Archivio

 

 

 

 

 

 

 

SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

http://digilander.libero.it/don_franco_web

a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

FEBBRAIO 2023

 

MERCOLEDI' 1° FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Severo; S. Raimondo; S. Brigida

Una scheggia di preghiera:

 

GESÙ', DI TE MI FIDO; A TE MI AFFIDO.

 

HANNO DETTO: La ricchezza si ammassa con pena, si conserva con inquietudine, e si perde con dolore. (San Bernardo)

SAGGEZZA POPOLARE: Dalla ferita esce sangue ma entra saggezza. (Proverbio dell'Angola)

UN ANEDDOTO: Un Monsignore diceva a Pio XI: “Per l'amministrazione affidatami, mi trovo davanti ad una difficoltà, a risolvere la quale non so come fare...” E il Papa, pronto, con tono severo: “Non sa come fare? Si fa come si deve!” Poi più bonario aggiunse: “Qualche volta troverà difficile a fare come si deve; allora... si fa come si può. Vero è che qualche volta ci si trova in imbarazzo anche a fare come si può: allora si fa come si vuole...”

PAROLA DI DIO: Eb 12,4-7.11-15; Sal 102; Mc 6,1-6

 

Vangelo Mc 6,1-6

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando. Parola del Signore

 

ED ERA PER LORO MOTIVO DI SCANDALO.”.

Solitudine e ostilità circondano Gesù mentre visita il suo villaggio, Nazaret. Divenuto ormai famoso per la sua parola e per i suoi atti, il Cristo si presenta ora anche a questo ambiente piccolo e gretto e subito lo spirito sciocco, borghese e invidioso esprime un giudizio banale sulle forme esteriori di quest'uomo. I nazaretani sentono le parole che egli pronunzia nella sinagoga ove tutto il villaggio è radunato per la celebrazione del sabato. Sono parole che stupiscono, sconvolgono, provocano come solo sa fare un vero profeta. Ma la reazione delle persone superficiali è sempre scontata: si fissa magari sui particolari dell'abbigliamento, sulle chiacchiere delle parentele, sulle piccinerie di paese. Anziché cogliere la straordinarietà della parola del Cristo, i nazaretani si ancorano all'ordinarietà della sua famiglia per “scandalizzarsi”. Le sue modeste origini di operaio, le figure tozze del suo clan, la stessa semplicità di Maria, una donna del villaggio, non possono che suscitare ironia e favorire il tentativo di smitizzare la figura di Gesù. Di fronte a questo muro di freddezza Gesù reagisce con due atteggiamenti. Il primo è profondamente umano: “Si meravigliava della loro incredulità”. E l'amara sorpresa di fronte al rifiuto preconcetto, è la delusione davanti al vuoto spirituale di chi cerca solo spettacolo, è lo sconcerto di fronte alla grettezza e alla cattiveria. Gesù denunzia ancora una volta la falsa religiosità che si rifiuta di riconoscere l'intervento di Dio all'interno di un evento o di una persona che risultano quotidiani. La seconda reazione di Gesù è espressa dal fatto che Egli non può operare miracoli. I doni che Gesù è venuto a portare non possono essere ricevuti perché non è accettato il donatore. Anche a noi può succedere la stessa cosa, noi rischiamo di non saper più comprendere la presenza di Cristo nella nostra quotidianità, rischiamo di non accogliere il suo messaggio perché pensiamo già di conoscerlo troppo bene e di avere la chiave della religiosità e del cuore di Dio. Per cogliere il mistero della persona di Gesù, bisogna aprirsi al Gesù reale e non ridurlo al ritratto che ci eravamo fatti di lui. La potenza di Gesù è legata e la sua parola è resa inefficace, quando non incontra un ascolto attento, una disponibilità alla fede. Gesù ancora oggi vuol colmarci dei suoi doni, ma noi sappiamo accogliere il Donatore?

 

 

GIOVEDI' 2 FEBBRAIO: PRESENTAZIONE DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi: S. Caterina de’ Ricci

Una scheggia di preghiera:

 

IL SIGNORE È LA LUCE CHE VINCE LA NOTTE: GLORIA, GLORIA, CANTIAMO AL SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Circa l’amore del prossimo, preferisco essere calorifero che frigorifero. (Papa S. Giovanni XXIII)

SAGGEZZA POPOLARE: L’abbondanza divide il villaggio più delle privazioni. (Proverbio del Sudan)

UN ANEDDOTO: A Venezia, una sera Aristide Gabelli e un suo amico discutevano di giustizia sociale quando passò una gondola in cui sedeva un signore distinto che fumava beatamente. L'amico colse al volo l'occasione per dimostrare praticamente la sua tesi: “Che giustizia è questa? Due uomini fan da bestia perché un signore riposi!” Il celebre pedagogista rispose: Quel signore, io lo conosco: è un famoso suonatore di violino. Se cambiamo gli strumenti per amore di uguaglianza metteremo il remo nelle mani del violinista e il violino nelle mani dei gondolieri. In questo caso non so quanto guadagnerebbero quei poveri barcaioli e la società”.

PAROLA DI DIO: Ml 3,1-4 opp. Eb 2,14-18; Sal 23; Lc 2,22-40

 

Vangelo Lc 2,22-40 (forma breve: Lc 2,22-32)

Dal vangelo secondo Luca

(Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».) Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione e anche a te una spada trafiggerà l’anima, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazareth. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. Parola del Signore

 

“I MIEI OCCHI HANNO VISTO LA TUA SALVEZZA… LUCE PER RIVELARTI ALLE GENTI E GLORIA DEL TUO POPOLO ISRAELE”.

L’uomo da sempre ha bisogno di luce. Senza il sole non ci sarebbe vita. La luce riscalda, illumina, guida… La luce caccia le tenebre, difende dalle paure…Oggi, festa della ‘candelora’ o della luce noi andiamo ad accendere (come nella notte di Pasqua) le nostre candele da Gesù “luce di ogni uomo”. L’uomo è un mistero di grandezza e di piccolezza, racchiude in sé tutti i misteri dell’universo ma non riesce a spiegarseli. Crede con la sua scienza di aver raggiunto conoscenze impensate e poi basta un piccolo microbo ad ucciderlo. Anche il cuore dell’uomo è un abisso: può arrivare ad amare nella totale dedizione e può albergare sentimenti di odio e di vendetta capaci di distruggere l’universo… Abbiamo bisogno di luce! E non ci sono sufficienti le piccole luci fatue che pensatori e filosofi spesso in contraddizione fra di loro ed anche con sé stessi cercano di accendere per spiegarci il senso della vita, della morte, di noi stessi; non sono neanche sufficienti le cose del mondo che pur soddisfacendo in un momento, poi passano; e non bastano neanche gli affetti di cui abbiamo pur estremamente bisogno per colmare ogni sete ed ogni desiderio di risposta al nostro essere. Solo Dio può colmare l’uomo sua creatura. E Dio è fedele. Dio viene. Dio trova il modo di comunicare con noi. Dio si è fatto piccolo perché il piccolo possa accoglierlo. Dio si è fatto Luce, non luce smagliante che abbaglia e spesso acceca ma luce piccola e costante che si può tenere in mano e portare nel tessuto della nostra vita. Gesù uomo-Dio è davvero la luce sulla nostra misura, la risposta alle nostre domande, la forza per il nostro cammino. In questa festa il vecchio e il nuovo si incontrano e si integrano. Simeone è un vecchio che diventa giovane e luminoso offrendo Gesù al Padre. Noi offrendo Gesù al Padre nella Messa ripetiamo questo gesto, rendiamo a Dio la luce che ci ha mandato e che, se vogliamo, anche oggi può illuminare la nostra giornata.

 

 

VENERDI' 3 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Biagio; Ss. Simeone e Anna

Una scheggia di preghiera:

 

IL TUO SPIRITO, O SIGNORE, MI AIUTI A FARTI POSTO NELLA MIA VITA.

 

HANNO DETTO: Chi rinuncia al proprio giudizio, troverà presto la pace completa. (Santa Teresa d'Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: Una testa sola non contiene la sapienza. (Proverbio del Congo)

UN ANEDDOTO: Qualcuno disse a Vels Quarni: - In un certo posto c'è un uomo che da più di trent'anni ha scavato una tomba nella quale ha deposto un lenzuolo e che se ne sta seduto in lacrime giorno e notte davanti a quel sepolcro. Vels Quarni andò alla ricerca di quell'uomo sino a che non lo trovò. Vide che il suo volto era pallido e i suoi occhi scavati. Gli gridò allora: - O uomo! Sono trent'anni che questa tomba e questo lenzuolo ti tengono lontano dall'Altissimo. Te ne stai qui, con gli occhi fissi sulla tomba e il lenzuolo, come davanti a un idolo. Le parole di Quarni impressionarono profondamente l'uomo, che emise un grande sospiro e morì. Se dunque la tomba e il lenzuolo sono un velo tra noi e Dio, quanto più lo saranno gli altri beni terreni? (Farid-Ud-Din Attar, Il memoriale dei santi)

PAROLA DI DIO: Eb 13,1-8; Sal 26; Mc 6,14-29

 

Vangelo Mc 6,14-29

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi». Altri invece dicevano: «È Elia». Altri ancora dicevano: «È un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!». Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodiade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni, infatti, diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodiade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodiade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro. Parola del Signore

 

IL RE ERODE SENTÌ PARLARE DI GESÙ, PERCHÉ IL SUO NOME ERA DIVENTATO FAMOSO.”

Il re Erode oltre che essere fatuo, superstizioso, pauroso, incostante, ubriacone...è anche curioso. Ma se la curiosità può essere motivo di ricerca, di nuove conoscenze per lui come per molte persone è solo motivo di ricerca di apparenze, esteriorità, motivo per nuove chiacchere da salotto: non porta da nessuna parte: Erode non incontra né Giovanni, né Gesù, perché non sa incontrare. Mi diceva una giovane donna con ironia sferzante: “Io vorrei incontrare Gesù, ma lui non viene”. Preso dal nervoso, con poca carità le risposi: “Anche se viene sei talmente piena di te stessa che per lui non c'è posto!” E aldilà della polemica reputo che questo sia vero per ciascuno di noi: quando un vaso è pieno non ci sta più niente. Ma il nostro “pieno” vale la pena per farci perdere Gesù?

 

 

SABATO 4 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Eutichio; S. Nicola Studita; S. Gilberto

Una scheggia di preghiera:

 

STARE CON TE, PER ANDARE CON TE.

 

HANNO DETTO: Non ci si riprende da una caduta, quando ci si trova in un terreno scivoloso. (San Bernardo)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi non perdona gli altri, distrugge il ponte nel punto in cui anche lui deve passare. (Proverbio dell'Etiopia)

UN ANEDDOTO: Malik era un uomo di fede, molto devoto a Dio. Anche Mohammed era un uomo di fede, molto devoto a Dio. Entrambi morirono. Un tale loro amico sognò di vedere Malik e Mohammed andare in paradiso, e Mohammed esservi ammesso prima del suo compagno. Gridò stupefatto perché pensava che entrambi avessero diritto a superare le porte del paradiso insieme. - È vero - fu la risposta dell'Altissimo - ma Malik possedeva due camicie, mentre Mohammed una sola. Questa è la ragione per cui Mohammed è preferito. (Tradizione islamica)

PAROLA DI DIO: Eb 13,15-17.20-21; Sal 22; Mc 6,30-34

 

Vangelo Mc 6,30-34

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Parola del Signore

 

"VENITE IN DISPARTE, VOI SOLI, IN UN LUOGO DESERTO, E RIPOSATEVI UN PO' ".

Mi piace molto l'umanità e il realismo di Gesù che invita gli apostoli di ritorno dalla missione e oberati dalla folla, a riposarsi. Mi hanno sempre fatto paura quei predicatori, quei moralisti, o quei cristiani che esagerano anche nel bene: quelli che, come dice un proverbio, "sono più papisti del Papa". Gesù chiede tutto, è vero; essere cristiani non significa starsene in pantofole ma non rispettare i ritmi e i bisogni della nostra umanità porta spesso a perdere il limite e non c’è peggior male che la fissazione religiosa. È bello invece sapersi riposare con il Signore: non significa dimenticarsi dei propri doveri, del prossimo, della preghiera, ma viverla con serenità, con fiducia, significa ritemprarsi le forze in Lui per lasciare più spazio a Lui e meno a noi. Seguire il Signore, amarlo e servirlo, non è far diventare tutto problema, lambiccandosi il cervello, fare mille riunioni, vedere solo e sempre tutto ciò che "bisogna fare" ma significa rifugiarsi in Lui, e in Lui trovare la pace profonda che poi, con serenità, permette di testimoniarlo.

 

 

DOMENICA 5 FEBBRAIO: 5^ DOMENICA T.O. ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: S. Agata; S. Saba

Una scheggia di preghiera:

 

FA' DI NOI, SIGNORE, TESTIMONI ENTUSIASTI E VERITIERI.

 

HANNO DETTO: Le cadute passate, debbono umiliarci, ma non farci perdere il coraggio. (San Francesco di Sales)

SAGGEZZA POPOLARE: La madre non si ammala nel togliere il muco dal naso del suo bambino. (Proverbio Kikuiu)

UN ANEDDOTO: Un povero si credeva l'uomo più povero della terra. Un giorno, incontrando un altro miserabile come lui, gli disse: - Credevo di essere il più povero, ed ecco che incontro te che non hai neanche il cappello! L'altro ribatté: - Amico, ricordati: ogni povero, sulla sua strada, incontrerà sempre qualcuno più povero di lui! È questa l'unica sua consolazione, perché potrà sempre donare qualcosa!

Allora quello si tolse il cappello e glielo donò. Strada facendo incontrò un altro povero, il quale non aveva neanche la giacca. Allora lui se la sfilò e gliela porse. Continuando il suo cammino, passo dopo passo, continuava a privarsi di qualche sua povera cosa. Gli restavano solo più le scarpe e lui era contento perché così poteva continuare a camminare. E quando, alla fine, arrivò in paradiso, si accorse di essere nudo. (Silvia Guglielminetti)

PAROLA DI DIO: Is 58,7-10; Sal 111; 1Cor 2,1-5; Mt 5,13-16

 

Vangelo Mt 5,13-16

Dal vangelo secondo Matteo 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli». Parola del Signore

 

“COSÌ RISPLENDA LA VOSTRA LUCE DAVANTI AGLI UOMINI PERCHÈ VEDANO LE VOSTRE OPERE BUONE E RENDANO GLORIA A VOSTRO PADRE CHE È NEI CIELI”.

All’epoca di Gesù non c’era la luce elettrica, quindi, quando Gesù usa l’esempio della luce, o fa riferimento ad un evento naturale, la luce del sole, o pensa alle lucerne, alle candele. Una lucerna la si accende per avere luce. Essa per dare questa luce deve avere del materiale combustibile. Nel dare luce consuma questo materiale e questo produce anche calore. La lucerna, la candela nell’ardere illuminano anche se stesse. La testimonianza cristiana dovrebbe essere così: avere materiale da ardere. E questo può esserci: Gesù, con il dono di sé stesso, la sua parola, i sacramenti ce ne offre in abbondanza. Ma bisogna accenderlo questo materiale, e qui può solo essere il cuore del credente a fare da esca al fuoco dello Spirito, allora si dà luce e calore, e le due cose non possono essere separate. C’è anche un prezzo da pagare: essere luce significa anche consumarsi. Ma c’è anche un premio: mentre dai luce agli altri ti illumini anche tu.

 

 

LUNEDI’ 6 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Paolo Miki e c.; S. Guarino; S. Alfonso M. Fusco

Una scheggia di preghiera:

 

GUARISCICI, SIGNORE, DA OGNI MALE E DAL MALIGNO.

 

HANNO DETTO: Il nostro corpo ha questo di brutto, che più si vede accontentato, più si mostra esigente. (Santa Teresa d'Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: Dove si scivola, scivolano pure le persone in gamba. (Proverbio Kikuiu)

UN ANEDDOTO: L'aquila e lo scricciolo stavano verificando chi dei due potesse volare più alto. Il vincitore sarebbe divenuto re degli uccelli. Lo scricciolo partì per primo, dritto verso il cielo. Ma l'aquila lo raggiunse, librandosi agevolmente in grandi cerchi nell'aria. Lo scricciolo era stanco, così, appena l’aquila passò, zitto zitto si sistemò sull’ampio dorso dell’aquila. Alla fine, l’aquila cominciò a stancarsi.
«Ma dove sei, scricciolo?», gridò. «Sono qui», rispose lo scricciolo, «solo un po’ più in alto di te». Fu così che lo scricciolo vinse la gara. (Fiaba celtica)

PAROLA DI DIO: Gen 1,1-19; Sal 103; Mc 6,53-56

 

Vangelo Mc 6,53-56

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono. Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse. E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati. Parola del Signore

 

E LO SUPPLICAVANO DI POTER TOCCARE ALMENO IL LEMBO DEL SUO MANTELLO, E QUANTI LO TOCCAVANO VENIVANO SALVATI.”

Da sempre l’uomo ha bisogno di segni per sentire la presenza del Signore.

Così succede agli Ebrei, che hanno bisogno del segno dell’arca dell’Alleanza per avere il Signore in mezzo a loro, così succede ai malati che vogliono toccare almeno il mantello di Gesù. Anche oggi, pur sapendo che Dio è più grande dei nostri templi o che non può essere costretto nelle forme della nostra religiosità, noi abbiamo bisogno di vedere, di toccare, di avere luoghi e segni di riferimento. E Gesù, sapendo questo nostro bisogno concreto, pur invitandoci a adorare Dio in Spirito e Verità, proprio nella logica della sua incarnazione ci ha lasciato molti segni della sua presenza dove noi lo possiamo “toccare”, fare esperienza di Lui: le chiese, i sacramenti, le persone. Se vuoi, Dio lo puoi toccare: “Questo è il mio corpo”, “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro”, “Avevo fame e mi hai dato da mangiare” ... E se hai fede, ogni volta che “tocchi” il Signore puoi veramente essere guarito!

 

 

MARTEDI’ 7 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Riccardo; S. Partenio; B. Pio IX

Una scheggia di preghiera:

 

CAMBIA, SIGNORE, IL CUORE DI PIETRA IN UN CUORE DAVVVERO CAPACE D'AMARE.

 

HANNO DETTO: Un’anima infiammata d’amore, non sa rimanere inattiva. (Santa Teresina del Bambin Gesù)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi non viaggia, dice che solo sua madre cucina bene. (Proverbio del Kenya)

UN ANEDDOTO: “Dalla 'Divina Commedia' Dante Alighieri non ricavò una lira; sua figlia Antonia, priva di dote, finì nel Convento delle Olivetane a Ravenna e divenne monaca con il nome di Sorella Beatrice. Al contrario, i copisti della sua opera fecero buoni affari e Francesco Nardi da Barberino, trascrivendo un centinaio di copie del poema, accumulò quanto bastava per sposare decorosamente le figlie.”

PAROLA DI DIO: Gen 1,20-2,4a; Sal 8; Mc 7,1-13

 

Vangelo Mc 7,1-13

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè, infatti, disse: “Onora tuo padre e tua madre”, e: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte». Parola del Signore

 

“SIETE VERAMENTE ABILI NELL’RIFIUTARE IL COMANDAMENTO DI DIO, PER OSSERVARE LA VOSTRA TRADIZIONE”.

È questo un rimprovero che Gesù fa all’ipocrisia dei farisei, ma anche a tutte le forme della nostra ipocrisia, specialmente quella religiosa. Ad esempio, alcuni cristiani non si sentono a posto se alla fine della giornata non hanno detto un certo numero di preghiere; ma ci si sente altrettanto fuori posto se non abbiamo sopportato una persona che ci ha infastidito? Ad esempio, un certo tipo di chiesa sdottoreggia e sanziona comportamenti di vita familiare ma poi convive bellamente con mentalità mondane di interesse e qualche volta le giustifica con la scusa che possono servire per “un bene maggiore”. L’ipocrisia è sempre la stessa: quella del fariseo, come quella del pio, come quella del cardinalone vestito di rosso, o quella del moralista (sempre basata sul giudizio e sulla pelle degli altri). Ma ricordiamoci tutti, io per primo, possiamo anche impaludarci di giustizia, di moralismo, di perbenismo... davanti a Dio siamo sempre nudi: Egli “ci scruta e ci conosce; mi conosce quando mi seggo e quando mi alzo”.

 

 

MERCOLEDI' 8 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Girolamo Emiliani; S. Giuseppina Bakhita

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', AIUTACI A VINCERE IL MALE CHE È IN NOI.

 

HANNO DETTO: Tutti i vizi sono conditi dalla superbia, sì come le virtù sono condite e ricevono vita dalla carità. (Santa Caterina da Siena)

SAGGEZZA POPOLARE: A chi è sazio, il miele sembra amaro.

UN ANEDDOTO: L'imperatore Massimiliano I di Asburgo era molto tollerante in fatto di religione, virtù questa assai rara ai suoi tempi. A chi voleva aizzarlo a menar stragi degli eretici diceva: “Non è certo versando il sangue che si onora il Padre comune di tutti gli uomini”.

PAROLA DI DIO: Gen 2,4b-9.15-17; Sal 103; Mc 7,14-23

 

Vangelo Mc 7,14-23

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro, infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo». Parola del Signore

 

"CIÒ CHE ESCE DALL’UOMO È QUELLO CHE RENDE IMPURO L’UOMO".

La storia dei nostri peccati ce lo insegna: quando abbiamo fatto il male tutto è nato dentro di noi. Peccato non è semplice negligenza o dimenticanza o inosservanza, peccato è voler qualcosa perché il nostro desiderio è assecondato dal nostro cuore. "lo ho molte distrazioni!" "Mi piace guardare una bella donna!" "A quella persona che è prepotente mi vien voglia di rispondere per le rime” Questo non è peccato: è normale vedere il bello, aver la testa che non segue per filo e per segno una preghiera, provare desiderio di ripagare un sopruso. Ma quando il mio cuore accetta e persegue un desiderio non buono, quando per sentirmi buono prego solo con le labbra, quando studio e perseguo il modo migliore per vendicarmi è il mio cuore che vuole il male. Non dobbiamo vedere il peccato ovunque ma cerchiamone le radici nell'intimo di noi stessi e chiediamo aiuto al Signore per estirparle.

 

 

GIOVEDI' 9 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Apollonia; S. Sabino

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, ANCHE I CAGNOLINI SOTTO LA TAVOLA MANGIANO LE BRICIOLE DEI FIGLI.

 

HANNO DETTO: Una delle cose che produce più dolore ai bisognosi e agli ammalati è la sensazione di sentirsi rifiutati e abbandonati da tutti. (Madre Teresa di Calcutta)

SAGGEZZA POPOLARE: Ogni botte dà il vino che ha.

UN ANEDDOTO: Una cornacchia, che offriva sacrifici ad Atena, invitò un cane al convito. Allora il cane le disse: «Perché sprechi i tuoi beni in sacrifici inutili? La dea, infatti, ti disprezza al punto che ha sottratto ogni credibilità ai tuoi presagi». Allora la cornacchia rispose: «Proprio per questo sacrifico alla dea: so che lei mi è ostile e voglio che si riconcili con me». Così, per paura, molti non si trattengono dal beneficare i loro nemici. (Esopo)

PAROLA DI DIO: Gen 2,18-25; Sal 127; Mc 7,24-30

 

Vangelo Mc 7,24-30

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va: il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato. Parola del Signore

 

“NON È BENE PRENDER, IL PANE DEI FIGLI PER GETTARLO AI CAGNOLINI”.

Una frase dura, quella di Gesù, nei confronti di questa donna straniera che gli chiede la guarigione di sua figlia. Ma penso siano parole di Gesù che servono ad affermare la fedeltà di Dio all’Alleanza, e parole che inducono la donna a manifestare la propria fede. Nonostante i tanti rifiuti, Dio è fedele alla alleanza con il popolo di Israele: la salvezza è prima di tutto per loro, ma ormai nel nuovo regno tutti possono ricevere la redenzione e la salvezza. La donna lo ha capito e insiste manifestando la sua fiducia incondizionata: sa di non aver meriti particolari ma sa di poter contare sul cuore di Gesù che accoglie tutti. E Gesù allora non dà solo le briciole ma il Pane vivo della misericordia che è preparato per tutti coloro che sanno di averne bisogno e lo chiedono con umiltà.

 

 

VENERDI' 10 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Scolastica; S. Silvano

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', CHE IO TI SENTA; CHE IO TI ANNUNCI.

 

HANNO DETTO: Più che il potere di fare miracoli, il Signore ci comunica quello di perdonare, che è il più grande dei miracoli. (Don Primo Mazzolari)

SAGGEZZA POPOLARE: L’invito d’oste non è mai senza costo.

UN ANEDDOTO: Una grande nuvola, candida e morbida, non voleva assolutamente cedere l'acqua che portava nel suo grembo. - Se faccio piovere - pensava - che cosa ne sarà di me? Avara ed egoista, sorvolava impietosa la terra in bramosa attesa della sua pioggia. Gli alberi innalzavano i rami verso di lei, e l'erba implorava: - Scendi sopra di noi! Dissetaci! Ma la nuvola non ascoltava, tirava dritto, altezzosa, risospinta dal vento. Un giorno, però, il suo cuore divenne così freddo e duro che tutta la nuvola pian piano si raggelò. La soffice coltre leggera e vaporosa divenne un duro e pesante vestito di schegge gelate che si spezzò in mille frantumi di ghiaccio. Anziché dolce pioggia, portò dura grandine che cadde come sferzate di sassi sulla povera terra. (Elena Bono)

PAROLA DI DIO: Gen 3,1-8; Sal 31; Mc 7,31-37

 

Vangelo Mc 7,31-37

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decapoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!». Parola del Signore

 

“HA FATTO BENE OGNI COSA; FA UDIRE I SORDI E FA PARLARE I MUTI”

Il Vangelo è pieno di ciechi che vedono, di sordi che odono, di muti che parlano, e questo non sta solo ad indicare la predilezione di Gesù per questi malati, sta ad indicare quello che Gesù è venuto a fare e vuole dare proprio a noi. Siamo un po’ tutti sordomuti: sordi ai richiami di Dio e della coscienza, sordi alla sua parola, muti non perché non parliamo (parliamo anche troppo e spesso a vanvera) ma perché non testimoniamo la sua salvezza. Gesù può toccare le nostre orecchie e soprattutto il cuore, può anche renderci suoi testimoni. Ci credi ancora che il Signore, nonostante tutto può liberarti? Ma lo desideri proprio?

Se crediamo che il nostro cuore può udire e sentiamo l’urgenza di proclamare le opere del Vangelo, è segno che Gesù, proprio ora, sta operando il miracolo.

 

 

SABATO 11 FEBBRAIO: B.V. MARIA DI LOURDES

Tra i santi ricordati oggi: S. Sotére; S. Pasquale I

Una scheggia di preghiera:

 

MARIA IMMACOLATA, CONSOLATRICE DEGLI AFFLITTI, PREGA PER NOI

 

HANNO DETTO: Dare la pace ai morti è impegno di Dio. Fare la pace con i vivi è impegno nostro. (Don Primo Mazzolari)

SAGGEZZA POPOLARE: L’affetto nutre, l’odio consuma.

UN ANEDDOTO: La carovana era passata da qualche giorno e sulla pista aveva lasciato solo impronte e sterco di animali. A centinaia arrivarono gli scarabei e subito, come tante solerti massaie, si misero a preparare, con cura scrupolosa, le loro riserve di cibo. Ognuno prelevava dello sterco dal suolo e, con scioltezza, lo appallottolava in minuscole palline; poi col suo fardello, si allontanava lungo le dune per nascondere la preziosa provvista in una fossetta scavata nella sabbia. Già tutti si erano ormai incamminati. Soltanto uno scarabeo indugiava a impastare la sua pallottolina: se la girava e rigirava con le zampette rapide mentre questa andava sempre più ingrossandosi. - Chissà se e quando passerà di nuovo l'uomo con le sue bestie! - si diceva. - Devo assolutamente farmi una provvista straordinaria.

E con avidità aggiungeva sterco a sterco. Adesso la sua pallina era grande quasi come un uovo d'uccello. Provò allora a spostarla, ma non ci riuscì. Prese quindi la rincorsa e finalmente la smosse. Con le sue zampette appiattite e leggermente dilatate, lo scarabeo avanzava con enorme fatica spingendo avanti la sua palla di sterco. Il sole batteva implacabile sulle dune e il povero insetto continuava imperterrito il suo cammino, sprofondando nella sabbia. Un passetto dopo l'altro, sfinito, spingeva quel prezioso carico che pesava come un macigno. Presto sarebbe arrivato a destinazione. C'era solo più 'da superare un monticello di sabbia. Raccolse allora tutte le sue forze e, aiutandosi anche con le zampette posteriori, diede un ultimo strappo. Fu in quel preciso momento che la pallottola, troppo grossa per lui, gli sfuggì dalla presa e cominciò a rotolare, e quando si fermò decine e decine di metri più in basso, era completamente sgretolata. - La cupidigia rompe il sacco! - lo canzonò maliziosamente un vecchio pastore beduino che aveva assistito divertito a quella patetica impresa. E allo scarabeo non restò che sprofondare nella sabbia. (Silvia Guglielminetti)

PAROLA DI DIO: Gen 3,9-24; Sal 89; Mc 8,1-10

 

Vangelo Mc 8,1-10

Dal vangelo secondo Marco

In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino, e alcuni di loro sono venuti da lontano». Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette». Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò. Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà. Parola del Signore

 

“QUANTI PANI AVETE?” — GLI DISSERO: “SETTE”.

Ci sono molti racconti, nella vita dei santi, che ci parlano della Provvidenza di Dio (pensate anche solo al Cottolengo). Ma pur essendo tutt’altro che santi è capitato tante volte anche nella nostra comunità di essere arrivati ai famosi “sette pani” davanti alla fila di una cinquantina di poveracci che chiedono.

Cosa fare? Tenere i “sette pani” per domani? e poi scoprire che mentre stai dando via le ultime scatolette, arriva un signore con due borsate di ogni ben di Dio per loro.

Non importa se i pani sono solo più sette o se il magazzino è ancora sufficiente per tutti. Importa imparare a donare quello che si ha. Importa imparare a donare anche la propria povertà. Ricordo di aver dato una sera le ultime due scatolette ad un barbone. Mentre stavamo salutandoci ne è arrivato un altro. Per lui non c’era più niente. Senza che io dicessi niente, il primo (un “ubriacone”) prese una delle sue due scatolette e la diede all’altro.

 

 

DOMENICA 12 FEBBRAIO: 6^ DOMENICA T.O. ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Martiri di Abitene

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, NON SONO SCHIAVO MA LIBERO.

 

HANNO DETTO: Il peccato più grave è quello di pensare che ci sia un peccato più grande della misericordia di Dio. (Don Primo Mazzolari)

SAGGEZZA POPOLARE: L’ambizione e la vendetta hanno sempre fame.

UN ANEDDOTO: Domandarono un giorno a Talete quale era secondo lui la cosa più rara a questo mondo. “Un tiranno vecchio”, rispose Talete.

PAROLA DI DIO: Sir 15,16-21; Sal 118; 1Cor 2,6-10; Mt 5,17-37

 

Vangelo Mt 5,17-37

Dal vangelo secondo Matteo

[In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:] «Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà dalla legge neppure uno iota o un segno, senza che tutto sia compiuto. Chi, dunque, trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Poiché [io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: "Non uccidere"; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio.] Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna. Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e va prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo! [Avete inteso che fu detto: "Non commettere adulterio"; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.] Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna. Fu pure detto: "Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio"; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio. [Avete anche inteso che fu detto agli antichi: "Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto]: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. [Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno».] Parola del Signore

 

“NON SONO VENUTO PER ABOLIRE, MA PER DARE COMPIMENTO”.

Quando noi pensiamo ad un uomo libero credo ci venga subito in mente Gesù ed è Lui stesso che ci ha insegnato il cammino della libertà vera. Eppure, abbiamo letto nel vangelo di oggi, dice di non essere venuto ad abolire neanche il minimo precetto della legge antica. Sembra un controsenso ma questo è dovuto al falso concetto di libertà che spesso noi abbiamo. Molti pensano che libertà significhi: “Fare ciò che voglio”. Libertà per Gesù è invece realizzare il progetto di uomo secondo la volontà di Dio. Il piano di Dio è un piano amorevole nei nostri confronti. Egli desidera che noi, individualmente e come comunità di suoi figli, troviamo il senso della vita e incontriamo Lui, pienezza della nostra realizzazione. Per questo la Bibbia racconta la sua e la nostra storia della salvezza. La legge di Dio, allora, non è un peso, il vincolo di un padrone che per tener buoni i suoi schiavi, impone norme e pene, è la strada della vera libertà. Gesù, come uomo libero, accetta la legge di Dio e la osserva perché è in essa che realizza la volontà del Padre. Io sarò perfettamente libero e aiuterò i miei fratelli nella libertà se accetterò la legge di Dio non come imposizione ma come dono di Dio per giungere liberamente a Lui. La legge del peccato ci rende schiavi del peccato, la legge di Dio ci rende capaci di Dio stesso.

 

 

LUNEDI’ 13 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Martiniano; S. Benigno

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, LA FEDE E L’UMILTÀ DI CUORE.

 

HANNO DETTO: Per capire quanto Gesù ci ama, bisogna guardarlo sulla croce. (Don Primo Mazzolari)

SAGGEZZA POPOLARE: Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco.

UN ANEDDOTO: Nerone aveva già cominciato a sospettare di tutti e a condannare crudelmente a barbare morti coloro di cui sospettava. “Puoi mandare a morte un'infinità di persone - gli disse Seneca ma per quanti ne ucciderai non potrai mai uccidere il tuo successore”.

PAROLA DI DIO: Gen 4,1-15.25; Sal 49; Mc 8,11-13

 

Vangelo Mc 8,11-13

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, vennero i farisei e si misero a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova. Ma egli sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno». Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva. Parola del Signore

 

“PERCHÈ QUESTA GENERAZIONE CHIEDE UN SEGNO?”

La fede non ha bisogno di prove: essa stessa è segno, e, se i farisei chiedono a Gesù un segno dal cielo è perché non hanno capito, non credono. È la fede che fa vedere; diversamente neppure la guarigione dei malati, la risurrezione dei morti, la moltiplicazione dei pani sono per loro segni, tanto meno fatti reali. Accecati da una sicurezza personale, non possono vedere: vogliono un segno, ma non sono, disposti ad accettarlo perché fuori dai loro schemi. Con l’invocazione di oggi “Donaci, Signore, la fede e l’umiltà di cuore” vogliamo proprio chiedere la semplicità perché solo i poveri in spirito e i puri di cuore sanno vedere i segni di cui ogni giorno il Signore ci colma: la vita, la terra, i fratelli da amare e soprattutto Lui, Gesù, che nel pane e nel vino si offre a noi quale segno sicuro dell’amore del Padre.

 

 

MARTEDI’ 14 FEBBRAIO: Ss. CIRILLO E METODIO PATRONI D’EUROPA

Tra i santi ricordati oggi: S. Antonino

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDICI SIGNORE CHI CON LA PROPRIA VITA, ANNUNCIA IL TUO VANGELO.

 

HANNO DETTO: L’amore consiste non nel sentire che si ama, ma nel voler amare: quando si vuol amare, si ama. (Charles de Foucauld)

SAGGEZZA POPOLARE: La migliore parola è quella che non si dice.

UN ANEDDOTO: Un avaro viaggiava su un treno locale diretto da Glasgow a Londra, con un biglietto valido solo fino alla prima località. Alla prima stazione acquistò il biglietto per la seconda località e così via. Un tale, incuriosito dallo strano comportamento, gliene chiese la ragione. Egli rispose: - Potrei avere un attacco cardiaco durante il tragitto e non raggiungere mai Londra. In tal caso avrei risparmiato sulle spese di viaggio.

PAROLA DI DIO: At 13,46-49; Sal 116; Lc 10,1-9

 

Vangelo Lc 10,1-9

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo ai lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”». Parola del Signore

 

“ECCO, IO VI MANDO COME AGNELLI IN MEZZO AI LUPI”.

Gesù manda in missione non solo gli apostoli, ma invia anche settantadue discepoli. Questo ci dice chiaramente che il cristiano non può delegare la missione solo agli “addetti ai lavori” (Papa, vescovi, preti, missionari…): ogni cristiano è missionario; infatti, siamo cristiani veri nella misura in cui abbiamo sentito una voce, un amore, una bontà infinita che ci coinvolge. Dio non ha bisogno di cortigiani che gli dicano: “Signore, Signore!”, ma di persone che lavorino per introdurre nel mondo quella novità che è il Vangelo di gioia e di risurrezione di Gesù. Dio ha bisogno di uomini non per sé, non per il suo onore (che nessuno può togliergli e nemmeno mettere in pericolo), ha bisogno di noi… per gli altri, ha bisogno di noi per noi, per darci la gioia di poter assomigliare a Lui, che è altruista all’infinito. Un cristiano che non sente bollire nell’anima la voglia di gridare il Vangelo, che non sente il dovere di parlare di Dio, che non sente l’urgenza di impegnarsi nell’apostolato… non è un cristiano. Se sei cristiano, sei apostolo. Ma, nel vangelo di oggi, quello che colpisce ancora di più è il modo della missione. Non si tratta di andare con tanti mezzi ad imporre, si tratta di proporre con amore. Ecco le parole fortissime di Gesù: “Vi mando indifesi in un mondo violento”. Noi ci aspetteremmo: “Armatevi almeno del bastone per difendervi”, invece Cristo dice il contrario: “vincerete se sarete agnelli, se sarete miti, se sarete poveri e distaccati perché convinti e attratti da un’altra ricchezza”.

Così deve essere la vera comunità cristiana. Il mondo ci fa paura quando lo combattiamo con i suoi stessi mezzi: violenza con violenza, orgoglio con orgoglio, torto con torto, dispetto con dispetto, cattiveria con cattiveria… Ma il mondo non fa più paura quando si combatte con i mezzi di Dio: mansuetudine, pazienza, perdono, generosità, preghiera. Dionigi l’Aeropagita scriveva di sé stesso: “Per fare del bene non ho mai avuto bisogno di polemizzare con nessuno”. È lo stile dei santi, lo stile di coloro che veramente fanno cambiare qualcosa in meglio nella storia del mondo.

 

 

MERCOLEDI' 15 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Faustino e Giovita; S. Claudio La Colombière

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, CHE IO VEDA, CHE IO TI VEDA.

 

HANNO DETTO: Nessun uomo è così cattivo da non poter essere salvato. (Gandhi)

SAGGEZZA POPOLARE: “Se l'uomo è puro da ogni colpa, l’abito che indossa è sempre bello.”

UN ANEDDOTO: L'uccello prigioniero della gabbia e l'uccello libero del bosco si amavano. - Amor mio, fuggiamo nella foresta! - diceva l'uccello libero. - Vieni qui, viviamo insieme nella gabbia! - rispondeva l'uccello prigioniero. - Fra le tue sbarre non vi è spazio per spiegar le ali! - si lamentava uno. - Nei tuoi cieli non vi è posto per riposare! - obiettava l'altro. Struggendosi, l'uccello libero lo implorava: - Mio diletto, ti canterò le canzoni degli alberi e del vento! Rassegnato, l'uccello prigioniero si schermiva: - Ahimè, le canzoni dei boschi non possono essere insegnate, ma se resti qui, io parlerò per te il linguaggio dei sapienti. Ma l'uccello libero non sapeva che farsene del linguaggio dei sapienti né l'uccello prigioniero poteva capire le canzoni della foresta; stettero così, meschini e muti a guardarsi per l'ultima volta, finché l'uccello libero prese per sempre la via dei boschi. (Rabindranath Tagore)

PAROLA DI DIO: Gen 8,6-13.20-22; Sal 115; Mc 8,22-26

 

Vangelo Mc 8,22-26

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsàida, e gli condussero un cieco, pregandolo di toccarlo. Allora prese il cieco per mano, lo condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». Quello, alzando gli occhi, diceva: «Vedo la gente, perché vedo come degli alberi che camminano». Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente, fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa. E lo rimandò a casa sua dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio». Parola del Signore

 

“GESÙ IMPOSE LE MANI AL CIECO E GLI DISSE: VEDI QUALCOSA?”

Gesù ha guarito tanti ciechi, ma il Vangelo di oggi ci racconta una guarigione progressiva che avviene in due tempi. Quale sarà il motivo di questo fatto? Penso che il senso sia questo: coloro che cercano veramente la luce, se si lasciano guidare dal Signore, la scopriranno gradualmente, dovranno accettare le tappe di questo cammino. Dio non lo trovi sul banco del Supermercato. Devi cercarlo continuamente, scoprirlo “nei suoi innumerevoli travestimenti”. E quando pensi di averlo trovato è ora di incominciare di nuovo a cercarlo. E Dio, che ama lasciarsi trovare, poco per volta ti manifesterà il suo volto.

 

 

GIOVEDI' 16 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Giuliana; B. Giuseppe Allamano

Una scheggia di preghiera:

 

TU MI HAI SEDOTTO, SIGNORE GESU', E IO MI SONO LASCIATO SEDURRE.

 

HANNO DETTO: La libertà non è degna di questo nome se non include anche la libertà di fare errori. (Gandhi)

SAGGEZZA POPOLARE: “I genitori non possono garantire la virtù dei figli.”

UN ANEDDOTO: Un santo zaddik insegnava la Torà a un gruppo di discepoli. Alcuni di essi erano invidiosi dell'affetto che lo zaddik manifestava per uno di loro. Un giorno il maestro decise di infliggere una dura lezione alla loro gelosia. Convocò tutti i discepoli ordinando a ciascuno di andare a prendere un pollo. Quindi disse: - Ognuno di voi cerchi un luogo dove nessuno lo possa vedere e uccida il pollo che ha tra le mani. Quando i discepoli tornarono i polli erano tutti morti, tranne uno: quello dell'allievo prediletto. Il maestro chiamò il discepolo e lo interrogò davanti a tutti: - Perché non hai ucciso il pollo?

Il discepolo rispose: - Perché mi avevi ordinato di cercare un luogo dove nessuno potesse vedermi, e un luogo simile non esiste: Dio vede tutto! (Tradizione ebraica)

PAROLA DI DIO: Gen 9,1-13; Sal 101; Mc 8,27-33

 

Vangelo Mc 8,27-33

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarea di Filippo; e per via interrogava i suoi discepoli dicendo: «Chi dice la gente che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista, altri poi Elia e altri uno dei profeti». Ma egli replicò: «E voi chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno. E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare. Gesù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: «Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». Parola del Signore

 

“E VOI CHI DITE CHE IO SIA?”.

Proviamo oggi a fare un esperimento. Gesù rivolge a noi la stessa domanda che ha rivolto agli apostoli: “Voi, chi dite che io sia?”. Quali potrebbero essere oggi le risposte e la mia risposta?

Il teologo, il prete e magari anche molti cristiani potrebbero rispondere con il catechismo, quello di una volta, molto sintetico: “La seconda persona della santissima Trinità” o quello nuovo molto più lungo e articolato, oppure basterebbe rispondere con la parte del Credo che diciamo la domenica e che riguarda Gesù:” … Dio da Dio, luce da luce… incarnato morto e risorto…” Ma sappiamo che i dogmi sono per noi, ci indicano Dio, ma non lo costringono nelle parole  e allora la domanda si fa incalzante e vitale per ciascuno: “Chi sono io per te, che cosa conta per te che io sia nato, che sia stato condannato a morte, che sia risorto? Le mie parole fanno parte delle tue scelte di vita?”.  E, sì, perché il Figlio di Dio non è un interrogativo della storia è qualcuno che coinvolge la mia vita. È un qualcuno davanti al quale non si può essere indifferenti: “O con Lui o contro di Lui”, la sua salvezza non è un passaporto garantista di un paradiso ma un qualcosa che o mi libera oggi o è un inganno, la sua persona o è vero Dio e vero uomo o è uno dei tanti personaggi anche buoni della storia, le sue parole o mi coinvolgono o sono vento come le tante parole di tanti uomini che magari sono belle a sentirsi ma scivolano via. Pietro, quando si lascia guidare dallo Spirito risponde a Gesù con convinzione: “Sei il Cristo”, Pietro e gli altri rispondono con la loro vita lasciando le reti e andando dietro a Gesù, poi non avranno capito tutto, poi davanti alla croce scapperanno e stenteranno a credere perfino alla risurrezione: non importa, hanno accettato accolto, Gesù, si lasciano guidare da Lui, sono talmente pieni di lui che lo porteranno agli altri. Anche con noi Gesù non si spaventa se non abbiamo ancora capito tutto di Lui, se siamo ancora paurosi davanti alla croce o tristi davanti alla gioia della risurrezione però ci chiede di accoglierlo per quello che è: il Dio che ci vuole bene fino al punto di dare la sua vita per noi.

 

 

VENERDI' 17 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Sette Fondatori O.S.M.; S. Flaviano; S. Silvino

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU LO SAI CHE TI AMO. ABBI PIETA' DI ME.

 

HANNO DETTO: Nessuno ha diritto di essere felice da solo. (R. Follereau)

SAGGEZZA POPOLARE: “L'oasi è fatta per il corpo, il deserto per l'anima.” (Proverbio Africano)

UN ANEDDOTO: Il duca di Roquelaure chiamò un giorno un notaio e gli disse che voleva far testamento, ma voleva che tutto fosse così chiaro ed esplicito che gli eredi non avessero poi a litigare. Il notaio sorrise e rispose: Farò il testamento meglio che posso; ma quello che chiede vossignoria è una cosa quasi impossibile. Pensi che Gesù Cristo, che era Dio, ne ha fatto uno solo e son quasi duemila anni che dà luogo a dispute e contestazioni.

PAROLA DI DIO: Gen 11,1-9; Sal 32; Mc 8,34-9,1

 

Vangelo Mc 8,34-9,1

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, convocata la folla insieme ai suoi discepoli, Gesù disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. Infatti, quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi». Diceva loro: «In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto giungere il regno di Dio nella sua potenza». Parola del Signore

 

CHI SI VERGOGNERÀ DI ME E DELLE MIE PAROLE DAVANTI A QUESTA GENERAZIONE ADULTERA E PECCATRICE, ANCHE IL FIGLIO DELL’UOMO SI VERGOGNERÀ DI LUI”.

“Io non ti rinnegherà mai”, aveva promesso Pietro, e certamente mentre lo diceva era convinto di fare così, ma nel momento in cui “è buio”, in cui si comincia a sentire odore di croce, bastano le chiacchiere di una serva a mandarlo in crisi e a fargli spergiurare di non conoscere Gesù.

Signore, io non ti giuro che non ti rinnegherà mai. Conosco troppo bene, per esperienza, la mia debolezza, i momenti di entusiasmo e quelli di ripiegamento su me stesso, le vigliaccherie per “defilarmi” da certe situazioni che richiederebbero il coraggio della testimonianza. Al mattino ti dico che “ti amo con tutto il cuore”, ed è vero in quanto a desiderio e a volontà di impegno ma se tu non mi dai la tua grazia, so che le paure e gli egoismi hanno il sopravvento in me. E fa’ che, anche se la mia debolezza mi portasse a non essere un buon testimone, ci siano sempre anche per me, come per Pietro, le parole che mi danno il tuo perdono e il tuo incoraggiamento.

 

 

SABATO 18 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Geltrude Comensoli; B. Giovanni da Fiesole (Beato Angelico)

Una scheggia di preghiera:

 

APRIMI ORECCHI E CUORE PERCHE POSSA ASCOLTARTI, GESU'.

 

HANNO DETTO: I veri lebbrosi sono gli egoisti, i comodi, i paurosi, sono coloro che sciupano la propria vita. (R. Follereau)

SAGGEZZA POPOLARE: “Il cuore dell'uomo non è un sacco dove chiunque possa mettere la mano.” (Proverbio Africano)

UN ANEDDOTO: Il piccolo ebreo avanzava verso una porta. Era entrato nel Lager con il suo cagnolino, ed ora se ne usciva con lui, stringendolo al petto. Nudo, magro, infreddolito, avanzava verso quella porta senza sapere che cosa ci fosse dietro. I grandi che lo seguivano, soltanto loro, sapevano. Quando il bimbo fu davanti alla porta, brutalmente, senza pietà, gli venne strappata via la bestiola dalle braccia: un cagnetto, anche se un cagnetto rognoso di ebrei, non poteva morire ... Chi stava dietro al bambino rabbrividì a quel gesto perché capi che quel bimbo, così, veniva ucciso due volte. (Silvia Guglielminetti)

PAROLA DI DIO: Eb 11,1-7; Sal 144; Mc 9,2-13

 

Vangelo Mc 9,2-13

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbi, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati.  Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti. E lo interrogavano: «Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elia?». Egli rispose loro: «Sì, prima viene Elia e ristabilisce ogni cosa; ma, come sta scritto del Figlio dell’uomo? Che deve soffrire molto ed essere disprezzato. Io però vi dico che Elia è già venuto e gli hanno fatto quello che hanno voluto, come sta scritto di lui». Parola del Signore

 

“ASCOLTATELO!".

Il punto culminante della Trasfigurazione è la voce di Dio che ci indica Gesù: “Ascoltatelo”.

Il discepolo non è l’uomo delle visioni, ma dell’ascolto. Non si tratta di vedere, toccare il Signore. È essenziale ascoltare la sua voce, prendere sul serio il suo messaggio, lasciarsi mettere in discussione dalle sue parole. Ascoltare, non per saperne di più, per soddisfare la curiosità, ma per ubbidire, prendere coscienza dei compiti che ci vengono assegnati, realizzare il progetto di Dio su di noi e sul mondo. Quando si ascolta, non si allarga il campo delle nostre conoscenze teoriche. Si allarga il campo del nostro impegno. Anche il cristiano partecipa alla Trasfigurazione. Pure il suo volto, la sua vita può subire una trasfigurazione radicale. Questa trasfigurazione, tuttavia, è frutto di un ascolto assiduo della Parola.

 

 

DOMENICA 19 FEBBRAIO: 7^ DOMENICA T.O. ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: S. Mansueto; S. Proclo

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI PER NOI MISERICORDIA E PERDONO.

 

HANNO DETTO: La più grande disgrazia che possa capitarvi è di non essere utili a nessuno; che la vostra vita non serve a niente. (R. Follereau)

SAGGEZZA POPOLARE: “La luna mostra il sentiero, ma non i pericoli della strada.” (Proverbio Africano)

UN ANEDDOTO: Molti attaccano i deboli e si piegano di fronte ai forti. Un’odiosa cornacchia si era sistemata su una pecora, che, avendola portata controvoglia e per un bel pezzo, disse: «Se tu avessi fatto questo al cane ben dotato di denti, avresti già scontato la pena che meriti». L’uccello, perfido, rispose: «Ho disprezzo per i deboli e cedo ai forti; so chi aggredire e chi blandire con ingannevoli astuzie. Per questo riesco a prolungare la mia vecchiaia fino a mille anni». (Fedro)

PAROLA DI DIO: Lv 19,1-2.17-18; Sal 102; 1Cor 3,16-23; Mt 5,38-48

 

Vangelo Mt 5,38-48

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Dà a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle. Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». Parola del Signore

 

AMATE I VOSTRI NEMICI E PREGATE PER QUELLI CHE VI PERSEGUITANO, AFFINCHÉ SIATE FIGLI DEL PADRE VOSTRO CHE È NEI CIELI”.

Se voi andate a dire ad una persona di amare il proprio nemico e non gli date una motivazione egli avrà mille motivi per dirvi che siete pazzi o addirittura finirà per farvi corresponsabili del male. Se voi giustificate questa pretesa del perdono solo con motivazioni umane egli avrà altrettante motivazioni umane per dirvi il contrario e per giustificare la vendetta. Gesù quando ci chiede di amare i nostri nemici, di pregare per i nostri persecutori non ci dice che questo sia facile ma ci dà la motivazione per farlo nell’imitare addirittura l’atteggiamento di Dio che dona a tutti in eguale misura sia che siano santi o peccatori. Le nostre capacità di amare cioè sono a misura di come noi vediamo e intendiamo Dio. Se Dio per noi è il Padrone insindacabile, il castigamatti, il Dio cacciatore dei peccati come potremo noi amare i nostri nemici? Ma se noi comprendiamo che il Dio di Gesù ama ogni uomo di un amore infinito e non può fare a meno di fare di tutto perché ogni uomo sia partecipe di questo suo amore, se comprendiamo che per dirci che ci è Padre Benevolo è disposto a lasciare il suo paradiso, a “spogliare se stesso”, a salire su una croce fatta dagli stessi uomini che Egli ama, se comprendiamo che dalla croce  è ancora capace di invocare perdono, se capiamo che con noi ha usato misericordia ed è disposto ad usarne ancora, come posso io che mi dico di Cristo non avere motivazioni sufficienti per perdonare, per amare, per pregare per ogni mio fratello anche per chi mi è ostico?

 

 

LUNEDI’ 20 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Eucherio; S. Leone di Catania; S. Giacinta Marto

Una scheggia di preghiera:

 

CREDO: AIUTAMI NELLA MIA INCREDULITÀ.

 

HANNO DETTO: Le malattie maggiori dell’uomo sono: l’orgoglio che lo sottrae a Dio e la compiacenza che lo attacca alla terra. (B. Pascal)

SAGGEZZA POPOLARE: “Solo quando i leoni si metteranno a scrivere la storia, i cacciatori cesseranno di essere degli eroi.” (Proverbio Africano)

UN ANEDDOTO: Una suocera e una nuora litigavano in continuazione per una vecchia storia. Causa del diverbio era un prezioso vaso di cristallo che si era incrinato. E di ciò, ognuna dava la colpa all'altra. La suocera, che col passar degli anni aveva imparato ad essere più tollerante, voleva ormai metterci una pietra sopra. La nuora, invece, più giovane e meno remissiva, non cedeva. Così, un giorno, la suocera, per amor di pace, prese una risoluzione grandiosa: andò dalla nuora e disse che era stata lei a rompere distrattamente il vaso. Provò fatica a pronunciare quelle parole. Ma, dopotutto, non le sarebbe pesato di più, se fosse stata veramente colpevole? (Silvia Guglielminetti)

PAROLA DI DIO: Sir 1,1-10; Sal 92; Mc 9,14-29

 

Vangelo Mc 9,14-29

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, [Gesù, Pietro, Giacomo e Giovanni, scesero dal monte] e arrivando presso i discepoli, videro attorno a loro molta folla e alcuni scribi che discutevano con loro. E subito tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogò: «Di che cosa discutete con loro?». E dalla folla uno gli rispose: «Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». Egli allora disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me». E glielo portarono. Alla vista di Gesù, subito lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando. Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall’infanzia; anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci». Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede». Il padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: «Credo; aiuta la mia incredulità!».  Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito impuro dicendogli: «Spirito muto e sordo, io ti ordino, esci da lui e non vi rientrare più». Gridando, e scuotendolo fortemente, uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: «È morto». Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi. Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli disse loro: «Questa specie di demoni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera». Parola del Signore

 

TUTTO È POSSIBILE PER CHI CREDE.

Il miracolo non riesce ai discepoli perché la loro fede è fiacca, e mancano di preghiera. Avere fede è sempre difficile, per questo essa va aiutata da Dio, come dice il padre del ragazzo indemoniato: “Credo: aiutami nella mia incredulità”. Gesù rimprovera i discepoli e le persone che sono presenti, ma questo rimprovero è anche per noi che viviamo duemila anni più tardi. Quello che ci manca per compiere miracoli sono la fede e la preghiera. Gesù dice che “tutto è possibile per chi crede”, e, per fare il miracolo, si accontenta della dichiarazione di incredulità del padre del fanciullo. A Dio basta anche il nostro tentativo di avere fede, il nostro desiderio. Perché, come dice Sant'Agostino, “il tuo desiderio è la tua preghiera: se continuo è il tuo desiderio, continua è pure la tua preghiera”. E noi dobbiamo davvero imparare a pregare continuamente e non solo per chiedere, ma anche per ringraziare e lodare Dio e rimanere in contatto continuo con Lui, perché solo così possiamo fargli guidare la nostra vita. Con la fede e la preghiera non sono mai solo.

 

 

MARTEDI’ 21 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Pier Damiani;

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE, GESU', SERVIRE È AMARE.

 

HANNO DETTO: Noi crediamo che Dio non ascolti le nostre domande. In realtà siamo noi spesso che non ascoltiamo le sue risposte. (F. Mauriac).

SAGGEZZA POPOLARE: “Dove tutto è bruciato il fuoco non ritorna più.” (Proverbio Africano)

UN ANEDDOTO: Un monaco buddista raccontò questo antico apologo sui diversi modi di accogliere lo straniero: - C'è una formica in un barile d'acqua. Arriva un tale, guarda nel barile, vede la formica e le dice: "Lurida bestiaccia, cosa ci fai nel mio barile di acqua piovana?" E la schiaccia. Questo è egoismo. Arriva un altro, guarda, vede la formica e dice: "Oggi fa molto caldo, anche per le formiche. Tu non arrechi nessun danno. Resta pure nel mio barile". Questa è tolleranza. Arriva un terzo individuo. Vede la formica nel barile, le sorride e, spontaneamente, le dà uno zuccherino. Questa è accoglienza. Tradizione buddista

PAROLA DI DIO: Sir 2,1-13; Sal 36; Mc 9,30-37

 

Vangelo Mc 9,30-37

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafarnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato». Parola del Signore

 

GESÙ E I SUOI DISCEPOLI ATTRAVERSAVANO LA GALILEA.”

Camminare con gli amici può essere l’occasione per raccontarsi cose profonde e personali, Gesù ci prova con gli apostoli per le strade della Galilea e parla loro del suo futuro terribile e glorioso. I suoi invece discutono su chi sia il più grande fra loro. Senza lasciarsi scoraggiare da tanta immaturità Gesù, da vero maestro, coglie l’occasione per un salto di qualità e, senza prendersela più di tanto, insegna loro il segreto di come il Padre giudica le azioni degli uomini: nel regno dei cieli chi si mette a servire diventa il primo di tutti. La mentalità umana ne esce devastata. Penso a cosa significa servire: rendersi utili, prendersi cura degli altri, non rifiutare le prestazioni umili e poco celebrate, prestare le proprie cose, dare importanza ai fratelli anche se abbiamo incarichi di rilievo, non temere la fatica. A ben vedere il servizio non è che l’altra faccia dell’amore vero.

 

 

MERCOLEDI' 22 FEBBRAIO: LE CENERI

Tra i santi ricordati oggi: Cattedra di S. Pietro Apostolo

Una scheggia di preghiera:

 

PURIFICAMI, O SIGNORE, SARO' PIU' BIANCO DELLA NEVE.

 

HANNO DETTO: La vera carità apre le braccia e chiude gli occhi (S. Vincenzo De’ Paoli).

SAGGEZZA POPOLARE: La natura della pioggia è sempre la stessa, eppure fa nascere spine nel pantano e fiori in un giardino.” (Proverbio arabo)

UN ANEDDOTO: All'inizio della seconda guerra mondiale un ufficiale nazista si trovò a dividere, suo malgrado, lo scompartimento del treno con una famiglia ebrea alquanto numerosa. Dopo aver mantenuto un contegno indifferente e sdegnoso non seppe resistere alla tentazione di stuzzicare la famiglia: - Si dice che voi ebrei siate estremamente furbi; francamente non riesco proprio a capire da dove derivi tutta questa decantata intelligenza! - Tutto sta nella dieta, replicò pronto il capofamiglia mangiamo molto cervello di pesce crudo! Si apprestò a distribuire pesci all'allegra combriccola. Eccitato all'idea di poter accrescere le proprie facoltà mentali, l'ufficiale tedesco esclamò: Aspetta! Ne voglio anch'io qualcuno ... almeno le teste! Bene - rispose pronto l'ebreo - ti vendo sei teste di pesce per venticinque marchi! Noi mangeremo la parte centrale. Il nazista accettò e cominciò a mangiare ... La prima sensazione fu sgradevolissima, quasi un senso di vomito, ma i bambini lo incitavano a mangiare: Succhia il cervello, succhia il cervello! Mentre stava per addentare la quarta testa di pesce, l'ufficiale, colto da un dubbio, sbottò: Non ti sembrano un po' care queste teste di pesce per venticinque marchi! Vedi? - sorrise l'ebreo. Funziona già. (Anonimo)

PAROLA DI DIO: Gl 2,12-18; Sal 50; 2Cor 5,20-6,2; Mt 6,1-6.16-18

 

Vangelo Mt 6,1-6.16-18

Dal vangelo secondo Matteo 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto, e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà». Parola del Signore

 

“STATE ATTENTI A NON PRATICARE LA VOSTRA GIUSTIZIA DAVANTI AGLI UOMINI PER ESSERE AMMIRATI DA LORO, ALTRIMENTI NON C’È RICOMPENSA PER VOI PRESSO IL PADRE VOSTRO CHE È NEI CIELI”.

Con queste parole Gesù mette in luce l'importanza dell'intenzione che deve animare ogni nostro atto.

L'intenzione giusta è quella di piacere a Dio, non agli uomini. Ogni atto ha valore se è fatto davanti a Dio, per Dio, sotto lo sguardo d'amore del Padre che, come dice Gesù, subito dopo, nel Vangelo, vede «nel segreto». Ogni atto deve essere un frutto di quel dialogo intimo sempre vivo fra il cristiano ed il suo Dio. Con questo Gesù non vuole che tu reagisca contro gli atti religiosi fatti in pubblico. Gesù non è venuto per promuovere una religione solo interiore o una pietà individuale. È inevitabile compiere atti di carità o di culto anche sotto lo sguardo di molti. Ed è necessario. Basti pensare alla messa della domenica, alla testimonianza cristiana nei vari ambienti di lavoro ed ai servizi di assistenza.

Anzi Gesti ha detto che il cristiano deve essere «luce del mondo» e «sale della terra», ma ha aggiunto: affinché gli uomini «rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli». Per Dio, dunque, e non per essere ammirati dagli uomini.

 

 

GIOVEDI' 23 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Policarpo; B. Giuseppina Vannini

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE, SIGNORE, NON CI PERDO MAI.

 

HANNO DETTO: Colui che brama vedere faccia a faccia Dio vivente, non deve cercarlo nel vuoto firmamento della sua mente, ma nell’amore del proprio simile. (Dostoevskij)

SAGGEZZA POPOLARE: “Chi vede le disgrazie degli altri considera leggera la sua disgrazia.” (Proverbio arabo)

UN ANEDDOTO: Si racconta di un saggio che disse: - Da trent'anni sto chiedendo perdono al Cielo per aver detto una volta: «Sia ringraziato Iddio!» - E come mai? - gli fu chiesto. Rispose: A Bagdad stava divampando un incendio. Un tale mi venne incontro e mi disse: «La tua bottega è salva». «Sia ringraziato Iddio!» esclamai; e da trent'anni mi pento di quello che ho detto, per aver considerato il mio bene personale in una sfortuna collettiva. (Novella persiana)

PAROLA DI DIO: Dt 30,15-20; Sal 1; Lc 9,22-25

 

Vangelo Lc 9,22-25

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina sé stesso?». Parola del Signore

 

QUALE VANTAGGIO HA UN UOMO CHE GUADAGNA IL MONDO INTERO, MA PERDE O ROVINA SÉ STESSO?

Quaresima: tempo di riflessione e di scelte. Ecco una occasione importante, quella che ci viene offerta dalle letture della Parola di Dio di oggi. Dal libro del Deuteronomio ci viene ricordato che davanti a noi si aprono due strade, quella del bene e quella del male; nel Salmo 1, attraverso l’immagine dell’albero rigoglioso che cresce sulla riva del fiume e quella della pula dispersa dal vento, ci vengono ricordate le conseguenze delle scelte del giusto e dell’empio, e Gesù, nel Vangelo, ci parla di ‘mondo’ e di ‘anima’ quasi mettendoli in opposizione l’uno con l’altro. In teoria noi siamo ‘cristiani’.

Abbiamo ricevuto il Battesimo fin da piccoli, siamo cresciuti in un ambiente, almeno esteriormente, ancora impregnato di valori cristiani, in fondo siamo abbastanza onesti, non rubiamo (almeno per quanto riguarda il furto classico e la rapina), non uccidiamo (almeno con le armi, la lingua, magari, è un’altra cosa), siamo abbastanza ben educati da sapercela cavare nei rapporti con gli altri, siamo (almeno in certe occasioni) abbastanza generosi...dunque, dovremmo essere dalla parte dei buoni!

Eppure, senza negare le cose buone che, grazie a Dio, abbiamo o riusciamo a compiere, chiediamoci: per che cosa corro nella vita, o meglio, per chi corro? Gesù sintetizza: corri per il mondo o per Dio?

Se scopro che per Dio sono disposto a giocarmi tutto, sentimenti, denaro, salute, faccia, anche se con tante debolezze, allora corro veramente per Lui, ma se il denaro, il successo, il potere sono ancora più importanti di Dio nelle mie scelte, se abitualmente penso prima al portafoglio piuttosto che a Dio e ai miei fratelli, se seguo la corrente, spesso anche non molto onesta, dei luoghi comuni e dei modi di fare per essere sulla cresta dell’onda, per ottenere un applauso o un avanzamento, se faccio di tutto per ottenere un ruolo che mi permetta di avere con il comando ciò che desidero, sono ancora “pula che il vento disperde” in quanto queste cose, che oggi ritengo così importanti, svaniranno e io mi ritroverò con il mio vuoto. Qualcuno dirà: “Ma è difficile! Gesù è così totalitarista, così esigente…” Però, hai mai pensato che se scegli Lui, tu non solo rinunci a qualcosa ma trovi il Suo ed il tuo tutto? Hai Colui che fin d’ora ti accompagna nel bene e nel male, nella gioia e nel dolore. È vero, i soldi, in certe circostanze, servono, il potere può aiutarti ma, davanti alla prova che cosa possono fare? Gesù, invece ti aiuta già fin d’ora a gioire e ti dà la sua forza nel soffrire, senza contare che stare con Lui, ora, significa abituarci a stare con Lui per tutta l’eternità.

 

 

VENERDI' 24 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Modesto

Una scheggia di preghiera:

 

STAR CON TE, GESU', È ANTICIPARE IL CIELO.

 

HANNO DETTO: Tanti sono cattivi, perché non sono stati finora abbastanza amati. (Pio XII).

SAGGEZZA POPOLARE: “La guerra finirà solo quando i padri ameranno i propri figli più di quanto odino i propri nemici.” (Proverbio arabo)

UN ANEDDOTO: Alessandro Magno visitò un giorno il regno di Cassia. Costui fece grande ostentazione delle sue ricchezze, ma Alessandro gli obiettò che non era venuto per ammirare i suoi beni bensì per studiare i costumi e le leggi del suo paese. Proprio in quel momento due uomini si presentarono dinanzi al re per una contesa circa un tesoro trovato nei ruderi di una casa che uno aveva acquistato dall'altro. Entrambi non volevano affatto il tesoro: il compratore sosteneva che aveva comprato solo i ruderi, non il tesoro; e il venditore che aveva venduto i ruderi con tutto quanto contenevano. Né l'uno né l'altro volevano approfittare di quel che poteva essere stato un furto. Alla fine, dopo molte discussioni, il re chiese a uno di loro se avesse un figlio e all'altro se avesse una figlia. Poiché era davvero così, il re ordinò il matrimonio dei giovani e l'affidamento a loro del tesoro trovato. Poiché Alessandro Magno era rimasto molto sorpreso, il re s'inquietò: - Ho forse giudicato male? - chiese. - Niente affatto - rispose il grande macedone. Domandò il re: - Sii sincero: che verdetto avresti dato tu se un caso del genere si fosse presentato nel tuo paese? - In tutta verità - rispose Alessandro - avrei fatto tagliare la testa ad entrambi per impadronirmi io del tesoro. (Dall'Haggadah)

PAROLA DI DIO: Is 58,1-9a; Sal 50; Mt 9,14-15

 

Vangelo Mt 9,14-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno». Parola del Signore

 

“POSSONO GLI INVITATI A NOZZE ESSERE IN LUTTO MENTRE LO SPOSO È CON LORO?”.

Si diventa tristi quando si perde di vista lo sposo, lo scopo della propria vita. Quando vedo dei religiosi che si piangono addosso per il peso della propria solitudine mi chiedo: e il nostro sposo dove lo abbiamo messo? Quando vedo dei preti o dei cristiani solo e sempre seri perché compresi delle difficoltà dell’affermare la fede (o dell’esigerla da altri), incapaci di un sorriso, privi di serenità interiore penso che abbiamo perso di vista Gesù e vediamo solo più noi stessi. Non è forse la stessa cosa che capita nella vita matrimoniale? Ti sei sposato perché amavi veramente quella persona poi poco per volta hai cominciato a pensare solo alla tua felicità, hai cominciato a vedere i sacrifici che il matrimonio comporta, l’abitudine e il quotidiano ti hanno fatto dimenticare la gioia profonda di colui o colei che hai a fianco, poco per volta hai perso il fine e vedi solo più il costo e allora… addio matrimonio.

 

 

SABATO 25 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Nestore; S. Cesario

Una scheggia di preghiera:

 

MEDICO DEI CORPI E DELL'ANIMA, SIAMO MALATI: VISITACI ANCORA.

 

HANNO DETTO: L’uomo è stato fatto dall’amore, ed è per questo che è così portato ad amare.

(S. Caterina da Siena).

SAGGEZZA POPOLARE: “Se ti fermi ogni volta che un cane abbaia, non finirai mai la tua strada.” (Proverbio arabo)

UN ANEDDOTO: Delle vespe e delle pernici, spinte dalla sete, giunsero da un contadino per chiedergli da bere, promettendo che in cambio dell’acqua gli avrebbero reso questo servizio: le pernici avrebbero zappato le sue vigne, le vespe, invece, girando intorno, avrebbero respinto con i loro pungiglioni i ladri. Allora il contadino disse: «Io ho già due buoi, che, senza alcuna promessa, compiono tutti questi lavori; pertanto, è certamente meglio dare l’acqua a loro piuttosto che a voi». La favola è rivolta agli uomini corrotti che promettono di essere utili, ma che, in realtà, fanno grandi danni. (Esopo)

PAROLA DI DIO: Is 58,9b-14; Sal 85; Lc 5,27-32

 

Vangelo Lc 5,27-32

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano». Parola del Signore

 

“I FARISEI E GLI SCRIBI MORMORAVANO: COME MAI MANGIATE E BEVETE CON I PUBBLICANI E I PECCATORI?”.

Basta aprire una qualunque rivista missionaria per scoprire quale siano le preferenze della parte “buona” della Chiesa: poveri, emarginati, barboni, malati, diseredati, peccatori. C’è da scandalizzarsi come succedeva ai farisei al tempo di Gesù? “Come mai tante energie, tanti soldi per quella gente che intanto è destinata alla povertà e al male?” “Lei dà una mano ai barboni, ai drogati, ai malati di AIDS mi diceva un signore, ma quanti di questi ha portato in Chiesa?” Sembra una fatica inutile!

Gesù non ha paura di andare a mangiare con pubblici peccatori, a frequentare zeloti (= rivoluzionari), prostitute, adultere... morirà in mezzo a due ladri e l’unico vero frutto della sua morte sarà proprio uno di essi. Gesù predilige questa gente non per il male che hanno commesso ma perché spera in loro. Pensa: nonostante i miei e tuoi no, Gesù spera perfino ancora in te e in me!

 

 

DOMENICA 26 FEBBRAIO: 1^ DOMENICA DI QUARESIMA ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: S. Alessandro di Alessandria

Una scheggia di preghiera:

 

NON ABBANDONARCI ALLA TENTAZIONE MA LIBERACI DEL MALE E DAL MALIGNO.

 

HANNO DETTO: Amare è soffrire; non amare è morire. (Taine).

SAGGEZZA POPOLARE: “Quello che è buono per il fegato, può essere cattivo per la milza.”

UN ANEDDOTO: Il garzone di un fornaio fu scoperto dal suo padrone mentre rubava due focacce dal cesto. Subito l'uomo non gli disse nulla, ma la sera, al momento della paga, lo redarguì aspramente. Il giovane però negò di aver sottratto alcunché. Allora il fornaio, adirato più ancora per la menzogna detta che per il furto commesso, lo cacciò via. L'indomani all'alba, dalla porta a vetri della sua bottega, il fornaio vide il garzone avvicinarsi all'uscio, indugiare un po' e poi bussare timidamente. E così il giorno dopo e il giorno dopo ancora. Ma non gli apri. Il quarto giorno il padrone si aspettava che il giovane si affacciasse di nuovo. Ma non comparve. Convinto che il ragazzo si fosse per ben tre volte recato in bottega per presentare le sue scuse, l'uomo decise di andare lui stesso dal ragazzo per dirgli che l'avrebbe riassunto. Giunto alla casa del garzone, gli disse: - Ho visto che sei venuto da me per farti perdonare. Ma son io che chiedo perdono a te per non averti mai aperto! Se vuoi, puoi tornare a lavorare da me. Il ragazzo, sorpreso, alzò gli occhi. Poi con voce sommessa disse: - lo veramente ero venuto a ritirare la giacca che avevo dimenticato. Il fornaio esitò un attimo, poi paternamente aggiunse: - Puoi tornare lo stesso! Questa volta la tua sincerità ti ha premiato. (Silvia Guglielminetti)

PAROLA DI DIO: Gen 2,7-9; 3,1-7; Sal 50; Rm 5,12-19; Mt 4,1-11

 

Vangelo Mt 4,1-11

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”». Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vattene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano. Parola del Signore

 

“IN QUEL TEMPO GESÙ FU CONDOTTO DALLO SPIRITO  NEL DESERTO PER ESSERE TENTATO DAL DIAVOLO”

Un vecchio proverbio diceva: “Il buon giorno si vede dal mattino”. La vita pubblica di Gesù inizia con un momento di preghiera e di tentazione e sarà così per tutti i tre anni della sua missione. E anche noi la tentazione la troviamo immancabilmente tutti i giorni: è la sottile voglia di far da soli facendo a meno di Dio, della sua legge, è l’asservirci all’idolo del denaro, è il non considerare gli altri se non per quello per cui ci servono, è il dire: “Ma che male c’è? Intanto tutti fanno così...”. Gesù vince la tentazione fidandosi di Dio e pregando. Mettiamocelo bene in testa: le - tentazioni non le vinciamo con le nostre sole forze. Quando pensiamo di farcela da soli, siamo già degli sconfitti in partenza. È solo fidandosi di Dio “nostra rupe, nostro scudo e baluardo, difesa della nostra vita”, e solo invocando il suo aiuto che abbiamo la certezza che il male non avrà su di noi il sopravvento.

 

 

LUNEDI’ 27 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Gregorio di Narek; S. Onorina; S. Gabriele dell’Addolorata

Una scheggia di preghiera:

 

IL TUO GIUDIZIO FINALE CE LO STIAMO COSTRUENDO GIORNO PER GIORNO.

 

HANNO DETTO: Se il mondo non crede a Gesù Cristo, è perché una testimonianza non funziona: noi cristiani. (M. De Vesins)

SAGGEZZA POPOLARE: Il troppo amen rovina la messa.

UN ANEDDOTO: La signora Saint-Loup, durante una visita alla signora Cournel ebbe la spudoratezza di dirle: - Si vocifera che voi abbiate perduto la testa. La donna di spirito, senza scomporsi rispose con tutta naturalezza: Le solite chiacchiere. A me. Figuratevi, hanno detto che voi avevate ritrovato la vostra!

PAROLA DI DIO: Lv 19,1-2.11-18; Sal 18; Mt 25,31-46

 

Vangelo Mt 25,31-46

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna». Parola del Signore

 

“SIGNORE, QUANDO TI ABBIAMO VISTO AFFAMATO, ASSETATO, FORESTIERO, NUDO, AMMALATO O IN CARCERE?”.

Per chi è abituato a incontrare Dio nelle parole della teologia, nella solennità del tempio, nelle norme di codici morali stenta a capire questo “trasformismo” di Gesù che ha fame, sete, è ammalato o in carcere. Eppure, l’essenza del Vangelo è proprio qui: il Dio del tempio, della morale, della teologia è il Dio incarnato in ogni uomo; l’ossequio, la lode, la preghiera hanno il loro valore sia nel tempio sia nel servizio, Il nostro Dio profuma di incenso ma anche odora di povertà. Il riconoscerlo non è neanche avere sempre la coscienza di vederlo, è lasciare che l’amore che Lui ci ha donato si manifesti nella concretezza dell’attenzione al prossimo.

 

 

MARTEDI’ 28 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Romano

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE DI GESU', PADRE MIO, PADRE DI TUTTI.

 

HANNO DETTO: Non è dato ad ognuno di salire su di un trono, ma è dato a tutti salire su di un altare. (Bossuet)

SAGGEZZA POPOLARE: L’arte deve disturbare, la scienza deve rassicurare.

UN ANEDDOTO: Una fragola e una violetta erano nate l'una accanto all'altra. Crescendo vicine, erano presto diventate amiche e trascorrevano molto tempo a chiacchierare insieme. Un giorno di piena estate, quando il timido fiore si apri e il dolce frutto maturò, le due amiche si confidarono vicendevolmente il sogno più segreto del loro cuore. La fragolina disse alla violetta: - Sai, mi dispiace così tanto stare qui nascosta all'ombra delle foglie! Vorrei affacciarmi fuori per vedere la bellezza del mondo! Allora, insieme, si fecero coraggio e decisero di uscire dal nascondiglio e allungare il collo oltre il mantello verde delle foglie. La violetta apri lo sguardo pieno di meraviglia attorno a sé, mentre la fragolina mostrava vanitosa il suo rosso sorriso. Passò di là, in volo, il merlo ignaro ed esclamò: - Oh! che bella violetta! - mentre col becco, lesto, rubò la fragolina. (Elena Bono)

PAROLA DI DIO: Is 55,10-11; Sal 33; Mt 6,7-15

 

Vangelo Mt 6,7-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi, infatti, perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi, ma, se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe». Parola del Signore

 

“VOI DUNQUE PREGATE COSI’…”.

Fin dal Mercoledì delle Ceneri, quando abbiamo deciso questo pellegrinaggio, ci siamo detti che una delle poche ma essenziali cose da portarci dietro era la preghiera. La liturgia di oggi viene proprio a purificare un po’ la nostra idea di preghiera e il nostro modo di pregare. I maestri di spiritualità hanno detto tante cose sulla preghiera e noi ne prendiamo atto: la preparazione, il raccoglimento, il luogo adatto, le posizioni da assumere, la lectio biblica, la revisione di vita, i silenzi, la liturgia… grazie! Ma che cos’è la preghiera?

Non sono un maestro di spiritualità, ma mi permetto, per i tentativi della mia povera esperienza, di dire che la preghiera è un movimento. Puoi essere anche inginocchiato nella tua stanzetta, ma se la preghiera non è movimento, forse non stai pregando. La preghiera è un movimento che parte da lontano: è Dio che si mette in moto per venirci a cercare. E’ la Parola di Dio che crea, è  lo “Spirito di Dio che aleggia sulle acque”, è l’ ‘alito di Dio’ che dà vita ad Adamo, è Dio che al crepuscolo va a passeggiare nell’Eden chiacchierando amichevolmente con la sua creatura, è lungo il filo della storia della salvezza, mai interrotto, che Dio continua a proporre se stesso all’uomo attraverso i patriarchi e i profeti  che parlano ed agiscono in nome suo mentre uomini sordi e ciechi non sanno cogliere la sua presenza, è Dio che si fa parola con Gesù e che parla con tutto se stesso ai suoi contemporanei e a noi. È Dio che ancora oggi ci cerca, ci parla attraverso la natura, la storia, Gesù, i Sacramenti, la Chiesa. Prima di pensare a ciò che devo dire nella preghiera, devo rendermi conto del movimento di Dio verso di me. È Dio che ha qualcosa da dirmi e da darmi, prima di tutto. E poi ci sono io in movimento. La mia vita è tutto un movimento, un cammino, una serie di incontri. Io non sono più lo stesso di ieri, ed eccomi, allora con il mio ‘ieri, oggi e domani’ davanti al mio Creatore, al mio Padre che scopro innamorato di me. Tra due persone che si vogliono bene tutto parla del loro amore. Sarebbe assurdo se un fidanzato innamorato cotto della sua ragazza dicesse durante la giornata: “Adesso mi preparo il discorso da fare alla mia ragazza questa sera: primo punto, secondo, terzo…” Il movimento mio è portare tutto me stesso davanti a Dio. Riscoprire il mio essere creatura bisognosa nelle mani di un Padre. Ma se la preghiera è movimento di Dio verso me, è movimento mio verso Lui, c’è ancora un terzo movimento essenziale: dopo aver pregato non posso più essere lo stesso di prima; l’incontro, l’ascolto, le parole, i silenzi, lo Spirito devono avermi cambiato e devono spingermi ad agire in un modo diverso, più consapevole, più in assonanza con Dio. Se dopo la preghiera dentro di me non si è mosso nulla, se esco dall’Eucarestia uguale a come sono entrato, non ho pregato, ho fatto dei gesti, detto parole ma non ho pregato. La preghiera è un motore propulsore della vita, è la serenità di un incontro che ti spinge ad altri incontri. Tu hai portato a Dio l’uomo e Dio, con la sua forza, ora manda te dall’uomo. Se vista così la preghiera è tutt’altro che un affare di sacrestia, di colli torti, di biascicamenti di parole, è gioia, movimento, fantasia.

 

 

 

 

 

 

 

Archivio