noi siamo indegni e abbiamo quasi timore di accostarci a Gesù, è invece Lui che vuole venire a noi. La distanza tra noi e Lui non siamo noi a superarla, è Lui a venirci incontro, è Lui che ci chiede di fare memoria di quanto ha fatto per noi per entrare in comunione di salvezza con Lui. Ricevere il pane della vita significa infatti essere salvati senza alcun merito da parte nostra, ma unicamente attraverso la Grazia che ci viene donata. Ripetere la frase del centurione prima di accostarci all’Eucaristia, è allora constatare, con umiltà e quindi con verità che noi non solo non abbiamo nessun merito per ricevere Gesù, ma è anche riconoscenza assoluta per Colui che ci ama e ci salva “mentre siamo peccatori” e diventa anche il momento in cui, come il centurione, abbiamo il coraggio di chiedere e sul suo amore siamo anche certi che Lui in qualche modo ci ascolterà.

 

 

MARTEDI’ 17 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Roberto Bellarmino; S. Ildegarda di Bingen

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI DI TROVARE SENSO ALLA NOSTRA SOFFERENZA.

 

HANNO DETTO: Se vuoi vivere la gioia di avere, liberati dalla mania di possedere e conservare. Godi della farfalla che volteggia, godi del fiume che corre incessantemente, godi del fiore che si apre al cielo; godi avendo tutto senza possederlo né conservarlo. Solo così godrai della vita, sapendo di averla senza possederla, lasciandola correre senza trattenerla! (San Giovanni Paolo II)

SAGGEZZA POPOLARE: Con l’abitudine si crea quasi una seconda natura. (Proverbio greco)

UN ANEDDOTO: Attenti all'invidia! A Strasburgo Cagliostro guariva molti malati ed i professori della facoltà di medicina pensavano di squalificarlo, presentandolo come ciarlatano. A tale scopo gli mandarono due studenti, i quali, fingendosi malati, si sarebbero sottoposti alla sua visita. L'avventuriero li scrutò poi prese un foglio di carta e scrisse questa diagnosi: “Eccesso di bile dei professori dell'università”.

PAROLA DI DIO: 1Cor 12,12-14.27-31a; Sal 99; Lc 7,11-17

 

Vangelo Lc 7,11-17

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, alzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante. Parola del Signore

 

“GESU’, VEDENDOLA, NE EBBE COMPASSIONE E LE DISSE: NON PIANGERE”.

Eccoci davanti ad un miracolo che va ben oltre il semplice racconto di un fatto eccezionale che comprova la divinità di Gesù. È un miracolo che ci fa riflettere e se da una parte sembra confortarci nel farci vedere la misericordia, la compassione di Gesù nei confronti del dolore, d’altra parte ci apre degli interrogativi che solo una fiducia profonda in Dio ci permettono di affrontare. Gesù è profondamente partecipe delle sofferenze umane, Dio non è un estraneo alle vicende della nostra vita, non è un semplice spettatore, soffre con noi... “Belle parole, don Franco, ma se gli spiacciono le nostre sofferenze, perché non interviene? Perché, se si commuove davanti ai bambini che muoiono di fame o di malattia, la sua compassione non si manifesta in salvezza concreta per loro? Gesù ha fatto risorgere il figlio di questa vedova, ma quante mamme piangono senza speranza i propri figli!”. Rispondere a queste domande è praticamente impossibile. Di una cosa siamo certi: Dio non interviene continuamente con miracoli per modificare il corso della natura o l’egoismo degli uomini proprio perché rispetta la libertà dell’uomo ma la sua compassione e la sofferenza del Giusto Gesù ci dicono che tutto ha un senso nel cuore di Dio anche se umanamente è difficile da capire. Quel: “Non piangere” che Gesù dice alla vedova di Naim, in fondo è l’indicazione preziosa che Gesù dà a tutti noi, quando viviamo il momento del dolore. Non piangere. Cioè, non perderti d’animo neanche davanti al dolore e alla malattia, non lasciarti vincere dalla sfiducia, prova ad entrare nel pensiero di Dio che ti dice che c’è ancora qualcosa più importante perfino della tua salute. Non piangere. Anche quando ti sembra ingiusto che una persona muoia giovane e ricorda che non è il numero degli anni che dà più valore alla vita, ma la qualità della vita che dà valore agli anni. Non piangere. Cioè, fidati di Dio, proprio nel momento del buio, buttati sul suo cuore e piangi in Lui le tue lacrime, e anche se esse sono talmente grevi da non potersi tramutare in sorriso, per lo meno non ti impediranno di non avere più speranza.

 

 

MERCOLEDI’ 18 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Arianna; S. Lamberto

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE CHE CI AMI POSSIAMO ANCORA ESSERE PESSIMISTI IN TUTTO?

 

HANNO DETTO: "Pregare è seguire Cristo che va tra gli uomini, quasi accompagnandolo". (S. Ignazio di Loyola)

SAGGEZZA POPOLARE: Lo stupido si capisce dalle parole, il vaso dal suono. (Proverbio greco)

UN ANEDDOTO: Abba Antonio disse: “Io vidi tutte le reti tese dal nemico sulla terra e dissi gemendo: chi può superare queste trappole? E una voce mi rispose: 'L'umiltà'”.

PAROLA DI DIO: 1Cor 12,31-13,13; Sal 32; Lc 7,31-35

 

Vangelo Lc 7,31-35

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore disse: «A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”. È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”. Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli». Parola del Signore

 

“QUESTA GENERAZIONE È SIMILE A QUEI BAMBINI CHE GRIDANO GLI UNI AGLI ALTRI: VI ABBIAMO SUONATO IL FLAUTO E NON AVETE BALLATO, VI ABBIAMO CANTATO UN LAMENTO E NON AVETE PIANTO”.

Questa piccola parabola di Gesù sui bambini mai contenti mi fa venire in mente l'incontro, direi quasi quotidiano, con i brontoloni del “tutto va male”. Tutto il mondo non funziona, tutti ce l’hanno con me, non c’è niente di buono da aspettarsi... Anche in ambito religioso: non c’è più religione. Mancano i preti e quelli che ci sono pensano a sé stessi. La Chiesa non ne azzecca una. E perfino Gesù Cristo potrebbe comportarsi in modo diverso. Ti sembra di vedere e di sentire il pentolone della minestra di verdura che ribolle. È vero, in tutti i campi c’è sempre qualcosa che non va: non possiamo fare a meno di vederlo e qualche volta è anche un dovere intervenire, ma proviamo a vedere anche il positivo, diamo campo alla speranza e alle possibilità di bene nostre e degli altri. Otterremo almeno due risultati: un po’ più di ottimismo e serenità e ci salveremo da qualche bella ulcera.

 

 

GIOVEDI’ 19 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Gennaro; S. Mariano; S. Ciriaco

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, SIAMO IMMERSI NELLA TUA MISERICORDIA.

 

HANNO DETTO: «Più lottiamo contro l’oscurità, più ci stanchiamo. Ma quando sprigioniamo la luce della coscienza, l’oscurità si dissolve». (Antony De Mello)

SAGGEZZA POPOLARE: Non è possibile frenare un grande sasso quando lo si è lasciato andare dalla mano, né un discorso quando è uscito dalla lingua. (Proverbio greco)

UN ANEDDOTO: Un pastore trovò un cucciolo di lupo appena nato, lo prese e lo allevò insieme ai cani. Quando il cucciolo fu cresciuto, se mai un lupo rapiva una pecora, anche lui lo inseguiva insieme ai cani. Talora i cani non erano in grado di raggiungere il lupo e perciò ritornavano indietro, invece quello lo inseguiva, finché non era riuscito a prenderlo e, come lupo, riceveva parte della preda; quindi, tornava indietro. Se invece nessun lupo da fuori veniva a rapire una pecora, quello, sgozzandola di nascosto, se ne mangiava una insieme con i cani. A un certo punto, però, il padrone si fece sospettoso e intuì quello che succedeva: allora lo appese a un albero e lo uccise. (Esopo)

PAROLA DI DIO: 1Cor 15,1-11; Sal 117; Lc 7,36-50

 

Vangelo Lc 7,36-50 

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!». Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro, dunque, lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!». Parola del Signore

 

“LE SONO PERDONATI I SUOI MOLTI PECCATI, POICHÉ HA MOLTO AMATO”

Quando prendiamo coscienza del nostro peccato e della nostra miseria ci rendiamo conto di non avere motivi da accampare per ottenere la misericordia di Dio. Quando, poi, ci sentiamo talmente lontani da Lui ci sembra che neanche il suo amore possa raggiungerci. Ma Gesù, che conosce le persone non per quello che appaiono ma per il loro cuore, riesce sempre a trovare motivi perché la sua misericordia possa manifestarsi. La donna del Vangelo di oggi era stata etichettata: “è una prostituta”, una pubblica peccatrice. Ma per Gesù conta la persona. Anche Gesù non dice che questa donna non ha peccato, anzi le ricorda che i suoi peccati sono molti, ma nello stesso tempo riesce a vedere in lei il suo molto amore. Come guardo il mio prossimo?

Vado avanti con schemi, stereotipi, giudizi preconfezionati? Sono capace di vedere il bene negli altri? Riesco, almeno qualche volta, a far a meno delle etichette? Mi metto anch’io con onestà e umiltà nella schiera di coloro che, se vogliono essere perdonati devono molto amare?

 

 

VENERDI’ 20 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Andrea Kim, Paolo Chong e compagni; S. Susanna

Una scheggia di preghiera:

 

A CIASCUNO, SIGNORE, HAI DATO DONI PARTICOLARI PER IL BENE COMUNE.

 

HANNO DETTO: Se vogliamo che un messaggio d'amore sia udito, spetta a noi lanciarlo. Se vogliamo che una lampada continui ad ardere, spetta a noi alimentarla d'olio. (Santa Madre Teresa)

SAGGEZZA POPOLARE: Un gregge senza pastore rischia di diventar cibo per i lupi. (Proverbio greco)

UN ANEDDOTO: In una conversazione con il celebre musicista Auber, un tale si lamentava della sorte a tutti comune: invecchiare. “Eppure, caro amico – disse il compositore – questo è l'unico mezzo finora scoperto per vivere a lungo”.

PAROLA DI DIO: 1Cor 15,12-20; Sal 16; Lc 8,1-3

 

Vangelo Lc 8,1-3

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.  Parola del Signore

 

"C'ERANO CON LUI I DODICI E ALCUNE DONNE… CHE LI ASSISTEVANO CON I LORO BENI". (Lc. 8,2-3)

Il problema femminile oggi ha fatto grandi passi (o, almeno, così si pensa). Ma credo che la mentalità nei confronti della donna stenti ancora molto sia nel mondo civile che in quello religioso ed anche che un certo modo di rivendicazione di diritti da parte di certi gruppi femministi non sia poi una vera liberazione se consiste nel permettere alla donna solo di caricarsi delle catene dell’uomo. Gesù, con buon scandalo dei benpensanti di allora, in una mentalità difficile per il popolo ebraico, gioiva della presenza, dell’aiuto di alcune donne. Ancora una volta ci accorgiamo che Gesù non guarda tanto ai ruoli prefissati dal costume, ma al cuore che con le sensibilità diverse dell’uomo o della donna, vuol però seguire e amare il suo insegnamento. Anche Maria, la Madre di Gesù non ha fatto campagne in favore della donna, ha fatto la donna. Insegni Lei a uomini e donne il rispetto e la valorizzazione vicendevole.

 

 

SABATO 21 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Matteo ap. Ev.; S. Maura

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, GESU', PER LA TUA CHIAMATA.

 

HANNO DETTO: Si ringraziano gli amici che ci regalano una scatola di sigari o un paio di pantofole per il compleanno. Posso io non ringraziare. Qualcuno che per il mio primo genetliaco mi ha regalato la vita? (Gilbert Keith Chesterton)

SAGGEZZA POPOLARE: È la mente che vede e che ode; ogni altra cosa è sorda e cieca. (Proverbio greco)

UN ANEDDOTO: Un pastore che aveva trovato un piccolo lupo lo allevò e poi, una volta che l’animale fu cresciuto, gli insegnò a rapire le pecore dalle greggi dei pastori che abitavano nelle vicinanze. Una volta ammaestrato, il lupo disse: «Tu, che mi hai abituato a rubare, guarda di non essere poi costretto a cercare molte delle tue pecore». (Esopo)

PAROLA DI DIO: Ef 4,1-7.11-13; Sal 18; Mt 9,9-13

 

Vangelo Mt 9,9-13 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre andava via, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori». Parola del Signore

 

“PASSANDO, VIDE UN UOMO CHIAMATO MATTEO, SEDUTO AL BANCO DELLE IMPOSTE E GLI DISSE: SEGUIMI!”.

Quando Gesù aveva chiamato Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni che erano pescatori aveva detto loro: “Vi farò pescatori di uomini”. Matteo, invece, non viene trasformato in esattore delle imposte dovute a Dio. D’ora in poi dovrà imparare a dare, non a riscuotere o rivendicare. Il Regno di Dio viene offerto gratuitamente, non si devono pagare tasse. Gesù offrendo la sua vita ha già pagato per tutti noi. Non si compra l’amore di Dio con il denaro o con le offerte. La misericordia esige solo un cuore trasformato. Dio non viene per esigere ma per dare. E Matteo lascia il suo banco da esattore per ricevere il dono della salvezza e per imparare a diventare collaboratore di Dio nel donarla ad altri.

 

 

DOMENICA 22 SETTEMBRE: 25^ DOMENICA TEMPO ORD. B

Tra i santi ricordati oggi: S. Maurizio; S. Costanzo; S. Silvano

Una scheggia di preghiera:

 

QUANDO MI SEMBRA DI NON SERVIRE A NULLA È ALLORA, SE LO ACCETTO, CHE DIO PUO' SERVIRSI DI ME.

 

HANNO DETTO: “Ho sempre pensato che essere forti significasse andare avanti. Invece voleva dire andare oltre” – P. Listone

SAGGEZZA POPOLARE: Quando il fuoco si appiccica alla casa del tuo vicino, la tua è in pericolo. (Proverbio greco)

UN ANEDDOTO: I primi cristiani trascrivevano il vangelo rispettosamente, lo portavano su di sé e lo volevano anche nella tomba. La "passione di S. Filippo Vescovo di Eraclea", narra che durante la persecuzione di Diocleziano, il giudice volle costringere un gruppo di martiri a gettare il Vangelo sulle fiamme. "Crudele inquisitore - gli rispose uno di essi se anche riuscissi a impadronirti di tutte le nostre Scritture in modo da non lasciarne traccia, i nostri figli le troverebbero ancora impresse nei loro cuori. Strappa, se puoi, questo Vangelo interiore scritto nelle nostre anime!"

PAROLA DI DIO: Sap 2,12.17-20; Sal 53; Gc 3,16-4,3; Mc 9,30-37

 

Vangelo Mc 9,30-37

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafarnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato». Parola del Signore

 

“SE UNO VUOL ESSERE IL PRIMO SIA L’ULTIMO DI TUTTI E IL SERVO DI TUTTI”.

Gesù, con queste parole, non solo riprende gli apostoli che, mentre Lui parlava della sua passione erano tutti intenti a scoprire chi di loro fosse il più importante, ma si rivolge anche alla Chiesa di oggi e a ciascuno di noi che ne facciamo parte per ritornare davvero ai valori evangelici. Gesù era il Figlio di Dio; eppure, rinunciò a tutto pur di farsi uomo come noi, per salvarci. Gesù è venuto in umiltà ed esempio, ben trenta dei suoi trentatré anni passano nel nascondimento e nel lavoro. Gesù è venuto per servire Dio suo Padre. Gesù è venuto per servire i suoi discepoli (pensate con quanta pazienza li accetta, con quanta cura li istruisce, con quanto amore li perdona). Gesù ci lava i piedi, si nasconde nell’ultimo della terra, condivide la povertà, si commuove davanti alla malattia e alla morte e traduce la sua commozione in solidarietà ed aiuto. Gesù serve ogni uomo di ogni tempo donandoci tutto sé stesso prima sulla croce e poi nel dono dei sacramenti. Ecco perché noi dovremmo gioiosamente essere servitori di Dio e dei fratelli. I Cristiani posseggono la Verità ma non per usarla per fare schiavi gli altri. I Cristiani hanno il dono di Gesù che è Via al padre ma non per nasconderlo in libri per addetti ai lavori o in rituali ammuffiti che con la scusa di glorificare Dio non vengono più capiti. I Cristiani hanno il Dio della Vita, ma solo nella misura in cui si mettono concretamente al servizio della vita in qualunque modo essi si manifesti. E la stessa cosa succede anche a me nella vita quotidiana. Io non sono cristiano se parlo di vangelo, se discuto il vangelo, se impongo il vangelo, ma se servo il vangelo. Io non amo Dio perché glielo dico almeno due volte al giorno nel “Ti adoro”, ma lo amo se cerco la sua volontà. Io non servo i fratelli se dico “Poveretti” e poi tiro dritto perché devo farmi gli affari miei, ma se mi fermo e cerco di dare il poco che ho e il tanto che Dio mi dà.

 

 

LUNEDI’ 23 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Zaccaria ed Elisabetta; S. Pio da Pietrelcina; S. Lino

Una scheggia di preghiera:

 

IL SIGNORE È LA LUCE CHE VINCE LA NOTTE.

 

HANNO DETTO: Quando sei triste, compi un atto d'amore e la tristezza passerà. Se ti senti morire, ama, e la vita pulserà in te. La pienezza dell'uomo è morire d'amore. (Carlo Carretto)

SAGGEZZA POPOLARE: In un attimo, possiamo passare dal sublime al ridicolo. (Proverbio greco)

UN ANEDDOTO: Sant'Antonio abate, scrutando la profondità dei giudizi di Dio, domandò: “Signore, perché alcuni muoiono nella prima giovinezza, mentre altri raggiungono un'estrema vecchiaia? Perché ci sono poveri e ricchi? Perché uomini ingiusti si arricchiscono mentre alcuni giusti sono nel bisogno?” All'improvviso venne una voce, che gli disse: “Antonio, bada a te, perché questo è il giudizio di Dio ed è meglio per te non conoscerlo”.

PAROLA DI DIO: Pr 3,27-34; Sal 14; Lc 8,16-18

 

Vangelo Lc 8,16-18

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce. Fate attenzione, dunque, a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere». Parola del Signore

 

"NON C'E' NULLA DI NASCOSTO CHE NON DEBBA ESSERE MANIFESTATO, NULLA DI SEGRETO CHE NON DEBBA ESSERE CONOSCIUTO E VENIRE IN PIENA LUCE".

I Vangeli sono pieni di parole di Gesù che invitano alla chiarezza, alla limpidezza, alla trasparenza. La nostra fede è luce e la luce illumina, non nasconde. Gesù è venuto sulla terra per mostrarci il volto di Dio e non per nasconderlo. La fede che Gesù richiede da noi non è una fede da 'iniziati', è la fede dei semplici che, con tutti i loro limiti, si affidano; la preghiera non è la successione di formule magiche che armonizzate secondo un determinato rituale danno un potere, è il rapporto che ciascuno può avere con il suo Dio; la Bibbia, la Parola di Dio non sono un libro chiuso, riservato ad una casta sacerdotale che ha doni particolari per interpretare, per manifestare e nascondere, è il libro della storia di amore tra Dio e il suo popolo. Quanto sono assurde le 'religioni' che rifacendosi a Gesù sono 'religioni per iniziati', piene di ritualismi, di simbolismi e formulari (che sono veri e propri paganesimi), di caste dotate o meno di poteri. E quanto è assurdo che cristiani, "per rispettare la Bibbia" l'abbiano tenuta nascosta al popolo cui è indirizzata. Quanto è assurdo pregare in lingue sconosciute alle masse solo per attorniare maggiormente di un alone di mistero la religione e renderla quindi più potente perché fondata sulla paura e quanto è per lo meno strano ricorrere a formulari specifici per ottenere benedizioni e per cacciare diavoli. È vero, Dio è mistero, è più grande di noi; noi non comprendiamo tutto di Lui, della sua volontà, delle leggi della sua natura, ma Gesù è la luce che illumina ogni uomo: la luce e le ombre che ne derivano ci danno l'immagine nella sua totalità.

 

 

MARTEDI’ 24 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: B.V.M. della Mercede; S. Stefania; S. Pacifico

Una scheggia di preghiera:

 

SIAMO LA TUA DEBOLE MA AMATA FAMIGLIA, O SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Abbiamo il potere di essere in Paradiso con Dio già adesso, di essere felici con lui anche in questo momento, se amiamo come lui ama, se aiutiamo come lui aiuta, se doniamo come lui dona, se serviamo come lui serve. (Santa Madre Teresa)

SAGGEZZA POPOLARE: L’uomo che sta annegando si aggrappa ai suoi stessi capelli. (Proverbio greco)

UN ANEDDOTO: Quando S. Giuseppe da Copertino era ancora un giovane frate usciva ogni giorno dal convento, insieme ad un confratello, per la questua. Andare a piedi verso il paese era un tragitto lungo che poteva risultare noioso dopo averlo percorso tante volte, cosicché quel giorno il confratello suggerì a Giuseppe di recitare, ognuno per proprio conto e silenziosamente, tante Ave Maria finché fossero arrivati. Giunti in paese il fraticello disse: "Io sono arrivato a cento Ave Maria, così tante ne ho dette durante il tragitto e tu? Quante ne hai recitate tu?" Il confratello chiedeva, ma Giuseppe non rispondeva. Dietro le numerose insistenze dovette cedere e, abbassando la testa umilmente disse. "Non ho ancora finito la prima!".

Il fatto è che Giuseppe, ogni volta che vedeva o parlava con la "cara mamma sua" come chiamava la Madonna entrava in estasi!

PAROLA DI DIO: Pr 21,1-6.10-13; Sal 118; Lc 8,19-21

 

Vangelo Lc 8,19-21

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, andarono a trovare Gesù la madre e i fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fu annunziato: «Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti». Ma egli rispose: «Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica». Parola del Signore

 

“MIA MADRE E I MIEI FRATELLI SONO COLORO CHE ASCOLTANO LA PAROLA DI DIO E LA METTONO IN PRATICA”.

Un giorno di molti anni fa mi trovai a commentare questo brano durante un’omelia e a cercare di dire che Gesù, pur amando la sua famiglia di carne, aveva una famiglia più grande, più bella, di cui, se volevamo, anche noi facevamo parte: insomma, dicevo le cose che più o meno tutti i preti e i commentatori del Vangelo dicono a proposito di questo episodio. Tra gli sparuti uditori c’era un uomo, un caro amico, che stava attraversando un momento molto difficile nelle sua famiglia. Dopo Messa me lo ritrovo in ufficio parrocchiale con sulle labbra un sorriso tra il confidenziale e il canzonatorio: “Oggi non hai fatto un buon servizio al tuo Signore”. “Perché?”. “Perché gli hai fatto quasi rinunciare ad una famiglia di santi, Maria, Giuseppe…, per fargli trovare una famiglia molto scombinata che è quella dei cristiani… E poi, andateci piano, specialmente voi preti non sposati, a parlare di famiglia come modello di amore e di fraternità. Non c’è neppur bisogno di indagini statistiche e sociologiche per sapere che i più grandi delitti, i soprusi, le violenze, avvengono sempre in famiglia!”.

Stando al suo serio-scherzare, gli risposi: “Fai male a rimbeccare i preti perché sai che l’ultima parola vogliono sempre averla loro! Ebbene, Gesù ha accettato, voluto, cercato proprio una famiglia così sgangherata. La famiglia di Gesù non è un modello di perfezione, è scombinata fin dalla sua partenza: poveri, peccatori, ciechi, storpi…  poi, in essa i fratelli stentano a riconoscersi, ogni suo componente ha un suo carattere (che spesso è un caratteraccio), una storia sua propria. Se poi dessimo per assodato che la Chiesa cattolica è la famiglia di Gesù (il che è tutto da dimostrare), guardando la sua storia, ad esempio, non sempre possiamo dire che la gerarchia ecclesiale sia stata una buona madre, che non sempre i ‘maestri’ abbiano insegnato bene, che  non tutti i veri profeti siano stati lasciati parlare mentre certi falsi profeti o chiacchieroni hanno potuto dire tutto quello che volevano… Certo ci sono  i fratelli buoni, i santi, coloro che desiderano ascoltare e mettere in pratica la parola del Signore, e qualche volta ci riescono, altre volte no; ci sono quelli che scappano di casa, perché certi altri fratelli si sono appropriati della casa e l’hanno resa invivibile, ci sono lontani, come il figliol prodigo che sentono nostalgia di questa famiglia… Hai ragione! La famiglia di Gesù è scombinata, ma Lui, sapendo questo, ha accettato lo stesso di morire sulla croce per noi!”

 

 

MERCOLEDI’ 25 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Teresa Coudrec; S. Domenico in Soriano

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI DAL MALE E DAL MALIGNO.

 

HANNO DETTO: Dio è la verità. Chi cerca la verità cerca Dio, che lo sappia o no. (Edith Stein)

SAGGEZZA POPOLARE: Un oratore senza giudizio è un cavallo senza briglie. (Proverbio greco)

UN ANEDDOTO: Quante domande sull'esistenza di Dio. Ecco una delle risposte da parte  dello scienziato Antonino Zichichi : “Non è possibile alla logica matematica arrivare a dimostrare il teorema dell'esistenza di Dio, in quanto, se fosse così, Dio potrebbe essere solo matematica. Dio invece è tutto. Lo stesso vale per la scienza. Se la scienza riuscisse a scoprire Dio, Dio dovrebbe essere solo scienza. E invece Dio è tutto.”

PAROLA DI DIO: Pr 30,5-9; Sal 118; Lc 9,1-6

 

Vangelo Lc 9,1-6

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro». Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni. Parola del Signore

 

“GESÙ CHIAMÒ A SÈ I DODICI E DIEDE LORO POTERE E AUTORITÀ SU TUTTI I DEMONI E DI CURARE LE MALATTIE”.

Gli Apostoli, lo dimostra il Vangelo, almeno nei primi tempi, pensavano di ottenere autorità e potere nel nuovo regno di Gesù. Infatti, spesso discutono su chi è il primo, su chi siederà alla destra del Cristo trionfatore. Gesù invece dà loro un potere, ma ben diverso: è il potere di combattere il male nel nome di Dio. Questo e non altri poteri, è dato ancor oggi ad ogni cristiano. Noi possiamo e dobbiamo combattere ogni male. Il male si presenta oggi come ieri in modi diversi: la sofferenza, la malattia, il peccato, l’egoismo, l’ingiustizia, la fame.    Il cristiano deve combatterlo, in sé stesso, attorno a sé e deve combatterlo non con le sue forze (da soli non ce la facciamo), ma con la forza di Dio (Lui il male lo ha già vinto definitivamente). Essere cristiani non è una semplice passeggiata verso un trionfo umano, è una lotta continua, ma come dice S. Paolo “Siamo tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati ma non abbandonati; colpiti ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, poiché anche la vita di Gesù si manifesti”.

 

 

GIOVEDI’ 26 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Cosma e Damiano; S. Nilo

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', L'INCONTRO CON TE CI CAMBI IL CUORE.

 

HANNO DETTO: La morte di un uomo è meno affar suo che di chi gli sopravvive. (Thomas Mann)

SAGGEZZA POPOLARE: Le piccole opportunità sono spesso l’inizio di grandi imprese. (Proverbio greco)

UN ANEDDOTO: Un fratello della Libia venne da abba Silvano sul monte Panefo e gli disse: «Abba, ho un nemico che mi fa del male; quand’ero nel mondo mi ha rubato il mio campo, mi ha spesso teso insidie, ed ecco che ha assoldato della gente per avvelenarmi. Voglio consegnarlo al giudice». L’anziano gli disse: «Fa’ ciò che ti dà pace, figliolo». E il fratello disse: «Abba, se riceve il castigo, la sua anima non ne trarrà profitto?». L’anziano disse: «Fa’ come ti pare, figliolo». Il fratello disse all’anziano: «Alzati, padre, preghiamo e poi vado dal giudice». L’anziano si alzò e dissero il «Padre nostro». Come giunsero alle parole: «Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori» (Mt 6,12) , l’anziano disse: «Non rimettere a noi i nostri debiti, come noi non li rimettiamo ai nostri debitori». Il fratello disse: «Non è così, padre». «E così, figliolo, — disse l’anziano — se veramente vuoi andare dal giudice per vendicarti, Silvano non fa altra preghiera per te». E il fratello si prostrò e perdonò al suo nemico.

PAROLA DI DIO: Qo 1,2-11; Sal 89; Lc 9,7-9

 

Vangelo Lc 9,7-9

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo. Parola del Signore

 

“ERODE CERCAVA DI VEDERLO”.

Erode sa che cosa succede nel suo Regno. i suoi informatori lo avvisano sulla predicazione e sui miracoli di Gesù come già in precedenza lo avevano informato sull’operato di Giovanni. Ma questo non suscita in lui altro che curiosità e qualche velleitario desiderio di vedere Gesù. Anche oggi Gesù e i cristiani suscitano discussioni, perplessità e in molti, specialmente davanti ad aspetti misteriosi, il desiderio di “vedere”. Ci sono persone disposte magari ad affrontare anche viaggi lunghi e disagiati pur di raggiungere “quel posto dove avvengono miracoli” ,ci sono potenti che pur di raccattare qualche consenso, dimostrano attenzione agli aspetti religiosi degli uomini, ci sono intellettuali sempre disposti a suon di logica a fare “tavole rotonde” su Gesù. Anche Erode cercava di “vedere Gesù”, ma gli mancava l’intenzione di “riconoscere” Gesù nella sua missione di profeta. Non basta “vedere Gesù”, “incuriosirsi di Gesù”, magari andare a vedere il volto di Gesù nella Sindone. Gesù bisogna incontrarlo personalmente, lasciarci mettere in crisi dalla sua persona, lasciarci coinvolgere dalle sue parole, trovare l’umiltà di confrontarci con il mistero che Egli manifesta.

 

 

VENERDI’ 27 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Vincenzo de’ Paoli; S. Adolfo; S. Caio

Una scheggia di preghiera:

 

RESTA CON NOI, SIGNORE, ALLELUIA.

 

HANNO DETTO: Cura il tuo corpo come tempio di Dio, curalo, poiché deve risorgere e incontrarsi con Dio. (Isaia di Gaza)

SAGGEZZA POPOLARE: Meglio imparare tardi, che non farlo affatto. (Proverbio greco)

UN ANEDDOTO: Un pastore condusse le pecore in un bosco di querce; come vide un albero di grandi dimensioni pieno di ghiande, stese sotto il suo mantello e si arrampicò sulla pianta per scuoterla e fare cadere i frutti. Tuttavia, le pecore non si resero conto che, mangiando le ghiande, divoravano insieme il mantello. Una volta sceso, il pastore, come si accorse dell’accaduto, esclamò: «Bestiacce, voi offrite agli altri la vostra lana per i vestiti; a me, che vi nutro, sottraete anche il mantello». Così molti tra gli uomini, senza averne consapevolezza, fanno del male ai familiari, mentre arrecano benefici a quelli che non hanno nessun legame con loro. (Esopo)

PAROLA DI DIO: Qo 3,1-11; Sal 143; Lc 9,18-22

 

Vangelo Lc 9,18-22

Dal vangelo secondo Luca

Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Parola del Signore

 

“MENTRE SI TROVAVA IN UN LUOGO APPARTATO A PREGARE I DISCEPOLI ERANO CON LUI”

Gesù spesso ha bisogno di pregare. Spesso scompare, scappa dalle folle per pregare, altre volte porta i suoi discepoli in un luogo separato “per pregare con loro e per insegnare loro a pregare.” Gesù ha bisogno di comunicare con Dio suo Padre, ha bisogno di conoscere, approfondire la sua volontà, ha bisogno nella sua umanità simile alla nostra di esprimere        le angosce, i dolori, le delusioni della sua missione non capita, osteggiata. Gesù ha bisogno che i suoi discepoli imparino questo. Infatti, non stupisce se le grandi scelte (chiamata degli apostoli), le manifestazioni (trasfigurazione) o la richiesta di un atto di fede (confessione di Pietro) avvengono in momenti di preghiera. La preghiera non è alienazione dell’uomo ma è il vedere il reale con Dio e con Lui imparare a scoprire la sua volontà.

 

 

SABATO 28 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Venceslao; Ss. Lorenzo Ruiz e C.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI SANTO SPIRITO, VIENI PADRE DEI POVERI, VIENI DATORE DEI DONI.

 

HANNO DETTO: Non c’è speranza senza paura né paura senza speranza. (Baruch Spinosa)

SAGGEZZA POPOLARE: Acqua e fuoco non possono mai mescolarsi. (Proverbio greco)

UN ANEDDOTO: Sul tavolino da notte di una vecchia signora ricoverata in un ospizio per anziani, il giorno dopo la sua morte, fu ritrovata questa lettera. Era indirizzata alla giovane infermiera del reparto. «Cosa vedi, tu che mi curi? Chi vedi, quando mi guardi? Cosa pensi, quando mi lasci? E cosa dici quando parli di me?  Il più delle volte vedi una vecchia scorbutica, un po' pazza, lo sguardo smarrito, che non è più completamente lucida, che sbava quando mangia e non risponde mai quando dovrebbe. E non smette di perdere le scarpe e calze, che docile o no, ti lascia fare come vuoi, il bagno e i pasti per occupare la lunga giornata grigia. È questo che vedi! Allora apri gli occhi. Non sono io. Ti dirò chi sono. Sono l'ultima di dieci figli con un padre e una madre. Fratelli e sorelle che si amavano. Una giovane di 16 anni, con le ali ai piedi, sognante che presto avrebbe incontrato un fidanzato. Sposata già a vent'anni. Il mio cuore salta di gioia al ricordo dei propositi fatti in quel giorno. Ho 25 anni ora e un figlio mio, che ha bisogno di me per costruirsi una casa. Una donna di 30 anni, mio figlio cresce in fretta, siamo legati l'uno all'altra da vincoli che dureranno. Quarant'anni, presto lui se ne andrà. Ma il mio uomo veglia al mio fianco. Cinquant'anni, intorno a me giocano daccapo dei bimbi. Rieccomi con dei bambini, io e il mio diletto. Poi ecco i giorni bui, mio marito muore. Guardo al futuro fremendo di paura, giacché i miei figli sono completamente occupati ad allevare i loro. E penso agli anni e all'amore che ho conosciuto. Ora sono vecchia. La natura è crudele, si diverte a far passare la vecchiaia per pazzia. Il mio corpo mi lascia, il fascino e la forza mi abbandonano. E con l'età avanzata laddove un tempo ebbi un cuore vi è ora una pietra. Ma in questa vecchia carcassa rimane la ragazza il cui vecchio cuore si gonfia senza posa. Mi ricordo le gioie, mi ricordo i dolori, e sento daccapo la mia vita e amo. Ripenso agli anni troppo brevi e troppo presto passati. E accetto l'implacabile realtà "che niente può durare". Allora apri gli occhi, tu che mi curi, e guarda non la vecchia scorbutica. Guarda meglio e mi vedrai».

PAROLA DI DIO: Qo 11,9 – 12,8; Sal 89; Lc 9,43b-45

 

Vangelo Lc 9,43b-45

Dal vangelo secondo Luca

In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.  parola del Signore

 

“MA ESSI NON COMPRENDEVANO

Questo Gesù che nel momento della gloria parla di sofferenza, di tradimento, di morte diventa incomprensibile. Come è incomprensibile il dolore quando siamo fatti per la gioia. “Perché il Signore non mi prende? Perché mi lascia ancora qui? A che cosa serve la mia sofferenza?” mi diceva una donna tutta rattrappita dai suoi molti mali. Quante volte il male diventa incomprensibile. “Ho fatto tutto perché mio figlio avesse una buona educazione e poi le compagnie... Non capisco perché Dio permetta che qualcuno distrugge questo lavoro!” “Dio ha bisogno di preti e di preti santi, eppure quel buon prete che tanto faceva, sta morendo di cancro.’ Perché?!”.

“Essi non comprendevano”... Anch’io, Signore, non comprendo; sono una testa dura; vedo la tua croce, credo alla resurrezione, so che Dio è un Padre buono, ma non comprendo!... Manda, o Gesù, il tuo Spirito...

 

 

DOMENICA 29 SETTEMBRE: 26^ DOMENICA TEMPO ORD. B

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele

Una scheggia di preghiera:

 

PURIFICACI, SIGNORE, RENDICI PIU' BIANCHI DELLA NEVE.

 

HANNO DETTO: La superstizione, l'idolatria e l'ipocrisia percepiscono ricchi compensi, mentre la Verità va in giro a chiedere l'elemosina. (Martin Lutero)

SAGGEZZA POPOLARE: Tutte le cose importanti da sapere sono difficili da imparare. (Proverbio greco)

UN ANEDDOTO: Così disse una volta una buona mamma a san Antonino, arcivescovo di Firenze, raccomandandogli suo figlio: Padre, pregate perché Dio tenga la sua mano sulla testa di mio figlio! Le rispose, sorridendo, il santo: Sì certo pregherò, ma voi fate di tutto perché tenga la testa ferma!

PAROLA DI DIO: Nm 11,25-29; Sal 18; Gc 5,1-6; Mc 9,38-43.45.47-48

 

Vangelo Mc 9,38-43.45.47-48

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi. Chiunque, infatti, vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geenna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue». Parola del Signore

 

«SE IL TUO PIEDE TI SCANDALIZZA, TAGLIALO: È MEGLIO PER TE ENTRARE NELLA VITA ZOPPO, CHE ESSERE GETTATO CON DUE PIEDI NELLA GEENNA»

Questa Parola smaschera l’"uomo vecchio" che è in noi. Il peccato non viene infatti dalle cose, dal di fuori, ma scaturisce dal nostro intimo, dal nostro cuore. L’"uomo vecchio" vive in noi quando cediamo alle insidie del male e quando assecondiamo le nostre peggiori inclinazioni: egoismo, fame di potere, di gloria, di denaro... L’"uomo vecchio" deve cedere il posto all’"uomo nuovo": Gesù in noi. Possiamo da soli sradicare le passioni disordinate dal nostro cuore e far nascere in noi la vita divina? Soltanto Gesù con la sua morte può far morire il nostro "uomo vecchio" e con la sua risurrezione trasformarci in uomini nuovi. Lui può darci il coraggio e la risolutezza nella lotta contro il male, l’amore leale e radicale per il bene. Da Lui viene quella libertà interiore, quella pace e quella gioia ineffabile che ci portano al di sopra di tutte le brutture del mondo e ci fanno sperimentare fin da adesso un anticipo di Cielo.

 

 

LUNEDI’ 30 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Girolamo; S. Francesco Borgia

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI DI VEDERE IL BENE ATTORNO A NOI.

 

HANNO DETTO: Non dovrebbe esistere differenza fra soffrire e vedere soffrire. (Villiam Hazlitt)

SAGGEZZA POPOLARE: La curiosità è l’inizio della sapienza. (Proverbio greco)

UN ANEDDOTO: Un giovane fece visita a un rabbi per chiedergli come dovesse comportarsi nella vita. Ora il rabbi sapeva che il giovane proveniva da una famiglia molto pia, zelante, religiosa al massimo. Per cui, chiamati i suoi discepoli, volle che il neofita ripetesse ad alta voce la sua richiesta. - Desidero che il rabbi mi dia delle istruzioni precise su ciò che devo fare e su ciò che non devo fare nella vita. Rispose il rabbi: - Lasciati vivere! Quando puoi, ruba, ma non dimenticare di portarmi parte del bottino. Trascura i tuoi doveri e cerca, più che puoi, i piaceri. Sforzati sempre di avere la meglio sugli altri. In breve, vivi senza princìpi: solo così realizzerai te stesso. Il giovane, uditi questi consigli, se ne fuggì a precipizio. Alcuni mesi dopo il rabbi chiese ai suoi discepoli se avessero notizie del giovane. Risposero gli allievi che stava conducendo una vita santa in un paese lontano e che parlava di lui come di Satana in persona. Il rabbi rise: - Se gli avessi consigliato una vita virtuosa, non mi avrebbe obbedito. È infatti quanto gli è stato prospettato dalla sua più tenera età in mille modi. Voleva qualcosa di diverso, qualcosa di nuovo. E solo quando gli ho consigliato con foga un modo di vita nuovo, si è reso conto che preferiva - questa volta per scelta personale - rimanere nei campi ubertosi della virtù. - E che dire del fatto che parla di te come di Satana? - Per quanto mi riguarda, non ha importanza. Le parole le porta via il vento. Quanto a lui, capirà quando sarà venuto il momento. (Tradizione hassidica)

PAROLA DI DIO: Gb 1,6-22; Sal 16; Lc 9,46-50

 

Vangelo Lc 9,46-50

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi, infatti, è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande». Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi». Parola del Signore

 

“MAESTRO, ABBIAMO VISTO UN TALE CHE SCACCIAVA DEMONI NEL TUO NOME E GLIELO ABBIAMO IMPEDITO PERCHE’ NON È CON NOI TRA I TUOI SEGUACI”.

Non per niente Giovanni e suo fratello avevano il soprannome di “figli del tuono” dovuto alla loro impetuosità. Qui Giovanni vuol difendere il gruppo degli apostoli, vuole, in nome dell’ortodossia, allontanare chi non la pensa come Lui, o forse è anche un po’ geloso di vedere persone non appartenenti al gruppo dei dodici fare miracoli che magari a loro non riuscivano. Il rischio di fare come voleva fare Giovanni è ancora presente oggi; infatti, siamo ancora molto lontani dalla mentalità di Gesù. Noi viaggiamo ancora per etichette. Nel nostro mondo religioso i muri stentano a cadere. La storia, le interpretazioni arbitrarie, spesso dettate da motivi tutt’altro che religiosi, hanno fatto sì che si manifestasse la piaga delle divisioni: persone che si dicono credenti in Cristo e si fanno la lotta tra loro. Pensiamo poi a un’altra fonte di divisione: cattolici che si osteggiano perché appartengono a gruppi diversi. Gesù è venuto per unire. Gesù vuol fare un sol gregge sotto un solo pastore. Gesù ci dà il metro per imparare a leggere  l’unità e a cercarla: tutto ciò che concorre al bene del prossimo, tutto ciò che sfocia in opere di fede e di carità è positivo. Dovremmo davvero imparare  a leggere in positivo e il positivo!

Anche nelle nostre famiglie, se invece di accanirci e farci sangue gramo per le diversità, sapessimo vedere quanto di buono ci è dato e c’è nell’altro, quanta più tolleranza, quante discordie superate!

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

     
     
 

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