SCHEGGE E SCINTILLE
PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA
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a cura di: don_franco_locci@libero.it
MAGGIO 2023
LUNEDI’ 1° MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Giuseppe lavoratore, S. Riccardo Pampuri
Una scheggia di preghiera:
GESU', GIUSEPPE, MARIA, SIATE LA SALVEZZA DELL'ANIMA MIA.
HANNO DETTO: Chi vuole che gli sia concesso un dono, apra la sua mano agli altri. È un cattivo richiedente colui che nega agli altri quello che domanda per sé. (San Pietro Crisologo)
SAGGEZZA POPOLARE: Le parole non fanno farina.
UN ANEDDOTO: Un giorno un discepolo chiese al suo maestro: - Come mai non fai gli esercizi ascetici che fanno tutti gli altri maestri? Costui rispose: - Perché con l'andar degli anni ho scoperto che un solo esercizio è fondamentale. - E qual è? - chiese il giovane. - Vieni domattina sulla riva del mare e te lo mostrerò. Al sorgere del sole il discepolo attendeva il maestro sulla battigia sassosa. Il maestro s'accoccolò su uno scoglio e cominciò a fissare qualcosa nell'acqua. Il discepolo gli si accostò e gli chiese: - Che fai? Che cosa vedi? - Guardo un ciotolo fra tutti e mi sforzo di non perderlo mai di vista, nonostante il moto dell'onda e i riflessi del sole. Quel ciotolo è il centro del mio cuore. Lì si decide della mia vita. Lì si decide della mia morte. Quel ciotolo si chiama volontà.
PAROLA DI DIO: Gen 1,26-2,3 opp. Col 3,14-15.17.23-24; Sal 89; Mt 13,54-58
Vangelo Mt 13,54-58
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi. Parola del Signore
NON È COSTUI IL FIGLIO DEL FALEGNAME? E SUA MADRE, NON SI CHIAMA MARIA?...
Diventando vecchi si diventa anche un po' romantici sul passato e allora quasi con nostalgia mi tornano in mente i mesi di maggio vissuti da ragazzo. Si sentiva la bellezza e la luminosità di queste giornate di primavera ed era bello abbinarle ogni giorno alla figura di Maria, la dolce mamma che ci portava a Gesù. Perché Gesù non è una meteora apparsa improvvisamente da chissà dove: ha una mamma, Maria, abita nella famiglia di Giuseppe, l'artigiano; conosciamo il suo clan familiare, il paese dove abita...Gesù è ben concreto incarnato nella nostra storia. Eppure, quello che dovrebbe rendercelo familiare, è proprio quello che a qualcuno fa difficoltà: può il Figlio di Dio, l'Altissimo essere uomo, proprio come noi?
Il mistero dell'Incarnazione e poi quello della Redenzione sono grandi ma dovrebbero solo farci felici: il Dio che si incarna e offre la sua vita per me può essere il Dio che comanda e punisce e non quello che sempre comprende e ama le sue creature?
MARTEDI’ 2 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Atanasio; S. Antonino di Firenze
Una scheggia di preghiera:
CON TE, GESU', NON HO PIU' PAURA.
HANNO DETTO: Una volta in Cana di Galilea, Gesù con un semplice cenno ha mutato l'acqua in vino; e perché non dovremmo credergli quando cambia il vino in sangue? (San Cirillo di Gerusalemme)
SAGGEZZA POPOLARE: La pazienza è la chiave che ad ogni male trova rimedio.
UN ANEDDOTO: Un nobile che aveva fatto fustigare un suo contadino venne condannato dal re ad essere privato del pane. - Ma Sire - protestò - il pane è indispensabile. - E allora perché maltrattate chi ve lo procura?
PAROLA DI DIO: At 11,19-26; Sal 86; Gv 10,22-30
Vangelo Gv 10,22-30
Dal vangelo secondo Giovanni
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola». Parola del Signore
“SE TU SEI IL CRISTO, DILLO A NOI APERTAMENTE.”
Sovente, parlando con amici o con persone che attraversano momenti difficili, o anche solo guardando le vicende terribili dei nostri giorni, ritornano domande simili a quelle che i Giudei facevano a Gesù: “Perché il Signore non si manifesta chiaramente, non interviene a risolvere i nostri mali?” Non credo che Dio giochi a nascondino: Lui parla: Il guaio che noi siamo su lunghezze d'onda che ci portano solo a farci domane filosofiche o teologiche su quello che ascoltiamo. La lunghezza d'onda non è solo quella dell'intelligenza, ma soprattutto quella del cuore! Siamo davvero convinti che Gesù può salvarci? Che se stiamo con Lui, nessuno potrà strapparci dalla sua mano e da quella del Padre?
MERCOLEDI’ 3 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: Ss. Filippo e Giacomo ap.; S. Giovenale
Una scheggia di preghiera:
LA NOSTRA FAMIGLIA TI BENEDICE O DIO TRINO ED UNICO.
HANNO DETTO: Difficoltà, difficoltà! Che cosa sono le difficoltà? Sono scherzi da fanciulli ingranditi dalla nostra fantasia, non ancora abituata a fissarsi e tuffarsi in Dio Onnipotente. (Santa Francesca Cabrini)
SAGGEZZA POPOLARE: Se la semente non si semina, non nasce nulla.
UN ANEDDOTO: Diceva un foglio bianco come la neve: “Sono stato creato puro, e voglio rimanere così per sempre. Preferirei essere bruciato e finire in cenere che essere preda delle tenebre e venir toccato da ciò che è impuro”. Una boccetta di inchiostro sentì ciò che il foglio diceva, e rise nel suo cuore scuro, ma non osò mai avvicinarsi. Sentirono le matite multicolori, ma anch’esse non gli si accostarono mai. E il foglio bianco come la neve rimase puro e casto per sempre – puro e casto – ma vuoto.” (Kahlil Gibran)
PAROLA DI DIO: 1Cor 15,1-8a; Sal 18; Gv 14,6-14
Vangelo Gv 14,6-14
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù a Tommaso: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso, ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò». Parola del Signore
“NON CREDI CHE IO SONO NEL PADRE E IL PADRE È IN ME?”
Gli antichi romani accusavano i cristiani di ateismo perché, dicevano non credono nei nostri numerosi dei, gli Ebrei accusavano i cristiani di attentare all'unicità di Dio credendo al Padre, al Figlio e allo Spirito, oggi molti dicono: “Perché tante complicazioni su Dio, non basta credere in una divinità qualsiasi?”
Noi diciamo: “Per me è meraviglioso che Dio si sia fatto conoscere nella storia e soprattutto attraverso suo Figlio Gesù, così com'è: un unico Dio creatore e padre che ha fatto tutto e lo ha affidato a Gesù e che continua ad operare nel modo attraverso il suo Spirito. Dio unico, ma Dio-famiglia, e in quella famiglia ci siamo anche noi.
GIOVEDI’ 4 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Antonina; S. Floriano; Ss. Silvano di Gazza e c.
Una scheggia di preghiera:
SIAMO SERVI MA ANCHE FIGLI DEL PADRE
HANNO DETTO: L'ira e la perfidia agitano il cuore; la misericordia e la non violenza lo placano. (Sant'Evagrio)
SAGGEZZA POPOLARE: La pigrizia cammina così piano che la miseria le corre dietro.
UN ANEDDOTO: Qualcuno, cercando l'origine del nome della città di Alba vi ha trovato questa spiegazione: nei pilastri del duomo sono scolpiti i simboli degli Evangelisti che con le iniziali formano il nome della città: Angelo, Leone, Bue, Aquila. Spero che anche per noi che leggiamo ogni giorno un po' di Vangelo, possa esserci sempre un 'alba' di grazia
PAROLA DI DIO: At 13,13-25; Sal 88; Gv 13,16-20
Vangelo Gv 13,16-20
Dal vangelo secondo Giovanni
Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto, ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato». Parola del Signore
“IN VERITÀ, IN VERITÀ IO VI DICO: UN SERVO NON È PIÙ GRANDE DEL SUO PADRONE”
Gesù si rivela Signore facendosi schiavo; Lui che è il Signore lava i piedi ai servi: il primo è l’ultimo e l’ultimo è il primo! Egli chiama i suoi apostoli ad essere grandi come lui, che si è fatto servo. Ma la vera grandezza è quella dell’umiltà dell’amore: essere, condividere e servire. Ogni altra grandezza è vuota in sé stessa e istupidisce chi la cerca; è ridicola per chi ne capisce l’inganno e dannosa per chi ne subisce l’allettamento. L’apostolo che vuol essere come i grandi del mondo, non ha capito chi è il Signore. L’Eucaristia, il pane della vita di cui ci nutriamo, capovolge le logiche perché noi possiamo essere come Lui
VENERDI’ 5 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Gottardo; S. Nunzio Sulprizio
Una scheggia di preghiera:
CON TE, GESU', ORA E SEMPRE.
HANNO DETTO: Non è perfettamente buono chi non sa essere buono anche con chi è cattivo. (D. Orione)
SAGGEZZA POPOLARE: Col pensiero non sono mai stati pagati debiti.
UN ANEDDOTO: Un capraio richiamava le sue capre nella stalla. Una di loro tuttavia si attardò, perché stava mangiando qualcosa di gustoso. Allora il pastore le gettò una pietra e le colpì un corno, spezzandolo. L’uomo implorò la capra di non raccontarlo al padrone. L’animale replicò: «Anche se io non parlerò, come potrò tenere nascosto quanto è successo? Risulta infatti evidente a tutti che il mio corno è stato rotto». Nel momento in cui la colpa è evidente, non si può tenerla nascosta. (Esopo)
PAROLA DI DIO: At 13,26-33; Sal 2; Gv 14,1-6
Vangelo Gv 14,1-6
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me». Parola del Signore
“IO VADO A PREPARARVI UN POSTO”. (Gv. 14,2)
Noi di solito, quando sentiamo questa frase pensiamo subito al paradiso e di solito a quel paradiso che è un po’ la proiezione di tutti i nostri desideri inappagati, quindi a un posto dove si sta bene, dove non ci sono più né malattie, né sofferenze, né morte, dove invece si può ottenere tutto quello che non abbiamo potuto godere qui in terra. Pur senza cancellare quelli che possono essere gli aspetti gioiosi anche dal punto di vista umano, penso che qui Gesù volesse dirci un’altra cosa, vuol dirci che il nostro posto ora e poi è vicino a Dio e che Dio sempre è vicino a noi. Gesù non si preoccupa tanto di dirci luoghi e situazioni del nostro futuro; addirittura, nel suo parlare, presente e futuro non hanno neppure contorni ben definiti. Ci dice però chiaramente di non aver paura ma solo fede in Lui che desidera ardentemente che noi siamo dove Egli è. Penso a Maria assunta in cielo anche con il suo corpo: la bontà di Dio ci permette di vedere in Lei il nostro futuro dove tutto sarà bello e glorificato, ma penso anche alla vita terrena di Maria dove lei, pur in mezzo alle prove, ha già vissuto il suo paradiso perché sempre in comunione con Gesù.
SABATO 6 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Pietro Nolasco; S. Venerio
Una scheggia di preghiera:
RENDICI CAPACI E DEGNI DI CREDERE IN TE.
HANNO DETTO: L'ora di fare il bene è subito. (S. Caterina da Siena)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi sa perdonare si è già vendicato abbastanza.
UN ANEDDOTO: Un uomo, mentre attraversava il deserto divorato dalla sete, s'imbatté finalmente in un pozzo. Vi si calò e bevve a sazietà. Quando risalì vide un cane che, ansimante di sete, masticava della sabbia umida. «Questo animale soffre di sete quanto soffrivo io», pensò. Allora ridiscese nel pozzo, riempi d'acqua la sua fiasca e, tenendola fra i denti, uscì alla luce e diede da bere al cane. Il suo atto fu gradito a Dio. Il cane gli divenne amico fedelissimo. Ma quando l'uomo fu ferito in battaglia e stava per morire sotto il sole bruciante, l'animale scomparve. «Anche lui mi ha abbandonato», pensò con amarezza l'uomo. Il cane invece tornò, di notte, totalmente zuppo d'acqua, e l'uomo poté salvarsi. Ma in quale pozzo si fosse calato, e in che modo, lo sa Dio. (Tradizione araba)
PAROLA DI DIO: At 13,44-52; Sal 97; Gv 14,7-14
Vangelo Gv 14,7-14
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso, ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. Parola del Signore
“IN VERITA’ VI DICO: ANCHE CHI CREDE IN ME COMPIRA’ LE OPERE CHE IO COMPIO E NE FARA’ DI PIU’ GRANDI”.
Anche per la sua prima venuta sulla terra Dio ha chiesto il consenso di Maria, una di noi. Maria ha creduto: ha aderito totalmente ai piani del Padre. E quale “opera” ha fruttato la sua fede? Per il suo “sì”, “Il Verbo si è fatto carne” in Lei ed è stata resa possibile la salvezza dell'umanità. Abbiamo anche noi una grande responsabilità: dobbiamo credere in Gesù perché Egli possa vivere in noi e operare tramite noi. Dobbiamo accogliere e mettere in pratica le sue Parole, che si sintetizzano nel comandamento dell'amore. Dimentichiamo noi stessi e mettiamoci ad amare come ha amato Lui, con un amore che non misura. E, sulla tomba del nostro io, vivrà ogni giorno di più il Risorto, con la sua potenza, la sua luce, la sua gioia, in ciascuno di noi e in mezzo a noi. Il mondo ha estremo bisogno di questa sua presenza. Sia questa l'opera nostra, “l'opera più grande”: vivere in modo da offrire, a quanti incontriamo, il Risorto vivo in noi e in mezzo a noi. In Lui tanta parte di umanità troverà ciò che fuori di Lui è vano cercare: la speranza, il bene, la verità, l'unità, la pace. E con Lui lavoreremo alla trasformazione vera del mondo.
DOMENICA 7 MAGGIO: 5^ DOMENICA DI PASQUA ANNO A
Tra i santi ricordati oggi: S. Domitilla; S. Rosa Venerini
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, DA CHI ANDREMO? SOLO TU SEI LA VIA, LA VERITA' E LA VITA.
HANNO DETTO: Quando si desidera che Dio sia da tutti lodato, è segno che l'anima è occupata di Lui. (S. Teresa d'Avila)
SAGGEZZA POPOLARE: Al paese dove si prometteva, tutti toglievano e nessuno metteva.
UN ANEDDOTO: Là dove il bosco cede spazio a una piccola radura, vidi il mio amico cacciatore seduto su un masso. Gli stava accanto il cane che lo guardava malinconico. Salutai l'amico e gli domandai, stupito, come poteva star lì seduto, senza fucile. Scosse il capo: - L'anno scorso - disse - volli portare il mio nipotino a caccia con me. Era felice. Un avvenimento. Lo zainetto sulle spalle e via nei boschi. Ad un tratto si fermò. Raccolse da terra un bruco e lo depose delicatamente tra le piante. «La catechista ha detto che San Francesco faceva sempre così». Provai un senso di disagio. «Nonno, perché i soldati portano il fucile?» «Per difenderci da coloro che vogliono farci del male». «Tu pensi che la lepre possa farci del male?» Poi tornò alla carica. «Nonno, anche se la lepre fosse cattiva, bisognerebbe perdonarla. La catechista ha detto che bisogna sempre perdonare». (Se nomina ancora una volta la catechista, io scoppio). Eravamo giunti là dove sapevo che la lepre aveva la sua tana. Mi fermai e accennai al bambino di non muoversi. Imbracciai il fucile. E lui: «Nonno, non potresti perdonarla? Per questa volta! La catechista ha detto ...» «Va bene - interruppi - come vuoi, ma alla nonna che cosa portiamo?» Ci pensò un attimo. Sulla ripa c'erano dei bellissimi colchici di un viola intenso. Li guardò ma non disse nulla. Forse c'era qualche altra considerazione della catechista sull'abitudine di cogliere i fiori per farli morire in un vaso. «Passiamo dalla vigna e prendiamo un bel grappolo di moscato. La nonna sarà contenta e anche i bambini della lepre saranno contenti». Da quel giorno non sono più riuscito a sparare un solo colpo di fucile. - E il piccolo? - chiesi. - Oh, lui continua a mettere in salvo i bruchi. Dice che da grande farà il veterinario. Sai, non ce l'ho nemmeno più con la catechista. In fondo le abbiamo affidato un bambino e lei ci ha restituito un piccolo San Francesco.
PAROLA DI DIO: At 6,1-7; Sal 32; 1Pt 2,4-9; Gv 14,1-12
Vangelo Gv 14,1-12
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso, ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre». Parola del Signore
“IO SONO LA VIA, LA VERITA’ E LA VITA”. (Gv. 14,6)
Ho passato un intero pomeriggio di vacanza ad osservare un accordatore di organo. Batteva un tasto, poi un altro, poi si alzava a spostare una canna, poi regolava il beccuccio di un’uscita dell’aria. Poi tornava ad ascoltare, a confrontare un suono con l’altro e così, rettifica su rettifica finché il suono desse la nota giusta. Lavoro paziente, delicato e preciso, che soltanto un orecchio e una mano esercitati possono effettuare. E vedendo lavorare l’accordatore non ho potuto non pensare al Padre nostro celeste il cui orecchio capta tutto ciò che emana dai suoi figli. Quante parole, alcune buone altre inutili, quante azioni cattive o buone, quanti pensieri di amore o di odio, quante note bellissime unite a note stonate. Ho pensato anche al lavoro continuo di Dio, del suo Spirito, di Gesù, per formarci, correggerci, cercare di “assonarci” al suo pensiero. L’accordatore usava poi uno strumento, il diapason, per avere la nota giusta, e ho visto la figura di Gesù, Via, Verità e Vita. Se ci lasciamo accordare su di Lui, ciascuno di noi, canne più lunghe, più potenti o più sottili, riusciamo a diventare un’armonia. Signore, fa’ che tra le tue mani noi diventiamo degli strumenti docili, rendendo dei suoni che ti siano gradevoli! Accorda le nostre vite alla tua Parola e agli impulsi del tuo Spirito. Che Egli faccia vibrare il nostro cuore per raccontare la tua lode. Signore Gesù, tu su questa terra sei stato la continua armonia del Padre, fa’ che anche noi possiamo trarre qualche eco da te e che possiamo così, senza troppe stonature echeggiare quell’armonia che viene dalla perfezione di Dio e del suo creato finalmente riaccordato in Te con Lui.
LUNEDI’ 8 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: B.V. Maria di Pompei; S. Vittore il Moro; S. Bonifacio IV
Una scheggia di preghiera:
LA TUA PAROLA, SIGNORE, È SEMPRE PER LA NOSTRA GIOIA.
HANNO DETTO: Dio solo conosce le ore e i momenti delle sue opere e ha tutto e tutti nelle sue mani. (Don Orione)
SAGGEZZA POPOLARE: L’agnello aveva ragione, ma il lupo ne fece un boccone.
UN ANEDDOTO: Quando Alessandro Magno era in tribunale, mentre l’accusatore parlava, si tappava un orecchio con una mano. Gli chiesero il perché di questo strano modo di fare. Rispose: - Tengo sempre un'orecchia libera per ascoltare solo l’accusato.
PAROLA DI DIO: At 14,5-18; Sal 113b; Gv 14,21-26
Vangelo Gv 14,21-26
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Gli disse Giuda, non l’iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto». Parola del Signore
“CHI ACCOGLIE I MIEI COMANDAMENTI E LI OSSERVA, QUESTI MI AMA”.
Ci sono due modi (con molte varianti) con cui mettersi davanti ai comandamenti del Signore. Il primo è quello di sentirli come un peso ma di volerli osservare scrupolosamente per essere fedeli alle norme e ‘guadagnarsi il paradiso’; il secondo, quello di vederli come un dono e di osservarli nella logica dell’amore di Dio e del prossimo. Per capire meglio, proviamo a fare qualche esempio. Il mio cuore e la legge del Signore mi dicono che dovrei essere onesto e non approfittare del mio ruolo per imporre la mia idea. Se però lascio parlare gli istinti essi mi diranno: “Chi pecora si fa, il lupo se la mangia; fatti furbo! Che cosa c’è di male? Gli altri se fossero al posto tuo l’avrebbero già fatto”. Se lascio parlare l’osservanza religiosa essa può suggerirmi: “Ti costa, ma è scritto nella legge che devi amare, perciò obbedisci alla legge, sacrificati. Dio sarà contento di te, ti darà il premio”. Se invece cerco di scoprire che questo comandamento mi è stato dato per amore e mi vien chiesto di osservarlo con amore, comprendo che Dio, se mi chiede di non approfittare del mio potere, lo fa per aiutarmi a scoprire i fratelli, la gioia del confronto, del servizio e allora troverò forse ancora duro rinunciare alla strada più facile, ma ho scoperto due amori, quello di Dio e quello per il prossimo che mi aiuteranno a motivare serenamente la rinuncia a qualcosa di mio.
MARTEDI’ 9 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Pacomio
Una scheggia di preghiera:
SE MI AFFIDO A TE, GESU', SONO SEMPRE NELLA PACE.
HANNO DETTO: Non dite "io voglio salvarmi", ma dite "io voglio salvare il mondo". (S. Giovanni Crisostomo)
SAGGEZZA POPOLARE: Un modo per aver torto è quello di volere avere per forza ragione.
UN ANEDDOTO: Si racconta che durante l'assedio di Alessandria del 1174 da parte di Federico Barbarossa gli alessandrini erano ormai agli estremi quando un contadino, gagliardo ricorse ad uno strattagemma: diede da mangiare il poco grano rimasto ad una giovenca e con essa uscì dalla città. Fu subito preso e imprigionato mentre la giovenca veniva scannata. I soldati si accorsero che le interiora dell'animale erano piene di grano. Barbarossa si convinse che la città era ben rifornita e poteva resistere per mesi, perciò levò l'assedio e si allontanò. Un po' di astuzia non guasta per vincere il male e il demonio.
PAROLA DI DIO: At 14,19-28; Sal 144; Gv 14,27-31a
Vangelo Gv 14,27-31
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco». Parola del Signore
“VI LASCIO LA PACE, VI DO’ LA MIA PACE”.
Gesù è venuto per darci la pace, fonte di bene. Isaia aveva profetizzato che il Messia sarebbe stato chiamato “Principe della pace”. Appena nato Gesù a Betlemme, gli angeli promettono “pace in terra agli uomini che Dio ama”. Nelle sue apparizioni di risorto Gesù saluta il discepolo con l’augurio: “Pace a voi”. Ora, come spiega Gesù durante l’ultima cena, la sua pace non è quella del mondo, non consiste nella semplice assenza di guerre o conflitti oppure nella felicità apparente delle ricchezze, dei piaceri o della fama. La pace di Cristo è diversa. Consiste nella felicità interiore, profonda, radicata nell’amore, nella verità e nella speranza della vita eterna. Una pace che nessuno può togliere. Nemmeno con la persecuzione e la morte. Una pace che anticipa già la condizione di vita celeste qui sulla terra. Si tratta della pace che nasce dall’amicizia con Dio, dalla coscienza tranquilla che viene dalla consapevolezza di fare ciò che piace a Dio, dalla libertà interiore come frutto della rinuncia al peccato per compiere il bene in ogni momento. La pace di Gesù è quella che sentiamo nella preghiera, nella celebrazione dell’Eucarestia, dopo essersi riconciliati con Dio nella confessione sacramentale, nella pratica delle virtù, nella vittoria sulle tentazioni, nel servizio agli altri, nell’adempimento dei nostri doveri, nell’amare Dio sopra ogni cosa e gli altri come noi stessi.
MERCOLEDI’ 10 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni d’Avila; S. Cataldo
Una scheggia di preghiera:
SENZA DI TE, O SIGNORE, NOI NON POSSIAMO NULLA.
HANNO DETTO: Tutti cercano qualcuno a cui dare la colpa. (Tom Waits)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi arriva con i miliardi è accolto, anche se è tardi.
UN ANEDDOTO: Un capraio aveva condotto a pascolare le sue capre; come vide che si erano mescolate con altre, selvatiche, sul far della sera le fece entrare tutte insieme nella sua grotta. L’indomani, poiché c’era una forte tempesta, il capraio non poteva condurre il gregge a pascolare come al solito e così accudì le sue capre dentro la grotta, dando loro una quantità di foraggio appena sufficiente a sfamarle; a quelle selvatiche, invece, garantì molto più nutrimento, per fare in modo che diventassero sue. Una volta terminato il maltempo, quando le portò tutte al pascolo, le capre selvatiche fuggirono, arrampicandosi sui monti. Il pastore allora le accusò di ingratitudine, visto che lo abbandonavano, pur essendo state trattate con grande cura. Esse si volsero e gli risposero: «Anche per questo stiamo più in guardia: se infatti tu hai trattato meglio delle tue vecchie capre noi che siamo giunte da te soltanto ieri, è evidente che se altre si aggiungeranno presso di te, tu le prediligerai rispetto a noi». La favola dimostra che non dobbiamo essere felici per l’amicizia di quelli che, appena conosciuti, ci tengono in maggiore considerazione rispetto ai vecchi amici; si deve infatti ritenere che, se faranno amicizia con altri, li terranno in maggiore considerazione, nel momento in cui noi avremo maturato una conoscenza di vecchia data. (Esopo)
PAROLA DI DIO: At 15,1-6; Sal 121; Gv 15,1-8
Vangelo Gv 15,1-8
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da sé stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli». Parola del Signore
“COME IL TRALCIO NON PUÒ PORTARE FRUTTO DA SÉ STESSO SE NON RIMANE NELLA VITE, COSÌ NEANCHE VOI SE NON RIMANETE IN ME.”.
Gesù parla di frutti che il cristiano deve produrre. Ma non si tratta, genericamente, di produttività. Il problema principale non è quello di aumentare la quantità, cercare con i più moderni mezzi di “incrementare gli utili”. Questa vigna, poi, non assicura guadagni e vantaggi a coloro che ne fanno parte. I frutti sono principalmente per gli altri. È una vigna ‘per pubblica utilità'. Qualsiasi “passante” ha diritto di esigere i frutti. E i frutti coincidono sempre con l’amore. E nessuno è libero di produrre frutti adottando metodi e mezzi che più gli aggradino. È il Signore stesso che stabilisce rigorosamente le condizioni della fecondità. Due essenzialmente: rimanere in Lui e accettare la potatura.
GIOVEDI’ 11 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Ignazio da Laconi
Una scheggia di preghiera:
CHE IL MALE E LA TRISTEZZA NON ABBIANO IL SOPRAVVENTO IN NOI.
HANNO DETTO: Rende la colpa più lieve chi velocemente vi pone rimedio. (Publilio Siro)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi tutto toglie e nulla mette, non merita rispetto.
UN ANEDDOTO: Un antico racconto rabbinico dice che Adamo scoperto dopo il peccato sentendo Dio annunciare che la terra avrebbe prodotto rovi e spine (v.18) si era messo a piangere ed aveva esclamato: “Mangerò dunque lo stesso cibo del mio asino?” Al che Dio aveva risposto col versetto 19: Ti guadagnerai il pane col sudore della tua fronte” e queste parole volevano dire: “Con il tuo lavoro otterrai il tuo cibo e ti innalzerai al di sopra del regno animale.
PAROLA DI DIO: At 15,7-21; Sal 95; Gv 15,9-11
Vangelo Gv 15,9-11
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena». Parola del Signore
“VI HO DETTO QUESTE COSE PERCHÉ LA MIA GIOIA SIA IN VOI E LA VOSTRA GIOIA SIA PIENA”
La proposta di Gesù è per la gioia, non per la tristezza, per l'obbedienza a capo basso e per cose contro di noi. Sentivo in questi giorni una pubblicità che parlando di biscotti diceva che essi erano per la nostra vera felicità. Un biscotto può appagare un gusto, ma di lì alla gioia!
La gioia di Gesù non è una cosa piccola e neanche un “tutto va ben, signora la marchesa”, non è mancanza di prove, è la certezza di avere trovato in Cristo il senso profondo della vita, è conquistare con Lui, giorno per giorno, la certezza di essere amati da Dio, di rimanere nel suo amore in ogni situazione, è magari arrancare con fatica, ma avendo Lui per meta.
VENERDI’ 12 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: Ss. Nereo e Achilleo; S. Pancrazio; S. Leopoldo Mandic
Una scheggia di preghiera:
TU, GESU', MI HAI SCELTO, CHIAMATO E MANDATO.
HANNO DETTO: I comandamenti della legge antica non hanno niente di crudele e quelli della nuova non hanno niente di severo, ma tutti provengono da una sola e identica provvidenza divina. (San Giovanni Crisostomo)
SAGGEZZA POPOLARE: Se ti vuoi bruciare, mettiti tra la paglia e il fuoco.
UN ANEDDOTO: Un solitario interrogò un giorno l'ira: - Rivelami, o passione criminale, chi è tuo padre, chi tua madre e i tuoi figli, e chi sono coloro che ti combattono e ti mettono a morte! L'ira rispose: - Ho diversi padri, il primo è l'orgoglio; ho per madre la sensibilità e l'amor proprio; miei figli sono l'inimicizia, i rancori, le contese, l'odio. I miei nemici sono la dolcezza e l'umiltà: non posso neppure respirare in loro presenza.
PAROLA DI DIO: At 15,22-31; Sal 56; Gv 15,12-17
Vangelo Gv 15,12-17
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone, ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri». Parola del Signore
“NON VOI AVETE SCELTO ME, MA IO HO SCELTO VOI E VI HO COSTITUITI PERCHÉ ANDIATE E PORTIATE FRUTTO”.
Tutte le volte che incontro queste parole di Gesù, trovo un sospiro di sollievo, la sensazione della liberazione e non solo per quanto riguarda il mio ministero sacerdotale, ma per il senso ultimo della mia vita. Se Gesù fosse solo scelta mia potrebbe essere un maestro sbagliato, potrei essermi infatuato di una religione, potrei aver scelto un ruolo per mio interesse personale, ma se Lui ha scelto me è perché gli sono caro, perché nonostante tutto si fida di me, perché gli sono stato affidato dal Padre. Pensate che meraviglia: ciascuno di noi, con le sue doti e con i suoi difetti è nel cuore di Dio dall'eternità, Gesù mi ha chiamato per nome, ha dato la sua vita per ciascuno di noi, ci perdona, ci dà i suoi sacramenti, ci affida i fratelli...tutto “Per Cristo, con Cristo, in Cristo”.
SABATO 13 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: B.V. Maria di Fatima
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, NON ABBANDONARCI NELLA PROVA.
HANNO DETTO: Agli altri non si può comandare che servendoli. (Giovanni Gentile)
SAGGEZZA POPOLARE: Meglio essere topo tra due gatti che malato tra due medici.
UN ANEDDOTO: Un giovane, che desiderava percorrere la via della perfezione, domandò un giorno a un monaco che gli desse un cilicio, per poter giungere più facilmente e speditamente alla santità. Il religioso lo guardò a lungo negli occhi e vide che il suo desiderio era sincero e la sua volontà decisa. Allora, si limitò a tracciare sulle sue labbra un segno di croce e, sorridendo, gli disse: - Stai tranquillo, amico: non c'è cilicio migliore che quello di vegliare costantemente sopra tutto ciò che esce da questa porta!
PAROLA DI DIO: At 16,1-10; Sal 99; Gv 15,18-21
Vangelo Gv 15,18-21
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato». Parola del Signore
“SE HANNO PERSEGUITATO ME, PERSEGUITERANNO ANCHE VOI”
Il male attacca il bene. Anche nella nostra vita possiamo trovare il sorrisino perché qualcuno ci ha visto in mano il rosario, l’accusa di “baciapile” perché per noi è una gioia la messa della domenica, la presa in giro davanti ad una scelta morale, la distorsione gratuita di un pensiero, la facile battuta nei confronti di una frase del Vangelo. Quando succede questo non giudichiamo e non spaventiamoci, è buon segno! Vuol dire che stiamo dando un po’ di testimonianza, che il nostro modo di vivere provoca. Dice Gesù alle donne che lo piangevano mentre portava la croce: “Se hanno fatto così al legno verde che cosa faranno di quello secco?”.
DOMENICA 14 MAGGIO: 6^ DOMENICA DI PASQUA ANNO A
Tra i santi ricordati oggi: S. Mattia ap. S. Maria Domenica Mazzarello
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, INSEGNACI AD AMARE.
HANNO DETTO: L’uomo non troverà la pace interiore finché non imparerà ad estendere la sua compassione a tutti gli esseri viventi. (Albert Schweitzer)
SAGGEZZA POPOLARE: A volte si sbaglia per paura di sbagliare.
UN ANEDDOTO: Durante la guerra, un soldato dava abbondanti dosi di orzo al suo cavallo, con cui condivideva ogni pericolo. Quando la guerra cessò, tuttavia, il cavallo era costretto a umili mansioni e portava pesanti carichi, nutrito di sola paglia. Come nuovamente fu annunciata la guerra e le trombe risuonarono, il padrone mise le briglie al cavallo, si armò egli stesso e salì sull’animale. Il cavallo, tuttavia, senza più forze, continuava a cadere; disse allora al padrone: «Vattene con i fanti! Tu, infatti, mi hai mutato da cavallo in asino: come, dunque, pretendi di avere nuovamente da un asino un cavallo?» Nelle circostanze in cui c’è sicurezza e quiete, non si devono dimenticare i momenti di sventura. (Esopo)
PAROLA DI DIO: At 8,5-8.14-17; Sal 65; 1Pt 3,15-18; Gv 14,15-21
Vangelo Gv 14,15-21
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Parola del Signore
“SE MI AMATE, OSSERVERETE I MIEI COMANDAMENTI”.
Gesù esige una verifica puntuale dell’amore che gli dichiariamo. E il criterio è unico: l’osservanza dei comandamenti. Qui si parla di “comandamenti” al plurale. Ma sappiamo che, lungo il discorso, Cristo ne ha enumerato uno solo, che compendia tutto il resto: “Amatevi gli uni gli altri”. Quasi dicesse: amatevi e posso essere sicuro che state seguendo la mia strada; amatevi e vi considererò affidabili; amatevi. e io metterò il resto; amatevi e potrete chiedermi tutto, siete in diritto di attendere tutto da me. Resta quel “sé” piuttosto inquietante. I comandamenti non rappresentano un “optional” per il cristiano. Se si accetta l’amore si accetta, ancora una volta, l’amare, l’impegno ad amare. Detto in un altro modo: se non siete capaci di dare, vi dimostrate incapaci di ricevere.
LUNEDI’ 15 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Severino delle Marche; S. Isidoro; S. Ruperto
Una scheggia di preghiera:
MANDA, O GESU', IL TUO SPIRITO CHE MI ASSISTA NELLA PROVA.
HANNO DETTO: Preferisco fare errori nella gentilezza e compassione che miracoli nella cattiveria e durezza. (Santa Madre Teresa di Calcutta)
SAGGEZZA POPOLARE: Lo sbaglio di un momento può essere la sofferenza di una vita.
UN ANEDDOTO: Alessandro il Grande spiegò così il proprio rifiuto ad aumentare le imposte: “Preferisco il pastore che sa tosare le sue pecore senza scorticarle, al giardiniere che, cogliendo erbe del suo giardino, ne strappa le radici ".
PAROLA DI DIO: At 16,11-15; Sal 149; Gv 15,26-16,4a
Vangelo Gv 15,26-16,4
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paraclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto». Parola del Signore
“VI HO DETTO QUESTE COSE AFFINCHÉ, QUANDO VERRÀ LA LORO ORA, VE NE RICORDIATE.”
Gesù non ci ha ingannati: scegliere con coerenza Lui, significa passare dove Lui è passato, sia nel bene, sia nella prova. Gesù, specialmente nei terribili momenti della prova, ha avuto la consolazione dello Spirito Santo e, se avremo fede, la stessa cosa succederà a noi, non dovremmo neppur preoccuparci “di che cosa diremo in nostra difesa”, ci penserà Lui. È ancora Lui che ha dato la forza del martirio a persone deboli e inermi. Non ci spaventino nella realtà odierne le persecuzioni, gli sberleffi o anche solo l'essere considerati “poveracci” perché credenti. Viviamo questi momenti non con false esaltazioni ma con la consapevolezza della nostra povertà umana, ma sicuri che la parola di Gesù si sta realizzando e che il suo Spirito non ci abbandona mai e ogni giorno, ogni ora, invoca per il Padre.
MARTEDI’ 16 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Ubaldo; S. Onorato
Una scheggia di preghiera:
VIENI SPIRITO CONSOLATORE E RINNOVA IN NOI I DONI DI GESU'.
HANNO DETTO: Spesso si usano i complimenti come il denaro, perché ci siano resi con gli interessi. (Jules Renard)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi fa, qualche volta sbaglia, chi non fa sbaglia sempre.
UN ANEDDOTO: «Che cosa vuol dire avere una buona vita?». chiedevo ad un gruppo di bambini. Mentre molti collegavano la realizzazione dell’esistenza alla questione della felicità, un bambino di nove anni ha preso la parola e ha affermato: «I terroristi erano soddisfatti di aver ucciso delle persone, ma io non credo che sia giusto». Quando gli ho chiesto perché, mi ha risposto: «Perché va bene cercare di essere felici, ma bisogna anche rispettare gli altri».
PAROLA DI DIO: At 16,22-34; Sal 137; Gv 16,5-11
Vangelo Gv 16,5-11
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paraclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato». Parola del Signore
“È BENE PER VOI CHE IO ME NE VADA, PERCHÉ, SE NON ME NE VADO, NON VERRÀ A VOI IL PARACLITO; SE INVECE ME NE VADO, LO MANDERÒ A VOI”
Gesù è salito al cielo, la sua presenza fisica che è stata fonte della nostra salvezza era per Lui anche un limite : se oggi fosse in mezzo a noi fisicamente dovrebbe abitare in un luogo determinato, sottostare alle regole di un modo di vivere, non potrebbe arrivare a tutto e a tutti. Però ci ha anche promesso che sarà con noi fino alla fine dei tempi. Come? Attraverso il suo Spirito Consolatore, Colui che può arrivare a tutti ed a ciascuno, Colui che ci ricorda e rende vive le parole di Gesù, Colui che ci fa Chiesa, cioè ci rende presenza visibile e testimonianza di Gesù. Facciamo spazio allo Spirito, lasciamolo operare e ricordiamoci che Lui è l'Amore che intercorre tra il Padre e il Figlio, quello stesso Amore che intercorre tra Dio e noi.
MERCOLEDI’ 17 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Pasquale Baylon; S. Giulia Salzano
Una scheggia di preghiera:
SPIRITO SANTO DI DIO, SENZA DI TE NOI POSSIAMO NULLA.
HANNO DETTO: Il comportamento è uno specchio in cui ognuno rivela la propria immagine. (Johann Wolfgang Goethe)
SAGGEZZA POPOLARE: Denaro nascosto non fa guadagno.
UN ANEDDOTO: A volte, ad aver troppa stima di sé stessi si rischia di esagerare. Charles De Gaulle e la moglie se ne stavano nel loro salotto privato. Lui leggeva un libro e lei stava sferruzzando. «Dio! - esclamò la donna a un tratto - c'è un bel freddo qui!» Al che De Gaulle rispose: «Quando siamo soli, cara, puoi chiamarmi Charles.»
PAROLA DI DIO: At 17,15 .22-18,1; Sal 148; Gv 16,12-15
Vangelo Gv 16,12-15
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da sé stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». Parola del Signore
“TUTTO QUELLO CHE IL PADRE POSSIEDE È MIO; PER QUESTO HO DETTO CHE PRENDERÀ DA QUEL CHE È MIO E VE LO ANNUNCERÀ”.
Gesù sa che gli apostoli dovranno scontrarsi con il mistero della sua Passione e morte e questa sarà la grande prova per loro e anche per noi: come è difficile capire la sconfitta di Dio, la presunta vittoria del male allora come oggi sulla terra, come è difficile conciliare il Dio Onnipotente con il Dio impotente. C'è bisogno di Dio stesso per capire accettare e vivere questo mistero!
Maria stessa davanti all'annuncio di Simeone della spada che le trafiggerà l'anima, del figlio che dividerà gli uomini deve continuare a meditare nel suo cuore la cosa e ci vorrà proprio quello Spirito che ha incarnato in Lei il Figlio di Dio a illuminarla sul mistero di amore dello Sconfitto-Risorto che ci dà la sua vita per amore e che accettando la sconfitta, ci apre alla vittoria definitiva.
GIOVEDI’ 18 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni I; S. Felice
Una scheggia di preghiera:
DIO DELLA MIA GIOIA, IN TE CONFIDO.
HANNO DETTO: Si può essere stanchi di tutto, ma non di capire. (Virgilio)
SAGGEZZA POPOLARE: A mala sorte bisogna reagire da forte.
UN ANEDDOTO: Invitato una volta ad ascoltare un citaredo, Stramonio dopo l'audizione disse: «A lui il padre Zeus concesse una cosa, e una cosa negò.» Chiedendogli un tale quali fossero, rispose: «Di suonare male la cetra, gli concesse. Di cantare bene, gli negò.»
PAROLA DI DIO: At 18,1-8; Sal 97; Gv 16,16-20
Vangelo Gv 16,16-20
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire». Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia». Parola del Signore
“VOI SARETE AFFLITTI, MA LA VOSTRA AFFLIZIONE SI CAMBIERA’ IN GIOIA”.
Ecco descritto in breve da parte di Gesù il percorso della nostra vita. Siamo persone chiamate alla gioia e alla serenità che spesso si accorgono che nella vita c’è un prevalere immediato della fatica e della sofferenza ma persone che credendo a Gesù e alla sua Rivelazione sanno che lo sbocco definitivo sarà la gioia e la festa. Davanti alla croce di Gesù ci sono atteggiamenti diversi. C’è il dolore, intenso, compartecipe di sua Madre che vede il proprio Figlio e il Salvatore del mondo, morire. C’è l’ammirazione del centurione che lo porta all’atto di fede: “Costui è veramente il Figlio di Dio”. C’è il pianto accorato delle donne, il dolore pieno di rimorsi e di speranze deluse degli apostoli. E c’è il senso di vittoria degli scribi e dei farisei che finalmente pensano di essere riusciti a far fuori colui che dava tanto fastidio, e poi c’è l’indifferenza di tanti che passano, giudicano e non solo non si accorgono di un Dio in croce, ma neanche della sofferenza di un uomo. E oggi, non succede la stessa cosa? C’è tanta gente che vede nella croce il segno della salvezza e chi si beffa della croce, chi la croce vuole abolirla non solo dai tribunali, dalle scuole, dagli ospedali ma soprattutto dal cuore degli uomini.
Gesù e Maria ci ricordano che la sofferenza, non va vissuta come un’iniquità contro di noi o come noncuranza di Dio nei nostri confronti, ma quale intrinseco fardello da portare coraggiosamente. L’importante è sapere che ha un senso, che è una soglia da superare per entrare nella gioia piena e definitiva. Soprattutto e importante sapere che Cristo è sempre con noi: domani nella nostra gioia, anzi come causa della stessa, oggi come pellegrino e fratello che vive nella nostra stessa afflizione.
VENERDI’ 19 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Pietro Celestino; S. Crispino da Viterbo S. Ivo
Una scheggia di preghiera:
RINNOVA IN NOI, SIGNORE, LA SPERANZA IN TE.
HANNO DETTO: Un
uomo non impara a comprendere nessuna cosa a meno che non la ami.
(Goethe)
SAGGEZZA POPOLARE: I piccoli ruscelli fanno un gran fiume.
UN ANEDDOTO: Santa Teresa d'Avila dice: «Ricorda: il Signore invitò tutti noi, e dal momento che Egli è pura verità - non possiamo dubitare del suo invito. Egli disse: "Vengano a me tutti coloro che sono assetati, ed io gli darò da bere". Se l'invito non fosse stato per ciascuno di noi, il Signore avrebbe detto: "Vengano a me tutti quelli che lo desiderano, perché non avete niente da perdere. Ma darò da bere solo a coloro che sono preparati". Egli non impone condizioni. È sufficiente camminare e desiderare, e tutti riceveranno l'Acqua della Vita del Suo Amore».
PAROLA DI DIO: At 18,9-18; Sal 46; Gv 16, 20.23a
Vangelo Gv 16,20-23a
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia. La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore, ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla». Parola del Signore
“VOI PIANGERETE E VI RATTRISTERETE, MA IL MONDO SI RALLEGRERÀ”.
Davanti alla croce di Gesù ci sono atteggiamenti diversi. C’è il dolore, intenso, compartecipe di sua Madre che vede il proprio Figlio e il Salvatore del mondo, morire. C’è l’ammirazione del centurione che lo porta all’atto di fede: “Costui è veramente il Figlio di Dio”. C’è il pianto accorato delle donne, il dolore pieno di rimorsi e di speranze deluse degli apostoli. E c’è la gioia degli scribi e dei farisei che finalmente pensano di essere riusciti a far fuori colui che dava tanto fastidio, e poi c’è l’indifferenza di tanti che passano, giudicano e non solo non si accorgono di un Dio in croce, ma neanche della sofferenza di un uomo. E oggi, non succede la stessa cosa? C’è tanta gente che vede nella croce il segno della salvezza e chi si beffa della croce, chi la croce vuole abolirla non solo dai tribunali, dalle scuole, dagli ospedali ma soprattutto dal cuore degli uomini. Se, come dice il Signore, la croce di Gesù e le croci degli uomini ci rattristano, non sono però senza speranza, sono il passaggio alla risurrezione che non può che rallegrarci
SABATO 20 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Bernardino da Siena; S. Lidia;
Una scheggia di preghiera:
TUTTO PER MEZZO DEL SIGNORE NOSTRO GESU' CRISTO.
HANNO DETTO: L'uomo è maturo quando arriva a capire che c'è il mistero, cioè che tutto non si riduce a quello che lui vede e capisce. (Oreste Benzi)
SAGGEZZA POPOLARE: Quando l’albero soffre, i rami ne risentono.
UN ANEDDOTO: Un lupo, passando per un campo, trovò dell’orzo: non potendo cibarsene, lo lasciò lì e andò via. Imbattutosi in un cavallo, lo condusse nel campo e gli disse che, avendo trovato dell’orzo, non l’aveva mangiato, ma l’aveva conservato per lui, poiché ascoltava volentieri il rumore dei suoi denti. Allora il cavallo rispose: «Caro mio, se i lupi potessero cibarsi di orzo, tu non avresti mai preferito le orecchie al ventre». La favola dimostra che quelli che sono malvagi per natura, anche se ostentano una buona disposizione d’animo, non sono creduti. (Esopo)
PAROLA DI DIO: At 18,23-28; Sal 46; Gv 16,23b-28;
Vangelo Gv 16,23b-28
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sia uscito da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre». Parola del Signore
“SE CHIEDERETE QUALCHE COSA AL PADRE NEL NOME MIO, EGLI VE LA DARA’”
In questo mese di maggio guardiamo ancora a Maria. Come pregava Maria? Spesso Maria pregava con il silenzio. I silenzi di Maria nel Vangelo sono non vuote obbedienze o incapacità di parole ma sono il continuo cercare di comprendere e di conformarsi alla volontà di Dio. Quando è il momento però Maria, sa anche far traboccare la gioia dal suo cuore, ed ecco il Magnificat, una preghiera personale, ma presa dalla Sacra Scrittura che esprime la gioia e la riconoscenza profonda del suo cuore. Maria poi sa vedere e sa chiedere. È talmente profonda la sua intimità con Gesù che non ha bisogno che di fargli notare: “Non hanno più vino”, ed è talmente sicura di essere esaudita che nonostante le parole di Gesù dice ai servi: “Fate come Egli vi dirà”. Ci insegni dunque, nostra Madre a stare con Dio, a parlare con Dio, a fare la volontà di Dio e allora scopriremo con gioia che siamo sempre esauditi, anche quando ci sembra di non aver ottenuto, perché se Dio è davvero il mio Padre buono può darmi qualcosa che non sia per il mio bene?
DOMENICA 21 MAGGIO: ASCENSIONE ANNO A
Tra i santi ricordati oggi: Ss. Cristoforo Magallanes e c.
Una scheggia di preghiera:
RESTA CON NOI, SIGNORE, ALLELUIA.
HANNO DETTO: Chi non vuole altro che Dio, sta sempre contento in ogni cosa che accade (S. Alfonso)
SAGGEZZA POPOLARE: È meglio un ignorante umile che un sapiente superbo.
UN ANEDDOTO: Tanto, tanto tempo fa, in una terra lontana, viveva un fabbro di spade, conosciuto in tutto il mondo per la sua sublime capacità di forgiare il ferro e trasformarlo in spade eleganti e letali.
Un giorno, il racconto dell'incredibile abilità del fabbro di spade giunse a corte, ed il Re, affascinato da questa storia, volle incontrare quanto prima un suddito tanto dotato. I cavalieri del Re iniziarono a cercare il fabbro di spade in lungo ed in largo, setacciando l'intero regno, finché non lo trovarono in un piccolo villaggio vicino alle montagne. Di fronte all'invito del Re, il fabbro di spade non poté fare altro che accettare e, salutata la propria famiglia, seguì i cavalieri a corte. Durante il loro primo incontro, il Re fu subito affascinato dall'umiltà e dalla gentilezza del fabbro di spade e decise di ricambiarla con altrettanta cortesia. Dopo una breve chiacchierata, il Re fece al fabbro di spade la domanda che poneva a tutti i grandi maestri ed esperti della sua corte: "Fabbro di spade, dimmi, qual è il tuo segreto? Come riesci a forgiare spade tanto belle?" Il fabbro di spade, per nulla intimorito, rispose al proprio Re con reverenza, ma fermezza: "Sire, non esiste alcun segreto". Il Re sembrava perplesso, ma lasciò continuare il suo ospite. "Fin da quando ero bambino ho avuto l'opportunità di osservare, prima mio nonno e poi mio padre, lavorare il ferro." Come catturato dall'estasi dei ricordi il fabbro di spade continuò il suo racconto. "Ben presto mi innamorai di questa arte che forgia elementi tanto potenti della natura: il ferro, il fuoco e l'acqua. Vedere nascere spade così eleganti dal ferro grezzo non solo affascinò la mia mente, ma catturò anche il mio cuore. Fu allora che, ancora bambino, decisi che sarei diventato il più grande fabbro di spade del mondo." Il Re e tutta la corte continuarono ad ascoltare in silenzio l'umile artigiano. "Crescendo, lessi tutti i libri che furono scritti sull'arte della fabbricazione della spada ed imparai ogni tecnica sulla lavorazione del ferro. Non solo. Se un libro non conteneva la parola ‘spada', se una discussione non trattava della lavorazione del ferro, ed in generale, se un'attività non aveva nulla a che fare con le spade, semplicemente non sprecavo il mio tempo con essa. Credo che sia questo il segreto della mia eccellenza, Maestà."
PAROLA DI DIO: At 1,1-11; Sal 46; Ef 1,17-23; Mt 28,16-20
Vangelo Mt 28,16-20
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». Parola del Signore
“ED ECCO, IO SONO CON VOI TUTTI I GIORNI, FINO ALLA FINE DEL MONDO”
Ma Gesù ci lascia o resta? Gesù, da una parte può dire al Padre “Missione compiuta”, dall'altra vuol far crescere e responsabilizzare i discepoli, lascia la terra ma rimane con noi. Proviamo a leggere questo nella nostra vita quotidiana: se l'ascensione di Gesù sembra non darmi la possibilità di una comunicazione diretta con Lui mi dice che non stiamo camminando verso il vuoto, ma verso la vita eterna, mi parla di un posto che Lui è andato a prepararmi, mi dice anche che Lui si fida di me al punto di affidarmi il Regno per me e per i miei fratelli. E poi, d'altra parte, se non c'è più la presenza fisica temporale, c'è un altro tipo di presenza promessa: non ci lascia orfani, è presente con in suoi segni la sua parola, la Chiesa, i sacramenti, il suo Spirito, la sua continua incarnazione in ogni uomo e allora, anche per me la vita diventa un camminare con i piedi ben per terra ma con il cuore già in Lui nell'eternità.
LUNEDI’ 22 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Rita da Cascia; S. Giulia
Una scheggia di preghiera:
CRISTUS VINCIT, CRISTUS REGNAT, CRISTUS IMPERAT.
HANNO DETTO: Il solo frutto che gli uomini cavano dall’ignoranza è che possono essere superbi. (Algarotti Francesco)
SAGGEZZA POPOLARE: Il cane timido non ingrassa.
UN ANEDDOTO: Piano con le domande... Nel Paradiso terrestre, Adamo domanda a Dio: «Perché hai fatto Eva così bella?» «Perché attirasse la tua attenzione.» «Perché le hai dato un carattere così dolce?» «Perché tu l'amassi.» Adamo ci pensa un momento: «Allora perché l'hai fatta così stupida?»
«Perché amasse te!»
PAROLA DI DIO: At 19,1-8; Sal 67; Gv 16,29-33
Vangelo Gv 16,29-33
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio». Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo, ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avrete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!». Parola del Signore
“NEL MONDO AVETE TRIBOLAZIONI, MA ABBIATE CORAGGIO: IO HO VINTO IL MONDO!”.
Ci sono modi diversi di mettersi in relazione con Gesù e il suo Vangelo. Un primo modo è quello di pensare che, una volta abbracciata la fede, tutto diventi sicurezza, tutto abbia risposta. Non è così: la fede non esime dalle difficoltà, dai dubbi, dalle prove. Un altro modo è quello di vedere la fede solo come una conquista umana: tutto dipende da me, dalla mia volontà, dalle mie opere e si rischia di dimenticare che “senza dì Lui non possiamo niente”. Gesù, molto concretamente, ci mette davanti alla realtà: scegliere Lui, lasciarci illuminare dalla sua parola significa seguirlo. E la sua strada passa attraverso la croce, la prova, l’abbandono dei discepoli e l’apparente abbandono di Dio, ma porta anche alla risurrezione. Quindi, essere cristiani, significa essere odiati da quel mondo che non ha accettato il Cristo, significa incontrare il dubbio delle scelte, non è vivere fin d’ora nella visione beata, ma è camminare nella dura realtà quotidiana con l’unica certezza che è quella che Gesù ha già vinto il mondo e che in virtù di questa vittoria, noi, magari con mani e piedi spellati dal cammino della vita, lo vinceremo.
MARTEDI’ 23 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Desiderio; S. Giovanni B. de Rossi; S. Onorato
Una scheggia di preghiera:
GESU', TU MI PORTI CON TE AL PADRE.
HANNO DETTO: La lingua maldicente è indizio di mente malvagia. (Dante Alighieri)
SAGGEZZA POPOLARE: Costa più odiarci che volerci bene.
UN ANEDDOTO: A tirar sul prezzo. Nel Paradiso terrestre, Adamo dice a Dio: «Mi sento solo. Ho bisogno di qualcuno che mi faccia compagnia.» «Bene – risponde Dio. - Ti darò la donna perfetta. Bella, intelligente e simpatica, ti farà da mangiare, ti pulirà la casa e non ti dirà mai una parola ostile. «Sembra bello - dice Adamo. - Ma quanto mi costerà?» «Un braccio e una gamba» «Troppo caro.
Che cosa potrei avere per una costola?»
PAROLA DI DIO: At 20,17-27; Sal 67; Gv 17,1-11a
Vangelo Gv 17,1-11
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, disse: «Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse. Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi abbia mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te». Parola del Signore
“IO PREGO PER LORO; PER COLORO CHE TU MI HAI DATO, PERCHÉ SONO TUOI”.
Siamo nel cuore di Gesù, valiamo il suo sangue prezioso versato per noi; quindi, Gesù prega il Padre per noi. La Chiesa, consapevole di questo dono, ci fa terminare ogni preghiera liturgica con la frase “Per Cristo nostro Signore”. La Messa, poi, è la grande preghiera che ogni giorno Gesù fa per noi: ripresenta al Padre il suo sacrificio perché esso ci ottenga misericordia. È veramente bello sentire questa comunione di preghiera in quanto noi spesso balbettiamo, non sappiamo che cosa chiedere, Lui invece conosce quello che è bene per noi. Noi non sappiamo lodare, Lui è la lode perenne, noi offriamo le nostre miserie, Lui offre sé stesso, noi stentiamo ad esprimere il nostro grazie, Lui è il grazie perenne della nostra umanità a Dio.
MERCOLEDI’ 24 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: B.V. Maria Ausiliatrice; S. Vincenzo di Lérins; S. Servulo
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, AIUTACI A GUARDARE A CIO' CHE CI UNISCE E NON A CIO' CHE CI DIVIDE.
HANNO DETTO: Una cattiva idea è sempre meglio che nessuna idea. (Alfonso Allais)
SAGGEZZA POPOLARE: Guerra, malattia e carestia vanno sempre in compagnia.
UN ANEDDOTO: «La disuguaglianza si può vincere. Il mondo ricco può e deve eliminare la povertà»
Papa Francesco il 5 febbraio 2020 parla a banchieri, economisti e ministri delle Finanze riuniti in Vaticano dalla Pontificia accademia delle Scienze sociali a discutere di «Nuove forme di fraternità solidale, inclusione, integrazione e innovazione». Ma per fare questo «serve una nuova architettura finanziaria internazionale» che non continui a rimpinguare le tasche dei ricchi ma aiuti i poveri. Alla faccia di quel politico italiano che proclamava: «Eliminerò la povertà per decreto».
PAROLA DI DIO: At 20,28-38; Sal 67; Gv 17,11b-19
Vangelo Gv 17,11b-19
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, pregò dicendo: «Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quelli che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in sé stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità». Parola del Signore
“PADRE SANTO, CUSTODISCI NEL TUO NOME COLORO CHE MI HAI DATO, PERCHÈ SIANO UNA COSA SOLA, COME NOI”.
Gesù ha pregato per l’unità dei cristiani. Gesù ci ha presentato il modello e il fondamento di questa unità: Gesù, il Padre, lo Spirito sono una cosa sola, un unico Dio. I credenti in Gesù, talmente amati da Lui, avendo in Lui scoperto l’amore vero, dovrebbero essere una cosa sola, un corpo unico. Come mai, allora, ci sono tante divisioni nella Chiesa? Come mai, credenti nello stesso Cristo, in suo nome si fanno la guerra? come mai nelle nostre comunità cristiane non riusciamo ad andare d’accordo e ci dividiamo in gruppi a volte opposti?
La risposta è evidente: perché non abbiamo ancora fatto unità fino in fondo con Gesù. Se Gesù è morto per tutti e per ciascuno perché io penso che Gesù sia solo dalla mia parte? Se ho capito che il cristiano è uno che, come Gesù, è a servizio degli altri, perché la Chiesa è spesso ancora dominata dal potere, dalle diplomazie, dagli onori? Certo le differenze ci sono sia nei caratteri, sia nei doni ricevuti, sia nelle cause storiche, ma queste differenze non dovrebbero, anziché dividerci, concorrere a costruire il corpo di Cristo in una varietà e ricchezza di elementi?
Pensate: addirittura Maria, Madre di Cristo e madre della Chiesa è stata usata per creare delle divisioni tra cristiani quando proprio Lei vorrebbe che la famiglia dei suoi figli fosse un cuor solo e un’anima sola con Gesù. Maria non ci vuole tutti uguali, ma ci vuole tutti uniti e tutti simili a Gesù.
GIOVEDI’ 25 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Beda; S. Gregorio VII; Santa Maria M. de' Pazzi
Una scheggia di preghiera:
DONACI, SIGNORE, DI SPERIMENTARE LA VERA FRATELLANZA.
HANNO DETTO: Nella vita ci sono attimi, istanti, frazioni di secondo in cui un “no” può diventare un “sì”. Per anni ho aspettato che la mia vita cambiasse, invece ora so che era lei ad aspettare che cambiassi io. (Fabio Volo, le prime luci del mattino)
SAGGEZZA POPOLARE: Voler arrivare è aver già fatto metà strada.
UN ANEDDOTO: Il grande santo buddhista Nagarjuna andava in giro tutto nudo, con solo il perizoma e, paradossalmente, una ciotola dorata per raccogliere l’elemosina, dono del re che era suo discepolo. Una sera stava per mettersi a dormire, fra le rovine di un antico monastero, quando si accorse che un ladro lo stava spiando da dietro una colonna. "Tieni, prendila", disse Nagarjuna, porgendogli la ciotola. "Così non mi verrai a disturbare quando sarò addormentato". Il ladro arraffò la ciotola e fuggì via, per ritornare però il mattino seguente con la ciotola e una richiesta: "Quando ieri sera mi hai regalato questa ciotola con tanta generosità, mi hai fatto sentire molto povero. Insegnami come fai a procurarti la ricchezza che ti permette di avere questo sereno distacco dalle cose".
PAROLA DI DIO: At 22,30; 23,6-11; Sal 15; Gv 17,20-26
Vangelo Gv 17,20-26
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, disse: non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro». Parola del Signore
“NON PREGO SOLO PER QUESTI, MA ANCHE PER QUELLI CHE PER LA LORO PAROLA CREDERANNO IN ME; PERCHÈ TUTTI SIANO UNA COSA SOLA”.
Rileggendo questa preghiera è consolante per noi, lontani 20 secoli da Gesù1 sapere che Lui ha già pregato per noi, per la nostra fede, per la nostra santità e soprattutto per la nostra unità. Essere uniti è il grande desiderio di Gesù per noi se addirittura dà come misura dell’unità la comunione che c’è tra Lui e il Padre. L’unità, allora, non è solo un dono, una gioia, un progetto di vita straordinario che realizza la felicità di quanti ne sono coinvolti, ma è anche un compito, un dovere, perché il mondo creda. Gesù non prega per il mondo e tuttavia chiama il mondo alla fede. La testimonianza gioiosa e convinta da dare è quella dell’unità: uniti in comunione tra noi, così come lo sono il Padre e Gesù. Chiediamo allo Spirito di rendercene capaci.
VENERDI’ 26 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Filippo Neri; S. Lamberto di Vence
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, TU LO SAI CHE TI VOGLIO BENE.
HANNO DETTO: Ecco, tu dici, io canto. Tu canti, certo, lo sento che canti. Ma bada che la tua vita non abbia a testimoniare contro la tua voce. Canta con la voce, canta con il cuore, canta con la bocca, ma canta con la tua condotta santa. (S. Agostino)
SAGGEZZA POPOLARE: Quando c’è posto nel cuore c’è posto anche in casa.
UN ANEDDOTO: Un cavallo, superbo per i suoi ornamenti, s’imbatté in un asino, che, affaticato dai suoi mali, fu piuttosto lento a fargli strada. «A stento – disse – mi trattengo dal colpirti a calci». L’asino tacque e gemendo invocò gli dèi a testimoni. Il cavallo, correndo, si fece male e poco tempo dopo fu inviato nella fattoria; come l’asino lo vide carico di letame, lo irrise con queste parole: «E dunque, che è capitato? Non ti vantavi dei tuoi ornamenti? Ora ti sei ridotto alla miseria di cui avevi disprezzo».
Coloro che si trovano in condizioni felici e guardano con disprezzo qualcuno devono ricordare, nell’incertezza, che ignorano il loro futuro. (Esopo)
PAROLA DI DIO: At 25,13-21; Sal 102; Gv 21,15-19
Vangelo Gv 21,15-19
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, [quando si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi». Parola del Signore
“IN VERITÀ IO TI DICO: QUANDO ERI PIÙ GIOVANE TI VESTIVI DA SOLO E ANDAVI DOVE VOLEVI; MA QUANDO SARAI VECCHIO TENDERAI LE TUE MANI, E UN ALTRO TI VESTIRÀ E TI PORTERÀ DOVE TU NON VUOI”
Quante delle telefonate che ricevo dai miei cari “parrocchiani di carta” hanno questo tono: “Si ricorda quante sfacchinate abbiamo fatto quando eravamo in Terrasanta? e le gite in montagna? E quella volta che ci siamo persi e siamo arrivati al rifugio che stavano già per partire le squadre di soccorso?”. E io rincarare la dose: “E quando partivo nelle ferie con una tendina sulla schiena, magari per andare a fare a piedi il giro della Sicilia, o un pezzo della Spagna!”. E poi ecco la constatazione: “Oggi non arrivo neppur più alla parrocchia e meno male che ho ancora qualcuno che mi guarda, se no sarei al ricovero!” E io che aggiungo: “Non solo devo dir Messa in casa, ma abito al mare e pur essendo a trecento metri da casa è più di un anno che non lo vedo!!!”. In mezzo a questi rimpianti e magari anche a dei sensi colpa per non aver sempre usato bene dei doni che ci venivano fatti, ecco Gesù che, con dolcezza, ci rivolge la solita domanda:” Franco, Giuseppina, Maria Teresa, Giovanna, Paolo...mi ami tu?” Ed è proprio lì il senso di tutto. “Tu lo sai, Gesù, che sempre correndo o immobilizzato ho cercato di volerti bene. Ho sbagliato tante cose, non sempre ho avuto la tua sapienza nell'amministrare tempo e doni, ma lo sai che ti voglio bene” E allora Lui, in qualunque situazione ci troviamo ci abbraccia forte e ci dice ancora la sua fiducia.
SABATO 27 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Agostino di Canterbury; S. Restituto; S. Eutropio
Una scheggia di preghiera:
GRAZIE, SIGNORE, DELLE PERSONE E DELLE COSE BELLE CHE CONTINUI A DONARCI OGNI GIORNO.
HANNO DETTO: Il carattere di un uomo non sta nell'intelletto, bensì nel cuore. (Jacobi)
SAGGEZZA POPOLARE: Alzando gli occhi al cielo ti accorgerai di non essere il più alto.
UN ANEDDOTO: Poco dopo aver aperto il suo primo stabilimento, Thomas Edison notò che gli operai avevano l'abitudine di guardare di continuo l'unico orologio della fabbrica. Per Edison, lavoratore instancabile, questo era incomprensibile. Ma non disse nulla; fece collocare invece nello stabilimento decine di orologi nessuno dei quali segnava la stessa ora. D'allora in poi guardar l'orologio creava tale confusione che nessuno si curò più di che ora fosse.
PAROLA DI DIO: At 28,16-20.30-31; Sal 10; Gv 21,20-25
Vangelo Gv 21,20-25
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?». Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere. Parola del Signore
“VI SONO ANCORA MOLTE ALTRE COSE COMPIUTE DA GESU’ CHE SE FOSSERO SCRITTE NON BASTEREBBE IL MONDO A CONTENERE I LIBRI CHE SI DOVREBBERO SCRIVERE”.
La conclusione del Vangelo di Giovanni ci ricorda che noi non abbiamo tutte le parole e tutti i fatti della vita di Gesù. Quanto ci piacerebbe saperne di più… Eppure, sulla scorta di quanto ci è stato detto e sulla testimonianza della Chiesa che ce lo interpreta possiamo immaginarci con realtà anche cose che superano gli scritti evangelici. Ad esempio, spero di non scandalizzare nessuno, ma pensando a Maria in questo mese di maggio mi pare di poter dire che è stata una ragazza non solo profondamente innamorata di Dio, ma anche innamorata di Giuseppe. È colei che ha saputo con semplicità coniugare insieme amore divino e amore umano con altrettanta verità e intensità per entrambi. Ed è questo il vero senso della vita di cui ci ha parlato Gesù. Noi spesso crediamo che Dio sia venuto a privarci delle gioie della vita di questa terra per parlarci unicamente di paradiso. Gesù si è incarnato invece proprio per donarci di vivere bene e pienamente i doni di questa terra per arrivare con essi a Dio che ce li ha dati. Dio non è geloso dei nostri sentimenti. Dio gioisce quando ci vede veramente innamorati delle cose e delle persone. Volete che lui che è l’Amore non gioisca quando vede uno dei suoi figli innamorato? Certo spesso noi contrabbandiamo per amore solo ciò che magari è infatuazione, passione, desiderio di possesso, sessualità, esasperazione dei sentimenti, ma se siamo onesti, lo sappiamo che quello non è amore Maria insegnaci ad amare davvero. Facci capire che l’amore vero è sempre santo, perché le sue vampe partono sempre da quell’incendio di amore che è Dio. Aiutaci a capire che l’amore vero è uscire da sé stessi, è dare senza chiedere, è desiderare la felicità dell’altro, è saper gioire della gioia dell’altro e saper soffrire della sofferenza altrui. Maria, toglici di dosso, qualunque età abbiamo, la paura di essere ancora e sempre ogni giorno di più innamorati, della vita, della natura, delle persone e di Dio.
DOMENICA 28 MAGGIO: PENTECOSTE ANNO A
Tra i santi ricordati oggi: S. Germano
Una scheggia di preghiera:
VIENI SANTO SPIRITO, RIEMPI I CUORI DEI TUOI FEDELI, ACCENDI IL FUOCO DEL TUO AMOR.
HANNO DETTO: La cattiveria dei buoni è pericolosissima. (Giulio Andreotti)
SAGGEZZA POPOLARE: Sapere la verità può essere più doloroso che ignorarla.
UN ANEDDOTO: “Alla domanda 'perché si esercita otto ore al giorno?', il famoso chitarrista Andres Segovia rispose: 'Perché, se non lo faccio, il primo giorno me ne accorgo io, il secondo giorno se ne accorgono i critici e il terzo giorno se ne accorge anche lei'.”
PAROLA DI DIO: At 2,1-11; Sal 103; 1Cor 12,3b-7.12-13; Gv 20,19-23
Vangelo Gv 20,19-23
Dal vangelo secondo Giovanni
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Parola del Signore
“RICEVETE LO SPIRITO SANTO”
Lo Spirito Santo è il dono dei doni, primizia della risurrezione di Cristo. Gesù non ci lascia soli, ma ci dona il suo Spirito che effuso nei nostri cuori, diventa il motore propulsore della vita cristiana. Quante cose fa lo Spirito dentro di noi! È lui che ci conduce alla verità tutta intera, ci fa conoscere chi è veramente Dio. È lo Spirito che ci dà la comprensione più profonda di Cristo e ci illumina il senso delle sue parole. È lo Spirito che ci dà saggezza di Cristo, il suo modo di vedere la vita. È lo Spirito che ci rende presenti nel mondo secondo la vocazione che Dio ci ha dato. La sua presenza nascosta. ma non misteriosa, guida la nostra preghiera e ci unisce a Dio; costruisce la comunione fra le persone; ci aiuta a compiere ogni giorno la sua volontà. È lui che ci rende sempre più simili a colui che è il nostro unico e sommo bene!
LUNEDI’ 29 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: B.V. Maria Madre della Chiesa; S. Paolo VI
Una scheggia di preghiera:
MARIA, MADRE DI GESU' E MADRE NOSTRA.
HANNO DETTO: Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente. (Bertolt Brecht)
SAGGEZZA POPOLARE: Non lasciare che un piccolo litigio rompa una grande amicizia.
UN ANEDDOTO: Una volta Toscanini disse ad un trombettista: "Dio mi dice come far suonare la musica, ma in mezzo ci sei tu".
PAROLA DI DIO: Gen 3,9-15.20 opp. At 1,12-14; Sal 86; Gv 19,25-34
Vangelo Gv 19,25-34
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Cleope e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito. Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Parola del Signore
"STAVA AI PRESSI DELLA CROCE DI GESÙ, SUA MADRE”
A Cana Maria si era sentita dire: "Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora". Adesso che l'ora e arrivata, l'ora del dono totale, l'ora della "gloria" così diversa da come ci si sarebbe aspettati, lei è presente. Lei, modello di ogni credente, non può che ripercorrere l'itinerario del Figlio. Anzi, in questo caso sembra quasi che lo preceda. Come una madre che inghiotte per prima una medicina amara in modo da incoraggiare il bambino. La gente la osserva, si passa l'informazione: "E' la madre del condannato". Qualcuno certamente avrebbe voluto risparmiarle questa sofferenza atroce, questa umiliazione. Ma lei esce fuori dall'ombra proprio quando sarebbe comodo restarci. Maria sa farsi trovare ai piedi della croce. Noi invece non sempre sappiamo farci trovare lì. Noi siamo abilissimi a non farci trovare agli appuntamenti impegnativi: appuntamenti con la santità, la storia, la contemplazione, il dolore... Ci imboschiamo in un 'infinità di sentieri tortuosi, pur di non percorrere la strada della coerenza assoluta e della fedeltà totale alla nostra vocazione. "Come Maria anch'io voglio farmi trovare da te, o Signore, voglio essere al mio posto. Fa che non abbia più a deluderti troppo. E che non abbia mai a deludere le attese dei fratelli che ti cercano, che mi cercano...
MARTEDI’ 30 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanna d’Arco; S. Ferdinando III
Una scheggia di preghiera:
GESU' GRAZIE PERCHE' TUTTO È DONO E TU SEI DONO.
HANNO DETTO: È difficile farsi santi. Difficile ma non impossibile. La strada della perfezione è lunga, come è lunga la vita di ciascuno. La consolazione è il riposo, lungo il cammino; ma, appena ristorati, bisogna alzarsi solertemente e riprendere la corsa. (S. Pio da Pietrelcina)
SAGGEZZA POPOLARE: La catena non teme il fumo.
UN ANEDDOTO: Uno strano modo, ma che fa parte del pensiero di molti oggi, per vincere la povertà:
“Un giorno Vlad III, monarca crudele con uno strano senso di giustizia e conosciuto come il Conte
Dracula, avendo notato che poveri, storpi e mendicanti affollavano la sua città, gli invitò tutti a pranzo nel suo castello e dichiarò che nessuno dei suoi sudditi avrebbe dovuto più soffrire la fame. Gli ospiti bevevano e mangiavano senza preoccuparsi finché Dracula in persona non fece il suo ingresso e chiese ai commensali: ‘Desiderate altro? Vorreste essere sempre liberi dai problemi di questo mondo?’ ‘Si’ fu la risposta unanime della folla. Nessuno scampò alle fiamme che avvolsero la sala, e Dracula disse ai suoi nobili di aver risolto brillantemente i problemi della Valacchia sconfiggendo la povertà.”
PAROLA DI DIO: Sir 35,1-15; Sal 49; Mc 10,28-31
Vangelo Mc 10,28-31
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi». Parola del Signore
“ECCO, NOI ABBIAMO LASCIATO TUTTO E TI ABBIAMO SEGUITO”.
Pietro ha la mentalità del contabile e chiede a Gesù quale sia il premio riservato a coloro che hanno lasciato tutto per seguirlo. La mentalità del dare e avere non gli permette di vedere ciò che ha già: ha il Figlio di Dio che lo salva, che lo ha scelto, che gli dà degli incarichi e dei doni. Anche noi, dopo una ‘buona azione’, vorremmo avere subito un premio e quando tarda a venire ci lamentiamo e qualche volta ci scappa la frase “Ma, allora, vale la pena essere buoni?”
Facendo così vanifichiamo il bene fatto e ci impediamo di vedere il valore del bene in sé stesso. Gesù dice chiaramente che chi fa il bene è già premiato dal bene stesso; chi sceglie Gesù ha come premio e gioia Gesù stesso, e in Gesù trova anche il suo senso di eternità.
MERCOLEDI’ 31 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: Visitazione B.V. Maria; S. Silvio di Tolosa; S. Petronilla
Una scheggia di preghiera:
MARIA, PORTACI ANCORA GESU'
HANNO DETTO: Occhio per occhio... e il mondo diventa cieco. (Gandhi)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi t'accarezza più di quel che suole, o t'ha ingannato o ingannar ti vuole.
UN ANEDDOTO: Leonard Bernstein, il famoso direttore d'orchestra, fu intervistato una volta da un ammiratore: "Qual è lo strumento più difficile da suonare?" Bernstein rispose senza titubare: "Il secondo violino, io vedo sempre che ci sono primi violini, però incontrare qualcuno che suoni il secondo violino, o un secondo flauto, o la seconda tromba con lo stesso entusiasmo è un problema. E se nessuno suona il secondo strumento, non c'è armonia".
PAROLA DI DIO: Sof 3,14-17 opp. Rm 12,9-16b; Cant. Is 12.2-6; Lc 1,39-56
Vangelo Lc 1,39-56
Dal vangelo secondo Luca
In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. Parola del Signore.
“MARIA SI ALZÒ E ANDÒ IN FRETTA VERSO LA REGIONE MONTUOSA”.
Concludiamo il mese di maggio pensando alla visitazione di Maria a Santa Elisabetta e lasciamo che a guidare la nostra riflessione su questo mistero sia un padre della Chiesa, S. Ambrogio:
“L’angelo che annunziava il mistero volle garantirne la veridicità con una prova e annunziò alla Vergine Maria la maternità di una donna vecchia e sterile, per dimostrare così che a Dio è possibile tutto ciò che vuole. Appena Maria ebbe udito ciò si avviò in fretta verso la montagna, non perché fosse incredula della profezia o incerta dell’annunzio o dubitasse della prova, ma perché era lieta della promessa e desiderosa di compiere devotamente un servizio, con lo slancio che le veniva dall’intima gioia. E subito si fanno sentire i benefici della venuta di Maria e della presenza del Signore. Infatti “appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, esultò il bambino nel seno di lei, ed ella fu ricolma di Spirito Santo”. Si deve fare attenzione alla scelta delle singole parole e al loro significato. Elisabetta udì per prima la voce, ma Giovanni percepì per primo la grazia; essa udì secondo l’ordine della natura, egli esultò in virtù del mistero, essa sentì l’arrivo di Maria, egli del Signore, la donna l’arrivo della donna, il bambino l’arrivo del Bambino. Esse parlano delle grazie ricevute, essi nel seno delle loro madri realizzano la grazia e il mistero della misericordia a profitto delle madri stesse, e queste per un duplice miracolo profetizzano sotto l’ispirazione dei figli che portano. Del figlio si dice che esultò, della madre che fu ricolma di Spirito Santo. Non fu prima la madre ad essere ricolma dello Spirito, ma fu il figlio ripieno di Spirito Santo, a ricolmare anche la madre e disse: “Beata tu che hai creduto”. Ma beati anche voi che avete udito e creduto: ogni anima che crede concepisce e genera il Verbo di Dio e riconosce le sue opere. Sia in ciascuno l’anima di Maria per magnificare il Signore; sia in ciascuno lo spirito di Maria per esultare in Dio. Se c’è una sola madre di Cristo secondo la carne, secondo la fede, invece, Cristo è il frutto di tutti, poiché ogni anima riceve il Verbo di Dio. E allora ogni anima magnifichi il Signore come magnificò il Signore l’anima di Maria e il suo spirito esultò in Dio salvatore.”
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