Archivio

 
     
     

SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

http://digilander.libero.it/don_franco_web

a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

AGOSTO 2022

  

LUNEDI’ 1° AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Alfonso M. de’ Liguori; S. Pietro Favre

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, DI TE MI FIDO. A TE MI AFFIDO.

 

HANNO DETTO: Ciascuno vede ciò che si porta nel cuore. (Goethe)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi sta per annegare non ha bisogno di consigli ma di aiuti.

UN ANEDDOTO: Uno scultore stava ultimando il busto dello scrittore Ralph Waldo Emerson, quando questi si avvicinò all’artista e, osservando la scultura, disse: «Il guaio è che più il busto mi assomiglia, più brutto mi sembra». Più conosciamo noi stessi come realmente siamo, con i nostri pregi e i nostri difetti, più saremo capaci di fare qualcosa di positivo. Scopriamo le virtù in noi. Esse ci aiuteranno a vincere i difetti. Incontreremo più di uno scoglio, ma qualcosa andrà a buon fine.

PAROLA DI DIO: Ger 28,1-17; Sal 118; Mt 14,13-21

 

Vangelo Mt 14,13-21

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati. Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

Parola del Signore

 

QUI NON ABBIAMO ALTRO CHE CINQUE PANI E DUE PESCI!

Gli Apostoli vorrebbero dare da mangiare alla folla ma sono preoccupati dell’esiguità delle loro risorse: si può sfamare 5.000 persone con 5 pani?

Quante volte questa domanda si ripete per esempio da parte di certi missionari che davanti a problemi di denutrizione, di malattia si trovano ad avere mezzi irrisori! Ma nel Vangelo c’è una strada: bisogna regalare quei 5 pani e 2 pesci; regalarli a Gesù, Lui penserà al resto! Mi domando spesso come abbiano fatto il Cottolengo, d. Bosco, madre Teresa di Calcutta, Padre Maschio a fare tutto quello che hanno fatto con tutta la povertà che si trovavano addosso. Hanno donato tutto, compresa la povertà che a Gesù e Lui ha fatto il resto. Prova anche tu e ti troverai meravigliato davanti alla povertà che diventa pane per tutti.

 

 

MARTEDI’ 2 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Eusebio di Vercelli; S. Pietro Giuliano Eymard

Una scheggia di preghiera:

 

DAVVERO, GESU', TU SEI IL FIGLIO DI DIO!

 

HANNO DETTO: Chi sta nell’odio è privato di Dio e in questa vita prova l’inferno perché sempre si rode in sé stesso. (S. Caterina da Siena)

SAGGEZZA POPOLARE: L'allegria piace anche a Dio.

UN ANEDDOTO: Un giorno, mentre tutti erano intenti a parlare, Eraclito ascoltava senza proferire parola. La cosa fu notata da uno dei presenti che, sorpreso, gli chiese: - Perché te ne stai zitto? Ed il filosofo, con molta arguzia: - Taccio per consentire a voi di chiacchierare!

PAROLA DI DIO: Ger 30,1-2.12-15.18-22; Sal 101; Mt 14,22-36

 

Vangelo Mt 14,22-36

Dal vangelo secondo Matteo

[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!». Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti. Parola del Signore

 

"SIGNORE, SE SEI TU, COMANDAMI DI VENIRE VERSO DI TE SULLE ACQUE".

Sento una simpatia particolare per il Pietro di questo brano di Vangelo. Mi assomiglia. Ha avuto paura della tempesta, ha avuto paura dei fantasmi, vuole delle prove, pensa di farcela da solo ma rimane buggerato dalla sua paura. Pietro si è trascinato dietro, invece che la fede, il peso di sé stesso, dell'ambizione, che lo portava a primeggiare, a distinguersi dagli altri, e ne è stato trascinato in basso, fino a sprofondare. La scena sul lago finisce con un fatto; i discepoli si prostrano davanti a Gesù e fanno il loro atto di fede: ecco il segreto della leggerezza. Nessuno ci chiede di camminare sulle acque, ma è necessario, doveroso, che anche in mezzo alle tempeste più furibonde, troviamo la forza di piegare le ginocchia. Soltanto allora potremo azzardare qualche passo sulle strade degli uomini, senza che ci manchi la terra sotto i piedi.

 

 

MERCOLEDI’ 3 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Asprenato; S. Martino

Una scheggia di preghiera:

 

PIETA' DI ME, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Delle cose di cui non si sa parlare bisogna tacere. (Ludwing Wittgenstein)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi vuole andar troppo in alto si rompe il collo.

UN ANEDDOTO: Ad uno dei Riformatori che lo rimproverava di rimanere nella Chiesa Cattolica nonostante la sua corruzione, Erasmo di Rotterdam rispose: "Sopporto questa Chiesa, in attesa che divenga migliore, dal momento che anch'essa è costretta a sopportare me, in attesa che io divenga migliore.

PAROLA DI DIO: Ger 31,1-7; Cant. Ger 31,10-13; Mt 15,21-28

 

Vangelo Mt 15,21-28

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, – disse la donna – eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita. Parola del Signore

 

È VERO, SIGNORE, – DISSE LA DONNA – EPPURE I CAGNOLINI MANGIANO LE BRICIOLE CHE CADONO DALLA TAVOLA DEI LORO PADRONI”.

Quante volte abbiamo letto e commentato questa pagina di Vangelo, eppure, proprio perché questa donna straniera non è né una teologa, né ha scritto libri sulla fede, ma tutto ciò che noi conosciamo di lei è condensato in queste poche righe, abbiamo sempre qualche cosa di nuovo da apprendere da lei. La sua è una preghiera decisa, ‘gridata’, che non solo non si lascia smontare, ma che approfitta da ciò che le vien detto, anche se a prima vista offensivo, per ottenere ciò che le sta a cuore.

La sua preghiera, in fondo, è fatta di poco e consiste nel dar ragione al Signore. E quando Lui ha ragione, quando noi siamo d’accordo con Lui, a guadagnarci siamo proprio noi: quelle briciole, a volte quasi disprezzate da chi fa indigestione di pane, diventano invece così importanti, perché desiderate, richieste, volute, da riuscire ad operare il miracolo. Si può morire di fame e di indigestione.

Ci sono cristiani che hanno tutto: Sacramenti in abbondanza, predicazione specializzata, incontri di ogni tipo, manifestazioni religiose, libri di preghiera, e non riescono ad apprezzare quasi nulla: si fa la Comunione per abitudine; si ascolta la Parola di Dio, si va magari dal predicatore a dirgli: “Bravo, bella predica!”, ma niente ti ha toccato; si partecipa in massa a manifestazioni religiose ma ci si ferma alla superficie, al numero dei partecipanti, alla riuscita; si dicono mille preghiere bellissime, ma di altri; si cercano apparizioni, eventi prodigiosi, rivelazioni di misteri e ci si dimentica dei miracoli quotidiani della nostra vita; si mangia il Pane della vita e si esce da Messa tristi e scontrosi; si riceve il perdono di Dio e la nostra vita non cambia di una virgola; si va a fare il Matrimonio in chiesa e si bada al vestito, alla musica, ai fiori, alle fotografie, agli invitati… che poi ci sia Gesù Cristo o meno alla base del nostro matrimonio, poco importa. Quanto sono importanti le briciole. Ad esempio, specialmente nel periodo appena passato, qualche mese di forzato digiuno eucaristico, forse, è riuscito a farci desiderare veramente l’Eucaristia?

 

 

GIOVEDI’ 4 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni Maria Vianney; S. Raniero

Una scheggia di preghiera:

 

IL SIGNORE È IL MIO PASTORE, NON MANCO DI NULLA.

 

HANNO DETTO: Il pericolo del passato era che gli uomini diventassero schiavi. Il pericolo del

futuro è che diventino robot. (Erich Fromm) 

SAGGEZZA POPOLARE: Amici di starnuti il più che tu ne cavi è che Dio t'aiuti.

UN ANEDDOTO: Il 18 luglio dell'anno 1013 Eltrude, sposa di Goffredo, conte di Svevia, diede alla luce un figlio maschio... il piccolo essere che venne al mondo orribilmente deforme. Fu soprannominato "il Rattrappito", tanto era storto e contratto: non poteva star ritto, tanto meno camminare; stentava perfino a star seduto nella sedia che era stata fatta appositamente per lui; le sue dita stesse erano troppo deboli e rattratte per scrivere; le labbra e il palato erano deformati al punto che le sue parole uscivano stentate e difficili a intendersi. Neppure per un solo istante, durante tutta la sua vita, egli può essersi sentito libero dal dolore: quali sono tuttavia gli aggettivi che vediamo affollarsi intorno a lui nelle pagine degli antichi cronisti? "Piacevole, amichevole, conversevole; sempre ridente; tollerante; gaio; sforzandosi in ogni occasione di essere galantuomo con tutti. Con il risultato che tutti gli volevano bene. E frattanto quel coraggioso giovinetto imparò la matematica, il greco, il latino, l'arabo, l'astronomia e la musica. Scrisse un intero trattato sugli astrolabi. Diventerà Sant’Ermanno lo storpio

PAROLA DI DIO: Ger 31,31-34; Sal 50; Mt 16,13-23

 

Vangelo Mt 16,13-23

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Parola del Signore

 

PIETRO LO PRESE IN DISPARTE E SI MISE A RIMPROVERARLO

Pietro rimprovera Gesù perché gli vuol bene. Si augura e gli augura che la sua missione vada a compimento cioè Lui sia riconosciuto come il Cristo, la sua predicazione abbia successo, giunga al potere, tutti gli battano le mani. Pietro ha fatto bene i suoi conti: Gesù può fare miracoli di ogni genere; quindi, l'avrà vinta contro tutti i suoi nemici e per di più ci sarà un buon posto per coloro che per primi lo hanno riconosciuto come Messia. Ma Gesù non ci sta a questi termini, addirittura ridimensiona Pietro (appena costituito primo Papa) chiamandolo Satana, colui che tenta di dividerlo da quello che è il programma pur misterioso del Padre. Con Gesù non pensare mai di aver capito tutto, non pensare di poter imporgli la tua religiosità, non metterti davanti a Lui. Nella tua amicizia e confidenza con Lui potrai dirgli che non lo capisci, che ti è estremamente difficile seguirlo in certe sue strade... ma, ricordiamoci: Lui è Dio e noi non siamo che povere e limitate creature, ma se decidiamo di andargli dietro, Lui è il Buon Pastore e ci guiderà a pascoli verdeggiate e ad acque di sollievo. 

 

 

VENERDI’ 5 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Dedicazione Basilica S. Maria Maggiore; S. Emidio; S. Osvaldo

Una scheggia di preghiera:

 

IN QUESTO MOMENTO TI AMO O SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Le piccole cose hanno la loro importanza; è sempre per le piccole cose che ci si perde. (Fedor Dostoevskij)

SAGGEZZA POPOLARE: Barca senza timone va presto al fondo.

UN ANEDDOTO: Un giorno un bambino giocava in casa con la palla. Sua madre glielo aveva proibito, ma siccome era assente, egli disubbidì. E così accadde quel che doveva accadere: con il pallone ruppe il vaso preferito di sua madre. Quando ella ritornò, il bambino le disse una bugia per evitare il castigo. Le disse che era stato il fratellino, che, camminando a gattoni, lo aveva rotto. La madre si irritò molto. Raccolse i pezzi e cercò di ricomporre il vaso. Era così arrabbiata che dimenticò di togliere l'arrosto da forno, e quello si bruciò. Quando il padre arrivò a casa, non c'era niente da mangiare. Dopo aver bisticciato con la moglie per quel motivo, seccato andò a pranzare al bar dell'angolo. Adirato come era, trattò in malo modo il cameriere che divenne molto nervoso, e, senza volerlo, versò una tazza di caffè su una signora, macchiandole il vestito. La signora salì in macchina arrabbiatissima e si diresse verso casa per cambiarsi, ma piangeva tanto che non vedeva bene la strada, Così, senza accorgersene, tamponò un'auto ferma al semaforo. L'autista uscì molto arrabbiato, e dopo aver discusso e presi i dati per l'assicurazione, si diresse molto infastidito al suo lavoro. Era un maestro, e casualmente aveva tra gli scolari il fanciullo che aveva rotto il vaso. Entrò in classe di pessimo umore, e gli parve di sentire qualcuno che disturbava. Allora castigò il primo che gli capitò, ed era proprio il ragazzo che aveva provocato tutte queste contrarietà. Senza prevederlo, il fanciullo, disubbidendo a sua madre e mentendo, aveva cominciato una catena di irritazioni e di discussioni. E ora pagava le conseguenze di quello che aveva fatto. «Il male, come le processioni, ritorna al suo punto di partenza».

PAROLA DI DIO: Na 2,1.3; 3,1-3.6-7; Cant. Dt 32,35-36.39-41; Mt 16,24-28

 

Vangelo Mt 16,24-28

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima? Poiché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni. In verità vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell'uomo venire nel suo regno». Parola del Signore

 

CHE COSA L'UOMO POTRÀ DARE IN CAMBIO DELLA PROPRIA ANIMA?

Nel nostro mondo alcuni pensano che tutto si possa comprare e molti fatti, letti in questa mentalità sembrano dar loro ragione: con i soldi e con il potere puoi avere cose, puoi comprare persone, puoi apparire diverso da come sei. Ma poco per volta ti accorgi che non è proprio così: gli affetti veri non si comprano con i soldi, la salute con i soldi puoi pensare almeno in parte di curartela, ma non di dartela, hai un bel continuare a farti delle plastiche, ma gli anni passano per tutti...E allora? Pessimismo assoluto? Credo di no! La precarietà della vita può insegnarci i veri valori della vita. Il passato, pur pieno di ricordi belli e brutti, non più mio; il futuro che pur ci aiuta a sognare, ad aver speranza non sappiamo se sarà nostro. Ma ci rimane il momento presente! È qui, adesso che mi gioco tutto. Qui posso trovare un senso o un non senso al mio essere. È qui, adesso che sto facendomi da solo il giudizio finale. È ora che “il Figlio dell'uomo viene nel suo Regno”.

 

 

SABATO 6 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Trasfigurazione del Signore.

Una scheggia di preghiera:

 

FA', O SIGNORE, CHE ASCOLTIAMO OGGI LA TUA VOCE.

 

HANNO DETTO: L’orazione non è che un fatto di amore. (S. Teresa d’Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi maneggia il miele delle api poi si leccherà le dita.

UN ANEDDOTO: Durante la rivoluzione francese del 1793, i sacerdoti dovettero fuggire alla persecuzione. A Morlaix una domenica mattina si sentì suonare la campana della chiesa. Sorprese, le guardie si precipitarono alla parrocchia, per rendersi conto del fatto inaudito: c'era, forse, qualche prete, entrato di nascosto in paese, e che ora sfidava la legge, celebrando la Messa? Giunti alla chiesa, i soldati la trovarono chiusa, ma videro tutti i parrocchiani inginocchiati in un prato davanti ad essa. “Che fate qui?” - chiese un soldato. “Noi ascoltiamo la Messa domenicale - rispose tranquillamente uno del popolo.” “Ma se la chiesa è chiusa, e nessun prete può venire qui, come potete ascoltarla?”

“Sì, voi avete cacciato il nostro buon parroco; ma egli, partendo, ci ha promesso di celebrare ogni domenica la Messa per noi, a quest'ora, in qualunque posto si fosse trovato; e noi stiamo qui ad ascoltarla.” “Ma voi siete pazzi! Credete di sentire la Messa a tanta distanza?” “Noi sappiamo che la preghiera fa un cammino ancora più lungo, salendo dalla terra al Cielo.”

PAROLA DI DIO: Dn 7,9-10.13-14; opp. 2Pt 1,16-19; Sal 96; Lc 9,28b-36

 

Vangelo Lc 9,28b-36

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: "Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia". Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All'entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: "Questi è il figlio mio, l'eletto; ascoltatelo!". Appena la voce cessò, restò Gesù da solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto. Parola del Signore

 

“… ASCOLTATELO! APPENA LA VOCE CESSO’, GESU’ RESTO’ SOLO.”

Gesù ha portato i suoi amici su quella montagna e, lì, essi sono rimasti storditi dalla luce, dalla bellezza, da Mosè, da Elia e soprattutto dalla voce del Padre: “Che bello stare qui!”; ma invece, alla fine, Gesù rimane solo. È il Gesù che ha smesso l’abito della luce ed ha ripreso il vestito dei giorni feriali, e il Gesù dell’ordinario che mi riporta alla quotidianità. Gesù ci fa frequentare, almeno per qualche istante le altezze, perché riusciamo a sollevare gli occhi nelle cose quotidiane e banali. Abbiamo bisogno di portare la speranza nella concretezza del nostro vivere. Ma poi si tratta di ritornare al banale, al quotidiano, alla prova anche se con nel cuore qualcosa che può cambiare tutto. Anche per questo è importantissimo quell’ “Ascoltatelo!” che la voce del Padre ci suggerisce: Ascoltatelo anche se vi dice cose difficili da credere e da affrontare. Ascoltatelo anche se l'esperienza celestiale della sua gloria passa attraverso l'umiliazione detestabile del patibolo della croce. Ascoltatelo perché Egli è realmente Figlio di Dio, e questa voce dalla nube che è presenza di Dio, ne testimonia, insieme alla Legge e ai profeti la verità, l'autenticità. Ascoltatelo anche se certe volte lo vorreste diverso da com'è.

 

 

DOMENICA 7 AGOSTO: 19^ DOMENICA T.O. anno C

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Sisto II e c.; S. Gaetano

Una scheggia di preghiera:

 

CHE GIOIA, SIGNORE, SAPERE CHE TU MI SEI AMICO.

 

HANNO DETTO: Incomincia con l’ammirare ciò che Dio ti mostra, e non avrai il tempo per cercare ciò che egli ti nasconde. (A. Dumas)

SAGGEZZA POPOLARE: Non sempre fugge chi volta le spalle.

UN ANEDDOTO: Racconta John Powell: Quando ero un giovane seminarista, ricordo di essermi recato in infermeria una sera (sinceramente non ne rammento il motivo). Mentre il frate infermiere stava rimboccando le coperte per la notte a due preti costretti a letto, io ero nel corridoio buio e assistetti a tutta la scena. Mentre rimboccava le coperte al primo prete, tirandogliele sotto il mento, l'anziano lo rimbrottò adirato: «Togli la tua faccia dalla mia, fratello». Il povero frate andò in silenzio nell'altra stanza dal secondo prete. Il prete rispose con gratitudine: «Oh, fratello, sei così buono con noi. Stasera, prima di dormire, dirò una preghiera particolare solo per te». Lì, nel corridoio buio, fui colpito da un'improvvisa consapevolezza. Un giorno io sarei stato uno di quei due vecchi preti. La piena consapevolezza era questa: io stavo già esercitandomi per quel momento. Quando si invecchia, le abitudini prendono il sopravvento. I vecchi eccentrici si esercitano tutta la vita a essere eccentrici. I vecchi santi si esercitano tutta la vita a essere santi. La vecchiaia è come un conto in banca. Ritiriamo alla fine quanto vi abbiamo depositato durante tutta la vita.

PAROLA DI DIO: Sap 18,6-9; Sal 32; Eb 11,1-2.8-19; Lc 12,32-48

 

Vangelo Lc 12,32-48 (Forma breve 12,35-40)

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno. Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. (Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro! Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».) Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.  Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più». Parola del Signore

 

BEATI QUEI SERVI CHE IL PADRONE AL SUO RITORNO TROVERA’ ANCORA SVEGLI. IN VERITA’ VI DICO, SI CINGERA’ LE SUE VESTI, LI FARA’ METTERE A TAVOLA E PASSERA’ A SERVIRLI”.

A leggerla umanamente questa piccola parabola sembra un assurdo. C’è un padrone che prima tarda ad arrivare, poi desidera trovare i servi pronti e svegli e, quando arriva, invece di farsi servire si mette lui stesso a servirli. Eppure, la storia della Salvezza è proprio così: Dio chiede al suo popolo e a noi un’attesa paziente, vigilante, una fede che si regga anche nel buio della notte, “mentre il Padrone non c’è”. Una fede che si fondi su di Lui. Se siamo capaci di vigilare, di attendere, la venuta non ci coglierà di sorpresa e la nostra ricompensa sarà abbondante e scopriremo addirittura di non essere più servi ma amici, scopriremo un Dio che si è fatto Lui seno della nostra miseria. Anzi, se abbiamo occhi capaci di vederlo e cuore capace di capirlo, Gesù con i suoi sacramenti non ci sta già servendo oggi, specialmente alla mensa della Parola e del suo Pane?

 

 

LUNEDI’ 8 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Domenico

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', CON TE SIAMO FIGLI DEL PADRE.

 

HANNO DETTO: Dio non cessa di esistere quando gli uomini cessano di credere in lui. (G. Greene)

SAGGEZZA POPOLARE: Parere e non essere è come filare e non tessere.

UN ANEDDOTO: San Giovanni Climaco, monaco del monastero del Sinai, vissuto nel secolo VII, in una sua opera monumentale riferisce questa strana intervista: «Un solitario interrogò un giorno l’ira: “Rivelami, o passione criminale, chi è tuo padre, chi tua madre e i tuoi figli, e chi sono coloro che ti combattono e ti mettono a morte!” L’ira, il più riconoscibile dei peccati, rispose: “Ho diversi padri, il primo è l’orgoglio; ho per madre la sensibilità e l’amor proprio; miei figli sono l’inimicizia, i rancori, le contese, l’odio. I miei nemici sono la dolcezza e l’umiltà: non posso neppure respirare in loro presenza”»

PAROLA DI DIO: Ez 1,2-5.24-28c; Sal 148; Mt 17,22-27

 

Vangelo Mt 17,22-27 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati. Quando furono giunti a Cafarnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?». Rispose: «Sì».  Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?». Rispose: «Dagli estranei». E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te». Parola del Signore

 

IL VOSTRO MAESTRO NON PAGA LA TASSA PER IL TEMPIO?”.

Una delle parole più odiose è la parola ‘tasse’. In teoria non dovrebbe essere così in quanto la tassa dovrebbe essere quanto ciascuno mette del suo utile per il bene comune; ma, visto come sono esosi coloro che le chiedono e come spesso non vengono usate per il bene comune, ma ‘per il bene di qualcuno’, ecco che parlare si tasse non è piacevole. Le tasse, con i loro esattori, hanno poi per abitudine di raggiungere tutti ed anche Gesù viene avvicinato da questi individui. Pensate: vanno da Gesù, il Figlio di Dio a chiedere la tassa per il Tempio. Gesù lo nota con estrema ironia e risolve la questione in un modo del tutto insolito, mandando Pietro a pescare un pesce con una moneta d’argento in bocca. Gesù è venuto sulla terra non a riscuotere le tasse per conto di Dio suo Padre, anzi è venuto Lui a ‘pagare’ il nostro debito (il racconto del pesce con la moneta in bocca non sarà forse anche un riferimento a questo? I primi cristiani, specialmente durante le persecuzioni per indicare Gesù disegnavano il pesce che in greco si dice iXtus che nelle sue iniziali, quasi un rebus indicava Jesus Cristus). Non solo, ma essendo ora saldato in Lui ogni debito, il cristiano ha assunto la dignità di figlio; quindi, non ha più “tasse” da pagare. Quanto cambierebbe se noi vivessimo la nostra fede sapendoci liberi e non pagando alcuna tassa. Ad esempio, la messa domenicale non sarebbe mai un qualche cosa che io devo dare a Dio, ma un momento meraviglioso in cui io, Dio e i fratelli siamo in comunione attraverso il sacrificio di Gesù. La preghiera non sarebbe un obbligo ma una gioia, il condividere i beni non una sottrazione di qualcosa ma lo sperimentare giustizia, verità, fratellanza. La religione del dovere, delle tasse è ben triste a confronto con la religione della verità e dell’amore!

 

 

MARTEDI’ 9 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Teresa Benedetta della Croce, patrona d'Europa

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, IL TUO È UN INVITO ALLA FESTA E ALLA GIOIA.

 

HANNO DETTO: Non si fa del bene nella misura di ciò che si dice e di ciò che si fa, ma nella misura di ciò che si è. (C. de Foucauld)

SAGGEZZA POPOLARE: Dopo il gioco, finiscono nel sacco tanto il re quanto la pedina.

UN ANEDDOTO: Letta su una tomba di un piccolo cimitero: “Visse cent'anni un uomo che giace qui, sano, robusto e poi? e poi morì.”

PAROLA DI DIO: Os 2,16b.17b.21-22; Sal 44; Mt 25,1-13

 

Vangelo Mt 25,1-13 

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora». Parola del Signore

 

LE STOLTE PRESERO LE LAMPADE, MA NON PRESERO CON SÈ L’OLIO”.

Bisogna essere proprio “stolte”,” distratte” per prepararsi ad una fiaccolata notturna preparando solo le lampade e dimenticando l’olio! Eppure, succede a queste ragazze invitate a fare da damigelle d’onore allo sposo e succede tante volte ai cristiani. I cristiani sono invitati a una festa: è la festa di Gesù Redentore, vincitore della morte; sono invitati fin da adesso ad essere coloro che accompagnano e partecipano, ma proprio per partecipare non bisogna lasciarsi cogliere impreparati, distratti, “senz’olio” per le lampade. Un cristiano è “senz’olio” quando per lui la messa, i sacramenti sono dei doveri e non più momenti di gioiosa festa e di ricarica. Un cristiano è “senz’olio”, quando passa vicino ai fratelli ma li considera solo come potenziali nemici e disturbatori della sua quiete e non riesce a scoprire in essi il volto di Cristo Signore. Ancora siamo “senz’olio” tutte le volte che ci addormentiamo, che perdiamo l’entusiasmo, che ci accontentiamo della mediocrità... e allora a che serve avere la lampada se non possiamo accenderla per andare alla festa?

 

 

MERCOLEDI’ 10 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Lorenzo; S. Blano; S. Agostino Ota

Una scheggia di preghiera:

 

PRENDIMI PER MANO DIO MIO, GUIDAMI NEL MONDO A MODO TUO.

 

HANNO DETTO: Esiste un uomo perché esisteva un bambino: se calpesti un germoglio non nascerà mai un albero. (A. Lombardi)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando si ha fame il pane sa di carne.

UN ANEDDOTO: Un giorno, la pietra disse: «Sono la più forte!». Udendo ciò, il ferro disse: «Sono più forte di te! Lo vuoi vedere?». Subito, i due lottarono fino a quando la pietra fu ridotta in polvere.

Il ferro disse a sua volta: «lo sono il più forte! Udendolo, il fuoco disse: «lo sono più forte te! Lo vuoi vedere?». Allora i due lottarono finché il ferro fu fuso. Il fuoco disse a sua volta: «lo sì che sono forte!». Udendo ciò, l'acqua disse: «lo sono più forte di te! Se vuoi te lo dimostro». Allora, lottarono fin quando il fuoco fu spento. L'acqua disse a sua volta: «Sono io la più forte!». Udendola il sole disse: «lo sono più forte ancora! Guarda!». I due lottarono finché il sole fece evaporare l'acqua. Il sole disse a sua volta: «Sono io il più forte!». Udendolo, la nube disse: «lo sono più forte ancora! Guarda!». I due lottarono finché la nube nascose il sole. La nube disse a sua volta: «Sono io la più forte!». Ma il vento disse: «lo sono più forte di te! Te lo dimostro». Allora i due lottarono fin quando il vento soffiò via la nube ed essa sparì. Il vento disse a sua volta: «lo sì, che sono forte!». I monti dissero: «Noi siamo più forti di te! Guarda!». Subito i due lottarono fino a che il vento restò preso tra le catene dei monti.

I monti, a loro volta, dissero: «Siamo i più forti!». Ma sentendoli, l'uomo disse: «lo sono più forte di voi! E, se lo volete vedere...». L'uomo, dotato di grande intelligenza, perforò i monti, impedendo che bloccassero il vento. Dominando il potere dei monti, l'uomo proclamò: «lo sono la creatura più forte che esista!». Ma poi venne la morte, e l'uomo che si credeva intelligente e tanto forte, con un ultimo respiro, morì. La morte a sua volta disse: Sono io la più forte! Perché prima o poi tutto muore e finisce nel nulla". La morte già festeggiava quando, inatteso, venne un uomo e, dopo soli tre giorni dalla morte, risuscitò, vincendo la morte. Questo Gesù è la pietra che, scartata da voi, costruttori è diventata testata d'angolo.

PAROLA DI DIO: 2Cor 9,6-10; Sal 111; Gv 12,24-26

 

Vangelo Gv 12,24-26 

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà». Parola del Signore

 

SE IL CHICCO DI GRANO, CADUTO IN TERRA, NON MUORE, RIMANE SOLO; SE INVECE MUORE, PRODUCE MOLTO FRUTTO.”

Gesù non lascia scampo, ma ci costringe a scegliere: o tentare di restare attaccati egoisticamente alle nostre cose e alle nostre convinzioni, o decidere di accogliere in pienezza il messaggio della sua parola, che ci invita a donarci senza riserve. Nel primo caso, ci accorgeremo che la nostra vita è fondata su pilastri malfermi: basterà poco per far crollare quello che vi abbiamo costruito sopra, anche se ci abbiamo impiegato anni. Invece, se accetteremo di perdere la nostra vita scegliendo Cristo Gesù come il Signore della nostra vita, consapevoli di condividere il destino del chicco di grano, che muore per portare frutto, presto vedremo miracoli. La parola di Gesù non inganna: si tratta di fidarsi e scegliere cosa vogliamo fare della nostra esistenza per evitare di sprecarla.

 

 

GIOVEDI’ 11 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Chiara d’Assisi; S. Cassiano; S. Rufino

Una scheggia di preghiera:

 

DAVANTI AL TUO AMORE, SIGNORE, NON CI SONO LIMITI.

 

HANNO DETTO: Nella gelosia c’è più amor proprio che vero amore. (F. La Rochefoucauld)

SAGGEZZA POPOLARE: L'argento e l'oro erano mescolati col fango finché l'avarizia li separò.

UN ANEDDOTO: Al Catechismo davanti alla domanda: “Sei sicuro che Dio esiste e chi è per te?”, Ernestino rispose: "Dio è come lo zucchero che la mamma ogni mattina scioglie nel latte per prepararmi la colazione. Io non vedo lo zucchero nella tazza, ma se la mamma non lo mette, ne sento subito la mancanza. Ecco, Dio è così, anche se non lo vediamo. Se lui non c'è la nostra vita è amara, è senza gusto".

PAROLA DI DIO: Ez 12,1-12; Sal 77; Mt 18,21-19,1

 

Vangelo Mt 18,21-19,1

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?» E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano. Parola del Signore

 

"SIGNORE, QUANTE VOLTE DOVRÒ PERDONARE? FINO A SETTE VOLTE?" E GESÙ RISPOSE: "NON TI DICO FINO A SETTE MA FINO A SETTANTA VOLTE SETTE."

Nella misericordia di Dio e di Gesù le tabelline matematiche fanno una brutta fine! Oggi si vive di matematica: ogni cosa ha il suo prezzo, anche i valori vengono venduti, sponsorizzati, si vorrebbe dare un prezzo anche a Dio: "Signore ti ho pregato, ho acceso dieci candele, adesso tu sei in debito con me!" Anche il perdono spesso ha un prezzo: "Mi hai offeso; sono disposto a perdonarti! però tu devi darmi questo o quello: in fondo mi sei creditore del perdono!" Se un bel giorno il buon Dio si mettesse con noi a fare i conti così, che cosa succederebbe?

Il buon Dio non ha nessuna intenzione di diventare un contabile bancario se non lo costringiamo noi con la nostra grettezza e il nostro voler calcolare tutto ad ogni costo.

 

 

VENERDI’ 12 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanna F. de Chantal; S. Ercolano; S. Leila

Una scheggia di preghiera:

 

QUESTA FAMIGLIA TI BENEDICE, TI BENEDICE, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: È più facile essere un eroe che un galantuomo. (L. Pirandello)

SAGGEZZA POPOLARE: Parlare è lo stesso che spendere; ascoltare è lo stesso che acquistare.

UN ANEDDOTO: La matita non sapeva di essere una matita e si chiedeva cosa fare, guardava il campo fuori dalla finestra coccolata nel suo porta penne. Solcare il campo! Ecco cosa pensava. La zappa pensava che sarebbe stato bello scrivere, anzi ne era convinta. La matita voleva fare la zappa e la zappa voleva scrivere! E quindi la matita iniziò a zappare, ma non durò a lungo e si ruppe. La zappa provò più volte a scrivere ma non riusciva a lasciare nessun segno sui fogli, solo a rovinarli ed ostinatamente si sentì sempre più insoddisfatta e smarrita. Solo quando capirono che dovevano seguire i loro talenti ritrovarono ognuna la loro strada, la matita scrisse poesie e libri, la zappa solcò il terreno in profondità con sudore e soddisfazione nel vedere i frutti crescere rigogliosi. 

PAROLA DI DIO: Ez 16,1-15.60.63 opp Ez 16,59-63; Cant. Is 12,2-6; Mt 19,3-12

 

Vangelo Mt 19,3-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque, l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?». Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio». Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti, vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca». Parola del Signore

 

I DUE SONO UNA CARNE SOLA. QUELLO CHE DIO HA CONGIUNTO, L’UOMO NON SEPARI”.

Divorzio si, divorzio no. Quante discussioni: da chi dice essere una grande conquista sociale, a chi cerca tutte le motivazioni umane, psicologiche, sociologiche, a chi lo vede come il peggiore attentato alla famiglia... Gesù parte da un altro punto di vista. La famiglia è un qualcosa di sacro: i due sono “una sola carne” non solo per il congiungimento carnale, ma per volontà di Dio. Io non posso volermi amputare di una parte della mia carne solo perché non mi piace, non posso dire: non mi piace la faccia che mi ritrovo, mi è venuta in uggia: tagliamola! commetterei un attentato contro la mia integrità. Il marito e la moglie non sono solo insieme perché si piacciono, finché vanno d’accordo... sono una cosa sola: io non sono più mio, sono tuo, tu non sei più tua, sei parte di me. Questo è il principio a cui fare riferimento sempre, anche quando ci sono grandi difficoltà. Poi ci saranno mille situazioni diverse per cui nessuno al di fuori di Dio e degli interessati potranno giudicare situazioni di separazioni e divisioni, ma il principio dell’unità sta nella volontà di Dio e nella sacralità dell’unione.

 

 

SABATO 13 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Ponziano e Ippolito; S. Giovanni Berchmans

Una scheggia di preghiera:

 

COME UN BIMBO, TIENIMI IN BRACCIO, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Il diavolo è forte con chi lo teme, debolissimo con chi lo disprezza. (Padre Pio)

SAGGEZZA POPOLARE: Piuttosto un asino che porti, che un cavallo che butti in terra.

UN ANEDDOTO: Un anziano mago inviò al re un misterioso pacco. Pochi giorni dopo morì. Il re, prima di aprire la scatola consultò i suoi consiglieri. "Sicuramente ha un potere magico a noi sconosciuto", risposero. "Va posto in luogo sicuro ma accessibile al popolo". Ogni giorno centinaia di persone presero ad inchinarsi davanti ad essa per ricevere un aiuto anche se, in realtà, non ottenevano nessun beneficio. Molti anni dopo, chiese udienza al sovrano un saggio di nome Artego, chiedendo di esaminare la scatola per scoprire il mistero che nascondeva. "Non sia mai", replicò il sovrano. "E' troppo fragile e potrebbe rompersi". Il saggio insistette offrendo la sua testa qualora si fosse rotta. Dopo averla esaminata bene, Artego disse: "Ora, sire, saprai la verità!". E così dicendo la gettò a terra. Si udì come un tuono e la sala fu invasa dal fumo. Quando si dileguò, si vide una bottiglietta su cui era scritto "Elisir di serenità, per l'amata maestà!". "Maestà", concluse il saggio, "era solo un contenitore scherzoso, il vero regalo era sul fondo dove erano riportate le istruzioni! Per secoli avete onorato una scatola e non ciò che conteneva. È quello che succede a che nella vita si ferma all'apparenza e non va in profondità!".

PAROLA DI DIO: Ez 18,1-10.13b.30-32; Sal 50; Mt 19,13-15

 

Vangelo Mt 19, 13-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli». E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là. Parola del Signore

 

NON IMPEDITE CHE I BAMBINI VENGANO A ME; A CHI È COME LORO, INFATTI, APPARTIENE IL REGNO DEI CIELI”.

Come mai Gesù ha preso a modello di accoglienza del Regno proprio un bambino? Il bambino è innanzitutto speranza di vita; poi è necessità di tutto; poi ancora è semplicità non ancor troppo contaminata. Il Regno può accoglierlo solo chi ha speranza nel futuro, chi, non legato troppo alle cose del presente, non è pessimista, chi si apre con semplicità e meraviglia al dono della vita, chi sa di non avere in sé forze sufficienti ma contemporaneamente si fida dell’amore degli altri. Oh, non è che i bambini siano perfetti! Sono naturalmente egocentrici, qualche volta dispettosi, qualche volta anche cattivelli e ombrosi, ma che cosa c’è di più semplice e di più profondo dello sguardo di un bimbo? Il bimbo non conosce teologia, ma ha un enorme bisogno di essere amato. Gesù è venuto proprio per questo: per amarci immensamente.

 

 

DOMENICA 14 AGOSTO: 20^ DOMENICA T.O. anno C

Tra i santi ricordati oggi: S. Massimiliano M. Kolbe; S. Ursicino; B. Elisabetta R.

Una scheggia di preghiera:

 

RISVEGLIA IN NOI, SIGNORE, L'ARDORE DI UNA FEDE VISSUTA.

 

HANNO DETTO: Chi diffida di tutti merita meno fiducia di tutti. (Teognide)

SAGGEZZA POPOLARE: In pellicceria ci vanno più pelli di volpe che d'asino.

UN ANEDDOTO: Ero seduto alla mia scrivania quando squillò il telefono. ‘Signor Ministro, tra dieci giorni verrà in visita l'imperatore. Bisognerà ospitarlo nella nostra città. Lei è stato incaricato di predisporre l'evento'. Ho subito pensato al più bel palazzo. In una mia visita vi avevo notata una magnifica sala. Mi sono subito attivato. Ho ordinato di preparare nella sala i più bei tappeti. Bellissimi i tanti lampadari; ho fatto sostituire con nuove le vecchie lampade. Tavolini, sedie, quadri, specchi, tendaggi... Tutto doveva essere splendido. In fondo alla sala ho fatto preparare un sontuoso baldacchino di broccato, sotto il quale - sopra tanti gradini - un trono, un trono scintillante, degno dell'imperatore. Il seggio è di legno pregiato, con un cuscino di morbida lana di un rosso scintillante.

Era un sogno, il mio. E ho pensato a Dio che ha preparato in terra il suo arrivo. Un'altra cosa!
Né palazzo, né sala, né trono, né specchiere, né orologi e quadri antichi di grande valore. E nemmeno porpore e broccati. In breve: nulla di tutto ciò che io avrei preparato. Lui ha scelto solo un cuore, un'anima purissima, uno spirito accogliente: Maria. La tutta pura, l'Immacolata. L'unica creatura degna di accogliere
l'Emmanuele, il Dio con noi.

PAROLA DI DIO: Ger 38,4-6.8-10; Sal 39; Eb 12,1-4; Lc 12,49-53

 

Vangelo Lc 12,49-53

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera». Diceva ancora alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. Ipocriti! Sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo? E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?». Parola del Signore

 

SONO VENUTO A PORTARE IL FUOCO SULLA TERRA”.

Nel dopo ‘68 ho sentito spesso dire questa frase a proposito di alcuni contestatori diventati borghesi: “Da incendiario è diventato pompiere!” Guardando al cristianesimo odierno e a quello del Vangelo ho spesso impressione che i cristiani si siano dati tanto da fare per spegnere il fuoco della buona notizia di Gesù. Il più delle volte Gesù e la fede sono “per tener buoni” oppure una serie di norme quasi a garantirsi il paradiso. Quando invece sentiamo frasi come questa, o che nel suo nome si divideranno le famiglie ci rendiamo conto che Gesù non è affatto innocuo, non è venuto per farci dimenticare con facili promesse di aldilà, la quotidianità dei nostri problemi. Egli è la discriminante della storia: stare con lui significa, compromettersi con Lui, “bruciare” al suo fuoco, giocare la nostra intera esistenza con Lui: con Gesù non si può dormire, la vita è tutta da vivere e da lottare.

 

 

LUNEDI’ 15 AGOSTO: ASSUNZIONE DELLA B.V. MARIA

Tra i santi ricordati oggi: S. Tarcisio; S. Stanislao Kostka

Una scheggia di preghiera:

 

GRANDI COSE HA FATTO PER ME L’ONNIPOTENTE E SANTO È IL SUO NOME.

 

HANNO DETTO: La vera generosità consiste nel dare ciò che ci serve. (B. Angeli)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi ha una bocca, non dica ad altri soffia.

UN ANEDDOTO: Racconta una leggenda sioux che, una volta, Toro Bravo e Nube Azzurra giunsero tenendosi per mano alla tenda del vecchio stregone della tribù e gli chiesero: «Noi ci amiamo e ci vogliamo sposare. Ma ci amiamo tanto che vogliamo un consiglio che ci garantisce di restare per sempre uniti, che ci assicuri di restare l'uno accanto all'altra fino alla morte. Che cosa possiamo fare?».

E il vecchio, emozionato vedendoli così giovani e così innamorati, così ansiosi di una parola bella, disse: «Fate ciò che dev'essere fatto. Tu, Nube Azzurra, devi scalare il monte al nord del villaggio. Solo con una rete, devi prendere il falco più forte e portarlo qui vivo, il terzo giorno dopo la luna nuova. E tu, Toro Bravo, devi scalare la montagna del tuono; in cima troverai la più forte di tutte le aquile. Solo con una rete prenderla e portarla a me, viva!». I giovani si abbracciarono teneramente e poi partirono per compiere la missione. Il giorno stabilito, davanti allo stregone, i due attendevano con i loro uccelli. Il vecchio li tolse dal sacco e costatò che erano veramente begli esemplari degli animali richiesti. «E adesso, che dobbiamo fare?», chiesero i giovani. «Prendete gli uccelli e legateli fra loro per una zampa con questi lacci di cuoio. Quando saranno legati, lasciateli andare perché volino liberi». Fecero quanto era stato ordinato e liberarono gli uccelli. L'aquila e il falco tentarono di volare, ma riuscirono solo a fare piccoli balzi sul terreno. Dopo un po', irritati per l'impossibilità di volare, gli uccelli cominciarono ad aggredirsi l'un altro beccandosi fino a ferirsi. Allora, il vecchio disse: «Non dimenticate mai quello che state vedendo. Il mio consiglio è questo: voi siete come l'aquila e il falco. Se vi terrete legati l'uno all'altro, fosse pure per amore, non solo vivrete facendovi del male, ma, prima o poi, comincerete a ferirvi a vicenda. Se volete che l'amore fra voi duri a lungo, volate assieme, ma non legati con l'impossibilità di essere voi stessi».

PAROLA DI DIO: Ap 11,19a;12,1-6a.10ab; Sal 44; 1Cor 15,20-27a; Lc 1,39-56

 

Vangelo Lc 1,39-56

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. Parola del Signore

 

GRANDI COSE HA FATTO PER ME L’ONNIPOTENTE E SANTO È IL SUO NOME.”

Maria ci è donata come sorella nella fede, come discepola del Signore, come madre dei discepoli. Questa è la festa dell’Assunzione, la storia di una discepola che ha creduto davvero nella Parola del suo Dio, che insegna a noi, tiepidi credenti, l’ardire di Dio, la follia dell’Assoluto. Noi crediamo che questa donna, prima tra i credenti, dopo la sua lunga esperienza di una fede abitata dal Mistero, è andata al Dio che l’aveva chiamata. Non poteva conoscere la corruzione della morte colei che aveva dato alla luce l’autore della vita. Siamo in buona compagnia, amici! Grandi cose ha fatto Dio in Maria: grandi cose può fare in noi, se lo lasciamo fare.

 

 

MARTEDI’ 16 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Stefano di Ungheria; S. Rocco; S. Teodoro

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', SEI IL SALVATORE, PER QUESTO SEI VENUTO.

 

HANNO DETTO: Fa’ il silenzio attorno a te se vuoi sentire cantare la tua anima. (A. Graf)

SAGGEZZA POPOLARE: Non bisogna fare il diavolo più nero che non è.

UN ANEDDOTO: Mario Rigoni Stern scriveva così: «Per me, montanaro, la fede è una cosa che si vive dentro. Direi che il montanaro ha pudore a manifestare la sua religiosità, è una cosa dentro di noi, difficile da manifestarsi. Anzi, direi che chi la manifesta troppo magari non ce l'ha! Questa per me è una maniera di vivere: uno può essere profondamente religioso nel suo animo e non essere praticante; e viceversa. L'uomo ha bisogno di credere, la sacralità della foresta, per esempio, io la sento e per me è più importante che essere in chiesa; o aspettare l'alba sulla cima di un monte: questo è veramente il fiato di Dio».

PAROLA DI DIO: Ez 28,1-10; Cant. Dt 32,26-28.30.35b-36a; Mt 19,23-30

 

Vangelo Mt 19,23-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa, dunque, ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi». Parola del Signore

 

CHI PUÒ ESSERE SALVATO?”

Mi potrò salvare?” La domanda quella volta giungeva al termine di una lunga confessione che raccoglieva le tante miserie di una vita difficile fatta d’amore e di peccati, di speranze, di promesse e di tante delusioni. Un'altra volta ho sentito la stessa domanda dopo un corso di esercizi spirituali dove una suora cercava a tutti i costi i modi e le norme per “salvar la propria anima”. Mi potrò salvare?”, “Mi salverò?”, mi chiedo sovente nelle mie riflessioni, ma ormai, tutte le volte che succede di pormi questa domanda subito la modifico: “Mi salverà?”.

Sì, perché non sono io a salvarmi. Se guardo alle mie povere forze mi rendo subito conto che la mia volontà è debole e non mi esime dalle colpe, che il male è forte e da solo non so resistergli, che facilmente prometto ma stento a mantenere, che non ci sono regole fisse, norme precise per salvarmi, che se devo diventare “perfetto come è perfetto il mio Padre celeste” con le mie forze non ci arriverò mai. È Dio che salva. Dio è mio padre e vuole salvarmi. Dio, per salvarmi ha mandato Gesù.

Gesù per salvarci ha accettato la croce: noi valiamo il sangue del Figlio di Dio!

E io penso che a salvarmi siano le buone azioni, le preghiere!

Se cerco di fare il bene e di evitare il male non è perché questo mi salva. Io dovrei fare il bene ed evitare il male perché, amando Dio che mi salva, amo il bene e odio il male. La cosa che dipende da me, grazie a Dio, non è il darmi o il non darmi la salvezza, ma solo non chiudere la porta a Dio che mi salva.

 

 

MERCOLEDI’ 17 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Chiara della Croce; S. Giovanna Delanoue; S. Mirone

Una scheggia di preghiera:

 

TU NON GUARDI LE APPARENZE, DIO MISERICORDIOSO E BUONO.

 

HANNO DETTO: Il miglior modo di onorare i santi è di imitarli. (Erasmo da Rotterdam)

SAGGEZZA POPOLARE: L'avaro è come l'ubriacone: più beve e più ha sete.

UN ANEDDOTO: Nella bottega di un barbiere, c'era una volta un bel Rasoio. Trovatosi solo un giorno, pensò di dare un'occhiata in giro, e tirò fuori la sua lama, che riposava nel manico come in una guaina. Come vide il sole specchiarsi nel suo corpo, rimase meravigliato: la lama d'acciaio mandava tali bagliori da farlo montare in boria. «E io dovrei tornare in quella squallida bottega», pensò il Rasoio, «a tagliare le barbe insaponate di quei rustici villani, ripetendo all'infinito le stesse monotone operazioni! Avvilire a questo modo il mio corpo così bello, sarebbe una pazzia. Meglio andarmi a nascondere in qualche posto ben segreto, e godermi in tranquillità il resto dei miei giorni...» Così dicendo si cercò un nascondiglio, e per molti mesi non si lasciò più trovare. Senonché, venne pur il giorno in cui, volendo prendere un po' d'aria, il Rasoio lasciò il suo rifugio e, uscito cautamente fuori dal manico, tornò a guardare il proprio corpo. Ahimè! cos'era mai successo? La lama, divenuta scura come una sega arrugginita, non rispecchiava più lo splendore del sole. Amareggiato e pentito, pianse invano il suo stupido errore: «Oh, quanto era meglio tenere in esercizio la mia bella lama affilata! La mia superficie sarebbe rimasta luccicante, il mio taglio netto e sottile! Invece, eccomi qua, corroso e incrostato per sempre dalla ruggine!» La stessa fine è riservata alle persone d'ingegno che invece di esercitare le loro qualità, preferiscono rimanere oziose. Proprio come il Rasoio, anch'esse perdono la sottigliezza e la luce dello spirito, e rimangono corrose dalla ruggine dell'ignoranza.

PAROLA DI DIO: Ez 34,1-11; Sal 22; Mt 20,1-16

 

Vangelo Mt 20,1-16

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dà loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?” Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».  Parola del Signore

 

"SEI INVIDIOSO PERCHE' IO SONO BUONO?".

Un proprietario si accorda successivamente con vari lavoratori a giornata per la sua vigna: all'alba, a metà mattina, a mezzogiorno, nel pomeriggio e al tramonto. Alla fine della giornata paga a tutti lo stesso salario. Questo suscita la protesta di quelli che erano stati assunti per primi che stimano ingiusto il comportamento del padrone. Ma egli chiarisce che siccome paga a ognuno quello che era stato pattuito, non è ingiusto, ma generoso perché dà agli ultimi lo stesso salario dei primi.

Non è questa una parabola 'sindacale' e neanche una parabola antimeritocratica. Vuol dirci qualcosa di più. Proviamo in schema a cogliere qualcuno di questi significati.

·         L'essere chiamati a servire Cristo è una grazia, quindi già ricompensa a sé stessa.

·         Il vero premio non è il salario finale, ma l'aver accettato di lavorare per Dio.

·         Tra cristiani non ci sono diritti acquisiti, primati di anzianità, meriti speciali, onorificenze. Tutti sono figli dello stesso Padre, amati soprattutto per quello che sono e non per quello che

     hanno.

·         Dio è generoso: chiama tutti, a tutte le ore della giornata, basta farsi trovare da Lui ed essere disposti a rispondergli.

·         Con Dio non si mercanteggia. La fede non è ciò che noi diamo a Dio, è ciò che Lui fa per noi.

·         Dobbiamo imparare proprio dalla sua generosità a non essere invidiosi ma felici per il bene dei nostri fratelli.

·         E chi siamo noi per insegnare a Dio il mestiere di Dio?

 

 

GIOVEDI’ 18 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Elena; S. Agapito; B. Paola Montaldi

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE NEL CUORE, SIGNORE, TUTTO È GIOIA.

 

HANNO DETTO: Il comportamento è lo specchio in cui ognuno vede la propria immagine. (J. W. Goethe)

SAGGEZZA POPOLARE: La verità sta nel mezzo, diceva il diavolo seduto tra due avvocati.

UN ANEDDOTO: David era di fretta, il suo treno sarebbe partito tra meno di mezz'ora e le previsioni del traffico non presagivano nulla di buono. Senza pensarci troppo saltò sul primo taxi libero, in direzione della stazione. Il taxi giallo sfrecciava sulla corsia preferenziale, quando all'improvviso una macchina scura sbucò da un parcheggio poco più avanti: il tassista premette con tutta la sua forza il pedale del freno e le ruote iniziarono a fischiare. Dopo alcuni secondi, che erano sembrati interminabili, il taxi finalmente si fermò, a pochi centimetri dalla macchina scura. David aveva il cuore in gola, ma le sorprese non era ancora finite. Il guidatore disattento, non solo non si scusò, ma iniziò ad inveire contro il tassista, per poi andarsene con un bel dito medio che sporgeva dal finestrino. David non poteva crederci: quel tizio stava per causare un'incidente potenzialmente mortale ed invece di scusarsi si era comportato da perfetto stronzo. Ma a sorprenderlo davvero fu la reazione del tassista... Il tassista non solo non si scompose più di tanto: sorrise e salutò amichevolmente il guidatore disattento. David era incredulo: "Come hai potuto lasciarlo andare così? Stava per ucciderci!". Fu allora che David venne a conoscenza della "Legge del Camion della Spazzatura". Continuando a sorridere il tassista guardò David nello specchietto e disse: "Un sacco di persone sono come camion della spazzatura. Vanno in giro pieni di ‘rifiuti': frustrazioni, rabbia, malcontento. Più questi ‘rifiuti' si accumulano e più loro sentono l'urgenza di cercare un posto dove scaricarli. E se glielo permetti, te li scaricheranno addosso. Quindi amico, quando qualcuno cercherà di scaricare la sua rabbia e la sua frustrazione su di te, non prenderla sul personale. Sorridi, augura loro ogni bene e vai avanti. Credimi: sarai più felice."

PAROLA DI DIO: Ez 36,23-28; Sal 50; Mt 22,1-14

 

Vangelo Mt 22,1-14

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti». Parola del Signore

 

"TUTTO È PRONTO; VENITE ALLE NOZZE".

A prima vista questa parabola non ci pare molto azzeccata. Prima di tutto il re (Dio) non invita i sudditi a pagare una nuova tassa per le nozze del figlio, non chiede loro di prestargli un servizio, ma invita a una festa e i sudditi hanno la faccia tosta di dirgli di no, di inventare scuse banali, qualcuno addirittura di prendere i messaggeri a botte e ucciderli. Ma dove va a finire la dignità del re?

Ma quanto è grande la stupidità di chi riceve qualcosa di completamente gratuito e non solo non lo accetta, ma ne è completamente schifato. Eppure, nella storia della salvezza è successo proprio così. Dio ha sempre offerto gratuitamente (liberazione. Elezione, legge, perdono, patriarchi, profeti…) e il suo popolo lo ha rifiutato, ha maltrattato e ucciso i suoi messaggeri, ha messo in croce suo Figlio.

E anche nella nostra storia, spesso, capita questo assurdo. Saremmo disposti a compiere chissà quali imprese per Dio, per comprarci il paradiso e non siamo disposti ad accogliere ciò che ci viene dato gratuitamente. Un esempio per tutti: saremmo disposti ad andare nel Tibet per vedere un santone che ci parla di Dio e non siamo disposti ad andare a Messa dove il Figlio di Dio ci parla, offre sé stesso, si fa pane e parola per noi. Dio ci invita alla gioia e noi preferiamo le nostre tristezze. E non sarà proprio questa mancanza di gioia l'abito nuziale che manca a quell'invitato che proprio per questo sarà cacciato dal banchetto?

 

 

VENERDI’ 19 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni Eudes; S. Sisto III; B. Guerrico

Una scheggia di preghiera:

 

SANTA MARIA DELL'EQUILIBRIO, TIENICI IN PIEDI.

 

HANNO DETTO: La felicità è come la salute: se non te ne accorgi vuol dire che c’è. (I. S. Turgenev)

SAGGEZZA POPOLARE: I ruscelli fanno i fiumi e le buone azioni la virtù.

UN ANEDDOTO: Un guerriero dal passato piuttosto torbido chiese ad un anacoreta se pensava che Dio avrebbe mai potuto accogliere il suo pentimento. E l'eremita, esortato che l'ebbe con molti discorsi, gli domandò: «Dimmi, ti prego, se la tua camicia è lacerata, la butti via?» «No», rispose l'altro: «la ricucio e torno ad indossarla.» «Dunque», soggiunge il monaco, «se tu hai riguardo al tuo vestito di panno, vuoi che Dio non abbia misericordia per la sua immagine?»

PAROLA DI DIO: Ez 37,1-14; Sal 106; Mt 22,34-40

 

Vangelo Mt 22,34-40

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti». Parola del Signore

 

"AMERAI IL SIGNORE DIO TUO E IL TUO PROSSIMO COME TE STESSO".

L'equilibrio di Gesù si fonda su tre gambe: Dio, il prossimo, noi stessi. Le tre gambe devono essere lunghe uguali: provate a sedervi su uno sgabello a due gambe o su uno a tre dove una sia enorme e le altre due cortissime!

Se non c'è il giusto amore e rispetto per te, non puoi rispettare gli altri e Dio. Se non esistono gli altri, esisti solo tu, e anche Dio sparisce. Dio senza te e senza l'amore per il prossimo non c'è. E, non so se ci avete mai pensato, l'equilibrio non è una cosa che si acquista una volta per sempre. L'equilibrio è fatto di piccoli squilibri, ma costantemente corretti.

 

 

SABATO 20 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Bernardo; S. Samuele pr.; S. Filiberto

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', NONOSTANTE I NOSTRI PECCATI TU CI AMI.

 

HANNO DETTO: Il senso dell’ironia è una forte garanzia di libertà. (M. Borrès)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi risponde ad una beffa insulsa, di un malanno ne fa due.

UN ANEDDOTO: Un uomo, camminando, parlava con sé stesso come fanno di solito coloro che nella vita non hanno amici con cui confidarsi. - Ecco - diceva -, nessuno è più povero di me; avevo un cappello e me l'ha portato via il vento; avevo un mantello e me l'hanno rubato; avevo un bastone e ho dovuto bruciarlo per farne fuoco; avevo una ciotola per il cibo e la bevanda e il fiume me l'ha portata via; non ho che le mani per raccogliere acqua da bere. C'è al mondo qualcuno più povero di me? - Io fratello. L'uomo si volta e vede davanti a sé il Signore in abito da pellegrino. - Io sono più povero di te. Tu, se hai sete, puoi raccogliere acqua con le mani: io no, perché me le hanno trafitte.

PAROLA DI DIO: Ez 43,1-7a; Sal 84; Mt 23,1-12

 

Vangelo Mt 23,1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filatteri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbi” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbi”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato». Parola del Signore

 

SULLA CATTEDRA DI MOSE’ SI SONO SEDUTI GLI SCRIBI E I FARISEI”.

Non molto tempo fa una pia persona, dopo aver letto alcuni dei miei scritti mi ha fatto sapere che non condivideva il fatto che spesso mettevo in evidenza quelli che sono stati e spesso sono ancora gli errori commessi dalla Chiesa e da uomini di Chiesa. Diceva così: “Ci sono già i nemici della Chiesa che mettono in evidenza gli errori e i nostri peccati, non c’è bisogno che anche noi diamo loro una mano per aver di che accusarci”. Accetto volentieri l’osservazione se essa vuol dire che dobbiamo essere propositivi di bene, se vuole aiutarci ad essere ottimisti ma non credo assolutamente che nascondere le nostre debolezze diventando ipocriti aiuti la Chiesa ad essere più ben vista. Ancora una volta mi rifaccio ai Vangeli ed anche allo spirito di coloro che li hanno scritti. Gli evangelisti quando scrissero non avevano in mente di far fare bella figura agli apostoli: li hanno presentati con le loro generosità ma anche con i loro difetti; Gesù stesso poi che vuole bene a tutti e quindi anche agli scribi, ai farisei, ai sacerdoti non manca, a volte anche con durezza di mettere in rilievo i loro difetti specialmente quando per ipocrisia essi rischiano di crearsi una immagine idolatrica di Dio. Perché Gesù mette in evidenza certi errori? Proprio perché le persone interessate si convertano e perché gli altri non vi cadano. D’altra parte, non è vero che per essere perdonati (da Dio e dagli uomini) bisogna partire dal riconoscere i propri errori?

 

 

DOMENICA 21 AGOSTO: 21^ DOMENICA T.O. anno C

Tra i santi ricordati oggi: S. Pio X; S. Ciriaca; S. Privato

Una scheggia di preghiera:

 

IL MIO APPUNTAMENTO CON TE, GESU', È ADESSO.

 

HANNO DETTO: Il reciproco amore fra chi apprende e chi insegna è il primo e più importante gradino verso la conoscenza. (Erasmo da Rotterdam)

SAGGEZZA POPOLARE: Bellezza senza bontà è casa senza uscio, nave senza vento, fonte senz'acqua.

UN ANEDDOTO: Una domenica mattina, mentre stava per iniziare la Messa, in una piccola chiesa al confine tra il Venezuela e la Colombia, fecero irruzione una banda di guerriglieri armati fino ai denti. Tra lo sgomento generale, afferrarono il sacerdote e lo trascinarono fuori dalla chiesa facendo chiaramente capire che lo avrebbero giustiziato. Poi il capo della banda rientrò in chiesa tra il terrore generale, dicendo ad alta voce: "Si faccia avanti chiunque crede veramente in queste stupidaggini della religione che vi insegna questo prete. "La paura si leggeva sul viso sbiancato di tutti i presenti. Ci fu un lungo silenzio pieno di tensione. Poi, un giovane trentenne si fece avanti e davanti al capo dei guerriglieri orgogliosamente disse: "Io amo Gesù". Fu subito trascinato con rudezza fuori della chiesa.

Nel frattempo, altre 14 persone di varie età, si fecero avanti e davanti al capo della banda professarono la loro fede in Gesù. Uno dopo l'altro, anch'essi furono trascinati in malo modo fuori dalla chiesa, facendo presagire ai presenti la stessa sorte che sarebbe toccata al sacerdote. Passarono pochi attimi e i presenti sentirono il crepitare delle mitragliatrici. Assicuratosi che non c'era più nessuno in chiesa desideroso di farsi identificare come cristiano, il capo dei guerriglieri, con fare sdegnato ordinò ai presenti di uscire immediatamente dalla chiesa. Appena passata la soglia della chiesa si accorsero che il sacerdote e gli altri trascinati fuori a forza, erano sani e in piedi fuori della porta. A quest'ultimi, il capo dei guerriglieri ordinò di rientrare e di continuare la loro liturgia mentre a tutti gli altri disse in maniera sprezzante: "Non vi permettete assolutamente di rientrare in chiesa fino a quando non avrete il coraggio di morire per la vostra fede". Detto questo, il gruppo sparì nella giungla con la stessa rapidità con la quale aveva fatto irruzione in chiesa. Se ti accusassero di essere cristiano, troverebbero delle prove contro di te? (Dietrich Bonhoeffer)

PAROLA DI DIO: Is 66,18b-21; Sal 116; Eb 12,5-7,11-13; Lc 13,22-30

 

Vangelo Lc 13,22-30

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi». Parola del Signore

 

SIGNORE SONO POCHI QUELLI CHE SI SALVANO?”.

Ogni tanto, nel Vangelo e anche nella nostra vita quotidiana c’è qualcuno che vorrebbe sapere “il giorno e l’ora, il come e il perché”, si vorrebbe sapere com’è il paradiso chi ci entra e quali sono le graduatorie, quali i premi… Gesù rifiuta categoricamente di soddisfare questo tipo di curiosità pettegola, ma approfitta di questa domanda per richiamarci alle nostre responsabilità odierne. Prima di tutto demolisce le false sicurezze: gli ebrei e spesso anche certi uomini e donne della Chiesa odierna, pensavano di essere gli unici detentori della salvezza, tra questi poi i farisei pensavano di essere “i puri”, i privilegiati mentre i pagani erano “gli esclusi”, i peccatori, i lontani… Gesù dice: ci sono dei lontani che sono molto più vicini di quanto non appaiano, e ci sono vicini che in realtà sono irrimediabilmente lontani perché pur avendo tutti i crismi della religione ufficiale hanno il cuore lontano da Dio. Ed ecco allora il senso della porta stretta, non tanto perché Dio ponga ostacolo al Regno quanto perché è solo giocando bene la nostra vita, scegliendo l’umiltà, spendendo i nostri doni a favore degli altri diventeremo “piccoli” per apprezzare il regno ed entrarvi. Non è dunque necessario conoscere il numero o avere la descrizione del Paradiso o la schedatura degli eletti, l’unica cosa che importi sapere è questa: che cosa vuole Dio da me, qui, oggi.

 

 

LUNEDI’ 22 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: B.V. Maria Regina; S. Filippo Benizi

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE GESU', SEI TU IL SALVATORE.

 

HANNO DETTO: Nessun uomo può giustamente criticare o condannare un altro uomo, perché nessun uomo conosce veramente un altro. (Th. Browne)

SAGGEZZA POPOLARE: Un po' di vino lo stomaco assesta, offende il troppo vin stomaco e testa.

UN ANEDDOTO: Oscar Romero, primate della repubblica di El Salvador, avendo difeso il suo popolo dal terrorismo di destra, ne fu anche la vittima eroica. Poco prima di essere colpito a morte presso l’altare della cattedrale di San Salvador, egli aveva rivolto ai fedeli presenti queste parole: “Questa santa Messa è un atto di fede. In questo calice il vino diventa Sangue, il Sangue di Cristo che è prezzo della salvezza del nostro popolo. Possa questo sacrificio dare a noi il coraggio di offrire il nostro corpo per la giustizia e la pace”. Terminate queste parole consacrò il pane e il vino, quindi alzò le braccia per l’elevazione. A questo punto, nel silenzio, echeggiò uno sparo, e l’Arcivescovo si accasciò al suolo, offrendo così il suo corpo sanguinante, assieme a quello pure sanguinante di Cristo, “per la giustizia e la pace”.

PAROLA DI DIO: 2Ts 1,1.11b-12; Sal 95; Mt 23,13-22

 

Vangelo Mt 23,13-22

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geenna due volte più di voi. Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra, e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso». Parola del Signore

 

GUAI A VOI, SCRIBI E FARISEI IPOCRITI, CHE PERCORRETE IL MARE E LA TERRA PER FARE UN SOLO PROSELITO E, QUANDO LO È DIVENUTO, LO RENDETE DEGNO DELLA GEENNA DUE VOLTE PIÙ DI VOI.”.

Gesù con i suoi “Guai a voi” non si rivolge ai pagani, ai cattivi, ma ai religiosi, a coloro che hanno la Rivelazione, che pensano di essere giusti. “Guai”: me li sento cadere sulle spalle come delle mazzate. Gesù vuole mettermi in guardia e mettere in guardia la Chiesa da un pericolo sempre incombente, quello di appropriarci di Dio al punto da imprestargli le nostre idee e poi farle passare per sue. Convertire non vuoi dire far sì che l’altro la pensi come me, ma che io e l’altro ci incontriamo in Dio.

 

 

MARTEDI’ 23 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Rosa da Lima; S. Zaccheo; S. Flaviano

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU CI CONOSCI FIN NELL'INTIMO, E CI AMI

 

HANNO DETTO: Il mondo è un bel libro, ma poco serve a chi non lo sa leggere (C. Goldoni)

SAGGEZZA POPOLARE: Le gambe sono leggere quando la volontà è buona. (Proverbio tedesco)

UN ANEDDOTO: Il padre Leonardo Roth, come tanti altri religiosi, avversò Hitler ed il nazismo per il neopaganesimo che li animava. Dovette fuggire in Svizzera nel 1935. Ritornato in patria nel 1943 per riprendere il suo apostolato tra i giovani, fu arrestato dalla Gestapo e mandato al campo di sterminio di Dachau. Sopravvisse alle privazioni ed alle incredibili torture, finché giunsero in quel campo di morte gli americani che liberarono tutti i prigionieri. Ma il domenicano tedesco non si mosse da Dachau dove cinquemila suoi compagni di sventura lottavano colpiti dall’epidemia di tifo. Volle restare ad assisterli. Passò l’epidemia, ed i prigionieri sopravvissuti poterono andarsene. Ma Padre Roth rimase ancora là perché Dachau si popolava di oltre cinquemila prigionieri delle SS sottoposti a processo. Anche gli aguzzini avevano bisogno delle cure morali e materiali del sacerdote cattolico. E il frate riuscì a salvare centinaia di persone ed a costruire una chiesa capace di contenere 1.500 persone. E continuò a lavorare a Dachau come cappellano di quei disgraziati. Perché tutto questo? Per vendicarsi. Perché il cristianesimo ha di queste vendette

PAROLA DI DIO: 2Ts 2,1-3a.13-17; Sal 95; Mt 23,23-26

 

Vangelo Mt 23,23-26

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'aneto e del cumino, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto!». Parola del Signore

 

GUAI A VOI SCRIBI E FARISEI IPOCRITI, CHE PULITE L’ESTERNO DEL BICCHIERE E DEL PIATTO MENTRE ALL’INTERNO SONO PIENI DI RAPINA E DI INTEMPERANZA”.

Quanto fariseismo c’è ancora in mezzo a noi! Vediamo ancora oggi persone che vivono una religione mercificata senza entusiasmo, senza gioia. Questo è un culto vuoto che onora Dio con le labbra mentre il cuore è lontano. Ci si aggrappa alla sicurezza di “ciò che si è sempre fatto” e non si dà ascolto alla voce dei tempi per paura di dover cambiare. La fede è una forza attiva e dinamica che, lungi dal limitarsi alla sfera del soprannaturale, ha una proiezione terrena e si incarna nella prosaica realtà di ogni giorno. Per essere fedeli alla parola di Dio, la risposta dell’uomo, cioè la fede deve farsi azione. Fede e amore verso Dio e verso il prossimo devono andare insieme.

 

 

MERCOLEDI’ 24 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Bartolomeo ap.; S. Giovanna Antida Thouret

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI SIGNORE DI SAPERTI INCONTRARE CON EMPLICITA' E FEDE.

 

HANNO DETTO: Il male non si sconfigge con il male. (S. Giovanni Paolo II)

SAGGEZZA POPOLARE: Per arrivare in alto è inutile percorrere strade piane.

UN ANEDDOTO: Don Michele Rua si trovava in montagna, una domenica, ospite di un amico parroco. Ad un certo punto si affacciarono alla finestra per ammirare lo splendore delle montagne e videro un anziano contadino che stava raccogliendo il fieno nel prato di fronte alla canonica. Il parroco sorridendo gli disse: “Francesco non sai che il buon Dio ha lavorato per sei giorni, ma il settimo si è riposato? “Certo che lo so – fu la pronta risposta del contadino. Poi additando alcuni grossi nuvoloni all’orizzonte- Ma Lui in sei giorni aveva finito. Io no.”

PAROLA DI DIO: Ap 21,9b-14; Sal 144; Gv 1,45-51

 

Vangelo Gv 1,45-51 

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nazareth». Natanaèle gli disse: «Da Nazareth può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù, intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbi, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo». Parola del Signore

 

FILIPPO INCONTRO’ NATANAELE E GLI DISSE: ABBIAMO TROVATO IL MESSIA… VIENI E VEDI!”.

La festa di oggi e il vangelo ascoltato ci permettono di continuare sotto altri aspetti la riflessione che facevamo ieri. Filippo, volendo portare Natanaele (il Bartolomeo che festeggiamo oggi) da Gesù, prima gli dice che pensa di aver trovato il Messia e poi davanti alle obiezioni del dotto amico ha una strada sola da indicargli: “Vieni e vedi, constata tu di persona!”

Credo sia esattamente quello che la Chiesa deve fare oggi se vuole essere fedele alla propria missionarietà: annunciare Gesù, portare da Gesù, far vedere Gesù. Eppure, posso farvi una confidenza? Nella mia esperienza di parrocchia ho spesso incontrato persone che hanno risposto all’invito dell’annuncio di Gesù, ho trovato gente che si è entusiasmata davanti al Vangelo, ma io spesso ho avuto paura e difficoltà nel dire loro: “Bene, adesso vieni, entra nella comunità, nella chiesa gerarchica e vedi!”, “Vieni e vedi la gioia cristiana che c’è tra noi!, vieni e vedi il rapporto sereno che c’è tra i sacerdoti, guarda come superiamo le gelosie tra i gruppi parrocchiali, prova la gioia di essere accolto in quel gruppo e vedi che non c’è diffidenza o paura nei tuoi confronti…” Certo se aspettiamo l’ideale, il perfetto, non lo troveremo mai, ma credo che certamente il nostro maggior sforzo di missionarietà non deve essere quello di convertire gli altri, ma quello di convertire noi stessi per poter offrire anche agli altri la giusta e bella testimonianza di Cristo che hanno bisogno di vedere testimoniata proprio da coloro che dicono di averlo incontrato.

 

 

GIOVEDI’ 25 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Luigi (Ludovico) IX; S. Giuseppe Calasanzio; S. Genesio

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI GIA' QUI CON ME, SIGNORE GESU'

 

HANNO DETTO: Chi non sa ricordare il passato è condannato a ripeterlo. (G. Santayana)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi butta paglia sul fuoco può bruciarsi la mano.

UN ANEDDOTO: Un giorno un'alchimista si presentò a Rubens per chiedergli di prestargli metà della somma necessaria per le sue ricerche sulla pietra filosofale con la promessa di dividere a metà i guadagni futuri. Rubens gli rispose franco: - Non ho più bisogno di cercare la mia pietra filosofale, l'ho già trovata.  L'alchimista allora gli chiese quale fosse e il pittore fiammingo gli mostrò la sua tavolozza dei colori e i pennelli. 

PAROLA DI DIO: 1Cor 1,1-9; Sal 144; Mt 24,42-51

 

Vangelo Mt 24,42-51

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo. Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni. Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti». Parola del Signore

 

VEGLIATE DUNQUE PERCHÈ NON SAPETE IN QUALE GIORNO IL SIGNORE VOSTRO VERRÀ”.

Davanti e questa affermazione di Gesù si possono provare sentimenti diversi, a seconda dell’idea che si ha di Dio. Si può aver paura se si pensa che la venuta di Gesù sia quella del giudice che con la morte arriva improvvisamente per giudicarci e allora la vigilanza è simile allo stare in guardia di chi sa di correre un pericolo. Si può aver desiderio di incontrare qualcuno a lungo atteso che finalmente può arrivare per creare un incontro desiderato, ed è allora l’attesa gioiosa e speranzosa di incontrarci con lo “Sposo” che viene a realizzare le tanto attese nozze. Penso che dopo tutti i segni di amicizia, di salvezza, di donazione che Gesù ci ha dato, il nostro vegliare debba appartenere a questa seconda categoria: non attendiamo per paura (è sempre una cattiva consigliera) ma aspettiamo con fiducia Colui che essendo già venuto sta operando in mille modi per salvare l’uomo. A noi il riconoscerlo e incontrarlo.

 

 

VENERDI’ 26 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Melchisedek; S. Anastasio; S. Eleuterio

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PRESEZA, SIGNORE, MI COLMA DI GIOIA.

 

HANNO DETTO: Alcuni addolciscono con l’età come il vino, ma altri diventano ancora più aspri come l’aceto. (H. C. Bowland)

SAGGEZZA POPOLARE: Le cose preziose sono quelle che occupano meno posto. (Dal Libro dei Proverbi)

UN ANEDDOTO: Così Renato Guardini ricorda il grande Arthur Rubinstein: “Quando lo lasciai volle regalarmi una scatola dei suoi sigari preferiti. “La conserverò per tutta la vita”, gli dissi. “No”, rispose. “devi fumarli, amico mio, questi sigari sono squisiti come la vita. La vita non si conserva, si gode, si respira fino in fondo. Non c’è gioia se non si ama e se non si gode la vita”

PAROLA DI DIO: 1Cor 1,17-25; Sal 32; Mt 25,1-13

 

Vangelo Mt 25,1-13

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora». Parola del Signore

 

IL REGNO DEI CIELI SARÀ SIMILE A DIECI VERGINI CHE PRESERO LE LORO LAMPADE E USCIRONO INCONTRO ALLO SPOSO”.

Solo proprio alcuni spunti da far germogliare in noi a proposito di questa bellissima parabola.

Dieci sono le ragazze invitate alla festa ma non tutte solo per il fatto di essere invitate entrano alla festa. Non basta essere preti, suore, cristiani formalmente osservanti per essere sicuri di essere in vera comunione con lo sposo. Avevano tutte una lampada, ma non per questo furono fatte entrare tutte. Ogni uomo ha una sua lampada nella sua coscienza che Dio stesso gli ha dato ma la lampada va alimentata. Non basta dire: “Io mi comporto secondo coscienza”, se questa coscienza non è informata continuamente con la Parola di Dio. Tutte si addormentarono nella notte perché lo sposo tardava ad arrivare, ma non per questo furono escluse. Il Signore non ha i nostri tempi, ma un amore vero non si spegne se non si realizza esattamente secondo i nostri progetti. La lunghezza dell’attesa non giustifica altri amori. Il “momento decisivo” per quelle ragazze fu quello con cui ognuna dovette rivelare con quanta intelligenza e amore si era preparata a quell’incontro. Non giovò quello che le altre avevano. Dio ama coloro che amano. E quando si ama non si manda altri ad amare al proprio posto.

 

 

SABATO 27 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Monica; S. Rufo; S. Narno

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', TU SEI IL DONO, COLMACI DI TE.

 

HANNO DETTO: Il coraggio è fatto di paura. (Oriana Fallaci)

SAGGEZZA POPOLARE: La reputazione del tuo prossimo ti sia cara quanto la tua. (Talmud)

UN ANEDDOTO: Una signora mondana domanda: - Se il mondo è tanto piccolo e l'universo è tanto grande, possiamo davvero credere che Dio si occupi di noi? Il filosofo Bertrend Russel sorridente risponde: - Questo, signora, dipende unicamente dalla grandezza del Dio in cui crede.

PAROLA DI DIO: 1Cor 1,26-31; Sal 32; Mt 25,14-30

 

Vangelo Mt 25,14-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sottoterra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza, ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”». Parola del Signore

 

UN UOMO, PARTENDO PER UN VIAGGIO, CHIAMO’ I SUOI SERVI E CONSEGNO’ LORO I SUOI BENI”.

Tutti i doni che Dio ci ha dato e continua a donarci sono per risvegliare in noi l’interesse per cercarlo e conoscerlo. Se restano improduttivi, anche se ci preoccupiamo di custodirli con ogni cura, li perdiamo, ci vengono portati via. Far fruttare i talenti non consiste allora nell’affaccendarci in occupazioni o carriere del nostro mondo. La vera attività è quella interiore dell’anima per farci aprire gli occhi sull’infinito mistero di Dio. E questa attività interiore è fatta di ascolto, di silenzio, di preghiera attraverso cui prendiamo coscienza della Verità di Dio, e di tutto ciò che Egli è per noi. Trascurare la ricerca di Dio è trascurare la nostra vita stessa. Stolto è colui che da tutte le cose create e da tutti gli avvenimenti della sua vita non sa capire che Dio esiste e che è Lui che opera tutti in tutti.

 

 

DOMENICA 28 AGOSTO: 22^ DOMENICA T.O. anno C

Tra i santi ricordati oggi: S. Agostino; S. Fiorentina; S. Vicinio

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, SENZA TE NON POSSIAMO NULLA, CON TE TUTTO.

 

HANNO DETTO: Le orme di Cristo sono la via al cielo. (S. Clemente di Alessandria)

SAGGEZZA POPOLARE: L’affetto nutre quanto l’odio consuma. (Proverbio norvegese)

UN ANEDDOTO: C'era una volta un uomo che voleva conoscere più cose possibili su Dio.
Un mattino, dunque, partì per chiedere a tutti gli uomini e a tutte le cose di parlargli di Dio.
Disse al soldato: "Parlami di Dio!" E il soldato lasciò cadere le armi. Disse al povero: "Parlami di Dio!' E il povero gli offrì il suo mantello. Disse al ciliegio: "Parlami di Dio!". E il ciliegio fiorì.
Disse alla casa: "Parlami di Dio!". E la casa aprì la sua porta. Disse all'albero: "Parlami di Dio!". E l'albero allargò i suoi rami per proteggerlo dai raggi di sole. Disse al bambino: "Parlami di Dio". E il bambino si mise a sorridere. Disse alla neve: "Parlami di Dio!". E la neve continuò a fioccare lieve, lieve. Disse al pesce: "Parlami di Dio!". E il pesce guizzò via come una freccia. Disse all'ippopotamo: "Parlami di Dio!". E l'ippopotamo si mise a ciondolare. Disse al cielo: "Parlami di Dio!". E il cielo indicò la terra e il creato.
Arrivata la sera, l'uomo se ne tornò a casa, tutto contento: non aveva mai imparato tante cose su Dio come in quel giorno! Allora, per non dimenticare nulla, ripassò a memoria tutti gli incontri, e gli venne spontaneo ringraziare. Grazie soldato: da te ho imparato che Dio è Pace. Grazie, povero: da te ho imparato che Dio è generosità. Grazie, ciliegio: da te ho imparato che Dio è bellezza. Grazie casa: da te ho imparato che Dio accoglie tutti. Grazie, albero: da te ho imparato che Dio è benigno. Grazie, bambino: da te ho imparato che Dio è un sorriso. Grazie, neve: da te ho imparato che Dio è silenzio. Grazie, pesce: da te ho imparato che Dio è sempre giovane. Grazie, ippopotamo: da te ho imparato che Dio è umorista. Grazie, cielo: da te ho imparato che Dio è il grande Creatore di tutto!

PAROLA DI DIO: Sir 3,19-21.30-31 (NV); Sal 67; Eb 12,18-19.22-24a; Lc 14,1.7-14

 

Vangelo Lc 14,1.7-14

Dal vangelo secondo Luca

Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cedigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti». Parola del Signore

 

CHIUNQUE SI ESALTA SARÀ UMILIATO, E CHI SI UMILIA SARÀ ESALTATO”

Umiltà significa verità di sé, e deriva dalla parola latina "humus", terra che significa realismo, stabilità, fecondità; potremmo dire che l'umiltà è la virtù della concretezza che porta frutti. L’umiltà non è in alcun modo un atteggiamento autolesionista che mi porta a svalutarmi. Non è umile chi dice a Dio: "Non valgo a nulla, faccio schifo". Chi dice così è una persona depressa, non una persona umile! Il Signore mi ha creato come un capolavoro e io, di risposta, gli dico che mi ha fatto come uno sgorbio! Manca di umiltà chi non riesce a vedere il positivo che Dio gli ha messo nel cuore e, tutto ripiegato sui suoi difetti, non sa far fiorire quel tanto di bello e grandioso che Dio ha dato a ciascuno a servizio del bene di tutti. Ed è ovviamente lontano anni luce dall'umiltà quell'atteggiamento di esteriorità esasperata, di supponenza, di egocentrismo così esaltato in questi tempi. Sei ciò che appari, sei ciò che guadagni, sei il tuo corpo - suggerisce insistente il mondo dei media. L'umiltà, quindi, è prendere coscienza di ciò che valgo, è equilibrio con lo sguardo costantemente rivolto verso Dio. Il discepolo può permettersi di essere ciò che è veramente, senza maschere, senza falsità.

 

 

LUNEDI’ 29 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Martirio di S. Giovanni Battista; S. Adelfo

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, IL CORAGGIO DI MANIFESTARE LA NOSTRA FEDE.

 

HANNO DETTO: Il lupo ha ragione, il cannibale no. (Alehsandr Solženicyn)

SAGGEZZA POPOLARE: Il nemico del padre non diventa amico del figlio. (Antico proverbio)

UN ANEDDOTO: La scrittrice francese Francoise Sagan era solita dire: “La maggior parte delle persone passano il tempo a guadagnar soldi, dopo di che si affrettano a spendere quei soldi per passare il tempo”.

PAROLA DI DIO: Ger 1,17-19; Sal 70; Mc 6,17-29

 

Vangelo Mc 6,17-29 

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni, infatti, diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodiade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodiade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro. Parola del Signore

 

LA GUARDIA ANDÒ, DECAPITÒ GIOVANNI IN PRIGIONE E PORTÒ LA SUA TESTA SU UN VASSOIO”.

Davanti al racconto del martirio di Giovanni Battista o alle storie dei supplizi subiti dai martiri romani, la mia povera fede subisce dei traumi:Avrei io il coraggio di morire per il Vangelo?” Onestamente, rispondo “non so” perché conosco la mia pusillanimità, il mio amore per Dio che fa acqua da tutte le parti. Ma è inutile immaginarsi cose lontane che forse non capiteranno mai ed è bene tornare alla realtà perché, oggi, un po’ di martirio ci sarà come ci è stato ieri. Ad esempio, il martirio dell’incomprensione, quello di vedere il bene che cerchi di fare corrisposto da ingratitudine, il non vedere frutti, le piccole derisioni per le tue scelte religiose o di carità, la difficoltà di convivere con un te stesso che vorresti vedere diverso da come è... È su queste cose che devo confrontare la mia fede, il mio amore per Dio, la veridicità del mio amore per il prossimo.

 

 

MARTEDI’ 30 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Margherita Ward; B. Ildefonso Schuster

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI DA OGNI MALE E DAL DEMONIO.

 

HANNO DETTO: Niente è più bello e più prezioso di un uomo e una donna che reggono la propria casa con un unico cuore. (M. Stanton)

SAGGEZZA POPOLARE: Le parole sono dei nani, gli esempi dei giganti. (Proverbio svizzero)

UN ANEDDOTO: Scrive Antoine da Saint-Exupèry: “Guarda i giardinieri quando all’alba si recano nei giardini per creare la primavera; essi non discutono sui pistilli né sulle corolle: spargono dei semi!”.

PAROLA DI DIO: 1Cor 2,10b-16; Sal 144; Lc 4,31-37

 

Vangelo Lc 4,31-37

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù scese a Cafarnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante. Parola del Signore

 

UN DEMONIO IMPURO; COMINCIÒ A GRIDARE FORTE: «BASTA! CHE VUOI DA NOI, GESÙ NAZARENO? SEI VENUTO A ROVINARCI?”.

Sempre più spesso mi capita di incontrare persone che dicono di avere il diavolo in corpo, in casa, di essere sotto l’influsso di malocchio o di forze negative. Pur facendo la tara a molte affermazioni, dobbiamo ammettere che il diavolo e il male stanno “facendo vendemmia” anche perché molti per combattere il diavolo e il male fanno il suo gioco, gli cascano in mano andando a farsi spennare economicamente e spiritualmente da maghi e fattucchiere. C’è una strada sola per vincere il male e il diavolo che, ricordiamoci, è un puro spirito quindi più forte di noi. E la strada è Gesù: è Lui che è venuto sulla terra per vincere il male, è Lui che ha versato il suo sangue per noi. Consigli semplici per vincere il diavolo 1) fede nel fatto che Dio è più forte di ogni male 2) Non lasciarci spaventare: il male è già sconfitto da Gesù, è un perdente in partenza 3) Ricorrere alla preghiera sincera e ai sacramenti specialmente la Confessione e l’Eucaristia.

 

 

MERCOLEDI’ 31 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Aristide; S. Raimondo Nonnato

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, GESU', IL DESIDERIO DI COMUNICARE LA TUA BUONA NOTIZIA.

 

HANNO DETTO: Siamo più consapevoli di ciò che ci è dovuto che di ciò che gratuitamente riceviamo. (Anastasio Alberto Ballestrero)

SAGGEZZA POPOLARE: L’uomo ti guarda in faccia, il Creatore nel profondo.

UN ANEDDOTO: C'era una volta un possente taglialegna in cerca di lavoro. Dopo aver girato diverse città, il taglialegna trovò finalmente impiego presso un importante commerciante di legno. L'ottima paga e le eccellenti condizioni di lavoro convinsero il taglialegna a dare il meglio di sé. Il primo giorno il capo diede al nuovo arrivato un'ascia e gli indicò l'area del bosco dove avrebbe dovuto lavorare. Al termine della giornata, il possente taglialegna frantumò il record degli altri dipendenti, raggiungendo i 18 alberi abbattuti. Il capo si congratulò sinceramente con lui e questo motivò ancor più il taglialegna.

Il secondo giorno il taglialegna lavorò con tutte le sue energie, ma al tramonto gli alberi abbattuti furono 15. Per nulla demoralizzato, il terzo giorno il taglialegna si impegnò con ancora più vigore, ma anche questa volta il numero di alberi calò: 10 unità. Per quanta energia mettesse nel suo lavoro, giorno dopo giorno, il numero di alberi abbattuti continuò a calare inesorabilmente. Mortificato, il taglialegna sì presentò dal capo scusandosi per lo scarso rendimento. Al che l'esperto commerciante di legno pose al suo dipendente una semplice domanda: "Quando è stata l'ultima volta che hai affilato la tua ascia?". Un po' imbarazzato il taglialegna rispose: "Signore, non ho avuto tempo per affilare la mia ascia, ero troppo impegnato a tagliare gli alberi".

PAROLA DI DIO: 1Cor 3,1-9; Sal 32; Lc 4,38-44

 

Vangelo Lc 4,38-44

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva. Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demoni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo. Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato». E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea. Parola del Signore

 

È NECESSARIO CHE IO ANNUNCI LA BUONA NOTIZIA DEL REGNO DI DIO ANCHE ALLE ALTRE CITTÀ

il Vangelo di Luca è un Vangelo che non ci presenta mai Gesù fermo, ma sempre in cammino; come pure il secondo libro di Luca, gli Atti, sono un continuo camminare per il mondo per portare la “buona notizia”. È esigenza per Gesù e per la comunità primitiva essere missionari. E per noi, per le nostre comunità è ancora esigenza l’andare?

Ci brucia talmente dentro il Vangelo da darci la voglia di comunicarlo e testimoniarlo? Qualche vòlta sì: si vedono dei cristiani o delle comunità vive e vivaci che inventano sempre modi nuovi e gioiosi per portare il Vangelo, ma altre volte... Vi è mai capitato di entrare in una chiesa dove un prete, neppur troppo convinto lui, sta “tirando giù una messa in venti minuti” e dove cinque o sei persone biascicano delle risposte una più forte o più veloce dell’altra per farsi vedere...? Mi chiedo che razza di gioia si può comunicare agli altri quando tutto è diventato esteriorità ed abitudine triste.

     
     
 

Archivio