Archivio

 
     
     

SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

http://digilander.libero.it/don_franco_web

a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

 

OTTOBRE 2022

 

SABATO 1° OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Teresa di Gesù Bambino; B. Luigi Maria Monti

Una scheggia di preghiera:

 

NON SIAMO STATI NOI A SCEGLIERE TE, MA TU HAI SCELTO NOI.

 

HANNO DETTO: La vita può essere capita solo all’indietro, ma va vissuta in avanti. (Arthur Bloch)

SAGGEZZA POPOLARE: La pace è per il mondo quello che è il lievito per la pasta. (Talmud)

UN ANEDDOTO: Impegni per oggi:

Oggi seminerò un sorriso, affinché la gioia cresca.
Oggi seminerò una parola di consolazione, per donare serenità.
Oggi seminerò un gesto di amore, perché l'amore domini.
Oggi seminerò una preghiera, affinché l'uomo sia più vicino a Dio.
Oggi seminerò parole e gesti di verità, per vincere la menzogna.
Oggi seminerò atti sereni, per collaborare con la pace.
Oggi seminerò un gesto pacifico, affinché i nervi saltino meno.
Oggi seminerò una buona lettura nel mio cuore, per la gioia del mio spirito.
Oggi seminerò giustizia nei miei gesti e nelle parole, affinché la verità trionfi.
Oggi seminerò un gesto di delicatezza, affinché la bontà si espanda.

PAROLA DI DIO: Gb 42,1-3.5-6.12-16; Sal 118; Lc 10,17-24

 

Vangelo Lc 10,17-24

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono». Parola del Signore

 

“NON RALLEGRATEVI PERCHÉ I DEMONI SI SOTTOMETTONO A VOI; RALLEGRATEVI PIUTTOSTO PERCHE I VOSTRI NOMI SONO SCRITTI NEI CIELI”.

Anche nella religione siamo portati a quantificare, quasi che la fede aumenti o diminuisca a seconda dei battesimi, della partecipazione alle messe, o peggio ancora dalle offerte raggranellate. Gesù ci insegna ad essere servi ma anche servi inutili che dopo che hanno fatto tutto quello che devono fare lasciano al Signore che faccia Lui. Noi siamo seminatori chiamati a buttare il seme a tempo opportuno e inopportuno, in terreno buono, sassoso o spinoso, ma chi fa crescere e raccoglie è Dio stesso. Qual è la nostra gioia?

È essere consapevoli che Dio si fida di noi, nonostante tutto, e ci affida la sua Parola e questo fa sì che noi siamo nel suo cuore, che i nostri nomi siano destinati all’eternità del suo amore.    

 

 

DOMENICA 2 OTTOBRE: 27^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Tra i santi ricordati oggi: SS. Angeli Custodi; B. Antonio Chevrier; S. Eleuterio

Una scheggia di preghiera:

 

ECCOMI, SONO IL SERVO DEL SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Le verità scientifiche non si decidono a maggioranza. (G. Galilei)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando volgi le spalle al sole, non vedi che la tua ombra.

UN ANEDDOTO: Antony de Mello fa raccontare a Gesù questa parabola:

Il regno dei cieli è come due fratelli che vivevano contenti e soddisfatti finché Dio non li chiamò entrambi a divenire suoi discepoli. Il più grande rispose generosamente alla chiamata, sebbene significasse per lui strapparsi dalla sua famiglia e dalla ragazza che amava e che sognava di sposare. Alla fine, partì per un paese lontano dove dette tutto sé stesso nel servizio ai più poveri dei poveri. In quel paese iniziò una persecuzione ed egli fu arrestato, accusato ingiustamente e condannato a morte.

E il Signore gli disse: «Ben fatto, servo buono e fedele! Tu mi hai reso un servizio che vale mille talenti. Io ti darò una ricompensa che vale miliardi di talenti. Entra nella gioia del tuo Signore». La risposta del fratello più giovane alla chiamata fu men che generosa. Decise di ignorarla e di continuare come prima e di sposare la ragazza che amava. Ebbe una felice vita matrimoniale, i suoi affari prosperarono e divenne ricco e famoso. Talvolta faceva l'elemosina ad un mendicante o aveva un pensiero gentile per la moglie e i figli. Talvolta, inoltre, mandava una piccola somma di denaro al fratello maggiore in quel paese lontano. «Potrà esserti utile nel tuo lavoro per quei poveri diavoli», gli scriveva. Quando giunse la sua ora, il Signore gli disse: «Ben fatto, servo buono e fedele! Tu mi hai reso un servizio da dieci talenti. Io ti darò una ricompensa che vale miliardi di talenti. Entra nella gioia del tuo Signore!». Il fratello maggiore si sorprese quando udì che il fratello avrebbe ricevuto la sua stessa ricompensa. E ne fu contento. Disse: «Signore, ora che lo so, se dovessi rinascere e rivivere la mia vita, rifarei esattamente ciò che ho fatto per te».

PAROLA DI DIO: Ab 1,2-3; 2,2-4; Sal 94; 2Tm 1,6-8,13-14; Lc 17,5-10

 

Vangelo Lc 17,5-10

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sradicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe. Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”». Parola del Signore

 

“QUANDO AVRETE FATTO TUTTO QUELLO CHE VI È STATO ORDINATO, DITE: SIAMO SERVI INUTILI. ABBIAMO FATTO QUANTO DOVEVAMO FARE”.

Ci sono dei momenti in cui è facile sentirsi “servi inutili”, quando scopriamo il nostro essere peccatori, le nostre incapacità o quando collezioniamo insuccessi nel campo dei rapporti umani o della testimonianza, ma ci sono anche momenti in cui ci sentiamo buoni, ci sembra di aver fatto tutto bene, pensiamo di aver dato buona testimonianza. Ed è proprio in questi ultimi momenti che rischiamo di inorgoglirci, di pensare di poter accampare diritti nei confronti di Dio. Gesù ci ricorda quanto sia assurdo pensare che siamo noi a salvare il mondo. È sempre Dio ad operare il bene anche attraverso noi, o, qualche volta, malgrado noi. La nostra gioia, allora, è soprattutto sapere che Dio non ci lascia soli e si serve della nostra pochezza per manifestare il suo amore. Come Maria dovremmo sempre dire: “Eccomi, sono la serva del Signore

 

 

LUNEDI’ 3 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Gerardo di Brogne; S. Candida; S. Dionigi l’Areopagita

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AIUTACI A PASSARE DAL DIRE AL FARE.

 

HANNO DETTO: La scuola deve far sì che un giovane ne esca con una personalità armoniosa e non ridotto a uno specialista. (Albert Einstein)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi cammina sulle impronte di un altro non lascia alcuna traccia.

UN ANEDDOTO: Un contadino stanco della solita routine quotidiana, tra campi e duro lavoro, decise di vendere la sua tenuta. Dovendo scrivere il cartello per la vendita decise di chiedere aiuto al suo vicino che possedeva delle doti poetiche innate. Il romantico vicino accettò volentieri e scrisse per lui un cartello che diceva: "Vendo un pezzettino di cielo, adornato da bellissimi fiori e verdi alberi, con un fiume, dall'acqua così pura e dal colore più cristallino che abbiate mai visto." Fatto ciò, il poeta dovette assentarsi per un po' di tempo, al suo rientro però, decise di andare a conoscere il suo nuovo vicino. La sua sorpresa fu immensa nel vedere il solito contadino, impegnato nei suoi lavori agricoli. Il poeta domandò quindi: "Amico non sei andato via dalla tenuta?" Il contadino rispose sorridendo: "No, mio caro vicino, dopo aver letto il cartello che avevi scritto, ho capito che possedevo il pezzo più bello della terra e che non ne avrei trovato un altro migliore."

PAROLA DI DIO: Gal 1,6-12; Sal 110; Lc 10,25-37

 

Vangelo Lc 10,25-37

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».  Parola del Signore

 

“UN DOTTORE DELLA LEGGE SI ALZÒ PER METTERE ALLA PROVA GESÙ”.

Mi chiedo se questo maestro della Legge che interroga Gesù fosse uno che voleva solo sapere, discutere di religione o se fosse uno che voleva davvero impegnarsi a vivere la fede. Conosco un mucchio di cristiani (e nel mucchio ci sono anch’io) che vogliono sapere, conoscere tutto di Dio, partecipano a corsi biblici, a simposi e seminari sul cristiano oggi, magari si riempiono la bocca di sinodi diocesani sul come comunicare la fede, ma non si muovono mai. Su tutto hanno una loro ricetta, una “lettura sociologica”, una intuizione ecclesiale per fare lavorare gli altri a patto poi di criticarli perché non hanno fatto bene ma... “dal dire al mettere in pratica” ci sta di mezzo il mare.

Gesù sembra stufo di chiacchiere, di dotte discussioni rabbiniche o teologiche alla ricerca di quale sia il sesso degli angeli o se la messa serale di un giorno festivo sia valida anche per il giorno festivo successivo e sbotta davanti al dottore della Legge presentandogli un samaritano, un eretico, che perde tempo, soldi, rischia la pelle per aiutare un ferito incappato nei briganti. E la conclusione è anche per me e per tutti i cristiani “intellettuali”: “Vai e fai lo stesso”.

 

 

MARTEDI’ 4 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Francesco D'assisi, patrono d'Italia; S. Petronio; S. Aurea

Una scheggia di preghiera:

 

GRANDI COSE HA FATTO IL SIGNORE PER NOI.

 

HANNO DETTO: Se non c'è entusiasmo non si riesce a far niente. Se c'è troppo entusiasmo si

corre il pericolo di diventare fanatici. (Bertrand Russell)

SAGGEZZA POPOLARE: I vizi s'imparano anche senza maestri.

UN ANEDDOTO: Guareschi in uno dei suoi famosi racconti di don Camillo parla della "grande alluvione".
Gli argini non hanno resistito alla piena e l'acqua allaga case e campagne, distruggendo raccolti e seminando morte.  La gente, angosciata, fugge abbandonando ogni cosa. Gli uomini, abituati a lottare per ricavare da vivere da quella "fettaccia" di terra, questa volta si dichiarano sconfitti e non riescono a trattenere le lacrime. Ma sulle loro spalle portano la speranza: dei sacchi pieni di semente. E don Camillo sul campanile, col cuore spezzato, infonde fiducia con i rintocchi della campana, e gridando: Coraggio, nei momenti di alluvione l'importante è salvare la semente!

PAROLA DI DIO: Gal 6,14-18; Sal 15; Mt 11,25-30

 

Vangelo Mt 11,25-30

 Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo, infatti, è dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore

 

TI RENDO LODE, PADRE, SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA, PERCHÉ HAI NASCOSTO QUESTE COSE AI SAPIENTI E AI DOTTI E LE HAI RIVELATE AI PICCOLI”.

Noi spesso crediamo che il Regno di Dio si espanda a base delle grandi opere della chiesa, in base alle forbite e scelte parole dei predicatori, Gesù, invece, ce lo dice chiaro: il regno di Dio è rivelato ai piccoli e sono ancora i piccoli a manifestarlo. Francesco era piccolo anche di statura, pure bruttino, con poca salute eppure ha fatto più bene Lui che interi eserciti di predicatori. Leggendo la vita di Francesco nella versione di Tommaso da Celano si rimane stupiti di certi fatterelli, di certi, diremo noi, ‘miracoli inutili’. A noi, ‘eruditi’ possono sembrare delle inutili fanciullaggini (ma, allora, anche Gesù che cammina sulle acque o che cambia acqua in vino, sono stupidaggini?) Vi riporto un episodio della vita di Francesco con le stesse parole e commento del Celano. “Francesco voleva un giorno recarsi ad un eremo per dedicarsi più liberamente alla contemplazione, ma, poiché era assai debole, ottenne da un povero contadino di poter usare il suo asino. Si era d’estate e il povero campagnolo che seguiva il santo arrampicandosi per sentieri di montagna, era stanco morto per l’asprezza e la lunghezza del viaggio. Ad un tratto, prima di giungere all’eremo, si sentì venir meno riarso dalla sete. Si mise a gridare dietro al Santo, supplicandolo di avere misericordia di lui, perché senza il conforto di un po’ d’acqua sarebbe certamente morto. Il Santo, sempre compassionevole verso gli afflitti, balzò dall’asino e, inginocchiato a terra, alzò le mani al cielo e non cessò di pregare fino a quando si sentì esaudito. “Su, in fretta – gridò al contadino – là troverai acqua viva, che Cristo misericordioso ha fatto scaturire ora dalla roccia per dissetarti”. Mirabile compiacenza di Dio, che si piega così facilmente ai suoi servi! L’uomo bevve l’acqua scaturita dalla roccia per merito di chi pregava! Non vi era mai stato in quel luogo un corso d’acqua, né si trovò dopo, per quante ricerche siano state fatte.”

 

 

MERCOLEDI’ 5 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Faustina Kowalska; B. Bartolo Longo; B. Alberto M.

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE, PADRE DI GESU', PADRE MIO, PADRE NOSTRO.

 

HANNO DETTO: Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l'inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare. (Albert Einstein)

SAGGEZZA POPOLARE: Talor quella che noi crediam disgrazia, vien per farne del bene ed è una grazia.

UN ANEDDOTO: Dicevano di abba Arsenio che una volta si ammalò, a Scete; il presbitero venne, lo trasportò in chiesa e l'adagiò su un tappeto con un piccolo cuscino sotto la testa. Ed ecco che un anziano, venuto a trovarlo e vedendolo sul tappeto con il cuscino sotto la testa, si scandalizzò dicendo: "È questo abba Arsenio? E se ne sta sdraiato su questa roba?". Presolo in disparte, il presbitero gli chiese: "Che lavoro facevi tu quando eri nel tuo villaggio?". Quello rispose: "Ero pastore". "E come vivevi?", gli chiese. "Tra molti stenti", rispose quello. Gli disse ancora: "E ora come vivi nella tua cella?". Rispose: "Con un certo conforto". Gli disse allora: "Vedi abba Arsenio? Nel mondo era precettore di imperatori, lo attorniavano migliaia di servi che portavano cinture d'oro, gioielli e vestiti di seta, e sotto i suoi piedi c'erano tappeti preziosi. Tu, invece, essendo pastore, non avevi nel mondo il conforto che hai ora; mentre egli qui non ha gli agi di cui godeva nel mondo. Ecco, tu ora trovi sollievo e lui tribolazione". All'udire ciò, fu preso da compunzione e fece una metanìa (inchino) dicendo: "Perdonami, abba, ho peccato; in verità questa è la vera via, perché costui è giunto all'umiltà, io invece al riposo". E l'anziano se ne andò avendo ricevuto giovamento.

PAROLA DI DIO: Gal 2,1-2.7-14; Sal 116; Lc 11,1-4

 

Vangelo Lc 11,1-4

Dal vangelo secondo Luca

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione». Parola del Signore

 

“SIGNORE, INSEGNACI A PREGARE, COME ANCHE GIOVANNI HA INSEGNATO AI SUOI DISCEPOLI...”

I discepoli vedono Gesù che prega. Sanno che Giovanni aveva insegnato delle preghiere ai suoi discepoli. Chiedono a Gesù delle preghiere che li identifichino come gruppo. Quali preghiere devo dire? Va bene il rosario?

Devo dire i Salmi?

Sovente, abituati a imparare delle preghiere siamo anche noi alla ricerca di formule di preghiera. Ma quando uno ha imparato una preghiera, non è detto che abbia imparato a pregare. Gesù insegna una preghiera: il Padre Nostro, ma essa non è una semplice formula, è l’invito ad un atteggiamento di preghiera. Con essa, Egli ci invita a pregare, ad allargare il nostro cuore per lasciarvi entrare Colui che prega con noi e per noi.

 

 

GIOVEDI’ 6 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Bruno; S. Fede; S. Magno

Una scheggia di preghiera:

 

NOI TI CHIEDIAMO, SIGNORE, POI FAI TU CHE SAI.

 

HANNO DETTO: La verità si ritrova sempre nella semplicità, mai nella confusione. (Isaac Asimov)

SAGGEZZA POPOLARE: Dalla coda si conosce la volpe, dalle azioni l'uomo.

UN ANEDDOTO: «Era una giornata particolarmente calda e snervante. Una suora infermiera massaggiava con mani delicate le gambine inaridite di un piccolo poliomielitico. Io le mossi un dolce rimprovero: - Suora, perché non adopera il massaggiatore elettrico? Mi rispose candidamente: - Che vuole, con il massaggio manuale io ho l'impressione di far passare un po’ della mia vita in queste gambine. Le macchine sono comode ... ma è un'altra cosa!». (Don C. Gnocchi)

PAROLA DI DIO: Gal 3,1-5; Cant. Lc 1,68-75; Lc 11,5-13

 

Vangelo Lc 11,5-13

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai discepoli: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!». Parola del Signore

 

“CHIEDETE E VI SARA’ DATO”.  

Davanti alla richiesta degli apostoli: “Signore insegnaci a pregare”, Gesù ha appena donato il Padre nostro, ed ora invita ad una preghiera incessante, perseverante, costante. Qualcuno dice che la preghiera non serve a nulla: “Dio sa già tutto, che bisogno abbiamo noi di chiedergli qualcosa o di dirgli quanto sia grande o di parlargli delle nostre pene”. Qualcun altro dice di non aver tempo di pregare: “Col ritmo di vita che devo sostenere per portare avanti la giornata e la famiglia, altro che trovare il tempo per la preghiera, preghino i preti e le suore che lo fanno per professione e non hanno nient’altro da fare!”. Qualcun altro non sa che cosa dire nella preghiera, altri ancora si rifugiano nelle formule per cui la preghiera spesso diventa un dovere e un atteggiamento pappagallesco, mentre il cuore è tutto da un’altra parte. Chiariamo solo velocemente alcune cose:

Dio non ha bisogno delle nostre preghiere. No! Siamo noi che abbiamo bisogno di Lui e la preghiera ci aiuta a rendercelo presente, a scoprire la nostra indigenza e la sua Provvidenza.

La preghiera di richiesta non deve essere l’unica forma di preghiera ma è importante perché Il “chiedere” non è il semplice questuare grazie e aiuti ma è il riconoscere Dio attraverso la fede, l’incontrarlo, l’informare la nostra vita di Lui, il lodarlo per i suoi benefici, l’affidarci alla sua volontà... La preghiera non è ‘tempo perso’: quando vuoi bene davvero ad una persona è un piacere trovare un momento per stare con essa. La preghiera non è un qualcosa a cui devono solo pensare preti e suore: vogliamo di nuovo dividere le persone in categorie e pensare che Dio limiti la sua paternità solo ai consacrati?

Dio non ha bisogno di pappagalli o di registratori che ripetano fedelmente delle formule, ha bisogno di “adoratori in spirito e verità”. E se non sempre il Signore risponde alle nostre richieste, siamo poi proprio sicuri che le nostre domande fossero per il nostro vero bene?

C’è poi un dono che il Signore dà sempre a coloro che glielo chiedono, ed è il dono dello Spirito Santo, ma quando ce lo manda dopo la nostra richiesta noi siamo ancora lì, pronti a riceverlo o siamo già scappati da un’altra parte?

 

 

VENERDI’ 7 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: B.V. Maria del Rosario; S. Giustina; S. Augusto

Una scheggia di preghiera:

 

SENZA DI TE, SIGNORE, NON POSSIAMO NULLA.

 

HANNO DETTO: Abbi ben chiara la cosa da dire: le parole verranno. (Catone)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando l'uomo pensa, Dio sorride. (Proverbio ebraico)

UN ANEDDOTO: Guglielmo di Nassau, principe d’Orange, mentre era impegnato in una missione segreta, fu avvicinato da un suo ufficiale, piuttosto curioso, che gli domandò informazioni sullo scopo della missione. Il principe rispose: Tu sei capace di conservare un segreto? - Certamente. - Ebbene, anch’io.

PAROLA DI DIO: Gal 3,7-14; Sal 110; Lc 11,15-26

 

Vangelo Lc 11,15-26

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, [dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio,] alcuni dissero: «È per mezzo di Belzebù, capo dei demoni, che egli scaccia i demoni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in sé stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in sé stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demoni per mezzo di Belzebù. Ma se io scaccio i demoni per mezzo di Belzebù, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demoni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde. Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima». Parola del Signore

 

“CHI NON È CON ME, È CONTRO DI ME: E CHI NON RACCOGLIE CON ME, DISPERDE”.

Il cristiano, lo dice il nome, è di Cristo ed è Cristo che bisogna vivere ed annunciare. Se Gesù diventa un paravento per annunciare sé stessi, abbiamo tradito Cristo. Se Gesù viene compromesso con le realtà del mondo, queste prima o poi avranno il sopravvento e di cristiano non resterà che una apparenza vuota. Bisogna allora “essere con Lui” prima di tutto, curare continuamente la conoscenza e la comunione con Lui. “Che cosa farebbe Gesù in questa situazione della mia vita? Come interpreterebbe Gesù questi fatti?”. Non sempre, forse, le risposte sono così chiare ma se c'è questa onestà e questo sforzo, lo Spirito di Dio ci illuminerà e allora presenteremo un volto di Cristo non troppo simile al nostro, ma più simile al suo.

 

 

SABATO 8 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Pelagia; S. Felice di Como; S. Reparata

Una scheggia di preghiera:

 

PARLA, SIGNORE, IL TUO SERVO VUOLE ASCOLTARTI.

 

HANNO DETTO: Nel malato c'è Gesù e nel malato povero c'è due volte Gesù. (San Pio da Pietrelcina)

SAGGEZZA POPOLARE: L'albero che è nato storto non raddrizzerà mai il tronco. (Proverbio spagnolo)

UN ANEDDOTO: Un uomo si recò un giorno a confessarsi da padre Haring. Era disperato per un grave peccato commesso, e anche dopo aver ricevuto l'assoluzione non riusciva a perdonare a sé stesso il male che aveva fatto. - Non capisco come possa Dio perdonare una cosa così grave. Non oso nemmeno chiederglielo! - Lo puoi fare - lo confortò il grande teologo - perché Dio è molto più umile di noi uomini

PAROLA DI DIO: Gal 3,22-29; Sal 104; Lc 11,27-28

 

Vangelo Lc 11,27-28

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!». Parola del Signore

 

BEATI PIUTTOSTO COLORO CHE ASCOLTANO LA PAROLA DI DIO E LA OSSERVANO!

C’è anche una voce che spesso gli uomini cercano di non ascoltare, di far finta che non ci sia o che sia difficile da intendere: è la voce di Dio.

Dio è sempre stato ed è dialogo con gli uomini. La creazione, la natura, la coscienza che ognuno di noi ha, anche se magari facciamo di tutto per tacitarla, ci parlano di Lui.

Lui stesso, poi, ci ha parlato lungo la storia della salvezza e soprattutto attraverso suo Figlio. Noi abbiamo la sua parola nella Bibbia che non è un libro di mitologie lontane o di storia passata e interpretata in certo modo, è il libro della mia storia, è la parola che oggi Dio rivolge a me perché mi vuole bene, perché mi vuole salvo oggi e per sempre. Ma io lo ascolto?

Spesso abbiamo tempo per i giornali, per la televisione, magari anche per l’ultimo romanzo alla moda ma per la parola di Dio abbiamo sempre qualche scusa: il tempo, la difficoltà di comprensione. Per comprendere nel suo vero senso la Parola di Dio, bisogna mettersi sulla giusta lunghezza d’onda. E Gesù, nel Vangelo di oggi, indirettamente ci mette davanti ad una persona che ha realizzato questa comunione intensa, Maria. Lei è una che ascolta: l’angelo, Gesù, il suo prossimo, ma è anche una che si chiede che cosa voglia Dio da Lei e poi, anche quando non capisce tutto, si fida, si abbandona, dice il suo sì concreto. Ascoltare e capire la parola, allora, non è solo questione di lettura, di ascolto, di intelligenza, è questione di incontrare. Qualcuno che è vivo in mezzo a noi, è provare la gioia di poterlo seguire.

 

 

DOMENICA 9 OTTOBRE: 28^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Dionigi e c.; S. Giovanni Leonardi; S. Abramo

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, RENDIAMO GRAZIE A TE CHE VIVI NEI SECOLI ETERNI.

 

HANNO DETTO: Stampando una notizia a grandi lettere, la gente pensa che sia indiscutibilmente vera. (Jorges Luis Borges)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando incontri un uomo, lo giudichi dai vestiti; quando te ne separi, lo giudichi dal cuore. (Proverbio russo)

UN ANEDDOTO: Haydn, il famoso compositore austriaco, non aveva timore ad ammettere la sua profonda religiosità. Un giorno si trovava in compagnia di alcuni musicisti, che discutevano sul modo migliore di rinfrescare la mente quando ci si sente stanchi. Uno disse: «Non c’è rimedio migliore che un bicchiere di buon vino». Un altro: «Quando l’ispirazione mi viene meno, lascio il lavoro e mi trovo una compagnia gioviale. Questo mi dà sempre la carica «E tu, Franz?», fu domandato ad Haydn.

«Io prendo il rosario che porto sempre con me. E dopo pochi minuti mi sento rinfrescato nella mente e nel corpo».

PAROLA DI DIO: 2Re 5,14-17; Sal 97; 2Tm 2,8-13; Lc 17,11-19

 

Vangelo Lc 17,11-19

Dal vangelo secondo Luca

Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!». Parola del Signore

 

“NON SI È TROVATO NESSUNO CHE TORNASSE A RENDER GLORIA A DIO, ALL’INFUORI DI QUESTO STRANIERO?”.

Gesù ha guarito dieci lebbrosi, solo uno ritorna a ringraziare lodando Dio. Quando si pensa solo a sé stessi, quando si ragiona pensando che tutto è dovuto, è molto difficile riconoscere un dono e ancora più improbabile il ringraziare. Anche con Dio siamo sempre pronti a lamentarci di ciò che ci manca, siamo pronti a chiedere per tutto ciò che ci pare opportuno, ma sappiamo ringraziarlo dei doni che riceviamo? E non solo per quella “grazia” particolare che abbiamo ricevuto, ma per i miracoli quotidiani che riceviamo: per la vita, la salute, gli affetti, il pane quotidiano, e perché no, anche per le prove, le sofferenze che ci danno la possibilità di amarlo e di amare? Il brano di oggi poi ci dice anche il modo per rendere grazie, quello di lodare Dio, cioè quello di fargli i “complimenti” perché ha fatto e fa bene ogni cosa.

 

 

LUNEDI’ 10 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Cerbonio; S. Tanca; S. Daniele Comboni

Una scheggia di preghiera:

 

DAVANTI ALLA TUA CROCE TROVO IL VERO SEGNO DELL'AMORE.

 

HANNO DETTO: Non conosciamo il vero se non conosciamo la causa. (Aristotele)

SAGGEZZA POPOLARE: Una coppia di anziani che è unita sin dalla gioventù può sembrare brutta, ma il vestito sgualcito può essere il più bello di tutti.

UN ANEDDOTO: Ecco cosa scriveva il Dott. Goebbels, fedelissimo di Hitler, ministro della propaganda nel regime nazista. Genio del male.  Morto suicida con sua moglie, dopo aver soppresso i 6 figlioletti (per il loro bene – disse), alla caduta del regime: "ripetete una menzogna 10, 100, 1000 volte e prima o poi diventerà verità accettata da tutti"

PAROLA DI DIO: Gal 4,22-24.26-27.31_ 5,1; Sal 112; Lc 11,29-32

 

Vangelo Lc 11,29-32

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona». Parola del Signore

 

“QUESTA GENERAZIONE CERCA UN SEGNO”

Gesù di segni ne aveva fatti tanti, miracoli di misericordia, segni di potenza, guarigioni per confermare la sua possibilità di salvare l’uomo dal di dentro con il perdono, eppure la gente vuole da Lui ancora altri segni, altri miracoli, altre conferme. Non è solo quella dei contemporanei di Gesù la generazione che cerca dei segni, ma anche noi continuamente cerchiamo segni. Vorremmo che il Signore si facesse vedere, risolvesse Lui (a modo nostro) i problemi sia personali che della nostra società. Corriamo poi volentieri dietro l’ultimo santone di turno, leggiamo gli oroscopi o addirittura frequentiamo maghi per sapere il nostro futuro, ci lasciamo avvincere dall’ultimo presunto miracolo, andiamo a pregare in quella chiesa perché lì c’è quel determinato prete che “guarisce i malati”, e ci dimentichiamo dell’unico vero segno che è Gesù Cristo, morto e risorto per noi. È Gesù la salvezza, il perdono, la guarigione vera, suoi segni sono la Parola e i sacramenti. Non fidiamoci troppo delle religioni—fenomeno...da baraccone, dei predicatori televisivi che sorridono troppo, parlano continuamente di miracoli e di conversioni strabilianti, o di chi, fermandoci per la strada, vuole metterci addosso la paura di un Dio pronto finalmente a "mettere a posto il mondo". In tutte queste cose il piccolo segno appariscente rischia di far scomparire Gesù Cristo o di ridurlo al toccasana delle nostre necessità mentre, invece, il grande segno è solo Lui.

 

 

MARTEDI’ 11 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Alessandro Sauli; S. Santino; S. Giovanni XXIII

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' IL MIO CUORE È TUO: ACCOGLI I DESIDERI DI BENE E PERDONA IL MALE.

 

HANNO DETTO: In cima ad ogni vetta si è sull’orlo dell’abisso. (Stanislaw Jerzy Lec)

SAGGEZZA POPOLARE: La vecchiaia è da ognun desiderata, quando s'acquista viene disprezzata.

UN ANEDDOTO: Don Gnocchi fu invitato una sera a cena da una famiglia di amici. La coppia aveva una figlia di cinque anni. Terminata la cena, la bimbetta diede la buonanotte a tutti, poi in tono seria annunciò: - lo vado a dire le preghiere. C'è nessuna che ha bisogno di qualcosa?

PAROLA DI DIO: Gal 5,1-6; Sal 118; Lc 11,37-41

 

Vangelo Lc 11,37-41

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».  Parola del Signore

 

“PIUTTOSTO DATE IN ELEMOSINA TUTTO QUEL CHE C’È DENTRO”.

Più volte mi sono chiesto che cosa significhi: “dare in elemosina quel che c’è dentro”. Qualche esegeta spiega che Gesù dice di dare in elemosina quello che c’è dentro il piatto invece di pensare di onorare Dio purificando l’esterno dei piatti. Ed è una interpretazione evangelicamente corretta. Ma ho l’impressione che Gesù voglia parlarci dell’interno del cuore. È proprio lì il centro del nostro rapporto con Dio. Non basta allora abbellire la facciata, farci vedere buoni, uomini di fede, riempirci la bocca di buone parole... Occorre un cuore capace di amare. Ma c’è ancora un’altra osservazione. Nel mio cuore, insieme all’amore, ai buoni sentimenti albergano anche egoismi, cattiverie, voglia di vendetta, cattivi pensieri e desideri. “Dare in elemosina” queste negatività non vorrà forse anche dire buttar via, far pulizia di tutto ciò che è contrario all’amore?

 

 

MERCOLEDI’ 12 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Rodobaldo; S. Serafino da Montegranaro

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, INSEGNACI LA VERA UMILTA'.

 

HANNO DETTO: La vecchiaia è come la scalata di una montagna: più si sale e si sente mancare il fiato, ma più si allargano gli orizzonti stupendi davanti a noi. (Ingmar Bergman)

SAGGEZZA POPOLARE: Dio dà il giudizio e poi dice adoperalo.

UN ANEDDOTO: L'attrice Audrey Hepburn aveva questo “credo”. Per avere labbra attraenti, pronuncia parole gentili. Io credo nel rosa. Io credo che ridere sia il modo migliore per bruciare calorie. Io credo nei baci, molti baci. Io credo nel diventare forte quando tutto sembra andare storto. Io credo che le ragazze felici siano le ragazze più belle. Io credo che domani sarà un altro giorno, ed io credo nei miracoli. Solo chi non crede nei miracoli non è abbastanza realista.

PAROLA DI DIO: Gal 5,18-25; Sal 1; Lc 11,42-46

 

Vangelo Lc 11,42-46

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo». Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!». Parola del Signore

 

GUAI A VOI, DOTTORI DELLA LEGGE CHE CARICATE GLI UOMINI DI PESI INSOPPORTABILI, E QUEI PESI VOI NON LI SPOSTATE NEPPURE CON UN DITO.           

Quando accompagni dei ragazzi in montagna c'è sempre l'occasione per imparare e far imparare qualcosa. Gigi era un ragazzo simpatico, un po' bombolotto, gli piaceva far bella figura davanti ai compagni, aveva sempre paura, in campo viveri", che gli mancasse il pane sotto i denti. La mattina, prima di partire per le gite, lui, "previdente", riempiva il sacco di ogni cosa e poi dopo pochi passi in salita, sbuffando e sudando, cercava qualche "anima pia" che glielo portasse. Un giorno rimase solo a mezza strada, piangendo, con quell'inutile pesante sacco, che una volta tanto gli altri non gli avevano portato. Quante volte quasi con l'arroganza di chi pensa di aver la verità in tasca ho caricato sulle spalle di altri pesi che io non porto? Ad esempio, quando non dialogo, ma impongo le mie idee, quando pretendo che gli altri facciano le mie scelte o quando con subdola ipocrisia uso delle mie possibilità culturali per imporre ad altri cose che io non faccio, non son un po' troppo simile ai dottori della legge del Vangelo?

 

 

GIOVEDI’ 13 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Romolo; S. Chelidona; S. Venanzio

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TUO E NON MIO È OGNI GIUDIZIO.

 

HANNO DETTO: Ciò che si dice deve essere utile a chi parla e a chi ascolta. (Platone)

SAGGEZZA POPOLARE: I più grandi bugiardi sono quelli che giurano di più.

UN ANEDDOTO: Nella notte del 20 aprile 1889 il medico condotto di Braunau venne chiamato d’urgenza per assistere due partorienti. Nella prima casa nacque un maschio forte e robusto e fu accolto con molta gioia ed orgoglio dai genitori. In una casetta poco distante nacque invece una bimba, gracilina e sottopeso, chiaramente portatrice della sindrome Down. La sua nascita non fu accolta con gioia, ma anzi la famiglia manifestò scoraggiamento e preoccupazione per l’handicap della neonata.

I bimbi crescevano. Il maschio incominciò presto a farsi notare per la sua oratoria e per le sue idee che incarnavano un sogno di riscatto per le popolazioni uscite sconfitte e umiliate dalla prima guerra mondiale. La bimba invece aveva poca salute.  Nessuno si interessava o parlava di lei, però la gente volgeva uno sguardo di commiserazione verso la madre, quando passava per strada con quella fanciullina, sempre bambina, per mano. Passarono altri anni e la madre della ragazza, colpita da ictus, rimase semiparalizzata in un letto. Sua figlia, aiutata dai vicini, la curò fino alla morte, per molti anni, con grande tenerezza e dedizione. Il dottore che l’aveva aiutata a nascere e che ha tramandato questa storia, non riusciva più a ricordarne il nome, ma aveva ben presente il nome del bimbo che era nato contemporaneamente, in quella lontana notte di primavera. Lui era divenuto un personaggio importante. Il suo nome è famoso in tutto il mondo e torna ancora spesso sulla bocca di tutti.  Quel nome è Adolf Hitler

PAROLA DI DIO: Ef 1,1-10; Sal 97; Lc 11,47-54

 

Vangelo Lc 11,47-54

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito». Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca. Parola del Signore

 

“GUAI A VOI DOTTORI DELLA LEGGE, CHE AVETE PORTATO VIA LA CHIAVE DELLA SCIENZA. VOI NON SIETE ENTRATI E A QUANTI VOLEVANO ENTRARE LO AVETE IMPEDITO”.

Più di una volta mi è capitato di partecipare a celebrazioni anche importanti che richiamano migliaia di persone e di trovarmi davanti a un celebrante che invece di infervorarsi e trasmettere la gioia di una celebrazione, la festa della comunità, la parola di Dio viva, era di una freddezza formale, di una verbosità rituale e compassata che alla fine della celebrazione, al di là della preghiera e del “bagno di folla” non ho portato con me proprio nulla. Quanto è triste trovarsi anche oggi davanti a ‘‘dottori della legge” che con arzigogoli verbali sembrano conoscere tutte le ultime novità della interpretazione biblica, ma che impediscono alla novità della parola di Dio di penetrare nei cuori e nella vita. Anche noi diventiamo “dottori della legge” quando usiamo della Parola di Dio per giustificare i nostri comodi, quando pensiamo di essere cristiani perché siamo formali osservanti, quando abbiamo la presunzione di spiegare i misteri di Dio con facili formule. Il “Guai” di Gesù è per metterci in guardia: la parola di Dio ridotta così non serve né a noi, né agli altri.

 

 

VENERDI’ 14 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Callisto I; S. Domenico Loricato; S. Donaziano

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE DI TUTTI, TI VOGLIO BENE.

 

HANNO DETTO: Che cosa può vedere più volentieri il Creatore di una creatura lieta? (Gutthold Ephraim Lessing)

SAGGEZZA POPOLARE: La giustizia è orribile, se non è accompagnata dalla misericordia.

UN ANEDDOTO: Nella vita di san Luigi Grignon de Montfort si narra che, trovatosi su di un veliero attaccato dai corsari, quando già costoro stavano dando l’assalto per catturare tutti i passeggeri al largo della Bretagna, egli si inginocchiò e cominciò a cantare l’Ave Maris Stella, supplicando un aiuto efficace dalla gran Madre del Signore. E in realtà s’alzò un vento impetuoso che trascinò lontano le navi dei corsari, facendole scomparire presto all’orizzonte. Nel momento dell’Assunzione in cielo - spiegò poi il santo - la Madonna estende la sua mediazione, già praticata durante la vita, all’universo intero e in tutti i secoli. Confidando in lei, si è sempre difesi.

PAROLA DI DIO: Ef 1,11-14; Sal 32; Lc 12,1-7

 

Vangelo Lc 12,1-7

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze. Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna. Sì, ve lo dico, temete costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure, nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!». Parola del Signore

 

ANCHE I CAPELLI DEL VOSTRO CAPO SONO TUTTI CONTATI.

Ogni volta che leggo questa frase, chissà perché mi viene in mente una vignetta umoristica in cui Dio è alle prese con il conto dei capelli di un irsuto hippy"' e dice: "Ho detto capelli, e qui ce ne sono fin troppi, non ho detto bestioline!".

Se da una parte può far sorridere Dio che conta i capelli dell'uomo (e altra battuta: sarà per quello che è facile diventare calvi!) d'altra parte questo fa pensare alla grandezza di Dio e al suo amore per noi. Da poco il nostro mondo ha raggiunto i 7miliardi: sono 7 miliardi di figli di Dio che egli  ama ciascuno di amore unico e personale! Dio ama l'umanità, ma ama anche i singoli, sta dietro a ciascuno, chiama ognuno, ascolta il nostro pregare, balbettare, gridare a Lui...

Sei veramente grande, Signore, Dio del cielo e della terra, tu ami tutti, senza dimenticare nessuno. Non posso neanche essere geloso del tuo amore perché pur amando ciascuno, sei il Padre di tutti.

 

 

SABATO 15 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Teresa d’Avila (di Gesù); S. Barsen; S. Tecla

Una scheggia di preghiera:

 

FA' CHE ACCOGLIAMO, SIGNORE, LA TUA MISERICORDIA.

 

HANNO DETTO: Riconosci o cristiano la tua dignità e reso consorte della natura divina, non voler tornare all’antica bassezza con una vita indegna. (S. Leone Magno)

SAGGEZZA POPOLARE: La gloria è un circolo nell'acqua, che si allarga e poi svanisce.

UN ANEDDOTO: Raccontava lo scritto Julien Green: Voi cattolici, mi obiettano gli amici ‘liberi pensatori’, siete chiusi nella gabbia del cattolicesimo. E io rispondo che è vero: il cattolico è prigioniero della sua Chiesa come l’uccello è prigioniero del cielo”

PAROLA DI DIO: Ef 1,15-23; Sal 8; Lc 12,8-12

 

Vangelo Lc 12,8-12

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato, ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato. Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire». Parola del Signore

 

“CHI BESTEMMIERA’ LO SPIRITO SANTO NON GLI SARA’ PERDONATO”.

Quando sentiamo la parola bestemmia ci vengono subito in mente certe parole rivolte contro Dio, contro la Madonna che, purtroppo, sentiamo sempre più in bocca a tante persone che il più delle volte non sanno neppur cosa dicono. Ma, se ci pensiamo un momento, si può bestemmiare Dio in tanti altri modi oltre che con le parole; ad esempio, sentendoci noi unici padroni del creato e manipolandolo a nostro piacimento pur di far soldi, sentendoci noi padroni della vita, capaci di decidere chi deve nascere o meno o scegliendo chi deve vivere e chi deve morire. Ma qui Gesù parla di una “bestemmia contro lo Spirito Santo”. Quale sarà?

Si bestemmia contro lo Spirito Santo quando il nostro atteggiamento di vita esclude allo Spirito ogni possibilità di agire in noi e attorno a noi, quando in pratica ci si organizza esclusivamente da soli senza lasciare spazio a Dio, quando si esclude la speranza per noi e per il prossimo, quando troppo pieni di noi e dei nostri peccati si pensa che Dio non abbia più fiducia in noi e non possa perdonarci.

È allora che anche quel “non gli sarà perdonato” diventa reale, non perché Dio non possa perdonarci, ma perché io gli ho chiuso la porta e non permetto che il suo perdono mi raggiunga e faccia di me un uomo nuovo.

 

 

DOMENICA 16 OTTOBRE: 29^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Tra i santi ricordati oggi: S. Edvige; S. Margherita M. Alacoque

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE CREDIAMO, MA AUMENTA LA NOSTRA FEDE.

 

HANNO DETTO: Il ricordo dei dolori di Gesù guarisce l’anima dal rancore, tanto questa è confusa dall’esempio. (Giovanni Climaco)

SAGGEZZA POPOLARE: Il pesce per la gola vien pigliato e mentre vuol predar, resta predato.

UN ANEDDOTO: Raccontava lo stesso Victor che il generale Giuseppe Hugo, padre del grande poeta francese, dopo una dura battaglia contro gli spagnoli, passava a cavallo sul campo coperto di cadaveri. Lo accompagnava il suo fedele attendente. Ad un tratto, sentendo un lamento, si fermò: era un soldato nemico che sospirava: - Ho sete ... Acqua! Allora il generale diede ordine all'attendente di porgere al ferito un po’ di rhum. Mentre questi s'inchinava su lui, lo spagnolo ferito si sollevò e con mossa fulmine a sparò un colpo di pistola contro il generale.  La pallottola gli passò così vicina da fargli cadere il cappello, mentre il cavallo s'impennava. Ma il generale, senza scomporsi, ordinò: - Dagli da bere lo stesso!

PAROLA DI DIO: Es 17,8-13; Sal 120; 2Tm 3,14 - 4,2; Lc 18,1-8

 

Vangelo Lc 18,1-8

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?». Parola del Signore

 

“IL FIGLIO DELL'UOMO, QUANDO TORNERÀ, TROVERÀ LA FEDE SULLA TERRA?”.

Fede, una piccola parola che però coinvolge interamente l’uomo. È un rapporto personale con Dio. Non nasce né si sviluppa unicamente con il ragionamento o con lo studio, è incontrarsi con Lui. La domanda che Gesù fa nella Parola che meditiamo oggi non vorrà forse riferirsi al nostro mondo che negandolo o dimenticando Dio, invita in mille modi a fare a meno di Lui?

Un buon “test” della fede à la preghiera vera e sincera dove si esprime il rapporto tra l’io umano e il tu divino. Quando il Signore verrà, ci troverà in questo rapporto con Lui?

 

 

LUNEDI’ 17 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Ignazio di Antiochia; B. Contardo Ferrini

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, PER TUTTO QUELLO CHE HO.

 

HANNO DETTO: Possiamo anche sapere a memoria tutti i Vangeli e le Lettere ma non avere la Parola di Dio che dimora in noi. (Teofane il recluso)

SAGGEZZA POPOLARE: Le grandi anime hanno volontà, le volgari non hanno che velleità.

UN ANEDDOTO: Racconta una leggenda che San Benedetto aveva una regola: ora et labora. Il che vuol dire: prega e lavora. E poiché lui faceva proprio così non sempre era apprezzato dagli altri monaci che lo conoscevano, tanto che tentarono di avvelenarlo offrendogli del pane di morte. Ma Dio con la sua Provvidenza aiuta sempre i suoi figli e così. Ecco come andò. Benedetto aveva addomesticato un corvo che ogni giorno veniva a mangiare del pane dalle sue mani. Quel giorno, illuminato dallo Spirito Santo sul fatto che il pane era avvelenato, Benedetto disse al corvo – Fratello corvo, prendi questo pane e portalo dove nessuno potrà mai né trovarlo né mangiarlo. Il corvo se ne andò col pane nel becco, come faceva ogni giorno e tutti pensarono che se lo sarebbe mangiato e sarebbe morto, nonostante San Benedetto e le sue parole. Invece dopo pochi minuti il corvo tornò indietro, senza nulla in bocca e si posò vicino a Benedetto, aspettando il pane quotidiano. Il santo gli diede del pane buono e lo benedisse, ringraziando Dio di averlo esaudito e di aver mostrato a tutti il suo amore per l'uomo.

PAROLA DI DIO: Ef 2,1-10; Sal 99; Lc 12,13-21

 

Vangelo Lc 12,13-21

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno della folla gli disse a Gesù: «Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni». Disse poi una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto. Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio».  Parola del Signore

 

“SE ANCHE UNO È NELL’ABBONDANZA, LA SUA VITA NON DIPENDE DAI SUOI BENI”.

Un certo modo di intendere la religiosità ci ha portato a pensare che tutto quello che è spirituale è un valore e che tutto quello che è materiale è un disvalore. Oggi il mondo la pensa esattamente all’opposto. Ma Gesù che cosa pensa delle cose? Gesù non oppone mai spirito e materia se non quando l’uomo con la sua volontà di possesso, di accumulo rende le due cose contrarie. Cioè se so accontentarmi, se so godere delle cose per quello che sono, se so utilizzare i miei doni spirituali e materiali nella volontà di Dio e per il bene mio e dei miei fratelli non c’è opposizione tra materia e spirito, ma l’uomo si costruisce nella sua vera identità che è fatta contemporaneamente di materia e di spirito. La vita ci sembrerà bella soltanto quando smetteremo di volercene appropriare o di desiderarne una migliore e quando avremo imparato a goderla così com‘è nella volontà di Dio che vuole il nostro bene sia materiale che spirituale. La smania di possedere sempre di più, inculcataci con tanta scaltrezza dal mondo consumistico moderno, è in realtà un virus che ci toglie il piacere di accontentarci di quanto abbiamo. Un uomo non guadagna mai abbastanza, una donna non è mai abbastanza bella, gli abiti non sono mai abbastanza alla moda, la casa non è mai abbastanza arredata, quel che mangiamo non è mai abbastanza gustoso e così la felicità si fa sempre più lontana. Saremo certamente più sereni se sapessimo dire: “Basta! Quel che ho è sufficiente ed è dono che mi aiuta ancor più a comprendere il vero dono: Dio”

 

 

MARTEDI’ 18 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Luca evangelista; S. Pietro d’Alcantara; S. Amabile

Una scheggia di preghiera:

 

DALLE CHIACCHERE INUTILI, LIBERACI SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Trova la tua pace interiore e migliaia di uomini si salveranno al tuo fianco. (Serafino di Sarov)

SAGGEZZA POPOLARE: Se uno ti dona un porco, invitalo almeno a mangiar la salsiccia.

UN ANEDDOTO: Quando era giovane, san Gilles (Sant'Egidio) fece un atto di fede in Dio. Sapeva che nel Vangelo è scritto: - Cercate il Regno dei Cieli e la sua giustizia e tutto il resto vi sarà dato in più-. Così decise di fidarsi delle parole di Gesù e di andare vivere, eremita solitario, in un bosco vicino al fiume Rodano, nella Francia del sud. Abitava in una grotta, usava il legname e le frasche per ripararsi e mangiava i frutti del bosco. Per consolarlo nella sua solitudine e per nutrirlo meglio, la Provvidenza gli mandò una cerva. Questo splendido e grande animale passava ogni mattina vicino alla sua grotta. Egidio con calma se la fece amica e riuscì ad addomesticarla, così che poteva mungerla senza spaventarla. E così oltre ai frutti di bosco, Egidio ebbe anche del latte per molti giorni. Ogni volta che la cerva stava per andarsene, la benediceva e ringraziava Dio, che è davvero fedele alle parole di suo Figlio Gesù.

PAROLA DI DIO: 2Tm 4,910-17b; Sal 144; Lc 10,1-9

 

Vangelo Lc 10,1-9

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”». Parola del Signore

 

NON FERMATEVI A SALUTARE NESSUNO LUNGO LA STRADA”.

Se leggiamo questa frase di Gesù isolata dal suo contesto ci può lasciare perplessi. Gesù che insegna la carità ci invita alla maleducazione? Gesù sta mandando i discepoli in missione e li mette in guardia contro i “lupi” che cercano in ogni modo di impedire l’annuncio del Vangelo: non bisogna dar adito ad essi con le chiacchiere vane, cioè non è con i salamelecchi, con le discussioni da salotto che si attira la benevolenza degli altri e la parola di Dio non ha bisogno di troppi contorni.

Come è vera questa indicazione!

Quante parole inutili nelle nostre riunioni, quanti inviti a pranzo e cena per il prete sono fatti più per convenienza sociale che per vero desiderio di approfondire la fede, quanti convegni per parlarci addosso, quanta ricerca di essere aggiornati nella fede” che poi serve solo a mettere in evidenza la presupposta superiorità di qualcuno! E in mezzo a tutto questo il Vangelo di Gesù diventa solo più scusa, contorno, ciliegina su una torta che di cristiano non ha più niente. Non è la quantità di parole ben tornite che porta l’annuncio della salvezza, al massimo è la qualità del testimone che valorizza la grazia che viene solo da Dio.

 

 

MERCOLEDI’ 19 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Giovanni de B. e Isacco J. e c.; S. Paolo d. Croce.

Una scheggia di preghiera:

 

SOLO TU, SIGNORE PUOI RENDERMI PRONTO ALL'INCONTRO CON TE.

 

HANNO DETTO: È facile conquistare il Regno dei cieli e viverci: basta assediare Dio con amore. (A. Silesius)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi guadagna quattro e spende sette, non ha bisogno di borsette.

UN ANEDDOTO: Strano santo, san Rocco, patrono di Marina di Grosseto, sempre raffigurato con il bastone, una ferita alla gamba e un cane. Strano perché non ebbe una vita regolare, né normale. Fu infatti un pellegrino. Lasciata la Francia, dove pare fosse nobile e ricco di famiglia, iniziò a camminare visitando chiese e santuari.   Con il suo bastone arrivò anche a Roma e passò per molti paesi in Italia, dove è ricordato e venerato. La ferita sulla gamba è un ricordo della peste, da cui guarì miracolosamente di cui guarì molti altri. Il cane è per ricordare il suo cane, che riusciva sempre a portagli qualche pezzo di pane, che raccoglieva in giro.

PAROLA DI DIO: Ef 3,2-12; Cant. Is 12,2-6; Lc 12,39-48

 

Vangelo Lc 12,39-48

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più». Parola del Signore

 

ANCHE VOI TENETEVI PRONTI PERCHÉ, NELL’ORA CHE NON IMMAGINATE, VIENE IL FIGLIO DELL’UOMO”.

L’invito alla vigilanza che Gesù ci rivolge non è per farci vivere nella paura del giudizio finale, ma per aiutare a toglierci le maschere, ad essere sinceri e veritieri con noi stessi e con gli altri. Attraverso un’immagine suggestiva, S. Giovanni Crisostomo ci invita alla riflessione:

“Qui sulla terra siamo come in un teatro: nel teatro voi vedete splendide rappresentazioni. Entrano molti attori e recitano la loro parte. Un attore diventa saggio, e non lo è; un altro diventa re e non lo è, ha soltanto l’aspetto del re; un altro diventa medico, e non sa curare nessuno: è solo vestito come un medico. Tutti non sono nulla di ciò che appaiono. Quando giunge la sera, lo spettacolo finisce. Le maschere sono tolte, l’inganno è finito, la verità si afferma. Così avviene anche alla fine della vita. La recita è finita, le maschere sono tolte: si giudica ciascun uomo e le sue opere.”

 

 

GIOVEDI’ 20 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Cornelio; S. Adelina; S. Maria Bertilla Boscardin

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, INCENDIAMI D'AMORE PER TE.

 

HANNO DETTO: Il problema di molti di noi è che preferiremmo essere rovinati dalle lodi piuttosto che salvati dalle critiche. (Norman Vincent Peale)

SAGGEZZA POPOLARE: I guai della pentola li sa il mestolo che li rimescola.

UN ANEDDOTO: Un giorno abba Isacco il Tebano si recò in un monastero e, vedendo un fratello peccare, lo condannò. Partito per il deserto, gli si fece innanzi un angelo del Signore che si fermò davanti alla porta della sua cella e gli disse: "Non ti lascio entrare". Quello lo pregava: "Ma perché mai?". L'angelo gli rispose: "Mi ha inviato Dio dicendo: 'Digli: Dove ordini che io getti il fratello che è caduto e che tu hai giudicato?"'. Subito l'anziano si pentì e disse: "Ho peccato, perdonami". E l'angelo disse: "Alzati, Dio ti ha perdonato. Guardati d'ora in poi dal giudicare qualcuno, prima che l'abbia giudicato Dio".

PAROLA DI DIO: Ef 3,14-21; Sal 32; Lc 12,49-53

 

Vangelo Lc 12,49-53

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera». Parola del Signore

 

“SONO VENUTO A GETTARE IL FUOCO SULLA TERRA”.

Un certo qual modo di pensare ha inteso il cristianesimo come una religione da donnette, come un facile modo per sfuggire la realtà rifugiandosi in future speranze come un sereno vestito da festa da indossare la domenica mattina. Non dimentichiamo che cristianesimo è amore della verità, della giustizia, delle esigenze di Dio che ha avuto intere generazioni di martiri, che non ti allontana dalla realtà ma che esige impegno concreto nel reale. Non dimentichiamo che il Dio dell’amore, proprio per amore ha accettato la croce.

 

 

VENERDI’ 21 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Orsola e c.; S. Malco; B. Carlo d'Asburgo

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI SIGNORE A LEGGERE I FATTI DELLA VITA COME SEGNI DELLA TUA PRESENZA

 

HANNO DETTO: Il leone è pericoloso, il dente della tigre è fatale, ma la cosa più spaventosa di tutte è l'uomo nella sua follia. (J. Ch. Friedrich von Schiller)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi evita la guerra col senno, fa meglio di chi la vince col sangue.

UN ANEDDOTO: A chi gli chiedeva che cosa distinguesse un politico da uno statista, Alcide De Gasperi rispondeva: «Il primo guarda alle prossime elezioni, mentre l’altro guarda alla prossima generazione». (Da un quotidiano)

PAROLA DI DIO: Ef 4,1-6; Sal 23; Lc 12,54-59

 

Vangelo Lc 12,54-59

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto? Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo». Parola del Signore

 

“SAPETE GIUDICARE L’ASPETTO DEL CIELO E DELLA TERRA, COME MAI QUESTO TEMPO NON SAPETE GIUDICARLO?”.

Se vogliamo essere fedeli a Gesù che ci ha detto di “non giudicare” dobbiamo fare molta attenzione perché tante sono le occasioni di giudizio: “Questo è buono, questo cattivo, al posto di quello avrei fatto così”. Ma in questo versetto Gesù ci invita più che a dare dei giudizi a saper leggere i segni della storia con gli occhi di Dio per poterne cogliere le sue meraviglie e i suoi insegnamenti. Ad esempio: quell’incontro, quella sofferenza sono solo frutto del caso? Dio non mi sta forse dicendo qualcosa? Proviamo oggi a leggere così quello che ci capiterà e, anche se non sempre è facile leggerlo subito, scopriremo un lungo dialogo di amore di Dio con noi.

 

 

SABATO 22 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Abercio; S. Donato Scoto; S. Giovanni Paolo II

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE, ABBI TANTA PAZIENZA CON ME PECCATORE.

 

HANNO DETTO: Irritarsi di una critica significa riconoscere di averla meritata. (Tacito)

SAGGEZZA POPOLARE: Il bambino più sfortunato è quello che non nasce.

UN ANEDDOTO: Per tagliare un albero di settecento anni, con i mezzi di oggi, bastano trenta secondi, per rifarne un altro uguale, con i mezzi di oggi, occorrono sempre settecento anni. (Federico Mazzuoli)

PAROLA DI DIO: Ef 4,7-16; Sal 121; Lc 13,1-9

 

Vangelo Lc 13,1-9

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Siloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».  Parola del Signore

 

“ECCO, SON TRE ANNI CHE VENGO A CERCARE FRUTTI SU QUEST'ALBERO, MA NON NE TROVO”.

C’è un salmo che richiama le parole di questo padrone della vigna: “Per quarant’anni mi disgustai di questa generazione”. Quando lo leggo ripenso ai miei ormai abbondanti e penso a Dio che ha tutti i motivi di essere disgustato dalle mie infedeltà, dal non aver saputo portare i frutti che Lui desiderava, dall‘irriconoscenza davanti ai suoi doni. “Perché deve ancora sfruttare il terreno” — dice il padrone del fico. “Taglialo!”. Ma anche per me c’è un vignaiolo, Gesù, che dice al padrone: “Abbi pazienza, fammi fare ancora un tentativo”. Gesù è colui che non si dà per vinto, anzi si prende ancor maggior cura della pianta ingrata, versa su di noi il suo sangue di perdono, ci offre sé stesso. Ma fino a quando? Ci sono piante che portano frutto anche in autunno, sembra dirci, ma attenzione a non farti gelare il cuore dal freddo dell’inverno.

 

 

DOMENICA 23 OTTOBRE: 30^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni da Capestrano; S. Severino Boezio

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, ABBI PIETA' DI ME.

 

HANNO DETTO: La disperazione più grande che possa impadronirsi di una società è quella di ritenere che vivere rettamente sia inutile. (Corrado Alvaro)

SAGGEZZA POPOLARE: Deve ancor nascere quel cuoco, che possa contentare tutti i gusti.

UN ANEDDOTO: Tempo fa, in una terra lontana, viveva un signore potente e famoso in ogni angolo del regno. Sull'orlo di una nera scogliera aveva fatto costruire una roccaforte così solida e ben armata, da non temere né re, né conti, né duchi, né principi, né visconti. E questo possente signore aveva un bell'aspetto, nobile e imponente. Ma nel suo cuore era sleale, astuto e ipocrita, superbo e crudele. Non aveva paura né di Dio né degli uomini. Sorvegliava come un falco i sentieri e le strade che passavano nella regione e piombava sui pellegrini e mercanti per rapinarli. Aveva da tempo calpestato tutte le promesse e le regole della cavalleria. La sua crudeltà era divenuta proverbiale. Disprezzava apertamente la gente e le leggi della Chiesa. Si divertiva a tiranneggiare vassalli e servitù. Ma un giorno, durante un combattimento, un colpo di balestra lo ferì gravemente ad un fianco. Per la prima volta, il crudele signore provò la sofferenza e la paura. Mentre giaceva ferito, i suoi cavalieri gli fecero balenare davanti agli occhi la gola spalancata e infuocata dell'inferno a cui era sicuramente destinato se non si fosse pentito dei suoi peccati e confessato in chiesa. "Pentirmi io? Mai! Non confesserò neppure un peccato!". Tuttavia, il pensiero dell'inferno gli provocò un po' di spavento salutare. A malincuore gettò elmo, spada e armatura e si diresse a piedi verso la caverna di un santo eremita.

Con tono sprezzante, senza neppure inginocchiarsi, raccontò al santo frate tutti i suoi peccati: uno dietro l'altro, senza dimenticarne neppure uno. Il povero eremita si mostrò ancora più afflitto: "Sire, certamente hai detto tutto, ma non sei pentito. Dovresti almeno fare un po' di penitenza, per dimostrare che vuoi davvero cambiare vita". "Farò qualunque penitenza. Non ho paura di niente, io! Purché sia finita questa storia". "Digiunerai ogni Venerdì per sette anni!" "Ah, no! Questo puoi scordartelo!". "Vai in pellegrinaggio fino a Roma...". "Neanche per sogno!" "Vestiti di sacco per un mese...". "Mai!". Il superbo cavaliere respinse tutte le proposte del buon frate, che alla fine propose: "Bene, figliolo. Fa' soltanto una cosa: vammi a riempire d'acqua questo barilotto e poi riportamelo". "Scherzi? È una penitenza da bambini o da donnette!". Sbraitò il cavaliere agitando il pugno minaccioso. Ma la visione del diavolo sghignazzante lo ammorbidì subito. Prese il barilotto sottobraccio e brontolando si diresse al fiume. Immerse il barilotto nell'acqua, ma quello rifiutò di riempirsi. "E' un sortilegio magico", ruggì il penitente, "ma ora vedremo". Si diresse verso una sorgente: il barilotto rimase ostinatamente vuoto. Furibondo, si precipitò al pozzo del villaggio. Fatica sprecata! Provò ad esplorare l'interno del barilotto con un bastone: era assolutamente vuoto. "Cercherò tutte le acque del mondo", sbraitò il cavaliere. "Ma riporterò questo barilotto pieno!". Si mise in viaggio, così com'era, pieno di rabbia e di rancore. Prese ad errare sotto la pioggia e in mezzo alle bufere. Ad ogni sorgente, pozza d'acqua, lago o fiume immergeva il suo barilotto e provava e riprovava, ma non riusciva a fare entrare una sola goccia d'acqua. Anni dopo, il vecchio eremita vide arrivare un povero straccione dai piedi sanguinanti e con un barilotto vuoto sotto il braccio. Le lacrime scorrevano sul suo volto scavato. Una lacrima piccola piccola scivolando sulla folta barba finì nel barilotto. Di colpo il barilotto si riempì fino all'orlo dell'acqua più pura, più fresca e buona che mai si fosse vista.

PAROLA DI DIO: Sir 35,15b-17.20-22a; Sal 33; 2Tm 4,6-8.16-18; Lc 18,9-14

 

Vangelo Lc 18,9-14

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato». Parola del Signore

 

“DUE UOMINI SALIRONO AL TEMPIO A PREGARE: UNO ERA FARISEO E L’ALTRO PUBBLICANO”.

Se volete comprendere l’attualizzazione di questa parabola potete fare un piccolo esperimento: prendete un foglio e dividetelo in due colonne: Sulla prima scrivete tutte le volte che avete espresso con sicurezza e sufficienza le vostre critiche nei riguardi degli stranieri, dei poveri, degli immigrati, dei capi politici, della Chiesa, dei vicini di casa. Nella seconda colonna scrivete l’elenco dei peccati che avete confessato nell’ultima vostra confessione. Quale sarà la lista più lunga?

Tiriamo allora le conseguenze: siamo come il pubblicano o siamo come il fariseo?

O, ancora, se partiamo dal punto di vista della preghiera: quando preghiamo ci fermiamo alle formalità, alle astrattezze oppure l’incontro con Dio ci tocca nel cuore dei nostri problemi?

La vera preghiera, secondo il Vangelo comincia là dove comincio ad attribuire con verità a me i miei peccati, quelli che abitualmente e facilmente riconosco negli altri, e comincio a pentirmene, chiedendo umilmente perdono. È proprio in quel momento che stabilisco il mio vero rapporto con Dio: quello di uno che ha bisogno di tutto con Colui che tutto può dare.

 

 

LUNEDI’ 24 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Antonio M. Claret; S. Luigi Guanella; S. Proclo

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, SIGNORE, A GIOIRE PER IL BENE DEGLI ALTRI.

 

HANNO DETTO: Sposare una donna solo per la sua bellezza non ha più senso che mangiare un uccello perché canta bene (Charles Frazier).

SAGGEZZA POPOLARE: Ci sono tre specie di ignoranza: sapere niente, sapere male, sapere quello che non vale.

UN ANEDDOTO: In una calda sera di fine estate, un giovane si recò da un vecchio saggio: "Maestro, come posso essere sicuro che sto spendendo bene la mia vita? Come posso essere sicuro che tutto ciò che faccio è quello che Dio mi chiede di fare?". Il vecchio saggio sorrise compiaciuto e disse: "Una notte mi addormentai con il cuore turbato, anch'io cercavo, inutilmente, una risposta a queste domande. Poi feci un sogno. Sognai una bicicletta a due posti. Vidi che la mia vita era come una corsa con una bicicletta a due posti: un tandem. E notai che Dio stava dietro e mi aiutava a pedalare. Ma poi avvenne che Dio mi suggerì di scambiarci i posti. Acconsentii e da quel momento la mia vita non fu più la stessa. Dio rendeva la mia vita più felice ed emozionante. Che cosa era successo da quando ci scambiammo i posti? Capii che quando guidavo io, conoscevo la strada. Era piuttosto noiosa e prevedibile. Era sempre la distanza più breve tra due punti. Ma quando cominciò a guidare lui, conosceva bellissime scorciatoie, su per le montagne, attraverso luoghi rocciosi a gran velocità a rotta di collo. Tutto quello che riuscivo a fare era tenermi in sella! Anche se sembrava una pazzia, lui continuava a dire: «Pedala, pedala!». Ogni tanto mi preoccupavo, diventavo ansioso e chiedevo: «Signore, ma dove mi stai portando?». Egli si limitava a sorridere e non rispondeva. Tuttavia, non so come, cominciai a fidarmi. Presto dimenticai la mia vita noiosa ed entrai nell'avventura, e quando dicevo: «Signore, ho paura...», lui si sporgeva indietro, mi toccava la mano e subito una immensa serenità si sostituiva alla paura. Mi portò da gente con doni di cui avevo bisogno; doni di guarigione, accettazione e gioia. Mi diedero i loro doni da portare con me lungo il viaggio. Il nostro viaggio vale a dire, di Dio e mio. E ripartimmo. Mi disse: «Dai via i regali, sono bagagli in più, troppo peso». Così li regalai a persone che incontrammo, e trovai che nel regalare ero io a ricevere, e il nostro fardello era comunque leggero. Dapprima non mi fidavo di lui, al comando della mia vita. Pensavo che l'avrebbe condotta al disastro. Ma lui conosceva i segreti della bicicletta, sapeva come farla inclinare per affrontare gli angoli stretti, saltare per superare luoghi pieni di rocce, volare per abbreviare passaggi paurosi. E io sto imparando a star zitto e pedalare nei luoghi più strani, e comincio a godermi il panorama e la brezza fresca sul volto con il delizioso compagno di viaggio, la mia potenza superiore. E quando sono certo di non farcela più ad andare avanti, lui si limita a sorridere e dice: «Non ti preoccupare, guido io, tu pedala!»".

PAROLA DI DIO: Ef 4,32_5,8; Sal 1; Lc 13,10-17

 

Vangelo Lc 13,10-17

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio. Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli, dunque, venite a farvi guarire e non in giorno di sabato». Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?». Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute.  Parola del Signore

 

“IL CAPO DELLA SINAGOGA, SDEGNATO PERCHÈ GESÙ AVEVA OPERATO QUELLA GUARIGIONE DI SABATO, DISSE: CI SONO SEI GIORNI DELLA SETTIMANA IN CUI SI DEVE LAVORARE; IN QUELLI VENITE A FARVI GUARIRE E NON IN GIORNO DI SABATO”.

Questo capo della sinagoga è preoccupato soprattutto dell’osservanza del sabato, della legge, e perciò brontola e non riesce a vedere né la gioia dei malati guariti né tantomeno la presenza di Gesù.

Solo gli occhi che sanno vedere il bene fanno gioire il cuore. Ecco come un autore Joseph Follet con umorismo definisce beati quelli che hanno una “vista limpida”. “Beati quelli che sanno distinguere una montagna dal monticello di una talpa, saranno risparmiate loro molte preoccupazioni. Beati quelli che sanno tacere e ascoltare, impareranno molte cose nuove. Beati quelli che sono abbastanza intelligenti da non prendersi sul serio, saranno stimati dai loro amici. Beati voi se sapete apprezzare un sorriso e dimenticare uno sberleffo, la vostra strada sarà piena di sole. Beati quelli che pensano prima di agire e ridono prima di pensare, eviteranno di compiere molte sciocchezze.”

 

 

MARTEDI’ 25 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Miniato; S. Gaudenzio; S. Frontone; B. Carlo Gnocchi

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE GESU', VENGA IL TUO REGNO.

 

HANNO DETTO: Signore, sei come un mare profondo in cui più cerco e più trovo, e quanto più trovo più cresce la sete di cercarti. (S. Caterina)

SAGGEZZA POPOLARE: A nessuno piovono colombe arrosto in bocca. (Detto latino)

UN ANEDDOTO: Se una fanciulla dicesse all’innamorato venuto a sera a trovarla: "Tornerai anche domani?", nel suo amore ci sarebbe una vena di preoccupazione. Se invece, senza parlare del domani gli gettasse le braccia al collo esclamando: "Grazie d’essere venuto oggi!", vorrebbe dire che non sta in ansia per il giorno seguente. Per spiegarmi meglio: fra due ragazze della quali l’una domandasse: "Tornerai anche domani?" e l’altra esclamasse: "Grazie per essere venuto oggi!", chi di loro due sarebbe la più sicura che l’innamorato si rifarà vivo anche il giorno dopo? (Soren Kierkegaard)

PAROLA DI DIO: Ef 5,21-33; Sal 127; Lc 13,18-21

 

Vangelo Lc 13,18-21

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami». E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Parola del Signore

 

“IL REGNO DEI CIELI È SIMILE AD UN GRANELLO DI SENAPE”.

Gli uomini sono portati a guardare le grandi cose e a disprezzare le piccole. Gesù, invece, per parlarci del suo Regno parte da un granello di senapa. Noi, oggi, conosciamo i dinosauri solo dalle loro ossa. Se fossimo vissuti al tempo del dinosauro non avremmo di certo sospettato che un animale così grosso e forte fosse destinato all’estinzione. La loro “arroganza del potere” non è servita a nulla.

Il Regno di Dio non è nato dalla forza ma dalla povertà. Non si fonda sulle armi ma sulla non—violenza. Nasce da un uomo, Gesù, che dà la vita per gli altri, eppure dopo duemila anni, nonostante la povertà dei suoi aderenti è ancora vitale, grazie proprio ai piccoli, ai poveri, ai semplici che si appoggiano solo su Dio e sulla sua misericordia. Anche nella tua vita, se vuoi cogliere i segni di questo regno cercali nei giorni feriali, in fondo alle cose familiari, nella debolezza... lì troverai ancora quell’albero cresciuto “dove gli uccellini possono fare il nido” e un ramo su cui appoggiarsi per poter cantare.

 

 

MERCOLEDI’ 26 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Luciano e Marciano; B. Damiano Furcheri

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, DONACI DI ANTICIPARE E PREPARARE IL NOSTRO GIUDIZIO FINALE.

 

HANNO DETTO: Non è difficile eseguire la volontà di Dio che ci dà pace e gioia; è difficile conoscerla. (B. Maria Caterina Kasper)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando bisogna mangiare con le lacrime, nulla ha un buon sapore.

UN ANEDDOTO: L'altro giorno ho visto una formica che trasportava una foglia enorme. La formica era piccola e la foglia doveva essere almeno due volte il suo peso. Ora la trascinava, ora la sollevava sopra la testa. Quando soffiava il vento, la foglia cadeva, facendo cadere anche la formica. Fece molti capitomboli, ma nemmeno questo fece desistere la formica dalla sua impresa. L'osservai e la seguii, finché giunse vicino a un buco, che doveva essere la porta della sua casa. Allora pensai: "Finalmente ha concluso la sua impresa!". Mi illudevo. Perché, anzi, aveva appena terminata solo una tappa.

La foglia era molto più grande del foro, per cui la formica lasciò la foglia di lato all'esterno ed entrò da sola. Così mi dissi: "Poverina, tanto sacrificio per nulla". Mi ricordai del detto popolare: "Nuotò, nuotò e morì sulla spiaggia". Ma la formichina mi sorprese. Dal buco uscirono altre formiche, che cominciarono a tagliare la foglia in piccoli pezzi. Sembravano allegre nel lavoro. In poco tempo, la grande foglia era sparita, lasciando spazio a pezzettini che ormai erano tutti dentro il buco.

PAROLA DI DIO: Ef 6,1-9; Sal 144; Lc 13,22-30

 

Vangelo Lc 13,22-30

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi». Parola del Signore

 

“SIGNORE, SONO POCHI QUELLI CHE SI SALVANO?”.

“Ma, come sarà il paradiso?”, “E l’inferno come si accorda con un Dio misericordioso?”, “Come mai la Chiesa prega ancora quella preghiera che dice: O Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente quelle più bisognose della tua misericordia?”, “Ritroveremo i nostri cari?”, “E se un mio caro sarà all’inferno, come potrò io essere felice in paradiso?”

Giusta preoccupazione quella che riguarda il nostro futuro, ma, se ci pensiamo bene, tutte queste domande hanno poco senso. Il paradiso non può essere un posto dove si affittano gli appartamenti e dove, con un po’ di buone azioni, puoi pensare magari ad aver diritto a “villa indipendente sui quattro lati, con piscina e 3000 metri quadri di giardino”. Il nostro futuro è Dio e Dio è perfetto. Lasciamo che sia Lui a pensare a noi: siamo in buone mani! La cosa più importante, invece, è di rimanere con Lui, di essere in comunione con Lui, ora. Se vogliamo essere in comunione con Dio per l’eternità dobbiamo essere in comunione con Lui nell’aldiquà. Il nostro giudizio universale non sarà solo alla fine dei tempi e non dipenderà neanche dall’arbitrio del Giudice, dipende da noi, oggi. Sono le mie scelte odierne quelle che firmano la mia eternità. Se sono nell’odio, nell’odio resterò, se sono nell’amore, con l’Amore resterò per sempre.

 

 

GIOVEDI’ 27 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Evaristo; S. Gandioso; B. Bartolomeo di Breganze

Una scheggia di preghiera:

 

SOTTO LE TUE ALI SIAMO AL SICURO.

 

HANNO DETTO: Bisogna ringraziare le mamme soprattutto perché hanno avuto il coraggio di dare la vita. E bisogna pregare le mamme perché completino questo loro dare la vita dando l'amicizia con Gesù. (Benedetto XVI)

SAGGEZZA POPOLARE: La moglie del ladro non sempre ride.

UN ANEDDOTO: Molti anni fa, in un piccolo paese viveva una stupenda fanciulla corteggiata da tre giovani. Alla ragazza piacevano tutti e tre, anche se erano sicuramente diversi tra loro. Così, per capire chi potesse conquistare il suo cuore, propose loro una prova. Un giorno, infatti, li mandò a chiamare e disse loro: "Ascoltate bene, tutti e tre mi piacete molto ma nessuno di voi per ora ha conquistato il mio cuore, così ho pensato di mettervi alla prova. La prova è molto semplice. A circa tre chilometri di qui, c'è un grande roseto. Voglio che mi portiate la rosa più bella. Chi arriva per primo con la rosa che più mi piacerà, lui sarà sicuramente colui che avrà capito e aperto il mio cuore". I tre giovani si misero subito e velocemente in cammino e giunti al roseto, vi trovarono due tipi di rose, una bellissima ma senza spine e senza profumo, l'altra altrettanto bella ma piena di spine e profumatissima. Il primo giovane pur di arrivare primo, prese una rosa senza spine e cominciò a correre verso il paese. Il secondo prese una rosa con le spine con molta cautela e si attardò a togliere le spine per non ferirsi o ferire la giovane ragazza. Il terzo prese anche lui una rosa con le spine senza paura di ferirsi e cominciò a correre verso il paese. Nel paese, la giovane donna si vide arrivare dunque per primo il giovane con la rosa senza spine, poi arrivò il giovane con la rosa con le spine e la mano ferita, quindi, arrivò il giovane con una rosa alla quale erano state tolte le spine. Il primo giovane era convinto che fosse lui ad aver vinto la prova, ma la ragazza gli disse: "Si, è vero che sei arrivato per primo, ma dovevi portare la rosa più bella per primo, tu invece mi hai portato una rosa bellissima ma senza profumo". Rivolgendosi poi agli altri due, disse: "Senza dubbio mi avete portato entrambi una rosa bellissima e profumata ma colui che mi ama di più, sei tu che non hai perso tempo a togliere le spine e non hai avuto paura di ferirti o di ferirmi per portarmela". La ragazza prese la rosa e si punse anche essa un dito e una piccola goccia di sangue cadde sulla piccola ferita del ragazzo, e da quel giorno non si lasciarono mai più.

PAROLA DI DIO: Ef 6,10-20; Sal 143; Lc 13,31-35

 

Vangelo Lc 13, 31-35

Dal vangelo secondo Luca

In quel giorno si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere». Egli rispose: «Andate a dire a quella volpe: Ecco, io scaccio i demoni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno avrò finito. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io vada per la mia strada, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme. Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che sono mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come una chioccia la sua covata sotto le ali e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa vi viene lasciata deserta! Vi dico infatti che non mi vedrete più fino al tempo in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!». Parola del Signore

 

“QUANTE VOLTE HO VOLUTO RACCOGLIERE I TUOI FIGLI COME UNA CHIOCCIA LA SUA COVATA SOTTO LE ALI”

Si danno tante immagini di potenza come l’aquila, invece no, Gesù usa quella della chioccia. La chioccia non è una gallina, lo vedi subito se una gallina è chioccia; la chioccia è chioccia, fa riferimento subito ai pulcini. La gallina fugge mentre la chioccia ha un coraggio indomabile, non teme né il leone, né l’aquila, né l’avvoltoio e protegge i suoi piccoli. La chioccia è uno dei più bei simboli di Dio, infatti è usato poco. È molto materno e simbolo natalizio. Siamo abituati al Natale: il bimbo fra le mani fa tenerezza! Ora siamo noi sotto le sue ali, come i pulcini sotto le ali della chioccia. Gesù considera tutti noi i suoi pulcini e sé stesso come chioccia.

 

 

VENERDI’ 28 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: SS. Simone E Giuda, apostoli; S. Ferruccio

Una scheggia di preghiera:

 

TU MI AMI E MI HAI CHIAMATO.

 

HANNO DETTO: Vedendomi la gente deve dire "Poiché quest'uomo è buono…la sua religione deve essere buona". (Charles de Foucauld)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi pianta le fave senza concime le raccoglie senza baccello.

UN ANEDDOTO: Nel corso della sua visita a Dublino nel 1962, il Presidente John Kennedy ricordò al Parlamento irlandese i versi del Back to Methuselac: Voi vedete le cose e dite: «Perché?»! ma io sogno cose che non sono mai state e dico: «Perché no?». Per chi vuole essere vero sale della terra, nulla è impossibile con l’aiuto di Dio, e ogni ostacolo può esser superato per l’avvento del Regno di Dio

PAROLA DI DIO: Ef 2,19-22; Sal 18; Lc 6,12-19

 

Vangelo Lc 6,12-19

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti. Parola del Signore

 

“CHIAMÒ A SÉ I SUOI DISCEPOLI E NE SCELSE DODICI”

Oggi celebriamo la festa di due apostoli di cui sappiamo poco ma che, come gli altri, hanno partecipato alla splendida avventura della sequela del Maestro. Un’occasione per tornare all’origine del nostro percorso di fede. Di loro sappiamo ben poco: Simone è soprannominato Cananeo o Zelota; Giuda è chiamato anche Taddeo, figlio di Giacomo. Nei vangeli figurano agli ultimi posti degli elenchi degli apostoli e comunque non abbiamo molte notizie su loro, né conosciamo molto della loro vita. Di Simone sappiamo che era nato a Cana ed era soprannominato lo zelota, cioè lo zelante. L’evangelista Luca presenta Giuda come Giuda di Giacomo quindi forse come fratello o figlio di Giacomo, l’altro apostolo. Matteo e Marco lo chiamano invece Taddeo, un soprannome che in aramaico significa magnanimo. Uno zelante e un generoso fanno parte del gruppo dei Dodici perché per seguire il Signore ci vuole molta passione e un cuore generoso. E il fatto di non sapere nulla di loro ci dice una cosa splendida della Chiesa (di questa Chiesa in conversione!): poco importano i ruoli, le cariche, le imprese eroiche. Al centro della nostra attenzione c’è sempre e solo il Signore Gesù, lui solo i discepoli hanno testimoniato mettendo le proprie vicende personali fra parentesi. Anche se siamo apostoli in fondo alla lista e di noi non si sa molto, siamo preziosi collaboratori della diffusione del vangelo, questo solo conta!

 

 

SABATO 29 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Onorato di Vercelli; S. Gaetano Errico; S. Zenobio

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' COINVOLGIMI IN CIÒ CHE VEDO.

 

HANNO DETTO: Lo supplicai dicendo: "Maestro, non vieni a visitare la mia casa?" Rispose: "Conosco il tuo cuore: ho dunque visitato la tua dimora più grande". (Karhil Gibran)

SAGGEZZA POPOLARE: Per il cattivo lavoratore ogni ascia è senza filo.

UN ANEDDOTO: Gli scrittori Max Brod, austriaco, e Franz Kafka, boemo di lin­gua tedesca, erano amici. Un giorno parlavano di stupidità. - Il mondo è pieno di cretini - fa Max. - Un cretino è un cretino - replica l'autore del Processo, del Castello e di Metamorfosi. - Due cretini sono due cretini. E diecimila cretini sai che fanno? – No - Un partito politico.

PAROLA DI DIO: Fil 1,18b-26; Sal 41; Lc 14,1.7-11

 

Vangelo Lc 14,1.7-11

Dal vangelo secondo Luca

Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cedigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». Parola del Signore

 

“GESU’ SI RECO' A CASA DI UNO DEI CAPI DEI FARISEI PER PRANZARE E LA GENTE STAVA AD OSSERVARLO”.

Con il solito modo di generalizzare cose ed atteggiamenti, e con la solita prosopopea di volere dividere i cattivi dai buoni, quando sentiamo parlare di farisei noi bolliamo subito queste persone come ipocrite e cattive. Gesù, che pure non ne ha risparmiate ai farisei, partiva da un’altra prospettiva: i farisei, i pubblicani e qualunque uomo è figlio di Dio; quindi, Gesù considera tutti fratelli e va a mangiare sia dai farisei che dai pubblici peccatori. Se poi in casa del pubblicano Zaccheo, questi si converte e in casa del fariseo si vede che questi cerca solo di ‘prendere in torta’ il suo Ospite, questo dipende dall’atteggiamento e dal cuore della persona. Quello che mi stupisce e che mi coinvolge è che in entrambi i casi noi troviamo che ci sono persone che ‘osservano Gesù’. Zaccheo voleva ‘vedere’ Gesù e per questo ha il coraggio di salire sulla pianta dalla quale verrà poi snidato da Gesù che si autoinviterà a casa sua. Può essere stata anche solo curiosità in un primo momento, ma ‘vedere’ Gesù per Zaccheo diventa frequentarlo, ascoltarlo, sentire di dover far qualcosa, convertirsi, seguirlo. Mentre i farisei che ‘osservano’ Gesù non riescono a ‘vedere’ niente di Lui perché vedono soltanto se stessi all’opera per poterlo accusare. Lo stesso accade a noi: possiamo o ‘vedere’ o ‘osservare. Davanti alla Parola possiamo essere o ‘uditori’ o ‘ascoltatori’. Davanti al fratello bisognoso possiamo ‘commuoverci’ o ‘con-patire’, possiamo dire: “Poveretto!” o farci poveretti con lui.

 

 

DOMENICA 30 OTTOBRE: 31^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Tra i santi ricordati oggi: S. Marciano di Siracusa; S. Germano di Capua

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', ECCO IL TUO “PICCOLO”: VIENI IN CASA MIA.

 

HANNO DETTO: Il Signore abita nella pazienza, il diavolo invece nella collera. (Pastore d'Erma)

SAGGEZZA POPOLARE: Una legge sulla pietra è pietra, una legge nel petto è vita.

UN ANEDDOTO: Giovanni Battista Jossa, usciere del Tribunale di Napoli, fu apostolo nelle carceri e negli ospedali. Vissuto nel secolo XVII, in un periodo particolarmente turbolento, quando fare del bene significava andare incontro a ogni specie di ostacoli e avversità, questo Venerabile partenopeo si era trasformato in un angelo delle corsie: preparava gli infermi a ricevere i Sacramenti, imboccava, dissetava, consolava i malati, offriva a sue spese dolci e frutta; fasciava ferite e ripuliva piaghe disgustose ... A quanti si stupivano di questo suo zelo smisurato, diceva: «Se veniste con me negli ospedali e nelle carceri, trovereste la stessa persona di Gesù».

PAROLA DI DIO: Sap 11,22 - 12,2; Sal 144; 2Ts 1,11 - 2,2; Lc 19,1-10

 

Vangelo Lc 19,1-10

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomoro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». Parola del Signore

 

“ZACCHEO CERCAVA DI VEDERE GESU’, MA NON GLI RIUSCIVA A CAUSA DELLA FOLLA, POICHE’ ERA PICCOLO DI STATURA. CORSE AVANTI E PER POTERLO VEDERE, SALI’ SU UN SICOMORO”

Essere piccolo ha i suoi pregi e i suoi difetti. Di solito la gente guarda alle apparenze e se sei piccolo riesci ad evitare parecchie incombenze; infatti, la gente si rivolge ai “grandi” e ai robusti per certi lavori. Da bambino, poi, essere piccolo può anche ispirare tenerezza. Ma essere piccolo ha anche dei difetti: quasi tutti ti prendono in giro, per vederci devi sempre chiedere permesso per arrivare in prima fila o alzarti sulla punta dei piedi. Se poi capita come a Zaccheo di essere anche mal visto per il suo mestiere di esattore delle imposte, non c’è scampo: se vuoi davvero vedere Gesù, l’unica è salire su una pianta. “Beati i piccoli, i poveri, perché di essi è il Regno dei cieli”. Zaccheo non era povero, ma piccolo di statura e piccolo anche nella realizzazione di sé perché legato solo ai soldi, ma non per questo si è chiuso in sé stesso. La beatitudine di Gesù si addice a Zaccheo perché ha saputo sfruttare la sua piccolezza, perché non ha avuto paura di perdere la faccia davanti agli altri, perché ha dimostrato di voler vedere Gesù davvero. Tante volte noi ci piangiamo addosso per i nostri limiti: “Io non ho quella dote. Io sono un iracondo. Io riesco poco a pregare con fervore. Io non ho pazienza…” Sono queste e tante altre le nostre piccolezze, ma se vogliamo entrare nel Regno dei cieli non dovremmo cercare di sfruttare al meglio proprio questi nostri limiti?

Nella liturgia del Sabato Santo, cantando al Cristo Redentore, l’“exultet”, guardando al peccato di Adamo, ci fa dire: “Fortunata colpa che meritò un così grande salvatore”. Riusciamo allora a capire che addirittura la piccolezza del peccato può portarci ad incontrare la meraviglia di un Dio che ci cerca e ci perdona, e se oltre al desiderio di vedere Gesù, abbiamo anche la disponibilità ad accoglierlo in casa nostra, proprio l’incontro con la sua misericordia ci renderà capaci di conversione.

 

 

LUNEDI’ 31 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Quintino; B. Tommaso da Firenze Bellaci; S. Volfgango

Una scheggia di preghiera:

 

O DIO, SEI IMBATTIBILE NELL'AMORE.

 

HANNO DETTO: Non si soffre mai inutilmente. (Paul Vialar)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi soffia nella polvere, se ne riempie gli occhi.

UN ANEDDOTO: Il gioielliere era seduto alla scrivania e guardava distrattamente la strada attraverso la vetrina del suo elegante negozio. Una bambina si avvicinò al negozio e schiacciò il naso contro la vetrina. I suoi occhi color del cielo si illuminarono quando videro uno di quegli oggetti esposti. Entrò decisa e puntò il dito verso uno splendido collier di turchesi azzurri. "E' per mia sorella. Può farmi un bel pacchetto regalo?". Il padrone del negozio fissò incredulo la piccola cliente e le chiese: "Quanti soldi hai?". Senza esitare, la bambina, alzandosi in punta di piedi, mise sul banco una scatola di latta, la aprì e la svuotò. Ne vennero fuori qualche biglietto di piccolo taglio, una manciata di monete, alcune conchiglie, qualche figurina. "Bastano?" disse con orgoglio. "Voglio fare un regalo a mia sorella più grande. Da quando non c'è più la nostra mamma, è lei che ci fa da mamma e non ha mai un secondo di tempo per sé stessa. Oggi è il suo compleanno e sono certa che con questo regalo la farò molto felice. Questa pietra ha lo stesso colore dei suoi occhi". L'uomo entra nel retro e ne riemerge con una stupenda carta regalo rossa e oro con cui avvolge con cura l'astuccio. "Prendilo" disse alla bambina. "Portalo con attenzione". La bambina partì orgogliosa tenendo il pacchetto in mano come un trofeo.

Un'ora dopo entrò nella gioielleria una bella ragazza con la chioma color miele e due meravigliosi occhi azzurri. Posò con decisione sul banco il pacchetto che con tanta cura il gioielliere aveva confezionato e dichiarò: "Questa collana è stata comprata qui?". "Si, signorina". "E quanto è costata?". "I prezzi praticati nel mio negozio sono confidenziali: riguardano solo il mio cliente e me". "Ma mia sorella aveva solo pochi spiccioli. Non avrebbe mai potuto pagare un collier come questo!" Il gioielliere prese l'astuccio, lo chiuse con il suo prezioso contenuto, rifece con cura il pacchetto regalo e lo consegnò alla ragazza. "Sua sorella ha pagato. Ha pagato il prezzo più alto che chiunque possa pagare: ha dato tutto quello che aveva".

PAROLA DI DIO: Fil 2,1-4; Sal 130; Lc 14,12-14

 

Vangelo Lc 14,12-14

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti». Parola del Signore

 

 

“E SARAI BEATO PERCHÉ NON HANNO DA RICAMBIARTI”.

Nel Vangelo ci sono molte beatitudini: non soltanto quelle raggruppate nel discorso della montagna. Ma il senso è sempre lo stesso. Il mondo ti dice: “Beato se hai fatto un favore ad un potente perché così potrai sempre chiedergli qualcosa”, “beato te che sei riuscito a strozzare quel povero diavolo con un prestito al 20 al 30 per cento perché così i tuoi soldi rendono” e Gesù invece dice: “Beato perché hai aiutato quella persona che mai ti potrà fare un favore, che mai potrà renderti ciò che gli hai prestato”. Perché? Perché il favore, il prestito non lo hai fatto a lui, ma lo hai fatto a Dio, perché hai investito non in una banca o su una persona che può fallire ma in Dio che non solo non fallisce ma che per “un bicchiere d’acqua” è disposto a riconoscerti come suo figlio. Ma ancora più beato te se, senza calcoli neppur su Dio e sul suo paradiso, donando gratuitamente, hai saputo amare come Dio: la gioia del donare ha già il premio in sé di renderti uomo e uomo felice.

     
     
 

Archivio