SCHEGGE E SCINTILLE
PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA
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a cura di: don_franco_locci@libero.it
OTTOBRE 2023
DOMENICA 1° OTTOBRE: 26^ DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)
Tra i santi ricordati oggi: S. Teresa di Gesù Bambino
Una scheggia di preghiera:
SOLO TU, O SIGNORE, SAI CHE COSA C'E' NEL CUORE DI OGNI UOMO.
HANNO DETTO: Ci vogliono due anni per imparare a parlare e cinquanta per imparare a tacere. (Ernest Hemingway)
SAGGEZZA POPOLARE: Ci vuole tutta una vita per capire che non è necessario capire tutto.
UN ANEDDOTO: Disse il card. G. Colombo: “Noi chiediamo sempre lo Spirito Santo perché lo Spirito Santo ci trasformi in Cristo”. Ma perché lo Spirito Santo non ci trasforma mai in Cristo? “Perché noi siamo come quei monelli che vanno a suonare il campanello e poi scappano”. Noi andiamo a suonare il campanello allo Spirito Santo quando lo invochiamo, ma prima che arrivi tagliamo la corda!
PAROLA DI DIO: Ez 18,25-28; Sal 24; Fil 2,1-11; Mt 21,28-32
Vangelo Mt 21,28-32
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, disse Gesù ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: Figlio, va’ oggi a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Sì, signore; ma non andò. Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Dicono: «L'ultimo». E Gesù disse loro: «In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. È venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli». Parola del Signore
“IN VERITÀ VI DICO: I PUBBLICANI E LE PROSTITUTE VI PASSANO AVANTI NEL REGNO DI DIO.”
Uno degli errori che noi preti facciamo spesso è quello che io chiamo: "l'errore del ragioniere"; consiste nel voler contare e quindi giudicare i fedeli in base a criteri matematici, quindi formali, esteriori.
"Andiamo bene: alla celebrazione penitenziale sono venute 300 persone". "Nella nostra comunità girano 200 giovani" "A quel ritiro sono venute solo 30 persone" e quasi involontariamente ti trovi a dire bravi e buoni quelli che fanno le cose che tu ritieni buone e cattivi (o per lo meno birichini) quelli che non si comportano come vorresti tu. Gesù cambia le carte in tavola: i peccatori e le prostitute ("che parolaccia in bocca a Gesù": dicono i moralisti benpensanti) ci precedono nel regno e come se non bastasse ecco che nella compagnia di Gesù ci sono esattori di tasse, prostitute professioniste, zeloti (che detto in moderni termini giornalistici sarebbe: appartenenti all'ala armata del partito), ladri che finiscono giustiziati. Quando penso a questo, smetto subito di fare "il ragioniere della religione" e chiedo al Signore di farmi far parte di quella sua compagnia perché, se guardo bene, cose da farmi perdonare ne ho tante e forse più grosse di loro.
LUNEDI’ 2 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: Ss. Angeli Custodi
Una scheggia di preghiera:
SANTI ANGELI CUSTODI PROTEGGETE IL CAMMINO SOPRATTUTTO DEI PICCOLI.
HANNO DETTO: L'ora di fare il bene è subito. (Santa Caterina da Siena)
SAGGEZZA POPOLARE: Non sorridiamo perché qualcosa di buono è successo, ma qualcosa di buono succederà perché sorridiamo. (Prov. Giapponese)
UN ANEDDOTO: Mentre Dostoevskij era in Siberia, un suo ammiratore scrisse un poema in suo onore, in cui immaginava che Dostoevskij, trovandosi in mezzo a tanti forzati, fosse sulle prime accolto da costoro con diffidenza, poi invece con grande cordialità, in quanto egli era riuscito a far capire la sua superiorità: a poco a poco, egli diventava il maestro di quella povera gente e finiva per essere adorato da tutti. Quando Dostoevskij uscì dalla Siberia e tornò al proprio. paese, il poeta suo amico ed ammiratore gli lesse la sua composizione e poi gliene domandò il parere. “Caro mio, tu hai indovinato tutto - gli disse Dostoevskij; - solo in una cosa ti sei profondamente sbagliato. Io non sono stato il maestro di quei forzati, sono stato invece il loro umilissimo discepolo.”
PAROLA DI DIO: Es 23,20-23a; Sal 90; Mt 18,1-5.10
Vangelo Mt 18,1-5.10
Dal vangelo secondo Matteo
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi, dunque, è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli». Parola del Signore
“GUARDATE DI NON DISPREZZARE UNO SOLO DI QUESTI PICCOLI”.
Sono davvero amati i bambini oggi? Amano i bambini quelle coppie che li programmano o li uccidono a seconda delle proprie esigenze? Ama i bambini la pubblicità che li blandisce in nome del consumismo? Amano i bambini quei genitori che vogliono il proprio figlio alto, bello, con gli occhi azzurri, il migliore di tutti e fatto a propria immagine e somiglianza?
Amano i bambini coloro che per mille paure scippano la loro infanzia per farli diventare subito degli adulti?
Il nostro mondo ama i bambini quando li sfrutta facendoli lavorare, quando li usa per fini di piacere?
Eppure, i bambini sono il nostro futuro, sono la speranza di un mondo migliore. I bambini sono il segno che Dio non si è ancora stancato di questo nostro mondo. Essi sono il segno della creatività continua, dell’essere davvero e totalmente nelle mani del Creatore. Essi possono essere per noi il richiamo costante ai valori semplici ed essenziali della vita, e poi, Gesù ce lo dice nel Vangelo di oggi, “i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre”.
MARTEDI’ 3 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Gerardo di Brogne; S. Candida; S. Dionigi l’Areopagita
Una scheggia di preghiera:
LA TUA MISERICORDIA, SIGNORE, CI ISPIRI MISERICORDIA.
HANNO DETTO: Le debolezze non si devono curare con i castighi, ma con delle medicine. (S. Giovanni Bosco)
SAGGEZZA POPOLARE: L'uomo che sposta le montagne comincia portando via i sassi più piccoli.
UN ANEDDOTO: Chiesero a un saggio: «Parlaci della Preghiera».
Il maestro rispose: «La dottrina della Preghiera è suddivisa in dieci capitoli. Se farai attenzione, te ne dirò qualcosa: “parlare poco” è l’argomento del primo, “tacere” è quello degli altri nove». Se la tua anima prenderà l’abitudine di tacere, ogni atomo ti parlerà. Tu mormori come un torrente, ma solo se imparerai a tacere diventerai oceano. E chi in questo oceano vorrà cogliere la perla della parola di Dio dovrà tuffarsi e trattenere il respiro.
PAROLA DI DIO: Zc 8,20-23; Sal 86; Lc 9,51-56
Vangelo Lc 9, 51-56
Dal vangelo secondo Luca
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio. Parola del Signore
“SIGNORE, VUOI CHE DICIAMO CHE SCENDA UN FUOCO DAL CIELO E LI CONSUMI?”
La tentazione di invocare i fulmini di Dio sui cattivi o su coloro che non la pensano come noi, è sempre presente: pensate alle guerre di religione, quelle grandi che ancora oggi arrossano di sangue il mondo e quelle piccole che dividono all’interno delle nostre comunità cristiane dove a volte si lanciano anatemi a persone della stessa fede solo perché appartengono a gruppi diversi. È il solito peccato: diventare noi giudici prendendo il posto di Dio. Lui solo conosce i cuori, Lui solo sa tutto, Lui solo può giudicare. E il giudizio di Dio non è per la distruzione ma per la salvezza. “Dio è paziente, lento all’ira, pieno di grazia e di misericordia”. Gesù non è venuto a condannare ma a dare la vita per la salvezza dei peccatori. Lo Spirito non è uno spirito di distruzione ma di vita. Se quando siamo adirati, con voglia di vendicarci, pensassimo alla pazienza che Dio ha con noi, ci calmeremmo e offriremmo sempre una possibilità ai fratelli perché “se non vi perdonerete tra voi, neanche il Padre celeste perdonerà i vostri peccati”.
MERCOLEDI’ 4 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Francesco d'Assisi, patrono d'Italia; S. Petronio; S. Aurea
Una scheggia di preghiera:
GESU', TU PARLI AI CUORI SEMPLICI.
HANNO DETTO: Dio non ci ordina cose impossibili; ma mentre comanda, ci avvisa di fare ciò che possiamo e di chiedere quello cui le nostre forze non bastano; poi ci aiuta, affinché possiamo praticarlo. (Sant'Agostino)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi non ha un passato, non ha un futuro. (prov. palestinese)
UN ANEDDOTO: Dei buoi trainavano un carro. Poiché l’asse delle ruote strideva, si girarono e gli dissero: «Ehi, caro, mentre noi sosteniamo tutto il peso, tu ti lamenti?». Così anche alcuni degli uomini cercano di dare l’impressione di essere esausti, mentre sono altri ad affaticarsi. (Esopo)
PAROLA DI DIO: Gal 6,14-18; Sal 15; Mt 11,25-30
Vangelo Mt 11,25-30
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo, infatti, è dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore
“TI RENDO LODE, PADRE, SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA, PERCHÉ HAI NASCOSTO QUESTE COSE AI SAPIENTI E AI DOTTI E LE HAI RIVELATE AI PICCOLI.”
Un giorno, un uomo si fermò in mezzo ad un gruppo di ragazzi, che giocavano in un cortile. L’uomo si mise a far capriole e ogni sorta di buffonate per far divertire i ragazzi. La madre di uno dei ragazzi osservava dalla finestra. Dopo un po’ scese in cortile e si avvicinò a suo figlio. “Ah! Costui è veramente un santo”, gli disse. “Figlio mio, va’ da lui”. L’uomo pose una mano sulla spalla del ragazzo e gli chiese: “Mio caro, che cosa vuoi fare?” “Non lo so”, rispose il ragazzo. “Che cosa vuoi, che io faccia?” “Devi essere tu a dirmi che cosa avresti voglia di fare”. “Oh, a me piace giocare”. “E allora, vuoi giocare con il Signore?”
Il ragazzo rimase interdetto, senza sapere che cosa rispondere. Allora il santo soggiunse: “Se tu riesci a giocare con il Signore, farai la cosa più bella che si possa fare. Tutti prendono Dio talmente sul serio da renderlo mortalmente noioso. Gioca con Dio, figliolo. È un compagno di gioco incomparabile”.
GIOVEDI’ 5 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Faustina Kowalska
Una scheggia di preghiera:
GESU', DONACI GENEROSITA' NEL RISPONDERE AI TUOI INVITI.
HANNO DETTO: C’è una crepa in ogni cosa. Ed è da lì che entra la luce. (Leonard Cohen)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi non sa comprendere uno sguardo, non potrà capire lunghe spiegazioni. (prov. arabo)
UN ANEDDOTO: Una volta una donna si rivolse al rabbino Israel e gli confidò la sua pena segreta: era sposata da vent'anni e non aveva ancora avuto un figlio. «Che coincidenza!» esclamò il rabbino. «A mia madre è accaduta la stessa cosa». E le raccontò questa storia: Per vent'anni sua madre non ebbe figli. Un giorno venne a sapere che era giunto in città il santo Ba'al Shem Tov, allora corse fino alla casa in cui egli alloggiava e lo scongiurò di pregare affinché lei potesse avere un figlio. «Tu che cosa sei disposta a fare?» chiese il santo. «Che cosa posso fare?» Replicò la donna. «Mio marito è un povero bibliotecario, ma io ho qualcosa da offrire al rabbino». E subito corse a casa, tirò fuori una katinka dalla cassapanca in cui l'aveva custodita gelosamente e tornò indietro a tutta velocità per donarla al rabbino. La katinka, come tutti sanno, era la mantellina indossata dalla sposa nel giorno delle nozze, un'eredità preziosa che veniva tramandata di generazione in generazione. Quando la donna fu di ritorno, il rabbino era già partito per un'altra città e lì si recò anche lei. Poiché era povera, dovette fare il percorso a piedi e quando arrivò, il rabbino era ripartito per altra destinazione. Ella lo seguì per sei settimane da una città all'altra, finché finalmente riuscì a raggiungerlo. Il rabbino accettò la katinka e la offrì in dono alla sinagoga. Il rabbino Israel concluse: «Mia madre ripercorse a piedi tutto il tragitto inverso fino a casa. Un anno dopo nacqui io». «È veramente una strana coincidenza!» esclamò la donna. «Anch'io a casa ho una katinka. Ve la porto subito e, se l'offrirete alla sinagoga, Dio mi donerà un figlio». «Eh no, mia cara», replicò tristemente il rabbino, «non servirà a nulla. La differenza fra voi e mia madre è questa: voi avete sentito la sua storia, mentre lei ha dovuto fare tutto da sola».
PAROLA DI DIO: Ne 8,1-4a.5-6.7b-12; Sal 18; Lc 10,1-12
Vangelo Lc 10,1-12
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sodoma sarà trattata meno duramente di quella città». parola del Signore
“LA MESSE È ABBONDANTE, MA SONO POCHI GLI OPERAI! PREGATE DUNQUE IL SIGNORE DELLA MESSE, PERCHÉ MANDI OPERAI NELLA SUA MESSE!”
Il discorso missionario che Gesù fa riguarda solo i preti, i missionari professionisti, gli impegnati nelle attività di Chiesa o è rivolto a tutti i credenti ?
È un discorso che pensa solo a tecniche di annuncio o tocca la testimonianza che ogni cristiano deve manifestare con coraggio?
Credo che entrambe le cose stiano a cuore a Gesù. La comunità ha bisogno di preti e non soltanto di tanti preti, ma di buoni preti, per restare legata alla Parola, ai Sacramenti, all'unità, ma ha anche bisogno di trovare la testimonianza sincera, coraggiosa, continua di tutti e di ciascuno, per consolidarsi e crescere. Mentre dunque preghiamo perché il Signore non faccia mancare santi sacerdoti nelle comunità, missionari coraggiosi per il mondo intero, diaconi, religiosi e religiose, non dimentichiamo che l'invito è anche per noi, cristiani spesso borghesi, nascosti, individualisti, dediti solo alla propria salvezza, chiusi in vecchie morali inacidite o in difese arroccati in tradizioni spesso più umane che religiose vere e che servono poco alla comunità e al mondo intero.
VENERDI’ 6 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Bruno; S. Fede; S. Magno
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE MI VUOI TALMENTE BENE DA DARMI LA POSSIBILITA' DI IDENTIFICARMI CON TE.
HANNO DETTO: Molti studiano come allungare la vita, quando invece bisognerebbe allargarla. (Bertrand Russell)
SAGGEZZA POPOLARE: Ciò che appare bello, non è necessariamente buono. (prov. cinese)
UN ANEDDOTO: Un grosso camion stava transitando lungo il sottopasso della ferrovia, quando restò incastrato fra la strada e le grate della volta superiore. Tutti i tentativi degli esperti per liberare il veicolo furono inutili e il traffico fu bloccato da entrambi i lati della galleria. Un ragazzino cercò più volte di attirare l'attenzione del caposquadra, ma veniva regolarmente allontanato. Alla fine, l'uomo, esasperato, gridò: «Scommetto che sei venuto a dirci tu come fare!» «Sì», rispose il bambino. «Perché non provate a sgonfiare le gomme?»
PAROLA DI DIO: Bar 1,15-22; Sal 78; Lc 10,13-16
Vangelo Lc 10, 13-16
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse: «Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafarnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato». Parola del Signore
“CHI ASCOLTA VOI ASCOLTA ME, CHI DISPREZZA VOI DISPREZZA ME”.
Ad una prima lettura il Vangelo si presenta a noi con apparenti contraddizioni. Ad esempio, la frase che meditiamo oggi in cui Gesù si identifica completamente con il discepolo sembra in contrasto con i “guai” che Gesù lancia contro chi ha avuto di più nel cammino della fede. A me pare che, invece di essere in contrasto, queste frasi si spiegano a vicenda e ci dicono ancora una volta la grande bontà di Dio ma anche l’impegno e la serietà della nostra risposta. Parto da una frase che spesso mi sono sentito dire: “Preghi lei per me: lei è più vicino a Dio e Lui lo ascolta”. È una frase che ha un grande fondo di verità: il dono del sacerdozio è un dono che mette in comunione particolare con il Signore. Il sacerdote rappresenta per il popolo l’“alter Cristus” cioè la presenza di Cristo; egli ha il dono, attraverso lo Spirito che gli è dato, di rendere presenti i segni di Gesù, i Sacramenti; egli ha il dono e l’incarico di spiegare la Parola di Dio e di esserne il primo testimone, quindi è vero che è più vicino a Dio, è vero che ha il compito di elevare a Dio preghiere per tutti, ma è anche vero che questo non esime nessuno dalla propria risposta e preghiera personale ed anche vero che la responsabilità del sacerdote è ancora maggiore: proprio perché ha ricevuto tanto egli deve essere all’altezza del dono. Gesù ha diritto di essere rappresentato degnamente, gli altri hanno il diritto di vedere in lui l’agire di Gesù, di vederlo buon pastore come Gesù, di vederlo innamorato di Cristo, di sentirlo parlare di Cristo, di coglierlo capace di condivisione come Cristo, di riceverne esempio nelle scelte umane e cristiane. Ho parlato del sacerdote ma avrei potuto parlare di ogni cristiano: noi nel battesimo abbiamo “rivestito Cristo”, abbiamo avuto il dono della fede, abbiamo la possibilità dei Sacramenti dove Cristo viene ad abitare in noi di questi doni siamo responsabili: chi ci vede agire può dire con verità: “Io vedo agire un uomo, una donna ma dietro di lui o di lei vedo Gesù”?
SABATO 7 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: B.V. Maria del Rosario; S. Giustina; S. Augusto
Una scheggia di preghiera:
RENDICI CAPACI DI GIOIRE DEI TUOI DONI.
HANNO DETTO: Accetta, senza timore di errare, la parola nata dall'esperienza, anche se colui che la dice non è addottrinato dai libri. Il tesoro del re più facoltoso non respinge l'obolo che viene dal mendico; i fiumi rigurgitano dell'acqua dei piccoli rivi, e la loro corrente finisce con potenza. (Sant' Isacco di Ninive)
SAGGEZZA POPOLARE: Della tribù gli uomini sono la lana, ma sono le donne a tesserne la trama. (prov. degli Emirati Arabi)
UN ANEDDOTO: Una volta un discepolo chiese a Confucio: «Quali sono gli ingredienti per un buon governo?» Egli rispose: «Il cibo, le armi e la fiducia del popolo». «Ma», proseguì il discepolo, «se foste costretto a fare a meno di uno dei tre, a quale rinuncereste?» «Alle armi». «E se doveste eliminarne un altro?» «Il cibo». «Ma senza cibo la gente muore!» «La morte rappresenta da tempo immemorabile l'inevitabile destino degli esseri umani, mentre un popolo che non ha più fiducia nei suoi governanti è veramente perduto».
PAROLA DI DIO: Bar 4,5-12.27-29; Sal 68; Lc 10,17-24
Vangelo Lc 10, 17-24
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono». Parola del Signore
“NON RALLEGRATEVI PERCHE’ I DEMONI SI SOTTOMETTONO A VOI, RALLEGRATEVI PIUTTOSTO CHE I VOSTRI NOMI SONO SCRITTI NEI CIELI”.
Spesso anche noi ci fermiamo all’esteriorità e diventiamo contabili. Qualche esempio: il Giubileo è andato bene perché tot numero di milioni di persone sono andate a Roma; agli esercizi spirituali della parrocchia eravamo solo 12; l'oratorio estivo per i ragazzi ha funzionato: ce n’erano ben trecento ai giochi di inizio!
È un po’ come succedeva già una volta che un buon missionario si considerava dal numero di battesimi che era riuscito ad amministrare. Succede anche ai 72 apostoli che tornano dalla loro missione soddisfatti. Tutto è filato liscio, secondo le previsioni, Sono riusciti ad andare in molti posti, a tutti coloro che hanno incontrato hanno detto che Gesù e il regno di Dio sono vicini. Molta gente li ha accolti bene e poi, sono riusciti a fare miracoli e a cacciare demoni…! Che gioia!
Certo, quando le cose vanno bene anche in campo religioso siamo tutti contenti! Ma la vera gioia, il vero successo non è lì. Gesù ci insegna ad essere servi ma anche servi inutili che dopo che hanno fatto tutto quello che devono fare lasciano al Signore che faccia Lui. Noi siamo seminatori chiamati a buttare il seme a tempo opportuno e inopportuno, in terreno buono, sassoso o spinoso, ma chi fa crescere e raccoglie è Dio stesso. Qual è la nostra gioia?
È essere consapevoli che Dio si fida di noi, nonostante tutto, e ci affida la sua Parola e questo fa sì che noi siamo nel suo cuore, che i nostri nomi siano destinati all’eternità del suo amore.
DOMENICA 8 OTTOBRE: 27^ DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)
Tra i santi ricordati oggi: S. Pelagia; S. Felice di Como; S. Reparata
Una scheggia di preghiera:
GESU' TI OFFRO TUTTI I MIEI LIMITI.
HANNO DETTO: Meglio essere cristiani senza dirlo che dirlo senza esserlo. È cosa ottima insegnare, a patto però che si pratichi ciò che si insegna. (Sant'Ignazio di Antiochia)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi ha acqua in bocca non soffia sul fuoco. (prov. del Togo)
UN ANEDDOTO: Tre buoi pascolavano sempre insieme. Un leone, che voleva mangiarli, non riusciva nel suo scopo a causa della loro concordia. Ma, seminando zizzania con discorsi perfidi, riuscì a separarli l’uno dall’altro: allora, trovandoli isolati, li divorò uno alla volta. Se vuoi vivere del tutto senza pericoli, non prestare fede ai nemici, ma dai ascolto agli amici e conservali. (Esopo)
PAROLA DI DIO: Is 5,1-7; Sal 79; Fil 4,6-9; Mt 21,33-43
Vangelo Mt 21,33-43
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti». Parola del Signore
“LA PIETRA CHE I COSTRUTTORI HANNO SCARTATO È DIVENTATA LA PIETRA D’ANGOLO”.
Abramo, un uomo vecchio e senza figli è diventato capostipite di un popolo numeroso come la sabbia del mare e le stelle del cielo. Un gruppo di schiavi degli egiziani è diventato il Popolo di Dio. Una ragazza come tante, Maria, è diventata la Madre di Dio. Dodici tra pescatori e povera gente sono diventati la Chiesa. Ma soprattutto l’uomo—Dio, Gesù, scartato, ucciso su una croce fuori dalle mura di Gerusalemme, è l’unica roccia della salvezza. È il metodo di Dio: quelli che sono i resti, gli scarti degli uomini sono per Lui materia prima. Questo metodo continua anche oggi: i primi sono i poveri, quelli che non contano ma che contano solo su Dio che “ha guardato all’umiltà della sua serva ed ha fatto cose grandi in me”.
LUNEDI’ 9 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: Ss. Dionigi e c.; S. Giovanni Leonardi; S. Abramo
Una scheggia di preghiera:
TU MI ASPETTI SIGNORE, FERITO, AI BORDI DI UNA STRADA.
HANNO DETTO: Portare la propria croce è molto più che sopportarla. (San Francesco di Sales)
SAGGEZZA POPOLARE: Dove c’è il ricco, c’è il povero. Ma dove c’è giustizia, là sono tutti fratelli. (prov. dell'Arabia)
UN ANEDDOTO: L'anima di un uomo si presentò alle porte del Paradiso dove l'Angelo Guardiano la interrogò: - Dimmi, buon uomo, che cosa hai fatto nella tua vita? L'uomo prese a raccontare tutte le cose che aveva fatto nella sua esistenza, le attività svolte, le opere compiute, i doveri assolti, fino a che l'Angelo non lo interruppe soddisfatto. - Questo è quello che hai fatto negli anni della tua vita, ed era cosa buona, ma ora dimmi: cosa facevi in ogni tua giornata? Anche questa volta, l'uomo ebbe di nuovo molto da dire. Allora l'Angelo lo interruppe: - Il tuo giorno era pieno di cose buone, ma dimmi ancora: cosa facevi in ogni ora della tua vita? Pure questa volta l'uomo ebbe molte cose da dire. - Va bene! - gli disse infine l'Angelo. - Non resta che tu mi dica che cosa facevi in ogni tuo istante! Ma qui l'uomo ammutolì; ci pensò su, ma non seppe rispondere. Con rammarico senti che i suoi anni e i suoi giorni erano stati pieni, ma gli istanti erano rimasti vuoti. L'uomo s'inginocchiò allora davanti all'Angelo, chiuse gli occhi e colmò l'intero attimo del suo essere col dolore del suo pentimento. - Nell'ultimo istante - disse l'Angelo illuminandosi - tu hai compreso! E lo fece passare.
PAROLA DI DIO: Gn 1,1 - 2,1.11; Cant. Gio 2,3-5.8; Lc 10,25-37
Vangelo Lc 10, 25-37
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così». Parola del Signore
"PER CASO UN SACERDOTE SCENDEVA PER QUELLA MEDESIMA STRADA E QUANDO LO VIDE PASSÒ OLTRE"
Nessuno è troppo alto per un piccolo servizio al prossimo. La preoccupazione per la perdita di tempo che spesso un tale servizio materiale comporta, è segno di un'eccessiva importanza attribuita al proprio tempo e lavoro. Dobbiamo essere pronti a lasciarci interrompere da Dio. Dio contrasterà sempre, ogni giorno, le nostre vie e i nostri piani, mandandoci persone con le loro richieste e necessità. Possiamo passare oltre senza badar loro, preoccupati come siamo dell'importanza della nostra giornata, così come il sacerdote passò oltre senza curarsi dell'uomo caduto in mano ai predoni —forse era addirittura immerso nella lettura di un passo biblico!
E così passiamo oltre senza vedere il segno della croce nella nostra vita, che vorrebbe indicarci il vero valore delle vie di Dio e non delle nostre. (Dietrich Bonhoeffer)
MARTEDI’ 10 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Cerbonio; S. Tanca; S. Daniele Comboni
Una scheggia di preghiera:
RENDICI CAPACI, SIGNORE, DI CONTEMPLAZIONE E AZIONE.
HANNO DETTO: Tenete il vostro cuore sgombro anche da desideri impetuosi di perfezione perché anche questi lo tiranneggiano. (San Francesco di Sales)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi sciupa del tempo deruba sé stesso. (prov. del Marocco)
UN ANEDDOTO: Dio prese l'uomo per mano: - Vieni! Saliremo sul monte, porterai la tua piccola fiaccola e in cima al monte appiccheremo una grossa fiamma che sarà vista da lontano. E io e Te ci scalderemo e canteremo intorno al fuoco. L'uomo, pieno di gioia, prese a seguirlo e tra sé pensava: Proprio io! Che onore, esser scelto da Dio! Egli ha visto, infine, la mia fedeltà e la mia devozione. Proprio io! Finalmente Dio ha riconosciuto la mia pazienza e la mia bontà! Salirono insieme sino alla cima. Ma lassù non vi era nulla da bruciare. - Con che cosa, dunque, faremo il fuoco? - chiese. - Come! - gli rispose Dio - non hai forse portato fin qui la tua fiammella? Certamente! Ma a cosa darà fuoco? - Come! - continuò Dio - Non hai forse con te il legno indurito del tuo vecchio io? (Elena Bono)
PAROLA DI DIO: Gn 3,1-10; Sal 129; Lc 10,38-42
Vangelo Lc 10,38-42
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta». Parola del Signore
“MARIA HA SCELTO LA PARTE MIGLIORE, CHE NON LE SARÀ TOLTA”
Aiutami, Signore, a capire questa tua predilezione per Maria, ferma ai tuoi piedi, mentre Marta preparava la cenetta che Tu stesso hai saputo ben apprezzare!
Signore Gesù: io voglio dirti grazie per avermi, un bel giorno della mia vita, concesso di capire che le cose che servono di più sono talvolta quelle che non “servono”. Grazie perché mi hai insegnato la follia di preferire un fiore piuttosto che un pane sulla mia mensa!
Grazie per i grandi inventori e benefattori della storia umana, ma grazie soprattutto per quelli che ci hanno svelato il fascino della bellezza!
Grazie per quegli Uomini e quelle Donne che, a maniche rimboccate e mani sporche per la carità, sanno tuttavia come Marta fissò il tuo volto, fermarsi a “contemplare” le persone che servono, scoprendo in esse il tabernacolo dell’Altissimo!
Grazie per coloro che mi sanno ascoltare prima di parlarmi, per coloro che mi sanno ascoltare prima di servirmi. Grazie per coloro che mi servono testimoniandomi una vita spesa nell’ascolto di Te e della tua parola, Signore Gesù! Grazie per i contemplativi!
Grazie ancora per i “contemplativi di strada”, questa gente comune che lavora, ama la famiglia, corre in corteo sindacale, conservando tuttavia nello sguardo la scintilla segreta della preghiera notturna!
Grazie, Signore, per tutte le persone che hanno saputo baciarmi di un bacio contemplativo tenerissimo e profondo, come Marta accettò che sua sorella Maria baciasse i tuoi piedi; come tu, Signore, certamente fosti baciato da tua Madre!
Grazie per questa tua comune accoglienza, Signore, delle due così diverse sorelle, riconoscendo nella loro diversità non motivo di confronto ma di completezza: insegna anche a me l’arte preziosa della sintesi fra la mano e lo sguardo!
MERCOLEDI’ 11 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Alessandro Sauli; S. Santino; S. Giovanni XXIII
Una scheggia di preghiera:
PADRE DI GESU', PADRE MIO, PADRE NOSTRO.
HANNO DETTO: Non sei mai troppo vecchio per porti un altro obiettivo o per sognare un nuovo sogno. (Clive Staples Lewis)
SAGGEZZA POPOLARE: Gli Dei non possono aiutare quelli che non colgono occasioni. (prov. cinese)
UN ANEDDOTO: Sapere soffrire senza lamentarsi, patire noia senza mostrarlo, divertirsi senza dissiparsi, mortificarsi senza esternarlo, è una grande scienza, ma una scienza assai rara. (Beato Tommaso Maria Fusco)
PAROLA DI DIO: Gn 4,1-11; Sal 85; Lc 11,1-4
Vangelo Lc 11,1-4
Dal vangelo secondo Luca
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione». Parola del Signore
“SIGNORE, INSEGNACI A PREGARE”
I discepoli vedevano come Gesù pregava. Erano colpiti soprattutto dal modo caratteristico con cui si rivolgeva a Dio: lo chiamava "Padre". Altri prima di lui avevano chiamato Dio con questo stesso nome, ma quella parola, sulla bocca di Gesù, parlava di una intima reciproca conoscenza tra lui e il Padre, nuova e unica, di un amore e di una vita che li legava entrambi in una incomparabile unità. I discepoli avrebbero voluto sperimentare quello stesso rapporto con Dio, così vivo e profondo che vedevano nel loro Maestro. Volevano pregare come lui pregava; per questo gli chiesero: «Signore, insegnaci a pregare». Gesù più volte aveva parlato ai suoi discepoli del Padre, ma ora, rispondendo alla loro domanda, ci rivela che il Padre suo è anche Padre nostro: anche noi, come lui, tramite lo Spirito Santo, possiamo chiamarlo "Padre". Egli, insegnandoci a dire "Padre", rivela a noi stessi che siamo figli di Dio e ci fa prendere coscienza che siamo fratelli e sorelle tra di noi. Fratello accanto a noi, ci introduce nel suo stesso rapporto con Dio, orienta la nostra vita verso Lui, ci introduce nel seno della Trinità, ci fa diventare sempre più uno tra di noi.
GIOVEDI’ 12 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: Nostra Signora del Pilar; S. Rodobaldo; S. Serafino da Montegranaro
Una scheggia di preghiera:
CON TE SIGNORE, IL CAMMINO È PERCORRIBILE
HANNO DETTO: I paurosi tirano per i piedi chi è intento a volare, per riportarlo a terra. Nella meschinità si sentono meglio se tutti strisciano, li umilia che qualcuno possa contemplare da un piano a loro inaccessibile. (Carlos Castaneda)
SAGGEZZA POPOLARE: Colui che ha visto il leone ruggire non corre allo stesso modo di chi lo ha soltanto sentito. (prov. della Costa d’Avorio)
UN ANEDDOTO: Una volta ho sentito un detto bello: "Non c'è santo senza passato, e non c'è peccatore senza futuro!". La Chiesa non è una comunità di perfetti, ma di discepoli in cammino, che seguono il Signore, bisognosi del suo perdono. (Papa Francesco)
PAROLA DI DIO: Ml 3,13-20a; Sal 1; Lc 11,5-13
Vangelo Lc 11, 5-13
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai discepoli: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!». Parola del Signore
“PERCHÉ CHIUNQUE CHIEDE RICEVE E CHI CERCA TROVA E A CHI BUSSA SARÀ APERTO”.
Vien voglia di lamentarsi: “Quanti volte abbiamo pregato e non abbiamo ottenuto ciò che richiedevamo!”. Ma qui Gesù non voleva parlarci di un’agenzia per il rilascio automatico di miracoli e grazie. Qui Gesù voleva ricordarci che la preghiera fiduciosa arriva sempre al cuore di Dio.
Dio potrebbe far sparire miracolisticamente gli ostacoli veri o supposti che ingombrano il nostro cammino. Oppure può lasciare le cose come sono, ma Lui si mette in strada con noi. Normalmente Dio ascolta la nostra preghiera in questo secondo modo; è come se ci dicesse: “La strada è la stessa, gli ostacoli gli stessi, le difficoltà sono ancora lì, ma, se hai pregato sei tu che non sei più lo stesso, la tua forza non è soltanto più la tua forza e soprattutto ci sono io compagno del tuo viaggio.
VENERDI’ 13 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Romolo; S. Chelidona; S. Venanzio
Una scheggia di preghiera:
CREDO NEL DIO DI GESU'
HANNO DETTO: Quelli che riflettono troppo prima di fare un passo, trascorreranno tutta la vita su di un piede solo. (Don Pino Puglisi)
SAGGEZZA POPOLARE: Confidare un segreto ad una persona indegna è come avere tra le mani un sacco bucato di grano. (prov. del Sudan)
UN ANEDDOTO: BENEDIZIONE CELTICA: Che tu abbia tempo per la pazienza, tempo per comprendere, tempo per ricordare le cose buone fatte e da fare. Tempo per credere nei tuoi compagni di viaggio, tempo per capire quanto valga un amico.
PAROLA DI DIO: Gl 1,13-15; 2,1-2; Sal 9; Lc 11,15-26
Vangelo Lc 11,15-26
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demoni, che egli scaccia i demoni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in sé stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in sé stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demoni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demoni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demoni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde. Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima». Parola del Signore
“CHI NON RACCOGLIE CON ME, DISPERDE”.
Gesù sconcerta i suoi uditori. Vedono delle guarigioni e non solo non le capiscono ma non riescono a capire Colui che le fa. Hanno in mente una visone di Dio e del suo Messia e questa non coincide con quella che Gesù presenta. Forse non è ancora un po’ così?
Ecco a voi una “scheggia” che può anche non trovarci completamente d’accordo ma che certamente può farci riflettere. Il mio Dio è sconcertante. È intimo ed è trascendente, è dolce e violento, è eterno e nasce sempre. Ci crea per la felicità e ci alimenta nel dolore. Benedice ciò che tanti temono, ma quello che tanti disprezzano, chiede ciò che sembra impossibile. È venuto a portare la guerra ed è pacifico. È Dio e uomo. Maledice le ingiustizie e sopporta gli ingiusti. È Padre onnipotente e il dolore continua a torturare la terra. Esige che conquistiamo il mondo, immergendoci in esso, ché amiamo tutto quanto è umano e ci vuole proiettati verso l'aldilà. Chiede la santità per tutti e sceglie a capo della sua Chiesa l'apostolo che lo rinnegò. Predilige i deboli e i poveri e sono quelli che continuano a soffrire di più. Imprime la sua legge in ogni circostanza e fonda una Chiesa che viene a conflitto a volte con questo grido interiore della coscienza. È sempre presente e nessuno può vedere il suo volto. Chi ama l'uomo, ama lui, eppure continua a esser l'Unico. È tutta la nostra vita e non ha nome. Quanto più ti avvicini a lui, quanto più lo ami, meno lo capisci razionalmente. È libertà ed è venuto ad obbedire. È l'amore ed esiste l'inferno. È il cuore della storia: non cade un solo capello senza la sua complicità, eppure milioni di uomini sentono la terra vuota di Lui e lo considerano superfluo. È allegria e dolore insieme. È il santo e fu amico dei peccatori, è il vergine e permise che le prostitute lo amassero andò contro i ricchi ma mangiava con loro. È difficile il mio Dio sconcertante per l'uomo che vuole misurarlo in tutto, per quanti vorrebbero imporgli una logica. Ma il mio Dio sfugge a tutte le logiche e alle nostre misure. Il mio Dio è così: meraviglioso e ineffabile, unico e sconcertante. È l'essere ed è movimento. È ciò che era e quello che sarà. E tutto e niente esiste senza di Lui. Il mio Dio è sconcertante è colui in cui si crede senza vederlo, che si ama senza toccarlo, in cui si spera senza sentirlo, si possiede senza meritarlo.
SABATO 14 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Callisto I; S. Domenico Loricato; S. Donaziano
Una scheggia di preghiera:
SIA FATTA LA TUA VOLONTA' COME IN CIELO, COSI' IN TERRA.
HANNO DETTO: Pensa a tutta la bellezza ancora intorno a te e sii felice. (Anna Frank, “Diario”).
SAGGEZZA POPOLARE: La gente esperta negli inganni non conosce il pudore. (prov. cinese)
UN ANEDDOTO: Un giorno la pulce chiese al bue: «Perché, grande e forte come sei, servi ogni giorno gli uomini, mentre io pungo impietosamente le loro carni e bevo in abbondanza il loro sangue?». Il bue rispose: «Non sono ingrato nei confronti della stirpe degli uomini: essi mi amano e mi trattano con affetto: spesso mi grattano anche la fronte e le spalle». La pulce allora disse: «Per me, disgraziata, questo sfregamento che ti procura tanto piacere è una sciagura terribile, quando mi capita per caso di finire nelle loro mani». (Esopo)
PAROLA DI DIO: Gl 4,12-21; Sal 96; Lc 11,27-28
Vangelo Lc 11, 27-28
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!». Parola del Signore
“BEATO IL GREMBO CHE TI HA PORTATO E IL SENO CHE TI HA ALLATTATO!”
Con Gesù gli elogi, i complimenti, non attaccano e quando pensi di averne azzeccata una giusta spesso capisci che Lui intende esattamente l’opposto. Una donna del popolo, forse entusiasmata dalla figura e dalla predicazione di Gesù, dice: “Fortunata sua madre ad avere un figlio del genere!”.
Magari lo diceva perché suo figlio non era proprio uno stinco di santo, perché magari, secondo lei, non aveva avuto la ‘fortuna’ di avere una famiglia ‘all’onore del mondo’. Gesù però le risponde: "La fortuna non è avere un 'figlio bravo", è essere fedeli a Dio!" La tua vita di madre, di padre, di educatore può anche essere un insuccesso e ne puoi essere dispiaciuto, ma se sei stato fedele a Dio e al tuo compito, tu per Dio puoi essere davvero beato. Secondo il vangelo non si è beati perché le cose vanno bene, perché economicamente non abbiamo grossi fastidi, perché mio figlio non è un drogato o un perdigiorno, perché i miei hanno fatto carriera ma si può essere beati sempre se si cerca la volontà di Dio, se Dio è il nostro fine, la nostra unica "ricompensa". Maria è beata non tanto perché è la Madre di Dio, e per questo Dio l’ha colmata di ogni dono, Maria è beata anche ai piedi della croce quando il suo ‘figlio buono’ verrà considerato un pubblico bestemmiatore e ucciso con la massima ignominia, perché sia quando ha detto il suo sì all’angelo, sia ai piedi della croce, in mezzo alla sofferenza, cerca solo e sempre la volontà di Dio.
DOMENICA 15 OTTOBRE: 28^ DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)
Tra i santi ricordati oggi: S. Teresa d’Avila; S. Barsen; S. Tecla
Una scheggia di preghiera:
GESU', VOGLIO PARTECIPARE ALLA TUA FESTA.
HANNO DETTO: L’ignoranza è una patologia che colpisce molte persone. I sintomi sono la cattiveria, la presunzione, l’invidia e la maleducazione. (Totò)
SAGGEZZA POPOLARE: La tenerezza di una madre verso i figli è discreta come la rugiada che bacia la terra. (prov. arabo)
UN ANEDDOTO: “Rembrandt, uno dei più grandi pittori che siano mai esistiti, fece bancarotta all’età di cinquant’anni. A dispetto del fatto che era il pittore più popolare e meglio pagato di Amsterdam e che aveva sposato una ricca ereditiera, le sue spese stravaganti lo fecero dichiarare ufficialmente fallito il 25 luglio 1656. Tutte le sue proprietà furono prese e vendute all'asta. Non avendo imparato la lezione, Rembrandt continuò le sue spese irragionevoli.
Vent'anni dopo la morte della moglie vendette la pietra sepolcrale che rivestiva la sua tomba per ricavare un po' di denaro.”
PAROLA DI DIO: Is 25,6-10a; Sal 22; Fil 4,12-14.19-20; Mt 22,1-14
Vangelo Mt 22,1-14 (Forma breve Mt 22,1-10)
Dal vangelo secondo Matteo
[In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.] Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti». Parola del Signore
"IL REGNO DEI CIELI È SIMILE AD UN RE CHE FECE UN BANCHETTO DI NOZZE PER SUO FIGLIO"
La prima cosa che ci sorprende: quando Gesù parla del Regno lo presenta come un banchetto di nozze, cioè un momento di festa e di gioia. Noi ci saremmo aspettati magari un regno dove Dio è giudice, siede in tribunale, fa i conti in base a leggi predeterminate, procede a un rigoroso controllo dei documenti. Invece abbiamo una festa a cui siamo invitati. Ma c'è un rischio: qualcuno pur essendo invitato non accoglie questo dono, ha altro da fare, si perde la festa e questo succede quando si ripone la propria gioia nelle cose. Proviamo a chiederci con sincerità se noi accettiamo o meno questo invito . Sono più preoccupato delle cose che oggi ci sono, domani passano e ci lasciano solo delle preoccupazioni o se davvero approfittiamo della fiducia che Dio ripone in noi?
Come apprezzo i doni di Dio. la mia vita, la salute, il prossimo, gli affetti, i sacramenti ?
Ad esempio, davanti all'invito che tanto spesso il Signore mi fa per la sua Eucaristia, come rispondo ? È per me una festa o una noia?
Ci vado volentieri o accampo facili scuse?
E, se partecipo all'Eucaristia come la vivo poi?
LUNEDI’ 16 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Edvige; S. Margherita M. Alacoque
Una scheggia di preghiera:
TU, GESU', SEI IL FIGLIO DI DIO: MI FIDO DI TE.
HANNO DETTO: Le anime superiori conoscono sempre e comunque il dubbio. A dominare il mondo, però, sono i mediocri e la loro convinzione inflessibile di essere nel giusto. (Vasilij Grossman)
SAGGEZZA POPOLARE: È cieco chi guarda solo con gli occhi. (prov. Saharawi)
UN ANEDDOTO: “Quando il celebre musicista Haydn era bambino, l'organista della cattedrale di Vienna lo chiamò a cantare nel coro, dandogli anche alloggio in casa sua perché orfano. Quando il ragazzo divenne adolescente, e sopravvenne la caratteristica muta della voce dovuta all'età, allora l'organista lo licenziò nel modo più crudele. Prendendo come scusa una leggera marachella del ragazzo, lo cacciò di casa in una fredda giornata di novembre, alle sette di sera, lasciandolo con un vestito leggero e senza un solo centesimo in tasca. Affrontando i rischi della strada a quell'ora, e senza nessun mezzo dove poter trovare riparo, si stese su una panchina di pietra dove passò la notte. Un suo amico povero, musicista di mestiere, che si chiamava Spengler, la mattina seguente lo trovò e, benché vivesse insieme a sua moglie in un monolocale, offrì al povero orfano un angolo della sua mansarda, uno sgabello alla sua mensa, un misero letto e una sedia. Passarono solo pochi anni e Spengler ebbe molto di cui rallegrarsi per il proprio atto di generosità. Infatti, Haydn, elevatosi grazie al suo dono musicale, poté ricompensarlo mettendolo come tenore principale nella cappella del principe Sterhazy.”
PAROLA DI DIO: Rm 1,1-7; Sal 97; Lc 11,29-32
Vangelo Lc 11,29-32
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona». Parola del Signore
“QUESTA GENERAZIONE È UNA GENERAZIONE MALVAGIA; ESSA CERCA UN SEGNO, MA NON LE SARA’ DATO NESSUN SEGNO FUORCHE’ IL SEGNO DI GIONA”.
C’è molta gente intorno a Gesù. Qual è il motivo di queste folle che lo attorniano?
La vera ragione è soprattutto il desiderio del meraviglioso. Sono in attesa di qualcosa di grandioso, di straordinario, sperano che Gesù faccia qualche miracolo. Ma Gesù rifiuta di fare questi ‘segni’ che gli vengono domandati e qualifica coloro che fanno questa richiesta come ‘malvagi’. I giudei esigono un grande segno per convertirsi e credere a Lui; forse quelli che Gesù aveva fatto davanti a loro non erano sufficienti. Non c’è mai basta di spettacolarità!
E questo dimostra ancora una volta che la fede non dipende dai miracoli, ma viceversa. È certo che i miracoli di Dio invitano a credere, ma non danno automaticamente la fede. Questa non è la conclusione inevitabile di un ragionamento, e nemmeno un’evidenza; senza che per questo smetta di essere “ragionevole”, credere è fidarsi di Dio. Alcuni si chiedono perché Dio non dà agli atei dei segni schiaccianti, perché non scrive in cielo il suo nome con tanta chiarezza da rendere impossibile rifiutarsi di credere. Non lo fa per la stessa ragione per cui Cristo non volle offrire portenti, né in questa occasione, né al tentatore nel deserto, né ai suoi nemici quando moriva sulla croce. Questi richiami pubblicitari non servirebbero a niente, al massimo a suscitare un consenso forzoso, cioè una falsa fede.
MARTEDI’ 17 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Ignazio di Antiochia
Una scheggia di preghiera:
GESU', FIDARSI È ABBANDONARSI TOTALMENTE ALLA TUA VOLONTA' ANCHE QUANDO NON CAPIAMO.
HANNO DETTO: Non si è mai troppo poveri per donare una carezza. (Romano Battaglia)
SAGGEZZA POPOLARE: L’uomo sapiente è capace di adattarsi alle sorprese della vita come l’acqua che si modella all’otre in cui è versata. (prov. cinese)
UN ANEDDOTO: Una volta i buoi decisero di uccidere i macellai, poiché esercitano un mestiere molto ostile a loro. Si riunirono e affilarono le loro corna per l’imminente battaglia. Tra di loro c’era un bue anziano, che aveva arato una grande quantità di terra nella sua vita. Questo bue disse agli altri: «I macellai ci tagliano con mani esperte e ci uccidono senza tormento inutile; invece, caduti nelle mani di uomini inesperti, moriremo due volte. Certo ci sarà sempre qualcuno in grado di macellarci, anche se ci liberiamo dei macellai!». [Chi è desideroso di fuggire un pericolo imminente, deve fare attenzione a non finire in una situazione peggiore]. (Babrio)
PAROLA DI DIO: Rm 1,16-25; Sal 18; Lc 11,37-41
Vangelo Lc 11,37-41
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro». Parola del Signore
“IL FARISEO VIDE E SI MERAVIGLIO’ CHE GESU’ NON AVESSE FATTO LE ABLUZIONI PRIMA DEL PRANZO”.
Gesù, sembra addirittura irreligioso e maleducato: è ospite in casa di un ricco e “puro” fariseo e non si lava neanche le mani prima di mettersi a tavola (gesto che implicava una non osservanza di una norma dell’Antico Testamento). Ma lo fa apposta per farci capire una cosa: è più puro, giusto, religioso uno che si lava le mani prima del pranzo o uno che è puro, giusto, religioso nel profondo del suo cuore e della sua vita?
Le cose non sempre sono ciò che sembrano. Questo piccolo raccontino può aiutarci nella nostra meditazione. Due angeli viaggiatori si fermarono per la notte nella casa di una famiglia molto facoltosa. La famiglia era rude e non consentì loro di fermarsi nella stanza degli ospiti della villa. Invece venne dato loro un piccolo spazio nella cantina fredda della casa. Mentre sistemavano i letti sul pavimento, l’Angelo più anziano vide una fessura nel muro e la sistemò. Quando l’Angelo più giovane chiese il perché, quello più anziano rispose, "Le cose non sempre sono ciò che sembrano” La notte successiva, gli angeli andarono a riposare nella casa di una coppia molto povera, ma l’uomo e sua moglie erano molto ospitali. Dopo aver condiviso il poco cibo che la famiglia possedeva, la coppia permise agli Angeli di dormire nel loro letto dove avrebbero potuto avere una buona notte di riposo. Quando si svegliarono il giorno successivo, gli Angeli trovarono in lacrime il signore e sua moglie. L’unica mucca che possedevano, il cui latte era la loro unica entrata di soldi, giaceva morta nel campo. L’Angelo più giovane era furibondo e chiese all’Angelo più anziano, “come hai potuto permettere che accedesse?
Il primo uomo aveva tutto e tu l’hai aiutato; la seconda famiglia aveva poche cose, ma era disposta a condividerle, e tu hai permesso che la loro mucca morisse”. “Le cose non sempre sono ciò che sembrano” ripose l’Angelo più anziano. "Quando eravamo nella cantina di quella villa, ho notato che c’era dell’oro nascosto in quel buco del muro. Dato che il proprietario era ossessionato dai soldi, ho chiuso il buco così da non permettere più loro di trovare l’oro." "Questa notte, mentre dormivamo nel letto della famiglia povera, l’angelo della morte venne in cerca della moglie del contadino e io gli ho dato la mucca. Le cose non sempre sono ciò che sembrano”
MERCOLEDI’ 18 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Luca evangelista; S. Pietro d’Alcantara; S. Amabile
Una scheggia di preghiera:
BENEDICI, O SIGNORE, L'OPERA DI TUTTI I MISSIONARI E TESTIMONI DEL VANGELO.
HANNO DETTO: Tutti una volta nella vita cadiamo, chi non lo fa mai è perché striscia. (Michela Strega)
SAGGEZZA POPOLARE: Essere ben vestiti in giorno di festa non significa essere ricchi. (prov. del Kenya)
UN ANEDDOTO: ...I veri appassionati sono pochi... Quando il re visitò i monasteri del grande maestro zen Lin Chi, fu assai sorpreso di scoprire che con lui vivevano oltre diecimila monaci. Desideroso di conoscere il numero esatto dei monaci, il re domandò: «Quanti discepoli avete?» Lin Chi rispose: «Quattro o cinque al massimo».
PAROLA DI DIO: 2Tm 4,10-17b; Sal 144; Lc 10,1-9
Vangelo Lc 10,1-9
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”». Parola del Signore
“IL SIGNORE DESIGNO’ ALTRI SETTANTADUE DISCEPOLI E LI INVIO’”.
La festa di San Luca e il brano di Vangelo che abbiamo letto ci invitano a pensare al dovere cristiano di essere testimoni e missionari del Vangelo. Luca lo fu in quanto non solo scrisse il Vangelo che noi leggiamo ma lo testimoniò con San Paolo in lunghi viaggi missionari. Gesù chiama e manda. Dio ha bisogno di uomini non per sé, non per il suo onore (che nessuno può togliergli e nemmeno mettere in pericolo), ha bisogno di noi per gli altri, ha bisogno di noi per noi, per darci la gioia di poter assomigliare a Lui, che è altruista all’infinito. Un cristiano che non sente bollire nell’anima la voglia di gridare il Vangelo, che non sente il dovere di parlare di Dio, che non sente l’urgenza di impegnarsi nell’apostolato non è un cristiano. Se sei cristiano, sei apostolo. Ma, nel vangelo di oggi, quello che colpisce ancora di più è il modo della missione. Non si tratta di andare con tanti mezzi ad imporre, si tratta di proporre con amore. Ecco le parole fortissime di Gesù: “Vi mando indifesi in un mondo violento”. Noi ci aspetteremmo: “Armatevi almeno del bastone per difendervi”, invece Cristo dice il contrario: “Vincerete se sarete agnelli, se sarete miti, se sarete poveri e distaccati perché convinti e attratti da un’altra ricchezza”. Così deve essere la vera comunità cristiana. Il mondo ci fa paura quando lo combattiamo con i suoi stessi mezzi: violenza con violenza, orgoglio con orgoglio, torto con torto, dispetto con dispetto, cattiveria con cattiveria. Ma il mondo non fa più paura quando si combatte con i mezzi di Dio: mansuetudine, pazienza, perdono, generosità, preghiera. D’altra parte, guardiamo a Gesù stesso: Lui chiede a noi di essere agnelli perché Lui il mondo l’ha vinto salvandolo come ‘agnello innocente, condotto al macello’. Finché la Chiesa e noi cristiani pensiamo di vincere il mondo combattendolo, facendoci lupi anche noi, perderemo perché ci mancherà l’aiuto e la forza del Signore che è il Buon Pastore delle pecore e non dei lupi.
GIOVEDI’ 19 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: Ss. Giovanni de B. e Isacco J. e c.; S. Paolo della Croce
Una scheggia di preghiera:
PERDONACI SIGNORE L'ORGOGLIO CHE CI IMPEDISCE DI VEDERE NEGLI ALTRI DEI FRATELLI.
HANNO DETTO: Sai vivere quando pur vivendo in questo mondo complicato, resti semplice. Pur vivendo in questo mondo ingiusto resti giusto. Pur vivendo in questo mondo di disonesti resti onesto. Ma soprattutto sai vivere quando in questo mondo senza amore riesci ancora ad amare. (Charlie Chaplin)
SAGGEZZA POPOLARE: Qualunque cosa soddisfi fame è buon cibo. (prov. cinese)
UN ANEDDOTO: Una coppia in viaggio di nozze stava per andare a letto, quando nella loro camera d'albergo entrò un rapinatore. Questi tracciò con il gesso un cerchio sul pavimento, chiamò con un cenno il marito e gli disse: «Entra nel cerchio e non muoverti di lì. Al primo passo che fai, ti faccio saltare il cervello». Mentre l'uomo restava lì impalato, il ladro fece man bassa di tutto quello che trovava, cacciò il bottino in un sacco e, quando stava per andarsene, vide la bella sposina coperta dal solo lenzuolo. La fece venire accanto a sé, accese la radio, la costrinse a ballare con lui, l'abbracciò, la baciò e l'avrebbe violentata se lei non si fosse difesa strenuamente. Quando finalmente il rapinatore si fu allontanato, la donna si avventò contro il marito urlando: «Che razza di uomo sei, te ne sei restato tutto il tempo in quel cerchio senza muovere un dito, mentre quello stava per violentarmi!» «Non è vero che non ho fatto niente per aiutarti», protestò l'uomo. «Ah sì, e che cosa hai fatto?» «L'ho sfidato. Ogni volta che mi voltava le spalle, io mettevo un piede fuori del cerchio!» L'unico pericolo che siamo disposti ad affrontare è quello che possiamo superare da lontano.
PAROLA DI DIO: Rm 3,21-30a; Sal 129; Lc 11,47-54
Vangelo Lc 11,47-54
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito». Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca. Parola del Signore
“GUAI A VOI, DOTTORI DELLA LEGGE, CHE AVETE PORTATO VIA LA CHIAVE DELLA CONOSCENZA; VOI NON SIETE ENTRATI, E A QUELLI CHE VOLEVANO ENTRARE VOI L’AVETE IMPEDITO”.
Il Vangelo ci presenta anche oggi degli altri “Guai!”. Proviamo a tradurli pensando concretamente se Gesù non voglia rimproverare un po’ anche noi per invitarci alla conversione. “Guai a voi che pensate di vivere nella migliore delle società e ve la prendete con il passato vedendo in esso solo errori e colpe che giustificano certi vostri atteggiamenti odierni. Guai chi pensa che la colpa sia sempre degli altri e non si accorge che enumerando le colpe altrui dice le proprie. Guai a te per tutte le volte che non hai saputo cogliere il bene che ti era testimoniato, guai a te che, facendoti forte della tua cultura, hai fatto tacere chi con umiltà manifestava il Vangelo. Guai a te che hai le mani sporche di denaro e ti dici per la povertà evangelica, guai a te che hai costruito i tuoi averi non “con le tue mani” ma con il sudore e le lacrime di tanti, guai a te che approfitti della religione e del religioso per farti i tuoi affari. Guai a te quando pensi di sapere tutto, di avere una risposta a tutti gli interrogativi della vita e imponi agli altri te stesso impedendo loro di arrivare dove Dio voleva portarli, ti sei messo al posto di Dio e non sai trovare la strada per te e la impedisci ai fratelli”. E i “Guai!” potrebbero continuare a lungo e nessuno di noi può dire che in qualche modo queste parole non li riguardino. Davanti a questo si aprono due strade: quella di far finta di niente dicendo: “In fondo ce ne sono tanti peggio di me” oppure quella del riconoscere con verità le nostre povertà e mancanze per cercare, con l’aiuto di Dio, di ripartire ancora una volta.
VENERDI’ 20 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Cornelio; S. Adelina; S. Maria Bertilla Boscardin
Una scheggia di preghiera:
NON C'E' PIU' PAURA SE TU, SIGNORE RISORTO, SEI CON NOI.
HANNO DETTO: Se non si sa da che parte iniziare s’incominci da una carezza. (Paolo Crepet)
SAGGEZZA POPOLARE: I difetti sonnecchiano, ma non muoiono. (detto del Burundi)
UN ANEDDOTO: Quando il dottor Robert Oppenheimer, che diresse la creazione della prima bomba atomica, comparve davanti ad una commissione del Congresso americano, gli fu chiesto se non c'era nessuna difesa contro quell'arma. “Certo”, rispose fiducioso l'insigne fisico. “E cioè?” Il dottor Oppenheimer guardò gli ascoltatori che tacevano ansiosi, poi sussurrò al microfono: “La pace”.
PAROLA DI DIO: Rm 4,1-8; Sal 31; Lc 12,1-7
Vangelo Lc 12,1-7
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze. Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna. Sì, ve lo dico, temete costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure, nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!». Parola del Signore
“NON ABBIATE PAURA”.
La paura, sia essa del futuro, sia di Dio, è la cattiva compagna dell’uomo. L’unica paura che salva è il giusto timor di Dio che ci fa riconoscere con verità la nostra condizione di creature. Gesù non ci dice che saremo immuni dalle persecuzioni e dalle prove, ci invita però a superarne la paura con la confidenza nel Padre. Proprio la vittoria sulla paura, sulla vergogna e sul rispetto umano è la linea divisoria tra il vero discepolo di Gesù e chi è solo cristiano occasionale, quando le cose gli vanno bene. Ma la paura può essere vinta solo con l’amore. Ed è questa la risposta all’affetto che Dio ha per noi. Anche se siamo deboli, la mano possente del Signore ci sosterrà nelle sue vie.
SABATO 21 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: Ss. Orsola e c.; S. Malco
Una scheggia di preghiera:
DIO DI OGNI MISERICORDIA, ABBI PIETA' DI ME PECCATORE.
HANNO DETTO: La corte e le orecchie dei principi sono aperte a poche persone privilegiate, ma la corte e le orecchie di Dio stanno spalancate per chiunque voglia avervi accesso. (San Giovanni Crisostomo)
SAGGEZZA POPOLARE: Il bufalo non si vanta della sua forza davanti all’elefante. (prov. del Gabon)
UN ANEDDOTO: Un cacciatore era sulle tracce di un leone; allora chiese a un taglialegna se avesse visto il percorso dell’animale e dove avesse la tana. «Ti mostrerò – disse l’altro – addirittura il leone stesso». Impallidito per la paura, battendo i denti, il cacciatore disse: «Ma io cerco solo la pista, non il leone». La favola punta l’indice contro quelli che sono coraggiosi e vigliacchi, ossia quelli che mostrano audacia a parole ma non nei fatti. (Esopo)
PAROLA DI DIO: Rm 4,13.16-18; Sal 104; Lc 12,8-12
Vangelo Lc 12,8-12
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato, ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato. Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire». Parola del Signore
“MA A CHI BESTEMMIERA’ LO SPIRITO SANTO NON SARA’ PERDONATO”.
Quando sentiamo la parola bestemmia ci vengono subito in mente certe parole rivolte contro Dio, contro la Madonna che, purtroppo, sentiamo sempre più in bocca a tante persone che il più delle volte non sanno neppur cosa dicono. Ma, se ci pensiamo un momento, si può bestemmiare Dio in tanti altri modi oltre che con le parole; ad esempio, sentendoci noi unici padroni del creato e manipolandolo a nostro piacimento pur di far soldi, sentendoci noi padroni della vita, capaci di decidere chi deve nascere o meno o scegliendo chi deve vivere e chi deve morire. Ma qui Gesù parla di una “bestemmia contro lo Spirito Santo”. Quale sarà?
Si bestemmia contro lo Spirito Santo quando il nostro atteggiamento di vita esclude a Dio e al suo Spirito ogni possibilità di agire in noi e attorno a noi, quando in pratica ci si organizza esclusivamente da soli senza lasciare spazio a Dio, quando si esclude la speranza per noi e per il prossimo. Ma, mi chiedo: perché è imperdonabile?
C’è davvero qualcosa di imperdonabile per Dio?
È imperdonabile perché l’uomo si mette nella situazione di non accettare il perdono. È molto pericoloso attribuirsi la buona fede, credere di essere giusti, presumere di aver ragione, non essere disposti a cambiare, scambiare la verità con la certezza. Tutto ciò riguarda questo peccato di resistenza allo Spirito, che è l’amore di Dio che dona e perdona. La bestemmia imperdonabile è non riconoscere che Dio, in Gesù, è grazia e perdono, cercando di vivere della propria giustizia e delle proprie giustificazioni.
DOMENICA 22 OTTOBRE: 29^ DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)
Tra i santi ricordati oggi: S. Abercio; S. Donato Scoto; S. Giovanni Paolo II
Una scheggia di preghiera:
MIO DIO, SEI PROPRIO AL PRIMO POSTO NELLA MIA VITA?
HANNO DETTO: Non ricevere Gesù Cristo per servirtene secondo il tuo intendimento, ma piuttosto donati a Lui, tuo Dio e salvatore, e fatti ricevere da Lui, perché sia Lui a fare di te e in te tutto ciò che vuole. (San Gaetano)
SAGGEZZA POPOLARE: Il rimedio del freddo è il fuoco, quello della tristezza è la bontà. (prov. della Dominica)
UN ANEDDOTO: In una lettera, il Petrarca riporta un dialogo che egli, non senza timore, sostiene con un pazzo, il quale s'era accostato a lui, quasi per intervistarlo, mentre assisteva ad una parata militare presso il castello angioino di Napoli. I soldati variopinti e tronfi sfilavano armati fino ai denti. “Perché marciano così disciplinati?” “Per allenarsi alla guerra”. “E perché fanno la guerra? “Per vincere”. “E dopo la vittoria che cosa si farà?” “La pace”. “E la pace non la possono dare prima di combattere?” Il poeta trova che quel pazzo era più saggio di molti politici.
PAROLA DI DIO: Is 45,1.4-6; Sal 95; 1Ts 1,1-5b; Mt 22,15-21
Vangelo Mt 22,15-21
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio». Parola del Signore
“RENDETE A CESARE QUELLO CHE È DI CESARE E A DIO QUELLO CHE È DI DIO”. Li avrai incontrati anche tu nella tua vita quei cristiani o quei preti che, pieni di zelo e pieni di ‘spiritualità’, vorrebbero che già sulla terra si realizzasse in pieno il Regno e allora aborriscono tutto ciò che è concretezza, rapporto con il mondo, con la società. Ho sentito, quest’estate, un prete che, durante l’omelia affermava: “Dopo che vi ho spiegato l’impegno sociale della Chiesa, il mio compito è finito. Adesso tocca a voi!”. Quasi come se Gesù avesse detto: “Io vi spiego che dovete pagare le tasse, poi io non le pago, pagatele voi!”
Gesù in questo racconto del Vangelo è estremamente concreto. Sa chi ha davanti, sa che, nonostante i salamelecchi, la domanda è capziosa. Sa anche che la domanda che gli hanno posto parte da una serie di problemi concreti. E allora, se è di una ironia sferzante nei confronti di chi subdolamente cerca di fargli dire qualcosa che lo possa far condannare, d’altra parte ci dà delle indicazioni concretissime sul modo di considerare la realtà in cui viviamo. La realtà, le cose, la politica hanno un loro significato. Il cristiano non è uno che vive disincarnato, anzi, seguendo l’esempio di Gesù, deve incarnarsi continuamente nella sua realtà, anzi, deve vivificare, dare senso alla realtà in cui si incarna. Come può fare questo?
Dando prima di tutto a Dio ciò che è di Dio, cioè mettendo Dio al centro del suo cuore. Se farà così avrà la Sapienza di Dio che lo renderà capace di dare al mondo non le ‘tasse da pagare’ ma il senso del vivere.
LUNEDI’ 23 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni da Capestrano; S. Severino Boezio
Una scheggia di preghiera:
TUTTO È NELLE TUE MANI, DIO, PROVVIDENZA DI OGNI UOMO.
HANNO DETTO: Se ci vedono frequentare la Chiesa fuori orario e soli, anche i maligni non potranno fare a meno di pensare e credere che noi abbiamo fede, che sappiamo chi abita in quel luogo. (San Giuseppe Cafasso)
SAGGEZZA POPOLARE: Il sogno non ha testimoni. (prov. di Cuba)
UN ANEDDOTO: Durante un conclave, un cardinale anziano si avvicinò al cardinal Wojtyła per rimproverarlo di una certa condotta: “Eminenza, ho sentito dire che lei va a sciare, scala montagne, va in bicicletta. Non credo si adatti a un principe della Chiesa”. Il futuro papa risposte: “Ma sa che in Polonia il 50% dei cardinali si dedica a queste attività?” La risposta fu molto intelligente, calcolando che in Polonia all’epoca c’erano solo due cardinali.
PAROLA DI DIO: Rm 4,20-25; Cant. Lc 1,68-75; Lc 12,13-21
Vangelo Lc 12,13-21
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e divertiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio». Parola del Signore
“STOLTO, QUESTA NOTTE STESSA TI SARA’ RICHIESTA LA TUA VITA”
La parabola dell’uomo ricco che accumula pensando che i suoi beni gli diano sicurezza è veramente una parabola che ogni giorno possiamo vedere realizzata nella nostra o nell’altrui vita. Vi invito a rileggerla con calma, tenendo presenti alcune osservazioni che, dato lo spazio, concentro al massimo.
1)Gesù racconta questa parabola dopo che un uomo gli aveva chiesto di fare da giudice per una eredità.
Noi vorremmo che Dio garantisse i nostri affari e i nostri interessi: Gesù e la sua morale ci insegnano a condividere, non ad accumulare.
2)Il ricco è solo. Non ha un nome, non una famiglia, non ha un prossimo, non ha Dio. Le uniche cose con cui ha un rapporto sono i suoi beni, anzi sembra essere diventato una sola cosa con essi. Diventa terra, diventa grano, diventa granaio, ma non è più uomo. Una vita dove non ci sia più un “tu”, non è più vita.
3)”Chiunque compra un campo e lo recinge, si priva del resto della natura, si impoverisce di tutto il resto”. (Ernesto Cardenal)
4)”Basta dire: “Possiedo questo orologio, è mio!”, e richiudere la mano su di esso per avere un orologio ed aver perduto una mano”. (A. Bloom)
5)”Sono affamato di tutto il pane che mangio da solo, povero di tutti i beni che tengo con me”. (Gustave Thibon)
6)Oggi, molti dicono: “Quel ricco è un previdente” e insieme agli stipulatori di assicurazioni corrono a farsi polizze per assicurarsi la vecchiaia. Gesù, invece, lo chiama “Stolto!”
Perché ha pensato alle cose e non a sé stesso, perché non ha saputo usare i doni ricevuti, perché ha confuso la vita con le cose, perché crede che il possesso possa dare gioia, perché ha perso il prossimo, Dio, e anche sé stesso. È uno tutt’altro che previdente: non è riuscito a pensare al “dopo”, si è lasciato imprigionare nel suo piccolo orizzonte terrestre.
7)La sicurezza non è data da ciò che uno ha accumulato, ma dai valori su cui uno ha impostato la propria esistenza.
8)E per finire due provocazioni: “I paesi di forte densità cristiana detengono una ricchezza enorme, a fianco di paesi non cristiani, privi di mezzi materiali. La risposta che verrà data a questo immenso problema potrebbe determinare l’avvenire del cristianesimo.” (Roger Schutz, priore di Taizet)
“L’ateismo, con il suo odio contro Dio può essere più vicino alla fede che non l’indifferenza del mondo occidentale, che non è né caldo né freddo e che quindi verrà vomitato dalla bocca di Dio”. (Fulton Shenn)
MARTEDI’ 24 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Antonio M. Claret; S. Luigi Guanella; S. Proclo
Una scheggia di preghiera:
VENGA IL TUO REGNO.
HANNO DETTO: Per ricevere a due mani dalla provvidenza, bisogna dare a quattro mani ai poveri. (Don Guanella)
SAGGEZZA POPOLARE: Assicurati che la candela sia accesa, prima di spegnere il fiammifero. (prov. delle Antille)
UN ANEDDOTO: Su una bottega di fabbro a Mauren si legge:” Se ad ogni bocca dovesse venire applicata una serratura, a questo mondo la nobile arte del fabbro sarebbe la migliore”.
PAROLA DI DIO: Rm 5,12.15b.17-19.20b-21; Sal 39; Lc 12,35-38
Vangelo Lc 12,35-38
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!». Parola del Signore
“SIATE PRONTI, CON LE VESTI STRETTE AI FIANCHI E LE LUCERNE ACCESE”
La vigilanza è l’atteggiamento proprio dell’amore che veglia; è la lampada che, attraverso le tendine di una finestra, si vede accesa a tarda notte in attesa del ritorno del marito o del figlio. L’amore mantiene il cuore in guardia, sia quello dell’innamorato che vive pensando alla persona amata, sia quello della madre che veglia il sonno e la salute del figlio malato. Così sono anche la fede e l’amore cristiano: non dormono mai, ma spiano sempre con desiderio il futuro, in attesa del Signore che può arrivare in qualunque momento. L’attesa dell’aldilà non costituisce per il cristiano un ossessione che genera ansia. Di fatto, noi aspettiamo Colui che già possediamo con la fede, che è fondamento della nostra speranza. L’attesa è dunque, come dice Gesù, l’attesa dello Sposo per entrare al banchetto delle sue nozze.
MERCOLEDI’ 25 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Miniato; S. Gaudenzio; S. Frontone
Una scheggia di preghiera:
TUTTO CIO' CHE ABBIAMO È DONO TUO: GRAZIE, SIGNORE.
HANNO DETTO: Chi vuole che gli sia concesso un dono, apra la sua mano agli altri. È un cattivo richiedente colui che nega agli altri quello che domanda per sé. (San Pietro Cristologo)
SAGGEZZA POPOLARE: Il tempo è come un uccello; se non lo prendete, vola via. (prov. del Ghana)
UN ANEDDOTO: Un cane pieno di vigore, che aveva sempre soddisfatto il suo padrone contro tutti i veloci animali selvatici, cominciò a indebolirsi sotto il peso degli anni. Una volta, spinto a combattere contro un irsuto cinghiale, gli azzannò un orecchio, ma a causa dei denti cariati dovette lasciare la preda. Allora, il cacciatore, contrariato, rimproverò il suo cane. Il vecchio cane gli rispose, latrando: «Non ti ha abbandonato il mio coraggio, ma le mie forze. Devi elogiare ciò che sono stato, se ora critichi ciò che sono». (Esopo)
PAROLA DI DIO: Rm 6,12-18; Sal 123; Lc 12,39-48
Vangelo Lc 12,39-48
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più». Parola del Signore
“A CHIUNQUE FU DATO MOLTO, MOLTO SARA’ CHIESTO E A CHI FU AFFIDATO MOLTO SARA’ RICHIESTO MOLTO DI PIU’ ”.
Non credo sia il caso di fare delle graduatorie per stabilire chi ha ricevuto di più. Tutto quello che abbiamo è dono gratuito. La vita, l’intelligenza, le capacità affettive. Quanto è assurdo sentire qualcuno che dice: “Mi sono fatto da solo”. Ma quello che abbiamo ricevuto ci è dato per un fine. Affinché possa portare frutto in noi, e per gli altri. Se Dio ti ha affidato una famiglia, un figlio, un lavoro responsabile, se Dio ti ha affidato la fede, i sacramenti, la comunità cui partecipi è perché da te si aspetta quella risposta ed Egli sa che tu puoi darla. Se ti tiri indietro tutto il mondo sarà più povero e Dio deluso dell’essersi fidato di te.
GIOVEDI’ 26 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: Ss. Luciano e Marciano
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, DONACI L'ENTUSIASMO DELLA FEDE.
HANNO DETTO: Quando dico "Ave Maria" i cieli sorridono, gli Angeli esultano, i demoni tremano e si danno alla fuga. (San Francesco d'Assisi)
SAGGEZZA POPOLARE: La guerra non ha occhi. (prov. del Congo)
UN ANEDDOTO: A proposito di “Parole”: Le parole sono come gli occhiali: se non chiariscono offuscano. Quando gli uomini non posson cambiare le cose, cambiano le parole. Non mi importa che mia moglie abbia l'ultima parola; anzi, sono contento quando la dice.
PAROLA DI DIO: Rm 6,19-23; Sal 1; Lc 12,49-53
Vangelo Lc 12,49-53
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera». Parola del Signore
“SONO VENUTO A GETTARE IL FUOCO SULLA TERRA”
Molti, contrari alla religione, hanno pensato che Gesù sia venuto a portare agli uomini una religione che “tenga buoni” davanti ai grandi problemi della società. E anche molti cristiani pensano che la fede sia una specie di pillola—placebo. Invece Gesù si presenta come “fuoco”. Ora il fuoco brucia, illumina, riscalda. Gesù non annacqua le passioni, non risolve i problemi appiattendoli o ignorandoli, non ci scarica dalle nostre responsabilità. La luce di Gesù illumina un cammino difficile. Non ci spiega tutto ma ci invita a seguirlo. La luce di Gesù non va nascosta dietro spesse lenti affumicate. È Lui stesso che ci fa vedere il bene e il male. È Lui che illumina un cammino difficile, ci invita a seguirlo, a rischiare. Gesù poi ci scalda il cuore: non solo non è geloso dei nostri affetti, delle nostre gioie, ma viene ad indirizzarle, a rinnovare i sentimenti, a dare il gusto giusto alla vita. Se noi cristiani avessimo un po’ di questo fuoco nel cuore!
Se la smettessimo di lasciarci ‘spegnere’ da chi, in nome del potere e della tranquillità (sua) continua a dirci che le iniziative sono proprie della gerarchia, che la nostra fede è obbedienza a testa china, che la nostra preghiera è solo quella organizzata da altri, che in chiesa bisogna solo star zitti. Se davvero ci lasciassimo incendiare e correndo accendessimo un po’ di fuoco attorno a noi, bruciacchiando qualche falsa barba di perbenista, il mondo scoprirebbe che il Vangelo è ancora una novità. E se tutto questo può costare avversione, ricordiamoci di Lui che per donarci tutto questo non ha esitato ad accettare la croce.
VENERDI’ 27 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Evaristo; S. Gandioso
Una scheggia di preghiera:
LA TUA PAROLA, SIGNORE, ILLUMINI LE NOSTRE SCELTE.
HANNO DETTO:
Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai
fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia
finita per davvero.
Ma su un punto non c’è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo
stesso che vi è entrato. (Haruki Murakami)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi è sempre immerso nella tristezza, neanche se ubriaco si diverte. (prov. della Colombia)
UN ANEDDOTO: Domandarono a Diogene quale fosse l'ora più opportuna per i pasti. Il filosofo sentenziò: “Se sei ricco mangi quando vuoi; se si povero mangi quando puoi”
PAROLA DI DIO: Rm 7,18-25a; Sal 118; Lc 12,54-59
Vangelo Lc 12,54-59
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù diceva alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto? Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo». Parola del Signore
“COME MAI QUESTO TEMPO NON SAPETE VALUTARLO? E PERCHÉ NON GIUDICATE DA VOI STESSI CIÒ CHE È GIUSTO?
Sembra che una buona parte di nostri contemporanei abbia ampiamente superato questo insegnamento di Gesù. A sentire certi politici, certi giornalisti e anche tante persone comuni sembrerebbe che non solo si giudichi il nostro tempo, ma si abbia un giudizio tranciante e netto su ogni cosa. Quanto poi al giudicare da noi stessi su ciò che è giusto, oggi impera la morale del “fai da te”: ognuno dice buono e giusto quello che gli interessa!
Gesù ci invita a leggere i segni dei tempi con gli occhi di Dio e non secondo gli interessi umani, ci chiede di essere persone coerenti con il vero e con il giusto, ma come ci viene presentato dalla Parola di Dio.
SABATO 28 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: Ss. Simone E Giuda, apostoli; S. Ferruccio
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE NON SIAMO NOI CHE ABBIAMO SCELTO TE, MA TU CHE HAI SCELTO NOI.
HANNO DETTO: Quello che tu hai portato impresso nel cuore in vita, è impossibile che sta cancellato in morte. (Sant'Angela da Foligno)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi troppo si profuma, è perché qualcosa gli puzza. (prov. della Colombia)
UN ANEDDOTO: La consorte del maresciallo La Fertè, da vecchia, dopo una vita non eccessivamente edificante, cominciò a frequentare la chiesa. Aveva ascoltato una predica assai forte quando un’amica tutta compunta le disse: “Bisognerà pure che facciamo qualcosa per l'anima nostra”. La penitente improvvisata rispose devotamente così: “Sai che farò? Farò digiunare i miei servi”.
PAROLA DI DIO: Ef 2,19-22; Sal 18; Lc 6,12-19
Vangelo Lc 6,12-19
Dal vangelo secondo Luca
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti. Parola del Signore
“NE SCELSE DODICI A CUI DIEDE ANCHE IL NOME DI APOSTOLI”.
In un'unica festa celebriamo oggi due dei dodici apostoli. Leggiamo i loro nomi nell'elenco che l'Evangelista Luca riporta. Ciò è sufficiente per noi per ricordare che sono stati scelti da Cristo per condividere con Lui i tre anni della sua vita terrena per poi, fortificati dallo Spirito Santo, essere inviati nel mondo ad annunciare il suo Regno e ad essere testimoni della sua risurrezione. Non ci importa neppure di conoscere per filo e per segno l’opera missionaria di ciascuno, a noi serve piuttosto ricordare che sono stati chiamati da Gesù e che si sono lasciati guidare dallo Spirito Santo. Serve per attingere coraggio ricordare che uomini deboli ed insicuri come molti di noi, sono stati capaci di adempiere una missione che supera sicuramente le forze umane. Celebriamo perciò in loro la potenza di Dio, la sua indefettibile fedeltà, l'ulteriore conferma che Egli sceglie gli ultimi e i meno adatti secondo le umane valutazioni, per realizzare i suoi più arditi progetti. Non a caso proprio uno dei due, Giuda (da non confondere con l'Iscariota il traditore), chiede a Gesù: “Come accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?” È un interrogativo che ogni apostolo si pone, che potrebbe far proprio ogni cristiano. Serve a riconoscere ancora una volta l'assoluta gratuità dei doni divini e le misteriose vie che il Signore percorre nel fare le sue scelte. Possiamo dire soltanto che egli tutto opera con infinita sapienza e amore e ciò deve indurci alla migliore riconoscenza anche per la fede che è giunta a noi per mezzo degli Apostoli.
DOMENICA 29 OTTOBRE: 30^ DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)
Tra i santi ricordati oggi: S. Onorato di Vercelli; S. Gaetano Errico; S. Zenobio
Una scheggia di preghiera:
TI ADORO, MIO DIO, TI AMO CON TUTTO IL CUORE.
HANNO DETTO: Non posso temere lo sguardo di Colui che mi ha amato di sommo amore. (S. Bernardo)
SAGGEZZA POPOLARE: È breve il giorno per colui che vuole lavorare! (prov. del Perù)
UN ANEDDOTO: Durante un’assemblea degli animali, una scimmia si alzò e si mise a ballare. Poiché riscosse molto successo e suscitò l’attenzione di tutti gli animali, un cammello, invidioso, volle ottenere lo stesso consenso. Perciò si alzò e provò anche lui a ballare. Tuttavia, poiché assunse molti strani atteggiamenti, gli animali, irritati, lo cacciarono a bastonate. La favola è adatta a coloro che per l’invidia vogliono competere con chi è più dotato di loro. (Esopo)
PAROLA DI DIO: Es 22,20-26; Sal 17; 1Ts 1,5c-10; Mt 22,34-40
Vangelo Mt 22,34-40
Dal
vangelo secondo Matteo
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai
sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo
interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande
comandamento?». Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo
cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande
e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo
come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i
Profeti». Parola del Signore
“AMERAI IL SIGNORE DIO TUO CON TUTTO IL CUORE, CON TUTTA LA TUA ANIMA E CON TUTTA LA TUA MENTE”
Il dibattito su quale fosse il primo tra i tanti comandamenti delle Scritture era un tema classico che le scuole rabbiniche si ponevano al tempo di Gesù. Egli, considerato un maestro, non elude la domanda che gli viene posta in proposito: "Qual è il più grande comandamento della legge?" Egli risponde in maniera originale, unendo amore di Dio e amore del prossimo. I suoi discepoli non possono mai disgiungere questi due amori, come in un albero non si possono separare le radici dalla chioma: più amano Dio, più intensificano l’amore ai fratelli e alle sorelle; più amano i fratelli e le sorelle, più approfondiscono l’amore per Dio. Gesù sa, come nessun altro, chi è veramente il Dio che dobbiamo amare e sa come debba essere amato: è il Padre suo e Padre nostro, Dio suo e Dio nostro (cf Gv 20,17). È un Dio che ama ciascuno personalmente; ama me, ama te: è il mio Dio, il tuo Dio (“Amerai il Signore Dio tuo”). E noi possiamo amarlo perché ci ha amato per primo: l’amore che ci è comandato è, dunque, una risposta all’Amore. Possiamo rivolgerci a Lui con la stessa confidenza e fiducia che aveva Gesù quando lo chiamava Abbà, Padre. Anche noi, come Gesù, possiamo parlare spesso con Lui, esponendogli tutte le nostre necessità, i propositi, i progetti, ridicendogli il nostro amore esclusivo. Anche noi vogliamo attendere con impazienza che arrivi il momento per metterci in contatto profondo con Lui mediante la preghiera, che è dialogo, comunione, intenso rapporto d’amicizia. In quei momenti possiamo dare sfogo al nostro amore: adorarlo al di là del creato, glorificarlo presente ovunque nell’universo intero, lodarlo nel fondo del nostro cuore o vivo nei tabernacoli, pensarlo lì dove siamo, nella stanza, al lavoro, nell’ufficio, mentre ci troviamo con gli altri.
LUNEDI’ 30 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Marciano di Siracusa; S. Germano di Capua
Una scheggia di preghiera:
AIUTACI, SIGNORE AD ESSERE “SI' AL SI' E NO AL NO”.
HANNO DETTO: Un'oncia di pace vale più di una libbra di vittoria. (San Roberto Bellarmino)
SAGGEZZA POPOLARE: La precisione vale più della forza. (prov. della Guyana)
UN ANEDDOTO: Paolo VI un giorno chiamò il convento del Santo Spirito di Roma e rispose una suora che disse: “Salve, sono la Madre Superiora dello Spirito Santo”. Il papa rispose: “Mi dispiace, dovrà adattarsi all’umile Vicario di Cristo sulla terra”.
PAROLA DI DIO: Rm 8,12-17; Sal 67; Lc 13,10-17
Vangelo Lc 13,10-17
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio. Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli, dunque, venite a farvi guarire e non in giorno di sabato». Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?». Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute. Parola del Signore
“GESU’ REPLICO’: IPOCRITI!”
Non molto tempo fa una persona mi diceva: “Da tanto tempo sarei cristiano se fra quelli che pretendono di esserlo, non vi fossero tanti ipocriti”. Provai a fargli capire che era un argomento abbastanza fuori luogo il suo e gli dissi: “Tu nella vita imiti solo quello che ha valore! Hai mai sentito di un falsario che faccia banconote da 45 euro? Questi biglietti non si imitano perché non esistono nella realtà, al massimo il falsario farà il biglietto da 50.000 nella speranza che il pubblico lo confonda con quello vero. Se tanta gente si sforza in tutti i modi di sembrare cristiana, questo al massimo è prova che nel cristianesimo qualcosa di buono c’è”. Quello allora mi rispose: “D’accordo, ma non voglio far parte di una categoria di persone così diverse da quanto ci si aspetta da loro”. Anche qui provai a rispondergli: “Forse tu non sei più italiano a causa dei cattivi italiani? Se Gesù sembra avere pochi amici fedeli, questo è proprio il motivo per dichiararsi più apertamente per Lui, per raddoppiare l’impegno e la gioia nei suoi confronti”.
MARTEDI’ 31 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Quintino; S. Volfgango
Una scheggia di preghiera:
HA GUARDATO ALLA POVERTA' DELLA SUA SERVA ED HA FATTO COSE GRANDI IN ME.
HANNO DETTO: Non v'è da affaticarsi, per giungere a sentire la voce di Dio: piuttosto si dovrebbe durar fatica a chiudersi le orecchie per non sentirla, perché la voce stessa si offre, si introduce, non cessa mai di bussare alla porta di ognuno di noi. (San Bernardo)
SAGGEZZA POPOLARE: Non credere che, perché l’indio è povero, la torta che ti offre sia di erbacce! (proverbio della Colombia)
UN ANEDDOTO: Quando venne chiesto a un famoso fotografo americano di ritrarre le dieci donne più belle del mondo per una rivista internazionale, questi volle includere la grande attrice italiana Anna Magnani. E la Magnani che all’epoca non era né giovane né bella secondo i canoni estetici ortodossi, accettò di farsi ritrarre a patto che i negativi non venissero ritoccati. "Ma eliminerò solo un paio di rughe profonde", protestò lo stupito fotografo. "Non farà nulla di ciò - rispose la Magnani con fierezza, - me le sono meritate una ad una".
PAROLA DI DIO: Rm 8,18-25; Sal 125; Lc 13,18-21
Vangelo Lc 13,18-21
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami». E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Parola del Signore
“IL REGNO DI DIO I SIMILE AL LIEVITO CHE UNA DONNA HA PRESO E NASCOSTO IN TRE MISURE DI FARINA
Sovente mi son chiesto: ma come hanno fatto i santi ad operare cose così grandi?
Come hanno fatto il Cottolengo, don Bosco, madre Teresa di Calcutta, padre Maschio dell’india, a far nascere e crescere opere così grandiose?
Eppure, leggendo la loro vita, scopro che erano esseri mortali, deboli, poveri come lo sono io. Il segreto dei santi non sta in doti particolari, pur presenti. Non sta neppure nel particolare clima vissuto o nel dono di essere operatori di miracoli. Il loro segreto è semplice e alla portata di tutti: hanno preso un po’ di lievito (un po’ di Dio, del suo amore) e lo hanno nascosto nella farina (la loro povertà umana) e lo hanno lasciato lì finché tutta la pasta è stata fermentata.