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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

GIUGNO 2023

 

GIOVEDI’ 1° GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Giustino, S. Annibale M. di Francia

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' ABBI PIETA' DI ME.

 

HANNO DETTO: Esercitate la carità, esercitatela con entusiasmo: non fatevi chiamare due volte, siate solleciti. Interrompete qualsiasi occupazione, anche santissima e volate in aiuto dei poveri. (Giuseppe Benedetto Cottolengo)

SAGGEZZA POPOLARE: La volpe sogna le galline e il lupo le pecore.

UN ANEDDOTO: Un padre del deserto ebbe un giorno la visita di un monaco, il quale altro non fece che criticare gli altri confratelli elencandone i numerosi difetti e mancanze. A un certo punto il padre gli disse: - È vero che moltissimi pesci hanno una gran quantità di spine, ma alcuni ne hanno una sola. Oggi, mentre parlavi con me, non hai fatto altro che conficcarmela in gola. Tutto sommato, preferisco le più morbide spine dei nostri confratelli peccatori. Apoftegmi dei Padri

PAROLA DI DIO: Sir 42,15-26; Sal 32; Mc 10,46-52

 

Vangelo Mc 10,46-52

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada. Parola del Signore

 

E SUBITO VIDE DI NUOVO E LO SEGUIVA LUNGO LA STRADA.

Subito prima del racconto della passione, Marco mostra dunque ancora una volta ai suoi lettori cosa vuol dire fede e cosa vuol dire seguire Gesù. Nell'ordine abbiamo: il cieco che prega con perseveranza, che invoca malgrado gli ostacoli, che viene confortato, che corre incontro a Gesù, che si lascia interrogare da lui, che si fa aprire gli occhi, che lo segue nel suo cammino. Solo dove l'uomo ha gli occhi aperti da un'azione miracolosa di Dio che gli permette di vedere quel che accade in Gesù, e può "seguirlo per la via", capisce ciò di cui c'è ancora da parlare adesso: il cammino del figlio dell'uomo verso la sofferenza. (E. Schweizer)

 

 

VENERDI’ 2 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Marcellino e Pietro; S. Eugenio I; S. Erasmo

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', ABBI MISERICORDIA PER TUTTE LE OCCASIONI DI CONVERSIONE PERSE.

 

HANNO DETTO: Non si può separare la pace dalla libertà perché nessuno può essere in pace senza avere la libertà. (Malcolm X)

SAGGEZZA POPOLARE: Cento che vogliono sono più forti di mille che devono.

UN ANEDDOTO: Un giovane monaco domandò al suo maestro: - Se fossi rinchiuso per giorni e giorni in una stanza insieme ad una ragazza giovane e bella, saresti sicuro di non cadere in tentazione?

Certamente - rispose il maestro - ma nessuno lo crederebbe. Infatti, è molto più facile sfuggire alla tentazione che ai sospetti, insinuazioni e maldicenze.

PAROLA DI DIO: Sir 44,1.9-13; Sal 149; Mc 11.11-25

 

Vangelo Mc 11, 11-26

Dal vangelo secondo Marco

[Dopo essere stato acclamato dalla folla, Gesù] entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l’ora tarda, uscì con i Dodici verso Betania. La mattina seguente, mentre uscivano da Betania, ebbe fame. Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi. Rivolto all’albero, disse: «Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!». E i suoi discepoli l’udirono. Giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio. E insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto: “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le nazioni”? Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla era stupita del suo insegnamento. Quando venne la sera, uscirono fuori dalla città. La mattina seguente, passando, videro l’albero di fichi seccato fin dalle radici. Pietro si ricordò e gli disse: «Maestro, guarda: l’albero di fichi che hai maledetto è seccato». Rispose loro Gesù: «Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: “Lèvati e gettati nel mare”, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe». Parola del Signore

 

“NESSUNO POSSA MAI PIU’ MANGIARE I TUOI FRUTTI”.

È quello della maledizione del fico uno degli episodi evangelici che lasciano più perplessi. Gesto di rabbia di Gesù per una fame non appagata? Gesto premonitore? E poi, perché l’Evangelista ci complica ancor di più la vita dicendoci che quella non era la stagione dei fichi?

Secondo me Gesù non va a cercare fichi perché ha fame (veniva da Betania e, figuriamoci se Marta si era lasciata scappare l’occasione di preparargli una buona colazione!). Gesù va a cercare frutti dal suo popolo, là dove quella sua pianta, coltivata da Dio nei secoli, trapiantata, difesa, concimata, potata, dovrebbe portare i frutti. Gesù vorrebbe trovare sempre almeno il frutto della riconoscenza, del perdono ricevuto e donato, i frutti dell’amore non ci sono stagioni per questi frutti. E, l’albero dell’ebraismo che frutti ha portato, almeno nella sua ufficialità? (ricordiamoci che siamo alle porte di Gerusalemme) Una religione fonte di potere, l’ipocrisia, una legge che uccide invece di salvare.

E sull’albero della Chiesa ci sono frutti?

E quando Gesù alza gli occhi verso la mia pianta, che cosa ci trova?

È inutile dire: “Non è ancora stagione! A suo tempo provvederò (sono forse io il padrone del tempo?)”. Per il Signore è sempre la stagione dei frutti e per tutto quello che Lui ha fatto per me, ha tutti i diritti di venirli a cercare, e, davanti a Lui, non basta neppur dire: “Ma guarda quante belle foglie ci sono!”. Come non bastano le adunate oceaniche per dire che la Chiesa è viva, così non bastano le mie chiacchiere di cristiano per dimostrare la fede, non bastano le tante buone intenzioni se tali rimangono, non bastano programmazioni, sinodi diocesani che normalmente producono tonnellate di carta, non bastano neanche le “Schegge e scintille” se non portano a qualche frutto concreto sia per chi le scrive che per chi le legge. Il buon Gesù, il dolce Gesù che sulla croce perdona i suoi crocifissori in questo caso maledice il fico ed esso secca. Non so spiegarmi l’episodio ma pensando alle mie tante foglie e ai miei pochi frutti, un po’ di turbamento mi rimane.

 

 

SABATO 3 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Carlo Lwanga e c.; S. Clotilde; S. Olivia

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', FA CESSARE LE CHIACCHIERE E FA' CHE ABBIAMO PIENA FIDUCIA IN TE.

 

HANNO DETTO: Il miglior modo di onorare i santi è di imitarli. (Erasmo da Rotterdam)

SAGGEZZA POPOLARE: I vizi si imparano anche senza maestri.

UN ANEDDOTO: Un eremita si recò un giorno a visitare un convento.  Mentre l'abate lo accompagnava in giro, l'eremita continuava ad esprimere la sua meraviglia nel vedere i monaci intenti ai vari lavori manuali. - Perché mai si danno così da fare per occupazioni terrene? Gesù non ha forse lodato Maria, che si è fermata ad ascoltarlo, e ripreso Marta, che si preoccupava troppo per l'andamento della casa?

L'abate non rispose nulla; alla fine della visita, si limitò a condurre l'eremita in una cella perché potesse pregare e stare in silenzio. Verso le tre del pomeriggio, l'eremita, che cominciava ad avere fame, uscì dalla cella; trovato l'abate, gli chiese se quello fosse giorno di digiuno per i monaci. - No - rispose l'abate. - Hanno già mangiato tutti. - Ma ... Come mai non mi avete chiamato? - Beh, a dire il vero, abbiamo pensato che, siccome hai scelto la parte migliore, come Maria, ti sarebbe bastato il cibo spirituale. L'eremita abbassò lo sguardo e l'abate concluse con dolcezza: - Se Marta non avesse lavorato, come avrebbe potuto riposarsi Maria?

PAROLA DI DIO: Sir 51,17-27; Sal 18; Mc 11,27-33

 

Vangelo Mc 11,27-33

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli andarono di nuovo a Gerusalemme. E, mentre egli camminava nel tempio, vennero da lui i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: «Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farle?». Ma Gesù disse loro: «Vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Diciamo dunque: “Dagli uomini”?». Ma temevano la folla, perché tutti ritenevano che Giovanni fosse veramente un profeta. Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». E Gesù disse loro: «Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose». Parola del Signore

 

“I SOMMI SACERDOTI, GLI SCRIBI, GLI ANZIANI GLI DISSERO: CON QUALE AUTORITÀ FAI QUESTE COSE?”.

La domanda vien fatta a Gesù da gente preoccupata, sì dell’integrità della fede ebraica, ma anche preoccupata da veder scalzate le proprie posizioni di potere religioso, di tradizioni e abitudini consolidate. L’ordine costituito sia religioso che civile ha sempre bisogno di nomine, autorizzazioni, incarichi, ha sempre la necessità di aprire inchieste. Per noi cristiani la domanda è oziosa perché ben sappiamo chi è Gesù e siamo anche contenti di proclamare la nostra fede in Lui. Per noi il problema è invece quello di passare dalla fede proclamata alla fede vissuta. Noi riconosciamo l’autorità di Gesù ma poi spesso ne sfuggiamo le esigenze. La parola di Gesù svela e giudica i segreti dei cuori, anche dei nostri cuori. Dovremmo smettere di difenderci da Lui e invece lasciarci plasmare da Lui. Gesù rimane il maestro che ci prende per mano: anche il suo giudizio è per la nostra conversione.

 

 

DOMENICA 4 GIUGNO: SS. TRINITA’ ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: S. Francesco Caracciolo; S. Quirino

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' TU SEI IL SALVATORE E REDENTORE DEL MONDO!

 

HANNO DETTO: Il buon Dio non può ispirare desideri inattuabili, perciò posso, nonostante la mia piccolezza, aspirare alla santità. (Santa Teresa di Gesù Bambino)

SAGGEZZA POPOLARE: Ogni legno ha il suo tarlo, ed ogni farina la sua crusca.

UN ANEDDOTO: L'uomo espose al medico il suo problema: non riusciva più a fare i soliti lavori domestici. Alla fine della visita, chiese: «Bene, dottore. In parole povere, cosa o che non va?

«In parole povere, è semplice pigrizia», rispose l'altro. «D'accordo - fece l'uomo. - Adesso me lo ripeta in termini medici, per dirlo a mia moglie.»

PAROLA DI DIO: Es 34,4b-6.8-9; Cant. Dn 3,52-56; 2Cor 13,11-13; Gv 3,16-18

 

Vangelo Gv 3,16-18 

Dal vangelo secondo Giovanni

«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato, ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio». Parola del Signore

 

“DIO NON HA MANDATO IL FIGLIO NEL MONDO PER GIUDICARE IL MONDO, MA PERCHÉ IL MONDO SI SALVI PER MEZZO DI LUI”.

La risurrezione di Gesù getta una luce vivissima su tutte le parole del Vangelo. Se Gesù non fosse risorto, tutto per noi resterebbe oscuro, perché il peccato degli uomini avrebbe avuto il sopravvento, Gesù avrebbe fatto tutto il possibile per salvarci, ma alla fine la malizia umana avrebbe prevalso e la terra sarebbe rimasta nell'ombra di morte. Ma Dio rivela la sua intenzione di amore risuscitando il suo Figlio e rivelando così che egli non vuole il giudizio, ma la salvezza, la vita. La risurrezione, manifestazione della misericordia di Dio verso di noi, ci dà una speranza nuova, una speranza imperitura, come la vita di Cristo risorto. Cristo risorto non muore più, la morte non ha più potere su di lui; è per farci rivivere che Dio ha risuscitato suo Figlio, il peccato è vinto, superato: al di là del peccato degli uomini c'è una vita nuova che Dio ci offre. È dunque una grande riconoscenza che deve sgorgare dal nostro cuore, davanti al mistero della risurrezione, mistero di vita, superamento del giudizio. Chi crede al Cristo risorto sfugge al giudizio, proprio perché accoglie la vita nuova che Dio dona al di là del peccato e al di là della morte causata dal peccato. Mediante la risurrezione di Cristo diventa possibile la conversione, perché non il peccato, ma l'amore di Dio nel cuore di Cristo ha la vittoria. Grazie alla risurrezione la remissione dei peccati può essere annunciata al mondo intero, come dice Gesù alla fine del Vangelo di Luca; grazie alla risurrezione Pietro, nel giorno di Pentecoste, chiama i Giudei a pentirsi e ad accogliere la vita nuova offerta e donata nel Cristo.

 

 

LUNEDI’ 5 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Bonifacio; S. Pietro Spanò; S. Franco

Una scheggia di preghiera:

 

O DIO, TI SEI FATTO POVERO DI TUTTO PUR DI FARCI RICCHI DI TE.

 

HANNO DETTO: Esser cieco non è triste; esser cieco ma non essere capace di sopportare la cecità, questo è triste. (John Milton)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi visita nelle nozze e non nelle infermità, non è amico in verità.

UN ANEDDOTO: Una canna e un olivo discutevano sulla loro resistenza, sulla forza e sulla sicurezza della loro vita. Quando la canna fu accusata dall’olivo di essere priva di forza e di lasciarsi piegare con facilità da tutti i venti, essa restò zitta e non diede alcuna risposta. Poco tempo dopo, quando si levò un forte vento, la canna, scossa e piegata dall’aria, si salvò senza difficoltà; l’olivo, invece, facendo resistenza al vento, fu spezzato dalla violenza delle raffiche. La favola dimostra che quelli che non si oppongono alle circostanze e a chi ha maggiore forza prevalgono su quelli che sfidano i potenti. (Esopo)

PAROLA DI DIO: Tb 1,3; 2,1b-8; Sal 111; Mc 12,1-12

 

Vangelo Mc 12,1-12

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù si mise a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti, agli scribi e agli anziani]: «Un uomo piantò una vigna, la circondò con una siepe, scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Al momento opportuno mandò un servo dai contadini a ritirare da loro la sua parte del raccolto della vigna. Ma essi lo presero, lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote. Mandò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo insultarono. Ne mandò un altro, e questo lo uccisero; poi molti altri: alcuni li bastonarono, altri li uccisero. Ne aveva ancora uno, un figlio amato; lo inviò loro per ultimo, dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma quei contadini dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra”. Lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna. Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e farà morire i contadini e darà la vigna ad altri. Non avete letto questa Scrittura: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”?». E cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. Lo lasciarono e se ne andarono. Parola del Signore

 

“NE AVEVA ANCORA UNO, UN FIGLIO AMATO”

Nella parabola dei vignaioli omicidi colpisce particolarmente questa frase. Il padrone ha mandato i suoi servi, i suoi amici, ora gli resta solo il figlio. Sembra che Dio si sia ridotto sull’orlo della povertà. A causa degli uomini, ha dilapidato tutte le risorse, esaurito tutte le possibilità. Salvo il figlio. L’ultimo tesoro da rischiare in quel “gioco” dove finora è stato perdente. Gesù, dunque, è l’ultimo, ossia il definitivo, tutto. Dopo di che non resta più nulla. Adesso Dio è veramente il Povero per eccellenza. Povero perché ha donato tutto. Nella sua inguaribile passione per gli uomini, non ha tenuto per sé neppure il Figlio. Si è “giocato” anche quello. Dio è povero. La prova sta nel fatto che, con la venuta di Gesù, agli uomini non manca più nulla.

 

 

MARTEDI’ 6 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Norberto; S. Claudio

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI, SIGNORE, DALL'ATTACCAMENTO ALLE RICCHEZZE.

 

HANNO DETTO: La pazienza cresce col crescere dell'amore. Il prossimo lo sopportiamo nella misura in cui lo amiamo. Se smetti di amare, smetterai di sopportare. Chi meno amiamo, meno lo sopportiamo. (S. Gregorio Magno)

SAGGEZZA POPOLARE: Nessuno è tanto povero che non possa arricchirsi di qualche virtù.

UN ANEDDOTO: Narra una leggenda indù: «Dio sorride in due occasioni. La prima è quando vede due fratelli dividersi con uno steccato il terreno ricevuto in eredità dal padre, dicendo: "Questa parte è mia, quest'altra è tua". Non sanno che tutta la terra è di Dio. La seconda è quando un malato è grave e il medico dice agli amici in apprensione: "Nessuna paura, vi posso garantire che guarirà". Egli non sa che per ogni uomo Dio ha stabilito un'ora per la morte, ed essa sarà quale Lui l'ha stabilita».

PAROLA DI DIO: Tb 2,9-14; Sal 111; Mc 12,13-17

 

Vangelo Mc 12,13-17

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso. Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?». Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio». E rimasero ammirati di lui. Parola del Signore

 

“PORTATEMI UN DENARO: VOGLIO VEDERLO”.

Erano andati da Gesù per prenderlo in trappola, per parlargli di denaro, di potere, per vedere da che parte stava, quale tessera di partito aveva e trovano uno che in tasca non ha neppure una moneta, che per rispondere deve farsela dare. Per una volta Gesù ci sta a parlare di soldi, ma lui ne è sprovvisto. Anche tanti cristiani, e noi, che spesso sentenziamo sul denaro (altrui) avremo l’autorità di farlo se, come Gesù, dovessimo chiedere ad altri che cos’è il denaro. Anche per la comunità cristiana sarebbe bello fosse così; quanto sarebbe più credibile se la Chiesa parlasse di denari che non possiede, di prestigio, forza e onori che neppure la sfiorano.

 

 

MERCOLEDI’ 7 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Antonio M. Gianelli; S. Colman

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU' SEI LA RISURREZIONE E LA VITA; CHI CREDE IN TE NON MORIRA' IN ETERNO.

 

HANNO DETTO: Sta attento a non voler diventare prima maestro e poi allievo, prima ufficiale e poi soldato. Sta attento a non imboccare una strada mai percorsa se non c'è chi ti insegni. Potrebbe essere una strada sbagliata. Nessun'arte si può imparare senza maestro. Ti occorrerà molto tempo per imparare ciò che devi insegnare. (S. Girolamo)

SAGGEZZA POPOLARE: Nulla è più violento dell'acqua e del fuoco. (Detto latino)

UN ANEDDOTO: Un capretto che si trovava su un tetto, vedendo un lupo aggirarsi nei paraggi, prese a oltraggiarlo e a irriderlo. Allora il lupo gli disse: «Mio caro, non mi insulti tu, ma il luogo in cui ti trovi». (Esopo)

PAROLA DI DIO: Tb 3,1-11a.16-17a; Sal 24; Mc 12,18-27

 

Vangelo Mc 12,18-27

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, vennero da Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogavano dicendo: «Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza, e il terzo egualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: “Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe”? Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave errore». Parola del Signore

 

"VENNERO DA GESU' DEI SADDUCEI, I QUALI DICONO CHE NON C'E' RISURREZIONE".

Nella mia esperienza di prete posso davvero dire di averne sentite di tutti i colori a proposito della risurrezione dei morti, della vita eterna, del paradiso. Da chi bellamente nega queste cose: "Reverendo, lei dovrebbe esserci abituato per mestiere a vedere i morti, se così non fosse, vada a farsi un bel giro nei cimiteri e poi provi a parlare ancora di risurrezione!", "Come mai nessuno è mai venuto a dirci con esattezza e con prove che cosa ci sia in questo famoso aldilà, se pur c'è?", a chi sindacalizza: "Ma, se poi questo paradiso non mi piacesse?", a chi, seguendo la moda particolarmente in voga in questi ultimi tempi di angeli e angioletti un po' troppo paffutelli e terribilmente umani, si costruisce un 'paradiso terrestre' su misura. Che cosa ci ha detto Gesù a questo proposito?

Poche e chiare cose:

·         La vita continua dopo la morte. In un altro modo, ma altrettanto realmente. Lo stesso Gesù risorto passa attraverso i muri ed entra "a porte chiuse" nel Cenacolo, ma mangia concretamente e le sue piaghe si possono toccare.

·         Gesù ci invita a scrutare la Sacra Scrittura: in essa ci sono tanti segni che ci parlano di aldilà, di possibilità di "vedere Dio faccia a faccia", e tanti altri segni che ci parlano di realtà attuali.

·         E poi, perché tante domande, tante interpretazioni? Ti fidi o non ti fidi che il Dio di Gesù non è il Dio dei morti ma dei viventi?

 

 

GIOVEDI’ 8 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Medardo; S. Fortunato;

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', TUTTO PER TE PARTE DALL'AMORE RICEVUTO E DATO.

 

HANNO DETTO: Solo perdonando non si rischia di sbagliare. (Maurice Rostrand)

SAGGEZZA POPOLARE: Custodisci la pecora anche quando non vedi il lupo.

UN ANEDDOTO: Succede in sinagoga alla fine di un matrimonio. Gli invitati non fanno che ridere, chiacchierare, scherzare, e l'inserviente si spazientisce perché non se ne vanno. Si sforza di farli uscire dal tempio, ma non succede nulla. Preoccupato, si reca dal rabbino e gli pone il problema. «Hai gridato: "Al fuoco!"?», chiede il rabbino. «Certo, ma non mi hanno dato retta!» «E hai gridato: “Al ladro!"?» «Come no, inutilmente» «Senti - dice il rabbino - c'è un metodo infallibile. Fai un'altra questua.»

PAROLA DI DIO: Tb 6,10-11; 7,1.9-17; 8,4-9; Sal 127; Mc 12,28b-34

 

Vangelo Mc 12, 28-34

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come sé stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. Parola del Signore

 

UNO DEGLI SCRIBI GLI DOMANDÒ: “QUAL È IL PRIMO DI TUTTI I COMANDAMENTI?”

Nel Vangelo di oggi questo scriba vuol vedere quale sia la classifica dei comandamenti. Gesù, però, più che dire: “questo è più importante di quello” ci indica ciò che sta alla base della fede. Tutto parte dall’amore di Dio, l’amore che ci è donato e che, bussando al nostro cuore, richiede altrettanto amore verso di Lui concretizzato nell’amore del prossimo. Cadono quindi le classifiche tipo: prima la preghiera e seconda la carità verso il prossimo. Sia la preghiera che il servizio ai poveri sono altrettanto importanti se hanno alla base l’amore. Dio non è affatto geloso se noi dedichiamo il nostro tempo con amore ai poveri, magari pregando un po’ di meno. Davanti al Signore tutto è importante purché sia frutto di amore sincero.

 

 

VENERDI’ 9 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Efrem

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA, SIGNORE, È PAROLA DI VITA ETERNA.

 

HANNO DETTO: Sbagliare è possibile in molti modi, ma riuscire è possibile in un modo solo (Aristotele)

SAGGEZZA POPOLARE: La casa mal guardata, fa le persone ladre.

UN ANEDDOTO: Rispettosi sì, servili mai: Una sera del 1825 il celebre violinista Niccolò Paganini eseguì un concerto alla presenza di re Carlo Felice; alla fine della suonata di un pezzo, mentre il pubblico applaudiva freneticamente, il re mandò a chiedere al maestro di fare il bis, ma Paganini non accondiscese. All’intimazione del sovrano il violinista rispose orgogliosamente: "Paganini non ripete". Questo rifiuto gli valse l’espulsione dal Regno per due anni.

PAROLA DI DIO: Tb 11,5-17; Sal 145; Mc 12,35-37

 

Vangelo Mc 12,35-37

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù continuava a parlare, insegnando nel tempio: «Come mai dicono gli scribi che il Messia è figlio di Davide? Davide stesso infatti ha detto, mosso dallo Spirito Santo: "Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici come sgabello ai tuoi piedi". Davide stesso lo chiama Signore: come, dunque, può essere suo figlio?». E la numerosa folla lo ascoltava volentieri. Parola del Signore

 

“E LA NUMEROSA FOLLA LO ASCOLTAVA VOLENTIERI”.

Può essere emozionante vedere, magari durante i viaggi apostolici del Papa, folle enormi di persone che si radunano per vederlo ed ascoltarlo. Altre volte è perfino commovente, in certe chiese vedere cristiani, raccolti che ascoltano volentieri la lettura della Parola di Dio o il predicatore. È già una cosa importantissima essere disponibili ad ascoltare. Ma, mi chiedo: e dopo aver ascoltato?

Se vado indietro nella mia vita, posso davvero ringraziare il Signore: quanta Parola di Dio è stata seminata in me, qualche volta ho addirittura l’impressione di averne fatto indigestione. Ma oltre all’ascolto, questa parola ha trovato un buon terreno in me? Le cose non posso fare a meno di saperle, ma come le vivo? La Parola di Gesù l’ho incontrata, ma Lui l’ho incontrato? Lo lascio entrare in me, lascio che sconvolga i miei pensieri, il mio modo di agire, sono disposto a lasciargli portare i frutti che Lui desidera da me, per il mio bene?

 

 

SABATO 10 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Censurio; S. Landerico

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, DI GIOIRE E RINGRAZIARE PER I DONI DI AMORE GRATUITO CHE INCONTRIAMO OGNI GIORNO.

 

HANNO DETTO: L'amore in questo assomiglia a Dio: per raggiungerlo bisogna crederci. (Ugo Ojetti)

SAGGEZZA POPOLARE: In lunghi viaggi anche la paglia pesa.

UN ANEDDOTO: TENACIA E CORAGGIO

“William Saroyan accumulò oltre mille lettere di rifiuto prima di vedersi pubblicare la sua prima fatica letteraria.” “Jack London ricevette seicento lettere di rifiuto prima di vendere il suo primo racconto.” Diciotto editori rifiutarono la storia di Richard Bach riguardante un'aquila in volo. Macmillan finalmente pubblicò nel 1970 "Il gabbiano Jonathan Livingston". Appena cinque anni dopo, nel 1975, il libro aveva venduto sette milioni di copie nei soli Stati Uniti.

PAROLA DI DIO: Tb 12,1.5-15.20; Cant. Tb 13,2-8; Mc 12,38-44

 

Vangelo Mc 12,38-44

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù diceva alla folla mentre insegnava: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e ostentano di fare lunghe preghiere; essi riceveranno una condanna più grave». È sedutosi di fronte al tesoro, osservava come la folla gettava monete nel tesoro. E tanti ricchi ne gettavano molte. Ma venuta una povera vedova vi gettò due spiccioli, cioè un soldo. Allora, chiamati a sé i discepoli, disse loro: «In verità vi dico: questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere». Parola del Signore

 

“QUESTA VEDOVA HA GETTATO NEL TESORO PIÙ DI TUTTI GLI ALTRI”.

Il racconto della vedova che offre a Dio quanto ha (due monetine) conclude tutta una serie di discussioni che i “dotti” avevano ingaggiato con Gesù. Dopo tanto parlare, disquisire di teologia Gesù lascia che sia il gesto concreto di fede di questa donna a parlare. E il silenzio di questa donna, probabilmente analfabeta, parla più di tutte le affermazioni di scienza o di teologia. Non contano le parole, le manifestazioni altisonanti del culto e neppure i bigliettoni sbandierati di chi dà ma con la ricevuta fiscale detraibile dalle tasse degli uomini o da quelle presunte con Dio, conta questo gesto silenzioso ma di donazione totale nella fiducia che Dio è provvidenza. Chissà se al termine dei nostri incontri parrocchiali dove spesso si discute e sdottoreggia, o al termine delle nostre preghiere e celebrazioni, siamo capaci di terminare con un gesto simile a quello della vedova?

 

 

DOMENICA 11 GIUGNO: CORPO E SANGUE DI CRISTO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: S. Barnaba Ap.

Una scheggia di preghiera:

 

SEI TU SIGNORE IL PANE, UN CIBO SEI PER NOI; RISORTO NELLA LUCE, SEI VIVO IN MEZZO A NOI.

 

HANNO DETTO: Molti uomini, come i bambini, vogliono una cosa ma non le sue conseguenze. (José Ortega y Gasset)

SAGGEZZA POPOLARE: Correndo non si viaggia.

UN ANEDDOTO: Una volta un lettore scrisse a Ernest Hemingway una tagliente missiva che diceva: "So che il suo prezzo ormai è di un dollaro a parola. Le invio quindi un dollaro pregandola di mandarmi un saggio della sua bravura". Hemingway rispose con un breve "Grazie".

PAROLA DI DIO: Dt 8,2-3.14b-16a; Sal 147; 1Cor 10,16-17; Gv 6,51-58

 

Vangelo Gv 6,51-58 

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Parola del Signore

 

“CHI MANGIA QUESTO PANE VIVRÀ IN ETERNO”.

Le religioni, lungo i secoli, ci hanno abituato a “gesti di culto”: i sacrifici, le processioni, le offerte,                                  il tempio. In fondo questi gesti rispondono a bisogni ancestrali che fan sentire buono l'uomo, ma la Messa è solo un gesto di culto? È certamente un sacrificio, una preghiera, un'offerta è, per dirla con il Concilio Vaticano II il culmine e la fonte della vita cristiana. È mistero di Dio: il Figlio che si offre al Padre attraverso l'opera dello Spirito Santo. E tutto questo per noi. È Gesù che ci offre la possibilità più profonda di comunione, facendosi mangiare. È Gesù che si carica delle nostre colpe perché in Lui siano perdonate. È Gesù che si fa pane, conforto, viatico per il nostro cammino. È Gesù che ci fa fare l'esperienza di morire e risorgere con Lui già fin d'ora e poi per tutta l'eternità. Davanti a questo non ci pare anche solo villania e ingratitudine l'andare all'altare, allungare la mano, tornarcene con un breve preghiera e guardare l'orologio per andare in fretta ai nostri affari?

 

 

LUNEDI’ 12 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Onofrio; S. Gaspare Bertoni

Una scheggia di preghiera:

 

STAR CON TE, GESU', ORA E SEMPRE È LA VERA FELICITA'

 

HANNO DETTO: La natura ha detto alla donna: sii bella se puoi, saggia se vuoi, ma degna di stima sempre. (Pierre Beaumarchais)

SAGGEZZA POPOLARE: A nessun luogo viene, chi ogni via tiene.

UN ANEDDOTO: Un uomo aveva una tale fiducia nel suo guru e nel suo insegnamento che un giorno invitò il maestro sulle rive di un fiume e gli mostrò come riuscisse ad attraversarlo sulla superficie dell'acqua. - Come diamine fai? - gli chiese il guru. Umilmente, il discepolo disse: - Ripeto il tuo nome, nient'altro. Il guru pensò fra sé: «Come devo essere grande e potente se solo la pronuncia del mio nome fa simili meraviglie!» E, non appena il discepolo se ne fu andato, s'avventurò sull'acqua ripetendo: «lo, io, io ...»  Ma subito sprofondò e annegò, perché non sapeva nuotare. La fede compie i miracoli, ma la vanità e l'egoismo affossano l'anima. (Sri Ramakrishna)

PAROLA DI DIO: 2Cor 1,1-7; Sal 33; Mt 5,1-12a

 

Vangelo Mt 5,1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così, infatti, perseguitarono i profeti che furono prima di voi». Parola del Signore

 

SI MISE A PARLARE E INSEGNAVA LORO DICENDO: “BEATI I POVERI IN SPIRITO, PERCHÉ DI ESSI È IL REGNO DEI CIELI”.

La felicità è il grande desiderio dell’uomo ma è anche una parola umana carica di equivoci e di ambiguità usata troppo spesso per cose che non la meritano. Le beatitudini sono la felicità non come noi la vogliamo e la organizziamo, ma come Dio la desidera per noi. Grazie a Gesù, egli è venuto ad aggiustare un mondo in frantumi: un mondo in cui dominano il denaro, il possesso, la cupidigia; un mondo di menzogna, di inganno e di esteriorità. Non accontentiamoci di felicità troppo facili. Dio solo può colmare i nostri desideri. A condizione che accettiamo di non incentrarci su noi stessi ma di tendere al Regno, avanzando a poco a poco dalle beatitudini verso la beatitudine.

 

 

MARTEDI’ 13 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Antonio da Padova; S. Cetèo o Pellegrino

Una scheggia di preghiera:

 

IL SIGNORE È LA LUCE CHE VINCE LA NOTTE; GLORIA, GLORIA, CANTIAMO AL SIGNORE!

 

HANNO DETTO: Tutto ciò che è moderno viene, prima o poi, superato. (Oscar Wilde)

SAGGEZZA POPOLARE: Quel che è vero è sempre vero, da qualunque bocca esca.

UN ANEDDOTO: Diceva un rabbino ad Origene: “Le Scritture sono come cinquanta porte: se riesci ad aprirne una, ne troverai ancora una cinquantina di chiuse. Va avanti: ad ogni porta aperta ti troverai di fronte ad altre cinquanta chiuse. C’è qualcosa di inesauribile nella ricerca del senso delle Scritture

Cinquanta è il numero della Pentecoste abbiamo bisogno dello Spirito per comprendere la Parola di Dio.

PAROLA DI DIO: 2Cor 1,18-22; Sal 118; Mt 5,13-16

 

Vangelo Mt 5,13-16

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli». Parola del Signore

 

"VOI SIETE LA LUCE DEL MONDO"

Quando due futuri sposi venivano a preparare la celebrazione del loro matrimonio, spesso suggerivo di scegliere questo brano di vangelo, e penso, prego e spero che ogni nuova coppia che si forma diventi il sale della terra, il gusto della vita per loro e per altri perché quella scintilla di amore che si vede splendere nei loro occhi non si spenga nella banalità e nella routine dell'abituale ma diventi gusto, annuncio, novità, testimonianza, speranza, gioia che si trasmette e risana, rinnova, invoglia, incoraggia. E tu Cristiano, salvato da Gesù, chiamato ad essere figlio di Dio, sacerdote, profeta e re del suo regno, chiamato e "sigillato" per l'eternità, che gusto hai e che gusto sei nella vita? Il gusto dell’anonimato, l'insipido dell'abitudinarietà o la novità dell'amore, il sapore della ricerca, la fatica del lavoro, il gusto della gioia?

 

 

MERCOLEDI’ 14 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Valerio e Rufino; S. Metodio

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', IL TUO AMORE SUPERA OGNI MIO LIMITE,

 

HANNO DETTO: «Il paradiso è già su questa terra: bisogna saperlo trovare» (Madre Tecla)

SAGGEZZA POPOLARE: La vendetta non sana piaga.

UN ANEDDOTO: “Si chiamava Fleming, ed era un povero contadino scozzese. Un giorno, mentre cercava di sbarcare il lunario per la sua famiglia, udì un grido d'aiuto provenire da uno stagno vicino. Mollò i suoi attrezzi e corse verso l'acquitrino. Immerso fino al petto in una fanghiglia nerastra c'era un ragazzo terrorizzato, che urlava e cercava di liberarsi. Il contadino Fleming salvò il ragazzo da quella che sarebbe stata una morte lenta e terribile. Il giorno successivo un'elegante carrozza si fermò dinanzi alla povera dimora del contadino. Un gentiluomo elegantemente vestito ne scese e si presentò come il padre del ragazzo che il contadino Fleming aveva salvato. ‘Voglio ripagarla,’ disse il gentiluomo. ‘Lei ha salvato vita di mio figlio.’ ‘No, non posso accettare un compenso per ciò che ho fatto.’ rispose il contadino rifiutando l'offerta. In quel momento la testa del figlio del contadino fece capolino sull'uscio della catapecchia. ‘Quello è vostro figlio?’ Chiese il gentiluomo. ‘Si,’ rispose fieramente il contadino. ‘Le proporrò un affare. Lasci che io lo provveda dello stesso livello di istruzione di cui godrà mio figlio. Se il ragazzo è simile a suo padre, crescerà senza dubbio fino a diventare l'uomo di cui entrambi potremo essere fieri.’ E così si fece. Il figlio del contadino Fleming frequentò le migliori scuole dell'epoca e a tempo debito si laureò alla Scuola Medica del St. Marys Hospital di Londra, e divenne noto in tutto il mondo come il rinomato Sir Alexander Fleming, lo scopritore della Penicillina. Dopo diversi anni, lo stesso figlio del gentiluomo che era stato salvato dall'acquitrino, fu colpito da una polmonite. Cosa lo salvò in quell'occasione? La Penicillina. Il nome del gentiluomo? Lord Randolph Churchill. Il nome di suo figlio? Sir Winston Churchill.”

PAROLA DI DIO: 2Cor 3,4-11; Sal 98; Mt 5,17-19

 

Vangelo Mt 5,17-19

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi, dunque, trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli». Parola del Signore

 

“NON SONO VENUTO PER ABOLIRE, MA PER DARE COMPIMENTO”.

Spesso abbiamo difficoltà a comprendere Gesù. Lui dice una cosa e noi un’altra.

Ad esempio, nel Vangelo di oggi ci dice di essere venuto a portare a compimento la legge antica e noi pensiamo che sia venuto a farci altre richieste. Lui ci dice di essere il senso della legge e noi pensiamo che voglia solo da noi delle osservanze di alcune norme. Questa incomprensione mi ha fatto venire in mente un vecchio brano trovato non ricordo neppure più dove che rappresenta il dialogo tra un peccatore e Dio. Ve lo propongo: “Io vorrei andare da Gesù Cristo, ma sono un grande peccatore.”

“Bene, io sono altresì un grande Salvatore.” “Ma io non ti sento affatto.” “Io non ti sto chiedendo di ascoltare i tuoi sentimenti, ma di guardare a Me e di credere alla mia parola.” “Ma io non so pregare.”

“Io non ti ho salvato per le tue preghiere ma per Gesù Cristo. Egli ti insegnerà a pregare.” “Ma io non sono vestito abbastanza bene, sono tutto in disordine.” “Bene io ti accetto così come sei.” “Io sono negligente ed ho un cuore molto duro.” “Io ti accetto negligente e con il tuo cuore duro.” “Ma io ho sempre pensieri negativi su me stesso.” “Io ho dei pensieri positivi su di te.” “Ma i miei affari mi occupano troppo tempo per venire a Te.” “Tu non sai che i tuoi affari andranno meglio con il mio aiuto.”

“Ma io ho troppi peccati.” “Non sono abbastanza come il sangue che ho versato per te.” “Ma io sono vecchio.” “Io voglio farti nascere di nuovo.” “Io sono l’ultimo di questa terra.” “E’ da te che io voglio iniziare. Spesso inizio dagli ultimi, dagli abbandonati, dagli sprezzati, per fare di loro persone di eterno valore.”

 

 

GIOVEDI’ 15 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Vito; S. Bernardo da Mentone

Una scheggia di preghiera:

 

RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI COME ANCHE NOI LI RIMETTIAMO AI NOSTRI DEBITORI.

 

HANNO DETTO: Tutti i pensieri intelligenti sono stati già pensati, occorre solo tentare di ripensarli. (W. Goethe)

SAGGEZZA POPOLARE: Gran vanto e poco arrosto non riempiono la pancia.

UN ANEDDOTO: Attenti a certe teorie scientifiche: potrebbero essere vere! Nel 1790 l'Accademia delle Scienze di Parigi si scatenò in un coro di lazzi e insulti contro il fisico Chladni, sostenitore dell'origine cosmica delle meteoriti, decretando "essere pazzesca la credenza secondo cui dal cielo precipiterebbero sassi sulla terra".

PAROLA DI DIO: 2Cor 3,15 – 4,1.3-6; Sal 84; Mt 5,20-26

 

Vangelo Mt 5, 20-26

Dal vangelo secondo Matteo

«Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geenna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!». Parola del Signore

 

SE DUNQUE TU PRESENTI LA TUA OFFERTA ALL’ALTARE E LÌ TI RICORDI CHE TUO FRATELLO HA QUALCHE COSA CONTRO DI TE, LASCIA LÌ IL TUO DONO DAVANTI ALL’ALTARE, VA’ PRIMA A RICONCILIARTI CON IL TUO FRATELLO E POI TORNA A OFFRIRE IL TUO DONO”.

Credo che ciascuno di noi, prima di accostarsi all’Eucaristia si faccia l’esame di coscienza. Solamente che l’abitudine e un certo tipo di insegnamento che abbiamo ricevuto ci porta a vedere se “sono degno di ricevere Gesù” quasi che la Comunione sia un premio che noi meritiamo o meno a seconda delle nostre opere; qui Gesù ci dice qualcosa di più: l’Eucaristia è impossibile se non c'è comunione d’amore per i fratelli. Il culto e la religione devono rispecchiare la vita e viceversa. Mangiare il Corpo del Signore richiede amore nel cuore e pace con i fratelli, perché Cristo è il segno dell’amore di Dio Padre per l’uomo. La riconciliazione dei fratelli che professano uno stesso credo è la testimonianza che sarà meglio capita dal mondo di oggi.

 

 

VENERDI’ 16 GIUGNO: SACRATISSIMO CUORE DI GESU’ ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Quirico e Giulitta

Una scheggia di preghiera:

 

L'ANIMA MIA MAGNIFICA IL SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Viviamo tutti sotto lo stesso cielo, ma non tutti abbiamo lo stesso orizzonte. (K. Adenauer)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando la pelle del leone non è sufficiente, è tempo di cucirsi addosso quella della volpe.

UN ANEDDOTO: Lo scrittore britannico Louis Stevenson, a seguito di un incubo avuto nel 1885, scrisse il romanzo "Lo strano caso del Dottor Jekyll e di Mr. Hyde" lavorando tre giorni e tre notti ininterrottamente. Indispettito dal fatto che non fosse piaciuto a sua moglie, lo bruciò subito nel camino. Ma, preso dal rimorso, si rimise all'opera e riscrisse la stessa storia... nei tre giorni seguenti.

PAROLA DI DIO: Dt 7,6-11; Sal 102; 1Gv 4,7-16; Mt 11,25-30

 

Vangelo Mt 11,25-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo, infatti, è dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore

 

TI RENDO LODE, PADRE, SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA, PERCHÉ HAI NASCOSTO QUESTE COSE AI SAPIENTI E AI DOTTI E LE HAI RIVELATE AI PICCOLI”.

Gesù sceglie i discepoli secondo l’uso del tempo, quando ogni maestro riuniva attorno a sé un gruppo di allievi e dava regole di vita. Ma mentre i saggi o gli scribi reclutavano i tipi più intelligenti da cui avrebbero presto potuto trarre delle soddisfazioni, Gesù riunisce gli umili e i poveri e così manifesta l’umanità del cuore di Dio e così ci incoraggia: non dobbiamo avere paura delle esigenze di Gesù che nascono dall’amore. La devozione al Sacro Cuore dovrebbe diventare dunque la sintesi della nostra vita di discepoli.

 

 

SABATO 17 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Cuore Immacolato della B.V.M.; S. Raniero

Una scheggia di preghiera:

 

TI CERCO SIGNORE, MIA GIOIA: MOSTRACI IL TUO VOLTO.

 

HANNO DETTO: Se un uomo vuole occuparsi incessantemente di cose serie e non abbandonarsi ogni tanto allo scherzo, senza accorgersene, diventa pazzo o idiota. (Erodoto)

SAGGEZZA POPOLARE: Tutti son capaci a strappar la barba ad un leone morto.

UN ANEDDOTO: Un viandante, dopo aver percorso un lungo tratto di strada, sfinito per la fatica, si sdraiò accanto a un pozzo e si mise a dormire. Mentre stava quasi per cadere dentro, gli apparve la Fortuna, lo svegliò e gli disse: «Mio caro, se fossi precipitato veramente, non avresti dato la colpa alla tua imprudenza, ma a me». Così molti uomini, caduti in disgrazia per causa loro, incolpano gli dèi. (Esopo)

PAROLA DI DIO: Is 61,9-11; Cant. 1Sam 2,1.4-8; Lc 2,41-51

 

Vangelo Lc 2,41-51

Dal vangelo secondo Luca

I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese, dunque, con loro e venne a Nazareth e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. Parola del Signore

 

"NON AVENDO TROVATO GESU' TORNARONO IN CERCA DI LUI A GERUSALEMME".

Quale esperienza terribile per una madre quella di non trovare più il proprio figlio! Dio ha permesso che il cuore di Maria e di Giuseppe facessero anche questa esperienza: perdere Gesù.

Anche i Santi sono passati attraverso questa esperienza. L'hanno chiamata il buio della fede; hanno provato la tentazione, la paura di aver perso Gesù, la ricerca angosciosa che non porta a nulla, la preghiera che sembra essere senza risposta, il vuoto dei valori, il silenzio di Dio.

E in un modo o nell'altro, questa esperienza tocca anche a noi. Proviamo allora a prepararci guardando a questa pagina del Vangelo:

·         Cerchiamo di non spaventarci e di non colpevolizzarci troppo: è vero che possiamo essere noi ad allontanarci da Gesù, ma è anche vero che, almeno per quanto è recepibile da noi, spesso è Lui che "si allontana".

·         Cerchiamo di superare il momento dell'autocompiangimento; serve a poco dirsi: "Com'era bello prima, che soddisfazione mi dava il pregare". Quando vai in montagna, se al primo indolenzimento e affaticamento ti fermi e pensi solo a come camminavi bene in pianura, non vai più avanti.

·         Ricerca chi hai perduto con due accorgimenti: a) Non voler trovare esattamente com'era prima chi hai lasciato, ma cerca Cristo così com'è.  b) cerca di convincerti che anche Lui sta cercando te.

·         Quando lo ritroverai farai delle scoperte sensazionali: Lui non si è allontanato per pallino o per metterti alla prova, è andato a fare "la volontà del Padre" anche per te e allora il Cristo ritrovato assume una dimensione nuova.

 

 

DOMENICA 18 GIUGNO: 11^ DOMENICA ORDINARIA ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: S. Gregorio Barbarigo

Una scheggia di preghiera:

 

SEI IL BUON PASTORE CHE CONOSCE E AMA IL SUO GREGGE.

 

HANNO DETTO: Il perdono è l'essenza stessa di Dio. (S. Caterina da Siena)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando il matto ha un bel grembiule, lo mostra a tutti.

UN ANEDDOTO: Papa Francesco ci ha regalato più di un aneddoto. In questa sede menzioneremo solo due sue telefonate. La prima è stata quella come papa neoeletto: “Buongiorno, sono papa Francesco, vorrei parlare con il Padre Generale”, ha detto il pontefice, al che il portiere dei gesuiti ha risposto: “Sì, e io sono Napoleone!” Il giorno in cui ha chiamato le carmelitane di Lucena (Córdoba) per salutarle non ha ricevuto risposta perché in quel momento stavano pregando. Il papa ha lasciato questo messaggio sulla segreteria telefonica: “Cosa andate facendo di così importante da non poter rispondere alle telefonate?”

PAROLA DI DIO: Es 19,2-6a; Sal 99; Rm 5,6-11; Mt 9,36 – 10,8

 

Vangelo Mt 9,36 - 10, 8

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù, vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!». Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date». Parola del Signore

 

“GESÙ, VEDENDO LE FOLLE NE SENTI COMPASSIONE, PERCHÉ ERANO STANCHE E SFINITE, COME PECORE SENZA PASTORE”.

Abbiamo visto in questi anni popoli interi migrare, abbiamo visto il Mar Mediterraneo diventare un enorme cimitero. Vediamo anche masse di giovani agitate dall’ultimo cantante rock. Gente che per una fede sportiva riesce a trasformare una partita in una guerra, dove le persone non contano più. E le masse di operai che entrano in fabbrica al mattino? E le lunghe file di auto incolonnate per gli “esodi”?

Gesù ha compassione perché vede dei figli di Dio che hanno perso la loro identità, perché vede la stanchezza, l’infelicità, la costrizione in cui vive la gran massa degli uomini. C’è bisogno di un Pastore, non di tanti pastori—mercenari (quanti ne abbiamo sia in campo politico, economico, religioso, dediti soprattutto a sfruttare il popolo), ma di un unico Pastore che ridia all’uomo la sua dignità di figlio di Dio in cammino verso di Lui. Finché non ritroveremo questo Pastore, continueremo ad essere massa e non saremo mai popolo.

 

 

LUNEDI’ 19 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Romualdo; Ss. Gervasio e Protasio; S. Giuliana Falconieri

Una scheggia di preghiera:

 

CHI SONO IO PER FAR GIUSTIZIA?  GIUSTIZIA E MISERICORDIA SONO NELLE TUE MANI.

 

HANNO DETTO: Alcuni non cercano la verità perché hanno paura di trovarla (San Massimiliano Kolbe)

SAGGEZZA POPOLARE: Il secchio che non tiene acqua può servire a misurar l'avena.

UN ANEDDOTO: Una vedova aveva una gallina che le produceva un uovo al giorno. Le venne in mente che, se le avesse dato una più consistente dose di grano, essa avrebbe prodotto almeno due uova al giorno. Allora così fece. La gallina, tuttavia, divenne tanto grassa che non poté più nemmeno produrre un solo uovo al giorno. La favola dimostra che coloro che, a causa dell’avidità, desiderano avere di più si lasciano sfuggire anche le cose che possiedono. (Esopo)

PAROLA DI DIO: 2Cor 6,1-10; Sal 97; Mt 5,38-42

 

Vangelo Mt 5,38-42

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Dà a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle». Parola del Signore

 

“MA IO VI DICO DI NON OPPORVI AL MALVAGIO”.

Gesù ci manda sempre in crisi perché spesso il nostro “buon senso” non corrisponde al suo. Noi sappiamo benissimo che violenza chiama violenza, ma spesso giustifichiamo certe violenze come legittima difesa, come lotta contro il male, come ricerca di giustizia. E quindi, nel nome di vere o presunte giustizie creiamo altre situazioni in cui persone subiscono altre violenze. Pensiamo alla logica delle guerre: per difendere una verità, un territorio, delle persone oppresse si fanno delle guerre “giuste!?” nelle quali molte persone ‘giuste o ingiuste” subiscono violenze. Pensiamo a certe divisioni presenti nelle nostre famiglie dovute a motivi di “giustizia” che hanno creato lotte, incomprensioni che durano anni. Gesù, come si è comportato? Ha sempre detto la verità, ha sempre richiamato ai valori che possono liberare, ma non ha mai imposto nulla a nessuno con la violenza. Quando, durante la passione, viene preso a schiaffi, Gesù non risponde facendo seccare la mano a chi lo ha colpito, ma si rivolge a quella persona cercando di farla ragionare: “Se ho sbagliato, dimostramelo, se no, perché mi colpisci?” Non opporsi al malvagio non significa lasciare che egli faccia quello che vuole ma non significa neanche ricorrere alla violenza personale, mettendoci noi al posto di Dio e creando altre ulteriori violenze.

 

 

MARTEDI’ 20 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Gobano; S. Giovanni da Matera;

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' CI AIUTI A DIVENTARE FIGLI DEL PADRE COME LO È LUI.

 

HANNO DETTO: Non è sufficiente possedere una buona mente. L'importante è saperla usare nel modo giusto. (René Descartes)

SAGGEZZA POPOLARE: Dal veleno più potente si estraggono le migliori medicine.

UN ANEDDOTO: Un signore si rallegrava col comandante d'un veliero per il coraggio con cui abitualmente affrontava le insidie del mare. "È il mestiere di famiglia", rispose modestamente il capitano, - "Suo nonno com'è morto?" domandò l'uomo di terra. - "In un naufragio."- "E suo padre?" - "È finito a picco." - "E lei continua a navigare?" - "Certamente. Adesso risponda lei. Suo nonno com'è morto?" - "Nel suo letto." - "E suo padre?" - "Anche." - "E lei tutte le notti continua ad andare a dormire?"

PAROLA DI DIO: 2Cor 8,1-9; Sal 145; Mt 5,43-48

 

Vangelo Mt 5,43-48

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». Parola del Signore

 

“SIATE FIGLI DEL PADRE VOSTRO CHE È NEI CIELI; EGLI FA SORGERE IL SUO SOLE SUI CATTIVI E SUI BUONI, E FA PIOVERE SUI GIUSTI E SUGLI INGIUSTI”.

Quindi l’essere figli non è un fatto acquisito una volta per sempre. È un titolo che viene guadagnato cercando di rassomigliare al Padre nella sua generosità verso tutti, compresi i nemici, nella sua benevolenza verso gli “ingiusti” e i “malvagi”. Io posso considerarmi figlio del Padre celeste, solo se lo imito nel perdono, e nell’amore verso i nemici, i cattivi, i mascalzoni che mi offendono. Oserei dire che non si nasce figli. Lo si diventa. Il Padre ci riconosce come figli allorché sul nostro volto, nelle nostre azioni, appaiono i tratti caratteristici della sua bontà sconfinata. Il Padre ci riconosce se la nostra condotta presenta i sintomi della malattia ereditaria, da cui nessun membro della famiglia può ritenersi immune: un amore folle, senza confini.

 

 

MERCOLEDI’ 21 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Luigi Gonzaga; S. Rodolfo;

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, HO BISOGNO DI INCONTRARTI, DI STARE CON TE.

 

HANNO DETTO: È facile criticare giustamente; e difficile eseguire anche mediocremente. (Denis Diderot)

SAGGEZZA POPOLARE: L'usuraio ha un torchio a sangue.

UN ANEDDOTO: Una gatta finse di fare festa per il suo compleanno: dopo avere invitato a cena le galline, imprigionò quelle che erano entrate; chiuse, quindi, la porta e iniziò a divorarle una dopo l’altra. Questa favola è applicabile a chi, partito con una fiduciosa speranza, finisce per subire il contrario di quanto ha auspicato. (Pseudo Dositeo)

PAROLA DI DIO: 2Cor 9,6-11; Sal 111; Mt 6,1-6.16-18

 

Vangelo Mt 6,1-6.16-18

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto, e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profumati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà». Parola del Signore

 

“STATE ATTENTI A NON PRATICARE LA VOSTRA GIUSTIZIA DAVANTI AGLI UOMINI PER ESSERE AMMIRATI DA LORO, ALTRIMENTI NON C’È RICOMPENSA PER VOI PRESSO IL PADRE VOSTRO CHE È NEI CIELI.”

Cosa non è la preghiera, Gesù dice alla folla seduta ad ascoltarlo (Gesù sta facendo il discorso della montagna) che la preghiera non deve essere uno sprecare parole, come fanno gli ipocriti che amano farsi vedere dagli uomini. L’ipocrita è colui che cerca sé stesso. Non cerca Dio. Anzi, egli si serve anche di Dio per apparire davanti agli uomini. Ma c’è un’ipocrisia ancora più grande: è quella di voler apparire davanti a Dio. Ma la preghiera non consiste neppure nel moltiplicare parole. Purtroppo, questa è una pseudo - preghiera molto diffusa: i rosari malmenati, le Messe alla svelta, i sacramenti buttati alla rinfusa, le comunioni, le confessioni diventate una “routine” sono abitudini molto diffuse. Molte persone vivono il loro rapporto con Dio in questo modo. Da questa situazione si può uscire ma ci vuole molto coraggio. Un’altra pseudo - preghiera è quel modo di intenderla come “monologo”. Il monologo è un parlare a sé stessi, non è comunicare. Questo modo di pregare è molto diffuso ma anche assai pericoloso, perché chi prega così ha l’illusione di fare, ma non fa. Questo tipo di preghiera non opera sui nostri mali, non li guarisce. Piuttosto addormenta la coscienza.

 

 

GIOVEDI’ 22 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Paolino da Nola; Ss. Giovanni Fisher e Tommaso Moro

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE NOSTRO.

 

HANNO DETTO: “Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo”. (Johann Wolfgang von Goethe)

SAGGEZZA POPOLARE: L'usanza è la ragione degli sciocchi.

UN ANEDDOTO: C'era una volta un uomo che si vantava di essere l'uomo più organizzato del mondo. Non lasciava mai nulla al caso. Mai. Al mattino, quando doveva alzarsi aveva la necessità di trovare i vestiti da indossare, che erano sparsi per casa. Gli pesava talmente tanto che alla sera, prima di coricarsi, lo spaventava già la sola idea di doverlo fare il mattino seguente. Ma lui era l'uomo più organizzato del mondo, così elaborò una soluzione. Una sera prese carta e penna e si segnò, dove avesse lasciato, ogni singolo capo di vestiario. Al mattino l'uomo si svegliò. Tutto baldanzoso, prese il foglio, e lesse: "Il berretto, si trova là!" - e lo prese. "I pantaloni, sono messi lì!" - e li prese. E così via, finché non ebbe recuperato tutto. In quell'istante lo folgorò un pensiero: "Già: ma io, dove sono?".

Cerca, cerca. L'uomo non si trovò.

PAROLA DI DIO: 2Cor 11,1-11; Sal 110; Mt 6,7-15

 

Vangelo Mt 6, 7-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi, infatti, perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi, ma, se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe». Parola del Signore

 

“VOI DUNQUE PREGATE COSÌ: PADRE NOSTRO”

Come pregare? Gesù ci dà qualche indicazione precisa sul modo di pregare. Innanzitutto, ci esorta ad entrare nella nostra camera e a chiudere la porta. È utile far notare che il termine “camera” è una traduzione impropria. Più giusto è tradurre “dispensa”, il luogo interno della casa dove si tengono gli alimenti, luogo che solitamente è buio, senza finestre. Ciò sta ad indicare che per pregare è necessario ritirarsi in un luogo intimo, il più intimo che c’è. Quel luogo è buio solo apparentemente perché è lì che io scopro la sorgente stessa della luce. Quella dispensa è l’anima, il luogo in cui io sono me stesso, in comunione con Dio e con tutti. Dopo essere entrati nella dispensa, occorre chiudere la porta. Ci si entra con l’amore per Gesù. Per aprire occorre entrare in noi stessi; normalmente siamo fuori di noi stessi, strattonati qua e là dalle nostre molte occupazioni. Una volta entrati occorre chiudere fuori le mille voci che ci disturbano. Una volta entrati, la preghiera appare come un sostare sotto lo sguardo di Dio, un vedere come Dio mi vede, eternamente amato dal Padre nel Figlio. Tutto ciò, detto in altre parole, vuol dire che la preghiera è dialogo, è realizzare un incontro della mia persona con la persona di Dio. La preghiera è un calarmi nella realtà di Dio: un Dio vivo, presente, vicino, un Dio che è persona.

 

 

VENERDI’ 23 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Giuseppe Cafasso; S. Lanfranco

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' DONACI GLI OCCHI E IL CUORE DI TUA MADRE.

 

HANNO DETTO: La malinconia è respirare in un luogo e vivere in un altro. (Fabio Privitera)

SAGGEZZA POPOLARE: Molte paglie unite possono legare un elefante.

UN ANEDDOTO: Un cane da caccia catturò una lepre e ora la mordicchiava, ora le leccava le labbra. Esasperata, la lepre gli disse: «Mio caro, cessa di mordermi o di baciarmi, perché sappia se tu sei un nemico o un amico». La favola si adatta alle persone ambigue. (Esopo)

PAROLA DI DIO: 2Cor 11, 18.21b-30; Sal 33; Mt 6,19-23

 

Vangelo Mt 6,19-23

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri assassinano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non assassinano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso, ma, se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!».  Parola del Signore

 

“LA LAMPADA DEL CORPO È L’OCCHIO; PERCIÒ, SE IL TUO OCCHIO È SEMPLICE, TUTTO IL TUO CORPO SARÀ LUMINOSO”.

Quando si parla di purezza a me piace intenderla soprattutto così: occhi puri, gioia di vivere, rispetto del bello, semplicità di cuore. La purezza di Maria era così. Come mai, noi non riusciamo ad essere puri di cuore? Non sarà forse un difetto di vista? Ecco cosa ne dice un padre della Chiesa, Teofilo di Antiochia: Dio è percepibile da coloro che hanno aperti gli occhi della loro anima. Gli occhi li hanno tutti, ma alcuni li hanno velati e non possono vedere la luce del sole. Se uno è cieco e non vede, non per questo la luce del sole non brilla più: essi diano la colpa a sé stessi e ai loro occhi. Anche tu, o uomo, hai gli occhi offuscati dai peccati e dal tuo agire indegno. Se c'è della ruggine nello specchio, non riesci a scorgere in esso il volto di un uomo, così quando l’uomo è nel peccato è in una condizione da non poter vedere Dio. Come una malattia agli occhi impedisce di fissare la luce del sole, così anche tu, o uomo, sei impedito dai tuoi peccati e non puoi vedere Dio.

 

 

SABATO 24 GIUGNO: NATIVITA’ DI S. GIOVANNI BATTISTA

Tra i santi ricordati oggi: S. Teofilo

Una scheggia di preghiera:

 

TU SOLO, SIGNORE, HAI COMPIUTO E COMPI MERAVIGLIE.

 

HANNO DETTO: Non si mercanteggia col buon Dio: bisogna arrenderglisi senza condizioni. Dategli tutto, egli vi renderà assai di più. (Georges Bernanos)

SAGGEZZA POPOLARE: L'umiliarsi è da saggio, l'avvilirsi è da bestia.

UN ANEDDOTO: Una sera Totò dal suo camerino che era il migliore del teatro, essendo lui il primo comico della compagnia, sentì che due attori stavano litigando perché uno di essi pretendeva che l'altro gli cedesse il proprio camerino perché era più grande. "Io ho una parte più importante della tua e me lo devi cedere!" Totò uscì e disse: "Prenditi il mio, e falla finita". "Niente affatto: voi, siete il primo comico". Totò a queste parole, inarcando le sopracciglia, scandì in modo chiaro questa frase: "Io so' Totò! È n'ata cosa!"

PAROLA DI DIO: Is 49,1-6; Sal 138; At 13,22-26; Lc 1,57-66.80

 

Vangelo Lc 1,57-66. 80

Dal vangelo secondo Luca

Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele. Parola del Signore

 

ALL’ISTANTE SI APRIRONO LA SUA BOCCA E LA SUA LINGUA, E PARLAVA BENEDICENDO DIO.”

Zaccaria, sacerdote del Tempio, era diventato muto a causa della sua incredulità. Ora che Dio apre con Giovanni, il precursore, la nuova era, l’uomo davanti alle meraviglie di Dio non può non esplodere nella lode. Davanti alla fedeltà di Dio alle sue promesse, davanti alla sua misericordia, davanti all’incarnazione, passione, risurrezione di Gesù, non si può star muti, il nostro cuore dovrebbe essere ricolmo di riconoscenza gioiosa. Proviamo a pensare se il nostro modo di pregare e di celebrare i sacramenti è così. Quando penso alla preghiera solo come un dovere da compiere (e magari anche il più in fretta possibile), quando le nostre Messe sono un rituale ripetitivo senza un minimo di fantasia, dov’è la nostra gioia? quando passo davanti alle meraviglie della natura senza provare un minimo senso di lode e di stupore gioioso, come posso essere un redento? Se succede così sono ancora alla prima Alleanza e rischio di essere come Zaccaria, un sacerdote muto perché incredulo davanti all’amore e alle meraviglie di Dio.

 

 

DOMENICA 25 GIUGNO: 12^ DOMENICA ORDINARIA ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: S. Massimo; S. Guglielmo di Montevergine

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE. GESU', SI SUPERA LA PAURA.

 

HANNO DETTO: Sempre il Signore dirà: “Questo io voglio: che tu mi ami e che noi amiamo il mondo insieme”. (Madeleine Debrel)

SAGGEZZA POPOLARE: Se il virtuoso è povero, il lodarlo non basta; il dovere primo è d'aiutarlo.

UN ANEDDOTO: Una volta un gallo stava mangiando insieme a un asino, quando un leone balzò addosso a quest’ultimo e il gallo prese a strillare. Il leone allora – si dice infatti che è terrorizzato dal verso del gallo – scappò. L’asino, d’altra parte, ritenendo che la belva fosse fuggita a causa sua, si mise immediatamente a inseguirla. Tuttavia, dopo che l’inseguimento li ebbe condotti fino a un luogo lontano, dove non arrivava lo strillare del gallo, il leone si voltò e divorò l’asino. Morendo, la bestia esclamò: «Ahimè infelice e stolto! Perché, pur non essendo nato da genitori guerrieri, sono partito per andare in guerra?».

PAROLA DI DIO: Ger 20,10-13; Sal 68; Rm 5,12-15; Mt 10,26-33

 

Vangelo Mt 10,26-33

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geenna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure, nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». Parola del Signore

 

"NON ABBIATE PAURA DEGLI UOMINI ".

Gesù ha messo gli apostoli e noi davanti al fatto che l'annuncio e la testimonianza cristiana creeranno opposizione, avranno insuccesso. Ce ne è abbastanza per perdersi di coraggio ed ecco allora le parole di Gesù. "Non abbiate paura". Essere con Dio non ti garantisce dalle prove e dall'insuccesso umano, ma ti dà la garanzia di essere dalla parte del più forte, del vincitore. Gli uomini possono uccidere il corpo ma non l'anima se questa è unita al suo Creatore. Pensiamo al coraggio dei martiri; da dove veniva loro? Non certo dalle forze umane. "Voi valete più di molti passeri". Dio ama le sue creature, non 'cresce erba che Dio non voglia'. Egli è colui che provvede ai passeri del cielo, è colui che veste i gigli del campo meglio di quanto non fosse vestito il re Salomone, volete che si dimentichi dei suoi amici, di coloro che lottano per Lui, che soffrono per Lui?

"Chi mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio nei cieli". È la promessa di Gesù che ci riempie di gioia e di coraggio. Dio nel suo giudizio finale avrebbe ragione di condannarci, ma se in quel momento il Cristo butta a nostro favore sulla bilancia della giustizia, il peso delle sue sofferenze e del suo sangue versato per noi, non possiamo che essere salvati.

 

 

LUNEDI’ 26 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Giovanni e Paolo; S. Vigilio; S. Josemaría Escrivá

Una scheggia di preghiera:

 

OGNI GIUSTO GIUDIZIO È TUO E DELLA TUA SANTITA'

 

HANNO DETTO: I soldi fanno ricchi, ma è il rispetto e l’umiltà che fanno “signore”. Se non ce l’hai, resti sempre e solo un pezzente. (Totò)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi è gravido di vanità, partorisce menzogne.

UN ANEDDOTO: “Margaret Mitchell, che scrisse 'Via col vento', non ha mai scritto libri prima di quello, e non ne ha mai scritti neanche dopo. Il titolo originario del libro era 'Domani è un altro giorno' - l'editore lo cambiò in 'Via con Vento'. L'editore cambiò anche il nome dell'eroina, che era Pansy O'Hara, in Scarlett O'Hara.”

PAROLA DI DIO: Gen 12,1-9; Sal 32; Mt 7,1-5

 

Vangelo Mt 7,1-5

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai a tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello». Parola del Signore

 

“NON GIUDICATE, PER NON ESSERE GIUDICATI”

Perché occorre evitare il giudizio?

Ogni mio giudizio sull’altro è corto: non vede nell’altro ciò che vede Dio. Inoltre, se giudico, mi arrogo il ruolo di Dio e compio il grande peccato di mettere il mio io al posto di Dio. Il Signore ha detto di non giudicare perché lui non giudica, ma giustifica. Lui è amore infinito per tutti e il suo giudizio è il contrario del mio: ogni uomo ai suoi occhi riveste il valore dell’amore che ha per lui. Noi abbiamo lo stesso giudizio di Dio, se rivaleggiamo nello stimarci a vicenda (Rm. 12,10), ritenendo l’altro superiore a noi stessi (Fil. 2,3). Inoltre, Gesù esorta a non giudicare per non essere giudicati. Infatti, il giudizio come un boomerang ricade su chi lo lancia. Ogni mio giudizio contro l’altro, è contro di me! Se non stimo l’altro come fratello, non stimo me come figlio di colui che ama me e l’altro come figli. Se giudico il fratello, mi condanno a non essere figlio. Quindi, non devo giudicare non solo per evitare di sbagliare. Anche se ho ragione, comunque il mio giudizio è sbagliato, perché distrugge la vita filiale e fraterna. Chi non giudica, salva l’altro come fratello e sé stesso come figlio.

 

 

MARTEDI’ 27 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Cirillo di Alessandria; S. Arialdo

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE LIBERACI DALLA PAURA DI TE, MA LASCIACI IL TIMORE RISPETTOSO DI TE E DEI TUOI DONI.

 

HANNO DETTO: La maggior parte delle persone non sa amare né lasciarsi amare, poiché teme di svelare il proprio segreto… il triste segreto di ogni essere umano… un gran bisogno di tenerezza, senza la quale non si può resistere. (Sándor Márai)

SAGGEZZA POPOLARE: L'ubbidienza per paura, poco dura.

UN ANEDDOTO: “La first lady statunitense Eleanor Roosevelt una volta si recò a una riunione, in una chiesa di un piccolo paese nel sud degli Stati Uniti. Tutti i neri stavano seduti da una parte, i bianchi dall’altra. Eleanor Roosevelt andò senza esitazioni a sedersi in mezzo ai neri. Uno dei presenti le disse, con un certo imbarazzo ma con fermezza, che ciò era contrario alla legge. Allora lei prese una sedia e si sedette nella corsia centrale tra le due file di banchi dei fedeli.”

PAROLA DI DIO: Gen 13,2.5-18; Sal 14; Mt 7,6.12-14

 

Vangelo Mt 7,6.12-14

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa, infatti, è la Legge e i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!». Parola del Signore

 

“NON DATE LE COSE SANTE AI CANI”.

I simpatici racconti di Don Camillo ci presentavano un Peppone che considerava l’attività del suo parroco come un lavoro di “bottega”. Purtroppo, spesso, la parrocchia è considerata da molti proprio una “bottega”. “Reverendo, mi battezzi il figlio, nell’orario che voglio, senza storie di incontri di preparazione e mi dica quanto fa”, mi diceva un uomo che non avevo mai visto, che non era sposato e che considerava il Battesimo l’occasione di una festa di famiglia. Viene voglia di giudicare: in fondo siamo anche “amministratori” di sacramenti più grandi di noi. Poi ti fermi e cominci a pensare a Gesù che è morto perdonando in mezzo a una folla urlante, che non ha avuto alcun ritegno a lavare i piedi sporchi dei discepoli che stavano per tradirlo e ti viene da chiederti chi sia più indegno dei sacramenti, se chi te li chiede non conoscendoli o tu che li amministri. Certo, bisogna essere seri nel chiedere un impegno, nel proporre dei cammini di fede, ma anche lasciare che sia Dio giudice dei cuori e che i suoi sacramenti operino nei cuori liberamente, secondo la sua grazia e la sua misericordia.

 

 

MERCOLEDI’ 28 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Ireneo; S. Vincenza Gerosa; S. Paolo I

Una scheggia di preghiera:

 

SPIRITO SANTO AIUTACI A RICONOSCERE IL BENE DAL MALE

 

HANNO DETTO: Ama la vita più della sua logica, solo allora ne capirai il senso. (Fëdor Dostoevskij)

SAGGEZZA POPOLARE: E caduto nella rete persino il merlo dal becco giallo.

UN ANEDDOTO: “Quando Albert Einstein si trovò costretto a emigrare negli Stati Uniti in seguito alle persecuzioni razziali della Germania nazista, arrivato alla dogana si trovò a dover compilare un modulo sul quale vi era una casella dove si doveva indicare la razza, egli scrisse semplicemente: ‘Razza umana’.”

PAROLA DI DIO: Gen 15,1-12.17-18; Sal 104; Mt 7,15-20

 

Vangelo Mt 7, 15-20

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete». Parola del Signore

 

“GUARDATEVI DAI FALSI PROFETI CHE VENGONO A VOI IN VESTI DI PECORE”.

Dio si serve dei suoi santi per indicarci la strada della verità, dell’amore e il male cerca di distrarci da essa con i suoi falsi profeti. Essi non sono solo coloro che travisano la purezza dell’insegnamento di Gesù ma soprattutto coloro che con la loro vita e con il loro esempio sminuiscono la portata di quanto ci ha donato. Se è vero che dobbiamo stare in guardia contro i falsi profeti di oggi vedi ideologie, letture personalistiche della parola di Dio, new age, predicatori esoterici) dobbiamo stare ancora più attenti a chi distrugge l’opera di Gesù con il cattivo esempio mettendo al posto dei valori di Gesù quelli del potere, del denaro dei facili successi. Si uccide Gesù volendo eliminarlo, ma lo si uccide altrettanto irridendo alla sua opera, vanificando i suoi valori, impedendo gli uomini nel loro costruirsi secondo il progetto di Dio. Gesù ci dice che i falsi profeti si riconoscono dai frutti cattivi che producono ma, attenzione: ci sono dei frutti cattivi che se non li conosci appaiono belli, commestibili. Il vero credente deve riconoscere non dalla apparenza, ma dalla sostanza.

 

 

GIOVEDI’ 29 GIUGNO: Ss. PIETRO E PAOLO APOSTOLI

Tra i santi ricordati oggi: S. Siro

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, È SOLO IL TUO AMORE CHE MI RENDE TESTIMONE.

 

HANNO DETTO: Tutte le creature tremano di fronte alla violenza. Tutte temono la morte. Tutte amano la vita. Vedi te stesso negli altri. E a quel punto a chi potrai far male? Che male potrai mai fare? (Buddha)

SAGGEZZA POPOLARE: Non farai mai camminare diritto un granchio.

UN ANEDDOTO: Dei ladri entrarono in una casa, ma non trovarono nient’altro se non un gallo e, dopo averlo preso, si allontanarono. Sul punto di essere ucciso da loro, il gallo li pregava di lasciarlo andare, affermando di essere utile agli uomini per il fatto che li svegliava di notte per le loro incombenze. I ladri gli risposero: «Abbiamo allora un motivo in più per sacrificarti: infatti, se svegli loro, non consenti a noi di rubare».  La favola dimostra che i malvagi sono soprattutto contrariati da quelle cose che sono utili alle persone oneste. (Esopo)

PAROLA DI DIO: At 12,1-11; Sal 33; 2Tm 4,6-8.17-18; Mt 16,13-19

 

Vangelo Mt 16,13-19

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Parola del Signore

 

“BEATO SEI TU, SIMONE, FIGLIO DI GIONA, PERCHÉ NÉ CARNE NÉ SANGUE TE LO HANNO RIVELATO, MA IL PADRE MIO CHE È NEI CIELI”

Oggi è la festa di Pietro e Paolo, coloro ai quali è stata affidata la Chiesa da parte di Gesù. Che logica apparentemente strana, diversa dalla nostra abituale: Gesù affida il futuro del suo messaggio a chi lo ha rinnegato, a chi ha perseguito i suoi discepoli! Sì! E così ci vuole dire con grande chiarezza che Pietro e Paolo, non sono principalmente questo! Come tutti fallibili, ma come tutti, quando riconoscono di essere amati anche lì, sono capaci di un grande amore! Insieme!

Non sei amato perché sei buono, ma diventi buono perché sei amato! E loro hanno compreso questa verità: Egli è il nostro amante al di là e prima di ogni nostra azione. Solo grazie a questo amore perdonante, ora Pietro può aiutare, istruire gli altri e Paolo annunciare il Vangelo costituendo nuove comunità: hanno ricevuto un grande amore, ora lo possono condividere con tutti, e quindi anche con noi! Accogliamo e condividiamo anche noi questo amore che riceviamo!

 

 

VENERDI’ 30 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Primi Martiri Chiesa romana; S. Adolfo; S. Marziale

Una scheggia di preghiera:

 

SE VUOI, GESU', PUOI VINCERE IL MIO CUORE DI PIETRA.

 

HANNO DETTO: Ciò che nella vita rimane, non sono i doni materiali, ma i ricordi dei momenti che hai vissuto e ti hanno fatto felice. La tua ricchezza non è chiusa in una cassaforte, ma nella tua mente. È nelle emozioni che hai provato dentro la tua anima. (Alda Merini)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi è esperto, è più rapido nel capire di un indovino.

UN ANEDDOTO: San Pio X (al secolo: Giuseppe Sarto) ad un vescovo che gli chiese il cappello cardinalizio rispose: "Avete sbagliato, io non sono un cappellaio, sono un sarto."

PAROLA DI DIO: Gen 17,1.9-10.15-22; Sal 127; Mt 8,1-4

 

Vangelo Mt 8,1-4

Dal vangelo secondo Matteo

Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguì. Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua lebbra fu guarita. Poi Gesù gli disse: «Guardati bene dal dirlo a qualcuno; va’ invece a mostrarti al sacerdote e presenta l’offerta prescritta da Mosè come testimonianza per loro». Parola del Signore

 

“SE VUOI PUOI PURIFICARMI”.

In quel “se vuoi” c’è tutta la speranza e la fede di questo lebbroso che si rivolge a Gesù. Egli afferma che Gesù è Figlio di Dio, ha potere di guarire ma esprime anche l’abbandono alla sua volontà: “Mi fido che qualunque cosa farai, la farai per il mio bene”. “Signore, se vuoi, puoi convertirmi, puoi cambiare il mio cuore, puoi liberarmi dal mio egoismo.” Anche noi sovente dovremmo con fiducia e speranza pregare così. E dovremmo anche sentire la preghiera che Gesù continua a rivolgerci: “Se vuoi essere sanato, liberato, puoi cominciare ad amare un po’ di più, a perdonare quel tuo fratello, ad essere meno ipocrita, a giudicare meno. Io voglio la tua salvezza, la tua liberazione, ma, anche tu la vuoi davvero?”.

In quel “se vuoi” c’è tutta la speranza e la fede di questo lebbroso che si rivolge a Gesù. Egli afferma che Gesù è Figlio di Dio, ha potere di guarire ma esprime anche l’abbandono alla sua volontà: “Mi fido che qualunque cosa farai, la farai per il mio bene’. “Signore, se vuoi, puoi convertirmi, puoi cambiare il mio cuore, puoi liberarmi dal mio egoismo.” Anche noi sovente dovremmo con fiducia e speranza pregare così. E dovremmo anche sentire la preghiera che Gesù continua a rivolgerci: “Se vuoi essere sanato, liberato, puoi cominciare ad amare un po’ di più, a perdonare quel tuo fratello, ad essere meno ipocrita, a giudicare meno. Io voglio la tua salvezza, la tua liberazione, ma, anche tu la vuoi davvero?”

 

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

     
     
 

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