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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

 

LUGLIO 2022

 

VENERDI’ 1° LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: B. Ignazio Falzon; B. Antonio Rosmini

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, SIGNORE, AD ACCOGLIERE CON SEMPLICITA' I TUOI DONI.

 

HANNO DETTO: I guai peggiori sono quelli per i quali non è possibile prendercela con qualcuno, ma soltanto con noi stessi. (Karr)

SAGGEZZA POPOLARE: E più facile biasimare che far meglio.

UN ANEDDOTO: Un giorno Gesù apparve a santa Geltrude. Contava monete d'oro. La santa gli chiese che cosa significasse il suo gesto. Egli rispose: "Conto le tue Ave Maria". L'Ave Maria è la moneta con cui si compera il Paradiso. (Da una biografia di santa Geltrude)

PAROLA DI DIO: Am 8,4-6.9-12; Sal 118; Mt 9,9-13

 

Vangelo Mt 9,9-13

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori». Parola del Signore

 

E GLI DISSE: «SEGUIMI».

Gesù ad alcuni dice: "Vieni", ad altri dice: "Va". E solitamente a quelli che guarisce da qualche infermità dice: "Va", cioè non gli permette di seguirlo, ma li rimanda a casa. Mentre ad altri, diremmo insospettabili, dice vieni e li chiama ad una sequela stretta. La vocazione riguarda direttamente la mente imperscrutabile del Padre.

Fatto sta che oggi un altro insospettabile viene convocato da Gesù. Matteo, futuro santo evangelista, quel giorno ha cominciato la sua carriera di discepolo speciale. Con un sì ha deciso di seguire Gesù. Ma per andare dove? Esattamente a casa sua. Come per Zaccheo ed altri queste grandi conversioni vengono inaugurate con un lauto banchetto. Ma non è stato così anche per il figliol prodigo? E ovviamente come in quella parabola il fratello maggiore non gradì la generosità del padre e anche oggi la stessa storia. I farisei sono un po' quel fratello maggiore, mai capaci di gioire della gioia degli altri.

  

 

SABATO 2 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Bernardino Realino; S. Lidano; B. Eugenia Joubert

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', SEI LA NOSTRA VERA GIOIA.

 

HANNO DETTO: Non c'è persona più acida di quella che è dolce per interesse. (Luc de Clapiers, marchese di Vauvenargues)

SAGGEZZA POPOLARE: Se ti trovi in bisogno stretto, prima che dagli altri vai dal poveretto.

UN ANEDDOTO: Un uomo è stufo della sua vita con la moglie ed i figli. La moglie lo domina e lo vessa, i figli lo disprezzano, gli ridono dietro. Si sente una vittima e pensa che sia venuto per lui il momento di cercare la Gerusalemme celeste, il paradiso. Dopo molte ricerche, trova un vecchio saggio che gli spiega la strada in dettaglio. Il paradiso c'è, eccome, ed è nel tal posto. Bisogna fare parecchia strada, ma con un bel po' di fatica ci si arriva. L'uomo si mette in cammino. Di giorno marcia, e la notte, stanchissimo si ferma in una locanda per dormire. Siccome è un uomo molto preciso, decide, la sera prima di coricarsi, di disporre le sue scarpe già orientate verso il paradiso, per essere ben sicuro di non perdere la direzione giusta. Durante la notte, però, mentre lui dorme, un diavoletto dispettoso entra in azione e gli gira le scarpe nella direzione opposta. La mattina dopo l'uomo si sveglia, guarda le scarpe, che gli paiono orientate in maniera diversa rispetto alla sera prima, ma non ci fa troppo caso, e riprende il cammino, che ora è nella direzione contraria a quella del giorno precedente, verso il punto di partenza. A mano a mano che procede, il paesaggio diventa sempre più familiare. Ad un certo punto arriva nel paese dove è sempre vissuto, che però crede sia il paradiso. Come assomiglia al suo paese il paradiso! Siccome è il paradiso, tuttavia, ci si trova bene e gli piace moltissimo. Poi vede la sua vecchia casa, e pensa: «Come assomiglia alla mia vecchia casa!». Ma siccome è il paradiso gli piace moltissimo. Lo accolgono sua moglie e i suoi figli, e anche loro assomigliano a sua moglie e ai suoi figli! E si stupisce che in paradiso tutto assomigli a quello che c'era prima. Però, siccome è il paradiso tutto è bellissimo. La moglie è una persona deliziosa, i figli sono straordinari; tutti sono pieni di qualità e aspetti che nel vivere quotidiano egli non avrebbe mai sospettato possedessero. E così tra sé e sé riflette: «È strano come qui in paradiso tutto assomigli a ciò che c'era nella mia vita di prima in modo così preciso, ma come, allo stesso tempo, tutto sia completamente diverso!»

PAROLA DI DIO: Am 9,11-15; Sal 84; Mt 9,14-17

 

Vangelo Mt 9,14-17

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si accostarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché, mentre noi e i farisei digiuniamo, i tuoi discepoli non digiunano». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo squarcia il vestito e si fa uno strappo peggiore. Né si mette vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si rompono gli otri e il vino si versa e gli otri van perduti. Ma si mette vino nuovo in otri nuovi, e così l'uno e gli altri si conservano». Parola del Signore

 

“IN QUEL TEMPO, SI ACCOSTARONO A GESÙ I DISCEPOLI DI GIOVANNI E GLI DISSERO: «PERCHÉ, MENTRE NOI E I FARISEI DIGIUNIAMO, I TUOI DISCEPOLI NON DIGIUNANO?»

Gesù è accusato di essere poco devoto. Fa sorridere, ma è proprio così. Gesù non si presenta affatto come un mistico infervorato, non pratica lunghi digiuni e non ostenta le sue preghiere, non si mostra nelle piazze vestito in lunghe vesti, come solevano fare i rabbini del tempo. Il confronto con Giovanni Battista è impietoso: rispetto all'ascetico e consumato profeta del deserto, Gesù appare come un beone e un mangione. E invita i suoi discepoli ad ammirare i gigli del campo, a imitare i bambini, a gioire come la massaia che ritrova la moneta perduta, non a fare digiuno come invece fanno i discepoli del Battista. La ragione è semplice: come si può stare a dieta il giorno delle nozze del nostro migliore amico? Lo sposo è con noi, amici, non assumiamo aria melanconica, non giochiamo a fare gli asceti e i mistici. Lo sposo è con noi, togliamoci gli abiti stracciati e consunti di chi pensa di far piacere a Dio fuggendo le legittime gioie che egli ci regala! Ci sono dei momenti, nella vita, in cui saremo chiamati a digiunare e a fare penitenza, quando avremo necessità di orientare emozioni ed istinti per ritrovare la traccia che conduce verso Dio. Ma oggi no, lo sposo è con noi.

 

 

DOMENICA 3 LUGLIO: 14^ DOMENICA T.O. ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: San Tommaso Apostolo; Sant’Eliodoro, vescovo

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' TU SEI IL CENTRO DELLA STORIA.

 

HANNO DETTO: Vi prego per l'amore di Cristo crocifisso, non aspettate domani: non sapete se avrete il domani. Vi ricordo che dovete morire e non sapete quando. (S. Caterina da Siena)

SAGGEZZA POPOLARE: Quel che tre bocche sanno, tutti sanno.

UN ANEDDOTO: Un uomo, rimasto vedovo, con un figlio ancora bambino, sposò una giovane donna. Nel giorno del matrimonio, la donna, commossa dal dolore così evidente sul viso del bambino, fece una promessa a sé stessa: «Aiuterò questo bambino a guarire dal suo dolore e sarò per lui una buona madre». Da quel momento ogni suo pensiero ed energia furono spesi per questo obiettivo, ma invano. Il bambino opponeva un netto rifiuto a tutte le sue attenzioni e cure. I cibi preparati amorevolmente non erano buoni come quelli della mamma naturale, i vestiti lavati e rammendati venivano sporcati e strappati di proposito, i baci ricevuti venivano prontamente ripuliti col dorso della mano, gli abbracci allontanati, e così via. Per quanto la donna cercasse di consolare il dolore del bambino e si sforzasse di conquistare il suo affetto non incontrava altro che rifiuto e rabbia. Un giorno, al colmo del dispiacere e del senso d'impotenza, decise, tra le lacrime, di chiedere consiglio allo stregone del villaggio. «Ti supplico! Aiutami! Prepara una magia così ch'io possa conquistare l'amore di questo bambino! Ti pagherò quanto vorrai! Aiutami Stregone!». «Va bene, ti aiuterò e preparerò questa magia, ma è essenziale che tu mi porti due baffi del leone più feroce della foresta». «Ma Stregone! È impossibile! Non c'è nessuna speranza allora! Se mi avvicinerò a quel leone mi sbranerà! Non conquisterò mai l'amore di questo bambino». «Mi dispiace donna, ma questa è la condizione necessaria per la magia».

La donna, in lacrime, si avviò verso la sua capanna ancora più scoraggiata. Dopo una notte insonne, resasi conto che in nessun modo avrebbe rinunciato al suo proposito di conquistare l'affetto del bambino, la giovane sposa decise di procurarsi i baffi del leone ad ogni costo. La mattina seguente si mise in cammino verso la foresta con una ciotola di carne sul capo. Giunta al limitare del territorio del leone depose la ciotola a terra e fece quindi ritorno verso la sua capanna. Il giorno successivo, poco dopo l'alba, si avviò nuovamente con una nuova ciotola piena di carne verso la foresta, ma questa volta depositando il tutto qualche passo più avanti, nel territorio del re della foresta. Il terzo giorno ancora una ciotola di carne e ancora qualche passo più avanti. Il quarto giorno lo stesso. Così il quinto, il sesto, il decimo, il ventesimo, il trentesimo, il centesimo giorno. Giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese, avanzando con coraggio e costanza. Fino a vedere la tana e l'animale, e poi, dopo giorni, ad incontrare il leone che ormai attendeva la sua ciotola di carne e osservava placido la donna, concedendole di avvicinarsi. Sino al giorno in cui la ciotola viene deposta davanti al leone, e la donna, col cuore in tumulto nel petto, capisce che è giunto il momento di agire. Mentre l'animale, ormai perfettamente a suo agio con lei, divora il suo pasto, ecco che lei può strappare i due baffi preziosi senza che il leone neppure se ne accorga. Allora sorridendo tra le lacrime, con i due baffi stretti al petto, corre a perdifiato verso la capanna dello stregone: «Stregone!!! Stregone!!! Ho i baffi!!! Puoi fare la tua magia!!!» «Mi dispiace donna, non posso fare ciò che mi chiedi. Non bastano due baffi di leone per conquistare l'amore di un bambino. Non ho questo potere». «Mi hai ingannata!!! Mi hai tradita! Mi hai fatto rischiare la vita per nulla! Perché? Perché l'hai fatto?». Urlava tra le lacrime la donna al culmine della disperazione. «Avevi promesso! Come farò adesso?».  Lo stregone, in silenzio, attende che la donna esaurisca le sue lacrime e la sua rabbia e poi risponde: «Io non posso compiere alcuna magia, donna. La magia è nelle tue mani. Guarda cos'hai fatto col leone. Ebbene, la magia è questa: fai col tuo bambino ciò che hai fatto col leone!».

PAROLA DI DIO: Is 66,10-14c; Sal 65; Gal 6,14-18; Lc 10,1-12.17-20

 

Vangelo Lc 10,1-12.17-20.  (forma breve Lc 10,1-9)

Dal vangelo secondo Luca

(In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”.) Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sodoma sarà trattata meno duramente di quella città». I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». Parola del Signore

 

“NON FERMATEVI A SALUTARE NESSUNO LUNGO LA STRADA”

Siamo tutti ben consci che questo comando che Gesù ha dato ai primi missionari non è un invito alla maleducazione ma alla serietà del linguaggio e dei rapporti in riferimento all’importanza della buona notizia che essi devono trasmettere. In parole povere mi sembra che Gesù voglia dirci: “Nell’annunciare il Vangelo non ridurti al commesso viaggiatore che vuole, in base a parole, stordire l’acquirente pur di vendere il prodotto, non pensare che la bontà dell’annuncio dipenda solo dalle tue parole, non pensare di convertire gli altri solo con discussioni religiose, non essere come quei cristiani che ritenendosi gli unici detentori della verità si impalcano a modello e fanno di ogni occasione lo spettacolo della propria vanagloria. Non diventare come coloro che dietro ai ‘salotti cristiani’ o dietro alle innumerevoli riunioni di gruppi parrocchiali, zonali, diocesani, mascherano e giustificano una fede vuota. Lascia perdere coloro che dicono di parlare di Gesù ma parlano soltanto di chiesa, cioè di sé stessi.

 

 

LUNEDI’ 4 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Elisabetta di Portogallo; B. Piergiorgio Frassati

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', PRENDIMI COME SONO.

 

HANNO DETTO: Una persona umile possiede, necessariamente, il senso dell'umorismo. Chi non sa sorridere è troppo ingombrato dal proprio io. (Alessandro Pronzato)

SAGGEZZA POPOLARE: Ungiti di miele e sarai coperto di mosche.

UN ANEDDOTO: C'era una volta un pesciolino d'oro, che un bel giorno prese i suoi sette talenti e guizzò lontano, a cercar fortuna. Non era arrivato tanto lontano che incontrò un'anguilla, che gli disse: «Psst, ehilà compare, dove te ne vai?». «Me ne vado in cerca di fortuna», rispose fieramente il pesciolino d'oro. «Sei arrivato al punto giusto», disse l'anguilla. «Per soli quattro talenti ti puoi comprare questa magnifica e velocissima pinna, grazie alla quale viaggerai a velocità doppia». «Oh, è un ottimo affare», disse estasiato il pesciolino d'oro. Pagò, prese la pinna e nuotò via più velocemente di prima. Arrivò ben presto dalle parti di una grossa seppia, che lo chiamò. «Ehilà, compare, dove te ne vai?». «Sono partito in cerca di fortuna», rispose il pesciolino d'oro. «L'hai trovata, figliolo», disse la seppia. «Per un prezzo stracciato ti posso vendere questa elica, così viaggerai ancora più in fretta». Il pesciolino d'oro comprò l'elica con il denaro che gli era rimasto e ripartì a velocità doppia. Arrivò ben presto davanti a un grosso squalo, che lo salutò. «Ehilà, compare, dove te ne vai?». «Sono in cerca di fortuna», rispose il pesciolino d'oro. «L'hai trovata. Prendi questa comoda scorciatoia», disse lo squalo indicando la sua gola spalancata, «così guadagnerai un sacco di tempo». «Oh, grazie mille!», esclamò il pesciolino d'oro e si infilò nelle fauci dello squalo, dove venne comodamente digerito. Chi non sa bene che cosa vuole, finisce, molto facilmente, dove non avrebbe voluto.

PAROLA DI DIO: Os 2, 16.17b-18.21-22; Sal 144; Mt 9,18-26

 

Vangelo Mt 9,18-26

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli. Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata. Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione. Parola del Signore

 

UNO DEI CAPI SI PROSTRO’ DAVANTI A GESU’ E GLI DISSE: MIA FIGLIA È MORTA…”.

Credo che uno dei dolori più grandi sulla terra sia quello di perdere un figlio o una figlia.

Quest’uomo che va da Gesù sta provando questo dolore, ma proprio forse perché non vuole accettare di lasciarsi sopraffare da esso, forse perché non riesce ad accettare quanto gli è capitato, forse per fede in Gesù o per speranza che Lui, in qualunque modo possa far qualcosa, va da Gesù.

Già questo ha molte cose da insegnarci. Da Gesù si va non solo nelle grandi occasioni rituali della vita. A Gesù non si dicono solo le grandi preghiere ufficiali della Chiesa ma da Gesù si va nella nostra povertà e miseria. A Gesù non interessano le altisonanti parole vuote di un rito, a Gesù interessa il tuo cuore, lui è partecipe della tua sofferenza, lui capisce le parole ma anche i silenzi. Non aspettare ad andare da Gesù quando sei sicuro al cento per cento della tua fede, non aspettare di avere il consenso ufficiale della teologia per avvicinarti a Lui: vai da Lui con te stesso e, anche se non sai pregare nella forma ufficiale portagli il tuo cuore, le tue pene, le tue gioie, la tua fede non perfetta ma piena di fiducia e speranza. E Gesù ti segue nella casa del tuo dolore e lungo la strada conforta la tua fede con altri miracoli, poi caccia i cantori della morte, poi “prende per mano”. È vero che non sempre succede il miracolo sperato, ma di un miracolo stai certo: se sei andato da Lui stai certo che un miracolo lo sta già facendo: ti sta prendendo per mano e quando sai di essere per mano a Lui anche il dolore più grande trova un suo senso.

 

 

MARTEDI’ 5 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Antonio M. Zaccaria; S. Domezio; Bb. Matteo Lambert e c.

Una scheggia di preghiera:

 

COME TU MI PORTI NEL CUORE FA' CHE NEL MIO PORTI I MIEI FRATELLI.

 

HANNO DETTO: È sincero il dolore di chi piange in segreto. (Marziale)

SAGGEZZA POPOLARE: Anche il bue dell'imperatore ha solo due corna.

UN ANEDDOTO: Buddha fu un giorno minacciato di morte da un bandito chiamato Angulimal. «Sii buono ed esaudisci il mio ultimo desiderio», disse Buddha. «Taglia un ramo di quell'albero». Con un colpo solo di spada l'altro eseguì quanto richiesto, poi domandò: «E ora che cosa devo fare?». «Rimettilo a posto» ordinò Buddha. Il bandito rise. «Sei proprio matto se pensi che sia possibile una cosa del genere». «Invece il matto sei tu, che ti ritieni potente perché sei capace di far del male e distruggere. Quella è roba da bambini. La vera forza sta nel creare e risanare».

PAROLA DI DIO: Os 8,4-7.11-13; Sal 113B; Mt 9,32-38

 

Vangelo Mt 9,32-38

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demoni per opera del principe dei demoni». Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!». Parola del Signore

 

“GESÙ, VEDENDO LE FOLLE, NE SENTÌ COMPASSIONE, PERCHÉ ERANO STANCHE E SFINITE, COME PECORE SENZA PASTORE”

Da un prete che sia un po' disponibile, arriva umanità di ogni genere: poveri, persone che cercano soluzioni ai problemi della vita, disperati... Qualche volta, la sera, cercando di farmi ripassare davanti i volti delle persone incontrate, mi sembra davvero con Gesù di sentire compassione per tutta questa gente: perché tanta sofferenza, tanta cattiveria, tanta indifferenza? E Dio dov’è? E i pastori, i politici, i religiosi che fanno o che cosa possono fare?

La compassione di Gesù però non si ferma al dire “poveretti!”, non si ferma neppure al dare qualcosa... la sua compassione diventa dare sé stesso, diventa lotta concreta contro il demonio che viene scacciato, diventa scelta degli ultimi facendosi ultimo, diventa preghiera accorata, fiduciosa al Padre.

E se, la sera, mi accorgo di aver fatto poco o niente di assolutorio per i problemi di chi mi ha cercato nella giornata, ma mi accorgo anche di aver fatto quello che ritenevo         possibile, allora ho il diritto di pregare il Padre per loro e di fidarmi che la mia preghiera non può non essere ascoltata.

 

 

MERCOLEDI’ 6 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Maria Goretti; B. Maria Teresa Ledóchowska

Una scheggia di preghiera:

 

RENDICI, SIGNORE, COLLABORATORI PAZIENTI DEL TUO REGNO.

 

HANNO DETTO: Costruire castelli in aria non costa nulla. Il difficile è buttarli giù. (François Mauriac)

SAGGEZZA POPOLARE: Le bugie non invecchiano.

UN ANEDDOTO: Un re buono si trova in punto di morte. Riuniti tutti i sudditi, ordina che gli venga portata una freccia e chiede al meno forte di loro di spezzarla. Questi soddisfa la richiesta con facilità. Poi fa portare un fascio di frecce legate assieme, e chiede al più forte di romperle. Costui, però, malgrado mille sforzi, non ci riesce. Allora il sovrano dice ai sudditi: «Ecco cosa vi lascio come eredità; l'unione tra voi. Siate uniti gli uni con gli altri. Questo vi darà una grande forza, alla quale, da soli, non sareste mai capace di attingere».

PAROLA DI DIO: Os 10,1-3.7-8.12; Sal 104; Mt 10,1-7

 

Vangelo Mt 10,1-7

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino». Parola del Signore

 

QUESTI SONO I DODICI CHE GESÙ INVIÒ, ORDINANDO LORO: «NON ANDATE FRA I PAGANI E NON ENTRATE NELLE CITTÀ DEI SAMARITANI

Ci possono sembrare strane queste parole che Gesù rivolge ai dodici mentre li manda per una prima missione, ancor più strane se le confrontiamo con quelle che troviamo alla fine dello stesso vangelo di Matteo dove Gesù dice: “Andate e ammaestrate tutte le nazioni”.

Il piano di Dio ha tempi diversi: c’è una prima tappa in cui l'annuncio del regno è riservato a Israele, il popolo eletto che aveva ricevuto la promessa di Dio. Con la morte e la risurrezione di Gesù è incominciata la seconda tappa: la pietra che i costruttori hanno scartato è diventata testata d'angolo per tutti gli uomini. A tutti ormai è aperto l'annuncio della salvezza, a tutti è offerta la grazia sovrabbondante di Cristo. Anche da questa gradualità del disegno di Dio possiamo imparare qualcosa: noi, spesso, siamo impazienti, vogliamo tutto subito anche nella nostra vita spirituale e non sappiamo ringraziare, perché non li vediamo, per i piccoli passi che il Signore fa compiere sulla strada verso di lui a noi e agli altri. Gesù, Figlio di Dio, venuto a portare l'annuncio fondamentale per tutta l'umanità, ha aspettato umilmente, è stato in silenzio per trent’anni, ha limitato la sua azione ai confini ristretti della Palestina, lui che ha detto: “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra, e come vorrei che fosse già acceso!”. Non ha avuto altro desiderio se non di compiere la volontà del Padre, ha avuto la pazienza di Dio con tutte le persone che ha avvicinato, a cominciare dai Dodici... E ha salvato il mondo.

L'impazienza con noi stessi e con gli altri, anche nel bene, non solo è inutile rispetto al futuro, ma impedisce il bene presente. Chiediamo al Signore, mite e umile di cuore, che pacifichi le nostre impazienze orgogliose, perché possiamo fare bene la sua volontà giorno per giorno e aspettare fiduciosi i suoi doni futuri.

 

 

GIOVEDI’ 7 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Panteno di Alessandria; S. Odone; S. Sisoe; B. Carlo Liviero

Una scheggia di preghiera:

 

LA PACE DI DIO SIA PER OGNI UOMO SULLA TERRA.

 

HANNO DETTO: Non troverai mai la verità se non sei disposto ad accettare anche ciò che non ti aspettavi. (Eraclito)

SAGGEZZA POPOLARE: La bugia è come la valanga: più rotola e più s'ingrossa.

UN ANEDDOTO: Mi alzo una mattina, esco di casa, c'è una buca nel marciapiede, non la vedo, ci casco dentro. Giorno dopo, esco di casa, mi dimentico che c'è una buca nel marciapiede, e ci ricasco dentro. Terzo giorno, esco di casa cercando di ricordarmi che c'è una buca nel marciapiede, e invece non me lo ricordo, e ci casco dentro. Quarto giorno, esco di casa cercando di ricordarmi della buca nel marciapiede, me ne ricordo, e ciononostante non vedo la buca e ci casco dentro. Quinto giorno, esco di casa, mi ricordo che devo tener presente la buca nel marciapiede e cammino guardando per terra, e la vedo, ma anche se la vedo, ci casco dentro. Sesto giorno, esco di casa, mi ricordo della buca nel marciapiede, la cerco con lo sguardo, la vedo, cerco di saltarla, ma ci casco dentro. Settimo giorno, esco di casa, vedo la buca, prendo la rincorsa, salto, sfioro con la punta dei piedi il bordo dall'altra parte, ma non mi basta e ci casco dentro. Ottavo giorno, esco di casa, vedo la buca, prendo la rincorsa, salto, atterro dall'altra parte! Mi sento così orgoglioso di esserci riuscito, che mi metto a saltellare per la gioia... e mentre saltello, casco di nuovo nella buca. Nono giorno, esco di casa, vedo la buca, prendo la rincorsa, la salto, e proseguo per la mia strada. Decimo giorno, soltanto oggi, mi rendo conto che è più comodo e sicuro camminare sul marciapiede di fronte.

PAROLA DI DIO: Os 11,1-4.8c-9; Sal 79; Mt 10,7-15

 

Vangelo Mt 10,7-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa, ma, se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sodoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città». Parola del Signore

 

ENTRANDO NELLA CASA, RIVOLGETELE IL SALUTO. SE QUELLA CASA NE È DEGNA, LA VOSTRA PACE SCENDA SU DI ESSA, MA, SE NON NE È DEGNA, LA VOSTRA PACE RITORNI A VOI.

Un piccolo particolare in questo discorso missionario che Gesù fa ai suoi discepoli e a noi. Ci dice che in qualunque casa entriamo, con qualunque persona comunichiamo, dobbiamo augurare la pace e portare bene, solidarietà, sorriso, presenza positiva. Non sta a noi decidere chi sia degno dell'annuncio cristiano. Il missionario è mandato a tutti. Il risultato dipenderà dall'accoglienza o meno del messaggio ma la bontà del messaggio è per tutti. Ogni volta che nella Chiesa si fa distinzione di persone, ogni volta che diventiamo noi giudici del bene o del male degli altri, ogni volta che distinguiamo tra i “nostri” e gli altri sbagliamo perché non sta a noi il farlo, noi abbiamo solo il compito di annunciare, il resto lasciamolo a Dio che conosce davvero che cosa ci sia nel cuore dell'uomo.

 

 

VENERDI’ 8 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Aquila e Priscilla; S. Adriano III; B. Pietro Vigne

Una scheggia di preghiera:

 

SIA SANTIFICATO IL TUO NOME.

 

HANNO DETTO: Morire per una religione è più facile che viverla con pienezza. (J. Luis Borges)

SAGGEZZA POPOLARE: Nessuna malattia è più dannosa della mancanza di buon senso.

UN ANEDDOTO: Nei giorni bui del '43, il parroco, mons. Salvatore Capula, incontrò Mussolini, prigioniero sull'Isola de La Maddalena, per confessarlo, ed ebbe il coraggio di ammonirlo: "Non siete mai stato grande nella fortuna, vedete di esserlo nel momento della disgrazia". Mussolini, toccato dal profondo dell'anima, rispose: "Ve lo prometto". Poi gli scrisse: "Grazie per avermi ricondotto a Dio". (Dal settimanale "Oggi")

PAROLA DI DIO: Os 14,2-10; Sal 50; Mt 10,16-23

 

Vangelo Mt 10,16-23

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.  Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe, e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo». Parola del Signore

 

SARETE ODIATI DA TUTTI A CAUSA DEL MIO NOME.

Non credevo ci fossero persone capaci di odiare chi aveva fede e la manifestava, ma nella mia vita almeno in alcuni casi l'ho sperimentato personalmente. Però, aldilà di questi rari casi, l'odio, la rabbia contro Gesù e i suoi rappresentanti si manifesta in modi non troppo palesi, ma altrettanto pesanti. Qualche esempio: provate a parlare di Gesù, del suo Vangelo in certi ambienti: il meglio che possa capitarvi è di essere completamente ignorato, altre volte è il sorrisetto canzonatorio, altre la battuta sferzante per fare intendere quanto siete “arretrati” e, quello che ferisce maggiormente, l'indifferenza totale davanti ai doni della misericordia di Dio. Ma se questo ci fa male, come dicevamo già ieri non siamo noi a dover giudicare. A noi sta il compito di dare valore all'annuncio con testimonianze concrete e poi lasciare alla Grazia di Dio di fare il resto. Pensiamo al contadino che una volta seminato, concimato, irrigato, si fida che la natura faccia il suo corso.

 

 

SABATO 9 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Agostino Zhao Rong e c.; S. Veronica Giuliani

Una scheggia di preghiera:

 

INSEGNACI, SIGNORE, LA VERA UMILTA'.

 

HANNO DETTO: Colui che non vive secondo quello che crede, non crede. (Thomas Fuller)

SAGGEZZA POPOLARE: Si può rimediare al mal fatto, ma non al mal detto.

UN ANEDDOTO: Usa i tuoi limiti per migliorare: Darwin era balbuziente ma non se ne faceva un complesso di inferiorità. Ad un amico che gli chiese se quel difetto lo facesse soffrire, rispose: “No, anzi mi piace perché mi dà il tempo di riflettere prima di parlare”.

PAROLA DI DIO: Is 6,1-8; Sal 92; Mt 10,24-33

 

Vangelo Mt 10,24-33

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Belzebù il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia! Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geenna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure, nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». Parola del Signore

 

UN DISCEPOLO NON È PIÙ GRANDE DEL MAESTRO.

Non so se vi è mai capitato di incontrarvi con qualche cristiano “saputo”. Lui conosce tutte ultime novità della teologia, può bellamente prendere in giro la fede tradizionalista dei nostri vecchi, sa come dovrebbero comportarsi il Papa, il Vescovo, il parroco, se guidasse lui la catechesi altro che quelle quattro bizzocherie delle catechiste!... Peccato che tra le tante parole che dice, quasi tutte portano a “io” e non a Gesù. Mi son preso la briga di leggere lo scritto di un vescovo che ne ha dette di tutti i colori sul Papa: un lungo scritto in cui si parla di tutti i mali della storia, della Chiesa, del Papato. L'unico accenno è ad un vago un “cristocentrismo”, ma di Gesù non se parla. Nel giorno dell'Epifania di quest' anno, Papa Francesco, commentando i magi ci ha detto che questi “re, sapienti” per prima cosa si inginocchiano e adorano e con questo riconoscono che Dio è Dio e gli uomini sono uomini. Umiltà ci vuole, che è mettere le cose al loro giusto posto.

 

 

DOMENICA 10 LUGLIO: 15^ DOMENICA T.O. ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Rufina e Seconda

Una scheggia di preghiera:

 

RENDIMI CAPACE, SIGNORE A COMPATIRE, A PATIRE OGNI SOFFERENZA COL FRATELLO.

 

HANNO DETTO: Una nave nel porto è al sicuro, ma le navi non sono fatte per rimanerci…(Shedd)

SAGGEZZA POPOLARE: A cane vecchio e malato tutti pestano la coda.

UN ANEDDOTO: Si dice che Davide, quando ebbe terminato di redigere il Libro dei Salmi, ebbe un moto di vanità. Si rivolse al Signore con queste parole: O Dio dell'universo, c'è forse qualcuno su questa terra che abbia composto tanti canti quanti ne ho composti io? - Non essere vanitoso, Davide. Ne ho composti più io - rispose la rana. (Dall'Haggadah)

PAROLA DI DIO: Dt 30,10-14; Sal 18; Col 1,15-20; Lc 10,25-37

 

Vangelo Lc 10,25-37

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così». Parola del Signore

 

UN SAMARITANO, CHE ERA IN VIAGGIO, PASSANDOGLI ACCANTO, VIDE E NE EBBE COMPASSIONE.

“Quando vedo per televisione quella pubblicità che ci mostra le sofferenze dei bambini nel mondo, mi commuovo, e se fossi sicuro che i soldi finiscono per loro, farei anche la mia offerta”, mi diceva un uomo mentre un inverno, ben incappottato passava sotto un portico, davanti alla sfilata di barboni ed extracomunitari che ciascuno sul suo cartone cercavano di difendersi dal freddo. Commuove quel disgraziato incappato nei briganti e steso lungo la strada... “Ma non sarà un trucco perché i briganti proseguano la loro opera? E poi perché impicciarsi dei guai altrui: non ci bastano i nostri!” Ma questo straniero vituperato per il popolo di appartenenza, per la sua irreligiosità “gli si fece vicino, gli fasciò le ferite lo portò in un albergo” e tira fuori anche i soldi dal borsellino. Prossimo vuol dire tutti, perché tutti mi sono fratelli ma vuol dire soprattutto: “colui che ti è vicino”. Proviamo ad aprire gli occhi, oggi.

 

 

LUNEDI’ 11 LUGLIO: SAN BENEDETTO PATRONO D’EUROPA

Tra i santi ricordati oggi: S. Olga

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, PERCHE' MI DAI LA POSSIBILITA' DI FARE IL BENE.

 

HANNO DETTO: La prova principale della vera grandezza di un uomo consiste nella percezione della propria piccolezza. (Arthur Conan Doyle)

SAGGEZZA POPOLARE: Anche un solo capello fa la sua ombra.

UN ANEDDOTO: Un giorno un giovane signore discuteva col cardinale Pierre de Bérulle.

- Il demonio - sosteneva - non esiste. Almeno io non l'ho mai veduto!

- Bravo! - esclamò il dotto cardinale, di buon umore. - Sarebbe come se io ti stimassi un imbecille e un ignorante, soltanto perché nei tuoi discorsi non vedo l'ombra né dell'ingegno né della cultura!

PAROLA DI DIO: Pr 2,1-9; Sal 33; Mt 19,27-29

 

Vangelo Mt 19,27-29 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Pietro disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa, dunque, ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna». Parola del Signore

 

ECCO, NOI ABBIAMO LASCIATO TUTTO E TI ABBIAMO SEGUITO; CHE COSA, DUNQUE, NE AVREMO?

Quanto siamo gretti a volte! Abbiamo compiuto una piccola buona azione e ci aspettiamo subito il premio e se per caso questo non arriva, facciamo come i bambini: teniamo il muso e diciamo che Dio è ingiusto! Quanti danni ha fatto nel cammino spirituale degli uomini la meritocrazia. Eppure, Gesù ce l’ha detto e ridetto: “Il Padre vostro fa sorgere il suo sole sui buono e sui cattivi” Lui Gesù è venuto a salvarci non perché l'abbiamo meritato, non perché siamo particolarmente buoni ma “mentre eravate peccatori”. Davanti a certi comportamenti ci ricorda che “i pubblicani e le prostitute vi precederanno nel regno dei cieli”.

Se faccio del bene lo devo fare perché è bello, è giusto farlo, non per mettergli attaccato il bigliettino del prezzo. Il vero premio del fare il bene è farlo con gioia e semplicità.

 

 

MARTEDI’ 12 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Nàbore e Felice; S. G. Gualberto; S. Leone I

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE SIGNORE, RENDIAMO GRAZIE A TE CHE REGNI NEI SECOLI ETERNI.

 

HANNO DETTO: Più la nostra vita e vuota, più diventa pesante. (Alphonse Allais)

SAGGEZZA POPOLARE: La carità comincia a casa propria.

UN ANEDDOTO: C'era un bambino che tutti i giorni chiedeva un pezzo di pane al nonno, poi lo metteva in tasca e si inoltrava nella foresta per poi riapparire dopo una decina di minuti. Dopo un paio di settimane il nonno incuriosito segue il nipotino e lo vede fermarsi in un pozzo abbandonato, tirato fuori il pezzo di pane lo getta nel pozzo, rassicurando: «Torno domani non piangere». Il nonno si avvicina e vede in fondo al pozzo un bambino di un'altra tribù che piangendo continuava a dire nel suo dialetto: «Aiuto, ti prego, salvami». Allora il nonno si rivolge al nipotino dicendo: «Che bravo nipotino che ho, che si prende cura di un bambino affamato, ma se conoscessi il suo dialetto, sapresti che lui ogni giorno ti diceva: "Grazie fratellino per il pane, ma la prossima volta, ti prego, porta una corda per tirarmi su!"».

PAROLA DI DIO: Is 7,1-9; Sal 47; Mt 11,20-24

 

Vangelo Mt 11,20-24

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafarnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sodoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sodoma sarà trattata meno duramente di te!». Parola del Signore

 

GESÙ SI MISE A RIMPROVERARE LE CITTÀ NELLE QUALI ERA AVVENUTA LA MAGGIOR PARTE DEI SUOI PRODIGI

Spesso, con una cara amica suora ci troviamo a fare un po' di consuntivo di vita e con meraviglia vediamo di quante cose dobbiamo ringraziare il Signore. Veramente Lui, lo Spirito Santo e Maria ci hanno preso per mano, ci hanno accompagnati nelle scelte, non ci hanno lasciati soli quando molti si allontanavano, hanno masticato con noi e per noi la parola di Dio ogni giorno, abbiamo ricevuto i “segni”, i sacramenti, abbiamo avuto delle comunità alle spalle, Dio si è servito di noi per giungere al cuore di qualcuno... A questo punto sento la voce della suora che mi dice: “Sono meravigliata, ringrazio, ma se possibile vorrei fare ancora qualcosa di buono per qualcuno, per la mia comunità, perché il mio grazie sia ancora più concreto.” Tanti doni, tanta responsabilità, tanta riconoscenza concreta.

 

 

MERCOLEDI’ 13 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Enrico; S. Clelia Barbieri

Una scheggia di preghiera:

 

MOSTRACI IL TUO VOLTO, O SIGNORE, E SAREMO SALVI.

 

HANNO DETTO: È più facile mettere in ridicolo una buona azione che imitarla. (Victor Hugo)

SAGGEZZA POPOLARE: Abbattuto l'albero scompare l'ombra.

UN ANEDDOTO: Fu chiesto a un gruppo di studenti di redigere la lista di quelle che credono essere «le sette meraviglie del mondo» della nostra epoca. Ci furono delle differenze, ma ecco quelle che ricevettero più voti:

1. Le piramidi d'Egitto 2. Il Taj Mahal 3. Il Grand Canyon 4. Il Canale di Panama 5. L'Empire State Building 6. La Basilica di S. Pietro 7. Le Grande Muraglia Cinese. Mentre dava le note, l'insegnante notò che una studentessa non aveva consegnato il suo foglio, ancora bianco. L'insegnante chiese alla studentessa se avesse difficoltà a compilare la sua lista. Lei rispose: «Sì, un po'. È difficile decidere, ce ne sono talmente tante!» L'insegnante le disse: «Dicci quali sono le possibilità, potremmo aiutarti». La ragazza esitò un po', poi disse «Credo che le sette meraviglie del mondo siano: 1. Vedere 2. Sentire 3. Toccare 4. Gustare 5. Avere dei sentimenti 6. Ridere 7. Amare...».

PAROLA DI DIO: Is 10,5-7.13-16; Sal 93; Mt 11,25-27

 

Vangelo Mt 11,25-27

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». Parola del Signore

 

TI RENDO LODE, PADRE, SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA, PERCHÉ HAI NASCOSTO QUESTE COSE AI SAPIENTI E AI DOTTI E LE HAI RIVELATE AI PICCOLI.

Quando sentiamo Gesù parlare di piccoli, istintivamente pensiamo ai bambini, agli ultimi, ai poveri... e facciamo bene! Ma chi è il più piccolo di tutti? “Colui che da potente che era si è fatto povero per farci ricchi”. Dunque, il Padre ha rivelato tutto: sé stesso, la vita, la natura, sapienza a Gesù. Gesù e il Padre sono davvero una cosa sola: “Chi vede me, vede il Padre”. Perché allora noi, che siamo piccole creature, spesso non vediamo Dio, il senso delle cose? Perché non sappiamo vedere con Gesù e attraverso di lui. Qualche esempio: se io vedo mia moglie, mio marito, solo con gli occhi dell'abitudine, quante volte sono pesanti e insopportabili. Se comincio a vederli con gli occhi di Gesù non sarò anch'io tante volte insopportabile per loro? Se per puntiglio sono disposto a buttar via un'amicizia, con gli occhi di Gesù capisco che è più importante l'amico che il mio puntiglio. Se voglio veder Dio solo con i miei criteri spesso ne vien fuori una maschera che non corrisponde al Dio di Gesù.

 

 

GIOVEDI’ 14 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Camillo de Lellis; S. Toscana; B. Angelina da Marsciano

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', MIO UNICO BENE, GUIDA TU LA MIA VITA.

 

HANNO DETTO: Il Signore non dorme mai, a qualsiasi ora è pronto a ricevere le mie confidenze. (E. Oliviero)

SAGGEZZA POPOLARE: L'orgoglio che siede a pranzo con la vanità, si trova a cena con il disprezzo. (Proverbio)

UN ANEDDOTO: Una battuta per sorridere e per riflettere di Luciano De Crescenzo: Solo gli imbecilli non hanno dubbi”. “Ne sei sicuro?” “Non ho alcun dubbio!”

PAROLA DI DIO: Is 26,7-9.12.16-19; Sal 101; Mt 11,28-30

 

Vangelo Mt 11,28-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo, infatti, è dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore

 

PRENDETE IL MIO GIOGO SOPRA DI VOI.

Altro che religione liberante! Anche Gesù parla di prendere un giogo, e il giogo costringe un bue al passo degli altri, non permette di sgarrare, di fare libere corse per i prati... conclusioni di qualcuno: le religioni vogliono tenerti sottomesso e i garanti di esse approfittano di questo per dominare...

Che ti piaccia o no, Dio è il creatore e tu sei la creatura, Lui è la vita, tu hai la vita, Lui è il potente e tu sei il povero...Ma da questo ad essere schiavo c'è una bella differenza. Tu non sei schiavo, ma figlio, Lui non è il Padre-padrone ma il Padre misericordioso. Se ti ha dato delle norme e delle leggi, guarda bene, non sono per spadroneggiare su di te o peggio ancora per coglierti in peccato e così poterti punire, sono perché tu possa vivere bene con te stesso con Lui e con i fratelli. E se poi scappi al “giogo di Dio” non rischi forse di finire sotto altri gioghi ben più pesanti e privi di senso?

 

 

VENERDI’ 15 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Bonaventura; S. Vladimiro di Kiev; S. Ansuero

Una scheggia di preghiera:

 

È SOLO GUARDANDO AL TUO AMORE, GESU', CHE TROVIAMO LA FORZA DI AMARE.

 

HANNO DETTO: Non dimenticarlo: siamo tanto più convincenti quanto più siamo convinti. (Josemaría Escrivá)

SAGGEZZA POPOLARE: Se hai piantato un cardo non aspettare che nasca un gelsomino. (Prov. arabo)

UN ANEDDOTO: QUANDO PENSARE A DIO? Da bambino?  Sono troppo piccolo per pensare a Dio… Da giovane?  Sono troppo preoccupato del mio futuro per pensare a Dio… Da adulto? Sono troppo occupato per pensare a Dio… Da... morto?  È troppo tardi per pensare a Dio… Quando mi deciderò a pensarci serenamente e per tempo? Non farlo è rischioso!

PAROLA DI DIO: Is 38,1-6.21-22.7-8; Cant. Is 38,10-12.16; Mt 12,1-8

 

Vangelo Mt 12,1-8

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato». Parola del Signore

 

SE AVESTE COMPRESO CHE COSA SIGNIFICHI: “MISERICORDIA IO VOGLIO E NON SACRIFICI”, NON AVRESTE CONDANNATO PERSONE SENZA COLPA.

La legge e la vera libertà. Gesù e poi San Paolo e gli altri apostoli dedicano molte pagine a questo tema. Gli Ebrei erano orgogliosi della legge che data da Mosè era quella che li aveva fatti diventare popolo per cui specialmente i più religiosi l'avevano costellata di talmente tante norme che era un capestro, quasi impossibile osservarla. Ma contemporaneamente essa aveva perso l'anima per cui era stata data cioè per il bene dell'uomo. Gesù dice che non viene a cambiare la legge, ma a riportarla al suo vero senso originale. Qual è allora la nuova legge? Non norme nuove, ma una persona: Gesù stesso. È solo guardando a Lui che noi troviamo come vivere da figli di Dio, a come deve essere la nostra preghiera, a come rapportarci con gli altri che in Lui sono nostri fratelli.

 

 

SABATO 16 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: B.V. Maria del M. Carmelo; S. Antioco; B. Irmengarda

Una scheggia di preghiera:

 

CAMBIA, SIGNORE, IL NOSTRO CUORE DI PIETRA IN UN CUORE DI CARNE CAPACE DI AMARE

 

HANNO DETTO: L'uomo superiore è calmo senza essere arrogante. L'uomo dappoco è arrogante senza essere calmo. (Confucio)

SAGGEZZA POPOLARE: L'adulazione è come l'acqua di Colonia. Si può annusarla, ma non bisogna berla…

UN ANEDDOTO: Cancelleremo queste parole? Un giorno impareranno delle parole che stenteranno a capire. I bambini dell'India domanderanno: "Cos'è la fame?". I bambini dell'Alabama chiederanno: "Cos'è la segregazione razziale?". I bambini di Hiroshima diranno meravigliati: "Cos'è la bomba atomica?" E i bambini delle scuole porranno la domanda: "Cos'è la guerra?" E tu risponderai, dicendo: "Sono parole cadute in disuso, come le diligenze, le galere o la schiavitù. Parole che non significano più nulla. Perciò sono state cancellate dal dizionario". (Debruyne)

PAROLA DI DIO: Mi 2,1-5; Sal 9; Mt 12,14-21

 

Vangelo Mt 12,14-21

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: «Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia. Non contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce. Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le nazioni». Parola del Signore

 

NON CONTESTERÀ NÉ GRIDERÀ NÉ SI UDRÀ NELLE PIAZZE LA SUA VOCE.

Ricordo che negli anni della contestazione, andavano di moda figure di Gesù che somigliavano molto a Che Guevara, mancava solo di mettergli tra le mani qualche cartello anti-padronale o magari anche un bel mitra. Cristo (notate: non più Gesù) è un rivoluzionario! Quanto è vero questo: Gesù è il più grande rivoluzionario della storia. Pensate: ha rivoluzionato il volto di Dio che non è più il padrone assoluto, ma il Padre misericordioso, ha rivoluzionato la Legge che non è più osservanza pedissequa di norme spesso dettate dagli uomini, ma strada per vivere da figli di Dio. Ci ha fatto capire che vale di più la pace delle guerre, che la serenità, il perdono sono più importanti e belle che non la vendetta, che l'amore è la vera gioia per noi, per Dio, per gli altri. È un rivoluzionario che non ha cambiato molto del mondo che non solo non l'ha capito ma lo ha fatto fuori, ma è un rivoluzionario che se lo accogliamo, anche se vecchi, può cambiare addirittura te e me.

 

 

DOMENICA 17 LUGLIO: 16^ DOMENICA T.O. ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: S. Marcellina

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', VIENI IN CASA NOSTRA.

 

HANNO DETTO: Il nostro desiderio disprezza ed abbandona ciò che abbiamo per rincorrere ciò che non avremo mai. (M. De Montagne)

SAGGEZZA POPOLARE: La solitudine è un grosso peso quando non si ha Dio come compagno.

UN ANEDDOTO: Il brillante ufficiale francese, Charles de Foucauld, stava raccontando in una riunione di famiglia i meravigliosi episodi della sua spedizione in Marocco, quando la sua nipotina gli pose una mano sulle ginocchia e chiese tranquilla: — Zio, hai fatto tante cose; ma per Gesù cos’hai fatto? E il grande esploratore del deserto africano rimase pensieroso, senza più parlare, per l’intera serata: quella frase lo aveva scioccato. Fino allora cosa aveva fatto per il buon Dio? Nulla! Gli occhi allora gli si aprirono. L’indomani corse da un vecchio compagno di studi, l’abbè Huvelin, per confessarsi e chiedere luce. Cambiò vita. Si consacrò a Gesù.

PAROLA DI DIO: Gen 18,1-10a; Sal 14; Col 1,24-28; Lc 10,38-42

 

Vangelo Lc 10,38-42

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta». Parola del Signore

 

MARIA, SEDUTA AI PIEDI DEL SIGNORE, ASCOLTAVA LA SUA PAROLA. MARTA INVECE ERA DISTOLTA PER I MOLTI SERVIZI.

Molti di voi sanno che quello di Marta e Maria è uno dei vangeli cui sono più affezionato. Sarà per l'aria di amicizia che aleggia in quella casa o per il buon odore del pane o degli unguenti. Tutto concorre al sentirsi bene lì con Gesù. gli apostoli, Marta Maria Lazzaro. Ed è anche per questo che mi dà un enorme fastidio l'interpretazione moralistica di questo brano che alcuni esegeti danno quasi che Maria sia la buona e Marta la cattiva. Gesù non da nessun giudizio morale sui personaggi, constata per loro e per noi la situazione che vivono. Gesù e l'ospite e ambedue lo accolgono Maria sedendosi ai suoi piedi ad ascoltarlo e Marta, da buona padrona di casa dandosi da fare perché la cena a tutto il resto concorrano ad una buna accoglienza dell'ospite. Ognuna delle due mette a servizio di Gesù i propri doni. L'errore, nota bene non il peccato, sta nell'affanno delle cose e nel volere che gli altri facciano come faccio io. Si può amare, servire Gesù in mille modi diversi, e Lui li accetta tutti, ma non rischiare di perderti l'ospite per l'affanno delle cose, d'altra parte bastava pensarci un momento in più: Colui che con pochi pani e tre pesci ha sfamato cinquemila persone non avrebbe saputo aggiustare un pranzo magari non formalmente perfetto? Gesù non ti rimprovera per il tuo darti da fare o per il tuo stare ai suoi piedi, ti chiede solo di far bene quello che stai facendo, senza affanni e non volendo che gli altri per forza facciano come tu fai.

 

 

LUNEDI’ 18 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Federico; S. Materno; S. Arnolfo

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TUTTO CI PARLA DI TE

 

HANNO DETTO: Non tutto ciò che può essere contato conta e non tutto ciò che conta può essere contato. (Albert Einstein)

SAGGEZZA POPOLARE: Parlare senza pensare è come sparare senza prendere la mira.

UN ANEDDOTO: Un contadino aveva un campo. Dopo la semina del grano s’accorse che un pezzetto di terra era rimasto libero. Senza dir nulla alla moglie, piantò della cicoria. A sua volta, la donna, senza farne parola al marito, vi piantò fagioli. Quando ambedue le sementi cominciarono a buttare, la donna sradicava i germogli della cicoria, pensando che fosse erbaccia. Altrettanto faceva il marito con i fagioli, cadendo nel medesimo errore. Non crebbe la cicoria, né ottennero fagioli.

PAROLA DI DIO: Mi 6,1-4.6-8; Sal 49; Mt 12,38-42

 

Vangelo Mt 12,38-42

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno». Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!». Parola del Signore

 

«MAESTRO, DA TE VOGLIAMO VEDERE UN SEGNO».

È una domanda che noi siamo continuamente tentati di rivolgere a Dio. “Perché, o Dio, non scrivi leggibilmente il tuo nome nel cielo? Perché non ci dai una prova eclatante e meravigliosa della tua esistenza... di modo che ogni dubbio diventi impossibile? Gli atei e i pagani sarebbero obbligati ad inchinarsi a te, i credenti sarebbero rassicurati!”. Dio non ci dà questo segno perché Egli non è come noi crediamo. Se Dio ci stupisse con un segno meraviglioso, Egli non sarebbe più il Dio che ha scelto di essere il Dio servitore degli uomini per meritare il loro amore. Dio non vuole obbligare l’uomo. Dio non vuole accattivarsi l’uomo a colpi di Potenza e di miracoli. Dio ha scelto di rispettare la libertà che Lui ha donato all’uomo. Dio ha scelto di guadagnare l’uomo morendo per lui. Egli è un Dio d’amore e noi siamo sempre tentati di affibbiargli un altro ruolo.

 

 

MARTEDI’ 19 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Macrina; S. Simmaco

Una scheggia di preghiera:

 

MARIA, PRENDIMI PER MANO E INSEGNAMI A FARE LA VOLONTA' DI DIO.

 

HANNO DETTO: Nessuno conosce le proprie possibilità finché non le mette alla prova. (Publilio)

SAGGEZZA POPOLARE: “E può forse qualcuno nascondersi in un luogo talmente segreto che Dio non lo veda?” (Geremia 23, 24)

UN ANEDDOTO: Vincenzo de Paoli, il fondatore delle "Figlie della carità", inventò il nuovo ordine in un periodo in cui ancora non si concepiva la monaca fuori della clausura. A queste donne diede una consegna di partenza: "Avrete per monastero la casa dei malati". Niente di più severo che passare i giorni e le notti tra le piaghe, lamenti e sporcizia. L'altra forma di mortificazione richiesta era il trottare continuo, che Vincenzo esigeva: "La figlia della Carità deve essere sempre in moto… e poi deve essere sempre contenta". Vincenzo le autorizzò a cantare non soltanto i salmi, ma anche le canzonette… E niente velo: "Dio vuole che i poveri vedano il vostro viso!".

PAROLA DI DIO: Mi 7,14-15.18-20; Sal 84; Mt 12,46-50

 

Vangelo Mt 12,46-50

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre». Parola del Signore

 

“CHI È MIA MADRE? CHI SONO I MIEI FRATELLI?”

Gesù, più volte, aveva sottolineato che per essere discepoli “bisogna lasciare padre e madre” e aveva insistito ancor di più quando aveva detto di non esser venuto a portare la pace come la intende il mondo ma, anzi, che a causa del suo nome “i padri insorgeranno contro i figli e i figli contro i padri

Non è che Gesù ci dica di non amare la nostra famiglia. Non è neppure che Gesù non ami profondamente Maria, ma per Lui, ora, non è importante sottostare alla volontà della sua famiglia ma fare la volontà di Dio; ed esaltando co­loro che cercano di fare come Lui, fa il grande elogio di sua Madre che per tutta la vita ha realizzato il suo avvenga di me secondo la tua parola

 

 

MERCOLEDI’ 20 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Apollinare; S. Aurelio

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, CANTO A TE CON TUTTE LE CREATURE DEL MONDO.

 

HANNO DETTO: Nel giorno decisivo del Giudizio la domanda che ci sarà rivolta dal Signore non sarà tanto: «Sei stato credente?», quanto piuttosto: «Sei stato credibile?» (L’Abbé Pierre)

SAGGEZZA POPOLARE: Un piccolo buco fa affondare un gran bastimento.

UN ANEDDOTO: Lasciò scritto santa Maria Maddalena de’ Pazzi: “Tu m’hai ingannata, Signore! M’avevano detto che non avrei trovato che croci, spine, abbandoni. Sono venuta e ho trovato Te, e con Te non c’è dolore, ma amore”.

PAROLA DI DIO: Ger 1,1.4-10; Sal 70; Mt 13,1-9

 

Vangelo Mt 13,1-9

Dal vangelo secondo Matteo

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti». Parola del Signore

 

"QUEL GIORNO GESU' USCI' DI CASA E SI SEDETTE IN RIVA AL MARE".

Stiamo avvicinandoci al periodo delle ferie e, oserei dire, mi piace molto l'atteggiamento 'estivo' di Gesù all'inizio di questa sua giornata in cui ci sarà poi tutto il suo insegnamento in parabole.

Siamo abituati a vedere Gesù impegnato a tempo pieno, pensate ad esempio ai primi capitoli di Marco dove ci viene descritta una giornata tipo di Gesù trascorsa tra preghiere, predicazione, ascolto delle folle e dei singoli e miracoli. Nel Vangelo di Giovanni vediamo Gesù, spossato dalla fatica, esausto sotto il sole bruciante di mezzogiorno, sedersi vicino ad un pozzo e chiedere un po' d'acqua alla Samaritana. Ancora Marco ci presenta un Gesù talmente stanco delle sue fatiche apostoliche che si addormenta a poppa della barca proprio mentre scoppia furiosa la tempesta. Qui, invece, Matteo ci dice che Gesù inizia la sua giornata facendo una cosa bella, semplice, riposante. Esce di casa tranquillo, senza l'agenda degli appuntamenti sottobraccio, senza l'ansia di arrivare puntuale, senza aver preparato la predica, e si siede sulla spiaggia a guardare il mare. Un Gesù che ha tempo, un Gesù che ha occhi per contemplare e meravigliarsi. Dio ha tempo finché vuole, anzi, è al di là del tempo perché è eterno, ma Gesù, nella sua umanità, ha le ore come noi; Gesù sa che "c'è un tempo per fare e un tempo per non fare. Un tempo per agire e un tempo per contemplare". L'antica saggezza della Bibbia avrebbe molto da insegnare a noi che nelle nostre corse programmiamo al minuto persino il tempo delle vacanze. E poi, questo Gesù Creatore che si perde nelle creature!  Gesù che guarda questo mare (è il lago di Galilea) che sente l'aria fresca della mattinata, che vede le barche dei suoi amici, che sente affetto e compassione per le città che vi si affacciano. È lo sguardo di chi, libero, sa liberamente contemplare. Non è lo sguardo cupido di chi vede le creature per impossessarsene, è lo sguardo di chi si confonde, Lui, il Creatore, con le creature… poi arriverà la gente e Gesù continuerà a 'confondersi' con la gente, predicando, donandosi tutto. Provate anche voi; dite al Signore: "Questa mattina non ti dico le solite preghiere". Alzarsi presto (almeno una volta nella vita si può fare), trovarsi alle 5,30 o alle 6 sulla spiaggia: non c'è nessuno, solo l'omino che ha portato il cane a fare pipì, sedersi lì e non dir niente, lasciarsi cullare dal rumore delle onde, vedere nascere la luce con tutte le sue sfumature di colore, apprezzare la sabbia tra le dita, quasi a confondersi con il lavorio dei secoli che l'ha resa così dolce, sentir ritornare nella mente, quasi al ritmo delle onde, una musica, un ricordo… ripetere dentro di sé una frase di lode… e poi vedere gli uomini, intuire alle proprie spalle una città che si sveglia, sentire le voci dei pescatori che tornano, odorare insieme al salmastro sbuffi di buon odore di pane appena sfornato. E tutto questo puoi farlo anche sul sentiero di montagna o anche (con un po' di fantasia) sul balcone del tuo condominio, in piena città.

 

 

GIOVEDI’ 21 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Lorenzo da Brindisi; S. Prassede; S. Alberico Crescitelli

Una scheggia di preghiera:

 

APRI SIGNORE LA MIA MENTE E IL MIO CUORE PER ACCOGLIERE LA TUA PAROLA.

 

HANNO DETTO: Il problema è che se non rischi nulla, rischi ancora di più. (Erica Jong)

SAGGEZZA POPOLARE: Vivi con ciò che hai, e non con ciò che aspetti.

UN ANEDDOTO: Un tempo, nel giorno del Venerdì Santo si usava vuotare ogni tabernacolo e portare le specie eucaristiche rimaste, in un luogo detto “Riserva per gli infermi”. In una di queste occasioni santa Caterina de’ Ricci passò davanti all’altare spoglio ed al tabernacolo aperto facendo la solita genuflessione dinanzi a Gesù Eucaristico. Una consorella l’avvertì dell’errore poiché il tabernacolo era vuoto. “Vuoto?”, disse la santa: “Non è possibile, io lo sento, sento che Lui è là”. Salirono insieme per verificare. “Non è vero che non ci siete più, Amor mio!” gemette la domenicana. Guardarono bene e trovarono che in un angolo erano state lasciate alcune particole per distrazione: l’amore aveva sentito la presenza dell’Amato

PAROLA DI DIO: Ger 2,1-3.7-8.12-13; Sal 35; Mt 13,10-17

 

Vangelo Mt 13,10-17

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti, a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza, ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice: “Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca!”. Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!». Parola del Signore

 

“PERCHE’ PARLI LORO CON PARABOLE?”.

Credo che in Italia, ormai non ci sia persona che in un modo o in un altro non abbia mai sentito parlare di Gesù. Molti poi conoscono il suo messaggio, la stragrande maggioranza di noi è battezzata, è andata al catechismo. Anche tra i credenti “praticanti” non c’è quasi nessuno che non conosca Gesù e il suo messaggio. Come mai, allora, per alcuni il messaggio di Gesù è vivo e dà senso al vivere e per altri è una parola buona come ce ne sono tante al mondo, per altri è un discorso assurdo o incomprensibile ed altri ancora non vogliono neppure intenderlo?

Eppure, se crediamo a Gesù siamo tutti figli di Dio, siamo amati ciascuno personalmente; Gesù parla a tutti con le stesse parole!

Quello che ci siamo detti era in fondo il senso della domanda sulle parabole che i discepoli rivolgono a Gesù: perché qualcuno le capisce ed altri no? Perché la parabola per qualcuno illumina una verità e per altri la nasconde?

Gesù risponde per le parabole come risponde al nostro interrogativo dicendo: Dio parla a tutti con lo stesso linguaggio e il linguaggio di Dio non è difficile, è semplice, tutti possono arrivarci, quelli che hanno studiato e gli ignoranti, ma la comprensione di Gesù, del suo mistero di amore, della buona novella del suo messaggio dipende da chi ascolta. Molti, dice Gesù, vedono senza capire ciò che vedono, cioè molti nella vita pensano di essere solo spettatori e non attori, per molti la vita scorre come scorre l’acqua su un terreno impermeabile, non riesce a penetrare, a portare il suo frutto. Altri “udendo non odono”: in mezzo a tanti rumori, a tante voci, in mezzo al fracasso tutto è appiattito, tutto perde colore e vivacità, anche Gesù e la sua parola si perdono in mezzo alle altre mille voci e nei momenti di bisogno, quando si cerca la sua parola, non la si trova in mezzo alla Babele delle lingue. E, ultimo e terribile motivo che Gesù porta, è “perché hanno indurito il cuore”. Dio è amore, Gesù è l’amore di Dio incarnato, lo Spirito Santo è amore, ma se al posto del cuore c’è un portafoglio o un idolo di pietra o un consumatore di piacere come può l’amore essere capito e corrisposto?

Non è Dio che non parla! Siamo noi che spesso non sappiamo riconoscerlo, ascoltarlo e accogliere con riconoscenza i suoi doni perché in noi portino frutto.

 

 

VENERDI’ 22 LUGLIO: S. MARIA MADDALENA

Tra i santi ricordati oggi: S. Gualtiero; B. Agostino da Biella

Una scheggia di preghiera:

 

IL MIO NOME È SULLE TUE LABBRA, AMICO GESU'.

 

HANNO DETTO: Se un uomo non sa verso quale porto è diretto, nessun vento è quello giusto. (Seneca)

SAGGEZZA POPOLARE: Donna in collera, mare in burrasca.

UN ANEDDOTO: Alcide De Gaspari, il grande statista italiano ricostruttore dell’Italia del dopoguerra, quando partecipò a Parigi alla grande assemblea dei rappresentanti «alleati vincitori» si adoperò perché la nostra nazione, così martoriata dagli eventi bellici, ottenesse una pace onorevole.

Dopo le solenni sedute, amava rifugiarsi in una Chiesa e starsene serenamente in adorazione dell’Eucaristia. A coloro che ritenevano ciò una perdita di tempo rispondeva: «Inginocchiato davanti a Dio per restare ritto di fronte agli uomini!»

PAROLA DI DIO: Ct 3,1-4a oppure 2Cor 5,14-17; Sal 62; Gv 20,1-2.11-18

 

Vangelo Gv 20,1.11-18 

Dal vangelo secondo Giovanni

Il primo giorno della settimana, Maria di Magdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi, ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Magdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto. Parola del Signore

 

«DONNA, PERCHÉ PIANGI?». RISPOSE LORO: «HANNO PORTATO VIA IL MIO SIGNORE E NON SO DOVE L’HANNO POSTO»

Pianto, desolazione... mi immagino che cosa dovesse esserci nel cuore di Maria Maddalena in quella mattina in cui l'amore per quell'uomo che l'aveva perdonata, amata, l'aveva portata al sepolcro. L'amore che l'aveva legata a Gesù si sarebbe espresso nei tristi rituali dell'unzione di quel corpo martoriato. Non servivano a molto ma erano ancora l'ultima espressione del rispetto per il corpo dell'amato. E, delusione su delusione, il corpo non c'è più... l'avranno portato via...sarà un ulteriore segno di disprezzo per l'uomo più buono del mondo? E il dolore e le lacrime mettono dei veli. Maria non ci vede più bene, non capisce più quello che sta succedendo. Ha bisogno di sentirsi chiamata per nome da quella voce tanto cara!

Sentirci chiamati per nome da Gesù! E questo succede. Per Lui io non sono uno dei tanti miliardi degli uomini della terra. Per Lui io sono Franco con tutte le caratteristiche belle o brutte del mio essere, della mia vita. Tu sei tu. Ha un amore particolare per me e per te. Siamo unici ai suoi occhi. Proviamo a sentire e riconoscere la sua voce che ci chiama e non per puntare il dito contro di noi o contro i nostri peccati, ma voce che ci rincuora, che ci perdona, che viene in mezzo alle nostre lacrime, alle delusioni, alle paure per dirci che abbiamo Dio per Amico e che non ci delude mai.

 

 

SABATO 23 LUGLIO: S. BRIGIDA PATRONA D’EUROPA

Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni Cassiano

Una scheggia di preghiera:

 

FA' SIGNORE CHE IL NOSTRO OPERARE DA TE COMINCI E IN TE FINISCA.

 

HANNO DETTO: Non c’è nessuno che cada così in basso da non trovare, ancora più in basso, Cristo ad attutire la sua caduta. (H. V. von Balthasar)

SAGGEZZA POPOLARE: In forno caldo non può nascer erba.

UN ANEDDOTO: C’è un detto: “Dietro ogni grande uomo c’è sempre una piccola donna”, ma io direi invece: “Dietro il più piccolo degli uomini c’è sempre una grande donna”. E ancora: “Grazie, Padre, per aver prelevato dal nostro costato la parte migliore di noi”. (Dalla lettera di un uomo ad un settimanale)

PAROLA DI DIO: Gal 2,19-20; Sal 33; Gv 15,1-8

 

Vangelo Gv 15,1-8 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.  Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da sé stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli». Parola del Signore

 

“COME IL TRALCIO NON PUÒ PORTARE FRUTTO DA SÉ STESSO SE NON RIMANE NELLA VITE, COSÌ NEANCHE VOI SE NON RIMANETE IN ME”.

Se vogliamo essere cristiani veri, dobbiamo mettere Gesù al centro della nostra vita.  Rimanere in Lui significa trovare in Lui le radici delle nostre scelte quotidiane, significa lasciare che il suo Spirito ci guidi, significa non porre ostacoli affinché la sua linfa vitale passi in noi. Ecco perché è importante la preghiera nella nostra vita, proprio per creare la comunione con Lui. Pregare non è tempo perso o rubato al nostro agire: è permettere a Gesù di operare in noi e attraverso noi.

Questo legame poi dei tralci con il tronco della vite è comunione con il Signore, ma è anche comunione tra i tralci stessi che si intrecciano tra loro e formano un cuor solo e un’anima sola. Comunione, perciò, con il Signore e comunione nella comunità dei credenti di cui facciamo parte. Se diminuisce la prima, si indebolisce anche la seconda e viceversa.

Questo nostro rimanere nel Signore diventa poi la glorificazione del Padre che è il vignaiolo. Egli ama la vite, ne ha cura, tanto che anche la potatura dei tralci è un gesto della sua premura verso di noi, perché Egli vuole che noi gioiamo sempre di più nel portare frutti belli e buoni.

 

 

DOMENICA 24 LUGLIO: 17^ DOMENICA T.O. ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: S. Charbel Makhluf

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, INSEGNACI A PREGARE COME HAI PREGATO TU.

 

HANNO DETTO: Non ho paura delle parole dei violenti, ma del silenzio degli onesti. (M. Luther King)

SAGGEZZA POPOLARE: Fa che la tua collera tramonti col sole e non sorga con esso.

UN ANEDDOTO: C'era una volta un filo di cotone che si sentiva inutile. «Sono troppo debole per fare una corda» si lamentava. «E sono troppo corto per fare una maglietta. Sono troppo sgraziato per un Aquilone e non servo neppure per un ricamo da quattro soldi. Sono scolorito e ho le doppie punte. Ah, se fossi un filo d'oro, ornerei una stola, starei sulle spalle di un prelato! Non servo proprio a niente. Sono un fallito! Nessuno ha bisogno di me. Non piaccio a nessuno, neanche a me stesso!» Si raggomitolava sulla sua poltrona, ascoltava musica triste e se ne stava sempre solo. Lo udì un giorno un mucchietto di cera e gli disse: «Non ti abbattere in questo modo, piccolo filo di cotone. Ho un'idea: facciamo qualcosa noi due, insieme! Certo non possiamo diventare un cero da altare o da salotto: tu sei troppo corto e io sono una quantità troppo scarsa. Possiamo diventare un lumino, e donare un po' di calore e un po' di luce. È meglio illuminare e scaldare un po' piuttosto che stare nel buio a brontolare». Il filo di cotone accettò di buon grado. Unito alla cera, divenne un lumino, brillò nell'oscurità ed emanò calore. E fu felice.

PAROLA DI DIO: Gen 18,20-32; Sal 137; Col 2,12-14; Lc 11,1-13

 

Vangelo Lc 11,1-13

Dal vangelo secondo Luca

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: “Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione”». Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!». Parola del Signore

 

“GESU’ SI TROVAVA IN UN LUOGO A PREGARE…”.

Gesù attrae i suoi discepoli alla preghiera perché Lui è uomo di preghiera e attraverso il suo modo di pregare ci mostra quello che potrebbe accadere anche a noi nella preghiera. Ecco alcuni esempi: Gesù prega durante il suo battesimo e il cielo si apre su di lui. Quando preghiamo il cielo si apre sopra di noi, nella preghiera lo Spirito Santo scende su di noi e nella preghiera scopriamo che siamo incondizionatamente amati da Dio. Gesù sovente si rifugia “in luoghi solitari a pregare”: la preghiera con il suo silenzio è il momento migliore per dare senso a Dio, all’ universo e anche alle cose. Prima delle grandi scelte e decisioni Gesù prega: è la comunione con Dio che ci aiuta nelle nostre scelte.

Nella preghiera al Tabor Gesù si trasfigura: nella preghiera noi entriamo in contatto con il nostro vero essere, cade tutto quanto è superficiale, vanno in pezzi le maschere dietro le quali ci nascondiamo e la gloria di Dio può risplendere in noi. Gesù prega al Getzemani: pregare non è sempre e solo esperienza di pace può essere anche una lotta dolorosa con la volontà di Dio ma a colui che prega Dio invia il suo angelo per infondergli nuova forza anche se questo non toglie la paura. Nella preghiera viviamo spesso l’oscurità, abbiamo l’impressione che il nostro pregare cada nel vuoto, che non serva a nulla, che non accada nulla e qualche volta, come i discepoli ci addormentiamo, allora Gesù viene a svegliarci perché sia proprio la preghiera la via con cui superare le tentazioni. E come la preghiera del monte degli ulivi dà a Gesù la forza di sopportare la via crucis così dà anche a noi la capacità di vivere ogni momento in comunione con Dio. Se Gesù figlio di Dio nella sua umanità ha avuto un bisogno così intenso di preghiera quanto più ne abbiamo bisogno noi nella fragilità del nostro quotidiano.

 

 

LUNEDI’ 25 LUGLIO: S. GIACOMO APOSTOLO

Tra i santi ricordati oggi: S. Cristoforo; B. Antonio Lucci

Una scheggia di preghiera:

 

TU CI SALVI, SIGNORE, NON PERCHE' SIAMO BUONI MA MENTRE SIAMO PECCATTORI

 

HANNO DETTO: Nessuno è felice come Dio. Nessuno fa felici come Dio. (S. Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Tanto è ladro chi ruba quanto chi tiene il sacco.

UN ANEDDOTO: Quando devi fare un muro di pietre, devi prenderle una per una e lavorarle per bene. Se riesci a squadrarle bene, ci vuole meno calce per farle combaciare. La calce che ci tiene insieme è la carità. Se ognuno rimane con gli spigoli che ha, ci vuole molta più calce per tenerci insieme. Se lavoriamo su noi stessi cercando di smussare gli spigoli, ci vuole meno fatica per farci stare uniti.

PAROLA DI DIO: 2Cor 4,7-15; Sal 125; Mt 20,20-28

 

Vangelo Mt 20,20-28

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedeo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». Parola del Signore

 

"IL FIGLIO DELL'UOMO È VENUTO PER SERVIRE E DARE LA SUA VITA IN RISCATTO PER MOLTI".

L'abitudine, i luoghi comuni del nostro parlare, uccidono la contemplazione, la meraviglia. Scoprire che c'erano dei santi che contemplando la passione di Gesù la rivivevano fino a soffrirla nella propria carne ci lascia stupiti. Ma prova a contemplare un momento questa parola del Vangelo e lasciati meravigliare. "il Figlio di Dio", la Parola della creazione, colui per il quale tutto è stato creato, il Signore "è venuto": basta un re, un primo ministro in visita per far muovere eserciti, bande musicali, folle; basta un cantante rock per mandare in visibilio folle di ragazzine. Eppure, Lui è venuto e "i suoi" non lo accolsero ed era venuto non per ricevere onore, gloria, ma "per servire". Ed è stato talmente fedele a questo servizio che resta nudo appeso ad una croce, che si fa inchiodare le braccia su quel legno per non chiudere mai la sua accoglienza misericordiosa...Grazie Signore!

 

 

MARTEDI’ 26 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Gioacchino e Anna; B. Tito Brandsma

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' TU SEI LA VIA, LA VERITA' E LA VITA.

 

HANNO DETTO: L’uomo sicuramente è un niente, ma un niente che può contenere Dio. (B G. Taulero)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando le scarpe del padre vanno bene al figlio, comanda chi può.

UN ANEDDOTO: C'era una volta un grande e bravissimo poeta che nessuno conosceva perché nessuno aveva mai letto le sue poesie. Il poeta, fin da piccolo, si era affezionato ad una sola ed unica penna e non ne aveva mai utilizzate altre. Questa penna, però, si era sempre rifiutata di scrivere per paura di finire il suo inchiostro: perciò nessuno conosceva le bellissime poesie del poeta. Un giorno il poeta si recò presso una biblioteca e portò con sé anche la sua penna. Fu lì che la penna conobbe tante altre penne come lei e vide che tutte scrivevano, senza farsi troppi problemi. C'era lì anche una penna appoggiata su una scrivania che sembrava molto anziana, perché aveva quasi terminato tutto il suo inchiostro. Dopo averle rivolto il saluto, la penna del poeta le parlò delle sue resistenze a scrivere. Ma l'anziana penna, che aveva scritto tanto, le disse: «Guarda intorno quanti libri. Tanta gente può venire qui a leggere ed imparare cose nuove proprio perché delle penne come noi sono state utili ai loro padroni. Non serve a nulla e a nessuno tenere per sé ciò che loro ci dicono. Noi abbiamo il grande compito di manifestare agli altri il loro pensiero, le loro idee, cioè di scrivere ciò che di più profondo c'è in loro utilizzando ciò che di più profondo c'è in noi, cioè l'inchiostro. Questo ci rende utili e fa crescere la gente». La penna del poeta ringraziò di cuore l'anziana penna e da quel giorno iniziò a scrivere tutte le poesie che il poeta recitava. Il poeta fu apprezzato e conosciuto da molti perché da quel giorno tanta gente poté leggere le sue splendide poesie. Anche noi siamo come quella penna, non siamo utili a nessuno e non serve a nessuno se incontriamo Gesù Cristo e non raccontiamo agli altri questa splendida avventura. Come per la penna costa inchiostro scrivere, anche per noi costa coraggio testimoniare. Se lo faremo, però, saremo strumenti contenti ed efficaci nelle mani del Signore, perché lo aiuteremo a non restare anonimo e sconosciuto, ma lo manifesteremo a chi ancora fa fatica a riconoscerlo.

PAROLA DI DIO: Ger 14,17b-22; Sal 78; Mt 13,36-43

 

Vangelo Mt 13,36-43

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come, dunque, si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!». Parola del Signore

 

"COLUI CHE SEMINA IL BUON SEME È IL FIGLIO DELL'UOMO".

Gesù è il seminatore e la semente. Quanto sono sciocchi certi preti e certi 'uomini di chiesa' che, 'indaffarati a far niente', perdono tempo a studiare strategie per l'evangelizzazione quasi con lo stesso metodo con cui i militari 'giocano a far la guerra' (con quali risultati quando le bombe 'intelligenti' sono guidate da 'uomini sciocchi' che se fossero intelligenti davvero non chiamerebbero intelligenti oggetti che procurano la morte?).

Gesù è il seme. È Lui il granello da seminare con abbondanza cercando di dire ciò che Lui ha detto e di fare ciò che Lui ha fatto. È Lui il frutto: un frutto maturo, cresciuto nel grembo della Vergine ma poi arrossato di sangue, appeso per sempre a quella croce per regalarci il suo sangue liberante. È Lui che ancora oggi semina nei cuori bontà e speranza. È Lui che non si lascia scoraggiare dai nostri peccati, dalle ingratitudini, dalle povertà e incapacità. È Lui che paziente sa aspettare che grano e zizzania crescano insieme. Non c'è bisogno di tanti consigli diocesani o parrocchiali (che spesso sembrano essere consigli di guerra: cioè di gente che si fa la guerra e che poi manda gli altri in guerra standosene comodamente seduta), c'è bisogno di Gesù! Non è neanche necessario inventarci qualche novità che ci porti ad abbordare qualcuno per strada e 'rompergli l'anima' dicendo che Cristo sta per tornare e allora: "Attenti!". Gesù va accolto e seminato con la vita, con le opere, con la gioia, la testimonianza ed anche, senza troppe preoccupazioni: più il seme è piccolo e più Lui ha speranza nella pianta.

 

 

MERCOLEDI’ 27 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Pantaleone; S. Celestino I; B. Raimondo Palmerio

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU' SEI LA MIA VITA, ALTRO IO NON HO.

 

HANNO DETTO: Il Signore dimora nell’abitazione dell’umile. (Evagrio il monaco)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi troppo comincia, poco finisce.

UN ANEDDOTO: Un giorno un insegnante scrisse alla lavagna:

9×1=7; 9×2=18; 9×3=27; 9×4=36; 9×5=45; 9×6=54; 9×7=63; 9×8=72; 9x9=81; 9x10=90

Quando ebbe finito di scrivere e si girò verso la classe tutti gli alunni stavano ridendo per l'errore fatto nella prima operazione a questo punto l'insegnante disse: «Ho scritto la prima operazione sbagliata di proposito, perché volevo che imparaste una lezione molto importante. Era solo per spiegarvi come il mondo là fuori vi tratterà. Ho scritto giusto nove volte ma nessuno mi ha detto che sono stata brava, tutti voi però avete riso e mi avete criticata per l'unica cosa sbagliata che ho fatto. Quindi questa è la lezione: il mondo non apprezzerà i milioni di cose giuste che farete ma sarà pronto a criticare l'unica sbagliata».

PAROLA DI DIO: Ger 15, 10.16-21; Sal 58; Mt 13,44-46

 

Vangelo Mt 13,44-46

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».  Parola del Signore

 

“IL REGNO DEI CIELI È SIMILE AD UN TESORO NASCOSTO IN UN CAMPO; UN UOMO LO TROVA E LO NASCONDE, POI VA, PIENO DI GIOIA E VENDE TUTTI I SUOI AVERI E COMPRA QUEL CAMPO”.

Una parabola a prima vista non molto ‘raccomandabile’ se esalta l’atto di un uomo che avendo scoperto un tesoro in un campo altrui lo nasconde di nuovo per esserne il solo compratore, ma il senso è chiaro: ci viene proposto da Gesù di scoprire un valore che ci permette con gioia di rinunciare a tutto il resto.

Fino a non molto tempo fa (in alcuni casi leggi: ancora oggi) l’educazione cristiana predicava il distacco e il sacrificio come valore a sé stante e a forza di insistere sul dovere di rinunciare a tutto, ci si dimenticava di scoprire ciò che motivava questo spogliamento. Ma, il cristianesimo è rinuncia o scelta?

L’uomo che vende tutti i suoi beni per acquistare il campo del tesoro non ha nulla del masochista: egli fa un eccellente affare. Noi spesso usiamo il termine ‘mortificarsi’ in modo assai sbagliato, certamente non cristiano. Mortificare vuol dire uccidere, mettere a morte. San Paolo allora può dire che dobbiamo mortificare le nostre cattive inclinazioni che ci dominano: mortifichiamo il nostro egoismo, la nostra gelosia, l’ira… ma non dobbiamo mortificare, dare la morte a noi stessi. Il cristiano non rinuncia se non per liberarsi in vista di un’altra cosa, per conoscere una gioia migliore. Il cristiano non cerca la croce. Cristo stesso non ha cercato la sofferenza, l’ha combattuta. Ha accettato la croce solo come conseguenza di un amore totale. Non bisogna accettare la croce che per imparare da essa un amore migliore. L’essenziale è dunque trovare tutto ciò che ci permette di rinunciare al resto. Se non hai trovato il tesoro non andare a vendere i tuoi beni. Tu lo rimpiangeresti e lo faresti pagare caro a tutti! Ma se Gesù, per te è davvero il tesoro, il senso della tua vita, allora il rinunciare al resto non è più un sacrificio, è fare un affare, il più grosso affare della tua vita e anche gli altri godranno di questo.

 

 

GIOVEDI’ 28 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Nazario e Celso; S Pietro Poveda Castroverde

Una scheggia di preghiera:

 

FA', SIGNORE CHE NON BUTTIAMO MAI NESSUN DONO DELLA NOSTRA VITA

 

HANNO DETTO: Non badare a chi t’è amico e a chi non t’è amico; preoccupati invece che in ogni cosa ti sia amico il Signore. (Imitazione di Cristo)

SAGGEZZA POPOLARE: Se fossi, se avessi e se potessi sarebbero tre fessi in giro per il mondo.

UN ANEDDOTO: Nella città di Emmerih, del duca di Cleves, alcuni inglesi, per schernire la fede romana, chiesero a un fanciullo cattolico: - Lo sai il Pater? - Sì, perché? - Recitalo! - Padre nostro che sei nei cieli... - Basta, ragazzo... Se è nei cieli, come fa ad essere sull'altare? - Dopo alcuni istanti di riflessione, il fanciullo chiese: - Sapete il Credo? - Certo. - Recitatelo. - Credo in Dio Padre onnipotente.

- Basta. Se Dio è onnipotente, può stare in cielo e sull'altare!

PAROLA DI DIO: Ger 18,1-6; Sal 145; Mt 13,47-53

 

Vangelo Mt 13,47-53

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse alla folla: “Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete capito tutte queste cose?”. Gli risposero: “Sì”. Ed egli disse loro: “Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche”. Terminate queste parabole, Gesù partì di là. Parola del Signore

 

“OGNI SCRIBA DIVENUTO DISCEPOLO DEL REGNO DEI CIELI È SIMILE AD UN PADRONE DI CASA CHE ESTRAE DAL SUO TESORO COSE NUOVE E COSE ANTICHE”.

Spesso capita di incontrare cristiani “vecchi”. Non intendo tanto per età ma per mentalità. Persone incapaci di ogni novità che hanno racchiuso tutto in norme e formule, che rimpiangono solo tempi andati (ma erano poi proprio meglio di oggi?) vagheggianti nuove forme di autoritarismo. Questi personaggi non piacevano neppure a Gesù che scrutando i cuori riusciva a vedere che spesso in loro si annidava l’ipocrisia. Ma penso sia capitato anche a voi, invece, di incontrare persone che realizzano quanto Gesù suggerisce nel Vangelo di oggi: scribi, cioè persone studiose, formate, fedeli alla legge, che sanno però trarre dal loro tesoro cose nuove e cose vecchie. In particolare, io ricordo un signore che fu per me un grande amico, un ottimo testimone. La sua formazione cristiana veniva non solo da una famiglia religiosa ma anche dal suo partecipare attivamente alla Azione Cattolica e alle Conferenze di San Vincenzo, alla vita spirituale e sociale della Chiesa, all’aver impostato la sua famiglia e le sue scelte sui valori evangelici. A prima vista poteva sembrare uno attaccato al passato, qualche volta il suo atteggiamento poteva anche apparire paternalista ma se appena sapevi superare queste apparenze scoprivi un uomo aperto, attento all’uomo che aveva davanti, generoso, sempre disposto ad agire in prima persona, capace di ascolto, legato per se stesso ad una morale molto seria ma molto comprensivo per gli altri, una persona propositiva, ottimista nonostante le tante negatività incontrate, sincero, capace di dire in faccia a chiunque, fosse il parroco o il vescovo la verità, umile capace anche di accogliere con fede il consiglio di un prete che poteva essergli figlio e che certamente non aveva né la sua scienza né il suo equilibrio… Quando si incontrano persone di questa levatura, si è fortunati e ti rendi conto che se si lascia operare lo Spirito Santo in noi, Egli continua a operare cose grandi nonostante la nostra pochezza.

 

 

VENERDI’ 29 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Marta, Maria e Lazzaro; S. Olaf

Una scheggia di preghiera:

 

TU, O DIO, NON SEI IL DIO DEI MORTI, MA DEI VIVENTI.

 

HANNO DETTO: Raramente si migliora se non si ha altro modello da imitare che sé stesso. (Goldsmith)

SAGGEZZA POPOLARE: Meglio arrivare un’ora troppo presto che un minuto troppo tardi.

UN ANEDDOTO: Se io avessi una botteguccia fatta di una sola stanza vorrei mettermi a vendere sai cosa? La speranza. "Speranza a buon mercato!" Per un soldo ne darei ad un solo cliente quanto basta per sei. E alla povera gente che non ha da campare darei tutta la mia speranza senza fargliela pagare. (Gianni Rodari)

PAROLA DI DIO: 1Gv 4,7-16; Sal 33; Gv 11,19-27 oppure Lc 10,38-42

 

Vangelo Gv 11,19-27 

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta, dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». Parola del Signore

 

IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA

Il timore della morte perseguita l'uomo. Da quando è comparso sulla terra, ogni uomo contende il passo alla morte, ma ne resta sempre sconfitto. Anche i più potenti diventano stracci di fronte ad essa, e i più orgogliosi e sapienti son caduti in ginocchio dinanzi a questo rivale che falcia tutti senza pietà. Tutti tranne uno, Cristo, che la storia riconosce come unico e definitivo vincitore. Anche Lui morì e fu sepolto, ma il suo sepolcro divenne la più grande beffa alla morte. Quel sepolcro non fu la fine di Cristo, ma la sua seconda culla. Quello che è avvenuto per Cristo avverrà per noi se avremo fede. “Chi crede in me, anche se morto vivrà”. Noi non scivoliamo verso il nulla, verso il vuoto, ma andiamo verso un avvenire luminoso. La morte non è la soppressione delle persone care, ma è invece la promozione a una vita migliore; non è un licenziamento, ma soltanto un trasferimento a una sede più alta. Dopo Cristo dunque ogni tomba è una seconda culla, dove non si finisce ma si ricomincia; ogni cimitero è soltanto un dormitorio, dove appunto ora si dorme, come dorme il grano sotto la zolla attendendo la primavera.

 

 

SABATO 30 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Pietro Crisologo; S. Orso; S. Massima

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, DEI TANTI TESTIMONI DELLA FEDE.

 

HANNO DETTO: Scegli un lavoro che ami e non dovrai lavorare neppure un giorno in vita tua. (Confucio)

SAGGEZZA POPOLARE: Per avere qualcosa che non hai mai avuto, devi fare qualcosa che non hai mai fatto.

UN ANEDDOTO: Santa Zita lavorava come domestica presso una nobile, ma poco caritatevole famiglia di Lucca. Ella era solita riempire il grembiule con tutti gli avanzi di casa e portarli ai poveri. ma una volta il suo padrone volle controllare che cosa portasse ed ella, aperto il grembiule, poté esibire una massa di fiori profumati.

PAROLA DI DIO: Ger 26,11-16.24; Sal 68; Mt 14,1-12

 

Vangelo Mt 14,1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo al tetrarco Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!». Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni, infatti, gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta. Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre. I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù. Parola del Signore

 

“E MANDÒ A DECAPITARE GIOVANNI NELLA PRIGIONE”.

Giovanni è proprio il precursore di Gesù in tutto: lo ha annunziato, ha “preparato la sua strada nel deserto”, gli ha mandato i suoi discepoli e ora, nel buio di quel carcere, anticipa la sua morte offrendogli la sua testa.

I grandi della terra pensano che per far tacere la verità, per tappare la bocca a chi dà fastidio, basti tagliare la testa, svilire le persone, ma gridano di più i martiri in quanto la loro voce non è più legata ad un corpo defettibile.

Anche nei nostri rapporti umani spesso siamo portati ad usare questo metodo: c’è qualcuno che la pensa diversamente da noi, che ci dà fastidio: facciamolo tacere, rendiamolo innocuo discreditandolo e se per motivi di legalità non possiamo farlo fuori, sistemiamolo in modo che siano salvate le apparenze ma non possa più agire; nel mondo del lavoro, della politica, quanti trasferimenti, quanti elogi servono solo a tappare la bocca! Anche per Gesù, il Sommo sacerdote troverà una motivazione del genere: “E’ meglio che muoia, piuttosto che soffra tutto il popolo”. Ma la strada della verità passa anche attraverso la persecuzione e nel martirio grida ancora più forte.

 

 

DOMENICA 31 LUGLIO: 18^ DOMENICA T.O. ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: S. Ignazio di Loyola

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, QUANDO HO TE, HO TUTTO.

 

HANNO DETTO: Stai calmo: tutto questo tra cent'anni non avrà più alcuna importanza. (Ralph Waldo Emerson)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi comincia con la testa nel sacco, finisce con la testa rotta.

UN ANEDDOTO: In una storia narrata dal saggio indiano Ramakrishna, una donna va a trovare un'amica che da molto tempo non vedeva. Entrata in casa sua, nota una magnifica collezione di rocchetti di filo colorato. Questa esibizione multicolore la attrae in maniera irresistibile, e quando l'amica va un momento in un'altra stanza, la donna ruba vari rocchetti e li nasconde tenendoli sotto le braccia. L'amica però se ne accorge e, senza accusarla, le dice: «È da tanto tempo che non ci vediamo. Perché non danziamo assieme per festeggiare il nostro incontro?». La donna, imbarazzata, non può rifiutare ma, per non lasciar cadere i rocchetti, è costretta a danzare in modo molto rigido. L'altra la esorta a liberare le braccia e a muoverle danzando, e quella risponde: «Non sono capace, io danzo solo così». Ramakrishna raccontava questa storia per illustrare la liberazione. Smettere, cioè, di tener stretti con paura i nostri possessi, di aggrapparci ai nostri ruoli e alle nostre idee. E lasciarsi andare.

PAROLA DI DIO: Qo 1,2; 2,21-23; Sal 89; Col 3,1-5.9-11; Lc 12,13-21

 

Vangelo Lc 12,13-21

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e divertiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».  Parola del Signore

 

ANCHE SE UNO È NELL’ABBONDANZA, LA SUA VITA NON DIPENDE DA CIÒ CHE EGLI POSSIEDE.

Gesù non dice questa frase per farci paura o per farci disprezzare le cose di questa terra, ci invita invece a fondare le nostre speranze non su cose passeggere ma su Dio stesso. I beni, gli averi di questo mondo, piacciono, attirano: è bello essere stimati, godere del benessere. Ma il benessere se è fine a sé stesso è fonte di ingiustizie, preoccupazioni avidità, odio. Fondare la propria vita su Dio non ti risolve i problemi con un colpo di bacchetta magica ma ti dà pace, sicurezza vera. Con tutti i soldi, gli amici, gli intrallazzi di questa terra non posso comprarmi neanche un’ora della mia vita: con Dio ho in offerta l’eternità; ma non solo l’eternità futura, la beatitudine dopo la morte, ma l’eternità che comincia qui, cioè, pur nella lotta e nella tribolazione quotidiana ho Dio già fin da adesso e se il mio cuore riposa in Lui non ho più bisogno di tante cose ma anzi, so servirmi bene delle cose senza esserne schiavo.

     
     
 

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