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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

LUGLIO 2023

 

SABATO 1° LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Ester; San Nicasio Burgio.

Una scheggia di preghiera:

 

DI' SOLTANTO UNA PAROLA E SARO' GUARITO.

 

HANNO DETTO: La normalità è una strada lastricata: è comoda per camminare, ma non vi cresce nessun fiore. (Vincent van Gogh)

SAGGEZZA POPOLARE: Il troppo e il troppo poco, rompono la festa e il gioco.

UN ANEDDOTO: Quando dici: "Non ce la faccio a risolvere i miei problemi..." Dio ti dice "Io guido i tuoi passi".
Quando dici: "E' impossibile..." Dio ti dice "Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio".
Quando dici: "Mi sento molto solo..." Dio ti dice "Non ti lascerò e non ti abbandonerò".
Quando dici: "Non merito perdono..." Dio ti dice "Io ti perdono". 

Quando dici: "Ho paura..." Dio ti dice "Non temere, perché io sono con te".
Quando dici: "Sono molto stanco..." Dio ti dice "Io ti ristorerò". 

Quando dici: "Non so come andare avanti..." Dio ti dice "Io ti indicherò il cammino".
Quando ti domandi... "Quale è la via che mi conduce a te...?" Dio ti risponde: "Il mio Figlio amato Gesù Cristo". (Silvano del monte Athos)

PAROLA DI DIO: Gen 18,1-15; Cant. Lc 1,46-55; Mt 8,5-17

 

Vangelo Mt 8,5-17

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, entrato Gesù in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito. Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva. Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: “Egli ha preso le nostre infermità e si è caricato delle malattie”.  Parola del Signore

 

“GESU’ GLI DISSE: IO VERRO’ E LO CURERO’”.

Con questa frase che Gesù dice al centurione venuto a chiedere la guarigione del suo servo, si può configurare il mistero della incarnazione del Figlio di Dio. Al Padre che, dopo aver mandato patriarchi e profeti per il suo popolo, chiede: “Chi manderò?”, Gesù risponde: “Manda me”. Gesù è il Figlio che compie la volontà del Padre e che ama immensamente gli uomini, per questo dice: “Verrò e lo curerò”. Ma noi uomini, abbiamo intenzione di lasciarci curare? O meglio, sappiamo di essere malati, bisognosi di cure? Se penso di essere sano, non ho bisogno di un medico, se penso di essere malato ma di avere la capacità di curarmi da solo, non ho bisogno di un medico; ma se mi accorgo di essere malato, di non sapermi o potermi curare da solo, allora sento il bisogno di un medico bravo che mi guarisca. L’uomo è malato. Il suo animo ha bisogno di qualcosa di grande, non gli sono sufficienti le risposte di questo mondo, egli è malato di eternità, di desiderio di bellezza, di giustizia, di verità, di amore. L’uomo ci prova a guarirsi da solo con il materialismo, con le filosofie, perfino con le religioni. Sono tutte medicine insufficienti anzi, avvelenano più che guarire. Se abbiamo capito questo, allora, anche noi ci chiediamo: “Chi verrà a guarirci? Chi ci salverà dal male e dal Maligno?”  E anche a noi, con la sua incarnazione Gesù risponde: “Verrò io e vi guarirò”.

 

 

DOMENICA 2 LUGLIO: 13^ DOMENICA ORDINARIA ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: S. Bernardino Realino; S. Lidano

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' MI FIDO DELLE TUE PAROLE.

 

HANNO DETTO: L’arte da imparare in questa vita non è quella di essere invincibili e perfetti, ma quella di saper essere come si è, invincibilmente fragili e imperfetti. (Alessandro D’Avenia)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi in presenza ti teme, in assenza ti nuoce.

UN ANEDDOTO: “All'inizio del suo regno fu presentata a Umberto I di Savoia, chiamato 'il re buono' per l'impegno dimostrato in occasione di sciagure nazionali, la supplica di un condannato che chiedeva la grazia. A margine, il ministro competente aveva scritto: 'Grazia impossibile, lasciarlo al penitenziario'. Umberto I spostò semplicemente la virgola: 'Grazia, impossibile lasciarlo al penitenziario.' Dopodiché, lieto di essere dello stesso parere del ministro, scrisse sotto la domanda: 'Concessa'.”

PAROLA DI DIO: 2Re 4,8-11.14-16a; Sal 88; Rm 6,3-4.8-11; Mt 10,37-42

 

Vangelo Mt 10,37-42

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto. E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa». Parola del Signore

 

“CHI AMA IL PADRE O LA MADRE PIU’ DI ME NON È DEGNO DI ME…”.

Questo brano di Vangelo risulta di inaudita lontananza dalla nostra realtà. Questo Gesù che chiede il primo posto, prima degli affetti, questo Gesù che ci chiede di entrare nel mistero della sofferenza, questo Dio che ci chiede di perderci, lascia sbigottiti. È possibile vivere ciò che il Signore chiede? È davvero realizzabile quanto il Signore vuole? Misurando, con un po' di sano realismo e di autenticità, questa parola con la nostra vita, non si può che restare scoraggiati. Eppure, non credo che la Buona Notizia scoraggi, non penso che il Vangelo, che è proposta di vita, stile di libertà, pienezza di amore, ci ponga degli obiettivi così irraggiungibili. La prima reazione, leggendo la Parola, è quella di sentirci inadeguati. Il Signore, invece, ci chiede di spostare lo sguardo da noi a lui. Invece di dire: "non è possibile essere cristiani in questo modo!", il Signore ci chiede di dargli fiducia. Allora la Parola s’illumina, e mi chiedo: ma colui che pretende così tanto, questo Signore così esigente, cosa ci propone in cambio? Il Signore si presenta come colui che è più dei nostri affetti, più della sofferenza, più della vita stessa. Dio si presenta come il tutto, mantiene ciò che promette, gioca a chi è più generoso. Sì, questa pagina deve gonfiare il nostro cuore di gioia. Non perché sentiamo che le cose che il Signore ci chiede sono irraggiungibili. No. Ma perché se ce lo chiede è che la sua presenza è di più! Intuisco, allora, quanto grande dev'essere la presenza del Signore nel cuore di chi crede sul serio. Intuisco, barlume nella mia mediocrità, Ma: come arrivare a tanto? Accogliendo, ci dice il Vangelo. Accogliendo chi porta la Parola senza pregiudizi, con semplicità e fede. Come accogliamo la Parola? Come accogliamo chi ce l'annuncia? Sempre così pronti a fermarci a chi ne parla, piuttosto che ad ascoltare il contenuto. Esiste una chiusura di cuore (la più terribile!) che ci impedisce di accogliere il Vangelo perché scandalizzati o infastiditi da chi l'annuncia. "Ma come, questo prete, questo cristiano, così incoerente mi parla in questo modo di Dio?". E così sbarriamo il cuore alla Parola, impediamo a Dio di agire nella nostra vita. Accogliere significa fidarsi. Accogliere significa abbattere i propri muri per finalmente intravedere la pienezza dell'amore. Gesù ci suggerisce l'atteggiamento del giusto.

 

 

LUNEDI’ 3 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Tommaso ap; S. Eliodoro; S. Leone II

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', CON IL TUO MISTERO DI SOFFERENZA NON PUOI INGANNARCI.

 

HANNO DETTO: Il segreto per andare avanti è iniziare. (Sally Berger)

SAGGEZZA POPOLARE: Dove passa la testa, anche il resto passa.

UN ANEDDOTO: Un giorno, un giovane ragazzo, litigò furiosamente con il padre, tanto che decise di andare via di casa. Era così arrabbiato e orgoglioso che non volle più vedere né sentire il padre. Purtroppo, il ragazzo era ribelle e questo gli causò tanti guai anche con le altre persone. Un giorno infatti fu arrestato. Doveva scontare una pena di tre mesi ma rimase in prigione solo due giorni, nei quali ebbe modo di riflettere sulla sua vita sregolata. Il secondo giorno di prigione fu scarcerato, qualcuno aveva pagato la cauzione per lui. “Chi può essere stato?”, pensò il ragazzo. “Nessuno mi vuol bene, mi sono comportato troppo male con tutti, chi può aver fatto questo gesto così bello nei miei confronti? Forse c’è stato un errore. Magari tra poco mi richiamano e mi diranno che dovevano scarcerare il mio compagno di cella...” E mentre pensava a tutte queste cose uscì dalla prigione e proprio sulla soglia del cancello vide suo padre. “Papà, come mai sei qui?!”, chiese il ragazzo stupito e con tanta vergogna. Pensava che il padre fosse lì per caso e non voleva far vedere che era appena uscito di prigione. “Sono qui per te.”, disse il padre allargando le braccia. “Io ho pagato la cauzione per te.” Il figlio non poteva credere alle sue orecchie. Il padre che lui aveva offeso con parole pesanti gli aveva pagato la cauzione e adesso chiedeva un abbraccio. Il ragazzo mise da parte l’orgoglio e abbracciò forte suo padre. Mentre il padre accompagnava il figlio verso la macchina per riportarlo a casa, il giovane fece una domanda: “Perché hai pagato per me? Io mi sono comportato malissimo nei tuoi confronti, come mai mi dimostri così tanto amore?” Il padre rispose “Non posso impedirti di andare via di casa ma, appena ho saputo che ti avevano arrestato, mi sono preoccupato molto per te e sono corso a pagarti la cauzione. Tu sei mio figlio e farei qualunque cosa per te.” “Papà, io non mi merito tutto questo amore, cosa posso fare per ricambiare?” “Il mio amore non ha un prezzo, caro figlio. Ma se puoi non cacciarti più nei guai.”

PAROLA DI DIO: Ef 2,19-22; Sal 116; Gv 20,24-29

 

Vangelo Gv 20,24-29

Dal Vangelo secondo Giovanni

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Didimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Parola del Signore

 

“SE NON VEDO NELLE SUE MANI I SEGNI DEI CHIODI E NON METTO IL MIO DITO NEL POSTO DEI CHIODI, E LA MIA MANO NEL SUO FIANCO, NON CREDO”.

Tommaso potrebbe parlarci più o meno così: Sono passato per l’incredulo più grande della storia, ed è vero che non mi sono fidato degli altri apostoli; d’altra parte, non era facile fidarsi di amici che come me non si erano dimostrati troppo affidabili. Ma, ciò che mi dispiace, ciò di cui sono veramente pentito non è tanto di non aver creduto a Pietro o agli altri, è di non aver creduto a Lui! Ce lo aveva detto, ci aveva spiegato come sarebbe andata, aveva persino previsto la nostra fuga, ma ci aveva parlato di terzo giorno, ci aveva detto di essere la risurrezione e la vita. Ricordatevi di me nei momenti di buio, di paura, di sofferenza e, se può servire, non fate il mio stesso errore. Se non vi fidate della Chiesa gerarchica perché è peccatrice come voi, fidatevi però di Lui.

 

 

MARTEDI’ 4 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Elisabetta di Portogallo; B. Piergiorgio Frassati

Una scheggia di preghiera:

 

SVEGLIA, SIGNORE! SENZA TE SIAMO PERSI.

 

HANNO DETTO: Alcuni temono che la felicità sia un bene molto lontano, quasi irraggiungibile, motivo per cui corrono a più non posso nella speranza di avvicinarla, senza mai rendersi conto che più corrono e più se ne allontanano”. (Luciano De Crescenzo)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi risparmia i minuti, guadagna le ore.

UN ANEDDOTO: Un cacciatore di uccelli, non avendo nulla da offrire a un ospite che gli fece visita a tarda sera, andò a prendere la sua pernice domestica, con l’idea di sacrificarla. La pernice prese ad accusarlo di essere un ingrato, dal momento che egli aveva spesso ricevuto molto aiuto da lei, che richiamava gli uccelli della sua stirpe e glieli consegnava, mentre ora lui la stava per uccidere; allora il cacciatore rispose: «Un motivo in più per ucciderti, se tu non risparmi nemmeno i tuoi simili». (Esopo)

PAROLA DI DIO: Gen 19,15-29; Sal 25; Mt 8,23-27

 

Vangelo Mt 8,23-27

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde, ma egli dormiva. Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia. Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?». Parola del Signore

 

“ED ECCO, AVVENNE NEL MARE UN GRANDE SCONVOLGIMENTO, TANTO CHE LA BARCA ERA COPERTA DALLE ONDE, MA EGLI DORMIVA”.

L’episodio della barca e della tempesta che Matteo ci ha proposto oggi, secondo me è un bellissimo paragone della nostra vita. Siamo stati chiamati al viaggio della vita non per merito nostro e abbiamo imbarcato con noi Gesù non per merito nostro. Non sono io che ho scelto di vivere, la vita mi è stata donata. Non sono io che ho scelto Gesù (se fossi nato in Cina, magari non lo avrei conosciuto neppure!) ma è Lui che mi ha chiesto un passaggio. Il viaggio pareva calmo, nulla faceva presagire la tempesta, eppure i bravi pescatori sanno che il mare e il cattivo tempo possono sempre essere in agguato. Nessuno la voleva quella tempesta che squassa la mia famiglia, quella sofferenza mortale e apparentemente senza senso. Mi accorgo di essere debole, su un guscio di noce, in balia dello scatenarsi di forze che mi spaventano e sono più forti di me. E lui dorme!

Si deve avere un grande equilibrio o un grande sonno per riuscire a dormire in situazioni come questa!

Il suo sonno non è certo quello dello stoico indifferente. Un Gesù che piange davanti alla sofferenza altrui o che suda sangue e grida forte davanti alla propria non è certamente uno che passivamente subisca. Non è neanche un Dio che una volta creato tutto se ne lava le mani, se no, che sarebbe venuto a fare sulla terra?

Sembra assurdo allora: Gesù dorme perché spera che qualcuno lo svegli! Gesù vuol far crescere la nostra fede, vuole che ci accorgiamo di non essere in grado, pur con tutta la nostra esperienza, di governare la nostra vita da soli. Ma vuole anche che ci accorgiamo di chi c’è con noi. Non trasportiamo il cadavere di un Dio da servire solo con il formalismo di una religione ufficiale, trasportiamo il Dio vivo, Colui che può ‘sgridare’ la tempesta, il mare, il vento. Provate a pensare all’assurdo: Gesù, dormendo, vuole svegliare noi che siamo svegli, ma solo perché noi, poi, andiamo a svegliare Lui, l’unico che può aiutarci o calmando la tempesta o dandoci la capacità di vivere bene anche il momento della tempesta.

 

 

MERCOLEDI’ 5 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Antonio M. Zaccaria; S. Domezio

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AIUTACI AD ALLONTANARE LE COSE MATERIALI CHE CI IMPEDISCONO DI VEDERTI.

 

HANNO DETTO: I ricordi veramente belli continuano a vivere e a splendere per sempre, pulsando dolorosamente insieme al tempo che passa. (Banana Yoshimoto)

SAGGEZZA POPOLARE: Meglio tardi e bene, che presto e male.

UN ANEDDOTO: Una fabbrica era ferma perché un complesso macchinario di produzione industriale si era fermato. Venne chiamato un consulente il quale, dopo aver studiato attentamente il complesso meccanismo, fece due segni col gesso sullo stesso, tra viti, pistoni e congegni vari. Prese poi a ripararlo, impiegandoci due ore. La sua fattura fu così composta: "Riparazione delle dinamo, 1000 dollari: 2 ore di lavoro, 10 dollari; sapere dove fare il segno, 1990 dollari".

PAROLA DI DIO: Gen 21,5.8-20; Sal 33; Mt 8,28-34

 

Vangelo Mt 8,28-34 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, giunto Gesù all’altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli andarono incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva passare per quella strada. Ed ecco, si misero a gridare: «Che vuoi da noi, Figlio di Dio? Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?». A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria di porci al pascolo, e i demoni lo scongiuravano dicendo: «Se ci scacci, mandaci nella mandria dei porci». Egli disse loro: «Andate!». Ed essi uscirono, ed entrarono nei porci: ed ecco, tutta la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare e morirono nelle acque. I mandriani allora fuggirono e, entrati in città, raccontarono ogni cosa e anche il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù: quando lo videro, lo pregarono di allontanarsi dal loro territorio. Parola del Signore

 

“TUTTA LA CITTÀ ALLORA USCÌ INCONTRO A GESÙ: QUANDO LO VIDERO, LO PREGARONO DI ALLONTANARSI DAL LORO TERRITORIO”.

Gesù ha appena compiuto un miracolo. Ha guarito due indemoniati. La gente accorre da Lui e noi ci aspetteremo che molti giungano alla fede, o per lo meno, che molti gioiscano con chi è guarito per il dono della salute ritrovata. Invece vanno da Gesù per cacciarlo via. Accecati dalla perdita economica del branco di porci in cui i demoni si erano rifugiati e che era finito in mare, non accolgono la luce rappresen­tata dalla salvezza dei fratelli e respingono il Salvatore. Quando si pensa solo al materiale, la luce della fede è insostenibile dagli occhi! Chissà quante volte il Signore ci è passato vicino, ha compiuto cose grandi per noi e noi, che diciamo di cercarlo, non lo abbiamo visto, o peggio, lo abbiamo allontanato. Dio non smette mai di fare i suoi segni di salvezza: non andare a cercarli lontano, nelle cose straordinarie, apri gli occhi e accogli il Cristo che opera alla porta di casa tua, anzi spesso proprio in casa tua.

 

 

GIOVEDI’ 6 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Maria Goretti

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA MISERICORDIA DAVVERO MI HA PERDONATO.

 

HANNO DETTO: Poche cose sono necessarie per trasformare completamente una vita: l’amore nel cuore e il sorriso nelle labbra. (Martin Luther King)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi troppo abbaia, riempie il corpo di vento.

UN ANEDDOTO: In una giornata straordinariamente calda ed afosa, un uomo, seduto sotto una palma, sulle sponde dell'Irrawaddy, guardava verso l'altra riva dell'immenso fiume e sospirava: "Ah, se potessi essere sull'altra sponda del fiume! Certamente troverei un villaggio più grande del mio, una pagoda più scintillante d'oro, gente più simpatica...". Nello stesso istante, sull'altro argine del fiume, un altro uomo, seduto anch'egli all'ombra di una palma, guardava in senso opposto e sospirava: “Ah, se potessi essere sull'altra sponda del fiume! Certamente troverei un villaggio più grande del mio, una pagoda più scintillante d'oro, gente più simpatica...". A Bathiàn, città grande e popolosa, ricca di pagode scintillanti d'oro e di gente di ogni razza, migliaia e migliaia di persone, in quella giornata straordinariamente calda e afosa, pensavano in quell'identico momento: “Ah, se potessimo starcene seduti sotto una palma sulle sponde dell'Irrawaddy...".

PAROLA DI DIO: Gen 22,1-19; Sal 114; Mt 9,1-8

 

Vangelo Mt 9,1-8

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati». Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa, infatti, è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Alzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Alzati – disse allora al paralitico, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua. Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini. Parola del Signore

 

“CORAGGIO, FIGLIO, TI SONO PERDONATI I PECCATI”.

Mi chiedo perché spesso, dopo aver letto una pagina di Vangelo come quella di oggi, noi poi restiamo indifferenti. Qui ci vien detto che Gesù ha il potere di rimettere i peccati, di guarirci dal male dell’egoismo, che ha il desiderio di farlo, che non solo non ci giudica e condanna ma che si china su di noi, che ci dice “coraggio”, e noi non ci sentiamo quasi neanche toccati da tutto questo. Ci hanno insegnato ad andarci a confessare: qualcuno, trovando difficile questo sacramento specialmente a causa dell’intermediario, ha deciso di abolirlo bellamente: “Quando voglio chiedere perdono lo faccio io a tu per tu con Dio”, oppure ha deciso di abolire il peccato “Ma che peccati volete che io abbia: non uccido, non rubo…” Altri, con senso di disagio sia da parte del penitente che del confessore, vanno, snocciolano la solita tiritera, ascoltano il solito consiglio che conoscono a memoria, si fanno il segno di croce. “E quante ave Maria devo dire per penitenza?” Se succede così stiamo banalizzando un dono. Banalizzano e sviliscono la Confessione i preti che ne hanno fatto un tribunale in cui si sentono giudici intoccabili dei fratelli, la uccidono quelli che non vogliono più confessare “le quattro storielle di quattro vecchiette”; la banalizzano i fedeli che si accostano per abitudine, che la vedono solo come lavanderia a gettone o seduta dallo psicologo senza pagare la parcella, la sviliamo tutti quando non capiamo il dono e l’impegno gioioso e riconoscente a cui essa ci chiama. Nel Vangelo di oggi si parla di un paralitico, un uomo ‘impedito’, legato al suo lettuccio che al perdono dei suoi peccati riprende a camminare. Chi sa se qualche volta prima e dopo una confessione ci siamo sentiti come lui, prima impediti e poi liberi di realizzare il perdono ricevuto?

 

 

VENERDI’ 7 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Panteno di Alessandria; S. Odone

Una scheggia di preghiera:

 

INCONTRARTI, AMARTI, SEGUIRTI.

 

HANNO DETTO: La bellezza non è una qualità delle cose stesse: essa esiste soltanto nella mente che le contempla ed ogni mente percepisce una diversa bellezza. (David Hume)

SAGGEZZA POPOLARE: Il cane nero si prende il cibo; mentre il cane bianco si prende la colpa.

UN ANEDDOTO: Quando arrivò all'università di Princeton nel 1935 per prendere il posto di insegnante, Albert Einstein aveva i modi e l'aspetto di uno zio gentile. Quando gli venne chiesto di cosa avesse bisogno per il suo ufficio egli rispose, "Un tavolo, alcuni blocchi per gli appunti, una matita, ed un grande cestino - per contenere tutti i miei errori".

PAROLA DI DIO: Gen 23,1-4.19; 24,1-8.62-67; Sal 105; Mt 9,9-13

 

Vangelo Mt 9,9-13

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?» Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori». Parola del Signore

 

“GESÙ, VIDE UN UOMO, CHIAMATO MATTEO, SEDUTO AL BANCO DELLE IMPOSTE, E GLI DISSE: «SEGUIMI». ED EGLI SI ALZÒ E LO SEGUÌ”.

Matteo sente la chiamata di Gesù, si alza, lascia il suo banco di cambiavalute e si mette a seguire il Maestro. Spesso succede il contrario: è più facile trovare un “chiamato” dietro a una scrivania che non in mezzo alla gente, ci suggerisce don Pronzato: forse oggi occorrerebbe apporre una variante al testo evangelico: “Passando, Gesù vide quelli che aveva chiamato chini sul loro banco a scrivere documenti, libri, articoli, tracciare piani pastorali, definire programmazioni, preparare discorsi, fare conti, organizzare dibattiti, studiare strategie e disse loro: “Non mi avete capito. Io volevo altro da voi”. Matteo, aiutaci ad abbandonare le comode scrivanie. Facci comprendere che il Vangelo non cammina con le gambe dei sedentari, né tantomeno con le gambe dei tavoli.

 

 

SABATO 8 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Aquila e Priscilla; S. Adriano III

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE, GESU', È SEMPRE FESTA.

 

HANNO DETTO: Se ti sedessi su una nuvola non vedresti la linea di confine tra una nazione e l’altra, né la linea di divisione tra una fattoria e l’altra. Peccato che tu non possa sedere su una nuvola. (Khalil Gibran)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi ha la coda di paglia ha sempre paura che il fuoco gliela arda.

UN ANEDDOTO: Vorrei parlare di un sogno, si d’un sogno fatto a vent’anni, quando tutto mi si presentava sotto roseo aspetto. Sognai di trovarmi tra una folla tumultuante che applaudiva, ma io non vedevo e non capivo per cosa. Finalmente riuscii ad aprirmi un varco e mi trovai di fronte a Gesù e agli apostoli. Mi sentii rivolgere una domanda: — Cosa vuoi? — La felicità! Ma un apostolo, dopo aver sfogliato un grande libro, mi comandò: — Metti la gelosia in un sacco! — Ma io ho chiesto la felicità — risposi delusa. Fu allora che Gesù osservò: — Proprio in questo consiste la felicità! Durante il corso della mia vita, contenta sempre del mio stato, compresi il giusto significato di quelle parole, che mi resero sempre serena e felice.

(T.B. in: Famiglia Cristiana)

PAROLA DI DIO: Gen 27,1-5.15-29; Sal 134; Mt 9,14-17

 

Vangelo Mt 9,14-17 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano». Parola del Signore

 

“SI VERSA VINO NUOVO IN OTRI NUOVI”.

In un mondo di agricoltori, pastori, pescatori, un mondo culturale molto semplice, come era quello in cui viveva Gesù, parlare di festa di nozze e di vino significava richiamare momenti di gioia, di celebrazione della vita. Gesù con la sua parola e la sua persona è segno di questa gioia nuova, profonda, totale dell’uomo. Ma la gioia, per portare i suoi frutti deve essere accolta. E chi è abituato a pensare alla fede come a una formula di religiosità, a dei doveri da compiere, a un modo per tenersi buono Dio e per poter commerciare con Lui l’eternità, rischia di non accorgersi neppure della gioia e della novità. Gesù non è venuto a portare nuove norme, è venuto a portare. Sé stesso: un Dio con noi e per noi. Con Cristo non siamo più soli, i nostri problemi vengono da Lui condivisi e avviati ad una possibile soluzione, le ingiustizie e i soprusi possono essere combattuti, l’angoscia e la paura non hanno più senso di esistere. Ma, noi cristiani siamo davvero nella gioia e trasmettiamo questa gioia ai nostri fratelli?

 

 

DOMENICA 9 LUGLIO: 14^ DOMENICA ORDINARIA ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Agostino Zhao Rong e c.

Una scheggia di preghiera:

 

DONAMI UN CUORE DI BAMBINO PER CORRERE TRA LE TUE BRACCIA.

 

HANNO DETTO: La felicità non dipende dalle cose esterne, ma dal modo in cui le vediamo. (Lev Tolstoj)

SAGGEZZA POPOLARE: Dove tanti comandano le cose vanno come possono. (proverbio Piemontese)

UN ANEDDOTO: Un lupo seguiva un gregge di pecore senza fare nulla di male. Il pastore all’inizio stava sulla difensiva, ritenendolo un nemico, e, impaurito, lo teneva d’occhio. Poiché il lupo continuava a seguirli senza mettere in atto un minimo tentativo di rapina, il contadino ebbe l’impressione che fosse un guardiano piuttosto che un animale insidioso. Così, avendo bisogno di andare in città, gli lasciò le pecore e partì. Poiché ritenne di avere una buona occasione, il lupo assalì la maggior parte del gregge, facendo una strage. Al suo ritorno, il pastore vide il gregge fatto a pezzi e disse: «Mi sta proprio bene; infatti, perché ho affidato un gregge a un lupo?». Così, anche tra gli uomini, coloro che affidano un deposito alle persone avide finiscono giustamente per perderlo. (Esopo)

PAROLA DI DIO: Zc 9,9-10; Sal 144; Rm 8,9.11-13; Mt 11,25-30

 

Vangelo Mt 11,25-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo, infatti, è dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore

 

“TI BENEDICO, O PADRE, SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA PERCHÈ HAI RIVELATO QUESTE COSE AI PICCOLI”.

Beato chi veglia in povertà di cuore, l’amore di Dio è il suo regno.

Beato chi non mostra mai i pugni, il fiore di Dio cresce nelle sue mani.

Beato chi soffre per amore, il sangue di Dio scorre nelle sue vene.

Beato chi cerca la giustizia, il cuore di Dio gli si offre.

Beato chi continua a perdonare, la gioia di Dio è il suo segreto.

Beato chi sa vedere con occhi di bambino, il volto di Dio si rivela al suo sguardo.

Beato chi dona la propria vita per la pace, le braccia di Dio lo attendono.

Beato chi rischia tutto per me, il canto di Dio lo accoglierà festoso.

 

 

LUNEDI’ 10 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Rufina e Seconda; S. Canuto

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', PANE DI VITA ETERNA, TU TI FAI MANGIARE DA ME.

 

HANNO DETTO: Dove la mente sogna il cuore non invecchia. (Mirko Badiale)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando le scarpe del padre vanno bene al figlio, comanda chi può.

UN ANEDDOTO: Il dottor Frank P. Graham. Parlando in una riunione per l'uguaglianza delle razze disse: “Ricordiamoci di questo fatto: ci vogliono sia i tasti bianchi sia quelli neri per suonare al piano il nostro inno nazionale.”

PAROLA DI DIO: Gen 28,10-22a; Sal 90; Mt 9,18-26

 

Vangelo Mt 9,18-26

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli. Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata. Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione. Parola del Signore

 

“SE RIUSCIRO’ ANCHE SOLO A TOCCARE IL SUO MANTELLO SARO’ SALVATA”.

Questa frase mi viene in mente spesso quando dico Messa. Qualche volta noi diciamo: “Se fossi vissuto ai tempi di Gesù. Se in quel momento di difficoltà avessi avuto Gesù al fianco”. Qualcuno di noi ha poi il culto del luogo e delle cose: ci portiamo nel portafoglio l’immaginetta di Padre Pio con un pezzetto del suo vestito, andiamo a bere alla fontana di Lourdes e ci portiamo a casa l’acqua benedetta, tocchiamo l’urna di un santo o il piede di una statua nel ricordo di un apostolo. “Se potessi toccare Gesù, anche solo il lembo del suo mantello, sarei guarita dalla mia malattia” è il pensiero di quella donna che soffriva da anni di perdite di sangue. E nella sua fede, grezza ma profonda, le succede proprio così. E noi che abbiamo la possibilità di toccare, di ricevere, di mangiare il corpo di Gesù nella Eucaristia, ci lamentiamo di non essere altrettanto fortunati, di non avere altrettante possibilità?

Certo Gesù non è una macchinetta per miracoli, non è la lampada di Aladino che con una semplice strofinata risolve le tue richieste, ma è il Figlio di Dio che si fa Pane per me e per te. Abbiamo la possibilità di essere in stretta comunione con Lui come lo è stata Maria in quei nove mesi di gravidanza, possiamo comunicare al suo mistero di morte e di risurrezione, al mistero della redenzione in modo reale. Se noi siamo uomini concreti che hanno bisogno di toccare e di sentire, lui si è donato concretamente a noi in quel Pane Eucaristico per farsi toccare, sentire, Lui ci parla se vogliamo sentirlo, Lui si concretizza nel fratello, se abbiamo occhi per vederlo, Lui si offre compagno di cammino dei nostri dolori e delle nostre gioie. Se noi abbiamo fede non solo siamo noi che abbiamo la possibilità di toccarlo, ma è lui stesso che stende la mano per toccarci, come nel secondo miracolo del vangelo di oggi, per richiamarci alla vita; ed è ancora Lui che donandoci sé stesso può forse dire le stesse parole di allora nei nostri confronti: “Ritorna alla vita, non essere morto, ma svegliati dal tuo sonno e accogli Colui che cammina con te”

 

 

MARTEDI’ 11 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Benedetto Patrono d’Europa; S. Olga

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', GRAZIE DI AVERMI CHIAMATO A LAVORARE NELLA TUA VIGNA.

 

HANNO DETTO: Il rancore è la cassetta di sicurezza della cattiveria. (Frattini)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi compera dice "robaccia, robaccia!"; ma quando se ne va, si vanta dell'affare. (dal Libro dei Proverbi 20,14)

UN ANEDDOTO: New York, Chiesa del Corpo di Cristo. In un giorno non precisato, un giovane di venticinque anni entrò in quella chiesa. Non era né battezzato, né aveva frequentato mai il catechismo. All’improvviso notò una ragazzina di circa quindici anni davanti a sé, devotamente inginocchiata e raccolta, come immersa nella preghiera. Questa visione fece un’impressione talmente forte dentro di lui da fargli credere di scorgere un “qualcosa” che di solito non si riesce a vedere. Un misterioso sentimento lo assalì. La fede di quella ragazzina, che lui vedeva per la prima volta in vita sua, gli toccò il cuore. Egli, un ateo convinto, un celebre professore di filosofia, un uomo che aveva già letto più di mille libri e che aveva visitato molte metropoli europee e americane, in quel momento si sentì completamente perso. Una ragazzina sconosciuta era riuscita a far vacillare l’incredulità di quel giovane erudito e in modo talmente forte da scuotergli il cuore, facendolo diventare irrequieto. Questa irrequietezza non gli andò via che quando, più tardi, si fece battezzare e istruire nel credo della fede cattolica. Ma questo cambiamento non finì lì per Merton. Questo giovane filosofo entrò poi nell’ordine dei frati Trappisti, divenne sacerdote e alla fine un riconosciuto scrittore di testi spirituali. Scrisse ben venti volumi, molti dei quali divennero dei best sellers. Il suo nome ci è già noto: Thomas Merton.

Non sapremo mai il nome di quella ragazzina ma ciò è del tutto ininfluente per questo racconto! Il comportamento straordinariamente ascetico e umile di quella fanciulla, la sua preghiera ardente e la sua fede nell’esprimerla, sembrerebbero cose da poco, o quasi normali, eppure, “cosa” esse poterono causare! Questi comportamenti (queste testimonianze) sono spesso capaci di accendere la fiamma della fede in persone che ne sono prive.

PAROLA DI DIO: Pr 2,1-9; Sal 33; Mt 19,27-29

 

Vangelo Mt 19,27-29 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Pietro disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa, dunque, ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna». Parola del Signore

 

“ECCO, NOI ABBIAMO LASCIATO TUTTO E TI ABBIAMO SEGUITO; CHE COSA, DUNQUE, NE AVREMO?”

Quando, come Pietro ci mettiamo a fare i sindacalisti con Gesù, volendo essere sicuri del buon esito della nostra “pensione da cristiani”, commettiamo tutta una serie di errori. Primo fra tutti il considerare Dio come un “datore di lavoro” e non un Dio misericordioso che se volesse proprio farci la punta avrebbe molte cose da dire sul nostro comportamento; anche, facendo così, mettiamo in evidenza di aver capito poco del messaggio di Gesù: se essere cristiani è soltanto una rinuncia vuol dire che la nostra fede non è una gioia, ma una sopportazione, vuol dire che non c'è spontaneità, gioia di vivere con Dio, ma solo interesse. Non preoccupiamoci troppo del premio: uno che si fa mettere in croce per amore nostro, di certo non si fa battere in generosità, e poi, non sarà il caso di fare anche noi qualcosa per amore?

 

 

MERCOLEDI’ 12 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Nàbore e Felice; S. G. Gualberto; S. Leone I

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE AIUTACI A NON PERDERE LE TANTE OCCASIONI DI DARE PICCOLE TESTIMONIANZE.

 

HANNO DETTO: È triste pensare che la natura parli e che il genere umano non la ascolti. (Victor Hugo)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando vivono a lungo insieme, gli animali finiscono per amarsi, e gli uomini per odiarsi. (proverbio cinese)

UN ANEDDOTO: Il leone, ormai vecchio, giaceva ammalato in una grotta. Tutti gli animali, eccetto la volpe, fecero visita al loro sovrano. Allora il lupo colse l’occasione propizia per accusare la volpe di fronte al leone, dal momento che non teneva in alcun conto il re di tutti gli animali e perciò non gli aveva nemmeno fatto visita. Proprio in quel frangente arrivò la volpe e riuscì a intendere le ultime parole del lupo. Così il leone prese a ruggire contro di lei, ma la volpe chiese l’opportunità di potersi giustificare. «Chi – disse – tra quanti sono qui riuniti, ti ha reso un servizio tanto grande quanto il mio? Io sono andata in giro ovunque, cercando presso i medici una cura che potesse fare al caso tuo, e l’ho ottenuta.» Subito il leone ordinò di rivelare quale fosse la terapia. La volpe allora spiegò: «Dopo avere scuoiato vivo un lupo, indossa la sua pelle ancora calda». In un istante il lupo giacque morto e la volpe, sogghignando, così parlò: «Non si deve incitare il padrone a cattivi istinti, ma alla benevolenza». La favola dimostra che le macchinazioni nei confronti degli altri si rivolgono contro chi le ha congegnate. (Esopo)

PAROLA DI DIO: Gen 41,55-57; 42,5.7a.17-24a; Sal 32; Mt 10,1-7

 

Vangelo Mt 10,1-7

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino». Parola del Signore

 

“STRADA FACENDO, PREDICATE, DICENDO CHE IL REGNO DEI CIELI È VICINO”

A me piace molto la frase di Gesù che meditiamo oggi: “Strada facendo, predicate il Vangelo”. Ognuno di noi ha la sua strada, la strada del quotidiano della vita ed è lì che noi realizzando noi stessi, è lì che siamo chiamati a testimoniare la fede. Si può e si deve essere cristiani sul tram, in macchina, in casa, in ufficio, nelle corsie di un ospedale come nella gioia di una vacanza, nella missione più sperduta dell’Amazzonia come nel nostro borgo. “Strada facendo”: nei giorni felici e in quelli duri, nell’incontro fortuito di un compagno di viaggio, come con i tuoi parenti. Gesù vuole continuare la sua incarnazione in tutte le strade, vuole portare gioia nei cuori, salvezza e liberazione e mi chiede se “Strada facendo” mi faccio accompagnare da Lui e se “strada facendo” lascio trasparire da me Lui perché anche altri possano di Lui gioire.

 

 

GIOVEDI’ 13 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Enrico; S. Clelia Barbieri

Una scheggia di preghiera:

 

VENGA IL TUO REGNO.

 

HANNO DETTO: Un tulipano non combatte per impressionare nessuno. Non combatte per essere diverso da una rosa. Non ne ha bisogno. Perché è diverso. E c’è spazio nel giardino per ogni fiore. (Marianne Williamson)

SAGGEZZA POPOLARE: Dei secondi consigli son piene le case, ma dei primi ve n'è carestia.

UN ANEDDOTO: Tutte le volte che mi capita di guardarmi le mani mi viene voglia di pregare. È una cosa che ho ereditato dalla suora dell’asilo, che è pur sempre il posto dove si imparano le cose essenziali per la vita. Suor Luigia ci diceva: «Pregare è la cosa più semplice del mondo. Basta guardarsi le dita della mano. Il pollice, che è il dito più vicino, ci ricorda di pregare per le persone che ci sono più care e più vicine. L’indice serve a mostrare. Rappresenta tutti coloro che ci fanno da maestri e che hanno delle responsabilità nei nostri confronti. Il medio è il più alto, perciò simboleggia le persone importanti e i leader in ogni settore della vita. L’anulare è il più debole e rappresenta quindi i malati o coloro che si trovano in difficoltà. Il mignolo è il più piccolo e sta per quelli che sono piccoli e poco considerati». Se mi vedete assorto con le mani in mano, allora, sappiate che sto pregando. Fa pregare il tuo corpo e il tuo corpo farà pregare.

PAROLA DI DIO: Gen 44,18-21.23b-29; 45,1-5; Sal 104; Mt 10,7-15

 

Vangelo Mt 10,7-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa, ma, se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sodoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città». Parola del Signore

 

PREDICATE CHE IL REGNO DEI CIELI È VICINO”.

L’unica predica che Gesù chiede di fare ai discepoli mandati in missione è quella di annunciare che il Regno di Dio è vicino; ma noi, vedendo come va il mondo, saremmo tentati di dire che il Regno di Gesù non solo non è vicino, ma sempre più lontano: dov’è la giustizia quando impunemente si ammazza, si calunnia? Dove la pace quando in mille modi si fa la guerra?  Dov’è la fede quando l’unico dio di questo mondo sembrano essere il denaro e i suoi derivati?

Eppure, il Regno dei cieli è vicino perché Gesù, seme di questo regno, è già stato seminato da Dio, perché il suo sangue ha già irrigato la terra, perché il suo perdono è sempre a nostra disposizione, perché Dio è fedele al suo amore. Il Regno dei cieli è sempre più vicino perché in questo mondo ci sono tanti santi che bruciano la loro vita per il bene degli altri, perché sono in tanti che pregano e te­stimoniano. Anche oggi posso incontrare i segni di questo regno nei sacramenti di Gesù, nella testimonianza di quei volontari che dedicano parte del loro tempo per gli ammalati, in quella vecchietta che prega, in quella mamma che non ha perso la speranza nonostante i suoi continui insuccessi con il figlio che ha preso una cattiva strada, negli occhi di quel bambino che ha rinunciato a qualche dolcetto per i bambini che hanno fame. No! il Regno dei cieli è vicino, e non perché qualcuno continua a paventare l’imminente fine del mondo ma perché Cristo sta operando concretamente attorno a noi, in noi e qualche volta nonostante noi.

 

 

VENERDI’ 14 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Camillo de Lellis; S. Toscana

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI DAL MALE E DAL MALIGNO.

 

HANNO DETTO: Un uomo veramente civile è un uomo che, seduto sul pavimento della sua capanna, si sente legato con tutte le creature e vede l’unità dell’universo. Quest’uomo, e non altri, è giunto alla vera essenza della civiltà. (“Orso che sta in piedi”, capo tribù nativi americani)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando non dice niente non è dal savio il pazzo differente.

UN ANEDDOTO: Durante un discorso in difesa dei diritti delle minoranze di colore Martin Luther King fu interrotto da un giornalista bianco che accusò i neri di voler far valere i loro diritti soltanto con disordini e rivolte. Il pastore con tristezza gli rispose: “In fondo la sommossa non è che il linguaggio di chi non viene ascoltato.”

PAROLA DI DIO: Gen 46,1-7.28-30; Sal 36; Mt 10,16-23

 

Vangelo Mt 10,16-23

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.  Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe, e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.  Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo». Parola del Signore

 

"VI MANDO COME PECORE IN MEZZO AI LUPI".

Mi è sempre piaciuto il realismo di Gesù: non inganna i suoi; la missione non è una passeggiata trionfale, è andare "come agnelli in mezzo ai lupi" e non credo che la situazione dell'agnello, in quelle condizioni, sia molto favorevole. Quanto è diverso il modo di Gesù da quello di certi preti 'procacciatori di vocazioni per diocesi o ordini religiosi in via di estinzione' che riempiono la testa solo di bellezze estasianti o di ruoli di prestigio all'interno della Chiesa o della comunità. Bisogna prepararsi all'opposizione, al rifiuto. Dice B. Maggioni: "Al discepolo è stato affidato un compito, non garantito un successo", e J. Delorme: "Missionario non è uno che va a fare pubblicità per un prodotto che ha la probabilità di essere venduto se risulta buono. È uno che va a combattere contro gli avversari. E non si è sicuri di essere bene accolti, anche se il prodotto è buono. La missione incontra sempre opposizione”. Il credente è uno che sa di dover pagare di persona. E uno che sa che spesso verrà messo a tacere. È uno che potrà vedersi nemici anche coloro che ha beneficato, ma è anche uno che è profondamente convinto della parola che annuncia. È uno che ha fiducia nel seme che gli è affidato da Dio e lo semina "a tempo e fuori tempo": Dio nel 'suo tempo' provvederà a farlo crescere. È uno che ama il suo prossimo. Soffre terribilmente per la persecuzione, ma è anche uno che non si lascia abbattere: lo fanno tacere da una parte, parlerà dall'altra; gli uomini lo tradiranno? Continuerà lo stesso a credere nell'uomo; lo giudicheranno, lo calunnieranno? E lui, patendone, ma a testa alta, continuerà a spargere vangelo a piene mani e concimerà questi semi con la sua sofferenza.

 

 

SABATO 15 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Bonaventura; S. Vladimiro di Kiev; S. Ansuero

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', UNICO VERO MAESTRO, GUIDACI NEI SENTIERI DELLA VITA.

 

HANNO DETTO: Rimani con chi ti bacia l’anima, la pelle te la bacia chiunque. (Charles Bukowski)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi compra il superfluo, presto vende il necessario.

UN ANEDDOTO: Un lupo affamato se ne andava in giro cercando cibo. Arrivato in un certo luogo, udì un bambino che piangeva e una vecchia che gli diceva: «Smetti di piangere, altrimenti ti do immediatamente al lupo». Il lupo pensò che la vecchia dicesse la verità; pertanto, rimase in attesa a lungo. Ma, a sera, sente di nuovo la vecchia coccolare il bambino e dirgli: «Se viene il lupo qui, figliolo, lo ammazzeremo». Udite queste parole, il lupo se ne andò, osservando: «In questa casa dicono una cosa e ne fanno un’altra». (Esopo)

PAROLA DI DIO: Gen 49,29-33; 50,15-26a; Sal 104; Mt 10,24-33

 

Vangelo Mt 10,24-33

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Belzebù il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia! Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geenna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure, nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». Parola del Signore

 

“UN DISCEPOLO NON È PIÙ GRANDE DEL MAESTRO, NÉ UN SERVO È PIÙ GRANDE DEL SUO SIGNORE”.

Ricordate Pietro? Finché è andato dietro a Gesù, finché ha mantenuto il suo ruolo di discepolo, ha saputo riconoscere Gesù come Figlio di Dio e lo Spirito Santo ha potuto operare in Lui, quando ha voluto mettersi davanti al suo maestro ed ha cominciato a dettargli leggi si è meritato del Satana. Noi non siamo maestri, ma vogliamo essere discepoli del maestro. Già un vecchio proverbio dice di non essere più papisti del Papa e noi qualche volta abbiamo la presunzione di metterci addirittura al di sopra di Gesù. Gli esempi sono purtroppo facili: un gruppo di preghiera, che è una cosa ottima, che per il fratello peccatore ha accettato la croce, diventa anticristiano quando all'interno di esso alcuni personaggi che si autodefiniscono carismatici, diventano i leader che impongono ad altri se stessi e il proprio pensiero; le chiese, specialmente le gerarchie ecclesiali, quando con la scusa di difendere l’ortodossia perdono di vista la carità e fanno del danno a un fratello, si mettono al posto di Cristo. Quando Gesù manda gli apostoli, dice loro: “Siate miei testimoni”, “annunciate a tutti ciò che avete visto”, non dice mai “siate maestri”. Spesso invece papa, vescovi, sacerdoti, cristiani si arrogano il titolo di maestri. Noi “insegniamo la dottrina”, la chiesa “esercita il magistero”. Non è il caso di fare sottili distinzioni sull’uso dei termini, ma mi pare chiaro l’insegnamento di Gesù. Lui è il Maestro; i credenti hanno lo scopo di guardare e imparare da lui per riproporre il suo insegnamento. San Pietro allo storpio dice: “Noi non abbiamo nulla, ma nel nome di Cristo sii guarito”. Io cristiano non ho nulla di mio da insegnare ma solo da propormi e riproporti con la mia vita, Gesù, l’unico maestro.

 

 

DOMENICA 16 LUGLIO: 15^ DOMENICA ORDINARIA ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Beata Vergine Maria del Monte Carmelo

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', SEI L'IMMAGINE DEL PADRE.

 

HANNO DETTO: “Fai quello che puoi e chiedi quello che non puoi. Ed Egli farà in modo che tu possa”. (S. Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: La gente superba si specchia nella propria ombra.

UN ANEDDOTO: Un giorno d'estate il grande rabbino Hillel, terminata la lezione, disse ai suoi discepoli: “Ora compirò un dovere religioso”. “Quale?” “Fare un bagno” E poiché i giovani si stupivano disse: “Non devo prendermi cura del mio corpo? Non è stato forse creato a somiglianza di Dio?”

PAROLA DI DIO: Is 55,10-11; Sal 64; Rm 8,18-23; Mt 13,1-23

 

Vangelo Mt 13,1-23 [Forma breve Mt 13,1-9]

Dal vangelo secondo Matteo

[Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».] Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti, a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza, ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice: “Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca!”. Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono! Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno». Parola del Signore

 

“BEATI I VOSTRI OCCHI PERCHE’ VEDONO E I VOSTRI ORECCHI PERCHE’ ASCOLTANO”.

“Perché prendersela tanto calda per questioni di religione? Dio è uno solo e sempre lo stesso sia che lo chiamiamo Allah, Geova o Padre nostro. Lui ama ogni uomo, volete dunque che faccia distinzione tra cristiani, musulmani, induisti, scintoisti, animisti e chi più ne ha più ne metta?”.

Ragionamento più che corretto e più che giusto. Ragionamento da fare e da ripetere tutte le volte che diventiamo integralisti religiosi. Ma è così facile conoscere Dio attraverso le strade naturali o di religioni che esprimono il cammino dell’uomo verso Dio?

Non è forse più giusto e meno presuntuoso cercare di avvicinarci a Dio attraverso quelle strade che invece manifestano proprio il suo rivelarsi agli uomini?

E la strada migliore di tutte è proprio quella che Dio ha scelto attraverso l’incarnazione, la passione, morte e risurrezione di Suo Figlio. Ecco il senso della beatitudine di oggi. ‘Vedere’ Gesù, ‘sentire’ Gesù è una beatitudine, una fortuna, non perché ci fa migliori degli altri, ma perché ci permette di conoscere Dio (“Chi vede me vede il Padre”), di conoscerlo in pienezza (“Io sono la via, la verità, la vita”), di avere una comunione totale e continua con Lui ora e nell’eternità (“Chi mangia questo pane vivrà in eterno”). E questa beatitudine non è solo per i contemporanei di Gesù. Noi spesso leggendo il Vangelo, un po’ stupidamente diciamo: “Beati loro, lo vedevano, lo toccavano, potevano parlargli direttamente e ascoltare di prima mano le sue risposte”. No, non si tratta di vedere chiaramente con gli occhi, o di toccare con le mani o di conoscere attraverso i ragionamenti diretti, si tratta di lasciarsi aprire occhi e orecchie per arrivare non ad una filosofia o ad una religione, ma ad un incontro personale che permetta alla fede di scaturire e alla vita di riempirsi della gioia del suo dono.

 

 

LUNEDI’ 17 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Marcellina; S. Leone IV; S. Giacinto

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, LA TUA PACE.

 

HANNO DETTO: “La maggiore minaccia per la libertà non sta nel lasciarsela togliere, perché chi se l’è lasciata togliere può sempre riconquistarla, ma nel disimparare ad amarla”. (George Bernanos)

SAGGEZZA POPOLARE: Le teste volgari leggono nella storia il passato, e le savie l'avvenire.

UN ANEDDOTO: Un giorno un viandante incontrò un demone, il demone cercò di impaurirlo, e il viandante gli chiese: “perché fai questo?”. Stupito il demone rispose: “Come, io sono un demone sono cattivo potrei ucciderti e tu non hai paura di me?”. Calmo il viandante rispose: “Se merito di essere ucciso e tu sei lo strumento che Dio ha scelto prego accomodati, non ti serberò nessun rancore anzi parlerò bene di te al creatore!” Ancora più stupito il demone gli chiese: “non solo non hai paura di me addirittura mi dici che se io ti uccidessi tu non mi odieresti e parleresti bene di me con il creatore? Che razza di uomo sei?” rispose il viandante: “l’odio non è un sentimento divino se io ti odiassi o avessi paura di te farei il tuo gioco, Dio ci ha detto di amare tutte le sue creature e anche tu lo sei se ti odiassi ti darei il potere di uccidermi, per questo se Dio ha deciso che questa mia vita deve finire oggi così sia, non corromperò il mio cuore con l’odio né la mia fede con la paura. Fratello demone ricorda che nella vita possiamo aver paura solo delle nostre azioni se le mie mi hanno portato a dover morire oggi per mano tua così sia altrimenti vattene!” Mentre diceva queste parole il viso del viandante risplendeva di luce, comprendendo di trovarsi di fronte a un santo uomo il demone se ne andò via senza dire una parola per la prima volta qualcuno gli aveva dimostrato amore e non paura.

PAROLA DI DIO: Es 1,8-14.22; Sal 123; Mt 10,34 – 11,1

 

Vangelo Mt 10,34 -11, 1

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: « Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa». Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città. Parola del Signore

 

“NON CREDIATE CHE IO SIA VENUTO A PORTARE LA PACE SULLA TERRA”.

Come mettere d’accordo queste parole di Gesù con il canto degli angeli sulla grotta di Betlemme che augurano “Pace agli uomini di buona volontà” o con il saluto: “Pace a voi!”, con cui il Risorto incomincia ogni sua apparizione?

Gesù non è venuto a portare la pace, come di solito la intendiamo noi. Gesù non ci libera dalle difficoltà della vita, dalle lotte quotidiane, dalle paure, dalle croci. Esse fanno parte del nostro cammino. Gesù non porta la pace dei compromessi come spesso succede tra i popoli dove i trattati spesso sono fondati sulla legge del più forte o sulla contrattazione (io non ti faccio più la guerra, se tu mi dai questo). La pace di Gesù è qualcosa di interiore e di profondo. È la presenza di Dio che ti dà forza, è la speranza che supera i limiti umani e il tempo, è il coraggio della non—violenza, è la gioia profonda che ti rende sereno anche durante la prova, è la certezza della misericordia del Signore che ti cerca anche quando ti sei allontanato.

 

 

MARTEDI’ 18 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Federico; S. Materno; S. Arnolfo

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', SVEGLIAMI PERCHE' SAPPIA VEDERE I TUOI SEGNI.

 

HANNO DETTO: “Il cuore dell’uomo è troppo grande per poter essere riempito dal denaro, dalla sensualità, oppure dal fumo della gloria, che è illusorio, anche se stordisce. Esso desidera un bene più elevato, senza limiti e che duri eternamente. Ma questo bene è soltanto Dio”. (Massimiliano Maria Kolbe)

SAGGEZZA POPOLARE: Stoltezza ed arroganza nacquero insieme.

UN ANEDDOTO: S. Alfonso e la grande carestia del 1764. Per far fronte alla fame del suo popolo, il vescovo di Sant’Agata dei Goti vendette pure due anelli preziosi, la croce pettorale di oro, servendosi di una d’argento indorato nelle funzioni liturgiche. Si disfece, in seguito, delle ricche posate, dicendo: «Bastano a noi quelle di ottone». Non contento di questo voleva poi vendere il rocchetto e l’orologio ma gli fu impedito anche per l’esiguo guadagno. Gli restava la carrozza, necessaria per muoversi nella diocesi: non fece passare troppo tempo che la vendette, nonostante i ripetuti dinieghi del vicario e dei canonici, diceva: «San Pietro era Papa e non andava in carrozza, ed io non sono da più di San Pietro»

PAROLA DI DIO: Es 2,1-15; Sal 68; Mt 11,20-24

 

Vangelo Mt 11,20-24

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafarnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sodoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sodoma sarà trattata meno duramente di te». Parola del Signore

 

“IN QUEL TEMPO, GESÙ SI MISE A RIMPROVERARE LE CITTÀ NELLE QUALI ERA AVVENUTA LA MAGGIOR PARTE DEI SUOI PRODIGI, PERCHÉ NON SI ERANO CONVERTITE”.

Quante volte siamo stati tentati di dire: “Se il Signore intervenisse, se facesse quel miracolo...” e quasi ci lamentiamo che il Signore non ci doni una buona dose di miracoli quotidiani: “Eppure, ci fosse qualche miracolo la gente si convertirebbe!’’.  Gesù ne ha fatti tanti di miracoli; eppure, la maggioranza dei suoi contemporanei non si è convertita. Anche nel nostro quotidiano ci sono tanti segni della presenza del Signore: dalla sua parola ai suoi sacramenti, dal dono del tempo alla forza nell’affrontare le difficoltà. Chissà se non vale anche per noi il rimprovero di Gesù?

 

 

MERCOLEDI’ 19 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Macrina; S. Simmaco

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, LA SEMPLICITA' DI CUORE.

 

HANNO DETTO: Il Vangelo insegna che l'uomo cambia la sua vita, la sua mentalità, si converte al bene non perché viene sgridato, rimproverato, punito, ma perché si scopre amato nonostante sia peccatore. (Rupnik)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi spende più di quello che ha, torce la corda che l'impiccherà.

UN ANEDDOTO: La Luna pregò sua madre di tesserle una tunica su misura. Ma lei rispose: «E come potrei prepararti un vestito su misura? Vedo, infatti, che ora sei piena, poi calante, quindi crescente». Così, anche per l’uomo sciocco e di nessun valore non c’è alcuna misura nel possesso di beni. (Plutarco)

PAROLA DI DIO: Es 3,1-6.9-12; Sal 102; Mt 11,25-27

 

Vangelo Mt 11,25-27

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». Parola del Signore

 

“TI RENDO LODE, PADRE, SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA, PERCHÉ HAI NASCOSTO QUESTE COSE AI SAPIENTI E AI DOTTI E LE HAI RIVELATE AI PICCOLI”

Dunque, essere piccoli è il segreto. Non intelligenti, non sapienti. Semplicemente piccoli. Il Signore si rivela a chi non può vantarsi di sapere. A chi non sa. Il non sapere è la condizione che fa uscire da quelle nostre quattro convinzioni che spesso ostentiamo come sapienza e che limitano enormemente il nostro sguardo sulla realtà. Il non sapere ci costringe a uscire da noi stessi per cercare altrove le risposte alle domande che la vita ci pone. Essere piccoli è la condizione che genera stupore di fronte alla novità. Attenzione però, piccoli, non infantili o superficiali. Chi non sa e non si preoccupa di sapere è saccente perché implicitamente pensa di bastare a sé stesso. Essere piccoli invece è come “sapere” che Qualcuno ci può rendere grandi. E cercare questo Qualcuno.

 

 

GIOVEDI’ 20 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Apollinare; S. Aurelio

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', TU NON LASCI SOLO PROPRIO NESSUNO.

 

HANNO DETTO: Gesù non m'insegna a contare gli atti: m'insegna a fare tutto per amore, a non rifiutargli niente, ad essere contenta quando mi dà un'occasione di mostrargli che lo amo; ma tutto questo nella pace, nell'abbandono. (Santa Teresa di Gesù Bambino)

SAGGEZZA POPOLARE: I grandi spiriti non camminano sulla via battuta.

UN ANEDDOTO: Se ne stava curva, quasi piegata davanti a me; non osava alzare il viso, guardarmi in volto — Sono una disgraziata! Ho tradito mio marito, calpestato l’amore profondo che ci ha sempre uniti. — No, signora, mi permetta di dirle che è stato solo un momento difficile della sua vita. Lei è una creatura giovane, immensamente amata da Dio, anche se ha avuto la debolezza di cedere a una passione di cui è sinceramente pentita, una donna che ha avuto il coraggio di giudicarsi e quindi già perdonata da Dio. La passione, come il peccato, sono generalmente momenti di smarrimento, di irrazionalità, che ci aiutano a capire la nostra fragilità, la necessità di fuggire le occasioni — Ma Dio potrà perdonarmi? — Dubitare del perdono di Dio è l’unico peccato che non dobbiamo mai commettere. Ricordi l’adultera, la Maddalena, accolte e perdonate dal Figlio di Dio con immensa bontà! Qualunque sia la nostra colpa, non dobbiamo mai perdere il coraggio, la stima di noi stessi, perché Dio continua ad amarci, ad attenderci, con l’amore del padre nella parabola del figliuol prodigo.

PAROLA DI DIO: Es 3,13-20; Sal 104; Mt 11,28-30

 

Vangelo Mt 11,28-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo, infatti, è dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore

 

"VENITE A ME VOI TUTTI CHE SIETE STANCHI E OPPRESSI".

Mi guardo attorno e scopro un mondo meraviglioso, ma scopro anche le estreme miserie dell'uomo. Quanta gente soffre a causa di altra gente. "Io sono più forte di te, tu mi dai fastidio: meglio farti fuori" e una volta sono le bombe, un'altra il macete, un'altra la pulizia etnica, e l'uomo è ucciso, stuprato, violentato, cacciato dalla sua terra. E non sa a chi rivolgersi, da chi ottenere giustizia. E l'uomo sfruttato?

I bambini costretti a lavorare 12, 14, perfino 16 ore al giorno per cucire palloni con cui altri bambini giocheranno. Uomini che, come schiavi tra le stanghe di un carretto, scarrozzano i ricchi per tutto il giorno e si devono accontentare di una ciotola di riso per sé e la propria famiglia, uomini sfruttati nelle fabbriche, interi paesi sfruttati dal potere economico delle multinazionali e la rabbia cresce, e la rabbia non ha mai promesso niente di bello per nessuno. E poi, quanto dolore. Malati in lunghe corsie di ospedali, gente condannata a passare anni e anni in un letto, bambini nati handicappati, incidenti stradali, famiglie divise contro la propria volontà, solitudine a abbandono degli anziani, tristezze di ospizi, e poi ancora, tradimenti, ripicche, vendette, cattiverie. Tutta questa massa di dolore, dove troverà il suo senso? Perfino il Dio dei filosofi sembra lontano, incapace davanti a questo. Solo uno può dirci: "Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò", ed è proprio Gesù. Il Figlio di Dio non ci promette la facile soluzione al problema della sofferenza, non la elimina come se fosse la cosa più cattiva e inutile della terra. Lui l'ha vissuta sulla sua pelle fino in fondo, Lui è nato povero, è stato esule, ha lavorato, è vissuto in un paese che era schiavo dei Romani, è stato tentato, è stato osteggiato da coloro che beneficava, è stato tradito con un bacio e venduto per un pugno di soldi, Lui ha subito ogni sorta di piaghe, Lui è stato inchiodato sul letto della croce, Lui ha gridato come ogni condannato, Lui è morto. Lui può capire ogni uomo. Lui può accogliere ogni nostra sofferenza: sono già tutte sue.

 

 

VENERDI’ 21 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Lorenzo da Brindisi; S. Prassede; S. Alberico Crescitelli

Una scheggia di preghiera:

 

RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI COME ANCHE NOI LI RIMETTIAMO AI NOSTRI DEBITORI.

 

HANNO DETTO: Tutti vorrebbero guarire dai mali del corpo, ma non possono, tutti potrebbero guarire dai mali dell'anima, ma non vogliono. (Annibal Caro)

SAGGEZZA POPOLARE: Il sospetto mangia col diavolo nel medesimo piatto.

UN ANEDDOTO: C’è un apologo ebraico che racconta di alcuni giovani che chiedono al rabbi anziano quando sia iniziato l’esilio di Israele. «L’esilio di Israele — risponde il saggio rabbi — cominciò il giorno in cui Israele non ha più sofferto del fatto di essere in esilio». Il vero esilio non comincia quando si lascia la patria, ma quando non c’è più nel cuore la struggente nostalgia della patria.

PAROLA DI DIO: Es 11,10 – 12,14; Sal 115; Mt 12,1-8

 

Vangelo Mt 12,1-8

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato». Parola del Signore

 

“MISERICORDIA IO VOGLIO E NON SACRIFICI”

Proviamo a chiederci che cosa voglia dire per me, in questa giornata, l’invito di Gesù.

Ho cominciato la giornata con le preghiere del mattino e la terminerò con quelle della sera, forse lungo il giorno ci saranno altri momenti dedicati al Signore. Ma com’è la mia preghiera? È il dovere da compiere, la tassa da pagare, un qualcosa da adempiere in fretta perché poi c’è il tanto da fare? Che cosa mi spinge a pregare? Il desiderio di essere in comunione con Dio? L’educazione che ho ricevuto? Il bisogno di sentirsi a posto con Dio e con me stesso? Andiamo ancora avanti: al di là dei momenti fissi di preghiera, nella mia giornata Dio è presente? E quando prego, io sono presente? Chi frequenta le mie intenzioni di preghiera: io, i miei familiari, il mondo intero, le persone che incontro nella mia giornata, i miei amici, i miei nemici?

Ma attraverso alcuni esempi proviamo anche a chiederci che cosa voglia dire: “Misericordia io voglio e non sacrificio” lungo la mia giornata: Nel mio modo di parlare con gli altri, come sono i miei giudizi? La mia “morale”, è un qualcosa di molto personale, è il pensiero più o meno corrente oppure fa riferimento all’amore di Gesù? Per me contano di più le persone o le cose? Quando vedo qualcuno nel bisogno, tiro dritto? Ci giro attorno? Faccio prima dei conti per vedere quanto mi costerebbe fermarmi? Sono generoso nel dare consigli o nel condividere davvero?

Con queste semplici domande abbiamo scoperto che non solo Gesù ci aiuta a leggere le pagine della storia e a scoprire gli errori dei cristiani, ma Gesù e il suo Vangelo mettono in ballo proprio noi, perché è oggi che Gesù vuole da me soprattutto misericordia.

 

 

SABATO 22 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Maria Maddalena; S. Gualtiero

Una scheggia di preghiera:

 

UN CUOR SOLO E UN'ANIMA SOLA, CON TE O SIGNORE.

 

HANNO DETTO: “L’amore è l’unico tesoro che potete accumulare in questo mondo e portare con voi nell’altro. Tutta la gloria, il lavoro, le fortune, i tesori e i successi che credete di aver posseduto in questo mondo resteranno in questo mondo”. (S. Charbel)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi non vuol somigliare al lupo, non porti la sua pelle.

UN ANEDDOTO: Dicono che una lucertola si spezzò in due, a metà del dorso, mentre cercava di eguagliare in lunghezza un serpente. Farai del male a te stesso e non concluderai nulla, se imiterai chi è di gran lunga superiore a te. (Babrio)

PAROLA DI DIO: Ct 3,1-4a opp. 2Cor 5,14-17; Sal 62; Gv 20,1-2.11-18

 

Vangelo Gv 20,1-2.11-18 

Dal vangelo secondo Giovanni

Il primo giorno della settimana, Maria di Magdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi, ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Magdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto. Parola del Signore

 

“GESÙ LE DISSE: «MARIA!». ELLA SI VOLTÒ E GLI DISSE IN EBRAICO: «RABBUNÌ!».

Oggi mi immagino che sia proprio Maria Maddalena a parlarci così: “Mi fanno sorridere certi esegeti che cercando di spiegare il mio dolore nel piangere la morte di Gesù e il presunto gesto di disprezzo del trafugamento del cadavere, o la mia gioia e l’impulso di abbracciare il Risorto, cercano spiegazioni asettiche: no! Io ero innamorata di Gesù! Innamorata solo come può esserlo una donna, salvata da Lui, piena di sentimento puro che non fa calcoli ma che ama totalmente e a quell’amore consacra tutta sé stessa! Io amo il “mio Gesù” e proprio perché lo amo tanto vorrei che tutti lo amassero: non abbiate paura dei sentimenti, non fate troppi calcoli, non abbiate paura di piangere o di ballare per amore: lasciatevi amare e amate con tutto voi stessi.

 

 

DOMENICA 23 LUGLIO: 16^ DOMENICA ORDINARIA ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: S. Brigida Patrona d’Europa

Una scheggia di preghiera:

 

SOLO TU, SIGNORE, NELLA TUA MISERICORDIA, GIUDICHI IL MONDO.

 

HANNO DETTO: Anche se tu vedessi uno commettere peccati, in punto di morte non devi condannarlo, il giudizio di Dio è ignoto agli uomini. (S. Giovanni Climaco)

SAGGEZZA POPOLARE: La solitudine è un grave peso quando non si ha Dio per compagno.

UN ANEDDOTO: Una sera, d'inverno, marito e moglie stavano parlando dei loro vicini, che erano più ricchi di loro. "Se potessi avere tutto quello che voglio, sarei di certo più contenta di loro", disse la donna. In quel momento apparve una fata che disse: "Esprimete tre desideri, ma tre soltanto". "Vorrei essere bella, ricca e raffinata" rispose la moglie. "Io vorrei salute, allegria e una vita più lunga" disse il marito. "Perché' vivere a lungo, se si è poveri?" disse la donna. "Fino a domani pensiamo a quello che ci serve di più e chiediamoglielo" propose l'uomo. "Va bene" disse lei. "Con questo bel fuoco vorrei avere un pezzo di arrosto per la nostra cena! disse la donna senza pensarci. E infatti dalla cappa del camino venne giù un pezzo enorme di carne. "Per colpa tua, ora possiamo chiedere solo due cose! Mi fai così arrabbiare che vorrei che ti venisse un bubbone sul naso!" urlò il marito. E infatti così accadde. "Chiederò di diventare ricchissimi così ti farò curare" disse l'uomo. "Sei matto, io voglio che subito il bubbone cada per terra" disse la donna. Il bubbone si staccò e la donna, che era furba, disse al marito: "La fata ci ha voluto far imparare la lezione. È meglio avere meno voglie e prendere le cose come vengono". E quella sera cenarono in allegria con un ottimo arrosto. 

PAROLA DI DIO: Sap 12, 13.16-19; Sal 85; Rm 8,26-27; Mt 13,24-43

 

Vangelo Mt 13, 24-43 (Forma breve Mt 13,24-30) 

Dal vangelo secondo Matteo

[In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece ri! ponetelo nel mio granaio”».] Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami». Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Aprirò la mia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo». Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come, dunque, si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!». Parola del Signore

 

“I SERVI GLI DISSERO: VUOI CHE ANDIAMO A RACCOGLIERE LA ZIZZANIA?”.

In tutti i campi è facile essere come i servi della parabola: giudicare ciò che è bene e ciò che è male e nel nome del bene partire in crociata per estirpare il male. Non così per Dio: Dio ha tempo. Dio dà tempo. Dio ha bisogno di tempo. Dio sa aspettare. La presenza del male non rappresenta un fatto eccezionale. È la norma. Nella Chiesa, come nel mondo. Dappertutto. L’uomo non ha diritto di “anticipare” il giudizio finale. Questo spetta a Dio, in esclusiva. È il compito suo. Noi non riusciamo a delimitare i territori del bene e del male. Ci sono modi diversi anche per guardare il campo. C’è chi vede nel mondo esclusivamente sporcizia, corruzione, violenza, cattiveria, falsità. Ma c’è chi senza ignorare quei prodotti, riesce a scorgere anche il bene, la generosità, la pulizia, l’onestà, la coerenza. Oggi, meditando questo Vangelo, oltre che imparare il tempo di Dio dobbiamo anche chiedergli che ci impresti il suo sguardo. E poi occorre, per imitare Dio, la grande virtù della pazienza. L’impazienza è la radice di tutti gli integralismi, dei fanatismi, delle intolleranze, delle inquisizioni. La zizzania c’è in tutti i campi, anche nel tuo campo e proprio nel momento in cui tu giudichi, condanni, disprezzi gli altri, ritenendoti “puro”, ti trasformi in zizzania. Il vero scandalo è quello offerto da coloro che pensano di dimostrare le proprie virtù denunciando le colpe degli altri. La pazienza invece è imparentata con l’umiltà. Se Dio fosse impaziente come noi, quante volte avrebbe già dovuto estirparci?

 

 

LUNEDI’ 24 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Charbel Makhluf; S. Cristina di Bolsena; S. Eufrasia

Una scheggia di preghiera:

 

O DIO, TU SEI IL MIO DIO. DI TE HA SETE L'ANIMA MIA.

 

HANNO DETTO: La fiducia non si acquista per mezzo della forza. La fiducia bisogna meritarla con gesti e fatti concreti. (Giovanni Paolo II)

SAGGEZZA POPOLARE: La solitudine è un grave peso quando non si ha Dio per compagno.

UN ANEDDOTO: Se il lievito mescolato alla farina non fa lievitare tutta la pasta, è forse lievito? E se il profumo non avvolge del suo soave odore tutti quelli che si avvicinano, lo chiameremo ancora profumo? Sarebbe più facile per la luce essere tenebra, che per un cristiano non diffondere luce attorno a sé. Non dire: è impossibile. È il contrario che è impossibile. Non fare violenza a Dio. (Giovanni Crisostomo)

PAROLA DI DIO: Es 14,5-18; Cant. Es 15,1-6; Mt 12,38-42

 

Vangelo Mt 12,38-42

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno». Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!». Parola del Signore

 

“ALCUNI SCRIBI E FARISEI DISSERO A GESÙ: «MAESTRO, DA TE VOGLIAMO VEDERE UN SEGNO”

È una domanda che noi siamo continuamente tentati di rivolgere a Dio. “Perché, o Dio, non scrivi leggibilmente il tuo nome nel cielo? Perché non ci dai una prova eclatante e meravigliosa della tua esistenza di modo che ogni dubbio diventi impossibile?

Gli atei e i pagani sarebbero obbligati ad inchinarsi a te, i credenti sarebbero rassicurati!”. Dio non ci dà questo segno perché Egli non è come noi crediamo. Se Dio ci stupisse con un segno meraviglioso, Egli non sarebbe più il Dio che ha scelto di essere il Dio servitore degli uomini per meritare il loro amore. Dio non vuole obbligare l’uomo. Dio non vuole accattivarsi l’uomo a colpi di Potenza e di miracoli. Dio ha scelto di rispettare la libertà che Lui ha donato all’uomo. Dio ha scelto di guadagnare l’uomo morendo per lui. Egli è un Dio d’amore e noi siamo sempre tentati di affibbiargli un altro ruolo.

 

 

MARTEDI’ 25 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Giacomo Ap.; S. Cristoforo

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, TUTTO CIO' CHE È BENE PER NOI.

 

HANNO DETTO: “Tu sai cosa desideri, ma Dio solo sa che cosa ti giova”. (Sant’Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Guardati dalle troppe carezze.

UN ANEDDOTO: Un ragazzo si fece una barchetta di legno ed uscì a provarlo in un lago, senza fare nulla, la scialuppa spinta da un leggero vento andò oltre la sua portata. Addolorato corse a chiedere aiuto ad un ragazzo più grande perché l'aiutasse nella sua difficoltà. Senza dire niente il ragazzo incominciò a prendere pietre e gettarle contro la barchetta; il piccolo pensò che mai avrebbe avuto un'altra volta la sua barca e che il ragazzo grandicello si stava prendendo gioco di lui; fino a che si rese conto che invece di toccare quella scialuppa ogni pietra andava un po' oltre questa ed originava una piccola onda che faceva retrocedere la barca fino al bordo. Ogni pietra era calcolata ed infine il giocattolo fu riportato a riva. Il piccolo rimase contento e grato. Era ritornato in possesso del suo piccolo tesoro. A volte nella nostra vita succedono cose che sembrano spiacevoli, insensate e ci sembra che più ci si muove e più si affonda; ma non sempre è così. Se speriamo ed abbiamo fiducia nella Divina Provvidenza ci renderemo conto che ogni prova, ogni tribolazione, è come una pietra intrepida sulle quiete acque della nostra vita che ci porta più vicino al nostro obiettivo.

PAROLA DI DIO: 2Cor 4,7-15; Sal 125; Mt 20,20-28

 

Vangelo Mt 20,20-28

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedeo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». Parola del Signore

 

“VOI NON SAPETE QUELLO CHE CHIEDETE”.

Gesù risponde così a quella madre che chiedeva per i suoi figli un posto alla destra e alla sinistra di Gesù. Quella madre pensava alla gloria. Se avesse saputo che alla destra e alla sinistra di Gesù ci sarebbero stati due ladri crocifissi come Lui, non avrebbe fatto quella richiesta. La preghiera di domanda, che pure è importante, corre sempre questo rischio. Noi crediamo un bene per noi alcune cose, ma non sappiamo esattamente se saranno un bene o un male. Dio lo sa!

Certi silenzi di Dio, certi non esaudimenti di nostre richieste non saranno forse grazie?

Può darsi che sia anche debolezza di fede, ma quando chiedo qualcosa al Signore, gli dico sì la mia richiesta, la appoggio anche con tutte le mie motivazioni, ma, alla fine, aggiungo: “Tu sai che cosa è meglio per me, nella tua bontà di Padre donamelo e fammi anche capire che, qualunque cosa sarà è il miglior dono che poteva essermi fatto”.

 

 

MERCOLEDI’ 26 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Gioacchino e Anna

Una scheggia di preghiera:

 

O DIO, CONTINUA A PARLARCI ATTRAVERSO LA TUA NATURA.

 

HANNO DETTO: “Coloro che sfuggono dalla Chiesa per l’ipocrisia, l’imperfezione delle persone religiose, si scordano che, se la Chiesa fosse perfetta nel senso da loro reclamato, non ci sarebbe in essa posto per loro”. (Fulton J. Shenn)

SAGGEZZA POPOLARE: L'uomo ragiona, il saggio tace, il fesso discute. (proverbio cinese)

UN ANEDDOTO: Una volta, un uomo, dopo aver visto una nave che affondava con il suo equipaggio, andava affermando che gli dèi sono iniqui nel giudicare; per l’empietà di una sola persona, infatti, erano andati in rovina anche degli innocenti. Mentre parlava in questo modo, poiché nel luogo dove si trovava c’erano molte formiche, accadde che venne morso da una di esse.  Allora egli, per quanto fosse stata solo una delle formiche ad arrecargli danno, le calpestò tutte. A quel punto, gli apparve Hermes, che, colpendolo con il caduceo, gli disse: «Quindi, tu non tolleri che gli dèi siano giudici degli uomini come tu sei giudice delle formiche?». Nessuno oltraggi la divinità quando capita una sventura, ma piuttosto esamini le proprie colpe. (Esopo)

PAROLA DI DIO: Es 16,1-5.9-15; Sal 77; Mt 13,1-9

 

Vangelo Mt 13,1-9

Dal vangelo secondo Matteo

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti». Parola del Signore

 

“GESU’ USCI’ DI CASA E SI SEDETTE IN RIVA AL MARE”.

Luglio e agosto sono mesi in cui molti possono permettersi un po’ di vacanza. Leggendo nel vangelo di oggi che Gesù si sedette in riva al mare, mi è tornato in mente quello che facevo parecchi anni fa, quando andavo in vacanza al mare. Mi piaceva alzarmi al mattino presto, quando in giro c’erano solo i primi lavoratori e i patiti delle corse lungo le spiagge e andavo a sedermi o su qualche scoglio o vicino a qualche pescatore su un molo e poi lasciavo andare la testa magari seguendo per lunghi momenti i giochi delle onde e lasciandosi quasi cullare dal rumore della risacca. Quante cose belle mi ha suggerito il mare! Alcune le ho ritrovate in questa poesia di Armando Moore che oggi vi ripropongo: “Il mare non ha punto di riferimento, è piatto, uguale. Occorrono sofisticati strumenti per sapere dove siamo. Verso quale porto stiamo navigando. Il mare ci obbliga al cielo. In mare tutti gli orizzonti sono identici. Pensi di puntare verso una terra e forse stai dirigendoti al largo. Il mare è ignoto. Il mare ci obbliga alla speranza. Sotto il mare pulsa una vita che non vediamo. Le meraviglie del mare stanno sotto la superficie. Per ammirarlo bisogna tuffarsi sotto. Il mare ci insegna a immergersi dentro le cose. Il mare ci obbliga alla saggezza. Il mare simboleggia l’andare. Il mare non lo abitiamo; lo attraversiamo per recarci altrove. Il mare obbliga a fissare lo sguardo oltre la vita. Il mare è uguale; eppure, basta che lo sorvoli una nuvola e subito cambia colore, quasi intenerito da quella carezza. Il mare ci obbliga alla tenerezza.

 

 

GIOVEDI’ 27 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Pantaleone; S. Celestino I;

Una scheggia di preghiera:

 

CAMBIA, SIGNORE, IL NOSTRO CUORE DI PIETRA IN UN CUORE DI CARNE CAPACE DI AMARE

 

HANNO DETTO: “Non permettete che niente vi riempia di tristezza, fino al punto di farvi dimenticare la gioia di Cristo risorto”. (Santa Teresa di Calcutta)

SAGGEZZA POPOLARE: Consultando abbastanza esperti si può trovare conferma a qualsiasi opinione.

UN ANEDDOTO: Durante l'ultima pandemia, qualcuno in un vicolo di Napoli, ha lasciato un cestino vuoto con appeso un foglio dove era scritto: “Chi può metta. Chi non può prenda”. Non vi sembra che ci sia qui il senso stesso del nostro essere con gli altri?”

PAROLA DI DIO: Es 19,1-2.9-11.16-20b; Cant. Dn 3,52-56; Mt 13,10-17

 

Vangelo Mt 13,10-17

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti, a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza, ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice: “Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca!”. Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!». Parola del Signore

 

“PERCHÉ IL CUORE DI QUESTO POPOLO È DIVENTATO INSENSIBILE, SONO DIVENTATI DURI DI ORECCHI E HANNO CHIUSO GLI OCCHI”.

Se penso a quanta Parola di Dio ho letto e sentito nella mia vita, a quanti segni Dio mi ha donato lungo questi anni, mi stupisco di non essere ancora cambiato totalmente. Anche il nostro mondo non può dire di non aver avuto l’opportunità di sentire in mille modi la Parola di Dio; eppure, è più che mai scristianizzato. La colpa allora non è di Dio e probabilmente neanche per la mancanza di annunciatori, di predicatori, è invece il cuore che si è indurito, che non accoglie la Parola o che la sente solo alla superficie. Molte riflessioni fatte in questo tempo di Sinodo della Chiesa Torinese hanno portato alla conclusione che il messaggio cristiano spesso non arriva perché molti uomini oggi vivono solo per le cose materiali, senza speranza per un futuro, chiusi alla comprensione di termini come risurrezione, vita eterna. il cuore indurito ha una scorza dura, a prima vista impenetrabile ma se questo cuore non è morto del tutto, se batte ancora, Colui che ha fatto saltare la pietra del sepolcro non potrà infrangerne la crosta indurita?

 

 

VENERDI’ 28 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Nazario e Celso; S. Pietro Poveda Castroverde

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI A COMPRENDERE OGGI LA TUA PAROLA.

 

HANNO DETTO: “La felicità non si ottiene puntando affannosamente alla sua ricerca, ma viene incontro, come una sorpresa, a chi è intento a far felici gli altri”. (Fulton Sheen)

SAGGEZZA POPOLARE: Proprio vero: chi entra in ospedale non è più una persona ma un "caso". Non per niente, se capita di guarire, è per caso. (Detto moderno)

UN ANEDDOTO: A chi domandava ad Antoni Gaudí quando sarebbe terminata la costruzione della chiesa della Sagarda Familia lui rispondeva sempre «il mio padrone non ha fretta» Non solo si riferiva all’irregolarità delle elemosine unica entrata per finanziare i lavori ma anche a una storia dove l’uomo non aveva l’ultima parola. Esattamente come non aveva avuto la prima.

PAROLA DI DIO: Es 20,1-17; Sal 18; Mt 13,18-23

 

Vangelo Mt 13,18-23

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno». Parola del Signore

 

"VOI DUNQUE ASCOLTATE LA PARABOLA DEL SEMINATORE".

Gesù ha spiegato la parabola per chi non la capiva. Chiediamoci però in generale: quale sarà il nemico più grande della parola di Dio?

Sembra che la parabola ci porti a rispondere soprattutto: l'abitudine. Ci si abitua a tutto. Qualche detenuto, dopo anni di carcere, si era talmente abituato ad esso che, liberato, quasi lo rimpiangeva. E noi cristiani, siamo talmente abituati alla Parola di Dio, che, alla fine, sembra non abbia più da dirci molto. Noi preti, dopo un po' di anni di predicazione, ci perdiamo il gusto, diventiamo ripetitivi, sembra che ormai la conosciamo tutta, non ci prepariamo neppure più, cadiamo in luoghi comuni, spesso non diamo neppure a chi ci ascolta l'impressione che la Parola di Dio ci riguardi o ci tocchi più di tanto.

E gli ascoltatori? Spesso abitudine vuol dire disincanto, noia, assuefazione, senso del risaputo, diffidenza, interesse superficiale, sbadataggine, indifferenza, malcelata sopportazione. Si perde di vista che questa è una Parola di Qualcuno che ci vuol bene, che essa viene proclamata per dare senso e cambiare la nostra vita, che essa è destinata al cuore più che alla testa. Forse mi avrete sentito già tante volte fare questo esempio: se tu aspetti una lettera da una persona lontana cui vuoi molto bene, quando questa arriva la apri con trepidazione, la leggi di corsa per sapere subito le notizie, la rileggi più volte, cerchi di capire tra le righe anche quello che non è stato scritto con la penna. Ogni volta che ascoltiamo la Parola di Dio dovrebbe essere così per noi: è la lettera che Dio oggi mi ha scritto.

 

 

SABATO 29 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Marta, Maria, e Lazzaro; S. Olaf

Una scheggia di preghiera:

 

CREDO IN TE, SIGNORE, DIO DELLA VITA E DELL'AMORE.

 

HANNO DETTO: «Se qualche volta cadete, non dovete così avvilirvi da lasciare d’andare innanzi. Da quella caduta il Signore saprà cavare del bene» (Santa Teresa d’Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: Il pessimista si fascia la testa prima di averla rotta.

UN ANEDDOTO: Nella metà degli anni '70, un uomo stava attraversando l'Arizona quando si fermò ad una stazione di servizio nel mezzo di un violento temporale. Erano tempi in cui non esisteva ancora il 'self-service' e l'uomo stette seduto all'asciutto nella sua vettura mentre un uomo, che fischiettava allegramente mentre lavorava, gli riempì il serbatoio sotto la pioggia torrenziale. Mentre stava per andare via, dopo aver pagato, l'uomo disse scusandosi: "Mi dispiace di averla fatta uscire con questo tempaccio". L'inserviente rispose, "Non può darmi il minimo fastidio. Quando combattevo in Vietnam, mi trovai coi miei compagni in una buca piena di fango sotto una pioggia battente ed il fuoco nemico dilagante, uno aveva profonde ferite da schegge di granate, e giurai a me stesso che, se mai fossi uscito vivo da un'esperienza simile, non mi sarei più lamentato di nulla. E così faccio".

PAROLA DI DIO: 1Gv 4,7-16; Sal 33; Gv 11,19-27 opp. Lc 10,38-42

 

Vangelo Gv 11,19-27 

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta, dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». Parola del Signore

“SIGNORE, SE TU FOSSI STATO QUI, MIO FRATELLO NON SAREBBE MORTO”.

Quando vanno a dire a Gesù che Lazzaro è malato, Gesù non si muove. Arriva che Lazzaro è già morto da quattro giorni. Possibile che Dio sia sempre lontano quando lo si desidererebbe presente? Marta si lamenta, rimprovera quasi Gesù della sua assenza e noi, qualche volta, andiamo anche oltre: “Se Dio esistesse non permetterebbe tanto dolore”. Gesù non si giustifica, né ci rimprovera per i nostri sfoghi, si limita a ripetere: “Se credi, vedrai la gloria di Dio”. “Credere” è al presente, mentre “vedere” riguarda il futuro. Noi invece prima vogliamo le prove, poi, forse, siamo disposti a credere. Dio non ci chiede la fede come ricompensa dovuta al miracolo, prezzo da pagare per le sue prestazioni, ma come condizione necessaria perché Dio possa agire.

 

 

DOMENICA 30 LUGLIO: 17^ DOMENICA ORDINARIA ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: s: Pietro Crisologo; S. Orso

Una scheggia di preghiera:

 

SEI TU, GESU', IL NOSTRO UNICO GRANDE TESORO.

 

HANNO DETTO: “La saggezza consiste semplicemente nel non insegnare a Dio come si debbano fare le cose”. (Nicolás Gómez Dávila)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi perde la ricchezza, perde molto; chi perde gli amici, perde ancora di più: ma chi perde il proprio spirito, perde tutto. (Detto spagnolo)

UN ANEDDOTO: Era in corso un’aspra contesa tra la formica e la mosca su chi valesse di più. Cominciò così per prima la mosca: «Puoi tu mettere a confronto i miei meriti con i tuoi? Mi fermo tra gli altari, vado in giro per tutti i templi dove si svolgono sacrifici, per prima assaggio le viscere offerte agli dei. Sto seduta sulla testa del re quando voglio e colgo i casti baci delle matrone. Non m’affatico per nulla e godo di grandissimi privilegi. Che cosa di simile a ciò tocca in sorte a te, zoticona?». «È certamente motivo di gloria partecipare al banchetto degli dèi, ma per quelli che sono invitati, non per quelli che sono invisi. Frequenti gli altari, certo, ma, appena giungi, vieni cacciata. Ricordi i re e i baci delle matrone, ostenti persino quello che il pudore dovrebbe coprire. Non ti affatichi per nulla: per questo motivo, quando hai necessità, non hai nulla. Io, quando, con grande premura, accumulo il grano in inverno, vedo te mentre ti pasci di escrementi lungo i muri. Mi provochi durante l’estate; quando è inverno, stai zitta. Il freddo ti costringe a morire rattrappita; me, invece, incolume accoglie una ricca dimora. Ho certamente rintuzzato la tua tracotanza». Questa favoletta distingue le caratteristiche degli uomini: quelli che si ornano di lodi infondate e quelli il cui valore mostra un solido motivo di gloria. (Fedro)

PAROLA DI DIO: 1Re 3,5.7-12; Sal 118; Rm 8,28-30; Mt 13,44-52

 

Vangelo Mt 13,44-56 [Forma breve 13,44-52]

Dal vangelo secondo Matteo

[In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.] Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». Parola del Signore

 

“OGNI SCRIBA DIVENUTO DISCEPOLO DEL REGNO È SIMILE A UN PADRONE DI CASA CHE ESTRAE DAL SUO TESORO COSE NUOVE E COSE ANTICHE”.

Essere entrati nel Regno significa avere un tesoro prezioso: Gesù, i suoi sacramenti, la sua parola. Tutti questi doni sono per noi, per la nostra gioia e salvezza, ma sono anche talenti preziosi che dobbiamo “commerciare”, e il modo di commerciare del cristiano è quello di donare agli altri ciò che a sua volta ha ricevuto. Ecco perché Gesù parla dicendo di utilizzare “cose nuove e cose antiche”. La novità è Lui ed è Lui che noi dobbiamo annunciare e testimoniare. Ma ci sono anche cose “antiche”, ad esempio tutta la storia della salvezza, l’Antico Testamento, la nostra appartenenza alla Chiesa, i doni particolari che ognuno di noi ha. In questo, ciascuno di noi deve pescare nel suo bagaglio di storia, di esperienze per presentare al meglio agli altri la fede in Cristo. Tutti siamo testimoni e ognuno è un testimone originale che ha qualcosa di proprio da dire su Gesù.

 

 

LUNEDI’ 31 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Ignazio di Loyola; S. Fabio; S. Calimero

Una scheggia di preghiera:

 

RENDICI UMILI, SEMPLICI, COL CUORE APERTO PER ACCOGLIERTI.

 

HANNO DETTO: “Voi cattolici, mi obiettano gli amici ‘liberi pensatori’, siete chiusi nella gabbia del cattolicesimo. E io rispondo che è vero: il cattolico è prigioniero della sua Chiesa come l’uccello è prigioniero del cielo”. (Julien Green)

SAGGEZZA POPOLARE: Se continui a guardarti indietro, non vedrai mai ciò che hai davanti.

UN ANEDDOTO: Mentre Socrate era in prigione ad aspettare la sua morte, udì un uomo cantare una lirica difficile del poeta Stesicore. Socrate supplicò il cantante di insegnargliela. Quando gli venne chiesto perché, il grande filosofo rispose, "Voglio morire conoscendo una cosa in più".

PAROLA DI DIO: Es 32,15-24.30-34; Sal 105; Mt 13,31-35

 

Vangelo Mt 13,31-35

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami». Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Aprirò la mia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo». Parola del Signore

 

“E NON PARLAVA LORO SE NON IN PARABOLE”.

La parabola è uno dei mezzi più semplici per comunicare, ma la parabola ha anche dei limiti: può essere riduttiva, può prestarsi a interpretazioni diverse, spesso non dà risposte esaustive, complete, richiede la fatica della comprensione, è creativa in quanto apre spazi nuovi al pensiero. Insomma, la parabola rivela e nasconde allo stesso tempo. Gesù usa questo metodo per diversi motivi. Anzitutto è un linguaggio figurato, di facile comprensione soprattutto per i semplici, i poveri, per coloro che non sono portati all’astrazione, al filosofeggiare fatto unicamente di idee: Gesù, per parlare a tutti sceglie di parlare ai ‘piccoli’. Poi, attraverso la parabola propone sé stesso: la parabola, come Gesù non ti costringono mai ad una scelta, sono un invito e una proposta a cui solo la nostra libertà può rispondere. Ancora, Gesù non ama le ricette preconfezionate: Lui e la parabola lasciano il più ampio spazio alla nostra fantasia, alla ricerca, alla creatività. Lui non ci vuole massificati, ma persone individuali che, accogliendo i doni dello Spirito, li fanno fruttificare nella diversità ma nell’unità.

 

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

     
     
 

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