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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

NOVEMBRE 2022

 

MARTEDI’ 1° NOVEMBRE: TUTTI I SANTI

Tra i santi ricordati oggi: S. Cesario; S. Licinio

Una scheggia di preghiera:

 

VOI TUTTI, SANTI DI DIO, PREGATE PER NOI.

 

HANNO DETTO: La preghiera non viene presentata a Dio per fargli conoscere qualcosa che egli non sa, ma per spingere verso Dio l'animo di chi prega. (Tommaso D’Aquino)

SAGGEZZA POPOLARE: Alla volpe addormentata niente cade in bocca. (prov. Cinese)

UN ANEDDOTO: Ogni tanto penso anch’io alla mia morte... Così mi chiedo: - Cosa vorrei dicessero di me dopo la mia morte? Vorrei che qualcuno in quel giorno dicesse che M. L. King ha sempre cercato d’amare, di dare la sua vita per servire gli altri. Desidero che voi diciate, quel giorno, che ho cercato d’amare e di servire la verità! Tutto il resto non ha importanza. Non desidero lasciare ricchezze. Non desidero lasciare cose belle e di lusso. Quello che voglio lasciare alle mie spalle è una vita impegnata nell’amore! (KING, La mia vita con M. L. King, Mondadori)

PAROLA DI DIO: Ap 7,2-4.9-14; Sal 23; 1Gv 3,1-3; Mt 5,1-12a

 

Vangelo Mt 5,1-12a 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli». Parola del Signore

 

BEATI...”

Eccoli, i santi. Una miriade di uomini e donne di tutti i secoli che hanno seguito il Cristo fino in fondo, che hanno saputo consumarsi nell’amore al vangelo, che lasciano tracce di luce dietro di loro, senza volerlo, senza nemmeno saperlo. Eccoli, i santi: quelli conosciuti che finiscono sui calendari e che veneriamo nelle chiese e i tanti altri conosciuti solo da Dio, coloro che nessuno celebra e che, pure, rendono luminoso, giovane e attraente il volto della sposa. Eccoli i santi: persone normali che hanno preso terribilmente sul serio la sequela, che hanno realizzato, ognuno nella propria epoca e nella propria condizione, la stupefacente presenza di Dio. Eccoli al cospetto di Dio che vegliano su di noi e per noi tifano, ora che sono nell’assoluta pienezza, ora che hanno incontrato la pienezza. E questa giornata diventa immensa festa per loro e per noi, perché vediamo riflesso in essi ciò che siamo in profondità e che possiamo diventare, se solo lasciamo spazio allo Spirito!

Eccoci, noi e i santi, famigliari di Dio, anticipatori di un mondo altro, nuovo, in cui Dio è tutto in tutti. E, guardandoli, sentiamo in noi stessi la struggente nostalgia di Dio.

 

 

MERCOLEDI’ 2 NOVEMBRE: COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI

Tra i santi ricordati oggi: S. Giusto

Una scheggia di preghiera:

 

L'ETERNA GIOIA DONA LORO O SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Senza la preghiera il cielo è chiuso sopra di noi, con la preghiera l'inferno è chiuso sotto i nostri piedi. (S. Elisabetta della Trinità)

SAGGEZZA POPOLARE: Se apri l'occhio del tuo cuore potrai vedere cose invisibili (prov. del Myanmar)

UN ANEDDOTO: Un uomo, il suo cavallo e il suo cane camminavano lungo una strada. Mentre passavano accanto a un albero gigantesco, si abbatté un fulmine e morirono tutti fulminati.
Ma l'uomo non si accorse di avere ormai lasciato questo mondo e continuò a camminare con i suoi due animali. A volte occorre del tempo perché i morti si rendano conto della loro nuova condizione. Era una camminata molto lunga, su per la collina, il sole era forte e loro erano tutti sudati e assetati. Avevano disperatamente bisogno di acqua. A una curva della strada, avvistarono un magnifico portone, tutto di marmo, che conduceva a una piazza pavimentata con blocchi d'oro, al centro della quale c'era una fontana da cui sprizzava dell'acqua cristallina. Il viandante si rivolse all'uomo che sorvegliava l'entrata. Buongiorno. - Buongiorno - rispose l'uomo. - Che posto è mai questo, così meraviglioso? - Qui è il Cielo. - Che bello essere arrivati nel cielo, abbiamo molta sete. - Lei può entrare e bere a volontà. E il guardiano indicò la fontana. - Anche il mio cavallo e il mio cane hanno sete - Mi spiace molto, ma qui non è permessa l'entrata di animali.
L'uomo ne rimase assai deluso, perché aveva molta sete, ma non avrebbe mai bevuto da solo. Ringraziò e proseguì. Dopo aver camminato a lungo, ormai esausti, arrivarono in un luogo la cui entrata era segnata da una vecchia porta, che si apriva su di un sentiero sterrato, fiancheggiato da alberi. All'ombra di uno degli alberi, c'era un uomo sdraiato, con il capo coperto da un cappello, che probabilmente stava dormendo. - Buongiorno - disse il viandante. L'uomo fece un cenno con il capo. Abbiamo molta sete, il mio cavallo, il mio cane e io. - C'è una fonte tra quelle pietre - disse l'uomo indicando un posto. - Potete bere a volontà. L'uomo, il cavallo e il cane si avvicinarono alla fonte e ammazzarono la sete. Poi, l'uomo tornò indietro per ringraziare. - A proposito, come si chiama questo posto? - Cielo. - Cielo? Ma il guardiano del portone di marmo ha detto che il cielo era là! - Quello non è il cielo, quello è l'inferno. Il viandante rimase perplesso. - Voi dovreste evitarlo! Una tale informazione falsa causerà grandi confusioni! L'uomo sorrise: - Assolutamente no. In realtà, ci fanno un grande favore. Perché laggiù rimangono tutti quelli che sono capaci di abbandonare i loro migliori amici.

PAROLA DI DIO: Gb 19,1.23-27a; Sal 26; Rm 5,5-11; Gv 6,37-40

 

Vangelo Gv 6,37-40 

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa, infatti, è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno». Parola del Signore

 

QUESTA È LA VOLONTA’ DI COLUI CHE MI HA MANDATO, CHE IO NON PERDA NULLA DI QUANTO MI HA DATO, MA LO RISUSCITI NELL’ULTIMO GIORNO”.

La giornata odierna è dominata dall’affettuoso ricordo delle persone defunte che in vita ci sono state care. Ognuno di noi, specialmente dopo una certa età, ha il suo piccolo o lungo necrologio nel cuore; i nomi che vi sono stati scritti di fresco sono naturalmente quelli che salgono prima alla mente, che ridestano ricordi, fremiti e rimpianto. È giusto che oggi e non solo oggi, diamo spazio a queste persone care perché possano rivivere nel nostro affetto e nella nostra preghiera. Noi cristiani, però, dobbiamo credere che i nostri morti vivono non solo nel ricordo o in un vago mondo di ombre, essi vivono “in Dio”. Se andiamo a visitare il loro sepolcro, a portare un fiore, non è, perciò, soltanto per ridestare un ricordo, per rivivere il momento doloroso del distacco, ma per stabilire, attraverso questi segni sensibili, un contatto reale con essi, per imparare da essi qualcosa intorno al grande viaggio che anche noi, presto o tardi, dovremo compiere, e per rinnovare non solo la speranza nel futuro ma per vivere nel presente la fede in Cristo che ha previsto per i nostri cari e per noi una vita che dura sempre con lui. La morte può farci paura, il dolore del distacco dai nostri cari è indubbiamente un momento molto difficile, è il vuoto della mancanza degli affetti sensibili, ma la risurrezione di Cristo la illumina. C’è una bellissima affermazione di Georges Bernanos che può davvero aiutarci a meditare oggi sulla morte dei nostri cari e sul nostro futuro ‘passaggio’: “Non esiste un regno dei vivi e un regno dei morti, esiste solo il Regno di Dio; e noi - vivi o morti - ci siamo tutti dentro”.  

 

 

GIOVEDI’ 3 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Martino de Porres; S. Berardo; S. Silvia

Una scheggia di preghiera:

 

IL TUO PERDONO, SIGNORE, MI RIEMPIE DI MERAVIGLIA E DI GIOIA.

 

HANNO DETTO: La maniera con cui si dona vale più del dono stesso. (Corbeille)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando hai parlato, ciò che hai detto diventa proprietà di un altro. (prov. Indiano)

UN ANEDDOTO: Rabbi Mendel soleva dire che tutti gli uomini che gli avevano chiesto di pregare Dio per loro gli passavano nella mente quando diceva la tacita preghiera delle Diciotto Benedizioni (preghiera che si recita tre volte al giorno stando in piedi). Un giorno un tale si stupì che ciò fosse possibile, poiché il tempo non bastava certo. Rabbi Mendel rispose: "Una traccia della pena di ognuno rimane incisa nel mio cuore. Nell'ora della preghiera io apro il mio cuore e dico: Signore del mondo, leggi ciò che è scritto qui!".

PAROLA DI DIO: Fil 3,3-8a; Sal 104; Lc 15,1-10

 

Vangelo Lc 15,1-10

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti, i quali non hanno bisogno di conversione. Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte». Parola del Signore

 

VI È GIOIA DAVANTI AGLI ANGELI DI DIO PER UN SOLO PECCATORE CHE SI CONVERTE”.

La mia esperienza di prete mi ha spesso aiutato a fare delle riflessioni particolari. Sovente mi è capitato di confessare delle persone che per anni si sono portate addosso il peso di colpe che o non potevano o volevano confessare. Quando, dopo lungo tempo lo Spirito li ha aiutati a trovare la decisione e il coraggio di chiedere perdono a Dio e si sono sentiti dire che il Dio misericordioso attraverso il sangue di Gesù cancellava le loro colpe, ho visto spessissimo rinascere nei loro occhi la gioia, che magari si esprimeva con lacrime di commozione, e altrettanto spesso mi è capitato che queste persone, comunicando la loro esperienza gioiosa mi abbiano a loro volta portato altri che magari vivevano la loro stessa situazione perché anch’essi sperimentassero la gioia del perdono. Il peccatore che si converte non fa solo gioire gli angeli davanti a Dio, ma prova a sua volta una gioia incontenibile, una gioia che forse noi abituati a recitare “confesso” e “atti di dolore”, non gustiamo più. Eppure, non dovrebbe il nostro cuore riempirsi di gioia nel sapere che Dio non ci abbandona neanche quando noi abbandoniamo Lui, che Dio pazientemente ci cerca, che Dio è contento e gioisce nel poterci perdonare? Non sarà forse che abbiamo perso la gioia dell’essere perdonati perché abbiamo perso il senso del peccato e della misericordia di Dio?

 

 

VENERDI’ 4 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Carlo Borromeo; S. Modesta; B. Elena Enselmini

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, SIGNORE, AD USARE BENE DEI TUOI DONI.

 

HANNO DETTO: Se non riesci a parlare di Dio al tuo fratello, parla a Dio del tuo fratello. (Dietrich Bonhoeffer)

SAGGEZZA POPOLARE: Se porterai pazienza in un momento di rabbia ti risparmierai cento giorni di lacrime. (prov. Cambogiano)

UN ANEDDOTO: La vita ti getta addosso molta terra, tutti i tipi di terra. Soprattutto se tu sei già dentro un pozzo. Il segreto per uscire dal pozzo è scrollarsi la terra che portiamo sulle spalle e salire sopra di essa. Ciascuno dei nostri problemi è un gradino che ci conduce alla cima. Possiamo uscire dai buchi più profondi se non ci daremo per vinti. Adoperiamo la terra che ci tirano per fare un passo verso l'alto! Ricordati di queste cinque regole per essere felice:

1. Libera il cuore dall'odio.
2. Libera la mente dalle eccessive preoccupazioni.
3. Semplifica la tua vita.
4. Dà in misura maggiore e coltiva meno aspettative.
5. Ama di più e accetta la terra che ti tirano, poiché essa può essere la soluzione e non il problema.

PAROLA DI DIO: Fil 3,17 - 4,1; Sal 121; Lc 16,1-8

 

Vangelo Lc 16,1-8

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce». Parola del Signore

 

IL PADRONE LODÒ QUELL’AMMINISTRATORE DISONESTO”.

L’ammirazione del Signore per la furbizia dell’amministratore avveduto si traduce in aperta disapprovazione per noi servi sprovveduti e torpidi. Gesù ci ha insegnato che dobbiamo essere buoni. Ma non sciocchi. E per toglierci ogni illusione al riguardo, fa salire in cattedra questo individuo sprovvisto di certificato di buona condotta, la cui attività non è troppo ortodossa, il quale, però, non lascia certo arrugginire il cervello. Accetteremo, finalmente la sua lezione insolente?

Forse la differenza tra noi e l’amministratore disonesto sta tutta qui: lui è alle prese con i conti che non tornano, e ne è perfettamente consapevole. Mentre noi viviamo nella placida sicurezza che i nostri conti con Dio tornino sempre, comunque, con sbalorditiva facilità. Ci illudiamo di avere i registri in ordine e ci addormentiamo. Questo amministratore “disonesto” ci fa capire che il cervello ci è stato dato precisamente per adoperarlo e che un pizzico di fantasia non guasta e che l’avvedutezza non deve essere una prerogativa esclusiva dei “figli di questo mondo”.I violenti rapiscono il Regno di Dio”. L’ha dichiarato il Signore. Dopo la lezione impartita da questo furfante è lecito aggiungere: anche gli intelligenti e i furbi rapiscono il Regno di Dio. Non c’è posto soltanto per gli sciocchi.

 

 

SABATO 5 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Donnino; S. Guido Maria Conforti; B. Gregorio Lakota

Una scheggia di preghiera:

 

È ADESSO, GESU', CHE TI DEVO RISPONDERE.

 

HANNO DETTO: Non devo giudicare nessuno: per gli altri bisogna avere occhi pieni di indulgenza, per sé occhi severi. (B. Faustina Kowalska)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi non ha un passato, non ha un futuro. (prov. Nepalese)

UN ANEDDOTO: In un caldo giorno d'estate nel sud della Florida, un bambino decise di andare a nuotare nella laguna dietro casa sua. Uscì dalla porta posteriore correndo e si gettò in acqua nuotando felice. Sua madre lo guardava dalla casa attraverso la finestra e vide con orrore quello che stava succedendo. Corse subito verso suo figlio gridando più forte che poteva. Sentendola il bambino si allarmò e nuotò verso sua madre ma era ormai troppo tardi. La mamma afferrò il bambino per le braccia, proprio quando il caimano gli afferrava le gambe. La donna tirava determinata, con tutta la forza del suo cuore. Il coccodrillo era più forte, ma la mamma era molto più determinata e il suo amore non l'abbandonava. Un uomo sentì le grida, si precipitò sul posto con una pistola e uccise il coccodrillo. Il bimbo si salvò e, anche se le sue gambe erano ferite gravemente, poté di nuovo camminare. Quando uscì dal trauma, un giornalista domandò al bambino se volesse mostrargli le cicatrici sulle sue gambe. Il bimbo sollevò la coperta e gliele fece vedere. Poi, con grande orgoglio si rimboccò le maniche e disse: "Ma quelle che deve vedere sono queste". Erano i segni delle unghie di sua madre che l'avevano stretto con forza. "Le ho perché la mamma non mi ha lasciato e mi ha salvato la vita".

PAROLA DI DIO: Fil 4,10-19; Sal 111; Lc 16,9-15

 

Vangelo Lc 16,9-15

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti, e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza». I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui. Egli disse loro: «Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole». Parola del Signore

 

CHI È FEDELE IN COSE DI POCO CONTO, È FEDELE ANCHE IN COSE IMPORTANTI, E CHI È DISONESTO IN COSE DI POCO CONTO, È DISONESTO ANCHE IN COSE IMPORTANTI”.

Uno degli errori più soliti che commettiamo nella nostra vita è quello di aspettare la grande occasione: qualcuno aspetta la grande occasione per far soldi, la grande occasione per amare, la grande occasione per dare testimonianza cristiana... La vita però è normalmente fatta di piccole occasioni, di quotidiano che a volte ci sembra addirittura banale. Aspetto la grande occasione per rinnovare la mia preghiera mentre oggi posso cercare di pregare meglio. Aspetto la grande occasione per amare e non mi accorgo dell’amore quotidiano con le persone con cui vivo. Gesù ci invita alla fedeltà nelle piccole cose. Se non sei onesto nelle piccole cose come nel non fare la cresta sulla spesa, nel non pagare il biglietto del tram, riuscirai ad essere onesto nella grande occasione come, ad esempio, nel dividere equamente un’eredità? Se non sei caritatevole nel, quotidiano con il tuo prossimo, riuscirai a perdonare davanti ad un’offesa grave? E poi, ci dice Gesù, perché aspettare la grande occasione che forse non verrà, privandoti di gustare la tua vita quotidiana, nascondendo i talenti che Dio ti ha dato perché oggi rendano frutto?

 

 

DOMENICA 6 NOVEMBRE: 32^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Tra i santi ricordati oggi: S. Leonardo; S. Protasio; S. Severo di Barcellona

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE SIGNORE PER IL DONO DELLA VITA; FA' CHE NON VADA SPRECATA.

 

HANNO DETTO: Chi crede che con il denaro si possa fare ogni cosa, è sempre disposto a fare ogni cosa per il denaro. (Beauchème)

SAGGEZZA POPOLARE: Parole sdolcinate, delizia degli sciocchi (prov. Giapponese)

UN ANEDDOTO: Nella nostra vita non c'è niente di preconfezionato, ogni cosa ce la dobbiamo costruire con i vari colori che formano la realtà. Il BIANCO è il colore principale che servirà come base. È la quotidianità, il voler costruire, giorno dopo giorno, pezzo dopo pezzo, la tua vita, che è unica e insostituibile. Poi c'è il ROSSO che ci ricorda il sangue, la lotta, la passione, la sofferenza, i sacrifici... Sì, lo so, che quest'ultima parola non va di moda, ma è comunque essenziale. Ecco l'AZZURRO che ricorda il cielo, la serenità, la gioia, la condivisione... l'allegria dello stare insieme agli altri. Il GIALLO è il colore del successo, del benessere del pane abbondante che ci viene donato ogni giorno. Il VIOLA è il colore della riflessione, del silenzio, della meditazione... del trovare noi stessi. Poi c'è il VERDE il colore della natura, della speranza, dei passaggi, dell'attesa, della risurrezione... della vita.

L' ARANCIONE è la capacità di rinnovarsi, di affrontare le cose in modo nuovo, vincendo la noia e la ripetitività di ogni giorno. Ecco, prendi tutti questi colori e con essi vedi di dipingere l'affresco della tua vita. Non pensare che sarà un lavoro semplice, e nemmeno che te la caverai facilmente. L'affresco finirà solo con la tua vita, ma è nella sapiente combinazione di questi colori che troverai ciò che hai sempre desiderato. Come in natura i colori si uniscono formando un unico arcobaleno, così il Dio della vita, fedele alle sue promesse di alleanza, ci invita a divenire UNO in lui armonizzando le nostre ricchezze doni, diversità e carismi. Questo è l'affresco che siamo chiamati a dipingere.

PAROLA DI DIO: 2Mac 7,1-2.9-14; Sal 16; 2Ts 2,16 - 3,5; Lc 20, 27.34-38

 

Vangelo Lc 20, 27-38 (Forma breve Lc 20, 27.34-38)

Dal vangelo secondo Luca

(In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione) – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Gesù rispose loro: («I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».) Parola del Signore

 

DIO NON È DIO DEI MORTI, MA DEI VIVENTI, PERCHÈ TUTTI VIVONO IN LUI”

Il mese di novembre mi ha sempre fatto fare una riflessione: in occasione della Commemorazione dei defunti, le chiese si riempiono e le intenzioni di messe per i defunti si allungano. Può essere segno di ricordo, segno di speranza della risurrezione ma può anche essere tradizione, segno che pensiamo a Dio solo come al Dio dei morti. Dio è il Dio dei vivi. Dio non ha creato la morte ma la vita. Noi viviamo perché Lui ci sostiene, ci ama. La morte non ci separa da Lui ma ci fa entrare in una vita ancora più piena con Lui. Quelli che noi chiamiamo i nostri morti, sono più vivi di noi. Tutti viviamo in Lui. Qual è la morte vera? È quando noi ci lasciamo vivere senza scopo, quando ci vogliamo staccare da Colui che è la vita, quando rompiamo il legame di amore con il Dio della vita che è eterno.

 

 

LUNEDI’ 7 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Prosdocimo; S. Baldo; S. Ercolano

Una scheggia di preghiera:

 

ACCRESCI IN NOI LA FEDE.

 

HANNO DETTO: Non bisogna vincere il nemico ma convincerlo. (Gandhi)

SAGGEZZA POPOLARE: Un uomo buono trova amichevole tutto il mondo. (prov. Indiano)

UN ANEDDOTO: Il raccolto del grano era stato scarso e l'amministratore dei terreni di La Fayette disse al suo padrone: - Questo è il momento propizio per vendere, al maggior prezzo possibile, il grano che abbiamo in serbo. - A me pare invece che sia il momento giusto per regalarlo - rispose La Fayette.

PAROLA DI DIO: Tt 1,1-9; Sal 23; Lc 17,1-6

 

Vangelo Lc 17,1-6

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi! Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai». Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sradicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe». Parola del Signore

 

SE IL TUO FRATELLO COMMETTERÀ UNA COLPA, RIMPROVERALO; MA SE SI PENTIRÀ, PERDONAGLI.

Giustizia e misericordia: sono due termini ai quali difficilmente si trova conciliazione, sia per quanto riguarda Dio che per quanto riguarda noi. Se si pensa a Dio solo come giudice viviamo con la paura di Lui, se pensiamo solo alla sua misericordia spesso troviamo facili alibi per la nostra coscienza. Nei confronti del prossimo è la stessa cosa: o diventiamo giudici inflessibili privi di comprensione e di umanità o rischiamo di non vedere più il male confondendolo con il bene. Gesù ci dice di non essere conniventi con il peccato: il male è sempre male ma ci invita anche all’estrema misericordia verso il peccatore. Lui ha fatto così: il male lo ha sempre evidenziato e ci ha messi in guardia contro le sue tentazioni, ma per noi peccatori ha dato la sua vita.

 

 

MARTEDI’ 8 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Goffredo; B. Giovanni Duns Scoto; S. Chiaro

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE GESU', SEI TU IL SALVATORE.

 

HANNO DETTO: La probabilità che la vita abbia avuto origine da un incidente è paragonabile alla probabilità che il dizionario derivi da un'esplosione di una tipografia. (Edwin Couklin)

SAGGEZZA POPOLARE: Nella casa della formica, la rugiada è un'inondazione. (prov. Cinese)

UN ANEDDOTO: C'era una volta un re che aveva una figlia di grande bellezza e straordinaria intelligenza. La principessa soffriva però di una misteriosa malattia. Man mano che cresceva, si indebolivano le sue braccia e le sue gambe, mentre vista e udito si affievolivano. Molti medici avevano invano tentato di curarla. Un giorno arrivò a corte un vecchio, del quale si diceva che conoscesse il segreto della vita. Tutti i cortigiani si affrettarono a chiedergli di aiutare la principessa malata. Il vecchio diede alla fanciulla un cestino di vimini, con un coperchio chiuso, e disse: «Prendilo e abbine cura. Ti guarirà». Piena di gioia e attesa, la principessa aprì il coperchio, ma quello che vide la sbalordì dolorosamente. Nel cestino giaceva infatti un bambino, devastato dalla malattia, ancor più miserabile e sofferente di lei. La principessa lasciò crescere nel suo cuore la compassione. Nonostante i dolori prese in braccio il bambino e cominciò a curarlo. Passarono i mesi: la principessa non aveva occhi che per il bambino. Lo nutriva, lo accarezzava, gli sorrideva. Lo vegliava di notte, gli parlava teneramente. Anche se tutto questo le costava una fatica intensa e dolorosa. Quasi sette anni dopo, accadde qualcosa di incredibile. Un mattino, il bambino cominciò a sorridere e a camminare. La principessa lo prese in braccio e cominciò a danzare, ridendo e cantando. Leggera e bellissima come non era più da gran tempo. Senza accorgersene era guarita anche lei.

PAROLA DI DIO: Tt 2,1-8.11-14; Sal 36; Lc 17,7-10

 

Vangelo Lc 17,7-10

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse: «Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”». Parola del Signore

 

DITE: SIAMO SERVI INUTILI. ABBIAMO FATTO QUANTO DOVEVAMO FARE”

Essendo prete, ho parecchio a che fare con i preti e vi assicuro che fra essi si trova, come per ogni altra categoria ma messa in maggior evidenza dal loro essere uomini pubblici, un campionario ben variegato di umanità. C’è una categoria di preti (e spesso anche di laici impegnati che li scimmiottano) che pensano di essere gli unici responsabili del mondo, gli unici e indispensabili salvatori dell’umanità. Probabilmente sono molto zelanti (certo più di me) ma a parlare con loro sempre impegnati a studiare nuove strategie pastorali, sembra quasi di capire che “prima di loro” non si è fatto niente e che il Signore, finalmente svegliatosi, ha mandato loro per arrivare a tutti, per convertire (a Dio o alla loro pastorale?), per salvare. Leggendo la parola di oggi ti voglio chiedere perdono o Signore, per tutte le volte che ho pensato così e per, tutti quei preti e laici che la pensano così. Sei tu, o Signore, che salvi, sei tu, o Gesù, che hai dato la tua vita per noi. Sei tu che ci hai scelti e mandati, ma per essere a servizio e non per far sì che gli altri obbediscano ai nostri “pallini”.

 

 

MERCOLEDI’ 9 NOVEMBRE: DEDICAZIONE DELLA BASILICA LATERANENSE

Tra i santi ricordati oggi: S. Elisabetta della Trinità

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE AIUTACI AD ONORARE IL TEMPIO DI DIO CHE È IN NOI.

 

HANNO DETTO: L'amore è un bene che rende leggera ogni cosa pesante e sopporta ogni cosa difficile. (Imitazione di Cristo)

SAGGEZZA POPOLARE: Non c'è medicina per uno sciocco. (prov. Giapponese)

UN ANEDDOTO: Oltre che essere uomo di preghiera e di fede profonda, Giorgio la Pira, aveva anche la battuta pronta. Mentre era sindaco a Firenze, il ragioniere capo del comune gli riferiva che il comune era pieno di debiti. La Pira lo tranquillizzò con queste parole: “Che cosa dice il Padre nostro? Rimetti a noi i nostri debiti, quindi senza debiti non si può vivere e nemmeno pregare. Tutto il cristianesimo si basa sui debiti. Si ricordi: molti debiti, molta santità.

PAROLA DI DIO: Ez 47,1-2.8-9.12 opp. 1Cor 3,9c-11.16-17; Sal 45; Gv 2,13-22

 

Vangelo Gv 2,13-22  

Dal vangelo secondo Giovanni

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Parola del Signore

 

ALLORA FECE UNA FRUSTA DI CORDICELLE E SCACCIÒ TUTTI FUORI DEL TEMPIO”.

Gesù si indigna e se la prende contro i profanatori del Tempio. Anche noi, giustamente ci sentiamo indignati quando sentiamo che qualcuno profana le chiese, usa malamente dell’Eucaristia, assalta i sacerdoti. Ma c’è anche un’altra ‘profanazione del tempio’ che deve indignarci, farci ribellare e farci agire. Noi siamo il tempio di Dio. Quando si approfitta del corpo di qualcuno, si profana il tempio di Dio. Quando si abusa del corpo di innocenti per le proprie bramosie egoistiche, quando si sfrutta indegnamente il lavoro di altri, quando si abusa di sé stessi con la droga o con l’alcool, quando si attenta alla propria o alla altrui salute magari guidando spericolatamente. Sono tutte profanazioni del tempio di Dio che meritano le “frustate di Gesù”, e devono farci agire, denunciare prontamente, trovarci pronti a pagare magari di persona. Il nostro e l’altrui corpo, il lavoro, la vita, sono sacri quanto il tabernacolo e l’Eucaristia; chi attenta ad essi o li commercializza per i propri fini egoistici, fa “abuso di Dio”.

 

 

GIOVEDI’ 10 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Leone Magno; S. Oreste; S. Andrea Avellino

Una scheggia di preghiera:

 

VENGA IL TUO REGNO, SIA FATTA LA TUA VOLONTA'

 

HANNO DETTO: L'uomo è opera di Dio, il peccatore è opera dell'uomo. Distruggi, o uomo, ciò che tu hai fatto, affinché Dio salvi ciò che lui ha fatto. (S. Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi non sa comprendere uno sguardo, non potrà capire lunghe spiegazioni. (prov. Arabo)

UN ANEDDOTO: S. Benedetto Labre, mendicando, un giorno s’incontrò con uno splendido corteo nuziale. Lo sposo, vedendolo solo, a piedi nudi e malvestito, esclamò: Povero uomo infelice! Hai niente, neppure l’amore! Il santo, sorridendo, rispose: - Io ho un amore più grande del tuo. Il tuo amore purtroppo è mortale, può diventare debole, può finire per sempre; l’amore divino che io ho è invece immenso, sicuro, eterno!

PAROLA DI DIO: Fm 7-20; Sal 145; Lc 17,20-25

 

Vangelo Lc 17,20-25

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!». Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione». Parola del Signore

 

IL REGNO DI DIO NON VIENE IN MODO DA ATTIRARE L’ATTENZIONE”.

A sentire certi predicatori, specialmente quelli di certi gruppi o sette moderne o anche certi preti che blaterano tutti i giorni dalla radio, il Regno di Dio che deve venire sarà accompagnato da manifestazioni terribili, grandiose. Mi sembra che forse, più che andar a caccia di fantasie, dovremmo riconoscere che il Regno c'è ed è già in mezzo a noi. Esso è diverso dai regni della terra: è di Dio e non degli uomini. È iniziato con il seme della morte e risurrezione di Cristo. Sta operando nel cuore di molti uomini che vi hanno dedicato e dedicano la vita. Sarà certamente portato a compimento perché è nella volontà di Dio. E, cosa più importante, io ne faccio parte; sono chiamato a viverlo e a farlo vivere. Più che conquistare qualcosa per me, per gli altri, per Dio, ho il compito di essere buon terreno perché Dio stesso lo faccia crescere come vuole in me ed anche attraverso di me.

 

 

VENERDI’ 11 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Martino di Tours; S. Teodoro Studita; S. Marina di Omura

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, DI VEDERE IL TEMPO CHE CI DAI COME DONO DELLA TUA MISERICORDIA.

 

HANNO DETTO: È l'animo che deve cambiare, non il cielo sotto cui vivi. (Lucio Anneo Seneca)

SAGGEZZA POPOLARE: L'amore di una madre emerge dalle profondità del mare. (prov. Armeno)

UN ANEDDOTO: Durante un corso di predicazione a Lione, il principe degli oratori francesi, il grande Lacordaire, volle recarsi dal santo Curato d'Ars. La visita fece molto scalpore. «Sapete cosa maggiormente mi ha meravigliato? - disse allora il Vianney -. Che la dottrina più grande sia venuta a inchinarsi davanti alla più grande ignoranza. I due estremi si sono toccati». Le cose erano andate diversamente. Il tema dell'umile Curato era lo Spirito Santo; Lacordaire volle assistere alla predica, e, dopo aver ascoltato, esclamò estasiato: «Soltanto ora ho capito chi sia lo Spirito Santo!».

PAROLA DI DIO: 2Gv 1,3.9; Sal 118; Lc 17,26-37

 

Vangelo Lc 17,26-37

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti. Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sodoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà. In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot. Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà, ma chi la perderà, la manterrà viva. Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata». Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi». Parola del Signore

 

MANGIAVANO, BEVEVANO, PRENDEVANO MOGLIE, PRENDEVANO MARITO, FINO AL GIORNO IN CUI NOÈ ENTRÒ NELL’ARCA E VENNE IL DILUVIO E LI FECE MORIRE TUTTI”

Siamo stati testimoni, anche in questi ultimi tempi di cose che non pensavamo dovessero accadere: in pochi momenti la vita di migliaia di persone è finita. Non c’è forse neppur stato il tempo di accorgersene. Qualcuno nei primi attimi non si è neanche reso conto: “E’ successo qualche guaio, ma non a me, continuiamo il nostro lavoro!” ma poi. Diciamocelo con sincerità: lo sappiamo che la nostra vita è precaria, che basta un attimo. Lo sappiamo che nel mondo anche oggi migliaia di persone che si sono alzate non termineranno la giornata, sono a rischio i soldati sotto le bombe nemiche come sei a rischio tu sulla tua automobile o tu che stai bene di salute ma che non ti accorgi che dentro di te quel virus, quella cellula, quella vena stanno concludendo il tuo cammino terreno. E allora?

Dobbiamo fare suonare le trombe del giudizio, rivestirci di sacco, cospargerci il capo di cenere?

Non credo che Gesù volesse dirci questo, che volesse terrorizzarci. Gesù voleva e vuole solo svegliarci. Non è che, nascondendo la morte, la si elimini. Il guaio più grosso è che noi, spesso, non ci accorgiamo neanche del dono del tempo che è il momento in cui noi possiamo accogliere i doni di Dio e, donandogli una risposta, anche giocarci la nostra eternità. Gesù, mettendoci in guardia, non fa del terrorismo psicologico o religioso, ci ricorda solo, nella precarietà del nostro vivere, di costruire su qualcosa che duri. Se io so che il mio affannarmi, che il denaro, che il successo non possono comprarmi la vita e se invece capisco di poter già anticipare in tante cose la mia eternità, mi verrà più facile, anche tra le corse della giornata di oggi, fare una scala di valori e imparare anche ad aspettare il “diluvio” non come la fine, ma come il passaggio definitivo all’eterno.

 

 

SABATO 12 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Giosafat; S. Macario; S. Diego

Una scheggia di preghiera:

 

SPIRITO DI DIO DONACI DI PREGARE IN MODO GIUSTO.

 

HANNO DETTO: È facile conquistare il Regno dei cieli e viverci: basta assediare Dio con amore. (A. Silesius)

SAGGEZZA POPOLARE: Prendi la saggezza senza preoccuparti del recipiente che la racchiude. (prov. Arabo)

UN ANEDDOTO: Un giorno chiesero a Giuseppe Lazzati di dare una definizione della santità che fosse convincente e avvincente anche per i giovani di oggi. La santità è semplicemente qualcuno da amare rispose.

PAROLA DI DIO: 3Gv 5-8; Sal 111; Lc 18,1-8

 

Vangelo Lc 18,1-8

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?». Parola del Signore

 

IN UNA CITTÀ VIVEVA UN GIUDICE, CHE NON TEMEVA DIO NÉ AVEVA RIGUARDO PER ALCUNO. IN QUELLA CITTÀ C’ERA ANCHE UNA VEDOVA, CHE ANDAVA DA LUI E GLI DICEVA: “FAMMI GIUSTIZIA CONTRO IL MIO AVVERSARIO”.

A prima vista, quella che abbiamo letto oggi, sembra una parabola non completamente azzeccata perché se comprendiamo che la preghiera deve essere insistente come quella di questa vedova ci risulta più ostica la figura di quel giudice iniquo, che sotto un certo aspetto dovrebbe rappresentarci Dio, che la esaudisce non per bontà, ma per togliersi una scocciatura dai piedi. Eppure, anche da un fatto negativo (e attuale: pensate a quante ingiustizie sono perpetrate nei confronti dei deboli) può esserci un insegnamento positivo. Dio non è un giudice ingiusto, non vuol togliersi dai piedi uomini scoccianti. Dio è Padre, ascolta i suoi figli. Il guaio è che noi non ci ricordiamo neppure di rivolgerci a Lui e spesso quando lo facciamo, come dice la scrittura “non sappiamo neppure ciò che domandiamo”. C’è chi nelle sue preghiere è un piagnisteo continuo di richieste e chi non chiede mai perché “intanto Dio sa già tutto e poi, quello che deve capitare capiterà”. Eppure, Gesù ci ha insegnato la confidenza con Dio. È stato lui stesso a dirci di chiedere per ottenere, è ancora Lui a ricordarci che con la fede grande quanto un granello di senapa si possono spostare le montagne. E, anche per quando non sappiamo bene che cosa dire e che cosa chiedere. ricordiamoci che Gesù ha messo in noi il suo Spirito che con “gemiti inenarrabili continua a chiedere per noi ciò che è buono”. Il nostro compito, allora, è solo quello di lasciar parlare lo Spirito che è in noi, di fidarci di venire esauditi non per il moltiplicarsi delle nostre parole ma per la bontà di un Dio Padre che vuole la gioia dei suoi figli.

 

 

DOMENICA 13 NOVEMBRE: 33^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Tra i santi ricordati oggi: S. Imerio; S. Agostina Pietrantoni; S. Niccolò I

Una scheggia di preghiera:

 

DA OGNI MALE, LIBERACI O SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Dio è tutta la nostra gioia, e in lui la nostra polvere può diventare splendore. (Thomas Merton)

SAGGEZZA POPOLARE: Chiedi a Dio quanto vuoi, ma tieni la vanga in mano. (prov. Armeno)

UN ANEDDOTO: In un giorno d'Autunno, il Vento soffiava dispettoso facendo volare le foglie. Una piccola Nuvoletta che stava passeggiando lì vicino gli disse: "Ciao Vento, posso giocare con te?". Il Vento allora chiese: "Cosa potresti fare? Sai soffiare?". La nuvoletta ci provò: "...fff... fff... no non sono capace", disse sconsolata. Allora il Vento le rispose: "Tu non sei capace di soffiare come me, vattene via!". E la Nuvoletta se ne andò triste. Più avanti incontrò l'Estate e il Sole splendeva luminoso nel cielo. Allora si avvicinò e disse: "Ciao Sole, posso giocare con te?". Ma il Sole seccato le rispose: "Non vedi che ti sei messa troppo vicina a me? Mi stai oscurando! Vattene via, tu non sei capace di splendere come me e nemmeno di creare calore!". E la Nuvoletta se ne andò sempre più triste. Poco più in là c'era l'Inverno e la neve cadeva leggera, così la Nuvoletta si fermò e chiese: "Ciao Neve, posso giocare con te?". La Neve la squadrò dalla testa ai piedi e sussurrò: "Ma tu sei capace di far nevicare?". La nuvoletta ci provò e si sforzò talmente tanto che da grigia divenne nera, ma di Neve niente. "No, non credo di esserne capace", brontolò la nuvoletta emettendo un tuono. "Shhh!", la zittì la Neve, "allora non puoi aiutarmi. Io cado silenziosa, tu sei troppo rumorosa! Tu non sei capace di cadere leggera e coprire il paesaggio come me, vattene via!". E la Nuvoletta se ne andò ancora più triste. Ormai era sconsolata, quando trovò la Primavera e sentì qualcuno piangere. Si chinò e vide un piccolo Fiorellino che singhiozzava disperato, allora si avvicinò e gli chiese il perché di tanta tristezza. E il Fiorellino rispose: "Ho sete, sto per morire, puoi aiutarmi?". "Non lo so, io non so fare quasi niente, non so soffiare come il vento, non so splendere come il sole, non so cadere leggera come la neve, e nessuno mi vuole...". Così dicendo la Nuvoletta si mise a piangere e le sue lacrime diventarono tante gocce di pioggia, che dissetarono il Fiorellino. Da quel giorno la Nuvoletta e il Fiorellino diventarono molto amici e capirono di aver bisogno l'uno dell'altra per essere felici

PAROLA DI DIO: Mal 3,19-20a; Sal 97; 2Ts 3,7-12; Lc 21,5-19

 

Vangelo Lc 21, 5-19

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti, infatti, verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita». Parola del Signore

 

QUANDO SENTIRETE DI GUERRE E DI RIVOLUZIONI, NON VI TERRORIZZATE, PERCHÉ PRIMA DEVONO AVVENIRE QUESTE COSE, MA NON È SUBITO LA FINE”

Tutto quanto è successo e sta succedendo (pandemia, guerra, distruzioni, fame per molti...) non starà forse realizzando le profezie di Gesù sulla fine dei tempi?

Gesù non ha voluto indicarci con precisione né luoghi, né tempi (certe cose si dicevano già ai tempi della prima e seconda guerra mondiale e in molte altre occasioni) ma vuole dirci di essere attenti a ciò che succede. Dai fatti dovremmo imparare la precarietà dell'uomo e della sua vita, il fatto che guerre, distruzioni, vendette, servono solo al nostro male, che i beni dell'uomo e della casa comune sono per tutti e vanno condivisi. La fine del mondo materiale avverrà: la terra e l'uomo sono materia e la materia finisce o si trasforma, ma è lo Spirito che rimane, lo Spirito di Dio che ama le sue creature e anche lo spirito dell'uomo che può operare il bene o il male. Sta a me, a te, a noi assecondare lo Spirito di Dio o quello del Male.

 

 

LUNEDI’ 14 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Rufo; S. Teòdoto; B. Maria Luisa Merkert

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, CHE IO VEDA.

 

HANNO DETTO: Il Signore ci ama più di quanto noi siamo capaci di amarci. L'anima pensa che il Signore l'abbia dimenticata e che lui non vuole neppure vederla. Ma non è così. Il Signore ci ama fino alla fine. (Silvano dell'Athos)

SAGGEZZA POPOLARE: Con un orecchio ascolta, con l'altro ignora. (prov. Iraniano)

UN ANEDDOTO: Trovato il ragno uno grappolo d'uve, il quale per la sua dolcezza era molto visitato da ave e diverse qualità di mosche, li parve aver trovato loco molto comodo al suo inganno. È calatosi giù per lo suo sottile filo, e entrato nella nova abitazione, lì ogni giorno, facendosi alli spiraculi fatti dalli intervalli de' grani dell'uve, assaltava, come ladrone, i miseri animali, che da lui non si guardavano. E passati alquanti giorni, il vendemmiatore còlta essa uva e messa coll'altre, insieme con quelle fu pigiato. E così l'uva fu laccio e ‘nganno dello ingannatore ragno, come delle ingannate mosche. (Leonardo da Vinci)

PAROLA DI DIO: Ap 1,1-5a; 2,1-5a; Sal 1; Lc 18,35-43

 

Vangelo Lc 18,35-43

Dal vangelo secondo Luca

Mentre Gesù si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. È tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio. Parola del Signore

 

ALLORA GRIDÒ DICENDO: «GESÙ, FIGLIO DI DAVIDE, ABBI PIETÀ DI ME!”.

Nel racconto della guarigione del cieco di Gerico c’è un malato, un menomato che ha come desiderio la guarigione. Ci sono attorno a questo cieco personaggi per bene e apostoli che, o con un pensiero materialista dicono impossibile la guarigione o che per lo meno sono scocciati dalle urla del cieco e vorrebbero farlo tacere, nasconderlo, e c’è un maestro buono che lascia gridare, ma per far crescere la fede e permettere così che il miracolo avvenga. Visivamente ci vien detto che la preghiera vera sgorga dal riconoscere una necessità e dal credere che qualcuno abbia la possibilità di risolverla. Poi si tratta di gridare, di non lasciarci scoraggiare dal buio che c’è in noi, dalle parole delle “persone per bene” che vorrebbero zittirci, si tratta anche di alzarci, sempre al buio, di lasciare il proprio mantello, le proprie sicurezze materiali, pur di poterci avvicinare a colui che può realizzare il nostro desiderio.

Se noi facciamo questi passi non ci troviamo davanti ad un giudice insensibile, ma davanti ad un Dio che è ben felice di vedere in noi la fede che permette al suo dono di raggiungerci e di liberarci dalla prigionia del buio.

 

 

MARTEDI’ 15 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Alberto Magno; S. Leopoldo il Pio; S. Sidonio

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU MI SCRUTI E MI CONOSCI, CONOSCI IL MIO NOME DA SEMPRE

 

HANNO DETTO: Dio è così: non si impone, non entra mai con la forza ma, come un bambino, chiede di essere accolto. In un certo senso anche Dio si presenta bisognoso di attenzione; attende che gli apriamo il cuore e ci prendiamo cura di lui. (Benedetto XVI)

SAGGEZZA POPOLARE: Una sola buona azione è meglio di tre giorni di digiuno. (prov. Giapponese)

UN ANEDDOTO: Abramo Lincoln passeggiava per una strada di Springfield con i suoi due figli. Piangevano entrambi. Un passante si fermò e domandò: “Qual è il problema con i due ragazzi?”

È lo stesso che con il resto del mondo”, rispose Lincoln. “Ho tre noci e ognuno ne vuole due”.

PAROLA DI DIO: Ap 3,1-6.14-22; Sal 14; Lc 19,1-10

 

Vangelo Lc 19,1-10

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomoro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». Parola del Signore

 

ALLORA CORSE AVANTI E, PER RIUSCIRE A VEDERLO, SALÌ SU UN SICOMÒRO,”.

Chissà quale sarà il motivo per cui un uomo, notabile, serio, un bel giorno decide di salire su una pianta? Curiosità? interesse? Voglia di infrangere le norme? Scontentezza del suo vivere?

Qualunque sia stato il motivo che ha spinto Zaccheo, quello che conta e il seguito: è la meraviglia di sentirsi chiamare per nome, è lasciarsi coinvolgere in una avventura ben più grande che non arrampicarsi su una pianta. Anche per noi mille motivi possono portarci ad arrampicarci su tante piante ma quello che conta è essere disponibili ad incontrare colui che amandoci, da certe piante può farci scendere.

 

 

MERCOLEDI’ 16 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Margherita di Scozia; S. Geltrude di Helfta

Una scheggia di preghiera:

 

DIO GRANDE, MISERICORDIOSO, LENTO ALL'IRA, ABBI PIETA' DI NOI.

 

HANNO DETTO: Invece di lamentarvi perché Dio si è nascosto, rendetegli grazie per essersi tanto manifestato. E rendetegli grazie per non essersi manifestato ai dotti orgogliosi, indegni di conoscere un Dio così santo. (Pascal)

SAGGEZZA POPOLARE: Se tu prendi più di quello di cui hai necessità, stai rubando a qualcun altro. (prov. Indiano)

UN ANEDDOTO: Un bambino chiede alla mamma: «Perché piangi?». «Perché sono una donna» gli risponde. «Non capisco» dice il bambino. La mamma lo stringe a sé e gli dice: «E non potrai mai capire...» Più tardi il bambino chiede al papà: «Perché la mamma piange?» «Tutte le donne piangono senza ragione», fu tutto quello che il papà seppe dirgli. Divenuto adulto, chiese a Dio: «Signore, perché le donne piangono così facilmente?» E Dio rispose: «Quando l'ho creata, la donna doveva essere speciale. Le ho dato delle spalle abbastanza forti per portare i pesi del mondo, e abbastanza morbide per renderle confortevoli. Le ho dato la forza di donare la vita, quella di accettare il rifiuto che spesso le viene dai suoi figli. Le ho dato la forza per permetterle di continuare quando tutti gli altri abbandonano. Quella di farsi carico della sua famiglia senza pensare alla malattia e alla fatica. Le ho dato la sensibilità di amare i suoi figli di un amore incondizionato, anche quando essi la feriscono duramente. Le ho dato la forza di sopportare il marito nelle sue debolezze e di stare al suo fianco senza cedere. E finalmente, le ho dato lacrime da versare quando ne sente il bisogno.
Vedi figlio mio, la bellezza di una donna non è nei vestiti che porta, né nel suo viso, o nella sua capigliatura. La bellezza di una donna risiede nei suoi occhi. Sono la porta d'entrata del suo cuore, la porta dove risiede l'amore. Ed è spesso con le lacrime che vedi passare il suo cuore».

PAROLA DI DIO: Ap 4,1-11; Sal 150; Lc 19,11-28

 

Vangelo Lc 19,11-28

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro. Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”. Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”. Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha sarà dato; invece, a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”». Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Parola del Signore

 

DISSE IL SERVO: “AVEVO PAURA DI TE, CHE SEI UN UOMO SEVERO”

Ma il nostro Dio è buono e misericordioso, sempre disposto al perdono o è il giudice terribile, colui che punisce la colpa dei padri nei figli?

Noi spesso facciamo gran confusione tra timore di Dio e paura di Dio. Certo, Dio è più grande di me, i suoi pensieri non sono i nostri pensieri, è Signore di tutte le cose, ci chiede conto del nostro agire; devo aver “timore di Dio” cioè rispetto davanti alla sua grandezza e misteriosità ma non posso aver paura di un Dio Padre, di Gesù morto per amor mio, dello Spirito che abita in me. il peccato del servo della parabola odierna è non aver avuto fiducia in Dio che aveva avuto fiducia in lui, è aver fatto prevalere la paura del giudizio sulla capacità di riconoscere che nell’affidargli i suoi doni, a quel padrone non importava tanto il risultato materiale quanto importava la sua persona di servo capace di rischiare sulla fiducia. Penso proprio che se in questa parabola ci fosse stato ancora un servo che avesse impegnato la ‘‘mina” in affari magari sbagliati, ma ce l’avesse messa tutta, anche a lui il padrone avrebbe detto: “Eccoti il premio, non perché sei un buon affarista ma perché nel mio nome hai rischiato lo stesso.

 

 

GIOVEDI’ 17 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Elisabetta di Ungheria; S. Ilda; S. Aniano

Una scheggia di preghiera:

 

BENVENUTO, GESU', NEL NOSTRO CUORE.

 

HANNO DETTO: Se pensi di costruire l'edificio alto della santità, prepara prima le fondamenta dell'umiltà. (S. Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Dove va l'ago va anche il filo. (prov. Indiano)

UN ANEDDOTO: La madre ed il padre stavano vedendo la televisione, quando la madre disse: "Io sono stanca ed è tardi: vado a coricarmi." Andò in cucina a fare dei panini per lo spuntino del giorno seguente a scuola, lavò le tazze del pop-corn, rimosse la carne per la cena del giorno seguente dal congelatore, verificò che le scatole dei cereali non fossero vuote, riempì la ciotola di zucchero, mise ciotole e posate sulla tavola e preparò la caffettiera per il giorno seguente. Mise dei vestiti nella lavatrice, cucì un bottone che era staccato. Tolse il servizio di piatti dalla tavola, e mise il calendario al giorno dopo. Innaffiò le piante, raccolse l'immondizia e stese un asciugamano bagnato. Sbadigliò, e si avviò verso la stanza da letto. Si fermò nello studio e scrisse una nota per l'insegnante del figlio, mise in una busta i soldi per il pagamento di una visita medica, e raccolse un quaderno che era caduto sotto una sedia. Firmò un cartoncino di auguri di compleanno per un amico, mise un francobollo sulla busta, e fece una piccola lista per il supermercato. Mise il cartoncino e la lista vicino al portafoglio. A quel punto il padre disse là dalla sala: "Pensavo che ti fossi andata a coricare." E lei rispose: "Sto andando". Mise l'acqua nella ciotola del cane e richiamò il gatto in casa. Si accertò che le porte fossero chiuse. Sbirciò nella stanza di ognuno dei bambini, spense la luce del corridoio, appese una camicia, gettò delle calze nel cesto dei vestiti sporchi, parlò un poco col figlio più grande che ancora stava studiando. Una volta in camera da letto, sistemò la sveglia per il giorno dopo, preparò i vestiti per il giorno seguente e sistemò le scarpe. Dopo si lavò il viso, passò la crema, spazzolò i denti e si sistemò un'unghia rotta. A quel punto, il padre spense la televisione e disse: "Io vado a dormire" e ci andò senza fare null'altro! A questo punto: avete notato qualcosa di straordinario? Vi siete chiesti perché le donne vivono di più... e sono così meravigliose?

PAROLA DI DIO: Ap 5,1-10; Sal 149; Lc 19,41-44

 

Vangelo Lc 19,41-44

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata». Parola del Signore

 

QUANDO FU VICINO A GERUSALEMME, ALLA VISTA DELLA CITTÀ PIANSE SU DI ESSA”

A Gesù non è risparmiato lo strazio di tutti i profeti davanti alla freddezza di un popolo indurito che non riconosce la visita di Dio nella persona e nella Parola del suo stesso Figlio. Gerusalemme diventa così il simbolo, non solo del popolo eletto, ma anche di tutti gli uomini e di tutte le donne, di tutte le persone e di tutte le comunità che misconoscono la presenza di Dio rifiutando il suo amorevole richiamo alla conversione. Gesù “sta alla porta e bussa”. Bussa questa mattina attraverso la sua Parola, bussa attraverso gli avvenimenti... Bussa e forse piange su di me perché la porta del cuore non vuole aprirsi, perché la mia casa è già troppo occupata da me stesso e per Lui... non c'è posto.

 

 

VENERDI’ 18 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Dedicazione Basiliche Ss. Pietro e Paolo

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE SALVAMI, STO AFFOGANDO!

 

HANNO DETTO: Ciò che rende lieta la vita non è fare le cose che ci piacciono, ma trovare piacere nelle cose che dobbiamo fare. (Goethe)

SAGGEZZA POPOLARE: Troppa oppressione può produrre un'esplosione. (prov. Siriano)

UN ANEDDOTO: Un uomo aveva tre figli coi quali divise la sua eredità. Avanzò per sé una gemma preziosa da destinarsi a quello dei tre figli che avrà compiuta la più grande e più magnanima azione entro un anno. Andarono i fratelli e ritornarono dopo un anno. E il primogenito si presenta a suo padre e gli dice: «Io ho incontrato un forestiero che mi ha affidato tutti i suoi averi. Al suo ritorno io gli consegnai ogni cosa e nessuna garanzia egli aveva fuorché la mia parola». E il padre: «Hai fatto bene, ma la tua opera è giustizia e non generosa azione». Il secondo invece dice: «Padre, io un giorno ritornavo a casa lungo un fiume rigonfio di acqua e, vedendo un bimbo caduto nell'acqua che stava per annegare, mi buttai nel fiume e lo trassi in salvo». «Tu sei degno di lode - rispose - ma la tua azione si deve chiamare umanità e non è la più perfetta». Il terzogenito si fece innanzi e disse: «Padre, io trovai lungo la strada il mio mortal nemico addormentato sull'orlo di un precipizio; solo che un poco si fosse mosso nel sonno, sarebbe precipitato e avrebbe trovata la sua morte. Io mi accostai a lui, cautamente, lo svegliai perché badasse a salvare la sua vita». «Figliol mio - disse il padre, abbracciandolo - tu hai veramente compiuta la più bella azione, il diamante tocca a te».

PAROLA DI DIO: At 28,11-16.30-31; Sal 97; Mt 14,22-33

 

Vangelo Mt 14, 22-33

Dal Vangelo secondo Matteo

Dopo che la folla si fu saziata, subito Gesù ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù. La barca intanto distava già qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: "E’ un fantasma" e si misero a gridare dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro: "Coraggio, sono io, non abbiate paura". Pietro gli disse: "Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque". Ed egli disse: "Vieni!". Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma per la violenza del vento, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: "Signore, salvami!". E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: "Uomo di poca fede, perché hai dubitato?". Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: "Tu sei veramente il Figlio di Dio!". Parola del Signore

 

E SI MISERO A GRIDARE DALLA PAURA.”

Sembra che la paura la faccia da padrona in questo brano di vangelo che adombra la situazione della Chiesa nascente. Gesù non c'è (sta facendo la cosa essenziale: pregare), c'è la barca (la Chiesa) agitata dalle onde (le scissioni, le persecuzioni...), quello stesso vento che era stato segno dello Spirito Santo, ora è avverso (è il demonio: ricordate il brano dove è lo Spirito che conduce Gesù nel deserto per essere tentato?) e poi ecco l'apparizione di Gesù che cammina sulle acque: notte, vento, apparizioni: “E' un fantasma” quasi si dicessero “Ci siamo giocati tutto per cosa? Per un fantasma!” Ma non basta il capo della Chiesa chiede un segno, gli viene accordato ma di nuovo per paura, sta per affondare (e dire che è un buon marinaio che in altre occasioni sa nuotare bene). Dall'altra parte c'è la pace. Gesù ha pregato: sa che Dio è con Lui, Mentre pregava non ha perso di vista la Chiesa, anzi, la preghiera lo porta ad andare incontro a quella povera barchetta. Ma che delusione: non lo riconoscono, hanno la stessa reazione di quando apparirà risorto “Se non tocco, non metto la mano, non credo” Eppure Lui è venuto a portare la pace. Ognuno tiri le sue conclusioni; io ne suggerisco solo una: con il male non si discute (il vento, il male, il diavolo non lo domini tu) ma fai salire sulla barca chi può farlo.

 

 

SABATO 19 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Abdia pr.; S. Simone eremita; S. Barlaam; B. Giacomo Benfatti

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE NOSTRO CHE SEI.

 

HANNO DETTO: Una città in cui un solo uomo soffre meno è una città migliore. (Mons. Luigi Di Liegro)

SAGGEZZA POPOLARE: Il cammino del viaggiatore è tracciato dagli astri e non dalle dune di sabbia. (prov. Arabo)

UN ANEDDOTO: Un giorno Akbar e Birbal andarono a caccia nella selva. Sparando col suo fucile, Akbar si ferì il pollice e gridò di dolore. Birbal gli fasciò il dito e lo consolò con le sue riflessioni filosofiche: "Maestà, non sappiamo mai ciò che è bene o è male per noi". L'imperatore si infuriò e scaraventò il ministro nel fondo di un pozzo abbandonato. Poi continuò a camminare solo per il bosco. Frattanto un gruppo di selvaggi gli venne incontro in piena selva, lo attorniò, lo fece prigioniero e lo trascinò davanti al suo capo. La tribù stava preparandosi ad offrire un sacrificio umano e Akbar fu accolto come la vittima che Dio aveva loro inviato. Lo stregone della tribù lo esaminò attentamente e notando che aveva un pollice rotto, lo respinse perché la vittima prescelta non doveva avere nessun difetto.

Allora Akbar si rese conto che Birbal aveva avuto ragione, provò rimorso per il suo gesto inconsulto, tornò correndo al pozzo nel quale lo aveva gettato, lo trasse fuori e gli chiese perdono per il male che, tanto ingiustamente, gli aveva causato. Birbal rispose: "Maestà, non deve chiedermi perdono, perché non mi ha fatto alcun male. Al contrario, mi ha fatto un grande favore: mi ha salvato la vita. Infatti, se non mi avesse scaraventato in questo pozzo, io avrei continuato a camminare al suo fianco e questi selvaggi avrebbero preso me per il loro sacrificio. Come vede, Maestà, non sappiamo mai se una cosa sia bene o male per noi".

PAROLA DI DIO: Ap 11,4-12; Sal 143; Lc 20,27-40

 

Vangelo Lc 20,27-40

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui». Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda. Parola del Signore

 

DIO NON È DEI MORTI, MA DEI VIVENTI; PERCHÉ TUTTI VIVONO PER LUI”

Gesù ha parlato chiaramente della risurrezione. Gesù è risorto. Noi cristiani diciamo di credere alla risurrezione ma spesso viviamo come se avessimo speranza solo nella vita terrena. Meditiamo oggi su un brano di S. Pietro Crisologo:Inutilmente, o fratelli, ha abbracciato la fede, e inutilmente è vissuto, chi pensa di essere nato solo per morire. O uomo, che cosa sorge per te, che non tramonti?

E che cosa tramonta per te che non risorga?

Il sole ogni giorno nasce, ogni giorno muore: poi risorge la mattina. Le stagioni, quando passano muoiono, quando ritornano, rivivono. Perciò, o uomo, credi almeno ai tuoi occhi, non opporti alle cose che ti predicano incessantemente la tua risurrezione. Prendi un chicco di frumento, scava la terra, seppelliscilo. All’improvviso rivive, diventa germe, cresce e matura, risorge in tutta la bellezza e la forma che tu piangevi morta.”

 

 

DOMENICA 20 NOVEMBRE: 34^ DOMENICA DEL T.O. CRISTO RE DELL'UNIVERSO (anno C)

Tra i santi ricordati oggi: S. Teonesto; S. Edmondo; B. Maria Fortunata Viti

Una scheggia di preghiera:

 

GESÙ, RICORDATI DI ME QUANDO ENTRERAI NEL TUO REGNO

 

HANNO DETTO: La Chiesa non tollera, ma perdona. Il mondo tollera, ma non perdona. (Don Primo Mazzolari)

SAGGEZZA POPOLARE: L'assetato va al pozzo, non è il pozzo che va a lui. (Prov. Indiano)

UN ANEDDOTO: Madre Speranza, la suora di Collevalenza che fondò la congregazione delle Ancelle dell’Amore Misericordioso, fu sempre attivissima e instancabile nel lavoro e nella preghiera. Padre Capponi che fu suo confessore la descrive come una donna che aveva una quasi sfacciata e confidenziale dimestichezza con Dio: - Una volta - raccontò - l'ho sentita davanti all' altare che diceva: «Io la figuraccia posso anche farla, ma guarda che questa è roba tua e allora vedi di toccare il cuore di chi sai» E un'altra volta: «Son qua da tre ore inginocchiata davanti a te e ho anche mal di schiena. Allora, il favore che ti chiedo per quella povera donna me lo fai o non me lo fai?»

PAROLA DI DIO: 2Sam 5,1-3; Sal 121; Col 1,12-20; Lc 23,35-43

 

Vangelo Lc 23,35-43

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi sé stesso, se è lui il Cristo di Dio, l'eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell'aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c'era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei». Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L'altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio. tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso». Parola del Signore

 

SOPRA DI LUI C'ERA ANCHE UNA SCRITTA: «COSTUI È IL RE DEI GIUDEI”.

Pilato, facendo apporre questa scritta, pensava di beffare Gesù e i capi degli Ebrei:Guardate un po’ il vostro re che bella fine ha fatto, e per di più lo avete voluto voi!”, ma non sapeva invece di dire la verità. Gesù è realmente re dei Giudei e di tutti gli uomini. Non c’è un trono ma un duro legno che scarnifica e uccide; non uno scettro, le mani sono inchiodate; non, un comando, una condanna, ma un perdono e una preghiera; non una corona tempestata di diamanti, ma una corona di spine pungenti. Tu, o Gesù, sei il re dell’universo, sei la Parola che crea, che guida, che salva, sei la Via, la Verità, la Vita e muori come l’ultimo pezzente disperato della terra. La vita non l’hai tenuta, l’hai regalata. Non hai chiesto la vita dei tuoi sudditi per te. hai dato la tua vita per loro. Non hai imposto nuove leggi e pesanti tributi, ma hai pagato tu, di persona. Re dell’universo, insegnaci il servizio!

 

 

LUNEDI’ 21 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Presentazione della B.V. Maria; S. Agapio; S. Gelasio I

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, PRENDIMI COME SONO.

 

HANNO DETTO: Il Dio che è divenuto agnello ci dice che il mondo viene salvato dal Crocifisso e non dai crocifissori. Il mondo è redento dalla pazienza di Dio e distrutto dall'impazienza degli uomini. (Benedetto XVI)

SAGGEZZA POPOLARE: La mano occupata non chiede la carità. (Proverbio armeno)

UN ANEDDOTO: Un incredulo piuttosto giovane chiese a Manzoni: È mai possibile che lei conservi ancora la fede dal momento che è diventato tanto dotto? Il poeta, col suo fine umorismo, rispose: - Caro mio, alla vostra età anch'io non credevo. ma allora ero ignorante; si vede che la vostra è invece una ignoranza ... dotta.

PAROLA DI DIO: Ap 14,1-3.4b-5; Sal 23; Lc 21,1-4

 

Vangelo Lc 21,1-4

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere». Parola del Signore

 

GESÙ, ALZATI GLI OCCHI, VIDE I RICCHI CHE GETTAVANO LE LORO OFFERTE NEL TESORO DEL TEMPIO. VIDE ANCHE UNA VEDOVA POVERA...”

Gesù vede, registra ciò che avviene ma, a differenza nostra che spesso vediamo solo le apparenze, vede il profondo del cuore. Un discepolo e un maestro stavano percorrendo una vasta radura erbosa nella quale, or qui or là, giganteggiavano alcuni alberi maestosi. — Maestro — chiese il giovane — noi uomini spirituali non siamo forse come queste piante che si elevano di tanto rispetto al tappeto erboso?

— Non lo so. Bisognerebbe chiederlo a Dio. Egli vede le cose dall’alto, e alberi ed erba non sono per lui che un unico manto verde.

 

 

MARTEDI’ 22 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Cecilia; Bb. Salvatore Lilli e c.; S. Benigno

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, OGGI, TU SEI LA MIA ETERNITA'

 

HANNO DETTO: Non temere tanto la morte; temi piuttosto lo squallore della vita. (Bertolt Brecht) 

SAGGEZZA POPOLARE: Dai un dattero al povero e ne gusterai il vero sapore. (prov. Arabo)

UN ANEDDOTO: Un uomo una notte ricevette la visita di un angelo che gli comunicò che avrebbe potuto avere un futuro favoloso: gli sarebbe stata data l'opportunità di diventare ricco, di raggiungere una posizione importante e rispettata nella comunità in cui viveva e di sposare una donna molto bella. L'uomo passò tutta la sua vita aspettando che arrivasse il miracolo promesso però non lo vide mai avverarsi ed un giorno morì solo e povero. Quando arrivò alle porte del cielo vide l'angelo che molti anni prima gli aveva fatto le promesse e protestando gli disse: "Mi hai promesso ricchezze, una buona posizione sociale ed una bella sposa. Ho passato tutta la vita aspettando invano". "Non ti ho fatto queste promesse - replicò l'angelo - ma ti ho promesso l'opportunità di essere ricco, una buona posizione sociale e una bella sposa". L'uomo molto confuso disse: "Non capisco quello che vuoi dirmi". L'angelo allora gli disse: "Ricordi che una volta hai avuto l'idea di aprire un negozio però la paura di non riuscire ti ha fermato e non l'hai mai messa in pratica? E che alcuni anni dopo la stessa idea la ebbe un altro uomo, il quale non permise che la paura gli impedisse di metterla in pratica? Ricordi che diventò uno degli uomini più ricchi dello stato?" "Ricorderai anche, - proseguì l'angelo - quel giorno in cui un terremoto sconvolse la città, distrusse molti edifici e massacrò migliaia di persone. In quell'occasione hai avuto l'opportunità di aiutare i sopravvissuti, però non hai voluto lasciare la tua casa per paura che i molti saccheggiatori rubassero i tuoi averi. Fu così che ignorasti le richieste di aiuto e sei rimasto in casa. L'uomo ammise con vergogna tutto questo. "Quella fu la tua grande opportunità di salvare la vita a centinaia di persone questo ti avrebbe guadagnato il rispetto di tutti" disse l'angelo. "Ed infine, ricordi quella bella donna che tanto ti aveva attratto? La credevi incomparabile a qualsiasi altra e mai ne hai conosciuta altra uguale. Tuttavia, hai pensato che tale donna non si sarebbe sposata con uno come te e per evitare il rifiuto non sei mai arrivato a chiederla in sposa". Anche questa volta l'uomo ammise tutto, mentre le lacrime scendevano copiose dai suoi occhi. "Si, amico mio, quella donna avrebbe potuto essere tua moglie - disse l'angelo - e con lei avresti potuto ottenere la benedizione di avere dei figli sani e belli ed avere tanta felicità nella tua vita". 

PAROLA DI DIO: Ap 14,14-19; Sal 95; Lc 21,5-11

 

 

Vangelo Lc 21,5-11

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti, infatti, verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Parola del Signore

 

VERRANNO GIORNI NEI QUALI, DI QUELLO CHE VEDETE, NON SARÀ LASCIATA PIETRA SU PIETRA CHE NON SARÀ DISTRUTTA”.

Il principe di Bismarck, uno dei principali artefici della potenza tedesca, giudicava così la sua propria vita alla fine della sua carriera: “Non ho reso nessuno felice, né me stesso, né i miei cari, né qualunque altro. Viceversa, quanti infelici ho fatto nel corso della mia vita!

Senza di me, tre grandi guerre non avrebbero avuto luogo. Ottantamila uomini non sarebbero morti, i loro genitori, le loro mogli, i loro figli non sarebbero stati precipitati nel dolore e nel lutto. Anche se ho regolato questa questione davanti a Dio, mi rimane il profondo rimpianto di avere alle mie spalle, con la poca gioia che i miei successi mi hanno procurato, tutta una vita di preoccupazioni, di contrarietà e di pene”. Questa confessione può sembrare sorprendente nella bocca di un uomo coperto di onori. Durante trentasei anni di attività politica, egli si era consacrato interamente alla grandezza della Prussia e all’unità tedesca. Arrivato alla fine della sua vita, egli scopre con tristezza i risultati deludenti della sua opera. Ma è dunque necessario attendere la fine della propria esistenza per accorgersi del proprio fallimento? Quando Paolo ha incontrato Gesù sulla via di Damasco, ha scoperto che tutto ciò che egli aveva fino ad allora ricercato non aveva alcun valore e non era altro che una perdita. Non lavoriamo per ciò che perisce, ma per ciò che permane fino alla vita eterna. Prendiamo contatto con Gesù Cristo; Egli rimetterà ordine nelle nostre vite per la nostra eterna felicità.

 

 

MERCOLEDI’ 23 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Clemente I; S. Colombano; B. Margherita di Savoia

Una scheggia di preghiera:

 

NOI CREDIAMO, MA AUMENTA LA NOSTRA FEDE.

 

HANNO DETTO: Non importa se vai avanti piano, l'importante è che non ti fermi. (Confucio)

SAGGEZZA POPOLARE: Il mondo lusinga l'elefante e se ne infischia della formica. (prov. Indiano)

UN ANEDDOTO: Maria Domenica Mazzarello, mentre faceva la via crucis si fermò di fronte alla stazione del Cireneo: "Se ci fossi stata io, lì - pensava - sarei corsa ad aiutarlo! Ma non c'ero". Poi pensò: "Ma il Signore, non è anche nelle mie suore stanche e malate?". Lasciò la via crucis e andò in infermeria.

PAROLA DI DIO: Ap 15,1-4; Sal 97; Lc 21,12-19

 

Vangelo Lc 21,12-19

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita». Parola del Signore

 

METTERANNO LE MANI SU DI VOI E VI PERSEGUITERANNO… QUESTO VI DARA’ L’OCCASIONE DI RENDERE TESTIMONIANZA”.

Gesù non ci nasconde che, se vogliamo davvero seguirlo, questo potrà costarci persecuzione.

Ecco una testimonianza di fede di una vecchina di cui non conosciamo neppure il nome così come raccontata da Solzhenitsyn in Arcipelago gulag. Fermiamoci, specialmente davanti alle ultime parole di questa donna e chiediamoci in sincerità se anche noi saremmo pronti a dire così.N. Stoljarova ricorda di una sua vicina nella prigione di Butyrki nel 1937, una vecchina. La interrogavano ogni notte. Due anni prima un metropolita fuggito dalla deportazione, di passaggio a Mosca, aveva pernottato da lei.Mica un ex metropolita, macché, uno vero! Sì, avete ragione, ho avuto l’onore di ospitarlo”. Bene. E da chi andò poi, partendo da Mosca?”

Lo so. Ma non lo dirò”. (Il metropolita era fuggito in Finlandia con l’aiuto di una catena di fedeli). I giudici istruttori si alternavano, si riunivano a gruppi, minacciavano la vecchina coi pugni, e lei: “E’ inutile, non mi farete dire nulla, anche se mi faceste a pezzi. Voi avete paura delle autorità, avete paura uno dell’altro, avete paura perfino di ammazzare me (avrebbero perduto la “catena”). Io, invece non ho paura di nulla. Sono pronta a presentarmi al Signore anche subito!”

 

 

GIOVEDI’ 24 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Andrea Dung-Lac e c.; S. Firmina; Ss. Flora e Maria

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' SEI TU IL LIBERATORE NOSTRO.

 

HANNO DETTO: Chi si fida di Dio, mette Dio in obbligo di prendersi cura di lui. (S. Luigi Orione)

SAGGEZZA POPOLARE: La bugia non ha gambe ma ali enormi. (prov. Giapponese)

UN ANEDDOTO: In una trasmissione televisiva, Padre Mariano raccontava d’un grand’uomo che mori improvvisamente, i suoi parenti dissero: “Ti eleveremo un monumento di marmo, per ricordarti”. Le arti e la scienza dissero: “Accenderemo una lampada votiva con la fiamma per celebrarti”. Le sue buone opere dissero: “Noi staremo sempre con te”.

PAROLA DI DIO: Ap 18,1-2.21-23; 19,1-3.9a; Sal 99; Lc 21,20-28

 

Vangelo Lc 21,20-28

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli, infatti, saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti. Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».  Parola del Signore

 

LA VOSTRA LIBERAZIONE È VICINA!”.

Il vangelo di oggi parla di distruzione, di morte nel più pieno stile apocalittico, ma termina con un grido di consolazione e di speranza: “quando vedrete accadere tutte queste cose negative, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”. Quindi non saranno la distruzione e la morte ad avere la parola definitiva, ma la liberazione e la vita, perché Cristo Risorto è Signore del cosmo, della storia e dell’umanità. Proviamo a pensare quanto sia bello vedere che ogni conversione personale del cuore, ogni uomo e donna che si aprono all’azione dello Spirito di Cristo risorto, ogni vittoria dello spirito sulla carne e dell’amore sull’egoismo, ogni Eucaristia celebrata in comunione fraterna, sono un tratto di cammino della storia che va verso la venuta gloriosa di Cristo, verso la liberazione definitiva dell’uomo.

L’uomo è un essere che spera, e solo sperando può sopravvivere. Ma non sono le speranze umane a dargli la libertà definitiva. Nessun altro ci può liberare, né sotto il cielo né sopra la terra c’è altro nome, altra persona che possa salvarci e di cui possiamo fidarci totalmente. Camminiamo dunque nella speranza: Cristo è già morto e risorto, Cristo sta venendo e verrà.

 

 

VENERDI’ 25 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Caterina di Alessandria; Bb Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi

Una scheggia di preghiera:

 

VENGA IL TUO REGNO.

 

HANNO DETTO: Nelle città gli alberi servono a rammentare che la natura esiste. (Birabeau)

SAGGEZZA POPOLARE: A portare sulle spalle i propri amici non si diventa gobbi. (prov. Indiano)

UN ANEDDOTO: Una rivista romana ha pubblicato alcune delle molte lettere ricevute dal Card. Carlo Maria Martini, dopo aver avuto alcuni incontri di preghiera con anziani. Eccone una: “Sono anziana, sola, in una piccola casetta. Nella mia solitudine mi è di grande conforto la preghiera, specialmente il Santo Rosario. Non è solo preghiera, ma è anche meditazione, è tutto: è come una finestra sul mondo: ad ogni decina faccio intenzione sui miei cari, sulla Chiesa, sul mondo”

PAROLA DI DIO: Ap 20,1-4.11 - 21,2; Sal 83; Lc 21,29-33

 

Vangelo Lc 21,29-33

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno». Parola del Signore

 

IL CIELO E LA TERRA PASSERANNO, MA LE MIE PAROLE NON PASSERANNO”.

Penso a quante parole si intrecciano in una giornata: quanti convenevoli, chiacchiere, giudizi, da 30 a 40 pagine di parole su ogni giornale, parole giorno e notte su canali televisivi e radiofonici. Parole per dire “ti amo”, o per dire “ti odio”, parole di conforto o di stroncatura... Quante di queste parole “non passeranno”? Gesù ci dice che la sua parola non passerà perché non c’è nessuna parola inutile nelle sue ma soprattutto perché è Lui la Parola definitiva di Dio sulla storia, è il “sì” amoroso che Dio ha detto agli uomini ed è il “sì” che gli uomini possono dire a Dio. Gesù non passerà perché è la fedeltà di Dio che dura per sempre.

 

 

SABATO 26 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Corrado, S. Leonardo da P.M., B. Giacomo Alberione

Una scheggia di preghiera:

 

TIENIMI PER MANO DIO MIO, GUIDAMI NEL MONDO A MODO TUO.

 

HANNO DETTO: Ci sono due modi di vivere la propria vita: uno è viverla come se nulla fosse un miracolo, e l'altro è vivere come se tutto fosse un miracolo. (Albert Einstein)

SAGGEZZA POPOLARE: È una povera pecora quella che non può portare la sua stessa lana. (prov. Cinese)

UN ANEDDOTO: Un giorno, raccontando ai bambini la leggenda di S. Martino che divise il suo mantello e ne diede la metà ad un mendicante nudo, fui interrotto da un bimbetto che diceva: “Il mendicante era Dio!”. E subito un altro intervenne: “Martino ha fatto bene”. Chiedo: “Perché?” La risposta fu semplice: “Se no Dio sarebbe morto di freddo”.

PAROLA DI DIO: Ap 22,1-7; Sal 94; Lc 21,34-36

 

Vangelo Lc 21,34-36

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio, infatti, esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo». Parola del Signore

 

STATE ATTENTI A VOI STESSI, CHE I VOSTRI CUORI NON SI APPESANTISCANO IN DISSIPAZIONI, UBRIACHEZZE E AFFANNI DELLA VITA”.

Abbiamo oggi uno strano concetto di libertà: pensiamo che voglia dire, fare tutto ciò che uno vuole e spesso vediamo i comandamenti e la morale come una specie di costrizione, di schiavitù. Un aquilone volava molto alto nel cielo. Un uccello in volo, incuriosito, lo raggiunse e quando vide che era legato con un filo, s’impietosì. Poverino! — pensò — restare così legato alla terra!

E, rapido, col becco spezzò il filo che lo teneva legato. Ma subito l’aquilone parve impazzire. Sbattuto dal vento sbandava in tutte le direzioni e la carta leggera di cui era fatto si strappava in più punti. Una sferzata di vento, infine, lo scaraventò a terra. L’uccello sgomento e tremante atterrò vicino a lui.

È terribile! Cosa è successo?

esclamò — io pensavo di liberarti! - Rispose l’aquilone ormai a pezzi: Succederebbe la stessa cosa anche a te se qualcuno tagliasse il filo sottile che ti tiene legato al cielo, come io ero legato alla terra. Non era un legame di schiavitù o di morte, ma di libertà e di vita! (Elena Bono)

 

 

DOMENICA 27 NOVEMBRE: 1^ DOMENICA DI AVVENTO (ANNO A)

Tra i santi ricordati oggi: S. Virgilio; S. Laverio; B. Bernardino da Fossa

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI, GESU' VIENI!

 

HANNO DETTO: Se hai peccato e vuoi il perdono, pentiti con sincerità, ma ancor più ama. L'amore va oltre il dolore e copre un cumulo di colpe. (San Pier Crisologo)

SAGGEZZA POPOLARE: L'eccesso di nettare è un veleno. (prov. Indiano)

UN ANEDDOTO: Narrava il card. Francois Marty, Arcivescovo di Parigi, di sette uomini, chiusi in una stanza: la porta è serrata, ed essi attendono attorno a una tavola spoglia; sulla tavola c’è un oggetto metallico di forma strana: tutti l’osservano, uno l’afferra e lo soppesa, l’altro con una matita fa uno schizzo dell’oggetto misterioso, un terzo lo orienta diversamente per capirne l’utilizzazione, il quarto si limita a osservare gli altri alle prese col problema, il quinto cerca il lato estetico dell’ombra lasciata dal metallo come decorazione, il sesto pensa di chi sia o da chi venga. Infine, si fa sotto un uomo che gira e rigira tra le mani il pezzo di metallo, poi dà uno sguardo alle pareti della stanza, fissa la porta e vi si avvicina. Introduce l’oggetto nella serratura e dà un giro. La porta si apre. “La coroncina del Rosario — continuava il Prelato — non è un amuleto, ma può essere una chiave, l’umile preghiera che apre alla libertà, Maria ci fa uscire dal nostro io, dalla nostra prigione, con l’invito di Gesù”. Non serve lo stare a guardare o indagare continuamente. Bisogna agire. “Prendi il Rosario col Vangelo, e prova!”

PAROLA DI DIO: Is 2,1-5; Sal 121; Rm 13,11-14a; Mt 24,37-44

 

Vangelo Mt 24,37-44

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Parola del Signore

 

PERCIÒ ANCHE VOI TENETEVI PRONTI PERCHÉ, NELL’ORA CHE NON IMMAGINATE, VIENE IL FIGLIO DELL’UOMO”.

Quando Gesù diceva queste parole ci invitava a vegliare non soltanto per la sua venuta finale o per dirci che la morte può coglierci in qualsiasi momento, ma anche per indicarci le sue improvvise visite attraverso il prossimo. Il prossimo, spesso, fa irruzione nella nostra vita quando meno ce lo aspettiamo, quando non abbiamo tempo e per di più, spesso, non ha buone maniere, è indiscreto, turba l’ordine regolare della nostra vita. Non si può dunque ridurre l’amore a regole troppo dettagliate. Ricordiamo la parabola del buon samaritano: il sacerdote e il levita non ammettono che un ferito possa intralciare i loro programmi e per questo tirano diritto, Il samaritano, invece, ha accettato di cambiare il programma del proprio itinerario davanti all’incontro imprevisto con un uomo ferito. Anche oggi Cristo arriverà nella tua vita attraverso quella telefonata imprevista, quell’incontro, quella richiesta non programmata ed è proprio lì che puoi incontrarlo o perderlo di vista.

 

 

LUNEDI’ 28 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Giacomo della Marca; S. Teodora; B. Giacomo Thompson

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU AMI TUTTE LE TUE CREATURE

 

HANNO DETTO: L'adorazione non è un privilegio di coloro che possono disporre del tempo e che si trovano liberi dalla preoccupazione del pane quotidiano. L'adorazione non è un momento della vita, ma l'anima di tutti gli atti della vita. (Giovani Barra)

SAGGEZZA POPOLARE: Il tempo è come la tua borsa, non perderlo e ne avrai a sufficienza. (prov. Indiano)

UN ANEDDOTO: Il giornalista Ettore Masina, fu inviato speciale per il concilio Vaticano II. Dopo tutta una serie di incontri con i vescovi del terzo mondo decise di buttarsi con impegno nella difesa dei poveri, dei giusti perseguitati e nella salvaguardia dei diritti delle popolazioni più diseredate.

Ho capito la necessità di passare dalla carità declamata alla carità vera, quella che non si limita ad assistere il povero, ma lo libera dalla propria povertà. C’è una poesia spagnola emblematica al riguardo: Il signor D’Olivares costruì un ospizio per i poveri… ma prima creò i poveri”.

PAROLA DI DIO: Is 2,1-5 (A) - Is 4,2-6 (B, C); Sal 121; Mt 8,5-11

 

Vangelo Mt 8, 5-11

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, entrato Gesù in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli». Parola del Signore

 

ORA VI DICO CHE MOLTI VERRANNO DALL’ORIENTE E DALL’OCCIDENTE E SIEDERANNO A MENSA CON ABRAMO, ISACCO E GIACOBBE NEL REGNO DEI CIELI”.

Nessuno ha l’esclusiva del Regno di Dio. Dio è per tutti, tutti sono figli suoi, tutti sono invitati al Regno. Mi sembra bello che l’avvento di Gesù nella nostra vita cominci con questa prospettiva. Nel Regno si entra attraverso una porta stretta ma con un orizzonte enorme. Non è più l’orizzonte delle religioni che relegano la salvezza all’appartenenza ad un determinato gruppo o all’adempimento di determinate norme, ma è l’orizzonte sconfinato di un Dio che si propone e invita tutti, di un Dio che vuoi far festa con tutti gli uomini. Uno slogan molto usato era “ogni uomo è mio fratello”, ma non soltanto per filantropia, per quieto vivere in una pace formale, ogni uomo è mio fratello perché Dio è Padre di tutti.

 

 

MARTEDI’ 29 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Saturnino; S. Illuminata; B. Maria Maddalena dell’incarnazione

Una scheggia di preghiera:

 

DIO, A TE MI ARRENDO E TI GLORIFICO

 

HANNO DETTO: Dio non aspetta sempre l'altra vita per ricompensarci del nostro amore. Il premio comincia fin da quaggiù. (Santa Teresa d Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: La canna secca non cerca la compagnia del fuoco. (prov. Arabo)

UN ANEDDOTO: Quando era già anziano chiesero allo scrittore inglese Somerset Maugham: - Che cosa è necessario per star bene sulla terra? - Un po' di buon senso, un po' di tolleranza, un po' di buonumore.

PAROLA DI DIO: Is 11,1-10; Sal 71; Lc 10,21-24

 

Vangelo Lc 10, 21-24 

Dal vangelo secondo Luca

In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono». Parola del Signore

 

TI RENDO LODE O PADRE, SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA CHE HAI NASCOSTO QUESTE COSE AI DOTTI E AI SAPIENTI E LE HAI RIVELATE AI PICCOLI”.

Quanto è duro e difficile vivere certi momenti della nostra vita, quando il dolore fisico o morale penetra nelle nostre carni e nel nostro spirito!

Quante persone ho visto lottare con Dio un po’ come era successo a Giacobbe una sera sulla riva di un fiume. E, peggio ancora della lotta è a volte l’apparente silenzio di Dio. “io prego, ma Lui non risponde, io grido ma Lui sembra lavarsene le mani!” Eppure, anche se è difficile ci sarebbe un modo per vincere questa lotta: arrendersi. Non la resa di chi è disperato e non ce la fa più, ma la resa di chi riapre gli occhi e si fida e si abbandona. Davvero se riusciremo a questo diventeremo capaci di dare gioia a Dio e di ritrovare forza e serenità anche noi.

Costretto a fuggire da Alessandria per l'ordine dell'Imperatore, il santo vescovo Atanasio s'era rifugiato presso i monaci del deserto e si lamentava d'essere inutile: “Ecco, i miei preti e i cristiani della comunità sono travagliati dalla persecuzione, umiliati dalla superbia degli ariani, maltrattati in ogni modo: e io sono qui nel deserto e non posso fare niente". Il santo monaco Teodosio lo consolava e diceva: "Non lamentarti fratello. Guarda piuttosto i fiori del deserto: sono bellissimi e fioriscono per niente. Nessuno li vede, in pochi giorni seccano e muoiono. A che servono dunque?

Eppure, alcuni dicono che servono a dare gioia a Dio. Puoi dunque stare contento anche tu, perché forse nel tuo esilio anche tu puoi dare gioia a Dio".

 

 

MERCOLEDI’ 30 NOVEMBRE: S. ANDREA, APOSTOLO

Tra i santi ricordati oggi: S. Galgano Guidotti; S. Mirocleto

Una scheggia di preghiera:

 

SEI TU CHE CI HAI CHIAMATI; DONACI LA GIOIA DI SEGUIRTI.

 

HANNO DETTO: Non possiamo avere la certezza di amare Dio ma possiamo sapere con sicurezza se amiamo il prossimo. Siate certe che più vi scoprirete innanzi nell'amore del prossimo, più lo sarete nell'amore di Dio. (Santa Teresa d'Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: Le rane nel pozzo ignorano l'oceano. (prov. Giapponese)

UN ANEDDOTO: Un aereo si schiantò al suolo con quarantotto passeggeri a bordo. Un’inchiesta rivelò che sulla carta con l’indicazione della rotta non era segnata una linea ad alta tensione. Milioni di uomini navigano attraverso la vita senza direzione. Altri, forse senza colpa, seguono una rotta sbagliata con conseguenze tragiche per sé stessi e per la società. La vera carta della vita è la legge di Dio. È sicura. È l’unica a indicare i pericoli che una persona deve affrontare nel viaggio della vita. Tutti abbiamo il diritto di conoscere la carta di Dio e ognuno ha la responsabilità di farla conoscere. Noi siamo modellati e rimodellati dalle persone che ci amano, e sebbene l’amore passi, noi siamo tuttavia il loro lavoro, per il bene o per il male. (Francois Mauriac)

PAROLA DI DIO: Rm 10,9-18; Sal 18; Mt 4,18-22

 

Vangelo Mt 4,18-22

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. Parola del Signore

 

ESSI SUBITO LASCIARONO LA BARCA E IL LORO PADRE E LO SEGUIRONO”.

Lasciare tutto per andare. Se noi conosciamo bene un ragazzo o una ragazza e improvvisamente ci dice “vado missionario” o “entro in un monastero” restiamo perplessi, molte domande si affollano in noi... Ecco un biglietto lasciato da suor Mariarosa Muscarella ad una amica prima di partire per il Ciad. Perché parto?

Parto perché voglio condividere ciò che Dio mi ha dato. Parto perché credo nella vita, che è veramente tale se la si dona. Parto perché, non soltanto i ciadiani hanno bisogno di me, ma io di loro. Parto perché Dio ha chiamato me e nessuno può andare al mio posto. Parto perché voglio amare la vita, non solo a parole. Parto perché altri sono partiti per insegnarmi il Vangelo ed ora tocca a me partire per insegnarlo ad altri. Parto perché la mia solidarietà col povero vuole essere un mezzo per rendere credibile la bontà e l’amore di Dio per l’uomo. Parto perché la mia gioia sia anche la loro e sia così gioia piena. Parto perché i poveri mi aspettano e non possono fare altro che aspettare. Parto, infine, perché voi mi mandate e Cristo è con me.”

     
     

 

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