Archivio

 
     
     

SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

http://digilander.libero.it/don_franco_web

a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

FEBBRAIO 2022

 

MARTEDI’ 1° FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Severo; S. Raimondo; S. Brigida

Una scheggia di preghiera:

 

A TE GRIDO INSIEME A TUTTI GLI UOMINI: ABBI PIETA' DI NOI!

 

HANNO DETTO: Parla in modo sensato a uno stupido, e ti chiama stupido. (Euripide)

SAGGEZZA POPOLARE: La vita è un'autostrada a senso unico di marcia, impossibile invertire né tornare indietro folle sarebbe accelerare.

UN ANEDDOTO: "Fate bene il bene", amava ripetere il beato Giuseppe Allamano, fondatore dei missionari della Consolata. A sua volta, Madre Teresa di Calcutta diceva alle sue suore: "Non voglio che facciate miracoli con sgarbo, preferisco che facciate sbagli con gentilezza".

PAROLA DI DIO: 2Sam 18,9-10.14b.21a.24-25a.30-32; 19,1-3; Sal 85; Mc 5,21-43

 

Vangelo Mc 5,21-43

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: alzati». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare. Parola del Signore

 

"LA MIA FIGLIOLETTA STA MORENDO: VIENI A IMPORLE LE MANI, PERCHÉ SIA SALVATA E VIVA".

Penso a quanto dolore c'è nel mondo: dolore di quei genitori che assistono alla lunga agonia del proprio figlio. Penso al grido di invocazione dei tanti afflitti che si alza ogni giorno al Signore, ho davanti la lunga sfilata delle carrozzelle di Lourdes e prego anch'io come si fa là: "Signore, che io veda, che io oda... che io cammini...”

Il Signore non ci ascolterà? Gesù ha ascoltato la preghiera di questo padre ed ha fatto il miracolo. Se è nella volontà di Dio, miracoli ne possono succedere. Ma il miracolo più grande, al di là di una guarigione, è il miracolo della fede, la guarigione del cuore, la conversione e allora come a Lourdes completo la preghiera precedente: "Signore, che io veda la tua luce; Signore, che io oda la tua Parola, che io cammini sulla tua strada.

 

 

MERCOLEDI’ 2 FEBBRAIO: PRESENTAZIONE DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi: S. Caterina de’ Ricci

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE, RICEVI IL DONO PIU' GRANDE CHE ABBIAMO RICEVUTO: GESU'.

 

HANNO DETTO: L'uomo è il solo animale capace di farsi stupido. (André Glucksmann)

SAGGEZZA POPOLARE: Non è facile volare senza ali. (Proverbio latino)

UN ANEDDOTO: San Girolamo narra che ad Efeso i cristiani portavano spesso il vecchio San Giovanni Evangelista, che non poteva andare da solo, alle riunioni dei discepoli, e che diceva loro costantemente "Figlioli, amatevi gli uni gli altri". Di fronte a tanta insistenza, gli domandarono perché diceva sempre lo stesso, e San Giovanni rispose: "Perché il Maestro lo faceva. È il comandamento del Signore, e se si compie, esso solo basta".

PAROLA DI DIO: Ml 3,1-4 oppure Eb 2,14-18; Sal 23; Lc 2,22-40

 

Vangelo Lc 2,22-40

Dal vangelo secondo Luca

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione e anche a te una spada trafiggerà l’anima, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. Parola del Signore

 

MARIA E GIUSEPPE PORTARONO IL BAMBINO A GERUSALEMME PER PRESENTARLO AL SIGNORE”.

Nel racconto della presentazione al Tempio di Gesù, una delle cose che maggiormente mi colpisce è il contrasto tra la semplicità e povertà di un gesto rituale e la grandezza del significato del mistero che si compie. I personaggi sono poveri: un Bambino di quaranta giorni, un falegname e sua moglie, un uomo giusto, Simeone, ma comune; una vecchia di 84 anni, Anna. Anche i mezzi sono poveri: due colombe per riscattare un bambino. Ma c’è il mistero di Gesù, Figlio di Dio che incontra nella gloria del Tempio Dio suo Padre, c’è l’anticipazione gloriosa e dolorosa di un’offerta totale, c’è la fede dei suoi genitori, ci sono le meraviglie di Dio manifestate a due poveri. Durante i battesimi, sovente penso: “Che cosa sarà di questo bambino così fragile?”

Vedo dei mezzi così poveri come l’acqua e l’olio, ma sento la potenza di Dio che si incontra e compiace con un suo figlio. Anche nel giorno del mio battesimo Dio si è compiaciuto con me, ha operato le sue meraviglie, e io, mi comporto come suo figlio?

 

 

GIOVEDI’ 3 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Biagio; S. Ansgario; Ss. Simeone e Anna

Una scheggia di preghiera:

 

TU, SIGNORE, TI SEI FIDATO DI ME. FA' CHE IO MI AFFIDI A TE.

 

HANNO DETTO: Non venderti: sei tutto ciò che hai. (Janis Joplin)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi pensa al prossimo al suo ben si approssima.

UN ANEDDOTO: La moglie di un rabbino famoso disse a suo marito: — Prega perché il Signore ci conceda un anticipo di felicità eterna già in questo mondo. Il rabbino pregò. Gli fu portata dal cielo una splendida poltrona dorata. Ma... Mentre riposava beato, vide in sogno che in cielo tutti partecipavano al banchetto eterno seduti comodamente su splendidi troni, uno per ogni fedele; mentre egli e sua moglie avevano a disposizione per i secoli infiniti una sola poltrona. Udito questo sogno, sua moglie si affrettò a chiedergli: — Per carità, rabbì, marito mio, prega il Signore che la poltrona torni lassù! Il rabbino pregò. Ora i due in cielo stanno seduti comodamente, ciascuno sulla sua poltrona dorata.

PAROLA DI DIO: 1Re 2,1-4.10-12; Cant. 1Cr 29,10-12; Mc 6,7-13

 

Vangelo Mc 6,7-13

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demoni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano. Parola del Signore

 

“GESÙ CHIAMÒ A SÉ I DODICI E PRESE A MANDARLI”.

Il Vangelo di oggi ci parla di Gesù che affida una missione agli apostoli. Gesù si fida di loro. Non sono ancora dei teologi, non sono neanche psicologi, esperti di umanità, a stento sanno parlare, forse non tutti sanno scrivere, poi non devono fidarsi delle cose, anzi è meglio portarsi dietro il minimo indispensabile. Eppure, Gesù si fida di loro. Gesù si fida di me e di te e ci ha chiamati per affidarci una missione. Ecco come don Tonino Bello parlava della vocazione.

“Vocazione è la parola che dovresti amare di più. Perché è il segno di quanto sei importante agli occhi di Dio. È l’indice di gradimento, presso di Lui, della tua fragile vita. Sì, perché se ti chiama, vuol dire che ti ama. Gli stai a cuore, non c’è dubbio. In una turba sterminata di gente, risuona il nome: il tuo!

Stupore generale. A te non ci aveva pensato nessuno. Lui sì!

Davanti ai microfoni della storia ti affida un compito su misura... per Lui! Sì, per Lui, non per te. Più che una missione, sembra una scommessa. Una scommessa sulla tua povertà. Ha scritto «Ti amo» sulla roccia, non sulla sabbia come nelle vecchie canzoni. E accanto ha messo il tuo nome. L’ha scritto di notte. Nella tua notte!

Alleluia! Puoi dire a tutti: non si è vergognato di me!”

 

 

VENERDI’ 4 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Nicola Studita; S. Gilberto; S. Eutichio

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', FORZA DEI MARTIRI, SOSTIENICI NELLE PROVE.

 

HANNO DETTO: Non si pecca mai senza saperlo. (S. Teresa d'Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: Il lupo mangia ogni carne e lecca la sua.

UN ANEDDOTO: Un giorno un re, giunto in un villaggio, vide un rabbi che insegnava ai suoi discepoli avendoli disposti in cerchio intorno a sé. Incuriosito, gli disse: - Rabbi, lo sai che hai disposto in cerchio i tuoi discepoli proprio come io dispongo intorno a me la mia corte? Forse ne conosci le regole? - Non lo so - rispose il rabbi. - Dimmi come disponi la tua corte ed io ti dirò come dispongo i miei discepoli. - Il primo arco di cerchio - rispose il re - si compone di coloro che godono dei miei particolari favori; mi sono i più vicini. Il secondo è riservato ai dignitari e agli ambasciatori. Il terzo racchiude le persone di minor importanza. Le cose, qui, stanno molto diversamente - replicò il rabbi. - Quelli seduti accanto a me sono i sordi, così possono intendere. Il gruppo intermedio è formato dagli ignoranti, così possono prestare maggior attenzione ai miei insegnamenti. Il cerchio esterno è riservato a chi già conosce la Legge, così possono perdere senza danno le mie parole. (Tradizione ebraica)

PAROLA DI DIO: Sir 47,2-13; Sal 17; Mc 6,14-29

 

Vangelo Mc 6,14-29

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi». Altri invece dicevano: «È Elia». Altri ancora dicevano: «È un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!». Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni, infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro. Parola del Signore

 

"LA GUARDIA ANDÒ E LO (GIOVANNI) DECAPITÒ”.

La fine di Giovanni è ingloriosa e dolorosa. Muore in un oscuro carcere per l'invidia di una donna, per un re beone e instabile e per di più con gli interrogativi di uomo sul suo operato: aveva mandato a chiedere se Gesù "era proprio colui che doveva venire". La morte eroica può anche attirare. Morire è sempre difficile, ma dare la vita per un ideale, morire dicendo parole altisonanti può esaltare. Morire nel buio di una prigione è molto più triste, squallido. Ma il precursore è chiamato ad anticipare: Giovanni anticipa la morte di Gesù. Muore in un Sotterraneo come il chicco di frumento caduto nella terra. Muore solo come il Cristo, mentre gli altri fanno festa. È quel martirio sconosciuto successo molte altre volte nella storia. Anche oggi quante forme di martirio ha inventato l'uomo per togliersi dai piedi chi gli dà fastidio: dall'emarginazione, alla calunnia, dai forni crematori alla persecuzione aperta. E poi c'è anche un altro tipo di martirio, quello perpetrato contro chi ha fede non con mezzi cruenti ma cercando nel quotidiano di tagliare ponti, ironizzare, impedire la libertà religiosa. Il precursore in questo è già apostolo; forse anche senza aver sentito le parole di Gesù, mette già in pratica: "Se qualcuno vuol essere mio discepolo, prenda la sua croce e mi segua".

 

 

SABATO 5 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Agata; S. Saba; B. Elisabetta Canori Mora

Una scheggia di preghiera:

 

TUO È IL REGNO, TUA LA POTENZA E LA GLORIA NEI SECOLI.

 

HANNO DETTO: Chi trova piacere nel lavoro riduce la fatica. (Bangel)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando un bimbo è malato, il miglior medico è la madre.

UN ANEDDOTO: Un giorno un capo famiglia venne a trovare Sri Rama krishna: - Bhagavan, abbiamo sentito dire che hai visto il Signore. Fallo vedere anche a me e spiegami come ciò sia possibile. Rispose il maestro: - Tutto dipende dalla volontà di Dio. Ma anche dalla tua. Se sei seduto sulle sponde di un lago e dici soltanto: «Ci son dei bei pesci nel lago», ne prenderai forse anche solo uno? Va' piuttosto a cercare il necessario per la pesca: una lenza, una canna, un po' d'esca, e getta l'amo nell'acqua. Il pesce salirà dalle profondità del lago, si avvicinerà, tu lo vedrai e farai di tutto per prenderlo. Mi chiedi di vedere Dio e te ne stai lì tranquillo senza fare il minimo sforzo. Tu vorresti che io mungessi il latte, ne prendessi la crema, la trasformassi in burro e ti mettessi il burro in bocca su un cucchiaio d'argento. Sei un po' stolto, non ti pare? (Sri Ramakrishna)

PAROLA DI DIO: 1Re 3,4-13; Sal 118; Mc 6,30-34

 

Vangelo Mc 6,30-34

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Parola del Signore

 

“GESÙ DISSE LORO: VENITE IN DISPARTE, VOI SOLI, IN UN LUOGO DESERTO, E RIPOSATEVI UN PO’”

La parola che meditiamo oggi sembra quasi in contrasto con quella che abbiamo meditato qualche giorno fa, dove Gesù ci mandava. Qui siamo al termine della prima missione degli Apostoli ed egli vedendoli tornare entusiasti ma anche stanchi per il loro lavoro apostolico li equilibria subito: “Adesso ricaricatevi, riposatevi un po’!” Non è il dormire, e neanche è il facile entusiasmo, è invece il non correre il rischio di esaltarsi dimenticando che la “missione” non è solo nostra ma soprattutto sua, è il buon senso di chi sa che per dare bisogna avere, per donare rendersi conto di aver ricevuto. Questo “luogo solitario” in cui Gesù ci invita è il saper ritrovare noi stessi (bisognosi di salvezza, come ogni altro) è Lui senso e scopo di ogni missione ed è anche il momento del riposo vero e proprio, altrettanto necessario che l’azione.

 

 

DOMENICA 6 FEBBRAIO: 5^ DOMENICA T.O. ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Paolo Miki e c; S. Guarino

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', TU SEI L'UNICA PAROLA CHE SALVA.

 

HANNO DETTO: Non c'è amore sprecato (M. de Cervantes y Saavedra)

SAGGEZZA POPOLARE: E un gran male non fare alcun bene.

UN ANEDDOTO: Molte volte lungo gli anni ho guardato il cielo e ho detto: "Padre, che stai facendo?". E Lui risponde: "Sto ricamando la tua vita". Allora io replico: "Ma si vede così confuso, è tutto un disordine. I fili sembrano così scuri, perché non sono più brillanti?". E Dio sembra dirmi: "Figliolo mio, occupati del tuo lavoro e io faccio il mio. Un giorno ti porterò in cielo e ti metterò sul mio grembo e vedrai il disegno dalla mia posizione. E allora capirai...!!!". Nei giorni in cui sembra che nemmeno Dio si ricordi di te, invece di angustiarti ripeti con certezza: "Signore, io confido in te".

PAROLA DI DIO: Is 6,1-2a.3-8; Sal 137; 1Cor 15,1-11; Lc 5,1-11

 

Vangelo Lc 5,1-11

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore, infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. Parola del Signore

 

“LA FOLLA GLI FACEVA RESSA INTORNO PER ASCOLTARE LA PAROLA DI DIO”.

Mi chiedo se oggi è ancora così. Gesù deve prendere addirittura provvedimenti (noleggiare una barca) tanta è la gente che cerca la sua parola. Noi oggi siamo drogati di parole ma siamo anche assuefatti. Non ci soddisfano le parole vane dei politici, le parole dei grandi ideali storici le abbiamo viste vanificate nella pratica. Luoghi dove si radunano le masse normalmente non sono luoghi di parole: lo stadio, il mega concerto, la discoteca. Se fai la proposta a qualcuno di trovarsi una sera per meditare la Bibbia ci sono mille scuse. Spesso la domenica c’è gente intorno all’altare ma, a volte cominciando dal prete, passiva, distratta, abitudinaria. Eppure, c'è fame di parole di salvezza, di conforto: l’anziano solo ha bisogno di una parola di calore; il giovane di una che lo incoraggi; l’affaticato di una che gli doni speranza; il moribondo di una parola fatta mano che lo accompagni nel passaggio. E magari l’uomo va a cercare lontano una parola: le filosofie orientali, i facili miracolismi, le sedute spiritiche. Oggi diciamoci solo una parola: GESU’! È Lui la parola di Dio.

 

 

LUNEDI’ 7 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Riccardo; S. Partenio; B. Pio IX

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE GESU', TU CI PARLI IN TUTTO.

 

HANNO DETTO: Siamo tanto più convincenti quanto più siamo convinti. (Josemaría Escrivá)

SAGGEZZA POPOLARE: Quei guai che fuor dell'uscio chiuder puoi, o veri guai non sono, o non son tuoi.

UN ANEDDOTO: Sulla strada di Edessa un monaco chiese a Dio di fargli incontrare, al suo ingresso in città, un uomo che lo illuminasse sul senso delle Scritture. Ed ecco che invece di un uomo, fu una donna a venirgli incontro, e per di più una prostituta. Il monaco si rattristò: il Signore non aveva esaudito la sua preghiera. Come avrebbe potuto una donna di facili costumi illuminarlo sulla Parola di Dio? Eppure, la donna gli stava ritta dinanzi e lo guardava fisso negli occhi. Senza imbarazzo né collera il monaco chiese: - Perché mi guardi con tanta insistenza? Rispose la donna: - È normale che ti guardi, poiché io sono stata formata da te. Tu invece non hai alcun motivo per guardarmi; tu devi fissare la polvere da cui sei stato tratto. Il monaco rimase sbalordito: quale più acuto riferimento al libro della Genesi? Ringraziò così il Signore, le cui vie per farci capire la sua Parola sono infinite e misteriose. (Tradizione siriaca)

PAROLA DI DIO: 1Re 8,1-7.9-13; Sal 131; Mc 6,53-56

 

Vangelo Mc 6,53-56

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono. Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse. E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati. Parola del Signore

 

“E LO SUPPLICAVANO DI POTER TOCCARE ALMENO IL LEMBO DEL SUO MANTELLO, E QUANTI LO TOCCAVANO VENIVANO SALVATI.”.

Quante volte mi sono trovato a pensare: “Avessi avuto la fortuna di trovarmi a vivere al tempo di Gesù, avessi avuto l’opportunità di incontrarlo per le strade della Palestina, avessi potuto personalmente sentire le sue parole senza bisogno di intermediazioni, avessi potuto toccargli il mantello, avessi potuto stare con Lui, chissà come mi sarei convertito, chissà quante cose buone avrei fatto”. Questo è uno dei ragionamenti più sciocchi che possiamo fare.  L’incarnazione di Gesù non è soltanto avvenuta in quegli anni, in quella terra, con quelle persone. L’incarnazione di Gesù continua anche oggi e, come allora qualcuno si convertiva e qualcuno no, così anche oggi la conversione non dipende tanto dall’incontro materiale con il Maestro o da una grazia particolare, dipende soprattutto dal nostro atteggiamento e da come noi ci rendiamo disponibili alla proposta di Gesù.

Gesù lo puoi incontrare ovunque. Puoi incontrare Gesù negli occhi del povero, negli occhi di tuo figlio, negli occhi di tua madre. Puoi incontrare Gesù nel Vangelo, nei balbettii di spiegazione del sacerdote, come nell’intimo del tuo cuore, della tua coscienza. Puoi incontrare Gesù ovunque ci sia un uomo perché Lui, da allora non ha finito di incarnarsi in ogni uomo della terra. Puoi dunque incontrare anche Gesù dentro a te stesso insieme alle tue miserie e alle tue grandezze. Puoi toccargli la frangia del mantello per essere guarito nei sacramenti, quando la misericordia del Padre scende su di te, quando entri in comunione con Lui, quando con Lui progetti un cammino di vita e con lui cerchi di viverlo ogni giorno. Puoi ritrovare la forza della guarigione ogni volta che torni a Lui per chiedergli perdono dei tuoi peccati. Puoi trovare la forza della risurrezione ogni volta che fai morire il peccato e la morte, ogni volta che offri vita, positività, ogni volta che apri il tuo volto ad un sorriso accogliente. Gesù è attorno a te, dentro di te. Ti cerca, ti aspetta ma non ti forza perché Lui vuole che le persone che lo amano lo accolgano con libertà. Non c’è bisogno di tornare indietro nel tempo, non c’è bisogno di tornare in Palestina per toccare la frangia del suo mantello. Oggi, adesso, se vuoi, puoi incontrarlo.

 

 

MARTEDI’ 8 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Girolamo Emiliani; S. Giuseppina Bakhita

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, INSEGNACI AD AMARE.

 

HANNO DETTO: Non dimenticare o uomo che da me viene tutto quello che sei. Chi ti ama come ti ama il tuo Creatore? (Baldovino di Canterury)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi dipinge il fiore non gli dà l'odore.

UN ANEDDOTO: Mahadi El-Millah era in viaggio quando la carovana con cui viaggiava venne assalita dai briganti. Quando i ladri vollero impadronirsi dei suoi beni, offri al loro capo i libri e i pochi soldi che portava con sé dicendo: - Te li offro, sono un regalo. Non considerarli un furto. Questi rispose: - I soldi li accetto, ma dei libri che me ne faccio? - Ecco il favore che ti chiedo: quando tornerai a casa li regalerai ai tuoi figli. - E loro, che ne ricaveranno? - Impareranno a non diventare ladri, come è il loro padre. (Tradizione uzbeka)

PAROLA DI DIO: 1Re 8,22-23.27-30; Sal 83; Mc 7,1-13

 

Vangelo Mc 7,1-13

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè, infatti disse: “Onora tuo padre e tua madre”, e: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte». Parola del Signore

 

“TRASCURANDO IL COMANDAMENTO DI DIO, VOI OSSERVATE LA TRADIZIONE DEGLI UOMINI”.

Anche nella Chiesa di oggi è sempre presente la tentazione di ridurre la fede ad una pratica religiosa somma di tanti precetti. In fondo, avere ricette, menù, norme ben specifiche e dettagliate ci libera dalla fatica della ricerca, dagli impegni personali e poi, diciamocelo, quando ci sono norme e leggi specifiche è anche molto facile trovare le strade per eluderle e giustificarci. Seguire Gesù significa impegnare tutta la propria persona, significa continuamente metterci in questione. Avere come base il precetto dell’amore significa quotidianamente fare la fatica di tradurlo in pratica. Le norme possono servire, le indicazioni della Chiesa sono significativi segnali per non perdere la strada ma alla fine il credente deve solo e sempre cercare di uniformarsi a Cristo.

 

 

MERCOLEDI’ 9 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Apollonia; S. Sabino; B. Anna C. Emmerick

Una scheggia di preghiera:

 

PURIFICACI, O SIGNORE, E SAREMO PIU' BIANCHI DELLA NEVE.

 

HANNO DETTO: L'estremo piacere che proviamo nel parlare di noi stessi dovrebbe far temere di procurarne invece assai poco a chi ci ascolta. (La Rochefoucauld)

SAGGEZZA POPOLARE: Vede le cose ben sotto altro aspetto, chi da morbo mortal ridotto è a letto.

UN ANEDDOTO: Nella casa di Suliman Halabi, celebrato maestro, c'era sempre per terra un grosso libro che serviva a tenere aperta la porta. Un visitatore colto ed austero, venendo un giorno a trovare Halabi, si chinò per sollevare il libro. Lascialo dov'è! - gl'intimò il maestro. - Aver sì poca cura dei libri è indegno di un saggio - ribatté il visitatore. - Ma è ancora più indegno - replicò Suliman Halabi - pensare che tutti i libri abbiano eguale importanza. Questo serve a tenere aperta la porta e a nient'altro!

PAROLA DI DIO: 1Re 10,1-10; Sal 36; Mc 7,14-23

 

Vangelo Mc 7,14-23

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro, infatti cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo». Parola del Signore

 

“ASCOLTATEMI TUTTI E COMPRENDETE BENE! NON C’È NULLA FUORI DELL’UOMO CHE, ENTRANDO IN LUI, POSSA RENDERLO IMPURO. MA SONO LE COSE CHE ESCONO DALL’UOMO A RENDERLO IMPURO”.

Quando noi sentiamo parlare di salvezza che Gesù ci ha portato, non dobbiamo pensare che questo dono riguardi solamente qualche particolare della nostra vita; non è solo la salvezza dal peccato, non è neanche solo la salvezza dal male o dalle malattie, Gesù salva l’uomo nella sua totalità. Per esprimere questo Egli usa la categoria del ‘cuore dell’uomo’. Quando nel Vangelo troviamo qualcosa che riguarda ‘il cuore dell’uomo’ significa pensare all’essenza stessa dell’uomo, alla sua pienezza. Ecco, allora, che quando parlano a Gesù di norme morali, Egli prende le distanze perché le norme possono essere molto utili all’uomo ma, nello stesso tempo, possono ridurre l’uomo in schiavitù. La morale per Gesù non sta nelle norme esteriori, nella pur importante Legge, dono di Dio, ma sta nel modo in cui l’uomo, nella sua totalità, aderisce a quella che è la volontà di Dio e la mette in pratica. Per capirci, forse può aiutarci un esempio: se voi avete una botte piena di aceto è inutile che andiate a spillare vino buono: lì troverete solo e sempre aceto, anche se magari sulla botte qualcuno ha messo l’etichetta “barbera DOC.”. Quello che conta non è dunque l’etichetta e neppure il luogo dove viene tenuta la botte, conta quello che nella botte è stato messo. Nella nostra vita, la moralità di una azione o meno non dipende se è conforme o meno ad una norma che viene dal di fuori, dipende invece da ciò che noi vi abbiamo messo dentro, cioè dipende dal nostro ‘cuore’. Ogni individuo, quando nasce è un individuo libero. Questo non vuol dire che non abbiamo certe propensioni, certe caratteristiche che ci sono tipiche. Noi portiamo fin dalla nostra nascita alcune caratteristiche fisiche, spirituali e morali particolari. Ma sta poi a noi ‘riempire la botte’ mettendoci dentro quello che ci sembra più giusto e più opportuno. Se io metterò dentro di me quello che magari soddisfa le tendenze negative che posso avere, ecco che io otterrò delle risposte negative. Se, invece, con pazienza cerco di modificare le tendenze negative e di valorizzare quelle positive, tenderò a costruire in me la capacità del bene. Se io sono irascibile per natura, certamente non riuscirò a diventare la persona che riesce a sorridere davanti a qualunque sopruso o davanti a qualunque negatività nei propri confronti, però nello stesso tempo se avrò curato bene questo mio aspetto non diventerò colui che perché è stato offeso passa alla vendetta o uccide il proprio avversario. Gesù quando dice che dal cuore dell’uomo escono tutte le cose sia positive che negative (e nel Vangelo di oggi abbiamo un lungo elenco di cose negative: fornicazioni, furti, omicidi, adulteri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza), intende proprio dire che il bene o il male, la giustizia o meno di una determinata azione, dipende da tutto il nostro essere. Questo porta anche a tirare alcune conclusioni pratiche. Le norme morali servono ancora?

Certamente servono per formare una giusta coscienza. Ad esse devo rapportarmi, confrontarmi; ma non sono più le norme morali a stabilire il bene o il male di una cosa, ma questo dipenderà in prima istanza dalla mia coscienza. Provate allora a pensare anche a livello pratico: tutte le indicazioni che la Chiesa ci dà sono preziose, vanno tenute presenti, vanno confrontate con la realtà della nostra vita, sono norme alle quali noi dobbiamo attenerci, dobbiamo cioè farle entrare nel nostro cuore, allora diventeranno norme vere e valide, non solo accettate per obbedienza e per dovere ma fatte nostre. Se noi, invece, osserviamo soltanto alla lettera, anche le norme più belle forniteci dalla Chiesa, rischiamo di diventare degli schiavi e spesso anche degli ipocriti.

 

 

GIOVEDI’ 10 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Scolastica; S. Silvano; B. Luigi Stepinac

Una scheggia di preghiera:

 

INSEGNACI, SIGNORE QUALE SIA IL VERO BENE DEL NOSTRO PROSSIMO.

 

HANNO DETTO: Nell'acqua di uno stagno si specchia il cielo. Ma se vi getti un sasso, l'immagine si romperà in cerchi concentrici e il cielo sparirà. (Han Fei, filosofo cinese morto nel 233 a.C.)

SAGGEZZA POPOLARE: Le focose aquile non generano mai una pacifica colomba. (Proverbio latino)

UN ANEDDOTO: Uno scettico e un mistico si ritrovarono a percorrere la stessa strada. - Vai anche tu verso il Grande Abisso? - chiese lo scettico. - Si, al ponte che lo attraversa - rispose il mistico. - Non c'è ponte. Vado proprio per accertarmene e portarne la notizia a tutti. Cammina cammina, arrivarono sull' orlo del Grande Abisso. - Vedi che non c'è nessun ponte? - disse lo scettico. Ma mentre parlava il mistico aveva già iniziato la traversata. - Dimmi come fai a camminare nel vuoto! - gridò lo scettico mentre il mistico si allontanava. - Ma io non cammino nel vuoto, cammino sul ponte! Lo scettico rimase di qua. Il mistico giunse di là. Arrivato che fu gridò: - Qui è tutto bellissimo, proprio come avevo pensato. Perché non vieni anche tu? - Non posso, per me non c'è ponte. - Certo che se non te lo costruisci tu, nessuno te lo regala - disse il mistico. Lo scettico tornò indietro. Voleva dire a tutti che oltre il Grande Abisso non si poteva andare. Ma ora, come fare? Perciò non disse nulla. E nottetempo, in ginocchio, cominciò a costruirsi il suo ponte.

PAROLA DI DIO: 1Re 11,4-13; Sal 105; Mc 7,24-30

 

Vangelo Mc 7,24-30

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato. Parola del Signore

 

“NON È BENE PRENDERE IL PANE DEI FIGLI E GETTARLO AI CAGNOLINI”. (Mc. 7,27)

Tante volte abbiamo commentato questa apparente durezza di Gesù nei confronti di questa donna pagana che va a chiedere la guarigione della propria figlioletta. Questa volta, partendo da questo episodio, vorrei con voi fare una piccola riflessione un po’ diversa dal solito. Gesù non poteva voler male ad una mamma che chiedeva la guarigione della figlia. Gesù, che è venuto per la salvezza di ogni uomo sulla terra, non poteva fermarsi a forme campanilistiche di distinzione tra ebrei e altri popoli. Dunque, perché questa durezza?

Come si concilia l’amore di Gesù con queste parole che sembrano quasi essere un disprezzo?

Noi spesso pensiamo che amare sia benvolere, accondiscendere alle richieste dell’amato, gentilezza, generosità e normalmente queste sono componenti del voler bene, ma tutte queste cose possono essere dettate da sentimenti oppure anche solo da forma di buona educazione, da istintivo quieto vivere, da filantropia. Volere il vero bene di una persona è ancora un’altra cosa. Gesù vuole il vero bene di questa donna Siro Fenicia perché non solo vuole darle la possibilità di ottenere il miracolo della guarigione della propria figlia ma, facendo emergere il suo vero carattere. vuol far sgorgare la vera fede in lei. Tirando velocemente qualche conclusione e lasciando che lo Spirito suggerisca a voi quello che in questo momento serve alla vita di ciascuno: amare il prossimo secondo Gesù non è solo provare sentimenti di benvolere verso di lui, carità vera non è neanche concedere tutto quello che il prossimo ci richiede, è cercare il vero bene di chi ci sta accanto, è suscitare nel prossimo i sentimenti e i ragionamenti che conducono la persona a tirare fuori da se stessa tutte le potenzialità di bene, è aiutare a capire che non è solo risolvendo qualche problema materiale che si ottiene il vero senso della propria vita, è aiutare ad arrivare alla fede.

 

 

VENERDI’ 11 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: B.V. Maria di Lourdes; S. Sotera; S. Pasquale I

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, RENDICI DISPONIBILI AI TUOI DONI.

 

HANNO DETTO: Il momento in cui si riconosce la propria mancanza di talento è un lampo di genio. (Stanislaw J. Lec)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi sa ascoltare è come una brava massaia, da tutto ricava profitto.

UN ANEDDOTO: Un pomeriggio il filosofo tedesco Arthur Schopenhauer (1788-1860) andò ai giardini della città per leggere e riflettere. Il guardiano si incuriosì di un personaggio così particolare. Con grande garbo gli domandò: “Ma lei chi è?”. Il filosofo rispose: “Chi sono io? È da una vita che cerco di scoprirlo!” Conoscere sé stessi è il punto di partenza per non pasticciare la vita. chi non conosce sé stesso, non può dare alla luce sé stesso.

PAROLA DI DIO: 1Re 11,29-32; 12,19; Sal 80; Mc 7,31-37

 

Vangelo Mc 7,31-37

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!». Parola del Signore

 

“APRITI!”.

Oggi, festa delle apparizioni della Madonna a Lourdes, la lettura continua del Vangelo di Marco che stiamo facendo, ci propone la guarigione di un malato sordomuto. Viene spontaneo, per chi è stato in quella cittadina ai piedi dei Pirenei, ricordare le lunghe sfilate di carrozzelle davanti alla grotta o la benedizione Eucaristica dei malati. Quante malattie, quante sofferenze là come in ogni ospedale, in ogni famiglia. E quante persone che invocano una guarigione o del corpo o del cuore. E ripenso anche alla sfilata di migliaia di “sani” davanti a quella grotta, sani a volte più malati dei malati. E allora, senza nulla togliere alla concretezza e materialità del miracolo del Vangelo, mi piace, oggi, leggere quell’ “Apriti!” di Gesù come rivolto a noi. Tu che sei sordo davanti all’universo, alla natura, apriti per comprendere che non sei frutto del caso, che non viaggi verso il nulla; ascolta, leggi nei segni della creazione l’opera di un creatore provvidente. Tu che dici di cercare Dio ma che cerchi solo te stesso, apriti al Dio che ha parlato lungo tutta la storia della salvezza e che “nella pienezza dei tempi ci ha parlato attraverso Suo Figlio” fatto uomo per noi. Tu che vivi esclusivamente nel tuo guscio, per te stesso, apriti al mondo non fatto di estranei e di concorrenti ma di fratelli perché figli dello stesso Dio. Tu che sei triste, musone, apriti alla parola gioiosa del Vangelo, apri il tuo volto al sorriso, i tuoi occhi alla serenità, il tuo spirito all’ottimismo. Tu che vivi con rabbia la tua sofferenza, la tua malattia, la tua solitudine, apriti a chi può darle un senso e un valore. Apri le tue labbra per dire una parola di incoraggiamento piuttosto che un giudizio, lascia che dal tuo cuore riconoscente sgorghi un canto di lode. Apri soprattutto il cuore perché cessando di essere un cuore di pietra diventi di carne, capace di lasciarsi ferire e di amare, capace di ricevere e di donare. Apriti alla speranza di un Dio che, non ancora stanco del rifiuto dei suoi figli, ti offre quotidianamente il sacrificio di Gesù nell’Eucaristia. Smettila con i chiavistelli e le porte blindate che ti chiudono al mondo e a Dio, lascia entrare un raggio di sole in casa tua e sii un po’ luce anche per chi vive con te.

 

 

SABATO 12 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Martiri di Abitene; S. Benedetto di Aniane; B. Ombelina

Una scheggia di preghiera:

 

IL TUO PANE È IL NOSTRO SOSTENTAMENTO.

 

HANNO DETTO: Abbi pietà di me, Signore! Non ti nascondo le mie ferite. Tu sei il medico, io sono il malato; tu sei misericordioso, io infelice. (S. Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Dove non basta la pelle del leone bisogna attaccarvi quella della volpe.

UN ANEDDOTO: Una volta una coppia di inglesi andò in Norvegia per poter attraversare su un carro uno splendido lago gelato. Si era già in primavera ed il ghiaccio, di giorno in giorno, si faceva sempre più sottile: per questo i carrettieri si rifiutavano di compiere la traversata. Gli inglesi si impuntarono ed offrirono una grande somma di denaro. Alla fine, uno dei carrettieri accettò e partirono. Ma il ghiaccio si spezzò ed annegarono tutti! Oggi in quel punto vi è una lapide, non in omaggio agli inglesi poco intelligenti, né in ricordo del Norvegese assetato di guadagno, ma in onore del cavallo che non aveva nessuna colpa.

PAROLA DI DIO: 1Re 12,26-32; 13,33-34; Sal 105; Mc 8,1-10

 

Vangelo Mc 8,1-10

Dal vangelo secondo Marco

In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino e alcuni di loro sono venuti da lontano». Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette». Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò. Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà. Parola del Signore

 

“MANGIARONO A SAZIETÀ E PORTARONO VIA I PEZZI AVANZATI: SETTE SPORTE”.

Qualche volta, quando, specialmente la domenica, penso alle file dei cristiani per ricevere l'Eucaristia, sono colto da una domanda all’apparenza frivola davanti ad un mistero così grande. Penso a come Gesù possa essere pane vivo presente in tante parti del mondo contemporaneamente e nel cuore di tante persone così diverse e distanti. Eppure, mentre io sono davanti all’Eucaristia qui, nello stesso istante un prete in Asia o in Africa sta celebrando la Messa e Gesù si fa carne lì, come è carne qui. Gesù è nel cuore di quella suora mistica piena di amore per Lui e nel cuore di quel bambino che lo ha ricevuto un po’ distratto, ascolta le preghiere di quel malato che chiede la guarigione ed è nel cuore di quella mamma che piange la morte di suo figlio. Gesù ha moltiplicato i pani per quelle persone affamate, ma soprattutto, donandosi a noi nel Pane Eucaristico, ha moltiplicato e moltiplica sé stesso. Sarò forse un po’ sentimentale, ma come è bello allora adorare Gesù nell’Eucaristia pensando che in quel momento un mio fratello in Australia sta dicendo a Gesù che gli vuol bene, come è prezioso sapere che mentre io adoro c’è un ammalato che sta offrendo le sue sofferenze per la pace nel mondo, come è bello pensare che Gesù in tutte le chiese e in tutti i villaggi è lì in mezzo alla sua gente per condividerne ancora e sempre le gioie e le pene. Come è bello, anche non essendo a volte materialmente davanti all’Eucaristia sentirne il profumo della sua presenza in mezzo agli uomini. Gesù ha moltiplicato il pane e ce ne fu in abbondanza, Gesù ha moltiplicato sé stesso e ce n’è talmente in abbondanza che in ogni momento poi incontrarlo.

 

 

DOMENICA 13 FEBBRAIO: 6^ DOMENICA T.O. ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: S. Martiniano; S. Benigno

Una scheggia di preghiera:

 

MI HAI CHIESTO DI ESSERE TUO DISCEPOLO: GRAZIE, GESU'!

 

HANNO DETTO: La falsa modestia è l'ultima raffinatezza della vanità. (La Bruyère)

SAGGEZZA POPOLARE: Finché i litiganti tirano la vacca, uno per le corna e l'altro per la coda, l'avvocato munge.

UN ANEDDOTO: Un giorno il grandissimo pittore Marc Chagall (1887-1985) accompagnò il nipotino in libreria per comprargli un libro sugli animali. L'anziano pittore voleva acquistare un prezioso libro di favole illustrate da Albrecht Dùrer. Non ne vale la pena”, intervenne la madre: “Lo sciuperebbe subito!”. E, così, comprò un modesto album da colorare. Arrivato a casa, Chagall invitò il nipotino a pranzo. Al momento della frutta, scelse la mela più piccola e più brutta e la mise sotto il naso del nipotino. La mamma si mostrò contrariata. È solo un bambino”, commentò ironicamente il pittore.

PAROLA DI DIO: Ger 17,5-8; Sal 1; 1Cor 15,12 .16-20; Lc 6, 17.20-26

 

Vangelo Lc 6, 17.20-26

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone. Ed egli, alzati gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo, infatti agivano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo, infatti agivano i loro padri con i falsi profeti». Parola del Signore

 

“ED EGLI, ALZATI GLI OCCHI VERSO I SUOI DISCEPOLI, DICEVA”

Il discorso di Gesù sulle beatitudini ci riempie ogni volta di fascino e ogni volta ci sconvolge per il suo paradosso: si può gioire della povertà, della fame, del pianto? Penso che nessuno possa farlo e neanche Gesù lo ha fatto. Gesù non pretende che possiamo gioire di ciò che toglie all'uomo la sua dignità di figlio di Dio, figlio di Re. È ben altro il motivo che spinge a rallegrarsi e gioire: quello di essere discepoli di Gesù. Essere alla sua sequela, essere alla sua Presenza non può che riempire il cuore e farlo esultare, perché in lui veramente si sperimenta la sazietà, la risata sincera, perché chi è con Gesù possiede il Regno di Dio. Allora veramente si può anche piangere ed essere felici, perché non abbiamo da temere. Lui ce lo ha detto: "Io ho vinto il mondo... Io sarò con voi sino alla fine del mondo". Per questo i due pellegrini di Emmaus, pur angosciati possono dirsi: "Non ci ardeva forse il cuore mentre Lui parlava con noi lungo la via?"

 

 

LUNEDI’ 14 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Cirillo e Metodio patroni Europa; S. Antonino

Una scheggia di preghiera:

 

MANDACI, SIGNORE, SACERDOTI E RELIGOSI E LAICI SANTI.

 

HANNO DETTO: Mettere la propria mano in quella della Provvidenza è come fidanzarsi alla gioia. (S. Caterina da Siena)

SAGGEZZA POPOLARE: Le belle azioni sono come le vivande, che non valgon niente quando sanno di fumo.

UN ANEDDOTO: GIORGIO LA PIRA. A chi gli obiettava che non era giusto utilizzare i fondi del Comune per fare la carità rispondeva: “Non è carità. È giustizia!”

PAROLA DI DIO: At 13,46-49; Sal 116; Lc 10,1-9

 

Vangelo Lc 10,1-9

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”». Parola del Signore

 

PREGATE DUNQUE IL SIGNORE DELLA MESSE PERCHE' MANDI OPERAI PER LA SUA MESSE.

L'abbiamo sempre letta come: “Signore mandaci tanti preti”, ma non è così: Gesù chiama tutti i battezzati ad annunciare il Vangelo, a farsi carico dell'annuncio, a prendersi a cuore il servizio alla Parola. Gesù ci manda, ci spinge: ci invita a pregare per avere operai per la messe, a entrare nelle città, a condividere, a guarire, a proclamare. Con uno stile particolare (non vendiamo enciclopedie), con la priorità all'esperienza (poche prediche, per favore...), in un atteggiamento di condivisione reale di chi non si vergogna né si dimentica di essere cristiano. Il nostro mondo grida di sete di pienezza e noi cristiani, trasformati dall'incontro con Gesù, abbiamo qualcosa da dire, qualcuno da portare. Ma, inutile illudersi: fa luce solo chi è illuminato, scalda solo chi brucia.

 

 

MARTEDI’ 15 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Faustino e Giovita; S. Claudio La Colombière

Una scheggia di preghiera:

 

SEI TU SIGNORE IL PANE, UN CIBO SEI PER NOI.

 

HANNO DETTO: Il cristiano è un uomo a cui Dio ha affidato tutti gli uomini. (G. Crisostomo)

SAGGEZZA POPOLARE: La beltà senza la grazia è un amo senza l'esca.

UN ANEDDOTO: Una volta un saggio fece il giro della città per chiedere l'elemosina alle statue che incontrava. Un passante lo vide, incuriosito, e gli domandò: “Perché chiedi l'elemosina alle statue?”. Il saggio: “Mi esercito con le statue per abituarmi all'atteggiamento degli uomini!”.

PAROLA DI DIO: Gc 1,12-18; Sal 93; Mc 8,14-21

 

Vangelo Mc 8,14-21

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane. Allora Gesù li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano pane. Si accorse di questo e disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici». «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette». E disse loro: «Non comprendete ancora?». Parola del Signore

 

“PERCHÉ DISCUTETE CHE NON AVETE PANE? NON COMPRENDETE ANCORA?”

Gesù ha sfamato cinquemila persone; Gesù sta parlando di sé stesso come pane di vita, e gli apostoli sono preoccupati perché non hanno fatto bene la spesa e si sono dimenticati di comprare qualche pagnotta. Gesù è il pane della vita offerto nell’Eucaristia, è il perdono dei peccati offerto nella Confessione, è la Parola di vita che può sostenerci nel cammino e noi siamo preoccupati di che cosa faremo per il fine settimana, di come far “bella figura” con il principale, del risultato della partita di pallone. Gesù non vuole astrarci dal mondo che è fatto anche di rapporti, di pagnotte, di lavoro e di giusto riposo, ma ci invita a non lasciarci vivere da queste cose. Per un buon esame di coscienza, facciamoci due domande: “Oggi, quale è la cosa che mi preoccupa di più?” “Secondo il pensiero di Dio, quale è la cosa più importante di questa mia giornata?”

 

 

MERCOLEDI’ 16 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Giuliana; B. Giuseppe Allamano; B. Nicola Paglia

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, CHE IO VEDA.

 

HANNO DETTO: Idee confuse e acque torbide sembrano profonde. (Nicolás Gómez Dávila)

SAGGEZZA POPOLARE: Quel che si fa per il bene non dispiace a Dio.

UN ANEDDOTO: Il filosofo Diogene non sopportava il fatto che Platone, anche lui filosofo, vivesse in una casa comoda e piena di cose belle. Un giorno di gran pioggia entrò dunque come una furia nella sua stanza da letto e, con i piedi infangati. gli calpestò le coperte ricamate e i tappeti, poi uscì di nuovo in mezzo alla strada, si sporcò ben bene ancora una volta i piedi, e ritornò dentro a saltare sulle coperte e i tappeti. Platone lo osservò senza intervenire. Diogene urlò: “Calpesto l'orgoglio di Platone”. Rispose Platone: “Con altrettanto orgoglio”. Lo stile rivela l'anima che ispira l'azione. Gandhi era solito dire che «solo chi sa amare ha diritto di castigare».

PAROLA DI DIO: Gc 1,19-27; Sal 14; Mc 8,22-26

 

Vangelo Mc 8,22-26

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsàida, e gli condussero un cieco, pregandolo di toccarlo. Allora prese il cieco per mano, lo condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». Quello, alzando gli occhi, diceva: «Vedo la gente, perché vedo come degli alberi che camminano». Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente, fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa. E lo rimandò a casa sua dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio». Parola del Signore

 

“GLI CONDUSSERO UN CIECO PREGANDOLO DI TOCCARLO”.

Questo brano di vangelo mi fa entrare ammirato e in punta di piedi nel mistero dell’umanità di Gesù. Egli è il Figlio di Dio Onnipotente, con una sua parola può calmare il mare, la sua stessa presenza fa fuggire i demoni, con una parola richiama Lazzaro dalla tomba, ma Gesù, il Figlio di Dio nato povero per stare con i poveri e per salvare i poveri non usa mai arbitrariamente dei suoi poteri e solo in casi estremi e come testimonianza per noi manifesta la sua superiorità sull’ordine delle cose. La maggioranza dei suoi miracoli sono invece un linguaggio semplice perché noi poveri uomini capiamo Lui e il suo amore. Qui Gesù è davanti ad un cieco (e nella vita quanti di noi sono non vedenti del bello, del vero, di Dio…), lo portano da Gesù perché da solo non può arrivarci (quanto grande amore è il compito di coloro che portano altri da Gesù), gli chiedono, secondo tutta una serie di credenze di toccarlo (basta il contatto tra il divino e l’umano perché l’umano sia risanato e santificato). Gesù non solo gli toccherà gli occhi ma lo prende per mano (Gesù è la mano di Dio per la nostra umanità). Poi lo porta fuori del villaggio (la vera guarigione portata da Gesù è soprattutto interiore, non ha bisogno di chiasso, di chiacchiere, deve avvenire in un tu per tu di cuori) e compie dei gesti che sembrano quelli di un guaritore (Gesù può tutto ma per farsi capire e amare usa il linguaggio dei segni che noi uomini possiamo capire). Gesù accetta che la guarigione del cieco avvenga “a puntate” (Gesù non forza mai la nostra umanità accetta con pazienza i nostri “tempi lunghi”). Una volta guarito il cieco è invitato a non entrare neanche nel villaggio (per Gesù la testimonianza è una cosa che deve nascere dal cuore e non attraverso un battage pubblicitario e poi Gesù rispetta l’uomo nella sua totalità: chi è arrivato a vederci deve prima maturare il senso di quello che ha ricevuto, poi lo manifesterà ad altri).

 

 

GIOVEDI’ 17 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Sette Fondatori O.S.M.; S. Flaviano; S. Silvino

Una scheggia di preghiera: 

 

TU SEI IL CRISTO.

 

HANNO DETTO: Una città in cui un solo uomo soffre meno è una città migliore. (Mons. Luigi Di Liegro)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi ha un giorno di bene, non può dire di essere stato male tutto l'anno.

UN ANEDDOTO: Una volta una bambina si presentò al parroco e gli disse: “Signor parroco, ieri mi è apparsa la Madonna!”. Il parroco si mostrò, ovviamente, molto incredulo, ma la ragazza insistette una, due, tre volte. Finalmente il parroco le disse: “Ti crederò, se tu dirai alla Madonna che vedi, di andare dal Padre Eterno perché dica tutti i peccati che ho commesso l'anno scorso. La Madonna li dirà a te e tu li dirai a me! Allora crederò, che ti appare la Madonna”. La bambina accettò! Subito pregò, in cuor suo, che la Madonna chiedesse a Dio la lista del parroco. Il giorno dopo la Madonna le apparve e le disse: “Va' dal tuo parroco e digli che è impossibile esaudire la richiesta della lista dei suoi peccati dell'anno scorso!”. La piccola, incredula: “Ma perché è impossibile?” La Madonna: “Perché i peccati confessati Dio li ha azzerati e dimenticati!”. Interessante è il nostro Dio: fa scomparire per sempre i nostri peccati e ricorda, invece, un bicchier d'acqua fresca data ad un bambino!

PAROLA DI DIO: Gc 2,1-9; Sal 33; Mc 8,27-33

 

Vangelo Mc 8,27-33

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarea di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». Parola del Signore

 

“LA GENTE CHI DICE CHE IO SIA?”

Domenica. Giorno di festa, di riposo dallo stress. Mi allontano con fatica dal tepore del letto e mi incammino verso la chiesa, per la Messa. Fatica, certo, ma anche gioia trepidante nell'attesa di quel momento di sosta nel quale dire il mio grazie per la settimana passata e per quella che mi viene donata. Sulle panche lucide, con una strana predilezione per il fondo della chiesa, siedono composte le signore impellicciate, le bambine con il vestitino nuovo, le mamme e i papà, le vecchiette ferventi. Comincia la Messa. Il Vangelo è quello in cui Gesù domanda: «La gente chi dice che io sia?»

Sono tanto assorta nell'omelia che non mi accorgo di un fermento crescente alle mie spalle, fino a che comincio a sentire chiaramente frasi del tipo: «E' una vergogna!», «Serena, non guardare, ascolta la Messa!», «Andrea, fai finta di niente!», «Qualcuno la faccia uscire!».

Mi volto, e mi accorgo che una delle tante sedie vuote è ora occupata da una vecchia vagabonda che ho già visto qualche volta. È una donna sola, alcoolizzata, che non ha una casa; vive in un mondo suo e si porta sempre dietro un borsone lurido come i suoi vestiti. Di solito in chiesa viene quando piove e non c'è nessuno: allora, chi entra viene accolto dal canto melanconico della sua voce stentata. Le signore con la pelliccia sono scandalizzate e le mamme si tengono stretti i loro bambini, come se da un momento all'altro la donna potesse mangiarli in un boccone!

La Messa è interrotta, mentre il brusio aumenta. Alla fine, due volontari della Croce Rossa intervengono e conducono fuori la donna. Tutti tirano un sospiro di sollievo: dopotutto i bambini sono salvi, no?!

Il prete riprende l'omelia scusandosi per lo spiacevole inconveniente. «La gente chi dice che io sia?».

Assisto sgomenta al triste spettacolo dell'ipocrisia di sempre. "La Messa è finita: andate in pace!". Ma quale pace?!

"Vedete, fratelli, duemila anni fa, gli apostoli risposero a Gesù dicendo: «La gente pensa che tu sia Geremia, altri che sei Elia, altri dicono che sei un profeta». Oggi credo che la risposta giusta sia: Gesù è una povera vecchia, che non ha nessuno e non ha una casa; senza qualcuno che si prenda cura di lei e con cui ridere; rifiutata dalla gente che incontra perché è diversa e non ha la pelliccia". Se il prete avesse detto queste parole, cosa sarebbe successo?

 

 

VENERDI’ 18 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Geltrude Comensoli; B. Giovanni da Fiesole (Beato Angelico)

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, PIETA'.

 

HANNO DETTO: Di molte persone si può affermare quanto vale come per certi dipinti: la parte più preziosa è la cornice. (E. Cioran)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi dà poco consolando, fa più di chi dà molto rimproverando.

UN ANEDDOTO: Durante una noiosissima omelia un signore calvo si gira in modo da voltare le spalle al predicatore. La vicina di banco gli domanda, incuriosita: “Perché si è girato?”. “Perché chi parla mi ha già fatto venire la barba, ora spero che mi faccia crescere anche i pochi capelli che ancora ho”. Il grande umanista olandese Erasmo da Rotterdam sentenziava, con il suo stile sbarazzino. «se gli elefanti imparano a ballare e leoni a giocare, i predicatori possono ben imparare a predicare!».

PAROLA DI DIO: Gc 2,14-24.26; Sal 111; Mc 8,34-9,1

 

Vangelo Mc 8,34-9,1

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, convocata la folla insieme ai suoi discepoli, Gesù disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. Infatti, quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi». Diceva loro: «In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto giungere il regno di Dio nella sua potenza». Parola del Signore

 

“QUALE VANTAGGIO C’È CHE UN UOMO GUADAGNI IL MONDO INTERO E PERDA LA PROPRIA VITA?”.

Ma, abbiamo ancora un’anima?

Diceva Michaele Ende: “Siamo andati avanti così rapidamente in tutti questi anni che ora dobbiamo sostare un attimo per consentire alle nostre anime di raggiungerci.” Si, la vita contemporanea si è fatta sempre più frenetica, la tecnica sempre più sofisticata, la corsa al piacere sempre più accelerata. L’anima che ha bisogno di quiete, di serenità, di distacco, che si nutre di riflessione e di silenzio, è rimasta indietro, persa nelle brume delle campagne abbandonate, sospesa sulle vette dei monti, ondeggiante nelle distese marine, ove, forse la si ritrova per qualche istante durante la sosta per le feste estive, Ma subito dopo la si perde, la si lascia per strada mentre si corre ad immergersi nel frastuono della città, nella rete degli impegni, nel flusso delle cose e degli eventi. Abbiamo bisogno di riscoprire che abbiamo un’anima e che questa per non morire va alimentata, ha sete di infinito, che in noi battono ancora i fremiti della coscienza, che si possono ancora fare esperienze spirituali. Non possiamo dimenticarla: è l’anima il nostro vero volto, è lei che ci porta all’eternità e a Dio.

 

 

SABATO 19 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Mansueto; S. Proclo; B. Corrado Confalonieri

Una scheggia di preghiera:

 

MOSTRACI IL TUO VOLTO, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Come uno che vorrebbe mietere avendo seminato nel mare, è colui che prega tenendo chiuso il cuore alla misericordia. (Isacco di Ninive)

SAGGEZZA POPOLARE: Amici invan cerchiam che sian perfetti, io sopporto i tuoi, tu sopporta i miei difetti.

UN ANEDDOTO: Il re di Persia Artaserse dopo essere stato sconfitto in una battaglia fu costretto alla fuga. Avevano anche perduto i carri con le masserizie e le vivande. A un certo momento si accorse di avere appetito e chiese qualcosa da mangiare. Gli portarono dei fichi secchi e del pane d'orzo. “Che bontà, esclamò il re, e io che finora mi ero privato della gioia di questi cibi per correre dietro a ogni sorta di ricercatezze!”

PAROLA DI DIO: Gc 3,1-10; Sal 11; Mc 9,2-13

 

Vangelo Mc 9,2-13

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti. E lo interrogavano: «Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elia?». Egli rispose loro: «Sì, prima viene Elia e ristabilisce ogni cosa; ma, come sta scritto del Figlio dell’uomo? Che deve soffrire molto ed essere disprezzato. Io però vi dico che Elia è già venuto e gli hanno fatto quello che hanno voluto, come sta scritto di lui». Parola del Signore

 

“FU TRASFIGURATO DAVANTI A LORO”.

La Trasfigurazione: momento in cui Gesù svela il suo mistero, momento in cui Gesù vuole accanto a sé i suoi amici per mostrare loro il suo vero volto; ed è luce, bagliore, gioia pura e accecante al punto che gli apostoli stessi faticano a descriverla... La Trasfigurazione è la méta a cui siamo chiamati. Guai se non fosse così! Troppi pensano al cristianesimo come alla religione della penitenza e della mortificazione! Troppi si avvicinano a Dio nella sofferenza e fermano il loro sguardo alla croce. No: non c’è salvezza nella croce se non dopo la Resurrezione. E il cristianesimo è anzitutto la religione del Tabor che ci permette di salire sul Golgota. La sofferenza nella vita c’è, e lo sappiamo. Vorremmo ignorarla o toglierla. Dio fa di più: la trasfigura, la feconda, la vivifica. Il Vangelo di oggi ci dice che credere può essere splendido. Varrebbe la pena ricuperare dentro di noi questo senso dello stupore e della bellezza, questo ascolto dell’interiorità che ci porta in alto, sul monte, a fissare lo sguardo su Cristo. Certo: la vita non è sempre Tabor e alle volte si fatica, e tanto. Ma, ricordate che la nostra patria è altrove?

 

 

DOMENICA 20 FEBBRAIO: 7^ DOMENICA T.O. ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: S. Eucherio; S. Giacinta Marto

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' IL MIO PROSSIMO SEI TU.

 

HANNO DETTO: Tutti vorrebbero guarire dai mali del corpo, ma non possono, tutti potrebbero guarire dai mali dell’anima, ma non vogliono. (Annibal Caro)

SAGGEZZA POPOLARE: Anche il bue dell’imperatore ha solo due corna.

UN ANEDDOTO: Dopo la morte del rabbino Masles Kobrin, qualcuno domandò ad un suo discepolo: “Qual era la cosa più importante per il tuo maestro?”. Il discepolo, immediatamente, rispose: “Quella che stava facendo”. Essere presenti al presente: ecco il grande segreto per vivere da intelligenti il tempo! Lo scrittore-filosofo francese Albert Camus ci manda a dire: «Non aspettate il giudizio universale, perché si celebra ogni giorno».

PAROLA DI DIO: 1Sam 26,2.7-9.12-13.22-23; Sal 102; 1Cor 15,45-49; Lc 6,27-38

 

Vangelo Lc 6,27-38

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Dà a chiunque ti chiede, e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto.  Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.  Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio». Parola del Signore

 

“ANCHE I PECCATORI FANNO LO STESSO”

Gesù, come spesso fa, mette il dito nella piaga e smaschera la nostra convinzione di essere brave persone. Certo è cosa buona amare chi ci ama e fare del bene a chi ce ne fa. È un dovere di riconoscenza e spesso molti non fanno neppure quello. Ma non possiamo illuderci di essere cristiani se agiamo bene come chiunque potrebbe agire bene: un ateo come un buddista, un agnostico come un animista. Gesù ci sfida a fare qualcosa che ci renda riconoscibili come suoi seguaci: amare il nemico, usare misericordia senza calcolo, trasformare addirittura le angherie subite in sovrabbondanza di generosità. Non possiamo mimetizzarci a lungo: Gesù è stato riconosciuto dal centurione come figlio di Dio mentre moriva sulla croce perdonando i suoi carnefici. Certo le nostre forze non saranno sufficienti, ma almeno questo ci costringerà ad attingere alla Fonte della Carità e metterci sul serio alla sua sequela.

 

 

LUNEDI’ 21 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Pier Damiani; B. Maria Enrica Dominici

Una scheggia di preghiera:

 

CREDO; AIUTA LA MIA INCREDULITÀ!

 

HANNO DETTO: Puoi conoscere il cuore di un uomo già dal modo in cui egli tratta gli animali.
(Immanuel Kant)

SAGGEZZA POPOLARE: I denti del giudizio spuntano tardi e cascano presto.

UN ANEDDOTO: Un giorno un uomo di saggezza disse: “La musica è il cigolio dei cancelli del Paradiso”. Un uomo dal cuore arido obiettò: “A me non piace il suono dei cancelli che cigolano”. Gli fu risposto: “Io sento il suono dei cancelli che si aprono, mentre tu senti quelli che si chiudono”

PAROLA DI DIO: Gc 3,13-18; Sal 18; Mc 9,14-29

 

Vangelo Mc 9,14-29

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, [Gesù, Pietro, Giacomo e Giovanni, scesero dal monte] e arrivando presso i discepoli, videro attorno a loro molta folla e alcuni scribi che discutevano con loro. E subito tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogò: «Di che cosa discutete con loro?». E dalla folla uno gli rispose: «Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». Egli allora disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me». E glielo portarono. Alla vista di Gesù, subito lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando. Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall’infanzia; anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci». Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede». Il padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: «Credo; aiuta la mia incredulità!». Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito impuro dicendogli: «Spirito muto e sordo, io ti ordino, esci da lui e non vi rientrare più». Gridando, e scuotendolo fortemente, uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: «È morto». Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi. Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli disse loro: «Questa specie di demoni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera». Parola del Signore

 

“TUTTO È POSSIBILE PER CHI CREDE”.

Questa frase, che Gesù dice al padre del ragazzo indemoniato per aiutarlo nel suo cammino di fede, mi richiama una altra frase che l’angelo Gabriele dice a Maria al termine dell’annunciazione della nascita di Gesù: “Nulla è impossibile a Dio”. Maria crede a questo e accoglie come serva del Signore l’incarico di regalare Gesù alla nostra umanità, e quello che è impensabile per noi si realizza: Dio si incarna. La fede a cui siamo chiamati non è la fede “del possibile”, non è il ragionamento che più o meno ti dà le ragioni del credere, è l’abbandonarsi con fiducia a Dio, Colui per il quale tutto è possibile. Maria si è fidata e il suo “sì “lo ha ripetuto tutti i giorni della sua vita, per noi risulta più difficile e allora come quel padre anche noi diciamo una cosa che a prima vista sembra assurda, ma che risulta poi il massimo della realtà: “Credo, aiutami nella mia incredulità”, “Sì, perché io credo in Te, o Dio, ma spesso mi perdo. Credo quando è facile credere, ma se mi dici di andare un po’ più in là delle mie possibilità, tentenno, ho paura di abbandonarmi. Ti chiedo determinate cose, ma dubito che possano realizzarsi, ti dico “sì” anche a piena voce ma nel concreto non riesco a vedere oltre al possibile: ho fede, ma ho bisogno di te per credere”.

 

 

MARTEDI’ 22 FEBBRAIO: CATTEDRA DI S. PIETRO APOSTOLO

Tra i santi ricordati oggi: S. Pascasio; S. Margherita da Cortona

Una scheggia di preghiera:

 

GRANDE È IL TUO AMORE PER NOI SE CI HAI SCELTI PER RAPPRESENTARTI.

 

HANNO DETTO: Sono nostri benefattori coloro che ci fanno conoscere i nostri difetti (Curato d'Ars)

SAGGEZZA POPOLARE: Da quattro cose l’uomo si fa capire: dal parlare, mangiare, bere e vestire.

UN ANEDDOTO: Facciamo nostra questa bella preghiera di San Tommaso d'Aquino: “Signore, concedimi di parlare senza ipocrisia, di temere senza disperazione, di sperare senza presunzione, di correggere senza collera, di soffrire senza lamento.” 

PAROLA DI DIO: 1Pt 5,1-4; Sal 22; Mt 16,13-19

 

Vangelo Mt 16,13-19

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Parola del Signore

 

“TU SEI PIETRO E SU QUESTA PIETRA EDIFICHERÒ LA MIA CHIESA”.

Strani materiali, quelli usati da Gesù per edificare la sua Chiesa! Pietro, con tutto rispetto, è un ottimo uomo ma tutt’altro che il santo che noi ci aspetteremo, tutto pio, mistico, buono, misericordioso. Da quanto ci raccontano i Vangeli, Pietro vien fuori con tutto il suo caratteraccio. È un pescatore, anzi un piccolo boss di una cooperativa di pescatori, è un impulsivo, è anche portato a reagire violentemente fino al punto di impugnare la spada, in certe occasioni è presuntuoso, si permette di dire a Gesù quello che deve fare. Ma nello stesso tempo è debole, ha paura, ragiona con mentalità umana... Eppure, è il materiale preferito da Gesù.

Gesù sa vedere le possibilità di bene di quest’uomo, sa la sua capacità di amare, vede le sue lacrime di pentimento, si fida di lui e di quanto in lui può operare lo Spirito. Nella storia della Chiesa, Gesù agisce ancora e sempre così. Sceglie uomini deboli, peccatori ma disponibili a “lasciarsi fare” dal suo Spirito. Pensa: Gesù ha perfino scelto me e te e in noi e nonostante noi, vuole e può fare opere grandi.

 

 

MERCOLEDI’ 23 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Policarpo; B. Giuseppina Vannini; B. Nicola Tabouillot

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, PER TUTTO IL BENE DELLA TERRA.

 

HANNO DETTO: Di solito noi detestiamo chi ci assomiglia, poiché i nostri difetti visti dal di fuori ci esasperano. (Proust)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi sta con i fanciulli s’imbratta la camicia.

UN ANEDDOTO: Agli inizi dell'avventura cristiana di Madre Teresa di Calcutta, c'è un illuminante episodio. Una sera, a Calcutta, venne portata nel grande dormitorio della Casa del Cuore Immacolato, una povera donna raccolta dal bordo fangoso della strada. La donna era lebbrosa e un suo piede era stato rosicchiato da alcuni topi di fogna. La donna gridava, imprecava, malediceva, sembrava una belva inferocita. Madre Teresa si fece vicina e lasciò cadere su di sé ogni insulto, rispondendo sempre con il sorriso e con gesti di silenziosa premura e di delicato soccorso. La donna lebbrosa, colpita da una bontà che non aveva mai incontrato, alla fine domandò: "Ma perché fai così? Nessuno fa come te! Perché fai così?". Madre Teresa sotto, voce sussurrò all'orecchio della donna: "Me l'ha insegnato il mio Dio! ". La donna lebbrosa ebbe un sussulto di stupore e poi soggiunse: "Chi è il tuo Dio? Fammelo conoscere! ". Madre Teresa, a questo punto, aprì il cuore e confidò alla donna tutta la bellezza dell'annuncio cristiano: "Il mio Dio si chiama Amore! "."Fammelo conoscere! "."Lo conosci già. È Lui che ti accarezza con le mie mani; è Lui che ti sorride con i miei occhi; è Lui che ti soccorre con le mie premure; è Lui che ti ama con il mio amore".

PAROLA DI DIO: Gc 4,13-17; Sal 48; Mc 9,38-40

 

Vangelo Mc 9,38-40

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demoni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri».  Ma Gesù disse: «Non glielo proibite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. Chi non è contro di noi è per noi. Parola del Signore

 

“CHI NON È CONTRO DI NOI È PER NOI.”

Le vie di Dio sono diverse dalle nostre e sono imperscrutabili. Talvolta realizziamo le persone che non ci sembrano vicine a Dio, persone che ci permettiamo di giudicare perché non rientrano nei nostri canoni o che sono dichiaratamente non credenti, alla fine sono invece più cristiane di noi, perché operano il bene senza chiedere niente in cambio. Allo stesso modo ci capita di criticare i membri della nostra comunità che sono in un altro gruppo o semplicemente fanno un cammino diverso dal nostro, perché siamo pieni di noi stessi e ci manca l'umiltà di ammettere che non possiamo controllare tutto. Desiderare e gestire male il potere è uno dei peccati più grandi. Gesù ci ha insegnato ad essere quelli dell'ultimo posto, quelli con il grembiule cinto ai fianchi, quelli che vengono crocifissi il potere non è per i cristiani.

 

 

GIOVEDI’ 24 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Modesto; B. Tommaso M. Fusco; B. Costanzo Servoli

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, OGGI, A RISCOPRIRE LE PICCOLE COSE FATTE PER AMORE.

 

HANNO DETTO: L'uomo veramente grande è colui che fa sentire grande ogni altro uomo. (G. K. Chesterton)

SAGGEZZA POPOLARE: L’impazienza siede sempre con i piedi sui carboni ardenti.

UN ANEDDOTO: In un mondo come quello di oggi, di chi devo diffidare? - chiese un giorno un discepolo a un guru. - Diffida: di colui le cui parole colano come l'acqua, di chi ha sigillato la porta del proprio cuore, della donna che si avvolge in un lungo velo dello stagno ricoperto di erbe, di te. (Tradizione induista)

PAROLA DI DIO: Gc 5,1-6; Sal 48; Mc 9,41-50

 

Vangelo Mc 9,41-50

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiunque vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare. Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna. Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue. Perché ciascuno sarà salato con il fuoco. Buona cosa il sale; ma se il sale diventa senza sapore, con che cosa lo salerete? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri». Parola del Signore

 

“CHIUNQUE VI DARÀ DA BERE UN BICCHIERE D'ACQUA NEL MIO NOME PERCHÉ SIETE DI CRISTO, VI DICO IN VERITÀ CHE NON PERDERÀ LA SUA RICOMPENSA.”

Le prime righe di questo brano del Vangelo sono rassicuranti: Gesù ci dice che anche offrire un semplice bicchiere di acqua a qualcuno per amor suo ci può far guadagnare il regno. Questo mi porta a riflettere su come spesso vogliamo fare grandi cose e se non ci riusciamo ci sentiamo sminuiti o inutili; invece, Gesù è attento alle piccole cose; non ai gesti eclatanti, ma ai piccoli gesti quotidiani che fanno la differenza: un bicchiere d'acqua, un sorriso, un po' di attenzione ai bisogni degli altri, dei piccoli. Chi sono i piccoli? I bambini, le persone semplici o anche quelle persone che hanno una fede giovane, incerta, che con un cattivo esempio si possono perdere.

 

 

VENERDI’ 25 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Nestore; S. Cesario; B. Domenico Lentini

Una scheggia di preghiera:

 

SOLO SE GUARDIAMO A TE, TUTTO DIVENTA VERO AMORE.

 

HANNO DETTO: Dio ha fatto l'uomo e il peccato l'ha contraffatto. (Paul Claudel)

SAGGEZZA POPOLARE: L’intelletto deve essere principe, la volontà suddita e la coscienza giudice.

UN ANEDDOTO: Maestro chiese un giorno un discepolo a uno yogi - perché mai procedo così lentamente sulla via della perfezione, pur desiderandola vivamente? - Perché non sai vigilare. Così non riesci mai a vedere il sole che sorge. C'era una volta un uomo che desiderava molto assistere a uno spettacolo teatrale. Arrivò con grande anticipo portando con sé una coperta. Nella lunga attesa si avvolse nella coperta e si addormentò. Quando si ridestò lo spettacolo era finito. Così all'uomo non restò che arrotolarsi la coperta e tornarsene a casa.

PAROLA DI DIO: Gc 5,9-12; Sal 102; Mc 10,1-12

 

Vangelo Mc 10,1-12

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo Gesù, partito di là, si recò nel territorio della Giudea e oltre il Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli l'ammaestrava, come era solito fare. E avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, gli domandarono: «E' lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?». Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla».  Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma all'inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. Sicché non sono più due, ma una sola carne. L'uomo, dunque non separi ciò che Dio ha congiunto». Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo argomento. Ed egli disse: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio». Parola del Signore

 

È LECITO AD UN MARITO RIPUDIARE LA PROPRIA MOGLIE?”.

“Ha ancora senso parlare di indissolubilità del matrimonio in questa nostra società?

Nella mia classe — mi diceva una maestra — su 21 bambini ben dodici sono figli di divorziati e separati”. È verissimo: facciamo un rapido esame delle coppie che conosciamo e scopriremo quante di esse vivono nel matrimonio e quante in situazioni diverse. Tra gli stessi fidanzati che vengono in chiesa a chiedere il matrimonio, aleggia spesso la frase: “Se la va la va, se no ci penseremo”. Gesù non fa sconti alla mentalità divorzista di allora e neanche a quella di oggi, ci invita invece a ripensare con serietà alla sacralità del matrimonio. E questo non è per metterci un cappio al collo ma per riconoscere il progetto di Dio nella famiglia e per imparare il rispetto vicendevole che certamente richiederà anche tanta fatica, ma che diventa così a misura dell’amore che intercorre nella Trinità e che quindi davvero può chiamarsi come dice il Concilio: “vera chiesa domestica”.

 

 

SABATO 26 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Alessandro di Alessandria; S. Faustiniano; S. Porfirio

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, HO BISOGNO DI TUTTO, HO BISOGNO DI TE.

 

HANNO DETTO: È più facile aprire le piaghe che chiuderle. (Chamfort)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi pianta le fave senza concime le raccoglie senza baccello.

UN ANEDDOTO: Un discepolo si lamentava col suo maestro: - Com'è che molti sapienti di questo mondo non danno il minimo credito alla religione? L'uomo di Dio gli raccontò questa storia: - C'era una volta un re che aveva fatto una solenne promessa: non si sarebbe mai macchiato le mani di sangue per nessun motivo. Quando un uomo, prezzolato da un sovrano rivale, attentò alla sua vita, non lo uccise ma lo rimandò al suo re con questo messaggio: «Il tuo sicario è stato colto sul fatto. Ma io l'ho perdonato e te lo rinvio con un poco d'invidia: hai infatti in lui un servitore coraggioso e leale». Ma quando il prigioniero fu consegnato al suo sovrano, questi lo fece immediatamente decapitare: non perché avesse fallito la sua missione, ma per il sospetto che fosse stato liberato con la frode per ucciderlo. Quel re non poteva assolutamente credere che si potesse perdonare e rimettere in libertà un uomo colpevole di tentato omicidio, se non per qualche tenebroso disegno.

PAROLA DI DIO: Gc 5,13-20; Sal 140; Mc 10,13-16

 

Vangelo Mc 10,13-16

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, presentavano a Gesù dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso». E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva. Parola del Signore

 

“CHI NON ACCOGLIE IL REGNO DI DIO COME UN BAMBINO, NON ENTRERÀ IN ESSO”

Diventare bambini per noi, può avere un significato poetico o sdolcinato, che non è assolutamente nelle intenzioni del Maestro, quando li presenta come modelli di autentico discepolato. Anzi, probabilmente se avessimo sentito queste parole direttamente dalla voce di Gesù, quest’affermazione non ci sarebbe piaciuta affatto, perché i bambini a quel tempo non valevano assolutamente niente. Quindi, chi non si pone nei confronti del Regno con umiltà e lontano dalle logiche del mondo, difficilmente riuscirà a comprendere il vero significato del messaggio evangelico. Il rischio, infatti, è quello di rimanere chiusi ed essere incapaci di accogliere la novità sconvolgente della persona e della parola del Signore e di aprire il nostro cuore al Regno che viene.

 

 

DOMENICA 27 FEBBRAIO: 8^ DOMENICA T.O. ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: S. Gregorio di Narek

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, DEI TANTI BUONI FRUTTI CHE MI HAI OFFERTO ATTRAVERSO I FRATELLI.

 

HANNO DETTO: Niente ha valore più del presente. (J. W. Goethe)

SAGGEZZA POPOLARE: Una briciola d’oro non può comprare una briciola di tempo.

UN ANEDDOTO: Un saggio esempio di Sant'Agostino: Per essere riempiti bisogna prima svuotarsi. Tu devi essere riempito del bene, e quindi devi liberarti del male. Supponi che Dio voglia riempirti di miele. Se sei pieno di aceto, dove metterai il miele? Bisogna liberare il vaso da quello che conteneva, anzi occorre pulirlo. Bisogna pulirlo magari con fatica e impegno se occorre, perché sia idoneo a ricevere qualche cosa. 

PAROLA DI DIO: Sir 27,5-8; Sal 91; 1Cor 15,54-58; Lc 6,39-45

 

Vangelo Lc 6,39-45

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt'e due in una buca? Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello. Non c'è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. Ogni albero, infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo.  L'uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore». Parola del Signore

 

“OGNI ALBERO SI RICONOSCE DAL SUO FRUTTO”.

Gesù, citando questo proverbio ci dice che è il “fondo” dell’uomo che permette di giudicare dei suoi atti, è il “cuore” dell’uomo che è essenziale. Però è anche vero che non sempre dall’esterno dei frutti si può giudicare la bontà dell’albero: pensate a certe bacche meravigliose che troviamo nei boschi, o a certi funghi bellissimi: tutto sembra dirti la bontà del prodotto, ma se provi a mangiarli... Noi uomini, quindi, possiamo anche confonderci e sbagliarci. E i miei frutti sono buoni?

Tutte le parole che dico sono di “nutrimento”, di incoraggiamento, di speranza, di edificazione per i miei fratelli o dietro magari al miele, alla forma esteriore si radica un veleno che poco per volta infetta e magari uccide?

Signore, trasforma il mio cuore, questo centro profondo della mia personalità: rendilo “buono” come quando si parla di un “buon pane” saporito, gustoso, desiderabile. Che la mia vita sia veramente un buon frutto di cui gli altri possano gioire e nutrirsi.

 

 

LUNEDI’ 28 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Romano; B. Daniele Brottier

Una scheggia di preghiera:

 

NULLA È IMPOSSIBILE A TE, PERFINO CHE TU MI CONVERTA.

 

HANNO DETTO: Le cose non cambiano: siamo noi a cambiare. (Henry David Thoreau)

SAGGEZZA POPOLARE: Il servo serve se serve, se non serve non serve.

UN ANEDDOTO: Il credente: Io sono un credente afflitto dal dubbio che Dio non esista. L'ateo: Sono un ateo afflitto dal dubbio che Dio, invece, esista. È terribile. (Achille Campanile) 

PAROLA DI DIO: 1Pt 1,3-9; Sal 110; Mc 10,17-27

 

Vangelo Mc 10,17-27

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo, ai poveri e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio». Parola del Signore

 

"VA', VENDI QUELLO CHE HAI E DALLO AI POVERI”

C'è il pericolo di chiudere questa pagina del Vangelo confusi, senza luce e afflitti. "Se ne andò afflitto...”. è una spina!

Noi non vogliamo andarcene, Signore, ma seguirti; perciò, siamo afflitti dal demone del possesso in modi sottili e diversissimi. Tu ci consentirai di seguirti solo se lasciamo tutto, ma noi non potremo mai venirti dietro poveri se non avrai operato una seduzione nei nostri confronti. Per lasciare tutto bisogna essere un po' matti, e si è un po' matti quando si ama. Toglici dalla nostra saggezza, donaci un po' di amore e potremo avviarci per questo sentiero. Dona un po' di amore alla tua chiesa, con ciò rendila spericolata, secondo i principi umani. Allora sarà viva, danzerà e profeterà nuda e bellissima, come Davide davanti all'arca. È l'Apocalisse?

Bisogna pure che incominci. Vieni Signore Gesù'

     
     
 

Archivio