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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

AGOSTO 2023

 

MARTEDI’ 1° AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Alfonso M. de’ Liguori; S. Pietro Favre

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', SII TU IL FRUTTO DELLA NOSTRA VITA.

 

HANNO DETTO: Fare bene il bene e senza rumore, perché il rumore non fa bene e il bene non fa rumore. (Giuseppe Allamano)

SAGGEZZA POPOLARE: La fantasia colora e la realtà sbiadisce.

UN ANEDDOTO: Nel 1797 Uno dei cinque Direttori che governavano allora la Francia, La Reveillere-Lepoux, aveva inventato una nuova religione per i buoni cittadini repubblicani che aveva chiamata teofilantropia. “Non ho che un'osservazione da farvi – gli disse Talleyrand – Gesù Cristo per fondare la sua è stato crocifisso ed è risuscitato: fate anche voi altrettanto.

PAROLA DI DIO: Es 33,7-11; 34,5-9.28; Sal 102; Mt 13,36-43

 

Vangelo Mt 13,36-43

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come, dunque, si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti». Parola del Signore

 

"COLUI CHE SEMINA IL BUON SEME È IL FIGLIO DELL'UOMO".

Gesù è il seminatore e la semente. Quanto sono sciocchi certi preti e certi 'uomini di chiesa' che, 'indaffarati a far niente', perdono tempo a studiare strategie per l'evangelizzazione quasi con lo stesso metodo con cui i militari 'giocano a far la guerra' (con quali risultati quando le bombe 'intelligenti' sono guidate da 'uomini sciocchi' che se fossero intelligenti davvero non chiamerebbero intelligenti oggetti che procurano la morte?) Gesù è il seme. È Lui il granello da seminare con abbondanza cercando di dire ciò che Lui ha detto e di fare ciò che Lui ha fatto. È Lui il frutto: un frutto maturo, cresciuto nel grembo della Vergine ma poi arrossato di sangue, appeso per sempre a quella croce per regalarci il suo sangue liberante. È Lui che ancora oggi semina nei cuori bontà e speranza. È Lui che non si lascia scoraggiare dai nostri peccati, dalle ingratitudini, dalle povertà e incapacità. È Lui che paziente sa aspettare che grano e zizzania crescano insieme. Non c'è bisogno di tanti consigli diocesani o parrocchiali (che spesso sembrano essere consigli di guerra: cioè di gente che si fa la guerra e che poi manda gli altri in guerra standosene comodamente seduta), c'è bisogno di Gesù! Non è neanche necessario inventarci qualche novità che ci porti ad abbordare qualcuno per strada e 'rompergli l'anima' dicendo che Cristo sta per tornare e allora: "Attenti!". Gesù va accolto e seminato con la vita, con le opere, con la gioia, la testimonianza ed anche, senza troppe preoccupazioni: più il seme è piccolo e più Lui ha speranza nella pianta.

 

 

MERCOLEDI’ 2 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Eusebio di Vercelli; S. Pietro Giuliano Eymard

Una scheggia di preghiera:

 

CREDO LA CHIESA, UNA, SANTA, CATTOLICA E APOSTOLICA.

 

HANNO DETTO: Nulla è impossibile a chi crede: nulla è difficile per chi ama. (S. Bernardo)

SAGGEZZA POPOLARE: Il ricco che è avaro non possiede beni, ma fa il custode di bagagli.

UN ANEDDOTO: In una lapide, murata nel fianco di una graziosa chiesetta alpina si legge: Questa chiesa è stata costruita con il consiglio dei ricchi e con i soldi dei poveri.

PAROLA DI DIO: Es 34,29-35; Sal 98; Mt 13,44-46

 

Vangelo Mt 13,44-46

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra». Parola del Signore

 

“IL REGNO DEI CIELI È SIMILE AD UN TESORO NASCOSTO IN UN CAMPO; UN UOMO LO TROVA E LO NASCONDE DI NUOVO, POI VA, PIENO DI GIOIA, VENDE TUTTI I SUOI AVERI E COMPRA QUEL CAMPO”.

Non è possibile ottenere il tesoro (ossia il Regno) senza acquistare anche il recipiente che lo contiene (il campo). Così succede per la Chiesa. Essa è prima di tutto il campo che contiene il tesoro. Per arrivare ad esso bisogna passare attraverso l’acquisto del campo anche se in esso vi sono ortiche, rovi, sassi e talvolta persino vipere. Credo che tra i tanti insegnamenti di queste piccole parabole di Gesù ci sia anche questo: è inutile dire “Cristo sì, Chiesa no”, è inutile quel falso amore delirante della purezza che pretenderebbe di isolare il tesoro e di ricusare il campo. Con ciò non voglio dire che non ci sia niente da cambiare, e che tutto proceda per il meglio, nella migliore delle Chiese possibili, con i migliori parrocchiani che si possano desiderare, dotati dei migliori pastori o preti possibili. Ma gli amanti del perfetto qui e subito sono nemici del Regno.

 

 

GIOVEDI’ 3 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Martino

Una scheggia di preghiera:

 

QUANTE COSE BUONE CI HAI LASCIATO, O SIGNORE, PER LA COSTRUZIONE DEL TUO REGNO.

 

HANNO DETTO: Qualunque tempo faccia fuori, dentro di te è sempre tempo di amare Dio. (San Francesco di Sales)

SAGGEZZA POPOLARE: Se la sofferenza vi ha resi cattivi l’avete sprecata.

UN ANEDDOTO: Un giorno Socrate era in mezzo ai suoi discepoli, Platone gli disse: “Tu, ieri, hai fatto molto male rimproverando un servo in vista di tutti. Non ti pare che avresti fatto meglio a rimproverarlo da solo a solo?” “Certo – gli rispose Socrate - e perciò anche tu avresti fatto meglio a farmi questo rimprovero quando non ci fosse stato nessuno.”

PAROLA DI DIO: Es 40,16-21.34-38; Sal 83; Mt 13,47-53

 

Vangelo Mt 13,47-53

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». Terminate queste parabole, Gesù partì di là. Parola del Signore

 

“OGNI SCRIBA DIVENUTO DISCEPOLO DEL REGNO DEI CIELI È SIMILE AD UN PADRONE DI CASA CHE ESTRAE DAL SUO TESORO COSE NUOVE E COSE ANTICHE”.

Gesù non è venuto per abolire la Legge, la storia dell’Antico Testamento, ma per portarla a compimento. Certo, Lui è la novità e chi sceglie di entrare nel suo Regno è uomo nuovo, ma non c'è nulla di inutile nel passato. Fanno pena certi cristiani che nella foga di voler rinnovare la religione vogliono buttar via tutto quanto la tradizione ha costruito nei secoli precedenti; io me li immagino come un albero che, accetta alla mano, voglia tagliarsi le radici per essere diverso da quello che è. La tradizione va rinnovata, non rinnegata, la storia va letta, interpretata, non abolita. Noi veniamo da lontano, da una storia di salvezza, di uomini peccatori ma amati da Dio e andiamo “lontano”, verso il regno definitivo, non possiamo né dimenticare o abrogare il cammino fatto ma neppure sederci: la meta è ancora lontana.

 

 

VENERDI’ 4 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni Maria Vianney; S. Raniero

Una scheggia di preghiera:

 

MOSTRACI IL TUO VOLTO, SIGNORE, IN QUELLO DEI PICCOLI E DEI SEMPLICI.

 

HANNO DETTO: La salute del corpo è nelle mani di Dio, ma la salute dell’anima è nelle tue mani. (San Giovanni Bosco)

SAGGEZZA POPOLARE: Un fiore odoroso calpestato, sparge ancora profumo. (Proverbio cinese)

UN ANEDDOTO: Il seme della conversione nell'animo di Chesterton venne gettato da questo apologo che gli narrò la nonna, donna devotamente serena: Quando Dio creò il rospo, questi saltellandogli tra le mani esclamò tutto commosso: “Grazie mio Dio, come ballo bene!”

PAROLA DI DIO: Lv 23,1.4-11.15-16.27.34b-37; Sal 80; Mt 13,54-58

 

Vangelo Mt 13,54-58

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi. Parola del Signore

 

“DA DOVE MAI VIENE A COSTUI QUESTA SAPIENZA?”

Celebriamo oggi la festa di un santo parroco, il Curato d’Ars. Parlando umanamente di lui non si sarebbe potuto dire “da dove gli viene questa sapienza?” Per sua stessa ammissione era un “ignorante che solo a forza di volontà e di fatica era riuscito ad ultimare gli studi per il sacerdozio”. Eppure, la gente di tutta la Francia si recava in questa parrocchietta per incontrare quest’uomo, per ascoltare la sua parola semplice che qualche volta, come scrivono i suoi biografi, non era neppure ben comprensibile in quanto frammista a sussurri, sospiri, lacrime. Allora anche per lui possiamo chiederci non da dove gli veniva la conoscenza dell’intelligenza ma la sapienza del cuore. Gli veniva dall’amor di Dio e del prossimo, da tantissima preghiera e da tanti sacrifici, e così parlava di Dio più che con le parole, con la sua stessa vita. Come sempre Dio sceglie non le apparenze, non le parole altisonanti, ma gli umili per farli grandi.

 

 

SABATO 5 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Dedic. Basilica S. Maria Maggiore; S. Emidio; S. Osvaldo

Una scheggia di preghiera:

 

PER IL SANGUE DEI TUOI MARTIRI, VIVIFICA LA TUA CHIESA.

 

HANNO DETTO: Amate molto coloro che vi contraddicono e non vi amano. Perché è così che nasce l’amore nel cuore in cui è assente. È così che Dio fa con noi. Egli ci ama affinché noi l’amiamo, grazie all’amore che ha per noi. (S. Giovanni della croce)

SAGGEZZA POPOLARE: Il momento migliore per piantare un albero era 20 anni fa. Il secondo miglior momento è ora. (Proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Quella che ora è la formica, un tempo era un uomo: dedicandosi all’agricoltura, non si accontentava del frutto del proprio lavoro, ma guardava con invidia a quello degli altri e continuava a rubare quanto era coltivato dai vicini. Zeus, indignato per la sua avidità, lo trasformò nell’animale che viene chiamato formica. Nonostante avesse cambiato aspetto, egli non mutò la sua indole; infatti, fino a oggi, girando per i campi, la formica raccoglie il frumento e l’orzo degli altri, accumulandolo per sé. La favola dimostra che coloro che sono malvagi per natura, anche se subiscono la più grande delle punizioni, non mutano il loro carattere.

PAROLA DI DIO: Lv 25,1.8-17; Sal 66; Mt 14,1-12

 

Vangelo Mt 14,1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!». Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodiade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni, infatti, gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta. Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodiade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre. I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù. Parola del Signore

 

IL RE MANDÒ A DECAPITARE GIOVANNI NELLA PRIGIONE.

Gli uomini pensano che per far tacere la verità basti tagliarle il collo. E la storia si ripete continuamente dalla gelosia di Caino, alla crocifissione di Gesù, da Giovanni Battista ai martiri della Chiesa di ieri e di oggi uccisi dai totalitarismi di sinistra o di destra che si sentono disturbati da voci diverse dalla loro. Eppure dovremmo averlo imparato: il tagliare una testa, l’imbavagliare una bocca fanno gridare ancora più forte la verità. Il sangue dei martiri ha fatto nascere la Chiesa. Oggi ci lamentiamo della poca incisività del cristianesimo: non sarà forse perché abbiamo addolcito troppo le parole testimonianza e martirio?

 

 

DOMENICA 6 AGOSTO: TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi: San Giordano; Santi Giusto e Pastore.

Una scheggia di preghiera:

 

TI VOGLIAMO ASCOLTARE, GESU', TU SEI IL FIGLIO DI DIO.

 

HANNO DETTO: Io non devo desiderare di essere quello che non sono, ma di essere molto bene quello che sono. (S. Giovanni XXIII)

SAGGEZZA POPOLARE: È meglio correggere i propri difetti, che riprendere quelli degli altri.

UN ANEDDOTO: C'era una volta una signora che voleva far viaggiare senza biglietto il suo cagnolino, ma arrivò il controllore e le disse: "Cara signora, deve pagare anche l'altro biglietto". E lei di rimando: "Ma è così piccolo, io non pago". Dopo una animata discussione nella quale la signora e il controllore portavano le loro ragioni, per forza contrastanti, il controllore approfittò del fatto che il treno stava rallentando per afferrare il cagnolino per la collottola e sporgerlo fuori dal finestrino, lasciandolo lentamente cadere nel vuoto. La signora era disperata e chiedeva conforto agli altri passeggeri. C'era chi le dava ragione e chi le suggeriva di rivolgersi alla "Protezione degli animali". Il controllore era ormai pentito di quello che aveva fatto e si stava allontanando dallo scompartimento quando la signora, molto infuriata, gli strappò dalle mani la pipa e la scaraventò fuori del treno. Alla stazione successiva scesero tutti i due inferociti: lui per l'affronto fatto alla pipa, lei per l'offesa al cane. Non ebbero il tempo di scambiarsi altre parole perché' cominciò un battimano dei compagni di viaggio: stava arrivando il cagnolino con la pipa del controllore in bocca. Poco mancò che i due contendenti si abbracciassero. E tutto finì per il meglio.

PAROLA DI DIO: Dn 7,9-10.13-14; Sal 96; 2Pt 1,16-19; Mt 17,1-9

 

Vangelo Mt 17,1-9

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti». Parola del Signore

 

“E FU TRASFIGURATO DAVANTI A LORO”.

Gesù ha appena annunciato agli Apostoli la sua prossima passione e morte, ma loro non hanno compreso, non hanno voluto comprendere. La trasfigurazione ha lo scopo di confermare con potenza quella previsione, e di anticipare nello stesso tempo la passione imminente. in realtà la passione dovette essere la cosa che più ripugnava alla fede degli Apostoli e aveva bisogno di una conferma. Qui, sul Tabor, Gesù non è diverso da quello che sarà sul calvario: cioè la somma dell’amore di Dio, la parola che viene dall’alto, l’annuncio di una vittoria sulla morte che sconvolgerà tutta la storia dell’uomo. Signore, mentre ti ringraziamo per quei momenti particolari in cui tu hai confermato la nostra fede facendoci toccare con mano la tua grazia ti chiediamo di aiutarci a incontrarti nella prova soprattutto della banalità quotidiana: mentre ci fai entusiasti dell’incontro sul ‘monte”, donaci buone gambe per camminare in pianura.

 

 

LUNEDI’ 7 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Sisto II e c.; S. Gaetano; S. Donato

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE AIUTACI A PORTARE IL MONDO A TE, E TE AL MONDO.

 

HANNO DETTO: Solo Dio basta! Il tuo desiderio sia di vedere Dio; il tuo timore sia di perderlo; il tuo dolore sia di non possederlo; la tua gioia sia ciò che può portarti verso di lui e vivrai in una grande pace. (Santa Teresa d'Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: Scherzando intorno al lume che t’invita, farfalla perderai l’ali e la vita.

UN ANEDDOTO: Non dire mai: io invece di: noi. Non dire mai: mio invece di nostro. Non dire mai: tocca a lui invece di: comincio io. Non dire mai: non posso invece di eccomi. Non dire mai: vattene invece di: vieni. Non dire mai: domani invece di: oggi. Non dire mai: mai invece di: sempre

PAROLA DI DIO: Nm 11,4b-15; Sal 80; Mt 14,22-36

 

Vangelo Mt 14,22-36

Dal vangelo secondo Matteo

[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!». Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti. Parola del Signore

 

“CONGEDATA LA FOLLA, SALÌ SUL MONTE, IN DISPARTE, A PREGARE”.

Anche Gesù ‘congeda’ la folla. È necessario, per poter incontrare Dio nella preghiera. Ma Gesù congeda la folla dopo averla saziata e se l’ha ‘congedata’ non si è separato da essa, dai suoi problemi, dalle sue difficoltà. Noi abbiamo bisogno di sottrarci, in certi momenti, alla folla; dobbiamo allontanarci dai luoghi della superficialità, delle chiacchiere, delle futilità. Non c’è vero incontro con Dio se non troviamo il coraggio di licenziare lo strepito, opporci alla dispersione, voltare le spalle ai cerimoniali dell’insignificanza. Ma tutto questo non significa rifugiarsi in facili spiritualismi. Se devi far tacere il futile e l’inutile, non puoi dimenticare la realtà, le persone, i problemi. Essi fanno parte della preghiera e la preghiera, se è vera, ti rimanderà ai problemi con la forza di Dio. Gesù, dopo la moltiplicazione dei pani ha bisogno di ritirarsi, di quasi fuggire davanti a coloro che vogliono farlo re perché ha dato loro da mangiare gratis. Gesù ha bisogno di silenzio, di preghiera e sale, solo, sulla montagna. Ma mentre il suo cuore incontra Dio, il suo occhio vede in basso, là, sul lago di Tiberiade, quella piccola e fragile barca di Pietro che lotta contro le onde e allora la preghiera di Gesù si trasforma in presenza: addirittura si mette a camminare sulle acque per andare loro incontro. La nostra preghiera dovrebbe essere così: il pensiero rivolto a Dio e l'occhio attento all'uomo per portare l'uomo a Dio e Dio all'uomo.

 

 

MARTEDI’ 8 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Domenico; San Famiano

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI DAL MALE, DA OGNI MALE E DAL MALIGNO.

 

HANNO DETTO: Nessun Paese può dirsi veramente civile se i suoi abitanti fanno una distinzione tra il rubare una carica e il rubare un portafogli. (Theodore Roosevelt)

SAGGEZZA POPOLARE: Spesso l'uomo passa la prima metà della vita a rovinarsi la salute e la seconda metà a cercare di guarirsi.

UN ANEDDOTO: Dal giornale lume a gas 11 nov 1847. Il celebre astronomo Nicolas-Louis de Lacaille aveva preso l'abitudine di riservare unicamente uno dei suoi occhi per le osservazioni col telescopio giovandosi dell'altro per tutto il rimanente. A tal modo un occhio era dedicato alla contemplazione delle armonie celesti l’altro alle discordanze terrestri. Oggi con quali occhi guardiamo il cielo e con quali la terra?

PAROLA DI DIO: Nm 12,1-13; Sal 50; Mt 15,1-2.10-14

 

Vangelo Mt 15,1-2.10-14

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti, quando prendono cibo non si lavano le mani!». Riunita la folla, Gesù disse loro: «Ascoltate e comprendete bene! Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo!». Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: «Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?». Ed egli rispose: «Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata. Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!».

 

"LASCIATELI STARE! SONO CIECHI E GUIDE DI CIECHI".

Gesù ha detto più volte di non essere venuto per abolire l'antica Legge. Gesù era un 'osservante' dei comandamenti. Gesù è nella linea della continuità della religione ebraica. Però, Gesù non sopporta l'ipocrisia e non c'è ipocrisia più grande di quella che può riguardare la religione quando cioè si usa del Sacro per giustificare i propri interessi, quando, come nel caso del Vangelo di oggi, si usa di una tradizione umana facendola passare per divina per aver occasione di condannare un uomo. E qui Gesù è chiarissimo: certi maestri vanno lasciati! Non, in nome di un falso buonismo, accettati, sopportati, ma lasciati se no rischi che il cieco ti faccia cadere con lui nella fossa!

Provate a pensare se anche noi, nella nostra vita, non dovremmo fare qualche taglio un po' più netto quando, ad esempio, ci accorgiamo che certe persone che si fanno passare per religiose sono solo in cerca di apparire, di aver prestigio e ruoli di onore all'interno di una comunità. Quando certi 'maestri' ci insegnano la strada della povertà attraverso mezzi che costano carissimi e che, per essere sostenuti hanno bisogno di soldi abilmente spillati proprio ai poveri, quando la religione viene usata per arrivare al potere per salvarsi da certi 'religiosi-atei' c'è un'unica strada: "Lasciateli!". Stai tranquillo: non manchi alla carità, non manchi all'unità della comunità (sono loro che non la vogliono). Gesù lo ha detto più volte: "Li riconoscerete dai loro frutti". Se un frutto è marcio non lo mangi, se è velenoso, poi, sarebbe un suicidio mangiarlo.

 

 

MERCOLEDI’ 9 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Teresa Benedetta della Croce, patrona d’Europa; San Fermo

Una scheggia di preghiera:

 

IL REGNO DI DIO È FESTA.

 

HANNO DETTO: Non si tratta di quanto facciamo, ma di quanto amore, di quanta onestà, di quanta dedizione mettiamo nell’operare. (S. Madre Teresa di Calcutta)

SAGGEZZA POPOLARE: Nessuno può evitare che le scocciature entrino in casa, ma è un errore offrir loro una sedia. (Proverbio arabo)

UN ANEDDOTO: Una variopinta figliola di un professore di economia politica descriveva al padre quanto faceva in palestra: “Guarda, papà, io afferro un bastone come questo e lo muovo avanti e indietro per sviluppare i muscoli delle braccia”.  “Bene, bene – osservò l'economista – anche tua madre faceva una ginnastica del genere ma il suo bastone aveva della paglia all'altro capo e questo esercizio aveva una denominazione: scopare la casa”.

PAROLA DI DIO: Os 2,16b.17b.21-22; Sal 44; Mt 25,1-13

 

Vangelo Mt 25,1-13

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; e stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora. Parola del Signore

 

“A MEZZANOTTE SI LEVO’ UN GRIDO: ECCO LO SPOSO, ANDATEGLI INCONTRO!”

La parabola delle dieci vergini che attendono lo sposo che tarda a venire si presta a diverse interpretazioni, tutte adatte al nostro vivere da cristiani. Noi viviamo il tempo intermedio tra l’ascensione e la venuta definitiva di Cristo, viviamo il tempo dell’attesa del gioioso banchetto finale. Questa attesa è caratterizzata dall’atteggiamento della vigilanza. Si veglia non per paura ma per essere pronti a cogliere tutti i segni di Cristo e per prepararsi a partecipare alla sua gioia. La sapienza delle cinque ragazze che hanno olio per le loro lampade non è la sapienza o anche la semplice previdenza che anche il nostro mondo può suggerirci, è invece l’aver puntato tutto sul fatto che la festa per Gesù che viene riesca in pieno, è, cioè, la dimensione pratica della fede che aiuta il cristiano a scegliere davanti ai segni dei tempi e a seguire i valori morali. Quanti cristiani tengono la lampada della loro fede spenta o morente e passeggiano per la vita senza saperle dare un senso e un valore, senza personalità propria ma vivendo all’ombra di altri, di abitudini, di mode, senza una consistenza evangelica, storditi, ottusi, incapaci di cogliere l’urgenza dell’ora attuale. Altri vivono senza orizzonte nè speranza di futuro immersi soltanto nel presente: denaro, potere, egoismo, sesso, materialismo con i loro molteplici tentacoli. Abbiamo bisogno della sapienza della fede che ci dia mentalità nuova, che risvegli in noi la chiamata alla gioia del regno che viene, che ci aiuti ad essere attivi e previdenti. Questa sapienza è l’unica adatta a superare il vuoto, la noia e la volgarità di una vita superficiale che si accontenta di qualsiasi surrogato di Dio.

 

 

GIOVEDI’ 10 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Lorenzo; S. Blano; S. Agostino Ota

Una scheggia di preghiera:

 

RIVESTIMI DEL TUO PENSIERO E INSEGNAMI A MORIRE PER VIVERE.

 

HANNO DETTO: L’amore di Dio e l’amore del prossimo non sono che due porte che non possono che aprirsi e chiudersi insieme. (Søren Kierkegaard)

SAGGEZZA POPOLARE: Nonostante tu possa estendere i tuoi campi all’infinito, non potrai mai mangiare più di tanto riso al giorno; e nonostante possa rendere la tua casa grande come un castello, quando ti sdraierai non occuperai più spazio di prima. (Proverbio cinese)

UN ANEDDOTO: Papa Francesco, Udienza Generale del 26 ottobre 2016; alcuni giorni fa, è successa una storia piccolina, di città. C'era un rifugiato che cercava una strada e una signora gli si avvicinò e gli disse: "Ma, lei cerca qualcosa?". Era senza scarpe, quel rifugiato. E lui ha detto: "Io vorrei andare a San Pietro per entrare nella Porta Santa". E la signora pensò: "Ma, non ha le scarpe, come farà a camminare?" E chiama un taxi. Ma quel migrante, quel rifugiato puzzava e l'autista del taxi quasi non voleva che salisse, ma alla fine l'ha lasciato salire sul taxi. E la signora, accanto a lui, gli domandò un po’ della sua storia di rifugiato e di migrante, nel percorso del viaggio: dieci minuti per arrivare fino a qui. Quest'uomo raccontò la sua storia di dolore, di guerra, di fame e perché era fuggito dalla sua Patria per migrare qui. Quando sono arrivati, la signora apre la borsa per pagare il tassista e il tassista, che all'inizio non voleva che questo migrante salisse perché puzzava, ha detto alla signora: "No, signora, sono io che devo pagare lei perché lei mi ha fatto sentire una storia che mi ha cambiato il cuore".

PAROLA DI DIO: 2Cor 9,6-10; Sal 111; Gv 12,24-26

 

Vangelo Gv 12,24-26

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà». Parola del Signore

 

“SE IL CHICCO DI FRUMENTO CADUTO IN TERRA NON MUORE, RIMANE SOLO”.

Una preghiera-riflessione di Pierfortunato Raimondo ci aiuta a trovare una strada nei tanti temi offertici in questa domenica: È duro il tuo parlare, Signore Gesù. Come facciamo a desiderare la morte? Come facciamo a odiare la nostra vita? Come facciamo a prendere le distanze da questo mondo? Come facciamo ad amare la condizione dei servi? Come facciamo a seguirti sulla strada della croce? Ci viene voglia di andarcene perché pensavamo di essere invitati ad una festa. Vi ho invitati ad una festa – risponde Gesù – vi ho concesso il tempo, il luogo, la vita. Vi ho regalato un mondo così bello da sembrare un paradiso. Non sempre riuscite ad accorgervene, non sempre riuscite a rispettarlo, non sempre riuscite a goderlo. Ma un giorno, ed è questo, vi ho detto la verità. Voi siete in un mondo limitato, voi siete sotto il dominio della morte, voi siete servi e non padroni, voi uomini imperfetti, continuate a caricarvi gli uni gli altri di semplici o sofisticate croci. Ma il Padre non ci ha abbandonato. Non mi ha salvato facendomi saltare l’ora della sofferenza. Non sarei stato uomo fino in fondo. Ha dato gloria al suo nome re-inventando la Vita, aprendole la strada per il Sempre. La mia storia è ora la vostra storia, perché oggi e sempre attirerò tutti a me. Perché anche voi superiate il turbamento, oltre questi limiti, abbandonandovi come bambini, in braccio alla madre, a Me.

 

 

VENERDI’ 11 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Chiara d’Assisi; S. Cassiano; S. Rufino

Una scheggia di preghiera:

 

LA VITA CHE IO VIVO NON È PIÙ MIA PER FARNE QUELLO CHE VOGLIO, ORA APPARTIENE A TE, GESÙ.

 

HANNO DETTO: È amando gli uomini che si impara ad amare Dio. (Charles de Foucauld)

SAGGEZZA POPOLARE: Se la corda è lunga l'aquilone volerà in alto.

UN ANEDDOTO: Un fico, dopo avere perso le foglie nella stagione invernale, era deriso per la sua nudità da un vicino olivo, che affermava: «Io, sia in inverno sia in estate, mi ritrovo meravigliosamente ornato di foglie e sono sempre verde; tu, invece, hai una bellezza limitata alla sola estate». Mentre l’olivo si vantava, all’improvviso un fulmine, per volere divino, scese dal cielo e lo incendiò. Il fico restò completamente indenne. Coloro che si vantano per la ricchezza e per la sorte possono incappare in una grande sventura.

PAROLA DI DIO: Dt 4,32-40; Sal 76; Mt 16,24-28

 

Vangelo Mt 16,24-28

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti, quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni. In verità io vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di aver visto venire il Figlio dell’uomo con il suo regno». Parola del Signore

 

“SE QUALCUNO VUOL VENIRE DIETRO A ME RINNEGHI SÉ STESSO, PRENDA LA SUA CROCE E MI SEGUA”.

Frase dura quella che Gesù ci suggerisce oggi. Eppure, chiarificatrice su che cosa significhi essere veri discepoli di Cristo. Partiamo da una prima osservazione: non confondiamo il seguire Gesù con l’iscriversi ad una associazione o aderire ad una chiesa. Il cristiano prima di tutto è uno che è stato scelto da Gesù: “Non siete voi che avete scelto me, ma io ho scelto voi”. Se dunque io sono stato scelto dall’amore di Dio per essere discepolo di Gesù non solo devo conoscerlo, amarlo e avere fede in Lui, significa che devo diventare Lui. Diceva San Paolo: “Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me”. Comprendiamo allora la frase di oggi: rinnegare sé stessi, non significa fare qualche piccolo sacrificio, significa dire di “no” al vecchio egoistico modo di vivere e di pensare e dire di “sì” a Gesù. La vita che io vivo non è più mia, per farne quello che voglio, ora appartiene a Gesù. È Lui il Signore e Maestro di tutto ciò che sono e di tutto ciò che ho. E allora riesco anche a capire che cosa significa: “Prendere la croce”. Per Gesù la croce significava dolore e vergogna, solitudine e rifiuto, sofferenza e morte. Gesù ci esorta a percorrere la medesima strada e a non sorprendersi quando avvengono incomprensioni e opposizioni. Prendere la croce, significa capire a fondo, proprio guardando a quello che Lui ha fatto, che il modo migliore di amare Lui e il prossimo è quello di ‘dare’, consumare la nostra vita per gli altri

 

 

SABATO 12 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanna Francesca de Chantal; S. Ercolano; S. Lelia

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AUMENTA LA NOSTRA FEDE.

 

HANNO DETTO: Nella preghiera è meglio avere un cuore senza parole che parole senza cuore. (Gandhi)

SAGGEZZA POPOLARE: Meglio zoppicare sulla strada giusta, che correre su quella sbagliata!

UN ANEDDOTO: Un operaio fu lasciato senza nessuna sorveglianza durante un lavoro molto delicato. Ed egli lo compì con scrupolosa esattezza. Potevi anche tirar via, intanto nessuno ti vedeva, gli disse un collega. Non era possibile, rispose l'operaio. C’erano due, che mi sorvegliavano attentamente. Chi erano? - chiese l'altro. Uno era Dio. Il collega scrollò le spalle: Dio ti avrebbe compatito e perdonato. Ma l'altro ero io aggiunse l'operaio e io non mi sarei né compatito né perdonato.

PAROLA DI DIO: Dt 6,4-13; Sal 17; Mt 17,14-20

 

Vangelo Mt 17,14-20

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio e disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio! È epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e sovente nell’acqua. L’ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo». E Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me». Gesù lo minacciò e il demonio uscì da lui, e da quel momento il ragazzo fu guarito. Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli rispose loro: «Per la vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile». Parola del Signore

 

“PERCHE’ NOI NON ABBIAMO POTUTO SCACCIARE QUELLO SPIRITO IMMONDO?”. “PER LA VOSTRA POCA FEDE”.

Quando mi disse: “Beato lei che ha fede” fu come uno schiaffo in faccia. Chi si dichiarava non credente era un uomo che da sei anni si prendeva cura del suo ragazzo che a causa di un incidente era rimasto paralizzato su una carrozzella e non riusciva a comunicare se non con gli occhi e qualche goffo movimento del capo e delle mani. Quell’uomo aveva rinunciato a terminare la sua carriera, nel frattempo aveva perso la moglie ma ogni giorno ricominciava da capo, metteva suo figlio sulla carrozzella, lo lavava, lo imboccava gli faceva tutti i servizi, lo portava in giro e tutto senza umana speranza di vedere una soluzione. E quell’uomo mi diceva beato per la fede! E lo diceva sinceramente! Mi sono reso conto di quanto aveva ragione Gesù di dire ai suoi discepoli e a me e a tutta la sua chiesa di quanto poca sia la nostra fede. E non lo dico tanto perché se noi avessimo fede riusciremmo ad ottenere miracoli, quanto perché scopro in me e in molti cristiani che la nostra fede è spesso una fede di parole che però dorme beatamente nella vita. Ma vi sembra che se i cristiani sulla terra avessero davvero fede ci sarebbero ancora milioni di uomini che muoiono di fame? Vi sembra che proprio tra cristiani abbondino i tradimenti, le oppressioni del prossimo, le ingiustizie, le ipocrisie? Mi è abbastanza facile dire il credo alla domenica e affermare di credere in un Dio Padre misericordioso, in un Figlio che ha dato la sua vita per me, in uno Spirito che mi sostiene e mi assiste, ma nella mia vita che posto ha la Trinità se spesso essa viene dopo il portafoglio, dopo la soddisfazione dei miei piaceri e desideri, se il tanto amore che Dio ha per me non mi spinge ad uscire dal mio guscio per farmi portatore di questo amore a qualche fratello?

Quando ripenso a quel padre scopro che se non avesse una fede teologale, e che, se forse qualche volta pensava ad un Dio, se la prendeva pure con Lui per quello che gli era successo, aveva una fede forse solo umana ma fatta dalla costanza del suo amore, dalla fatica del quotidiano, dalle amarezze subite, dalla speranza in suo figlio perché, privato di tutto e senza speranze umane avesse almeno il suo amore. Allora mi sento di ripetere con verità quella invocazione del Vangelo: “Signore, noi crediamo, ma aiutaci nella nostra incredulità”

 

 

DOMENICA 13 AGOSTO: 19^ DOMENICA ORDINARIA ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Ponziano e Ippolito

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA MANO CI SALVI DALL'ABISSO.

 

HANNO DETTO: Vivere è aiutare a vivere. (R. Follereau)

SAGGEZZA POPOLARE: Anche il diavolo fu prima angelo.

UN ANEDDOTO: Si racconta che un cortigiano - che aveva servito per cinquant'anni il suo principe fu visitato dal suo signore durante una gravissima malattia. Il principe, che amava molto il suo servo, gli domandò se potesse fare per lui qualcosa: chiedesse pure liberamente, senza timore di rifiuto. Allora il moribondo disse: - Sire, desidero soltanto che mi prolunghiate di un quarto d'ora la vita. - Tu mi chiedi l'impossibile! Chiedimi qualche altra cosa se vuoi che possa esaudirti - rispose il principe. L'uomo, profondamente angosciato, sospirò: - Che delusione ... Vi ho servito per cinquant'anni e non potete darmi un quarto d'ora di vita! Se avessi servito altrettanto fedelmente il Signore, ora mi darebbe non un quarto d'ora ma un'eternità di vita felice. È detto questo spirò.

PAROLA DI DIO: 1Re 19,9a.11-13a; Sal 84; Rm 9,1-5; Mt 14,22-33

 

Vangelo Mt 14,22-33

Dal vangelo secondo Matteo

[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!». Parola del Signore

 

“SIGNORE, SE SEI TU, COMANDA CHE IO VENGA DA TE SULLE ACQUE”.

Non finirò mai di essere grato agli evangelisti perché hanno raccontato con fedeltà la ricchezza e la povertà della fede di San Pietro. Questo obbliga i liturgisti a tornare su questi episodi anche nei giorni in cui, ricordando la dedicazione delle basiliche di San Pietro e San Paolo, vorrebbero solo farne motivo di magnificenza e di fasto per la Chiesa. Ditemi quello che volete, ma le grandi costruzioni di pietra, come le fedi che si manifestano troppo sicure, troppo dogmatiche mi lasciano perplesso. Mi è molto più vicino il Pietro del Vangelo di oggi, facilmente spaventabile, un po’ superstizioso, credulone di fantasmi, che dopo essere stato rassicurato da Gesù: “Coraggio, sono io, non abbiate paura!” un po’ con l’infantilismo di un bambino e un po’ per vedere se è proprio vero chiede a Gesù: “Fai un po’ provare anche me a camminare sulle acque”. Quante volte anch’io ho chiesto qualche miracolo in soprappiù. Ed ecco che Pietro ed io, “uomini di poca fede”, cominciamo a camminare sulle acque. Ma lo straordinario, il miracolismo non basta a Pietro e la mia fede fondata sull’esteriore, affonda. Pietro ed io abbiamo bisogno di quella mano che ci tiri su da quel mare in cui abbiamo voluto cacciarci. E Gesù che a questo punto potrebbe dirci: “Te la sei voluta”, ci dà ancora questa mano affinché io e Pietro impariamo ad essere più umili, a fidarci meno delle nostre forze e delle esteriorità, a credere di meno a una chiesa di pietre e di codici e di più ad una Chiesa debole e povera ma ricca di Cristo che le dà una mano per salvarla da sicuro annegamento.

 

 

LUNEDI’ 14 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Massimiliano Maria Kolbe; S. Ursicino

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE, O DIO, NON CI SONO TASSE MA GESTI D'AMORE.

 

HANNO DETTO: È dai segni delle sue sofferenze che Cristo ha voluto farsi riconoscere dai suoi discepoli, ed è per mezzo delle sofferenze, che riconosce coloro che sono i suoi discepoli. (B. Pascal)

SAGGEZZA POPOLARE: Capra giovane mangia il sale, capra vecchia mangia il sale e il sacco.

UN ANEDDOTO: - Voglio servire il Signore! - disse l'uomo dagli occhi timorosi e le mani in tormento. Abba Sergio posò il suo sguardo sul pellegrino, ma non disse una parola, e non gli mostrò la via. Voglio servire il Signore! - disse l'uomo fiero, la fronte spavalda e le mani aperte a ghermire. Abba Sergio ascoltò e non disse una parola. Nemmeno a lui mostrò la via. Padre, perché allontani da te questi uomini? Essi desiderano solo imparare a servire l'Onnipotente, - domandò il discepolo che aveva osservato la scena. Ebbene, sappi che Dio ha tre tipi di servitori: alcuni sono schiavi, e lo servono per timore; altri sono mercenari, e lo servono in vista di un guadagno. S'interruppe, poiché giungeva un uomo. Diritto e tranquillo, il petto scoperto e le mani in preghiera. - Voglio servire il Signore! - disse. Abba Sergio lo abbracciò: - ... e infine ci sono i figli, e lo servono per amore.

PAROLA DI DIO: Dt 10,12-22; Sal 147; Mt 17,22-27

 

Vangelo Mt 17,22-27

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati. Quando furono giunti a Cafarnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?». Rispose: «Sì». Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?». Rispose: «Dagli estranei». E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te». Parola del Signore

 

“IL VOSTRO MAESTRO PAGA LA TASSA DEL TEMPIO?” PIETRO RISPOSE: “SI”.

È strano pensare a Gesù, il Figlio di Dio, che paga una tassa religiosa. Eppure, proprio per la sua incarnazione, Gesù accetta anche di pagare la tassa sul Tempio. Oggi il nuovo tempio del cristiano è Gesù stesso e il tributo che Dio chiede a noi per Lui è vivere l’amore. Anche le nostre offerte materiali per il culto devono manifestare questo. I primi cristiani più che pagare tasse per la religione avevano capito che l’amore di Cristo esigeva la solidarietà più grande e per questo praticavano la condivisione dei beni. Il cristiano che ha capito il dono della salvezza in Gesù non paga tasse, ma risponde all’amore con amore.

 

 

MARTEDI’ 15 AGOSTO: ASSUNZIONE BEATA VERGINE MARIA

Tra i santi ricordati oggi: S. Tarcisio martire; Sant’Alfredo

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDETTA TU FRA LE DONNE

 

HANNO DETTO: Maria Santissima è veramente la mistica scala per la quale è disceso il Figlio di Dio sulla terra e per cui salgono gli uomini al cielo. (S. Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Ci sono occhi che non hanno fine, ci si perde solamente a guardarli.

UN ANEDDOTO: Un leone, imbattutosi in una lepre addormentata, stava per divorarla. Frattanto vide un cervo che passava da quelle parti, lasciò stare la lepre e si mise a inseguirlo. Allora la lepre a causa del rumore si alzò e fuggì. Il leone, per un bel pezzo, inseguì il cervo e dal momento che non riusciva a prenderlo, tornò indietro dalla lepre, ma trovò che anch’essa era fuggita. «Mi sta proprio bene – disse – visto che ho lasciato la preda che avevo a disposizione e ho preferito inseguire la speranza di una preda più consistente.» Così alcuni tra gli uomini, non accontentandosi di esigui guadagni, inseguono speranze maggiori, senza rendersi conto di perdere quanto hanno tra le mani. (Esopo)

PAROLA DI DIO: Ap 11,19a; 12,1-6a.10ab; Sal 44; 1Cor 15,20-27a; Lc 1,39-56

 

Vangelo Lc 1,39-56

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. Parola del Signore

 

"BENEDETTA TU FRA LE DONNE".

Quante volte nella nostra vita abbiamo ripetuto questa frase nell' Ave Maria, e quante volte è stata detta lungo i secoli prendendola proprio dalle labbra di Elisabetta che saluta Maria, ma questa benedizione è ancora più antica: essa risale nientemeno che al libro di Giuditta: "Benedetta sei tu, figlia, davanti al Dio altissimo più di tutte le donne che vivono sulla terra e benedetto il Signore Dio che ha creato il cielo e la terra e ti ha guidato a troncare il capo dei nostri nemici. Davvero il coraggio che hai avuto non cadrà dal cuore degli uomini, che ricorderanno sempre la potenza di Dio. Dio ha fatto riuscire questa impresa a tua perenne esaltazione ricolmandoti di beni, in riconoscimento della prontezza con cui hai esposto la vita di fronte all'umiliazione della nostra stirpe". (Giuditta 13,18-20)

Leggendo questo brano dell'Antico Testamento ci rendiamo conto che sia Elisabetta con il suo saluto, che Maria con il suo Magnificat, fanno parlare la Bibbia nella loro vita. La Bibbia non è un libro di 'storie vecchie', non è un libro di storie 'edificanti', non è un libro 'da preti', è il Libro che parla di Dio e dell'uomo, che parla alla vita e che si legge e si scrive con la propria vita. Allora non relegare la tua Bibbia a far bella figura di sé in libreria, impara ad aprirla tutti i giorni, lascia che entri nella tua vita, fa che qualcuno, vedendoti, possa davvero incontrare in te un buon personaggio della Bibbia. E oggi, Ferragosto, giorno ridotto dal mondo ad una specie di carnevale estivo, lascia invece che Maria e la Parola di Dio aprano per te un fazzoletto di cielo sopra il tuo orizzonte, non per dimenticarci del valor della vita materiale ma proprio per aprire sull'appiattimento, la banalizzazione, l'involgarimento della vita stessa uno squarcio di azzurro e di speranza.

 

 

MERCOLEDI’ 16 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Stefano d’Ungheria; S. Rocco; S. Teodoro

Una scheggia di preghiera:

 

COME E' BELLO SIGNOR STARE INSIEME ED AMARCI COME AMI TU: QUI C'E' DIO, ALLELUIA!

 

HANNO DETTO: Il povero stende la mano, ma Dio riceve l’elemosina. (San Giovanni Crisostomo)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi guarda con gli occhi degli altri spesso resta ingannato.

UN ANEDDOTO: Due giovani lavoravano entrambi nella stessa azienda da anni e furono sconvolti quando, senza preavviso, l'impresa chiuse e si ritrovarono disoccupati. Tutti e due si misero a cercare un lavoro. Il primo giovane era preoccupatissimo. Odiava l'idea di cambiare, imparare cose nuove e conoscere nuove persone, ma si obbligava a ricordare che non aveva scelta se voleva guadagnare. L'altro prendeva le cose con più filosofia, e pensava al cambiamento come un'opportunità per crescere. Senza saperlo, fecero un colloquio per un posto nella stessa azienda, molto simile a quella che avevano lasciato. Il primo giovane si agitò sulla sedia per tutta la durata del colloquio e verso la fine gli chiesero se avesse delle domande. "Sì, - disse, - potrebbe dirmi come sono le persone che lavorano qui?" L'uomo anziano e saggio che gli faceva il colloquio, si sporse verso il giovane, che stava dall'altra parte del tavolo, e gli rispose: "Mi parli prima del posto che ha lasciato. Com'erano le persone lì?" "Non un granché, devo confessare - disse il ragazzo, con una certa foga - erano persone difficili, litigiose e testarde". "E allora mi rincresce dirle che troverebbe qui la stessa situazione" disse il vecchio. Il giorno successivo arrivò al colloquio l'altro giovane, e anche a lui fu chiesto se avesse delle domande. "Oh, sì - disse allegramente - mi potreste dire come sono le persone che lavorano qui?" Di nuovo, il vecchio rispose: "Mi dica prima qualcosa sul posto che ha lasciato. Com'erano i suoi colleghi?" "Deliziosi! - si entusiasmò il ragazzo - erano pieni di calore ed affettuosi, cortesi e gentili. Mi è dispiaciuto molto andarmene". Il vecchio gli disse con un sorriso: "In questo caso, sono lieto di dirle che troverà qui persone dello stesso tipo".

PAROLA DI DIO: Dt 34,1-12; Sal 65; Mt 18,15-20

 

Vangelo Mt 18,15-20

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità, e, se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro». Parola del Signore

 

SE DUE DI VOI SULLA TERRA SI METTERANNO D’ACCORDO PER CHIEDERE QUALUNQUE COSA, IL PADRE MIO CHE È NEI CIELI GLIELA CONCEDERÀ.”.

Anche in campo di fede e di religione, viviamo oggi in una affermata mentalità del “fai da te”. Ad esempio è facile sentire affermazioni come queste: “lo non vado in chiesa: che bisogno c’è di pregare insieme?, lo quando sento la necessità parlo con Dio, gli altri non c’entrano!”

E invece gli altri c’entrano! Essere cristiano significa far parte di un popolo, appartenere a una famiglia. E, vedere delle persone, che mettendo da parte le eventuali divergenze, si ‘‘accordano’’ per chiedere insieme la stessa cosa, è talmente stupendo che il Padre non può dire di no a quelle richieste espresse comunitariamente, quasi con la complicità gli uni degli altri. Gesù ci dice che perché la preghiera possa ottenere una risposta dal cielo, esige una richiesta da parte di più persone, una comunità. Dice: «Se due di voi». Due. È il numero più piccolo che forma una comunità. A Gesù, dunque, importa non tanto il numero quanto la pluralità dei credenti. Devono mettersi d'accordo sulla domanda da fare, certamente; ma questa richiesta, deve poggiare soprattutto su una concordanza dei cuori. Gesù afferma, in pratica, che la condizione per ottenere quanto si chiede è l'amore reciproco tra le persone.

Che bello poterci accordare con i nostri cari, con ci comprende, con chi condivide il nostro stesso cammino di fede, poter essere disposti ad amare come il Vangelo comanda, così uniti da meritare la presenza di Gesù tra noi, e poter chiedere con fiducia. Ci fosse davvero questa fede nelle nostre assemblee liturgiche!

 

 

GIOVEDI’ 17 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Chiara della Croce; S. Giovanna Delanoue; S. Mirone

Una scheggia di preghiera:

 

ABBI PAZIENZA CON ME, SIGNORE, E TI RESTITUIRÒ OGNI COSA

 

HANNO DETTO: Le opere di carità che voi non fate, sono altrettante ingiustizie che voi commettete. (S. Basilio di Cesarea)

SAGGEZZA POPOLARE: Se ti trovi dal bisogno stretto, prima che da altri vai dal poveretto.

UN ANEDDOTO: Un giorno, un uomo armato di lancia, inseguendo un fuggitivo, si avvicinò di corsa a Socrate, il filosofo ateniese sostenitore dell’esistenza di una verità assoluta cui pervenire attraverso la dialettica. "Fermalo! Fermalo!" gridò al filosofo. Ma egli non si mosse. - "Sei sordo? - Gli urlò, fermandosi, l’uomo armato - Perché non hai sbarrato la strada a quell’assassino?" - "Un assassino? Che cosa intendi con questa parola?" - "Oh Perbacco! Un assassino è uno che ammazza". - "Un macellaio allora". - "Vecchio stolto! Voglio dire un uomo che ammazza un altro uomo". - "Un soldato, dunque". - "Ma no! Un uomo che ne uccide un altro in tempo di pace". - "Un carnefice". - "Stupido! Un uomo che ne uccide un altro a casa sua". - "Ah, un medico!" L’uomo armato riprese a correre.

PAROLA DI DIO: Gs 3,7-10.11.13-17; Sal 113ª; Mt 18,21 – 19,1

 

Vangelo Mt 18,21 - 19,1

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano. Parola del Signore

 

“ABBI PAZIENZA CON ME E TI RESTITUIRÒ OGNI COSA”.

Ogni giorno è buono per rivolgere a Dio queste parole. — Abbi pazienza con me, perché ho rovinato l’amore. Era diretto a Te ed ai fratelli. lo ve l’ho rubato, destinandolo solo a me e alle mie cose. — Abbi pazienza con me, per l’intelligenza che mi hai dato e che io ho usato per sopraffare il fratello, per opprimerlo, umiliarlo. — Abbi pazienza con me: gli occhi che mi hai donato per vedere le cose belle della tua creazione, io li ho posati con malizia sulle tue creature, con avidità sui beni terreni e facilmente li ho chiusi di fronte ai bisogni degli altri. — Abbi pazienza con me, per il dono della parola datami per esprimere bontà, solidarietà, conforto, letizia, per cantare la tua lode e che io invece ho usato per giudicare, accusare, condannare, per parlare male del fratello, per proferire menzogne, insulti, bestemmie, per manifestare durezza, incomprensione, prepotenza. — Abbi pazienza con me, per tutte le altre cose che io neppure ricordo e che fanno stonare la mia vita di fronte a Te. Non è certo difficile convincerci di quanto bisogno abbiamo della pazienza di Dio, ma è ancor più importante capire che a questa pazienza, così a noi necessaria, deve corrispondere da parte nostra una volontà di riparazione: “ti restituirò ogni cosa”.

 

 

VENERDI’ 18 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Elena; S. Agapito

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, BENEDICI E ACCOMPAGNA LE NOSTRE FAMIGLIE.

 

HANNO DETTO: Non è l'uomo in quanto creatura a poter spiegare Dio, ma è Dio a poter spiegare l'uomo in quanto creatore, mediante Gesù, vero Dio e vero uomo. (Fabrizio Carletti)

SAGGEZZA POPOLARE: Prima di andare alla pesca esamina ben bene la tua rete.

UN ANEDDOTO: C'era una volta un re che aveva una figlia di grande bellezza e straordinaria intelligenza. La principessa soffriva però di una misteriosa malattia. Man mano che cresceva, si indebolivano le sue braccia e le sue gambe, mentre vista e udito si affievolivano. Molti medici avevano invano tentato di curarla. Un giorno arrivò a corte un vecchio, del quale si diceva che conoscesse il segreto della vita. Tutti i cortigiani si affrettarono a chiedergli di aiutare la principessa malata. Il vecchio diede alla fanciulla un cestino di vimini, con un coperchio chiuso, e disse: «Prendilo e abbine cura. Ti guarirà». Piena di gioia e attesa, la principessa aprì il coperchio, ma quello che vide la sbalordì dolorosamente. Nel cestino giaceva infatti un bambino, devastato dalla malattia, ancor più miserabile e sofferente di lei. La principessa lasciò crescere nel suo cuore la compassione. Nonostante i dolori prese in braccio il bambino e cominciò a curarlo. Passarono i mesi: la principessa non aveva occhi che per il bambino. Lo nutriva, lo accarezzava, gli sorrideva. Lo vegliava di notte, gli parlava teneramente. Anche se tutto questo le costava una fatica intensa e dolorosa. Quasi sette anni dopo, accadde qualcosa di incredibile. Un mattino, il bambino cominciò a sorridere e a camminare. La principessa lo prese in braccio e cominciò a danzare, ridendo e cantando. Leggera e bellissima come non era più da gran tempo. Senza accorgersene era guarita anche lei.

PAROLA DI DIO: Gs 24,1-13; Sal 135; Mt 19,3-12

 

Vangelo Mt 19,3-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque, l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?». Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio». Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi».  Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti, vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca». Parola del Signore

 

PER LA DUREZZA DEL VOSTRO CUORE MOSÈ HA PERMESSO DI RIPUDIARE LA PROPRIA MOGLIE, MA DA PRINCIPIO NON FU COSI'.  

Come ai tempi di Gesù, anche oggi ritorna la stessa domanda: in campo di etica e morale sessuale familiare bisogna essere lassisti, permissivi o rigoristi? Si può chiedere a una persona di vivere tutta una vita sacrificata per salvare un principio?

Ma il buon Dio che cosa vorrà in realtà da noi?

Gesù non aveva presente ancora tutte le difficoltà e problematiche di oggi, anzi viveva in una società con mentalità e ordinamenti diversi (pensate che il giudeo non impotente era obbligato a sposarsi), ma da dei principi che possono essere validi per ogni tipo di scelta. 1) Guardare a Dio e confrontarsi con la sua parola. 2) Guardare al matrimonio non dal punto di vista legalistico (in certi casi diventa insopportabile) ma dal punto di vista dell'amore vero. Per chi ama davvero ogni legge è superata: "Ama e fa' ciò che vuoi”.

 

 

SABATO 19 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni Eudes; S. Sisto III

Una scheggia di preghiera:

 

PRENDICI PER MANO E GUIDACI: SENZA DI TE SIAMO NULLA.

 

HANNO DETTO: La caratteristica del discepolo è l'intuizione, il saper vedere Gesù pur nella nebbia del mattino e da lontano. (Carlo Maria Martini)

SAGGEZZA POPOLARE: Le tegole che ci riparano dalla pioggia sono state fatte quando c'era il bel sole. (prov. cinese)

UN ANEDDOTO: Nel vocabolario di D'Annunzio mancava la parola parsimonia. Ad un gruppo di frati francescani il poeta spiegava la sua eccezionale affinità e congenialità che egli credeva di avere col Poverello d'Assisi. “Come tu, che hai tanto orgoglio, pretendi rassomigliare al nostro San Francesco che era tutto umiltà?” Il poeta al frate che non aveva peli sulla lingua fece notare che i cenci del santo erano foderati di porpora. Il monaco impulsivo ribatté rapido: “Sì, sì, ma san Francesco aveva nelle mani le stimmate e tu hai semplicemente le mani bucate.”

PAROLA DI DIO: Gs 24,14-29; Sal 15; Mt 19,13-15

 

Vangelo Mt 19,13-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli». E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là. Parola del Signore

 

NON IMPEDITE CHE I BAMBINI VENGANO A ME; A CHI È COME LORO, INFATTI, APPARTIENE IL REGNO DEI CIELI”.

Gesù indica i bambini come i privilegiati del Regno dei cieli, mentre nella società di allora essi erano considerati esseri insignificanti. È un invito alla piccolezza e alla semplicità, anzi il Vangelo ci propone questo paradosso: nella vita della fede diventiamo adulti solo nella misura in cui non tradiamo il ragazzino che è in noi. Seguire le vie del proprio cuore significa essere fedeli al fanciullo che dobbiamo essere, che dobbiamo diventare. Soltanto il fanciullo “sa” tutto di noi. Proprio perché ignora le operazioni meschine, le riduzioni, i calcoli, il gioco degli opportunismi, la diplomazia. Lasciamoci dunque guidare dal fanciullo che è in noi. Lui non sbaglia. Ci conduce con sicurezza nella strada del Regno.

 

 

DOMENICA 20 AGOSTO: 20^ DOMENICA ORDINARIA ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: S. Bernardo; S. Filiberto

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, RAFFORZA LA NOSTRA FIDUCIA IN TE.

 

HANNO DETTO: Bisogna arrivare a credere come ha creduto la Madonna per amare come ha amato Lei! (Edward Poppe)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi si veste con l'abito altrui, sarà presto in camicia. (proverbio piemontese)

UN ANEDDOTO: Un calzolaio incapace, finito in miseria, aveva cominciato a esercitare l’arte medica in una località dove non era conosciuto e andava vendendo un antidoto spacciato con un falso nome; così divenne famoso grazie alle sue astute chiacchiere. Allora il sovrano della città, costretto a letto e logorato da una grave malattia, per metterlo alla prova, chiese una coppa; quindi, versata dell’acqua, simulando di mescolare una dose di veleno insieme al suo antidoto, gli ordinò di berlo tutto, con la promessa di un premio. A quel punto, temendo la morte, il calzolaio confessò di avere conquistato la fama di medico non per una qualche conoscenza di quest’arte, quanto piuttosto per la stoltezza del popolo. Il sovrano convocò il popolo in assemblea e così parlò: «Ma quanto siete sciocchi? Ne avete consapevolezza voi, che non avete incertezza nell’affidare le vostre teste a uno a cui nessuno ha dato i propri piedi da calzare?». (Esopo)

PAROLA DI DIO: Is 56,1.6-7; Sal 66; Rm 11,13-15.29-32; Mt 15,21-28

 

Vangelo Mt 15,21-28

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini».  vero, «ÈSignore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita. Parola del Signore

 

“E’ VERO, SIGNORE, DISSE LA DONNA, MA ANCHE I CAGNOLINI SI CIBANO DELLE BRICIOLE CHE CADONO DALLA TAVOLA DEI PADRONI”.

Da sempre, questa donna del Vangelo, ha destato la mia ammirazione. È una povera donna con una figlia malata. È andata a cercare Gesù. Sa di essere straniera, quindi non può accampare neppur la presunzione di un diritto, non si limita a parlare ma grida, non si lascia smontare dalla crudezza della risposta di Gesù, gli risponde umilmente ma a tono, strappa il miracolo e ottiene anche un elogio di Gesù: “Donna, davvero grande è la tua fede!”.

Qualche giorno fa, un signore che il mondo considera di alta cultura, con sufficienza e sarcasmo diceva: “La fede cristiana è un fatto di donnicciole”. Ebbene: vorrei essere come quella “donnicciola” del Vangelo!

 

 

LUNEDI’ 21 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Pio X; S. Ciriaca; S. Privato

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI LA MIA VITA, ALTRO IO NON HO.

 

HANNO DETTO: Qualsiasi marmocchio può uccidere una pulce: tutti gli studiosi delle accademie del mondo non sono in grado di crearne una. (Albert Einstein)

SAGGEZZA POPOLARE: Per quanto allunghi il collo, l'oca non diverrà mai cigno.

UN ANEDDOTO: È nella solitudine che possiamo riflettere meglio sui nostri problemi. Se non riuscite a trovare la solitudine, cominciate a raccontare i vostri problemi agli amici. Spesso la solitudine non tarderà a venire.

PAROLA DI DIO: Gdc 2,11-19; Sal 105; Mt 19,16-22

 

Vangelo Mt 19,16-22

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!». Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze. Parola del Signore

 

“SE VUOI ESSERE PERFETTO, VA’, VENDI QUELLO CHE POSSIEDI, DALLO AI POVERI, POI VIENI E SEGUIMI”.

Questa preghiera di Umberto de Vanna mi sembra significativa nel commentare la pagina evangelica del ricco che viene invitato a vendere tutto per seguire Gesù: “Era ricco, aveva ragazze, onori, soddisfazioni. Il suo sapere era grande, ma la sua sapienza poca: il suo cuore triste, sommerso da tante banalità era come un naufrago alla ricerca di un appiglio per salvarsi. Poi ha capito che Tu sei l’essenziale e che Tu solo potevi riempire il suo cuore: per te ha “svenduto” i suoi idoli, ha messo il suo tempo, il suo denaro, la sua cultura a servizio degli altri. Signore, da’ anche a noi la coscienza di ciò che vale realmente e la capacità di raggiungerlo attraverso la liberazione dall’egoismo”.

 

 

MARTEDI’ 22 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: B.V. Maria Regina; S. Filippo Benizi

Una scheggia di preghiera:

 

OGNI COSA È BENE SE VIENE DA TE E A TE RITORNA.

 

HANNO DETTO: Meglio un diamante con un difetto che un sasso perfetto. (Confucio)

SAGGEZZA POPOLARE: Aiuta la barca di tuo fratello e la tua raggiungerà la riva. (Proverbio indù)

UN ANEDDOTO: Nel corso di una tavola rotonda in una trasmissione radiofonica è stata posta una domanda: “Qual è la frase più gradita che una persona possa sentirsi dire?” La risposta migliore emersa dopo lunghe discussioni è stata quella di una giovane donna: “Sentire il proprio marito dire alle tre di notte, quando il bambino piange: “Non alzarti, vado io”.

PAROLA DI DIO: Gdc 6,11-24a; Sal 84; Mt 19,23-30

 

Vangelo Mt 19,23-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa, dunque, ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi». Parola del Signore

 

"E' PIÙ FACILE CHE UN CAMMELLO PASSI PER LA CRUNA DI UN AGO, CHE UN RICCO ENTRI NEL REGNO DEI CIELI".

Che cosa condanna allora Gesù? Non certamente i beni di questa terra in sé, ma chi è attaccato ad essi. E perché? È chiaro: perché tutto appartiene a Dio e il ricco invece si comporta come se le ricchezze fossero sue. Il fatto è che le ricchezze prendono facilmente nel cuore umano il posto di Dio e accecano e facilitano ogni vizio. Paolo, l'Apostolo, scriveva: "Coloro che vogliono arricchire, cadono nella tentazione, nel laccio e in molte bramosie insensate e funeste, che fanno affogare gli uomini in rovina e perdizione. L'attaccamento al denaro, infatti, è la radice di tutti i mali; per il suo sfrenato desiderio alcuni hanno deviato dalla fede e si sono da sé stessi tormentati con molti dolori”. Quale allora l'atteggiamento di chi possiede? Occorre che egli abbia il cuore libero, totalmente aperto a Dio, che si senta amministratore dei suoi beni e sappia, come dice Giovanni Paolo II, che sopra di essi grava un'ipoteca sociale. I beni di questa terra, non essendo un male per sé stessi, non è il caso di disprezzarli, ma bisogna usarli bene. Non la mano, ma il cuore deve star lontano da essi. Si tratta di saperli utilizzare per il bene degli altri.

 

 

MERCOLEDI’ 23 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Rosa da Lima; S. Flaviano

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, GESU' PERCHE CI CHIEDI DI LAVORARE NEL TUO REGNO.

 

HANNO DETTO: Non cercare il favore della moltitudine: raramente esso si ottiene con mezzi leciti e onesti. Cerca piuttosto l’approvazione dei pochi; ma non contare le voci, soppesale. (Immanuel Kant)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi per caso viene in possesso di un’ingente somma di denaro sarà o molto felice o molto infelice. (Proverbio cinese)

UN ANEDDOTO: Avviso affisso nelle camere di un grande albergo frequentato soprattutto da uomini di affari internazionali: “Se non potete dormire, non attribuite subito la colpa al letto. Cominciate a fare un esame di coscienza”

PAROLA DI DIO: Gdc 9,6-15; Sal 20; Mt 20,1-16

 

Vangelo Mt 20,1-16

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dà loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.  Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi». Parola del Signore

 

“DISSERO AL PADRONE: QUESTI ULTIMI HANNO LAVORATO UN’ORA SOLTANTO E LI HAI TRATTATI COME NOI, CHE ABBIAMO SOPPORTATO IL PESO DELLA GIORNATA E IL CALDO”.

Ci sono dei cristiani i quali credono che la religione consista in ciò che essi danno a Dio. Ci sono cristiani il cui esame di coscienza, la sera, più che a un inventario dei debiti contratti con Dio, assomiglia ad un inventa-rio dei debiti che Dio ha nei loro riguardi. Presentano un conto dettagliato. E, se potessero, allungherebbero il collo per controllare che il Padrone abbia registrato tutto, abbia segnato accuratamente ogni, loro opera buona. Mentalità da mercenari, incapacità congenita a considerarsi “servi inutili”. Non capiscono che è pericoloso esigere da Dio “ciò che è giusto” (che pretesa assurda chiedere dei conti a Dio! E se Lui, a sua volta, chiedesse dei conti a noi, con estremo rigore, come ce la caveremmo?). Il vero operaio, secondo il cuore del Signore, è quello che si disinteressa del salario. Che trova la propria gioia nel poter lavorare per il Regno.

 

 

GIOVEDI’ 24 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Bartolomeo Ap.; S. Giovanna Antida Thouret

Una scheggia di preghiera:

 

DONA AI CRISTIANI, SIGNORE, DI TESTIMONIARE LA LORO FEDE CON LE OPERE.

 

HANNO DETTO: La gente è strana: si infastidisce sempre per cose banali, e poi dei problemi gravi come il totale spreco della propria esistenza, sembra accorgersene a stento. (Charles Bukowski)

SAGGEZZA POPOLARE: Cadendo, la goccia scava la pietra, non per la sua forza, ma per la sua costanza. (Lucrezio)

UN ANEDDOTO: Quando il cammello fu visto per la prima volta, gli uomini, presi da paura, anzi da terrore, per la sua mole, si diedero alla fuga. Ma quando, tempo dopo, si resero conto che era un animale mite, presero coraggio fino al punto che gli si avvicinarono. Quando, poco alla volta, si resero conto che questo animale non riesce a adirarsi, arrivarono a un tale disprezzo che, mettendogli intorno al collo delle briglie, lo diedero da condurre ai bambini. La favola dimostra che l’abitudine ridimensiona quanto ci incute timore. (Esopo)

PAROLA DI DIO: Ap 21,9b-14; Sal 144; Gv 1,45-51

 

Vangelo Gv 1,45-51

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nazareth». Natanaèle gli disse: «Da Nazareth può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù, intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbi, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo». Parola del Signore

 

“VIENI E VEDI”

Se posso esprimere un pensiero personale, a me sembra che gli uomini di oggi abbiano particolarmente desiderio di Dio, di fede; forse proprio perché il mondo ha cercato di addormentarci con le cose, queste spesso non bastano più. L’annuncio della Buona notizia, dell’amore di Gesù, della sua liberazione vengono a rispondere a tante domande dell’uomo di oggi ma egli ha bisogno di vedere più che di sentire, ha bisogno di vedere una Chiesa che non pensa e parla troppo di se stessa, ma che parlando di Cristo opera a favore dell’uomo; ha bisogno di vedere dei cristiani non troppo attaccati ai soldi e alle cose, non troppo uniformati al mondo; ha bisogno estremo di vedere sul mio volto la gioia della mia fede, ha bisogno di trovare non una serie di norme ma persone  che con libertà e grande coraggio fanno delle scelte anche difficili; ha bisogno di trovare dei segni, i Sacramenti,  che non addormentano in liturgie stantie, ma che indicano davvero e concretamente ciò che significano. Quante volte nella mia esperienza di parroco ho incontrato persone desiderose di fare l’esperienza di Cristo, ma spesso davanti al “Vieni e vedi” ho con amarezza dovuto vedere queste stesse persone recedere, non perché non fossero venute, ma perché non si sono sentite accolte da chi c’era, perché hanno trovato preti buoni predicatori ma privi di umanità, perché hanno visto comunità litigiose per un pezzetto di potere. Filippo poteva essere sicuro di dire a Natanaele: “Vieni e vedi”, perché lo portava da Gesù in persona; anche noi ci fidiamo di Gesù, ma Gesù può fidarsi di ciò che noi facciamo vedere di Lui?

 

 

VENERDI’ 25 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Luigi (Ludovico) IX; S. Giuseppe Calasanzio

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU CONOSCI I SENTIMENTI DEL NOSTRO CUORE.

 

HANNO DETTO: Se un uomo è gentile con uno straniero, mostra d’essere cittadino del mondo, e il cuor suo non è un’isola, staccata dalle altre, ma un continente che le riunisce. (Francis Bacon)

SAGGEZZA POPOLARE: Più una donna si guarda nello specchio, meno vede la casa.

UN ANEDDOTO: Ecco la definizione di sogno data da un bambino: “Il cinema mentre dormi”.

PAROLA DI DIO: Rt 1,1.3-6.14b-16.22; Sal 145; Mt 22,34-40

 

Vangelo Mt 22,34-40

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti». Parola del Signore

 

“UN DOTTORE DELLA LEGGE, LO INTERROGÒ PER METTERLO ALLA PROVA: «MAESTRO, NELLA LEGGE, QUAL È IL GRANDE COMANDAMENTO?”

Domanda assurda, quella di questo dottore della legge, quasi come domandare se l’acqua è bagnata. Ogni buon ebreo ripeteva per almeno 4 o 5 volte al giorno la frase: “Ricorda Israele, il Signore è il tuo solo Dio, amerai Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente, con tutta la tua vita”, quindi sapevano benissimo qual era il comandamento. Anche noi abbiamo la bocca piena di parole di amore, sappiamo benissimo che amare Dio e il prossimo è la chiave della vita, ma poi? Ogni cristiano che vada a Messa se lo sente ripetere in ogni celebrazione, chi dice le preghiere ogni giorno ripete al Signore “Ti amo con tutto il cuore”, ma è proprio vero? Forse proprio l’abitudine a certe frasi, a certe parole che consideriamo scontate le fa scivolare su di noi come l’acqua sulla pietra; finita l’acqua, un raggio di sole, e tutto è perfettamente asciutto e impermeabile.

 

 

SABATO 26 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Anastasio; S. Eleuterio

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', IN TUTTI C'E' QUALCOSA DI BUONO, DI TUO.

 

HANNO DETTO: Io non credo all’età. Tutti i vecchi portano negli occhi un bambino e i bambini a volte ci osservano come saggi anziani. (Pablo Neruda)

SAGGEZZA POPOLARE: Un sorriso costa meno dell'elettricità, ma dona più luce.

UN ANEDDOTO: A un gruppo di ragazzi è stato chiesto di rispondere per scritto a questa domanda: “Qual è la cosa più bella che mio padre ha fatto per me?” Una delle risposte è stata: “Sposare mia madre”.

PAROLA DI DIO: Rt 2,1-3.8-11; 4,13-17; Sal 127; Mt 23,1-12

 

Vangelo Mt 23,1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filatteri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbi” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbi”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato». Parola del Signore

 

"SULLA CATTEDRA DI MOSE' SI SONO SEDUTI GLI SCRIBI E I FARISEI".

Questo brano di Vangelo è una dura presa di posizione di Gesù e della comunità primitiva nei confronti non solo del giudaismo farisaico ma anche da certi errori tipici dei credenti e dei cristiani di ogni tempo, specialmente di coloro che hanno posti rilevanti e di autorità all'interno della comunità stessa. Gesù non mette in discussione l'autorità di certi maestri e la legittimità del loro insegnamento, né invita alla disobbedienza, avverte soltanto di non copiare la loro condotta. Ciò che viene loro rimproverato non è la dottrina ma l'ipocrisia, cioè, sono degli insegnanti inappuntabili e irreprensibili sul piano dell'ortodossia, ma modelli improponibili. I discorsi vanno in un senso e i fatti nella direzione opposta, le loro azioni smentiscono le loro parole. Quanto è facile anche oggi incontrare persone di questo calibro. Prova ad entrare in una comunità, in una parrocchia, in una riunione di gruppo. Siccome sei nuovo, taci ed ascolti e sei subito colpito da due o tre personaggi che sembrano mettersi in gara tra loro nel dire cose meravigliose, evangeliche, confortate da citazioni (più o meno esatte, questo conta poco, ma fa effetto) della Bibbia e dei Padri della Chiesa. Sono zelanti, hanno proposte per tutti: la missione parrocchiale, il gruppo per gli anziani, l'impostazione dell'oratorio, la predicazione del sacerdote ("Tra l'altro non sarà meglio invitare il predicatore tal dei tali che va per la maggiore, così cambiamo un po' voce?"). Non puoi che essere ammirato davanti a queste persone. "Mi sento piccolo, incapace davanti a loro! Chissà dove troveranno tutto il tempo per interessarsi di poveri, ammalati, oratorio, missione, predicazione…" Poi, magari poco per volta, entri nella comunità e ti accorgi che ad occuparsi di poveri sono due brave vecchiette che fanno quello che possono, ad occuparsi dei giovani quel ragazzo che in assemblea non ha parlato, che quelli che hanno parlato di missione sono sì disposti a fare qualche predica ma non ad andare a cercare e curare le pecorelle sia quelle smarrite che quelle che non la pensano come loro.

 

 

DOMENICA 27 AGOSTO: 21^ DOMENICA ORDINARIA ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: S. Monica; S. Rufo; S. Narno

Una scheggia di preghiera:

 

TI RINGRAZIAMO, SIGNORE, PER TUTTI COLORO CHE CI HANNO AIUTATO NEL CAMMINO DELLA FEDE.

 

HANNO DETTO: L’amore non muore mai di morte naturale. Muore per abbandono, per cecità, per indifferenza, per averlo dato per scontato, per non essere stato coltivato. (Anaïs Nin)

SAGGEZZA POPOLARE: Cielo sopra, terra sotto, fuoco dentro.

UN ANEDDOTO: Una critica pungente è quella che mi è venuta una volta dal mio bambino più piccolo: Fu il risultato di una di quelle domande imbarazzanti che i bambini pongono tanto spesso. “Che cosa dicono le persone quando si sposano?”, mi chiese. “Promettono di volersi bene e d'essere gentili l'una con l'altra”, risposi. Dopo averci pensato un po', il mio figlioletto aggiunse: “Tu non sei sempre sposata, è vero, mamma?”

PAROLA DI DIO: Is 22,19-23; Sal 137; Rm 11,33-36; Mt 16,13-20

 

Vangelo Mt 16,13-20

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. Parola del Signore

 

A TE DARÒ LE CHIAVI DEL REGNO DEI CIELI

Gesù torna al Padre, ma prima invita i discepoli a continuare la sua opera di liberazione e di consolazione. “Allora essi partirono…”: riconoscere in Gesù il Signore della nostra vita, ci mette in movimento, ci apre all’altro per condividere il dono ricevuto. Un servizio della gioia nel quale non si è soli: Gesù cammina sulle nostre gambe, ci accompagna. Servizio della gioia da vivere e svolgere “dappertutto”, dovunque c’è un cuore spezzato o una vita ferita. La Chiesa è in uscita fin dagli inizi, ed esce incontro agli altri: non si accartoccia su sé stessa, neanche sulla stessa fede. La fede è per natura sua “squilibrata”: chiede sempre un passo avanti, un passo verso l’altro. Di essere donata.

 

 

LUNEDI’ 28 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Agostino; S. Fiorentina di Cartagena; S. Vicinio

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', SII TU L'UNICA GUIDA DELLA NOSTRA VITA.

 

HANNO DETTO: Non lasciare che il comportamento degli altri distrugga la tua pace interiore. (Dalai Lama)

SAGGEZZA POPOLARE: Il senso comune è il meno comune dei sensi.

UN ANEDDOTO: L'esperto di statistica è colui secondo il quale, tenendo la testa nel forno e i piedi nel frigorifero, si gode una temperatura media ideale.

PAROLA DI DIO: 1Ts 1,1-5.8b-10; Sal 149; Mt 23,13-22

 

Vangelo Mt 23,13-22

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geenna due volte più di voi. Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra, e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso». Parola del Signore

 

“GUAI A VOI GUIDE CIECHE”.

Quando sentiamo Gesù parlare di guide cieche, facilmente ci vengono in mente tutta una serie di esempi concreti, da certe guide politiche che l’unica cosa che vedono sono i propri interessi a quegli ignoranti che credendosi dotti hanno sempre da propinare agli altri i propri consigli, da chi ha usato il ruolo della propria autorità per diventare autoritario e imporre se stesso, a chi aggrappandosi al suo piccolo ruolo magari nel proprio posto di lavoro, pretende obbedienza cieca e assoluta  non tenendo assolutamente conto dell’esperienza e delle persone che ha davanti. Purtroppo, poi è facile vedere esempi di guide cieche anche nella Chiesa. Eppure, la Chiesa ha un mandato formativo di estrema delicatezza. Essa deve formare non solo dei cittadini ma dei santi, aiutando le persone, una per una, a vivere “come si addice ai santi”, ma per far questo l’educatore deve essere a sua volta ‘santo’. Paolo spiegava questo dicendo: “Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo” E allora scopriamo che tutti siamo chiamati in causa, che tutti possiamo essere o guide illuminate o guide cieche: padri e madri a cui Dio affida le creature nuove perché le educhino a Lui e non le corrompano (affermando di educarle); sacerdoti e consacrati, laici e laiche impegnati nei più svariati tipi di animazione culturale, dalla scuola ai mass-media, dalla catechesi alla conduzione di gruppi, movimenti, associazioni. A tutti è rivolto il monito del Signore affinché con l’esempio della nostra vita possiamo diventare modelli di ciò che crediamo. San Giovanni Crisostomo scriveva: “Non ci sarebbe bisogno di maestri se noi predicassimo con le nostre opere. Svegliamoci! mostriamo sulla terra una via al cielo”

 

 

MARTEDI’ 29 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Martirio di S. Giovanni Battista; S. Adelfo

Una scheggia di preghiera:

 

SII TU, GESU', SOSTEGNO NELLA PROVA.

 

HANNO DETTO: Se continuiamo a pensare a tutti i modi in cui gli altri ci hanno tradito, deluso, ingannato o fatto arrabbiare, il nostro cuore sarà per sempre pieno di odio. Impariamo a lasciare andare, ad essere felici. (Buddha)

SAGGEZZA POPOLARE: Il cielo non è meno blu perché il cieco non riesce a vederlo.

UN ANEDDOTO: Un cammello, dopo aver visto un toro orgoglioso delle sue corna, essendo pieno di invidia, desiderò anch’egli averne di simili. Perciò andò da Zeus e lo supplicò di fornirgli le corna. D’altra parte, Zeus, sdegnato nei suoi confronti perché non era soddisfatto per la grandezza del corpo e per la forza, ma era desideroso di avere ancora di più, non solo non gli diede le corna, ma gli tolse anche una parte delle orecchie. Così molti che invidiano gli altri a causa della loro avidità senza accorgersene perdono le proprie qualità. (Esopo)

PAROLA DI DIO: Ger 1,17-19; Sal 70; Mc 6,17-29

 

Vangelo Mc 6,17-29

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodiade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni, infatti, diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodiade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodiade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro. Parola del Signore

“ERODE AVEVA MANDATO AD ARRESTARE GIOVANNI E LO AVEVA MESSO IN PRIGIONE”.

Il più grande uomo vissuto. Un complimento così ci fa riflettere, ovviamente. Ancora di più se a farlo è Gesù in persona. Giovanni Battista, di cui oggi celebriamo il cruento assassinio, è un modello di umanità compiuta, un gigante della coerenza, un asceta integerrimo. Di lui sappiamo poco: vive nel deserto di Giuda in attesa del Messia, accoglie i penitenti che dalla ricca Gerusalemme scendono da lui per un bagno di conversione nel Giordano. La sua è una vita dura, essenziale, improntata al servizio totale nei confronti dell’annuncio del Regno. Non ha paura di nessuno, non appartiene a nessuna scuola di pensiero, tiene testa ai dottori del tempio e ai devoti. Ha una parola sferzante per tutti, uno schiaffo morale che spinge le persone a pentirsi, a cambiare atteggiamento, a interrogarsi. Pochi sanno che, al tempo di Gesù, la fama del Battista era maggiore di quella del Nazareno e per un certo periodo i discepoli di Gesù dovettero confrontarsi con quelli di Giovanni. Anche la sua morte è vissuta all’insegna della coerenza e della testimonianza. Chiediamo a Giovanni di essere capaci di donare tutto alla causa del Regno, senza tirarci indietro davanti a nulla.

 

 

MERCOLEDI’ 30 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Margherita Ward

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, NON DOMANI MA OGGI E' LA GRAZIA PER ME.

 

HANNO DETTO: Il tempo scappa di mano, ancor più della ricchezza. Non c’è banca che possa tenere al sicuro questa cosa così preziosa, che spendiamo così prodigalmente in banalità. (Wilbur Smith)

SAGGEZZA POPOLARE: Dimenticare il proprio scopo è la forma più comune di stupidità.

UN ANEDDOTO: - Che cosa ne pensa, signora, degli idioti? - chiesero un giorno a Marguerite Hessein de La Sablière, signora molto arguta e spiritosa. - Dipende dai conquibus - rispose. - Cioè? Un’idiota facoltoso è un ricco; un idiota povero è un idiota!

PAROLA DI DIO: 1Ts 2,9-13; Sal 138; Mt 23,27-32

 

Vangelo Mt 23,27-32

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”. Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri». Parola del Signore

 

“ASSOMIGLIATE A SEPOLCRI IMBIANCATI: ALL’ESTERNO APPAIONO BELLI, MA DENTRO SONO PIENI DI OSSA DI MORTI E DI OGNI MARCIUME”.

Ho partecipato tante volte a funerali di parenti, conoscenti, amici. Quanti fiori! E pensare che forse nessuno ha mai pensato di offrirgliene, non dico un mazzo, ma uno solo, che quella persona avrebbe sicuramente gradito nei molti compleanni, onomastici, ricorrenze vissute senza che alcuno si facesse vivo. Glieli portano ora che non può più godere del loro profumo, estasiarsi dei loro colori, gioire del pensiero gentile. Soprattutto quanti elogi, mormorati a fior di labbra, scritti sulle epigrafi, risuonanti nei discorsi. Sono sicuro che “il caro estinto” non si sarebbe neppur sognato di riceverne tanti e neppure di meritarli. Credo che la metà, un decimo delle lodi, dei rimpianti, dei ringraziamenti che vengono detti ora che non li può udire, lo avrebbero aiutato, incoraggiato in tanti momenti difficili della sua vita; avrebbero riportato il sorriso sulle sue labbra sentendosi amato!

Molti funerali sono autentiche commedie, manifestazioni di vera ipocrisia, spesso anche di un senso di colpa, di rimorso, per aver mortificato nobilissimi sentimenti che albergavano in fondo al cuore e non hanno trovato la via per esprimersi.”

 

 

GIOVEDI’ 31 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Aristide; S. Raimondo Nonnato

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI PRESTO, SIGNORE GESU'.

 

HANNO DETTO: Tutti dicono che l’amore fa male. Non è vero. La solitudine fa male. Il rifiuto fa male. Perdere qualcuno fa male. Tutti confondono queste cose con l’amore, ma in realtà, l’amore è l’unica cosa in questo mondo che copre tutto il dolore e ci fa sentire ancora meravigliosi. (Oscar Wilde)

SAGGEZZA POPOLARE: Il passato è dietro, impara da esso. Il futuro è avanti, preparati. Il presente è qui, vivi.

UN ANEDDOTO: È una follia odiare tutte le rose perché una spina ti ha punto, abbandonare tutti i sogni perché uno di loro non si è realizzato, rinunciare a tutti i tentativi perché uno è fallito. È una follia condannare tutte le amicizie perché una ti ha tradito, non credere in nessun amore solo perché uno di loro è stato infedele, buttare via tutte le possibilità di essere felici solo perché qualcosa non è andato per il verso giusto. Ci sarà sempre un'altra opportunità, un'altra amicizia, un altro amore, una nuova forza. Per ogni fine c'è un nuovo inizio.

PAROLA DI DIO: 1Ts 3,7-13; Sal 89; Mt 24,42-51

 

Vangelo Mt 24,42-51

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo. Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni. Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti». Parola del Signore

 

“VEGLIATE DUNQUE…”.

L’uomo vive in perenni contraddizioni, infatti, abbiamo la presunzione di vivere sulla terra come se essa fosse l’unica e definitiva dimora per noi, mentre quotidianamente sperimentiamo la fragilità e precarietà del nostro essere. Quando Gesù ci invita alla vigilanza non vuole dunque suscitare in noi la paura o il timore dello sconosciuto, vuole soltanto riportarci alle dimensioni vere del nostro vivere. La vita è un dono, la creazione, la terra, la materia sono un dono ma non sono ancora “il dono”. Il dono vero è il Signore che porta a compimento le sue promesse e che realizza appieno il Suo Regno. Noi, dunque, non siamo i padroni della terra, della vita, siamo invece persone che usufruendo di questi doni attendono con fiducia operosa il compimento della promessa. Se davvero avessimo compreso questa dimensione del cristianesimo saremmo molto più sereni, preoccupati per le cose di questa terra ma nella giusta misura, molto più capaci di vivere la vita e non di lasciarcela scorrere sulle spalle, in attesa non della morte o del peggio, ma del meglio e dell’eterno, non con la paura di un giudice tremendo, ma con il desiderio di operare perché l’incontro con l’Amico che viene sia ancora più bello e partecipato da tanti fratelli. Alcuni anni fa un intervistatore poneva a tutti i suoi ospiti la domanda: “Che cosa c’è dietro l’angolo” e ciascuno si affrettava a dire le sue preoccupazioni e le sue speranze. Se facessero a noi questa domanda potremmo rispondere che dietro l’angolo c’è Gesù che mi attende con le braccia aperte.

     
     
 

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