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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

MAGGIO 2022

 

DOMENICA 1° MAGGIO: 3^ DOMENICA DI PASQUA ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: San Giuseppe lavoratore

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU LO SAI: TI VOGLIO BENE.

 

HANNO DETTO: Non fare critica negativa. Se non puoi lodare, taci. (Josemarìa Escrivà)

SAGGEZZA POPOLARE: Cento uomini possono fare un accampamento; ma ci vuole una madre per fare una casa.

UN ANEDDOTO: “Che cosa è Dio?”, domanda il bambino. La mamma lo stringe fra le braccia e gli chiede: “Che cosa provi?”. “Ti voglio bene”, risponde il bambino. “Ecco, Dio è questo”.

PAROLA DI DIO: At 5,27b-32.40b-41; Sal 29; Ap 5,11-14; Gv 21,1-19

 

Vangelo Gv 21, 1-19 [Forma Breve Gv 21, 1-14]

Dal vangelo secondo Giovanni

[In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca, ma quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.] Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi». Parola del Signore

 

“MI VUOI BENE?”

Mi piace che questo mese, dedicato alla Madonna, che comincia con la festa di Giuseppe umile lavoratore, abbia come inizio questa domanda che Gesù non solo rivolge a Pietro, ma anche a ciascuno di noi: “Mi vuoi bene?” 

Come non si può voler bene ad un Dio che ha voluto essere in tutto simile a me, che ha parlato la mia lingua, che mi ha presentato il “Dio degli eserciti”, “il Creatore e Signore di tutte le cose”, come Padre buono e misericordioso, che per coerenza e per amore nostro ha accettato di morire per noi, mentre eravamo peccatori, che è risorto per dirci che “dove sono, Io voglio siate anche voi”? E poi, quanti doni personali in ogni ora della mia vita: si, Signore, ti voglio bene! E tu lo sai! Nonostante gli egoismi, la superficialità, i peccati, le dimenticanze, il caratteraccio, ti voglio bene e vorrei dirtelo con il silenzio pieno di lavoro di Giuseppe, con l'amore materno di Maria: abbi pietà di noi e continua a volerci bene.

 

 

LUNEDI’ 2 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Atanasio; S. Antonio di Firenze; B. Guglielmo Tirry

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', DONACI UN CUORE A MISURA DEL TUO.

 

HANNO DETTO: La confessione allevia il peccato, mentre la dissimulazione lo aumenta. La confessione manifesta, infatti la disposizione alla riparazione, la dissimulazione invece alla ostinazione. (Tertulliano)

SAGGEZZA POPOLARE: Vivi una buona, onorevole vita. Quando sarai vecchio e penserai al passato, starai bene una seconda volta.

UN ANEDDOTO: A proposito di bambini, Paolo Colheo diceva: “Un bambino può insegnare sempre tre cose a un adulto: a essere contento senza motivo, a essere sempre occupato con qualcosa e a pretendere con ogni sua forza quello che desidera.”

PAROLA DI DIO: At 6,8-15; Sal 118; Gv 6,22-29

 

Vangelo Gv 6,22-29

Dal vangelo secondo Giovanni

Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberiade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafarnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». Parola del Signore

 

“VOI MI CERCATE PERCHE’ AVETE MANGIATO QUEI PANI E VI SIETE SAZIATI”.

Gesù sa che c’è il pericolo che la gente lo segua non per fede, ma per sete di miracoli. E il rischio è lo stesso anche oggi: cercare una religione per assicurarsi un paradiso, andare da Gesù quando si ha bisogno di una grazia, sperare in un Signore che risolva Lui i nostri problemi, che con qualche bel miracolo ci tolga dai nostri fastidi. Gesù non è un’agenzia di assicurazioni, un mago buono e neanche uno che si possa comprare con qualche preghiera o con qualche raccomandazione. Gesù è il Figlio di Dio, è “il pane che non perisce”. Non si va da Gesù per un miracolo, si va da Gesù per Lui, per incontrarlo, per lasciarci salvare, per amarlo; il miracolo avverrà dopo, quello di avere un cuore nuovo a misura del suo.

 

 

MARTEDI’ 3 MAGGIO: Ss. Filippo e Giacomo Apostoli

Tra i santi ricordati oggi: S. Giovenale

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE DI GESU' E PADRE NOSTRO: ABBI PIETA' DI NOI.

 

HANNO DETTO: La gioia non sta nelle cose, ma in noi. (Richard Wagner)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi ruba un uovo ruba un bue. (Proverbio francese)

UN ANEDDOTO: Un angelo scappò dal paradiso per trascorrere la giornata vagando sulla terra. Al tramonto decise di portarsi via dei ricordi di quella visita. In un giardino c'erano delle rose: colse le più belle e compose un mazzo da portare in paradiso. Un po' più in là un bambino sorrideva alla madre. Poiché il sorriso era molto più bello del mazzo di rose, prese anche quello. Stava per ripartire quando vide la mamma che guardava con amore il suo piccolo nella culla. L'amore fluiva come un fiume in piena e l'angelo disse a sé stesso: "L'amore di quella mamma è la cosa più bella che c'è sulla terra, perciò prenderò anche quello". Volò verso il cielo, ma prima di passare i cancelli perlacei, decise di esaminare i ricordi per vedere come si erano conservati durante il viaggio. I fiori erano appassiti, il sorriso del bambino era svanito, ma l'amore della mamma era ancora là in tutto il suo calore e la sua bellezza. Scartò i fior appassiti e il sorriso svanito, chiamò intorno a sé tutti gli ospiti del cielo disse: "Ecco l'unica cosa che ho trovato sulla terra e che ha mantenuto la sua bellezza nel viaggio per il paradiso: L'amore di una mamma".

PAROLA DI DIO: 1Cor 15,1-8a; Sal 18; Gv 14,6-14

 

Vangelo Gv 14,6-14

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù a Tommaso: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso, ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò». Parola del Signore

 

“GLI DISSE FILIPPO: SIGNORE, MOSTRACI IL PADRE E CI, BASTA”.

Filippo entusiasmato dai discorsi di Gesù, chiedeva a Lui di far vedere il Padre e forse si aspettava una di quelle manifestazioni grandiose, tipo quelle dell’Antico Testamento. Ma Dio non si rivela più attraverso lampi e tuoni, fuoco e terremoto, Egli ha preso un volto d’uomo, in Gesù Cristo, e d’ora in avanti bisognerà saper scorgere il volto di Dio attraverso il suo volto.

E noi, lontani negli anni dalla incarnazione di Gesù, dove possiamo vedere il Padre? Ancora nel volto di Cristo che si manifesta nel volto dei fratelli. Se sappiamo vedere Cristo in chi ha fame, sete, è ammalato, è in carcere, Lui a sua volta riconoscerà in noi dei fratelli, figli dello stesso Padre, e ci porterà definitivamente a Lui.

 

 

MERCOLEDI’ 4 MAGGIO: VENERAZIONE DELLA SINDONE

Tra i santi ricordati oggi: S. Antonina; S. Floriano; Ss. Silvano di Gaza e c.

Una scheggia di preghiera:

 

DIO LIBERATORE, DIO SALVATORE. PADRE NOSTRO.

 

HANNO DETTO: Alcuni si ricordano dell'educazione solo quando la pretendono dagli altri. (A. Graf)

SAGGEZZA POPOLARE: Acqua che non devi bere, lasciala scorrere. (Proverbio spagnolo)

UN ANEDDOTO: Una donna arrivò disperata dal suo ginecologo e disse: "Dottore, lei mi deve aiutare, ho un problema molto, ma molto serio... mio figlio ancora non ha ancora compiuto un anno ed io sono di nuovo incinta, non voglio altri figli in un così corto spazio di tempo, ma con qualche anno di differenza...". Allora il medico domandò: "Bene, allora lei cosa desidera che io faccia?". La signora rispose: "Voglio interrompere questa gravidanza e conto sul suo aiuto". Il medico allora iniziò a pensare e dopo un lungo silenzio disse: "Per risolvere il suo problema penso di aver trovato il metodo meno pericoloso per lei". La signora sorrise pensando che il medico avesse accettato la sua richiesta.  Il dottore continuò: "Allora cara signora, per risolvere il suo problema e non stare con due neonati in un così breve spazio di tempo, uccidiamo questo che è fra le sue braccia, così lei potrà riposare per nove mesi finché avrà l'altro. Se dobbiamo uccidere, non fa differenza fra questo o quell'altro, anche perché sacrificare questo che lei ha tra le sue braccia è molto più facile, perché non ci saranno rischi per lei". La donna rimase molto più che disperata e disse: "No dottore, uccidere un bambino è crimine!". Il dottore rispose: "Anch'io la penso come lei, ma lei era tanto convinta che ho pensato di aiutarla". Dopo alcune considerazioni, il dottore capì che la sua lezione aveva fatto il suo effetto, e riuscì a far capire alla madre che non c'era la minima differenza fra il figlio tenuto in braccio e quello dentro del suo ventre. Sorrise e disse: "Ci vediamo fra una settimana per la prima ecografia e per sentire il cuoricino del fratellino".

PAROLA DI DIO: At 8,1b-8; Sal 65; Gv 6,35-40

 

Vangelo Gv 6,35-40

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa, infatti, è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno». Parola del Signore

 

“QUESTA, INFATTI, È LA VOLONTA’ DEL PADRE MIO, CHE CHIUNQUE VEDE IL FIGLIO E CREDE IN LUI ABBIA LA VITA ETERNA”.

Certi modi di vedere Dio giudice non gli rendono giustizia. Capita spesso di incontrare fedeli e sacerdoti che vivono nel terrore dell’essere condannati da un Dio sempre pronto ad annotare nel suo libro ogni nostra più piccola mancanza per poterla, quasi con gusto sadico, punire, o su questa terra o con l’inferno. La volontà di Dio è la salvezza della Sua creatura. Tutta la Bibbia esprime questa sua volontà culminata in Gesù, Figlio di Dio incarnato. A Gesù è stato dato il compito e il potere di salvarci. Dio ci ha affidati nelle sue mani. Noi, per il Padre, valiamo il sangue che Gesù ha versato. Quindi Dio non è contro di noi, ma per noi. Se noi riconosciamo, accettiamo, viviamo il Figlio siamo destinati alla vita eterna.  Di Dio non si deve aver paura. Rispetto sì, giusto timore in quanto è l’Onnipotente, diverso da noi, ma paura no! Piuttosto, nel nostro tentativo di conformarci a Cristo, deve esserci l’attenzione a non chiudergli le porte: ecco il peccato, perché alla fine non sarà Dio a condannarci ma il nostro peccato di chiusura alla misericordia di Dio.

 

 

GIOVEDI’ 5 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Gottardo; S. Nunzio Sulprizio; B. Caterina Cittadini

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, DONACI SEMPRE IL TUO PANE.

 

HANNO DETTO: La cosa più bella che noi possiamo sperimentare è il mistero. (Albert Einstein)

SAGGEZZA POPOLARE: La buona coscienza è una festa continua. (Proverbio inglese)

UN ANEDDOTO: Questo racconto afferma che spesso si scoprono più utili delle cose lodate quelle che tu hai disprezzato. Il cervo dopo aver bevuto si fermò presso la fonte e vide nell’acqua la sua immagine. Lì mentre ammirava le ramose corna e biasimava l’eccessiva sottigliezza delle gambe, all’improvviso atterrito dalle voci dei cacciatori cominciò a fuggire e ingannò i cani con un agile corsa. Allora il bosco accolse la bestia selvatica, nel quale trattenuto dalle corna impigliate cominciò a essere sbranato dai mortali morsi dei cani. Allora, morendo si dice che abbia levato questo grido: «Oh me infelice che ora finalmente capisco quanto mi furono utili quelle cose che avevo disprezzato, e quanto dispiacere mi avevano dato le cose che avevo lodato».

PAROLA DI DIO: At 8,26-40; Sal 65; Gv 6,44-51

 

Vangelo Gv 6,44-51

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Parola del Signore

 

“IO SONO IL PANE DELLA VITA SE UNO MANGIA DI QUESTO PANE VIVRÀ IN ETERNO”

Nel nostro mondo c’è chi muore a causa della fame e chi mangia troppo. C’è chi fa diete terribili per mantenere la forma e chi finisce anoressico e non ha più voglia di mangiare. C’è chi è raffinato nel mangiare e chi mangia di corsa per sopravvivere. Ci hanno poi spesso abituati a mangiare adulterato che qualche volta non riconosciamo più il gusto genuino delle cose. E per i nostri desideri più profondi? Anche lì c’è chi fa finta non esistano, chi si ferma solo alla materialità, chi è formalista, chi pensa di non poter trovare un pane giusto per i propri bisogni. Anche qui poi spesso ci vengono presentati cibi adulterati. Troppo spesso ci hanno dato un pane adulterato, una sapienza che pretendevano definitiva, ma che ha mostrato il suo sapore di morte. Troppo spesso hanno preteso saziarci con vane parole, con dubbi gelidi e briciole d’olio ben congegnato. Ci lamentiamo che la fede è difficile, ma quanto spendiamo per alimentarla? Vogliamo che la nostra coscienza sia arbitro morale delle scelte della nostra vita, ma quanto alimentiamo la coscienza informandola rettamente?

Dio, in Gesù, si è fatto parola e pane per noi, ma quanto noi sentiamo il bisogno di accostarci a queste due mense per avere in noi la vita di Figli di Dio?

Come dicevamo già, spesso siamo più preoccupati per le cose che per il senso delle cose, più preoccupati per la salute fisica, che per il senso della vita, preferiamo magari dedicare un ora del nostro tempo dall’estetista o dal parrucchiere per curare il nostro aspetto esteriore e “non abbiamo tempo” per andare a ricevere il Pane della vita. Non stupiamoci poi se la nostra vita diventa asfittica, se la nostra fede si inaridisce, se nel momento della prova non troviamo più la forza di Dio in noi. Gesù si presenta come il Pane della vita: non il pane che soddisfa una delle tante fami dell’uomo, ma che viene a dare una risposta totale e definitiva a tutte le fami dell’uomo. È Lui che dobbiamo cercare se vogliamo davvero saziarci.

 

 

VENERDI’ 6 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Domenico Savio; S. Pietro Nolasco; S. Venerio; B. Anna Rosa Gattorno

Una scheggia di preghiera:

 

ECCO L'AGNELLO DI DIO CHE TOGLIE I PECCATI DEL MONDO.

 

HANNO DETTO: L'entusiasmo è il segreto di ogni successo. (P. Bourget)

SAGGEZZA POPOLARE: Attento mentre parli. Con le tue parole tu crei un mondo intorno a te. (Proverbio degli indiani d'America)

UN ANEDDOTO: Un principe molto ricco decise di costruire una chiesa per tutte le persone che abitavano nel villaggio. Era un bell'edificio elegante, posto sulla collina e dunque ben visibile a tutti. Ma aveva una stranezza: era senza finestre! Il giorno dell'inaugurazione, prima che il sacerdote cominciasse la celebrazione, il principe fece il suo discorso per consegnare il tempio alla comunità. Disse: “Questa chiesa sarà un luogo d'incontro con il Signore, che ci chiama a pregarlo ed a volerci bene. Vi chiederete come mai non sono state costruite finestre. Lo spiego subito. Quando ci sarà una celebrazione ad ogni persona che entra in chiesa, verrà consegnata una candela. Ognuno di noi ha un suo posto. Quando saremo tutti presenti, la chiesa risplenderà ed ogni suo angolo sarà illuminato. Quando invece mancherà qualcuno, una parte del tempio rimarrà in ombra”. Gli abitanti di quel villaggio furono molto grati al principe, che oltre ad essere ricco era anche molto saggio.  Ogni cristiano è luce per gli altri, ed ha un suo posto particolare nella comunità.

PAROLA DI DIO: At 9,1-20; Sal 116; Gv 6,52-59

 

Vangelo Gv 6,52-59

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao. Parola del Signore

 

“I GIUDEI SI MISERO A DISCUTERE ASPRAMENTE TRA DI LORO: COME PUO’ COSTUI DARCI LA SUA CARNE DA MANGIARE?”.

Sembrerebbe una fiaba e invece è la verità: Dio si è fatto pane nel Cristo. Dio viene a me nascosto in un pezzo di pane!

L’Eucaristia è questa povertà di Dio, è questo nascondimento ravvicinato di Dio. A pensarci bene c’è da rimanere allibiti e comprendiamo le perplessità dei contemporanei di Gesù, eppure il Dio che si è fatto storia di amore nell’Antico Testamento, è diventato presenza visibile e toccabile in Gesù. Potrebbe bastare!

All’uomo che cerca il suo appuntamento con Dio non mancano ora gli appuntamenti e i luoghi di incontro. Ebbene, l’inventività di Dio, la creatività di Dio ha trovato ancora un modo per concretizzare, attualizzare la sua Presenza in mezzo a noi, vicino a noi, a due passi da noi, dentro di noi. Si è trasformato in un pezzo di pane. Può essere difficile crederlo, ma Lui dal tabernacolo continua a dirmi: “Sono qui, non temere. Sono qui e ti amo, non aver paura dell’oscurità, sii bambino davanti alle mie parole. Io ho voluto diventare pane per farmi mangiare dagli uomini, perché mangiando me, mangino la vita eterna. Del resto, perché trovi strano che io abbia voluto diventare pane per amore?

Non hai mai fatto esperienza d’amore?

Quando hai amato, amato veramente, non hai desiderato diventare pane per chi ami?”

No, non è cosa strana l’Eucaristia: e la cosa più logica del mondo, è la storia del più grande amore che sia stato vissuto su questa terra da un uomo chiamato Gesù. Nell’Eucaristia ognuno lo può vedere, lo può toccare, lo può prendere, te ne puoi cibare perché l’Eucaristia è nutrimento. Gesù non è il capo del personale che mi osserva, è il fratello che mi nutre, è il cibo che mi trasforma. Mi cambia lasciandosi mangiare da me.

 

 

SABATO 7 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Domitilla; S. Rosa Venerini; S. Agostino Roscelli

Una scheggia di preghiera:

 

TU SOLO, GESU', HAI PAROLE DI VITA ETERNA.

 

HANNO DETTO: La falsa modestia è una ridicola forma di vanità. (P. La Rocca)

SAGGEZZA POPOLARE: La brevità è sorella del talento. (Detto russo)

UN ANEDDOTO: Oggi, un bimbo mi ha chiesto: “Ma il cuore sta sempre nello stesso posto, oppure, ogni tanto, si sposta? Va a destra e a sinistra?”  “No, il cuore resta sempre nello stesso posto, a sinistra”. Ed intanto pensò: “poi, un giorno, crescerai. Ed allora capirai che il cuore vive in mille posti diversi, senza abitare davvero nessun luogo. Ti sale in gola, quando sei emozionato. O precipita nello stomaco, quando hai paura, o sei ferito. Ci sono volte in cui accelera i suoi battiti, e sembra volerti uscire dal petto. Altre volte, invece, fa cambio col cervello. Crescendo, imparerai a prendere il tuo cuore per posarlo in altre mani. E, il più delle volte, ti tornerà indietro un po’ ammaccato. Ma tu non preoccupartene. Sarà bello uguale. O, forse, sarà più bello ancora. Questo però, lo capirai solo dopo molto, molto tempo. Ci saranno giorni in cui crederai di non averlo più, un cuore. Di averlo perso. E ti affannerai a cercarlo in un ricordo, in un profumo, nello sguardo di un passante, nelle vecchie tasche di un cappotto malandato.  Poi, ci sarà un altro giorno, un giorno un po’ diverso, un po’ speciale, un po’ importante quel giorno, capirai che non tutti hanno un cuore.”

PAROLA DI DIO: At 9,31-42; Sal 115; Gv 6,60-69

 

Vangelo Gv 6,60-69

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù, infatti, sapeva fin da principio chi fossero quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». Parola del Signore

 

VOLETE ANDARVENE ANCHE VOI?”. (Gv 6,67)

Gesù, pur essendo affascinante come persona e come messaggio, non è persona facile da accogliere, è esigente, dichiara apertamente di essere Figlio di Dio, parla di farsi mangiare, chiede di lasciare tutto per seguirlo. Alcuni dei discepoli, pur avendo visto i miracoli che comprovano il suo agire, non se la sentono di seguirlo fino in fondo e lo lasciano. Gesù sarà stato certamente dispiaciuto, ma i vangeli non riportano nessuna parola di Gesù contro queste persone e neppure corre loro dietro: Gesù è una proposta non un’imposizione. Quante volte ho visto persone entusiasmarsi davanti ad una pagina di Vangelo o partecipare entusiasti a qualche manifestazione religiosa (specialmente quelle che rispondono maggiormente ai propri gusti ed esigenze) e poi ho ritrovato queste stesse persone, tristi, rassegnate... Come mai?

Il Vangelo è esigente!

Certo è liberante, entusiasmante, ma poi... arriva il mistero, arriva la croce; la testimonianza cozza contro l’indifferenza, le paure prevalgono... Gesù ci chiedi troppo... Gesù non realizzi le nostre richieste, ci lasci soli... Molti discepoli si erano allontanati da Gesù per il suo “linguaggio duro” e Gesù chiede: “Volete andarvene anche voi?”

Quando ci riesce difficile conciliare il Vangelo con la vita; quando Dio non rientra più nei nostri schemi; quando tutto sembra dirci: vale la pena credere? quando Dio sembra essere latitante davanti al nostro dolore o muto davanti ai tanti perché: ecco il momento favorevole per la fede. Non hai più nulla di tuo su cui appoggiarti, non rischi di farti un Dio su tua misura e allora puoi scegliere Lui, la sua parola. Non sai neppure dove ti condurrà... questo però è proprio il momento di fidarti di Lui.

 

 

DOMENICA 8 MAGGIO: 4^ DOMENICA DI PASQUA ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: B.V. Maria di Pompei

Una scheggia di preghiera:

 

TU, SIGNORE, ABITI CON NOI E IN NOI.

 

HANNO DETTO: Cerca di non diventare un uomo di successo, ma un uomo di valore. (Albert Einstein)

SAGGEZZA POPOLARE: Nel folto della giungla possono essere celate splendide orchidee, sotto un tetto di paglia un futuro monarca.

UN ANEDDOTO: Un tale aveva un alloggio al pian terreno che dava su un vicolo stretto e buio. Annottava quando, per un guasto al suo impianto elettrico, rimase avvolto dalle tenebre. Allora cominciò ad annaspare incespicando. Fu preso dal panico e gridava: «Aiuto! Aiuto!». Proprio in quel momento passava di lì un amico. Sentì e s’affacciò alla finestrella di quel monolocale. Aveva acceso, intanto, il suo “accendino”. Rendendosi conto dell’accaduto, disse: «Ti faccio luce io. Mi ricordo che hai un’antica lampada a petrolio lì in mezzo, sul camino. Sta’ calmo, va al centro della tua casa». All’uomo non sembrò vero di potersi muovere pur con quella fioca luce, e subito trovò la lampada. L’amico gli prestò l’accendino allungando il braccio dalla finestra. La fiamma divampò sullo stoppino e ci fu una calda luce in tutto il monolocale. Non importa da dove ti viene l’accendino. Ricorda però che la lampada puoi accenderla solo tu, se vai con calma al centro del tuo cuore.

PAROLA DI DIO: At 13, 14.43-52; Sal 99; Ap 7,9.14b-17; Gv 10,27-30

 

Vangelo Gv 10,27-30

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola». Parola del Signore

 

“LE MIE PECORE ASCOLTANO LA MIA VOCE”.

Io ho poca memoria, difficilmente riesco a ricordarmi i nomi delle persone, ma capita spesso che sentendo una voce per telefono riesco a identificare chi sia. La voce è un po’ come le impronte digitali. Gesù ci dice che le sue pecore conoscono la sua voce. Ma io, questa sua voce riesco a identificarla?

Se siamo credenti, sappiamo che Gesù non ci lascia mai soli, che Dio non è un Dio muto ma continua a parlarci. I suoi modi di “farci sentire la sua voce” sono tanti. Dio ci parla attraverso la creazione, la coscienza, la Bibbia, i fatti della vita, i fratelli. La sua è una voce sommessa ma potente, può raggiungerci in un letto di ospedale o in mezzo alla folla, può parlarci attraverso una predica, la pagina di un libro, uno spettacolo televisivo, o attraverso gli occhi imploranti di un fratello. E la matrice di questa voce l’abbiamo già stampata nel cuore: siamo fatti da Lui, a sua immagine, siamo Tempio dello Spirito. Se stentiamo a riconoscerla è perché il cuore si è indurito, è perché non vogliamo riconoscerla.

 

 

LUNEDI’ 9 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Pacomio; B. Forte Gabrielli

Una scheggia di preghiera:

 

SEI IL MIO PASTORE, NULLA MI MANCHERA'.

 

HANNO DETTO: I giorni belli non mancano per nessuno: sono le vite belle che non si trovano facilmente. (Annie Dillard)

SAGGEZZA POPOLARE: La cortesia è per lo spirito ciò che la grazia è per il volto. (prov. francese)

UN ANEDDOTO: Abramo, ormai vecchissimo, era seduto su una stuoia nella sua tenda di capo tribù, quando vide sulla pista del deserto un angelo venirgli incontro. Ma quando l'angelo gli si fu avvicinato, Abramo ebbe un sussulto: non era l'angelo della vita, era l'angelo della morte. Appena gli fu di fronte Abramo si fece coraggio e gli disse: "Angelo della morte, ho una domanda da farti: io sono amico di Dio, hai mai visto un amico desiderare la morte dell'amico?". L'angelo rispose: "Sono io a farti una domanda: hai mai visto un innamorato rifiutare l'incontro con la persona amata?". Allora Abramo disse: "Angelo della morte, prendimi".

PAROLA DI DIO: At 11,1-18; Sal 41 e 42; Gv 10,1-10

 

Vangelo Gv 10,1-10 

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlasse loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti, ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza». Parola del Signore

 

“IO SONO LA PORTA DELLE PECORE”.

Leggendo oggi la frase di Gesù “lo sono la porta”, sorridendo mi è venuto in mente come sono le porte delle nostre case oggi: blindate, dotate di sofisticati sistemi antiladro, ma molto più spesso le nostre case sono blindate agli altri. Ci entrano sì gli amici, magari anche i conoscenti e i vicini per far vedere con quanto buon gusto abbiamo arredato la casa ma con strenuità difendiamo la nostra “privacy” da ogni ingerenza. Gesù, invece, è una porta attraverso cui si passa. Nessuno è estraneo a Lui che è venuto per tutti ma in particolare per i peccatori e i lontani. E sì una sicurezza, ci difende donando la sua vita, ma ci lascia anche liberi di stare con Lui o di andarcene. Il suo ovile non è una trappola, la sua Chiesa non è una costrizione, un qualcosa che impedisce di pensare, un qualcosa da difendere (ci pensa già Lui), è una casa dove c’è posto per tutti. Quanto sono assurdi certi uomini di Chiesa che costruiscono “barriere” per difendere il gregge che hanno come unico risultato l’impedire ad altri di entrare: per Gesù l’unico lasciapassare è passare attraverso Lui, anzi, ancor meglio è passare là dove è passato Lui.

 


MARTEDI’ 10 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni d’Avila; S. Gordiano; S. Cataldo

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA MANO, SIGNORE È NOSTRO RIPARO E NOSTRO SCUDO.

 

HANNO DETTO: Non c'è una sofferenza inutile. (Madzia Buczek)

SAGGEZZA POPOLARE: La regola del cielo è la perfezione. La regola dell'uomo è la ricerca della perfezione.

UN ANEDDOTO: La preghiera del Padre: Figlio mio, che sei in terra preoccupato, solitario e tentato; conosco bene il tuo nome e lo pronuncio santificandolo, perché ti amo. Non sarai mai solo; io abito in te e assieme spargeremo il regno della vita che ti darò in eredità. Ho piacere che faccia la mia volontà, infatti io voglio la tua felicità. Avrai il pane di ogni giorno, non ti preoccupare però io ti chiedo di spartirlo con i tuoi fratelli. Sappi che ti perdono tutti i peccati, anche prima che tu li commetta, ma ti chiedo che anche tu perdoni a quelli che ti offendono. E per non soccombere alla tentazione afferra con tutta la tua forza la mia mano e ti libererò dal male, mio povero e caro figlio.

PAROLA DI DIO: At 11,19-26; Sal 86; Gv 10,22-30

 

Vangelo Gv 10,22-30

Dal vangelo secondo Giovanni

Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola». Parola del Signore

 

 NESSUNO PUO’ STRAPPARE LE MIE PECORE DALLA MANO DEL PADRE MIO”.

Ci sono situazioni nella nostra vita, in cui non si sa più che fare: un matrimonio sbagliato in cui, oltre all’umiliazione di un progetto vanificato, si vedono cadere uno per uno tutti i valori e gli affetti in cui avevi creduto; un figlio con il quale pensi di avere tentato tutte le strade possibili, credi di aver dato tutto e ancor più con il quale non si dialoga o che ha preso strade sbagliate dalle quali non riesci a toglierlo in nessun modo; un cancro incurabile; una morte improvvisa. Troppe volte ci scontriamo, nella nostra vita, con la miseria delle situazioni e, smarriti, rischiamo di scivolare nel profondo baratro dello scoraggiamento e della disperazione. In quei momenti, ci sembra che Dio o non ci sia o se ne sia andato o sia diventato solo il crudele spettatore dei nostri guai. Allora, proprio in quei momenti, abbiamo bisogno di sederci, con calma, e di riprendere in mano questa pagina di Vangelo piena di tenerezza. Ci crediamo davvero a quanto è scritto in essa?

Il nostro Dio è il Dio della morte, del potere o il Dio tenero che non ci abbandona mai?

Questa pagina di Vangelo non è consolazione per donnicciole sentimentali, è tenerezza di Dio per i momenti difficili, per quei momenti in cui non “sentiamo” la sua presenza. Proprio in quei momenti bisogna credere che il Padre è più grande. Più grande dei nostri sbagli, più grande dei nostri limiti, più grande delle nostre malattie, più grande della nostra solitudine, più grande, più grande. Come un Pastore, buono, straordinariamente buono, ci dice, ci garantisce, ci assicura che siamo nella sua mano e non andremo mai perduti, mai rapiti, mai lontano. Così è successo a Maria. Per il fatto che Dio l’aveva scelta per essere la madre di suo Figlio non tutto le è andato dritto. Una volta che l’angelo se ne è andato lei è restata con il mistero della sua gravidanza da spiegare e da far accettare, con il mistero di un Dio che era in tutto bambino e uomo come gli altri, con il mistero del dolore, del potere umano che la manda in esilio, con la sofferenza personale e la morte in croce di suo Figlio. Se Maria non avesse pensato che Dio era il suo pastore, che Dio non l’abbandonava ce ne sarebbe stato più che a sufficienza per disperarsi.

 

 

MERCOLEDI’ 11 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Ignazio da Làconi; B. Gregorio Celli

Una scheggia di preghiera:

 

SOLO IN TE, GESU', POSSIAMO RICONOSCERE IL PADRE E I FRATELLI.

 

HANNO DETTO: Il problema non è tanto la guerra, ma lo spirito di guerra che fa parte della nostra condizione. Noi siamo in guerra con noi stessi, lo siamo con il prossimo, tutta la nostra vita cammina su un terreno di violenza. (Albert Einstein)

SAGGEZZA POPOLARE: Il macellaio maldestro se la prende con il coltello poco affilato.

UN ANEDDOTO: Per scoprire il valore di un anno, chiedi a uno studente che è stato bocciato all'esame finale. Per scoprire il valore di un mese, chiedi a una madre che ha messo al mondo un bambino troppo presto. Per scoprire il valore di una settimana, chiedi all'editore di una rivista settimanale. Per scoprire il valore di un'ora, chiedi agli innamorati che stanno aspettando di vedersi. Per scoprire il valore di un minuto, chiedi a qualcuno che ha appena perso il treno, il bus o l'aereo. Per scoprire il valore di un secondo, chiedi a qualcuno che è sopravvissuto a un incidente. Per scoprire il valore di un millisecondo, chiedi ad un atleta che alle Olimpiadi ha vinto la medaglia d'argento. Il tempo non aspetta nessuno. Raccogli ogni momento che ti rimane, perché ha un grande valore. Condividilo con una persona speciale, e diventerà ancora più importante.

PAROLA DI DIO: At 12,24 – 13,5; Sal 66; Gv 12,44-50

 

Vangelo Gv 12,44-50

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me». Parola del Signore

 

CHI VEDE ME, VEDE COLUI CHE MI HA MANDATO”

Anche nel modo di intendere la religione ci sono tanti luoghi comuni che sarebbe bene sfatare. Oggi va di moda, per un certo amore di ecumenismo, o per sentirsi persone aperte, di larghe vedute, dire: “Dio è lo stesso Dio di tutte le religioni, che lo si chiami con un nome o con l’altro, che lo si onori in un modo o in altro…” Sovente poi, incontriamo persone che dicono: “lo credo in Dio” e questo mi basta!”

Se è vero che a Dio si può giungere per mille strade diverse ed è ancor più vero che nessuno può giudicare la fede di un altro, non per questo noi dobbiamo perdere la nostra identità, dimenticandoci di Gesù, il Figlio di Dio che è venuto nel mondo per rivelarci il volto del Padre. Non per scherzo ci ha amati il Figlio di Dio che ha dato la sua vita per noi: Egli è la trasparenza del Padre. Le parole che ci ha detto sono quelle del Padre. Noi possiamo arrivare al cuore del Padre tramite il suo “Figlio prediletto”. Gesù Cristo non solo ci ha rivelato il volto del Padre, ma è anche la strada privilegiata per giungere al suo cuore. Non per niente la Chiesa, nella celebrazione della Messa ci ricorda questo quando, dopo averci fatto esprimere tutte le nostre intenzioni e preghiere, dopo aver fatto memoria della cena di Gesù, fa alzare al sacerdote il corpo e sangue di Cristo e ci fa dire che la nostra lode, la preghiera, la vita avviene solo e unicamente “Per Cristo, con Cristo e in Cristo”.

 

 

GIOVEDI’ 12 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Nèreo e Achìlleo; S. Pancrazio; S. Leopoldo Mandić

Una scheggia di preghiera:

 

GUIDACI, SIGNORE, ALLA TUA VOLONTA'.

 

HANNO DETTO: Coloro che rinunciano a tentare sono molto più numerosi di quelli che hanno fallito. (H. Ford)

SAGGEZZA POPOLARE: Nemmeno il più saggio dei giudici sa giudicare un litigio fra parenti.

UN ANEDDOTO: Un uomo che aveva un grave problema di miopia si considerava un esperto in valutazione di arte. Un giorno visitò un museo con alcuni amici. Avendo dimenticato gli occhiali a casa e non poteva vedere i quadri con chiarezza, ma questo non lo fermò dallo affermare le sue forti opinioni. Appena, entrarono alla galleria cominciò a criticare le differenti pitture. Trattenendosi davanti a quello che pensava fosse un ritratto di un corpo intero, incominciò a criticarlo. Con aria di superiorità disse: “Il segno è completamente inadeguato per il quadro. L'uomo è vestito in una forma molto ordinaria e straccione. In realtà, l'artista ha commesso un errore imperdonabile selezionando un individuo tanto volgare e sporco per il suo ritratto. È una mancanza di rispetto.” L'uomo seguì nel suo chiacchiericcio senza fermarsi fino a che sua moglie riuscì arrivare fino a lui tra la moltitudine e lo prese in disparte discretamente per dirgli a voce bassa: “Caro, stai guardando uno specchio!!!”

PAROLA DI DIO: At 13,13-25; Sal 88; Gv 13,16-20

 

Vangelo Gv 13,16-20

Dal vangelo secondo Giovanni

Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto, ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato». Parola del Signore

 

“UN SERVO NON È PIU’ GRANDE DEL SUO PADRONE. NÉ UN INVIATO PIU’ GRANDE DI CHI LO HA MANDATO”.

Nella mia vita ho incontrato tante persone che, ‘in tutta umiltà’ pensavano di essere più grandi di Gesù Cristo, ho incontrato dei vescovi e dei preti che avevano preso talmente sul serio la propria responsabilità da credere che chi non la pensava come loro era fuori dalla Chiesa e dalla salvezza, ed ho incontrato tanti laici che, ‘consapevoli del ruolo che la chiesa postconciliare aveva affidato loro’ erano diventi più clericali di certo clero, più sacrestani del sacrestano (che nel frattempo è andato in disuso) Quando ripenso alla mia vita e vedo l’esiguità del mio comportamento, quando guardo a quanto ancora sono lontano dal mio Maestro, quando scopro che  spesso non solo non sono stato capace di servire il Regno, ma mi sono addirittura fatto maschera del Regno per annunciare non Lui ma me stesso, mi prende un senso di grande povertà, quasi di delusione nello scoprire la delusione che devo essere stato per Lui. Poi mi riprendo di coraggio e se chiedo al Signore di tradirlo di meno per il prossimo, di tagliare la cresta dell’orgoglio, di aiutarmi a scoprire la gioia del servizio, gli dico anche: “In fondo te la sei voluta a scegliere uno come me, d’altra parte la ‘ditta’ è tua e allora nonostante le mie manchevolezze porta tu a compimento il tuo Regno, fallo però in modo che io non ne sia tagliato fuori.

 

 

VENERDI’ 13 MAGGIO: B.V. MARIA DI FATIMA

Tra i santi ricordati oggi: B. Maddalena Albrici; B. Gemma

Una scheggia di preghiera:

 

FIN D'ORA, GESU', IL MIO POSTO È CON TE.

 

HANNO DETTO: Abbiamo lasciato tutto, perché desideriamo molto di più. (Suor Monica, monaca trappista di Valserena, Pisa)

SAGGEZZA POPOLARE: Un mare lontano non riesce a spegnere il fuoco con l'efficacia di una fontanella a portata di mano.

UN ANEDDOTO: Sedevo in rispettosa ammirazione mentre l’anziano monaco rispondeva alle nostre domande, lo sono timido di natura, ma quella volta mi sentivo così a mio agio in sua presenza che mi ritrovai ad alzare la mano. Padre, parlaci di te stesso. Sussurrò: - Di me stesso? - Ebbe una lunga pausa di riflessione. - Il mio nome era ... Io ma ora è ... Tu! (Teofane il monaco).

PAROLA DI DIO: At 13,26-33; Sal 2; Gv 14,1-6

 

Vangelo Gv 14,1-6

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me». Parola del Signore

 

“VADO A PREPARARVI UN POSTO”.

Forse sarà capitato anche a voi di fantasticare sul “posto” che il Signore ha preparato per noi. E con la nostra mentalità umana ce lo immaginiamo bello, tranquillo, un luogo dove incontreremo le persone care... Anche Gesù quando fa un paragone usa quello del banchetto di nozze, dove si è insieme, si fa festa... Il posto che Gesù ci ha preparato è il luogo di comunione eterna con Dio e in lui con tutte le sue creature. Gesù questo posto lo ha preparato con il dono della sua vita. Ma, e se quel posto rimanesse vuoto?

Se rischiassi di non accettare quell’invito?

Il posto c’è. Gesù l’ha preparato. Sta a noi non mancare all’appuntamento!

 

 

SABATO 14 MAGGIO: S. MATTIA AP.

Tra i santi ricordati oggi: S. Maria Domenica Mazzarello

Una scheggia di preghiera: 

 

SONO AMICO DI DIO.

 

HANNO DETTO: È meglio non avere alcuna opinione di Dio, che averne una indegna di lui. (Francesco Bacone)

SAGGEZZA POPOLARE: Le medicine possono curare le malattie immaginarie, ma il vino nulla può contro una vera infelicità.

UN ANEDDOTO: Un grande re, volendo vedere se la sua gente lo amasse veramente, si tolse la corona, il manto regale, le vesti splendide, e come mendicante, senza seguito e carrozze, girò per il suo grande paese. La maggior parte della gente stava alla larga da quel mendicante, alcuni lo deridevano, altri non ci facevano caso. Solo una famiglia lo accolse volentieri e lo trattò con rispetto ed amore. Solo ad essa il re rivelò la sua vera identità. Poco tempo dopo, tornato nella reggia, volle premiare quella povera famiglia di contadini. Si recò ad essa in grande corteo e, consegnando un attestato di nobiltà, disse: «Voi, sì, che siete veramente miei cittadini; mi avete accettato ed amato anche senza corona».

PAROLA DI DIO: At 1,15-17.20-26; Sal 112; Gv 15,9-17

 

Vangelo Gv 15,9-17

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone, ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri». Parola del Signore

 

"NON VOI AVETE SCELTO ME, MA IO HO SCELTO VOI".

Dio nelle sue scelte è veramente misterioso e grande. Quando entrai in seminario i ragazzi che facevano parte del mio anno erano 80. Di quegli 80, due sono diventati sacerdoti. Ma questa frase della Parola di Dio non è soltanto per le vocazioni religiose: è una frase che ancora una volta può rovesciare il nostro modo di intendere la fede e la religiosità. Nel nostro modo di ragionare spesso pensiamo di essere noi ad avere dei diritti nei confronti del Signore: noi lo abbiamo scelto, noi lo abbiamo seguito... Non pensiamo invece: ma quale merito ho io, in confronto ad altri, per aver avuto un’educazione religiosa?

La grazia del battesimo l'ho scelta io, o qualcun altro me l'ha regalato?

È il Signore che ci ha scelti e che ci manda. Il primo atteggiamento è allora la riconoscenza per questo amore gratuito e il secondo è quello di sentirci impegnati a portare i frutti che il Signore desidera da noi.

 

 

DOMENICA 15 MAGGIO: 5^ DOMENICA DI PASQUA ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: S. Severino delle Marche

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE, SIGNORE, LE SCONFITTE SONO VITTORIE.

 

HANNO DETTO: Meno un uomo vale e più è innamorato di sé stesso. (Smiles)

SAGGEZZA POPOLARE: Non si può pulire la gemma senza smeriglio, né perfezionare l'uomo senza metterlo alla prova.

UN ANEDDOTO: Il grande statista Alcide De Gasperi (1881-1954) fu arrestato perché antifascista e messo in prigione. Un giorno con una spilla di sicurezza che era sfuggita al controllo incise sulla parete bianca della cella, in lettere maiuscole ed in latino, una frase di Gesù: "Beati quelli che piangono, perché saranno consolati". Stava per scrivere in un altro cantuccio un'altra Beatitudine: "Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia", quando una guardia, attraverso lo spioncino vide e lo denunciò.

Fu obbligato a raschiare la parete con il manico del cucchiaio di legno. Mentre eseguiva l'ordine, disse: - Ma queste parole non si raschiano dal cuore!

PAROLA DI DIO: At 14,21b-27; Sal 144; Ap 21,1-5a; Gv 13,31-33a.34-35

 

Vangelo Gv 13,31-33a.34-35

Dal vangelo secondo Giovanni

Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». Parola del Signore

 

“ORA IL FIGLIO DELL’UOMO È STATO GLORIFICATO”.

La missione di Gesù presso gli Apostoli sembra finire con un fallimento: è una sconfitta terribile, per un maestro così buono, essere tradito da un suo discepolo, da uno dei Dodici, come dice con insistenza il Vangelo. Ma Gesù non rimane in questo turbamento profondo. Anch'egli è illuminato da Dio e, dopo che Giuda è uscito, la sua non è una parola di sconfitta, ma di vittoria: “Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui”. È una visione divina. Gesù vede le cose in profondità, non si ferma alle apparenze, vede anche nelle realtà umane più spaventose l'azione di Dio che tutto trasforma: la più profonda umiliazione è occasione di una immensa gloria. Nel momento in cui egli accetta tutte le umiliazioni, si compie la redenzione del mondo. Egli è il chicco di grano che accetta di cadere nella terra e di morire e così porta molto frutto: la salvezza divina è portata fino ai confini della Terra.

 

 

LUNEDI’ 16 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Ubaldo; S. Onorato; B. Simone Stock

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, GUARISCI QUESTA FAMIGLIA.

 

HANNO DETTO: Le ingiurie sono gli argomenti di quelli che hanno torto. (J. J. Rousseau)

SAGGEZZA POPOLARE: Gli uomini hanno perfezionato tutto, tranne gli uomini. (detto africano)

UN ANEDDOTO: Si dice che il celebre poeta francese Paul Claudel si inginocchiasse davanti alla culla del nipotino perché vedeva in lui la grandezza e la bellezza del volto di Dio. La persona umana è l’essere più ricco che esista nell’universo dopo Dio.

PAROLA DI DIO: At 14,5-18; Sal 113b; Gv 14,21-26

 

Vangelo Gv 14,21-26

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Gli disse Giuda, non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto». Parola del Signore

 

“CHI ACCOGLIE I MIEI COMANDAMENTI E LI OSSERVA, QUESTI È COLUI CHE MI AMA”.

Un po’ di tempo fa, parlavo con una signora del male che spesso cerca di impedirci di vivere i comandamenti e la comunione con Dio, e lei mi diceva: “Noi abbiamo un esorcista sicuro per spuntare i dardi del male: Gesù. Un po’ di tempo dopo, proprio rifacendosi a quei discorsi mi ha mandato questo foglio: “Sono stata alla clinica del Signore, perché almeno ogni tanto bisogna fare gli esami di routine e ho riscontrato di essere malata. Quando il Signore mi misurò la pressione ho visto che avevo la tenerezza bassa, la temperatura segnava poi i 40° di ansietà. L’elettrocardiogramma rivelò che avevo bisogno di diversi by pass di amore perché le mie arterie erano bloccate dalla paura e dalla solitudine e poco sangue arrivava al mio cuore. L’invidia poi mi aveva bloccato le braccia per cui non potevo abbracciare i miei fratelli. Quando dissi al Signore di essere sordo mi diagnosticò che avevo tralasciato di ascoltare la sua voce ogni giorno. Il Signore mi ha anche prescritto gratuitamente e secondo Verità la sua cura: Appena alzata bere un bicchiere di “riconoscenza”.  Prima si andare al lavoro prendere un cucchiaio di Pace. Ad ogni ora ingerire una pillola di Pazienza e una dose di umiltà. Prima del rientro a casa iniettarsi una dose di Amore. Non deprimerti, non disperarti. Dio sa perfettamente quello che succede nella tua vita in questo momento. Il disegno di Dio su di te è meravigliosamente perfetto. Egli desidera mostrarti molte cose che comprenderai solamente stando nel posto dove attualmente stai e nella condizione che vivi in questo posto.”

 

 

MARTEDI’ 17 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Pasquale Baylon; S. Giulia Salzano; B. Antonia Mesina

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, DONACI DI RIPOSARE IN TE.

 

HANNO DETTO: A volte si distrugge la propria salute tormentandosi per conservarla. (Virgilio)

SAGGEZZA POPOLARE: Chiedimi qual è la mia virtù, non qual è il colore della mia pelle. (detto arabo)

UN ANEDDOTO: Lo scrittore inglese Chesterton il cui fondamentale ottimismo di cattolico convertito è innervato nei principi della carità, del perdono e della serenità, è arrivato, paradossalmente ma sinceramente, a dire: «Mi sono convertito per allegria»; come reazione, cioè, all'intolleranza puritana e alla visione manichea che divide drasticamente tutti gli uomini e tutte le cose in «buono e cattivo»; mentre la vita, così come l'animo umano, è tutta un ventaglio di sfumature.

PAROLA DI DIO: At 14,19-28; Sal 144; Gv 14,27-31a

 

Vangelo Gv 14,27-31

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco». Parola del Signore

 

“VI LASCIO LA PACE, VI DO LA MIA PACE. NON COME LA DA’ IL MONDO, IO LA DO A VOI”.

Specialmente in questi ultimi tempi abbiamo invocato la pace, pregato per la pace, manifestato per la pace. Ci crediamo veramente. Vorremmo che gli uomini usassero strade diverse dalle guerre e dalle violenze per costruire la pace. E poi spesso ci accorgiamo che non solo nelle controversie internazionali ma anche nel nostro vivere quotidiano abbiamo idee di pace molto diverse o addirittura adottiamo strade tutt’altro che pacifiche per risolvere i nostri problemi, provate anche solo a pensare alle forme di prepotenza e di sopruso che spesso sono usate negli uffici e nelle fabbrica, sulle strade e, più sovente di quello che pensiamo, nei rapporti familiari. Si può dunque essere in pace se viviamo continuamente in un clima di guerra, di intimidazione, di soprusi dove contano i potenti, i ricchi che operano anche contro le maggioranze?

La pace che Gesù ripetutamente augura nel Vangelo è una pace diversa da quella che abitualmente intendono gli uomini. La pace di cui parla Cristo è completamente diversa dalla pace del mondo. La pace di Cristo si può averla anche in momenti di dolore, di prove, di umiliazioni, di privazioni di ogni genere. È la pace dei missionari, dei martiri, dei santi, dei veri cristiani. Mentre la pace del mondo è soltanto tregua ottenuta spesso come conseguenza di paure e compromessi, la pace di Cristo nasce da un atto di fede totale nella bontà di Dio; nasce dalla certezza che Dio ha in pugno la vita e la storia, nasce da un abbandono confidente all’Onnipotente. Questa pace resta anche in mezzo a malattie terribili, in mezzo alle più orribili prove, questa pace resiste anche in mezzo alla povertà e ai soprusi.

 

 

MERCOLEDI’ 18 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni I; S, Felice da Cantalice; B. Blandina

Una scheggia di preghiera:

 

NESSUNO, SIGNORE, TI BATTE IN GENEROSITA'.

 

HANNO DETTO: Comportiamoci come tempio di Dio, perché si veda che Dio abita in noi. (San Cipriano)

SAGGEZZA POPOLARE: La colpa dell'ubriachezza non sta nel vino, ma in chi lo beve.

UN ANEDDOTO: Chesterton racconta che un suo antenato durante le feste religiose non entrava mai in chiesa, però tutto il giorno andava in giro con un libro devoto sotto il braccio. A chi gli suggeriva di riporre il volume rispondeva: - Oh no! Mi serve per dare buon esempio!

PAROLA DI DIO: At 15,1-6; Sal 121; Gv 15,1-8

 

Vangelo Gv 15,1-8

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da sé stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli». Parola del Signore

 

“CHI RIMANE IN ME E IO IN LUI, PORTA MOLTO FRUTTO”

«Fa molto frutto». C'è una costante nei Vangeli, che ritorna nelle parabole, nei miracoli (pensiamo alla moltiplicazione dei pani), nei fatti di Gesù (come la pesca miracolosa), nei detti: la sovrabbondanza. Dio non misura strettamente le cose, non è un oculato risparmiatore o un "divino economo". Tutt'altro: ci promette una misura piena, pigiata e traboccante, o fiumi di acqua viva che scaturiranno dal nostro cuore, o ancora un’acqua che disseta per sempre... «Molto frutto», non poco, non il sufficiente... il 100 per 1, o almeno il 60 per 1, o tuttalpiù il 30 per 1, in un tempo in cui il 10 per 1 era sufficiente a gridare la gioia di un raccolto abbondante. Siamo fatti per la felicità, non semplicemente per un po' di contentezza, per qualche piccola soddisfazione personale... Ci attende una vita e una gioia eterna che neanche possiamo immaginare. E non si parla solo della vita oltre la morte: le cose promesse da Gesù cominciano già ora. C'è una condizione, tuttavia: rimanere in Lui. Non semplicemente ricordarci di Lui, incontrarLo di tanto in tanto, rivolgergli un pensiero. No. «Rimanere», sempre, in Lui. Fare di Lui la nostra stessa vita. Il risultato? È assicurato.

 

 

GIOVEDI’ 19 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Pietro Celestino; S. Crispino da Viterbo; S. Ivo

Una scheggia di preghiera:

 

POSSO ESSERE TRISTE SE SONO AMICO DI DIO?

 

HANNO DETTO: Il dubbio o la fiducia che hai nel prossimo sono strettamente connessi con i dubbi e la fiducia che hai in te stesso. (Kahlin Gibran)

SAGGEZZA POPOLARE: Non sottovalutare i piccoli avversari: un leone si vede, un virus no.

UN ANEDDOTO: Il pittore Zeusi era un perfezionista assoluto. - Ma a lavorare così tanto lentamente finirai i tuoi quadri alle Calende   greche! - disse un giorno un amico in tono di affettuoso rimprovero a Zeusi. Ti ci vuole un'eternità per fare un quadro! - incalzò un altro avete ragione, - rispose il grande artista greco - ma io dipingo appunto per l'eternità!

PAROLA DI DIO: At 15,7-21; Sal 95; Gv 15,9-11

 

Vangelo Gv 15,9-11

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena». Parola del Signore

 

VI HO DETTO QUESTE COSE PERCHÉ LA MIA GIOIA SIA IN VOI E LA VOSTRA GIOIA SIA PIENA”.

Non è facile incontrare persone totalmente gioiose (oggi si usa il termine ‘solari’). Prova invece ad entrare in un ufficio postale o a salire su un tram o ad essere incolonnato la sera sulla tangenziale. Trovi persone nervose o al massimo apatiche, preoccupate di tutto ciò che le riguarda personalmente, stanche, pronte a scannarsi per un nonnulla. Ma neanche nel mondo dei cristiani è facile trovare la gioia vera, quella profonda. Ti può capitare di incontrare maschere di gioia innalzate artificiosamente per fare bella figura, per sembrare accoglienti, sorrisi spesso forzati che basta un buon colpo di vento a far rotolare lontano rivelando anche qui volti austeri, giudicatori, preoccupati. Provate poi ad entrare in certe chiese dove si celebra l’Eucaristia, il grande dono di Gesù, e vedere un prete dir messa, o meglio bofonchiare certe parole e fare gesti più o meno abbozzati, vedere cristiani che arrivano ad ogni momento e iniziano ad infilare giaculatorie ed Ave-Marie di corsa una dietro l'altra, per fare in fretta, ciascuno per conto suo: volti chiusi, vestiti neri... Forse Cristo si è sbagliato?

Forse doveva dire: "Chi crede in me avrà tristezza assicurata"?

Non dico che il cristiano debba mettersi degli stecchini agli angoli della bocca per mostrare uno stereotipato quanto falso sorriso ad ogni occasione. Il cristiano soffre come gli altri, piange come gli altri per le prove e i dolori della vita, ma il cristiano, se è tale, ha dentro di sé Cristo, in ogni gesto celebra Cristo vincitore del male, della morte; la sua vita, anche quando è nella prova, è testimonianza di un amore che viene dall'alto e che non finisce mai e questo non può non creare quella gioia che nasce dalla profonda intimità con Dio. Se divento cosciente dell’amore che Dio ha per me, della sua stima, del suo perdono, della fiducia che ripone in me, non posso non aver gioia: Dio, il Creatore, il Sapiente, l’Unico, mi ama di un amore totale e personale, e me lo ha dimostrato e dimostra attraverso suo Figlio Gesù. Posso ancora essere pessimista, triste, posso ancora sentirmi solo?

E se io sono amato così, posso tenermelo per me solo o non devo sprizzare gioia da tutti i pori?

Il mondo ha bisogno della mia gioia... Nel mondo c’è il grande contagio del possedere, della tristezza, io ho l’antidoto della gioia e ce l’ho in abbondanza; perché non regalarlo?

Se farò così scoprirò un’altra meraviglia: donare gioia non ci impoverisce di essa, anzi, ce la moltiplica.

 

 

VENERDI’ 20 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Bernardino da Siena; S. Lidia; B. Luigi Talamoni

Una scheggia di preghiera:

 

IO NON SONO DEGNO DI CIO' CHE FAI PER ME, TU CHE AMI TANTO UNO COME ME.

 

HANNO DETTO: La libertà è come la salute: la si apprezza solo se viene a mancare. (Vaudano)

SAGGEZZA POPOLARE: L'ozio è l'incudine sulla quale tutti i peccati vengono forgiati.

UN ANEDDOTO: Disse il card. G. Colombo: “Noi chiediamo sempre lo Spirito Santo perché lo Spirito Santo ci trasformi in Cristo”. Ma perché lo Spirito Santo non ci trasforma mai in Cri­sto? “Perché noi siamo come quei monelli che vanno a suonare il campanello e poi scappano”. Noi andiamo a suonare il campanello allo Spirito Santo quando lo invochiamo, ma prima che arrivi tagliamo la corda!

PAROLA DI DIO: At 15,22-31; Sal 56; Gv 15,12-17

 

Vangelo Gv 15,12-17 

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone, ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri». Parola del Signore

 

“NON VOI AVETE SCELTO ME, MA IO HO SCELTO VOI”.

È facile cadere nell’errore di metterci al centro del mondo e anche al centro della fede.

È Dio che ha pensato a noi fin dall’eternità. È Gesù che ha offerto per me il suo amore nel sacrificio della croce. È ancora Gesù che ci dà gli incarichi nella Chiesa. E meno male che tutto sia così, perché è sulla misura di Dio e non degli uomini. Se io fossi padre di famiglia o sacerdote solo perché l’ho scelto io, povero me!

Ma se Dio mi ha messo in questo luogo, con questo compito, vuol dire che ha fiducia in me, si serve della mia povertà per realizzare il suo bene. Ad esempio, se due sposi si rendessero conto che non sono solo loro ad essersi scelti, ma che Dio ha scelto e voluto questa unione, quanta forza in più per affrontare problemi e difficoltà!

 

 

SABATO 21 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Cristoforo Magallanes e c.; S. Carlo Eugenio de Mazenod

Una scheggia di preghiera:

 

FA CHE NON PERDIAMO LE OCCASIONI PER DARE TESTIMONIANZA AL TUO NOME.

 

HANNO DETTO: Più lo spirito si eleva tanto meno in esso trovano posto odio ed invidia. (Graf)

SAGGEZZA POPOLARE: Grande perfezione è conoscere le proprie imperfezioni.

UN ANEDDOTO: Il poeta Paul Claudel, dopo il viatico: "Ed ora lasciatemi morire tranquillo. Non ho più paura: Sì, è vero, Dio esiste: è qui".

PAROLA DI DIO: At 16,1-10; Sal 99; Gv 15,18-21

 

Vangelo Gv 15,18-21

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato». Parola del Signore

 

“SE IL MONDO VI ODIA, SAPPIATE CHE PRIMA DI VOI HA ODIATO ME”.

Ogni tanto la tentazione arriva, magari involontariamente portata anche da qualche amico: “Che cosa pensi di fare, caro don Franco, dicendo qualche Messa, confessando le solite vecchiette, aiutando qualche povero, continuando a scrivere per persone che a volte neppure leggono o se leggono poi non cambiano?

Quante volte hai notato che magari dopo anni di disponibilità nei confronti di una persona non solo non l’hai portata alla fede, ma ti sembra che essa si sia allontanata ancor più”. E quante volte anche a ciascuno di voi sarà venuto in mente: “Ma vale la pena, magari di sacrificarsi, di rinunciare a cose nostre a favore di altri che poi magari ci sfruttano soltanto senza capire?”

Credo che oggi la tentazione e l’odio che il mondo ha verso Cristo e i cristiani sia sempre meno manifesto in modo eclatante (anche se martiri cristiani ce ne sono ancora centinaia e a volte migliaia tutti gli anni) ma sia questa sottile tentazione allo scoraggiamento, a smontarci dal di dentro. È l’indifferenza, l’abitudine, il “tanto tutti fanno così” che può mettere a dura prova la testimonianza cristiana: è un martirio che non arriva tutto di un colpo, ma uno stillicidio che se non stai attento presto ti smonta, ti toglie l’entusiasmo, ti appiattisce. Il cristiano, seguendo il suo Maestro, è uno che non demorde, che non cerca risultati umani, che continua nella sua testimonianza sicuro che l’importante è seminare e qualche volta bagnare il terreno con un po’ di sudore, un po’ di lacrime e qualche goccia di sangue. A far crescere, a tempo opportuno, ci penserà il Signore stesso.

 

 

DOMENICA 22 MAGGIO: 6^ DOMENICA DI PASQUA ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: S. Rita da Cascia

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI SANTO SPIRITO, VIENI PADRE DEI POVERI.

 

HANNO DETTO: La Madonna era talmente bella che quando si è veduta una volta, non si può fare a meno di desiderare di morire per andare a rivederla. (Bernardette Soubirous)

SAGGEZZA POPOLARE: All'assetato non si ricorda l'acqua santa, ma si offre l'acqua fresca.

UN ANEDDOTO: Quando Padre Damiano, l’apostolo dei lebbrosi, giunse al centro della sua attività missionaria si vide circondato da indigeni ostili o indifferenti dei quali non capiva neppure la lingua. Si fermò dinanzi a quei pagani con certo timore, ma subito si rischiarò in volto perché uno di essi gli era venuto accanto con aria di protezione e quindi si era chinato a tracciare sulla terra con la lancia un grande segno di croce. È il simbolo per cui in ogni terra, sotto ogni cielo, i cristiani si riconoscono.

PAROLA DI DIO: At 15,1-2.22-29; Sal 66; Ap 21,10-14.22-23; Gv 14,23-29

 

Vangelo Gv 14,23-29

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate». Parola del Signore

 

“SE UNO MI AMA IL PADRE MIO LO AMERA’ E NOI VERREMO A LUI E PRENDEREMO DIMORA PRESSO DI LUI”.

È difficile immaginaci lo Spirito Santo!

Anche gli scritti del Nuovo Testamento si affidano al “vento” alle “fiammelle”, al “tuono” e così ce lo siamo facilmente dimenticato!

Così pochi conoscono delle preghiere, delle invocazioni dello Spirito. Eppure, lo Spirito è presenza d'amore della Trinità, ultimo dono di Gesù agli apostoli, nominato con rispetto e con titoli straordinari da Gesù: " Vivificatore", "Consolatore", "Colui che ci rammenta tutto di Gesù". Davvero lo Spirito, già ricevuto da ciascuno nel Battesimo, è Colui che ci rende presente qui e ora il Signore Gesù. Siete soli? Avete l'impressione che la vostra vita sia una barca che fa acqua da tutte le parti?

Vi sentite incompresi o feriti?

Invocate lo Spirito che è Consolatore che con-sola, fa compagnia a chi è solo. Ascoltate la Parola e faticate a credere, a fare il salto definitivo?

Invocate lo Spirito che è Vivificatore, rende la vostra fede schietta e vivace come quella dei grandi santi. Fate fatica a iniettare Gesù nelle vene della vostra quotidianità, preferendo tenerlo in uno scaffale bello stirato da tirare fuori alla domenica?

Invocate lo Spirito che ci ricorda ciò che Gesù ha fatto per noi. Così e successo agli apostoli, che hanno dovuto essere abitati dallo Spirito per essere finalmente, definitivamente annunciatori e, allora, solo allora, hanno iniziato a capire, a ricordare col cuore. Ecco allora che le immagini del fuoco, del vento, sono quanto mai azzeccate, e la pagina degli Atti è straordinaria in questo suo esagerato uso di parole che sottolineano lo stupore, la meraviglia, il cuore che scoppia. Abbiamo bisogno, ci è indispensabile invocare lo Spirito perché ci cambi il cuore, ce lo riempia, dia una sveglia alla nostra fede. Ci aiuti Maria ad invocarlo ogni giorno, Colui che l’ha costituita Madre di Gesù, Colui che l’ha accompagnata nel cammino della sua vita, Colui che ancora oggi la rende Madre di ogni uomo desidera fare altrettanto con noi purché sappiamo come Lei accogliere e vivere i suoi doni.

 

 

LUNEDI’ 23 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Desiderio; S. Giovanni B. de Rossi; S. Onorato

Una scheggia di preghiera:

 

SPIRITO SANTO, RINFORZA CIO' CHE È DEBOLE, DA CORAGGIO A CHI HA PAURA.

 

HANNO DETTO: Gli Angeli in cielo hanno una regina ma noi abbiamo una Madre e quella Madre è Maria. (San Bernardo)

SAGGEZZA POPOLARE: Il tempo non è mai perso se è regalato agli altri.

UN ANEDDOTO: Un giovane si vantava di essere sapiente perché conosceva molti sapienti. E Democrito replicò: Anch’io conosco molti ricchi; non per questo sono diventato ricco.

PAROLA DI DIO: At 16,11-15; Sal 149; Gv 15,26 – 16,4a

 

Vangelo Gv 15,26 - 16,4

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto». Parola del Signore

 

“CHIUNQUE VI UCCIDERÀ CREDERÀ DI RENDERE CULTO A DIO”.

Gesù è venuto a portare la pace di Dio, ma non come tranquillità. Egli è segno di contraddizione. La sua presenza e quella degli apostoli che parlano e agiscono in suo nome scatena le ire di un mondo che vuole essere lasciato tranquillo nel suo egoismo e nel suo culto agli idoli. Se siamo veri cristiani, siamo votati alla persecuzione. Gesù ci ha avvertito!

Ci ha però anche detto che non dob­biamo assumere atteggiamenti di difesa e di “legittima” difesa come aggrapparci alla guerra di religione, o addirittura alla guerra santa, per difendere i diritti del Dio morto indifeso sulla croce. Gesù però ci assicura che anche in quel momento non ci lascerà soli, ma ci darà il suo Spirito, il Consolatore che ci suggerirà parole e testimonianza e soprattutto ci darà quel coraggio che così sovente ci manca.

 

 

MARTEDI’ 24 MAGGIO: B.V. MARIA AUSILIATRICE

Tra i santi ricordati oggi: S. Vincenzo di Lérins; S. Servulo

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI SANTO SPIRITO, ILLUMINA I NOSTRI CUORI.

 

HANNO DETTO: In Maria si trova la Chiesa intera. (Olier)

SAGGEZZA POPOLARE: Il vicino che ti è prossimo è preferibile al fratello lontano. (proverbio arabo)

UN ANEDDOTO: Quando l'anziano dottore morì, arrivarono i suoi tre figli per sistemare l'eredità: i pesanti vecchi mobili, i preziosi quadri e i molti libri. In una finissima vetrinetta il padre aveva conservato i pezzi delle sue memorie: bicchieri delicati, antiche porcellane, pensieri di viaggio e tante altre cose ancora. Nel ripiano più basso, in fondo all'angolo, venne trovato un oggetto strano: sembrava una zolletta dura e grigia. Come venne portata alla luce, si bloccarono tutti: era un antichissimo pezzo di pane rinsecchito dal tempo. Come era finito in mezzo a tutte quelle cose preziose? La donna che si occupava della casa raccontò: Negli anni della fame, alla fine della grande guerra, il dottore si era ammalato gravemente e per lo sfinimento le energie lo stavano lasciando. Un suo collega medico aveva borbottato che sarebbe stato necessario procurare del cibo. Ma dove poterlo trovare in quel tempo? Un amico del dottore portò un pezzo di pane sostanzioso cucinato in casa, che lui aveva ricevuto in dono. Nel tenerlo tra le mani, al dottore ammalato vennero le lacrime agli occhi. E quando l'amico se ne fu andato, non volle mangiarlo, bensì donarlo alla famiglia della casa vicina, la cui figlia era ammalata. "La giovane vita ha più bisogno di guarire, di questo vecchio uomo", pensò il dottore. La mamma della ragazza ammalata portò il pezzo di pane donatole dal dottore alla donna profuga di guerra che alloggiava in soffitta e che era totalmente una straniera nel paese. Questa donna straniera portò il pezzo di pane a sua figlia, che viveva nascosta con due bambini in uno scantinato per la paura di essere arrestata. La figlia si ricordò del dottore che aveva curato gratis i suoi due figli e che adesso giaceva ammalato e sfinito. Il dottore ricevette il pezzo di pane e subito lo riconobbe e si commosse moltissimo. "Se questo pane c'è ancora, se gli uomini hanno saputo condividere tra di loro l'ultimo pezzo di pane, non mi devo preoccupare per la sorte di tutti noi", disse il dottore. "Questo pezzo di pane ha saziato molta gente, senza che venisse mangiato. È un pane santo!" Chi lo sa quante volte l'anziano dottore avrà più tardi guardato quel pezzo di pane, contemplandolo e ricevendo da esso forza e speranza specialmente nei giorni più duri e difficili!

PAROLA DI DIO: At 16,22-34; Sal 137; Gv 16,5-11

 

Vangelo Gv 16,5-11

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato». Parola del Signore

 

“MA IO VI DICO LA VERITÀ: È BENE PER VOI CHE IO ME NE VADA, PERCHÉ, SE NON ME NE VADO, NON VERRÀ A VOI IL PARÀCLITO”

Con il distacco fisico di Gesù verrà donata la presenza dello Spirito Santo. In primo luogo, questi renderà accessibile alla nostra conoscenza che il peccato è l’annebbiamento della verità di Dio-Amore nei confronti dell’uomo. In secondo luogo, renderà giustizia riportandoci al cospetto del Creatore rivelandocelo come Padre e trovando dimora in Lui. In terzo luogo, che il male è stato vinto nella Pasqua di Cristo. Questa conoscenza porta alla gioia vera, piena del vino dello Spirito Santo, come dice Origene. In fondo si tratta della gioia inebriante di noi che salvati riconosciamo di essere peccatori.

 

 

MERCOLEDI’ 25 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Beda; S. Gregorio VII; S. Maria M. de’ Pazzi

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI SANTO SPIRITO LUCE DEI CUORI.

 

HANNO DETTO: Abbi un fervido amore per Maria: troverai la tenerezza nella devozione, la rassegnazione e la letizia nelle prove, la perfezione e la pace in tutta la vita. (E Poppe)

SAGGEZZA POPOLARE: L’ignorante è nemico di sé stesso. (proverbio arabo)

UN ANEDDOTO: Una bambina ricoverata al "Bambin Gesù" un giorno accoglie la proposta del cappellano dell'ospedale: "Anna vuoi dedicarti ad offrire le tue sofferenze e le tue preghiere a Gesù per la conversione dei peccatori?". "Sì, lo voglio", e da quel giorno raccontò il frate che la bambina sembrava pervasa da uno nuovo ardore e non perdeva occasione per rinnovare l'offerta del suo sacrificio con tutto il suo cuore. Ma un bel giorno Anna chiamò P. Maurizio e gli disse: "P. Maurizio vieni, ti devo dire una cosa!". "Cosa c'è Anna!". "Sai oggi ho visto Gesù". "E cosa ti ha detto". "Che bello! Mi ha dato una carezza, mi ha sorriso e poi mi ha detto grazie Anna ed è sparito". Qualche giorno dopo Anna entrò per sempre in quella luce di cui ebbe anticipo già sulla terra ed il suo sorriso non avrà più fine.

PAROLA DI DIO: At 17, 15.22 – 18,1; Sal 148; Gv 16,12-15

 

Vangelo Gv 16,12-15

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da sé stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». Parola del Signore

 

“QUANDO VERRÀ LUI, LO SPIRITO DELLA VERITÀ, VI GUIDERÀ A TUTTA LA VERITÀ”

Un bambino ha bisogno di crescere per capire sempre di più la vita: questo è normale, evidentemente. Ma la vita dello spirito ha pure in noi una sua infanzia e una sua crescita dal momento in cui incontriamo personalmente Cristo. È assieme al Signore che gli occhi interiori si schiudono e attraverso cui comprendiamo sempre più interiormente il tutto della vita. Comprendere il di più ci è dato dalla sua grazia, e non la possiamo ricevere soli ma sempre nella comunità dei credenti, la Chiesa, che resa capace di leggere i segni dei tempi, gli eventi presenti e futuri, diventa profetica. È lo Spirito Santo che ci rende simili a Dio ed è lo Spirito a glorificare Cristo e a renderci partecipi di ciò che è allo stesso tempo del Padre e del Figlio: la misericordia. Più si ama e più si comprende. L’amore però appartiene agli ultimi.

 

 

GIOVEDI’ 26 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Filippo Neri; S. Lamberto di Vence; B Andrea Franchi

Una scheggia di preghiera:

 

L'ANIMA MIA MAGNIFICA IL SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Bisogna arrivare a credere come ha creduto la Madonna per amare come ha amato Lei. (E. Poppe)

SAGGEZZA POPOLARE: La ferita causata da un fratello fa più male di quella inferta da un nemico. (proverbio arabo)

UN ANEDDOTO: Raccontava Giovanni Paolo I: Amare significa correre con il cuore verso l'oggetto amato. Ho iniziato ad amare la Vergine Maria prima ancora di conoscerla... le sere al focolare sulle ginocchia materne, la voce della mamma che recitava il rosario.

PAROLA DI DIO: At 18,1-8; Sal 97; Gv 16,16-20

 

Vangelo Gv 16,16-20

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire». Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia». Parola del Signore

 

“VOI SARETE NELLA TRISTEZZA, MA LA VOSTRA TRISTEZZA SI CAMBIERÀ IN GIOIA”.

Bisogna far molta attenzione ad interpretare questa frase. Non corriamo il rischio di leggerla semplicemente come: chi soffre in questa vita avrà il premio per la vita futura. Noi siamo fatti per la gioia e, in un modo o nell’altro, tutto il nostro pellegrinare sulla terra sta nel ricercarla. Non sempre, però la incontriamo, ed anche quando ci sembra di sperimentarla, magari in un affetto, in un momento sereno, ci accorgiamo subito della sua precarietà e di quanto sia facile vederla deturpare dal tempo, dal dolore, dalle prove. Altre volte facciamo l’esperienza opposta, quella di passare da un grande dolore, da una tristezza profonda, a qualcosa di estremamente gioioso, coinvolgente, appagante. Se poi pensiamo a quanto Gesù ci ha insegnato, ci rendiamo conto di essere persone chiamate alla gioia e alla serenità ma che spesso si accorgono che nella vita c’è un prevalere immediato della fatica e della sofferenza, persone chiamate a partecipare alla festa della Pasqua di Gesù e nostra ma che contemporaneamente devono accettare il cammino della croce. A questo punto l’insegnamento diventa ancora più importante: il dolore, la sofferenza, le prove attraverso cui siamo chiamati a passare non vanno vissute come un’iniquità contro di noi o come noncuranza di Dio nei nostri confronti o come fini a sé stesse, ma come momento di morte per la rinascita. L’importante è sapere che tutto in Dio ha un senso, e che la prova è una soglia da superare per entrare nella gioia piena e definitiva. Soprattutto è importante sapere che Cristo è sempre con noi: la sua e le nostre croci profumano già fin d’ora di risurrezione.

 

 

VENERDI’ 27 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Agostino di Canterbury; S. Restituto; S. Eutropio

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI SANTO SPIRITO: TU SEI LA PIENEZZA DELLA VITA, DELLA GIOIA, DELLA BELLEZZA.

 

HANNO DETTO: Dio è padre; Cristo è nostro fratello; la Madonna è la nostra Madre di grazia: ed allora? Pregare per la pace, la grazia, la fraternità, non si sbaglia mai! (Giorgio La Pira)

SAGGEZZA POPOLARE: Per il galletto sulla torre ogni vento è buono.

UN ANEDDOTO: Racconta una favola russa: Durante una forte nevicata, un viandante arrivò a un piccolo villaggio. Stavano tutti tappati in casa, per passare quel difficile inverno. Tutti i raccolti erano andati perduti e il bestiame era morto per una malattia. La fame stava per uccidere tutti. Nessuno sarebbe sopravvissuto a quell'inverno. Il viandante bussò a una porta per chiedere ospitalità e passare la notte. Lo fecero entrare e gli offrirono un posto per dormire. Il mattino seguente, prima di riprendere il cammino, il viandante volle ringraziare. Cercò nel suo zainetto, ne estrasse una borsetta di tela e la consegnò a loro dicendo: - Qui dentro c'è un seme. Cresce solo d'inverno e porta molti frutti. Se dividerete questi frutti con tutti gli abitanti del villaggio, non patirete mai più la fame. Se non farete così, i frutti diventeranno acidi e morirete di fame. Il viandante partì. Aprirono la borsetta e vi trovarono un seme piccolissimo. Sorrisero al vederlo e, pensando che quell'uomo fosse pazzo, lo gettarono nella spazzatura. Ma la figlia più piccola della famiglia lo raccolse, uscì di casa, fece un buco nella neve e lo piantò. Durante la notte, da quel seme spuntò una pianta che cominciò a crescere, a crescere. Diventò un albero grandissimo, più alto di tutte le case del villaggio. E i suoi rami erano carichi di frutti di diversi colori, grandezza e forma. Il giorno dopo, quando videro quell'albero enorme davanti a casa, non potevano credere ai loro occhi. La bambina raccontò quello che aveva fatto, ma non le credettero. Colsero uno dei frutti e lo assaggiarono. In vita loro non avevano mai assaggiato niente di simile. Era un cibo degno di un re. Raccolsero rapidamente tutti i frutti perché nessuno li rubasse. Con essi non sarebbero morti di fame durante l'inverno. Però la bambina ricordò quello che aveva detto il viandante. Dapprima non vi fecero caso, ma poi pensarono che, fosse vero o no quello che aveva detto, non era bello che i vicini morissero di fame mentre loro avevano da mangiare. E senza esitare, condivisero i frutti tra gli abitanti del villaggio. Quando li mangiarono, videro che ogni frutto aveva un seme piccolissimo. Tutti lo piantarono davanti alla propria casa. E il giorno dopo il villaggio era pieno di enormi alberi fruttiferi.

PAROLA DI DIO: At 18,9-18; Sal 46; Gv 16,20-23a

 

Vangelo Gv 16,20-23a

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia. La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore, ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla». Parola del Signore

 

“NESSUNO POTRA’ TOGLIERVI LA VOSTRA GIOIA”.

Ogni volta che leggo nella Bibbia la storia della creazione dell’uomo mi piace poter pensare che Dio, ‘impastando la polvere della terra’ ed ‘alitando su di essa’, vi abbia sorriso. Per me l’uomo è nato da un sorriso di Dio. E la gioia è quel sorriso di Dio che, nonostante tutto, ognuno di noi ha nel suo cuore.

Vivere la gioia è vivere il presente e trovare nelle piccole cose il conforto per essere quelle persone meravigliose ed uniche che siamo. Vivere la gioia è capire che quanto accade, accade per il nostro bene e che tutto ci è donato per il nostro meglio. Vivere la gioia è pensare grande, al di là delle piccole beghe e difficoltà quotidiane, dei desideri effimeri, delle necessità superflue. Vivere la gioia è vedere bello, nonostante i nostri cattivi pensieri sugli altri e degli altri nei nostri confronti. È vedere bello, uscendo da un dolore che ci ha prostrati. Vincendo la debolezza che ci ha sfiniti. È vedere con gli occhi del cuore e dell’anima al di là di tutto quanto ci può disturbare. Essere gioia è saper accettare anche senza capire, è l’abbandono e la fiducia in Qualcuno che provvederà a noi. Noi non potremmo vedere correttamente senza il Suo aiuto. Essere gioia è vedere gli altri, oltre noi stessi, è saper cambiare noi stessi per poter cambiare e migliorare il mondo intorno a noi. Essere gioia, in fondo, non è che riscoprire quello stesso sorriso di Dio sulla polvere che Lui aveva modellato, ed è capire che questo sorriso è ancora profondamente nel cuore di ciascuno di noi.

 

 

SABATO 28 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Germano; S. Ubaldesca; B. Maria B. Bagnesi

Una scheggia di preghiera:

 

SPIRITO SANTO, AMORE TRA IL PADRE E IL FIGLIO, RENDICI UNO CON VOI.

 

HANNO DETTO: Il ventre di Maria Vergine è più capace di tutto il mondo. (Gerolamo Savonarola)

SAGGEZZA POPOLARE: Per due cose impara a non agitarti: per quelle che si possono cambiare e per quelle che non si possono cambiare. (Proverbio messicano)

UN ANEDDOTO: Eschine, rivale e avversario di Demostene, si oppose a che gli Ateniesi gli decretassero una corona d'oro. Ma, nel processo che ne seguì, l'eloquenza di Demostene schiacciò le accuse di Eschine, che perdette la causa e fu mandato in esilio a Rodi. Il povero Eschine si trovava però senza soldi ed era molto imbarazzato. Essendo la cosa arrivata alle orecchie di Demostene, costui si recò dal suo nemico e gli offri una somma di denaro con tanto garbo e con tanta cordialità che Eschine non seppe rifiutarla, e, prendendo, la somma, gli disse: “Pensa come debbo essere triste di lasciare una patria, dove resta un nemico così generoso, da augurarmi, ma non lo spero, di trovare altrove un amico che gli rassomigli.”

PAROLA DI DIO: At 18,23-28; Sal 46; Gv 16,23b-28

 

Vangelo Gv 16,23b-28

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sia uscito da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre». Parola del Signore

 

“IL PADRE STESSO VI AMA, POICHÉ VOI MI AVETE AMATO E AVETE CREDUTO CHE IO SIA USCITO DA DIO”

Il nostro è un Dio unico: chi ama Gesù, ama il Padre. Il Padre ci ama dello stesso amore di Gesù.

La fondamentale realtà dell’ebraismo e del cristianesimo è la fede in un unico Dio. Tutta la Bibbia vede il maggior peccato nell’idolatria. Noi, oggi, pensiamo che questo pericolo non ci sia più, ragioniamo addirittura all’opposto: “Oggi l’uomo non crede neppur più a Dio, figuriamoci se ne ha tanti”. Eppure, non è vero!

Gli idoli sono solo cambiati, sono diventati più subdoli, più nascosti. Pensate a queste nuove forme di religiosità che mettono insieme Gesù Cristo e l’invocazione delle forme di energia presenti nel cosmo, pensate ai cristiani che vanno a Messa portando addosso il pentacolo del mago, pensate al dio denaro al quale si sacrificano continuamente persone, cose, valori; pensate alla pubblicità consumistica che ci presenta quotidianamente una serie di idoli, pensate anche ad un certo tipo di religiosità che mette sullo stesso piano Dio, S. Antonio, Padre Pio, la Sindone. Dio è uno solo, facciamo un po’ di pulizia di idoli e idoletti per riscoprire Lui solo come Signore della nostra vita.

 

 

DOMENICA 29 MAGGIO: ASCENSIONE

Tra i santi ricordati oggi: S. Paolo VI

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', SEI NEI CIELI, SULLA TERRA, IN OGNI PERSONA E LUOGO.

 

HANNO DETTO: Nelle lacrime di una mamma, lì c'è il dolore della Vergine». Per veder piangere la Madonna non è necessario far molta strada, né interrogare questi o quelli che hanno veduto alla Salette, a Fatima, a Siracusa... Ogni qualvolta vedo una mamma piangere — ed è un fatto di tutti i giorni — vedo piangere la Madonna. [...] Se non ci fosse questa immensa spaccatura nel cuore della Madonna, come tutto sarebbe piccolo quaggiù e senza porto! E noi saremmo tutti senza mamma. (don Primo Mazzolari)

SAGGEZZA POPOLARE: Che cosa meravigliosa essere veduti e giovare.

UN ANEDDOTO: Mentre Dostoevskij era in Siberia, un suo ammiratore scrisse un poema in suo onore, in cui immaginava che Dostoevskij, trovandosi in mezzo a tanti forzati, fosse sulle prime accolto da costoro con diffidenza, poi invece con grande cordialità, in quanto egli era riuscito a far capire la sua superiorità: a poco a poco, egli diventava il maestro di quella povera gente e finiva per essere adorato da tutti. Quando Dostoevskij uscì dalla Siberia e tornò al proprio. paese, il poeta suo amico ed ammiratore gli lesse la sua composizione e poi gliene domandò il parere. “Caro mio, tu hai indovinato tutto - gli disse Dostoevskij; - solo in una cosa ti sei profondamente sbagliato. Io non sono stato il maestro di quei forzati, sono stato invece il loro umilissimo discepolo.”

PAROLA DI DIO: At 1,1-11; Sal 46; Eb 9,24-28; 10,19-23; Lc 24,46-53

 

Vangelo Lc 24,46-53

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo gior­no, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto». Poi li condusse fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio. Parola del Signore

 

ED ESSI SI PROSTRARONO DAVANTI A LUI; POI TORNARONO A GERUSALEMME CON GRANDE GIOIA”.

Il Vangelo racconta di questo ultimo saluto di Gesù ai suoi prima della sua Ascensione al Cielo. Ci sarà stato anche un momento particolare di saluto per sua Madre?

Il Vangelo non lo racconta ma credo sia lecito pensarlo e mi piace immaginarlo non come un saluto triste tipo lacrime e fazzoletti alla stazione ma un saluto pieno di gioia. Gesù ha compiuto la sua missione, il suo amore è ormai riversato sugli uomini. Il suo andarsene poi non è un abbandonarci, ma un fidarsi di noi e un affidarci il suo messaggio, il cielo ormai non è più molto distante dalla terra. Certo può rimanere la nostalgia del vedere e del toccare, ma anche per questo Gesù ci ha lasciato sé stesso nei sacramenti (i sette e tanti altri). Maria è felice per Gesù, il risorto che più non muore, è felice per gli apostoli che se anche dovranno barcamenarsi in mezzo a difficoltà e prove, ora hanno anche loro lo Spirito Santo, quello stesso Spirito che ha ingenerato il Lei il Figlio di Dio, e Maria è contenta anche per la propria missione di Madre di ogni uomo: l’amore trabocchevole che Dio ha versato nel suo cuore ora può scendere su ogni uomo divenuto figlio suo nel Figlio. Anche per noi la festa dell’ascensione è una festa e non una commemorazione di una partenza e anche se i nostri occhi possono guardare nostalgici il punto del cielo dove Cristo se ne è andato, è la festa della nostra maggiore età: Cristo si fida di noi (e in questo davvero ha il coraggio di Dio!), Cristo ci affida il suo messaggio e ci rende capaci di amare, Cristo rimane con noi attraverso il suo Spirito e ci incoraggia: realizzeremo o deluderemo un così grande amore?

 

 

LUNEDI’ 30 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanna d’Arco; S. Ferdinando III; S. Giuseppe Marello

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE GESU', PERDERE CON TE È VINCERE PER SEMPRE.

 

HANNO DETTO: Se Dio ha scelto Maria per il Figlio suo e per noi, il nostro compito non è più quello di sceglierla, ma solo di riceverla come nostra madre. (Card. Suenens)

SAGGEZZA POPOLARE: Un povero sano è ricco a metà.

UN ANEDDOTO: San Francesco Saverio, il patrono di tutti i missionari, un giorno, in India, venne a sapere che in un paese molto isolato vivevano parecchi pagani. Ma come trovare la strada per recarvisi? Sentendo che un tale doveva andare da quelle parti, lo pregò di permettergli d’accompagnarlo. Quegli acconsentì, a condizione però che gli portasse il pesante bagaglio, volendo egli andare comodamente a cavallo. Ed ecco Francesco, missionario innamorato, trottare a piedi per l’impervio sentiero, accanto al ricco cavaliere, per ore e ore, sino al campo di quei lontani fratelli, sprovveduti dell’amore più bello del mondo, quello di Gesù.

PAROLA DI DIO: At 19,1-8; Sal 67; Gv 16,29-33

 

Vangelo Gv 16,29-33

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio». Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo, ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!». Parola del Signore

 

“ABBIATE CORAGGIO: IO HO VINTO IL MONDO!” (Gv 16,33)

Se guardo a Te, Signore e a tua Madre, con gli occhi della mia umanità, mi sembra assurda questa tua affermazione: Tu sei un povero vinto, un illuso, un fallito. Sei vissuto come l’ultimo dei poveri, sei andato in giro di villaggio in villaggio senza avere neppure “un sasso su cui porre il capo”, hai amato con tenerezza più che materna il tuo popolo, lo hai beneficato in mille modi... Con quale risultato?

I tuoi non ti riconobbero e non ti accolsero. Hai impegnato la tua quotidiana fatica, la tua sublime intelligenza, la tua dolce e forte parola a convertire gli uomini alla tua dottrina, alla tua verità, al tuo ideale; ti sei dedicato a questa tua missione senza per­plessità, senza risparmio, senza riposo. Con quale successo?

Non ti hanno creduto, non ti hanno seguito, ti hanno. respinto. Hai scelto un gruppo di collaboratori che hai voluto preparare con cure affettuose, con delicatezze indicibili, e ti hanno ripagato con l'abbandono, la fuga, il rinnegamento, il tradimento: ti hanno venduto per il prezzo di uno schiavo... E Tu dici di aver vinto il mondo?

I tuoi avversari ti hanno preso quando hanno voluto, ti hanno trattato come un delinquente, ti hanno fatto processare dalle più alte autorità locali, condannare dai giudici, insultare dal popolo, ti hanno fatto crocifiggere dai carnefici insieme a ladri e malfattori, ti hanno sepolto e sigillato in una tomba... E Tu sostieni di aver vinto il mondo?

E tua Madre?

Lei, la “Madre di Dio” che cosa ha fatto di tanto straordinario?

Ha continuato a vivere in un villaggio sperduto (“che cosa ci può venire di buono da Nazaret?”), ha accettato nel silenzio e tra le lacrime di essere la madre del condannato a morte, Lei, ‘la tutta pura’ ha vissuto con il gruppo dei tuoi apostoli, un gruppo di peccatori. Ma se Ti guardo con gli occhi della fede, Tu sei davvero l'unico vincitore. Perché il mondo e la carne cercano il successo istantaneo e immediato, mentre lo spirito e la storia vedono il successo finale e totale. Il mondo e la carne cercano il trionfo spettacolare, lo spirito e la storia lo raggiungono con la realtà e i fatti. Ti sei messo in cammino duemila anni fa dalla Giudea; da allora nessuno più ha potuto arrestare la tua marcia nello spazio e nel tempo. I tuoi passi si sono moltiplicati con quelli dei tuoi testimoni. Tutte le stirpi della terra e le dinastie imperiali si sono estinte, ma la tua parola è giunta fino a noi e può ancora cambiare la nostra vita. No, non hai vinto il mondo con una rivoluzione che passa e si adegua, lo hai vinto perché ancora oggi lo rivoluzioni con l’amore. Non hai vinto il mondo perché hai fondato un altro Regno (anche se spesso le religioni hanno cercato di fare questo nel tuo nome) ma perché parli al cuore di ogni uomo povero che voglia ascoltarti. Tua Madre non è grande perché è la grande regina di cui aver timore, rispetto reverenziale, è grande perché continua in umiltà ad essere madre di ciascuno di noi. Quando sentiamo profondamente la Solitudine, l'abbandono di amici in un momento di prova, quando il mondo sembra caderti addosso, c’è Qualcuno che non ti lascia solo, non ti abbandona. E anche quando forse, come Gesù, grideremo "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" e ci sentiremo lontani da tutti, avvolti nel mistero del dolore, sarà ancora anche questo un atto di fede in quel Dio, che pur silenzioso e misterioso, proprio nella sofferenza di suo Figlio continua ad esserci vicino, segno di sicura vittoria sul mondo e sul male.

 

 

MARTEDI’ 31 MAGGIO: VISITAZIONE B. V. MARIA

Tra i santi ricordati oggi: S. Silvio di Tolosa; S. Petronilla

Una scheggia di preghiera:

 

VISITA IL TUO POPOLO, O MARIA, E PORTACI ANCORA GESU'.

 

HANNO DETTO: Se volete capire la Madonna non rompetevi il campo dietro le astruserie di certi teologi: prima datevi a lei, poi le pagine del Vangelo avranno una luce così abbagliante che non farete più fatica a conoscerla, amarla a farla amare. (don Andrea Gasparino)

SAGGEZZA POPOLARE: La ricompensa di una buona azione è di averla compiuta.

UN ANEDDOTO: Trovandosi a Pretoria, Gandhi passò vicino alla casa di alcuni amici cristiani e pensò di far loro visita. Era sera. Quando entrò vide tutta la famiglia radunata in preghiera. Gli diedero il benvenuto e decisero di rimandare la preghiera. Ma Gandhi li invitò a continuare: “Continuate le vostre preghiere. Colui al quale le indirizzate è più grande di me”.

PAROLA DI DIO: Sof 3,14-17; opp. Rm 12,9-16b; Cant. Is 12,2-6; Lc 1,39-56

 

Vangelo Lc 1,39-56

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. Parola del Signore

 

“ENTRATA NELLA CASA DI ZACCARÌA, SALUTÒ ELISABETTA. APPENA ELISABETTA EBBE UDITO IL SALUTO DI MARIA, IL BAMBINO SUSSULTÒ NEL SUO GREMBO.”

Alla fine del mese dedicato alla preghiera mariana, ritroviamo la stupenda pagina dell’incontro fra Maria ed Elisabetta. Il Verbo cresce dentro la piccola Maria. 

Maria sale da Elisabetta: forse lei saprà darle una risposta definitiva, forse lei saprà dirle che sì, è tutto vero. E accade. Elisabetta si asciuga le mani nel grembiule e riconosce la piccola Maria (ormai si è fatta donna) e capisce. La pagina di Luca è un capolavoro: l’incontro fra le due donne nel Vangelo è tutto un sussulto, un complimento, Giovanni Battista che riconosce il Messia dal grembo e scalcia; Elisabetta, anziana donna che vede imprevedibilmente realizzato il suo agognato sogno di maternità fa i complimenti alla piccola Maria.

Maria, ancora scossa da quanto le è successo, comincia a ballare e a fare i complimenti a Dio che salva lei e noi. Nelle loro parole avvertiamo la tensione, lo stupore, l’inaudito che si realizza. È vero, allora: Dio ha scelto di venire, Dio si rende presente, Dio – il Dio d’Israele – è qui. Non sono solo stanche promesse ascoltate dalla bocca del vecchio rabbino di Nazareth.

È vero, è tutto vero, Dio viene, infine.

     
     
 

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