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SCHEGGE E SCINTILLE
PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA
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a cura di: don_franco_locci@libero.it
DICEMBRE 2022
GIOVEDI’ 1° DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Eligio; S. Ansano
Una scheggia di preghiera:
SIA FATTA LA TUA VOLONTA' COME IN CIELO COSI' IN TERRA.
HANNO DETTO: Dio non comanda cose impossibili, ma comandando ti ordina sia di fare quello che puoi, sia di chiedere quello che non puoi. (Sant'Agostino)
SAGGEZZA POPOLARE: In casa bene ordinata tutto si trova presto.
UN ANEDDOTO: Martin, avvicinandosi il Natale desiderava preparare qualcosa per Gesù. Gli preparò un paio di scarpe, una torta, e mise da parte dei risparmi che potevano servire a Gesù per i suoi poveri. Quando era tutto pronto si mise ad aspettarlo. Improvvisamente qualcuno fuori gridò: "Al ladro, al ladro...". Una donna afferrava un bambino che le aveva rubato una mela. Martin, si addolorò e pensò: "Adesso, se arriva la polizia o lo prende, come passerà il Natale?" Prese i risparmi che aveva messo da parte per Gesù e li diede alla donna, pregandola di lasciar andare il bambino. Nuovamente incominciò ad aspettare Gesù e per la finestra si accorse di un paio di piedi che camminavano scalzi sulla neve. "Chi sarà?", si domandò. E uscì a cercare il proprietario di quei piedi. Era un giovane: "Vieni, entra in casa mia, riscaldati un poco", gli disse. Afferrò le scarpe che aveva fatto per Gesù e gliele diede. Si disse felice: "Per Gesù mi rimane ancora la torta". Già il sole tramontava e vide un anziano che camminava curvo sulla strada. "Povero vecchietto, forse non avrà mangiato niente tutto il giorno". Lo invitò ad entrare nella sua casa, non gli restava che la torta, pazienza, pensò tra sé, offrendo la torta al povero, accoglierò Gesù un'altra volta. Dopo che anche l'anziano se ne andò, il povero Martin, si sentiva felice e nello stesso tempo triste, aveva preparato tutto per Gesù, ma lui non era arrivato: pazienza! Durante la notte fece un sogno: nel sogno gli si presentò Gesù e gli disse: "Martin, mi stavi aspettando?" "Sì, ti ho atteso tutto il giorno..." "Ma io sono venuto a visitarti per ben tre volte. Grazie dei tuoi regali!" E Martin vide che Gesù aveva nelle sue mani i risparmi e la torta, ai suoi piedi le scarpe. Si svegliò felice: Gesù era venuto a visitarlo.
PAROLA DI DIO: Is 26,1-6; Sal 117; Mt 7, 21.24-27
Vangelo Mt 7, 21.24-27
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Parola del Signore
“NON CHIUNQUE MI DICE: SIGNORE, SIGNORE, ENTRERA’ NEL REGNO DEI CIELI, MA COLUI CHE FA LA VOLONTA’ DEL PADRE MIO CHE È NEI CIELI”.
Certi raccontini–parabole a volte possono lasciarci perplessi, ma se li leggiamo con attenzione altre volte possono anche illuminarci sulle parole di Gesù, ve ne propongo uno di Antony de Mello: Passando accanto allo stagno vidi un fiore di loto in piena fioritura e istintivamente gli dissi: “Come sei bello, mio caro!
E come deve essere bello il Dio che ti ha creato!”
Ed esso arrossì. Perché non era affatto cosciente della propria bellezza. E gli fece piacere che Dio fosse lodato. Era il più bello perché era totalmente inconsapevole della propria bellezza. E mi attirò perché non tentava affatto di attrarre la mia attenzione. Più avanti c’era un altro stagno, dove trovai un altro fiore di loto che allargava verso di me i suoi petali e diceva sfacciatamente: “Guarda come sono bello e rendi lode al mio creatore”. Io proseguii disgustato. Si può costruire per cercare di impressionare altri, per sentirsi migliori, si può perfino arrivare all’assurdo di pensare di poter comprare Dio con le preghiere o con qualche gesto di carità. Dio non puoi blandirlo con le parole, Lui vede ciò che c’è dietro le parole e siccome Lui cerca l’uomo, Lui vede il nostro cuore. Che cosa conta di più?
Dirgli: “Sia fatta la tua volontà” o cercare e fare, come ne siamo capaci, la sua volontà?
Conta di più che sì facciano esercizi spirituali, riunioni, simposi sulla povertà oppure dedicare un paio d’ore alla settimana per stare vicino ad un malato?
Conta di più dire a uno che ti chiede un po’ di tempo: “Non posso, devo pregare”, o lasciare la preghiera per accogliere chi ha bisogno di te?
VENERDI’ 2 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Viviana; S. Cromazio
Una scheggia di preghiera:
GESU', FIGLIO DI DIO, ABBI PIETA' DI NOI.
HANNO DETTO: Dio ama i poveri, e, per conseguenza, ama quelli che amano i poveri. (San Vincenzo de’ Paoli)
SAGGEZZA POPOLARE: Vale più un'ape che cento mosche.
UN ANEDDOTO: Molti eremiti abitavano nei dintorni della sorgente. Ognuno di loro si era costruito la propria capanna e passava le giornate in profondo silenzio, meditando e pregando. Ognuno, raccolto in sé stesso, invocava la presenza di Dio.
Dio avrebbe voluto andare a trovarli, ma non riusciva a trovare la strada. Tutto quello che vedeva erano puntini lontani tra loro nella vastità del deserto. Poi, un giorno, per una improvvisa necessità, uno degli eremiti si recò da un altro. Sul terreno rimase una piccola traccia di quel cammino. Poco tempo dopo, l'altro eremita ricambiò la visita e quella traccia si fece più profonda. Anche gli altri eremiti incominciarono a scambiarsi visite. La cosa accadde sempre più frequentemente. Finché, un giorno, Dio, sempre invocato dai buoni eremiti, si affacciò dall'alto e vide che vi era una ragnatela di sentieri che univano tra di loro le capanne degli eremiti. Tutto felice, Dio disse: "Adesso sì! Adesso ho la strada per andarli a trovare".
PAROLA DI DIO: Is 29,17-24; Sal 26; Mt 9,27-31
Vangelo Mt 9,27-31
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!». Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione. Parola del Signore
“AVVENGA PER VOI SECONDO LA VOSTRA FEDE”.
Due ciechi sono andati da Gesù. Sanno quale sia la loro malattia e sono consapevoli delle difficoltà del non vederci. Hanno però speranza che Gesù possa guarirli, ed è per questo che gli sono andati dietro gridando la loro invocazione di misericordia. Gesù non può che essere attento a questa loro disgrazia, Lui che è misericordia e amore non può che desiderare che questi due infelici possano ritornare a vedere, ma per poterli guarire ha bisogno di loro, della loro fede. Spesso gli uomini di oggi pensano di vederci e di vederci anche bene: provate a sentire certi personaggi che hanno una risposta per tutti i problemi quasi a dire che se fossero loro Dio le cose “allora sì che funzionerebbero davvero”. Quando magari scopri di essere uno di questi personaggi o incocci in uno di loro allora, realmente cieco o vedente, non c’è spazio di guarigione. Ma se scopri di aver difficoltà a vedere il senso ultimo della tua vita, se scopri di non riuscire a vedere Dio nel tuo quotidiano, se hai difficoltà di riconoscere nelle persone con cui vivi dei fratelli e ti rendi conto di essere cieco o per lo meno di vederci molto poco, allora puoi andare con fiducia da Gesù: Egli è la Luce del mondo, Egli desidera aiutarti a vedere, Egli è venuto nel mondo proprio per illuminarci. Ma tu (e in questo tu ci sono anch’io) desideri davvero essere illuminato?
Non è più semplice accodarsi come pecora alla mentalità delle maggioranze piuttosto che avere il coraggio di affermare delle idee proprie?
Non è più semplice vivere una fede fatta di atti di religione che una fede illuminata che compromette il tuo tempo, che ti fa sporcare le mani con gli ultimi della terra?
Vogliamo davvero essere illuminati per capire che nella gioia del Vangelo ci sta anche la croce di Gesù?
Se davvero ami la verità e la verità tutta intera, se davvero cerchi Dio per sé stesso e non solo per avere un surrogato di Lui che serva nei momenti difficili a far finta di consolarti, Gesù è disposto ad illuminarti.
SABATO 3 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Francesco Saverio; B. Giovanni Nepomuceno
Una scheggia di preghiera:
TUTTO CIO' CHE ABBIAMO È DONO TUO, O SIGNORE.
HANNO DETTO: Il Vangelo insegna che l'uomo cambia la sua vita, la sua mentalità, si converte al bene non perché viene sgridato, rimproverato, punito, ma perché si scopre amato nonostante sia peccatore. (M. I. Rupnik)
SAGGEZZA POPOLARE: Bisogna pensare prima per non sospirare dopo.
UN ANEDDOTO: Il padre di Mardocheo - il futuro celebre rabbi di Lechowitz - si lamentava della pigrizia del figlio nello studio. In città giunse un santo rabbino. Il padre gli condusse Mardocheo perché lo correggesse. Il rabbino, rimasto solo col ragazzo, lo strinse al cuore e se lo tenne a lungo affettuosamente vicino. Quando il padre ritornò, il rabbino gli disse: "Ho fatto a Mardocheo un po' di morale; d'ora in poi la costanza non gli mancherà". Quando ormai adulto e famoso, Mardocheo, raccontava questo episodio, diceva: "Ho imparato allora come si convertono gli uomini".
PAROLA DI DIO: Is 30,19-21.23-26; Sal 146; Mt 9,35-10,1.6-8
Vangelo Mt 9,35-10,1.6-8
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!». Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date». Parola del Signore
"GRATUITAMENTE AVETE RICEVUTO, GRATUITAMENTE DATE".
L’uomo molto spesso usa il possessivo: "Questo è mio, me lo sono guadagnato con la mia fatica; anche la vita è mia e me la gestisco come meglio credo... tutto nel mondo è mio, esisto io, e tutto è incentrato su di me...". Gesù non elimina la nostra importanza, non se la prende direttamente neanche con le nostre proprietà, viene soltanto a ricordarci la realtà: "La vita te la sei data da solo?
Il fatto che tu abbia più o meno beni dipende esclusivamente da te?
Il tempo è poi proprio tutto tuo?
La fede è frutto solo della tua volontà?
Tutto quello che hai non ti è forse solo dato in amministrazione, e per gratuita benevolenza?"
Se capiamo questo diventiamo capaci di gratitudine, diventiamo non i possessori unici dei beni terreni, ma amministratori equi di beni comuni, diventiamo capaci, in altre parole, di amare e anche la fede non diventa più un possesso esclusivo ed esclusivista, ma un cammino da fare con umiltà con i fratelli, nelle mani di Dio.
DOMENICA 4 DICEMBRE: 2^ DOMENICA DI AVVENTO ANNO A
Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni Damasceno; S. Barbara; B. Adolfo Kolping
Una scheggia di preghiera:
PURIFICAMI, O SIGNORE, SARO' PIU' BIANCO DELLA NEVE.
HANNO DETTO: Ogni volta che ascoltiamo la Parola di Dio, lo Spirito Santo la rende feconda nel nostro cuore, ce la fa concepire, la fa diventare la nostra vita. Dovremmo avere la gioiosa consapevolezza che, come Maria all'annunzio dell'angelo concepì per opera dello Spirito santo, così anche in noi, nella nostra anima, se ascoltiamo con fede, avviene il miracolo della nuova creazione. (Anna Maria Canopi)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi ha per letto la terra, deve coprirsi col cielo.
UN ANEDDOTO: Quando, dopo l'eroica rivoluzione delle Cinque Giornate, i milanesi ebbero liberato la città dagli austriaci, il popolo scoprì, nascosto in un abbaino, il capo dell'odiata polizia. Allora Cattaneo, alla folla che gli domandava consiglio, rispose: Se lo ammazzate fate una cosa giusta; se non lo ammazzate fate una cosa santa. Il popolo non gli torse un capello.
PAROLA DI DIO: Is 11,1-10; Sal 71; Rm 15,4-9; Mt 3,1-12
Vangelo Mt 3,1-12
Dal vangelo secondo Matteo
In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli, infatti, è colui del quale aveva parlato il profeta Isaia quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!». E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò, ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Parola del Signore
“FATE DUNQUE UN FRUTTO DEGNO DI CONVERSIONE”.
Ci raggiunge oggi il grido forte e inquietante del Battista, persona di scelte serie e profonde, ultimo tra i grandi profeti che invita la gente alla conversione, e non certo con parole dolci!
La conversione - sembra dirci il Battista - è il modo migliore per accogliere il Signore, per trovare senso a ciò che facciamo. Cos’è dunque la conversione?
Tutti a pensare: "fare i bravi, non bestemmiare, andare a messa…”; sì, più o meno, ma non proprio. Conversione è andare in un luogo ed accorgerci di avere sbagliato completamente strada, quindi fermarci e fare una bella inversione di marcia. Ciò presuppone che sappiamo dove andare, e qui cominciano i problemi. Siamo certi di sapere in che direzione vogliamo andare nella nostra vita o seguiamo chi ci precede senza farci domande?
Intendo dire che tutti, più o meno, cerchiamo la felicità, la pienezza, il benessere reale. Ma avete l'impressione che il nostro super mondo civilizzato abbia davvero colmato il cuore degli uomini dopo avergli riempito la testa di illusioni?
E allora cosa aspettiamo ad invertire la marcia?
Paura di abbandonare le proprie fragili sicurezze per cercare una verità incerta?
Possibile. Ma il Dio che aspettiamo è il Dio che brucia dentro, che spazza via con forza i timori!
Un fuoco che divampa bruciando le lentezze, divorando impetuoso e forte. Giovanni ammonisce: non basta rifugiarsi dietro alla tradizione ("abbiamo Abramo come padre!") o in una fede esteriore, di facciata, di coscienza tiepida. Colui che viene chiede reale cambiamento, scelta di vita, schieramento. Dio, diventando uomo, separa la luce dalle tenebre, obbliga ad accoglierlo o a rifiutarlo.
LUNEDI’ 5 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Saba; B. Nicola Stensen; B. Filippo Rinaldi; S. Giulio martire
Una scheggia di preghiera:
IL TUO PERDONO CI RENDE CAPACI DI ESSERE UOMINI NUOVI.
HANNO DETTO: Se non si tendono le braccia verso terra non si può sollevare un bambino. I bambini, infatti, sono più vicini alla terra e come la terra, vulnerabili e indifesi, ci sono dati in custodia. (Helder Camara)
SAGGEZZA POPOLARE: A sangue caldo nessun giudizio saldo.
UN ANEDDOTO: Quel sant’uomo di Giovanni Calabria con sincera umiltà era solito esclamare: Sono zero e miseria! Una notte in sogno gli rispose S. Giovanni Bosco: Buone condizioni! Buone condizioni, anzi ottime per essere salvato e per fare del bene nel regno di Colui che sceglie le cose umili per confondere le grandi, le cose deboli per confondere le forti!
PAROLA DI DIO: Is 35,1-10; Sal 84; Lc 5,17-26
Vangelo Lc 5,17-26
Dal vangelo secondo Luca
Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza. Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?». Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Alzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico – alzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio. Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose». Parola del Signore
“GLI SCRIBI E I FARISEI COMINCIARONO A DISCUTERE, DICENDO: «CHI È COSTUI CHE DICE BESTEMMIE? CHI PUÒ PERDONARE I PECCATI, SE NON DIO SOLTANTO?”
Gli scribi e i farisei. sono scandalizzati davanti a Gesù che dice di perdonare i peccati del paralitico e anch’io, piccolo prete, sono meravigliato ogni volta che alzo la mia mano, traccio un segno di croce e dico: “lo ti assolvo dei tuoi peccati”. Io, uomo peccatore, sono proprio l’ultimo a poter perdonare, eppure la misericordia di Dio in Gesù, continua anche attraverso il ministero di cui il Signore e la Chiesa mi hanno incaricato. E non c’è servizio più misterioso ma più bello che ricordare al mondo la volontà e la possibilità di riconciliarci con Dio “lento all’ira, pieno di grazia e di misericordia”. Sacramento difficile quello della penitenza, difficile per chi ne usa e chi lo amministra, sacramento misterioso, ma segno di alta fede e soprattutto di amore. Non è allora tanto importante in questo sacramento, l’elenco dei peccati, l’elemento di giudizio, automaticità di perdono—penitenza, è importante scoprire Gesù misericordioso che ci tende la mano che, attraverso un uomo peccatore, attraverso la sua potenza, mi dice: “Rialzati, e cammina!”
MARTEDI’ 6 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Nicola; S. Asella; S. Obizio
Una scheggia di preghiera:
SEI TU SIGNORE CHE MI HAI CHIAMATO; SEI TU CHE MI RICHIAMI OGNI GIORNO
HANNO DETTO: Chi perdona suo fratello, libera sé medesimo da ogni accusa, prima ancora che suo fratello, senza che gli costi alcun sacrificio. Chi giudica le colpe degli altri con moderazione e con indulgenza, accumula in tal modo per sé stesso un grande tesoro di misericordia. (G. Crisostomo)
SAGGEZZA POPOLARE: Non va mai tanto male che non possa andar peggio.
UN ANEDDOTO: Re Artù chiedeva ogni giorno informazioni a Merlino sui giovani che si preparavano a diventare cavalieri della tavola Rotonda: "Mi raccomando, sono loro il futuro di Camelot!". I giovani venivano educati ai grandi lavori e sottoposti a estenuanti prove fisiche e d'intelligenza. Arrivò il giorno dell'ultima prova quando un ragazzino si presentò come assistente di Merlino. "Come prova finale", disse, "dovete aprire quella porta senza sfondarla". Scoppiarono in una risata pensando alla facilità dell'operazione. Ma dovettero ricredersi perché era senza serratura e senza chiave. Cominciarono allora ad esprimere il loro parere parlando uno sull'altro. "Troppe bocche e poche orecchie!" pensò l'assistente. Cercò di aiutarli ma nessuno lo degnò di attenzione perché era solo un ragazzo. Alla fine, si arresero tutti eccetto il figlio di Artù che continuò fin quando, sfinito, ammise di non sapere più cosa fare. "Hai provato a bussare?" chiese l'assistente. Al suo "toc toc" la porta si aprì. "Ma perché non l'hai detto prima?", chiese stizzito il principe. "Perché solo ora hai deciso di ascoltarmi!". Così dicendo l'assistente si trasformò in Merlino e concluse: "Ragazzi miei. Ragionate sempre con la vostra testa, ma non dimenticatevi di ascoltare chi vi è accanto"
PAROLA DI DIO: Is 40,1-11; Sal 95; Mt 18,12-14
Vangelo Mt 18,12-14
Dal vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda». Parola del Signore
“SE UN UOMO HA CENTO PECORE E UNA DI LORO SI MARRISCE…”.
Gesù ci ha detto che sono i piccoli ad entrare nel Regno dei cieli ed ora continua su questa linea donandoci una delle rivelazioni più belle della “Buona notizia”: Dio si prende cura anche del più piccolo degli esseri umani, Dio non si rassegna a perdere nessuno dei suoi figli, ma costantemente lo cerca. Gesù è venuto e viene sulla terra per ciascuno di noi. Capita però che ci siano delle pecorelle che stentano a farsi trovare, allora Gesù, con pazienza attende, forse anche l’ultimo momento. Ecco il racconto di una giovane donna che, sapendo di dover presto morire, fa questa esperienza: “Un giorno mi svegliai e, invece di lanciare ancora messaggi al di là di quell’alto muro di mattoni, a quel Dio che poteva esserci o anche non esserci, smisi. Decisi che non me ne importava nulla di Dio, della vita dopo la morte e di cose del genere. Decisi di passare il tempo rimasto facendo qualcosa di più utile. Mi ricordai allora di queste parole: “La tristezza più profonda è passare la vita senza amare. Ma sarebbe altrettanto triste vivere la vita e lasciare questo mondo senza aver mai detto a coloro che ami quanto li hai amati”. Cominciai dal caso più difficile: mio padre. Stava leggendo un giornale quando cominciai a parlargli: “Papà…”. “Sì, che c’è?”, chiese senza abbassare il giornale. “Papà, vorrei parlarti”. “Bene, parla”. “Voglio dire… è davvero importante”. Il giornale si abbassò di pochi centimetri, lentamente: “Che cosa c’è?”
“Papà, ti voglio bene. Volevo solo che tu lo sapessi”. Il giornale scivolò a terra. Poi mio padre fece due cose che non mi ricordavo di avergli mai visto fare prima: pianse e mi abbracciò. Parlammo tutta la notte, anche se doveva andare a lavorare il mattino dopo. Fu più facile con mia madre e con mio fratello più giovane. Anch’essi piansero con me e ci abbracciammo e cominciammo a dirci parole molto belle l’un con l’altro. Mettemmo in comune le cose che avevamo tenuto segrete per così tanti anni. Mi dispiaceva solo di aver aspettato così a lungo. Io ero lì, all’ombra della morte. E stavo appena cominciando ad aprirmi a tutte le persone cui ero stata accanto fino ad allora. Poi un giorno mi voltai e Dio era là. Non era venuto quando lo imploravo. Ma la cosa importante è che era là.
MERCOLEDI’ 7 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Ambrogio; S. Maria Giuseppa Rossello; S. Urbano
Una scheggia di preghiera:
IN TE MI RIFUGIO, SIGNORE, FINCHE' SIA PASSATA LA TEMPESTA.
HANNO DETTO: Non pretendiamo che la vita sia tutta bellezza. Siamo consapevoli dell'oscurità e del peccato, della povertà e del dolore. Ma sappiamo che Gesù ha vinto il peccato. (Giovanni Paolo II)
SAGGEZZA POPOLARE: "Se riuscirai a mantenere vivo un ramo verde nel tuo cuore nell'ora dell'oscurità, allora il Signore verrà e manderà un uccello a cantare da quel ramo all'alba del giorno" (proverbio irlandese)
UN ANEDDOTO: Una donna arrivò disperata dal suo ginecologo e disse: "Dottore, lei mi deve aiutare, ho un problema molto, ma molto serio... mio figlio ancora non ha ancora compiuto un anno ed io sono di nuovo incinta, non voglio altri figli in un così corto spazio di tempo, ma con qualche anno di differenza...". Allora il medico domandò: "Bene, allora lei cosa desidera che io faccia?". La signora rispose: "Voglio interrompere questa gravidanza e conto sul suo aiuto". Il medico allora iniziò a pensare e dopo un lungo silenzio disse: "Per risolvere il suo problema penso di aver trovato il metodo meno pericoloso per lei". La signora sorrise pensando che il medico avesse accettato la sua richiesta. Il dottore continuò: "Allora cara signora, per risolvere il suo problema e non stare con due neonati in un così breve spazio di tempo, uccidiamo questo che è fra le sue braccia, così lei potrà riposare per nove mesi finché avrà l'altro. Se dobbiamo uccidere, non fa differenza fra questo o quell'altro, anche perché sacrificare questo che lei ha tra le sue braccia è molto più facile, perché non ci saranno rischi per lei". La donna rimase molto più che disperata e disse: "No dottore, uccidere un bambino è crimine!". Il dottore rispose: "Anch'io la penso come lei, ma lei era tanto convinta che ho pensato di aiutarla". Dopo alcune considerazioni, il dottore capì che la sua lezione aveva fatto il suo effetto, e riuscì a far capire alla madre che non c'era la minima differenza fra il figlio tenuto in braccio e quello dentro del suo ventre. Sorrise e disse: "Ci vediamo fra una settimana per la prima ecografia e per sentire il cuoricino del fratellino".
PAROLA DI DIO: Is 40,25-31; Sal 102; Mt 11,28-30
Vangelo Mt 11,28-30
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo, infatti, è dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore
"IN QUEL TEMPO, GESÙ DISSE: «VENITE A ME, VOI TUTTI CHE SIETE STANCHI E OPPRESSI, E IO VI DARÒ RISTORO".
Quante persone ‘‘affaticate e oppresse” sia al tempo di Gesù che ai nostri giorni: angariati dai potenti, guardati con sufficienza da coloro che si sentono sapienti, malati, poveri che faticano a vivere, trascurati, persone sole... Ci sono momenti nella nostra vita in cui “siamo stanchi”. Abbiamo tentato e percorso tutte le strade, ci siamo scorticati mani e piedi nel cercare di arrancare ogni giorno, nel cercare il senso del nostro vivere e i perché della nostra e altrui sofferenza, ed ogni giorno è uguale, ti alzi al mattino e non hai ancora smaltito la stanchezza di ieri, il bruciore delle amarezze incontrate. Tante volte la speranza vacilla, perde luce come la fiammella della candela che improvvisamente ‘si abbassa’, perde luminosità. In certi casi si giunge persino ad avvertire l'inutilità del proprio lavoro, l’insufficienza delle proprie capacità, si prova la debolezza, la delusione, la frustrazione. Sembra non ci sia più nulla da fare. Sembra di battere continuamente la testa contro un muro. È bello e liberante sentirsi dire da Gesù parole come queste: “Io vi ristorerò” Quando Gesù parlava gli affaticati e gli oppressi erano gli stessi ascoltatori di Gesù, angariati dalle difficoltà della vita, dalle ingiustizie dei potenti, dal pesante fardello del cumulo delle osservanze farisaiche. Gesù toglie dalle spalle quel peso ormai insopportabile e consegna al cuore dell’uomo la libertà di un rapporto totalmente nuovo con Dio. Così egli fa con te: il peso del tuo passato, dei tuoi peccati, dei tuoi errori, delle tue frustrazioni, è annullato dal suo amore, e per te inventa da capo la capacità di una vita nuova. E poi Gesù dice ancora a te queste stesse parole perché ne faccia il modello del tuo rapporto con gli altri: anche tu devi farti compagno della fatica e della sofferenza del fratello e liberarlo (almeno un po’) dal peso della sofferenza con il valore della solidarietà.
GIOVEDI’ 8 DICEMBRE: IMMACOLATA CONCEZIONE B.V.M.
Tra i santi ricordati oggi: S. Eucario; S. Eutichiano
Una scheggia di preghiera:
BUONGIORNO MAMMA DI GESU' E MAMMA MIA.
HANNO DETTO: Tu non sei un essere umano che sta vivendo un'esperienza spirituale.
Tu sei un essere spirituale che sta vivendo un’esperienza umana. (Wayne W. Dyer)
SAGGEZZA POPOLARE: Il cacciatore che segue i sentieri battuti da tutti torna a casa con il carniere vuoto.
UN ANEDDOTO: Due fratelli, uno di cinque anni e l'altro di dieci, vestiti di stracci, continuavano a chiedere un po' di cibo per le case della strada che circondava la collina. Erano affamati, ma non riuscirono ad ottenere niente, i loro tentativi frustranti li rattristavano. Finalmente, una signora diede loro una bottiglia di latte. Che festa per i due bambini! Allora si sedettero sul marciapiede, e il più piccolo disse a quello di dieci anni: "Tu sei il maggiore, bevi per primo...", e lo guardava coi suoi denti bianchi, con la bocca mezza aperta. Il grande si portò la bottiglia alla bocca e, facendo finta di bere, stringeva le labbra per non far entrare nemmeno una sola goccia di latte. Poi passò la bottiglia al fratellino che, dando un sorso, esclamò: "Com'è saporito!". Poi fu di nuovo il turno del maggiore. Anche questa volta si portò la bottiglia alla bocca, ormai già quasi mezza vuota, ma non bevve niente. E fecero così finché il latte non finì. A quel punto il fratello maggiore, benché con lo stomaco vuoto ma col cuore traboccante di gioia, cominciò a cantare e a danzare. Saltava con la semplicità di chi non fa niente di straordinario, o ancora meglio, con la semplicità di chi è abituato a fare cose straordinarie senza dargli importanza.
PAROLA DI DIO: Gen 3,9-15.20; Sal 97; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38
Vangelo Lc 1,26-38
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. Parola del Signore
"LA VERGINE SI CHIAMAVA MARIA".
Maria: quante cose sono state dette a proposito e a sproposito di Lei. Un antico modo di dire suggeriva: "Di Maria non si è mai detto abbastanza". Ed è vero perché è la meraviglia del creato, ma proprio per rispettarla nella sua grandezza e nel suo mistero non si deve dire di Maria cose che offuschino la sua umanità o i doni da Lei ricevuti e che invece di renderla a noi vicina nel suo ruolo e nella sua maternità la allontanino da noi quasi a farla diventare una dea.
Maria era una ragazza semplice, del popolo di Israele ed è stata scelta proprio per questo da Dio "che abbassa i potenti e guarda all'umiltà della sua serva", Il suo "sì" incondizionato e le meraviglie che Dio ha operato in Lei la fanno grande, madre del Figlio di Dio e Madre nostra.
A una mamma vera mi sento di dire con sincerità, di chiedere sapendo che mi ascolta, di affidarmi con sincerità. Per me la vera grandezza di Maria non sono i "grandi doni" pur veri e importanti che Dio le ha fatto ma la sua semplice fedeltà e la presenza silenziosa ma costante alla vita di Gesù e nostra.
VENERDI’ 9 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni Diego C.; S. Siro; S. Gorgonia
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, GUIDACI NEL MONDO A MODO TUO.
HANNO DETTO: Sapere sia di sapere una cosa, sia di non saperla: questa è la conoscenza. (Confucio)
SAGGEZZA POPOLARE: Il vanitoso è come quel gallo che pensava che il sole si levasse per sentire il suo canto!
UN
ANEDDOTO: Il bambino guardava la nonna che stava scrivendo una lettera. Ad un
certo punto, le domandò: "Stai scrivendo una storia che è capitata a noi? E che
magari parla di me".
La nonna interruppe la scrittura, sorrise e disse al nipote: "E' vero, sto
scrivendo qualcosa di te. Tuttavia, più importante delle parole è la matita con
la quale scrivo. Vorrei che la usassi tu, quando sarai cresciuto". Incuriosito
il bimbo guardò la matita senza trovarvi alcunché di speciale. "Ma è uguale a
tutte le altre matite che ho visto nella mia vita!" "Dipende tutto dal modo in
cui guardi le cose. Questa matita possiede cinque qualità: se riuscirai a
trasporle nell'esistenza, sarai sempre una persona in pace con il mondo. Prima
qualità: puoi fare grandi cose, ma non devi mai dimenticare che esiste una mano
che guida i tuoi passi. "Dio": ecco come chiamiamo questa mano! Egli deve
condurti sempre verso la sua volontà. Seconda qualità: di tanto in tanto, devo
interrompere la scrittura e usare il temperino. È un'azione che provoca una
certa sofferenza alla matita ma, alla fine, essa risulta più appuntita. Ecco
perché devi imparare a sopportare alcuni dolori: ti faranno diventare un uomo
migliore. Terza qualità: il tratto della matita ci permette di usare una gomma
per cancellare ciò che è sbagliato. Correggere è un'azione o un comportamento
non è necessariamente qualcosa di negativo: anzi, è importante per riuscire a
mantenere la retta via della giustizia. Quarta qualità: ciò che è realmente
importante nella matita non è il legno o la sua forma esteriore, bensì la
grafite della mina racchiusa in essa. Dunque, presta sempre attenzione a quello
che accade dentro di te. Ecco la quinta qualità della matita: essa lascia sempre
un segno. Allo stesso modo, tutto ciò che farai nella vita lascerà una traccia:
di conseguenza, impegnati per avere piena coscienza di ogni tua azione".
PAROLA DI DIO: Is 48,17-19; Sal 1; Mt 11,16-19
Vangelo Mt 11,16-19
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie». Parola del Signore
“È VENUTO GIOVANNI, CHE NON MANGIA E NON BEVE, E DICONO: “È INDEMONIATO”. È VENUTO IL FIGLIO DELL’UOMO, CHE MANGIA E BEVE, E DICONO: “ECCO, È UN MANGIONE E UN BEONE, UN AMICO DI PUBBLICANI E DI PECCATORI”.
Quante volte nella mia vita il Vangelo mi ha costretto e mi costringe a cambiare modo di intendere. Quand’ero ragazzo i miei educatori mi avevano fatto intendere il sacerdozio come un qualcosa di talmente grande che ai miei occhi esso sembrava la cosa più bella e più grande, fonte anche di realizzazione di pieno successo. La vita poi mi ha fatto sì comprendere la grandezza del dono del Sacerdozio, ma ho anche compreso che questo dono non garantisce il successo. Ingenuamente ho pensato che chi lavorava per Lui, per la giustizia, per la verità, automaticamente, in mezzo alla fatica, avrebbe avuto risultati positivi. Non è così. Gesù, oggi ci ricorda due grandiosi ‘insuccessi’. È venuto Giovanni Battista e non l’hanno capito, l’hanno considerato un matto, un indemoniato. È venuto Gesù e chi lo ha messo in croce ha addirittura pensato di aver fatto un bene. Seguire Gesù non è aver successo, operare per la giustizia e la verità non significa ottenere giustizia o automaticamente far progredire la verità. Aiutare un povero non ti esime dall’essere imbrogliato, magari proprio da quella stessa persona. Per il fatto che perdoni non significa che non ci sia qualcuno che ne approfitti: Per il fatto che tu predichi il Vangelo non significa che tutti coloro che l’ascoltano si convertiranno ad esso. Eppure, se Giovanni Battista avesse ragionato con tanto ‘buon senso’ ed avesse detto: “Perché devo rimetterci la testa per andare a puntare il dito contro Erode che intanto non cambierà?”, se Gesù avesse detto e dicesse tuttora: “Vale la pena morire per l’uomo, quando dopo tutti questi anni tanti uomini non mi conoscono neppure, e quelli che mi conoscono sono divisi tra loro, litigano, dimostrano di non capirmi?”, noi non avremmo né il Precursore né il Messia. No, le cose non vanno fatte per il successo, neppure per il successo del bene, vanno fatte perché sono buone, vere, giuste. Una verità è sempre verità, sia che abbia successo o no!
La giustizia è sempre tale sia che trovi il suo corso sia che venga manipolata da uomini ingiusti. Dio è sempre Dio anche se c’è il bestemmiatore, l’amore di Gesù per noi è sempre tale sia che noi lo accettiamo o lo rifiutiamo; non è la quantità di successo che ha a rendere buona o cattiva un’idea. Come cristiani, come testimoni, non siamo chiamati ad aver successo: Siamo chiamati a seminare nella fiducia. Al resto ci pensi il Padrone della messe.
SABATO 10 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: B.V.M. di Loreto; S. Eulalia; S. Mauro
Una scheggia di preghiera:
VENGA IL TUO REGNO, SIGNORE
HANNO DETTO: Il cammino della fede ci porta più lontano di quello della conoscenza filosofica: ci porta al Dio personale e vicino, a Colui che è tutto amore e misericordia, a una certezza che nessuna conoscenza naturale può dare. (Edith Stein)
SAGGEZZA POPOLARE: «Vesti una colonna e ti parrà una bella donna». «Vesti una fascina e ti sembrerà una regina». «La forma non fa la salsiccia».
UN ANEDDOTO: Racconta Cassiano che quando Padre Giovanni fu in punto di morte, e se ne andava a Dio con slancio e con gioia, i fratelli lo attorniavano e volevano che lasciasse loro in eredità una parola breve e salutare, per poter giungere alla perfezione in Cristo. Egli disse gemendo: «Non ho mai compiuto la mia volontà, non ho mai insegnato a nessuno qualcosa che non avessi prima fatto».
PAROLA DI DIO: Sir 48,1-4.9-11 (NV); Sal 79; Mt 17,10-13
Vangelo Mt 17,10-13
Dal vangelo secondo Matteo
Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché, dunque, gli scribi dicono che prima deve venire Elia?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista. Parola del Signore
"ELIA È GIÀ VENUTO E NON L'HANNO RICONOSCIUTO".
"Padre, tutte le apparizioni di Maria preludono alla fine imminente. Dio si è stancato degli uomini. Basta leggere i fatti: la fine del mondo è vicina!".
in questi giorni questa frase mi è stata ripetuta da tre persone diverse e sempre più spesso c'è gente che parla di interpretare i segni della vicinanza della fine. Queste persone assomigliano ai discepoli che hanno li Gesù ma sono ancora preoccupate perché secondo l'interpretazione prima della venuta del Messia deve tornare Elia. Ed ecco la risposta di Gesù: Elia è già venuto! Elia non è quell'Elia che doveva arrivare sul carro dalle ruote di fuoco che essi aspettavano; Elia era Giovanni Battista che di fuoco aveva le parole per bollare il male e invitare alla conversione. Anche noi allora dovremmo imparare a leggere i segni della presenza del Signore in mezzo a noi non tanto secondo i nostri criteri quanto secondo i contenuti e faccio un esempio: di una apparizione o presunta tale non mi importa la coreografia esterna o i segni strepitosi ma i contenuti di fondo, che se sono secondo il Vangelo, possono aiutarmi a trovare il segno della conversione e non soltanto una "pia" devozione.
DOMENICA 11 DICEMBRE: 3^ DOMENICA DI AVVENTO ANNO A
Tra i santi ricordati oggi: S. Damaso I; S. Daniele Stilita; S. Sabino
Una scheggia di preghiera:
ACCOMPAGNACI OGGI, SIGNORE, IN QUESTA MERAVIGLIOSA VALLE DI LACRIME.
HANNO DETTO: La fede è meglio, per te, che una nave sul mare. Questa, infatti, è retta dai remi, tuttavia i flutti la possono far affondare, ma la tua fede non affonda mai, se la tua volontà non lo vuole. (S. Efrem il Siro)
SAGGEZZA POPOLARE: Lo specchio è il tuo miglior amico. Non riderà mai di te mentre tu piangi.
UN ANEDDOTO: Il grande attore Charlie Chaplin consigliava: La vita è un’opera di teatro che non ha repliche. Per questo canta, ridi, balla, piangi e vivi intensamente ogni momento della tua vita. Prima che il sipario si abbassi e l’opera termini senza applausi.
PAROLA DI DIO: Is 35,1-6a.8a.10; Sal 145; Gc 5,7-10; Mt 11,2-11
Vangelo Mt 11,2-11
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. È beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”. In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui». Parola del Signore
“NON È SORTO UNO PIÙ GRANDE DI GIOVANNI BATTISTA; TUTTAVIA, IL PIÙ PICCOLO NEL REGNO DEI CIELI È PIÙ GRANDE DI LUI”.
Dicono gli Psicologi che specialmente nel periodo della preadolescenza giochi molto nella mentalità dei ragazzi la “pedagogia dell’eroe”: si ammira un eroe buono o cattivo che sia e si tende ad imitarlo. Oltre agli eroi di fantasia, che, per me ragazzo erano i vari personaggi dei racconti di Salgari, ricordo che cercavo anche qualche eroe nel Vangelo e, pur non piacendomi molto la fine che aveva fatto, mi attraeva la figura rude e decisa di Giovanni Battista... e poi c’era questa frase di Gesù: “Nessuno è più grande di lui”!
Oggi non sono più quegli eroi di fantasia o reali ad attrarmi. So di non essere nato eroe. Ma forse, proprio grazie alla seconda parte della frase di Gesù: “Tuttavia il più piccolo nel Regno dei Cieli è più grande di lui” scopro ogni giorno l’eroicità della vita. Per seguire Gesù, bisogna essere eroi nell’amore, nel perdono, nella speranza... e non è neppure il caso di essere superdotati: basta con umiltà fare spazio non alle nostre povere forze ma alla forza dello Spirito che è in noi.
LUNEDI’ 12 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: B.V.M. di Guadalupe; B. Giacomo Capocci
Una scheggia di preghiera:
COINVOLGIMI, SIGNORE, NELLA TUA OPERA.
HANNO DETTO: La Chiesa, che ha canonizzato tanti individui, non si è mai pronunciata sulla dannazione di alcuno. Neppure su quella di Giuda. (Hans Urs von Balthasar)
SAGGEZZA POPOLARE: «È meglio asciugare una lacrima ai vivi che accendere cento ceri ai morti».
UN ANEDDOTO: Pronto? Paradiso? Qui è Annamaria. Signor Angelo, per cortesia mi passi il Bambino Gesù. Grazie... Gesù, sei tu? Io so leggere già. E ho letto sul giornale, quello grande di papà, che il mondo va un po’ male. Ho preferito telefonare: non c’è da perdere un momento. Caro Gesù, presto è Natale! Di aiutarci è questo il tempo. Se vuoi ti do anche una mano. Inquinamento, fame, guerra? Con l’amore cancelliamo tutti i mali della terra. (Gianni Rodari)
PAROLA DI DIO: Nm 24,2-7.15-17b; Sal 24; Mt 21,23-27
Vangelo Mt 21,23-27
Dal vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose». Parola del Signore
“GESÙ RISPOSE LORO: ANCH’IO VI FARÒ UNA SOLA DOMANDA.”.
Quante domande abbiamo sempre da porre a Dio! “Perché, Signore, la creazione? Perché la sofferenza? Perché non intervieni con forza davanti ai cattivi?
Perché la morte in croce di Gesù?
Perché i comandamenti? Perché le ingiustizie? . . .”
A Gesù chiedono: “Con quale autorità fai queste cose (= la cacciata dei venditori del Tempio)?”. E Lui risponde ponendo un’altra domanda. Gesù non ha risposte preconfezionate ai nostri interrogativi ma rivolge a noi altre domande che ci coinvolgano e di conseguenza ci portino, nella vita concreta, a cercare e dare una risposta di fede alle domande che noi abbiamo posto a Lui. Ma io mi lascio interrogare e mettere in questione da Gesù?
È giusto chiedere a Dio il perché del male, ma devo lasciarmi dire: “E tu, che cosa stai facendo per combattere il male attorno a te e in te”. È giusto pregare per coloro che muoiono di fame ma devo anche rispondere concretamente alla sua domanda: “E tu, che cosa stai facendo, nel tuo piccolo, per loro?”.
MARTEDI’ 13 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Lucia; S. Ottilia; B. Giovanni Marinoni
Una scheggia di preghiera:
DAL FALSO VOLER APPARIRE, LIBERACI, SIGNORE.
HANNO DETTO: Non vi turbate al pensiero di come farete. È sufficiente che l'abbiate detto al buon Dio. Egli ha buona memoria. (Beata Jeanne Jugan, fondatrice della congregazione delle Piccole Sorelle dei Poveri)
SAGGEZZA POPOLARE: Quando inciampa la lingua è peggio di un piede.
UN ANEDDOTO: Chiesi a quegli uomini: "Che cosa portate avvolto in quel lenzuolo, fratelli?" E loro risposero: "Portiamo un cadavere, fratello". Chiesi ancora: "Lo uccisero o morì di morte naturale?"
"Ciò che chiedi è di difficile risposta, fratello. Tuttavia, sembra essere un assassinio". Chiesi: "E come fu assassinato, di spada o d'arma da fuoco, fratelli?" "Non fu coltello, né arma da fuoco; è stato un crimine molto più perfetto. Un crimine che non lascia nessuna traccia"… "Allora, come l'hanno ucciso?", insistei. E loro risposero con calma: "Quest'uomo, lo ha ucciso la fame, fratello".
PAROLA DI DIO: Sof 3,1-2.9-13; Sal 33; Mt 21,28-32
Vangelo Mt 21,28-32
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni, infatti, venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli». Parola del Signore
"EGLI RISPOSE: SI', SIGNORE; MA NON ANDO' ".
Conosciamo tutti abbastanza bene il senso per cui Gesù ha raccontato questa parabola. Egli vuol far capire che non basta l'appartenenza al popolo ebraico per avere la garanzia della salvezza. Ma noi sappiamo che il Vangelo, proprio perché parola viva, si presta a continue reinterpretazioni e applicazioni alla vita concreta per cui ecco alcune varianti nell'attualizzazione. Ci sono tanti cristiani del 'sì'. Questo 'sì' lo dicono forte, magari dai pulpiti o quando sono accese le telecamere di modo che tutti 'colpiti da una fede così profonda' possano battere le mani (e questo viene oltretutto ascritto come una 'buona testimonianza'), sono coloro che sono ortodossi, coloro che fondano la propria fede e morale citando, magari senza averlo letto, l'ultimo documento del Papa o del Vescovo, coloro che difendono le tradizioni religiose o morali, magari con un pizzico di spregiudicatezza che fa fine e non guasta mai, ma con secchi giudizi su chi non si comporta secondo i sacri canoni. Ma poi, nella vita pratica, mentre ancora senti attorno a loro l'aria smossa dalla loro lingua, li scopri duri nei confronti del prossimo, incapaci di accoglienza (prova a bussare a certe canoniche "fuori orario di ufficio"!), pronti a ferire, umiliare, disprezzare. Gente capace di sorridere ed offrirti il caffè, ma prova a chiedergli di interessarsi ai tuoi problemi, a darti una mano concreta con un anziano difficile. Sono già troppo stanchi per tutte le affermazioni di fede che hanno fatto con la loro bocca!
"Li riconoscerete dai loro frutti" ma, attenzione ai frutti di facciata: sono solo gonfi d'aria: basta un piccolo ago e, 'pluf', non c'è più nulla, si sono sgonfiati con una velocità maggiore di quella con cui, a base di parole, si erano gonfiati.
MERCOLEDI’ 14 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni della Croce; S. Venanzio Fortunato
Una scheggia di preghiera:
I SEGNI DEL TUO AMORE, GESU', SONO IN MEZZO A NOI.
HANNO DETTO: Anche le ore meno piacevoli sono fatte di soli sessanta minuti. (Achard)
SAGGEZZA POPOLARE: Iniziare una lite è come aprire una diga: desisti prima che essa si esasperi (Bibbia: Proverbi 17,4)
UN ANEDDOTO: DISTRAZIONI NELLA RECITA DEL ROSARIO «Da sola (ho vergogna a dirlo), la recita del Rosario mi costa più che mettermi uno strumento di penitenza. Sento che lo dico così male! Ho un bell’impegnarmi nel meditare i misteri del rosario, non arrivo a fissare il mio spirito. Per lungo tempo mi sono afflitta per questa mancanza di devozione che mi meravigliava, perché amo tanto la Vergine Santa, tanto che mi dovrebbe essere facile fare in onore suo le preghiere che le piacciono. Ora me ne cruccio meno: penso che la Regina dei Cieli sia mia madre, vede certo la mia buona volontà e se ne contenta». (S. Teresa di Gesù Bambino)
PAROLA DI DIO: Is 45,6b-8.18.21b-26; Sal 84; Lc 7,19-23
Vangelo Lc 7,19-23
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Giovanni chiamati due dei suoi discepoli li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”» In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. È beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». Parola del Signore
“ANDATE E RIFERITE A GIOVANNI: I CIECHI RIACQUISTANO LA VISTA, GLI ZOPPI CAMMINANO, I LEBBROSI VENGONO SANATI… AI POVERI È ANNUNZIATA LA BUONA NOVELLA”.
Mi consola pensare che un personaggio “di fuoco” come Giovanni Battista abbia avuto anche lui momenti in cui si è chiesto: “Ma quel Gesù è poi proprio il Messia per cui io ho giocato la mia vita, per cui sono in prigione in attesa della morte?”
E il dubbio per lui era ancora più profondo per il fatto che vedeva che il Messia liberatore, potente, giudice, che lui aveva annunciato era invece un messia umile, povero, pacifista ad oltranza. Anche a noi può venire il dubbio: ma sarà proprio Gesù il Figlio di Dio, il redentore o dobbiamo aspettarci la salvezza altrove?
Ma anche per noi la conferma avviene guardando alla figura di Gesù e alle sue opere. Gesù è Dio perché ama come Dio, perché come Lui dà la vita. Gesù è Dio perché perdona come Dio, cerca i peccatori per salvarli come Dio il buon pastore, perché ridà la vista cioè la possibilità di vedere la vita non come un susseguirsi di semplici avvenimenti che conducono alla morte, ma come dono prezioso che conduce alla vita eterna; Gesù è Dio perché ci fa udire sé stesso, Parola di Dio incarnata, Gesù è Dio perché si fa pane per il nostro cammino, è Via per indicarci la strada, è Verità che non delude, è pienezza di Vita. Noi abbiamo Gesù, il figlio di Dio che ci salva e stiamo ad aspettare il liberatore politico che una volta che ci ha liberati vuol renderci suoi schiavi?
Aspettiamo il liberatore spirituale che vuole intrupparci in una nuova religione?
Aspettiamo il saltimbanco che faccia qualche miracolo per avere un nuovo leader che mangi sulle nostre spalle?
Diciamo con sincerità piuttosto un’altra cosa: oggi forse non è tanto difficile credere a Cristo ma alla figura distorta di Cristo che certi cristiani manifestano perché se anche noi facessimo ancor oggi gli stessi “segni” di Cristo, sarebbe molto più facile credere davvero in Lui.
GIOVEDI’ 15 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Valeriano; B. Maria Vittoria Fornari; B. Carlo Steeb
Una scheggia di preghiera:
AIUTACI, SIGNORE, A NON ESSERE DI INTRALCIO AI TUOI PROGETTI.
HANNO DETTO: Solo nell'Aldilà l'uomo vivrà nel presente: finora è sempre vissuto per il futuro. (Anton Cechov)
SAGGEZZA POPOLARE: Se curerai il bocciolo, la rosa sarà bella. (prov. Giordano)
UN ANEDDOTO: Preghiera d'Avvento di David Maria Turoldo: VIENI SIGNORE GESÙ!
Vieni di notte, ma nel nostro cuore è sempre notte: e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni nel silenzio, noi non sappiamo più cosa dirci: e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni in solitudine, ma ognuno di noi è sempre più solo: e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni figlio della pace, noi ignoriamo cosa sia la pace: e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni a liberarci, noi siamo sempre più schiavi: e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni a consolarci, noi siamo sempre più tristi: e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni, tu che ci ami, nessuno è in comunione col fratello se prima non è con te, Signore.
Vieni, tu che sei la gioia e la speranza del mondo, abbiamo sempre bisogno di te.
Vieni sempre Signore!
PAROLA DI DIO: Is 54,1-10; Sal 29; Lc 7,24-30
Vangelo Lc 7,24-30
Dal vangelo secondo Luca
Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che portano vesti sontuose e vivono nel lusso stanno nei palazzi dei re. Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”. Io vi dico: fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni, ma il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui. Tutto il popolo che lo ascoltava, e anche i pubblicani, ricevendo il battesimo di Giovanni, hanno riconosciuto che Dio è giusto. Ma i farisei e i dottori della Legge, non facendosi battezzare da lui, hanno reso vano il disegno di Dio su di loro». Parola del Signore
“CHE COSA SIETE ANDATI A VEDERE NEL DESERTO?”.
“Padre, deve venirci anche lei!
Siamo in tanti, ci sono anche tanti sacerdoti e tantissime suore... Sa, quell’uomo fa veramente miracoli!”
Oggi nel deserto della vita e dei valori, furoreggiano personaggi che “compiono miracoli”, gruppi che alzando le mani gridano forte i loro “Amen” e i loro “Alleluia”, che radunano nuove masse... Sarà vero, guai a noi se spegnessimo lo Spirito che soffia dove vuole ma con Gesù per distinguere la verità dal fenomeno da baraccone, chiediamoci: chi andiamo a vedere?
Qualcuno che ci indica la strada verso Gesù?
Qualcuno che non pensa a sé stesso, alle sue morbide vesti?
Qualcuno che segue la Parola o le mode del tempo?
Qualcuno che si lascia piegare dal vento o dalle sottili trame del potere?
Giovanni grida nel deserto di Giuda e nella città del potere di Erode, degli scribi e dei farisei. Giovanni testimonia con la sua vita. Giovanni non parla di sé, è voce”. Giovanni non fonda una nuova setta di intransigenti, ma porta a Gesù.
VENERDI’ 16 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Adelaide; A. Aggeo profeta; S. Albina; B. Clemente Marchisio
Una scheggia di preghiera:
BENEDICI, SIGNORE, TUTTI COLORO CHE OPERANO IL BENE.
HANNO DETTO: È il ben pensare che conduce al ben dire. (Francesco De Sanctis)
SAGGEZZA POPOLARE: Fai il bene e non guardare a chi lo fai. (Proverbio ebraico)
UN ANEDDOTO: "Ma Gesù è morto o vivo?", chiese la piccola Lucia alla nonna. A dire il vero, era un po' che le frullava in testa questa domanda, il parroco era arrivato alla scuola materna e aveva spiegato a lungo che Gesù era stato crocifisso e sepolto. La nonna capì molto bene la domanda della sua nipotina, andò ad aprire il vangelo, le lesse alcuni fatti: le donne erano andate al sepolcro il mattino dopo il sabato e avevano trovato il sepolcro vuoto! E proprio lì stava un angelo ad annunciare che Gesù era vivo! È risorto, è glorificato dal Padre che non l'ha lasciato nella tomba! E Lucia era piena di gioia. Qualche giorno dopo, la nonna si recò con Lucia alla messa domenicale. C'era in mezzo all'altare un prete e tra i banchi poca gente, un po' triste e un po' annoiata. Anche le canzoni che una donna dal primo banco intonava erano basse, lente, cantate da pochi e senza convinzione. Allora Lucia, dopo essersi guardata ben bene in giro, disse alla nonna: "Ma loro lo sanno che Gesù è risorto?".
PAROLA DI DIO: Is 56,1-3a.6-8; Sal 66; Gv 5,33-36
Vangelo Gv 5,33-36
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo, ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato». Parola del Signore
“GIOVANNI ERA UNA LAMPADA CHE ARDE E RISPLENDE E VOI AVETE VOLUTO SOLO PER UN MOMENTO RALLEGRARVI DELLA SUA LUCE.”
Gesù parla di Giovanni il Battista e rimprovera i suoi uditori perché non hanno saputo accogliere il dono della sua presenza. Man mano che gli anni della mia vita si snodano mi ritrovo spesso a pensare alle tante persone "lampade" che il buon Dio ha messo sul mio cammino. Non facciamo i poeti: è vero che abbiamo incontrato tanto male e molta malvagità, ma quante persone a volte piccole e umili che ci hanno insegnato a sorridere, a sopportare, a riflettere, che ci sono state esempio di perdono, di preghiera, di sofferenza vissuta con amore!
Grazie, Signore, per quanti mi hanno dato; in questo momento, sia qui sulla terra che nel Paradiso ringraziali tu per me; e perdonami, Signore, se i miei occhi troppe volte sono stati foderati; perdonami per quando ho saputo vedere solo il male e non ho voluto rallegrarmi del bene che tu hai seminato in mille persone passate al mio fianco.
SABATO 17 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni de Matha; S. Modesto
Una scheggia di preghiera:
VIENI ANCORA, SIGNORE GESU': ABBIAMO BISOGNO DI TE.
HANNO DETTO: Rifugiatevi sotto le ali della misericordia di Dio: egli è più capace di perdonare di quanto voi lo siate di peccare. (S. Caterina da Siena)
SAGGEZZA POPOLARE: Il bramino che gode di buona fama non ha bisogno di uno scranno sacro. (prov. Indiano)
UN
ANEDDOTO: Un giorno il saggio diede al discepolo un sacco vuoto e un cesto di
patate.
"Pensa a tutte le persone che hanno fatto o detto qualcosa contro di te
recentemente, specialmente quelle che non riesci a perdonare. Per ciascuna,
scrivi il nome su una patata e mettila nel sacco". Il discepolo pensò ad alcune
persone e rapidamente il suo sacco si riempì di patate. "Porta con te il sacco,
dovunque vai, per una settimana" disse il saggio. "Poi ne
parleremo". Inizialmente il discepolo non pensò alla cosa. Portare il sacco non
era particolarmente gravoso. Ma dopo un po', divenne sempre più un gravoso
fardello. Sembrava che fosse sempre più faticoso portarlo, anche se il suo peso
rimaneva invariato. Dopo qualche giorno, il sacco cominciò a puzzare. Le patate
marce emettevano un odore acre. Non era solo faticoso portarlo, era anche
sgradevole. Finalmente la settimana terminò. Il saggio domandò al discepolo:
"Nessuna riflessione sulla cosa?". "Sì Maestro" rispose il discepolo. "Quando
siamo incapaci di perdonare gli altri, portiamo sempre con noi emozioni
negative, proprio come queste patate. Questa negatività diventa un fardello per
noi, e dopo un po', peggiora." "Sì, questo è esattamente quello che accade
quando si coltiva il rancore. Allora, come possiamo alleviare questo
fardello?". "Dobbiamo sforzarci di perdonare". "Perdonare qualcuno equivale a
togliere una patata dal sacco. Quante persone per cui provavi rancore sei capace
di perdonare?" "Ci ho pensato molto, Maestro" disse il discepolo. "Mi è costata
molta fatica, ma ho deciso di perdonarli tutti".
PAROLA DI DIO: Gen 49,2.8-10; Sal 71; Mt 1,1-17
Vangelo Mt 1,1-17
Dal vangelo secondo Matteo
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici. Parola del Signore
“GENEALOGIA DI GESÙ CRISTO, FIGLIO DI DAVIDE, FIGLIO DI ABRAMO...”
Nei giorni della “Novena di Natale” la liturgia ci accompagna perché i nostri occhi vedano la meraviglia del Dio—con— noi.
Il Vangelo, raccontandoci una genealogia di Gesù, ci presenta tutta una serie di personaggi che hanno vissuto l’alleanza con Dio in vista della venuta del Salvatore. Lui è il centro della storia, ma è anche il centro della mia vita?
Non basta in questi giorni “vivere la magia del Natale”, fatta di lustrini, di nenie, di regali o di statuine di gesso: sento davvero il bisogno di essere liberato dall’egoismo? e so che Colui che viene può farlo?
DOMENICA 18 DICEMBRE: 4^ DOMENICA DI AVVENTO ANNO A
Tra i santi ricordati oggi: S. Gaziano; S. Malachia profeta
Una scheggia di preghiera:
LIBERACI, O SIGNORE, DALLA SUPERFICIALITA' E DALL'EGOISMO.
HANNO DETTO: Consolare un amico precipitato nella sventura e nell'insuccesso è facile, ma godere appieno del suo successo e della sua fortuna è difficile, perché il tarlo dell'invidia e dell'egoismo è più forte di ogni altra energia spirituale. (Oscar Wilde)
SAGGEZZA POPOLARE: Meglio camminare con chi si ama che riposare con chi si odia. (prov. Cinese)
UN ANEDDOTO: Nel Nord Africa un missionario fu sorpreso dal curioso comportamento di un beduino. Ogni tanto l'uomo si stendeva per terra, lungo e disteso sul terreno, e premeva l'orecchio contro la sabbia del deserto. Meravigliato il missionario gli chiese: "Che cosa fai?". Il beduino si rialzò e rispose: "Amico, ascolto il deserto che piange. Piange perché vorrebbe essere un giardino". (Ignoto)
PAROLA DI DIO: Is 7,10-14; Sal 23; Rm 1,1-7; Mt 1,18-24
Vangelo Mt 1,18-24
Dal vangelo secondo Matteo
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti, il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli, infatti, salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. Parola del Signore
“ELLA DARÀ ALLA LUCE UN FIGLIO E TU LO CHIAMERAI GESÙ: EGLI, INFATTI, SALVERÀ IL SUO POPOLO DAI SUOI PECCATI”.
Siamo quasi alla Vigilia di Natale e ancora una volta possiamo leggere come avvenne la nascita di Gesù tra noi. Gesù è nato quasi duemila anni fa, ma è rimasto sempre con noi con il suo Amore, con la Redenzione che ci offre e soprattutto rimane con noi nell’Eucaristia. Dovremmo sempre, e non solo a Natale, far festa, perché Gesù è con noi anche quando lo abbiamo offeso con i peccati, quando lo abbiamo lasciato solo nell’Eucaristia, quando stentiamo a riconoscerlo nei fratelli, quando non lo abbiamo amato, perché con tanta dolcezza e discrezione non ha voluto forzare la nostra libertà, perché il nostro amore fosse libero e sincero. Troppe volte ci siamo trovati soli, non perché Lui non ci fosse, ma per la nostra fede superficiale e per il nostro egoismo. Abbiamo sofferto mentre Egli non poteva aiutarci perché noi ci eravamo isolati scioccamente e contro il nostro interesse.
LUNEDI’ 19 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Anastasio I; B. Urbano V; S. Fausta; S. Dario
Una scheggia di preghiera:
TI ADORO, GESU', INCARNATO NEL GRAMBO DI MARIA.
HANNO DETTO: Non sei degno di ricevere l’Eucaristia, ma ne hai bisogno! (Jean Baptiste Vianney)
SAGGEZZA POPOLARE: Una sola moneta nel salvadanaio vuoto fa più rumore di quando è pieno. (prov. Arabo)
UN ANEDDOTO: I deputati conoscevano la fede profonda di Alcide De Gasperi che trasse l'Italia del dopoguerra dal difficile guado delle macerie materiali e morali. Un giorno che si era nell'aula di Montecitorio per le consuete sedute, alcuni di essi vollero fare uno scherzo al loro avversario politico, che peraltro stimavamo. Lasciarono cadere una corona del Rosario proprio dove De Gasperi sedeva e attesero l'intervallo. Fu allora che si avvicinarono a lui e, fingendosi scandalizzati, gli fecero osservare che si era lasciata cadere la corona, cui tanto teneva... De Gasperi afferrò a volo e li rimbeccò: "Quella corona non può essere la mia; la mia non me la lascio mai sfuggire: eccola!". Trasse dalle tasche la sua corona e la baciò con trasporto.
PAROLA DI DIO: Gdc 13,2-7.24-25a; Sal 70; Lc 1,5-25
Vangelo Lc 1,5-25
Dal vangelo secondo Luca.
Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccaria, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. Avvenne che, mentre Zaccaria svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». Zaccaria disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo». Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni, Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini». Parola del Signore
“ECCO SARAI MUTO E NON POTRAI PARLARE FINO AL GIORNO IN CUI QUESTE COSE AVVERRANNO”
C’era stato un dialogo tra Gabriele e Zaccaria e, abbiamo visto, era venuta fuori questa scena: l’angelo annunciava le meraviglie di Dio mentre il vecchio sacerdote Zaccaria dimostrava, con la sua paura, un’incredulità smarrita. Mentre Maria davanti all’annuncio chiederà a Gabriele: “Come avverrà questo?”, dando per scontata l’opera di Dio, Zaccaria chiede segni, manifesta perplessità; ed ecco allora che l’angelo il segno glielo dà: “Resterai muto”. Gli uomini hanno parlato troppo. Con le loro chiacchiere e le loro supponenze hanno addirittura voluto raggiungere Dio ed è nata la torre di Babele, la torre della confusione, delle parole dette ma non capite. Ora è la PAROLA che deve incarnarsi e, nel caso del Vangelo di oggi, colui che griderà per preparare la strada alla Parola, ma perché questo avvenga c’è bisogno di silenzio. Dio, in silenzio, parla nel suo mistero attraverso il grembo avvizzito di Elisabetta e nel grembo giovane di Maria. Ogni parola è superflua, anzi, quasi blasfema: il mistero di Dio, della vita, del grembo meritano il rispetto del silenzio. Noi viviamo nel chiasso, ci stordiamo di rumori, abbiamo parole per tutto: per giudicare, per condannare, per arrabbiarci, abbiamo canti che spesso non dicono più i sentimenti ma solo più gli urli di rabbia della bestia uomo ferita, scossa da parole che hanno voluto spiegare tutto, che hanno avuto la presunzione di vivisezionare tutto per arrivare a dire più niente. Pensate: l’epoca della scienza, della conoscenza globale e l’uomo medio usa, mastica, ripete normalmente non più di mille vocaboli! C’è bisogno di silenzio, specialmente davanti al mistero, davanti ad un bambino che nasce, a un uomo che soffre, o davanti alla morte. C’è bisogno di silenzio rispettoso e contemplativo davanti a Dio, c’è bisogno di silenzio dentro noi per ritrovare noi stessi e il senso del nostro vivere. Dio sta compiendo la sua storia per me e per te, ma se non taci, se non provi a far tacere le trombe che suonano attorno a te, se non mediti, non adori, rischi di non scoprirlo, di non gioire, di non accorgertene: “Venne tra i suoi, ma i suoi non lo accolsero”.
MARTEDI’ 20 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Liberale di Roma; B. Vincenzo Romano
Una scheggia di preghiera:
GESU', NOME DOLCISSIMO, NOME D'AMORE, TU SEI RIFUGIO AL PECCATORE.
HANNO DETTO: Dicono che il mondo è di chi si alza presto. Storie! Il mondo è di chi è felice di alzarsi. (Monica Vitti)
SAGGEZZA POPOLARE: Il chilometro è lungo per chi è stanco. (Prov. Giapponese)
UN ANEDDOTO: Ricordo una mattina in cui avevo scoperto una crisalide sulla corteccia di un albero proprio nel momento in cui la farfalla rompeva l'involucro e si preparava ad uscire. Attesi un bel po', però tardava troppo, e io avevo premura. Nervoso, mi piegai e cominciai a riscaldarla con il mio fiato. Io la riscaldavo impaziente, e il miracolo iniziò a realizzarsi davanti a me, ad un ritmo più rapido di quello naturale. L'involucro si aprì, la farfalla ne uscì trascinandosi, e non dimenticherò mai l'orrore che sperimentai allora: le sue ali non si erano ancora aperte e con il suo piccolo corpo tremante si sforzava di allargarle. Chino su di lei, l'aiutavo con il mio fiato. Invano. Era necessaria una paziente maturazione e lo spiegamento delle ali doveva avvenire lentamente al sole; ora era troppo tardi. Il mio soffio aveva obbligato la farfalla a mostrarsi, tutta una ruga, prima della sua ora. Si agitò disperata, e, alcuni secondi più tardi, mi morì sul palmo della mano. Io credo che questo piccolo cadavere sia il maggior peso che ho sulla coscienza. Ebbene, oggi lo comprendo bene: forzare le grandi leggi è un peccato mortale. Non dobbiamo lasciarci vincere dalla premura, non dobbiamo spazientirci. Seguire con costanza il ritmo eterno. (Alexis Zorba)
PAROLA DI DIO: Is 7,10-14; Sal 23; Lc 1,26-38
Vangelo Lc 1,26-38
Dal vangelo secondo Luca
Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. Parola del Signore
“L’ ANGELO LE DISSE: ECCO, CONCEPIRAI UN FIGLIO, LO DARAI ALLA LUCE E LO CHIAMERAI GESU’. ALLORA MARIA DISSE: ECCO LA SERVA DEL SIGNORE: AVVENGA PER ME SECONDO LA TUA PAROLA”.
La festa dell’annunciazione, in piena quaresima e quest’anno addirittura spostata di un giorno per rispettare la domenica, riporta in primo piano Maria, madre di Gesù e il mistero dell’incarnazione. È Maria che si fa per l’umanità grembo dell’eterno. Forse è capitato a tutti fermarsi a contemplare il rosone di una cattedrale: quando è buio è come un grande occhio scuro, ma quando è inondato dal sole è un ricamo e un intreccio di colori. Maria è come un incantevole rosone inondato dal sole: la sua bellezza è messa in risalto dalla luce che la attraversa. È la luce di Dio che la abita. Chi visita la piccola grotta dell’Annunciazione nella Basilica di Nazareth si stupisce: sono pochissimi metri quadrati, oggi occupati dall’altare. Maria era lì in ascolto. Nel suo cuore risuonava la Parola eterna, la promessa arrivata a Lei attraverso i secoli: verrà il Salvatore. E Lei ha saputo riconoscere la voce di Dio perché era in ascolto della Parola. E dentro il suono delle parole ha riconosciuto la presenza. Ma anche oggi Dio continua ad annunciare la sua presenza nel mondo. Spesso noi e il nostro mondo non abbiamo orecchie per sentirle. Eppure, anche oggi Dio mi ha annunciato la sua presenza nei miei familiari, nel povero che ho incontrato, in quell’anziana che, si vedeva benissimo, stentava a reggersi e nessuno si è alzato sul tram per cederle il posto, nel mio compagno di ufficio che mi stuzzica continuamente sapendomi cristiano. Spesso non sappiamo accogliere queste “annunciazioni” perché abbiamo perso l’abitudine alla riflessione. Vi ricordate quando bambini, specialmente nel mese di maggio, ci venivano indicati i “fioretti” per preparare l’anima a celebrare con gioia una festa?
Non sarà il caso che noi riprendiamo l’abitudine di alcune piccole cose per creare di nuovo in noi la disponibilità ad accogliere i richiami del Dio che viene?
Vi potranno forse sembrare infantili, ma ripropongo a voi e a me alcune cose semplici come ad esempio: ritagliare nella giornata dieci minuti da dedicare esclusivamente alla preghiera; trovare nella propria casa un angolo per la preghiera; abituarsi a leggere nella giornata un versetto della bibbia e chiedersi: “Che cosa vuoi dire, oggi, a me, con questa parola?”; dedicare un briciolo di tempo in più ad ascoltare le persone che vivono con noi. Se ci alleneremo alla meditazione, al silenzio, all’ascolto, come per Maria, anche per noi sarà impossibile non vedere le venute continue del Salvatore per noi e per il mondo intero.
MERCOLEDI’ 21 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Pietro Canisio; S. Michea profeta, B. Domenico Spadafora
Una scheggia di preghiera:
VISITA, MARIA, LE NOSTRE CASE E PORTACI GESU'.
HANNO DETTO: Chi è Cristo? Colui che fece sua la nostra morte e nostra la sua vita. (S. Agostino)
SAGGEZZA POPOLARE: Per chi porta sempre il copricapo il cielo è fatto di ombra. (Prov. cinese)
UN ANEDDOTO: Una volta, un uomo chiese a Dio: un fiore e una farfalla. Ma Dio gli diede un cactus e una larva. L'uomo era triste poiché non capiva cosa avesse sbagliato nella richiesta. Allora pensò: con tanta gente che aspetta.... e decise di non domandare niente. Passato qualche tempo, l'uomo verificò la richiesta che era stata dimenticata. Con sua sorpresa, dallo spinoso e brutto cactus, era nato il più bel fiore. E la orribile larva si era trasformata in una bellissima farfalla.
PAROLA DI DIO: Ct 2,8-14 opp. Sof 3,14-17; Sal 32; Lc 1,39-45
Vangelo Lc 1,39-45
Dal vangelo secondo Luca
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Parola del Signore
“IN QUEI GIORNI MARIA SI ALZÒ E ANDÒ IN FRETTA VERSO LA REGIONE MONTUOSA”
Maria va a trovare sua cugina Elisabetta, per sincerarsi dell’opera di Dio in lei ma anche per portare il suo aiuto all’anziana parente. Facendo questo, Maria porta e dona sé stessa e Gesù che è in Lei. Da allora Maria è in viaggio per incontrare i suoi figli, per mettersi a loro disposizione, per portare Gesù.
Se accogli in te Maria, lei sarà per te una Madre sempre disponibile, molto delicata e allo stesso tempo esigente, pronta a consigliarti e a guidarti ad ogni istante. Maria eserciterà la sua azione soprattutto nella guida spirituale, perché la sua missione è quella di favorire in te la crescita del Cristo. Essa ti dispone ad accogliere le ispirazioni e mozioni dello Spirito Santo. Chissà, se nel tuo cuore, sei disposto, come Elisabetta, a meravigliarti e gioire per questa visita: “A che debbo che la Madre del mio Signore venga a me?
Il mio cuore ha esultato di gioia appena le tue parole sono giunte alle mie orecchie”.
GIOVEDI’ 22 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Francesca Saverio Cabrini; B. Tommaso H.
Una scheggia di preghiera:
IL MIO SPIRITO ESULTA IN DIO, MIO SALVATORE.
HANNO DETTO: Maria è l'ospedale dei peccatori. (S. Basilio)
SAGGEZZA POPOLARE: Se tratti uno da volpe, ruberà tutte le galline. (prov. Indiano)
UN ANEDDOTO: In prossimità del Natale alcuni Angeli, particolarmente zelanti, andarono sulla Terra per vedere come gli uomini stessero attrezzandosi per la grande ricorrenza. Al loro ritorno riferirono a Gesù nascente. Si fece avanti il primo: "Caro Gesù, non so se quest'anno ti conviene nascere!". "E perché mai?" "Perché gli uomini, per costruire la pace...continuano a fabbricare armi, per promuovere il perdono...continuano a condannare e, per ricordarsi che sono tutti uguali...continuano a dividersi; questo non mi sembra un bel mondo in cui nascere!" Ma il Bambino Gesù non sembrò ascoltarlo. Si fece avanti, allora, il secondo Angelo: "Caro Gesù, non so se quest'anno ti conviene nascere!". "E perché mai?". "Gli uomini hanno costruito delle statue di gesso che ti assomigliano, ai loro piedi depongono centesimi di euro, accendono una candela, poi vanno alla Messa di mezzanotte, pensano d'aver vissuto tutto il Natale ma continuano a fare del male ai loro fratelli; non mi sembra questo un bel mondo in cui nascere!". Anche dopo queste parole, il Bambino Gesù sembrò non ascoltare. Allora il terzo Angelo disse: "Caro Gesù, non so se quest'anno ti conviene nascere. Pensa che gli uomini in questi giorni si siedono attorno ad un tavolo e mangiano per ore, poi tra un bicchiere di vino e un dolce parlano della fame del mondo. Dicono che sarebbe bello vivere in un mondo diverso e loro, come primo atto d'eguaglianza, fanno regali a chi farà loro altri regali. Caro Gesù, questo non mi sembra un bel mondo in cui nascere!" Il Bambino Gesù non sembrava, però, convinto di quello che sentiva. Allora l'ultimo Angelo disse: "Caro Gesù, non so se quest'anno ti conviene nascere, sono quasi duemila anni che viene il Natale e nulla è cambiato: gli uomini vogliono restare soli, non sono venuti a cercarti e tu smettila di rincorrerli". A queste parole, il Bambino Gesù guardò la Madre e disse: "Coraggio, Madre, ora, più che mai, è necessario che io nasca in fretta nel mondo e per il mondo!"
PAROLA DI DIO: 1Sam 1,24-28; Cant. 1Sam 2,1.4-8; Lc 1,46-55
Vangelo Lc 1,46-55
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Parola del Signore
“MARIA DISSE: L'ANIMA MIA MAGNIFICA IL SIGNORE”.
Un antico proverbio dice: “Se senti qualcuno cantare, non avere paura, avvicinati: è un amico”. Maria lascia che il suo cuore pieno di meraviglia, di ringraziamento, di lode si apra al canto di lode e coinvolge nel suo canto la storia e gli uomini. Anche noi dovremmo essere cantori di Dio e della vita. Ecco un piccolo brano di S. Agostino: “Cantiamo qui l’alleluia, mentre siamo ancora privi di sicurezza, per poterlo cantare un giorno lassù, ormai sicuri. Qui cantiamo nella speranza, lassù canteremo nella realtà. Qui da esuli e pellegrini, lassù nella patria. Cantiamo pure ora, non tanto per goderci il riposo, quanto per sollevarci dalla fatica. Cantiamo da viandanti. Canta, ma cammina. Che significa camminare?
Andare avanti nel bene, progredire nella santità. Se progredisci è segno che cammini, ma devi camminare nel bene, devi avanzare nella retta fede, devi progredire nella santità. Canta e cammina”.
VENERDI’ 23 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni da Keti; S. Vittorio; S. Ivo
Una scheggia di preghiera:
SI REALIZZI IN NOI LA TUA VOLONTA' DI BENE NEI NOSTRI CONFRONTI.
HANNO DETTO: Non si può volere Dio senza volere anche l'uomo. (Karl Adam)
SAGGEZZA POPOLARE: Il ramo troppo duro al vento si spezza. (prov. Giapponese)
UN ANEDDOTO: Un giorno un uomo si recò da un vecchio saggio per chiedergli consiglio. Disse che non amava più la sua sposa e che pensava di separarsi da lei. Il saggio lo ascoltò, lo guardò negli occhi, e disse solamente una parola: "Amala" e tacque. "Ma io non provo più nulla per lei". "Amala", ripeté il saggio. Di fronte allo sconcerto del visitatore, dopo un opportuno silenzio, il vecchio saggio aggiunse: "Amare è una decisione, non solo un sentimento, amare è dedicarsi ed offrirsi, amare è un verbo e il frutto di questa azione è l'amore. L'amore è simile al lavoro di un giardiniere: egli strappa ciò che fa male, prepara il terreno, coltiva, innaffia e cura con pazienza. Affronta periodi di siccità, grandine, temporale, alluvione, ma non abbandona mai il suo giardino. Ama la tua compagna, accettala, valorizzala, rispettala, dall’affetto e tenerezza, ammirala e comprendila. Questo è tutto; amala".
PAROLA DI DIO: Ml 3,1-4.23-24; Sal 24; Lc 1,57-66
Vangelo Lc 1,57-66
Dal vangelo secondo Luca
In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Parola del Signore
“CHE SARA’ MAI DI QUESTO BAMBINO?”.
Oggi si dice questa frase a proposito di Giovanni, dopodomani si ripeterà ancora: “Che sarà mai di questo bambino”, a proposito di Gesù. È il mistero che si compie ad ogni nascita: quale è il progetto che Dio ha su quel bambino?
Riuscirà quest’uomo a realizzare il suo progetto?
Ogni mamma, ogni papà, guardando il proprio figlio con preoccupazione, ma anche con speranza, ha dei progetti di bene per lui. Dio ha i suoi progetti per ogni uomo. È l’uomo che spesso non permette che questo avvenga. La scena di un film visto recentemente mi ha lasciato amareggiato perché mi ha richiamato a realtà con le quali spesso mi sono incontrato nel mio ministero di prete: una ragazza quindicenne viene portata in un ospedale per abortire. Tornata dagli amici scoppia in pianto dirotto.
A quanti si affannano per consolarla, risponde con le lacrime che le rigano il volto: “Non piango per quello che ho fatto, ma perché non me ne importa proprio nulla”. Ecco due progetti di Dio non realizzati: una ragazza che piange perché si trova perfettamente vuota di tutto e una vita che non ha neppur potuto cominciare. Che cosa sarà di quest’uomo che Dio ha pensato fin dall’eternità?
In ciascuno di noi può emergere il Figlio di Dio che, come Maria, lascia manifestare in sé stesso le opere del creatore, oppure esserci il Caino che vede nell’uomo, magari nel fratello, un nemico. Una realtà su cui riflettiamo troppo poco è la solidarietà che ci lega a tutta l’umanità sia nel bene che nel male. Ogni nostra parola o azione serve a migliorare o a peggiorare il mondo intero. Il bene come il male hanno ripercussioni infinite, sono come un sasso lanciato sulla placida superficie di un lago che crea una serie di ondate che si allargano senza fine.
SABATO 24 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Delfino; S. Irmina; S. Adele
Una scheggia di preghiera:
BENEDETTO IL PADRE CHE LO HA MANDATO, BENEDETTO IL FIGLIO CHE È VENUTO, BENEDETTO LO SPITIRO CHE CONTINUA A DONARCELO.
HANNO DETTO: La prossima volta che passate davanti a uno specchio, guardatevi e dite: «Santo cielo, è vero! Come me ci sono soltanto io!» (Leo Buscaglia)
SAGGEZZA POPOLARE: Dove c'è il ricco, c'è il povero. Ma dove c'è giustizia, là sono tutti fratelli. (Prov. Arabo)
UN ANEDDOTO: Un giorno un uomo ricco consegnò un cesto di spazzatura ad un uomo povero. L'uomo povero gli sorrise e se ne andò col cesto, poi lo svuotò, lo lavò e lo riempì di fiori bellissimi. Ritornò dall'uomo ricco e glielo diede. L'uomo ricco si stupì e gli disse: «Perché mi hai donato fiori bellissimi se io ti ho dato la spazzatura?». E l'uomo povero disse: «Ogni persona dà ciò che ha nel cuore».
PAROLA DI DIO: 2Sam 7,1-5.8b-12.14a.16; Sal 88; Lc 1,67-79 - Veglia: Is 9,1-6; Sal 95; Tt 2,11-14; Lc 2,1-14
Vangelo Lc 1,67-79
Dal vangelo secondo Luca.
In quel tempo, Zaccaria, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati. Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace». Parola del Signore
“HA SUSCITATO PER NOI UN SALVATORE POTENTE”.
Questa sera, in chiesa, o davanti ad un presepio ci fermeremo in adorante contemplazione. Ma che cosa dice Dio lì, dalla mangiatoia?
Dice: “Fermatevi davanti ad ogni essere umano e ditevi: Ecco la dimora di Dio, il suo tempio santo! Ecco il regno in cui Dio è nato!”
Dice: “L’amore non è altro che la propria persona donata, spezzata, crocifissa, perché altri possano nutrirsene”. Dice: “E’ la fragilità che vincerà e non i bei vestiti, o i titoli, o i valori, il piccolo resto, il tenero germoglio, la traccia minuta di lievito porteranno la terra dalla parte della vita!”
E quello che Dio dice lì, dalla mangiatoia, diventerà carne e spirito attraverso di noi sulla terra degli uomini: È il messaggio del Natale!
DOMENICA 25 DICEMBRE: NATALE DEL SIGNORE
Tra i santi ricordati oggi: S. Anastasia di Sirmio; S. Eugenia.
Una scheggia di preghiera:
VENITE FEDELI, ADORIAMO IL DIO CHE SALVA.
HANNO DETTO: Un bambino può insegnare sempre tre cose a un adulto: a essere contento senza motivo, a essere sempre occupato con qualcosa e a pretendere con ogni sua forza quello che desidera. (Paolo Coelho)
SAGGEZZA POPOLARE: L'umiltà è il filo con il quale si incatena la gloria. (Prov. Arabo)
UN ANEDDOTO: C'era una volta una pecora diversa da tutte le altre. Le pecore, si sa, sono bianche; lei invece era nera, nera come la pece. Quando passava per i campi tutti la deridevano, perché in un gregge tutto bianco spiccava come una macchia di inchiostro su un lenzuolo bianco: «Guarda una pecora nera! Che animale originale; chi crede mai di essere?». Anche le compagne pecore le gridavano dietro: «Pecora sbagliata, non sai che le pecore devono essere tutte uguali, tutte avvolte di bianca lana?». La pecora nera non ne poteva più, quelle parole erano come pietre e non riusciva a digerirle. E così decise di uscire dal gregge e andarsene sui monti, da sola: "Almeno là avrebbe potuto brucare in pace e riposarsi all'ombra dei pini." Ma nemmeno in montagna trovò pace. «Che vivere è questo? Sempre da sola!», si diceva dopo che il sole tramontava e la notte arrivava. Una sera, con la faccia tutta piena di lacrime, vide lontano una grotta illuminata da una debole luce. «Dormirò là dentro!» e si mise a correre. Correva come se qualcuno la attirasse. «Chi sei?», le domandò una voce appena fu entrata. «Sono una pecora che nessuno vuole: una pecora nera! Mi hanno buttata fuori dal gregge». «La stessa cosa è capitata a noi! Anche per noi non c'era posto con gli altri nell'albergo. Abbiamo dovuto ripararci qui, io Giuseppe e mia moglie Maria. Proprio qui ci è nato un bel bambino. Eccolo!». La pecora nera era piena di gioia. Prima di tutte le altre poteva vedere il piccolo Gesù. «Avrà freddo; lasciate che mi metta vicino per riscaldarlo!». Maria e Giuseppe risposero con un sorriso. La pecora si avvicinò stretta stretta al bambino e lo accarezzò con la sua lana. Gesù si svegliò e le bisbigliò nell'orecchio: «Proprio per questo sono venuto: per le pecore smarrite!».
PAROLA DI DIO: Is 52,7-10; Sal 97; Eb 1,1-6; Gv 1,1-18
Vangelo Gv 1,1-18 (forma breve Gv 1,1-5.9-14)
Dal vangelo secondo Giovanni
(In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli
era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di
lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la
luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno
vinta.)
Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come
testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di
lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
(Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e
il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure, il mondo non lo ha
riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo
hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel
suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma
da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo
a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.)
Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che
viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi
tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di
Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo
ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è
lui che lo ha rivelato. Parola del Signore
“DIO NESSUNO LO HA MAI VISTO: IL FIGLIO UNIGENITO, LUI LO HA RIVELATO”.
È molto difficile trovare un ateo puro, in compenso trovi spesso qualcuno che dice: “Anch’io credo che, dopo tutto, ci deve pur essere qualcosa sopra di noi…”. Eppure, la fede cristiana è ben diversa da un vago sospetto. Non si tratta di “qualcosa”, ma di “qualcuno”. E questo “qualcuno” non lo si trova al termine di una strada percorsa dall’uomo, con le ben note varianti: speculazione filosofica, pratiche ascetiche, riti... Questo “qualcuno” lo incontriamo solo grazie al cammino discendente intrapreso dall’unico Messaggero autorizzato: Gesù. Allora non c’è più posto per il Dio dei filosofi, o per qualsiasi Dio, e nemmeno per il “mio Dio” (questi non sono altro che idoli fabbricati dall’uomo). Sull’orizzonte del credente si affaccia unicamente il Dio manifestato da Gesù Cristo. Il Dio geloso è il Dio geloso, prima di tutto, della propria immagine, consegnata in esclusiva all’unico specchio fedele: il Figlio.
LUNEDI’ 26 DICEMBRE: S. STEFANO
Tra i santi ricordati oggi: S. Zosimo
Una scheggia di preghiera:
SPIRITO SANTO, FORZA DEI MARTIRI, PREGA PER NOI
HANNO DETTO: Chi non crede in Dio, adora qualche altra cosa. (Chesterton)
SAGGEZZA POPOLARE: Ogni albero dà la sua ombra a chi gliela chiede. (prov. Cinese)
UN ANEDDOTO: Per la strada vidi una ragazzina che tremava di freddo, aveva un vestitino leggero e ben poca speranza in un pasto decente. Mi arrabbiai e dissi a Dio: "Perché permetti questo? Perché non fai qualcosa?". Per un po' Dio non disse niente. Poi improvvisamente, quella notte rispose. "Certo che ho fatto qualcosa: Ho fatto te".
PAROLA DI DIO: At 6,8-10; 7,54-60; Sal 30; Mt 10,17-22
Vangelo Mt 10,17-22
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato». Parola del Signore
“SARETE ODIATI DA TUTTI A CAUSA DEL MIO NOME, MA CHI AVRÀ PERSEVERATO SINO ALLA FINE SARÀ SALVATO”.
Santo Stefano, diacono, è il primo martire cristiano. Già altri nell’Antico Testamento fino a Giovanni Battista avevano testimoniato nel proprio sangue la fedeltà al Dio di Israele, ora ecco il primo di una lunga serie di martiri, testimoni di Gesù. Che cosa spinge uomini e donne ad anteporre la fede alla propria vita?
Penso la gioia e la sicurezza che Gesù non tradisce. I martiri non sono uomini che disprezzano la propria vita. La amano a tal punto da perderla per guadagnarla di nuovo e in maniera piena. Oggi, per noi, è difficile che ci sia il martirio del sangue (anche se nel mondo ci sono ancora dei martiri veri e propri), ma ci sono tante forme di martirio quotidiano: quello sguardo di sufficienza per chi dice di credere, la famiglia che “sopporta” la nostra fede, i silenzi di amici. Se amiamo davvero il Signore, sapremo con gioia perdere un po’ della nostra vita, sicuri che in Cristo la guadagneremo pienamente.
MARTEDI’ 27 DICEMBRE: S. GIOVANNI APOSTOLO ED EVANGELISTA
Tra i santi ricordati oggi: S. Fabiola; S. Teodoro
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, AIUTACI A VEDERE E A CREDERE.
HANNO DETTO: Quando la vita è dolce, ringrazia e festeggia. E quando la vita è amara, ringrazia e cresci. (Shauna Niequist)
SAGGEZZA POPOLARE: L'amore e il profumo non si possono nascondere. (prov. Iraniano)
UN ANEDDOTO: “Che cosa è Dio?”, domanda il bambino. La mamma lo stringe fra le braccia e gli chiede: “Che cosa provi?”. “Ti voglio bene”, risponde il bambino. “Ecco, Dio è questo”.
PAROLA DI DIO: 1Gv 1,1-4; Sal 96; Gv 20,2-8
Vangelo Gv 20,2-8
Dal vangelo secondo Giovanni
Il primo giorno della settimana, Maria di Magdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Parola del Signore
“ALLORA ENTRÒ ANCHE L’ALTRO DISCEPOLO, CHE ERA GIUNTO PER PRIMO AL SEPOLCRO, E VIDE E CREDETTE”
Si celebra oggi l'amore di Cristo in uno dei suoi discepoli a lui più vicini. Gesù, che era diventato l'amico più caro di Giovanni e che aveva condiviso con lui le gioie più intense e i dolori più profondi, era quel Dio che, come diceva l'Antico Testamento, non si poteva guardare senza morire. Eppure, giorno dopo giorno, Giovanni aveva guardato Gesù e aveva visto in lui un Dio il cui sguardo e il cui contatto danno la vita. Aveva spesso sentito la sua voce, ascoltato i suoi insegnamenti e ricevuto, per suo tramite, parole provenienti dal cuore del Padre. Aveva mangiato e bevuto con lui, camminato al suo fianco per molti chilometri, spinto da un irresistibile amore, che l'avrebbe portato inevitabilmente non al successo, ma alla morte: eppure, in ogni istante, aveva saputo che era quello il vero cammino di vita. Nella lettura del Vangelo di oggi, vediamo il discepolo "che Gesù amava" correre con tutte le forze, spinto proprio da quest'amore, verso il luogo in cui il Signore aveva riposato dopo aver lottato con la morte. Vede le bende e il sudario - oggetti della morte - abbandonati dal Signore della vita: le potenze delle tenebre erano state vinte nella tomba vuota, e nel cuore di Giovanni, che nella risurrezione riconosceva il trionfo dell'amore, spuntava l'alba della fede.
MERCOLEDI’ 28 DICEMBRE: SS. INNOCENTI MARTIRI
Tra i santi ricordati oggi: S. Gaspare del Bufalo
Una scheggia di preghiera:
GESU' BAMBINO, PROTEGGI I PICCOLI E I DEBOLI.
HANNO DETTO: L'amore di Cristo non conosce limiti, non finisce mai, non si ritrae davanti a bruttezza e sporcizia. Egli è venuto per i peccatori e non per i giusti, e se l'amore di Cristo vive in noi dobbiamo fare come lui e metterci alla ricerca della pecorella smarrita. (Santa Benedetta della Croce - Edith Stein)
SAGGEZZA POPOLARE: Finché splende il sole non si domanda la luna. (prov. Mongolo)
UN ANEDDOTO: Una coppia di sposi novelli andò ad abitare in una bella zona molto tranquilla della città. Una mattina, mentre bevevano il caffè insieme, il giovane marito si accorse, guardando attraverso la finestra aperta, che una vicina stendeva il bucato sullo stendibiancheria dal terrazzo e disse: "Ma guarda com'è sporca la biancheria di quella vicina! Non è capace di lavare? O forse, ha la lavatrice vecchia che non funziona bene? Oppure dovrebbe cambiare detersivo! Ma qualcuno dovrebbe dirle di lavare meglio! O dovrebbe insegnarli come si lavano i panni!". La giovane moglie guardò e rimase zitta. La stessa scena e lo stesso commento si ripeterono varie volte, mentre la vicina stendeva il suo bucato al sole e al vento perché si asciugasse. Dopo qualche tempo, una mattina l'uomo si meravigliò nel vedere che la vicina stendeva la sua biancheria pulitissima e disse alla giovane moglie: "Guarda, la nostra vicina ha imparato a fare il bucato! Chi le avrà detto come si fa?". La giovane moglie gli rispose: "Caro, nessuno le ha detto e le ha fatto vedere, semplicemente questa mattina, io mi sono alzata presto come sempre per prepararti la colazione e ho preso i tuoi occhiali e ho pulito le lenti!".
PAROLA DI DIO: 1Gv 1,5-2,2; Sal 123; Mt 2,13-18
Vangelo Mt 2,13-18
Dal vangelo secondo Matteo
I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio». Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: «Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più». Parola del Signore
“PRENDI CON TE IL BAMBINO E SUA MADRE, E FUGGI”.
Un racconto semplice, appena abbozzato quello della fuga in Egitto e della strage degli innocenti. Ma la nostra fantasia ne è provocata, il Bambino si lascia portare, ma la Madre vive fino in fondo il pericolo mortale che lo minaccia. Per il momento il Bambino si salverà ma quale dolore per Maria il sapere che altre mamme come lei piangono la morte dei loro figli. Qui, S. Matteo guarda al futuro della Chiesa: Cristo sarà portato al mondo intero!
Ma quanto sacrificio, quanto dolore costerà la diffusione del Vangelo che porterà in tutto il mondo Gesù; quanti missionari osteggiati, scacciati, in fuga sotto la minaccia orgogliosa del potere terreno. Quasi un anticipo profetico, Maria vive già ora tutto questo travaglio. Lei porta Gesù al mondo ma proprio per questo Lei, per prima, dovrà condividere coraggiosamente le difficoltà e le prove di tutti i messaggeri di Gesù. O Maria, sempre vicina a Gesù respinto: prega tuo Figlio perché non venga mai meno il coraggio dei suoi testimoni.
GIOVEDI’ 29 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Tommaso Becket; S. Davide Re e Profeta
Una scheggia di preghiera:
IL SIGNORE È LA LUCE CHE VINCE LA NOTTE: GLORIA, GLORIA, CANTIAMO AL SIGNORE.
HANNO DETTO: La vostra felicità è nel bene che farete, nella gioia che diffonderete, nel sorriso che farete fiorire, nelle lacrime che avrete asciugato. (Raoul Follereau)
SAGGEZZA POPOLARE: Per i peccati si piange, ma per i debiti si paga. (prov. Armeno)
UN ANEDDOTO: Un catechista chiese un giorno a un gruppo di giovani in preparazione per la Cresima: "Qual è la parte più importante della Messa?" La maggioranza rispose: "La Consacrazione". Ma uno disse: "La parte più importante è il rito di congedo". Il catechista stupito chiese: "Perché dici questo?" Ed egli rispose: "La Messa serve a nutrirci con la Parola, il Corpo e il Sangue del Signore. Però la messa inizia quando termina, quando usciamo nelle strade per andare a fare e dire quello che hanno detto i discepoli di Emmaus: Abbiamo riconosciuto il Signore nella frazione del pane, ed è vivo e vive per sempre e per noi".
PAROLA DI DIO: 1Gv 2,3-11; Sal 95; Lc 2,22-35
Vangelo Lc 2,22-35
Dal vangelo secondo Luca
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione e anche a te una spada trafiggerà l’anima, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». Parola del Signore
“I MIEI OCCHI HANNO VISTO LA TUA SALVEZZA… LUCE PER RIVELARTI ALLE GENTI E GLORIA DEL TUO POPOLO ISRAELE”.
L’uomo da sempre ha bisogno di luce. Senza il sole non ci sarebbe vita. La luce riscalda, illumina, guida… La luce caccia le tenebre, difende dalle paure. Oggi, festa della ‘candelora’ o della luce noi andiamo ad accendere (come nella notte di Pasqua) le nostre candele da Gesù “luce di ogni uomo”. L’uomo è un mistero di grandezza e di piccolezza, racchiude in sé tutti i misteri dell’universo ma non riesce a spiegarseli. Crede con la sua scienza di aver raggiunto conoscenze impensate e poi basta un piccolo microbo ad ucciderlo. Anche il cuore dell’uomo è un abisso: può arrivare ad amare nella totale dedizione e può albergare sentimenti di odio e di vendetta capaci di distruggere l’universo… Abbiamo bisogno di luce!
E non ci sono sufficienti le piccole luci fatue che pensatori e filosofi spesso in contraddizione fra di loro ed anche con sé stessi cercano di accendere per spiegarci il senso della vita, della morte, di noi stessi; non sono neanche sufficienti le cose del mondo che pur soddisfacendo in un momento, poi passano; e non bastano neanche gli affetti di cui abbiamo pur estremamente bisogno per colmare ogni sete ed ogni desiderio di risposta al nostro essere. Solo Dio può colmare l’uomo sua creatura. E Dio è fedele. Dio viene. Dio trova il modo di comunicare con noi. Dio si è fatto piccolo perché il piccolo possa accoglierlo. Dio si è fatto Luce, non luce smagliante che abbaglia e spesso acceca ma luce piccola e costante che si può tenere in mano e portare nel tessuto della nostra vita. Gesù uomo-Dio è davvero la luce sulla nostra misura, la risposta alle nostre domande, la forza per il nostro cammino. In questa festa il vecchio e il nuovo si incontrano e si integrano. Simeone è un vecchio che diventa giovane e luminoso offrendo Gesù al Padre. Noi offrendo Gesù al Padre nella Messa ripetiamo questo gesto, rendiamo a Dio la luce che ci ha mandato e che, se vogliamo, anche oggi può illuminare la nostra giornata.
VENERDI’ 30 DICEMBRE: SANTA FAMIGLIA ANNO A
Tra i santi ricordati oggi: S. Felice I; S. Giocondo; S. Eugenio vescovo; S. Ruggero
Una scheggia di preghiera:
BENEDICI, SIGNORE, TUTTE LE NOSTRE FAMIGLIE.
HANNO DETTO: Fissa gli occhi in Cristo nel quale il Padre ha detto e rivelato tutto. (San Giovanni della Croce)
SAGGEZZA POPOLARE: Un cane riconoscente vale più di un uomo ingrato. (Prov. Cinese)
UN ANEDDOTO: PRIMA DI TUTTO L'UOMO
Non vivere su questa terra come un estraneo o come un turista nella natura. Vivi in questo mondo come nella casa di tuo padre. Credi al grano, alla terra, al mare, ma prima di tutto credi nell'uomo. Ama le nuvole, le macchine, i libri, ma prima di tutto ama l'uomo. Senti la tristezza del ramo che secca, dell'astro che si spegne, dell'animale ferito che rantola, ma prima di tutto senti la tristezza e il dolore dell'uomo. Ti diano gioia tutti i beni della terra; l'ombra e la luce ti diano gioia, le quattro stagioni ti diano gioia, ma soprattutto ti dia gioia l'uomo. (Nazim Hikmet, ultima lettera al figlio)
PAROLA DI DIO: Sir 3,2-6.12-14 (NV); Sal 127; Col 3,12-21; Mt 2,13-15.19-23
Vangelo Mt 2,13-15.19-23
Dal vangelo secondo Matteo
I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio». Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nazareth, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno». Parola del Signore
“ALZATI E PRENDI CON TE IL BAMBINO E SUA MADRE E FUGGI IN EGITTO”.
Ed eccoci il giorno dopo Natale a fissare lo sguardo sulla famiglia di Nazareth. Ma Gesù, Maria, Giuseppe possono davvero dire qualcosa di concreto alle nostre famiglie?
Credo proprio di sì. Non solo: credo che in questi tempi dobbiamo avere il coraggio di parlare di più e meglio della famiglia, delle nostre famiglie. La famiglia è in crisi, ci dicono i sociologi. Ma senza scomodarli, ci rendiamo conto che qualcosa non funziona nella nostra società: sempre di più sono le coppie che si sfasciano, che non credono più nella possibilità di un rapporto duraturo. Non facciamone però solo un discorso moralistico cadendo nei soliti borbottamenti e luoghi comuni Quanta sofferenza e disillusione negli occhi di chi cerca una certezza affettiva!
Dobbiamo concludere anche noi che è impossibile amarsi?
Che è finito il tempo dell'illusione?
Non è un problema da poco: se veramente è impossibile parlare di progetto, di fedeltà, di continuità, allora la famiglia è morta. Eppure, questa festa, amici, ci ricorda il sogno che Dio ha sulla coppia. Amarsi è possibile; restare fedeli è possibile; crescere in un progetto è possibile. Di più: Dio ci ha piantato nel cuore, quando ci ha creati, questa nostalgia per la comunione. Non siamo stati creati a immagine e somiglianza del Dio che è Comunione Trinitaria?
Giuseppe e Maria, allora, nel loro amore pieno di tenerezza e di fatica, ci dicono che Dio ha scelto di nascere in una famiglia, di soggiacere alle dinamiche famigliari, di vivere le fatiche del rapporto di coppia. Che bello questo!
E l'annotazione di Matteo ci ricorda che tutto ciò non è retorica. Questi sposi che, clandestini, devono fuggire in un paese straniero sono l'immagine delle tante difficoltà di lavoro, di bilancio, di casa che le nostre famiglie spesso devono affrontare... Vorrei allora sottolineare due caratteristiche di questa famiglia che assomiglia alle nostre famiglie. Anzitutto: Nazareth ci ricorda come sia indispensabile mettere al centro il Progetto di Dio. Una famiglia che non si interroga sulla presenza di Dio, che non attinge da lui l'amore di cui ha bisogno, che non sa alzarsi al di sopra dell'emozione per vedersi ed accettarsi con un altro sguardo, corre il rischio di scivolare nel sentimentalismo. Altro è l'innamoramento, altro il desiderio che si costruisce di crescere insieme nel Progetto di Dio. La seconda annotazione riguarda proprio questo Dio-bambino che sgambetta per casa. Ci accorgiamo che Dio chiede ospitalità nella nostra quotidianità?
Che è presente nei nostri luoghi di lavoro?
Che siamo chiamati a riconoscerlo nello sguardo del nostro fratello?
Un'ultima parola a chi, tra noi, vive un'esperienza dolorosa di famiglia: a chi è separato, a chi è figlio di persone divise, a chi ha accanto l'uomo o la donna sbagliati. Nella sofferenza che purifica, possiamo crescere nella tenerezza e nell'accoglienza dei fratelli, possiamo trovare il Progetto a cui continuamente Dio ci chiama. Egli è fedele!
Non c'è sofferenza o fragilità che possano ostacolare la grazia di Dio e fare della morte interiore un'apertura alla vita vera. Guardiamo a Nazareth, allora. Dobbiamo oggi, con l'aiuto di Dio, riscoprire un nuovo modo di essere famiglia, nell'autenticità, nella fede, nel cammino reciproco. Maria e Giuseppe ci aiutino veramente ad avere il coraggio di riscoprirci famiglia!
SABATO 31 DICEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Silvestro I; S. Caterina di Labouré
Una scheggia di preghiera:
GRAZIE, SIGNORE DI TUTTI I DONI DI QUEST'ANNO.
HANNO DETTO: Gesù, fonte di acqua viva, non può arrivare a noi senza un canale: il canale è Maria. (Padre Pio)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi ha l'occhio itterico vede tutto giallo. (prov. Indiano)
UN ANEDDOTO: Un uomo aveva quattro figli. Egli desiderava che i suoi figli imparassero a non giudicare le cose in fretta, per questo, invitò ognuno di loro a fare un viaggio, per osservare un albero, che era piantato in un luogo lontano. Il primo figlio andò là in Inverno, il secondo in Primavera, il terzo in Estate, e il quarto, in Autunno. Quando l'ultimo rientrò, li riunì, e chiese loro di descrivere quello che avevano visto. Il primo figlio disse che l'albero era brutto, torto e piegato. Il secondo figlio disse invece che l'albero era ricoperto di gemme verdi e promesse di vita. Il terzo figlio era in disaccordo; disse che era coperto di fiori, che avevano un profumo tanto dolce, ed erano tanto belli da fargli dire che fossero la cosa più bella che avesse mai visto. L'ultimo figlio era in disaccordo con tutti gli altri; disse che l'albero era carico di frutta, vita e promesse. L'uomo allora spiegò ai suoi figli che tutte le risposte erano esatte poiché ognuno aveva visto solo una stagione della vita dell'albero. Egli disse che non si può giudicare un albero, o una persona, per una sola stagione, e che la loro essenza, il piacere, l'allegria e l'amore che vengono da quella vita può essere misurato solo alla fine, quando tutte le stagioni sono complete.
PAROLA DI DIO: 1Gv 2,18-21; Sal 95; Gv 1,1-18
Vangelo Gv 1, 1-18
Dal vangelo secondo Giovanni
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure, il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato. Parola del Signore
"DALLA SUA PIENEZZA ABBIAMO RICEVUTO GRAZIA SU GRAZIA".
Un'ormai datato racconto diceva più o meno così: una povera donna viveva nella capitale di un paese dell'Europa del Nord, non lontano dal Palazzo Reale. Sua figlia, gravemente ammalata, desiderava ardentemente un po' di uva, ma come trovarne in negozio a quell'epoca dell'anno?
La madre si ricordò tutto ad un tratto di aver visto, attraverso il parco del palazzo, aperto a tutti, dei magnifici grappoli di uva nelle serre riscaldate. Armatasi di coraggio, ella andò a trovare il capo dei giardinieri per chiedergli di venderne uno o due grappoli. La povera donna ebbe un rifiuto categorico: " Lei è pazza, le disse il giardiniere, il re non è un mercante!"
Ella se ne andò dunque molto delusa, quando un signore, che aveva udito la conversazione, si avvicinò a lei: "Il giardiniere ha ragione, egli disse, mio padre che è re non è un commerciante. Ma se non vende la sua uva, egli può regalarne!"
Così dicendo scelse dei bei grappoli che pose nel cesto della povera madre, tutta commossa e riconoscente. Quante persone desidererebbero comprare la salvezza, non solo con del denaro, ma come i loro sforzi, i loro meriti e le loro preghiere?
Esse non comprendano che la salvezza di Dio è dono gratuito. Il re dei re non vende nulla a nessuno. D'altronde quale prezzo l'uomo sarebbe in grado di pagare?
Dio dona e dona generosamente se sappiamo chiedere e se sappiamo ricevere.
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