SCHEGGE E SCINTILLE
PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA
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a cura di: don_franco_locci@libero.it
DICEMBRE 2023
VENERDI’ 1° DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Eligio; S. Ansano
Una scheggia di preghiera:
LA TUA PAROLA, SIGNORE, È PAROLA DI VITA ETERNA.
HANNO DETTO: Prima di agire, ascolta. Prima di reagire, pensa. Prima di spendere, guadagna. Prima di criticare, aspetta. Prima di pregare, perdona. Prima di mollare, prova. (Ernest Hemingway)
SAGGEZZA POPOLARE: Quando si è caduti nel fango non si nega di essersi sporcati. (prov. del Congo)
UN ANEDDOTO: Mentre inseguiva un lupo, un cane era orgoglioso della sua velocità nella corsa e della sua forza. Immaginava, infatti, che il lupo fuggisse davvero a causa della propria debolezza. Ma poi il lupo si voltò e disse al cane: «Io non temo te, ma l’inseguimento del tuo padrone». La favola mostra che non si deve essere orgogliosi delle nobili qualità che in realtà appartengono ad altri. (Sintipa)
PAROLA DI DIO: Dn 7,2-14; Cant. Dn 3,75-81; Lc 21,29-33
Vangelo Lc 21,29-33
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno». parola del Signore
“IL CIELO E LA TERRA PASSERANNO, MA LE MIE PAROLE NON PASSERANNO”
Parola di vita e buona novella queste sono le parole di Gesù che non passeranno mai e proprio su queste parole siamo chiamati a fondare la nostra vita la nostra fiducia la nostra speranza.
Sperare per noi discepoli di Gesù non significa manifestare un dubbio come spesso si dice nella nostra lingua italiana: spero domani di venire se non piove. No! la speranza, per noi cristiani è una certezza la certezza che la morte e il peccato sono stati definitivamente sconfitti da Cristo!
Spero in Cristo spero nel suo perdono spero nella sua forza spero nella resurrezione allora sono tutte affermazioni che testimoniano la certezza della sua presenza nella mia vita quella certezza che mi farà andare avanti nonostante le difficoltà della vita nonostante le mie fragilità e le mie cadute!
La mia unica forza sei Tu sono forte perché mi appoggio su di Te!
SABATO 2 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Viviana; S. Cromazio
Una scheggia di preghiera:
VEGLIA SUL NOSTRO CUORE, SIGNORE, PERCHE' NON CI PORTI LONTANO DA TE.
HANNO DETTO: Cambia la tua vita oggi. Non scommettere sul futuro, agisci subito, senza indugio. (Simone de Beauvoir)
SAGGEZZA POPOLARE: Quando sono troppe, le donne fanno bruciare i cavoli nella pentola. (proverbio dell'Etiopia)
UN ANEDDOTO: Un maestro sufi aveva un discepolo strabico. Un giorno il maestro ordinò al discepolo di inoltrarsi nel bosco per recuperare una giara che aveva lasciato lungo il cammino. Dopo un lungo tratto di strada, giunse nel luogo indicato ma si stupì nel veder che c'erano due giare anziché una. Tornò indietro di corsa: - Maestro, nella foresta ci sono due giare, e non una come mi avevi detto. Indignato da tanta sfrontata sicurezza, il maestro gli rispose: - Non ho bisogno di due giare, rompine una e portami l'altra! Il discepolo, che non aveva dubbi sull'infallibilità della propria vista, tornò nel boschetto, distrusse una delle giare, ma con sua sorpresa… non vide più l'altra! Quando osservi la realtà fuori di te e ti sembra di scorgere qualcosa, ricorda che anche tu sei come il discepolo strabico.
PAROLA DI DIO: Dn 7,15-27; Dn 3,82-87; Lc 21,34-36
Vangelo Lc 21,34-36
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio, infatti, esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo». Parola del Signore
“STATE ATTENTI A VOI STESSI, CHE I VOSTRI CUORI NON SI APPESANTISCANO”
Ultimo giorno dell’anno. Da domani inizia un nuovo anno liturgico con il tempo forte dell’avvento. Ultimo giorno e quindi tempo di verifiche e di bilanci ma anche tempo di propositi per il nuovo anno. E in questo ultimo giorno, ci viene consegnata una grande verità: spesso il nostro vero problema siamo noi stessi! Il nostro cuore, cioè noi stessi. E non perché il cuore è la sede delle emozioni e dei sentimenti ma perché il cuore, almeno nel significato biblico, è il luogo dove avvengono le decisioni, le scelte, le valutazioni insomma, il cuore è il nostro timone. E il problema è che spesso lo riempiamo di cose, situazioni, relazioni, persone, che lo appesantiscono lo stordiscono lo confondono portandoci a fare scelte non buone non sane non opportune!
Proposito per il nuovo anno liturgico: prendiamoci cura del nostro cuore nutriamolo di parole, cose, relazioni e situazioni sane ne guadagneranno le nostre scelte e la nostra stessa vita!
DOMENICA 3 DICEMBRE: 1^ DI AVVENTO (B)
Tra i santi ricordati oggi: S. Francesco Saverio
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, LA VITA È TROPPO BELLA PER DORMIRCI SOPRA.
HANNO DETTO: Non c’è nulla di più forte di quei due combattenti là: tempo e pazienza. (Lev Tolstoj)
SAGGEZZA POPOLARE: Se qualcuno vi dà la parte bianca del pollo, non chiedete anche la zampa. (proverbio del Congo)
UN ANEDDOTO: Lao Tzeu stava compiendo un pellegrinaggio con i suoi discepoli. Giunsero in una foresta dove centinaia di boscaioli stavano tagliando gli alberi. L'intera foresta era stata quasi rasa al suolo, ad eccezione di un enorme albero che aveva migliaia di rami carichi di larghe foglie. Quell'albero secolare era così grande che diecimila persone avrebbero potuto sedersi sotto la sua fresca ombra. Lao Tzeu mandò i suoi discepoli a chiedere ai boscaioli perché quell'albero non era stato abbattuto. I taglialegna risposero: - Quel pachiderma di rami e foglie è assolutamente inutile. Non ci si può fare nulla, perché i suoi rami sono troppo nodosi, non ce n'è neppure uno diritto. Né li si può usare per fare legna da ardere, perché farebbero solo fumo. È un albero assolutamente inutile; per questo non lo abbiamo tagliato. I discepoli tornarono da Lao Tzeu a riferirgli la risposta. Il maestro rise e disse: - Siate come quest'albero. Se sarete utili, verrete tagliati e diverrete mobilio nella casa di qualcuno. Siate come questo albero, assolutamente inutili… allora crescerete, grandi e maestosi, e migliaia di persone troveranno ombra sotto di voi. Non è importante ciò che fate per gli altri, ma ciò che siete per loro. (Tradizione cinese)
PAROLA DI DIO: Is 63,16b-17.19b; 64,2-7; Sal 79; 1Cor 1,3-9; Mc 13,33-37
Vangelo Mc 13,33-37
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!». Parola del Signore
“FATE IN MODO CHE, GIUNGENDO ALL’IMPROVVISO, NON VI TROVI ADDORMENTATI.”
Se siamo sonnecchianti e non ben svegli, come faremo a riconoscere davvero Gesù rispetto a un impostore?
Immaginate la mattina appena svegli se vi cominciassero a riempire di domande o di cose da fare mentre avete gli occhi che ancora faticano ad aprirsi e la mente che arranca a definire dove vi trovate e chi siete. Quando dormiamo siamo privi di coscienza, diremmo oggi “siamo incoscienti”, e siamo privi di volontà, diremmo oggi “siamo schiavi”. Ecco perché Gesù ci esorta a stare svegli! Non solo a tenere gli occhi aperti, ma essere anche operosi: se non sono abituato a seguire il calcio, non saprò mai distinguere una punizione da un rigore. Così se non sono abituato a stare con Gesù non sarò mai abituato a riconoscerlo, non saprei distinguere ciò che è vero da ciò che non lo è Non saprei distinguere se è Gesù a parlarmi o no. Gesù non vuole persone “incoscienti”, ma pronte! Non vorrai mica farti trovare in pigiama quando verrà?!
LUNEDI’ 4 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni Damasceno; S. Barbara.
Una scheggia di preghiera:
GRAZIE, SIGNORE, IL TUO AMORE PER ME È TOTALE.
HANNO DETTO: Alcune persone cercano un posto bello. Altri rendono un posto bello. (Hazrat Inayat Khan)
SAGGEZZA POPOLARE: Se sai gioire per le gioie altrui, sei il più degno abitante del villaggio. (proverbio del Sudan)
UN ANEDDOTO: Il potente re Milinda disse al vecchio sacerdote: "Tu dici che l'uomo che ha compiuto tutto il male possibile per cent'anni e prima di morire chiede perdono a Dio, otterrà di rinascere in cielo. Se invece uno compie un solo delitto e non si pente, finirà all'inferno. È giusto questo? Cento delitti sono più leggeri di uno?" Il vecchio sacerdote rispose al re: "Se prendo un sassolino grosso così, e lo depongo sulla superficie del lago, andrà a fondo o galleggerà?" "Andrà a fondo", rispose il re. "E se prendo cento grosse pietre, le metto in una barca e spingo la barca in mezzo al lago, andranno a fondo o galleggeranno?" "Galleggeranno". "Allora cento pietre e una barca sono più leggere di un sassolino?" Il re non sapeva che cosa rispondere. E il vecchio spiegò: "Così, o re, avviene agli uomini. Un uomo anche se ha molto peccato ma si appoggia a Dio, non cadrà nell'inferno. Invece l'uomo che fa il male anche una volta sola, e non ricorre alla misericordia di Dio, andrà perduto".
PAROLA DI DIO: Is 2,1-5 (A); Sal 121; Mt 8,5-11
Vangelo Mt 8,5-11
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli». Parola del Signore
“NON SONO DEGNO CHE TU ENTRI SOTTO IL MIO TETTO”
Il centurione si sente onorato che il Signore si offra di andare a casa sua per guarire il servo malato, e riconosce di non meritare quest’abbondanza di grazia che il Signore vuole donargli. A volte si vive senza accorgersi dell’abbondanza della grazia che Dio riversa su di noi. Piuttosto che riconoscersi onorati e indegni della smisurata attenzione che Dio mostra alle diverse esigenze e alle differenti situazioni che viviamo, si bada e ci si lamenta di quello che “manca”, come se Dio avesse un’attenzione parziale e insufficiente verso di noi. Piuttosto che essergli riconoscenti e avere a cuore il desiderio di crescere nell’amore per Lui, ci si ritrova sempre uguali dinanzi a Dio, con le stesse dinamiche interiori che non ci permettono di separarci dai nostri peccati. Se non ti fermi ad osservare come sei amato e onorato da Dio, è difficile far crescere in te l’amore per Lui.
MARTEDI’ 5 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Saba; S. Giulio martire
Una scheggia di preghiera:
GRAZIE, SIGNORE: TU CI VUOI SALVI.
HANNO DETTO: Senza ambizione non si inizia nulla. Senza lavoro non si finisce nulla. Il premio non ti verrà inviato. Devi vincerlo. (Ralph Waldo Emerson)
SAGGEZZA POPOLARE: Se sei caduto nello stagno, non strizzare la camicia prima di aver raggiunto la riva. (proverbio del Congo)
UN ANEDDOTO: Un gatto, avendo sentito che in una fattoria c’erano galline ammalate, si travestì da medico e, presi i ferri del mestiere, vi andò. Una volta che si trovò davanti alla fattoria, chiese loro come stavano. Le galline risposero: «Bene, purché tu te ne stia lontano da qui». Così anche tra gli uomini i malvagi non ingannano i saggi, anche se fingono le migliori intenzioni. (Esopo)
PAROLA DI DIO: Is 11,1-10; Sal 71; Lc 10,21-24
Vangelo Lc 10,21-24
Dal vangelo secondo Luca
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono». Parola del Signore
“TI RENDO LODE, O PADRE, SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA, PERCHÉ HAI NASCOSTO QUESTE COSE AI SAPIENTI E AI DOTTI E LE HAI RIVELATE AI PICCOLI.”
Esulta di gioia, il Maestro, il Figlio si stupisce del Padre e della sua logica. Gesù si aspettava un riconoscimento da parte dei devoti di Israele, degli scribi, dei sacerdoti e, invece, a riconoscerlo sono i poveri, gli illetterati, i semplici. Davanti a questo evidente fallimento il Signore, invece di lamentarsi, esulta nello Spirito: Dio si rivela anzitutto a chi non ha un cuore ambiguo o complicato, a chi non gioca a fare l’intellettuale e il devoto, a chi ancora sa mendicare le risposte che non trova dentro di sé. Beati noi che ancora sappiamo riconoscere la presenza di Dio!
Beati noi che davanti ai cambiamenti dolorosi e radicali cui stiamo assistendo, invece di rimpiangere il passato guardiamo verso il futuro e alle cose nuove che il Signore sta creando intorno a noi! Beati noi che ancora sappiamo aspettare la nascita perenne di Dio in noi!
MERCOLEDI’ 6 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Nicola; S. Asella; S. Obizio
Una scheggia di preghiera:
SENZA TE NON POSSIAMO NULLA.
HANNO DETTO: L’unica guerra che tutti dobbiamo combattere è quella contro il male. (Papa Francesco)
SAGGEZZA POPOLARE: Se tieni un cane alla catena, diventa cattivo. Stessa cosa per l’uomo. (proverbio della Costa d’Avorio)
UN ANEDDOTO: “Il grande scrittore irlandese James Joyce (1882-1941) visse a lungo a Trieste, dove si mantenne insegnando l'inglese. Per via delle sue condizioni economiche poco floride, dovette spesso affittare alloggi a basso costo, talvolta sprovvisti persino di tavoli: in quel caso si adattava a scrivere tenendo una valigia sulle ginocchia.”
PAROLA DI DIO: Is 25,6-10a; Sal 22; Mt 15,29-37
Vangelo Mt 15,29-37
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele. Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene. Parola del Signore
«COME POSSIAMO TROVARE IN UN DESERTO TANTI PANI DA SFAMARE UNA FOLLA COSÌ GRANDE?»
Nel nostro servizio spesso anche noi ci sentiamo incapaci ed impotenti come lo furono i discepoli allora, anche dalle nostre labbra sgorgano spesso parole confuse di chi non sa proprio come fare a rispondere ai bisogni di chi ha accanto. Probabilmente oggi più di allora però non siamo consapevoli di chi ci cammina accanto, cioè di Gesù. Lui non ci chiede mai cose impossibili e non ci affida mai missioni che non possiamo compiere. Partire da ciò che abbiamo (cinque pani e due pesci) per rispondere ai bisogni ed alle esigenze di chi ci è affidato. Spesso non serve altro che mettere a disposizione ciò che si è, ciò che si ha e poi il gioco è fatto: “Vedrai miracoli, se crederai”. Cosa ho da offrire?
Cosa posso mettere a disposizione per rispondere alla folla che qui e ora mi circonda? Lascio spazio a Gesù per compiere miracoli con ciò che sono e che offro?
GIOVEDI’ 7 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Ambrogio; S. Maria Giuseppa Rossello; S. Urbano
Una scheggia di preghiera:
SONO IN TE, SIGNORE, LE NOSTRE RADICI.
HANNO DETTO: Sono tempi cattivi, dicono gli uomini. Vivano bene ed i tempi saranno buoni. Noi siamo i tempi. (Sant'Agostino)
SAGGEZZA POPOLARE: Si può aiutare un bue ad alzarsi solo se lui stesso si sforza di farlo. (proverbio del Sudafrica)
UN ANEDDOTO: Verso la metà degli anni Cinquanta, quando Segovia era ormai da oltre trent'anni uno dei più grandi musicisti viventi, si presenta presso gi studi radiofonici della RAI di Roma per effettuare delle registrazioni, l'usciere lo nota, lo ferma e telefona al direttore: - "Dotto', qua c'è uno con la chitara!" - "E che vole?" - "Dice che deve sonà". - "Daje cento lire e mandalo via!".
PAROLA DI DIO: Is 26,1-6; Sal 117; Mt 7,21.24-27
Vangelo Mt 7,21.24-27
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Parola del Signore
NON CHIUNQUE MI DICE: “SIGNORE, SIGNORE”, ENTRERÀ NEL REGNO DEI CIELI, MA COLUI CHE FA LA VOLONTÀ DEL PADRE MIO CHE È NEI CIELI.
Se la fede c’è, si deve vedere concretamente nella propria vita, nelle proprie scelte, nelle proprie relazioni. Spesso, purtroppo, misuriamo la nostra fede e quella degli altri sulle ore di preghiera, sulle ore di adorazioni, sul numero delle messe. Gesù è chiarissimo: non è da questo che si vede se una persona ha fede ma se da queste preghiere, adorazioni e messe conseguono scelte e relazioni sane, sante, feconde!
La nostra fede è un Amen e Amen è una parola ebraica che non significa “così sia” ma “sono saldo”, “ho qui il mio fondamento”. Allora, se la nostra fede è veramente un Amen lo si vedrà nelle difficoltà perché la fede NON è uno scudo che ci protegge dalle difficoltà, dalle sofferenze, dagli errori ma è una relazione che ci permetterà di affrontare e superare le difficoltà, le sofferenze, gli errori e trovare salvezza. Tutto ciò che mette radici e fondamenta rimane saldo e produce frutto!
VENERDI’ 8 DICEMBRE: IMMACOLATA CONCEZIONE B.V. MARIA
Tra i santi ricordati oggi: S. Eucario; S. Eutichiano
Una scheggia di preghiera:
O DIO, AIUTACI AD ACCOGLIERE CON FIDUCIA I PROGETTI CHE HAI SU DI NOI.
HANNO DETTO: Il meglio della vita lo si passa a dire “è troppo presto”, poi “è troppo tardi”. (Gustave Flaubert)
SAGGEZZA POPOLARE: Una parola è come un filo di rafia; se lo levi dalla stuoia non potrai più rimetterlo dov’era. (proverbio del Ciad)
UN ANEDDOTO: Un gatto, dopo avere catturato un gallo, cercò un pretesto plausibile per divorarlo. Di conseguenza lo accusò di essere molesto agli uomini poiché cantava di notte e impediva loro di dormire. Il gallo si difese dicendo che lo faceva per essere utile agli uomini, poiché li svegliava per i loro consueti lavori. Il gatto di nuovo lo accusava dicendo che violava le leggi di natura, accoppiandosi alla madre e alle sorelle. Il gallo diceva di comportarsi in questo modo nell’interesse dei padroni, perché così venivano prodotte numerose uova. Il gatto allora rispose: «Se tu riesci a trovare tante magnifiche giustificazioni, io certo non resterò a bocca asciutta», e lo mangiò. La favola dimostra che la natura malvagia, decisa a compiere il male, se non può agire con una scusa ragionevole opera in modo scoperto. (Esopo)
PAROLA DI DIO: Gn 3,9-15.20; Sal 97; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38
Vangelo Lc 1,26-38
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. Parola del Signore
NULLA È IMPOSSIBILE A DIO
La liturgia di oggi ci ricorda che Dio non fa le cose a caso che tutto ha un progetto, uno scopo, un senso, un fine che noi non sempre conosciamo. Ci ricorda che un sì detto oggi può cambiare la vita a tante persone domani. Ci ricorda che le scelte importanti della vita non possiamo viverle con superficialità. Ci ricorda che Lui con noi fa sul serio e se gli diamo spazio cambia la nostra vita e attraverso i nostri sì e il nostro metterci in gioco con Lui, cambia anche la vita degli altri. Ci ricorda che è normale avere paura dei progetti grandi e che la paura va affrontata con l’abbandono fiducioso di chi sa che non è solo e che può confidare sempre in Lui. Ci ricorda che non sempre possiamo avere tutto chiaro e tutto sotto controllo. E ci ricorda che non ci butta in una situazione ma ci guida anche passo passo non comanda qualche cosa, ma ci accompagna a viverla.
SABATO 9 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni Diego C.; S. Siro; S. Gorgonia
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE GRAZIE, SEI TU CHE CI HAI SCELTI.
HANNO DETTO: L’intelligenza non è non commettere errori, ma scoprire subito il modo di trarne vantaggio. (Bertold Brecht)
SAGGEZZA POPOLARE: Un villaggio dove si litiga continuamente non prospera. (proverbio del Congo)
UN ANEDDOTO: Dopo che Socrate fu condannato a morte, in attesa che la sentenza fosse eseguita, amici, discepoli e parenti andavano in carcere a fargli visita. Anche Santippe, sua moglie, ovviamente volle andare da suo marito. Appena lo vide, la povera donna scoppiò a piangere. - Ti hanno condannato ingiustamente - gli disse Santippe tra le lacrime - Ed è questo che mi fa male. Al che il filosofo replicò serafico: - Perché? Eri più contenta se mi avessero condannato giustamente?
PAROLA DI DIO: Is 30,19-21.23-26; Sal 146; Mt 9,35 - 10,1.6-8
Vangelo Mt 9,35-10,1.6-8
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!». Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date». Parola del Signore
VEDENDO LE FOLLE, NE SENTÌ COMPASSIONE, PERCHÉ ERANO STANCHE E SFINITE COME PECORE CHE NON HANNO PASTORE
Mi colpisce, leggendo il testo, una “stranezza”. Gesù cammina, insegna, annuncia il Vangelo e guarisce. Svolge la sua missione, non si risparmia, non sta un attimo fermo. Sarebbe normale che, ad un certo punto, fosse Lui ad essere stanco. Ed invece, paradossalmente, il testo ci dice che erano le folle, che lo ascoltavano, ad essere “stanche e sfinite”. Questo elemento, che sembra contraddittorio, contiene, in realtà, un forte messaggio. Chi si spende per il Vangelo NON SI STANCA, perché è contento di quello che fa, perché si rende conto che sta dando senso alla sua vita. È come quando si svolge un lavoro o un hobby con passione. Anche se è duro, faticoso, la stanchezza non si avverte per la gioia che si prova nel farlo. Chi, invece, non ha passioni, è spento e si stanca pur senza far nulla. Quante volte ci è capitato, magari la domenica, di passare da un divano all’altro e dire, annoiati, dopo non aver fatto nulla per tutto il giorno: “ che stanchezza”. Il testo di oggi ci invita pertanto ad essere “operai a servizio della messe”, nella piena consapevolezza che l’evangelizzazione è stancante, ci porta ad affrontare rifiuti, incomprensioni, ma dà pienezza e forza alla nostra vita.
DOMENICA 10 DICEMBRE: 2^ DI AVVENTO (B)
Tra i santi ricordati oggi: B.V. Maria di Loreto; S. Eulalia; S. Mauro
Una scheggia di preghiera:
DONACI, SIGNORE DI FARE LA TUA VOLONTA'.
HANNO DETTO: La vita non offre responsabilità più grande, né più grande privilegio, che il far crescere una nuova generazione. (C. Everett Koop)
SAGGEZZA POPOLARE: Colui che nulla mette in dubbio, nulla impara. (proverbio persiano)
UN ANEDDOTO: Talete a chi chiedeva che cosa fosse nato prima, la notte o il giorno, rispondeva: “la notte, un giorno prima”
PAROLA DI DIO: Is 40,1-5.9-11; Sal 84; 2Pt 3,8-14; Mc 1,1-8
Vangelo Mc 1,1-8
Dal vangelo secondo Marco
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Parola del Signore
ACCORREVANO A LUI TUTTA LA REGIONE DELLA GIUDEA E TUTTI GLI ABITANTI DI GERUSALEMME. E SI FACEVANO BATTEZZARE DA LUI NEL FIUME GIORDANO
Giovanni è un grandissimo carismatico. Grande predicatore. Ha tanto successo. La sua predicazione è così efficace che convince. Converte. Cambia i cuori. Il suo segreto è semplicemente quello di trasmettere una parola che non è la sua. Lui mette la voce l’energia l’impegno il sacrificio. I contenuti, però, non sono suoi. Ciò che cambia veramente e definitivamente il cuore è Dio. Giovanni ha messo in prestito la sua vita. Giovanni si è fatto strumento per diffondere il vangelo. Giovanni si è fatto strumento di Dio!
E più mi convinco di questo più mi viene in mente il grande rischio che ha passato: il protagonismo. Mettere al centro sé stesso. Non Dio ma l’io!
Giovanni è vincente, perché è capace ma anche tanto umile. Ha grandi qualità e altrettanta umiltà. Sa di avere dei doni ma non dimentica chi glieli ha dati, perché glieli ha dati e per chi glieli ha dati!
Oggi ci interroghiamo su questo: Dio ti dà qualcosa perché tu possa darla ad altri perché tu possa tramettere qualcosa di bello ad altri. Dio ha “bisogno” di noi. Dio si serve di noi. Dio vuole raggiungere altri e lo vuole fare attraverso di te. Tante situazioni della tua vita, forse proprio quelle più difficili (ma non solo), sono occasioni per trasmettere un messaggio di amore di speranza di perdono di pace. Un messaggio di Dio!
E se quella lite se quel contrasto se quella discussione che hai con quella persona fosse un’occasione da trasformare in qualcosa di buono?
Se al posto di vendicarti perdonassi?
Se al posto di convincere l’altro delle tue ragioni, gli proponessi di superare la difficoltà?
Se quella persona a te tanto antipatica avesse bisogno della carezza di Dio tramite te?
Se quell’altra, invece, deve essere corretta amorevolmente da Dio tramite te?
Se certe cose non le fai tu forse non si faranno mai!
LUNEDI’ 11 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Damaso I; S. Daniele Stilita; S. Sabino
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, INSEGNACI A CONDIVIDERE TUTTO, ANCHE LA FEDE.
HANNO DETTO: Sei giovane una sola volta, ma puoi rimanere immaturo per sempre. (Ogden Nash)
SAGGEZZA POPOLARE: Una goccia è oceano solo quando è nell'oceano; altrimenti, una goccia è una goccia e un oceano è un oceano. (proverbio persiano)
UN ANEDDOTO: Un gracchio vide alcuni colombi ben nutriti in una piccionaia e rese bianche le sue penne per condividere la loro vita. I piccioni, finché se ne stette zitto, lo accolsero, ritenendo che fosse uno di loro, ma una volta, in un momento di distrazione, il volatile gracchiò. Allora i piccioni, riconoscendone il verso, lo mandarono via. Quello, non essendo riuscito a ottenere cibo lì, di nuovo ritornò dai gracchi, ma essi, non riconoscendolo a causa del colore, lo allontanarono dalla loro comunità. Così, dopo aver coltivato due desideri, non ne realizzò nemmeno uno. (Esopo)
PAROLA DI DIO: Is 35,1-10; Sal 84; Lc 5,17-26
Vangelo Lc 5,17-26
Dal vangelo secondo Luca
Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza. Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?». Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Alzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico – alzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio. Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose». Parola del Signore
ED ECCO, ALCUNI UOMINI, PORTANDO SU UN LETTO UN UOMO CHE ERA PARALIZZATO, CERCAVANO DI FARLO ENTRARE E DI METTERLO DAVANTI A LUI.
Stupisce sempre il constatare come sia la fede ad ottenere i miracoli. E la fede sembra essere un dono che si può mettere in comune: è per la fede di altri uomini, infatti, che Gesù perdona i peccati del paralitico. Così avviene anche nel battesimo dei bambini: essi vengono battezzati nella fede della Chiesa, professata dai genitori e dai padrini. Da chi avrà imparato Gesù che la fede di chi ti vuole bene è come se fosse tua?
Io penso da Giuseppe e da Maria. Me lo vedo, mentre ammira i suoi genitori pregare il Padre per Lui. Anche la tua fede, per quanto piccola, salva chi ami!
MARTEDI’ 12 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: B.V. Maria di Guadalupe
Una scheggia di preghiera:
BUON PASTORE, IL TUO AMORE PER ME È UNICO.
HANNO DETTO: La giovinezza è felice perché ha la capacità di vedere la bellezza. Chiunque sia in grado di mantenere la capacità di vedere la bellezza non diventerà mai vecchio. (Franz Kafka)
SAGGEZZA POPOLARE: Non contare i tuoi polli prima che siano nati. (proverbio persiano)
UN ANEDDOTO: Si narra che Platone abbia visto un tale che giocava a dadi e l'abbia rimproverato: costui oppose che la posta era piccola. Platone di rimando: 'Ma l'abitudine non è cosa piccola'.
PAROLA DI DIO: Is 40,1-11; Sal 95; Mt 18,12-14
Vangelo Mt 18,12-14
Dal vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda». Parola del Signore
“SE UN UOMO HA CENTO PECORE E NE SMARRISCE UNA, NON LASCERÀ FORSE LE NOVANTANOVE SUI MONTI, PER ANDARE IN CERCA DI QUELLA PERDUTA? SE GLI RIESCE DI TROVARLA, IN VERITÀ VI DICO, SI RALLEGRERÀ PER QUELLA PIÙ CHE PER LE NOVANTANOVE CHE NON SI ERANO SMARRITE”.
Quanto valiamo davanti a Dio?
Gesù nel Vangelo di oggi cerca di spiegarcelo con una storia raccontata appositamente per farci sentire la vertigine dell’eccesso di amore con cui siamo amati. Ognuno di noi è quella pecorella speciale. Ognuno di noi deve sentirsi unico come quella pecora per il cui amore il pastore mette a repentaglio tutto pur di ritrovarla. Gesù vuole dirci che davanti a Dio noi non siamo massa, non siamo numeri, ma siamo unici. Qualcuno diceva che Dio sa contare solo fino a uno. Coltivare la vita spirituale significa lasciare che questa “preferenzialità” che Egli manifesta per ciascuno di noi emerga fino al punto da segnare in maniera indelebile la nostra vita. Infatti, se ti senti molto amato puoi compiere meraviglie. È il sapersi amati il segreto della gioia della vita di ogni uomo e di ogni donna. Dio ci dà un amore così, un amore senza se e senza ma. Un amore affidabile. Un amore per sempre. Tu ti senti amato/a così?
MERCOLEDI’ 13 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Lucia; S. Ottilia.
Una scheggia di preghiera:
UNITI A TE, GESU', IL GIOGO SI FA PIU' LEGGERO.
HANNO DETTO: I morti ricevono più fiori dei vivi perché i rimpianti sono più forti della gratitudine. (Anna Frank)
SAGGEZZA POPOLARE: Una pecora pigra pensa che la sua lana sia pesante. (proverbio persiano)
UN ANEDDOTO: I lupi si rivolsero così ai cani: «Perché, anche se ci assomigliate in tutto, non andate d’accordo con noi come fratelli? Infatti, non c’è tra noi alcuna differenza, se non il modo di pensare. Noi viviamo in libertà, mentre voi siete sottomessi agli uomini e loro schiavi, sopportate le loro percosse, avete catene al collo, fate la guardia alle loro greggi. Quando mangiano, vi gettano solo gli ossi. Ma lasciatevi convincere e consegnateci ogni membro del gregge: metteremo tutto in comune, mangiando fino a essere sazi». I cani, dunque, diedero ascolto a queste parole. I lupi, entrati nella stalla, uccisero innanzitutto i cani. Coloro che tradiscono la loro patria ricavano tale ricompensa. (Esopo)
PAROLA DI DIO: Is 40,25-31; Sal 102; Mt 11,28-30
Vangelo Mt 11,28-30
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo, infatti, è dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore
VENITE A ME, VOI TUTTI CHE SIETE STANCHI E OPPRESSI, E IO VI DARÒ RISTORO.
Questa Parola di oggi ci fa capire innanzitutto che Dio vede nel profondo del nostro cuore, vede le nostre debolezze, le nostre stanchezze, le nostre oppressioni. Il fatto stesso che ci dica di andare a Lui se proviamo queste cose, dice anche quale Amore ha per noi. Ed è ancora più convincente quando ci invita a prendere il Suo giogo su di noi: è l’invito ad essere uniti a Lui. Il giogo, infatti, è un attrezzo che comporta la presenza di due soggetti legati insieme; quindi, ci chiede di essere a Lui con-giogati, coniugati. Perché quando manca l’amore tutto pesa, anche le Croci pesano di più.
GIOVEDI’ 14 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni della Croce; S. Venanzio Fortunato
Una scheggia di preghiera:
PRENDIMI PER MANO DIO MIO, GUIDAMI NEL MONDO A MODO TUO.
HANNO DETTO: La peggior solitudine è non essere a proprio agio con te stesso. (Mark Twain)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi è in errore sospetta tutti. (proverbio persiano)
UN ANEDDOTO: Un contadino decise che era ora di prendere moglie, perciò sellò il mulo e partì alla volta della città per trovarne una. Dopo un po' incontrò una donna che giudicò adatta a lui e la sposò.
Dopo la cerimonia, salirono tutti e due sul mulo e si avviarono verso la fattoria. A un certo punto l'animale si fermò e rifiutò di proseguire; allora il contadino smontò e picchiò il mulo con un grosso bastone finché quello non ricominciò ad andare. «E questa è la prima», disse il contadino. Qualche chilometro più avanti, il mulo si fermò di nuovo e ancora il contadino scese e lo picchiò finché quello non ripartì. «E con questa fanno due», egli disse. Ancora un po' e il mulo si fermò per la terza volta. Il contadino smontò, fece scendere la moglie, estrasse la pistola e sparò alla testa del mulo che morì sul colpo. «Uomo stupido e crudele!» gridò la moglie. «Quello era un animale bello e robusto che avrebbe reso un servizio prezioso alla fattoria e ora, in un impeto di rabbia, l'hai eliminato. Se avessi saputo che uomo sei, non ti avrei mai sposato. È, e continuò a sbraitare su questo tono per quasi dieci minuti. Il contadino stette ad ascoltarla finché lei si fermò a riprendere fiato. Poi disse: «E questa è la prima». Si racconta che da allora vissero insieme felici e contenti.
PAROLA DI DIO: Is 41,13-20; Sal 144; Mt 11,11-15
Vangelo Mt 11,11-15
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse alle folle: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!». Parola del Signore
DAI GIORNI DI GIOVANNI IL BATTISTA FINO AD ORA, IL REGNO DEI CIELI SUBISCE VIOLENZA E I VIOLENTI SE NE IMPADRONISCONO.
Seguire il vangelo è bello è appagante rende felici. Ma ci vuole coraggio costanza perseveranza forza!
Non è semplice e sicuramente ha delle conseguenze nelle nostre vite nelle nostre relazioni. Oggi, in modo particolare, si tratta di dovere andare contro corrente, perché molto spesso in molte occasioni, i valori del vangelo non sono condivisi dalla maggioranza che cerca e segue strade più facili, meno esigenti, che richiedono meno sacrificio e che procurano una gioia immediata, a basso prezzo ma anche a breve tempo determinato. Valori come la fedeltà, la castità, ma anche il perdono l’accoglienza sono messi da parte e come superati da nuovi modi di pensare e di agire basati sul piacere, divertimento, vendetta, indifferenza, egoismo. Oggi, essere credenti convinti significa anche essere pronti ad essere isolati, non accettati né accolti e in qualche modo anche perseguitati ma seguire il Signore rimane una strada, per quanto impegnativa, che porta alla vera felicità alla pienezza alla salvezza!
Scegli il vangelo, potrà essere impegnativo, ma ti renderà veramente felice!
VENERDI’ 15 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Valeriano.
Una scheggia di preghiera:
GESU', TU SEMPRE MI PARLI: FA' CHE TI ASCOLTI.
HANNO DETTO: Nessun male ci condanna senza speranza tranne il male che amiamo, e quello nel quale desideriamo perseverare, e a cui non facciamo alcun tentativo di sfuggire. (George Eliot)
SAGGEZZA POPOLARE: Se pensi di avere fatto tutto bene vuol dire che hai sbagliato qualcosa. (proverbio mongolo)
UN ANEDDOTO: Una giovane donna telefonò a una tipografia. «Si ricorda quelle partecipazioni che ho ordinato la settimana scorsa? Ecco, volevo sapere se è troppo tardi per apportare qualche modifica». «Mi dica pure, signorina, vediamo che cosa si può fare». «D'accordo. È cambiata la data, la chiesa e la persona che sposerò». È impossibile essere felicemente sposati con qualcuno se prima non si è divorziato da sé stessi.
PAROLA DI DIO: Is 48,17-19; Sal 1; Mt 11,16-19
Vangelo Mt 11,16-19
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!” È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie». Parola del Signore
“VI ABBIAMO SUONATO IL FLAUTO E NON AVETE BALLATO, ABBIAMO CANTATO UN LAMENTO E NON VI SIETE BATTUTI IL PETTO!”
Una generazione, quella di cui parla Gesù, che si potrebbe definire “spettatrice”. Non farsi chiamare in causa dagli eventi della storia è porsi come osservatori esterni; un semplice “assistere”. Tante volte anche noi guardiamo alla vita così come guardiamo un telegiornale. Senza più la capacità di farci realmente toccare dalle cose. Passando dalle tragedie allo sport come se niente fosse. Sempre pronti a giudicare. Per riconoscere la sapienza giusta devi lasciare che le sue opere tocchino la tua vita. Non perder più tempo a far valere le tue ragioni davanti a ciò che succede. Ma ciò che succede sia la ragione per incontrare Dio, sempre. Lui c’è.
SABATO 16 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Adelaide; S. Albina.
Una scheggia di preghiera:
GRAZIE SIGNORE DI TUTTI I BUONI CHE HAI MESSO SUL MIO CAMMINO.
HANNO DETTO: Nulla è più facile che denunciare il malfattore, nulla è più difficile che capirlo. (Fëdor Dostoevskij)
SAGGEZZA POPOLARE: Cerca la risposta dentro di te, non chiederla a chi ti sta accanto. (proverbio mongolo)
UN ANEDDOTO: È raro che in una relazione l'altro non venga sfruttato a proprio vantaggio. «Ho saputo che hai rotto il fidanzamento con Tom. Che cosa è accaduto?» «È che i miei sentimenti nei suoi confronti sono cambiati». «Gli restituirai l'anello di fidanzamento?» «Oh, no! Non ho mica cambiato idea nei confronti dell'anello».
PAROLA DI DIO: Sir 48,1-4.9-11; Sal 79; Mt 17,10-13
Vangelo Mt 17,10-13
Dal vangelo secondo Matteo
Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché, dunque, gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista. Parola del Signore
MA IO VI DICO: ELÌA È GIÀ VENUTO E NON L’HANNO RICONOSCIUTO; ANZI, HANNO FATTO DI LUI QUELLO CHE HANNO VOLUTO.
Ci sono i profeti, camminano in mezzo a noi, pranzano con noi, pregano con noi. Difficilmente vestono pelli di cammello e non si nutrono di locuste. Spesso non sanno nemmeno loro di essere profeti, nemmeno sanno di essere portatori di Parola divina, perché Dio agisce così, utilizzando le vite di chi lo cerca e lo segue per farle splendere nella tenebra. Ma il rischio, sempre attuale, per noi discepoli, è quello di non vederli, di non accorgerci della loro presenza, di ignorarli, di confonderli per gente un po’ stralunata, stramba, eccessivamente devota o pessimista. Dio viene nelle nostre vite, continuamente, ma abbiamo bisogno di fratelli e sorelle che ce lo indichino, che ci richiamino all’essenziale, con le loro parole e i loro gesti. Giovanni Battista ha illuminato brevemente la scena religiosa del giudaismo per poi finire nell’oblio, sostituito da altre urgenze, da altre novità, dal tran-tran quotidiano. Stiamo desti oggi, all’erta, sul pezzo, connessi. Chissà che un profeta non incroci le nostre vite indicandoci il Maestro. Attenti, però, è il nostro sguardo, lo sguardo del cuore che solo può conoscerli.
DOMENICA 17 DICEMBRE: 3^ DI AVVENTO (B)
Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni de Matha; S. Modesto
Una scheggia di preghiera:
LA GIOIA DI SAPERCI AMATI DA TE NESSUNO CE LA PUO' TOGLIERE.
HANNO DETTO: Sono contrario alla violenza perché se apparentemente fa del bene il bene è solo temporaneo, il male che fa è permanente. (Mahatma Gandhi)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi pulisce lo sporco lava la felicità. (proverbio mongolo)
UN ANEDDOTO: Troppo spesso vediamo la gente non com'è, ma come abbiamo bisogno di vederla noi.
Una giovane donna molto attiva dava segni di stanchezza e tensione. Il dottore le prescrisse dei tranquillanti e le disse di tornare dopo due settimane. Quando ella ritornò, le chiese se si sentiva diversa. La risposta fu: «Io no. Però ho notato che gli altri sono molto più rilassati».
PAROLA DI DIO: Is 61,1-2.10-11; Cant. Lc 1,46-50.53-54; 1Ts 5,16-24; Gv 1,6-8.19-28
Vangelo Gv 1,6-8. 19-28
Dal vangelo secondo Giovanni
Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betania, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando. Parola del Signore
IN MEZZO A VOI STA UNO CHE VOI NON CONOSCETE, COLUI CHE VIENE DOPO DI ME: A LUI IO NON SONO DEGNO DI SLEGARE IL LACCIO DEL SANDALO.
Siamo arrivati alla terza domenica d’Avvento, detta anche “Gaudete”, cioè “Gioite”. Tutte le letture di questa liturgia sono un invito, una chiamata a gioire, non per una cosa effimera come tante di quelle che ci propina il mondo, ma nel e per il Signore che viene ancora in mezzo a noi, nella nostra storia. In questo tempo non facciamo finta che Gesù debba nascere perché Egli è già nato, ma facciamo memoria di come è avvenuta questa nascita e ci alleniamo a farGli spazio. Guardiamo a questo Dio che non è entrato nelle nostre vite in modo trionfale ma come Bambino, perciò fragile e bisognoso di protezione. Questo è il miracolo più grande: Dio si è fidato (e si fida) così tanto dell’uomo da consegnarsi nelle sue mani. Ed è un dono che nessuno ci può togliere.
LUNEDI’ 18 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Gaziano; S. Malachia profeta
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, MI FIDO DI TE.
HANNO DETTO: Non puoi tornare indietro e cambiare l’inizio, ma puoi iniziare dove sei e cambiare il finale. (C.S. Lewis)
SAGGEZZA POPOLARE: Se vuoi alzarti in alto devi scavare in profondità. (proverbio mongolo)
UN ANEDDOTO: «Non camminare di traverso – diceva la madre al granchio – e non sfregare i fianchi contro la roccia umida.» Allora il piccolo rispose: «Mamma, tu che mi insegni, procedi diritta e, guardandoti, io ti imiterò». È giusto che coloro che criticano vivano e procedano sulla retta via: allora potranno essere maestri coerenti. (Esopo)
PAROLA DI DIO: Ger 23,5-8; Sal 71; Mt 1,18-24
Vangelo Mt 1,18-24
Dal vangelo secondo Matteo
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti, il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli, infatti, salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. Parola del Signore
“GIUSEPPE FECE COME GLI AVEVA ORDINATO L’ANGELO DEL SIGNORE E PRESE CON SÉ LA SUA SPOSA”.
Giuseppe dicendo il suo sì entra nel mistero di Dio, si lascia condurre da Lui, sparisce in Lui. Anche Abramo non conosceva la terra verso cui Dio lo portava, anche i patriarchi si sono fidati ad occhi chiusi. Per essere grandi agli occhi di Dio non occorre fare cose straordinarie, basta lasciarci prendere da Lui e da Lui lasciarci condurre nella meravigliosa avventura della vita. Dio vede le piccole cose di tutti i giorni, quelle che formano l’eroismo della fede.
MARTEDI’ 19 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Anastasio I; S. Fausta; S. Dario
Una scheggia di preghiera:
DAVANTI AL MISTERO, AIUTAMI A MERAVIGLIARMI E TACERE.
HANNO DETTO: A volte non hai il tempo di accorgertene, le cose capitano in pochi secondi. Tutto cambia. Sei vivo. Sei morto. E il mondo va avanti. (Charles Bukowski)
SAGGEZZA POPOLARE: La pecora separata dal gregge se la mangiano i lupi. (proverbio turco)
UN ANEDDOTO: Il modo migliore per troncare un'amicizia è quello di insistere per fare le cose a modo proprio. Johnny era un bambino di tre anni assai forte e robusto. Aveva fatto amicizia con la capra del vicino. Tutte le mattine strappava un po' di erba e qualche foglia di insalata e le portava a Billy per la colazione. La loro amicizia era così profonda che Johnny passava ore in dolce compagnia della capretta. Un giorno Johnny decise che a Billy avrebbe fatto bene cambiare dieta. Andò quindi dalla sua amica con delle foglie di rabarbaro al posto dell'insalata. Billy rosicchiò un po' di rabarbaro, decise che non le piaceva e lo spinse lontano con il muso. Johnny afferrò Billy per le corna e cercò di costringerla a mangiare il rabarbaro. Questa volta la capretta diede a Johnny un colpo con la testa, prima delicatamente e poi, dato che lui insisteva, con decisione, tanto che il bambino andò a finire a gambe all'aria sul prato. Johnny fu così offeso che si spolverò i vestiti, rivolse a Billy uno sguardo glaciale e se ne andò per sempre. Qualche giorno dopo, quando suo padre gli chiese perché non andava più a chiacchierare con Billy, Johnny rispose: «Perché lei mi ha mandato via».
PAROLA DI DIO: Gdc 13,2-7.24-25a; Sal 70; Lc 1,5-25
Vangelo Lc 1,5-25
Dal vangelo secondo Luca.
Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». Zaccarìa disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo». Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni, Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini». Parola del Signore
ZACCARÌA DISSE ALL’ANGELO: “COME POTRÒ MAI CONOSCERE QUESTO”.
L’arcangelo Gabriele nelle sue annunciazioni si sente fare sempre la stessa domanda. Maria gli chiede: “Come avverrà questo?”, Zaccaria, invece: “Come potrò conoscere questo?” Mentre Maria si fida e chiede spiegazione, Zaccaria chiede un segno, una prova. Ammiriamo intensamente la fede di Maria, ma sentiamo che la nostra risposta sarebbe stata più simile a quella di Zaccaria, sentiamo come nostre, le sue incertezze e i suoi dubbi. Per noi non viene un angelo ad annunciarci il compiersi, nella vita, dei disegni di Dio; lo dobbiamo scoprire negli avvenimenti. Avremo, però, tante spiegazioni da chiedere e vorremmo toccare con mano che quello di Dio è un disegno d’amore mentre, invece, spesso ci pare difficile. Corriamo così il rischio di non capire nulla della vita, di diventare sordi e muti come Zaccaria.
MERCOLEDI’ 20 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Liberale di Roma
Una scheggia di preghiera:
AVVENGA PER ME SECONDO LA TUA PAROLA.
HANNO DETTO: Viviamo tutti sotto lo stesso cielo, ma non tutti abbiamo lo stesso orizzonte. (Konrad Adenauer)
SAGGEZZA POPOLARE: La verità, come l’olio, viene sempre a galla. (proverbio spagnolo)
UN ANEDDOTO: Un capretto, attardatosi dietro al suo gregge, era inseguito da un lupo; la bestiola allora, dopo essersi girata, disse al lupo: «So bene, lupo, che sono destinato al tuo pasto, ma perché io non muoia ingloriosamente, suona l’aulòs in modo che io possa danzare». Mentre il lupo si mise a suonare e il capretto a danzare, i cani sentirono e balzarono fuori all’inseguimento del lupo. Allora il lupo, giratosi, disse al capretto: «Mi sta proprio bene, poiché io, che sono un macellaio, non dovevo fare l’auleta». Così, coloro che agiscono senza considerare le circostanze si vedono sottrarre anche quanto è nelle loro mani. (Esopo)
PAROLA DI DIO: Is 7,10-14; Sal 23; Lc 1,26-38
Vangelo Lc 1,26-38
Dal vangelo secondo Luca
Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. Parola del Signore
ALLORA MARIA DISSE: «ECCO LA SERVA DEL SIGNORE: AVVENGA PER ME SECONDO LA TUA PAROLA».
La porta dell’umanità che si era chiusa dietro le spalle di Adamo ed Eva si riapre grazie alla disponibilità totale di Maria e quel Dio, pellegrino di Amore trova ospitalità tra gli uomini che viene a salvare. Quante volte ho chiesto: “Che cosa vuoi da me, Signore?”, “fammi capire la tua volontà”. Ma la risposta è poi semplice. Il Dio che viene non viene a portarmi via nulla, non mi chiede cose grandiose, chiede accoglienza per poter abitare con me, in me. Maria, con il suo realismo di donna pratica ha chiesto alcune spiegazioni all’angelo, ma come questo le ha detto di lasciar fare allo Spirito Santo, si è fidata. Quanto faremmo bene se invece di voler salvare noi il mondo con le nostre povere opere, lasciassimo solo la porta aperta perché Dio salvi, perché Gesù operi, perché lo Spirito dia sfogo al suo immenso amore creativo per gli uomini.
GIOVEDI’ 21 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Pietro Canisio.
Una scheggia di preghiera:
BENEDETTA COLEI CHE PORTA GESU' IN CASA NOSTRA.
HANNO DETTO: C’è uno spettacolo più grande del mare, ed è il cielo; c’è uno spettacolo più grande del cielo, ed è l’interno dell’anima. (Victor Hugo)
SAGGEZZA POPOLARE: Per la strada del poi si va alla casa del mai. (proverbio spagnolo)
UN ANEDDOTO: ... è difficile che si parli della stessa cosa... «Tesoro», disse la moglie, «mi vergogno di come viviamo. Mio padre ci paga l'affitto, mio fratello ci procura il cibo e i soldi per vestirci, lo zio salda le bollette della luce e dell'acqua e i nostri amici ci regalano i biglietti per il teatro. Non è che voglia lamentarmi, ma penso che qualche cosa si potrebbe migliorare». «Certo che si può», replicò il marito. «Anch'io ci sto pensando da un po' di tempo. In realtà tu hai un fratello e due zii che non mandano mai una lira!»
PAROLA DI DIO: Ct 2,8-14 opp. Sof 3,14-17; Sal 32; Lc 1,39-45
Vangelo Lc 1,39-45
Dal vangelo secondo Luca
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Parola del Signore
“ENTRATA NELLA CASA DI ZACCARIA”
Quante persone durante tutto l’anno hanno fatto ingresso nella nostra casa. E, ancora di più in questo periodo, anche noi partecipiamo a questo rituale di visite reciproche, scambio di auguri e regali. Ma quale ricordo ci hanno lasciato queste visite, o abbiamo lasciato? Quale messaggio ci è stato donato?
Tante volte restiamo delusi dalla fredda formalità di una visita o, al contrario, rimaniamo sorpresi ed entusiasti per visite, seppur brevi, ma fatte con affetto e amicizia. Certamente la visita che la Vergine Maria ha reso a sua cugina, è rimasta impressa nel cuore di Elisabetta. Non solo per la sorpresa inaspettata, ma perché è stata motivo di gioia e occasione di incontro con il Signore Gesù. È questo che ha permesso la Vergine Maria. Anche tu, certamente entrerai in tante case in questi giorni. Porta anche tu Gesù nelle case di coloro che visiti. Può essere un piccolo bambinello del presepe; un Augurio preso dal Vangelo, dagli scritti del Papa o di altri Santi; può essere un momento di preghiera; o una visita che porta conforto e parole di speranza. Sarà la creatività dello Spirito Santo a suggerirti il modo più consono per portare a coloro che visiti la presenza di Gesù.
VENERDI’ 22 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Francesca Saverio Cabrini.
Una scheggia di preghiera:
TU SEI UN DIO GRANDE, MERAVIGLIOSO E INNAMORATO.
HANNO DETTO: Gli uomini per guadagnarsi da vivere dimenticano di vivere. (Margaret Fuller)
SAGGEZZA POPOLARE: Punge più la gelosia che le pulci. (proverbio spagnolo)
UN ANEDDOTO: Un toro, inseguito da un leone, fuggì in una grotta, dove c’erano delle capre selvatiche. Assalito da esse e preso a cornate, esclamò: «Non per paura di voi sopporto, ma di colui che si trova all’ingresso della grotta». Così molti, per paura dei più potenti, si rassegnano a tollerare anche le azioni tracotanti dei più deboli. (Esopo)
PAROLA DI DIO: 1Sam 1,24-28; Cant. 1Sam 2,1.4-8; Lc 1,46-55
Vangelo Lc 1,46-55
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Parola del Signore
L’ANIMA MIA MAGNIFICA IL SIGNORE E IL MIO SPIRITO ESULTA IN DIO, MIO SALVATORE
Nel Magnificat, Maria fa una cosa semplicissima: concentra il suo sguardo sulle opere di Dio. Questo è il segreto della lode, della gioia, della gratitudine, della riconoscenza: accorgersi che Dio fa tantissimo per te. E desidera attirare la tua attenzione nel modo opposto di come lo fa il mondo: non con i fuochi d’artificio che subito finiscono, ma con le cose semplici che stanno nella terra, come i fiori. I fuochi cadono, i fiori si innalzano. Natale è quello che Dio fa per te. Natale è uscire da te per ammirare la bellezza di Dio. Nel Magnificat, per Maria era già Natale.
SABATO 23 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni da Keti; S. Vittoria; S. Ivo
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, SEI TU CHE CI HAI SCELTO FIN DALL'ETERNITA'.
HANNO DETTO: Ogni uomo ha le sue pene segrete che il mondo non conosce, e molto spesso noi chiamiamo un uomo freddo quando è solo triste. (Henry Wadsworth Longfellow)
SAGGEZZA POPOLARE: Il gamberetto che si addormenta viene portato via dalla corrente. (proverbio spagnolo)
UN ANEDDOTO: Un negoziante sentì uno dei suoi commessi che diceva a una cliente: «No, signora, è da qualche settimana che non ne abbiamo più e non credo che arriverà tanto presto». Inorridito da queste parole, egli si precipitò dalla cliente che stava uscendo e le disse: «Non è vero, signora. Arriverà prestissimo. Anzi, ne abbiamo ordinato un paio due settimane fa». Poi tirò da parte il commesso e ringhiò: «Non dire mai e poi mai che non abbiamo qualcosa. Se non c'è, di' che l'abbiamo ordinato e sta arrivando. Ma che cosa voleva quella signora?» «La pioggia», replicò il commesso.
PAROLA DI DIO: Ml 3,1-4.23-24; Sal 24; Lc 1,57-66
Vangelo Lc 1,57-66
Dal vangelo secondo Luca
In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Parola del Signore
“CHE SARA’ MAI QUESTO BAMBINO?”
"Che sarà mai questo bambino?" si interroga la gente, cogliendo i molti particolari prodigiosi che ne accompagnano l'ingresso nel mondo fin dal suo concepimento. Un giorno Giovanni risponderà egli stesso a questa domanda, definendo sé stesso "voce". Ora la voce non è che suono se non viene riempito dal senso della parola. E la "Parola" è Cristo. Il rapporto che lega il precursore a Gesù è quindi tutt'altro che esteriore e marginale. Il Battista trova il suo senso, la sua consistenza solo in relazione a Cristo, vero protagonista e senso ultimo di questa nascita e di tutta la storia. È allora legittimo porre la stessa domanda: "che sarà questo bambino?", per ogni vita che si schiude. Nessuno di noi si affaccia all'orizzonte della storia casualmente. E di nessuno, neppure del feto abortito, si può dire che sia passato senza lasciar traccia, inutilmente. Ogni uomo si inserisce nel progetto d'amore di Dio, che in Cristo trova la piena realizzazione. Ogni nascita è una dilatazione dell’amore e della misericordia del Signore, la cui tenerezza si espande su tutte le creature (Sal 145,9). Solo se si capisce così una nascita, si può comprendere il vero valore e il vero spessore di una vita.
DOMENICA 24 DICEMBRE: 4^ DI AVVENTO (B)
Tra i santi ricordati oggi: S. Delfino; S. Irmina; S. Adele
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, TU SEI CON NOI DA SEMPRE E PER SEMPRE.
HANNO DETTO: Vai a dormire in pace. Dio è sveglio. (Victor Hugo)
SAGGEZZA POPOLARE: Mantieni ad ogni costo una mente aperta, ma non così aperta che il tuo cervello caschi fuori (detto inglese)
UN ANEDDOTO: C'era una volta un filo di cotone che si sentiva inutile. «Sono troppo debole per fare una corda» si lamentava. «E sono troppo corto per fare una maglietta. Sono troppo sgraziato per un Aquilone e non servo neppure per un ricamo da quattro soldi. Sono scolorito e ho le doppie punte. Ah, se fossi un filo d'oro, ornerei una stola, starei sulle spalle di un prelato! Non servo proprio a niente. Sono un fallito! Nessuno ha bisogno di me. Non piaccio a nessuno, neanche a me stesso!». Si raggomitolava sulla sua poltrona, ascoltava musica triste e se ne stava sempre solo. Lo udì un giorno un mucchietto di cera e gli disse: «Non ti abbattere in questo modo, piccolo filo di cotone. Ho un'idea: facciamo qualcosa noi due, insieme! Certo non possiamo diventare un cero da altare o da salotto: tu sei troppo corto e io sono una quantità troppo scarsa. Possiamo diventare un lumino, e donare un po' di calore e un po' di luce. È meglio illuminare e scaldare un po' piuttosto che stare nel buio a brontolare». Il filo di cotone accettò di buon grado. Unito alla cera, divenne un lumino, brillò nell'oscurità ed emanò calore. E fu felice.
PAROLA DI DIO: 2Sam 7,1-5.8b-12.14a.16; Sal 88; Rm 16,25-27; Lc 1,26-38
Vangelo Lc 1,26-38
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. Parola del Signore
IL SIGNORE È CON TE ( Lc. 1,28 )
L'uomo ha bisogno di essere con qualcuno, ha bisogno di relazioni. Tutta la vita è un rapportarsi con gli altri. L'uomo solo è triste. La realtà di Maria viene messa in evidenza dall'angelo: Maria non è sola, Dio è con lei, le dà l'assicurazione di una presenza particolarmente intensa in ordine a qualcosa di grande. Le dice: 'Io sono con te da sempre, perché da sempre ti ho pensata per Madre di mio Figlio. Io sono con te adesso perché mi sto incarnando nel tuo corpo, io sarò con te per l'eternità, perché tu sarai per sempre con me'. Quante volte durante la messa noi sentiamo il sacerdote farci questo augurio: "Il Signore sia con te", ma, se durante la Messa forse è più facile renderci conto della presenza del Signore, Dio è proprio anche con me nei miei rapporti familiari, in ufficio, sul tram...? Lui, sì, è certamente con noi; qualche volta siamo noi che non siamo con Lui.
LUNEDI’ 25 DICEMBRE: NATALE DEL SIGNORE
Tra i santi ricordati oggi: S. Anastasia di Sirmio; S. Eugenia; S. Alberto Chmielowski
Una scheggia di preghiera:
GESU', TI GUARDO, TI VEDO, TI RINGRAZIO.
HANNO DETTO: Cerca di imparare a respirare profondamente, a gustare davvero il cibo quando mangi e quando dormi, a dormire davvero. Cerca il più possibile di essere completamente vivo con tutte le tue forze, e quando ridi, ridi di gusto. E quando ti arrabbi, sii arrabbiato. Cerca di essere vivo. La vita è breve. (Ernest Hemingway)
SAGGEZZA POPOLARE: Piangendo nasciamo tutti, neppure uno nasce ridendo. (proverbio spagnolo)
UN ANEDDOTO: Ogni mattina, il potente e ricchissimo re di Bengodi riceveva l'omaggio dei suoi sudditi. Aveva conquistato tutto il conquistabile e si annoiava un po'. In mezzo agli altri, puntuale ogni mattina, arrivava anche un silenzioso mendicante, che porgeva al re una mela. Poi, sempre in silenzio, si ritirava. Il re, abituato a ricevere ben altri regali, con un gesto un po' infastidito, accettava il dono, ma appena il mendicante voltava le spalle cominciava a deriderlo, imitato da tutta la corte. Il mendicante non si scoraggiava. Tornava ogni mattina a consegnare nelle mani del re il suo dono. Il re lo prendeva e lo deponeva macchinalmente in una cesta posta accanto al trono. La cesta conteneva tutte le mele portate dal mendicante con gentilezza e pazienza. E ormai straripava. Un giorno, la scimmia prediletta del re prese uno di quei frutti e gli diede un morso, poi lo gettò sputacchiando ai piedi del re. Il sovrano, sorpreso, vide apparire nel cuore della mela una perla iridescente. Fece subito aprire tutti i frutti accumulati nella cesta e trovò all'interno di ogni mela una perla. Meravigliato, il re fece chiamare lo strano mendicante e lo interrogò. "Ti ho portato questi doni, sire - rispose l'uomo, per farti comprendere che la vita ti offre ogni mattina un regalo straordinario, che tu dimentichi e butti via, perché sei circondato da troppe ricchezze. Questo regalo è il nuovo giorno che comincia".
PAROLA DI DIO: Veglia: Is 9,1-6; Sal 95; Tt 2,11-14; Lc 2,1-14
Vangelo Lc 2,1-14
Dal vangelo secondo Luca
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nazareth, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama». Parola del Signore
“TROVERETE UN BAMBINO AVVOLTO IN FASCE, ADAGIATO IN UNA MANGIATOIA”.
I pastori avevano appena avuto la visione della gloria di Dio ed ora si trovano davanti ad un evento naturale dei più semplici e dei più comuni: una mamma che ha appena avuto un bambino e nella povertà non ha di che curarlo. Questo evento non ha nulla di grandioso. Ma i pastori hanno fede. È un incontro tra semplici che si fidano di Dio e in un semplice segno sanno vedere la potenza dell'Altissimo. Quanta differenza da questo incontro tra semplici con certi incontri che avvengono tra persone che si dicono credenti. Si parla di teologia, si sfoderano parole grosse, ci si slambicca il cervello per arrivare alla fine a dire: "Ma! Chissà... forse.” Maria, insegnaci l'umiltà e la semplicità. Fa che prima di fidarci troppo delle esteriorità, dei nostri ragionamenti, della nostra cultura impariamo a guardare con semplicità negli occhi per scoprire il cuore di Dio che parla attraverso gli avvenimenti più umili e che ancora, nonostante la nostra alterigia, continua ad incarnarsi nel quotidiano.
MARTEDI’ 26 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Stefano; S. Zosimo
Una scheggia di preghiera:
GESU', O CON TE O CONTRO DI TE.
HANNO DETTO: Il dubbio non è l’opposto della fede; è un elemento della fede. (Paul Tillich)
SAGGEZZA POPOLARE: La libertà senza un soldo è migliore della prospera schiavitù. (proverbio dell'India)
UN ANEDDOTO: Un giorno un uomo si recò da un vecchio saggio per chiedergli consiglio. Disse che non amava più la sua sposa e che pensava di separarsi da lei. Il saggio lo ascoltò, lo guardò negli occhi, e disse solamente una parola: "Amala" e tacque. "Ma io non provo più nulla per lei". "Amala", ripeté il saggio. Di fronte allo sconcerto del visitatore, dopo un opportuno silenzio, il vecchio saggio aggiunse: "Amare è una decisione, non solo un sentimento, amare è dedicarsi ed offrirsi, amare è un verbo e il frutto di questa azione è l'amore. L'amore è simile al lavoro di un giardiniere: egli strappa ciò che fa male, prepara il terreno, coltiva, innaffia e cura con pazienza. Affronta periodi di siccità, grandine, temporale, alluvione, ma non abbandona mai il suo giardino. Ama la tua compagna, accettala, valorizzala, rispettala, dalle affetto e tenerezza, ammirala e comprendila. Questo è tutto; amala".
PAROLA DI DIO: At 6,8-10.12;7,54-60; Sal 30; Mt 10,17-22
Vangelo Mt 10,17-22
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato». Parola del Signore
SARETE ODIATI DA TUTTI A CAUSA DEL MIO NOME. MA CHI AVRÀ PERSEVERATO FINO ALLA FINE SARÀ SALVATO.
Un episodio di cronaca nera sembra rovinare la magia del Natale. Invece a pensarci bene la sua storia è assolutamente in linea con il Natale, perché la preziosità di qualcosa la si misura da quanto uno è disposto a perdere per quel qualcosa. E sapere che Stefano è stato disposto a morire per amore di Cristo ricorda a ciascuno di noi che ieri non è nato un bambino qualunque, né semplicemente un bambino prodigio, ma un bambino per cui un giorno schiere di persone preferiranno dare la loro vita pur di non rinnegarlo, pur di non venir meno a quella buona novella dell’amore che è venuto ad annunciare. Non è fanatismo, è esigenza estrema dell’amore. È la stessa logica di una madre: non baratterebbe mai il figlio per salvarsi la vita. Il sacrificio di quella madre non è fanatismo è esigenza dell’amore. I martiri sono innanzitutto persone innamorate profondamente della vita, ma messi davanti alla scelta di dover scegliere per quale motivo vivere preferiscono non rinnegare quel motivo fino a morirne, perché non avrebbe più senso vivere rinnegando il motivo per cui la vita è degna di questo nome.
MERCOLEDI’ 27 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni Ap. Ev. S. Fabiola; S. Teodoro
Una scheggia di preghiera:
RENDICI CAPACI DI LASCIARCI AMARE E DI AMARE A NOSTRA VOLTA.
HANNO DETTO: Non potrai mai attraversare l’oceano se non hai il coraggio di perdere di vista la riva. (Cristoforo Colombo)
SAGGEZZA POPOLARE: Il cervello di un uomo ozioso è il laboratorio di un diavolo. (proverbio dell'India)
UN ANEDDOTO: Un tale andò dallo psichiatra e la diagnosi fu che era affetto dalla mania di lavorare. Così dovette svolgere un secondo lavoro per pagare la terapia.
PAROLA DI DIO: 1Gv 1,1-4; Sal 96; Gv 20,2-8
Vangelo Gv 20,2-8
Dal vangelo secondo Giovanni
Il primo giorno della settimana, Maria di Magdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Parola del Signore
“PIETRO ALLORA USCÌ INSIEME ALL’ALTRO DISCEPOLO E SI RECARONO AL SEPOLCRO.”
San Giovanni evangelista, nel suo Vangelo, non ha preoccupazioni di narrare quello che altri avevano già raccontato, vuole invece portarci alla contemplazione del mistero fondamentale: Il Figlio rivela il Padre e il Padre rivela il Figlio perché ama l’uomo e questi dovrebbe sentirsi chiamato a sua volta alla fede e all’amore. Giovanni, in ogni sua pagina, sia del Vangelo che delle sue lettere, sembra dirci: “Ama! Accogli con tutto te stesso l’amore che Dio ti dona per primo. Rimani sempre ancorato a questa certezza, la sola capace di dare senso, forza e gioia alla tua vita. Forte di questa grazia, ama a tua volta il Signore che ti ha creato a sua immagine e somiglianza, amalo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua vita. Egli ti ha amato per primo donandoti il suo Figlio unigenito, tu scegli di rispondergli liberamente con il dono della tua vita. Ama i tuoi fratelli. Segui la via dell’amore sull’esempio di Cristo. Non puoi illuderti infatti di amare Dio che non vedi se non ami il fratello e la sorella che ti stanno accanto. Ad ogni istante interrogati sull’amore perché è sull’amore che sarai giudicato”.
GIOVEDI’ 28 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: Ss. Innocenti martiri; S. Gaspare del Bufalo
Una scheggia di preghiera:
DA OGNI FORMA DI VIOLENZA, LIBERCI O SIGNORE.
HANNO DETTO: La vita può essere capita solo all’indietro, ma va vissuta in avanti. (Søren Kierkegaard)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi ride del mal d’altrui, ha il suo dietro l’uscio (proverbio russo)
UN ANEDDOTO: Un tale, scolpita una statua di Hermes in marmo bianco, la mise in vendita. Si fecero avanti due acquirenti: uno la desiderava per una lapide (un figlio, infatti, gli era morto di recente), l’altro, un artigiano, voleva la statua per consacrarla al suo dio. Si stava facendo tardi e lo scultore non aveva ancora venduto la statua, così si accordò per mostrare nuovamente l’opera ai due uomini, che sarebbero ritornati il mattino dopo. Lo scultore, tuttavia, durante il sonno, vide Hermes in persona presso la porta dei sogni. Il dio gli disse: «Ecco, la mia sorte adesso è nelle tue mani: farai di me un morto o un dio?». (Babrio)
PAROLA DI DIO: 1Gv 1,5-2,2; Sal 123; Mt 2,13-18
Vangelo Mt 2,13-18
Dal vangelo secondo Matteo
I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio». Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: «Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più». Parola del Signore
“MANDÒ A UCCIDERE TUTTI I BAMBINI CHE STAVANO A BETLEMME E IN TUTTO IL SUO TERRITORIO E CHE AVEVANO DA DUE ANNI IN GIÙ.”
La Violenza che spinge Erode a cercare, stanare ed uccidere il bambino che, secondo il suo pensiero distorto e falso, gli vuole rubare il trono, è senza scrupoli, uccide tutti i neonati di Betlemme, inermi e ignare vittime del potere senza anima, senza cuore, senza scrupoli. La Storia geme le doglie del parto, si contorce nella lotta fra luce e tenebra, mastica vittime innocenti travolte dalle nostre inutili guerre e dall’egoismo di un mondo ripiegato su sé stesso. Dio abita questa Storia, la trasfigura, la orienta verso la pienezza. E la Chiesa, con coraggio, ci fa celebrare questi bambini come martiri inconsapevoli dell’odio del mondo, patroni dei tanti bambini uccisi nell’indifferenza dei popoli. Onore a voi, martiri di Cristo!
VENERDI’ 29 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Tommaso Becket; S. Davide Re e Profeta
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, TU NON DELUDI MAI LE NOSTRE ATTESE.
HANNO DETTO: Ognuno ha il proprio passato chiuso dentro di sé come le pagine di un libro imparato a memoria e di cui gli amici possono solo leggere il titolo. (Virginia Woolf)
SAGGEZZA POPOLARE: La foresta sarebbe infinitamente silenziosa se solo i migliori uccelli cantassero. (proverbio norvegese)
UN ANEDDOTO: In una regione dei tropici, un missionario decise di fare colpo sui suoi parrocchiani portandone alcuni a fare un giro in aereo. Sorvolarono i loro villaggi, colline, foreste e fiumi, ogni tanto guardavano fuori del finestrino, ma nel complesso non sembravano per nulla impressionati. Al rientro, il gregge dei fedeli sfilò ordinatamente fuori dall'aereo senza commenti. Ansioso di sapere che reazione avevano avuto il missionario esclamò: «Non è stato magnifico? Pensate a che cosa sono arrivati gli esseri umani! Noi eravamo lassù nel cielo, sopra le case, gli alberi, le montagne, a guardare la terra dall'alto!» Il gruppo stava ad ascoltare impassibile. Alla fine, parlò il capo. «Anche gli insetti lo sanno fare», disse. «E per di più loro sono felici!» Dopo migliaia di anni abbiamo conosciuto un tale progresso che di notte siamo costretti a sprangare porte e finestre, mentre gli indigeni meno «civilizzati» dormono in capanne aperte.
PAROLA DI DIO: 1Gv 2,3-11; Sal 95; Lc 2,22-35
Vangelo Lc 2,22-35
Dal vangelo secondo Luca
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione e anche a te una spada trafiggerà l’anima, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». Parola del Signore
ORA A GERUSALEMME C’ERA UN UOMO DI NOME SIMEONE, UOMO GIUSTO E PIO, CHE ASPETTAVA LA CONSOLAZIONE D’ISRAELE, E LO SPIRITO SANTO ERA SU DI LUI.
Simeone è la vera icona dell’attesa. Un’intera esistenza passata ad attendere quel momento, quel dono straordinario di poter avere tra le braccia questo bambino. Gesù rappresenta il Senso della vita. È tutta la nostra esistenza è una continua ricerca di questo senso, di questo mistero che trasfigura tutte le cose, di questo nocciolo duro e affidabile che rende ogni giorno degno. Simeone è un monito per ciascuno di noi, egli ci ricorda che dobbiamo credere di più a ciò che il Signore ci mette nel cuore più che all’evidenza delle cose che sembrano invece dirci che il tempo passa e noi abbiamo atteso invano. Dio non ci tradirebbe mai mettendoci nel cuore qualcosa per poi negarcela nella realtà. Attendere è un altro modo di dire che dobbiamo fidarci. Dio ci conceda di poter un giorno vedere con i nostri occhi la speranza che ci portiamo nel cuore. Ma fino a quel giorno dobbiamo sempre domandarci se vogliamo vivere rassegnati o vivere come quest’uomo. Simeone è il contrario della rassegnazione. Di lui potremmo invece dire che c’è l’eterna giovinezza, perché giovane è chi ancora si aspetta qualcosa dalla vita. La giovinezza non è mai un fatto anagrafico ma una questione di attese vive o rassegnazioni tenute a bada.
SABATO 30 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Felice I; S. Giocondo; S. Eugenio vescovo; S. Ruggero
Una scheggia di preghiera:
AIUTA, SIGNORE, I NOSTRI ANZIANI AD ESSERE SERENI CON TE.
HANNO DETTO: Le persone che affermano che ieri era meglio di oggi stanno svalutando la propria esistenza. (Karl Lagerfeld)
SAGGEZZA POPOLARE: Quando il danno è fatto, tutti sanno consigliare. (proverbio armeno)
UN ANEDDOTO: Un indovino si mise in piazza ottenendo enormi guadagni. All’improvviso venne da lui un tale e gli comunicò che le porte della sua abitazione erano state aperte e tutto quanto c’era all’interno era stato sottratto: allora, sconvolto, l’indovino si alzò e gridando corse ad accertarsi dell’accaduto. Uno dei presenti, vedendolo, disse: «Carissimo, proprio tu, che ti vanti di prevedere i fatti degli altri, non sei riuscito a indovinare i tuoi?». (Esopo)
PAROLA DI DIO: 1Gv 2,12-17; Sal 95; Lc 2,36-40
Vangelo Lc 2,36-40
Dal vangelo secondo Luca
Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore. C’era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazareth. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. Parola del Signore
C’ERA UNA PROFETESSA, ANNA, FIGLIA DI FANUÈLE, DELLA TRIBÙ DI ASER. ERA MOLTO AVANZATA IN ETÀ, AVEVA VISSUTO CON IL MARITO SETTE ANNI DOPO IL SUO MATRIMONIO, ERA POI RIMASTA VEDOVA E ORA AVEVA OTTANTAQUATTRO ANNI. NON SI ALLONTANAVA MAI DAL TEMPIO, SERVENDO DIO NOTTE E GIORNO CON DIGIUNI E PREGHIERE.
Ci sono anziani tristi, pesanti nel loro modo di parlare, a volte pieni di invidia nei confronti della gioventù e ci sono anziani che esprimono gioia, speranza nonostante acciacchi e dolori.
Alcuni anni fa andavo abitualmente a trovare una vecchietta dalla pelle grinzosa, era in un ricovero, sempre seduta nella sua carrozzina vicino alla finestra. Non era invadente nel suo raccontare il passato ma quando ero io a chiederglielo veniva fuori una storia difficile: nove fratelli nati nel giro di undici anni, la morte del padre, la perdita della piccola casa di campagna, la fame, le umiliazioni nell'andare a servizio, la guerra e le malattie che presto l'avevano lasciata sola con un fratello storpio al quale aveva dedicato tutta una vita di stenti e sacrifici. Nei suoi occhi, mentre raccontava c'era dolcezza. La stessa dolcezza con cui l'ultima volta che la vidi mi disse: "Il Signore mi ha sempre voluto bene, presto me ne vorrà di più".
DOMENICA 31 DICEMBRE: SANTA FAMIGLIA (B)
Tra i santi ricordati oggi: S. Silvestro I; S. Caterina di Labouré
Una scheggia di preghiera:
PADRE, TI PRESENTIAMO IL DONO PIU' PREZIOSO. TUO FIGLIO GESU'
HANNO DETTO: Non vedrai mai un arcobaleno se guardi verso il basso. (Charlie Chaplin)
SAGGEZZA POPOLARE: Un giudice ingiusto è peggiore d'un ladro. (proverbio norvegese)
UN ANEDDOTO: La vita senza amore potrebbe avere queste conseguenze: L'intelligenza senza amore ti renderebbe insensibile. La giustizia senza amore ti renderebbe ipocrita. Il successo senza amore ti renderebbe arrogante. La ricchezza senza amore ti renderebbe avaro. La docilità senza amore ti renderebbe servile. La bellezza senza amore ti renderebbe superbo. L'autorità senza amore ti renderebbe tiranno. Il lavoro senza amore ti renderebbe schiavo. La preghiera senza amore ti renderebbe arido. La fede senza amore ti renderebbe fanatico. La croce senza amore si convertirebbe in tortura. La vita senza amore non avrebbe alcun senso. Nella vita l'amore è tutto.
PAROLA DI DIO: Gen 15,1-6; 21,1-3 Sal 104; Eb 11,8.11-12.17-19; Lc 2,22-40
Vangelo Lc 2,22-40 (forma breve Lc 2,22.39-40)
Dal vangelo secondo Luca
(Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la
legge di Mosè, (Maria e Giuseppe) portarono il bambino (Gesù) a Gerusalemme
per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni
maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una
coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.)
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo
giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su
di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte
senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al
tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la
Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e
benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in
pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria
del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose
che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco,
egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di
contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano
svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di
Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il
marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva
ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e
giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei
a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di
Gerusalemme. (Quando ebbero adempiuto ogni cosa
secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di
Nazareth. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia
di Dio era su di lui.)
“PORTARONO IL BAMBINO AL TEMPIO PER PRESENTARLO AL SIGNORE”.
Un vecchio sacerdote, un’anziana donna di preghiera, una coppia di sposi e un Bambino piccolo, il tutto nella cornice del Tempio. In questo quadro c’è tutto il senso della vita. Gli anziani: la vita al tramonto, le ferite della vita, l’esperienza, ma anche, in questi due, la speranza, la fiducia nella fedeltà di Dio alle sue promesse. Giuseppe e Maria: i portatori dell’amore, le persone che vivono nel mistero, all’ombra di Dio, coloro che sarebbero esenti dalla legge ma che alla legge si sottomettono, coloro che in umiltà sanno che Dio sta facendo cose grandi in loro. Quel Bambino: la vita nascente, la vita che si perpetua, la vita nuova dell’uomo, il segno della fedeltà di Dio, l’amore incarnato che salva. Il Tempio: luogo solenne, privilegiato dell’incontro con Dio, ma anche il tempio che, a parte questi umili, neppure si accorge del mistero che sta compiendosi. Il Dio—Bambino è già dalla parte degli umili, degli ultimi, degli anziani che non contano, è dalla parte delle famiglie oneste e modeste. La salvezza mette il suo seme proprio in questo terreno perché sa che è l’unico terreno che permetterà alla misericordia di Dio di portare i suoi frutti.