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SCHEGGE E SCINTILLE
PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA
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a cura di: don_franco_locci@libero.it
GENNAIO 2022
SABATO 1° GENNAIO: MARIA SS. MADRE DI DIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Fulgenzio
Una scheggia di preghiera:
MADRE DI DIO E MADRE NOSTRA, MARIA!
HANNO DETTO: «Quando sento cantare "gloria a Dio e pace in terra", mi domando dove oggi sia resa gloria a Dio e dove sia la pace sulla terra. Finché la pace sarà una fame insaziata, e finché non avremo sradicata dalla nostra civiltà la violenza, il Cristo non sarà nato» (Gandhi)
SAGGEZZA POPOLARE: La madre dà; la matrigna dice: «Ne vuoi?». (proverbio piemontese)
UN ANEDDOTO: Un pastore inglese diceva una sera al sacrestano della sua chiesa: "Hai notato quel vecchio mal vestito che, ogni giorno verso mezzogiorno, entra in chiesa e ne esce quasi subito? Lo sto sorvegliando dalla finestra del presbiterio. Questo mi preoccupa un po', perché nella chiesa ci sono oggetti di valore. Vedi di interrogarlo". A partire dal giorno seguente il sacrestano attese il nostro visitatore e l'abbordò: Amico, che cosa le prende di venire ogni giorno a quest'ora in chiesa?", "Vengo a pregare", disse con calma l'uomo anziano. "Andiamo, non ci rimane abbastanza a lungo per pregare. Non fa altro che andare fino all'altare e poi torna indietro." È vero - rispose il povero vecchio- io non so fare una preghiera lunga; allora vengo ogni giorno e gli dico semplicemente: “Ciao, Gesù... sono Simone”, è una preghiera breve, ma sento che Egli mi ascolta". Poco tempo dopo il vecchio Simone fu investito da un autocarro e curato all'ospedale. "lei ha sempre un'aria felice, nonostante le sue disgrazie…"- gli disse un giorno un'infermiera. - Come non lo dovrei essere? Lei deve sapere… è a causa del mio visitatore. - Il suo visitatore? - riprese l'infermiera stupita- Non ne vedo mai. E quando viene? - Tutti i giorni a mezzogiorno, rimane qui ai piedi del mio letto e mi dice "Ciao, Simone...sono Gesù!"
PAROLA DI DIO: 6,22-27; Sal 66; Gal 4,4-7; Lc 2,16-21
Vangelo Lc 2,16-21
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo. Parola del Signore
“I PASTORI TROVARONO MARIA E GIUSEPPE E IL BAMBINO ADAGIATO NELLA MANGIATOIA”.
Tra poveri ci si intende! L’accoglienza che al nuovo nato non era stata data nell’albergo per la mancanza di denaro viene data a Lui ora proprio da altri poveri, quei poveri per cui il Bambino è venuto. Non a caso gli angeli non vanno a portare la buona notizia a chi con la propria cultura e la propria religione avrebbe potuto conoscerla ma che preferisce starsene al caldo, nella propria casa, ma vanno a portarla a questi diseredati, analfabeti, considerati rozzi e ladri, che però sanno ancora commuoversi davanti ad una nascita e sanno farsi prossimo a chi è povero come loro. È una scena di stupore: quella di Maria e Giuseppe che vedono dei poveri come loro fatti partecipi del loro stesso mistero e stupore, dei pastori che sanno cogliere nella povertà di questa nascita il segno dell’amore di Dio per loro. Se vuoi trovare i segni di Dio non guardare troppo in alto, guarda in basso e guarda dentro le persone e le cose: tra poveri ci si intende! E Dio si è fatto povero per intendersi con te.
DOMENICA 2 GENNAIO: 2^ DOMENICA DOPO NATALE
Tra i santi ricordati oggi: Ss. Basilio M. e Gregorio N.
Una scheggia di preghiera:
TU, GESU', SEI LA MIA VITA, ALTRO IO NON HO.
HANNO DETTO: “Il cristiano deve appoggiarsi alla Croce di Cristo come il viandante si appoggia al bastone quando intraprende un lungo viaggio.” (Sant’Antonio di Padova)
SAGGEZZA POPOLARE: Quando la pelle è logora, l'anima diventa giusta (proverbio piemontese)
UN ANEDDOTO: La nave a vele da trasporto 'la Ripresa' era partita da Hyeres carica di sale e diretta per Dunkerque. Nella notte del 5 dicembre 1856, ebbe uno scontro con una grossa nave, che gli fracassò la parte posteriore. L’equipaggio credendosi perduto salta frettoloso a bordo del bastimento causa del disastro. Nonostante il pericolo, il giovane mozzo, Stanislao Penet, ricusò di profittare di quel mezzo di salvezza, non volendo abbandonare un marinaio suo paesano ammalato. La nave straniera si allontana. Restato solo con il suo compagno, che la malattia rende nella impossibilità di aiutarlo, il giovane Penet si pone coraggioso al timone, si orizzonta e prende la direzione verso Agde. Dopo una traversata di più di venti leghe marine, resa grandemente pericolosa per il mare grosso, nella quale l'eroico fanciullo non ha lasciato un momento il timone, la Ripresa giunge il 7 dicembre a tre ore in faccia all’imboccatura dell’Herault. Penet pone allora il segnale per chiedere il pilota che deve farlo entrare nel fiume. Stanislao Penet aveva dodici anni.
PAROLA DI DIO: Sir 24,1-4.12-16; Sal 147; Ef 1,3-6.15-18; Gv 1,1-18
Vangelo Gv 1,1-18
Dal vangelo secondo Giovanni
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure, il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza, noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato. Parola del Signore
“IN PRINCIPIO ERA IL VERBO E IL VERBO ERA PRESSO DIO E IL VERBO ERA DIO”.
Diciamocelo con sincerità: non è facile comprendere il significato di questa frase. Già i traduttori del Vangelo si trovano in difficoltà a esplicare in italiano il termine ‘Logos’. Tradurre “parola” sembra riduttivo: ce ne sono tante parole, importanti e stupide. Tradurre “Verbo” può sembrare una nozione grammaticale. Che cosa voleva dirci Giovanni? Gesù è la parola prima della creazione, il “Sia fatto” che Dio dice. E mentre lo dice avviene la creazione. Gesù è il “sia fatto” di Dio, cioè la creazione, Ma Gesù è anche come uomo la risposta a Dio, il “sia fatta la tua volontà”. Gesù, poi, per la sua incarnazione, è il messaggio, la parola di Dio agli uomini. Non solo un insieme di parole ma la Parola, cioè Gesù non è un predicatore, è la ‘predica’ vivente. Non si accetta Gesù per le sue parole, si accetta Gesù. Gesù è poi la parola ultima, definitiva della salvezza. Dirà S. Paolo: “Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra, sottoterra”. Non c’è salvezza al di là di Lui. È il “Verbo” poi che dà significato alla frase, quindi Gesù è il senso della vita, del nostro essere, delle nostre scelte, della nostra eternità. Dice ancora il Vangelo di oggi: “A quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio”.
LUNEDI’ 3 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: SS. Nome di Gesù; S. Fiorenzo; S. Genoveffa
Una scheggia di preghiera:
AGNELLO DI DIO CHE TOGLI I PECCATI DEL MONDO, ABBI PIETA' DI NOI.
HANNO DETTO: “Dio ti chiama al tuo progetto ma tu sei sordo e Dio allora ti manda l’inquietudine, affinché tu cominci a cercare la centralità della tua anima”. (S. Agostino)
SAGGEZZA POPOLARE: Quando nascono sono tutti belli, quando muoiono sono tutti bravi.
UN ANEDDOTO: Un uomo su un aereo di linea stava leggendo pacificamente il suo Nuovo Testamento tascabile. Un uomo seduto a fianco a lui lo osservava e alla fine gli disse: "Io non sono molto religioso, anzi non vedo il senso di credere in un Cristo che per giunta è morto 2000 anni fa." "Cosa? rispose meravigliatissimo. "Cristo-morto?
Non può essere! Pensa che ci stavo parlando proprio alcuni minuti fa!"
PAROLA DI DIO: 1Gv 2,29 – 3,6; Sal 97; Gv 1,29-34
Vangelo Gv 1,29-34
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio». Parola del Signore
“ECCO L'AGNELLO DI DIO”
"Ecco l'agnello di Dio che toglie i peccati del mondo". Gesù non ha ancora iniziato il suo ministero di predicazione e subito viene presentato nel modo più duro. Certo, a noi oggi l'agnello fa tenerezza ma l'immagine che Giovanni evoca nella cultura religiosa ebraica farebbe accapponare la pelle a chiunque. È come se dicesse: "ecco la carne da macello che verrà sacrificata per i vostri peccati", visto che l'agnello era la vittima sacrificale espiatoria. È come se dicesse che è impossibile conoscere Gesù se non a partire da quell'immenso dono d'amore che è il suo dare la vita al mio posto. Per seguirlo devo prima di tutto accettare che Lui mi possa amare così: "non noi abbiamo amato Dio ma Lui ci ha amati per primi donandoci il suo figlio unigenito per la remissione dei nostri peccati". E l'amore chiama amore. Seguire Gesù non è eseguire dei precetti ma ricambiare un dono, perché "l'amore con l'amore si paga". Allora sarà vera sequela.
MARTEDI’ 4 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: Ss. Ermete e Caio; S. Angela da Foligno; S. Elisabetta A. Seton
Una scheggia di preghiera:
L'ANIMA MIA HA SETE DEL DIO VIVENTE.
HANNO DETTO: “Il cuore dell’uomo è troppo grande per poter essere riempito dal denaro, dalla sensualità, oppure dal fumo della gloria, che è illusorio, anche se stordisce. Esso desidera un bene più elevato, senza limiti e che duri eternamente. Ma questo bene è soltanto Dio”. (Massimiliano Maria Kolbe)
SAGGEZZA POPOLARE: Il torto non trova mai l'alloggio (proverbio piemontese)
UN ANEDDOTO: Così disse una volta una buona mamma a san Antonino, arcivescovo di Firenze, raccomandandogli suo figlio: — Padre, pregate perché Dio tenga la sua mano sulla testa di mio figlio! Le rispose, sorridendo, il santo: Sì certo pregherò, ma voi fate di tutto perché tenga la testa ferma!
PAROLA DI DIO: 1Gv 3,7-10; Sal 97; Gv 1,35-42
Vangelo Gv 1,35-42
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro. Parola del Signore
“CHE COSA CERCATE?”
Due discepoli di Giovanni seguono Gesù. L'uomo di Nazareth si volta e rivolge loro - e a noi oggi - quella domanda: "Che cercate?"
Cosa cerchiamo da Gesù?
Perché, bene o male, gli andiamo dietro?
Cosa ci spinge a frequentare la messa o ad osservare almeno alcuni dei suoi precetti?
Dovremmo ripeterci spesso questa domanda per smascherare le nostre abitudini e, molto spesso, le nostre ipocrisie. Non possiamo stare a guardare da lontano, studiare il maestro a debita distanza per vedere se ci conviene o meno seguirlo sul serio e se nel caso ci fosse qualcosa di scomodo non siamo troppo vicini da rischiare di rimanere coinvolti. I due discepoli di Giovanni ebbero il coraggio di rispondere: "dove abiti?". In quel modo si lasciarono coinvolgere e condivisero la "casa" di Gesù, cioè la sua vita vissuta dall'interno, in intimità con Lui. Non scordarono più quello straordinario momento in cui si scambiarono quella domanda e risposta: "erano circa le quattro del pomeriggio". Dopo quell'ora la loro vita non fu più la stessa. E noi cosa rispondiamo?
MERCOLEDI’ 5 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Edoardo Confessore; S. Giovanni N. Neumann
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, TU MI SCRUTI E MI CONOSCI.
HANNO DETTO: “I figli sono come gli aquiloni, insegnerai a volare ma non voleranno il tuo volo. Insegnerai a sognare ma non sogneranno il tuo sogno. Insegnerai a vivere ma non vivranno la tua vita. Ma in ogni volo, in ogni sogno e in ogni vita rimarrà per sempre l’impronta dell’insegnamento ricevuto”. (Santa Teresa di Calcutta)
SAGGEZZA POPOLARE: Bacio di bocca spesso cuor non tocca. (proverbio toscano)
UN ANEDDOTO: Dietrich di Elberfeld, uomo religioso, faceva un viaggio con alcuni, di cui discorsi si aggiravano sulle afflizioni della vita. Ora, siccome egli sedeva voltando le spalle ai cavalli, prese motivo da questa sua posizione per dire a coloro che erano davanti a lui: “Bisogna che camminiate all’indietro come me. Seduti come siete, vedete ogni passo cattivo, ogni precipizio, ogni pietra: io non li vedo che quando sono passati. Così ciò che è per voi un oggetto di inquietudine, per me è motivo di ringraziamento e riconoscenza.
PAROLA DI DIO: 1Gv 3,11-21; Sal 99; Gv 1,43-51
Vangelo Gv 1,43-51
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nazaret». Natanaèle gli disse: «Da Nazaret può venire qualcosa di buono». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù, intanto visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo». Parola del Signore
“PRIMA CHE FILIPPÒ TI CHIAMASSE, IO TI HO VISTO QUANDO ERI SOTTO L'ALBERO DI FICHI”.
Natanaele da prima, scettico, poi tentennante davanti a Gesù, finalmente “si scioglie” e lo riconosce addirittura Figlio di Dio, quando Gesù, sorridendo, gli parla di qualcosa che è successo poco prima mentre era sotto il fico. Questa rivelazione ha fatto sbizzarrire gli esegeti e i “fantasisti del Vangelo”. Che cosa avrà mai fatto Bartolomeo sotto quel fico: dormiva? peccava? pregava? A noi importa poco che cosa facesse Bartolomeo, importa invece che Gesù tocca nel vivo una persona e aiuta la sua fede. Il cammino verso la fede di Bartolomeo è fatto di tre passi:
1) È un vero israelita in cui non c’è falsità, cioè è una persona onesta che cerca la verità.
2) Si lascia convincere da Filippo ad andare da Gesù: Dio si serve di un fratello per portarlo alla fede. 3) È disponibile a lasciarsi toccare sul vivo da Gesù. Il cammino della nostra fede se vuol essere valido deve muoversi su queste strade: una ricerca sincera, essere onesti e non prevenuti, l’umiltà di farci aiutare dai fratelli, la disponibilità a lasciarsi toccare nel cuore e convertire da Gesù.
GIOVEDI’ 6 GENNAIO: EPIFANIA DEL SIGNORE
Tra i santi ricordati oggi: S. Carlo da Sezze
Una scheggia di preghiera:
SPIRITO SANTO GUIDACI DA GESU'.
HANNO DETTO: “La santità non consiste nel fare cose ogni giorno più difficili, ma nel farle ogni volta con più amore”. (S. Teresa d’Avila)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi ti vuol male ti liscia il pelo. (proverbio toscano)
UN ANEDDOTO: Il Card. Dechamps, famoso arcivescovo di Malines, raccontò così la storia della sua conversione al seguito di Gesù. «Ero fanciullo. Assistevo all’ingresso trionfale del re del Belgio nel giorno della sua incoronazione. Da una finestra vedevo tutto il meraviglioso corteo regale, tra una folla di popolo in festa. Passato il re, a poco a poco, il viale tornò deserto. Allora così ragionai nel mio piccolo cuore: — Questo è un re che passa! È meglio mettersi con un re, che non ‘passa’ mai! E mi feci prete».
PAROLA DI DIO: Is 60,1-6; Sal 71; Ef 3,2-3a.5-6; Mt 2,1-12
Vangelo Mt 2,1-12
Dal vangelo secondo Matteo
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti a adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te, infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese. Parola del Signore
“ED ECCO LA STELLA”
La Stella era scomparsa nel momento in cui si è voluto cercare conferma e supporto dai potenti che muovono le loro scelte solo su logiche umane. Ora partono, si muovono e prendono distanza dalla logica del mondo e la Stella torna ed indica nuovamente la via per il Bimbo, per riconoscerlo tra i tanti, unico nella sua assoluta normalità. È quella dei magi l’esperienza di ogni uomo che cerca il Signore, la cui unica stella che può guidarlo all’Incontro decisivo è lo Spirito Santo che lo abita nella coscienza, la cui luce si spegne là dove viene inquinata da logiche di perbenismo, apparenza, dominio e successo. A quanti Erode chiediamo consiglio: riviste, tv, radio, internet, amici e colleghi? Ma solo quando abbiamo il coraggio di addentrarci nel silenzio della nostra anima la Stella torna a brillare e rivelarci la presenza del Signore dentro le scelte di ogni giorno. Bentornata Stella.
VENERDI’ 7 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Raimondo da Penyafort; S. Crispino; S. Ciro
Una scheggia di preghiera:
LA TUA PERSONA, GESU', CI RIEMPIE DI GIOIA.
HANNO DETTO: “Non permettete che niente vi riempia di tristezza, fino al punto di farvi dimenticare la gioia di Cristo risorto”. (Santa Teresa di Calcutta)
SAGGEZZA POPOLARE: La pazienza è un albero: le radici sono molto amare, ma i frutti dolcissimi. (proverbio tuareg)
UN ANEDDOTO: In un rigoroso inverno, un pettirosso venne a picchiare con il suo piccolo becco alla finestra di un signore, come per domandare di entrare in casa. Subito il signore aprì la finestra e ben volentieri dette ospitalità al piccolo uccello. Il pettirosso appena entrato si mise a beccare le briciole che erano cadute dalla tavola, e si mostrò sì domestico, tant'è che i figli di quel signore gli vollero subito bene. Venuta la primavera, gli alberi si vestirono di foglie, il pettirosso se ne andò nel bosco vicino, vi fece un nido, e tutti i giorni cantava. Ritornato l’inverno, tornò esso pure, ma insieme alla sua compagna. Il signore ed i suoi figli furono grandemente rallegrati e meravigliati come quei due uccelletti svolazzavano per la casa senza spaventarsi, e riguardando tutti con i loro occhi vivaci e brillanti. “Papà ci guardano, dissero i fanciulli, pare che vogliano dirci qualche cosa.” E padre rispose loro: “Se potessero parlare, ecco quello che vi direbbero: La fiducia produce la fiducia, e l’amicizia fa nascere l’amicizia.
PAROLA DI DIO: 1Gv 3,22 – 4,6; Sal 2; Mt 4,12-17.23-25
Vangelo Mt 4,12-17. 23-25
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nazaret e andò ad abitare a Cafarnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: «Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta». Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano. Parola del Signore
“GESU’ PERCORREVA TUTTA LA GALILEA, INSEGNANDO NELLE LORO SINAGOGHE E PREDICANDO LA BUONA NOVELLA E CURANDO OGNI SORTA DI MALATTIE ED INFERMITA’ NEL POPOLO”.
Prima di tutto vorrei fermarmi con voi oggi sul fatto che il Vangelo di Matteo ci ricorda che Gesù predicava “la Buona novella”. Spesso non ce ne ricordiamo più e rischiamo di considerare Gesù come uno dei tanti fondatori di una religione piena di misteri e di norme da osservare. No! Gesù è la buona notizia di Dio. Dio ama talmente gli uomini che nonostante i nostri “no” Egli ci manda suo Figlio per dirci che ci vuole bene. Gesù poi ci annuncia che Dio non è il padrone terribile, ma il Padre che ci ama; con il dono della sua vita Gesù poi ci dice che quello che non potevamo fare da soli (il salvarci) ce lo ha ottenuto Lui; oltre poi a darci il senso perché gioie e dolori della nostra vita non siano vani Gesù ci parla anche di vita eterna a cui siamo chiamati. Non è una buona notizia tutto questo? Abbiamo ancora il diritto di essere tristi, pessimisti o di considerare le parole di Gesù come un peso da portare per tenerci buono Dio?
Ma Gesù non parla soltanto: la sua testimonianza avviene tra predicazione e gesti concreti di liberazione. E con questo Gesù indica anche a noi la strada della testimonianza vera. L’annuncio gioioso che ogni cristiano deve fare è parlare del Regno e testimoniarlo con opere concrete di salvezza. È Gesù stesso che salva; il cristiano, con la sua persona, non può che essere la parola di questa salvezza avvenuta. Un cristiano che con la sua vita non è concretamente questa parola, un cristiano che non dice niente a nessuno è solo “sale che ha perso il suo sapore e che non serve ad altro che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini”. E la testimonianza, qual è?
Quella che ha realizzato Gesù: Liberare dal male, cioè offrire concreti gesti di speranza al mondo. Guardiamo ai santi: parlavano di Dio con le labbra e con la vita che era segno continuo di attenzione all’uomo, di donazione, di amore.
SABATO 8 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Severino del Norico; S. Lorenzo Giustiniani
Una scheggia di preghiera:
TU, GESU', SEI IL VERO PANE DISCESO DAL CIELO.
HANNO DETTO: “La felicità non si ottiene puntando affannosamente alla sua ricerca, ma viene incontro, come una sorpresa, a chi è intento a far felici gli altri”. (Ven. Fulton Sheen)
SAGGEZZA POPOLARE: I figli sono come le dita della mano: nascono dallo stesso padre e dalla stessa madre, ma non ve n'è uno uguale all'altro.
UN ANEDDOTO: Peppino Sarto, nel giorno della prima Comunione, confidò ai suoi genitori: Voglio farmi prete! La mamma restò commossa: prevedeva il futuro con il suo cuore di madre; papà Giovan Battista rimase invece sconvolto: Dove prendere tanti soldi per gli studi del figlio? Ma venne un giorno in casa Sarto il parroco e disse al padre: — Vostro figlio ha tutte le doti; bisogna far di tutto perché diventi sacerdote. Io vi darò una mano. E il padre allora esclamò: — Se Dio proprio lo vuole, se lo prenda! È suo! E il piccolo Giuseppe Sarto divenne il grande Papa S. Pio X.
PAROLA DI DIO: 1Gv 4,7-10; Sal 71; Mc 6,34-44
Vangelo Mc 6,34-44
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci». E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini. Parola del Signore
“VOI STESSI DATE LORO DA MANGIARE”.
La fame è una delle esigenze primordiali dell'uomo e nel linguaggio biblico non significa solo il bisogno urgente del cibo quotidiano, ma di tutto ciò che occorre all'essere umano per vivere dignitosamente. Per questo i nostri progenitori erano stati posti nel giardino dell’Eden, dove trovavano tutto il necessario: la famigliarità con Dio e il cibo per nutrirsi senza fatica. Nel deserto lo stesso Iddio interviene miracolosamente con la manna per sfamare il suo popolo nel deserto. Gesù guarda la folla e si commuove per loro perché erano come pecore senza pastore. È significativa questa commozione: quella gente è affamata di verità, vuole e cerca un pastore, una guida sicura. La fame che attanaglia lo spirito è quella che crea maggiore sofferenza quando non è soddisfatta. Per questo il Signore si mise ad insegnare loro molte cose. Egli sa bene che la sazietà dell'anima è più importante di quella del corpo e a questa provvede per primo. Quando poi si tratta di sfamare l'appetito di tutta quella gente Gesù dà un mandato ai suoi: «voi stessi dato loro da mangiare»: egli detta così una qualifica e una missione per la sua chiesa. La vuole operosa nella carità, attenta a tutti i bisogni dell'uomo, sempre pronta a soccorrere in tutti i modi possibili.
DOMENICA 9 GENNAIO: BATTESIMO DEL SIGNORE ANNO C
Tra i santi ricordati oggi: S. Marcellino
Una scheggia di preghiera:
GESU', PER LIBERARMI TI SEI FATTO CARICO DEL MIO PECCATO.
HANNO DETTO: “Chi non crede in Dio non è vero che non crede in niente perché comincia a credere a tutto”. (Gilbert K. Chesterton)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi vuole buon arrosto, badi alla fiamma; chi vuole buoni figli, badi alla mamma.
UN ANEDDOTO: Due contadinelle, Margherita e Caterina, andavano insieme alla città, e ciascuna di loro aveva sul capo una paniera ben carica di frutta. Margherita si lamentava del peso che teneva in testa, e Caterina tutta allegra si burlava della compagna. Mi dici, come fai a ridere? Le disse Margherita; la tua paniera è pesante quanto la mia, e tu sei meno forte di me. Caterina rispose: Ho messo nella mia paniera una piccola pianta che fa sì che io sento appena il peso: ti consiglio di fare lo stesso. Deve essere una pianta molto preziosa, disse Margherita: vorrei averla per sentir meno il peso della mia paniera. Dimmi, come si chiama? Caterina rispose: La piccola pianta che fa divenir il peso leggiero, si chiama pazienza.
PAROLA DI DIO: Is 40,1-5.9-11; Sal 103; Tt 2,11-14; 3,4-7; Lc 3,15-16.21-22
Vangelo Lc 3,15-16.21-22
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento». Parola del Signore
“RICEVUTO ANCHE LUI IL BATTESIMO...”
"Anche lui". Il Signore mi spiazza anche questa volta: si fa battezzare "anche lui". E non è cosa da poco, visto che si tratta di un battesimo di penitenza che i peccatori fanno per chiedere il perdono. Lo ha fatto "anche lui", per dirmi che è con me, che si fatto come me. Non è il più bel compendio del mistero dell'incarnazione?
Dio si fa "peccatore" perché assume su di sé il mio male, il mio marcio. E la "voce dal cielo" se ne compiace: la Trinità è pienamente solidale con la nostra miseria, come un cuneo che si insinua alla radice malata della nostra umanità e la divelte. Ora non ci sarà mai miseria che potrà schiacciarmi sulla terra e impedirmi di guardare in alto. Sotto ogni mio male si è incuneato l'amore di Cristo, in questa leva misteriosa che solleva il mondo e si erge drammatica e dolcissima sulla nostra umanità: la Croce.
LUNEDI’ 10 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Milziade; S. Gregorio di Nissa; B. Gregorio X
Una scheggia di preghiera:
TU, GESU', SEI LA BELLA NOTIZIA DELL'AMORE DI DIO CHE SALVA.
HANNO DETTO: “Non ho paura della morte. Sono stato morto per miliardi e miliardi di anni prima di nascere, e ciò non mi ha causato il benché minimo disturbo”. (Mark Twain)
SAGGEZZA POPOLARE: Alcune volte vinci, tutte le altre volte impari. (Giappone)
UN ANEDDOTO: Nel romanzo “Zorba il greco” troviamo questa frase: “Tutto nasce dal fatto che si fanno le cose a metà, si è buoni a metà. Ecco perché il mondo è nei pasticci in cui si trova. Fate le cose bene, diamine! Una bella botta ad ogni chiodo, e l'avete vinta! Dio odia molto di più un mezzo diavolo che un arcidiavolo.
PAROLA DI DIO: 1Sam 1,1-8; Sal 115; Mc 1,14-20
Vangelo Mc 1,14-20
Dal vangelo secondo Marco
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. Subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui. Parola di Dio
"GESÙ ANDO' NELLA GALILEA".
Una delle emozioni forti che provi durante un viaggio in Terrasanta è quella di salire su un piccolo battello e dal lago di Galilea vederne le sponde e quasi sentirti riecheggiare nelle orecchie le parole di Gesù. Questo lago e questa terra, così dolci, questo verde che contrasta con le impressioni di aridità del deserto di Giuda, questo senso di semplicità ancora presente nelle figure di pescatori che oggi come ai tempi di Pietro buttano le reti ti avvicinano al Vangelo di Gesù. Poi, nel pellegrinaggio in Terrasanta si parte e si punta a Gerusalemme e, se pure questa città suscita nel cuore una marea di ricordi, qui ti trovi nell'ambiente diverso della città con tutti i suoi contrasti: l'antico e il nuovo, i centri di poteri con i loro idoli. E allora capisci perché Gesù annuncia la buona notizia partendo dalla Galilea: il Vangelo è fresco, è nuovo, ha bisogno di un terreno semplice disponibile, ha bisogno di gente anche umile o "lontana" che si lasci convertire: la città è vecchia, arroccata sulle sue posizioni, sui suoi contrasti, è difficile che il "seme" possa penetrare; ci sono tante pietre, tanto asfalto, tante spine.
Nella rocca del mio orgoglio, della mia cultura c'è ancora freschezza, disponibilità, gioia, semplicità, spazio perché Cristo possa venire ad annunziare la sua salvezza?
MARTEDI’ 11 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Igino; S. Paolino di Aquilea; B. Bernardino Scammacca
Una scheggia di preghiera:
LA TUA PAROLA, SIGNORE, PUO' CAMBIARE LA MIA VITA.
HANNO DETTO: “La carità è quella cosa con la quale nessun uomo è perduto, e senza la quale nessun uomo è salvato”. (San Roberto Bellarmino)
SAGGEZZA POPOLARE: "Se il fiume colma la valle le pietre sull'argine non rimangono asciutte".
UN ANEDDOTO: Un saggio, vedendo i suoi discepoli discutere sull'esistenza di Dio, un giorno pensò bene di recarsi da loro in sella al proprio asino. Si aggirava attorno come se cercasse qualcosa. Gli chiesero preoccupati i discepoli: "Maestro, dove stai andando?" Rispose: "Sto andando in cerca del mio asino!" Scoppiarono tutti a ridere e fecero notare: "Ma ciò è ridicolo: gli stai in sella!" E lui: "Ancora più ridicoli siete voi: andate in cerca di Dio, quando è su di lui e per lui che vivete! "
PAROLA DI DIO: 1Sam 1,9-20; Cant. 2,1.4-8; Mc 1,21b-28
Vangelo Mc 1,21-28
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli, infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. Parola del Signore
"ED ERANO STUPITI DEL SUO INSEGNAMENTO".
Mi raccontava una signora che una domenica, all'uscita della Messa lei e suo marito cercavano con fatica di ricordarsi quale brano di Vangelo fosse stato letto: "Eppure è un brano facile, lo sappiamo quasi a memoria.
È vero, a forza di ascoltare la parola del Vangelo, dai giorni del catechismo fino a tutte le celebrazioni liturgiche e poi forse anche attraverso letture personali, si sa il Vangelo talmente a memoria che non ci stupisce più: raccontano la battuta di quell'uomo che il Venerdì Santo durante la lettura della passione vedendo la compassione dipingersi sul volto di sua moglie le diceva: "Ma intanto sappiamo già come finisce la storia: lo mettono in croce, ma risorge!"
L'abitudine e il nostro comodo hanno addormentato la parola di Dio. Invece dovremmo reimparare a stupirci davanti alla Parola: è Dio che sì interessa a noi!
È Gesù che con autorità mi parla oggi. È una buona notizia che può cambiare la mia vita. Quale il segreto per far sì che la parola non cada nel vento?
Un suggerimento sentito una volta e utilizzato con frutto è questo:
1) Senti la Parola come se fosse la prima volta, come se anche tu fossi là ad ascoltare Gesù, spettatore attento dei suoi gesti.
2) Pensa che sia una parola unica rivolta a te: se non la cogli adesso non tornerà più.
3) Domandati sempre "che cosa deve cambiare questa parola oggi nel mio vivere?"
4) Prega la parola con senso di stupore, di gioia, di riconoscenza.
MERCOLEDI’ 12 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Arcadio; S. Cesaria; S. Antonio M. Pucci
Una scheggia di preghiera:
MISERICORDIOSO GESU', ABBIATE PIETA' DI NOI!
HANNO DETTO: Un uccello non può volare alto o lontano con una pietra legata sul dorso. Ma lascia andare l’impedimento e sarai libero di librarti ad altezze senza precedenti. (Alan Cohen)
SAGGEZZA POPOLARE: La verità non vuol essere detta, né dipinta; vuol essere amata.
UN ANEDDOTO: Il curato di Saint-Rémy a Reims, l’abbè Bay, conversava con un criticone che lamentava la presenza di “troppi preti, Reverendo, troppi preti”. “Quanti dunque?”. “Bene, io non lo so esattamente”, rispose il criticone. “E quanti dovrebbero essere, secondo voi?”. “Non lo so, però...”. L’abbé l’interruppe: “Ma se non sapete quanti sono né quanti dovrebbero essere, come fate a dire che sono troppi?”. La stessa risposta si dovrebbe dare a chi si dispera per lo scarso numero di vocazioni sacerdotali nel nostro tempo. Non disperiamoci. Il Signore chiama e sa lui trovare perennemente dei pescatori di uomini.
PAROLA DI DIO: 1Sam 3,1-10.19-20; Sal 39; Mc 1,29-39
Vangelo Mc 1,29-39
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demoni ma non permetteva ai demoni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo, infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demoni. Parola del Signore
“GLI PORTARONO TUTTI I MALATI E GLI INDEMONIATI”.
La compagnia di Gesù. Nel Vangelo troviamo Gesù in compagnia di pescatori, esattori delle tasse, peccatori, adultere e prostitute, malati, indemoniati, ciechi, storpi... una cattiva compagnia?!
Gesù sta bene con queste persone, è venuto per loro, sa che sono proprio questi che possono essere disponibili ad accogliere la sua salvezza. Gesù è venuto per tutti ma sono i poveri e i malati che sentono di aver bisogno di Lui. Anche oggi e così: Gesù è per tutti, ma solo se ci sentiamo poveri e bisognosi di salvezza possiamo andare da Lui e in Lui trovare aiuto e grazia. E questa deve essere anche la scelta preferenziale della Chiesa: andare soprattutto verso chi ha più bisogno. Anche oggi, allora, la compagnia di Gesù è fatta soprattutto di poveri e peccatori (anche noi) che sentono che solo Lui può salvare
GIOVEDI’ 13 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Ilario; S. Goffredo; S. Remigio
Una scheggia di preghiera:
NULLA È IMPOSSIBILE A TE CHE SEI DIO.
HANNO DETTO: “Da a ogni giornata la possibilità di essere la più bella della tua vita”. Mark Twain
SAGGEZZA POPOLARE: Dodici galline e un gallo, mangiano come un cavallo.
UN ANEDDOTO: Il maestro offrì una soluzione perfetta a una coppia di sposi che non faceva che litigare. Disse: «Smettete di reclamare come un diritto ciò che potete chiedere come un favore». Le liti cessarono all’istante.
PAROLA DI DIO: 1Sam 4,1b-11; Sal 43; Mc 1,40-45
Vangelo Mc 1,40-45
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito, la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte. Parola del Signore
“SE VUOI PUOI PURIFICARMI”
Ma veramente Dio può tutto anche ciò che sembra impossibile?
Non ci credo!
Io credo solo a ciò che vedo, a ciò che è scientifico. La materia ha le sue leggi. Due più due fa quattro e non è un’opinione! L’uomo ha fatto tanta strada da quando ha scoperto le leggi che regolano il mondo. Eh, sì!
Ne ha fatta di strada, da quando ha… scoperto… scoperto… ma l’uomo ha solo scoperto le leggi della natura, non le ha fissate lui… E se veramente provassi a mettere in conto l’impossibile come sguardo d’amore di Dio per me?
E se provassi?
“Se”. Una parolina semplice che mi attrae e mi travolge in una possibile avventura. E se provassi a dire come il lebbroso: “Se vuoi puoi guarirmi”?
Cosa succederebbe… forse anch’io come lui aprirei una nuova possibilità, spalancherei con quel se un orizzonte nuovo nella mia vita… E se Dio fosse provocato dalla mia fede?
VENERDI’ 14 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Felice di Nola; S. Nino; B. Odorico da Pordenone
Una scheggia di preghiera:
MARIA, ANGELI E SANTI TUTTI INTERCEDETE PER NOI.
HANNO DETTO: Chi non rischia nulla non fa nulla, non ha nulla e non è nulla. Leo Buscaglia
SAGGEZZA POPOLARE: La persona saggia non è colui che accumula conoscenze, ma colui che scopre la verità.
UN ANEDDOTO: Attorno al letto di un famosissimo morente si piangeva non solo la perdita di un uomo esemplare, ma la sparizione di un luminare della scienza. Il grande medico, vedendo tanto dolore, fece cenno di voler parlare e con serenità disse: Consolatevi, vi rimangono tre medici molto più bravi di me. I presenti si guardarono tra loro. Chi erano questi tre grandi medici? Il morente sorrise: Sono l'aria, l'acqua, il moto.
PAROLA DI DIO: 1Sam 8,4-7.10-22a; Sal 88; Mc 2,1-12
Vangelo Mc 2,1-12
Dal vangelo secondo Marco
Gesù entrò di nuovo a Cafarnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati». Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Alzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: alzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!». Parola del Signore
“SI RECARONO DA LUI PORTANDO UN PARALITICO, SORRETTO DA QUATTRO PERSONE”.
C’è un paralitico, cioè una persona inabile, incapace di gestirsi da sola. La testa c’è, il ragionamento è chiaro, la volontà anche, ma non può muoversi. È come uno che rischia di morire di sete nel deserto a due passi da un’oasi e da un pozzo di acqua fresca, solo perché non riesce più a muovere le gambe.
Questo paralitico conosce la sua miseria ma ha sentito parlare di Gesù, del suo perdono, dei suoi miracoli e dentro di sé è sicuro di poter essere guarito ma, come fare ad andare da Gesù se le sue gambe si rifiutano di portarlo?
Quest’uomo ha però la fortuna di avere quattro amici, di quelli veri, non dei compagni di viaggio solo interessati alle proprie mete che passano il tempo chiacchierando, non di quelli che, davanti alle tue pene ti guardano con commiserazione e ti dicono : “Poverino” e poi tirano dritto pensando: “Meno male che non è capitata a me”, non intellettuali che cercano con parole di spiegare il male degli altri ma che se ti dovessero dare un’ora del loro tempo per un servizio sono già troppo impegnati e presi da mille cose. Gli amici del paralitico sono persone disponibili, sono persone che sanno rischiare sull’idea del loro amico, sono persone che muovono poco la lingua ma sanno utilizzare bene le gambe e le braccia, sono uomini che non si scoraggiano davanti alle difficoltà, che sanno aguzzare il cervello e che, quando la porta è chiusa entrano dalla finestra. E Gesù, senza che ci sia una professione di fede verbale, capisce che la fede di quei cinque è talmente grande che li ripaga con la stessa grandezza. Prima ancora del miracolo materiale dona a quell’uomo il miracolo più importante, quello del perdono, prima di interessarsi a gambe impedite, si interessa all’uomo chiuso in sé stesso, incapace di accostarsi a Dio, e lo perdona. Penso sia facile capire che quel paralitico siamo noi impediti dal nostro peccato di arrivare a Dio. Ma se guardiamo bene, anche noi abbiamo “amici” disposti a portarci a Gesù. Forse sulla terra sono rari ma ci sono certamente in cielo: Maria ci vuole bene, i santi desiderano la nostra salvezza, gli angeli sono ansiosi di aiutarci e i nostri defunti intercedono per noi davanti al Signore. Se abbiamo fede essi ci portano a Dio davanti al quale non c’è bisogno di parlare per chiedere questo o quello, ma davanti al quale basta presentarsi con la nostra miseria ma con fiducia nella sua misericordia e allora Lui non solo si interesserà alle nostre gambe indurite, ma si interesserà soprattutto a liberare il cuore dalla sua durezza e dagli impedimenti che non gli permettono di amare e anche a noi con verità potrà dire: “Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati”.
SABATO 15 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Mauro; S. Secondina; S. Probo
Una scheggia di preghiera:
ANCHE OGGI, TU, GESU', MI CHIAMI.
HANNO DETTO: Si può sconfiggere il generale che comanda tre armate, ma non si può smuovere la ferma volontà di un uomo semplice. Confucio
SAGGEZZA POPOLARE: Chi è gravido di vanità, partorisce menzogne. Proverbio Italiano
UN ANEDDOTO: Un discepolo chiese al maestro: - Rabbì, perché i buoni soffrono più dei cattivi? Rispose, il maestro: — Ascoltami. Un contadino aveva due mucche; una robusta, l’altra debole. A quale mette il giogo? — Certamente a quella forte. Concluse il rabbino: — Così fa il Misericordioso, che benedetto sia! Per tirare avanti il mondo, mette il giogo ai buoni.
PAROLA DI DIO: 1Sam 9,1-4.17-19.26a; 10,1a; Sal 20; Mc 2,13-17
Vangelo Mc 2,13-17
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti, infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori». Parola del Signore
“PASSANDO, VIDE LEVI, IL FIGLIO DI ALFEO, SEDUTO AL BANCO DELLE IMPOSTE, E GLI DISSE: «SEGUIMI». ED EGLI SI ALZÒ E LO SEGUÌ”.
Ogni pagina del Vangelo conferma la precedente. Ieri dicevamo che Gesù è venuto per guarire il cuore dei peccatori, oggi vediamo che Egli sta insieme ai pubblici peccatori e che addirittura chiama Levi, esattore delle tasse, a diventare suo apostolo. Se Gesù fosse stato un fine diplomatico non avrebbe certamente scelto un pubblico peccatore inviso soprattutto ai perbenisti della religione come suo apostolo e non avrebbe scelto un esattore delle tasse, uno di quelli che sanno spremere anche un limone già spremuto, non certamente amico del popolo. Se Gesù va con i peccatori, se Gesù affida a Levi il compito dell’apostolato è perché chiaramente Egli è venuto per loro, per noi peccatori, per guarirci e darci la possibilità di conversione. Levi infatti, sentendosi amato, perdonato, cambia vita, da esattore diventa donatore di amore e di Vangelo. Lo stesso può succedere a noi!
Qualcuno mi dirà: “Ma io nella mia vita ho già provato a convertirmi alcune centinaia di volte, ma sono sempre più o meno allo stesso punto”. Non sarà forse perché abbiamo pensato di fare tutto da noi? Mi spiego: la conversione vera parte non tanto da un atto di volontà quanto dal rendersi conto di essere amati. Finché io penso che debba cambiare, che devo osservare dei comandamenti, che devo vincere quel male, quella tentazione che è in me, magari per un certo periodo ce la faccio, ma poi comincio a chiedermi: perché tutto questo sforzo quando gli istinti mi portano da quella parte, quando il mondo va tutto da quella parte?
Poi qualche volta si passa addirittura a dirsi: “Ma Dio che cosa se ne fa dei miei sacrifici se è Lui stesso che ci ha fatti così…?”
E di lì a ritrovarsi come prima il passo è breve. Solo chi si sente amato, scelto mentre era peccatore, solo chi prova davvero la gioia di ricevere gratuitamente un perdono, solo chi sa di non poter promettere niente al Signore ma di potersi fidare di Lui, cambia, ha motivazioni vere per cambiare, ha la forza di Dio per convertirsi e sente questa necessità continua nella sua vita perché contemporaneamente sente di essere amato sempre di più da Dio.
DOMENICA 16 GENNAIO: 2^ DOMENICA T.O. ANNO C
Tra i santi ricordati oggi: S. Marcellino I; S. Tiziano
Una scheggia di preghiera:
MARIA, AIUTACI AD ASCOLTARE E FARE CIO' CHE GESU' VUOLE DA NOI.
HANNO DETTO: Da due pericoli bisogna guardarsi: dalla disperazione senza scampo e dalla speranza senza fondamento. Sant’Agostino
SAGGEZZA POPOLARE: Chi ha meno ragione grida più forte.
UN ANEDDOTO: Durante un convegno dei volontari della sofferenza, nel seminario di Molfetta, ero stato chiamato a celebrare, e mi venne spontanea un’immagine: staccai il crocifisso dal piedistallo, lo portai in mezzo ai malati, lo girai all’indietro e dissi: “Vedete, qui c’è un posto vuoto, per voi”. Soffrire significa essere inchiodati sul retro della croce di Gesù; basta dargli una voce e lui ti risponde. Sta lì dietro. (don Tonino Bello)
PAROLA DI DIO: Is 62,1-5; Sal 95; 1Cor 12,4-11; Gv 2,1-11
Vangelo Gv 2,1-11
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. Parola del Signore
“QUALSIASI COSA VI DICA, FATELA”. (Gv 2,5)
Mi piace poter paragonare la mia vita in mezzo al mondo a quelle giare delle nozze di Cana. Servivano a contenere l'acqua per le abluzioni rituali degli ebrei, per lavarsi le mani da tutto quello che è impuro e non degno di Dio. Se mi guardo bene, vivendo in mezzo al mondo ne raccolgo tutto lo sporco e l'impuro, ne raccolgo l'egoismo, il narcisismo, l'individualismo che contaminano i miei gesti e le mie relazioni senza che neppure me ne renda pienamente conto. Un'immagine realistica per quanto deprimente, ma c'è una via d'uscita: "fate quello che egli vi dirà". Fare quanto Gesù mi dice, quanto le sue Parole continuano a dirmi ancora oggi, custodite nel suo Vangelo compiono ancora il miracolo di trasformare l'acqua inquinata della mia vita in "vino buono". E quel "vino buono" è il vino del banchetto del regno dei Cieli, del Paradiso che penetra tra le pieghe dell'umanità, è il vino del dono totale di sé, del "sangue versato", della vita donata. Con quella di Gesù anche la mia vita diventa dono e amore per chi mi vive accanto moltiplicando il miracolo della trasformazione dell'acqua e della diffusione del Regno.
LUNEDI’ 17 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Antonio abate; S. Roselina; S. Giuliano
Una scheggia di preghiera:
PURIFICACI, O SIGNORE, PER POTER ACCOGLIERE LA GIOIA DEL TUO REGNO.
HANNO DETTO: Una vera educazione non può essere inculcata a forza dal di fuori; essa deve invece aiutare a trarre spontaneamente alla superficie i tesori di saggezza nascosti sul fondo.
Rabindranath Tagore
SAGGEZZA POPOLARE: L'errore del messaggio non può ricadere sul messaggero.
UN ANEDDOTO: Un operaio fu lasciato senza nessuna sorveglianza durante un lavoro molto delicato. Ed egli lo compì con scrupolosa esattezza. - Potevi anche tirar via, intanto nessuno ti vedeva, gli disse un collega. - Non era possibile, - rispose l'operaio. C'erano due, che mi sorvegliavano attentamente. Chi erano? - chiese l'altro. - Uno era DIO. Il collega scrollò le spalle: - Dio ti avrebbe compatito e perdonato. - Ma l'altro ero io - aggiunse l'operaio - e io non mi sarei né compatito né perdonato.
PAROLA DI DIO: 1Sam 15,16-23; Sal 49; Mc 2,18-22
Vangelo Mc 2,18-22
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno. Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!». Parola del Signore
“PERCHE’ I DISCEPOLI DI GIOVANNI DIGIUNANO MENTRE I TUOI DISCEPOLI NON DIGIUNANO?
Anche nel Vangelo di oggi troviamo un contrasto tra due forme di religiosità: quella dei digiuni e quella della gioia. Il digiuno, da sempre, è stato segno di rinuncia a un qualcosa o per riconoscere la propria colpa e quindi chiedere perdono, o per offrire un sacrificio alla divinità. Ma da sempre questo gesto si è prestato e si presta all’ambiguità. Dio che ci ha dato tutte le cose gioirà quando noi rinunciamo ad esse?
Se il mio digiunare mi inasprisce soltanto, giova al mio rapporto con il prossimo?
Se il frutto del mio digiuno non serve a dar da mangiare a qualcuno che ha veramente fame, ma serve ad incrementare la mia avarizia, può essere davvero utile?
Dio dovrà sentirsi obbligato nei miei confronti solo perché ho dimostrato a me stesso di saper contenere la mia gola?
Dio farà poi proprio caso a digiuni anche di quaranta giorni con relative abboffate notturne (vedi Ramadan) o ad astinenze preferendo chi mangia pesce a chi mangia carne?
Come sempre la religione delle cose non solo non è gradita a Gesù ma, se si ferma ad esse, è aborrita da Gesù che ama invece la risposta gioiosa del cuore. La venuta del Cristo cambia radicalmente tutto: “Non si può cucire un panno grezzo su un vestito vecchio”, cioè, se davvero hai accolto Cristo, deve cambiare tutto dal di dentro. Sento però già un’obiezione: “Ma perché, allora, la Madonna, in tutte le sue apparizioni, chiede sempre preghiera e penitenza, perché invita a fare digiuni?”
Rispondo: Anche Gesù, prima di iniziare la sua vita pubblica ha fatto un digiuno di quaranta giorni (dove il quaranta può essere simbolico o reale, non cambia nulla). Il fatto prorompente della venuta di Gesù non significa che l’uomo debba buttar via tutto quello che aveva prima, significa invece che Cristo può dare un significato nuovo a tutte le cose. Il digiuno del cristiano prima di tutto non è un obbligo, non vien fatto né per farsi vedere, né per dirsi: “quanto sono bravo!”, non è disprezzo dei doni di Dio, non deve essere mai tristezza, non è merce per la compravendita di grazie, non è mai fine a sé stesso. E che cosa può essere?
È un riconoscere che Dio è ben più importante del cibo (“Non di solo pane vive l’uomo”), è un piccolo ma doveroso tentativo di ridistribuzione sia del cibo che della fame, un rendere il cuore più libero e quindi più capace di offrirsi a Dio e ai fratelli. Ma se nel fare questo non hai la gioia della novità del Cristo, non serve a nulla.
MARTEDI’ 18 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Margherita di Ungheria; B. Beatrice d’Este; S. Prisca
Una scheggia di preghiera:
DAL PENSARE DI SALVARCI DA SOLI, LIBERACI, O SIGNORE.
HANNO DETTO: La saggezza cessa di essere saggezza quando diventa troppo orgogliosa per piangere, troppo austera per ridere e troppo piena di sé per vedere altro che sé stessa. Kahlil Gibran
SAGGEZZA POPOLARE: La botte dà il vino che ha (proverbio piemontese)
UN ANEDDOTO: Alcide De Gaspari, il grande statista italiano ricostruttore dell’Italia del dopoguerra, quando partecipò a Parigi alla grande assemblea dei rappresentanti «alleati vincitori» si adoperò perché la nostra nazione, così martoriata dagli eventi bellici, ottenesse una pace onorevole. Dopo le solenni sedute, amava rifugiarsi in una Chiesa e starsene serenamente in adorazione dell’Eucaristia. A coloro che ritenevano ciò una perdita di tempo rispondeva: «Inginocchiato davanti a Dio per restare ritto di fronte agli uomini!»
PAROLA DI DIO: 1Sam 16,1-13a; Sal 88; Mc 2,23-28
Vangelo Mc 2,23-28
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatar entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!». E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato». Parola del Signore
“I FARISEI GLI DICEVANO: GUARDA! PERCHÉ FANNO IN GIORNO DI SABATO QUELLO CHE NON È LECITO?”
C’è sempre un notabile che ha qualcosa da dire, c’è sempre una “signora per bene” che ha qualche colletto da tagliare... e quando, di una persona non si riesce a trovare difetti, o li si inventa o con aria di sufficienza si dice “è troppo bravo”, detto in quel tono che può significar lode o allo stesso tempo “è talmente bravo da essere stupido”. E per di più per giustificare un giudizio, una critica, c’è sempre una legge che ti può far da paravento; Dio poi, per qualcuno diventa il paravento più comodo, perché in Lui ci si può nascondere meglio: Lui è grande! “Ma chi sa perché Gesù quasi tutti i miracoli li fa di sabato”, mi chiedeva giorni fa una catechista. “Perché a Gesù non piace l’ipocrisia dei troppo giusti e dei troppo sicuri e allora scoprire qualche altarino ogni tanto può far del bene!”
MERCOLEDI’ 19 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Germanico; Ss. Mario e c.; S. Bassiano
Una scheggia di preghiera:
GUARISCIMI, SIGNORE, DALLA PARALISI DEL CUORE.
HANNO DETTO: La paura tende sempre a far vedere le cose peggiori di quel che sono. (Tito Livio)
SAGGEZZA POPOLARE: Da ricchi impoveriti e da poveri arricchiti, prega Iddio che t’aiuti.
UN ANEDDOTO: Un ragazzo si fece una barchetta di legno ed uscì a provarlo in un lago, ma la scialuppa spinta da un leggero vento andò oltre la sua portata. Addolorato corse a chiedere aiuto ad un ragazzo più grande perché l'aiutasse nella sua difficoltà. Senza dire niente il ragazzo incominciò a prendere pietre e gettarle contro la barchetta; il piccolo pensò che mai avrebbe avuto un'altra volta la sua barca e che il ragazzo grandicello si stava prendendo gioco di lui; fino a che si rese conto che invece di toccare quella scialuppa ogni pietra andava un po' oltre questa ed originava una piccola onda che faceva retrocedere la barca fino al bordo. Ogni pietra era calcolata ed infine il giocattolo fu riportato a riva. Il piccolo rimase contento e grato. Era ritornato in possesso del suo piccolo tesoro.
PAROLA DI DIO: 1Sam 17,32-33.37.40-51; Sal 143; Mc 3,1-6
Vangelo Mc 3,1-6
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Alzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire. Parola del Signore
“NELLA SINAGOGA C’ERA UN UOMO CHE AVEVA LA MANO PARALIZZATA”.
Tutti i miracoli di Gesù oltre che essere la concreta manifestazione della sua divinità e l’attenzione compassionevole nei confronti delle povertà umane hanno anche una valenza simbolica. Quando leggo dal Vangelo la guarigione dell’uomo dalla mano rattrappita, mi vengono in mente mani rattrappite nello sforzo di tenere, di possedere e cuori rattrappiti perché si sono chiusi all’amore. La scena della guarigione, poi, avviene nella sinagoga, la chiesa di allora. È facile dunque pensare che anche nelle nostre chiese, tra noi cristiani ci siano uomini avari e incapaci di amare. Quest’uomo, per guarire, ha avuto la fortuna di incontrare Gesù che mettendolo “in mezzo” cioè al centro, al di sopra di ogni formalità legale e religiosa, gli ha dato la possibilità di usare nuovamente la sua mano, per allargarla, per prendere ma anche per dare. Se il tuo essere Chiesa, nonostante la tua grettezza, è sincero può succederti la stessa cosa. Se incontri Gesù che ha dato tutto, vita compresa, non puoi chiuderti agli altri. Forse le dita delle tue mani scricchioleranno prima di aprirsi le prime volte. Forse il tuo cuore ci metterà un po’ di tempo prima di sbloccarsi definitivamente, ma se Gesù è il modello, l’amico, Colui che perdona, poco per volta, guardando a Lui giungerà la tua guarigione.
GIOVEDI’ 20 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Fabiano; S. Sebastiano; B. Benedetto Ricasoli
Una scheggia di preghiera:
SIAMO IL TUO POPOLO, O SIGNORE, IL GREGGE CHE TU CONDUCI.
HANNO DETTO: Il coraggio è resistenza alla paura e dominio della paura, ma non assenza di paura. (Mark Twain)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi ha voglia di fare non ha bisogno di pungolo.
UN ANEDDOTO: Un saggio diceva: "Non dite che siamo pochi, o che l'impegno è troppo grande per noi. Forse, due o tre ciuffi di nubi sono pochi in un angolo di cielo d'estate? In un momento si stendono ovunque... arrivano i lampi, scoppiano i tuoni e piove su tutto. Non dite che siamo pochi. Bastano anche pochi per cambiare tante cose".
PAROLA DI DIO: 1Sam 18,6-9; 19,1-7; Sal 55; Mc 3,7-12
Vangelo Mc 3,7-12
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidone, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti, aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse. Parola del Signore
“LO SEGUI’ MOLTA FOLLA”.
Mi ha sempre colpito la presenza e il ruolo della folla nei racconti evangelici. La folla, il popolo si riunisce intorno a Gesù e la folla a volte è composta da poveri bisognosi, da curiosi, da gente che sentito parlare di Gesù, da persone che hanno bisogno di una parola di speranza. Gesù non disdegna la folla anche se qualche volta ne deve prendere la distanza per non diventare un fenomeno da baraccone. Gesù si commuove davanti alle folle che vede come gregge senza pastori, istruisce le folle ma non approfitta mai di esse e anche in mezzo alle folle riesce sempre a cogliere e ad approfondire il rapporto personale. Le folle poi sono terribilmente mutevoli. Ora si lasciano prendere dall’entusiasmo e cantano: “Osanna” mentre pochi giorni dopo sobillate da personaggi di potere urlano: “A morte! Sia crocifisso!”
Io faccio parte della folla, sono uno dei circa sei miliardi di uomini che oggi sono sulla terra, piccolo puntolino quasi insignificante per la vita del mondo. Sono contento di essere parte del popolo, di riconoscere negli altri, dei fratelli che camminano con me, ma non voglio, non posso essere solo folla guidata dagli interessi di qualcuno, questo non per sentirmi speciale, diverso dagli altri, ma perché non voglio vendere la mia testa a nessuno. E Gesù in questo mi aiuta. Lui si è incarnato, ha fatto parte della nostra umanità, anche Lui era un piccolo puntolino in mezzo a miliardi di altri puntolini, ma aveva una sua identità precisa, una sua missione particolare. Lui, facendosi uomo mi ha detto che sono importante per Dio, unico davanti a Lui, per Lui la folla non è una massa amorfa ma un insieme di persone tutte amate individualmente e allora guai a chi approfitta delle folle per i propri interessi ma anche guai a rinunciare alle proprie capacità personali nello scegliere e nel decidere. Amo l’umanità, ne faccio parte ma non voglio e non posso essere solo un numero in essa.
VENERDI’ 21 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Agnese; S. Epifanio; S. Albano Roe
Una scheggia di preghiera:
AIUTAMI A SENTIRE LA TUA VOCE CHE ANCORA OGGI MI CHIAMA.
HANNO DETTO: Se non sei in grado di osservare rispetto a chi ti attraversa la strada come credi sia possibile un mondo di pace? Osserva dentro al tuo cuore, la pace inizia da te. (Sthephen Littleword)
SAGGEZZA POPOLARE: Giudica i tuoi successi dagli sforzi che hai fatto per raggiungerli.
UN ANEDDOTO: La prima cosa che Garibaldi fece, giungendo a Caprera, fu di piantare un pino. “Generale, che cosa fate?” -gli chiesero vedendo scavare una buca vicino a casa. “Voglio mettere qui un tesoro, rispose serio Garibaldi. I presenti si guardarono meravigliati. tutti sapevano che il comandante dei mille non possedeva tesori. Si era imbarcato per Caprera, con un carico di stoccafisso e ceci. Garibaldi capì la meraviglia degli amici e spiegò: “Un albero vale più di un tesoro. Abbellisce il paesaggio e quindi è un tesoro di bellezza fa ombra e quindi è un tesoro di comodità; combatte il vento e quindi è un tesoro di eroismo; dà riposo agli uccelli e quindi è un tesoro di bontà; dà legna da ardere e quindi è un tesoro di previdenza. Vorrei che tutti gli italiani capissero ciò, imparassero cioè a piantare alberi, che formano più bello e più ricco il patrimonio della patria.
PAROLA DI DIO: 1Sam 24,3-21; Sal 56; Mc 3,13-19
Vangelo Mc 3,13-19
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demoni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè “figli del tuono”; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì. Parola del Signore
“CHIAMO’ A SE QUELLI CHE VOLEVA”.
Vi siete mai chiesti perché Gesù ha scelto Pietro con i suoi facili colpi di fiamma, con la sua generosità ma anche con la sua testa dura, perché Giacomo e Giovanni, i “figli del tuono”, perché Giuda Iscariota?
Voi sapete che mi sono sempre interessato ai santi, penso di aver letto la vita di parecchie centinaia di essi, sia laici che religiosi e spesso mi sono chiesto perché la chiamata sia arrivata a certi personaggi e ad altri no. E poi, guardando alla mia storia, mi sono chiesto e mi chiedo ancora ogni giorno: perché Dio ha voluto o ha permesso che io diventassi prete?
La risposta, almeno all’apparenza sembra non esserci. Chissà perché Tommaso o Matteo e non quell’indemoniato guarito che avrebbe voluto seguire Gesù?
Chissà perché persone che sentivano di essere chiamate al sacerdozio e sembravano averne le doti non ci sono riuscite impedite da mille cose e chissà come mai altri che avrebbero potuto essere buoni padri di famiglia o buoni imprenditori si sono trovati ad essere preti?
Chissà perché su otto nuovi preti (parlo di un fatto della mia vita), proprio il più buono, il più preparato è morto nell’arco di due anni?
Siamo davanti al mistero della vocazione, di ogni vocazione. Noi il vero perché non lo sappiamo, a volte non sono neppure tutte cause libere quelle che conducono ad una scelta di vita, eppure se ho fede devo dirmi una cosa: se oggi io sono sposa, prete, vedova, se oggi io sono in questo luogo in questo posto, un motivo ci sarà sicuramente, se Dio è un Padre buono che vuole davvero il mio bene.
È vero che certe situazioni dipendono dalla nostra libera volontà, è vero che potremmo anche aver sbagliato strada ma, ricordiamoci, in qualunque strada ci troviamo Dio non ci abbandona e in qualunque posto noi operiamo e viviamo Dio ha sempre qualcosa da darci ed anche qualcosa da chiederci e sa servirsi anche delle nostre debolezze e dei nostri errori se noi glieli sappiamo donare con serenità e semplicità.
SABATO 22 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Vincenzo; B. Guglielmo G. Chaminade; B. Laura Vicuna
Una scheggia di preghiera:
VENGA IL TUO REGNO, O SIGNORE.
HANNO DETTO: Siate sempre in guerra con i vostri vizi, in pace con i vostri vicini, e fate sì che ogni anno vi scopra persone migliori. (Benjamin Franklin)
SAGGEZZA POPOLARE: Non interrompere mai chi ti sta adulando, ma domandati dove vuole arrivare.
UN ANEDDOTO: Sette monaci trappisti hanno scelto liberamente di vivere, completamente isolati, in un monastero in Algeria. Nonostante le minacce di gruppi estremisti e fanatici e l'invito pressante dei loro superiori a lasciare il paese, decidono di restare. La notte del 26 marzo 1996 sono rapiti dai guerriglieri che il 21 maggio annunciano: ai monaci abbiamo tagliato la gola! Il loro superiore, padre Christian, prevedendo il martirio imminente, scrive così a quello che sarà il suo carnefice: "anche a te amico dell'ultimo minuto che non avrai saputo quello che facevi voglio dire questo" grazie. E che ci sia dato di ritrovarci, ladroni beati, in Paradiso, se piace a Dio, Padre nostro e di tutti e due.
PAROLA DI DIO: 2Sam 1,1-4.11-12.17.19.23-27; Sal 79; Mc 3,20-21
Vangelo Mc 3,20-21
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé». Parola del Signore
“ALLORA I SUOI, SENTITO QUESTO, USCIRONO PER ANDARE A PRENDERLO; DICEVANO INFATTI: «È FUORI DI SÉ»”
La prima reazione davanti ad una persona che non si comporta come noi, che vive radicalmente dei valori, è quella di considerarlo “pazzo”. È successo ai santi: S. Francesco che rinuncia a tutto? È matto! Don Bosco che dedica la sua vita a una banda di mocciosi?
Mandiamogli una carrozza per portarlo in manicomio!
intendiamoci bene: il Vangelo non è l’elogio della pazzia; seguire Gesù non significa esaltarsi religiosamente al punto da perdere il senso della realtà ma significa anche capire che le parole di Gesù non sono un “tanto per dire”. Quando Gesù dice: beati i poveri, lo dice con realtà anche per me, quando parla di amare il prossimo non dà consigli di convivenza o di buona educazione, quando dice di dividere il mantello con chi fa la strada con me, non parla di un’idea, ma del mio vestito, quello buono, non gli stracci usati che si possono anche dare ai poveri. Questa è la “pazzia” del Vangelo. Se vogliamo entrare nel Regno auguriamoci, oggi di diventare un po’ “pazzi” anche noi.
DOMENICA 23 GENNAIO: 3^ DOMENICA T.O. ANNO C
Tra i santi ricordati oggi: S. Emerenziana
Una scheggia di preghiera:
IL VANGELO SEI TU O GESU'.
HANNO DETTO: Per avere una vera pace, bisogna darle un'anima. Anima della pace è l'amore. (Papa Paolo VI)
SAGGEZZA POPOLARE: Quando rispondi al telefono sorridi. Chi chiama lo capirà dalla voce.
UN ANEDDOTO: Petrarca raccontava un dialogo tra lui e un pazzo. Questi, veduti dei soldati in marcia, aveva chiesto al poeta: «Dove vanno?». «Alla guerra!» aveva risposto il Petrarca. «Ma — osservò il pazzo — questa guerra dovrà pur un bel giorno terminare colla pace, sì o no?». «Certo!», replicò il poeta. «Ma allora - replicò il pazzo - perché non fare subito la pace, prima di cominciare la guerra?». «Io - concludeva malinconicamente il Petrarca - io la penso come quel pazzo!».
PAROLA DI DIO: Ne 8,2-4a.5-6.8-10; Sal 18; 1Cor 12,12-30; Lc 1,1-4; 4,14-21
Vangelo Lc 1,1-4; 4,14-21
Dal vangelo secondo Luca
Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teofilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nazaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Parola del Signore
“HO CERCATO DI RACCONTARE CON ORDINE GLI AVVENIMENTI CHE SI SONO COMPIUTI IN MEZZO A NOI, COME CE LI HANNO TRASMESSI COLORO CHE NE FURONO TESTIMONI OCULARI FIN DA PRINCIPIO”
Luca, che era discepolo, ci tiene subito a mettere in chiaro che il suo scritto su Gesù si fonda non su sentito dire, non su sé stesso, ma sulla parola autorevole di testimoni oculari. Il Vangelo, quello scritto e quello vissuto, ha necessariamente bisogno di essere letto, interpretato, vissuto nella Chiesa.
È facile incontrare persone che parlano a nome di Gesù, ma annunciano sé stessi o il proprio gruppo. Gente che infila citazioni evangeliche unicamente per convalidare le proprie e idee e le proprie teorie; il Vangelo non è un’ideologia che possiamo manipolare a nostro uso e consumo, è una persona, Gesù Cristo, che si accetta o rifiuta integralmente. Spesso, poi, siamo disposti ad accettare benevolmente certe pagine del Vangelo dove Gesù è misericordioso, dove ci sono promesse di assistenza da parte di Dio. Certe altre pagine dove Gesù è esigente, direi quasi impossibile, dove si parla di croce, di prove, di misteri, vorremmo bellamente strapparle o addolcirle. Per comprendere Cristo ci viene in aiuto la Chiesa con la sua tradizione di magistero, di santi, di martiri. È solo in comunione con tutta la Chiesa universale e particolare che lo Spirito Santo può parlare al nostro cuore, può suggerirci il vero e il giusto, può farci incontrare Gesù vivo e operante in mezzo a noi.
LUNEDI’ 24 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Francesco di Sales; S. Paola Gambara Costa
Una scheggia di preghiera:
NEL NOME DI GESU' OGNI GINOCCHIO SI PIEGHI NEI CIELI, SULLA TERRA E SOTTOTERRA.
HANNO DETTO: La felicità e la pace del cuore nascono dalla coscienza di fare ciò che riteniamo giusto e doveroso, non dal fare ciò che gli altri dicono e fanno. (Gandhi)
SAGGEZZA POPOLARE: Non giudicare nessuno in base ai suoi parenti.
UN ANEDDOTO: Giorgio, ventitré anni, stava morendo di Aids. Sua madre, disperata, mi telefonò: «Venga a trovarci, venga per favore, siamo rimasti soli, non abbiamo più nessuno». Sono stato accanto a Giorgio, mentre moriva nel grande caseggiato che gli era diventato ostile: tutti gli inquilini, saputo della sua malattia, lo evitavano, facevano finta di non conoscerlo. Prima di morire Giorgio disse: «Muoio due volte. Mi sembra di essere già morto prima. Non è la morte per Aids che mi spaventa e mi fa soffrire. Mi fa soffrire la morte che ho provato dentro di me quando tutti hanno preso le distanze. Allora mi è sembrato già di morire».
PAROLA DI DIO: 2Sam 5,1-7.10; Sal 88; Mc 3,22-30
Vangelo Mc 3,22-30
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demoni per mezzo del capo dei demoni». Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in sé stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in sé stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro sé stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro». Parola del Signore
“GLI SCRIBI DICEVANO: COSTUI È POSSEDUTO DA BEELZEBUL E SCACCIA I DEMONI PER MEZZO DEL PRINCIPE DEI DEMONI”
Quando una persona è presa di mira è facile che tutti si accaniscono contro di lei. Gesù questa volta è attaccato dagli scribi che lo definiscono posseduto dal principe dei demoni nel nome del quale scaccia gli altri demoni. Non c’è nessuno più cieco di chi non vuol vedere e si lascia portare dai propri preconcetti confondendo lo spirito di Dio con quello del maligno. È questo quel famoso peccato contro lo Spirito santo che Gesù definisce imperdonabile: si stravolge il significato delle cose, si prendono le grazie di Dio per opera del demonio e ci si rende quindi impermeabili all’opera della salvezza. Se poi tutto questo è supportato da una falsa religiosità davvero Dio che ci rispetta anche nei nostri errori non può più far niente perché ogni porta è chiusa a Lui. Gesù non opera per il nostro male ma per il nostro bene, Gesù non ci lega come fa il diavolo ma ci libera, Dio non è il Dio esattore di tasse ma il Dio che dona fino all’estremo dono di sé stesso, non siamo noi con le nostre povere opere di religione che ci salviamo ma è Lui che gratuitamente nonostante i nostri peccati ci ama e si fida ancora di noi dopo averci perdonati. Dobbiamo avere questa apertura a Dio, dobbiamo fidarci di Lui, abbandonarci alla sua volontà. Nel nome di Cristo con il quale siamo stati segnati nel battesimo e nel nome del quale ci facciamo il segno di croce ogni giorno noi ci affidiamo a Lui. In quel nome sta la nostra forza: “Qualunque cosa chiederete nel mio nome io la farò”.
MARTEDI’ 25 GENNAIO: CONVERSIONE DI S. PAOLO APOSTOLO
Tra i santi ricordati oggi: S. Anania
Una scheggia di preghiera:
GESU', INSEGNAMI A FARE OGNI GIORNO UN PASSO VERSO TE.
HANNO DETTO: "Abbiamo in Cielo il cuore di una madre. La Vergine, nostra Madre, che ai piedi della Croce ha provato tutta la sofferenza possibile per una creatura umana, comprende i nostri guai e ci consola." (S. Leopoldo Mandic)
SAGGEZZA POPOLARE: Sii prima garzone, poi maestro.
UN ANEDDOTO: Un uomo e una donna sedevano presso una finestra che si apriva sulla primavera. Sedevano vicini l'uno all'altra. E la donna disse: «Ti amo. Sei bello, e ricco, e indossi sempre begli abiti». E l'uomo disse: «Ti amo. Sei un pensiero meraviglioso, sei una cosa troppo preziosa per tenerla nella mano, sei una canzone nei miei sogni». Ma la donna distolse il volto, incollerita, e disse: «Lasciami, te ne prego. Non sono un pensiero, e non sono una cosa che passa nei tuoi sogni. Sono una donna. Voglio che mi desideri come moglie, come madre dei bimbi che un giorno avremo». E si separarono. E l'uomo disse: «Ecco che un altro sogno si dissolve in nebbia». E la donna disse: «Che farsene di un uomo che mi trasforma in nebbia e sogno?» (Gibran).
PAROLA DI DIO: At 22,3-16 oppure At 9,1-22; Sal 116; Mc 16,15-18
Vangelo Mc 16,15-18
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, (Gesù apparve agli Undici) e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Parola del Signore
“ANDATE IN TUTTO IL MONDO E PROCLAMATE IL VANGELO A OGNI CREATURA”
Non una ma molte conversioni caratterizzano il percorso dell’uomo che cerca sé stesso, che incontra Dio. San Paolo ci viene proposto come modello di questo accidentato percorso che siamo chiamati a ripetere con intelligenza e creatività. La conversione è il passaggio da una condizione ad un’altra, un gesto di adesione dell’intelligenza fatto con forza e, spesso, a costo di fatica e di lotta interiore. San Paolo era già credente, fin troppo. Accecato dalla sua passione, non riusciva a vedere che il suo zelo era diventato inaccettabile fanatismo. Quando parliamo di conversione, quindi, non intendiamo anzitutto il passaggio dell’ateo alla fede, ma del credente alla fede corretta. E questa conversione caratterizza la Chiesa, semper reformanda, sempre in riforma per adeguare il proprio stile di vita alle esigenze del Vangelo. Oggi, quindi, celebriamo la fatica della nostra conversione, il cammino che dobbiamo continuamente fare, senza scoraggiarci. La conversione sulla via di Damasco, per Paolo, non fu che l’inizio di una vita nuova in cui dovette affrontare numerosi cambiamenti. Eppure, alla fine del suo entusiasmante, sofferto e tormentato percorso, libero, si consegnò completamente a Cristo.
MERCOLEDI’ 26 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: Ss. Timoteo e Tito; S. Paola; S. Alberico
Una scheggia di preghiera:
RINGRAZIA TU, O SIGNORE, COLORO CHE CI HANNO TESTIMONIATO LA FEDE.
HANNO DETTO: Colui che parla chiaro, ha chiaro l'animo suo: chi parla scuro, significa l'animo suo scuro. (S. Bernardino da Siena)
SAGGEZZA POPOLARE: Qualsiasi asino è capace di distruggere la stalla, ma soltanto il bravo carpentiere è capace di ricostruirla.
UN ANEDDOTO: L'aquila, regina degli uccelli, sentiva da tempo magnificare le grandi qualità dell'usignolo. Da brava sovrana, volle rendersi conto se quanto si diceva era vero e, per sincerarsene, mandò a controllare due dei suoi funzionari: il pavone e l'allodola. Avrebbero dovuto valutare la bellezza e il canto dell'usignolo. I due adempirono la loro missione e tornarono dall'aquila. Il pavone riferì per primo: «L'usignolo ha una livrea così modesta da rasentare il ridicolo: questo fatto mi ha talmente infastidito, che non ho prestato la minima attenzione al suo canto». L'allodola disse: «La voce dell'usignolo mi ha letteralmente incantato, tanto che mi sono completamente scordato di badare al suo vestito».
PAROLA DI DIO: 2Tm 1,1-8 oppure Tt 1,1-5; Sal 95; Lc 10,1-9
Vangelo Lc 10,1-9
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”». Parola del Signore
“PREGATE DUNQUE IL SIGNORE DELLA MESSE, PERCHÉ MANDI OPERAI NELLA SUA MESSE!”
Ieri abbiamo celebrato la conversione di Paolo, oggi la conversione e la vita nuova in Cristo di due suoi preziosi collaboratori: Timoteo e Tito. Come se la Chiesa, nella sua saggezza, volesse darci un messaggio di speranza: la conversione di uno suscita la conversione di tanti. È proprio così: il “sì” detto da Paolo al Dio che credeva di conoscere e che invece perseguitava, è diventato fecondo e ha suscitato una innumerevole moltitudine di altri “sì”. Come una catena i cui anelli sono legati indissolubilmente gli uni agli altri, la fede si trasmette da bocca ad orecchio, da persona a persona, da cuore a cuore. Nessuno si converte per posta o si convince alla fede dopo avere letto un libro. Solo la testimonianza schietta, credibile, affascinante di un credente suscita la fede. Se io, Paolo, sono credente, se il Vangelo ha radicalmente trasformato la mia vita, nonostante i miei limiti, è perché altri, prima di me hanno creduto. E se altri, dopo di noi, crederanno sarà, solo perché questa catena non viene interrotta. La grande gioia che abbiamo ricevuto accogliendo il Signore, la possiamo trasmettere affidando il nostro “sì”, in questa giornata, alla grazia di Dio.
GIOVEDI’ 27 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Angela Merici; S. Vitaliano; S. Giuliano da Sora
Una scheggia di preghiera:
IL SIGNORE È LA LUCE CHE VINCE LA NOTTE.
HANNO DETTO: Figli miei, Maria è la scala dei peccatori, la mia più grande fiducia, la ragione della mia speranza. (San Bernardo)
SAGGEZZA POPOLARE: Non si può suonar l'inno della libertà con gli strumenti della violenza.
UN ANEDDOTO: In un villaggio islamico del Libano un piccolo gruppo di persone divenne cristiano. Immediatamente si chiusero per loro tutte le porte della comunità. Gli uomini non potevano più stare con gli altri uomini in piazza a fumare e chiacchierare, le donne non potevano più attingere acqua alla fontana del villaggio. I nuovi cristiani furono costretti a scavarsi una fontana per conto loro. Un giorno la fontana del villaggio si inaridì e seccò. Allora i cristiani invitarono i loro compaesani a venire ad attingere acqua alla loro fontana. Fecero di più: sulle loro case appesero un piccolo cartello che diceva: «Qui abitano dei cristiani». Ciascuno sapeva così che in quella casa avrebbe trovato un aiuto e una mano tesa.
PAROLA DI DIO: 2Sam 7,18-19.24-29; Sal 131; Mc 4,21-25
Vangelo Mc 4,21-25
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!». Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha». Parola del Signore
“VIENE FORSE LA LAMPADA PER ESSERE MESSA SOTTO IL MOGGIO O SOTTO IL LETTO”
Penso che Gesù si sarebbe trovato male a rifare lo stesso esempio della lucerna se fosse vissuto oggi. La luce elettrica è meravigliosa, pratica ma anche terribilmente fredda, amorfa. Provate a guardare la luce di una candela: debole ma forte, tremolante ma viva, calda e sempre in movimento. Alla sua luce non vedi tutto, ma intuisci, devi ripararla dalle correnti d’aria, ma non puoi metterci la mano sopra sé no, ti bruci. Che esempio meraviglioso per dirci qualcosa della fede e della testimonianza. La fede illumina, ma lascia zone di buio o di penombra, ti fa continuamente aguzzare la vista per vedere meglio, scalda ma ti può bruciare, va protetta per non correre il rischio di spegnersi; mentre brucia, consuma. Non nasconderla, sarebbe come spegnerla, non pretendere che ti chiarisca tutto, lascia che dia calore e colore alle cose, avvicinati ad essa ma non lasciarti bruciare, condividila pure con altri, non perderai nulla e altri potranno gioire di essa.
VENERDI’ 28 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Tommaso d’Aquino; B. Olimpia Bidà
Una scheggia di preghiera:
O DIO, DI TE MI FIDO, A TE MI AFFIDO.
HANNO DETTO: L'anima libera è rara, ma quando la vedi la riconosci: soprattutto perché provi un senso di benessere, quando gli sei vicino. (Charles Bukowski)
SAGGEZZA POPOLARE: Non è saggio insiem tenere noci e uova in un paniere.
UN ANEDDOTO: Un giorno Naynun trova un foglio di carta, su cui stanno scritti il nome di Leyla e il suo. Egli cancella quello di Leyla, sua amata. —Perché — gli chiedono, — ne conservi uno solo? — È meglio — risponde — se di noi due rimane un solo nome: chi conosce l’amore sa bene che dietro l’amante subito traspare l’amata. — Ma perché — insistono — cancellare il suo nome e non il tuo? Risponde Naynun: — E meglio che sia io stesso in vista e non ciò che è prezioso: e meglio che l’essenza rimanga celata e che appaia solo l’involucro, meglio che io sia il velo dell’amata, che io sia la conchiglia della perla! (Nezami, poeta persiano del XII sec.)
PAROLA DI DIO: 2Sam 11,1-4a.5-10a.13-17; Sal 50; Mc 4,26-34
Vangelo Mc 4,26-34
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga, e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa. Parola del Signore
“COSÌ È IL REGNO DI DIO: COME UN UOMO CHE GETTA IL SEME SUL TERRENO; DORMA O VEGLI, DI NOTTE O DI GIORNO, IL SEME GERMOGLIA E CRESCE”
Questa parabola Gesù la applica prima di tutto a sé stesso: tutti si aspettavano un Messia battagliero, alla grande. Gesù invece nasce umile e povero, non si lascia tentare dal potere e dal facile apparire. La sua vita è destinata al fallimento. Ma Gesù continua a parlare con la sua vita e con i suoi insegnamenti: semina la buona parola! non guarda ai risultati, si fida della Parola di Dio. Lui stesso sarà il seme che muore. Tutto sembrerà finito. I discepoli di Emmaus diranno: "Noi speravamo... ma ormai...” Eppure, Dio benedirà e farà fruttare il seme: Gesù. Noi siamo gli uomini della fretta: programmiamo anche pastoralmente; vogliamo vedere il Regno crescere. Ma ci rendiamo conto che non è andando a tirare l'erba che la si fa crescere?
Il compito nostro non è quello di vedere un Regno di Dio trionfante ma invece è quello di seminare e seminare abbondantemente e di fidarsi che Dio la sua parte la fa.
SABATO 29 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: Ss. Papia e Mauro; S. Afraate
Una scheggia di preghiera:
MAESTRO, NON T’IMPORTA CHE SIAMO PERDUTI?
HANNO DETTO: Non bisogna guardare quale sia il premio di una giusta azione: il premio maggiore consiste nella giustizia. (Seneca)
SAGGEZZA POPOLARE: Gustando quel che c'è, si pranza come un re.
UN ANEDDOTO: Gli Indios uruguaiani credevano che le macchie solari fossero dovute alle ferite che l’astro celeste aveva apportato, quando un inesperto auriga aveva preso le redini del grande carro del Sole e avrebbe condotto tutto a distruzione se non fossero intervenuti gli dèi a rimetterlo sulla giusta strada. Un poeta di Montevideo, Daniel Martinez Vigil, annotava: «Anche l’anima umana splendeva di vero amore, un tempo, con luce verginale, ma vittima di compiacenti debolezze finì per rinchiudere il suo splendore nelle ombrose macchie del peccato. Ora si tratta di ritrovare quello splendore”
PAROLA DI DIO: 2Sam 12,1-7a.10-17, Sal 50; Mc 4,35-41
Vangelo Mc 4,35-41
Dal Vangelo secondo Marco
In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?». Parola del Signore
“CHI È DUNQUE COSTUI, CHE ANCHE IL VENTO E IL MARE GLI OBBEDISCONO?”
L’episodio di oggi si apre con una parola forte di Gesù e si chiude con una domanda dei discepoli, una domanda caratteristica del Vangelo di Marco: chi è questo Gesù che si comporta in questo modo?! Non si può rispondere a questa domanda capitale se non si è disposti ad accogliere il comando di Gesù “passiamo all’altra riva!”, entriamo in una logica diversa. Sì, se vuoi capire chi è Gesù devi prima di tutto lasciare la “riva” sicura o comoda o già nota delle tue idee o i tuoi sentimenti per lui!
Devi essere disposto a mettere in questione i dati acquisiti su di lui e … su di te. Accettare di aver paura, senza prenderti le conseguenze della paura, come fa lui che dorme nella tempesta!
Cosa può essere più grande della paura, al punto di non agire più spinto da essa?
Come mai Gesù può dormire, nonostante il frastuono del vento e delle onde?
Come si può farsi obbedire del vento e dal mare?
La risposta la dà Gesù stesso, il contrario della paura non è il coraggio, ma la fiducia in Dio se non funziona vuol dire che ancora non sei passato all’altra riva!
DOMENICA 30 GENNAIO: 4^ DOMENICA T.O. ANNO C
Tra i santi ricordati oggi: S. Martina; S. Giacinta Marescotti
Una scheggia di preghiera:
GESU' TU SEI VIVO IN TUTTI I MIEI FRATELLI.
HANNO DETTO: Un giudice senza umanità è un giudice senza giustizia. (Libero Bovio)
SAGGEZZA POPOLARE: Con le mani di un altro è facile toccare il fuoco.
UN ANEDDOTO: Il settimo giorno, terminata la Creazione, Dio dichiarò che era la sua festa. Tutte le creature, nuove di zecca, si diedero da fare per regalare a Dio la cosa più bella che potessero trovare. Gli scoiattoli portarono noci e nocciole; i conigli carote e radici dolci; le pecore lana soffice e calda; le mucche latte schiumoso e ricco di panna. Miliardi di angeli si disposero in cerchio, cantando una serenata celestiale. L'uomo aspettava il suo turno, ed era preoccupato. "Che cosa posso donare io? I fiori hanno il profumo, le api il miele, perfino gli elefanti si sono offerti di fare la doccia a Dio con le loro proboscidi per rinfrescarlo". L'uomo si era messo in fondo alla fila e continuava a scervellarsi. Tutte le creature sfilavano davanti a Dio e depositavano i loro regali. Quando rimasero solo più alcune creature davanti a lui, la chiocciola, la tartaruga e il bradipo poltrone, l'uomo fu preso dal panico. Arrivò il suo turno. Allora l'uomo fece ciò che nessun animale aveva osato fare. Corse verso Dio e saltò sulle sue ginocchia, lo abbracciò e gli disse: "Ti voglio bene!". Il volto di Dio si illuminò, tutta la creazione capì che l'uomo aveva fatto a Dio il dono più bello ed esplose in un alleluia cosmico.
PAROLA DI DIO: Ger 1,4-5.17-19; Sal 70; 1Cor 12,31 – 13,13; Lc 4,21-30
Vangelo Lc 4,21-30
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarèpta di Sidone. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. Parola del Signore
“ALL’UDIRE QUESTE COSE, TUTTI NELLA SINAGOGA SI RIEMPIRONO DI SDEGNO”
I concittadini sono pieni di sdegno alle parole di Gesù. Come non capirli?
Lo hanno visto crescere, lo hanno visto correre nelle strade polverose di Nazareth insieme ai loro figli, lo hanno visto lavorare nella bottega del padre, Giuseppe. Come possono accettare che possa presentarsi come colui che adempie le parole della Scrittura, che si spacci per il Messia atteso da secoli?
Nessuno di noi forse sarebbe stato capace di reagire diversamente. Ed è questo il nostro limite: quello di dare peso soltanto a ciò che vediamo e rientra nei nostri schemi di normalità. Viviamo ogni giorno mettendo un'etichetta alle persone che sfioriamo distrattamente, convinti ormai di conoscerle a fondo. Salvo poi risvegliarci un brutto giorno e dirci: ma chi è questa persona con cui ho vissuto per tutti questi anni?
L'occhio dell'amore e della fede non dà mai nulla per scontato, si apre sempre oltre la rassicurante normalità, si mette in gioco di fronte al dono continuamente nuovo e misterioso della vita. E il modo migliore è quello di dare subito il nome giusto ad ogni persona che incontro, anche se abitassi con lui da sempre: Gesù. Questo nome mi mantiene aperto alla novità e al mistero che ogni persona custodisce nel suo cuore perché immensamente amata da Dio, perché immagine e somiglianza del suo creatore che è Amore.
LUNEDI’ 31 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni Bosco; S. Giminiano; S. Marcella
Una scheggia di preghiera:
LIBERACI DAL MALE, DA OGNI MALE E DAL MALIGNO.
HANNO DETTO: C'è un sole che non vedi, lui ti parla e tu gli credi. È questa la fede. (Renato Zero)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi litiga col muro si rompe la testa.
UN ANEDDOTO: Tanto tempo fa un missionario attraversava le Montagne Rocciose con un giovane indiano che gli faceva da guida. Tutte le sere, ad un preciso momento del tramonto, il giovane indiano si appartava, si voltava verso il sole e cominciava a muovere ritmicamente i piedi e a cantare sottovoce una canzone dolcissima, soffusa di nostalgia. Quel giovane che danzava e cantava rivolto al sole morente era uno spettacolo che riempiva di ammirata curiosità il missionario. Così, un giorno, chiese alla sua guida: "Qual è il significato di quella strana cerimonia che fai tutte le sere?" "Oh, è una cosa semplice" rispose il giovane. "Io e mia moglie abbiamo composto insieme questa canzone. Quando siamo separati, ciascuno di noi, dovunque si trovi, si volta verso il sole un attimo prima che tramonti, e comincia a danzare e cantare. Così, ogni sera, anche se siamo lontani, cantiamo e balliamo insieme".
PAROLA DI DIO: 2Sam 15,13-14.30; 16,5-13a; Sal 3; Mc 5,1-20
Vangelo Mc 5,1-20
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati. Parola del Signore
“SUBITO DAI SEPOLCRI GLI VENNE INCONTRO UN UOMO POSSEDUTO DA UNO SPIRITO IMPURO”.
Con l’avvento del positivismo e del materialismo molti pensavano di “aver spazzato via tutte le stupide credenze medievali sul diavolo” e invece, oggi più che mai, capita di fare incontri come quello di Gesù. È vero che non sono, eccetto casi rarissimi, manifestazioni diaboliche eclatanti, ma il diavolo non ha bisogno di pubblicità, anzi la sua più grande tentazione è proprio quella di farci credere che non esiste.
Eppure, quanto male!
Quante persone “possedute” dallo spirito dell’impurità, dell’avarizia, dell’arrivismo, del denaro... E il male, il demonio lo si vince in un modo solo. Non ricorrendo a maghi o a esoterismi, ma ricorrendo a Gesù che il male lo ha già vinto. Ricordo di una persona che dovette ricorrere all’esorcista: si aspettava chissà che cosa, ma lui le disse: “Prima di tutto va a confessarti, fai la comunione, prega: trova in Lui la forza!”
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