Archivio

 
     
     

SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

http://digilander.libero.it/don_franco_web

a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

GENNAIO 2023

 

DOMENICA 1° GENNAIO: MARIA SANTISSIMA, MADRE DI DIO

Tra i santi ricordati oggi: San Fulgenzio, vescovo; Santa Franca; San Guglielmo da Volpiano.

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTO AVVENGA PER GESU' CRISTO, NOSTRO SIGNORE. AMEN.

 

HANNO DETTO: Quando riceviamo una grazia divina, dobbiamo persuaderci che qualcuno l’ha pagata per noi. (Iginio Giordani)

SAGGEZZA POPOLARE: Impara la lezione dell’albero: l’albero sopporta tutto il calore del sole e dà agli altri la freschezza della sua ombra. (Detto indiano).

UN ANEDDOTO: Da un discorso del poeta Eliot: “Fate attenzione a tutto quello che pensate. Pensate cose belle e cose buone, perché le dita dei vostri pensieri modellano senza tregua il vostro volto”.

PAROLA DI DIO: Nm 6,22-27; Sal 66; Gal 4,4-7; Lc 2,16-21

 

Vangelo Lc. 2,16-21

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, i pastori andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro. Quando furono passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.

 

“GLI FU MESSO IL NOME GESÙ”

Oggi è Capodanno, ed è la festa del nome di Gesù; il nome col quale egli era stato chiamato dall'angelo, annota l'evangelista Luca, ancor prima di essere concepito da Maria. È bello, è di buon augurio poter iniziare un nuovo anno, ed ogni nostra giornata, nel nome di Gesù, che significa 'Salvatore'. La speranza cristiana è tutta riposta in questo bambino, che non solo si chiama, ma è realmente il nostro 'Salvatore', anzi l'unica salvezza senza illusioni. Gesù salvatore basta e avanza; con noi però c'è anche Maria, la madre del bambino: oggi, infatti, è la solennità che la celebra madre di Dio. Con Gesù e con Maria, dunque, l'anno che oggi comincia certamente sarà un 'buon anno'.

 

 

LUNEDI’ 2 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Basilio e Gregorio Nazianzeno; S. Adalardo di Corbie.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, LA VERA UMILTA'.

 

HANNO DETTO: La vecchiaia deve essere il porto, non il naufragio di una vita nobile. (S. Ambrogio)

SAGGEZZA POPOLARE: O Signore, converti il mondo, cominciando da me. (Preghiera cinese)

UN ANEDDOTO: Sulla tomba di un bimbo: “Visse assai perché non seppe di vivere”. Sulla tomba di un vecchio: “Non visse assai perché non seppe vivere.

PAROLA DI DIO: 1Gv 2,22-28; Sal 97; Gv 1,19-28

 

Vangelo Gv 1, 19-28

Dal vangelo secondo Giovanni.

Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betania, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando. Parola del Signore

 

GIOVANNI RISPOSE LORO: IO BATTEZZO NELL’ACQUA. IN MEZZO A VOI STA UNO CHE VOI NON CONOSCETE, COLUI CHE VIENE DOPO DI ME: A LUI IO NON SONO DEGNO DI SLEGARE IL LACCIO DEL SANDALO”.

Quanto mi piace questo Giovanni il battista che sa stare al suo posto. Ha ricevuto da Dio l’incarico di precorrere Gesù. Di preparare la strada, di gridare con autorità affinché la gente si converta e lui queste cose ha fatto vivendo prima di tutto nella sua vita la conversione che chiedeva agli altri. Ora, visto il suo ‘successo’, la solita ‘commissione di inchiesta’ mandata dai benpensanti timorosi che qualcosa del religioso sfugga dalle loro mani, cerca di adularlo: “Sei tu il Messia?”. Giovanni è categorico, non si arroga compiti non suoi, dice che non è degno di essere neanche lo schiavo del Messia: “Io devo diminuire affinché Lui cresca”.  Giovanni, “il più grande tra i nati di donna”, come lo definirà Gesù stesso, fa spazio al suo Signore e lo farà fino al punto di anticipare, con il suo martirio, la croce di Gesù. Quanto è diverso l’atteggiamento di certi cristiani e di certa Chiesa quando invece di proporci Gesù o addirittura con la scusa di Gesù impongono sé stessi. “Solo nel nostro gruppo si prega nella maniera giusta”, “Se la pensi diverso da noi sei molto vicino all’eresia”.  Sapessimo tutti stare al nostro posto, dare con gioia ma con umiltà la nostra testimonianza e lasciare che Cristo operi nel modo migliore, lui che conosce i cuori. Qualche tempo fa ho lasciato tra l’esterrefatto e l’ho scandalizzato (ma lo rifarei di nuovo) una signora che mi raccontava di non aver quasi più tempo per la sua famiglia tante erano le “opere buone” che compiva nel nome di Gesù e che si meravigliava che di certe sue amiche che “perdevano tempo” in cose molto meno importanti o pregando. Le dissi: “Guarda che il mondo lo ha già salvato Gesù e quando pretendiamo di salvarlo noi siamo come un discepolo che vuole andare oltre al maestro e qui Pietro insegna: quando succede questo il minimo con cui può chiamarci Gesù e col nome Satana”.

 

 

MARTEDI’ 3 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Genoveffa; San Fiorenzo; Sant’Antero, papa.

Una scheggia di preghiera:

 

AGNELLO DI DIO CHE TOGLI IL PECCATO DEL MONDO, ABBI PIETA' DI NOI.

 

HANNO DETTO: Non conta che io sia in cima alla casa o nelle fondamenta, purché io sia fedele al mio posto nella costruzione della casa di Dio. (M. Quoist)

SAGGEZZA POPOLARE: Se qualcuno è troppo stanco per darti un sorriso, regalagli il tuo. Un sorriso fatto ai vivi è meglio di una fontana di lacrime sulla tomba dei morti. (Proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Un giorno si avvicinò a Pio X, quando era ancora vescovo, un tale che, ipocrita matricolato si dava delle arie di santità, mentre si sapeva che era un furfante. Il vescovo gli offrì del tabacco da fiutare. “Oh, eccellenza! - rispose l'ipocrita – Io non ho questo vizio!”. “Lasci andare – rispose Papa Sarto – perché se fosse un vizio, avrebbe anche questo!”

PAROLA DI DIO: 1Gv 2,29-3,6; Sal 97; Gv 1,29-34

 

Vangelo Gv 1, 29-34

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio». Parola del Signore

 

“ECCO L’AGNELLO DI DIO, ECCO COLUI CHE TOGLIE IL PECCATO DEL MONDO”.

Mi è sempre piaciuto questo modo con cui Giovanni definisce Gesù. Per me, cittadino, l’agnello è davvero il simbolo dell’innocenza, della mitezza, ma il termine ‘agnello’ in un popolo come quello ebraico aveva valenze immediate che noi dobbiamo riscoprire.

In un popolo che viveva in gran parte di pastorizia, l’agnello era il frutto desiderato, aspettato, benedizione di Dio, garanzia di continuità del gregge. Gesù è dunque la primizia, il frutto più bello e più puro dell’Alleanza tra Dio e il suo popolo ed è la garanzia della continuità della benevolenza di Dio.

Ma l’agnello rimandava al Tempio e alla storia di Israele. Dio aveva gradito i sacrifici di agnelli di Abele, Dio aveva indicato nel sangue dell’agnello di quella prima Pasqua in Egitto, il segno della liberazione dal male e l’inizio del cammino verso la terra promessa. Gesù diventa dunque il sacrificio gradito a Dio, Colui che con il suo sangue ci libera dalla morte e ci conduce alle promesse di Dio inserendoci nel suo Regno. Prima di ricevere l’Eucaristia, il sacerdote ci mostra l’Ostia e ci dice: “Ecco l’Agnello di Dio”, e ancor prima, per tre volte, noi invochiamo l’Agnello di Dio perché abbia pietà di noi e ci doni la pace. Colui che andiamo a ricevere è davvero l’agnello mite che ha offerto per noi il sangue e che nel pane eucaristico si lascia consumare, mangiare da noi, perché possiamo riceverne la forza per intraprendere “il santo viaggio” cioè il pellegrinaggio della nostra vita verso Dio

 

 

MERCOLEDI’ 4 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Celso, vescovo; Santa Elisabetta di Seton.

Una scheggia di preghiera:

 

MAESTRO, DOVE ABITI?

 

HANNO DETTO: I martiri nascono quando muoiono, cominciano a vivere con la fine, vivono quando sono uccisi, brillano nel cielo essi che sulla terra erano creduti estinti. (S. Pier Crisologo)

SAGGEZZA POPOLARE: Con la legna che raccogli da giovane, potrai cucinare quando sarai vecchio. (Prov. Togo)

UN ANEDDOTO: L'antica credenza per cui le voglie di fragola comparirebbero sui bambini le cui madri durante la gravidanza non hanno potuto soddisfare la voglia di mangiare fragole, è soltanto una superstizione. A tale proposito lo scrittore francese Anatole France osservò: “Devo ancora vedere un bambino con una voglia di collana di perle!”

PAROLA DI DIO: 1Gv 3,7-10; Sal 97; Gv 1,35-42

 

Vangelo Gv 1,35-42

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbi – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro. Parola del Signore

 

“E I SUOI DUE DISCEPOLI, SENTENDOLO PARLARE COSÌ, SEGUIRONO GESÙ.”.

Sono talmente tanti gli spunti di riflessione che il Vangelo di oggi ci offre che mi accontento di sottolinearne telegraficamente alcuni. Ciascuno si soffermi su quello che in questo momento ha maggior riferimento alla propria vita. Giovanni indica Gesù come l’agnello di Dio e due dei suoi discepoli si mettono a seguirlo. Davvero Giovanni è colui che non predica per sé stesso, che non è geloso, che non si tiene i suoi discepoli ma è colui che indica Gesù e che gioisce quando i suoi discepoli incontrano Lui. “Chi cercate?”

Gesù non è molto accogliente a prima vista. Questi due discepoli vanno dietro a Gesù e chissà cosa si aspettano! Forse sperano che Gesù sorrida loro, li incoraggi, dica: "Finalmente due discepoli!". Macché: Gesù li gela con questa domanda inquietante: "Cosa volete? Cosa cercate?" È la prima parola che dice Gesù nel vangelo di Giovanni, ed è una parola scomoda: cosa cerchiamo quando cerchiamo Dio? Cosa vogliamo da lui? Sicurezza? Consolazione? Vogliamo che esaudisca le nostre richieste?

“Rabbi, dove abiti?”

È il desiderio di stare con Lui. Poco importa se è nella gioia o nella pena, nel lavoro o nell'inattività: l'essenziale è di essere con lui in ogni momento. Se lui abita nella gioia, saremo nella gioia; se lui ci invita ad abitare nella pena, andremo nella pena, che con lui è illuminata; se ci dà di agire, agiremo con lui; se preferisce farci immobili nella malattia o nella prova, rimaniamo in pace, perché siamo con lui. “Abbiamo trovato il Messia”. Una gioia profonda non può rimanere nascosta, se no non è una gioia. Se davvero hai incontrato Gesù non puoi tenertelo per te devi dirlo ad altri perché l’amore di Dio più lo condividi più si moltiplica. “Tu sei Simone, ti chiamerai Pietro”. L’incontro con Gesù cambia la vita. Gesù non solo cambia il nome a Pietro ma indica che Pietro d’ora in poi sarà diverso dal pescatore di pesci Simone. Continuerà ad avere le caratteristiche umane di Simone ma diventerà la pietra su cui la comunità si potrà serenamente fondare… Attenzione perché se incontri davvero Gesù la tua vita cambia.

 

 

GIOVEDI’ 5 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Edoardo, Re; Santa Emiliana; San Simeone, Stilita.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TOCCACI IL CUORE AFFINCHE' CREDIAMO IN TE.

 

HANNO DETTO: La salvezza delle anime si compie più con le ginocchia che con tutto il resto. (Don Orione)

SAGGEZZA POPOLARE: A scodelle piene, tutti si vogliono bene

UN ANEDDOTO: In uno sperduto angolo del regno d'Etiopia, viveva un re che amava le favole più di ogni altra cosa al mondo. Diventato vecchio, però, si annoiava perché ormai le conosceva tutte. Così un giorno fece annunciare in tutto il Paese che avrebbe dato il titolo di principe a chiunque gli avesse saputo raccontare una favola nuova, in grado di suscitare la sua attenzione e la curiosità di conoscere il finale. Numerosi cantastorie vennero da tutti gli angoli del reame e dai Paesi vicini, ma nessuno riuscì ad interessare le orecchie reali, sempre tristi e distratte. Un giorno un povero contadino bussò alle porte del palazzo per raccontare al vecchio re la storia di un agricoltore che aveva ammassato nel suo granaio il raccolto più ricco della sua vita. Ma c'era un piccolo buco nel granaio e, quando tutto il grano fu portato dentro, una formica vi entrò e portò via un chicco. «Molto interessante, continua" disse il re. Il contadino proseguì: «Il secondo giorno un'altra formica passò nel buchino e portò via un altro chicco di grano, il terzo giorno accadde la stessa cosa...». Il re era ormai molto preso dalla storia del contadino e chiese di tagliare corto sui dettagli per sapere come andava a finire tutto quel via vai di formiche nel granaio. «Vai avanti, non mi annoiare!», urlò il re rosso in viso. Ma il contadino continuava. «Basta! Vai avanti!», ordinò il re. Il contadino sembrava sordo e proseguiva con la sua cantilena di formiche e chicchi di grano. Si interruppe per dire: «Mio re, questa è la parte più importante della storia: il granaio è ancora pieno di chicchi di grano». Allora il sovrano esclamò: «Hai vinto tu! Ho capito che bisogna saper ascoltare gli altri con pazienza e umiltà. I racconti più belli non sono quelli che ci stupiscono con grandi eventi, ricchezze, rivoluzioni e storie d'amore impossibili. Sono quelli che, come succede nella vita di ogni giorno, ci fanno sperare di riuscire a vedere i risultati dei nostri sforzi». Così il contadino divenne un principe e nacque il proverbio: «Un granello alla volta si costruisce una fortuna».

PAROLA DI DIO: 1Gv 3,11-21; Sal 99; Gv 1,43-51

 

Vangelo Gv 1,43-51

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nazareth». Natanaèle gli disse: «Da Nazareth può venire qualcosa di buono». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù, intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbi, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo». Parola del Signore

 

“PRIMA CHE FILIPPO TI CHIAMASSE, IO TI HO VISTO QUANDO ERI SOTTO QUELL'ALBERO DI FICHI”.

Chissà che cosa faceva Bartolomeo di tanto importante, sotto quel fico, se questa rivelazione di Gesù lo porta addirittura alla fede? Avrà pregato, peccato, dormito? Certamente era qualcosa di molto personale che è diventata occasione da parte di Gesù per toccargli il cuore. Quello che invece interessa a noi, guardando a questo episodio della vita di Bartolomeo, è vedere il suo cammino di fede. Bartolomeo, come lo definisce Gesù è “un vero israelita” in cui non c’è falsità, cioè è una persona onesta che cerca la verità e che desidera adeguare la sua vita ad essa. Bartolomeo è anche uno che nel suo cammino non pensa di poter fare tutto da solo: accetta l’invito di Filippo che lo porta da Gesù. In questo incontro, poi, è disponibile a lasciarsi toccare sul vivo da Gesù, e quando questo avviene è disponibile all’accoglienza e alla conversione. Anche il nostro cammino di fede, se vuol essere valido, può, muoversi su queste strade: una ricerca sincera, l’umiltà di farci aiutare dai fratelli, la disponibilità a lasciarci toccare e convertire da Gesù.

 

 

VENERDI’ 6 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Epifanio Vescovo, San Macario lo Scozzese.

Una scheggia di preghiera:

 

MOSTRACI IL TUO VOLTO, O SIGNORE, E SAREMO SALVI.

 

HANNO DETTO: Se non direte mai cose che facciano dispiacere a qualcuno, non potrete affermare di avere sempre detto la verità. (Dott. Schwaitzer).

SAGGEZZA POPOLARE: La ricchezza è come il letame: accumulata puzza, sparsa ingrassa.

UN ANEDDOTO: Tre giovani avevano compiuto diligentemente i loro studi alla scuola di grandi maestri. Prima di lasciarsi fecero una promessa: avrebbero percorso il mondo e si sarebbero ritrovati, dopo un anno, portando la cosa più preziosa che fossero riusciti a trovare. Il primo non ebbe dubbi: partì alla ricerca di una gemma splendida ed inestimabile. Attraversò mari e deserti, salì sulle montagne e visitò città fino a quando non l'ebbe trovata: era la più splendida gemma che avesse mai brillato sotto il sole. Tornò allora in patria in attesa degli amici. Il secondo tornò poco dopo tenendo per mano una ragazza dal volto dolce ed attraente. "Ti assicuro che non c'è nulla di più prezioso di due persone che si amano" disse. Si misero ad aspettare il terzo amico. Molti anni passarono prima che questi arrivasse. Era infatti partito alla ricerca di Dio. Aveva consultato i più famosi maestri di spiritualità esistenti sulla terra, ma non aveva trovato Dio. Aveva studiato e letto, ma senza trovare Dio. Aveva rinunciato a tutto, ma Dio non lo aveva trovato. Un giorno, stremato per il tanto girovagare, si abbandonò nell'erba sulla riva di un lago. Incuriosito seguì le affannate manovre di un'anatra che in mezzo ai canneti cercava i piccoli che s'erano allontanati da lei. I piccoli erano numerosi e vivaci, e sino al calar del sole l'anatra cercò, nuotando senza posa tra le canne, finché non ebbe ricondotto sotto la sua ala l'ultimo dei suoi nati. Allora l'uomo sorrise e fece ritorno al paese. Quando gli amici lo rividero, uno gli mostrò la gemma e l'altro la ragazza che era diventata sua moglie, poi pieni di attesa, gli chiesero: "E tu, che cosa hai trovato di tanto prezioso? Qualcosa di magnifico, se hai impiegato tanti anni. Lo vediamo dal tuo sorriso...". "Ho cercato Dio" rispose il giovane. "E lo hai trovato? È per questo che hai impiegato così tanto tempo?" chiesero i due, sbalorditi. "Sì, l'ho trovato e se ho impiegato tanto tempo era perché commettevo l'errore di andare a cercare Dio, mentre in realtà, era Lui che stava cercando me..."

Non devi fare molto, tu. Solo lasciarti trovare da Dio. Lui ti sta cercando.

PAROLA DI DIO: Is. 60,1-6; Sal. 71; Ef. 3,2-3.5-6; Mt. 2,1-12

 

Vangelo Mt 2,1-12

Dal Vangelo secondo Matteo

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: “Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo”. All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: “A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele. Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: “Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo”. Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese. Parola del Signore

 

“E DOMANDAVANO: “DOV'È IL RE DEI GIUDEI CHE È NATO? ABBIAMO VISTO SORGERE LA SUA STELLA, E SIAMO VENUTI PER ADORARLO”

Mi ha sempre riempito di stupore questo duplice atteggiamento dei magi. Sono ricercatori della verità e per questa si muovono fidandosi di un segno da loro letto ed interpretato, ma sono anche umili da chiedere informazioni. Dio si rivela ma a coloro che lo cercano con l’intelligenza e con le gambe, ma anche a coloro che non hanno la presunzione di trovarlo con le loro forze, ma sanno stendere la mano, chiedere ad altri. Se cerchi Dio, la sua verità, devi imparare a vederne i segni in te e fuori di te, devi uscire dal tuo guscio di autosufficienza e soprattutto non devi essere presuntuoso, chiedi umilmente: forse la verità tanto desiderata brillerà come una stella proprio là dove tu non te lo immagini.

 

 

SABATO 7 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Luciano, Martire, San Raimondo da Peñafort, S. Crispino

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE FA' CHE LE BUONE PAROLE CORRISPONDANO SEMPRE CON LE BUONE OPERE.

 

HANNO DETTO: Non basta vivere, occorre precisare per che cosa si vive. (A. Heschel)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi vuol piangere, non ha bisogno di spettatori.

UN ANEDDOTO: Abbi il coraggio di osare con Dio! Provaci! Non avere paura di Lui.

Abbi il coraggio di rischiare con la fede!

Abbi il coraggio di rischiare con la bontà!

Abbi il coraggio di rischiare con il cuore puro!

Compromettiti con Dio, e vedrai che la tua vita diventa ampia e illuminata, non noiosa ma piena di infinite sorprese, perché la bontà infinita di Dio non si esaurisce mai!

PAROLA DI DIO: 1Gv 3,22-4,6; Sal 2; Mt 4,12-17.23-25

 

Vangelo Mt 4,12-17. 23-25

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nazareth e andò ad abitare a Cafarnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Neftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: «Terra di Zàbulon e terra di Neftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta». Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decapoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano. Parola del Signore

 

GESÙ PERCORREVA TUTTA LA GALILEA, INSEGNANDO NELLE LORO SINAGOGHE, ANNUNCIANDO IL VANGELO DEL REGNO E GUARENDO OGNI SORTA DI MALATTIE E DI INFERMITÀ NEL POPOLO.”.

La testimonianza di Gesù avviene tra predicazione e gesti concreti di liberazione. E con questo Gesù indica anche a noi la strada della testimonianza. L’annuncio gioioso (il Vangelo) che ogni cristiano deve fare è parlare del Regno e testimoniarlo con opere concrete di salvezza. È Gesù stesso che salva; il cristiano, con la sua persona, non può non essere una parola di questa salvezza avvenuta. Un cristiano che con la sua vita non è concretamente questa parola, un cristiano che non dice niente a nessuno è solo “sale che ha perso il suo sapore e che non serve ad altro che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini”. E la testimonianza, qual è? Liberare dal male, cioè offrire concreti gesti di speranza al mondo. Guardiamo ai santi: parlavano di Dio con le labbra e con la vita che era segno continuo di attenzione all’uomo, di donazione, di amore.

 

 

DOMENICA 8 GENNAIO: BATTESIMO DEL SIGNORE ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: San Massimo di Pavia; San Severino del Norico.

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTO CON CRISTO, PER CRISTO, IN CRISTO.

 

HANNO DETTO: “Basta una massima ben meditata a fare un santo”. (S. Alfonso)

SAGGEZZA POPOLARE: Corpo satollo, non crede al digiuno.

UN ANEDDOTO: Compendio della vita per un pessimista: durante la vita l'uomo respira, aspira, cospira, sospira, traspira e.…spira.

PAROLA DI DIO: Is 42,1-4.6-7; Sal 28; At 10,34-38; Mt 3,13-17

 

Vangelo Mt 3,13-17 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento». Parola del Signore

 

QUESTI È IL FIGLIO MIO, L’AMATO: IN LUI HO POSTO IL MIO COMPIACIMENTO”.

Quanti cristiani senza Cristo! Molti chiedono il Battesimo per i propri figli solo per tradizione. Si fa la prima Comunione per la festa e per il vestito. “Andiamo a sposarci in chiesa perché è una cerimonia commovente e vengono delle belle foto” ... “Ma chi è Gesù Cristo per te?” “Un grand’uomo... uno che ha detto parole belle, qualcuno inventato dai preti perché fa loro comodo…”. Non si può usurpare così il nome di cristiani. E non lo si può usurpare neppure usandolo per diventare casta, sette, per sentirci in grado di poter giudicare gli altri. “Questo è il mio Figlio diletto”: l’indicazione è chiara, non possiamo fare a meno di Lui; con Lui devi incontrarti o scontrarti. È solo “con Cristo, per Cristo, in Cristo” che puoi giungere al Padre.

 

 

LUNEDI’ 9 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Adriano, Abate; Santi Giuliano e Balista, Martiri; S. Marcellino.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' RENDICI ATTENTI ALLE TUE CHIAMATE PER OGGI.

 

HANNO DETTO: Nostro Signore Gesù Cristo prega per noi, come nostro Sacerdote, prega in noi, come nostro Capo, è pregato da noi, come nostro Dio. Perciò noi preghiamo Lui, per mezzo di Lui e in Lui. (Sant'Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando la fame è antica, ogni crosta è mollica.

UN ANEDDOTO: “Che vita amara quella del primo ministro!”, diceva Churchill in certi momenti di sconforto. Poi si riprendeva e diceva: “Veramente dovrei dire quello che ho letto in un libro indiano: La vita è dolce come il miele; soltanto è un miele che ci tocca leccare su di una spina”.

PAROLA DI DIO: Eb 1,1-6; Sal 96; Mc 1,14-20

 

Vangelo Mc 1,14-20

Dal vangelo secondo Marco

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. Subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui. Parola del Signore

 

"VI FARÒ DIVENTARE PESCATORI DI UOMINI”.

Quante volte nella predicazione abbiamo sentito questa frase a proposito di vocazioni. Ed ogni volta che questa parola suona alle nostre orecchie la prima immagine che ci viene in mente è che la vocazione sia qualcosa di tipico ed esclusivo di preti e suore: non è così: tutti abbiamo una vocazione. Prima o poi nella nostra vita ci siamo incontrati (o scontrati) o ci incontreremo con lo sguardo di Cristo che ci ama e con la sua voce che in modi molto diversi ma personali ci chiede di seguirlo. È sempre Lui che ha l'iniziativa. Ma seguirlo che cosa significa? Direi, prima di tutto, saper ascoltare; saper discernere la sua voce in mezzo alle mille voci del nostro mondo, significa anche un distacco (anche se solo apparente: il discepolo non è qualcuno che ha lasciato qualcosa, ma uno che ha trovato Qualcuno), significa una decisione. Da pescatori si diventa pescati da Gesù per diventare, nel suo amore, pescatori a modo suo. Gesù ci chiede un distacco da qualcosa, ma non si tratta di cambiar mestiere, si tratta di capire che seguendo quel Maestro si può imparare a pescare altro.

 

 

MARTEDI’ 10 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Agatone, Papa; S. Aldo; San Guglielmo di Burges

Una scheggia di preghiera:

 

NON ABBANDONARCI ALLA TENTAZIONE, MA LIBERACI DAL MALE E DAL MALIGNO.

 

HANNO DETTO: Puntate alla trasformazione dell’ambiente, non solo sulle persone. (G. Allamano)

SAGGEZZA POPOLARE: Gustando quel che c’è, si pranza come un re.

UN ANEDDOTO: Sei rinato se sai stupirti che ogni mattino ci sia la luce; se sei felice perché i tuoi occhi vedono, le tue mani sentono, i tuoi piedi camminano; se canti perché il tuo cuore batte. Sei rinato se pensi che oggi comincia il primo giorno della vita che ti resta. Sei rinato quando guardi persone e cose con occhi puri, quando riesci a ridere, quando sai gioire dei piccoli fiori semplici sul cammino della tua vita.

PAROLA DI DIO: Eb 2,5-12; Sal 8; Mc 1,21b-28

 

Vangelo Mc 1,21-28

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli, infatti, insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. Parola del Signore

 

ED ECCO, NELLA LORO SINAGOGA VI ERA UN UOMO POSSEDUTO DA UNO SPIRITO IMPURO E COMINCIÒ A GRIDARE, DICENDO: «CHE VUOI DA NOI, GESÙ NAZARENO? SEI VENUTO A ROVINARCI? IO SO CHI TU SEI: IL SANTO DI DIO!”.

Quando oggi si parla di indemoniati, molti sorridono, altri dicono che sono solo problemi psichici che la scienza può spiegare, altri vedono diavoli, indemoniati ed esorcisti ad ogni piè sospinto. Il sano equilibrio e la fede ci possono aiutare in questo.

Il male c’è ed opera nel mondo. Spesso l’uomo si trova legato. San Paolo stesso in una sua lettera diceva: “Vedo il bene e mi trovo a fare il male”. Quante volte mi accorgo che certe tentazioni sono invincibili con la mia sola forza. Il male e il diavolo anche senza appariscenze esteriori, operano. Ma se il diavolo si accanisce tanto è perché sa di essere già vinto. Tende ad allontanarci il più possibile da Dio perché ha paura di Lui. Se noi, senza spaventarci, riconosciamo la nostra debolezza e sappiamo rivolgerci a Colui che ha già vinto il male, veniamo liberati. Non è la nostra forza che vince il male, è il dito di Dio che caccia il diavolo, che guarda alla nostra debolezza e in noi può operare le sue meraviglie.

 

 

MERCOLEDI’ 11 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Igino; Santa Liberata; S. Paolino di Aquileia.

Una scheggia di preghiera:

 

SOLO CON TE, O SIGNORE, OGNI COSA HA SENSO.

 

HANNO DETTO: Non sospettate del vostro fratello: non avreste più il cuore puro! (San Giovanni della croce)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi si sposa per denari, sposa liti e giorni amari.

UN ANEDDOTO: “Tre liutai avevano fatto il loro lavoro per anni nello stesso isolato della piccola città di Cremona. Dopo anni di coesistenza pacifica, la bottega di Amati decise di mettere un cartello in vetrina che diceva: ‘Facciamo i migliori violini d'Italia.’ La bottega di Guarneri seguì subito l'esempio, e mise un cartello nella vetrina che diceva: ‘Facciamo i migliori violini del mondo.’ Alla fine, la famiglia Stradivari mise un cartello alla porta del negozio che diceva: ‘Facciamo i migliori violino dell'isolato’.

PAROLA DI DIO: Eb 2,14-18; Sal 104; Mc 1,29-39

 

Vangelo Mc 1,29-39

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demoni, ma non permetteva ai demoni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo, infatti, sono venuto!».  E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demoni. Parola del Signore

 

"AL MATTINO SI ALZÒ QUANDO ERA ANCORA BUIO, E USCITO, SI RITIRÒ IN UN LUOGO DESERTO E LÀ PREGAVA".

La televisione ci ha abituati a tutto e, pur di vendere spettacolo e detersivi riesce a mettere insieme le cose più disparate. Ricordo (una ventina di anni fa) una trasmissione (penosa!) in favore della vita. C'era gente dello spettacolo, cardinaloni e anche Madre Teresa di Calcutta. Mi ha stupito la sua presenza lì; certamente lei è la prima a cercare di salvare la vita di tanti bambini! Ma abbassarsi a questo tipo di spettacolo, sia pur per il bene di molti!... Tutte le volte che riprendevano il suo volto, durante lo spettacolo, sembrava essere assorta, impenetrabile. Poi, quando l'hanno fatta salire sul palco ho scoperto il suo segreto: essa aveva tra le mani un rosario che non aveva mai abbandonato, aveva continuato a pregare per tutto il tempo!

L'azione e la preghiera: se c'era una donna di azione al mondo, era proprio quella piccola fragile donnetta. Ma perché faceva tanto? Perché mentre le sue mani operavano, i suoi piedi correvano, il suo cuore era con Qualcun Altro e allora anche le sue opere erano di quel qualcun altro.

 

 

GIOVEDI’ 12 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Antonio M. Pucci; S. Arcadio.

Una scheggia di preghiera:

 

GESÙ', TI SEI FATTO PECCATO PER NOI, PER LIBERARCI.

 

HANNO DETTO: Ciò che Dio attende da te non sono i tuoi beni, ma te stesso. (Sant'Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: La gratitudine e il frumento crescono solo in buon terreno.

UN ANEDDOTO: Un giorno Dja' far Sadiq chiese ad Abu Hanifeh: - Come potresti definire l'uomo dotato di ragione? - Quello che sa distinguere il bene dal male. Osservò Sadiq: Anche gli animali sanno distinguere il bene dal male. - Qual è dunque l'uomo dotato di ragione? - chiese Abu Hanifeh. - Quello che, di due cose buone, sa riconoscere la migliore e, di due mali, sa riconoscere il peggiore.

PAROLA DI DIO: Eb 3,7-14; Sal 94; Mc 1,40-45

 

Vangelo Mc 1,40-45

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito, la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte. Parola del Signore

 

NE EBBE COMPASSIONE, TESE LA MANO, LO TOCCÒ”.

Quando noi usiamo frasi come: “Dio ci ha preso per mano”, spesso riusciamo a cogliere un senso di intimità, ma forse non comprendiamo fino in fondo che cosa voglia dire. Il Vangelo di oggi, attraverso la figura di Gesù che tocca il lebbroso per guarirlo, ci indica il significato profondo di Dio che attraverso Gesù “ci prende per mano”. Il lebbroso era, per il tempo di Gesù, il culmine del senso dell’emarginazione. La Bibbia stessa, nel libro del Levitico, ha delle norme precise e molto vessatorie nei confronti dei lebbrosi. La lebbra faceva paura, era intesa come castigo e maledizione, toglieva ogni possibilità di rapporto civile e religioso. Toccare un lebbroso significava “diventare lebbroso”, cioè incorrere in tutte quelle norme che riguardavano chi la malattia l’aveva davvero. Gesù per guarire il lebbroso, lo tocca, cioè si rende impuro, si contagia: ecco che cosa significa: "Dio in Gesù ci dà la mano”. La mano di Gesù non è la mano benedicente, asettica, lontana, è la mano di chi si è fatto peccato per noi; l’Agnello di Dio toglie il peccato del mondo perché se lo carica Lui sulle spalle. Il Corpo di Cristo inchiodato sulla croce ha inchiodato lì sopra il nostro peccato. Si è offerto Lui per noi. Dare la mano, dunque, significa questo: servire, compromettersi, aiutare. Simone di Cirene dà una mano a Gesù non quando gli dice: “Poveretto!”, ma quando, prendendo sulle sue spalle la sua croce ne sente tutto il peso e così allevia l’altro. Ama di più chi sceglie la legge o chi sceglie l’amore? Ama di più una Chiesa di “puri”, fedeli alle norme o quella di persone che accolgono, condividono, incoraggiano? È più fedele il confessore che a norma di codici, per salvaguardare l’ortodossia, nega l’assoluzione o colui che, con fatica, si fa carico di una sofferenza del penitente e con lui e con la forza della misericordia di Dio cerca una strada magari difficile ma che non uccide la speranza dell’uomo?

 

 

VENERDI’ 13 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Ilario; S. Goffredo; S. Remigio.

Una scheggia di preghiera:

 

SALVACI O SALVATORE, O SALVATORE DEL MONDO.

 

HANNO DETTO: Non parlate d’amore a vostro fratello: amatelo. (Sant'Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Se per bere, aspetti che l’acqua della palude sia limpida, finirai per morire di sete. (prov. Africano)

UN ANEDDOTO: C'era una volta un uomo pio che aveva un padre beone. Tutte le volte che si ubriacava, cadeva per strada e i ragazzini gli gettavano pietre, lo percuotevano e lo sbeffeggiavano. Il figlio ne aveva gran dolore e si augurava di morire. Tutti i suoi consigli, tutte le preghiere perché il padre smettesse di ubriacarsi non avevano esito. Ebbe infine l'idea di proporgli di bere quanto volesse, e del miglior vino della città, a condizione che restasse chiuso in casa. La proposta fu accettata e da quel giorno l'ubriaco fu servito a domicilio. Un giorno però, l'uomo pio vide un ubriaco lungo e disteso per strada. I ragazzi gli tiravano sassi e lo schernivano crudelmente. Allora si disse: «Devo portare qui mio padre perché veda questo spettacolo. Chissà che non smetta di bere”. Detto fatto. Ma quando il padre si trovò davanti all'ubriaco, si chinò e gli sussurrò all'orecchio: «Dimmi, dove hai scovato un vino così fantastico?”

PAROLA DI DIO: Eb 4,1-5.11; Sal 77; Mc 2,1-12

 

Vangelo Mc 2,1-12

Dal vangelo secondo Marco

Gesù entrò di nuovo a Cafarnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati». Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Alzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico – alzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!». Parola del Signore

 

"QUELLO SI ALZÒ E SUBITO PRESE LA SUA BARELLA, SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI SE NE ANDÒ."

Ci troviamo davanti a un uomo rifatto "di fuori" e "di dentro". Prima dipendeva dagli altri ora può prendere il suo lettuccio. Prima dipendeva dal proprio peccato ora può alzarsi in piedi e camminare come un uomo libero. Gesù viene a mettere accordo tra esteriore ed interiore. Troppe volte una falsa mistica ci invita a pensare soltanto all'interiore dell'uomo, al suo spirito come se l'esteriore, la corporeità fossero solo cose cattive. Altre volte il nostro mondo ci invita a pensare soltanto alla materia: godi di quello che hai! e ci porta a minimizzare l'interiore: a quello ci penserai quando sarai vecchio! L'uomo " in piedi" è colui che riesce, mettendosi nelle mani di Dio, a sapere che Dio lo ama e che lui è fatto a immagine e somiglianza di Dio nell'insieme della sua corporeità e spiritualità.

Allora lo amerò Dio con tutto il cuore quando saprò amarlo con tutto me stesso, e soprattutto quando saprò lasciarmi amare da Lui nell'intero mio essere.

 

 

SABATO 14 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Felice; S. Macrina l’Anziana; S. Saba.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, SONO POVERO DI TUTTO, MA TU PUOI TUTTO.

 

HANNO DETTO: Aiuta il prossimo con il quale cammini, per poter giungere a Colui con il quale desideri rimanere. (Sant'Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: La mano di un bambino non può arrivare alla trave del tetto, ma la mano di un adulto non può entrare nel collo stretto di un’anfora (prov. della Nigeria)

UN ANEDDOTO: Aristotele avrebbe potuto evitare l'errore di credere che le donne avessero meno denti degli uomini, se avesse semplicemente chiesto alla consorte di aprire la bocca. Non lo fece perché credeva di saperlo.

PAROLA DI DIO: Eb 4,12-16; Sal 18; Mc 2,13-17

 

Vangelo Mc 2,13-17

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti, infatti, quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori». Parola del Signore

 

ALLORA GLI SCRIBI DEI FARISEI, VEDENDOLO MANGIARE CON I PECCATORI E I PUBBLICANI, DICEVANO AI SUOI DISCEPOLI: «PERCHÉ MANGIA E BEVE INSIEME AI PUBBLICANI E AI PECCATORI?»”.

Fin da questi primi capitoli del Vangelo di Marco risulta chiaro lo scontro tra Gesù e i farisei, gli scribi, i sommi sacerdoti, insomma contro i rappresentanti della religione ufficiale. Scontro che culminerà nel fatto che saranno proprio questi a voler Gesù crocifisso. Innanzitutto, sfatiamo un troppo facile e qualunquistico dividere il mondo tra buoni e cattivi, pensiero molto lontano dalla mentalità evangelica. I farisei non erano ‘i cattivi‘. La loro dottrina era valida, legata alla Parola di Dio, essi erano coloro che avevano conservato la fedeltà al Dio dell’Antico Testamento. Erano loro che alimentavano la speranza messianica e il centro più vivo della pietà ebraica. Come mai, allora, Gesù è così duro nei loro confronti? E anche se davvero fossero peccatori, falsi, cattivi, Gesù non dice di essere venuto proprio per coloro che sono così?

Il guaio non sta in Gesù. Egli non fa preferenza di persona, va verso tutti, ma al suo richiamo si aprono solo quelli che l’esperienza della debolezza ha reso consapevoli del bisogno del perdono. L’orgoglio, la superbia, la presunzione del sapere religioso, l’ipocrisia, l’arroganza del potere ha reso queste persone impermeabili a Dio. Il Cristianesimo è compatibile con il peccato e la debolezza purché essi siano confessati, combattuti, respinti, ma è incompatibile con l’orgoglio anche se poggia su verità e valori incontestabili. Qui ci troviamo davanti al rifiuto di ricevere. Queste persone di ieri e di oggi sono ricche della loro scienza, della legge, della teologia, persino delle loro opere e della loro pietà, ma si chiudono al perdono di Dio perché pensano di non averne bisogno. Per questo Gesù è così duro nei loro confronti e dirà: “Le prostitute e i peccatori vi precederanno nel Regno dei cieli”. È così anche per noi: se ti senti povero nelle mani di Dio Egli ti farà ricco del suo perdono, delle sue grazie non perché poi tu ti inorgoglisca, ma perché impari a lodare e, a tua volta a donare con altrettanta misericordia e gratuità.

 

 

DOMENICA 15 GENNAIO: 2^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO A

Tra i santi ricordati oggi: San Cosma il Melode; San Faustino, Martire; San Mauro; San Romedio.

Una scheggia di preghiera:

 

AGNELLO DI DIO CHE TOGLI I PECCATI DEL MONDO, ABBI PIETA' DI NOI.

 

HANNO DETTO: Prima santi, poi missionari. (Giuseppe Allamano)

SAGGEZZA POPOLARE: Una persona buona, ha il cuore sereno. (prov. del Malawi)

UN ANEDDOTO: Un aquilone volava molto alto nel cielo. Un uccello in volo, incuriosito, lo raggiunse e quando vide che era legato con un filo, s'impietosì. - Poverino! - pensò - restare così legato alla terra! E, rapido, col becco spezzò il filo che lo teneva legato. Ma subito l'aquilone parve impazzire. Sbattuto dal vento sbandava in tutte le direzioni e la carta leggera di cui era fatto si strappava in più punti. Una sferzata di vento, infine, lo scaraventò a terra. L'uccello sgomento e tremante atterrò vicino a lui. - È terribile! cosa è successo? - esclamò - io pensavo di liberarti! Rispose l'aquilone ormai a pezzi: - Succederebbe la stessa cosa anche a te se qualcuno tagliasse il filo sottile che ti tiene legato al cielo, come io ero legato alla terra. Non era un legame di schiavitù o di morte, ma di libertà e di vita!

PAROLA DI DIO: Is 49,3.5-6; Sal 39; 1Cor 1,1-3; Gv 1,29-34

 

Vangelo Gv 1,29-34

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: “Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo! Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele”. Giovanni rese testimonianza dicendo: “Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio”. Parola del Signore

 

“ECCO L’AGNELLO DI DIO, ECCO COLUI CHE TOGLIE IL PECCATO DEL MONDO”.

Giovanni indicando Gesù come Agnello di Dio ci dà una teologia su chi sia Gesù. L’agnello scelto per il sacrificio a Dio è puro, scelto in mezzo al gregge. Gesù è l’unica risposta pura, pulita, totale che l’umanità può dare a Dio. L’agnello offerto significava tutta la realtà del popolo di Israele: il bello e il brutto, la fedeltà e le infedeltà. Gesù offre sé stesso, la sua bontà, la sua fedeltà al Padre, ma anche la nostra infedeltà al suo amore, i nostri peccati. Gesù è Colui che si è caricato il nostro peccato e che va “come agnello innocente al macello” per noi. Quando andiamo a Messa, il sacerdote, come Giovanni ci indica il Pane eucaristico dicendoci proprio queste parole: “Ecco l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”. Gesù continua ad offrirsi per noi per liberarci dal male e continua a farsi pane, a “farsi consumare” da noi per darci la sua vita.

 

 

LUNEDI’ 16 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Accursio; S. Tiziano; S. Marcellino I

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE NEL CUORE NON POSSO ESSERE PAUROSO E TRISTE.

 

HANNO DETTO: Nelle situazioni dubbie, è proprio del saggio rifarsi al giudizio degli altri più che al giudizio proprio. (San Bernardo)

SAGGEZZA POPOLARE: Non gettare via il bastone, prima di aver attraversato la palude. (prov. del Burundi)

UN ANEDDOTO: Il vanitoso vorrebbe assolvere sempre il ruolo del protagonista: perciò desidererebbe essere la sposa durante la celebrazione del matrimonio, l'oratore durante la predica e forse anche il cadavere durante i funerali solenni.

PAROLA DI DIO: Eb 5,1-10; Sal 109; Mc 2,18-22

 

Vangelo Mc 2,18-22

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno. Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!». Parola del Signore

 

“PERCHE’ I TUOI DISCEPOLI NON DIGIUNANO?”.

I farisei si scandalizzano perché vedono i discepoli di Gesù gioiosi, ‘poco seri’. Tutti i gruppi religiosi di quel tempo, senza escludere anche i discepoli di Giovanni, si riconoscevano facilmente dalla pratica di certi riti ascetici, fra i quali il più conosciuto era il digiuno. Gesù e i discepoli, che cominciano a fare un corpo unico, invece, “mangiano e bevono con i pubblicani”. Gesù risponde usando una categoria che è propria già di tutto l’Antico Testamento e che quindi farisei e scribi dovevano conoscere bene, anche se non l’utilizzavano. E la categoria è quella delle nozze: “Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro?”

È un esempio concreto, bellissimo. Nella Bibbia lo sposo è Dio. Lui è l’altra parte, senza la quale l’uomo è incompiuto e radicalmente solo. In Gesù si celebrano le nozze di Dio con l’umanità. Attraverso Gesù, l’uomo e Dio possono vivere in comunione e intimità di vita, formano una sola carne ed hanno un solo spirito. L’amore nuziale è il più bel modo per esprimere il nostro rapporto con Dio, nella sua forza esplosiva e nella sua intima tenerezza, nella sua gioia vitale e nella sua travolgente passionalità, nel suo rispetto disinteressato e nella sua fedeltà ad oltranza. Non si può allora non essere nella festa e nella gioia. Ecco lo scandalo della gioia!

Mi chiedo se noi, oggi, diamo ancora al nostro mondo questo scandalo. Chiariamo subito: gioia non significa ‘mangiare e bere bene’, godersi la vita alla faccia degli altri; gioia non significa neppure inalberare sorrisi ipocriti o beoti o far finta di non vedere il male che c’è nel mondo. Gioia è qualcosa di profondo che parte dal sapersi amati ‘esageratamente’ da Dio, gioia è ciò che non riduce la religione ad una serie di riti ripetitivi, stantii, noiosi. Questa gioia invade ancora le vie delle nostre città, le pagine dei giornali, le omelie dei sacerdoti, le parole dei politici che si definiscono cristiani? Gioia sono ancora parole e atteggiamenti di positività, di ottimismo, di speranza?

Il nostro mondo non sa gioire, camuffa la gioia con il godimento. Il mondo ha bisogno di cristiani che lo scandalizzino non tanto con nuove morali o nuove teologie, quanto con iniezioni continue di gioia vera.

 

 

MARTEDI’ 17 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Antonio, Abate; S. Giuliano; Santa Rosellina.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI SIGNORE A RITROVARE IL SENSO ANCHE DELLE BUONE ABITUDINI.

 

HANNO DETTO: La scienza senza la carità, gonfia. La carità senza la scienza sbaglia. (San Bernardo)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi sa maneggiare un remo, trova sempre posto in una canoa. (prov. della Tanzania)

UN ANEDDOTO: Un rabbino interrogò i suoi discepoli: - È più grave il peccato del corpo o quello dello spirito? - Il peccato dello spirito è il più grave - risposero alcuni. - No, il peccato del corpo è di gran lunga il più deprecabile - risposero altri. Il rabbino raccontò allora questa storia: «Un rozzo contadino e un dotto famiglio violarono una legge del regno. Il re decise di non punire il contadino e di infliggere invece un durissimo castigo al famiglio. Gli domandarono la ragione di questa preferenza. Il re rispose: "Il contadino può non sapere nulla delle leggi del mio regno, mentre il mio famiglio frequenta da sempre la mia casa, conosce perfettamente le leggi e, tuttavia, le ha violate. Solo lui merita un severo castigo". Dice il Signore: "Il corpo è tratto dalla terra e non sa nulla delle leggi del cielo; ma lo spirito è cittadino del cielo e ne conosce le leggi. Il peccato dello spirito è il più grave"»

PAROLA DI DIO: Eb 6,10-20; Sal 110; Mc 2,23-28

 

Vangelo Mc 2,23-28
Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!». E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato». Parola del Signore

 

“IL SABATO È STATO FATTO PER L’UOMO E NON L’UOMO PER IL SABATO”.

Quando le cose perdono il loro senso originale rischiano di diventare abitudini prive di ogni valore.

Anche oggi Gesù ci invita a continuare la riflessione di ieri ponendo però l’attenzione sull’osservanza del sabato ebraico e quindi indirettamente sul senso della preghiera. Il sabato è fatto per l’uomo, cioè il riposo, la lode di Dio, la preghiera, non sono una imposizione, un obbligo, una tassa da pagare, sono invece un dono, una possibilità, una grazia che ci viene offerta affinché possiamo davvero realizzarci in pienezza davanti a Dio. Il dire le preghiere del mattino e della sera, il recitare il rosario, l’andare a Messa possono essere ottime abitudini, attenzione però che non diventino solo abitudini. Sentite che cosa scriveva il Beato Claudio de la Colombiere a proposito di certi conventi: “Le case religiose sono piene di gente che al mattino si alza, va a Messa, alla preghiera, alla confessione, alla Comunione. Solo perché così si usa, perché suona la campana e ci vanno tutti gli altri. Ben difficilmente il loro cuore prende parte a quello che fanno. Hanno le loro piccole, ristrettissime visuali, i loro piccoli progetti di cui si occupano, mentre le cose di Dio non entrano più nelle loro menti tranne in particolari che non hanno importanza”. A Dio non cambia niente se noi lavoriamo o meno la domenica, cambia per noi se il nostro riposare doveroso si arricchisce di momenti di familiarità, di preghiera, di valori. La nostra preghiera non fa Dio più grande o più piccolo, ma siamo noi che ci riempiamo della lode, del ringraziamento, della meraviglia di un Dio così grande che si interessa a me, così piccolo. La preghiera, allora, non è una tassa ma un’esigenza per la mia vita, a Messa non ci vado perché se no Dio non è contento, ma perché non sarei ‘contento’ io ad aver sprecato un dono così grande.

E ancora un’altra cosa bellissima: a nessuno di noi piace essere un numero anonimo nella massa. Per Dio non siamo un numero, siamo persone, individui ben definiti, amati personalmente. L’Eucarestia è dono per tutti, ma dono particolare per me, la preghiera può essere comune o individuale, ma certamente può essere caricata da tutto quello che io, come individuo, porto dentro. Con Gesù, davvero, non esistono norme esteriori, ritualismi liturgici; con Gesù ogni cosa è unica e irripetibile.

 

 

MERCOLEDI’ 18 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Faustina e Liberata; S. Margherita d’Ungheria.

Una scheggia di preghiera:

 

MI INGINOCCHIO AI TUOI PIEDI GESU' PER ASCOLTARTI E ACCOGLIERTI.

 

HANNO DETTO: Dio non è più grande, se tu lo rispetti, ma tu sei più grande se lo servi. (Sant'Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Non sciupare legna anche se sei vicino al bosco. (prov. dello Zaire)

UN ANEDDOTO: Alcuni monaci attraversavano il deserto con il loro abate. Il novizio più giovane era stato incaricato di fare da guida nel pellegrinaggio. Ma nonostante la buona volontà aveva smarrito la strada. L'abate e gli altri fratelli si erano ormai resi conto che la loro guida aveva perso l'orientamento. L'anziano abate non desiderava umiliare o rimproverare il novizio davanti ai suoi fratelli. Tuttavia, continuare a camminare senza meta significava perdersi nel deserto e correre gravi rischi nella notte. L'abate, fingendo santamente, disse alla guida: - Fratello, sono molto stanco; non ce la faccio più! E gli altri monaci in coro: - Anche noi siamo sfiniti; fermiamoci qui! Al calar del sole il monaco anziano si appartò con la giovane guida e, insieme, riconsiderarono l'itinerario. L'indomani, alla luce del giorno, la guida ritrovò la pista giusta e condusse i fratelli a destinazione.

PAROLA DI DIO: Eb 7,1-3.15-17; Sal 109; Mc 3,1-6

 

Vangelo Mc 3,1-6

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Alzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire. Parola del Signore

 

"E I FARISEI USCIRONO SUBITO CON GLI ERODIANI E TENNERO CONSIGLIO CONTRO DI LUI PER FARLO MORIRE".

Può stupire: siamo solo al terzo capitolo del Vangelo di Marco e già ombre di morte cominciano ad avvolgere la figura di Gesù. C'è già chi congiura contro di Lui. Ci sono persone che non sanno leggere la novità del suo insegnamento, ma cercano in tutti i modi di farlo tacere: rovina la loro tranquillità, può creare degli inconvenienti politici, è un bestemmiatore, non rispetta leggi, forse è un sovversivo. La figura di Gesù crea subito divisioni, lo dirà Lui stesso: "Non sono venuto a portare la pace, ma la divisione". Davanti a Gesù si deve prendere posizione e le posizioni possono riassumersi in queste quattro. C'è chi accoglie Gesù: "Ho bisogno di una parola veramente nuova; sono povero, ho bisogno di salvezza, di perdono, di amore. Gesù è la risposta a questo!" Secondo atteggiamento, l'indifferenza: "lo mi faccio gli affari miei, non mi interessano le novità, sono comodo così".

Terzo atteggiamento, la superficialità: "E' una bella moda, andiamo a vedere lo stregone, è un bello spettacolo, rimanevano stupiti" ma non si convertivano". E il quarto atteggiamento è l'inimicizia: "Bisogna farlo fuori, non ci lascia tranquilli!". In quale di queste quattro categorie mi trovo?

 

 

GIOVEDI’ 19 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Mario e c.; S. Gavino; S. Abbondanza.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', TU SEI LA MIA VITA, ALTRO IO NON HO.

 

HANNO DETTO: Non è mai fatto bene, ciò che si fa contro voglia. (San Bernardo)

SAGGEZZA POPOLARE: Il sapere che non progredisce ogni giorno diminuisce ogni giorno. (prov. del Madagascar)

UN ANEDDOTO: Jarro sedeva mensa con Gabriele D'Annunzio e notando che mangiava poco ed era impensierito, gli domandò che avesse. Il poeta rispose: “Debbo avere qualche cosa; forse si tratta di un'indigestione”. Il giornalista puntualizzò: “Sì, un'indigestione di gloria: sei troppo pieno di te”.

PAROLA DI DIO: Eb 7,25 – 8,6; Sal 39; Mc 3,7-12

 

Vangelo Mc 3,7-12

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidone, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti, aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse. Parola del Signore

 

GLI SPIRITI IMPURI, QUANDO LO VEDEVANO, CADEVANO AI SUOI PIEDI E GRIDAVANO: «TU SEI IL FIGLIO DI DIO!»”.

“Figlio di una semplice donna, era nato in un oscuro villaggio. Crebbe in un altro villaggio dove lavorò come falegname fino a trent’anni. Poi per tre anni girò la sua terra predicando. Non scisse mai un libro. Non ottenne mai una carica pubblica. Non ebbe mai né una famiglia né una casa propria. Non frequentò l’università, non si allontanò più di duecento chilometri da dove era nato. Non fece nessuna di quelle cose che di solito si associano al successo. Aveva solo trentatré anni quando l’opinione pubblica gli si rivoltò contro. I suoi amici fuggirono. Fu venduto ai suoi nemici e subì un processo che era una farsa. Fu inchiodato a una croce in mezzo a due ladri. Mentre stava morendo i suoi carnefici si giocavano a dadi le sue vesti che erano l’unica proprietà che avesse in terra. Quando morì venne deposto in un sepolcro messo a disposizione di un amico mosso a pietà. Sono trascorsi venti secoli ed Egli è la figura centrale della storia dell’umanità. Neppure gli eserciti che hanno marciato, le flotte che sono salpate, i parlamenti che si sono riuniti, i re che hanno regnato, messi tutti assieme hanno influenzato la vita dell’uomo sulla terra quanto quell’Unica Vita regalata per Amore” (autore ignoto)

 

 

VENERDI’ 20 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Fabiano; S. Sebastiano, Martire; S. Eutimio, Monaco

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' AIUTAMI A STARE DOVE TU MI HAI MESSO.

 

HANNO DETTO: Due cose uccidono l’anima: la presunzione e la disperazione. Con la prima, si spera troppo; con la seconda, troppo poco. (Sant'Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: La liana non ha occhi, eppure sa arrampicarsi sugli alberi. (prov. dei Pigmei)

UN ANEDDOTO: IL MALATO

Venne la Morte a prenderlo. Egli disse: - Sto male. Non posso venire! Venne poi la Vita. Egli disse: - Sto male. Non posso venire! Venne infine l'Amore. Egli disse: - Vengo! Era guarito.

PAROLA DI DIO: Eb 8,6-13; Sal 84; Mc 3,13-19

 

Vangelo Mc 3,13-19 

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demoni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè “figli del tuono”; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì. Parola del Signore

 

“CHIAMO’ A SE QUELLI CHE VOLEVA”.

Gesù sceglie e chiama. Partecipa ad altre persone la sua forza e la sua autorità. Questi uomini sono presi dalla gente comune, con pregi e difetti, e sarebbe ingenuo e sbagliato idealizzare il gruppo che ne è uscito: non è una comunità di puri né un gruppo di educande. Il seguito del vangelo ce ne darà puntuale conferma. Ma perché Gesù ha scelto proprio questi e per di più dopo una notte di preghiera, di “consultazione” con il Padre e con lo Spirito Santo? La risposta, almeno all’apparenza sembra non esserci. Chissà perché Tommaso o Matteo e non quell’indemoniato guarito che avrebbe voluto seguire Gesù? Chissà perché persone che sentivano di essere chiamate al sacerdozio e sembravano averne le doti non ci sono riuscite impedite da mille cose e chissà come mai altri che avrebbero potuto essere buoni padri di famiglia o buoni imprenditori si sono trovati ad essere preti?

Siamo davanti al mistero della vocazione, di ogni vocazione. Se oggi io sono sposa, prete, vedova, se oggi io sono in questo luogo in questo posto, un motivo ci sarà sicuramente, se Dio è un Padre buono che vuole davvero il mio bene. È vero che certe situazioni dipendono dalla nostra libera volontà, è vero che potremmo anche aver sbagliato strada ma, ricordiamoci, in qualunque strada ci troviamo Dio non ci abbandona e in qualunque posto noi operiamo e viviamo Dio ha sempre qualcosa da darci ed anche qualcosa da chiederci e sa servirsi anche delle nostre debolezze e dei nostri errori se noi glieli sappiamo donare con serenità e semplicità. E poi, la scelta di Gesù si è proprio rivelata sbagliata? Quei poveri dodici, peccatori, che poco avevano capito di Lui non sono forse stati il seme, bagnato dal loro stesso sangue per cui anche noi oggi siamo Chiesa?

 

 

SABATO 21 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Agnese; S. Fruttuoso; S. Epifanio

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AIUTAMI A NON AMARTI PER ABITUDINE.

 

HANNO DETTO: È un atto di carità gridare al lupo quando si avvicina alle pecore. Così non si deve tacere quando i nemici di Dio e della sua Chiesa, possono far del male. (San Francesco di Sales)

SAGGEZZA POPOLARE: Cosa domanderesti al tuo Dio? Niente. Il bimbo nel seno di sua madre, cosa può domandare? È immerso in esso, non ha bisogno di nulla. (detto dei Pigmei)

UN ANEDDOTO: Uno zaddik molto amato per la sua infinita pazienza era visitato continuamente da discepoli e fedeli che gli chiedevano consigli spirituali. Ognuno lo pressava con la propria domanda e tutti gli rubavano il tempo che avrebbe dovuto dedicare allo studio e alla preghiera. Un giorno disse ad un gruppo di discepoli giunti a disturbarlo in un'ora inopportuna: - Il re David chiama lo zaddik una palma. Se non mi lasciate il tempo di dedicarmi alla Torà avrete davanti a voi non una palma, ma solo un albero secco. Da allora discepoli e visitatori si guardarono bene dal disturbare il maestro al di fuori delle ore stabilite. (Tradizione chassidica)

PAROLA DI DIO: Eb 9,2-3.11-14; Sal 46; Mc 3,20-21

 

Vangelo Mc 3,20-21

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé». Parola del Signore

 

“I SUOI USCIRONO PER ANDARE A PRENDERLO, POICHÈ DICEVANO: È FUORI DI SÉ”

“Padre, tutti mi vogliono bene, ma sono proprio i miei familiari che non mi capiscono”. È proprio questa una delle situazioni che maggiormente fa soffrire: tu hai contato che proprio i tuoi cari ti capissero, comprendessero quella tua parola, quella sofferenza, partecipassero alla tua gioia e invece sono loro che non ti capiscono, non partecipano ai tuoi entusiasmi, vogliono ricondurti al “buon senso”, alle tradizioni, alle abitudini. A Gesù è successo proprio così: le folle rimangono stupite del suo insegnamento, i farisei si accorgono della sua pericolosità e decidono di farlo fuori, i miracolati gioiscono per le grazie ricevute, e gli appartenenti al suo clan familiare gli danno del pazzo e vanno a cercare di ricondurlo alla “normalità”) ne va di mezzo il buon nome del parentado!

Quanti giovani uccisi nella loro fantasia e costruttività, da regole familiari ferree. Quante forme di ‘potere occulto’ esercitato per il ‘buon nome’, ‘la bella figura’, la banalità e l’imbecillità più assoluta!

E succede che a volte vogliamo imbrigliare la Parola di Dio nei nostri schemi e ci riduciamo a scimmiottare un cristianesimo che nel nome del “buon senso” e solo ipocrita religiosità. Dio è libero! L’uomo è stato liberato! Il Vangelo non è “buon senso”, e amore e l’amore non è mai buon senso!

 

 

DOMENICA 22 GENNAIO: 3^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO A

Tra i santi ricordati oggi: S. Vincenzo; S. Domenico di Sora; S. Gaudenzio di Novara

Una scheggia di preghiera:

 

SOLO TU, SIGNORE, PUOI TRASFORMARE LA MIA VITA.

 

HANNO DETTO: Se Dio ti lascia sbagliare è perché tu gli stringa la mano più forte. (S. Francesco di Sales)

SAGGEZZA POPOLARE: Ogni ferita lascia una cicatrice. (proverbio del Gabon)

UN ANEDDOTO: Si narra che Rabbi Tarfon era molto ricco ma poco generoso. Un giorno ricevette la visita di Rabbi Akiba che gli disse: - Vuoi che compri per te qualche villaggio? Rabbi Tarfon acconsentì e versò all'amico 4.000 pezzi d'oro. Ma Akiba, invece di fare l'acquisto promesso, distribuì l'intera somma agli studenti poveri. Dopo qualche tempo, Tarfon, incontrando Akiba, gli chiese se avesse effettuato l'acquisto e dove fossero i villaggi. Akiba rispose: - Vieni con me. Ti mostrerò i tuoi villaggi. Lo condusse in una scuola dove un allievo recitava dei salmi ad alta voce. Quando arrivò al versetto: "La carità di colui che dà ai poveri rimane in eterno" (Sal 112, 9), Akiba lo fermò e, rivolgendosi a Rabbi Tarfon, gli disse: - Ecco il villaggio che ti ho comprato. Rabbi Tarfon, commosso, lo abbracciò chiamandolo "mio Maestro". Ed a partire da quel giorno la sua generosità divenne proverbiale. Dall'Haggadah

PAROLA DI DIO: Is 8,23b-9,3; Sal 26; 1Cor1,10-13.17; Mt 4,12-23

 

Vangelo Mt 4,12-23

Dal vangelo secondo Matteo

Gesù, avendo saputo che Giovanni era stato arrestato, Gesù si ritirò nella Galilea e, lasciata Nazaret, venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare, nel territorio di Zàbulon e di Neftali, perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Il paese di Zàbulon e il paese di Neftali, sulla via del mare, al di là del Giordano, Galilea delle genti; il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata. Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino”. Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori. E disse loro: “Seguitemi, vi farò pescatori di uomini”. Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedeo, loro padre, riassettavano le reti; e li chiamò. Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono. Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando la buona novella del regno e curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. Parola del Signore

 

“GESÙ DISSE LORO: SEGUITEMI, VI FARÒ PESCATORI DI UOMINI”.

Che cosa può succedere sulle rive di un lago, tra un gruppo di pescatori? Nulla di straordinario, al di là della vita di ogni giorno. Eppure, proprio tra quelle barche, tra quegli uomini comuni passa Gesù e arriva una chiamata che cambia la vita di Andrea e dei suoi compagni. Quando, ragazzino, sentivo parlare di vocazione mi immaginavo la chiamata in modo solenne, almeno come quella di Mosè, davanti ad un roveto ardente, o quella di Samuele con tanto di voce che ti parla, all’interno del tempio, e con te, eroe, che puoi rispondere: “Eccomi, sono pronto a dare la vita per te”. Invece Gesù chiama nella quotidianità. Non ci sono tuoni e lampi, non c’è neppure la sicurezza umana di conoscere del tutto Colui che ti chiama o l’eroicità di una risposta. Non capisci neppure che cosa voglia chiederti, dicendo: “Ti farò pescatore di uomini”. Eppure, anche oggi c’è Lui con il mistero e il fascino della sua persona e delle sue parole. C’è Lui che non bada troppo al fatto se le tue mani sono pulite. C’è Lui che chiamandoti ti dice che si fida di te. Ti accorgerai, oggi, di Gesù che passa e chiama? Riuscirai ad abbandonare almeno qualcuna delle reti che ti tengono legato? Proverai anche tu il desiderio e la gioia, come Andrea di andare a dire a qualcun altro: “Guarda che ho incontrato il Messia”?

 

 

LUNEDI’ 23 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Emerenziana; S. Giovanni l’Elemosiniere, S. Amasio

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU PUOI TUTTO, TU PUOI SALVARMI.

 

HANNO DETTO: Chi non ha maestro che sé stesso, è discepolo di uno stolto. (San Bernardo)

SAGGEZZA POPOLARE: Si può dormire quando si ha fame, ma non quando si è in rotta con qualcuno (Proverbio Baluba)

UN ANEDDOTO: Un ladro tentò di rubare dal giardino di un rabbino un grande cesto di pesche mature. Il rabbino stava alla finestra e vide l'uomo affannarsi nell'impresa. Allora corse fuori e lo aiutò a caricarsi il cesto sulle spalle. I suoi familiari lo rimproverarono sbigottiti: - Sei pazzo! Tu stesso lo hai aiutato a portar via il cesto!? - Credete forse - disse il rabbino - che per il fatto che è un ladro, io non sia tenuto ad aiutarlo? (Tradizione ebraica)

PAROLA DI DIO: Eb 9, 15.24-28; Sal 97; Mc 3,22-30

 

Vangelo Mc 3,22-30   

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Belzebù e scaccia i demoni per mezzo del capo dei demoni». Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in sé stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in sé stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro sé stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro». Parola del Signore

 

"MA CHI AVRÀ BESTEMMIATO CONTRO LO SPIRITO SANTO, NON AVRÀ PERDONO IN ETERNO".

In tutto il mondo, ma specialmente tra noi italiani, il brutto vezzo della bestemmia è assai diffuso, per cui nell'interpretazione corrente con la parola "bestemmiatore" si intende colui che con parole offensive ingiuria Dio. Ma si può bestemmiare Dio in mille altri modi. La chiusura voluta e cosciente a Dio è una bestemmia, l'attribuire un'opera benefica di Dio al diavolo, come in questo caso del Vangelo è una bestemmia. Ma la grande bestemmia, quella contro lo Spirito Santo è il rifiuto esplicito e cosciente della realtà di Gesù come Messia e come Figlio di Dio. Perché questo peccato non può essere perdonato? Perché il peccato può essere perdonato solo se, riconoscendo che qualcuno può perdonarlo, ci si rivolge a lui per chiedere misericordia. Ecco perché da sempre si è pensato al peccato contro lo Spirito Santo come a quello di disperazione, cioè non aver alcuna speranza che Dio possa far qualcosa, che Lui sia un Padre buono, che ci sia su di noi un piano di amore e misericordia anche se a volte difficile da comprendere o nascosto.

 

 

MARTEDI’ 24 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Francesco di Sales; S. Feliciano da Foligno.

Una scheggia di preghiera:

 

PRENDIMI PER MANO, MARIA, E GUIDAMI NEL CAMMINO DELLA FEDE.

 

HANNO DETTO: Non sgomentatevi per le tentazioni. È buon segno che il nemico combatta un’anima: questo vuol dire che non è sua. (San Francesco di Sales)

SAGGEZZA POPOLARE: Coloro che litigano non si insegnano l’un l’altro le cose da rimproverarsi (Proverbio mongo)

UN ANEDDOTO: Un discepolo del Budda aveva deciso di dedicare la propria vita alla predicazione. Prima di intraprendere il suo pellegrinaggio si recò dal Budda per implorare la benedizione. - Che farai se la gente che incontrerai dovesse ingiuriarti? - chiese l'Illuminato. - Penserò che essa sia benevola con me, se si limita ad ingiuriarmi senza lapidarmi - rispose il predicatore. - Che farai se la gente che incontrerai dovesse lapidarti? - domandò ancora il Budda. - Penserò che essa sia pietosa con me, se si limita a lapidarmi risparmiandomi la vita - replicò pronto il discepolo. - E se questa gente ti togliesse la vita? - insisté il Santo. - Allora, penserò che essa non sia solo benevola e pietosa, ma anche generosa, se mi priva di un così grave peso. L'Illuminato guardò il monaco e gli diede la propria benedizione: - Figlio mio, che tu sia benedetto! Le tue parole sono sante. Va' in pace e illumina gli altri, perché tu stesso sei già diventato Luce. Tradizione buddista

PAROLA DI DIO: Eb 10,1-10; Sal 39; Mc 3,31-35

 

Vangelo Mc 3,31-35   

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».  Parola del Signore

 

“CHI FA LA VOLONTÀ DI DIO, COSTUI PER ME È FRATELLO, SORELLA E MADRE”

Mi piace leggere questa frase che Gesù dice in occasione di una visita da parte di sua Madre, come un’indicazione chiara: “Se vuoi avere fede, una fede vera, guarda a mia Madre e lasciati guidare da Lei”. infatti, se c’è una persona che non ha gridato davanti al mistero, non ha scambiato per fantasma l’Arcangelo Gabriele ma è rimasta dolcemente serena davanti al divino è proprio Maria di Nazaret. Come resto incantato davanti a tanta serenità e a tanto coraggio! Avrei chiesto mille spiegazioni, avrei tremato all’idea di passare come peccatore davanti alla mia comunità (Maria, infatti, accettò di passare per ragazza madre per velare il mistero della paternità divina), come avrei gridato a Dio perché mi evitasse di essere “la madre del condannato a morte”. Maria tu mi sei Madre, ma mi sei anche sorella e maestra nel cammino della fede. Come Madre, lo sai, mi sono sempre rivolto a Te in tutti i frangenti della vita per chiederti gli aiuti necessari e, abbi pazienza, continuerà così con la fiducia di un bambino che sa potersi fidare di sua madre, ma come sorella e maestra ti chiedo di insegnarmi quella tua fede fatta di semplice fiducia e abbandono sereno. Aiutami a leggere l’amore di Dio per me, sciogli la durezza del cuore, il continuo perdersi in mezzo a sì detti e poi ritirati, donami di lasciarmi fare, come hai fatto Tu da Colui che generando in me suo Figlio, mi rigenera alla vita nuova.

 

 

MERCOLEDI’ 25 GENNAIO: CONVERSIONE DI SAN PAOLO

Tra i santi ricordati oggi: S. Elvira; S. Anania

Una scheggia di preghiera:

 

SE TI SERVE, O SIGNORE, PRENDI IL MIO NULLA.

 

HANNO DETTO: Facciamo come le api che succhiano miele da ogni fiore: procuriamo d’imitare ciò che osserviamo di buono nel prossimo. (S. Francesco di Sales)

SAGGEZZA POPOLARE: La pazienza è un albero: le radici sono molto amare, ma i frutti dolcissimi. (proverbio Tuaregh).

UN ANEDDOTO: Un giorno un mendicante bussò alla porta d'un casolare. Gli aprì un uomo buono e onesto che gli diede in elemosina un pane che si trovava sul tavolo della cucina. Subito comparve la moglie, che stizzita lo rimproverò: - Ma come! Dai via al primo straccione che passa il pane che avevo destinato al cane? L'uomo allora richiamò subito il mendicante e disse: - Perdonami, fratello! Quello che ti ho dato prima era pane raffermo ... per il cane! Questo invece - e gli tese una grande pagnotta fresca - è per te!

PAROLA DI DIO: At 22,3-16 opp. At 9,1-22; Sal 116; Mc 16,15-18

 

Vangelo Mc 16,15-18 

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, (Gesù apparve agli Undici) e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Parola del Signore

 

“ANDATE IN TUTTO IL MONDO E PROCLAMATE IL VANGELO AD OGNI CREATURA… NEL MIO NOME SCACCERANNO I DEMONI, PARLERANNO LINGUE NUOVE, PRENDERANNO IN MANO I SERPENTI…”. (Mc. 16,15-18)

Oggi, guardando alla figura di Paolo, siamo invitati a scoprire l’agire di Dio: Dio ha bisogno di peccatori che si convertano per poter, grazie ad essi, testimoniare il suo Regno. Paolo viene inseguito da Dio che lo ama e quando Paolo non solo si lascia buttare a terra, ma cede a Gesù, Dio si serve di lui per il suo progetto. Dio ha bisogno di te, ha bisogno della tua povertà, si serve dei tuoi limiti; se solo sapessimo abbandonarci nelle sue mani, allora Gesù potrebbe dire anche a noi: “Andate!” e non ci fermeremmo a fare tante obiezioni come la non voglia, la difficoltà dell’impresa, la paura, la delusione dei tentativi precedenti non riusciti, il giudicare coloro a cui si dovrebbe andare evidenziando il loro negativo, il ridurre la parola di Dio per renderla più attraente, il pensare di non essere all’altezza del compito affidatoci…Queste sono solo scuse per mascherare la nostra poca fede.

Se è Cristo che ci manda, è Lui stesso che ci dà la sua forza. È Cristo che passa, guarda, chiama, manda, sostiene. Se i risultati non saranno quelli che aspettiamo noi, saranno certamente quelli che si aspetta Lui. L’importante è non deludere la chiamata del Signore, anzi sentircene gioiosamente orgogliosi. E daremmo così a Gesù anche la possibilità di realizzare, attraverso noi i suoi segni. Non pensiamo a miracoli straordinari ma, quando una persona, nel nome dell’amore di Gesù, riesce a perdonare invece di odiare, non è forse un miracolo strabiliante? È più miracoloso parlare contemporaneamente più lingue o parlare la lingua universale dei gesti dell'amore che sa superare le barriere delle razze e delle divisioni?

Dai serpenti velenosi è meglio stare alla larga, ma a chi è stato morso dal veleno dell’ira, della rabbia, della vendetta, si può dare l’antidoto della comprensione, dell’affetto, della speranza.

E a proposito di mali e di malattie, non è forse già un miracolo vivere senza disperazione un momento di prova, o condividere con serenità e pazienza il proprio tempo con un malato?

E allora, coraggio, se “andiamo” con Gesù, qualche miracolo possiamo farlo anche noi!

 

 

GIOVEDI’ 26 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Tito e Timoteo; S. Paola; S. Alberico

Una scheggia di preghiera:

 

IL REGNO È TUO, SIGNORE, TUA LA POTENZA E LA GLORIA NEI SECOLI.

 

HANNO DETTO: La felicità brucia il tempo, il dolore lo allunga. (Chamfort)

SAGGEZZA POPOLARE: Una ferita fa male ma guarisce. Una parola cattiva fa male per sempre. (Proverbio Algerino)

UN ANEDDOTO: Al termine di una lezione del Budda, un discepolo rivolse all'Illuminato questa obiezione: - Vorrei sapere: tu dici che io posso condividere le mie benedizioni, la mia gioia, con l'intero universo. Questo io lo so, lo sento. Ma, per favore, concedimi questa eccezione: non posso condividere questo benessere spirituale con il mio vicino. È un essere così disgustoso e insopportabile ...l'idea stessa di condividere la mia felicità con lui mi dà la nausea! Ti chiedo solo di concedermi questa eccezione: il resto della creazione va bene! Ma tu non conosci il mio vicino, altrimenti avresti aggiunto, tu stesso, che ci possono essere delle eccezioni. Il Budda Illuminato rispose: - Non hai compreso il mio insegnamento. In primo luogo, devi condividere la tua felicità con il tuo vicino; solo allora sarai in grado di farne parte all'intera esistenza, a tutto l'universo! Se neppure il tuo vicino ti è "prossimo", come possono esserti amici e vicini gli altri uomini, gli uccelli, gli alberi ...? Fai pratica di condivisione anzitutto con quell'unica eccezione ... e scordati l'intero universo! Se riesci a trasmettere la gioia spirituale a quel tuo vicino insopportabile, non ci sarà più ostacolo al diffondersi del tuo amore! Sarai pronto a condividere la tua felicità e la tua pace interiore con chiunque! (Tradizione buddista)

PAROLA DI DIO: “2Tm 1,18 opp. Tt 1,1-5; Sal 95; Lc 10,1-9

 

Vangelo Lc 10,1-9

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”». Parola del Signore

 

“GESU’ DESIGNO’ ALTRI SETTANTADUE DISCEPOLI E LI INVIO’”.

Il Vangelo di oggi ci aiuta a comprendere quali siano le caratteristiche della missione che Gesù affida ai discepoli e a noi.

Questa missione nasce dalla preghiera: “Pregate il Padrone della messe... È resa possibile dalla povertà. Non conta sull’avere o su grandi mezzi. La missione non si fonda sulla sapienza umana. Bastano parole semplici ma profonde come “Pace” e “Il Regno dei cieli è vicino”. Se c’è da fare qualche preferenza esse devono rivolgersi ai malati, ai diseredati, alle persone comuni. Non ci sono poteri straordinari all’infuori di quello di guarire, liberare, restituire l’uomo alla pienezza del suo essere.

La missione non è conquista, ma invito, proposta, appello.

Un altro aspetto caratteristico della missione è la debolezza: “Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi”. Gesù non dice di rivaleggiare con i lupi mostrando i denti, battendo i pugni, urlando più forte, ma presentandosi disarmati, come agnelli. Non basta neppure stare dalla parte degli agnelli, delle vittime. Occorre essere agnello, vittima. Come Cristo stesso.

 

 

VENERDI’ 27 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Angela Merici; S. Vitaliano; S. Giuliano da Sora

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', ACCOGLI IL BENE FATTO DA OGNI UOMO E PORTALO A COMPIMENTO.

 

HANNO DETTO: La vita ci è stata data per cercare Dio; la morte per trovarlo; l’eternità per possederlo. (Sant'Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: È al toro che si addice la barba, ma è al caprone che Dio l'ha data (Proverbio dei Serere)

UN ANEDDOTO: Un giorno la Provvidenza convocò uno dei suoi servitori e lo inviò sulla terra. - Va', cerca per dieci giorni gli uomini ricchi e chiedi loro l'elemosina - gli ordinò. - Ciò che riuscirai a raccogliere, me lo porterai ed io lo distribuirò ai poveri. Quello partì e, vestito di stracci, si sedette nei pressi di una banca con un cappello in mano. La gente passava frettolosa, con l'aria triste e spenta senza badare affatto a quel povero accattone che rabbrividiva dal freddo. Il servo rimase in quel posto qualche giorno, ma non ricevette che qualche rara offerta. Decise perciò di spostarsi davanti alla porta di una cattedrale. Tuttavia, capì che anche lì era inutile restare; non gli veniva dato se non quel poco di superfluo che a ciascuno avanzava. Anche lì la gente passava stanca e indifferente. Prima di ritornare dalla Provvidenza, tuttavia, dato che non erano ancora trascorsi i dieci giorni stabiliti, pensò di recarsi in un quartiere di poveri. Là, benché fossero vestiti di stracci come lui, si mostrarono tutti molto gentili e, se non altro, gli facevano dono dei loro sorrisi. Rimase perciò tra loro fino a che non giunse l'ora del ritorno. - Mostrami la generosità degli uomini - gli chiese la Provvidenza quando lo vide. E lui fece scivolare dalle tasche i pochi soldi che aveva ricevuto. Al vedere ciò, la Provvidenza si rabbuiò e si lamentò: - Sarebbe questa la generosità degli uomini? E io cosa darò ai miei poveri?

Intanto, dalle tasche del suo servo, iniziarono ad uscire tutti i sorrisi che aveva ricevuto nel quartiere dei poveri. Allora la Provvidenza si raddolcì, sorrise anche lei e disse: - Per questa volta, ai poveri darò questo poco che hai raccolto e ai ricchi manderò in dono i sorrisi dei poveri ... Chissà che così non saranno meglio disposti quando tornerai a cercarli! (Elena Bono)

PAROLA DI DIO: Eb 10,32-39; Sal 36; Mc 4,26-34

 

Vangelo Mc 4,26-34  

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga, e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa. Parola del Signore

 

COSÌ È IL REGNO DI DIO: COME UN UOMO CHE GETTA IL SEME SUL TERRENO; DORMA O VEGLI, DI NOTTE O DI GIORNO, IL SEME GERMOGLIA E CRESCE”.

Gesù raccontando questa parabola parla di noi, ma anche di sé stesso.

I contemporanei di Gesù si aspettavano un messia potente, battagliero; Gesù invece comincia l’annuncio del Regno in semplicità, con i poveri, non invita alla lotta armata, ma a liberarsi interiormente. La sua vita sembra destinata al fallimento. Eppure, Dio benedirà e farà fruttare il suo seme. Questa lezione di pazienza di Dio e di umiltà è una chiara indicazione per quanti con Lui vogliono collaborare all’instaurazione del suo Regno nel mondo degli uomini. Data la nostra inclinazione per il successo rapido e spettacolare, per la programmazione, l’efficacia produttiva, la statistica e la percentuale, è frequente l’impazienza per risultati palpabili e frutti visibili. Ma questa non è la tattica di Dio. La Chiesa non deve temere l’insuccesso del Vangelo per la povertà dei mezzi al suo servizio e ancor meno cedere alla tentazione di un’efficacia solo esteriore. Gesù non ha fatto così. Per fondare la sua Chiesa al servizio del Regno, ha scelto dodici uomini poveri, senza alcuna influenza sociale, in maggioranza incolti. Cristo avrebbe potuto agire in modo sfolgorante, ma non lo ha fatto. il Regno di Dio non ha bisogno di mezzi spettacolari, ma di servitori poveri che non pongano condizioni.

 

 

SABATO 28 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Tommaso d’Aquino; San Pietro Nolasco.

Una scheggia di preghiera:

 

CHE LA NOSTRA VITA NON PASSI SENZA SENSO, O SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Il Padre non ha che una Parola: suo Figlio. Egli lo dice sempre in un silenzio senza fine. (San Giovanni della croce)

SAGGEZZA POPOLARE: Se chiudi le fessure, ricostruirai il muro. (Proverbio bantu)

UN ANEDDOTO: Un corvo, a corto di cibo, come vide un serpente che dormiva in un luogo assolato, scese su di lui e lo afferrò. Il serpente, tuttavia, si rivoltò e lo morse; allora il corvo, sul punto di morire, esclamò: «Ahimè sventurato, ho fatto proprio una felice scoperta, per cui vado addirittura in rovina!». Questa favola potrebbe essere narrata riguardo a coloro che, a causa della scoperta di un tesoro, mettono addirittura a rischio la loro vita. (Esopo)

PAROLA DI DIO: Eb 11,1-2.8-19; Cant. Lc 1,68-75; Mc 4,35-41

 

Vangelo Mc 4,35-41  

Dal Vangelo secondo Marco

In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?». Parola del Signore

 

“PASSIAMO ALL’ALTRA RIVA”.

Ci aiuta oggi una riflessione di Paolo Curtaz:

"Passiamo all'altra riva": esiste forse un modo migliore per descrivere la nostra vita? Sappiamo tutti che la nostra vita è un viaggio, un passare, un andare altrove vivendo con gioia e serenità ogni passo che facciamo. E in questo viaggio siamo invitati a prendere Gesù sulla nostra barca, "così com'è", senza cioè gettargli addosso una maschera, senza aspettarci che egli sia secondo i nostri desideri, senza vedere in lui una specie di assicurazione contro i guai. E' difficile, me ne rendo conto, avvicinarci a Gesù senza aspettative, eppure è condizione essenziale per fare davvero esperienza di lui e – insieme a lui – per fare esperienza di noi stessi; vorremmo, lo sappiamo, che durante il viaggio Dio si manifestasse, almeno nei momenti più difficili, che intervenisse in qualche modo; invece no, ci sono momenti in cui Dio dorme, tranquillo e sereno e abbiamo la tragica e destabilizzante impressione che a Dio, di noi, proprio non importi nulla, che sia distratto o rivolto altrove. Uomini di poca fede, gli apostoli e noi, uomini piccoli e ancora da crescere, loro e noi; no, Signore, ancora non abbiamo fede, fino a quando non ti riconosciamo presente sulla nostra barca in mezzo alla tempesta; la tua presenza non è garanzia di bonaccia, o di un viaggio tranquillo, non sei – ancora una volta – il Dio delle soluzioni semplici, dei problemi risolti: tu vuoi che siamo noi a condurre la barca della nostra vita, ci inviti a non avere paura durante le tempeste e a vedere, soprattutto, che tu sei sempre il presente tra di noi e anche noi ci chiediamo: "chi è dunque costui?" Sei sempre diverso da ciò che ci aspettiamo, sempre più autentico e libero, sempre più grande e adulto rispetto a quello che nella nostra infantile fede vorremmo.

 

 

DOMENICA 29 GENNAIO: 4^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO A

Tra i santi ricordati oggi: S. Costanzo; San Valerio; Ss. Papia e Mauro

Una scheggia di preghiera:

 

OGNI COSA DELLA VITA HA SENSO E COMPIMENTO IN TE.

 

HANNO DETTO: È meglio vincersi nella lingua che digiunare a pane e acqua. (San Giovanni della croce)

SAGGEZZA POPOLARE: Ciò che cresce lentamente, mette radici profonde. (Proverbio del Ghana)

UN ANEDDOTO: Si parlava di un vecchio banchiere un po' usuraio. “Io per parte mia, - diceva un amico - l'ho trovato sempre cortese con me!” “E anche con me – rispose un altro – soltanto che, avendomi una volta prestato un fazzoletto, pretendeva che gli restituissi un paio di lenzuola!”

PAROLA DI DIO: Sof 2,3;3,12-13; Sal 145; 1Cor 1,26-31; Mt 5,1-12°

 

Vangelo Mt 5,1-12a

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo: vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: "Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli". Parola del Signore

 

“BEATI...”

Siamo abituati a leggere la pagina delle beatitudini forse con troppa faciloneria. È vero, qui siamo di fronte al centro del messaggio di Gesù, ai nuovi comandamenti, ma proprio per questo occorre porre una grande attenzione all’interpretazione di ciò che questa pagina vuol dirci. Qualche esempio: davanti ad una mamma che non ha di che dar da mangiare a suo figlio posso dirle: “Tu sei felice, perché è tuo il Regno dei cieli”? Dopo aver visitato un ospedale e aver visto tante sofferenze di ogni genere di cui molte senza sbocco se non nel dolore prolungato e nella morte, posso dire a questi malati: “Voi siete felici, Dio vi consolerà”. Scopro allora che la beatitudine non sta nel dolore, nella povertà. Queste in sé stesse possono avvicinarci a Dio o allontanarci definitivamente da Lui. La beatitudine sta allora nell’avere Dio in ogni situazione di vita, sta nel saperci piccoli, poveri, bisognosi ma non inutili, soli, senza speranza, sta nel saper apprezzare la vita in tutti i suoi aspetti, non solo materiali ma di pienezza, sta nel pensare al presente e al futuro in una unicità unica, quella del Dio che è tutto per il suo povero.

 

 

LUNEDI’ 30 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Adelmo; S. Giacinta; S. Martina

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI DAL MALE, DA OGNI MALE E DAL MALIGNO.

 

HANNO DETTO: Tutte le opere buone unite assieme, non valgono il Santo Sacrificio della S. Messa, perché quelle, sono le opere dell’uomo, mentre la S. Messa è opera di Dio. (S. Giovanni Maria Vianney)

SAGGEZZA POPOLARE: L’esempio degli antenati è come una bisaccia per il giovane viandante. (Proverbio Egiziano)

UN ANEDDOTO: Lemesle diceva: Succede degli uomini come dei vini: solo i migliori, con l'andar del tempo, guadagnano in dolcezza ciò che perdono in forza; gli altri diventano aceto.

PAROLA DI DIO: Eb 11,32-40; Sal 30; Mc 5,1-20

 

Vangelo Mc 5,1-20

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decapoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati. Parola del Signore

 

"SCESO DALLA BARCA, SUBITO DAI SEPOLCRI GLI VENNE INCONTRO UN UOMO POSSEDUTO DA UNO SPIRITO IMPURO".

Ci troviamo davanti ad un duplice incontro: Gesù e un uomo malato nel profondo, ma anche Gesù—demonio, il bene e il male.

Nel primo incontro c'è tutta l'attenzione di Gesù per quest'uomo, la solidarietà che si fa gesto di guarigione. Nel secondo l'eterno scontro tra la potenza del male e la forza liberante del bene. La potenza del male è forte, è addirittura "legione" e personifica tutti i mali ricorrenti nel mondo che "legano", rendono schiavo l'uomo; possiamo indicarne alcuni dei più ricorrenti: l’autoritarismo nella famiglia, tra generazioni, nei rapporti tra uomo e donna, la volontà di dominio dei potenti, l'esplosione di una sessualità ridotta a pura soddisfazione dei sensi, la perdita del senso e del valore dell'uomo.

E davanti a tanto male l'uomo diventa impotente. Solo una forza più grande può contrastare questo male. Solo Gesù, l'uomo—Dio veramente libero può contrastare il male e vincerlo. Davanti all'enormità del male nel mondo si può diventare fatalisti, si può ricorrere a forme di magismo o si può contrastare il male con la forza liberante di Cristo. Se da solo affronto il male che c'è in me, sono uno sconfitto in partenza. Ma se mi fido di Cristo compirò le sue opere di liberazione, di bene, di fiducia e allora le catene e i vincoli poco per volta cadranno non solo dalle mie mani, e se anche il male e la morte sembreranno avere esteriormente la vittoria proprio come per Cristo, nella morte stessa c’è già il germe di una vita nuova, incorruttibile.

 

 

MARTEDI’ 31 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni Bosco; Ss. Giulio e Giuliano; San Geminiano

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, È BUIO, MA CREDO IN TE.

 

HANNO DETTO: I tre nemici dell’uomo sono: la morte (che lo sorprende); il tempo (che gli sfugge); il demonio (che gli tende i suoi lacci). (San Giovanni Bosco)

SAGGEZZA POPOLARE: Abbondanza di parole non significa potenza. (Proverbio della Liberia)

UN ANEDDOTO: Chiesero a Pitagora quale fosse la differenza tra l'uomo, la donna e l'oro. Rispose: “L'oro si prova col fuoco, la donna si prova con l'oro e 'uomo si prova con la donna”.

PAROLA DI DIO: Eb 12,1-4; Sal 21; Mc 5,21-43

 

Vangelo Mc 5,21-43

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: alzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare. Parola del Signore

 

ED EGLI VIDE TRAMBUSTO E GENTE CHE PIANGEVA E URLAVA FORTE.”.

È morta una bambina! Quando veniamo a conoscenza di fatti come questi o restiamo annichiliti o manifestiamo il nostro dolore (e anche la nostra rabbia) nei modi più diversi e qualche volta con parole o gesti di solidarietà verso chi ha subito questo tragico lutto vogliamo quasi stordire la nostra impotenza. Ed ecco certi modi strani di manifestare la nostra partecipazione: parole artefatte che non dicono niente (“Condoglianze!” “Che disgrazia, proprio a lei doveva capitare!” “Si faccia coraggio...” “E' destino”) oppure per consolare uno che piange non c’è di meglio che piangere e far rumore, oppure pensate a quali pugnalate nel cuore quando a uno che è già nel dolore per la morte di una persona cara, ricordiamo le gioie che con questa non potrà più avere. Gesù non fa così: non fa strepito ma è vicino. Non dice parole vane ma la parola che salva; non sta a commiserare, ma cammina con quest’uomo, lo difende dal pericolo di perdere quel po’ di fede che egli ha. A volte una stretta di mano, uno sguardo negli occhi, un gesto concreto di aiuto sono i modi i migliori per rispettare il dolore e per parteciparvi non incoraggiando pensieri di morte e di sofferenza ma quelli di speranza e vita.

     
     
 

Archivio