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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

 

GIUGNO 2022

 

MERCOLEDI’ 1° GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Giustino; S. Annibale M. di Francia; B. Giovanni B. Scalabrini

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, SIGNORE, AD ESSERE UNA COSA SOLA CON TE E TRA NOI.

 

HANNO DETTO: La mia più grande preoccupazione era e rimane quella di battermi perché Gesù, visto che ha così pochi amici, questi li abbia almeno buoni. (S. Teresa d'Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: Agli occhi della gente modesta ogni ricco sembra una persona di grande levatura. (Detto arabo)

UN ANEDDOTO: C'era un ragazzo che viveva con suo nonno in una fattoria. Ogni mattina il nonno, che era cristiano, si alzava presto e dedicava del tempo a leggere le Scritture. Il nipote cercava di imitarlo in qualche modo, ma un giorno chiese: «Nonno, io cerco di leggere la Bibbia ma anche le poche volte che riesco a capirci qualcosa, la dimentico quasi subito. Allora a cosa serve? Tanto vale che non la legga più!» Il nonno terminò tranquillamente di mettere nella stufa il carbone che stava in una cesta, poi disse al nipote: «Vai al fiume, e portami una cesta d'acqua». Il ragazzo andò, ma ovviamente quando tornò non era rimasta acqua nella cesta. Il nonno ridacchiò e disse: «Beh, devi essere un po' più rapido. Dai, muoviti, torna al fiume e prendi l'acqua». Anche questo secondo tentativo, naturalmente, fallì. Il nipote, senza fiato, disse che era una cosa impossibile, e si mise a cercare un secchio. Ma il nonno insistette: «Non ti ho chiesto un secchio d'acqua, ma una cesta d'acqua. Torna al fiume». A quel punto il giovane sapeva che non ce l'avrebbe fatta, ma andò ugualmente per dimostrare al vecchio che era inutile, per quanto fosse svelto l'acqua filtrava dai buchi della cesta. Così tornò al fiume e portò la cesta vuota al nonno, dicendo: «Vedi? Non serve a niente!» «Sei sicuro? - disse il nonno - Guarda un po' la cesta». Il ragazzo guardò: la cesta, che prima era tutta nera di carbone, adesso era perfettamente pulita! «Figlio, questo è ciò che succede quando leggi la Bibbia. Non capirai tutto, né ricorderai sempre ciò che hai letto, ma quando la leggi ti cambierà dall'interno. Dio lavora così nella nostra vita, ci raffina interiormente e a poco a poco ci trasforma perché possiamo assomigliargli».

PAROLA DI DIO: At 20,28-38; Sal 67; Gv 17,11b-19

 

Vangelo Gv 17,11b-19

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, pregò dicendo: «Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in sé stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità». Parola del Signore

 

“IN QUEL TEMPO, GESÙ, ALZATI GLI OCCHI AL CIELO, PREGÒ DICENDO:”

Gesù, nel momento più difficile della sua vita, dedica del tempo a pregare con passione per i suoi discepoli. Non è una preghiera generica, la sua, ma una precisa indicazione, una richiesta specifica. Chiede al Padre per i suoi discepoli anzitutto il dono dell'unità profonda, come quella che lega Dio con il figlio. Un'unità che va all'essenziale e che dovrebbe diventare il segno distintivo per i cristiani, il punto d'onore. Quante divisioni, invece, nelle nostre comunità! Quanti giudizi mondani! Quanti pettegolezzi! Gesù, poi, chiede al Padre per i suoi la pienezza della gioia, la gioia di appartenere a Cristo! La più grande gioia che possiamo sperimentare è quella di saperci famigliari del Signore Gesù, suoi discepoli amati. Una gioia che fa i conti con l'odio del mondo che è lo stesso odio con cui Gesù ha dovuto confrontarsi. La soluzione, però, non è quella di fuggire dal mondo ma di dimorare nell'amore. Infine, Gesù chiede per i suoi discepoli di crescere nella verità, nella conoscenza dell'amore del Padre, nella verità di sé stessi e del destino del mondo. Solo se siamo autentici possiamo essere credibili e creduti!

 

 

GIOVEDI’ 2 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Marcellino e Pietro; S. Eugenio I; S. Erasmo

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE NOSTRO.

 

HANNO DETTO: Prima si stabilisce la meta, poi si sceglie il percorso. (Jean Paul)

SAGGEZZA POPOLARE: Onestà è mantenere le promesse che si fanno, e saggezza è non fare mai delle promesse.

UN ANEDDOTO: Questa è la storia di un uomo che quando era ragazzo e andava a scuola continuava a dire: «Ah! quando lascerò la scuola e comincerò a lavorare, allora sarò felice». Lasciò la scuola, cominciò a lavorare e diceva: «Ah! quando mi sposerò, sarà la felicità!». Si sposò, e in capo a pochi mesi constatò che la sua vita mancava di varietà, e allora disse: «Ah, come sarà bello quando avremo dei bambini!». Vennero i bambini, ed era un'esperienza affascinante, ma piangevano tanto, anche alle due di notte, e il giovane sospirava: «Crescano in fretta!». E i figli crebbero, non piangevano più alle due di notte, ma facevano una stupidaggine dopo l'altra e cominciarono i veri problemi. E allora l'uomo sognò il momento in cui sarebbe stato di nuovo solo con sua moglie: «Staremo così tranquilli!». Adesso è vecchio, e ricorda con nostalgia il passato: «Era così bello!».

PAROLA DI DIO: At 22,30; 23,6-11; Sal 15; Gv 17,20-26

 

Vangelo Gv 17,20-26

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, pregò dicendo: «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro». Parola del Signore

 

"HO FATTO CONOSCERE LORO IL TUO NOME"

La missione di Gesù è stata quella di "glorificare il nome di Dio" ed Egli ha fatto questo compiendo la Sua volontà e accettando per intero il piano di Dio anche quando passava attraverso la croce. E Gesù ci ha fatto conoscere così il nome di Dio. Nella mentalità biblica conoscere il nome di qualcuno non è mettere una etichetta ad una persona ma il nome fa tutt'uno con la persona, esprime la sua vera natura, "dice" chi è, la rivela in profondità. Ancora, nella Bibbia     conoscere il nome di qualcuno significa in un certo modo, avere Potere su di lui. Cristo ci 'consegna' il nome del Padre. Ce lo mette, per così dire, nelle mani. E noi, così, "Possiamo" molto su Dio, perché teniamo la chiave del suo nome. Chiunque si sa amato da qualcuno ha Potere su di lui. Dio non pone resistenza, si arrende a Coloro che ama. E noi, pur nella nostra debolezza, ci sentiamo forti grazie al suo nome. Quando noi diciamo nello Spirito: “Padre nostro”, noi chiediamo a Dio che manifesti il suo volto autentico, e che noi sappiamo riconoscerlo e annunciarlo, al di là di tutte le nostre deformazioni e delle immagini caricaturali che ci siamo fabbricati e che abbiamo posto in circolazione.

 

 

VENERDI’ 3 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Carlo Lwanga e c.; S. Clotilde; S. Giovanni XXIII

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU SAI TUTTO. LO SAI CHE TI VOGLIO BENE.

 

HANNO DETTO: Il Vangelo è chiuso per gli sforzi umani: aprirlo è dono di Cristo. (San Macario)

SAGGEZZA POPOLARE: Un uomo veramente ricco è quello i cui figli gli corrono fra le braccia quando ha le mani vuote.

UN ANEDDOTO: Un giorno un giovane andò dall'eremita e disse: «Padre non andrò mai più in chiesa!» L'eremita gli chiese il perché. Il giovane rispose: «Eh! Quando vado in chiesa vedo la sorella che parla male di un'altra sorella; il fratello che non legge bene; il gruppo di canto che è stonato come una campana; le persone che durante le messe guardano il cellulare, e tante altre cose sbagliate che vedo fare in chiesa.» Gli disse l'eremita: «Va bene. Ma prima voglio che tu mi faccia un favore: prendi un bicchiere pieno d'acqua e fai tre giri per la chiesa senza versare una goccia d'acqua per terra. Dopo di che, puoi lasciare la chiesa.» E il giovane pensò: troppo facile! E fece tutti e tre i giri come l'eremita gli aveva chiesto. Quando ebbe finito ritornò dall'eremita: «Ecco fatto, padre...» E l'eremita rispose: «Quando stavi facendo i giri, hai visto la sorella parlare male dell'altra?» Il giovane: «No!» «Hai visto la gente lamentarsi?» Il giovane: «No!» «Hai visto qualcuno che sbirciava il cellulare?» Il giovane: «No!» «Sai perché? Eri concentrato sul bicchiere per non far cadere l'acqua. Lo stesso è nella nostra vita. Quando il nostro sguardo sarà unicamente rivolto a Gesù Cristo, non avremo tempo di vedere gli errori delle persone.»

PAROLA DI DIO: At 25,13-21; Sal 102; Gv 21,15-19

 

Vangelo Gv 21,15-19

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, [quando si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi». Parola del Signore

 

GESÙ DISSE A SIMON PIETRO: “MI AMI TU?”.

Per tre volte Pietro aveva rinnegato Gesù. Ora, dopo la risurrezione, per tre volte Gesù gli chiede se lo ama. Questo basta a Gesù per rinnovare la chiamata di Pietro e per affidargli il compito di pastore della Chiesa nascente. il peccato, il tradimento sono vinti dalla misericordia e dall’amore.

Noi, spesso, confondiamo la santità col non aver mai commesso peccati. I Vangeli invece ci presentano gli apostoli, gli amici di Gesù come persone defettibili, incapaci di comprendere fino in fondo, con caratteri e caratteracci. La scuola di Gesù non è per i puri, i primi della classe, coloro che non sbagliano mai, è per coloro che cercano di lasciarsi amare e di imparare a loro volta ad amare.

Prova a pensare: Gesù mi vuol bene non perché sono buono. Mi vuol bene così come sono. Mi ama, ha fiducia in me nonostante le mie imperfezioni, i miei peccati, crede che nonostante tutto io sia capace di accogliere il suo amore e di ricambiarlo. Il peccato allora non diventa più motivo di distacco dalla santità, paura della perdizione, ma motivo per imparare con umiltà e fatica ad amare di più.

 

 

SABATO 4 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Francesco Caracciolo; S. Quirino; S. Filippo Smaldone

Una scheggia di preghiera:

 

CHE GIOIA, SIGNORE, POTERTI INCONTRARE ANCHE OGGI.

 

HANNO DETTO: Chi si fida di Dio mette Dio in obbligo di prendersi cura di lui. (B. Luigi Orione)

SAGGEZZA POPOLARE: Un solo: "Eccomi!", vale più di cento: "Dio ti aiuti"

UN ANEDDOTO: Uno scolaro domandò a Rabbi Shmelke: «Ci è comandato di amare il nostro prossimo come noi stessi. Come posso farlo se egli mi ha fatto un torto?». Il Rabbi rispose: «Devi comprendere queste parole nel loro giusto significato, che è: ama il prossimo tuo come qualcosa che tu stesso sei. Tutte le anime, infatti, sono una cosa sola; e ognuna è una scintilla dell'anima originale, che è insita in tutte le anime allo stesso modo come la tua anima è compenetrata in tutte le tue membra. Può accadere che la tua mano si sbagli e ti colpisca. Ma prenderai tu forse allora un bastone e la castigherai per la sua mancanza di comprensione, accrescendo così il tuo dolore? Lo stesso si applica al tuo prossimo, che con te forma un'anima sola: se egli, per ignoranza, ti fa un torto e tu lo punisci, non fai che colpire te stesso». Ma quello insisteva: «Ma se vedo che un uomo è malvagio al cospetto di Dio, come potrò amarlo?». Gli rispose il Rabbi: «Ignori forse che l'anima primordiale scaturì dall'essenza di Dio e che l'anima di ogni uomo è una parte di lui? E non avrai allora pietà di quell'uomo, vedendo che una delle sue scintille si è smarrita ed è quasi spenta?»

PAROLA DI DIO: At 28,16-20.30-31; Sal 10; Gv 21,20-25

 

Vangelo Gv 21,20-25

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?». Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere. Parola del Signore

 

“VI SONO ANCORA MOLTE ALTRE COSE COMPIUTE DA GESÙ, CHE SE FOSSERO SCRITTE UNA PER UNA, PENSO CHE IL MONDO STESSO NON BASTEREBBE A CONTENERE I LIBRI CHE SI DOVREBBERO SCRIVERE”.

Certe volte fantastico: come sarebbe bello essere vissuti ai tempi di Gesù, averlo potuto seguire in tutto quello che faceva e che diceva ed aver avuto un bel bloc—notes per appuntarvi tutti i particolari e poi poter scrivere per filo e per segno la sua storia. I Vangeli non sono stati scritti in questo modo. Ci sono stati dei testimoni diretti (Matteo e Giovanni) e indiretti (Marco e Luca) ma hanno scritto molto tempo dopo, quando la buona notizia di Gesù era già stata trasmessa a voce e quando si erano già formate le prime comunità cristiane con tutti i loro pregi e difetti, quindi, non ci dicono tutto di Gesù. Ma forse è un bene! È soprattutto con la fede e con la vita che dobbiamo ricostruire il volto di Gesù perché l’amore eterno di Gesù, la sua passione per gli uomini non è mai finita. Storia eterna quella di Gesù, in cui ci siamo anche noi.

 

 

DOMENICA 5 GIUGNO: PENTECOSTE ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: S. Bonifacio

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA VIA È LA MIA SALVEZZA.

 

HANNO DETTO: Sono come un viandante stanco, sfinito che giunto al termine del suo cammino stramazza a terra. Io però stramazzo fra le braccia di Dio. (S. Teresa di Lisieux)

SAGGEZZA POPOLARE: I Santi sono delle canaglie di cui Dio si è occupato in modo particolare.

UN ANEDDOTO: Sognai che non ero più. Avendo concluso i miei giorni su questa terra, mi trovavo tra le soffici nubi del cielo. Appena gli occhi si furono abituati alla luce accecante e bianchissima, vidi una lunga fila di persone davanti a me. Me l'aspettavo: tutti in coda, anche in attesa del giudizio! Man mano che avanzavo, cominciai a intravedere una figura barbuta. L'espressione era mite, eppure le rughe che solcavano l'ampia fronte, gli conferivano un aspetto autoritario. Appese alla candida tunica un mazzo di grosse chiavi dorate; in mano reggeva una bilancia. Allora era tutto vero! Per ogni anima che gli si presentava davanti, vidi che annotava qualcosa su una pergamena. In breve, fu quasi il mio turno. Deciso a non farmi cogliere impreparato, ripercorsi la mia vita, da cima a fondo ricordando tutte le colpe commesse, perfino le più insignificanti marachelle compiute da bambino. Toccò a me: timidamente mi avvicinai, mentre il giudice protendeva la bilancia nella mia direzione.

Stavo per cominciare il resoconto dei miei peccati, ma quale enorme sorpresa mi colse, quando lo sentii chiedere: "Figliolo, quanto hai amato?".

PAROLA DI DIO: At 2,1-11; Sal 103; Rm 8,8-17; Gv 14,15-16.23b-26

 

Vangelo Gv 14,15-16. 23-26

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre. Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto». Parola del Signore

 

“SE MI AMATE, OSSERVERETE I MIEI COMANDAMENTI”.

Se mi amate... Non dice: se siete bravi, se capite, se vi mostrate intelligenti... e neppure: se siete ubbidienti, se non volete andare all’inferno… Se mi amate... La spinta, la motivazione, lo stile della condotta, non può che essere l’amore per Lui. Gesù nei discorsi di addio, non ci lascia una dottrina, un manuale di istruzioni, e nemmeno un codice di diritto canonico. Se mi amate, posso partire tranquillo. Posso fidarmi di voi. Perché farete cose giuste. Perché farete la sola cosa gradita a Dio.

 

 

LUNEDI’ 6 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Norberto; S. Alessandro da Fiesole; S. Artemio

Una scheggia di preghiera:

 

VENIAMO DA TE, O SIGNORE, CON IL CUORE PIENO DI GIOIA.

 

HANNO DETTO: Abbiamo davanti agli occhi i peccati degli altri uomini; i nostri li portiamo sulla schiena. (Seneca)

SAGGEZZA POPOLARE: Cammina per conoscere gli altri, fermati per conoscere te stesso.

UN ANEDDOTO: I Monaci Zen, quando desiderano meditare, siedono davanti ad una roccia e dicono: "Ora aspetterò che questa roccia cresca un po'". Dice il maestro: "Ogni cosa intorno a noi è in continuo cambiamento. Ogni giorno, il sole splende su un nuovo mondo. Ciò che chiamiamo routine è piena di nuovi propositi e opportunità. Ma noi non percepiamo che ogni giorno è differente dagli altri. Oggi, da qualche parte, un tesoro ti aspetta. Può essere un breve sorriso, può essere una grande vittoria - non importa. Niente è noioso, perché tutto cambia costantemente. Il tedio non fa parte del mondo. Il poeta T. S. Eliot scrisse: 'Cammina tante strade, ritorna alla tua casa, e vedi ogni cosa come se fosse la prima volta".

PAROLA DI DIO: 1Re 17,1-6; Sal 120; Mt, 5,1-12

 

Vangelo   Mt 5, 1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così, infatti, perseguitarono i profeti che furono prima di voi». Parola del Signore

 

“BEATI...”

“Beati voi…”, “beato chi…” Il Vangelo è disseminato di promesse di beatitudine: quasi ogni pagina ne contiene una, tanto da esserne uno dei principali motivi che ne accompagnano ogni pagina. Dunque, dietro questa parola, annuncio di gioia e di felicità, può compiersi il nostro destino di cristiani. È allo stesso tempo un invito e un annuncio, una promessa e un inizio di vita nuova, la constatazione di una ovvia conseguenza. Si potrebbe quasi pensare ad un “indice di beatitudine”, per scoprire quanto sangue evangelico ci scorre nelle vene!

Non c’è vangelo senza beatitudine, non può esserci cristiano senza felicità, non possono esistere santi malinconici. La tristezza è bandita da Gesù. Anzi, è trasformata… in un seme di gioia.

 

 

MARTEDI’ 7 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Antonio M. Gianelli; S. Colman; B. Anna di S. Bartolomeo

Una scheggia di preghiera:

 

RISPLENDANO IN NOI I TUOI DONI, O SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Non siamo il prodotto casuale e senza senso dell'evoluzione: ciascuno di noi è il frutto di un pensiero di Dio. (Papa Benedetto XVI)

SAGGEZZA POPOLARE: Il miglior modo di vendicarsi di un malvagio consiste nel non rassomigliargli per nulla.

UN ANEDDOTO: Santa Teresa d'Avila dice: «Ricorda: il Signore invitò tutti noi, e dal momento che Egli è pura verità - non possiamo dubitare del suo invito. Egli disse: "Vengano a me tutti coloro che sono assetati, ed Io gli darò da bere". Se l'invito non fosse stato per ciascuno di noi, il Signore avrebbe detto: "Vengano a me tutti quelli che lo desiderano, perché non avete niente da perdere. Ma darò da bere solo a coloro che sono preparati". Egli non impone condizioni. È sufficiente camminare e desiderare, e tutti riceveranno l'Acqua della Vita del Suo Amore».

PAROLA DI DIO: 1Re 17,7-16; Sal 4; Mt 5,13-16

 

Vangelo Mt 5,13-16

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli». Parola del Signore

 

“VOI SIETE IL SALE DELLA TERRA… VOI SIETE LA LUCE DEL MONDO”.

Proviamo a sentirle rivolte a noi personalmente queste parole. È Gesù che dice a me: “Tu sei il sale della terra… Tu sei la luce del mondo!”. Quale grande fiducia ha in noi il Signore. Se io guardo la mia vita mi accorgo che ci sono più domande che risposte, più ombre che luci, più debolezze che sicurezze… come faccio ad essere luce e gusto della vita per gli altri? È vero che di mio c’è molto poco, ma se credo a Gesù io sono il tempio dello Spirito Santo che Lui mi ha donato, io sono il Figlio che può dialogare con Dio suo Padre, io sono fatto a immagine e somiglianza di Dio, io posso rappresentare il volto di Cristo sulla terra. Tutte queste cose me le ha dette Lui, il Figlio di Dio morto e risorto per me e per tutti noi, mi ha anche detto che dove è carità e amore lì c’è Lui, che qualunque gesto fatto con amore è fatto a lui, che Lui sarà con noi per tutti i secoli. Allora non posso nascondere la sua luce, non chiudo in dispensa a doppia mandata il suo sale che può dar gusto alla vita di tante persone. Il cristiano non porta sé stesso, quando lo fa porta solo le proprie miserie, ma è chiamato a portare Gesù. Ci riuscirò allora nella misura in cui io scompaio per lasciare posto a Lui. Io ho difficoltà al perdono, ma Gesù perdona me e tutti i miei fratelli. Io ho difficoltà ad amare certe persone, ma Lui ama tutti e ciascuno in modo particolare, io ho difficoltà ad annunciare il Vangelo, ma se lascio parlare Lui, Lui riesce ad arrivare ad ogni cuore magari servendosi anche delle mie povertà e dei miei errori. Non perdiamoci d’animo: nonostante le nostre debolezze, ogni sforzo di bontà di amore evangelico non va perduto ma a suo tempo produce il frutto desiderato da Dio per il nostro bene e per quello dei fratelli.

 

 

MERCOLEDI’ 8 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Medardo; S. Fortunato; B. Nicola Medda

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', SEI L'ALFA E L'OMEGA, IL PRINCIPIO E LA FINE DI OGNI COSA.

 

HANNO DETTO: L'arte si ottiene quando la mano, il cuore e la mente lavorano assieme. (J. Ruskin)

SAGGEZZA POPOLARE: Non è il fiume che scorre, ma l'acqua, non è il tempo che passa, ma noi.

UN ANEDDOTO: Un maestro stava viaggiando con i suoi discepoli, quando notò che stavano discutendo tra loro su chi fosse il migliore. "Ho praticato la meditazione per quindici anni", disse uno. "Sono stato caritatevole fin da quando ho lasciato la casa dei miei genitori", disse un altro. A mezzogiorno, si fermarono sotto un melo per riposarsi. I rami dell'albero raggiungevano il terreno. "Quando un albero è carico di frutti, i suoi rami si piegano fino a toccare il terreno. Il vero saggio è colui che è umile. Gli stupidi credono sempre di essere migliori degli altri".

PAROLA DI DIO: 1Re 18,20-39; Sal 15; Mt 5,17-19

 

Vangelo Mt 5,17-19

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi, dunque, trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli». Parola del Signore

 

“NON CREDIATE CHE IO SIA VENUTO ABOLIRE LA LEGGE O I PROFETI”.

La legge ebraica, nell’interpretazione dei religiosi di allora era diventata soprattutto una serie di precetti da osservare. Dio aveva dato la legge come dono al popolo ma spesso gli uomini l’avevano fatta diventare norme fredde, da osservare per non incorrere in pene (un po’ come dire: “Pago le tasse, ma solo per non essere pizzicato dalla finanza”).

Gesù vuole aiutarci a ritrovare il vero senso liberante della legge e stabilisce un nuovo criterio di valutazione morale: l’intenzione personale. Posso anche osservare scrupolosamente tutti i dieci comandamenti ma se non lo faccio per amore non serve a nulla. Oppure posso anche trasgredire esteriormente qualche norma ma con retta intenzione e lì può esserci vero amore. Non è la legge che mi fa buono o cattivo: è il cuore che diventa determinante. Con l’osservanza esteriore delle leggi possiamo anche ingannare gli altri sulla nostra bontà, ma ricordiamoci che Dio vede il nostro cuore.

 

 

GIOVEDI’ 9 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Efrem; B. Anna Maria Taigi; B. Luigi Boccardo

Una scheggia di preghiera:

 

DAVANTI A TE, SIGNORE, NON VI È NULLA DI NASCOSTO.

 

HANNO DETTO: Se tutti ci accontentassimo del necessario e dessimo il superfluo al bisognoso, non ci sarebbe più né ricco né povero. (S. Basilio)

SAGGEZZA POPOLARE: Ciò che sei parla più forte di ciò che dici.

UN ANEDDOTO: Dice il maestro: "Se devi piangere, piangi come un bambino. Una volta sei stato un bambino, e una delle prime cose che hai imparato nella vita fu piangere, perché il pianto fa parte della vita. Non dimenticare di essere libero, e che mostrare le tue emozioni non è vergognoso. Urla, singhiozza forte, fai il chiasso che vuoi. Perché così è come piangono bambini, e loro conoscono il modo più veloce per confortare i loro cuori. Hai mai notato come i bambini smettono di piangere? Smettono perché qualcosa li distrae. Qualcosa li chiama alla prossima avventura. I bambini smettono di piangere velocemente. E così sarà per te. Ma solo se riesci a piangere come fanno i bambini".

PAROLA DI DIO: 1Re 18,41-46; Sal 64; Mt 5,20-26

 

Vangelo Mt 5,20-26

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geenna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!». Parola del Signore

 

"SE PRESENTI LA TUA OFFERTA SULL'ALTARE E LÌ TI RICORDI CHE TUO FRATELLO HA QUALCHE COSA CONTRO DI TE, LASCIA LÌ IL TUO DONO E VA PRIMA A RICONCILIARTI CON TUO FRATELLO".

Noi spesso ci lamentiamo che c'è poca gente che partecipa all'Eucaristia domenicale, ma se questa parola fosse presa alla lettera, almeno in un primo momento non dovrebbe esserci nessuno, prete compreso. Sono pochi, infatti, quelli che possono dire di non avercela con qualcuno, ancora meno quelli che possono dire che qualcun'altro non ce l'abbia con lui. Gesù però vuole principalmente insegnarci una cosa: non essere ipocrita! non nasconderti dietro la tua falsa giustizia, il tuo perbenismo, il tuo formalismo: le bugie puoi raccontarle al prossimo e facilmente ci crede; puoi raccontarle a te stesso e qualche volta ti illudi di crederci, ma al buon Dio proprio no! Colui che "ti scruta e ti conosce" sa il tuo bene e il tuo male, vede la realtà del tuo sforzo; con lui è meglio giocare a carte scoperte: qualche volta, invece che nascondersi e falsificare, è meglio dirgli sinceramente: "Signore non ce la faccio, aiutami!".

 

 

VENERDI’ 10 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Censurio; S. Landerico; B. Enrico da Bolzano

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AIUTACI A DIVENTARE EROI DEL QUOTIDIANO.

 

HANNO DETTO: Il mondo è fatto di scontenti, perché l'uomo non ha centrato la sorgente della sua felicità. L'uomo è pienamente felice solo se accende e tiene vivo il motore della sua vita: l'amore. (Chiara Lubich)

SAGGEZZA POPOLARE: È meglio quel che Dio manda che quel che l'uomo domanda.

UN ANEDDOTO: Un giorno un Re, dovette partire per un lungo viaggio e non volle lasciare incustodito il suo castello... allora promise al primo che si fosse reso disponibile di dare le chiavi del castello per poter utilizzare tutte le stanze e viverci finché non fosse tornato. Un giovanotto si rese disponibile. Il re diede a lui un bel mazzo di chiavi, ma presto il giovane si accorse che nel mazzo mancava una chiave, quella del portone principale che il Re chiuse prima di partire. Il giovane, quindi, fu costretto a vivere per lungo tempo prigioniero nel castello. È vero, aveva accesso ad ogni stanza, ma non aveva la possibilità di uscire dal castello né di far entrare nessuno. Questo per lui divenne motivo di grande tristezza. Possiamo avere tante chiavi nella nostra vita, ma senza la chiave principale, quella che ci fa uscire da noi stessi, dal nostro egoismo, dalla nostra pigrizia... senza quella chiave che si chiama Amore, resteremo prigionieri della nostra stessa vita.

PAROLA DI DIO:1Re 19,9a.11-16; Sal 26; Mt 5,27-32

 

Vangelo Mt 5,27-32

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna. Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio». Parola del Signore

 

“SE LA TUA MANO DESTRA TI È MOTIVO DI SCANDALO, TAGLIALA E GETTALA VIA DA TE…”

Gesù ci chiede di essere eroici nella nostra fede.

Quando ero ragazzo per me l’eroe era come i personaggi di Salgari, sempre pronti a battersi per vincere qualche ingiustizia. Oggi penso che l’autentico “eroe” sia l’uomo qualunque che ha pazienza, è l’umile che accetta il mistero della vita, il mistero della fede, il mistero dell’eternità. Eroe è l’operaio flagellato dalla vita; è la madre ricca di paura per l’avvenire e di lacrime; è il prete solitario e amato solo da Dio, dimenticato da tutti, tormentato dalla sua solitudine e assetato di bellezza; è il giovane che si apre alla vita e la trova amara e malinconica. Eroe è colui che crede fino allo spasimo all’amore di Dio, al progetto infallibile della provvidenza, al mistero dell’infinito e dell’onnipotente; eroe è colui che ogni giorno accetta con pazienza e con sorriso la vita e aspetta l’incontro con Cristo.

 

 

SABATO 11 GIUGNO: SAN BARNABA APOSTOLO

Tra i santi ricordati oggi: S. Paola Frassinetti

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, CHE I MIEI DONI SIANO PER TUTTI.

 

HANNO DETTO: La potenza delle leggi non dipende dalla severità di chi le applica, ma dalla saggezza che esse esprimono. (Rousseau)

SAGGEZZA POPOLARE: È più facile biasimare che fare meglio. (Proverbio tedesco)

UN ANEDDOTO: Il monastero sulla sponda del fiume Piedra è circondato da una splendida vegetazione, è una vera oasi all'interno dei campi sterili di quella parte della Spagna. Là, il piccolo fiume diventa una magnifica corrente, e si divide in dozzine di cascate. L'errante sta camminando nei dintorni, ascoltando la musica dell'acqua. Improvvisamente, una grotta - dietro una cascata - cattura la sua attenzione. Studia le rocce, consumate dal tempo, e guarda attentamente le amabili forme create pazientemente dalla natura. E trova un verso di R. Tagore scritto su una placca: "Non è stato un martello a rendere le rocce così perfette, ma l'acqua, con la sua dolcezza, la sua danza e il suo suono". Dove la forza può solo distruggere, la gentilezza può scolpire.

PAROLA DI DIO: At 11,21b-26; 13,1-3; Sal 97; Mt 10,7-13

 

Vangelo Mt 10,7-13

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa, ma, se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi». Parola del Signore

 

“STRADA FACENDO, PREDICATE, DICENDO CHE IL REGNO DEI CIELI È VICINO.”

Barnaba, che celebriamo oggi, è una delle figure di riferimento della primitiva comunità cristiana. La sua storia coinvolge e commuove ancora: Barnaba è diventato discepolo, ha venduto un campo per aiutare la comunità, è l’unico ad avere avuto il coraggio di andare a cercare Saulo e a garantire per lui. Lo ha accompagnato durante i suoi primi viaggi missionari e, soprattutto, è passato alla storia per essere un grande incoraggiatore. Figlio dell’esortazione, Barnaba ha saputo sostenere le neonate comunità cristiane pagane guardate con parecchia diffidenza da Gerusalemme. Di quanti “Barnaba” abbiamo bisogno, oggi! Nella Chiesa, anzitutto, dove è frequente incontrare persone severe, censori implacabili, spara sentenze che, in nome dell’ortodossia e della presunta tradizione rilasciano patentini di cattolicità. Ma anche nel mondo, dove lo scoramento sembra prevalere e si fa a gara per distruggere il positivo che riusciamo a costruire. Impegniamoci, oggi, a diventare anche noi “figli dell’esortazione”: a incoraggiare, ad aiutare gli altri a vedere le cose positive, i progressi che fanno, le cose buone che possiedono.

 

 

DOMENICA 12 GIUGNO: SS. TRINITA’

Tra i santi ricordati oggi: S. Onofrio; S. Gaspare Bertoni

Una scheggia di preghiera:

 

NEL NOME DEL PADRE E DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO.

 

HANNO DETTO: Smetti di cercare uno scopo. Lo scopo sei tu! (Wayne)

SAGGEZZA POPOLARE: L'amore è come una sigaretta accesa: guai a prenderlo dalla parte sbagliata!

UN ANEDDOTO: "Andiamo sulla montagna dove risiede Dio", disse un cavaliere a un suo amico. "Voglio provare che tutto ciò che Egli sa fare è chiederci di fare qualcosa, mentre non fa nulla per alleggerirci dalle responsabilità". "Bene, andrò là per dimostrare la mia fede", disse l'altro. Arrivarono alla cima della montagna la notte, e udirono una voce dall'oscurità: "Caricate sui vostri cavalli delle pietre". "Vedi?!", disse il primo cavaliere. "Dopo una scalata del genere, vuole farci portare un carico ancora più pesante. Non obbedirò!". Il secondo fece come gli era stato ordinato. Come raggiunse i piedi della montagna, era l'alba, e i primi raggi del sole splendevano sulle pietre che il pio cavaliere aveva portato: erano diamanti puri. Dice il maestro: "Le decisioni di Dio sono misteriose; ma sono sempre in nostro favore".

PAROLA DI DIO: Pr 8,22-31; Sal 8; Rm 5,1-5; Gv 16,12-15

 

Vangelo Gv 16,12-15 

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da sé stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». Parola del Signore

 

“LO SPIRITO DI VERITÀ VI GUIDERÀ ALLA VERITÀ TUTTA INTERA” 

Gesù ha lasciato i discepoli per ritornare dal Padre, nell'Eternità da dove era venuto. Lì ci attende per godere con lui, per sempre, della vita trinitaria: l'amore nella sua quintessenza. Ci si potrebbe sentire smarriti senza Gesù. Come pecore senza pastore. Come bambini orfani, privati della guida sicura dei genitori. Ma non è così. Gesù non ci ha abbandonato affatto, ci ha lasciato quanto di più prezioso aveva: il suo stesso Spirito, l'"alito" stesso della sua vita, il suo respiro. Noi cristiani possediamo in noi, grazie al battesimo, grazie alla morte in croce di Gesù, questo misterioso dono: lo Spirito stesso di Dio. È questo Spirito che ci anima, che ci fa vivere, che ci guida, che ci conforta, che ci dà coraggio, fortezza, speranza, soprattutto che ci rende capaci di amare e di non abbandonare mai la Verità: l'Amore di Dio. È un dono immenso, di cui non ci rendiamo conto, capace di trasformare profondamente la nostra vita. È come un raggio di sole che potentemente viene a illuminare e riscaldare una stanza buia e umida, rendendola bella e affascinante. Non ci resta che lasciar vivere in noi questo Spirito, e invocarlo continuamente: Vieni santo Spirito!

 

 

LUNEDI’ 13 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Antonio di Padova; S. Cetèo o Pellegrino

Una scheggia di preghiera

 

CIO' CHE È IMPOSSIBILE A ME, NON LO È A TE, SIGNORE ONNIPOTENTE.

 

HANNO DETTO: Più lontano si cerca il sapere, meno si apprende. (Lao Tzu)

SAGGEZZA POPOLARE: Oggi tu dici al creato "Parlami del tuo Creatore"; nel mondo di là Dio ti dirà "Parlami del mio creato". (Detto musulmano)

UN ANEDDOTO: C'era una volta un uomo che acquistò una casa e impegnò tutto il suo tempo e le sue energie per farla diventare una reggia. Si alzava al mattino presto e subito al lavoro per realizzare la sua reggia. Passarono gli anni, la casa cambiò d'aspetto, ma questo non gli bastava, la voleva ancora più bella, così continuò con modifiche e ritocchi, tanto che la gente del suo paese diceva: «Ma come è cambiata questa casa» e questo rallegrava il proprietario. Questo signore aveva a cuore solo il suo progetto tanto che i compaesani bussarono alla sua casa per dirgli: «Il parroco vorrebbe vederti domenica in parrocchia». Ma lui non volle smuoversi dalla sua casa: «Ho da fare, devo finire qui, non mi scocciate». Altre persone gli fecero lo stesso annuncio ed ebbero la stessa risposta. Un giorno andò anche il parroco del paese a parlargli ed ebbe la stessa risposta. L'uomo terminò la sua villa e un giorno anche la morte bussò alla sua porta: «Stavolta devi venire per forza». E comparve alla presenza dell'Altissimo però non trovò posto dove sedersi e si domandò: «Mi scusi, non trovo un posto per sedermi». E il Signore rispose: «Ti ho mandato tante persone per farti venire ad occupare il tuo posto e tu non sei mai venuto. Ora se vuoi sederti devi usare per forza questa». E gli mostrò la prima pietra che usò per erigere la sua villa. Era una pietra piccola e scomoda e non dava possibilità di sedersi bene. L'uomo si lamentava e chiese se si potesse avere un'altra sedia. Il Signore gli disse: «Questa è la sedia che ti sei portato, hai fatto tutto tu, io non c'entro nulla».

PAROLA DI DIO: 1Re 21,1b-16; Sal 5; Mt 5,38-42

 

Vangelo Mt 5,38-42

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Dà a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle». Parola del Signore

“SE UNO TI DÀ UNO SCHIAFFO SULLA GUANCIA DESTRA, TU PORGIGLI ANCHE L’ALTRA”

Questi pochi versetti di Matteo del discorso della montagna di Gesù mi hanno (da) sempre convinto della verità del vangelo. Nessuna persona sana di mente si sognerebbe di inventarsi una cosa del genere, se volesse fondare una nuova religione. Non è umano, non è possibile, è irrealizzabile (impossibile?) prendere alla lettera questa pagina. Eppure... Gesù osa, sfida, alza il tiro, giunge al paradosso: l'amore verso il Padre, la logica del Regno può, davvero, produrre l'impossibile. E così è accaduto, lungo i secoli, dove cristiani hanno osato il vangelo, mettendo in crisi, col proprio comportamento, i luoghi comuni, le prassi acquisite, le leggi della natura. Persone che hanno donato la vita per i persecutori, perseguitati che hanno acceso fiammelle di luce e di speranza nel delirio della coscienza... Attenti, però, a non cadere in un pericoloso lassismo, in un vuoto vittimismo, è un comportamento virile e adulto quello che Gesù chiede. Quando riceverà uno schiaffo dal soldato, durante il processo in Giovanni, Gesù chiederà: «Perché mi schiaffeggi?», senza porgere l'altra guancia!

 

“AVETE INTESO CHE FU DETTO: OCCHIO PER OCCHIO, DENTE PER DENTE; MA IO VI DICO DI NON OPPORVI AL MALVAGIO.

Bisogna riconoscere che lo spirito di vendetta, una legge del taglione a nostra misura, è ben radicato nel cuore dell’uomo, in tutti noi: “Chi me la fa, me la deve pagare”. Ebbene Gesù esclude qualsiasi rivalsa: non solo la vendetta effettiva, ma anche il desiderio di vendetta. Sembra impossibile. Vedendoci tanto lontani da questo ideale ci sentiamo tentati di voltar pagina e accusare Gesù di essere un sognatore. Eppure, la strada proposta è la vera liberazione dell’uomo. Un non cristiano come Gandhi vi ha visto un programma e la non-violenza è stata tradotta in atteggiamenti concreti che hanno rivoluzionato verso la libertà la vita di milioni di uomini. Restituire bene per male, amare gli altri malgrado la loro malevolenza, amare a fondo perduto, è l’amore più grande e autentico, quello che Cristo praticò e ci insegnò, l’amore che rende credibile il Vangelo.

 

 

MARTEDI’ 14 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Valerio e Rufino; S. Metodio

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU SEI PADRE DI TUTTI, ANCHE DEL MIO NEMICO.

 

HANNO DETTO: Non cedere fratello e non gettarti nella disperazione perché questa è la grande gioia del demonio. (Giovanni di Gaza)

SAGGEZZA POPOLARE: L’uomo non può prendere due sentieri alla volta. (Proverbio del Mali)

UN ANEDDOTO: Il discepolo disse al suo maestro: "Ho trascorso la maggior parte del giorno pensando cose che non avrei dovuto pensare, desiderando cose che non avrei dovuto desiderare e a preparare piani che non dovrebbero essere fatti". Il maestro invitò il discepolo a fare una passeggiata con lui nella foresta dietro la sua casa. Lungo il cammino, indicò una pianta, e chiese al discepolo se ne conoscesse il nome. "Belladonna", disse il discepolo. "Può uccidere chiunque mangi le sue foglie". "Ma non può uccidere nessuno che semplicemente la osservi", disse il maestro. "Allo stesso modo, desideri negativi non possono causare del male se non permetti a te stesso di esserne sedotto".

PAROLA DI DIO: 1Re 21,17-29; Sal 50; Mt 5,43-48

 

Vangelo Mt 5,43-48

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». Parola del Signore

 

“AMATE I VOSTRI NEMICI E PREGATE PER QUELLI CHE VI PERSEGUITANO”

Gesù ci stima talmente, ha talmente fiducia in noi che non gli bastiamo come persone ordinarie, ci vuole straordinari. Il brano che abbiamo letto oggi è un crescendo: prima Gesù ci dice di non odiare, poi di amare, poi di amare i propri nemici, poi di rifarci nel nostro agire a quello di Dio “che fa sorgere il suo sole sui buoni e sui cattivi sui giusti e sugli ingiusti”, e alla fine arriva il compito più arduo: quello di “essere perfetti come il Padre nostro Celeste”. Programma esaltante, ma anche, a prima vista impossibile. Chi è che umanamente può essere capace di amare il nemico che proprio in quel momento lo sta denigrando e distruggendo? 

Tra l’altro può aver senso una cosa del genere o non va contro la natura stessa che spesso d’istinto, per difendersi, deve aggredire?

Gesù non chiede a noi ciò che può essere impossibile per la nostra umanità, ma ci indica delle strade e ci propone anche i mezzi per poterci arrivare. Amare i propri nemici non vuol dire essere delle persone indifferenti al male. Anche Gesù non si comporta così: accetta con dolore e fatica la propria sofferenza, dice con chiarezza quello che è male e quello che bene, parla di un premio e di un castigo che ci sarà come conseguenza delle proprie scelte, ma non risponde né con l’odio né con la violenza anzi, trasforma il male che i suoi nemici gli stanno facendo in un atto di amore per tutti, loro compresi, se vorranno accoglierlo. Ma come è riuscito Gesù a fare questo?

Perché ha guardato a Dio suo Padre ed ha fatto come Lui. Se per noi è estremamente difficile amare il nostro nemico è solo guardando a Dio e a Gesù che riusciremo a disarmare la rabbia e l’odio, è solo con la sua forza che allontaneremo la voglia di vendetta, è solo pensando alla misericordia che Dio sta usando con me che riuscirò a rivedere anche nel nemico il volto  pur difficile di un mio fratello ed è nell’equilibrio tra amore e giustizia, partendo dall’umiltà che potrò iniziare il mio cammino di trasformazione della vendetta in perdono, dell’odio in amore.

 

 

MERCOLEDI’ 15 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Vito; B. Luigi M. Palazzolo

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, DI INCONTRARTI

 

HANNO DETTO: Se il Signore avesse ritenuto qualche età non favorevole alla conversione non avrebbe inviato operai nella vigna in orari diversi. (Fulgenzio di Ruspe)

SAGGEZZA POPOLARE: Una mezza verità è una bugia intera. (proverbio dell'Arabia saudita)

UN ANEDDOTO: Il discepolo si avvicinò al suo maestro: "Per anni sono stato alla ricerca dell'illuminazione", disse. "Sento che sono vicino a raggiungerla. Ho bisogno di sapere qual è il prossimo passo". "Come ti mantieni?", chiese il maestro. "Non ho ancora imparato ad essere autonomo; i miei genitori mi aiutano. Ma quello è solo un dettaglio". "Il tuo prossimo passo è guardare direttamente al sole per mezzo minuto", disse il maestro. Il discepolo obbedì. Quando passarono i trenta secondi, il maestro chiese di descrivere ciò che li circondava. "Non riesco a vedere. Il sole mi ha accecato la vista", disse il discepolo. "Un uomo che cerca solo la luce, evitando le proprie responsabilità, non troverà mai l'illuminazione. E uno che tiene i propri occhi fissi sul sole rimane cieco", fu il commento del maestro.

PAROLA DI DIO: 2Re 2,1.6-14; Sal 30; Mt 6,1-6.16-18

 

Vangelo Mt 6,1-6. 16-18

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto, e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profumati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà». Parola del Signore

 

QUANDO TU PREGHI, ENTRA NELLA TUA CAMERA, CHIUDI LA PORTA E PREGA IL PADRE TUO, CHE È NEL SEGRETO”

Spesso ascolto confidenze intorno a quello che, per certuni, è la difficoltà del pregare. Effettivamente nella società chiassosa (per tanti motivi) in cui viviamo la preghiera non è la realtà più facile del mondo. Gesù stesso ha invitato a "pregare sempre" però qui ci indica una modalità che consente al cuore di entrare di un'atmosfera di calma, di silenzio. L'invito di Gesù è molto concreto: se entri nella camera, provvedi a chiudere la porta. Se no si infilano da te i rumori, le voci: tutto un succedersi di richiami a ciò che con la preghiera non c'entra affatto. "Prega il Padre tuo nel segreto". Com'è bello e umanissimo anche questo invito. La preghiera ha a che fare con l'amore. E l'amore, quando è comunicazione intensa e profonda, vuole riservatezza e niente e nessuno intorno. Sei a tu per tu con il Tuo Creatore Padre della vita. Serra anche la porta del cuore, perché il mondo non vi entri come distrazione e insensato richiamo a cose, situazioni e persone. Solo da ultimo entrerà nella tua preghiera il mondo intero. Solo allora potrai prenderlo con te per consegnarlo al Padre in una preghiera, forte d'intercessione, viva d'affetto per tutti.

 

 

GIOVEDI’ 16 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Quirico e Giuditta; S. Aureliano; B. Maria Teresa Scherer

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE NOSTRO, CHE SEI NEI CIELI, SIA SANTIFICATO IL TUO NOME.

 

HANNO DETTO: Niente abbassa tanto il livello della conversazione quanto l'alzare la voce. (Stanley Korowitz)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando non c’è più avena nel trogolo i cavalli si combattono tra di loro. (proverbio francese)

UN ANEDDOTO: Uno straniero incontrò il Padre Superiore nel monastero di Sceta. "Voglio rendere la mia vita migliore", disse. "Ma non riesco a trattenermi dall'avere dei pensieri peccaminosi". Il Padre notò che il vento stava soffiando forte fuori, e disse allo straniero: "Fa piuttosto caldo qui. Mi chiedo se tu potessi trattenere un po' di vento là fuori e portarlo qui per rinfrescare la stanza". È impossibile", rispose lo straniero. È impossibile anche tenere sé stessi dal pensare cose che offendono Dio", rispose il monaco. "Ma, se sai come dire di no alle tentazioni, non ti causeranno alcun danno".

PAROLA DI DIO: Sir 48,1-14; Sal 96; Mt 6,7-15

 

Vangelo Mt 6,7-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi, infatti, perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi, ma, se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe». Parola del Signore

 

“PADRE NOSTRO CHE SEI NEI CIELI, SIA SANTIFICATO IL TUO NOME”

Il nome per gli Ebrei non è un’astrazione filosofica, ma ciò che riassume ed esprime l’essere all’esterno: tutto ciò che esiste ha un nome; ciò che non esiste non ha nome. Presentandosi con un nome Dio si rivela all’uomo con una sua personalità capace di entrare in comunicazione con lui. Il nome di Dio è sinonimo, quindi di Dio stesso. Santificare il nome di Dio non significa quindi aggiungere qualcosa a Lui (è già il Santo) ma lasciare che Lui manifesti pienamente la sua santità su noi e nel mondo. Dio manifesta il suo nome e chiama per nome l’uomo. in questo noi siamo partecipi della sua santità e chiamati ad essere santi che si preoccupano con la propria vita della gloria di Dio. Chissà se chi ci vede si sente invogliato a lodare Dio?

 

 

VENERDI’ 17 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Raniero; S. Nicandro e Marciano; B. Paolo Buralo

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI LA MIA VITA, ALTRO IO NON HO.

 

HANNO DETTO: La ragione sopporta le difficoltà, il coraggio le combatte e la pazienza le vince. (Madame de Sevigné)

SAGGEZZA POPOLARE: Ben farebbe ridere quel gatto che si facesse far nidi di sorci nelle orecchie. (proverbio tedesco)

UN ANEDDOTO: Disse un filo d'erba a una foglia d'autunno: «Fai un tale rumore, cadendo! disperdi tutti i miei sogni invernali». Rispose, indignata, la foglia: «Tu che sei nato in basso e in basso vivi! Piccola cosa stizzosa e senza suono! tu non vivi nella regione, più elevata dell'aria e non distingui la musica dei canti». Poi la foglia d'autunno giacque sulla terra e si addormentò. E quando venne la primavera si svegliò ed era un filo d'erba. E quando venne l'autunno e il sonno invernale fu sopra di lei, e su di lei per tutta l'aria intorno presero a cadere le foglie, brontolò tra sé: «Queste foglie d'autunno! Fanno un tale rumore! Disperdono tutti i miei sogni invernali».

PAROLA DI DIO: 2Re 11,1-4.9-18.20; Sal 131; Mt 6,19-23

 

Vangelo Mt 6,19-23

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso, ma, se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!». Parola del Signore

 

“DOV’È IL TUO TESORO, LÀ SARÀ ANCHE IL TUO CUORE”

Dov'è il nostro tesoro?

Qual è la cosa a cui teniamo maggiormente?

Verso cosa orientiamo le nostre energie?

Lì è il nostro cuore, dice Gesù. E se, malauguratamente, il nostro tesoro è un conto in banca o il profitto, se il nostro rapporto col denaro è poco equilibrato, non funzionale, allora il nostro cuore è legato al portafoglio. La ricchezza è un dono di Dio. Ma ci è data perché sia condivisa. E, soprattutto, la ricchezza inganna perché promette cose che non riesce a mantenere. Fatichiamo ad ammettere i nostri limiti, a guardare alla nostra vita con lo sguardo di Dio, a giudicare e discernere quello che facciamo alla luce della Parola. Esiste un'ombra in ciascuno di noi ma se la guardiamo con gli occhiali scuri, certamente non riusciamo a riconoscerla. Il nostro mondo ci insegna ad essere feroci nel giudicare gli altri. Ed eccessivamente indulgenti nel giudicare noi stessi. La frequentazione della Parola, una preghiera vissuta nel quotidiano, la possibilità, ove possibile, di confrontarci con qualche fratello più anziano nella vita interiore, ci aiutano ad avere la luce sufficiente per avere uno sguardo limpido e onesto su noi stessi.

 

 

SABATO 18 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Gregorio Barbarigo; S. Calogero; S. Leonzio

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE, SIGNORE, HO TUTTO.

 

HANNO DETTO: Ho l'impressione che le nostre città siano fortemente anemiche, spiritualmente superficiali, con un tasso di vita interiore molto povero. (Don Tonino Bello)

SAGGEZZA POPOLARE: Il pigro è il fratello gemello del mendicante. (proverbio russo)

UN ANEDDOTO: Fenelon perse tutti i suoi libri a causa di un incendio. A Chi si diceva dispiaciuto per lui disse: “Preferisco che siano bruciati i miei libri piuttosto che la capanna di un povero”.

PAROLA DI DIO: 2Cr 24,17-25; Sal 88; Mt 6,24-34

 

Vangelo Mt 6,24-34

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure, il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure, io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di sé stesso. A ciascun giorno basta la sua pena». Parola del Signore

 

“NON AFFANNATEVI… CERCATE PRIMA IL REGNO DI DIO E LA SUA GIUSTIZIA E TUTTE QUESTE COSE VI SARANNO DATE IN AGGIUNTA”.

E poi venite a dirmi il Vangelo non è anche un ottimo medicinale per la nostra vita!

La buona notizia di Gesù che ci presenta Dio come un Padre buono che si interessa a noi, che è Provvidenza, che ha a cuore il nostro vivere oltre che riempirci il cuore e quindi farci bene in tutti i sensi non diventa anche un ottimo antidoto contro l’ansia e tutte le sue conseguenze di paure, di pessimismo, di depressione. È vero che Gesù con l’annuncio della Provvidenza divina non vuol dirci che noi non dobbiamo fare la nostra parte e mettere gioiosamente in pratica tutti i doni che ci sono stati dati, ma è anche vero che se noi mettiamo in scala i valori del Vangelo rimane poco posto per le false preoccupazioni: se Dio è il mio tesoro, la mia meta, mi preoccupo molto meno delle cose, non ne divengo schiavo e so gustarle anche meglio. Se scopro che siamo tutti figli di Dio, il prossimo non è prima di tutto un nemico da combattere o da superare ma un fratello (magari difficile) con cui camminare, le apparenze esteriori lasciano spazio alla verità dell’essere, le ansie cessano perché riposo in Colui che è e che può tutto e che vuole il mio bene un po’ di “terapia evangelica” ci renderebbe più sereni e forse anche psicologi e psichiatri avrebbero meno clienti e più tempo per dire al mondo la bellezza del vivere.

 

 

DOMENICA 19 GIUGNO: CORPO E SANGUE DI CRISTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Romualdo

Una scheggia di preghiera:

 

SEI TU, SIGNORE, IL PANE, UN CIBO SEI PER NOI.

 

HANNO DETTO: L'ambizione s'attacca più facilmente alle anime piccole che alle grandi, come il fuoco si appicca più facilmente alla paglia e alle capanne che ai palazzi. (Nicolas de Chamfort)

SAGGEZZA POPOLARE: Ci lamentiamo sempre che i giorni sono corti, ma ci comportiamo come se non avessero mai fine. (proverbio serbo)

UN ANEDDOTO: C'era una pacifica tribù che viveva in pianura ai piedi delle Ande. Un giorno, una feroce banda di predoni, che aveva il covo nascosto tra le vertiginose vette delle montagne, attaccò il villaggio. In mezzo al bottino che portarono via c'era anche un bambino, figlio di una famiglia della tribù di pianura, e lo portarono con loro in montagna. La gente di pianura non sapeva come fare a scalare la montagna. Non conoscevano nessuno dei sentieri usati dalla gente di montagna, non sapevano come trovare quella gente o come trovare le loro tracce su quel terreno scosceso. Ciò nonostante, mandarono un gruppo di uomini, i loro migliori guerrieri, a scalare la montagna per riportare a casa il bambino. Gli uomini cominciarono la scalata prima in un modo, poi in un altro. Provarono un sentiero, poi un altro. Dopo diversi giorni di duri sforzi, erano riusciti ad andare solo un centinaio di metri su per la montagna. Sentendosi completamente impotenti, gli uomini di pianura si diedero per vinti e si prepararono a tornare al villaggio giù in basso. Mentre stavano per fare marcia indietro videro la madre del bambino che veniva verso di loro. Si accorsero che stava scendendo dalla montagna che loro non erano riusciti a scalare. E poi videro che portava il bambino in una sacca dietro le spalle. Uno degli uomini del gruppo la salutò e disse: «Non siamo riusciti a scalare questa montagna. Come hai fatto tu a riuscirci quando noi, che siamo gli uomini più forti del villaggio, non ce l'abbiamo fatta?». La donna scrollò le spalle e disse: «Non era il vostro bambino!».

PAROLA DI DIO: Gen 14,18-20; Sal 109; 1Cor 11,23-26; Lc 9,11b-17

 

Vangelo Lc 9,11b-17

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C'erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste. Parola del Signore

 

“TUTTI MANGIARONO A SAZIETÀ E FURONO PORTATI VIA I PEZZI LORO AVANZATI: DODICI CESTE.”

Oggi la chiesa celebra solennemente la presenza del suo Signore nelle specie eucaristiche. È il suo unico grande tesoro. Urge riscoprire in questo tempo, davanti ad essa, per chi e per cosa vogliamo vivere. Urge far ritornare l'eucaristia al centro della propria vita. Se Gesù-eucaristia torna al centro, qualsiasi cosa accada, la vita diventa un inno di ringraziamento a Lui. Se torna al centro, il suo stile di vita, quello dell'amore che si dona e condivide tutto, mi avvince e mi forma. Se torna al centro, la preghiera davanti al tabernacolo diventa indispensabile. Se torna al centro, la messa, da evento domenicale che “subisco” guardando l'orologio, diventa un'ora indispensabile da dedicare all'intimo dialogo con il Signore. Se torna al centro, da riunione di sconosciuti che si relazionano con uno sconosciuto, diventa fulcro di relazioni fraterne generate da Dio a una vita nuova. Se torna al centro, la chiesa, comunità di credenti, diventa testimonianza credibile che contagia anche coloro che non abitano in essa. Potrei continuare, ma mi fermo qui. Facciamo tornare Gesù-eucaristia al centro della nostra tavola.

 

 

LUNEDI’ 20 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Gobano; S. Giovanni da Matera; B. Margherita Ebner

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' MISERICORDIOSO, ABBIATE PIETA' DI NOI.

 

HANNO DETTO: L'ateismo è più sulle labbra che nel cuore dell'uomo. (Francesco Bacone)

SAGGEZZA POPOLARE: Troppi cuochi rovinano il sugo. (proverbio svedese)

UN ANEDDOTO: Plutarco racconta che Demonace si opponeva sistematicamente a ogni nuova legge. Gliene domandarono la ragione, ed egli rispose: “Le leggi non correggono i cattivi, e i buoni non ne hanno bisogno: dunque sono inutili.”

PAROLA DI DIO: 2Re 17,5-8.13-15a.18; Sal 59; Mt 7,1-5

 

Vangelo Mt 7,1-5

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello». Parola del Signore

 

“NON GIUDICATE, PER NON ESSERE GIUDICATI; PERCHÉ CON IL GIUDIZIO CON IL QUALE GIUDICATE SARETE GIUDICATI VOI E CON LA MISURA CON LA QUALE MISURATE SARÀ MISURATO A VOI. PERCHÉ GUARDI LA PAGLIUZZA CHE È NELL’OCCHIO DEL TUO FRATELLO, E NON TI ACCORGI DELLA TRAVE CHE È NEL TUO OCCHIO?”.

Gesù non ci chiede di vivere senza apprezzare le cose e gli atti con obiettività. Il male resta male e il bene, bene; ma perché “non giudicare” o giudicare benignamente?

La prima ragione, è che noi abbiamo bisogno a nostra volta di perdono e di giudizio indulgente da parte di Dio e il modo per ottenerlo è proprio quello di cominciare ad applicare questa misericordia nei confronti del nostro prossimo. La seconda ragione per “non giudicare” è quella per cui noi siamo incapaci di “vedere” veramente nel cuore degli altri. Nel nostro cuore noi crediamo di veder chiaro e per noi riusciamo anche a trovare tutta una serie di scusanti, ma riusciamo a conoscere le cause e i motivi di un certo agire del nostro prossimo?

Conosciamo noi la sua storia, il suo carattere, le esperienze vissute...?

Noi non abbiamo mai in mano tutte le capacità di poter essere totalmente obiettivi. Solo Dio conosce veramente il cuore, non è dunque più giusto lasciare a Lui il giudizio?

 

 

MARTEDI’ 21 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Luigi Gonzaga; S. Rodolfo; B. Tommaso di Orvieto

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE, GESU', TUTTO CAMBIA.

 

HANNO DETTO: Non dare agli altri ciò che non ti importa di perdere. (Giovanni Boine)

SAGGEZZA POPOLARE: Un fiume è grande quando non riesci ad attraversarlo. (proverbio della Nuova Zelanda)

UN ANEDDOTO: Dionigi era un nobile greco che faceva parte dell'Areopago, l'alta magistratura ateniese. Un giorno se ne stava in Egitto a passeggiare, quando sopravvenne un terribile uragano: il sole si oscurò subitamente e, nella notte tenebrosa che ne successe, la terra tremò fortemente. Dionigi esclamò: “In questo momento avviene una rivoluzione nelle cose divine.” Quell'oscuramento infatti era lo stesso che accompagnò la morte di Gesù in Gerusalemme. In seguito, Dionigi sentì predicare San Paolo e si convertì, e divenne San Dionigi l'Areopagita

PAROLA DI DIO: 2Re 19,9b-11.14-21.31-35a.36; Sal 47; Mt 7,6.12-14

 

Vangelo Mt 7,6.12-14

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa, infatti, è la Legge e i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!». Parola del Signore

 

“ENTRATE PER LA PORTA STRETTA, PERCHE’ LARGA È LA PORTA E SPAZIOSA LA VIA CHE CONDUCE ALLA PERDIZIONE”.

Spesso i cristiani hanno paura di questa porta stretta. Perché?

Perché per loro questa porta significa rassegnazione, rinuncia, sottomissione, perché considerano il cristianesimo come una religione dalle leggi moraleggianti, da cui sono escluse gioia e libertà. Eppure, Gesù non è un padrone duro, che esige dall’umanità un cammino di sofferenza. Lui ha amato tanto sia noi personalmente che la nostra umanità che ha dato la sua vita. San Paolo, nella lettera agli Efesini dice: “L’amore di Cristo sorpassa ogni conoscenza”. Per mezzo di questo amore Gesù vuol liberare l’uomo dal male e dargli la sua gioia e la sua pace. La porta stretta, dunque, non è un invito alla sofferenza per la sofferenza ma un invito a capire l’amore vero che richiede di essere accolto e di essere donato. Per far questo occorre cambiare mentalità, modo di vivere, in cui la solitudine diventa essere con Dio, la superficialità profondità di vita, l’indifferenza scelte concrete in favore dell’altro, il disprezzo rispetto, il rancore si cambia in perdono. Sottomettersi a un Dio perfetto, piuttosto che rimanere schiavo dell’uomo e delle sue imperfezioni, è veramente un triste cristianesimo?

Abbiamo facoltà di decidere se la porta e la via che conducono alla vita sono troppo anguste e strette per noi, o se accettiamo di lasciarci guidare dalla mano di Gesù. Non ci ha forse Egli preceduto in questa via?

 

 

MERCOLEDI’ 22 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Paolino di Nola; Ss. Giovanni Fisher e Tommaso Moro

Una scheggia di preghiera:

 

SPIRITO DI DIO DONACI IL GIUSTO DISCERNIMENTO.

 

HANNO DETTO: Sto diventando sorda. Un giorno forse non capirò più niente di quello che gli altri dicono. Ma che importa? Sentirò sempre la voce dell'anima: è questa che conta. (Benedetta Bianchi Porro)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi non sa comprendere uno sguardo non potrà capire lunghe spiegazioni. (proverbio arabo)

UN ANEDDOTO: Un racconto di Kalil Gibran: Due uomini percorrevano la valle. Uno dei due, additando il fianco della montagna, disse: “Vedi quell’eremo? Lassù vive un uomo che da tempo si è separato dal mondo. Ogni sua aspirazione si concentra in Dio, e nient’altro cerca su questa terra”. E l’altro disse: “Non troverà Dio finché non lascerà l’eremo e la solitudine del ritiro e non ritornerà nel nostro mondo per dividere con noi gioia e dolore, per danzare con i nostri ballerini alle feste di nozze, e per piangere con quelli che piangono intorno alle bare dei nostri morti”. Il suo compagno, pur essendone convinto nell’intimo, rispose: “Sono d’accordo con tutto ciò che dici. Però ritengo l’eremita un uomo buono. E non può essere che giovi più un buono con la sua assenza che non l’apparente bontà di molti?”.

PAROLA DI DIO: 2Re 22,8-13; 23,1-3; Sal 118; Mt 7,15-20

 

Vangelo Mt 7,15-20

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete». Parola del Signore

 

“GUARDATEVI DAI FALSI PROFETI CHE VENGONO A VOI IN VESTI DI PECORE, MA DENTRO SON LUPI RAPACI: DAI LORO FRUTTI LI RICONOSCERETE”.

Non dobbiamo stupirci, spaventarci, scandalizzarci. Gesù ce lo ha detto: anche in mezzo alle comunità dei fedeli ci sono “falsi profeti”. Non ci spaventi dunque lo scoprire che anche in mezzo alle gerarchie della Chiesa si possono trovare “lupi rapaci”, che certi sedicenti cristiani impegnati che soavemente parlano di Vangelo, che dicono di voler costruire insieme la comunità, sono poi impegnati unicamente a ricercare il proprio prestigio, il proprio potere e a distruggere tutto quello che magari altri con fatica hanno cercato di mettere insieme. Ma se non dobbiamo stupirci di questo fatto, dobbiamo però essere molto attenti a questi personaggi per non cadere nelle loro grinfie e dare così adito al male che essi generano di crescere ancora maggiormente. Gesù dice: “li riconoscerete dai loro frutti” e tutta la sapienza del Vangelo ci insegna a riconoscere i frutti buoni da quelli cattivi. Alcuni esempi: Qualunque frutto anche apparentemente buono se è coperto di ipocrisia diventa velenoso. Attenti, dunque, a quei personaggi che si vogliono mostrare migliori degli altri, che dicono di avere la verità e la impongono, che giudicano e condannano ma trovano poi tutte le scappatoie per sé stessi. Attenti a quelli che dicono: “Partite!”, ma si prendono ben guardia di muovere un passo. Attenti anche a quelle false umiltà pelose per cui ci vien detto: “Io non conto nulla”, perché noi possiamo dir loro: “Non è vero!”. Attenti a coloro che si fanno sempre passare per vittime di tutti i mali degli altri. Attenti a coloro che giudicano senza remissione, ma attenti anche a quelli che invitano gli altri ad aver misericordia solo per nascondere le proprie magagne. Attenti a quelli che lisciano troppo il potere solo perché lo vogliono per sé stessi. Attenti a coloro che dicono di essere sempre poveri: vogliono solo carpire soldi. Attenti a lasciarci ingannare da due parole dolci che sono solo l’antipasto del veleno che ci viene propinato. Ci siamo detti di stare attenti davanti ai frutti velenosi dei falsi profeti, ma attenti! Lo stesso discorso vale anche per noi!

 

 

GIOVEDI’ 23 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Giuseppe Cafasso; S. Lanfranco; B. Maria R. Cimatti

Una scheggia di preghiera:

 

TU SOLO, GESU', SEI LA VIA, LA VERITA' E LA VITA.

 

HANNO DETTO: Quel che vi è di più orrendo al mondo è la giustizia separata dalla carità. (François Mauriac)

SAGGEZZA POPOLARE: Dove è il ricco là c’è il povero. Ma dove c’è giustizia, là sono tutti fratelli. (proverbio arabo)

UN ANEDDOTO: Tra i gruppi di soldati che San Giovanni XXIII ricevette in Vaticano, figurò una volta una delegazione di paracadutisti francesi. San Giovanni disse loro: “Voi imparate con tanto entusiasmo come si fa a cadere dal cielo; non vorrei però che dimenticaste come si fa a risalirvi”.

PAROLA DI DIO: 2Re 24,8-17; Sal 78; Mt 7,21-29

 

Vangelo Mt 7,21-29

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demoni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande». Quando Gesù ebbe finito questi discorsi, le folle restarono stupite del suo insegnamento: egli, infatti, insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi. Parola del Signore

 

CHIUNQUE ASCOLTA QUESTE MIE PAROLE E LE METTE IN PRATICA, È SIMILE A UN UOMO SAGGIO CHE HA COSTRUITO LA SUA CASA SULLA ROCCIA

La parabola della casa sulla roccia o sulla sabbia ha valenza universale. Ognuno di noi costruisce bene o male. Non si trascorre la vita senza fare qualcosa. Ma spesso, agli occhi degli altri traspare solo ciò che è esterno: noi presentiamo agli altri la nostra facciata, le fondamenta ci sono o non ci sono, hanno consistenza reale o sono solo apparenze?

La verità della nostra costruzione viene evidenziata dalle avversità. La casa sta in piedi o meno nelle tempeste. Davanti alla prova vien fuori la nostra fede, in bene o in male. Posso nascondermi dietro l’attivismo, dietro le parole ma quando, toccato nel vivo, devo dare testimonianza con i fatti, viene fuori la realtà del mio essere. E poi, davanti a Dio si costruisce solo sulla verità. La verità è “Lui”, nella sua volontà fatta giorno per giorno, istante per istante. E non basta dire o far apparire di appartenere a Lui.

 

 

VENERDI’ 24 GIUGNO: SACRATISSIMO CUORE DI GESU’

Tra i santi ricordati oggi: S. Teodolfo

Una scheggia di preghiera:

 

PRENDIMI PER MANO, DIO MIO, GUIDAMI NEL MONDO A MODO TUO.

 

HANNO DETTO: Le nostre miserie e le nostre debolezze derivano solo dall'appoggiarsi su di noi. (S. Teresa D'Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: La grandezza fugge chi la cerca, e segue chi la fugge. (Talmud)

UN ANEDDOTO: Un compagno di partito pregò una volta Sandro Pertini di ricevere un costruttore edile che aveva bisogno di «un consiglio». Durante il colloquio costui disse: Compagno Pertini, se mi aiuti a ottenere dall' Amministrazione l'appalto per questo lavoro, ci sono dieci milioni per te e dieci per il partito. Pertini indignato si alzò in piedi ed esclamò: - Sei un mascalzone, fuori di qua! L'uomo protestò ma egli rispose: Tu mi offendi, e se non te ne vai ti faccio arrestare!

PAROLA DI DIO: Ez 34,11-16; Sal 22; Rm 5,5b-11; Lc 15,3-7

 

Vangelo Lc 15,3-7

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai farisei e agli scribi questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti, i quali non hanno bisogno di conversione». Parola del Signore

 

QUANDO L’HA TROVATA (LA PECORELLA SMARRITA), PIENO DI GIOIA SE LA CARICA SULLE SPALLE”

Certe immagini ti rimangono fisse nella vita. Ricordo un fatto della mia infanzia che poi ho sempre associato all’immagine del buon pastore che porta sulle sue spalle la pecorella ritrovata e del suo Cuore, addirittura aperto, per amarci meglio. Bambino di tre o quattro anni camminavo con mio padre e con un contadino nostro amico in mezzo ad un campo di mais. Improvvisamente vidi il contadino infilare la sua roncola in un piccolo fosso e ritirarla con una biscia che, gettata a terra, si affrettò a decapitare. Mi irrigidii. La paura, il terrore mi avevano immobilizzato. Gridavo. Le mie mani si erano attaccate ai vestiti di mio padre. Allora lui mi prese in braccio, cercò di calmarmi con pochi risultati e poi mi disse: “Adesso hai le gambe dure, hai paura di mettere i piedi a terra. Ti metto sulle mie spalle. Cammino io per te. E tu non guardare più in giù, a terra, ma guarda in alto, verso l’azzurro del cielo”.

Se hai sbagliato, se il terrore è entrato in te, se ti accorgi di essere immobilizzato, lasciati prendere in braccio da Gesù, il buon Pastore. Lui è venuto non per sgridarti, ma per prenderti in braccio e per farti vedere dall’alto, dove le cose si vedono diversamente e dove soprattutto i tuoi occhi possono confondersi con il cielo.

 

 

SABATO 25 GIUGNO: NATIVITÀ DI SAN GIOVANNI BATTISTA

Tra i santi ricordati oggi: S. Massimo

Una scheggia di preghiera:

 

PARLACI ANCORA, SIGNORE, ATTRAVERSO I TUOI TESTIMONI.

 

HANNO DETTO: Se per lungo tempo si trascura di pregare, Dio finisce per morire, non in sé stesso, perché è per essenza il Vivente, l'Eterno e l'Immortale, ma nel cuore dell'uomo Dio muore come pianta rinsecchita che si è trascurato di bagnare. Quando si finisce di pregare, Dio finisce per diventare nessuno. (Ignacio Larranaga)

SAGGEZZA POPOLARE: Imparare un mestiere, se non ti fa arricchire, ti allunga la vita. (prov. arabo)

UN ANEDDOTO: Un'antica storia mediorientale racconta di un uomo così buono e disinteressato che Dio decide di premiarlo. Chiama un angelo, e gli dice di andare da lui e domandargli che cosa vuole: qualsiasi desiderio sarà esaudito. L'angelo compare all'uomo gentile e gli comunica la buona notizia. Ma l'uomo gentile risponde: «Io sono già felice. Ho già tutto ciò che desidero». L'angelo gli fa capire che con Dio bisogna avere tatto: se ci fa un regalo, è meglio accettare. Allora l'uomo gentile risponde: «Va bene: voglio che tutti quelli che entrano in contatto con me si sentano bene. Però non voglio saperne nulla». Da quel momento dove l'uomo gentile passava, le piante avvizzite rifiorivano, gli animali più malandati si riavevano, i malati guarivano, gli infelici venivano sollevati dai loro terribili fardelli, chi litigava faceva la pace e chi aveva un problema riusciva a risolverlo. Ma tutto questo avveniva dietro di lui, nella sua scia, senza che egli ne sapesse niente. Non c'erano da parte sua né orgoglio per il bene compiuto né aspettative di alcun genere. Ignaro e contento, l'uomo gentile camminava per le vie del mondo regalando la felicità.

PAROLA DI DIO: Is 49,1-6; Sal 138; At 13,22-26; Lc 1,57-66.80

 

Vangelo Lc 1,57-66.80

Dal vangelo secondo Luca

Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele. Parola del Signore

 

“VISSE IN REGIONI DESERTE FINO AL GIORNO DELLA SUA MANIFESTAZIONE A ISRAELE

Oggi, festa di Giovanni Battista, proprio davanti alla figura di questo ultimo profeta dell’Antico Testamento, gigante della fede, viene opportuna una riflessione sul profetismo oggi

Chi sono i profeti?

Alle volte si pensa che siano persone che predicono il futuro... no, quelli sono gli indovini!

I profeti sono amici di Dio che, animati nel profondo dallo Spirito Santo, indicano al popolo l'interpretazione di eventi, ammoniscono, scuotono, a volte anche con metodi piuttosto inusuali e rudi. Alcune considerazioni, allora. I profeti esistono ancora, sono presenti in mezzo a noi. Uomini e donne che vivono il Vangelo con tale coinvolgente semplicità e convinzione da diventare un segno di conversione per noi tutti. Quella coppia che allarga la propria casa per prendere in affido un bimbo, quel giovane che dedica il pomeriggio a tenere i ragazzi e a educarli alla vita, quel consacrato che consuma giorni e salute a dare speranza ai disperati... siamo circondati da silenziosi testimoni, da migliaia di profeti che danno testimonianza a Gesù!

Accogliere profeti e quanto ci insegnano significa scrutare, interrogarsi, non dare per scontata la vita di fede e la fedeltà al vangelo. Tempi nuovi chiedono modi nuovi di vivere ed annunciare il Vangelo. I profeti hanno faticato e tribolato per scrutare i segni dei tempi. Le nostre comunità lo fanno?

Lo vogliono fare?

Sicuramente come comunità siamo chiamati a riscoprire il nostro ruolo profetico. Non basta inanellare la consueta litania di Messa-sacramenti-devozione per diventare testimoni: è urgente, vitale riappropriarsi del ruolo profetico-scomodo della Chiesa per il mondo d'oggi. Guai ad una Chiesa che è sempre dalla parte del forte!

Occorre davvero riscoprire la grazia del camminare con i poveri, del denunciare le ingiustizie, del proporre evangelicamente cammini di conversione. Ciascuno di noi è chiamato a diventare profeta, a diventare segno là dove vive, ad essere almeno un po' trasparenza di Dio. Mi viene in mente il sospiro di Mosè che, commentando il fatto che alcuni profetizzavano senza suo permesso, sognava: "fossero tutti profeti i figli di Israele!"

 

 

DOMENICA 26 GIUGNO: 13^ DOMENICA T.O. ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Giovanni e Paolo

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', AIUTACI A PERSEVERARE CON TE.

 

HANNO DETTO: Dio è come uno specchio; lo specchio è sempre lo stesso, ma chiunque lo guarda vede una cosa diversa. (Fabio Garau)

SAGGEZZA POPOLARE: Gli aquiloni hanno bisogno di vento contrario per alzarsi.

UN ANEDDOTO: In una storia buddhista un pappagallo vuole salvare gli animali della foresta accerchiati da un terribile incendio, perciò si immerge nel fiume, poi vola sopra l'incendio e batte le ali, sperando che le poche gocce che riesce a gettare sul fuoco possano spegnerlo. Anche nel nostro caso le nostre poche gocce non possono salvare il mondo. L'incendio divampa sempre più vasto e più furioso. Gli animali urlano terrorizzati, il pappagallo è coperto di fuliggine e stremato dal continuo andirivieni. Anche noi a volte ci troviamo davanti a situazioni drammatiche e insolubili, a problemi molto più grandi di noi. Il pappagallo non demorde, tanto che a un certo punto gli dèi, questi dèi così spesso distratti e indifferenti al dolore, di fronte alla sua buona volontà e al suo eroismo si commuovono. Le loro lacrime, cadendo sulla Terra, diventano pioggia, una pioggia benefica che spegne l'incendio, un balsamo miracoloso che rincuora e rigenera gli animali spaventati. Sulla furia devastatrice del fuoco ha vinto la dedizione del pappagallo. Ha vinto il cuore.

PAROLA DI DIO: 1Re 19,16b.19-21; Sal 15; Gal 5,1.13-18; Lc 9,51-62

 

Vangelo Lc 9,51-62

Dal vangelo secondo Luca

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio. Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio». Parola del Signore

 

GESÙ PRESE LA FERMA DECISIONE DI METTERSI IN CAMMINO VERSO GERUSALEMME”.

Gesù va ‘decisamente” verso la sua missione che comporta la passione. Non è facile accettare la strada della croce, della prova e anche Gesù ha provato la ribellione umana verso il male con tutte le sue conseguenze di dolore, ma accetta la sua strada perché la vede come piano d’amore del Padre per la salvezza di noi, suoi fratelli. Noi, invece, troppo spesso ci lasciamo paralizzare dalle incertezze, dalle paure. Siamo indecisi a tutto. Vorremmo buttarci a seguire Gesù, ma abbiamo paura di comprometterci troppo, di perdere qualcosa. Magari partiamo anche ma garantendoci una via di ritorno. Cristo invece è deciso ed esige decisione. Ama chi è deciso a rompere con il passato (“lascia che i morti seppelliscano i loro morti”). Ama chi è deciso ad andare fino in fondo (“nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio”). Gesù non offre garanzie di beni terreni a chi lo segue ma la libertà interiore.

 

 

LUNEDI’ 27 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Cirillo di Alessandria; S. Arialdo

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', PRENDIMI COME SONO E TRASFORMAMI A MODO TUO.

 

HANNO DETTO: L'odio è la catena più grave insieme e più abbietta, con la quale l'uomo possa legarsi all'uomo. (Ugo Foscolo)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando è finita la raccolta dei datteri ciascuno ha da ridire sulla palma. (Proverbio arabo)

UN ANEDDOTO: Tanto tempo fa tutti i bambini vivevano nel Paradiso. Un giorno Dio disse loro: «La terra è vuota e triste ed io ho pensato di mandare voi a popolarla». Un gruppo di bambini disse: «Noi vorremmo portare la musica del Paradiso». E Dio creò gli uccelli. Un altro gruppo disse: «Noi vorremmo portare i colori del Paradiso». E Dio creò i fiori. Altri bambini dissero: «Noi vorremmo il cielo del Paradiso sulla Terra». E Dio creò il mare. Un bambino molto piccolo e timido disse: «Io vorrei avere vicino a me qualcuno che mi ami e mi aiuti a camminare nella vita». E Dio mandò nel mondo la mamma.

PAROLA DI DIO: Am 2,6-10.13-16; Sal 49; Mt 8,18-22

 

Vangelo Mt 8,18-22

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva. Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti». Parola del Signore

 

“LE VOLPI HANNO LE LORO TANE E GLI UCCELLI DEL CIELO I LORO NIDI, MA IL FIGLIO DELL’UOMO NON HA DOVE POSARE IL CAPO”. (Mt. 8,20)

Ripensando a questa parola di Gesù mi sono venute in mente due persone concrete che incontrai al tempo del seminario minore. Uno era un uomo di una certa età che mi disse: “Bravo, hai fatto bene ad entrare in seminario e a volerti far prete. Costerà qualche sacrificio, ma poi, vedrai, sei sistemato per tutta la vita, non ti mancherà mai niente, e, alla fin fine, potrai fare sempre quello che vorrai”. Un altro era uno di quei preti che, pur di procacciare vocazioni, infioravano il sacerdozio credendo di renderlo più appetibile, e diceva: “I sacerdoti sono i prediletti di Gesù, e Gesù rende facile la loro via, anche nelle difficoltà è sempre presente e risolve Lui i loro problemi”. Grazie al cielo, poi ho incontrato anche altre persone che con realismo mi hanno messo davanti la pagina di Vangelo odierno che, beninteso, non riguarda soltanto le vocazioni sacerdotali ma chiunque voglia mettersi al seguito di Gesù. Andare dietro a Gesù non significa scegliere la via più facile, non è aver tutti i problemi risolti, non è neppure aver capito più di altri o avere la risposta a tutti i dubbi della vita, e non è neanche che il Maestro sia così facile, comprensibile, facilmente disposto al miracolo. Gesù attrae perché è l’uomo libero, Gesù ti porta alla fede in Lui  come vero Figlio di Dio, Gesù ha promesse allettanti, ma Gesù chiede scelte radicali, Lui non ha schemi prefissati, se ti metti a seguirlo non sai esattamente dove ti porterà e che cosa ti chiederà; con Lui, di certo non hai risolto i problemi economici come intende il mondo, anzi rischi la povertà; Lui te lo dice chiaro: “non ha un sasso dove posare il capo”, “Se hanno fatto questo al legno verde che cosa non faranno al legno secco”, vi condurranno davanti ai loro tribunali (e sta parlando di tribunali religiosi) e uccidendovi penseranno di aver fatto del bene!”

Non si può proprio dire che Gesù abbia indorato la pillola per chiederci di seguirlo. Eppure, quante persone lo hanno seguito fino a dare la propria vita!

Signore, tu nel proporti come mio maestro sei stato chiaro e mi hai messo davanti le difficoltà, ebbene io voglio seguirti, ma con altrettanto realismo ti dico i rischi a cui vai incontro nel prendermi come discepolo: sono uno che soffre di facili entusiasmi e che alle prime difficoltà si spegne con altrettanta facilità; devi stare attento a me perché sono uno che si lascia spesso portare via dalle prime voci suadenti che incontra, e qualche volta corro dietro alle farfalle; dico di essere disposto a seguirti ovunque, ma spesso mi piacciono le comodità e mi attacco facilmente alle cose. E Gesù risponde a me e a te: “Non ho scelto Pietro perché era il più furbo, il più intelligente, sapevo benissimo che mi avrebbe rinnegato, ho corso con Lui il rischio che si mettesse davanti a me, al mio posto, per farmi fare ciò che non era volontà di Dio; ho scelto Paolo che era un grand’uomo, ma con un caratterino! ho chiamato un pubblico peccatore, Matteo, uno zelota, i due fratelli che erano soprannominati “Figli del tuono”, per la loro irruenza… ho chiesto loro solo di amare… Tu sei disposto a cercare di amare con tutto il cuore? Allora, vieni!

 

 

MARTEDI’ 28 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: S. Ireneo; S. Vincenza Gerosa; S. Paolo I

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE SALVACI, SIAMO PERDUTI!

 

HANNO DETTO: Non tutte le nubi fanno tempesta. (W. Shakespeare)

SAGGEZZA POPOLARE: I malanni e i viaggi ti fanno riconoscere gli amici (proverbio tedesco)

UN ANEDDOTO: Un viandante passò da un paese. La gente era al lavoro: gli uomini nei campi, le donne al lavatoio, i bambini a scuola. Non c’era che un agnellino per la strada: brucava l’erba tra i sassi e suonava un campanello. — Benedetto questo paese — disse il viandante — che invece di un cane mette di guardia un agnello. La pace è meglio custodita dall’innocenza che dalla forza.

PAROLA DI DIO: Am 3,1-8; 4,11-12; Sal 5; Mt 8,23-27

 

Vangelo Mt 8,23-27

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, essendo Gesù salito su una barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco scatenarsi nel mare una tempesta così violenta che la barca era ricoperta dalle onde; ed egli dormiva. Allora, accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, uomini di poca fede?» Quindi levatosi, sgridò i venti e il mare e si fece una grande bonaccia. I presenti furono presi da stupore e dicevano: «Chi è mai costui al quale i venti e il mare obbediscono?». Parola del Signore

 

“ALLORA, ACCOSTATISI A LUI, LO SVEGLIARONO DICENDO: «SALVACI, SIGNORE, SIAMO PERDUTI!”

Nel racconto evangelico Gesù calma la tempesta, nella storia quotidiana non sempre avviene così neanche andando con tutta la nostra fede e paura a “svegliare il Signore”. La fede in Cristo, nel suo amore per noi, nella sua passione, nella sua risurrezione, ci dà però la capacità di ‘vedere lontano’ e di ‘vedere dentro’. Con Gesù noi non ci fermiamo a ciò che succede nel momento, alla sofferenza presente, all’immediato non intervento del Signore, alle apparenti ingiustizie e vittorie del male, noi sappiamo che la vittoria finale è di Dio, che il bene di Dio alla fine, magari non nel modo con cui ce lo aspetteremmo noi, vincerà. E con Gesù noi guardiamo dentro ai fatti, non visti solo più come succedersi fatale di eventi, ma come segni difficili ma provvidenziali. Con Gesù il cristiano continua a gioire, a soffrire, ad aver paura come tutti, ma anche a fidarsi, a vivere in prima persona ogni evento della propria vita, a rinnovare ogni giorno la sua fede in un Dio che essendo Padre non può che volere il bene finale del proprio figlio.

 

 

MERCOLEDI’ 29 GIUGNO: Ss. PIETRO E PAOLO

Tra i santi ricordati oggi: S. Siro; B. Raimondo Lullo

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI IL CRISTO, IL FIGLIO DEL DIO VIVENTE.

 

HANNO DETTO: Un animo puro non si vergogna dell'amore, ma si vergogna che questo non sia totale. (F. Hegel)

SAGGEZZA POPOLARE: Quattro le cose che non si possono nascondere a lungo: il sapere, la stupidità, la ricchezza e la povertà. (Anonimo)

UN ANEDDOTO: Un certo barbiere di Firenze, vedendo un povero pellegrino, che passava per via, così lo invitò: Vieni! Che barba lunga! Quegli rispose: Che vuoi? Non ho soldi per questo. Soggiunse il barbiere: Vieni qua, ti raderò lo stesso, per amor di Dio! Il pellegrino si mise sotto. Ma l’acqua era ghiaccia, il sapone scarso, il rasoio sfilato, la mano distratta. Il povero pellegrino fu conciato, come se dovesse servire di riscontro a S. Bartolomeo. Piangeva e gemeva, quando il cane del barbiere sulla strada si mise ad uggiolare. Fallo chetare!  disse il barbiere al garzone. Quegli andò, ma il cane guaiva peggio di prima. Ma che diamine ha ‘stamattina? esclamò il barbiere in collera. Intervenne il pellegrino, sospirando: Ah! . . . Forse fanno al tuo cane ... la barba, per amore di Dio! (D. Guerrazzi)

PAROLA DI DIO: At 12,1-11; Sal 33; 2Tm 4,6-8.17-18; Mt 16,13-19

 

Vangelo Mt 16,13-19

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Parola del Signore

 

“RISPOSE SIMON PIETRO: TU SEI IL CRISTO IL FIGLIO DEL DIO VIVENTE”.

Certamente la festa di oggi ci riporta all’origine della nostra fede e ci invita a professare la stessa fede di Pietro nel Cristo, il Figlio del Dio vivente, riconoscendo nel vescovo di Roma il successore di Pietro che garantisce l’unità dei credenti; certamente pensare a Paolo e al suo apostolato ci sprona a trovare l’entusiasmo per la testimonianza, ma questa festa può anche farci fare una riflessione piccola, che però ritengo importante e rasserenante. Si può essere santi ed avere idee diverse? 

Penso, guardando alla schiera dei santi e beati della Chiesa, vi siate resi conto che ci sono tanti modi di vivere la santità e che possono manifestare Gesù Cristo sia vescovi e papi, sia umili ragazze, sia monaci e suore alcuni votati fin dall’infanzia, altri arrivati alla fede dopo esperienze diverse, laici e bambini. Si può diventar santi in secoli di Inquisizione, come nei momenti delle rivoluzioni, si può essere santi nei momenti di pace o in mezzo alle guerre, si può sottolineare maggiormente il valore della sofferenza o quello della gioia… Pietro e Paolo sono molto diversi, uno è un pescatore dalla cultura molto limitata, ma capace di concretezza, l’altro è un fine uomo di cultura, il primo manifesta i suoi sentimenti in modo evidente, l’altro li ha affinati alla luce dell’ebraismo, uno è credente, in cerca di un Messia che ancora non sa bene identificare, l’altro un integralista disposto ad uccidere pur di salvare il rigore della fede, uno ha la visione del Regno di Dio chiusa tra le mura del suo popolo l’altro sente l’urgenza della universalità. E questi due vengono anche a parole: Paolo in una delle sue lettere ci racconta del proprio rispetto nei confronti di Pietro e ci dice di essere andato a consultarlo per essere sicuro della fede che annunziava ma nello stesso tempo ci dice anche di essersi opposto a lui a viso aperto. Ecco allora la risposta alla nostra domanda: la santità non è uno stampino o una sopravveste uguale per tutti che possiamo indossare per essere tutti uguali davanti a Dio; l’unità non significa uniformità. Dio ci ama come siamo. Ognuno di noi è unico, ciascuno ha le sue radici, ognuno di noi è la storia dei propri avi, ognuno poi è stato forgiato dalla storia della propria vita, abbiamo ciascuno doni diversi, ciascuno di noi vive in situazioni diverse e con persone diverse e se Dio ama ciascuno in modo particolare anche la nostra risposta a Lui dovrà essere una risposta personale e particolare. La cosa che però ci accomuna è che vogliamo amare il Dio di Gesù al di sopra di ogni altra cosa. Puoi essere come Pietro, con un carattere impulsivo e riuscire a farti santo, puoi essere come Paolo e riuscire a farti santo nonostante la tua cultura, puoi sedere sul soglio di Pietro e cercare di farti santo come puoi essere casalinga sconosciuta e sapere che puoi amare Dio con tutto il tuo cuore. Nel cuore di Dio c’è spazio per tutti purché ci si senta amati da Lui e si voglia corrispondere a questo amore.

E si possono avere anche idee diverse?

La fede è una, Pietro è segno e garanzia di unità, ma per tutto il resto Dio non ci chiedere di vendere la nostra testa e la nostra storia all’ammasso. Se si mantiene la carità e l’amore e non l’interesse personale, è addirittura un dono avere idee diverse perché esse ci possono spronare ad amare meglio sia il Signore che i fratelli.

 

 

GIOVEDI’ 30 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Primi Martiri Chiesa romana; S. Adolfo; S. Marziale

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' RIPETIMELO ANCORA: CORAGGIO, I TUOI PECCATI SONO PERDONATI

 

HANNO DETTO: Verità e amore sono ali inseparabili, perché la verità non può volare senza amore, né può l'amore volare senza verità. (Sant'Efrem)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi conosce il proprio male è un gran medico. (proverbio piemontese)

UN ANEDDOTO: Da “Il quinto Evangelico” di M. Pomilio:

Dovete sapere che i santi del cielo, indignati a vedere gli uomini infedeli e dissoluti, un dì tennero consiglio per vedere in quale maniera convertirli. E lì, dopo molte dispute, uno propose che, siccome non era bastato che il Figlio di Dio fosse morto, ormai i santi dovevano muovere alla conquista della terra e ridurre a forza gli uomini a virtù e verità. Piacque il consiglio. I santi, formata gran legione, si mossero e in breve conquistarono l’intera terra. Affidarono il governo ai pochi giusti, che vi trovarono. Raccolsero invece i cattivi e i tardi a convertirsi in una gran valle, dove, eretti dei gran roghi, s’accinsero a sterminarli, affinché cessassero d’infettare il mondo. Era a tal fine ogni cosa apparecchiata, quando scorsero un uomo, che procedeva in mezzo agli altri, portando sulle spalle una croce e su quella domandando di venire appeso. Grave scandalo apparve ai santi che un comun peccatore domandasse la stessa morte del nostro Salvatore. Per cui, fattolo legare e accompagnatolo presso S. Pietro, costui conobbe che si trattava proprio di Cristo Gesù. Mostrò la sua meraviglia che il Figlio di Dio si trovasse confuso tra i peccatori. Gli rispose Gesù che, se ben si rammentava, il Figlio dell’uomo non era venuto a salvare i giusti, ma i peccatori. E aggiunse che era deciso a morire nuovamente per loro, visto che al mondo non c’era nessuno che liberasse i peccatori dall’ira dei santi. Confusi, ristettero i santi e, lasciata ogni altra cosa, presero Gesù e lo riportarono in cielo, dove lo tengono ancora legato, perché non torni in terra a dare scandalo.

PAROLA DI DIO: Am 7,10-17; Sal 18; Mt 9,1-8

 

Vangelo Mt 9,1-8

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati». Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa, infatti, è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “alzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: alzati – disse allora al paralitico, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua. Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini. Parola del Signore

 

“CORAGGIO, FIGLIO, TI SONO PERDONATI I PECCATI”. (Mt. 9,2)

Quanto è meraviglioso poter sentirci ripetere queste parole di Gesù: “ti sono perdonati tutti i peccati”. Tutto ciò che cercavamo di tenere nascosto perché umiliante, tutto ciò che ci faceva sentire meschini, bassi, vigliacchi, tutto è sparito, cancellato, dimenticato, ciò che era morto è rivitalizzato, siamo liberi, ci sentiamo più leggeri. Quante volte sono stato testimone diretto per me e per tante altre persone di questa liberazione, di questo sollievo. La vita ritorna a scorrere dove sembrava ci fosse solo più aridità, la speranza riprende vita dove ormai c’era solo più stanca abitudine, l’amore ha ritrovato il suo smalto e la sua forza. Mi chiedo: perché allora noi spesso ritardiamo questo momento di liberazione? 

Perché ci aggrappiamo a scuse o a false paure per non accostarci al Sacramento della Penitenza oppure perché lo banalizziamo rendendolo una lavanderia a gettone?

È vero che non è un Sacramento facile, che non è semplice riconoscersi peccatori, che andare a dire ad un’altra persona, peccatrice come me, i miei peccati può sembrare assurdo; è vero che neanche sempre i preti sono all’altezza del sacramento che gestiscono, ma volete mettere che cosa significa, sentirci amati da Dio al punto che Lui, nonostante i nostri errori e peccati, continua a fidarsi di noi, è disposto di nuovo a ricominciare un cammino con noi?

Che bello sentirsi dire: “Coraggio!”, quando la consapevolezza del male in noi ha fatto sorgere la paura che esso sia la parola definitiva del nostro vivere. Che bello, invece di sentire minacce, sentirsi incoraggiati, sentire che Dio non ha perso la fiducia in noi, che Lui sa e crede che noi possiamo farcela.

Poi Gesù dice: “Figlio”. Se sono figlio, anche se prodigo, continuo a sentire la nostalgia del Padre, del bello e del buono che c’è nella sua casa. Se Dio è solo il giudice terribile, non ho nessuna voglia di incontrarlo!

“Ti sono rimessi i tuoi peccati”. Dio mi perdona, Lui che il male lo ha vinto con l’amore crocifisso di Gesù, fa piazza pulita, cancella, dimentica, ricomincia da capo, si fida di me e questo non per scherzo. Quando Dio dice una parola questa è definitiva, per sempre.

     
     
 

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