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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

NOVEMBRE 2023

 

MERCOLEDI’ 1° NOVEMBRE: TUTTI I SANTI

Tra i santi ricordati oggi: S. Cesario; S. Licinio

Una scheggia di preghiera:

 

FA' SPLENDERE, SIGNORE, IN NOI, LA TUA SANTITA'.

 

HANNO DETTO: La vita è bella, perché ogni giorno ricomincia. E ciascuno ha i suoi colori, la sua musica, i suoi profumi. Le sue opportunità. Ogni giorno ricomincia e ci offre la possibilità di iniziare ad essere noi stessi. (Agostino Degas)

SAGGEZZA POPOLARE: La grazia si chiama grazia perché è data gratis, altrimenti si chiamerebbe premio, ma la grazia suppone la gratitudine altrimenti si estingue. Questo è vero davanti a Dio e davanti agli uomini.

UN ANEDDOTO: Un prete entrò in un'osteria e scoprì, tutto indignato, che c'erano molti suoi parrocchiani. Li chiamò a raccolta e li condusse tutti in chiesa. Proclamò quindi solennemente: «Tutti quelli che vogliono andare in Paradiso, facciano un passo a sinistra». Tutti obbedirono, tranne un tizio che non si mosse di un centimetro. Il prete lo fissò con aria severa e gli domandò: «Tu non vuoi andare in Paradiso?» «No», replicò l'altro. «Non vorrai farmi credere che quando morirai tu non vorrai andare in Paradiso?» «Certo che ci voglio andare quando muoio, ma credevo che lei intendesse andarci subito!» Siamo pronti a buttarci a capofitto solo quando non funzionano più i freni.

PAROLA DI DIO: Ap 7,2-4.9-14; Sal 23; 1Gv 3,1-3; Mt 5,1-12a

 

Vangelo Mt 5,1-12a 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli». Parola del Signore

 

BEATI VOI...

Non stupitevi se oggi vi dirò una cosa apparentemente strana. Oggi non è solo la festa di tutti quegli uomini e donne che la Chiesa ritiene di proporci come modelli per vivere il cristianesimo, non è solo neppure la festa di tutti quegli uomini che pur non essendo dichiarati ufficialmente santi si sono però comportati da osservanti di tutte le norme di comportamento cristiano, oggi è la festa della santità di Dio che per amore, nella croce e nella risurrezione di Gesù ci viene partecipata; cioè è Dio che ci vuole felici con Lui e ci offre in questa vita la possibilità di accogliere il suo dono e di essere più simili a Lui. E allora, proprio grazie a Lui mi scopro in cammino con tanti fratelli aureolati o meno, che hanno accolto e accolgono il suo dono, la sua possibilità regalata, allora mi accorgo che la santità non è una forma di ascetismo, piena di sacrifici, ma gioia anticipata del paradiso, festa di chi ha la possibilità di partecipare addirittura alla santità di Dio.

 

 

GIOVEDI’ 2 NOVEMBRE: COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI

Tra i santi ricordati oggi: S. Giusto

Una scheggia di preghiera:

 

L'ETERNA GIOIA, DONA LORO O SIGNORE.

 

HANNO DETTO: I defunti non sono degli assenti: sono invisibili e tengono i loro occhi pieni di luce, nei nostri occhi pieni di lacrime. (Sant'Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando l’ultimo albero sarà stato tagliato, l’ultimo animale abbattuto, l’ultimo pesce pescato, l’ultimo fiume inquinato, allora vi accorgerete che il denaro non si mangia. (prov. della Amazzonia brasiliana)

UN ANEDDOTO: In un campo di concentramento viveva un tempo un prigioniero, il quale, pur essendo stato condannato a morte, si sentiva libero e senza paura. Un giorno si mise a suonare la chitarra in mezzo al cortile della prigione. Si radunò una grande folla ad ascoltarlo, perché la magia della sua musica comunicava a tutti il suo stesso coraggio. Quando il direttore del carcere se ne accorse, proibì all'uomo di suonare. Tuttavia, il giorno seguente la cosa si ripeté: il prigioniero cantava e suonava la chitarra, circondato da una folla ancora più grande. Le guardie furenti lo trascinarono via e gli fecero tagliare le dita. Il giorno dopo egli riprovò a cantare e suonare come poteva con i monconi sanguinanti. Questa volta la gente applaudiva al colmo dell'entusiasmo. Le guardie lo portarono via di nuovo e gli fracassarono la chitarra. L'indomani egli cantò con tutte le sue forze. Com'era puro e sublime il suo canto! Tutti unirono le loro voci alla sua e mentre cantavano i loro cuori divennero puri e il loro spirito indomabile come il suo. Questa volta i carcerieri si infuriarono così tanto che gli fecero strappare la lingua. Sul campo calò un profondo silenzio, quasi un presagio di immortalità. Con grande stupore di tutti, il giorno dopo egli era di nuovo al suo posto e danzava oscillando al ritmo di una musica silenziosa che solo lui poteva udire. Presto tutti si presero per mano e si misero a ballare intorno alla sua figura mutilata e sanguinante, mentre le guardie restavano impietrite dalla sorpresa.

PAROLA DI DIO: Gb 19,1.23-27a; Sal 26; Rm 5,5-11; Gv 6,37-40

 

Vangelo Gv 6,37-40 

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa, infatti, è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno». Parola del Signore

 

E QUESTA È LA VOLONTÀ DI COLUI CHE MI HA MANDATO: CHE IO NON PERDA NULLA DI QUANTO EGLI MI HA DATO, MA CHE LO RISUSCITI NELL’ULTIMO GIORNO.

Quanto è diversa l'immagine di Dio che ci presenta questo brano di vangelo da quella che di solito ci ha dato di Lui una certa educazione cristiana che vede in Dio solo il giudice terribile più preoccupato dei nostri peccati che non di noi. Dio è giustizia ma essa si fonda sul suo amore e Gesù ne è l'esempio concreto. Egli non solo non fa finta di non vedere il peccato, ma se lo carica sulle spalle con la croce per ucciderlo per noi con la sua morte e risurrezione. Possiamo dunque aver fiducia di risurrezione e di eternità per i nostri defunti e per noi?

Nella misura in cui accogliamo l'amore che perdona, sappiamo che Gesù non può perdere coloro per i quali ha dato la sua vita. Quindi affidare con fiducia noi e i nostri morti alla sua misericordia è già vivere in quella vita che non noi abbiamo meritato, ma che Lui ha meritato per noi.

 

 

VENERDI’ 3 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Martino de Porres; S. Berardo; S. Silvia

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', APRI I NOSTRI OCCHI E IL NOSTRO CUORE PERCHE' POSSIAMO ACCOGLIERTI CON GIOIA.

 

HANNO DETTO: Ogni giorno, quando ti svegli pensa: oggi sono fortunato perché mi sono svegliato, sono vivo, ho una preziosa vita umana, non la sprecherò. Userò tutte le mie energie per migliorarmi, per aprire il mio cuore agli altri, avrò per gli altri parole gentili e non pensieri cattivi e non mi arrabbierò, ma cercherò di far più bene che posso. (Dalai Lama)

SAGGEZZA POPOLARE: La nostra epoca è orgogliosa delle macchine che pensano, ma sospetta degli uomini che cercano di farlo.

UN ANEDDOTO: Un ammiratore della Malibran le diceva: “Il piacere è figlio dell'amore”. “Può essere – rispose la cantante – ma è un figlio ben crudele perché molto spesso uccide il padre”.

PAROLA DI DIO: Rm 9,1-5; Sal 147; Lc 14,1-6

 

Vangelo Lc 14,1-6

Dal vangelo secondo Luca

Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisia. Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole. Parola del Signore

 

UN SABATO GESÙ SI RECÒ A CASA DI UNO DEI CAPI DEI FARISEI PER PRANZARE ED ESSI STAVANO A OSSERVARLO.

Può sembrare strano, ma ci sono molti modi diversi di “vedere”, di osservare, di porsi davanti a cose e persone. C’è chi si interessa agli altri solo perché servono (frase sentita in questi giorni: “L’avrei mandato a quel paese da un bel po’, solo che ho dovuto guardare al mio tornaconto”). C’è chi usa degli altri, senza neppur sentirli o considerarli, solo per  poter far emergere sé stessi e le proprie idee (provate a seguire certe discussioni, tipo salotti televisivi). C’è chi ascolta e dimentica e c’è chi veramente ha intenzione di ascoltare, di dialogare, di comprendere, di costruire insieme. Con Gesù succede la stessa cosa ieri e oggi. C’è chi lo ignora, chi lo definisce con i soliti luoghi comuni, chi lo invita per curiosità, chi ha paura del futuro e quindi cerca di tenersi buoni tutti (“Non si sa mai!”), chi farebbe una buona discussione con Lui (“In fondo anche il Padre Eterno avrebbe bisogno di qualche suggerimento per far funzionare al meglio le cose!”), chi lo invita solo per aver occasione di smascherarlo (vedi farisei di ieri e di oggi), chi invece vorrebbe assistere ad un bello spettacolo di miracoli. Gesù viene, passa nella tua e nella mia vita: possiamo essere troppo impegnati con il telefonino da non accorgersene neppure,  possiamo essere di quei chiacchieroni salottieri che parlano tanto ma non schiudono dalle proprie abitudini e tradizioni, oppure potremmo essere coloro che con semplicità e fede accolgono Colui che con mille sfumature e attenzioni diverse, può cambiare la nostra vita. Attento! Perché tutto questo non succederà solo domani o dopodomani: succede oggi!

 

 

SABATO 4 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Carlo Borromeo; S. Modesta.

Una scheggia di preghiera:

 

I TUOI DONI, SIGNORE SONO TANTI: AIUTACI AD USARLI BENE.

 

HANNO DETTO: La vita è come il caffè: puoi metterci tutto lo zucchero che vuoi, ma se lo vuoi far diventare dolce devi girare il cucchiaino. A stare fermi non succede niente. (Alex Zanardi)

SAGGEZZA POPOLARE: La campana, l'asino e il pigro, lavorano soltanto con le percosse.

UN ANEDDOTO: La lepre chiese alla volpe: «Fai realmente molti profitti? Oppure sai spiegarmi perché sei definita abile a profittare?». La volpe rispose: «Se non ci credi, vieni qui. Ti invito a mangiare a casa mia». La lepre la seguì e, una volta entrata nella sua abitazione, vide che la volpe non aveva altro che la lepre da mettere sotto i denti. La lepre disse: «Ho imparato sulla mia pelle da dove deriva il tuo nome: non da “guadagnare”, ma da “ingannare”». Spesso ai curiosi che usano male la loro curiosità capita una grandissima sventura. (Esopo)

PAROLA DI DIO: Rm 11,1-2a.11-12.25-29; Sal 93; Lc 14,1.7-11

 

Vangelo Lc 14,1.7-11

Dal vangelo secondo Luca

Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cedigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». Parola del Signore

 

“DICEVA AGLI INVITATI UNA PARABOLA, NOTANDO COME SCEGLIEVANO I PRIMI POSTI”

Quello che Gesù ha notato è uno spettacolo quotidiano: intrighi, congiure, ricatti e raccomandazioni, bustarelle e tangenti si collocano in questa linea di aspirazioni. Come i commensali osservati da Gesù, spesso anche noi pensiamo che è il posto che fa l’uomo. Gesù con la parabola che racconta ci invita “a farci furbi”. Il posto che vogliamo conquistare è la salvezza, l’eternità e lì non si arriva attraver­so gli onori; Dio non lo si compra con bustarelle o buone azioni ma attraverso l’amore che sa essere umile, che sa lasciar posto agli altri, che va controcorrente. Parlare di umiltà in questi tempi in cui una certa visione dell'uomo spinge ad esaltarne le potenzialità è perlomeno ardito ma, a scanso di equivoci, sgomberiamo prima la mente da false interpretazione. Umiltà significa verità di sé, e deriva dalla parola latina "humus", terra. Terra significa realismo, stabilità, fecondità. L’umiltà non è in alcun modo un atteggiamento autolesionista che mi porta a svalutarmi. Non è umile chi dice a Dio: "Non valgo a nulla". Chi dice così è una persona depressa, non una persona umile!

Il Signore mi ha creato come un capolavoro e io, di risposta, gli dico che mi ha fatto come uno sgorbio!

Manca di umiltà chi non riesce a vedere il positivo che Dio gli ha messo nel cuore e, tutto ripiegato sui suoi difetti, non sa far fiorire quel tanto di bello e grandioso che Dio ha dato a ciascuno a servizio del bene di tutti. Ed è ovviamente lontano anni luce dall'umiltà quell'atteggiamento di esteriorità esasperata, di supponenza, di egocentrismo così esaltato in questi tempi: “Sei ciò che appari, sei ciò che guadagni, sei il tuo corpo”. L'umiltà, quindi, è prendere coscienza di ciò che valgo, è equilibrio con lo sguardo costantemente rivolto verso Dio. Ciò permette a Dio di agire in noi e per noi e permette a noi di accogliere tutto quello che Egli ci dà come un dono di cui essere gioiosamente grati.

 

 

DOMENICA 5 NOVEMBRE: 31^ DEL TEMPO ORDINARIO (A)

Tra i santi ricordati oggi: S. Donnino; S. Guido Maria Conforti.

Una scheggia di preghiera:

 

INSEGNACI, SIGNORE, IL SERVIZIO PER AMORE.

 

HANNO DETTO: Due cose ci salvano nella vita: amare e ridere. Se ne avete una va bene. Se le avete tutte e due siete invincibili. (Tarun Tejpal)

SAGGEZZA POPOLARE: All’assetato non si ricorda l'acqua santa, ma si offre acqua fresca.

UN ANEDDOTO: La carriera di Sudha Chandran, una ballerina classica contemporanea, fu letteralmente stroncata quando le dovettero amputare la gamba destra. Le fu messo poi un arto artificiale ed ella riprese a danzare e, quello che è davvero incredibile, ritornò ad essere una grande stella. Quando le fu chiesto come aveva fatto ad ottenere un simile risultato, ella rispose con molta semplicità: «Per danzare non c'è bisogno dei piedi».

PAROLA DI DIO: Mal 1,14b - 2,2b.8-10; Sal 130; 1Ts 2,7b-9.13; Mt 23,1-12

 

Vangelo Mt 23,1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filatteri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbi” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbi”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato». Parola del Signore

 

CHI TRA VOI È PIÙ GRANDE, SARÀ VOSTRO SERVO

Le persone dobbiamo riconoscerle per quello che sono, che esprimono e non per l’etichetta che si portano appiccicata addosso. Gli unici titoli non scritti, ma validi per noi cristiani, sono quelli di “salvati dalla misericordia di Dio” e di “servi inutili”. Gesù, nel Vangelo di oggi ci riporta alla verità: se hai un compito, assolvilo secondo i doni ricevuti per il bene di tutti. Nel Regno di Dio le gerarchie hanno un solo ruolo: quello del servizio. Gesù stesso è il nostro metro: Egli è venuto non per essere ser­vito ma per servire e per dare la sua vita per la salvezza di tutti.

 

 

LUNEDI’ 6 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Leonardo; S. Protasio; S. Severo di Barcellona

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTO CIO' CHE SONO E TUTTO CIO' CHE HO È DONO DEL TUO AMORE.

 

HANNO DETTO: Quando la porta della felicità si chiude, un'altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi. (Paulo Coelho)

SAGGEZZA POPOLARE: Una delle prove della divinità del Vangelo è data dalle prediche alle quali è sopravvissuto.

UN ANEDDOTO: L'abate Mugnier consigliava dolcemente un neofita a non essere troppo polemico. Il convertito asserì vivacemente: “Io credo che uno scrittore cattolico abbia il diritto di essere feroce”. “Ah, no! - rispose il mite abate – Quando celebro non dico: Ecco la tigre di Dio, ma: Ecco l'Agnello di Dio”.

PAROLA DI DIO: Rm 11,29-36; Sal 68; Lc 14,12-14

 

Vangelo Lc 14,12-14

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti». Parola del Signore

 

PERCHE’ NON HANNO DA RICAMBIARTI”.

Si dice: “Nella vita tutto ha un prezzo”; la logica del mondo è quella del “dare per avere”. È qualche volta noi abbiamo trasposto questa mentalità anche nel campo della fede: prego perché così Dio mi protegge, faccio la carità così che Dio mi premi perché sono stato buono. Dio non si compra!

Con Lui noi siamo sempre debitori. Gesù ci invita ad amare perché è bello amare, è giusto amare. Lui non ha forse fatto così?

Ha offerto la sua vita perché eravamo buoni?

Ci dà l’Eucaristia perché sa che siamo santi?

Ci perdona perché è sicuro che non peccheremo più?

Gesù ci ama perché è amore. È dunque ora di smetterla di fare le cose per il premio, di voler avere sempre e a tutti i costi una immediata riconoscenza davanti ad un qualcosa di buono che pensiamo di aver fatto. Noi invece soffriamo enormemente a causa dell’ingratitudine: hai aiutato una persona? almeno ti dicesse grazie! Hai creduto di avere un amico vero e per lui ti sei spogliato, hai compromesso il tuo buon nome?

Ed egli non solo non ha capito quello che hai fatto, ma addirittura si è allontanato da te e con altri sta sbeffeggiando la tua generosità facendoti passare per un povero imbecille.

E l’ingratitudine ci amareggia, ci arrovelliamo sui perché, diventiamo pessimisti, cominciamo a pensare che non vale far del bene. Gesù, in pratica, ci dice: se ti aspetti qualcosa di immediato dal bene che hai fatto, non potrai che essere deluso in tutto o in parte, e allora?

Impara a fare il bene perché è bene, non aspettarti nulla dagli uomini, sii contento di te stesso perché hai agito con coscienza e con carità e... “il Padre tuo che vede nel segreto, ti ricompenserà”.

 

 

MARTEDI’ 7 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Prosdocimo; S. Baldo; S. Ercolano

Una scheggia di preghiera:

 

FA' CHE ACCOGLIAMO CON RICONOSCENZA I TUOI DONI.

 

HANNO DETTO: Ogni giorno è un giorno in più per amare, un giorno in più per sognare, un giorno in più per vivere. (San Padre Pio)

SAGGEZZA POPOLARE: La povertà è una virtù molto sopravvalutata da coloro che non la praticano.

UN ANEDDOTO: Un vecchio predicatore esortava così i suoi fedeli: “Smettetela di preoccuparvi della vostra aureola, e lucidate quella del vicino”.

PAROLA DI DIO: Rm 12,5-16a; Sal 130; Lc 14,15-24

 

Vangelo Lc 14,15-24

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!». Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”. Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”». Parola del Signore

 

MANDÒ IL SUO SERVO A DIRE AGLI INVITATI: “VENITE, È PRONTO”. MA TUTTI, UNO DOPO L’ALTRO, COMINCIARONO A SCUSARSI.

Il Signore ci invita al suo banchetto domenicale, ci dice che chi mangia del suo pane vivrà in eterno, ci regala le sue parole per aiutarci a vivere le gioie e le prove della nostra esistenza, e noi gli diciamo: “Non ho tempo! C’è il week-end, devo lavare la macchina, c’è lo sport in T.V. …”

Il Signore ci dice: “Se vuoi puoi amare, puoi dare un po’ di sollievo in casa, puoi valorizzare le persone che vivono con te, puoi andare a trovare quel fratello malato…”, e noi ci nascondiamo dietro a scuse banali. No, non è assurda la parabola raccontata da Gesù, siamo assurdi noi che ci giochiamo il Regno di Dio perché presi da troppi impegni, noi che “non abbiamo tempo da perdere”, ma che ci perdiamo l’eternità.

 

 

MERCOLEDI’ 8 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Goffredo; S. Chiaro

Una scheggia di preghiera:

 

NULLA PER TE È IMPOSSIBILE, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: La gentilezza delle parole crea fiducia. La gentilezza di pensieri crea profondità. La gentilezza nel donare crea amore. (Lao-Tzu)

SAGGEZZA POPOLARE: La luna mostra il sentiero, ma non i pericoli della strada. (prov. del Congo)

UN ANEDDOTO: “Per far comprendere il percorso evolutivo compiuto dalla propria arte, Picasso era solito affermare: 'Una volta disegnavo come Raffaello; mi ci è voluta una vita intera per arrivare a farlo come i bambini'.”

PAROLA DI DIO: Rm 13,8-10; Sal 111; Lc 14,25-33

 

Vangelo Lc 14,25-33

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, siccome molta gente andava con lui, Gesù si voltò e disse: «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda un'ambasceria per la pace. Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo». Parola del Signore

 

“CHI DI VOI, VOLENDO COSTRUIRE UNA TORRE, NON SI SIEDE PRIMA A CALCOLARNE LA SPESA, SE HA I MEZZI PER PORTARLA A COMPIMENTO?”

Ormai mi conosco abbastanza bene per dire che uno dei miei difetti è quello del “fuoco di paglia”. Sono facile ad un primo entusiasmo: c’è un’iniziativa?

Sono pronto ad infervorarmi! Penso di dover vincere un mio limite?

Parto sicuro di riuscirvi. Mi accorgo di dover pregare maggiormente?

Ce la metto tutta… per la prima mezzora. Infatti, i facili entusiasmo quasi subito si spengono, le prime difficoltà addormentano tutte le velleità e spesso nell’arco di poco tempo mi ritrovo al punto di prima, se non peggio. Gesù mi invita e ci invita a fare bene i conti prima di partire. Essere cristiani, metterci alla sequela di Gesù non è uno scherzo o una semplice passeggiata trionfale. È una grande gioia, ma anche un grande impegno quotidiano. La veste del cristianesimo non la si indossa solo la domenica insieme al vestito ‘buono’ per andare a Messa. Se vuoi essere cristiano nel mondo della scuola, del lavoro, degli affari, ti troverai a ragionare in modo molto diverso dai tuoi compagni, verrai preso in giro se perdonerai, se vorrai essere sempre onesto il mondo ti darà dell’imbecille e dell’incapace, se difenderai i poveri e gli oppressi ti diranno che è meglio che ti  faccia gli affari  tuoi, se farai vedere la tua gioia per essere salvato da Dio, il minimo che potrai sentire dire alle tue spalle è: “Da dove arriva questo bel tipo? Da Marte?” Seguire Gesù non è solo entusiasmarsi davanti alla sua parola  o davanti alle iniziative di qualche cristiano, è crederci sempre anche nel momento del buio, anche quando sembra che dal cielo tanto invocato non arrivi nessun aiuto. “Siediti un momento, ci dice Gesù, fai prima un po’ di conti”. “Ma se faccio un po’ di conti con realismo non partirò mai!” “L’importante è che tu conosca i tuoi limiti, e anche i tuoi pregi. Se hai questa umiltà, che è verità, allora potrai partire non tanto fidandoti esclusivamente di te, ma sapendo che Io non ti lascio mai solo, anche quando sembro lontano o quando sto portando la croce”

 

 

GIOVEDI’ 9 NOVEMBRE: DEDICAZIONE DELLA BASILICA LATERANENSE

Tra i santi ricordati oggi: S. Elisabetta della Trinità

Una scheggia di preghiera:

 

PURIFICAMI, O SIGNORE, SARO' PIU' BIANCO DELLA NEVE.

 

HANNO DETTO: Gli angeli sono i dispensatori e gli amministratori della bontà divina verso di noi. (Giovanni Calvino)

SAGGEZZA POPOLARE: La sorte fa i genitori, la scelta gli amici. (prov. dell'Angola)

UN ANEDDOTO: Un cane inesperto nella caccia, dopo avere stanato da sotto un cespuglio una lepre dalle zampe pelose, la inseguiva, ma fu superato nella corsa dalla lepre. Allora un capraio, vedendolo, disse: «Un animale più piccolo si è rivelato più veloce di te». Quello rispose: «Correre per catturare qualcuno è una cosa. Per mettersi in salvo, un’altra». (Babrio)

PAROLA DI DIO: Ez 47,1-2.8-9.12 opp. 1Cor 3,9c-11.16-17; Sal 45; Gv 2,13-22

 

Vangelo Gv 2,13-22

Dal vangelo secondo Giovanni

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Parola del Signore

 

“ALLORA FECE UNA FRUSTA DI CORDICELLE E SCACCIÒ TUTTI FUORI DEL TEMPIO, CON LE PECORE E I BUOI; GETTÒ A TERRA IL DENARO DEI CAMBIAMONETE E NE ROVESCIÒ I BANCHI, E AI VENDITORI DI COLOMBE ”.

Siamo facilmente disposti ad accettare questa “violenza di Gesù”, anzi vorremmo che Gesù venga a purificare il suo tempio, la sua Chiesa, spesso ancora troppo legata  al denaro e al potere di questo mondo. Ma senza nulla togliere al bisogno di purificazione del religioso da tutto ciò che è commercio, penso che non possiamo starcene in un cantuccio a guardare. Gesù con questo gesto vuole invitarci a purificare la nostra religiosità. Non è forse vero che spesso anche noi mercanteggiamo con Dio?

“Io ti faccio questa preghiera ma tu devi...”

Non è forse vero che qualche volta usiamo la religiosità come ipocrita maschera alla nostra incapacità e non volontà di voler bene al prossimo?

Dio non accetta le genuflessioni di chi calpesta la giustizia. Non consente di sostituire con un “omaggio religioso” ciò che è dovuto al prossimo. Gesù viene oggi a buttar per aria certe nostre bancarelle. Lasciamoci mettere un po’ in crisi... e, attenti: dopo poche ore al tempio di Gerusalemme, i venditori sono certamente tornati!

 

 

VENERDI’ 10 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Leone Magno; S. Oreste; S. Andrea Avellino

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, SIGNORE, AD USARE BENE DEI TUOI DONI.

 

HANNO DETTO: L’uomo è l’unico animale portato per gli affari. Nessun altro ne fa: un cane non scambia il proprio osso con un altro cane. (Adam Smith)

SAGGEZZA POPOLARE: La scimmia che non vede il proprio sedere prende in giro le altre scimmie. (prov. dell'Etiopia)

UN ANEDDOTO: Charlie Chaplin ebbe ad incontrare una volta il grande fisico Albert Einstein, premio Nobel nel 1921, che era il prototipo dello scienziato sempre immerso nelle sue formule, incomprensibili alla maggior parte della gente, e in quell’occasione gli disse: "Vede, le persone la acclamano perché non la capisce nessuno; e acclamano me perché mi capiscono tutti".

PAROLA DI DIO: Rm 15,14-21; Sal 97; Lc 16,1-8

 

Vangelo Lc 16,1-8

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce». Parola del Signore

 

"IL PADRONE LODÒ QUELL'AMMINISTRATORE DISONESTO, PERCHÉ AVEVA AGITO CON SCALTREZZA".

Tutti noi abbiamo presenti persone che per ottenere dei beni hanno trafficato, brigato, ingannato. Noi stessi, a volte, per ottenere ad esempio un migliore posto di lavoro siamo disposti a fare sacrifici, ad usare tutte le nostre doti umane... Chissà come mai, per la fede non siamo altrettanto accorti e pronti? Ad esempio, sappiamo che la preghiera, i sacramenti sono un dono importante per il cammino della fede eppure li trascuriamo facilmente. Capita, ad esempio, che barattiamo una Messa festiva perché "oggi devo lavare la macchina", perché "oggi è domenica, devo dormire di più". Gesù lodando l'amministratore infedele della parabola non vuole insegnarci ad essere ingiusti, vuole invitarci ad usare tutte le nostre doti per i valori che non finiscono, nell'impegno per ottenere i beni e la meta definitiva del Regno, il credente deve imitare lo sforzo e la dedizione che tanti altri prodigano per ottenere obiettivi terreni e provvisori.

 

 

SABATO 11 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Martino di Tours; S. Teodoro Studita; S. Marina di Omura

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE CHE MI SCRUTI E MI CONOSCI, ABBI PIETA' DI ME.

 

HANNO DETTO: Dio ci ha dato il dono della vita; spetta a noi donarci il dono di vivere bene. (Voltaire)

SAGGEZZA POPOLARE: Se non sai da dove vieni, non sai mai dove stai andando. (prov. della Guyana)

UN ANEDDOTO: “Herman Melville, il famoso romanziere creatore di 'Moby Dick', non conobbe mai personalmente il successo in quanto i suoi scritti furono celebrati come capolavori della letteratura soltanto dopo la sua morte. Per mantenere sé stesso e la sua famiglia, mentre scriveva, dovette adattarsi a un umile impiego alle dogane di New York.”

PAROLA DI DIO: Rm 16,3-9.16.22-27; Sal 144; Lc 16,9-15

 

Vangelo Lc 16,9-15

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti, e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza». I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui. Egli disse loro: «Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole». Parola del Signore

 

“CHI È FEDELE IN COSE DI POCO CONTO, È FEDELE ANCHE IN COSE IMPORTANTI, E CHI È DISONESTO IN COSE DI POCO CONTO, È DISONESTO ANCHE IN COSE IMPORTANTI.”

“Reverendo, il peccato che ho fatto è mortale o solo veniale?”. Istintivamente mi vien da rispondere: “O è peccato o non lo è!”. È vero che c’è differenza tra il rubare la caramella e fare una rapina a mano armata ma è anche vero che nell’uno e nell’altro caso è rubare. È vero che ledere il buon nome di una persona denigrandola e uccidere un uomo è diverso, ma la sostanza è sempre uccidere fisicamente o moralmente. E lo stesso vale per il positivo: e vero che dare la vita per l’altro è ben più grande che dargli un aiuto in denaro perché ne ha bisogno, ma di nuovo, entrambi i gesti se fatti con amore sono amore vero, totale. “Io non ho mai ammazzato, non ho fatto furti grossi; ho bestemmiato, ma solo quando ero arrabbiato, ho pregato tutte le volte che avevo bisogno... Sono a posto!

Gesù, nel Vangelo di oggi, conclude così: “Voi vi ritenete giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori”. Questa frase di Gesù può spaventarci o riempire il cuore di speranza e di tenerezza. Può spaventarci se siamo falsi, ipocriti, insinceri. Possiamo nasconderci davanti agli uomini, farci apparire diversi da quello che siamo, falsare la realtà, in certi casi possiamo perfino cercare di ingannare noi stessi, ma Lui conosce il cuore, le intenzioni e “tutto quello che dite nel segreto sarà conosciuto da tutti”. Ma Dio conosce anche che, nonostante la mia poca buona volontà, gli voglio bene, che anche se spesso cado nel giudizio del mio prossimo, non vorrei mai vederlo soffrire, che nonostante il caratteraccio che mi ritrovo vorrei sempre essere in pace con tutti, che tante volte mi lascio condizionare dagli avvenimenti ma nello stesso tempo vorrei essere capace di amare tutti in ogni situazione.

 

 

DOMENICA 12 NOVEMBRE: 32^ DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

Tra i santi ricordati oggi: S. Giòsafat; S. Macario; S. Diego

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI DI ESSERE SEMPRE PRONTI, IN ATTESA DELLA TUA VENUTA.

 

HANNO DETTO: Il cristiano non pensa che Dio ci amerà perché siamo buoni, ma che Dio ci renderà buoni perché ci ama. (C.S. Lewis)

SAGGEZZA POPOLARE: Siamo viandanti e andiamo per la stessa strada: saremmo stupidi, se non ci aiutassimo. (prov. del Cile)

UN ANEDDOTO: Una volpe e un leopardo discutevano animatamente su chi fosse più bello. Dal momento che il leopardo continuava a vantare la varietà del suo pelame, la volpe replicò: «Quanto sono più bella io di te che non ho vario il corpo, ma la mente!». (Esopo)

PAROLA DI DIO: Sap 6,12-16; Sal 62; 1Ts 4,13-18; Mt 25,1-13

 

Vangelo Mt 25,1-13

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora». Parola del Signore

 

"DATECI UN PO' DEL VOSTRO OLIO PERCHÉ LE NOSTRE LAMPADE SI SPENGONO.”

È facile che nella vita si accenda la lucetta del rosso sul carburante "fede". Basta vivere con sufficienza o abitudinarietà per ritrovarsi in certi momenti al buio e per vedere come la fede che in altri momenti era così evidente, non ti viene in aiuto nei momenti della prova. Manca l'olio nelle lampade. La lampada c'è. La fede Dio te la regala. Ma manca la tua fede, la tua forza, il tuo rinnovamento. È qualche volta non basta neppure chiedere la fede in prestito ad altri. Occorre allora essere previdenti, fare dei buoni rifornimenti, prevedere gli eventuali scioperi. E un buon rifornimento è la Parola di Dio, la preghiera, e il vivere, giorno per giorno, ciò che la Parola e la preghiera fatta sul serio ti indicano.

 

 

LUNEDI’ 13 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Imerio; S. Agostina Pietrantoni; S. Niccolò I

Una scheggia di preghiera:

 

ACCRESCI IN NOI LA FEDE.

 

HANNO DETTO: È meglio essere povero che incolto: il povero, infatti, manca solo di denaro, l’incolto di umanità. (Aristippo)

SAGGEZZA POPOLARE: Lo scoiattolo è piccolo, ma non è schiavo dell’elefante. (prov. del Ciad)

UN ANEDDOTO: Un avaro aveva nascosto il suo oro ai piedi di un albero del giardino. Tutte le settimane lo tirava fuori e restava a guardarlo per ore. Un giorno un ladro prese l'oro e lo portò via. Quando l'avaro andò a contemplare il suo tesoro, non trovò che un buco vuoto. L'uomo si mise a ululare di dolore, tanto che accorsero i vicini a vedere che cosa succedeva. Quando scoprirono la causa di tanto strazio, uno di loro domandò: «L'avevi mai usato quell'oro?» «No», replicò l'avaro. «Mi limitavo a venire qui a guardarlo tutte le settimane». «Be', allora», commentò il vicino, «per quello che l'oro ti dava, non cambierà molto se tornerai qui ogni settimana a guardare il buco». Non è il denaro che possediamo, ma la nostra capacità di goderne che ci fa ricchi e poveri. Affannarsi per ottenere la ricchezza senza saperne godere, è come essere calvi e mettersi a fare collezione di pettini.

PAROLA DI DIO: Sap 1,1-7; Sal 138; Lc 17,1-6

 

Vangelo Lc 17,1-6

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi! Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai». Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sradicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe». Parola del Signore

 

“STATE ATTENTI A VOI STESSI”.

Gesù sta per dare ai discepoli uno degli insegnamenti più ardui di tutto il suo messaggio: quello di perdonare sempre ed è per questo che invita loro e noi a stare in guardia da noi stessi, infatti, il migliore amico e il peggior nemico che abbiamo siamo noi stessi. In noi sta il bene e il male; il dono prezioso e terribile della libertà ci mette nella situazione di poter indirizzare in un modo o in un altro tutta la nostra vita. Se guardo il mio istinto, se seguo la mentalità del mondo, se penso unicamente ai miei benefici materiali, alle mie cose, al mio onore il perdono e impensabile e impossibile. Se dentro di me scopro la mia figliolanza divina, la vera fratellanza, il perdono da me ricevuto da Dio, allora la strada del perdono comincia a diventare, seppur ardua, almeno praticabile. Se abbiamo il coraggio di affidare la nostra libertà alle mani del Signore e della sua legge, siamo sicuri che Lui, il Dio della vita e dell’amore, farà emergere in noi solo il suo bene; se ci affidiamo al nostro orgoglio e ai nostri interessi, da noi uscirà il male che ucciderà la nostra vita e avvelenerà quella degli altri.

 

 

MARTEDI’ 14 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Rufo; S. Teòdoto

Una scheggia di preghiera:

 

TI OFFRO IL MIO NULLA.

 

HANNO DETTO: Possiamo vivere nel mondo una vita meravigliosa se sappiamo lavorare e amare, lavorare per coloro che amiamo e amare ciò per cui lavoriamo. (Lev Tolstoj)

SAGGEZZA POPOLARE: Fardello appena preso in spalla, pesa poco! (prov. di Samoa)

UN ANEDDOTO: Un sufi dall'aspetto severo si presentò all'ingresso del palazzo. Nessuno osò fermarlo mentre si dirigeva verso il trono su cui sedeva il santo Ibrahim ben Adam. «Che cosa vuoi?» chiese il re. «Un posto per dormire in questo caravanserraglio». «Questo non è un caravanserraglio, e il mio palazzo». «Posso sapere a chi apparteneva prima questo edificio?» «A mio padre, che ora è morto». «E prima di lui?» «A mio nonno. Anch'egli è morto». «E questo posto in cui la gente alloggia per breve tempo e poi se ne va, vorreste farmi credere che non è un caravanserraglio?» Siamo tutti in attesa di partire!

PAROLA DI DIO: Sap 2,23 - 3,9; Sal 33; Lc 17,7-10

 

Vangelo Lc 17,7-10

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse: «Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”». Parola del Signore

 

“QUANDO AVRETE FATTO TUTTO QUELLO CHE VI È STATO ORDINATO DITE: SIAMO SERVI INUTILI, ABBIAMO FATTO QUANTO DOVEVAMO FARE”.

Quante volte con quella sapienza che è tipicamente popolare, mia madre, vedendomi correre, strafare mi diceva di non fare “Gigin l’afanà”. Quante volte, anche nel bene, noi corriamo il rischio di pensare che la salvezza del mondo dipenda da noi: ‘‘Se manco io non si combina più nulla di buono”, e poi ti accorgi che una malattia, un cambiamento fanno sì che le cose vadano avanti lo stesso e qualche volta anche meglio. Gesù, chiamandoci servi inutili, vuoi farci rimettere le cose al loro giusto posto: tutto è dono, opera di Dio, il suo amore c’è ed è per tutti, non dipende da me, anche se Lui può servirsi di me per manifestarlo. Io dovrei essere gioioso solo per il fatto che Lui mi permette di collaborare, che Lui si serve anche delle mie miserie. Allora, anche nel servizio agli altri, quale maggiore disponibilità e libertà avremmo! “Ti amo perché Dio ti ama. Ti servo come ti servirebbe Dio che ti ama. Ma senza affanno e con gioia, rispettandoti, perché so che se anche io non riesco ad amarti e servirti come Lui, nonostante i miei errori, la mia pochezza, Lui realizza per te quello che il suo amore ha progettato per te ed anche per me”.

 

 

MERCOLEDI’ 15 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Alberto Magno; S. Leopoldo il Pio; S. Sidonio

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE!

 

HANNO DETTO: Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe. (Charles Spurgeon)

SAGGEZZA POPOLARE: Lo straniero è come un fratello che non hai mai incontrato. (prov. del Sudan)

UN ANEDDOTO: Il mistico indiano Ramakrishna era solito dire. Dio ride in due casi. Il primo quando sente un medico dire a una madre: «Non abbia paura. Guarirò suo figlio». Dio pensa: «Ho deciso di prendere la vita di quel bambino e quest'uomo crede di poterla salvare!» Il secondo è quando Dio vede due fratelli che si spartiscono la terra mediante una linea di confine e dicono: «Questa parte appartiene a me e l'altra a te». Dio pensa: «L'universo mi appartiene tutto intero ed essi ritengono di possederne una parte!» Un tale fu avvisato che la sua casa era stata portata via dall'inondazione, allora si mise a ridere ed esclamò: «È impossibile! La chiave ce l'ho io in tasca!»

PAROLA DI DIO: Sap 6,1-11; Sal 81; Lc 17,11-19

 

Vangelo Lc 17,11-19

Dal vangelo secondo Luca

Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.  Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!». Parola del Signore

 

“NON SI È TROVATO CHI TORNASSE A RENDER GLORIA A DIO ALL’INFUORI DI QUESTO STRANIERO?”

Già nei confronti degli uomini stiamo bene a ingratitudine. C’è gente che piuttosto di dire un grazie è disposta a tutto, ma con Dio, poi è ancora peggio. Siamo pronti sempre a rimproverargli la mancanza di paternità, la sua assenza quando non otteniamo ciò che gli abbiamo chiesto, ma i nostri grazie sono così generici e frettolosi. Prova a fermarti per vedere di motivare i tuoi grazie: sei stato tu a darti il dono della vita? Sei tu che sei morto sulla croce o è Cristo che è morto per te? Chi ti dà i sacramenti? Chi ti perdona? Pensa a quante grazie hai ricevuto di cui neppure ti sei accorto! Lascia che la fede prorompa in te e riconoscente ti faccia sentire e dire: “Grazie, Signore...”.

 

 

GIOVEDI’ 16 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Margherita di Scozia; S. Geltrude di Helfta

Una scheggia di preghiera:

 

VENGA IL TUO REGNO.

 

HANNO DETTO: La frase più pericolosa in assoluto è: abbiamo sempre fatto così. (Grace Hopper)

SAGGEZZA POPOLARE: L’adulazione praticata dallo stolto è come lo sterco di vacca: sopra è secco, ma dentro è molle e puzza. (prov. del Sudan)

UN ANEDDOTO: Questa è la storia che un maestro narrò ai suoi discepoli per mostrare loro quale danno può arrecare anche il più piccolo attaccamento alle cose a chi ha acquisito molti doni spirituali. Un giorno l'abitante di un villaggio passava davanti a una grotta nella montagna proprio in uno di quei rari momenti magici in cui essa si apriva per mostrare i suoi tesori a quanti desideravano arricchirsene. Egli entrò nella caverna e trovò montagne di gioielli e pietre preziose che si affrettò a cacciare dentro le borse attaccate al suo mulo, poiché conosceva la leggenda secondo cui la caverna sarebbe rimasta aperta solo per un periodo di tempo brevissimo e bisognava quindi fare presto. Il mulo era carico e l'uomo si mise in marcia tutto felice della fortuna che aveva avuto, quando di colpo si accorse che aveva lasciato il suo bastone nella grotta. Tornò indietro e corse dentro, ma era arrivato il momento in cui la caverna era destinata a sparire e così anch'egli scomparve e non se ne seppe mai più nulla. Dopo averlo atteso invano per un paio d'anni, la gente del villaggio vendette il tesoro che aveva trovato sull'asino e beneficiò della fortuna di quel povero disgraziato. Quando il passero si fabbrica il nido nella foresta, non occupa che un ramo solo. Quando il cervo si abbevera al fiume, non beve più di quanto il suo ventre può contenere. Noi accumuliamo perché c'è un vuoto nel nostro cuore.

PAROLA DI DIO: Sap 7,22 - 8,1; Sal 118; Lc 17,20-25

 

Vangelo Lc 17,20-25

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!». Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione». Parola del Signore

 

“QUANDO VERRÀ IL REGNO DI DIO?”

Un giorno, andando a trovare un amico in ospedale, fui fermato dai “soliti due” che attaccarono discorso dicendo: “Lo sa che sta per venire il Regno di Dio?” e giù a base di catastrofi imminenti, di pochi salvati, di colpi di fulmine. “E voi lo sapete che il Regno di Dio è già qui? ed è non solo per pochi eletti ma per tutti? ed è non perché io converto voi o voi convertite me ad una religione, ma perché Gesù è morto e risorto per tutti?” Il Regno di Dio non è suoni di tromba, clamori, è piccolo come un seme, ma con la potenza di una pianta. Non devo andare a cercarlo lontano perché è nel mio cuore e nella mia vita. Si manifesta là dove l’amore riesce a superare l’odio, dove una mano si tende verso chi è solo, dove Dio prende il posto del denaro. Questo Regno non ha bisogno del nostro potere ma solo della nostra disponibilità a lasciarlo venire.

 

 

VENERDI’ 17 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Elisabetta di Ungheria; S. Ilda; S. Aniano

Una scheggia di preghiera:

 

TU, SIGNORE, SEI L'ETERNO.

 

HANNO DETTO: Quando la libertà arriva con le mani sporche di sangue è difficile stringerle la mano. (Oscar Wilde)

SAGGEZZA POPOLARE: L’esempio degli antenati è come una bisaccia per il giovane viandante. (prov. dell'Egitto)

UN ANEDDOTO: Un leone, che era ormai diventato vecchio e non riusciva più a procurarsi il cibo con la forza, comprese che avrebbe dovuto agire con l’astuzia. Allora entrò in una grotta e qui si sdraiò, facendo finta di essere malato, e così catturava e mangiava tutti gli animali che giungevano da lui a fargli visita. Dopo che molte bestie vennero così divorate, una volpe, che aveva capito la sua malizia, si recò da lui e, stando lontano dalla grotta, gli chiese come stava. Il leone rispose: «Male». E quando le domandò per quale motivo non entrasse, la volpe disse: «Sarei entrata, se non avessi visto le impronte di molti che entrano, di nessuno che esce». Così gli uomini saggi riescono a capire prima da qualche segnale i pericoli e li evitano. (Esopo)

PAROLA DI DIO: Sap 13,1-9; Sal 18; Lc 17,26-37

 

Vangelo Lc 17,26-37

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti. Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà. In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot. Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà, ma chi la perderà, la manterrà viva. Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata». Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi». Parola del Signore

 

“COME AVVENNE AL TEMPO DI NOE': MANGIAVANO, BEVEVANO, SI AMMOGLIAVANO E SI MARITAVANO, FINO AL GIORNO IN CUI VENNE IL DILUVIO E LI FECE PERIRE TUTTI”.

Quando le cose, il denaro, la preoccupazione di star bene diventano lo scopo fondamentale della vita, corriamo il rischio di considerare eterne, cose che invece passano e finiscono. Gesù ci invita alla vigilanza non tanto per metterci addosso la paura quanto per aiutarci a vivere per valori che non finiscono. Se so che il denaro non può comprare la vita, se conosco che il successo e il potere sono cose effimere, se so che anche le cose belle della natura e degli affetti sono destinate a mutare è molto facile che riesca ad impostare la mia vita, nella fiducia e nella serenità, su valori che so essere eterni e duraturi, non rischiando di trovarmi alla fine della vita con un bel pugno di… mosche.

 

 

SABATO 18 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Dedicazione delle Basiliche dei Ss. Pietro e Paolo Ap.

Una scheggia di preghiera:

 

COM'E' BELLO: IO PARLO CON DIO, MIO AMICO.

 

HANNO DETTO: Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza. (Rita Levi-Montalcini)

SAGGEZZA POPOLARE: L’uccellino che non lascia il nido non potrà essere dove matura il grano. (prov. del Burundi)

UN ANEDDOTO: Il filosofo Anassagora era ormai giunto alla fine della sua esistenza mentre si trovava a Lampsaco, lontano dalla sua patria. I suoi amici, riuniti al suo capezzale, gli chiesero se, una volta morto, volesse essere seppellito a Clazomene, la sua patria. - Non c’è nessun bisogno che voi facciate questo! – rispose il filosofo – La via per gli Inferi è sempre la stessa.

PAROLA DI DIO: At 28,11-16.30-31; Sal 97; Mt 14,22-33

 

Vangelo Mt 14,22-33

Dal Vangelo secondo Matteo

Dopo che la folla si fu saziata, subito Gesù ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù. La barca intanto distava già qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: "E’ un fantasma" e si misero a gridare dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro: "Coraggio, sono io, non abbiate paura". Pietro gli disse: "Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque". Ed egli disse: "Vieni!". Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma per la violenza del vento, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: "Signore, salvami!". E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: "Uomo di poca fede, perché hai dubitato?". Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: "Tu sei veramente il Figlio di Dio!". Parola del Signore

 

“CONGEDATA LA FOLLA, SALÌ SUL MONTE, SOLO, A PREGARE.”

Vorrei chiedermi con voi: perché pregare? Penso che la vita cristiana sia come un’amicizia condivisa da due persone e la preghiera è la via attraverso la quale quest’amicizia cresce e si sviluppa. La preghiera è parlare con Gesù, e attraverso Gesù al Padre, di ogni cosa, in ogni luogo, in ogni tempo. Essa è per il cristiano ciò che è il respiro per il corpo umano. Ma se Dio conosce ogni cosa, perché pregare?

Perché la preghiera serve soprattutto a noi, pregando rendiamo più profonda la nostra amicizia con Gesù. Pregare non è poi solo chiedere delle cose, è stare con Lui, con Lui condividere cose e persone, gioie e dolori. Gesù era Dio e in sé non avrebbe avuto bisogno di pregare, ma Gesù cerca continuamente quella comunione con il Padre che gli permette poi di dire “Chi vede me vede il Padre”.

 

 

DOMENICA 19 NOVEMBRE: 33^ DEL TEMPO ORDINARIO (A)

Tra i santi ricordati oggi: S. Abdia pr.; S. Simone eremita; S. Barlaam

Una scheggia di preghiera:

 

TU CI HAI SCELTI SIGNORE, PERCHE' PORTIAMO FRUTTO.

 

HANNO DETTO: Quelli che non si muovono, non si accorgono delle loro catene. (Rosa Luxemburg)

SAGGEZZA POPOLARE: L’uomo non può prendere due sentieri alla volta. (prov. del Mali)

UN ANEDDOTO: Una sera due mercanti di gioielli arrivarono quasi contemporaneamente in un caravanserraglio in mezzo al deserto. Entrambi erano imbarazzati dalla presenza dell'altro . Un beduino che stava seduto accanto al fuoco, si alzò e invitò i due a consumare il pasto con lui. Quando ebbero iniziato a mangiare, egli narrò loro questa storia: «Anch'io, amici miei, ero un tempo un gioielliere come voi. Un giorno fui sorpreso nel deserto da una terribile tempesta che mi sbatté di qua e di là con la mia carovana, finché mi ritrovai lontano dai miei compagni e completamente sperduto. Trascorrevano i giorni ed io fui preso dal panico nel vedere che continuavo a girare in cerchio, senza avere la minima idea di dove mi trovavo e della direzione giusta da prendere. Allora, stremato dalla fame, scaricai dal cammello tutti i sacchi che avevo e per l'ennesima volta li aprii a uno a uno, alla ricerca disperata di qualcosa da mangiare. Potete immaginare l'emozione che provai nello scovare una borsetta a cui prima non avevo fatto caso. Ne lacerai l'imboccatura con le mani che mi tremavano sperando che vi fosse del cibo, ma quale non fu la mia delusione nel constatare che conteneva solo perle!»

PAROLA DI DIO: Pr 31,10-13.19-20.30-31; Sal 127; 1Ts 5,1-6; Mt 25,14-30

 

Vangelo Mt 25,14-30 (Forma breve Mt 25,14-15.19-21)

Dal vangelo secondo Matteo

[In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.] Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. [Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.] Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sottoterra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza, ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”». Parola del Signore

 

“COLUI CHE AVEVA RICEVUTO UN SOLO TALENTO, ANDÒ A FARE UNA BUCA NEL TERRENO E VI NASCOSE IL DENARO DEL SUO PADRONE.”

La paura è spesso una cattiva consigliera, ma sempre è uno sbaglio nei riguardi di Dio. Un Padre non vuole questo clima per i suoi figli. Essa blocca ogni sviluppo del bene, non comprende l’amore di Dio, ci rende uomini di poca fede, sconfitti prima di affrontare la battaglia. La paura è capace di “scavare una buca” per l’unica cosa che non va sepolta: i talenti di Dio.

Si seppellisce la libertà, quando se ne abusa per fare il male; si seppellisce l’intelligenza, quando si va consapevolmente contro la verità; si seppellisce l’amore, quando lo si chiude in noi stessi e lo si nega a quanti ce lo chiedono; si seppellisce la giustizia, quando si fa preferenza di persone; si seppellisce la bontà, quando si sceglie la via dell’egoismo; si seppellisce la fede, quando non la si coltiva, non la si approfondisce e non la si comunica agli altri, chiudendola nel nostro privato, soffocandola con gli scandali della nostra vita; si seppellisce la pace e la fraternità, quando se ne distruggono le condizioni; si seppellisce la vita, quando se ne comprime la crescita; si seppelliscono tutte le nostre abilità, quando si orientano al solo nostro interesse. Tutto ciò che non è donato, è sepolto ed attira il giudizio di Dio.

 

 

LUNEDI’ 20 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Teonesto; S. Edmondo

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, CHE IO VEDA DI NUOVO.

 

HANNO DETTO: È facile essere una femmina, bastano un paio di tacchi a spillo e abiti succinti… ma per essere una donna devi vestire il cervello di carattere, personalità e coraggio. (Rita Levi-Montalcini)

SAGGEZZA POPOLARE: Non esiste un unico giorno, anche domani il sole risplenderà. (prov. dell'Angola)

UN ANEDDOTO: Bertrand Russell scrisse: Tutti sanno la storia di quel padre che, bastonando il figlio, gli diceva: "Figlio mio, credimi, fa più male a me che a te". Al che il figlio rispose: "Allora, papà, perché non lasci che ti bastoni io?"

PAROLA DI DIO: 1Mac 1,10-15.41-43.54-57.62-64; Sal 118; Lc 18,35-43

 

Vangelo Lc 18,35-43

Dal vangelo secondo Luca

Mentre Gesù si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. È tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio. Parola del Signore

 

«SIGNORE, CHE IO VEDA DI NUOVO!».

Deve essere ben triste non vedere la luce, i colori, gli ostacoli, i volti amati... ma è ancora più triste vivere senza vedere la verità, l’amore, la giustizia, il prossimo, Dio. Spesso siamo anche noi ciechi; abbiamo persino paura che troppa luce possa farci male agli occhi, preferiamo quasi rimanere rintanati nel nostro buio per continuare a vivere in un mondo irreale. Il cieco di Gerico, grida forte, non ascolta coloro che cercano di zittirlo, reclama il dono della vista e l’ottiene. Signore, fa’ che non abbiamo paura della tua luce, e mandala perché ci faccia uscire dal buio della tristezza e del pessimismo. Fa’ che riusciamo a vedere le tue grandi opere, il volto misericordioso del tuo Cristo, la presenza dei fratelli. Fa’ che alla tua luce anche il banale quotidiano riacquisti il colore dell’amore e della gioia.

 

 

MARTEDI’ 21 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Presentazione della B.V. Maria; S. Agapio; S. Gelasio I

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, STANAMI DAI MIEI NASCONDIGLI.

 

HANNO DETTO: Ogni cosa che puoi immaginare la natura l’ha già creata. (Einstein Albert)

SAGGEZZA POPOLARE: Non essere come l’uomo stolto che, pur di non rischiare, non tenta mai nulla. (prov. del Sudan)

UN ANEDDOTO: Risposte fulminanti di Aristotele: Gli fu chiesto che cosa sia la speranza e la sua risposta fu: ‘Sogno di un uomo sveglio. ...A chi gli chiese perché conversiamo molto tempo con le persone belle, rispose: È la domanda di un cieco. ...Ad un cicalone che gli aveva versato addosso un fiume di parole e che gli chiedeva se le sue chiacchiere lo avessero offeso, rispose: 'Niente affatto. Mentre parlavi, ad altro badavo'.

PAROLA DI DIO: 2Mac 6,18-31; Sal 3; Lc 19,1-10

 

Vangelo Lc 19,1-10

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomoro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo, infatti, è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». Parola del Signore

 

“ZACCHEO PER RIUSCIRE A VEDERLO, SALÌ SU UN SICOMORO”

Zaccheo mi è sempre stato simpatico, non solo perché è come me piccolo di statura, ma perché ha il coraggio di perdere la faccia, di fare il matto, di arrampicarsi sulla pianta, lui, capo degli esattori e ricco, pur di veder Gesù. E questo gesto di ‘‘pazzia” viene premiato da Gesù che lo sceglie “per mangiare a casa sua”, ma soprattutto perché Gesù lo aiuterà a fare una “pazzia” ancora più grande: liberarsi delle ricchezze, scoprire i poveri, vincere le ingiustizie con atti di Amore. Ci sono ancora dei Zaccheo nel nostro mondo?

lo ho il coraggio di perdere la faccia per Gesù?

Mi sembra che io e noi cristiani troppe volte siamo da “piano terreno”, marciamo con la massa, pensiamo con le idee di tutti, compromettiamo volentieri cristianesimo e nostri interessi. Ma dal basso non si vede Gesù, specialmente se piccoli e dietro le spalle di tanti altri: bisogna aver il coraggio di andare contro corrente, di “salire su una pianta”: di lì si vede Gesù e lì ti trova Gesù e si invita a casa tua. E se Lui entra ed è accolto, sta sicura che cambierà qualcosa: ti farà fare altre “pazzie” ma “pazzie d’amore”.

 

 

MERCOLEDI’ 22 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Cecilia; S. Benigno

Una scheggia di preghiera:

 

INSEGNACI GESU' IL VERO TIMOR DI DIO CHE NON È PAURA DI LUI,  MA VEDERLO COSI' COM'E'.

 

HANNO DETTO: Ti indicherò un filtro amoroso senza veleni, senza erbe, senza formule magiche: se vuoi essere amato, ama. (Ecatone di Rodi)

SAGGEZZA POPOLARE: Non è che il cane preferisca gli ossi alla carne, è che nessuno gli dà la carne. (prov. del Ghana)

UN ANEDDOTO: Fu chiesto a Diogene Laerzio quale fosse la cosa che invecchia più in fretta. “La gratitudine”, rispose.

PAROLA DI DIO: 2Mac 7,1.20-31; Sal 16; Lc 19,11-28

 

Vangelo Lc 19,11-28

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro. Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”. Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”. Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha sarà dato; invece, a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”». Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.  Parola del Signore

 

“SIGNORE, AVEVO PAURA DI TE CHE SEI UN UOMO SEVERO”.

Non so se ci avete mai pensato, ma Dio si fida veramente di noi se ci affida il compito di essere suoi collaboratori e se affida il suo messaggio alla testimonianza delle nostre povere parole e della nostra vita. Eppure, è così, noi “come in vasi di creta” portiamo i doni stessi di Dio. Ma allora non possiamo nasconderli, dobbiamo rischiare, trafficare i doni diversi che abbiamo ricevuto. Invece questo servo della parabola che con la scusa della paura del padrone non è riconoscente dei doni ricevuti e non ha il coraggio di trafficarli, è un po’ la figura di molti cristiani che “obbediscono a Dio perché ritengono di non poterne fare a meno” e che riducono la fede al minimo indispensabile: “Devo andare a Messa, non devo commet­tere peccati gravi così Dio non ha niente da imputarmi, ma non chiedetemi di fare qualcosa in più ho già tante cose di cui preoccuparmi per me stesso”. Ma, allora, dove va a finire la gioia cristiana, il Regno che sta venendo, la libertà individuale, il Dio che ha rischiato tutto per noi, Colui che ci chiama ad essere suoi collaboratori?

Dio non è il Dio delle mezze misure, colui che si accontenta di risposte obbligate e formali. Non c’è niente di più insultante per Dio e per noi della tiepidezza. Ricordiamoci le parole del libro dell’Apocalisse: “Tu non sei né caldo né freddo, perciò, io ti vomiterò da me”.

 

 

GIOVEDI’ 23 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Clemente I; S. Colombano.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', TI SEI FATTO CARICO DELLE NOSTRE MISERIE.

 

HANNO DETTO: Non posso insegnare niente a nessuno, posso solo cercare di farli riflettere. (Socrate)

SAGGEZZA POPOLARE: Non è la mano che dona, ma il cuore. (prov. della Tanzania)

UN ANEDDOTO: Una vedova, tutta dedita al lavoro, aveva delle schiave, che svegliava abitualmente di notte, al canto del gallo, perché lavorassero. Quelle, sopraffatte senza sosta della fatica, ritennero che fosse necessario sopprimere il gallo di casa. Pensavano, infatti, che fosse la causa della loro sofferenza, poiché svegliava di notte la loro padrona. Alle schiave che portarono a termine questo piano accadde però di incorrere in sciagure peggiori. Infatti, la padrona, non venendo più a sapere l’ora tramite il gallo, le faceva alzare ancora prima, nella notte, per metterle al lavoro. Così per molti uomini sono causa di sventura le loro decisioni. (Esopo)

PAROLA DI DIO: 1Mac 2,15-29; Sal 49; Lc 19,41-44

 

Vangelo Lc 19,41-44

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata». parola del Signore

 

“GESÙ, QUANDO FU VICINO A GERUSALEMME, ALLA VISTA DELLA CITTÀ, PIANSE SU DI ESSA”

A Gesù non è risparmiato lo strazio di tutti i profeti davanti alla freddezza di un popolo indurito che non riconosce la visita di Dio nella sua persona. Gesù è venuto a salvare, a portare la pace e il suo popolo gli sta preparando una croce. Gerusalemme diventa così il simbolo, non solo del popolo eletto, ma anche di tutti gli uomini, di tutte le donne, di tutte le persone e di tutte le comunità che misconoscono la presenza di Dio rifiutando il suo amorevole richiamo alla conversione. Quante volte, Gesù, hai pianto su di me: sei venuto a visitarmi ma ero troppo distratto per aprirti la porta. Volevi portarmi la tua pace, ma io ero tutto preso dai miei affari inconcludenti. Quante volte mi hai offerto il tuo perdono ed io ho preferito il mio orgoglio. Le tue lacrime, o Gesù, diventino ciò che fa sciogliere il mio cuore di pietra.

 

 

VENERDI’ 24 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Andrea Dung-Lac e c.; S. Firmina; Ss. Flora e Maria

Una scheggia di preghiera:

 

FA' CHE DAVVERO POSSIAMO INCONTRARTI VIVO IN MEZZO A NOI.

 

HANNO DETTO: La violenza e il tradimento sono armi a doppio taglio: feriscono più gravemente chi le usa, di chi le soffre. (Emily Brontë, Cime tempestose)

SAGGEZZA POPOLARE: Non è mai tardi per dare il via a qualcosa di buono. (Prov. del Congo)

UN ANEDDOTO: Un ricco musulmano, il quale si era recato alla moschea dopo avere partecipato a un ricevimento, dovette togliersi le scarpe eleganti e lasciarle fuori. Quando, alla fine della preghiera, uscì, le scarpe non c'erano più. «Come sono stato sciocco», pensò, «lasciando fuori le scarpe incustodite, ho fornito a qualcuno l'occasione per rubarle, quando invece gliele avrei regalate volentieri. Ora sono responsabile di aver fatto di un uomo un ladro».

PAROLA DI DIO: 1Mac 4,36-37.52-59; Cant. 1Cron 29,10-12; Lc 19,45-48

 

Vangelo Lc 19,45-48

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo, ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo. Parola del Signore

 

“GESÙ, ENTRATO NEL TEMPIO, SI MISE A SCACCIARE QUELLI CHE VENDEVANO, DICENDO LORO: «STA SCRITTO: “LA MIA CASA SARÀ CASA DI PREGHIERA”. VOI INVECE NE AVETE FATTO UN COVO DI LADRI”.

Per tanti miei amici, credenti o “miscredenti”, questa è una delle pagine di Vangelo più gradita. Piace questo Gesù deciso, che si “arrabbia”, che mette mano alla sferza per ridare un volto vero alla religione. E molti si augurano che Gesù faccia la stessa cosa oggi, magari con i venditori di medagliette o di ricordini che stazionano davanti ad ogni santuario degno del suo nome, o magari con certi colori rosso porpora e certi cappelli di Vescovi che manifestano ancora troppo potere e ricchezza o con certe istituzioni religiose o parrocchiale che denotano ancora troppo attaccamento al benessere e disprezzo per i poveri. Ma io penso che Gesù dovrebbe aiutarci soprattutto a purificare la nostra religiosità.  La religiosità non è sempre sbagliata o ipocrita. Essa dovrebbe essere il linguaggio, la manifestazione della fede. Ma è ancora la fede la base di certe religiosità?

Quando vado a chiedere il Battesimo per mio figlio come fosse solo un segno di buon augurio o una convenzione sociale, quando vado a sposarmi in chiesa perché la cerimonia è più bella di quella del comune e le foto vengono meglio? Non è forse falsa religiosità certa pseudo mistica che fa della preghiera e delle sue formule un rifugio e una fuga dalla concretezza dell’impegno?

Abbiamo bisogno anche oggi di purificare la nostra religiosità, di smetterla con certe esteriorità che sono vero e proprio paganesimo come anche certe forme di spiritualismo misticheggiante che allontana sempre di più il Dio della rivelazione rendendolo talmente misterioso, nascosto in gesti e riti inaccessibili che allontanano i semplici. Sono molte le forme ipocrite che usiamo nella nostra vita, ma l’ipocrisia religiosa è la più stupida: Dio non lo puoi ingannare. E allora, se è giusto augurarci una riforma religiosa da parte della Chiesa ufficiale, perché non cominciare a riformare la religiosità di noi che vogliamo essere Chiesa popolo di Dio?

 

 

SABATO 25 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Caterina di Alessandria.

Una scheggia di preghiera:

 

CREDO, RISORGERO' QUESTO MIO CORPO VEDRA' IL SALVATORE.

 

HANNO DETTO: Quando si ama, si ama tutta la persona così com’è, e non come si vuole che sia. (Lev Tolstoj, Anna Karenina)

SAGGEZZA POPOLARE: Non gettare il bastone prima di aver attraversato lo stagno. (prov. del Camerun)

UN ANEDDOTO: Un avaro aveva accumulato cinquecentomila dinari e già pregustava l'idea di darsi alla bella vita per un anno, in attesa di trovare il modo migliore per investire il suo denaro, quando all'improvviso gli comparve davanti l'angelo della morte che era venuto a prendersi la sua vita. L'uomo pianse e si disperò e addusse mille motivi per prolungare ancora un po' la sua esistenza, ma l'angelo fu irremovibile. «Concedimi ancora tre giorni di vita e ti darò metà della mia fortuna», lo scongiurò l'uomo, ma l'angelo ignorò le sue parole e cominciò a tirarlo per un braccio. «Regalami un giorno soltanto, ti supplico, e tutto quello che ho accumulato con tanto sudore e fatica sarà tuo». Ma l'angelo fu inflessibile. L'avaro riuscì infine a strappargli una piccolissima concessione, alcuni minuti per scrivere queste parole: «Chiunque troverà questo biglietto, se ha quanto basta per vivere, non perda tempo ad accumulare tesori ma si goda la vita! Con i miei cinquecentomila dinari non ho potuto comprare una sola ora di vita in più!» Quando muore un milionario e la gente chiede «Quanto avrà lasciato?», la risposta logicamente è: «Tutto». E talvolta: «Non è lui che l'ha lasciato, ne è stato strappato via».

PAROLA DI DIO: 1Mac 6,1-13; Sal 9; Lc 20,27-40

 

Vangelo Lc 20,27-40

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui». Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda. Parola del Signore

 

“INFATTI NON POSSONO PIÙ MORIRE, PERCHÉ SONO UGUALI AGLI ANGELI E, POICHÉ SONO FIGLI DELLA RISURREZIONE, SONO FIGLI DI DIO.”

Cosa c'è dopo la morte?

Nel Vangelo di oggi questa domanda, antica quanto l'uomo, è il motivo della questione che i sadducei, i quali non credevano alla risurrezione, pongono a Gesù. I sadducei partono dal 'levirato', in uso allora in oriente, Antico Testamento compreso: l'obbligo cioè di sposare la moglie del fratello morto senza figli, per dargli una discendenza. C'erano dunque sette fratelli, tutti morti senza figli: la donna, moglie di tutti e sette uno dopo l'altro, nella risurrezione di cui parla Gesù, di chi sarà moglie?

La risposta è che non si possono capire le realtà dell'aldilà solo con i ragionamenti di quaggiù. Nell'altro mondo, ci dice Gesù, non c'è la morte, né la necessità di assicurarsi una discendenza: vivremo con il Dio dei vivi. Le parole di Gesù ci offrono dunque un assaggio di quella meravigliosa sorpresa che sarà il paradiso: vedere, amare e godere Dio senza fine; e San Luca inventa addirittura qui una nuova parola: 'isaggeloi': i figli della resurrezione, ci insegna Gesù, sono 'isaggeloi', uguali agli angeli.

 

 

DOMENICA 26 NOVEMBRE: NOSTRO SIGNORE GESU' CRISTO RE DELL'UNIVERSO (A)

Tra i santi ricordati oggi: S. Corrado, S. Leonardo da P.M.

Una scheggia di preghiera:

 

CRISTUS VINCIT, CRISTUS REGNAT, CRISTUS IMPERAT.

 

HANNO DETTO: Non è vero che abbiamo poco tempo: la verità è che ne sprechiamo molto. (Lucio Anneo Seneca)

SAGGEZZA POPOLARE: Non si danza mettendo i propri piedi su quelli degli altri. (prov. del Camerun)

UN ANEDDOTO: Quando Buddha fece il suo ingresso nella capitale del re Prasanjit gli venne incontro il re in persona. Egli era stato amico del padre di Buddha e aveva sentito parlare della decisione del giovane di rinunciare a tutti i suoi beni. Cercò quindi di persuadere Buddha a non andare più in giro a mendicare e ritornare a corte, nella convinzione di fare così un favore al suo vecchio amico. Buddha guardò Prasanjit negli occhi e disse: «Rispondetemi con sincerità. Nonostante tutta l'allegria che ostentate, il vostro regno vi ha mai procurato un solo giorno di felicità?» Prasanjit abbassò lo sguardo e restò in silenzio. Non c'è gioia più grande di quella che si prova quando non c'è motivo di sofferenza, né ricchezza maggiore di quando ci si accontenta di ciò che si ha.

PAROLA DI DIO: Ez 34,11-12.15-17; Sal 22; 1Cor 15,20-26.28; Mt 25,31-46

 

Vangelo Mt 25,31-46

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.  Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna». Parola del Signore

 

“ED EGLI SEPARERÀ GLI UNI DAGLI ALTRI, COME IL PASTORE SEPARA LE PECORE DAI CAPRI”.

Gesù parla di un giudizio non tanto per raccontarci per filo e per segno quello che avverrà alla fine, quanto piuttosto per presentarsi Lui ai centro dell’universo e della vita: è Lui la discriminante della Storia: non possiamo fare a meno di stare con Lui o contro di Lui. Lui, il Giudice della     fine dei tempi non farà altro che constatare il tipo di scelta che noi abbiamo fatto e che confermare le conseguenze: “Hai vissuto solo per te stesso? continua  a vivere così, lontano da Dio. Hai cercato di riconoscere i diritti del tuo prossimo, hai visto nel sofferente, nel povero, nel diseredato il volto di Gesù? Continuerai a vederlo per l’eternità.

 

 

LUNEDI’ 27 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Virgilio; S. Laverio.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE CHE TUTTO DAI GRATIS, RICEVI LA MIA POVERTA'

 

HANNO DETTO: Oggi sei più vecchio di quanto tu non sia mai stato, e più giovane di quanto sarai mai. (Eleanor Roosevelt)

SAGGEZZA POPOLARE: Non si deve chiedere al sale di essere dolce. (prov. del Camerun)

UN ANEDDOTO: Una scimmia e una iena andavano in giro per la foresta, quando la iena disse: «Ogni volta che passo vicino a quei cespugli, salta fuori un leone che mi malmena. E non so perché». «Questa volta ti accompagnerò io», dichiarò la scimmia, «e ti difenderò contro il leone». Si avviarono quindi verso i cespugli e quando vi passarono davanti, il leone piombò sulla iena e la ridusse quasi in fin di vita. Nel frattempo, la scimmia stava a osservare la scena dall'alto di un albero su cui si era rifugiata appena era comparso il leone. «Perché non hai fatto nulla per aiutarmi?» gemette la iena. E la scimmia di rimando: «Ridevi così tanto che pensavo stessi vincendo tu».

PAROLA DI DIO: Dn 1,1-6.8-20; Cant. Dn 3,52-56; Lc 21,1-4

 

Vangelo Lc 21,1-4

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».  Parola del Signore

 

“VIDE I RICCHI CHE GETTAVANO LE LORO OFFERTE NEL TESORO”.

In un mondo in cui si può comprare tutto con il denaro, spesso si può essere tentati di voler comprare con questo anche Dio e l’eternità. “Reverendo, le faccio questa offerta per qualche messa per i miei defunti” “Le dico le date delle messe perché vi possa partecipare” “Io non ho tempo, preghi lei, la pago per questo”. Si può comprare con una manciata di soldi o con qualche presunta buona azione, il Dio Creatore dell’universo, Colui che gratuitamente ha versato il suo sangue per noi?

Gesù vede i ricchi che fanno la loro offerta al tempio e vede gli spiccioli della vedova. Grazie a Dio, almeno lì il giudizio non avviene in base al portafoglio, alla cultura, alla furbizia, ma in base al tuo cuore.

 

 

MARTEDI’ 28 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Giacomo della Marca; S. Teodora.

Una scheggia di preghiera:

 

SEI TU GESU' L'ALFA E L'OMEGA, IL PRINCIPIO E LA FINE.

 

HANNO DETTO: La ricetta per la perpetua ignoranza è: sii soddisfatto delle tue opinioni e contento della tua conoscenza. (Elbert Hubbard)

SAGGEZZA POPOLARE: Per legare mille pezzi di legno basta una sola scorza. (prov. dell'Etiopia)

UN ANEDDOTO: Uno dei seguaci di Junaid andò da lui con una borsa piena di monete d'oro. «Ne hai altre di monete d'oro?» domandò Junaid. «Sì, molte altre». «E ci sei affezionato?» «Sì». «Allora tieni anche queste, perché ne hai più bisogno di me. Poiché io non possiedo e non desidero nulla, sono molto più ricco di te». Il cuore dell'illuminato è come uno specchio: non afferra né rifiuta nulla; accetta ma non trattiene.

PAROLA DI DIO: Dn 2,31-45; Cant. Dn 3,57-61; Lc 21,5-11

 

Vangelo Lc 21,5-11

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti, infatti, verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Parola del Signore

 

“BADATE DI NON LASCIARVI INGANNARE. MOLTI, INFATTI, VERRANNO NEL MIO NOME DICENDO: “SONO IO”, E: “IL TEMPO È VICINO”. NON ANDATE DIETRO A LORO!”

Da sempre l’uomo cerca la Divinità come senso alla propria vita, ma da sempre in questa ricerca a volte affannosa, faticosa, rischia di farsi ingannare, di perdere di vista i valori e le cose che ha, per correre dietro a fantasie, superstizioni, santoni e maghi più o meno in buona fede. Infatti, continuamente c’è qualcuno o qualcosa che ha la pretesa di presentarsi come salvatore dell’uomo. Qualche esempio: “Sono io”, ha gridato la scienza assicurando di avere una risposta esatta per tutti i problemi dell’uomo; “Sono io”, ha gridato il capitalismo, col denaro e con il potere si ha la felicità; “Sono io ha gridato il nazismo”: io salvo la razza pura; “Sono io” hanno gridato i vari comunismi pratici: quando gli uomini saranno tutti uguali, troveranno il paradiso in terra; “Sono io” gridano le nuove religioni e le nuove mode religiose e i vari santoni che proliferano come funghi. Abbiamo Gesù, la sua parola, i suoi sacramenti: che bisogno c’è di cercare “visioni di conferma” o di correre dietro a sette vaneggianti e sempre minaccianti futuri più o meno imminenti di morti e distruzioni. Sappiamo che il nostro futuro è Dio stesso, e che bisogno abbiamo di andare a guardare in sfere di cristallo, in fondi di caffè, in segni zodiacali inventati dall’uomo, in sedute medianiche, per sapere se saremo ricchi, troveremo l’amore, o ci romperemo una gamba? E che dirne dei novelli Gesù che ogni tanto appaiono? Qualcuno può anche insegnarmi qualcosa di buono! Ma non pensi che nella parola di Dio c’è già tutto? Non ti basta che Gesù sia già morto e risorto per te?

 

 

MERCOLEDI’ 29 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Saturnino; S. Illuminata.

Una scheggia di preghiera:

 

OGNI GIORNO TU SEI CON ME UN DIO PAZIENTE.

 

HANNO DETTO: Sei qui solo per una breve visita. Non fare in fretta, non preoccuparti. E assicurati di annusare i fiori lungo la strada. (Walter Hagen)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando il cuore è pieno di ira, essa esce dalla bocca. (prov. del Burundi)

UN ANEDDOTO: Un uomo si recò con la moglie a trovare degli amici che stavano in un'altra regione e questi li condussero all'ippodromo. Affascinati dallo spettacolo dei cavalli che si rincorrevano intorno alla pista, i due continuarono a scommettere per tutta la sera, finché restarono con due dollari soltanto. L'indomani l'uomo convinse la moglie a lasciarlo andare da solo alle corse. Alla prima gara partecipava un cavallo che era dato 50 a 1. Egli scommise su quello e vinse. Nella corsa successiva puntò tutto il denaro della vincita su un altro cavallo poco quotato e vinse di nuovo. Continuò con questo sistema per tutta la sera, finché ebbe guadagnato cinquantasette mila dollari. Ritornando a casa, passò davanti a una casa da gioco e sentì una voce dentro di lui, la stessa che sembrava averlo guidato nella scelta dei cavalli su cui scommettere, che gli diceva: «Vai dentro». Così entrò e si trovò di fronte a una roulette. La voce suggerì: «Numero tredici». L'uomo puntò i cinquantasette mila dollari sul tredici, la ruota girò e il croupier annunciò: «Numero quattordici». L'uomo tornò quindi a casa a mani vuote. La moglie gli gridò dalla veranda: «Com'è andata?» Il marito alzò le spalle e rispose: «Ho perso i due dollari». A pensarci bene, per quanto uno possa perdere, più di tanto non perderà.

PAROLA DI DIO: Dn 5,1-6.13-14.16-17.23-28; Cant. Dn 3,62-67; Lc 21,12-19

 

Vangelo Lc 21,12-19

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita». Parola del Signore

 

“CON LA VOSTRA PERSEVERANZA SALVERETE LA VOSTRA VITA”.

Ho incontrato un signore tutto gioioso, direi perfino un po’ esaltato, dicendomi: “Mi sono convertito! Ero lontano dalla fede, ero egoista, attaccato ai soldi, ho fatto soffrire molto mia moglie, poi sono andato da Padre Pio e li, non so che cosa mi sia successo, ho sentito di aver di nuovo la fede, la mia vita e cambiata!” Ho gioito con lui per la bontà e misericordia che il Signore ha manifestato in lui ma gli ho anche detto: “Guarda che questo dono è il primo passo. Non pensare di essere arrivato. Non sentirti troppo sicuro di te. La conversione vera la si manifesta giorno per giorno. Questo è il punto di partenza, ma per arrivare alla meta occorrono tanti passi perseveranti, lenti ma costanti. Occorre saper ricominciare con speranza ogni giorno, ogni ora, occorre tanta pazienza. Dio ti ha amato e ti amerà ancora se ogni giorno, anche quando, al di là delle esaltazioni, entrerai nella monotona fatica quotidiana, tu gli lascerai spazio affinché Egli possa condurti là dove Egli vuole”.

 

 

GIOVEDI’ 30 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Andrea, apostolo S. Galgano Guidotti; S. Mirocleto

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE GESU' CHE CI HAI CHIAMATI A SEGUIRTI.

 

HANNO DETTO: Se non puoi volare, allora corri, se non puoi correre, allora cammina, se non puoi camminare, allora gattona, ma qualsiasi cosa fai, devi continuare ad andare avanti. (Martin Luther King)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando il vicino ha sbagliato, tu alzi il dito, ma quando sei tu ad aver sbagliato, ti nascondi. (prov. del Congo)

UN ANEDDOTO: Un garzone era così taciturno che la sua ragazza, dopo cinque anni di corteggiamento, capì che lui non si sarebbe mai deciso a chiederle di sposarlo e che toccava a lei prendere l'iniziativa. Un giorno, mentre erano seduti da soli in giardino, ella gli disse: «John, sposiamoci. Vuoi, John?» Seguì un lungo silenzio. Finalmente John rispose: «Sì». Vi fu un altro lungo silenzio. Alla fine, la ragazza esclamò: «Di' qualcosa, John Perché non dici niente?» «Temo di aver detto già troppo!»

PAROLA DI DIO: Rm 10,9-18; Sal 18; Mt 4,18-22

 

Vangelo Mt 4,18-22

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. Parola del Signore

 

“GESU’ VIDE DUE FRATELLI, SIMONE CHIAMATO PIETRO E ANDREA SUO FRATELLO E DISSE LORO: SEGUITEMI, VI FARO’ PESCATORI DI UOMINI. ED ESSI SUBITO, LASCIATE LE RETI, LO SEGUIRONO.”

La festa di Sant’ Andrea, può aiutarci ad una serie di piccole, ma importanti riflessioni:

·         Andrea, pescatore di Betzaida era discepolo di Giovanni il Battista. Attraverso l’indicazione di Giovanni riesce ad incontrare Gesù. Appena ha la gioia di questo incontro la comunica a suo fratello Pietro. Nel cammino di fede ciascuno ha bisogno di appoggiarsi su altri e altri hanno bisogno di appoggiarsi su di noi. La mia fede non me la sono data da solo, sono altri che mi hanno guidato e a mia volta, Dio vuol servirsi di me per essere guida a Lui per altri fratelli.

·         Andrea e Pietro, davanti alla chiamata di Gesù hanno il coraggio di “lasciare le reti e di seguirlo”. Anche a noi Gesù dice: “Seguimi, vieni a fare esperienza di me, vieni con me”. Dovremmo anche noi avere il coraggio di lasciare le reti, cioè tutto quello che ci invischia nella rete dell’egoismo e dell’autosufficienza per sperimentare davvero la Sua libertà, la gioia di stare con Lui.

·         Andrea e Pietro ebbero nella Chiesa nascente compiti diversi. Pietro, proclamato da Gesù la ”pietra su cui fonderò la mia Chiesa”, sarà fondamento della Chiesa di Roma, mentre Andrea che, come suo fratello, morirà crocifisso per testimoniare il Vangelo, sarà patrono della Chiesa di Costantinopoli. Nei secoli, per motivi non sempre molto evangelici, ci sono state e ci sono ancora oggi divisioni tra queste due Chiese, possano allora i due fratelli  Pietro e Andrea chiedere al Padre e ottenere la buona volontà da parte dei fratelli delle due Chiese per trovare la strada dell’unione.

     
     
 

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