Archivio

 
     
     

SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

http://digilander.libero.it/don_franco_web

a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

FEBBRAIO 2024

 

GIOVEDI’ 1° FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Severo; S. Brigida; S. Raimondo

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, RENDICI TESTIMONI GIOIOSI DEL TUO VANGELO.

 

HANNO DETTO: Se dite cose meravigliose ma non le dite bene, non è nulla; se dite poco ma lo dite bene è molto. (San Francesco di Sales)

SAGGEZZA POPOLARE: Per questo mese ci accompagneranno proverbi derivanti dalla Sapienza Biblica. “Chi scava una fossa vi cadrà dentro”. (Sapienza biblica)

UN ANEDDOTO: Un'amica di Clara Barton, fondatrice della Croce Rossa Americana, le ricordò una volta un torto particolarmente malvagio che le era stato fatto molti anni prima. Ma la Barton, a quanto pareva non se ne rammentava: “Non te lo ricordi?” “No”, rispose Clara, “ricordo benissimo di averlo dimenticato”

PAROLA DI DIO: 1Re 2,1-4.10-12;Cant. 1Cr 29,10-12; Mc 6,7-13

 

Vangelo Mc 6,7-13

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demoni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano. Parola del Signore

 

“PRESE A MANDARLI A DUE A DUE”.

Potremo definire il vangelo di oggi come: “Strumenti per l'evangelizzazione e la testimonianza”. Il discorso missionario non è indirizzato solo ad alcune persone e non è fonte solo di vocazioni speciali nella Chiesa, ogni credente è persona che cerca la comunione con il Signore; quindi, ogni credente è come Gesù un mandato per portare la buona notizia del Vangelo e il Signore. Ecco però alcune condizioni indispensabili per poter rettamente svolgere il nostro compito di testimoni ed evangelizzatori. Prima di tutto c’è quell’ “andare a due a due” che significa che l’evangelizzazione non è mai un fatto strettamente personale, individualistico, ma frutto di una comunione vissuta con il Signore e fra di noi. Nella mentalità ebraica ci volevano almeno due persone per convalidare una testimonianza e poi la parola che dobbiamo annunciare non è nostra, ma della Chiesa che l’ha ricevuta da Gesù e a cui nulla può aggiungere e nulla può togliere. Questa parola deve essere ascoltata, riflettuta, vissuta insieme ai fratelli e, a nome della comunità dei credenti, annunciata. Una seconda condizione è la povertà, la semplicità . Il bagaglio da portarci dietro ridotto al minimo è segno di grande libertà nei confronti delle cose. Il testimone, il missionario non deve fare affidamento sui mezzi umani, ma deve abbandonarsi alla potenza del Vangelo e dello Spirito, usando mezzi umili e poveri, perché meglio appaia la grandezza di Dio, l’unico che salva. E infine, per gli annunciatori del vangelo è necessaria la serenità anche nei momenti difficili, anche quando, non siamo compresi anzi siamo rifiutati e scacciati. Se ci capita questo dobbiamo rimanere nella pace e non desistere dal nostro impegno ma andare oltre sicuri che l’importante è aver seminato nel nome di Gesù; la bontà del seme e la cura del Maestro faranno germogliare al tempo opportuno.

 

 

VENERDI’ 2 FEBBRAIO: PRESENTAZIONE DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi: S. Caterina de’ Ricci

Una scheggia di preghiera:

 

RICEVI, O PADRE, IL DONO DI GESU' CHE CI HAI DONATO.

 

HANNO DETTO: Il segreto della felicità è fare il proprio dovere, sforzandosi di trovarci il proprio piacere. (Y. Congar)

SAGGEZZA POPOLARE: C'è gente i cui denti sono spade e i cui molari sono coltelli per divorare gli umili eliminandoli dalla terra. (Sapienza biblica)

UN ANEDDOTO: Dice un maestro zen: "Ogni cosa intorno a noi è in continuo cambiamento. Ogni giorno, il sole splende su un nuovo mondo. Ciò che chiamiamo routine è piena di nuovi propositi e opportunità. Ma noi non percepiamo che ogni giorno è differente dagli altri. Oggi, da qualche parte, un tesoro ti aspetta. Può essere un breve sorriso, può essere una grande vittoria - non importa. Niente è noioso, perché tutto cambia costantemente. Il tedio non fa parte del mondo. Il poeta T. S. Eliot scrisse: 'Cammina tante strade, ritorna alla tua casa, e vedi ogni cosa come se fosse la prima volta".

PAROLA DI DIO: Ml 3,1-4 opp. Eb 2,14-18; Sal 23; Lc 2,22-40

 

Vangelo Lc 2,22-40 (forma breve: Lc 2,22-32)

Dal vangelo secondo Luca

(Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».) Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione e anche a te una spada trafiggerà l’anima, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazareth. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. Parola del Signore

 

QUANDO FURONO COMPIUTI I GIORNI DELLA LORO PURIFICAZIONE RITUALE, SECONDO LA LEGGE DI MOSÈ, MARIA E GIUSEPPE PORTARONO IL BAMBINO A GERUSALEMME PER PRESENTARLO AL SIGNORE .

Nel racconto della presentazione al Tempio di Gesù, una delle cose che maggiormente mi colpisce è il contrasto tra la semplicità e povertà di un gesto rituale e la grandezza del significato del mistero che si compie. I personaggi sono poveri: un Bambino di quaranta giorni, un falegname e sua moglie, un uomo giusto, Simeone, ma comune; una vecchia di 84 anni, Anna. Anche i mezzi sono poveri: due colombe per riscattare un bambino. Ma c’è il mistero di Gesù, Figlio di Dio che incontra nella gloria del Tempio Dio suo Padre, c’è l’anticipazione gloriosa e dolorosa di un’offerta totale, c’è la fede dei suoi genitori, ci sono le meraviglie di Dio manifestate a due poveri . Con Simeone e Anna , la vecchiaia del mondo, accoglie tra le sue braccia l’eterna giovinezza di Dio. Dio è l’eterna novità, è fedele al suo patto e rinnova, nella sua infinita fantasia, l’amore per il suo popolo. Ma anche in questo momento di grande gioia c’è l’ombra della tristezza e della croce: molti non accetteranno il dono fatto, addirittura lo ripudieranno. Anche per noi, Gesù è “l’incontro”, è la fedeltà di Dio rinnovata. Egli si offre a noi, in mille modi, specialmente nei sacramenti come comunione salvifica con il Padre ma anche come segno discriminante “per la rovina o per la salvezza”. Noi possiamo essere come le braccia accoglienti di Simeone, il cuore gioioso di Maria e Giuseppe, o come i tanti che in quel giorno tirano dritto per i loro affari, magari anche religiosi, senza accorgersi che il Salvatore è in mezzo a loro.

 

 

SABATO 3 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Biagio; Ss. Simone e Anna

Una scheggia di preghiere:

 

VOGLIO RIMANERE IN TE E TU, GESU', RIMANI IN NOI PERCHE' PORTIAMO IL TUO FRUTTO.

 

HANNO DETTO: Bisogna saper predicare senza prediche, cioè con l’esempio: allora diventiamo anche noi, come il sacerdote, gli occhi, la bocca , la lingua, il cuore dello stesso Cristo. (G. Eudes).

SAGGEZZA POPOLARE: Chi corregge un altro troverà infine più favore di chi ha una lingua adulatrice. (Sapienza biblica)

UN ANEDDOTO: Un asino riteneva felice un cavallo poiché veniva nutrito abbondantemente e con tutte le cure, mentre lui non disponeva nemmeno di paglia a sufficienza e doveva subire moltissime tribolazioni. Quando giunse il tempo della guerra, il soldato montò in armi sul cavallo, lo spinse di qua e di là e anche in mezzo ai nemici. Così il cavallo, colpito, finì per rovinare a terra. Dopo che vide questo, l’asino cambiò idea e compianse il cavallo. La favola dimostra che non bisogna nutrire invidia nei confronti di coloro che sono potenti e ricchi, ma, tenendo presenti l’ostilità e il pericolo a cui sono esposti, occorre apprezzare la povertà. (Esopo)

PAROLA DI DIO: 1Re 3,4-13; Sal 118; Mc 6,30-34

 

Vangelo Mc 6,30-34

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Parola del Signore

 

ED EGLI DISSE LORO: «VENITE IN DISPARTE, VOI SOLI, IN UN LUOGO DESERTO, E RIPOSATEVI UN PO’»

Conosco tante persone, e forse tra esse vi sono pure io, che pensano di essere unici ed indispensabili in questo mondo. Tutto dipende da loro nelle piccole e grandi cose. Se non c’è una loro supervisione anche a quello che fanno gli altri, le cose non sono fatte bene. E allora queste persone corrono, sono agitate, parlano, dicono…e sono continuamente a rischio di infarto. In molti casi è vero: la vita non ti concede requie, hai talmente tanti impegni che per portarli avanti tutti, arrivi alla sera stremato. Anche solo in famiglia, ad esempio, una mamma tra i figli con tutte le loro esigenze, il marito, la casa, gli anziani, e poi magari anche il suo lavoro, certamente non ha molto tempo libero. Si corre però il rischio di diventare schiavi delle cose, di correre per anni ed anni e poi improvvisamente accorgersi … “Ma per che cosa ho corso? Per chi sto correndo?”

Spesso si perde il senso della meta per cui si fanno le cose, o questo rimane talmente nascosto che sono le cose, gli impegni a comandare. Prova a fermarti. C’è bisogno di prendere fiato in certi momenti. C’è bisogno di un po’ di silenzio in mezzo a tanto rumore. C’è bisogno di ritrovare sé stessi, i motivi del proprio agire, c’è bisogno di incontrare Dio che di solito non parla nel chiasso, ma ha bisogno del tuo silenzio per arrivare al profondo del tuo cuore. Fermati!

Non aver paura di perdere un po’ del tuo tempo. Non aver paura di impoverire gli altri se qualche momento della tua vita ti ritiri, se in qualche momento ti metti a naso all’insù per accorgerti che esistono ancora le stelle o ti siedi sulla sponda del mare per lasciarti cullare dal rumore della risacca. Non togli niente a nessuno, anzi, ti arricchisci per poter arricchire, perché a forza di correre, anche per gli altri, si rischia di trasmettere solo più i propri affanni. Anche nella fede hai bisogno di fermarti perché, se no offri solo religione, norme, esteriorità. Se non hai Gesù nel tuo cuore non porti nulla. E per avere Lui nel cuore c’è bisogno di stare con Lui. Forse non servono neppure le parole, le preghiere, basta fermarsi e riposare nel suo cuore. E Lui stesso, ad un certo punto, come succede nel Vangelo di oggi, vedendo altra gente in difficoltà ti dirà: “Adesso possiamo andare; dopo essere stato con Me su quella barca, sei in grado di portarmi a loro”.

 

 

DOMENICA 4 FEBBRAIO: 5^ DOMENICA T.O. ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: S. Eutichio; S. Nicola Studita

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, GESU', PER TUTTI I TESTIMONI DELLA TUA PAROLA.

 

HANNO DETTO: Ho conosciuto il mare meditando su una goccia di rugiada. (Gibran)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi lavora la sua terra si sazierà di pane, chi insegue chimere si sazierà di miseria. (Sapienza biblica)

UN ANEDDOTO: “Che cosa e l'opinione pubblica?” chiesero al primo ministro francese Pompidou. Rispose: “Per conto mio l'opinione pubblica è ciò che la gente pensa che gli altri pensino”.

PAROLA DI DIO: Gb 7,1-4.6-7: Sal 146; 1Cor 9,16-19.22-23; Mc 1,29-39

 

Vangelo Mc 1,29-39

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demoni, ma non permetteva ai demoni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini. perché io predichi anche là; per questo, infatti, sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demoni. Parola del Signore

 

“E ANDÒ PER TUTTA LA GALILEA, PREDICANDO NELLE LORO SINAGOGHE E SCACCIANDO I DEMONI”.

La missione di Gesù consiste nel parlare (annuncio del regno) e scacciare i demoni (fare dei segni concreti per manifestare che il regno è qui). Noi cristiani, spesso facciamo lunghe riunioni, discussioni interminabili per chiederci che cosa dobbiamo fare per dimostrare la salvezza ricevuta. Basta guardare a Lui. L’annuncio gioioso (Vangelo) che ogni cristiano deve fare è parlare del regno e testimoniarlo con opere concrete di salvezza. È la persona stessa di Gesù (il Verbo) che salva. Il cristiano con la sua persona non può non essere una parola di questa salvezza avvenuta. Un cristiano che con la sua vita non è concretamente questa parola, un cristiano che non dice niente a nessuno è solo “sale che ha perso il suo sapore e che non serve ad altro che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini”. E la testimonianza quale è? Liberare dal male, cioè, offrire concreti gesti di speranza al mondo. Guardiamo anche ai santi: parlavano di Dio con le labbra e con la loro vita che era segno continuo di attenzione all’uomo, di donazione, di amore.

 

 

LUNEDI’ 5 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Agata; S. Saba

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, CHE NULLA VADA PERSO DI OGNI PIU' PICCOLA SOFFERENZA.

 

HANNO DETTO: Il segreto del successo è la perseveranza verso lo scopo. (B. Disraeli)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi nasconde le proprie colpe non avrà successo; chi le confessa e cessa di farle troverà indulgenza. (Sapienza biblica)

UN ANEDDOTO: Un raccontino di Ludovico Muratori (nell'italiano di allora): Nel tempo che le bestie parlavano o vivevano divise in varie repubbliche, fecero lega due gatti con promessa di spartire ugualmente fra loro tutto quel che andassero rubando. Avendo un dì cadauna d’essi rubato un pezzo di formaggio, nacque discordia tra loro, pretendendo ciascun d’essi che il pezzo suo fosse minore dell’altro ed esigendo il supplemento. Furono vicini a decidere la controversia coll’unghie, ma il più assennato ottenne che si rimettesse l’affare al giudice. Giudice pubblico si trovò allora uno scimmione. Costui, udito il litigio, immediatamente fece portar le bilance e si trovò che l’uno dei pezzi di formaggio pesava due once di più dell’altro; allora il valente giudice, per uguagliar le partite, si attaccò ai denti il pezzo sovrabbondante e saporitamente se masticò. Ma per disavventura tanto ne portò via che, rimessi i pezzi sulle bilance, il primo eccedente si trovò mancante di un’oncia rispetto all’altro. E qui il buon giudice, preso l’altro pezzo, parimenti l’afferrò coi denti e ne portò via quanto gli piacque e se mangiò. Veduto si bel  gioco si guardarono l’un l’altro i litiganti e l’un d’essi, rivolto ai giudice: — Messere —, gli disse, — se tali son le bilance della giustizia, tutti e due noi avremo infine la sentenza contro. M’è sovvenuto adesso un modo più sicuro di accordarci insieme. E presi con bella grazia i pezzi rimasti se n’andarono ambedue a mangiarseli in santa pace.

PAROLA DI DIO: 1Re 8,1-7.9-13; Sal 131; Mc 6,53-56

 

Vangelo Mc 6,53-56

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono. Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse. E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati. Parola del Signore

 

E LÀ DOVE GIUNGEVA, IN VILLAGGI O CITTÀ O CAMPAGNE, DEPONEVANO I MALATI NELLE PIAZZE E LO SUPPLICAVANO DI POTER TOCCARE ALMENO IL LEMBO DEL SUO MANTELLO; E QUANTI LO TOCCAVANO VENIVANO SALVATI.

Marco, in uno dei suoi riassunti, senza cercare né spiegazione né collegando direttamente le guarigioni con le parole dell’annuncio della Buona Novella, ci parla dell’azione taumaturgica di Gesù. A che cosa servono i miracoli?

Gesù era un guaritore?

I miracoli confermano la divinità di Gesù? Perché Gesù non ha guarito tutti i malati? Quanti interrogativi tipici della nostra mentalità razionalistica occidentale!

Nel mondo antico il male, in qualunque modo si manifesti, si oppone al bene, cioè a Dio. Il male, poi, dà all’uomo la giusta dimensione, cioè lo aiuta a pensarsi non autosufficiente, ma debole, finito, bisognoso di aiuto.

Dio non ama il male, né il peccato, né le sue conseguenze, anzi aiuta l’uomo a combatterlo. Gesù è la risposta più grande di Dio alla lotta contro il male. E Gesù raccoglie tutto il male del mondo per inchiodarlo sul legno della croce, per morire di lui e con lui, per trasformare peccato, male, sofferenza, morte in risurrezione e vita eterna. Dicendo questo so di aver detto molto, ma so anche di aver balbettato su un mistero enorme nel quale tutti noi siamo inseriti. Gesù, in questo brano di Marco, non parla, agisce, guarisce. Non fa distinzioni su qualità di fede più o meno superstiziosa, su malati meritevoli o meno di guarigione. Gesù ‘si lascia toccare’ e guarisce. È l’aspetto più concreto, più consolante della Buona Novella. Che poi questo sia la realizzazione delle profezie, la conferma della divinità di Gesù, è tutto vero, ma intanto le guarigioni sono segno concreto che l’impero del male non è invincibile, che basta una frangia del mantello di Gesù o la sua ombra per cacciarlo. Non chiedetemi perché Gesù, oggi, non operi o non possa operare questo o quel miracolo, non cercate le spiegazioni di qualcosa che proprio perché è miracoloso non potrà mai essere spiegato (ricordate il cieco nato? Davanti alla ridda delle interpretazioni e delle domande dei farisei risponde con le uniche parole valide di fronte al miracolo: “Io so che prima non ci vedevo e adesso ci vedo”); a me, questa Buona Novella che comincia con delle guarigioni fisiche di gente che soffre, piace proprio, e mi piace altrettanto, e mi fa pensare, la parola che Gesù dice ai primi discepoli: “Andate, guarite i malati, cacciate i demoni, e predicate che il Regno di Dio è qui”.

 

 

MARTEDI’ 6 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Paolo Miki e c.; S. Guarino; S. Alfonso M. Fusco

Una scheggia di preghiera:

 

RENDI, SIGNORE LA NOSTRA FEDE VIVA NEGLI ATTI.

 

HANNO DETTO: Sopportare la morte per rinascere, non è poi cosa difficile. (Fritz Perls)

SAGGEZZA POPOLARE: Il ricco si crede saggio ma il povero intelligente lo scruta bene. (Sapienza biblica)

UN ANEDDOTO: Diogene entrò nella scuola di Platone e coi piedi sporchi si mise a calpestare un tappeto artistico. “Io calpesto il fasto orgoglioso di Platone”.  “Sì”, rispose il grande filosofo. “Ma lo calpesti con un orgoglio maggiore del mio”.

PAROLA DI DIO: 1Re 8,22-23.27-30; Sal 83; Mc 7,1-13

 

Vangelo Mc 7,1-13

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè, infatti, disse: “Onora tuo padre e tua madre”, e: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte». Parola del Signore

 

“...BENE HA PROFETATO ISAÌA DI VOI, IPOCRITI, COME STA SCRITTO: “QUESTO POPOLO MI ONORA CON LE LABBRA, MA IL SUO CUORE È LONTANO DA ME…”

Oggi Gesù ci chiama a riconoscere che la fede che ci vien chiesto di professare è una fede che deve aver contatto con la vita quotidiana, deve avere le nostre mani e i nostri piedi, una fede che agisce; una fede che deve avere la nostra mente, una fede che pensa; una fede che deve avere il nostro cuore, una fede che ama! Una fede che prende la forma delle scelte concrete e che si manifesta nelle nostre opere. Gesù ci chiede questa fede concreta e autentica. Anche il nostro agire, anche il nostro pensare, anche il nostro amare, diventano preghiera al Padre. Questo ci viene richiesto ricordandoci di avere gli stessi pensieri di Dio, invitandoci ad amare e a servire gli uni gli altri, percorrendo le stesse vie che lui ha percorso.

 

 

MERCOLEDI’ 7 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Partenio; S. Riccardo; B. Pio IX

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI SIGNORE UN CUORE SIMILE AL TUO.

 

HANNO DETTO: Tu non sei nessuno finché nessuno ti ama. (S. Teresa di Lisieux)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi custodisce la bocca e la lingua preserva sé stesso dai dispiaceri. (Sapienza biblica)

UN ANEDDOTO: Alcuni detti dei Padri del deserto: 1.Un ragazzino chiese un giorno a un anziano: — Secondo te, abba, io sono buono? Rispose l’anziano:— Io, con un tipo come te non ti lascerei giocare. 2.Disse l’abate Eulogio: Non parlatemi dei monaci che non ridono mai. Non sono seri! 3.Confessò un monaco del deserto: — io non so pregare. Mi limito a fare i complimenti a Dio.

PAROLA DI DIO: 1Re 10,1-10; Sal 36; Mc 7,14-23

 

Vangelo Mc 7,14-23

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro, infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo». Parola del Signore


CIÒ CHE ESCE DALL’UOMO È QUELLO CHE RENDE IMPURO L’UOMO.

Siamo davvero un mistero!

Dentro di noi c'è un intero universo. Io posso amare e odiare, ridere e piangere, fare del bene o ordire crimini orrendi. L'uomo non è 'nato buono', porta in sé il cromosoma di tutte le generazioni che lo hanno preceduto... Ma se ci sono delle cose che non dipendono direttamente da noi, c'è un 'cuore' che può dare senso a tutto. Chi si lascia vivere dice rassegnato: “Sono uomo, sono fatto così” e giustifica tutto di sé dicendo “E' colpa della nostra povera umanità” Chi prende in mano la propria vita e vuole viverla giorno per giorno, è consapevole delle proprie debolezze, tendenze, difficoltà, come delle proprie capacità e col 'cuore' cerca di indirizzarle. Non è mettendosi una maschera che si risolvono i problemi o che si diventa buoni o cattivi, ma riscoprendo giorno per giorno di poter diventare a pieno titolo figli di Dio che si recupera il bene, si combatte il male, si trova in Lui la capacità di apprezzare il dono della vita e anche il senso della lotta per far emergere il tanto di buono che è già seminato in noi.

 

 

GIOVEDI’ 8 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Girolamo Emiliani; S. Giuseppina Bakhita

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, ANCHE I CAGNOLINI SOTTO LA TAVOLA MANGIANO LE BRICIOLE DEI FIGLI

 

HANNO DETTO: Nessuno parla in nostra presenza come parla in nostra assenza. (Pascal)

SAGGEZZA POPOLARE: L'anima del malvagio desidera far il male e ai suoi occhi il prossimo non trova pietà. (Sapienza biblica)

UN ANEDDOTO: Un lupo era diventato così grosso rispetto ai suoi simili che cominciarono a chiamarlo «leone». Lo sciocco non fu appagato dalla fama, così lasciò i lupi, cominciando a frequentare i leoni. Una volpe si prese gioco di lui e disse: «Che io non mi inorgoglisca mai tanto quanto tu ora sei superbo, poiché puoi apparire davvero come un leone tra i lupi, ma, confrontato con i leoni, torni a essere un lupo». (Babrio)

PAROLA DI DIO: 1Re 11,4-13; Sal 105; Mc 7,24-30

 

Vangelo Mc 7,24-30

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato. Parola del Signore

 

“…ALLORA LE DISSE: «PER QUESTA TUA PAROLA, VA’: IL DEMONIO È USCITO DA TUA FIGLIA»…”

O mio Signore, sono qui ai tuoi piedi angosciata, ma con tanta fede in te. Non per me ti prego, ma per la mia bambina e credo che tu la possa liberare: non sei forse venuto per sconfiggere il demonio?

Certo, ho sentito che dicevi ai tuoi discepoli che la tua missione è rivolta alle pecore perdute della casa di Israele e tu vuoi restare fedele al progetto di chi ti ha mandato, obbedendo anche quando vedi che avresti più obbedienza altrove! Non pretendo il pane come figlia del popolo eletto, non mi sono sentita offesa di essere considerata come un cagnolino, anzi ne prendo spunto per chiederti le briciole. Si, ho preso proprio la palla al balzo, con un’azione in contropiede, ma tu non ti sei arrabbiato, anzi, ti vedo favorevolmente stupito!

E ora mi dici queste parole…Grazie, Signore!

 

 

VENERDI’ 9 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Apollonia; S. Sabino

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, GUARISCICI!

 

HANNO DETTO: La sapienza consiste nel vedere ogni cosa secondo la sua verità, con perfetta libertà interiore. (San Massimo il Confessore)

SAGGEZZA POPOLARE: C'è oro e ci sono molte perle ma la cosa più preziosa sono le labbra istruite. (Sapienza biblica)

UN ANEDDOTO: Il filosofo Antistene, con malcelata compiacenza ostentava il disprezzo per le ricchezze e le vanità. Una volta Socrate si accorse che egli indossava un mantello in modo da mettere bene in mostra i buchi e gli strappi e sorridendo gli disse: “Antistene, Antistene, attraverso i buchi del tuo mantello io vedo il tuo orgoglio.

PAROLA DI DIO: 1Re 11,29-32; 12,19; Sal 80; Mc 7,31-37

 

Vangelo Mc 7,31-37

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decapoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!». Parola del Signore

 

“GUARDANDO IL SORDOMUTO GLI DISSE: «EFFATÀ», CIOÈ: «APRITI!». E SUBITO GLI SI APRIRONO GLI ORECCHI, SI SCIOLSE IL NODO DELLA SUA LINGUA E PARLAVA CORRETTAMENTE.”

Ci sono casi tragici di bambini condannati alla solitudine perché ciechi, sordi e muti dalla nascita. L’impegno e l’abilità degli specialisti del linguaggio riescono a volte, ad aprire loro il mondo dei segni e della parola. Ma quando gli occhi e le orecchie e la lingua del cuore sono bloccati?...

Quante persone, quante coppie che non si capiscono, che non parlano più! Quanti “dialoghi tra sordi”, tra individui, gruppi, istituzioni o nazioni quando viene meno la fiducia reciproca e non si è più capaci ad accettare gli altri con la loro fragilità, ma anche con ciò che portano in sé di più prezioso!

Gesù ordina: “Apriti!”. Apriti ad ascoltare ed accogliere gli insegnamenti del Vangelo! Apriti a dire la tua fede con tutta la tua vita! Apriti a tradurre in pratica il Padre nostro che ripeti ogni giorno!

 

 

SABATO 10 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Scolastica; S. Silvano

Una scheggia di preghiera:

 

SEI TU, SIGNORE, IL PANE, UN CIBO SEI PER NOI.

 

HANNO DETTO: La restrizione mentale è mentire al punto di far credere a sé stessi di non aver mentito. (Lanza del Vasto)

SAGGEZZA POPOLARE: Rimprovera l'intelligente e capirà la lezione. (Sapienza biblica)

UN ANEDDOTO: “Adorare il vitello d'oro” è un modo di dire italiano che indica amare smodatamente la ricchezza, ammirare e invidiare chi la possiede. O anche atteggiamento di adorazione e dipendenza ad una persona. Deriva dal fatto biblico raccontato nel libro dell’Esodo in cui gli Ebrei dimenticando Dio si costruiscono e adorano un vitello ottenuto dalla colatura dei loro ori. È il peccato di idolatria sempre presente nella storia dell’uomo. Quanti “Vitelli d’oro” si adorano oggi?

PAROLA DI DIO: 1Re 12,26-32; 13,33-34; Sal 105; Mc 8,1-10

 

Vangelo Mc 8,1-10

Dal vangelo secondo Marco

In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino, e alcuni di loro sono venuti da lontano». Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette». Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò. Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà. Parola del Signore

 

“GESÙ DISSE: SENTO COMPASSIONE DI QUESTA FOLLA”.

Gesù sente ‘compassione’ per la folla e di qui scaturisce il miracolo della moltiplicazione dei pani. Gesù sente compassione per la fatica del nostro vivere e ci dona il suo pane, la sua Eucaristia. L’Eucaristia è il cibo per il nostro cammino. Troppi cristiani hanno la presunzione di essere tali senza mangiare questo cibo: “Io prego per mio conto, che bisogno c’è di andare a Messa!” Altri pensano che l’Eucaristia sia esclusivamente per i buoni, se ne sentono indegni e si privano di questo cibo, altri ancora “fanno indigestione” di questo cibo riducendolo ad una specie di devozione privata travisando lo scopo per cui il Signore ce l’ha donata. L’Eucaristia nasce dal desiderio di Gesù di compatire con noi la nostra vita, dal darci da “mangiare” sé stesso, il suo perdono, la sua gioia, la sua forza, dal suo volere essere con noi perché sa bene che “senza di Lui non possiamo nulla”.

 

 

DOMENICA 11 FEBBRAIO: 6^ DOMENICA T.O. ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: B. V. Maria di Lourdes; S. Sotere

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, SE VUOI, PUOI GUARIRCI.

 

HANNO DETTO: Le stelle sono l'ornamento del cielo, i religiosi l'ornamento della Chiesa; le stelle coi loro perpetui movimenti lodano il Creatore, i religiosi lo lodano con le loro opere sante; le stelle son fisse nel firmamento, i religiosi nel chiostro; le stelle rischiarano la notte, i religiosi la Chiesa. (Sant'Alberto)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi va a passi frettolosi inciampa. (Sapienza biblica)

UN ANEDDOTO: Uno scienziato aveva dedicato dieci anni alla ricerca di un metodo per trasformare l'acqua in petrolio. Era convinto che per riuscire nel suo intento gli bastava una sola sostanza, ma, per quanti tentativi facesse, non riusciva a trovare la formula giusta. Un giorno venne a sapere che fra le alte montagne del Tibet viveva un Lama che sapeva tutto ed era in grado di rivelargli la formula che cercava. Doveva però soddisfare tre condizioni: viaggiare fino lassù da solo, e il tragitto era pieno di pericoli; viaggiare a piedi, e il percorso era faticoso; inoltre, se mai fosse riuscito ad arrivare alla presenza del Lama, avrebbe potuto porgli una sola domanda. Gli ci vollero molti mesi di pericoli e dure fatiche per soddisfare le prime due condizioni. Quando fu infine alla presenza del Lama, quale non fu la sua sorpresa nel trovare non un vecchio rugoso dalla lunga barba, ma una giovane donna attraente, molto più bella di quanto avesse mai potuto immaginare. Ella gli rivolse un sorriso dolcissimo e, con una voce che alle sue orecchie suonava celestiale, gli disse: «Congratulazioni, viaggiatore! Sei riuscito ad arrivare al nostro rifugio in cima alla montagna. Qual è la tua domanda?» Con sua grande sorpresa, lo scienziato pronunciò istintivamente queste parole: Signorina, è sposata?

PAROLA DI DIO: Lv 13,1-2.45-46; Sal 31; 1Cor 10,31 – 11,1; Mc 1,40-45

 

Vangelo Mc 1,40-45

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va', invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte. Parola del Signore

 

LO SUPPLICAVA IN GINOCCHIO E GLI DICEVA: «SE VUOI, PUOI PURIFICARMI!».

Quante volte, incontrando degli ammalati abbiamo sentito rivolgere a Dio, questa supplica: “Signore, se vuoi... Chi prega così non dubita della potestà di colui che lo ascolta. Ma, come mai tante volte, davanti ad una preghiera così accorata non c’è risposta?

Una volta che mi sono trovato a Lourdes ho incontrato, seduta su una carrozzella, una signora semplice, buona, conosciuta per la sua carità e generosità. Ora era lì: da mesi soffriva di esaurimento e le sue erano depressioni terribili. “Don Franco, se la Madonna non mi aiuta non so se c’è la faccio!” E pregava, e altri pregavano per lei. Ritornata a casa, dopo pochi giorni non ce la fece più: qualcosa dentro di lei si era rotto: scrisse un biglietto per chiedere perdono e poi si diede fuoco. Come mai il Signore non ha ascoltato quella preghiera?

Non di certo perché questa donna non l’avesse fatta con fede e neanche perché il Signore è sordo: se Dio è un Padre, anche in questo caso non può non aver voluto il bene di questa sua figlia... Rimane il mistero... ma questa preghiera del lebbroso e di tante altre persone troverà il suo eco giusto quando diventerà la preghiera di Gesù: “Se vuoi allontana da me questo calice”. Anche questa volta Dio sembrerà non ascoltare, ma dalla sofferenza e morte di Cristo nascerà la nostra salvezza e nella sua risurrezione il segno di ogni risurrezione e vittoria sul male anche per noi.

 

 

LUNEDI’ 12 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Martiri di Abitene; S. Benedetto di Aniane

Una scheggia di preghiera:

 

SEI TU, GESU', L'UNICO VERO SEGNO DELLA NOSTRA SALVEZZA.

 

HANNO DETTO: Una società di atei inventerebbe subito una religione. (Balzac)

SAGGEZZA POPOLARE: Le labbra dello stolto provocano liti e la sua bocca provoca percosse. (Sapienza biblica)

UN ANEDDOTO: Un tale a Las Vegas si avvicinò a un signore dall'aria facoltosa e gli disse: «Non è che avrebbe venticinque dollari da darmi, signore? Sono due giorni che non mangio e non ho un posto dove andare a dormire». «Come faccio a essere sicuro che il denaro non lo userai per giocare d'azzardo?» «Non c'è problema», replicò l'uomo. «Il denaro per il gioco ce l'ho già».

PAROLA DI DIO: Gc 1,1-11; Sal 118; Mc 8,11-13

 

Vangelo Mc 8,11-13

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, vennero i farisei e si misero a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova. Ma egli sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno». Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva. Parola del Signore

 

“VENNERO I FARISEI E COMINCIARONO A DISCUTERE CON LUI. CHIEDENDOGLI UN SEGNO DAL CIELO, PER METTERLO ALLA PROVA”.

Ci sono persone che pensano che la fede si conquisti in base a discussioni, ragionamenti o segni straordinari. Mi piace l’atteggiamento di Gesù nei confronti di questi farisei amanti delle dispute religiose e ricercatori di segni straordinari del cielo: non li maltratta, non ricorda loro che la Parola di Dio la si accoglie e non la si discute, non dice a loro che il segno di Dio lo hanno davanti agli occhi e proprio perché presi da sé stessi non riescono a vederlo, ma sospira deluso della loro durezza di cuore e li lascia alle loro chiacchiere religiose andandosene. Una volta, anch’io credevo che con la ragione, la filosofia, la scienza si potesse dare una risposta a tutti gli interrogativi della vita, credevo che lo studio, il dialogo, la discussione fossero sufficienti per conoscere tutto, oggi dico che lo studio è necessario, che il dialogo è un’ottima strada per confrontarsi con altri, ma sempre più sono convinto che le nostre conoscenze scientifiche sono molto limitate e che per la fede occorra una conoscenza diversa, vitale ed esistenziale perché essa possa radicarsi in noi; credo nel valore delle parole, dei ragionamenti ma so che essi sono talmente legati alla persona che anche chi cerca di essere più corretto non può essere asettico durante una discussione e poi per esperienza posso dire che se dopo certe discussioni, dopo certi ragionamenti si può uscire rasserenati, dopo la maggioranza di essi si esce con le idee da cui si era partiti o anche rafforzati in esse e pure con un certo astio per chi non la pensa come noi. Auguro a me e a tutti voi di fare questa esperienza: lasciamo per una volta da parte gli interrogativi, le discussioni, le parole e proviamo ad incontrarci con Gesù Cristo a tu per tu, portando senza paura tutto noi stessi, contraddizioni comprese. Sono convinto che man mano incontreremo Lui, non solo molti dubbi passeranno, ma troveremo anche il vero volto di noi stessi.

 

 

MARTEDI’ 13 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Martiniano; S. Benigno

Una scheggia di preghiera:

 

IL PANE CHE MANGIAMO È CRISTO IN MEZZO A NOI

 

HANNO DETTO: I religiosi non dimentichino mai il beneficio grande che ha loro fatto Dio nel chiamarli là dove possono fare gran bene per sé e per il prossimo. (San Giovanni Bosco)

SAGGEZZA POPOLARE: L'odio si copre di simulazione ma la sua malizia apparirà pubblicamente. (Sapienza biblica)

UN ANEDDOTO: Una volta un leone stava affrontando un viaggio con un uomo. Ciascuno dei due faceva discorsi per vantarsi. Lungo il percorso apparve una stele di pietra che presentava un uomo mentre strangolava un leone. Allora l’uomo la mostrò all’animale e gli disse: «Vedi come noi siamo più forti di voi?». Il leone, accennando a un sorriso, rispose: «Se i leoni sapessero realizzare sculture, vedresti molti uomini sopraffatti da un leone». (Esopo)

PAROLA DI DIO: Gc 1,12-18; Sal 93; Mc 8,14-21

 

Vangelo Mc 8,14-21

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane. Allora Gesù li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano pane. Si accorse di questo e disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici». «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette». E disse loro: «Non comprendete ancora?». Parola del Signore

 

“PERCHÉ DISCUTETE CHE NON AVETE PANE? NON CAPITE ANCORA E NON COMPRENDETE? AVETE IL CUORE INDURITO?”

I nostri bisogni contingenti e le paure che essi scatenano catturano immediatamente tutta la nostra attenzione, impegnano le nostre facoltà e ci impediscono di vedere che la soluzione a quelle stesse necessità è proprio lì a portata di mano. I discepoli sulla barca dicono di non avere pane; in realtà non è vero che non hanno pane: pensano, attanagliati dalla paura, di non averne a sufficienza. E, perciò, perdono di vista il pane che effettivamente c’è sulla barca: “un pane solo ”, d’accordo, che non può bastare, ma che è proprio Gesù, il pane vivo disceso dal cielo, l’unico vero pane di vita pronto a moltiplicarsi - come ha già testimoniato di sapere e volere fare - per saziare ogni fame umana. E questo pane è a portata di mano, perché nell’eucaristia proprio alle nostre mani si offre.

 

 

MERCOLEDI’ 14 FEBBRAIO: LE CENERI

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Cirillo e Metodio patroni d’Europa

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, SIGNORE, A LIBERARCI DALLE MASCHERE.

 

HANNO DETTO: Qualunque sia la tua religione, cerca di esigere che essa aiuti ad unire gli uomini anziché separarli. (Helder Camara)

SAGGEZZA POPOLARE: Come frutti d'oro su vassoio d'argento così è una parola detta a suo tempo. (Sapienza biblica)

UN ANEDDOTO: La persona era un cliente abituale e la direzione faceva del suo meglio per accontentarlo. Perciò, quando un giorno egli si lamentò che a ogni pasto gli veniva servito un solo pezzo di pane, il cameriere si precipitò a portargliene quattro fette. «Va bene», egli commentò, «ma non mi basta. A me piace il pane, mi piace averne tanto». Il giorno seguente gliene diedero una dozzina di fette. «Bene», disse, «mi pare però che stiate facendo ancora un po' economia!» Le sue proteste non cessarono neppure il giorno successivo, quando trovò in tavola un intero cestino di pane. Il direttore decise quindi di dargli una lezione. Fece infornare una pagnotta gigantesca, lunga quasi due metri e larga uno, poi la trasportò lui stesso, con l'aiuto di due camerieri, su un tavolino vicino e restò in attesa della reazione del cliente. L'uomo fissò l'enorme pagnotta con aria torva, poi guardò il direttore ed esclamò: «Ci risiamo, un pezzo solo!»... (è bello accendere la candela, ma è più divertente prendersela con il buio).

PAROLA DI DIO: Gl 2,12-18; Sal 50; 2Cor 5,20 – 6,2; Mt 6,1-6.16-18

 

Vangelo Mt 6,1-6.16-18

Dal vangelo secondo Matteo 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto, e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà». Parola del Signore 

 

GESÙ DISSE AI SUOI DISCEPOLI: “STATE ATTENTI A NON PRATICARE LA VOSTRA GIUSTIZIA DAVANTI AGLI UOMINI PER ESSERE AMMIRATI DA LORO”.

L’ipocrisia è una malattia terribile che si insinua ovunque, si comincia da piccoli raccontando bugie per farci vedere superiori a quello che siamo e si continua nella vita mascherandoci continuamente. Anche nel bene vogliamo sembrare migliori di quello che siamo. Perfino con Dio, tentiamo la carta dell’ipocrisia: “Signore ho fatto bene tutto, quindi tu mi devi...” Ma serve l’ipocrisia?

Questo raccontino può suggerirci qualcosa: Un cavallo selvaggio incontrò un cavallo domestico e cominciò a rimproverarlo per la sua condizione di schiavitù. La bestia domata replicò sostenendo di essere libera come il vento. «E allora», disse l’altro, «spiegami un po’ a cosa serve quell’arnese che hai in bocca». «È ferro», fu la risposta, «uno dei tonificanti più efficaci». «Sì, ma cosa vogliono dire quelle redini che ci sono attaccate?»

«Servono a impedire che mi caschi dalla bocca quando sono troppo pigro per tenerlo stretto». «E che mi dici della sella?»

«Mi risparmia molta fatica: quando sono stanco ci monto sopra e vado a cavallo». Non c’è nessuno peggiore dello schiavo che bacia le proprie catene e dell‘uomo che scusa le cattive abitudini che lo tengono prigioniero. Nessuno è libero se non è padrone di sé stesso. Come combattere l’ipocrisia: Gesù ci indica la strada della verità, della semplicità, della consapevolezza di chi è Dio e di chi siamo noi.

 

 

GIOVEDI’ 15 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Faustino e Giovita; S. Claudio La Colombière

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, SIGNORE, A TRASFORMARE “IO” IN “TU”

 

HANNO DETTO: Tutta la nostra religione è falsa se non abbiamo la carità universale per tutti, per i buoni come per i cattivi, per quelli che ci fanno del male, come per quelli che ci fanno del bene. (Santo curato d'Ars)

SAGGEZZA POPOLARE: Come anello d'oro e collana d'oro fino è un saggio che ammonisce un orecchio attento. (Sapienza biblica)

UN ANEDDOTO: Un ex prigioniero di un campo di concentramento nazista era andato a trovare un amico che aveva vissuto con lui la stessa tragica esperienza. «Hai perdonato i nazisti?» chiese all'amico. «Sì». «Io invece no. Nutro ancora un fortissimo odio nei loro confronti». «In questo caso», gli spiegò con dolcezza l'amico, «sei ancora loro prigioniero». (i veri nemici non sono coloro che ci odiano, bensì quelli che noi odiamo).

PAROLA DI DIO: Dt 30,15-20; Sal 1; Lc 9,22-25

 

Vangelo Lc 9,22-25

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina sé stesso?». Parola del Signore

 

“SE QUALCUNO VUOL VENIRE DIETRO A ME, RINNEGHI SÉ STESSO".

È una frase dura di Gesù, può sembrare addirittura una frase negativa. Rinnegare sé stessi non vuol dire distruggere l’immagine di Dio impressa in noi. Vuol dire combattere contro la voglia di affermarci come “lo”, che comprime e soffoca quell’immagine divina che è in noi. Quell’immagine ci è data fin da quando Dio ci ha pensati, amati e scelti. Quell’immagine è l’incomprimibile bisogno di amore che è nel profondo del cuore di ciascuno di noi. “il regno di Dio è dentro di voi” ci ha detto Gesù. L’abbiamo già, dobbiamo solo riconoscerlo, e liberarne le energie profonde. In questo consiste il rinnegare noi stessi: impedire all’orgoglio, all’avarizia, alla sensualità, alla pigrizia, all’ira di soffocare la nostra prorompente voglia, e bisogno di amare.

 

 

VENERDI’ 16 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Giuliana; B. Giuseppe Allamano

Una scheggia di preghiera:

 

STARE CON TE, GESU', È UNA FESTA.

 

HANNO DETTO: Debbono gli uomini esser mutati a mezzo della religione, e non la religione mutarsi a mezzo degli uomini. (Card. Egidio da Viterbo)

SAGGEZZA POPOLARE: Non parlare agli orecchi di uno stolto perché egli disprezzerà le tue sagge parole. (Sapienza biblica)

UN ANEDDOTO: Un pendolare saltò su un treno per New York e disse al controllore che doveva andare a Fordham. «Il sabato non ci fermiamo a Fordham», spiegò il controllore, «ma potremmo fare così: mentre rallenteremo passando davanti alla stazione di Fordham, io aprirò la porta e lei salterà giù. Stia attento: deve continuare a correre a fianco del treno quando toccherà terra, altrimenti cadrà a faccia avanti». A Fordham la porta fu aperta e il pendolare saltò a terra, continuando a correre in avanti. Un altro controllore lo vide, aprì la porta e lo tirò dentro, proprio mentre il treno ricominciava a prendere velocità. «Lei è proprio fortunato!» esclamò il controllore. «Questo treno non ferma a Fordham il sabato!»

Nel vostro piccolo, potete essere utili agli altri... togliendovi di mezzo.

PAROLA DI DIO: Is 58,1-9a; Sal 50; Mt 9,14-15

 

Vangelo Mt 9,14-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno». Parola del Signore

 

«PERCHÉ NOI E I FARISEI DIGIUNIAMO MOLTE VOLTE, MENTRE I TUOI DISCEPOLI NON DIGIUNANO?»

Quante volte cerchiamo di comprarci Dio con le pratiche religiose! “Questo rosario lo dico perché il Signore mi dia... “Faccio i primi nove venerdì del mese così sono sicuro di andare in Paradiso” “Vado a Messa la domenica così sono a posto con Dio” “Sono stato generoso con quel povero... adesso tocca a te, Signore!”. Gesù è venuto a liberarci da queste schiavitù! Dio è un padre buono, non un commerciante! Se c’era qualcosa da pagare l’ha già fatto Gesù per tutti noi! Il Signore non vuole delle cose, vuole te!

 

 

SABATO 17 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Sette Fondatori O.S.M.; S. Flaviano; S, Silvino

Una scheggia di preghiera:

 

NON ABBANDONARMI, SIGNORE, HO BISOGNO DI TE.

 

HANNO DETTO: Quando ho piantato il mio dolore nel campo della pazienza, mi ha dato il frutto della felicità. (Kahil Gibran)

SAGGEZZA POPOLARE: Non mangiare il pane di chi ha l'occhio cattivo. (Sapienza biblica)

UN ANEDDOTO: Un cervo, in fuga dai cacciatori, giunse davanti a una grotta in cui si trovava un leone e lì entrò con l’intenzione di nascondersi. Tuttavia, venne catturato dal leone; mentre veniva divorato, disse: «Povero me! Mentre fuggivo dagli uomini, mi sono infilato tra le grinfie di una belva». Così alcuni uomini, per paura di un pericolo minore, si gettano in uno più grande. (Esopo)

PAROLA DI DIO: Is 58,9b-14; Sal 85; Lc 5,27-32

 

Vangelo Lc 5,27-32

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano». Parola del Signore

 

«COME MAI MANGIATE E BEVETE INSIEME AI PUBBLICANI E AI PECCATORI?»

Le cattive frequentazioni di Gesù: appena nato sono dei pastori, gente abitualmente considerata come villani, ladri e infingardi, poi ci sono i malati, i lebbrosi, gli indemoniati, gente del popolo senza cultura, addirittura sovversivi, zeloti, pubblici peccatori, prostitute... e per finire su un patibolo dei più infamanti in mezzo a due ladroni. Altro che Gesù buonino, che guarda con schifo i peccatori lanciando minacce terribili contro loro, che si compiace di stare con i buoni, che fa miracoli per persone 'meritevoli'. E anche oggi noi a volte ci scandalizziamo perché la Chiesa, quella vera, è a fianco dei poveri, si sporca le mani con gli ultimi, fa scelte impopolari. “Se certi preti lasciassero perdere barboni, drogati, stranieri e dessero merito ai buoni!” Come sono contento invece che Gesù stia con i peccatori perché allora sta anche con me!

 

 

DOMENICA 18 FEBBRAIO: 1^ DOMENICA DI QUARESIMA ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: S. Geltrude Comensoli

Una scheggia di preghiera:

 

E NON ABBANDONARCI NELLA TENTAZIONE, MA LIBERACI DAL MALE, DA OGNI MALE, DAL DEMONIO.

 

HANNO DETTO: Ogni religione si equivale e tutte sono valide se le persone che le professano sono oneste. (Federico II di Prussia)

SAGGEZZA POPOLARE: Scaccia il beffardo e la discordia se ne andrà e cesseranno i litigi e gli insulti. (Sapienza biblica)

UN ANEDDOTO: Secondo i giornali l'ondata di caldo stava causando svenimenti alle persone; perciò, la giovane donna non fu sorpresa nel vedere l'uomo anziano che era accanto a lei in chiesa piegarsi di colpo in avanti. Subito ella si inginocchiò accanto a lui, gli prese la testa con fermezza e gliela spinse fra le ginocchia. «Tenga giù la testa», gli sussurrò con fare insistente, «si sentirà meglio se farà affluire il sangue alla testa». La moglie di lui stava a guardare contorcendosi dalle risa e non fece nulla per aiutare il marito e la signorina. «Deve essere proprio una donna senza cuore, pensò la giovane». Poi, con sgomento, vide l'uomo liberarsi dalla sua stretta poderosa e sibilare: «Che cosa diavolo crede di fare, razza di una stupida impicciona? Sto cercando di raccogliere il cappello che mi è caduto sotto la panca!» La gente che cerca a tutti i costi di migliorare le cose spesso dimostra grande abilità nel peggiorarle.

PAROLA DI DIO: Gen 9,8-15; Sal 24; 1Pt 3,18-22; Mc 1,12-15

 

Vangelo Mc 1,12-15

Dal vangelo secondo Marco 

In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Parola del Signore

 

"E VI RIMASE; TENTATO DA SATANA".

Quando torni indietro negli anni con il pensiero c’è un periodo molto indefinito in cui ti ricordi di esserti reso conto del significato e della portata dei vocaboli. Per me la parola “tentazione” mi fa risalire ai primi anni del seminario quando questa parola si colorava di tinte strane che dovevano sembrare a variopinti vestiti femminili o a fare qualcosa contro il “regolamento” e per “regolamento” non si pensava ancora ai dieci Comandamenti, ma alle piccole regole del seminario come il gran silenzio dalla sera la mattino, o il camminare in fila guardando o il capo o i garretti di quello che stava davanti a te. Crescendo mi sono accorto che tentazione non è soltanto quello che può riguardare la sfera sessuale della vita di un uomo né soltanto quello che riguarda piccoli regolamenti fatti a volte solo per accontentare la pace o la vanità di piccoli uomini.

Tentazioni sono le varie crisi in cui ci dibattiamo, dal desiderio di far da soli, a quello di essere solo noi i “primi della classe”, alla disperazione e la sfiducia, alle seduzioni e attrattive delle cose concrete che possono portarti alla perdita della fede, della speranza e dell’amore. La tentazione per Gesù è stata costantemente quella che Satana ha cercato di operare distogliendolo dalla sua missione ed è costantemente quella che Satana opera nei nostri confronti cercando di dirci che siamo abbastanza autosufficienti da organizzarci da soli senza dover dipendere dalla “volontà di Dio”. Tentazione è quel continuo filo, è quella voce che continuamente ti dice: “Ma in fondo che male fai? ... Figurati se Dio va ad interessarsi di quelle cose ... Ma, in fondo è “a fin di bene” ... Se tutti fossero già bravi come me ... lo non faccio male a nessuno... Spero di essere di quelli che non vedono Satana dappertutto, ma la sua tentazione come per Gesù, è continuamente nella mia vita. Non mi atterrisce perché Dio è più forte di lei, ma mi dice anche che non devo smettere di stare in guardia.

 

 

LUNEDI’ 19 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Mansueto; S. Proclo; S. Corrado Confalonieri

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI GESU' A RICONOSCERE IL TUO VOLTO IN QUELLO DEI FRATELLI.

 

HANNO DETTO: Sono profondamente convinto che nessuna religione possa essere sostenuta dalla forza bruta. Al contrario, quelli che brandiscono la spada periscono sempre di spada. (Gandhi)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi semina l'ingiustizia raccoglie la miseria. (Sapienza biblica)

UN ANEDDOTO: Un'insegnante chiese ai bambini della sua classe di raccontare i loro gesti di gentilezza nei confronti degli animali indifesi. Furono presentate parecchie storie commoventi.

Quando fu la volta di Tommy, egli dichiarò tutto fiero: «Ecco, una volta ho dato un calcio a un bambino perché aveva preso a calci un cane». È la stessa cosa che scatenare una guerra per porre fine a tutte le guerre o usare la violenza per arrivare all'amore.

PAROLA DI DIO: Lv 19,1-2.11-18; Sal 18; Mt 25,31-46

 

Vangelo Mt 25,31-46

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna». Parola del Signore

 

“IN VERITÀ IO VI DICO: TUTTO QUELLO CHE AVETE FATTO A UNO SOLO DI QUESTI MIEI FRATELLI PIÙ PICCOLI, L’AVETE FATTO A ME”

Fare o non fare. Tutto si gioca qui, tra il riconoscere gli altri come fratelli e sorelle e imparare ad amarli, avendo un unico Padre e un solo Signore, oppure nemmeno accorgersi che ci siano gli altri, con le loro necessità e povertà. Eppure, in loro il Signore Gesù, re pastore, ha scelto di identificarsi. Egli non vuole essere riconosciuto, ma conosciuto nei suoi fratelli più piccoli. Questo è stato lo stile della sua rivelazione, della sua presenza sulla terra, e questo è il modo per accoglierlo e servirlo anche oggi. La santità cui siamo chiamati è fatta di umanità, di gesti semplici, feriali, è tempo regalato, è pane condiviso, è cura offerta. Ci rendano saggi le parole vitali di Gesù, per non smarrirci in pratiche sterili e auto compiacenti.

 

 

MARTEDI’ 20 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Eucherio; S. Leone di Catania; S. Giacinta Marto

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE DI GESU', PADRE MIO, PADRE NOSTRO.

 

HANNO DETTO: Non occorre che le religioni dispensino certezze: basta che diano speranze. (Roberto Gervaso)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi chiude l'orecchio al grido del povero invocherà a sua volta e non otterrà risposta. (Sapienza biblica)

UN ANEDDOTO: Un mendicante vide uscire un banchiere dal suo ufficio e gli domandò: «Signore, non avrebbe una monetina per una tazza di caffè?» Il banchiere provò pietà per quell'uomo che appariva sconvolto e distrutto e gli disse: «Eccoti un dollaro. Prendilo e comprati dieci caffè». L'indomani il povero era di nuovo sugli scalini dell'ufficio del banchiere e quando questi uscì, gli diede un pugno nello stomaco. «Ehi!» esclamò il banchiere, «che cosa fai?» «Tu e le tue maledette dieci tazze di caffè. Mi hanno tenuto sveglio tutta la notte!»

PAROLA DI DIO: Is 55,10-11; Sal 33; Mt 6,7-15

 

Vangelo Mt 6,7-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome,  venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi, infatti, perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi, ma, se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe». Parola del Signore

 

VOI DUNQUE PREGATE COSÌ: PADRE NOSTRO...

La preghiera nutre e sostiene la nostra fede perché ci permette di accedere a Dio. Pregando passiamo dal concentrarci su di noi, sulle nostre esigenze, al Dio cui rivolgiamo le preghiere. È lui che fissiamo, lui che scopriamo presente e operante nella nostra vita. La preghiera, allora, non è il tentativo di convincere Dio riguardo alle nostre esigenze ma di convincere noi riguardo al suo progetto benevolo sulla nostra vita. Gesù associa la preghiera alla scoperta del volto del Padre: quando preghiamo scopriamo che ci stiamo rivolgendo a un padre che sa ciò di cui abbiamo bisogno. Preghiera e fede, allora, innestano un circuito positivo e virtuoso: nella preghiera nutro la fede e conosco meglio Dio e il conoscerlo meglio, vederne il volto di Padre mi spinge ancor di più a relazionarmi con lui nella preghiera. Spesso la nostra preghiera diventa un elenco di richieste, non un intimo colloquio con Dio, per adeguarci alla sua volontà. La preghiera del Padre nostro dovrebbe essere la più preziosa, nella nostra vita interiore, l'unica preghiera donataci direttamente dal Signore che, pregata con intensità quotidianamente, ci aiuta ad avvicinarci alla pienezza della Pasqua.

 

 

MERCOLEDI’ 21 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Pier Damiani

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI, SIGNORE, DAL PENSARE DI ESSERE AUTOSUFFICIENTI.

 

HANNO DETTO: Il Crocifisso che la religiosa porta davanti non è né per ornamento, né per ostentazione. Dev'essere il libro su cui studia la scienza dei santi, il conforto nelle amarezze, la difesa nelle prove, il distintivo della pietà e della mortificazione religiosa. (Beato Giuseppe Baldo)

SAGGEZZA POPOLARE: Accumular tesori a forza di menzogne è vanità effimera di chi cerca la morte. (Sapienza biblica)

UN ANEDDOTO: Un giorno Nasruddin chiese del denaro a un ricco signore. «A che cosa ti serve?» «Per comprare un elefante». «Ma se non hai soldi, non sarai mai in grado di mantenere un elefante». «Ho chiesto del denaro», disse Nasruddin, «non dei consigli».

PAROLA DI DIO: Gn 3,1-10; Sal 50; Lc 11,29-32

 

Vangelo Lc 11,29-32

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona». Parola del Signore

 

“QUESTA GENERAZIONE È UNA GENERAZIONE MALVAGIA”.

Noi viviamo di tanti luoghi comuni. Ad esempio, è facile sentir dire o pensare: “Mai come oggi c’è tanta cattiveria... Il mondo non è mai andato male come oggi... .” “Se leggiamo la storia, partendo da quella della Bibbia fino ad oggi, vediamo che ogni generazione ha le sue colpe e i suoi pregi. Gesù stesso, nel Vangelo di oggi, ci ricorda che la generazione dei suoi contemporanei “è malvagia”. Si è malvagi quando non si accolgono i segni di Dio, quando non si rispetta l’intera struttura dell’uomo, quando ci si chiude all’opera dello Spirito Santo. E quando in una generazione non c’è più spazio per Dio, per i suoi comandamenti, per la sua misericordia, poco per volta non c’è neppure più spazio per l’uomo e anche se suonano le trombe per parlare di ogni forma di libertà, l’uomo è schiavo di sé stesso e degli altri. Anche oggi Gesù, umilmente, bussa al cuore della mia generazione: ci sarà posto per Lui?

 

 

GIOVEDI’ 22 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Cattedra di S. Pietro ap.; S. Pascasio; S. Margherita da C.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, SIGNORE, MI SCRUTI E MI CONOSCI, MI CONOSCI QUANDO MI SIEDO E QUANDO MI ALZO: SONO PER INTERO DAVANTI A TE.

 

HANNO DETTO: Senza elemento religioso, la vita diventa come un motore che non ha più olio; si riscalda, ad ogni momento qualcosa brucia e dappertutto si smuovono i pezzi dell'ingranaggio. (Romano Guardini)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi va in giro sparlando rivela un segreto, non associarti a chi ha sempre aperte le labbra. (Sapienza biblica)

UN ANEDDOTO: Un cervo si ammalò e si distese su un prato, in pianura. Alcuni degli animali che vennero a fargli visita, tuttavia, divorarono l’erba del pascolo su cui si trovava. Quindi, superata la malattia, la bestiola cominciò a debilitarsi terribilmente a causa della mancanza di cibo e, oltre al pascolo, finì così per perdere anche la vita. Questa favola dimostra che coloro che hanno un gran numero di amici sciocchi, invece di guadagnarci, da loro ricevono piuttosto un danno. (Esopo)

PAROLA DI DIO: 1Pt 5,1-4; Sal 22; Mt 16,13-19

 

Vangelo Mt 16,13-19

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Parola del Signore

 

"TU SEI PIETRO...".

Ho sempre avuto passione nel conoscere e leggere le vite dei santi, ma mi hanno sempre dato fastidio quegli agiografi che vogliono presentarci la storia dei santi secondo i canoni di santità che sono loro propri, e allora scopri degli assurdi inverosimili tipo quello di quel santo che fin da bambino piccolo rifiutava la mammella della madre il venerdì in segno di penitenza. I Vangeli non hanno queste false preoccupazioni. Pietro, primo papa scelto da Gesù, ha un suo carattere tutt’altro che facile: è un entusiasta, è un uomo di fede ma è anche un impulsivo, un sanguigno, un timoroso, una persona poco umile... Gesù, per costruire la sua comunità non ha scelto i migliori, non ha fatto fare loro 13 anni di seminario asettico e tendente a modificare la personalità. Non ha voluto che i suoi apostoli, per un falso modo di intendere l’unità, uscissero tutti dal medesimo stampino. Gesù ha scelto Pietro con il suo carattere o caratteraccio, lo ha amato così com’era e se Pietro poi è cambiato, in quello che poteva, è solo perché è stato conquistato dall’amore di Gesù.

Gesù mi ama per quello che sono, non per i criteri di santità che gli altri vorrebbero impormi. La santità mia verrà fuori in modo originale a seconda di quanto mi farò conquistare dal suo amore.

 

 

VENERDI’ 23 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Policarpo; S. Giuseppina Vannini

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI, SIGNORE DALLA TENTAZIONE DELLA VENDETTA MASCHERATA DA GIUSTIZIA

 

HANNO DETTO: Siamo uomini con gli uomini, e bambini con Dio. (Joseph Joubert)

SAGGEZZA POPOLARE: Molti sono gli adulatori dell'uomo generoso e tutti sono amici di chi fa doni. (Sapienza biblica)

UN ANEDDOTO: Servirti mi fa sentire molto importante, tuttavia pretendo che tu mi sia riconoscente. Una ricca ereditiera tutta ingioiellata uscì da un albergo londinese di lusso, dove aveva cenato e ballato per tutta la sera a una festa di beneficenza a favore dei ragazzi abbandonati. Stava per accomodarsi nella sua Rolls Royce, quando un monello le si avvicinò piagnucolando: «Mi dia una monetina, signora, faccia la carità. Non mangio da due giorni». La nobildonna si ritrasse inorridita: «Brutto ingrato che non sei altro!» esclamò. «Ma ti rendi conto che è tutta la sera che ballo per te?»

PAROLA DI DIO: Ez 18,21-28; Sal 129; Mt 5,20-26

 

Vangelo Mt 5,20-26

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geenna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!». Parola del Signore

 

SE LA VOSTRA GIUSTIZIA NON SUPERERÀ QUELLA DEGLI SCRIBI E DEI FARISEI, NON ENTRERETE NEL REGNO DEI CIELI.

Il discorso della montagna continua affrontando il tema della "giustizia" di Dio. L'antica legge del taglione, che pure cercava di regolare la vendetta perché non fosse illimitata e implacabile, viene cancellata da Gesù. Il suo intento è sconfiggere in radice la vendetta e scongiurare l'inarrestabile spirale di violenza. Il male, infatti, mantiene tutta la sua forza, anche se lo si distribuisce equamente. L'unico modo per sconfiggerlo è eliminarlo in radice. La via del superamento proposta da Gesù è quella di un amore sovrabbondante. Il male non si vince con altro male, ma con il bene. Tutto, insomma, viene capovolto: il discepolo non solo bandisce la vendetta dal suo comportamento, ma deve porgere l'altra guancia. Non è ovviamente una nuova regola, né tantomeno un atteggiamento masochista. È piuttosto un nuovo modo di vivere tutto centrato sull'amore. È l'amore che rinnova il cuore e che rende nuova la vita. Se uno ama offre anche il mantello a chi glielo chiede ed è pronto a compiere anche il doppio dei chilometri a chi gli domanda compagnia.

 

 

SABATO 24 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Modesto

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', MI HAI FATTO AMICO.

 

HANNO DETTO: Cos'è una società senza religione, se non un vascello senza bussola? (Napoleone I)

SAGGEZZA POPOLARE: Lo spirito dell'uomo lo sostiene nella malattia, ma uno spirito afflitto chi lo solleverà? (Sapienza biblica)

UN ANEDDOTO: Un giovane gambero pensò: « Perché nella mia famiglia tutti camminano all’indietro? Voglio imparare a camminare in avanti, come le rane, e mi caschi la coda se non ci riesco»

Cominciò ad esercitarsi di nascosto, tra i sassi del ruscello natio, e i primi giorni l’impresa gli costava moltissima fatica. Urtava dappertutto, si ammaccava la corazza e si schiacciava una zampa con l’altra. Ma un po’ alla volta le cose andarono meglio, perché tutto si può imparare, se si vuole. Quando fu ben sicuro di sé si presentò alla sua famiglia e disse:— State a vedere. E fece una magnifica corsetta in avanti. — Figlio mio, — scoppiò a piangere la madre, — ti ha dato di volta il cervello? Torna in te, cammina come tuo padre e tua madre ti hanno insegnato! I suoi fratelli non facevano altro che sghignazzare. Il padre lo stette a guardare severamente per un pezzo, poi disse:— Basta così. Se vuoi restare con noi cammina come gli altri gamberi. Se vuoi fare di testa tua, il ruscello è grande: vattene e non tornare più indietro. E il povero gamberetto contestatore si avviò per il mondo. Il suo passaggio destò subito la sorpresa... Disse una rana:— Il mondo va proprio a rovescio! —  Non c’è più rispetto — disse un’altra rana.— Ohibò! Ohibò! — disse una terza. Ma il gamberetto proseguì diritto, è proprio il caso di dirlo, per la sua strada. Ad un certo punto si sentì chiamare da un vecchio gamberone... che gli disse:— Cosa credi di fare? Anch’io quand’ero giovane pensavo di insegnare ai gamberi a camminare in avanti. Ed ecco che cosa ci ho guadagnato: vivo tutto solo, evitato da tutti... Fin che sei in tempo, dà retta a me: rassegnati a fare come gli altri e un giorno mi ringrazierai del consiglio. Il giovane gambero non sapeva cosa rispondere e stette zitto. Ma dentro di sé pensava: « Ho ragione io ». È salutato gentilmente il vecchio riprese fieramente il suo cammino. Andrà lontano? Farà fortuna? Raddrizzerà tutte le cose storte di questo mondo? Noi non lo sappiamo... Possiamo solo augurargli, di tutto cuore:— Buon viaggio! (G. RODARI, Favole al telefono, Einaudi)

PAROLA DI DIO: Dt 26,16-19; Sal 118; Mt 5,43-48

 

Vangelo Mt 5,43-48

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». Parola del Signore

 

“AVETE INTESO CHE FU DETTO: “AMERAI IL TUO PROSSIMO” E ODIERAI IL TUO NEMICO”.

“Odierai”… che parole grosse! Basta “starai alla larga”, dimentica, difenditi da questi.  Invece Tu ci chiedi di amarli. Non è necessario odiare una tigre per impedirle di divorarmi. Posso imparare ad amarla standole lontano, impedendole di raggiungermi. E intanto godere della sua bellezza.

 

 

DOMENICA 25 FEBBRAIO: 2^ DOMENICA DI QUARESIMA ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: S. Nestore; S. Cesario

Una scheggia di preghiera:

 

IO CERCO IL TUO VOLTO, O SIGNORE; MOSTRAMI IL TUO VOLTO.

 

HANNO DETTO: Quando riceviamo una grazia divina, dobbiamo persuaderci che qualcuno l’ha pagata per noi. (Leon Bloy)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi copre la colpa si concilia l'amicizia, ma chi la divulga divide gli amici. (Sapienza biblica)

UN ANEDDOTO: Anche gli antichi miti possono avere significati attuali: Proprio il giorno delle nozze, proprio il giorno dell’amore, la bella ninfa Euridice morì. Orfeo, suo sposo, d’allora non ebbe più pace. Disse: — Scenderò nel regno dei morti, a riprenderla! Prese la cetra e partì. Tra mille fatiche scese nel cuor della terra. Con il suo suono fatato incantò il perfido Ade e perfino sua moglie Persefone, che, commossa, gli disse: — Riprendi pure la ninfa tua sposa, riportala alla vita. Però tu precederai, Euridice ti seguirà. Ti ordino: fin quando non sarai nel regno dei fiori e del sole, non voltarti a guardare! Fu pieno di speranze il ritorno, ma il lungo cammino acuì il desiderio. Orfeo si voltò, la vide, con gioia. Ma la giovane ninfa, la bellissima Euridice, sua sposa, scomparve per sempre.

PAROLA DI DIO: Gen 22,1-2.9a.10-13.15-18; Sal 115; Rm 8,31b-34; Mc 9,2-10

 

Vangelo Mc 9,2-10

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbi, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti. Parola del Signore

 

“RABBI, È BELLO PER NOI ESSERE QUI”

Dio è bellissimo. Molto più di quanto riusciamo a raccontare o ad immaginare. Noi crediamo perché il Dio che Gesù ci ha svelato è bellissimo, ha creato il mondo con ogni sapienza e intelligenza, ed è compassionevole e misericordioso. Sul monte Tabor lo sguardo dei discepoli cambia: ora vedono Gesù per ciò che è veramente, più di un rabbino, più di un profeta, più del messia. La Legge e i profeti, Mosè ed Elia, confermano la vera identità del Signore, presenza stessa di Dio. Sì: è bello per noi restare qui, bello essere discepoli, bellissimo scoprirci amati. E la bellezza di Dio cerchiamo, meditando e pregando la sua Parola ogni giorno, lasciando che riempia le nostre vite. Riscopriamo la bellezza di Dio, saliamo sul monte abbandonando la pianura della mediocrità. Cerchiamolo, ora che si fa trovare (Is 55,6).

 

 

LUNEDI’ 26 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Alessandro di Alessandria; S. Faustiniano; S. Porfirio

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA MISERICORDIA NON SOLO CI PERDONA, MA CI RENDE UOMINI NUOVI.

 

HANNO DETTO: Il diavolo porta la polvere e, ogni volta che può, la getta dentro le aperture dell'anima per turbare la limpidezza dei suoi  pensieri e la purezza delle sue azioni. (S. Francesco d'Assisi)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi è prudente nella parola troverà il bene. (Sapienza biblica)

UN ANEDDOTO: Dioniso disse al re Mida, che gli aveva salvato l’amico Sileno: — Chiedimi quello che vuoi! Il re finalmente poté esprimere il suo desiderio di sempre: — Concedimi che tutto quello che io tocco diventi oro lucente! Fu accontentato. Anche il pane divenne metallo prezioso. Sarebbe morto di fame, se Dioniso, dopo lunghe preghiere, non lo avesse liberato da quell’insana brama.

PAROLA DI DIO: Dn 9,4b-10; Sal 78; Lc 6,36-38

 

Vangelo Lc 6,36-38

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio». Parola del Signore

 

SIATE MISERICORDIOSI, COME IL PADRE VOSTRO È MISERICORDIOSO.”

Spesso associamo la misericordia a una pura questione di tolleranza, per cui si sopporta il male o la debolezza dell’altro “svendendo” il perdono in modo un po’ buonistico. Ma la misericordia divina è tutt’altra cosa.

Non è una forma di sopportazione che Dio usa nei nostri confronti e tanto meno si limita a cancellare i nostri peccati; la misericordia fa molto di più: ci genera come creature nuove e ci rende capaci di amare come Lui.

Ci è davvero concesso, donato e richiesto l’agire stesso di Dio! A noi… che per primi ne abbiamo bisogno! Accantoniamo oggi la “categoria del merito” per stabilirci con fiducia in quella del vero dono gratuito.

 

 

MARTEDI’ 27 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Gregorio di Narek; S. Onorina; S. Gabriele dell’Addol

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA FIDUCIA IN ME MI TRASFORMI GIORNO PER GIORNO.

 

HANNO DETTO: Se l'accettazione rassegnata della sofferenza è una lode per Dio, la gioia limpida dell'anima che trova in Lui il suo centro, è ben di più. (Padre Faber)

SAGGEZZA POPOLARE: L'orecchio che ascolta un rimprovero salutare avrà la dimora in mezzo ai saggi. Chi rifiuta la correzione disprezza sé stesso, chi ascolta il rimprovero acquista senno. (Sapienza biblica)

UN ANEDDOTO: Un cacciatore, sentendo una cicala, era convinto di dare la caccia a qualcosa di enorme, poiché stimava le dimensioni della preda di caccia sulla base del volume del canto. Tuttavia, come si affrettò e la catturò, non ottenne niente di più di un canto e allora se la prese con l’apparenza che conduce spesso a giudizi sbagliati. Allo stesso modo, persone di nessun valore possono apparire molto più di quello che sono. (Aftonio)

PAROLA DI DIO: Is 1,10.16-20; Sal 49; Mt 23,1-12

 

Vangelo Mt 23,1-12

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filatteri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbi” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbi”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato». Parola del Signore

 

“PRATICATE E OSSERVATE TUTTO CIÒ CHE VI DICONO, MA NON AGITE SECONDO LE LORO OPERE, PERCHÉ ESSI DICONO E NON FANNO.”

Non cerchiamo conferma negli altri di quanto dice il Signore! Guardiamoci dentro, piuttosto, perché quegli atteggiamenti, di vanagloria, di ricerca di consenso, di apparenza, abitano in noi. Non chiediamo agli altri ciò che non abbiamo deciso di affrontare, non saliamo sulle cattedre dei devoti e dei moralisti che – pensandosi difensori della fede e ben consapevoli della propria umiltà – rilasciano pagelle a quanti hanno intorno!

Osiamo chiedere solo ciò che abbiamo sperimentato e che cerchiamo di vivere. Chiedi agli altri di pregare? Significa che tu per primo hai posto le basi per una intensa vita interiore. Chiedi agli altri di perdonare? Solo perché tu per primo hai fatto pace con te stesso. Chiedi collaborazione e aiuto? Solo perché la tua vita è diventata dono. Allora diventiamo credibili.

 

 

MERCOLEDI’ 28 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Romano

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', L'ALTRO, SEI TU.

 

HANNO DETTO: Chi si isola e non ama il suo prossimo, vive una vita vuota e prepara una vita miserevole per la sua vecchiaia. (Shelley)

SAGGEZZA POPOLARE: Un piatto di verdura con l'amore è meglio di un bue grasso con l'odio. (Sapienza biblica)

UN ANEDDOTO: IL VECCHIO INGENUO - Nei tempi antichi viveva nella Cina del Nord un povero vecchio, chiamato 'l'ingenuo’ della Montagna settentrionale. Aveva ereditato una casa, con la porta a Sud; ma, purtroppo, davanti, sorgevano due montagne, quella di Taihang e quella di Wangwu, che ostruivano il passaggio e la luce del sole. Il vecchio ingenuo decise di condurre i suoi figli a zappar via le due grosse montagne. Viveva in quella valle anche un vecchio saccente, che, avendoli visti, scoppiò a ridere. Disse loro: — È da stupidi fare così! Siete troppo pochi. Non riuscirete mai a spostare queste due montagne! Il vecchio ingenuo rispose:— Vedrai che ci riusciremo! Morto io, ci saranno i miei figli; morti loro, ci saranno i loro figli e i figli dei figli e così via. Per quanto queste due montagne siano alte, non cresceranno più. Se noi scaveremo, ogni giorno diminuiranno di un poco. Alla fin fine, perché non si dovrebbe riuscire a spianarle? E quindi il vecchio ingenuo, con i suoi figli, continuò a scavare le montagne, ogni giorno, con tenacia, perché è meglio fare qualcosa, piuttosto che lamentarsi che le montagne ci nascondono il sole.

PAROLA DI DIO: Ger 18,18-20; Sal 30; Mt 20,17-28

 

Vangelo Mt 20,17-28

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà». Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedeo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». Parola del Signore

 

«CHI VUOLE DIVENTARE GRANDE TRA VOI, SARÀ VOSTRO SERVITORE E CHI VUOLE ESSERE IL PRIMO TRA VOI».

La prima domanda che salta alla mente dopo aver letto questo brano è, molto probabilmente: “questo proposito è mai stato davvero realizzato nelle comunità cristiane?”

Anche se, la più importante è, però, un’altra: “in cosa consiste quel farsi servo e come si può concretizzarlo nel quotidiano?”. Tradurlo con l’“essere servizievole” è troppo riduttivo. Sarebbe meglio tradurlo con “dedicarsi all’altro”. E, posto che la nostra vita è un dono, servire l’altro, dedicarsi all’altro, significa essere fedeli a ciò che siamo, ovvero dare ciò che si è, o, come ci ha insegnato Madre Teresa, servire “è amare fino a stare male”.

 

 

GIOVEDI’ 29 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Ilario; S. Osvaldo di Worcester

Una scheggia di preghiera:

 

PROPRIO PERCHE' AMATI DA TE, RENDICI CAPACI DI AMARE.

 

HANNO DETTO: Il destino del sacerdote nel mondo, è il destino di Cristo. Come Cristo incontrerà l’odio, il disprezzo, l’abbandono, l’insuccesso. Cristo gli ha assicurato le persecuzioni, non il successo. (Igino Giordano)

SAGGEZZA POPOLARE: Una risposta gentile calma la collera, una parola pungente eccita l'ira. (Sapienza biblica)

UN ANEDDOTO: IL FILO DELL’AMORE

Il re Minosse aveva nel suo labirinto il feroce Minotauro, un mostro mezzo uomo, mezzo toro, che si nutriva solo di giovani vite. Dovettero partire da Atene, orribile pasto al mostro, sette giovani e sette fanciulle. Ma questa volta partì con loro anche il principe Teseo. Non poteva più sopportare simile scempio: il mostro doveva morire. Ma come entrare ed uscire dai dedali del Labirinto? Gli venne in aiuto la bella figlia di Minosse, Arianna, principessa di Creta. Gli disse: — Uccidi il mostro, ma ritorna: ti voglio sposare. Per non perderti nel labirinto, ti do questo filo: svolgilo ad ogni tuo passo per gli intricati corridoi. Seguendolo, il tuo ritorno sarà sicuro e ti potrò riabbracciare. Fu così, con questo sottile filo d’amore, che Teseo, principe d’Atene, uccise il minotauro, liberò le giovani vittime e sposò la saggia innamorata: Arianna, principessa di Creta.

PAROLA DI DIO: Ger 17,5-10; Sal 1; Lc 16,19-31

 

Vangelo Lc 16,19-31

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricordati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”». Parola del Signore

 

“UN POVERO, DI NOME LAZZARO, STAVA ALLA SUA PORTA.”

Il luogo della santità è qui ed ora. Non è d’altra parte. Come viviamo qua sulla terra “decideremo” di vivere dopo la morte. La santità è rivolgersi all’altro, riconoscere l’altro. Il povero ha il nome nella bocca di Dio, Dio lo conosce e lo chiama per il nome. Chissà quanti come Lazzaro stanno davanti alla nostra porta. Lazzaro non è solo chi ha bisogno del pane e dell’acqua, a volte sono le persone che hanno bisogno di considerazione, di ascolto, di una parola di incoraggiamento. La vita ci viene incontro attraverso il volto del povero, del bisognoso anche nello spirito. Anche pregare per qualcuno è fare del bene a quella persona, intercedere presso Dio in questi momenti è fondamentale. Perché la spiritualità non è una cosa astratta, ma è l’incarnazione e umile quotidianità.

     
     
 

Archivio