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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

DICEMBRE 2021

 

MERCOLEDI’ 1° DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Eligio; B. Clementina N. Anuarite

Una scheggia di preghiera:

 

SEI TU, SIGNORE, IL PANE; UN CIBO SEI PER NOI.

 

HANNO DETTO: Signore, la tristezza è il ricordo di me, la gioia è il ricordo di te. (Ernest Hello)

SAGGEZZA POPOLARE: Dove si vedono le tracce di un gatto, non si vedono quelle del topo. (proverbio della Guinea)

UN ANEDDOTO: In autobus un vecchio signore ancora arzillo teneva in mano un mazzo di fiori. Una signorina era seduta di fronte e non distoglieva gli occhi dai fiori ammirandoli. Al momento di scendere il signore mise i fiori in grembo alla signorina e disse: “Vedo che ama i fiori e mia moglie gioirà nel sapere che li regalo a lei”. Lei li accettò con gratitudine, seguì con gli occhi il signore e lo vide andare verso il cimitero e aprirne il cancello. I fiori per la defunta moglie erano vivi nelle mani della giovane.

PAROLA DI DIO: Is 25,6-10a; Sal 22; Mt 15,29-37

 

Vangelo Mt 15,29-37

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele. Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.  Parola del Signore

 

“MA GESU’ DOMANDO’: “QUANTI PANI AVETE?”.

Solo due domeniche fa, celebrando la festa di Cristo re, ci siamo fermati a pensare anche al mistero del suo Regno che ci viene proposto. Il Vangelo di oggi ci aiuta a scoprire alcune caratteristiche di questo Regno. Prima di tutto vediamo a chi si rivolge il Regno: attorno a Gesù si raduna “molta folla recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati”. Dunque, il Regno non è una setta segreta, un qualcosa di riservato ad una élite di iniziati o ad una categoria di persone ben determinate. La folla comprende tutti, ricchi, poveri, farisei, artigiani, pescatori anche se in questo caso prevalgono uomini comuni e tanti malati e deboli. Allora il Regno è per tutti e di tutti: nessuno può averne l’esclusiva; al massimo, se in esso c’è una preferenza, è per i deboli, i malati, i peccatori che hanno bisogno di guarire dentro. Queste persone suscitano “la passione di Gesù” infatti, quando il Vangelo riferisce le parole di Gesù: “Sento compassione di questa folla”, non vuole solo dirci che Gesù commiserava questi poveri ma che Gesù si accendeva di amore per loro, guariva i malati, dava da mangiare agli affamati, perdonava e accoglieva i peccatori, dava e dà la sua vita per noi. Nel Regno di Gesù ci sono compiti e ruoli diversi. E qui potremmo dire: “Poveri noi! Allora è un regno gerarchico, come tutti gli altri!”

Ma qual è il compito degli Apostoli e dei discepoli?

“Date loro da mangiare”. Non è un ruolo di comando, di potere, è un ruolo di servizio. Il discepolo, l’Apostolo non è uno che si preoccupa dei gradi e di quale fetta di potere questi gradi gli diano, è uno che, aiutato da Gesù, sente anche lui di compatire, cioè di patire con i poveri, gli affamati, i peccatori. È uno che si guarda attorno, che cerca se nel suo zaino ci siano sette pani e pochi pesciolini da mettere a disposizione di Gesù e degli altri, è uno che non si scoraggia davanti alla propria pochezza e alla povertà degli altri, ma mette il suo nulla nelle mani di Dio per servire gli altri. E Gesù, allora, compie il miracolo e ci fa scoprire che il Regno è pane condiviso, è presenza e comunione con Dio, è liberazione e gioia di stare insieme.

 

 

GIOVEDI’ 2 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Viviana; S. Cromazio; B. Giovanni Ruysbroeck

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', SEI LA ROCCIA SU CUI COSTRUIRE.

 

HANNO DETTO: Chi non si dona è un seme che non germoglia. (Antonin Sertillanges)

SAGGEZZA POPOLARE: Di ogni cosa che succede, solo una parte del vero si tira fuori; il resto resta dentro. (proverbio della Tanzania)

UN ANEDDOTO: Un giorno Santa Caterina da Siena, come soleva fare, si apprestò a dare un pezzo di pane ad un povero che sostava vicino la sua casa. Il povero allora le chiese se avesse una veste da offrirgli, giacché era quasi ignudo e aveva freddo. La Santa non aveva nulla di suo avendo ella fatto voto di povertà, ma non ci pensò due volte a donare al povero il suo mantello di mantellata domenicana. Il povero si fece scrupolo di quel dono che avrebbe potuto mettere in imbarazzo la santa poiché si trattava di un mantello d'ordinanza, quasi una divisa, ma Caterina si disse pronta di ricevere le canzonature del mondo, se queste l'avessero avvicinata ancor di più al suo diletto Sposo.

PAROLA DI DIO: Is 26,1-6; Sal 117; Mt 7, 21.24-27

 

Vangelo Mt 7, 21.24-27

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Parola del Signore

 

“NON CHIUNQUE MI DICE: “SIGNORE, SIGNORE”, ENTRERÀ NEL REGNO DEI CIELI, MA COLUI CHE FA LA VOLONTÀ DEL PADRE MIO CHE È NEI CIELI.”

Una tentazione ricorrente è quella di pensare che Dio possa comprarsi a base di parole e di formule. Gesù in tanti brani di Vangelo ci invita alla preghiera, ci dice anche di pregare incessantemente, di fidarci di Dio abbandonandoci a Lui, ma ci mette in guardia: la preghiera è un atto di fiducia, non una compravendita, è accettare la sua volontà, non avere la presunzione di ridurre Lui alla nostra volontà. Pregare è entrare con umiltà nel cuore di Dio, scoprire giorno per giorno il suo progetto di amore su noi, chiedere a Lui la capacità e la volontà di adeguarvisi e ripartire con forza. Se vuoi sapere se la tua preghiera è vera, se è efficace, se ha toccato il cuore di Dio, guardati: se dopo aver pregato sei cambiato, almeno nelle intenzioni, se sei ripartito con coraggio, se hai realizzato un atto concreto di carità, di perdono, di solidarietà, vuol dire che hai pregato davvero. Se non è così, forse, bisogna cambiar modo di pregare.

 

 

VENERDI’ 3 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Francesco Saverio; B. Giovanni Nepomuceno

Una scheggia di preghiera:

 

SPIRITO SANTO DI DIO ILLUMINA I NOSTRI CUORI.

 

HANNO DETTO: Il più grande dono che Dio ti può fare è darti la forza di accettare qualsiasi cosa Egli ti mandi e la volontà di restituirgli qualsiasi cosa Egli ti chieda. (Madre Teresa di Calcutta)

SAGGEZZA POPOLARE: Dare il buongiorno a qualcuno non è ancora segno di amicizia. (prov. del Congo)

UN ANEDDOTO: Santa Maria Maddalena de Pazzi, all'età di cinque anni, andando incontro alla mamma che ritornava dalla Messa, sapeva riconoscere se aveva preso la Comunione, e le diceva: "Mamma, odori di Gesù!"

PAROLA DI DIO: Is 29,17-24; Sal 26; Mt 9,27-31

 

Vangelo Mt 9,27-31

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!». Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione. Parola del Signore

 

AVVENGA PER VOI SECONDO LA VOSTRA FEDE”.

I miracoli non sono mai un qualcosa che dipende unicamente da Dio: Lui è la forza, la potenza, ma per operare ha bisogno della nostra fede: “Se avrete fede quanto un piccolo granellino potrete dire a questa montagna: gettati nel mare, ed essa lo farà”. Ma come mai allora non otteniamo certi “miracoli” che pure son chiesti con fiducia e con tanto desiderio?

“Chiedete e non ottenete perché chiedete male”, “chiedete invece lo Spirito Santo e vi sarà dato”. Prima ci vuole lo Spirito di Dio per sapere ciò che dobbiamo chiedere non secondo noi, ma secondo Lui. In ogni caso al di là di ogni richiesta particolare sarà proprio lo Spirito Santo a farci capire che il più grande miracolo l’abbiamo già ricevuto: l’amore di Dio per noi.

 

 

SABATO 4 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni Damasceno; S. Barbara

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, INSEGNACI A CONDIVIDERE IL TANTO CHE TU CI HAI DATO.

 

HANNO DETTO: A volte la differenza fra star bene e star male è piccolissima ed è anche una questione di volontà. (Giorgio Gaber)

SAGGEZZA POPOLARE: Confidare un segreto ad una persona indegna è come avere tra le mani un sacco di grano bucato. (proverbio del Sudan)

UN ANEDDOTO: Levenson, umorista americano, racconta che dal momento in cui arrivò a casa neonato, suo figlio non smise di piangere. Sua moglie con un grosso volume di consigli pediatrici cerca la pagina dove si spiega perché i bambini piangono. Il tempo passava e il bambino piangeva. La nonna era in casa ma, siccome non aveva letto libri, non era stata consultata. Il bambino continuava a piangere finché lei perse la pazienza e gridò: “Per amor di Dio, Sara, metti giù il libro e prendi in braccio il bambino!”

PAROLA DI DIO: Is 30,19-21.23-26; Sal 146; Mt 9,35-38.10,1.6-8

 

Vangelo Mt 9,35-38.10,1.6-8

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!». Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date». Parola del Signore

 

“VEDENDO LE FOLLE NE SENTÌ COMPASSIONE PERCHÉ ERANO STANCHE E SFINITE, COME PECORE CHE NON HANNO PASTORE”.

Tutti noi proviamo compassione quando vediamo file di profughi disperati, affamati... poi, normalmente, cominciamo a chiederci il perché e ce la prendiamo con la politica e il potere e ci diciamo rammaricati e impotenti. Gesù prova compassione e si dà da fare. Madre Teresa di Calcutta non si chiedeva se sarebbe riuscita a salvare tutti i bambini abbandonati dell’India, ma si dava da fare per quelli che incontrava. La compassione cristiana non è un bel sentimento che ci fa sentire buoni; è patire con chi soffre, è condividere ciò che si ha (non teorie o lamentele) concretamente. Molti santi hanno pregato con parole simili, facciamole diventare nostre: Gesù, non ci hai amato per scherzo, la tua compassione per noi ti ha portato sulla croce offerta per amore. Insegnaci a non amare a parole, ma coi fatti e nella verità.

 

 

DOMENICA 5 DICEMBRE: 2^DOMENICA DI AVVENTO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: S. Saba; B. Filippo Rinaldi

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA VENUTA, SIGNORE, CI RIEMPIE DI GIOIA.

 

HANNO DETTO: L'egoismo è una forma di avidità. Come ogni forma di avidità, è insaziabile, per cui non c'è mai una vera soddisfazione. (Erich Fromm)

SAGGEZZA POPOLARE: Colui che ha visto il leone ruggire non corre allo stesso modo di chi lo ha soltanto sentito. (proverbio della Costa d'Avorio)

UN ANEDDOTO: Un giorno una signorina di città, incredula e scettica, incontrò in montagna una contadinella, che stava pregando appiè di una cappelletta. La guardò con aria di compassione, e le disse: Perché preghi? tanto non ottieni nulla! E la pastorella rispose: Quando ero piccola domandavo sempre alla mamma che mi conducesse con lei in un paese lontano. E la mamma mi rispondeva: Non si può, bambina mia. Io strillavo e allora la mamma mi faceva tante carezze sul viso. A me recava tanto piacere di essere accarezzata a quel modo e ogni volta che la mamma partiva per quel paese, ripetevo la mia domanda, ma per gustare di nuovo la dolcezza di quelle carezze. Così ora, quando chiedo una grazia grande, che ci vorrebbe quasi un miracolo per farmela, mi pare di sentire Iddio a dirmi subito di "no", ma subito ad accarezzarmi con la stessa bontà della mamma. Ciò mi fa immenso piacere e m'alzo dalla preghiera sempre confortata.

PAROLA DI DIO: Bar 5,1-9; Sal 125; Fil 1,4-6.8-11; Lc 3,1-6

 

Vangelo Lc 3,1-6

Dal vangelo secondo Luca

Nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea. Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell'Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell'Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!». Parola del Signore

 

“PREPARATE LA VIA DEL SIGNORE, RADDRIZZATE I SUOI SENTIERI”

In questo tempo d'Avvento, ecco una nuova “parola”, che siamo invitati a vivere. L'evangelista Luca la riprende da Isaia, il profeta della consolazione. Per i primi cristiani, essa va riferita a Giovanni il Battista, che ha preceduto Gesù. E la Chiesa, in questo tempo che precede il Natale, presentando appunto il Precursore, ci invita alla gioia, perché il Battista è come un messaggero che annunzia il Re. Questi, infatti, sta per venire. E vicino il tempo in cui Dio compie le sue promesse, perdona i peccati, dona la salvezza.

 

 

LUNEDI’ 6 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Nicola; S. Asella; S. Obizio

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, NELLE NOSTRE IMPOTENZE GRIDIAMO A TE: SALVACI NELLA TUA MISERICORDIA.

 

HANNO DETTO: Non si smette di ridere perché si invecchia, si invecchia perché si smette di ridere. (Michael Pritchard)

SAGGEZZA POPOLARE: Coloro che salgono in una stessa piroga, hanno le stesse aspirazioni. (proverbio del Senegal)

UN ANEDDOTO: Una volta, alla stazione di Milano mi è capitato di vedere un facchino che, appoggiata la testa ad un sacco di carbone addossato a un pilastro, dormiva beatamente. I treni partivano fischiano e arrivavano cigolando sulle ruote, gli autoparlanti davano continui avvisi, la gente andava e veniva con continuo brusio e rumore... ma lui continuando a dormire, pareva dicesse: “Fate quel che vi pare, ma io ho bisogno di stare quieto”. (Giovanni Paolo I)

PAROLA DI DIO: Is 35,1-10; Sal 84; Lc 5,17-26

 

Vangelo Lc 5,17-26

Dal vangelo secondo Luca

Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza. Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?». Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Alzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico – alzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio. Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose». Parola del Signore

 

ED ECCO, ALCUNI UOMINI, PORTANDO SU UN LETTO UN UOMO CHE ERA PARALIZZATO, CERCAVANO DI FARLO ENTRARE E DI METTERLO DAVANTI A LUI”.

Nell’odierno racconto evangelico tanti sono i protagonisti: Gesù, il paralitico, gli amici del malato, la folla, gli scribi e i farisei c’è anche un protagonista minore di cui però, si ripete il nome parecchie volte: il lettuccio. Un letto, una stuoia, una barella che è all’inizio segno di una malattia, della costrizione anche oggi il letto significa dolore, incapacità di muoversi, estraniamento dalla vita civile; è un luogo, una cosa ristretta in cui si dipende dagli altri e dai loro umori; è segno di tutte le impotenze. Il paralitico del Vangelo è lì e da solo non può prendere iniziative. Proviamo a pensare a quanti, anche oggi, sono costretti in un ‘lettuccio’. Non solo nelle corsie degli ospedali o nelle case per anziani, ma malati nel corpo e nello spirito, carcerati o nei penitenziari o chiusi in ambienti ristretti di vita, costretti a lavori infami, abbandonati a sé stessi, soli. Forse anche noi, in certe occasioni, abbiamo sperimentato il ‘lettuccio’ della malattia o della impotenza davanti ad avvenimenti nei quali non puoi far nulla.

Ma ‘il lettuccio’ può anche diventare il momento della solidarietà. Attorno a quel paralitico ci sono quattro amici che prestano cuore, braccia e gambe e quel ‘lettuccio’ della costrizione e dell’impotenza può allora anche camminare, ascendere su un tetto, scendere, legato a corde, con il suo contenuto di impotenza, proprio davanti a Gesù. E non è forse proprio attorno ai lettucci dei poveri, dei diseredati, dei malati, dei sofferenti, degli affamati, dei lebbrosi, dei soli, di coloro che patiscono ingiustizia, che si sono scritte le più belle pagine del cristianesimo?

E il ‘lettuccio’ del Vangelo diventa anche protagonista della guarigione. Quando questa avviene sembrerebbe essere diventato un oggetto inutile, da nascondere, invece Gesù lo fa diventare la testimonianza: “Prendi il tuo lettuccio e va a casa tua”. Il nostro cuore non può e non deve dimenticare: noi siamo stati salvati e liberati gratuitamente e per amore dal nostro peccato, dalla solitudine, dalle catene. Questi segni ci ricordano quanto è grande l’amore di Colui che ci ha voluto uomini nuovi, capaci di camminare da soli e di guardare negli occhi Colui che ci ha guarito.

 

 

MARTEDI’ 7 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Ambrogio; S. Maria G. Rossello; S. Urbano

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU VUOI LA SALVEZZA DI OGNI UOMO.

 

HANNO DETTO: Non parlate di amore a vostro fratello. Amatelo. (Rama Krishna)

SAGGEZZA POPOLARE: Ciò che si dice vicino al cadavere di un leone, non lo si dice quando il leone è ancora vivo. (proverbio della Costa d'Avorio)

UN ANEDDOTO: Quando lo scrittore Giovannino Guareschi tornò dai campi di concentramento, la moglie Ennia osservò: “Giovannino, sembra che tu abbia vinto la guerra”. Egli, con un inconfondibile lampo di fierezza rispose: “Sì, mi sento vincitore perché in diciannove mesi sono riuscito a non odiare nessuno.”

PAROLA DI DIO: Is 40,1-11; Sal 95; Mt 18,12-14

 

Vangelo Mt 18,12-14

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda». Parola del Signore

 

CHE COSA VI PARE? SE UN UOMO HA CENTO PECORE E UNA DI LORO SI SMARRISCE, NON LASCERÀ LE NOVANTANOVE SUI MONTI E ANDRÀ A CERCARE QUELLA CHE SI È SMARRITA?”

Proprio partendo da questa parabola, i cristiani, spesso, nell’iconografia hanno rappresentato Gesù come il buon pastore con la pecorella sulle spalle. Giustissimo!

Ma qui Gesù vuole soprattutto mostrarci quale sia il volto del Padre e il suo atteggiamento nei nostri confronti. Il Dio che ci ha annunciato Gesù non è mai il dio dei filosofi, monade assoluta staccata dalla realtà, non è neanche il dio giudice sempre a caccia dei nostri peccati per poterli condannare, non è neanche colui che, davanti al nostro peccato, se ne lava le mani e dice: “Pazienza, se ne ho perso uno me ne restano ancora tanti”. Egli è un Padre che non si rassegna a perdere nessuno dei suoi figli e con tenerezza e pazienza li va a ricercare. Per Dio non esiste gente senza importanza, ama ognuno di noi, personalmente. Per Lui noi valiamo il sangue di Gesù, perciò, nonostante la nostra nullità, per Lui noi siamo preziosi. È il Dio che gioisce e preferisce la conversione di un solo peccatore all’autosufficienza di una infinità di “buoni” soddisfatti di sé stessi. Dio non è classista, non lo si compra con le buone azioni, non lo si porta dalla nostra parte solo perché abbiamo etichette e maschere di religione.

Tra noi, purtroppo, spesso ci sono di queste discriminazioni e quindi sia quelli che si propugnano progressisti quanto quelli che vogliono conservare ad ogni costo la purezza della religione, spesso pensano di essere migliori degli altri, perché gli altri sono “peccatori” cioè non praticanti, divorziati, alcolisti, drogati, lussuriosi, ladri, delinquenti. E da ciò spesso nasce l’intolleranza, l’intransigenza, l’incapacità di amare il fratello, la critica di tutto e di tutti, la soddisfazione di sé stessi e il crogiolarsi nella propria condotta e pratica religiosa. Il Padre e Gesù ci insegnano diversamente. Il nostro amore cristiano deve riflettere l’amore e la compassione di Dio, quindi non possiamo e non dobbiamo discriminare né emarginare nessuno, ma dobbiamo andare incontro all’altro per amarlo, aiutarlo a liberarsi di tutto quello che può diminuire la sua dignità umana o offendere la sua realtà di Figlio, e se Dio parte con pazienza alla ricerca dell’uomo possiamo, noi che ci diciamo Chiesa del Figlio di Dio, condannare il fratello solo perché è diverso da noi, o abbandonarlo solo perché ha lasciato casa?

 

 

MERCOLEDI’ 8 DICEMBRE: IMMACOLATA CONCEZIONE B.V.M.

Tra i santi ricordati oggi: S. Sabina e sorelle, martiri nelle Fiandre

Una scheggia di preghiera:

 

TI SALUTO, O MARIA, PIENA DI GRAZIA.

 

HANNO DETTO: Se esiste un uomo non violento, perché non può esistere una famiglia non violenta? E perché non un villaggio, una città, un paese, un mondo non violento? (Gandhi)

SAGGEZZA POPOLARE: Ciò che l'occhio ha visto il cuore non dimentica. (proverbio del Congo)

UN ANEDDOTO: Una leggenda ebraica afferma che il mondo esiste perché trentasei giusti controbilanciano il male che lo distruggerebbe. Per fortuna i giusti sono molti, molti di più.

PAROLA DI DIO: Gen 3,9-15.20; Sal 97; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38

 

Vangelo Lc 1,26-38

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. Parola del Signore

 

“L’ANGELO FU MANDATO A MARIA… E L’ANGELO SI ALLONTANO’ DA LEI”.

Due sono i personaggi dell’annunciazione: l’angelo e Maria.

L’angelo, o il portatore di buone notizie (il termine angelo e quello del Vangelo hanno la stressa radice) colui che parla a nome di Dio o che qualche volta nella Bibbia è addirittura Dio stesso. E l’angelo annuncia ma viene anche a chiedere. È Dio che cerca di farsi strada nella nostra umanità, è Dio che cerca collaboratori per portare e donare tutto sé stesso.

Poi abbiamo Maria. Certamente Dio si è preparato sua madre fin dall’eternità. Le ha fatto il dono di essere senza peccato, l’ha voluta colma di doti umane, ma Maria è consapevole solo della sua umanità di donna e di ragazza promessa sposa a Giuseppe. Ecco allora il dialogo. Per prima cosa l’angelo invita Maria a non temere. Tutto può essere misterioso, ma Dio e il suo progetto non possono mai fare paura, sono sempre doni meravigliosi, e poi le dice che Dio l’ha scelta per essere madre di suo Figlio. Maria è concreta, ha nel suo cuore tante domande, riesce ad esprimere qualcosa di questo all’angelo che le parla di Spirito Santo è le dà il segno di Elisabetta, l’anziana che partorisce un figlio. A questo punto Maria si abbandona totalmente alla volontà di Dio, e l’angelo partì da lei. E qui, direi inizia per Maria il tempo più bello ma anche più difficile: essa continua credere nonostante non ci sia più l’angelo a confortarla. Essa parte per andare a constatare il segno di Elisabetta e gioiosamente si mette al suo servizio. Si chiede come Giuseppe accetterà questa situazione, ma si fida di Lui e di Dio e nello stesso tempo vive nel mistero e nella profonda intimità la comunione con il suo Figlio.

Anche noi viviamo nel mistero ma questo annuncio a Maria è anche per noi. Dio è ancora in cerca di qualcuno che pur non essendo esente dal peccato offra sé stesso per ricevere e donare suo Figlio: Siamo disposti a fare come Maria?

 

 

GIOVEDI’ 9 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni Diego C.; S. Siro; S. Gorgonia

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, DONAMI IL CORAGGIO DI CONVERTIRMI.

 

HANNO DETTO: Si gusta doppiamente la felicità faticata. (B. Gracian)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi sciupa del tempo deruba sé stesso. (proverbio del Marocco)

UN ANEDDOTO: Un padre confidava al figlio: “Ogni volta che tua madre ed io discutiamo, io ho sempre l'ultima parola” “E come fai?”, domandò stupito il figlio. È semplice”, sorrise il genitore. “Le chiedo scusa”.

PAROLA DI DIO: Is 41,13-20; Sal 144; Mt 11,11-15

 

Vangelo Mt 11,11-15 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse alle folle: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elia che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!».  Parola del Signore

 

“DAI GIORNI DI GIOVANNI BATTISTA FINO AD ORA, IL REGNO DEI CIELI SUBISCE VIOLENZA E I VIOLENTI SE NE IMPADRONISCONO”.

Di certo Gesù non è per la violenza. Egli è la pace di Dio. Gesù preferisce morire, piuttosto che difendersi, eppure dice che il suo regno è dei violenti. Quale violenza?

Quella che dobbiamo fare contro noi stessi!

Cambiare mentalità, passare dal materialismo egoistico al dono per gli altri, fare scelte di volontariato; accettare di essere presi in giro per la propria fede, costa, è una violenza contro sé stessi, ma è anche l’unica strada per entrare nel Regno di Dio. Gesù indica Giovanni Battista come uno che ha realizzato questo, ma ricordiamoci che Giovanni, per fedeltà al Regno, ci ha rimesso la testa.

 

 

VENERDI’ 10 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: B.V. Maria di Loreto; S. Eulalia; S. Mauro

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE! TUTTO È DONO, TU SEI DONO!

 

HANNO DETTO: Vuoi disprezzare il piacere del cibo? Guarda che fine fa. (Seneca)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi non ha sofferto, non sa condividere le sofferenze altrui. (proverbio dell'Uganda)

UN ANEDDOTO: Domandarono a Mallory, il famoso scalatore che perse la vita sul monte Everest, perché volesse a tutti i costi scalare quella montagna. Mallory rispose con semplicità: “Perché è lì”. Lo scalatore vedeva una sfida nell'esistenza di una cima non ancora conquistata che non gli dava pace finché non avesse tentato.

PAROLA DI DIO: Is 48,17-19; Sal 1; Mt 11,16-19

 

Vangelo Mt 11,16-19

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!” È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie». Parola del Signore

 

“A CHI POSSO PARAGONARE QUESTA GENERAZIONE? È SIMILE A BAMBINI CHE STANNO SEDUTI IN PIAZZA E, RIVOLTI AI COMPAGNI, GRIDANO: “VI ABBIAMO SUONATO IL FLAUTO E NON AVETE BALLATO, ABBIAMO CANTATO UN LAMENTO E NON VI SIETE BATTUTI IL PETTO!”

La 'banda dei malcontenti' è sempre numerosa e spesso se la prende anche con Dio.

Lui è dono continuo, Provvidenza con noi e noi ci lagniamo solo e sempre delle cose che ci mancano. Abbiamo suo Figlio, la sua Parola, i suoi Sacramenti e non ci basta, andiamo a cercare il mago che ci dica l’avvenire e, insieme alla Madonna e a San Cristoforo, in macchina teniamo, per ogni evenienza, non si sa mai, anche un bel cornetto (sapete che qualcuno è venuto a chiedermi di benedirlo?).

È una brutta razza quella dei malcontenti, perché emanano cattivo odore di pessimismo, di tristezza, di vita sprecata, di malumore nei confronti di tutto e di tutti. Siamo in Avvento: si può essere tristi nell’attesa di Gesù?

Certo un malato, trova estremamente difficile sorridere, ma può cercare di dare un senso alla sua malattia, un anziano è forse pieno di acciacchi, ma una sua battuta, un suo sorriso possono ancora dare tanto, un bambino non può cambiare le sorti del mondo, ma guardarlo giocare sereno non può forse riempirci il cuore di speranza?

 

 

SABATO 11 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Damaso I; S. Daniele Stilita; S. Sabino

Una scheggia di preghiera:

 

SPIRITO DI DIO CHE SEI AMORE, VIENI IN NOSTRO SOCCORSO.

 

HANNO DETTO: Un tempo sembrava che ci fossero per l'uomo solo due atteggiamenti possibili: amare o il cielo o la terra. Ma ecco che si apre una terza strada: andare al cielo attraverso la terra. (Teihard de Chardin)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi cammina sul letamaio dovrà poi lavarsi i piedi. (proverbio del Congo)

UN ANEDDOTO: Abramo Lincoln, eletto presidente degli Stati Uniti d'America, si presenta in senato per il suo discorso presidenziale. Un aristocratico si alza: “Signor presidente non si dimentichi che suo padre faceva le scarpe per la mia famiglia e per molti altri” Tutti ridono pensando di prendere in giro Lincoln. Egli invece guarda l'uomo con bontà e buon senso e dice: “Signore, io so che mio padre faceva le scarpe per la sua famiglia e per molti altri qui presenti”. Egli era un incomparabile calzolaio. Ma so che nessuno si è mai lamentato delle scarpe di mio padre. Lui metteva il cuore nel suo lavoro. Io sono orgoglioso di mio padre e della sua discendenza.

PAROLA DI DIO: Sir 48,1-4.9-11; Sal 79; Mt 17,10-13

 

Vangelo Mt 17,10-13

Dal vangelo secondo Matteo

Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché, dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista. Parola del Signore

 

“ELIA È GIA’ VENUTO E NON LO HANNO RICONOSCIUTO, ANZI HANNO FATTO DI LUI COME HANNO VOLUTO. COSI’ ANCHE IL FIGLIO DELL’UOMO DOVRA’ SOFFRIRE PER OPERA LORO”.

Per comprendere meglio il versetto che vogliamo meditare oggi, bisogna ambientarlo. Gesù ha condotto Pietro, Giacomo e Giovanni sulla montagna e si è trasfigurato davanti a loro. Lo stupore ha colmato il cuore dei tre, tant’è che Pietro, con la proposta di costruire tre tende, voleva continuare a rimanere nella gloria di quel momento. Provate a pensare che cosa doveva passare nella testa di quegli apostoli: avevano visto Mosè, Elia, avevano sentito la voce di Dio che riconosceva Gesù come suo Figlio!

Mentre scendevano dal monte ecco allora la domanda molto spontanea: “I rabbini ci hanno insegnato che Elia, il profeta dalle ‘parole di fuoco’, sarebbe dovuto tornare prima del Messia; ma se tu, Gesù, sei il Messia, quando è tornato Elia?”

Ecco la risposta di Gesù: “Elia è venuto in Giovanni, ma non solo non è stato conosciuto, ma ucciso, e io stesso non sarò conosciuto e a mia volta ucciso”. Sembra strano: subito dopo la gloria ecco la doccia fredda dell’annuncio di un fallimento avvenuto e di uno ancora maggiore che avverrà.

Come capisco lo stupore degli Apostoli perché è anche il mio. Mi chiedo: perché i fallimenti?

Perché Giovanni, per la gelosia e la paura regnante in una corte ha dovuto rimetterci la testa?

Perché Gesù, che ‘passò sanando e beneficando tutti’ di nuovo per paura, per supponenza religiosa di alcuni è stato messo in croce e proprio da chi professava una fede?

Perché oggi, come sempre, è il giusto che patisce, che soffre, che è messo da parte?

Se ragiono solo con la mia testa di uomo non capisco il perché di questi fallimenti, non capisco la croce di Cristo, non capisco le vittorie dei prepotenti, anzi mi viene da prendermela con ‘Colui che può tutto ma non muove un dito’.

L’unica strada per accostarsi a questo mistero è la strada dell’Amore. Un amore che sa donare tutto. Un amore che condivide tutto, specialmente la sofferenza e il male. Un amore che dà speranza, che morendo salva, che risorgendo vince. Intuisco che deve essere qualcosa di simile, e siccome mi trovo povero davanti a questo, chiedo aiuto allo Spirito Santo che è l’Amore affinché mi aiuti a capire quanto sono stato amato e quante possibilità di amore ho in me stesso.

 

 

DOMENICA 12 DICEMBRE: 3^DOMENICA DI AVVENTO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: B.V. Maria di Guadalupe

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' TI SEI FATTO DEBOLE PER RENDERCI FORTI.

 

HANNO DETTO: Per molti la ricchezza non ha segnato la fine delle loro miserie, ma solo un cambiamento. (Seneca)

SAGGEZZA POPOLARE: Anche a un elefante basta un sol giorno per morire. (proverbio dell'Angola)

UN ANEDDOTO: Alcuni anni fa, nella cittadina di Gunter (India) la madre di una famiglia numerosa morì. Le responsabilità famigliari caddero sulla figlia maggiore di appena 17 anni, che prese a cuore la cura dei fratellini, la cucina, le pulizie della casa. Un giorno un amico di famiglia le fece visita e si complimentò con lei della sua abilità. La ragazza rispose: “Io non posso dispensarmi da un dovere che devo compiere”. “Sì, mia cara”, egli rispose, “Non sei obbligata a farlo, te ne puoi liberare.” “Sì, è vero”. Rispose lei dopo un attimo di esitazione, “Ma c'è una voce dentro di me che mi dice: Io devo!” E tu l'ascolti la voce del cuore e della coscienza?

PAROLA DI DIO: Sof 3,14-17; Cant. Is 12,2-6; Fil 4,4-7; Lc 3,10-18

 

Vangelo Lc 3,10-18

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo. Parola del Signore

 

“UNO PIÙ FORTE DI ME” ...

È importante rendersene conto: Gesù arriva tra noi come bimbo indifeso, nella sua debolezza infinita, ma è "uno più forte di me". Viene apposta perché io sono, pur nella mia sicurezza, nel mio orgoglio incredibilmente fragile ed ho bisogno della sua forza, del suo "ventilabro" per ripulire l'aia della mia anima da ciò che è superfluo e poter raccogliere il grano che il suo amore ha depositato in me. Da solo non ne sarei capace. Forse aspettare il Natale con questa coscienza ci permette di dare le giuste proporzioni all'evento e capire che sono io quello che ha bisogno del "medico", della sua forza, del suo Spirito e del suo fuoco coi quali mi battezzerà. E che non ci sono persone di nessun tipo, seppur grandi e spirituali (come poteva essere Giovanni Battista, come può essere qualsiasi altro riferimento spirituale, alto ma pur sempre umano) a cui potermi aggrappare. Gesù è più forte, e per questo noi possiamo abbandonarci alla sua "debolezza".

 

 

LUNEDI’ 13 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Lucia; S. Ottilia; B. Giovanni Marinoni

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', NOI CI FIDIAMO DI TE.

 

HANNO DETTO: Non è la tentazione che è forte, sono io che sono debole. (Charles Eugene de Foucauld)

SAGGEZZA POPOLARE: Il merito più grande è il più modesto.

UN ANEDDOTO: Un gruppo di specialisti discuteva sui fattori che permettono di invecchiare bene. Numerosi studi dimostravano l'importanza dell'esercizio fisico per mantenersi in forma. Uno degli studiosi osservò: “L'esercizio fisico non è una panacea per tutti i mali. Se una panacea esiste, consiste nella relazione con gli altri. Se io dovessi scegliere tra andare in palestra e stare coi miei nipoti, sceglierei i nipoti”.

PAROLA DI DIO: Nm 24,2-7.15-17b; Sal 24; Mt 21,23-27

 

Vangelo Mt 21,23-27

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose». Parola del Signore 

"NEANCH'IO VI DICO CON QUALE AUTORITÀ FACCIO QUESTE COSE"

Quali sono le credenziali che Gesù presenta perché noi possiamo credere in Lui?

Qualche volta noi siamo peggio dei sommi sacerdoti di allora perché vorremmo che Gesù ci confermi con continui miracoli la sua persona, il suo agire, i suoi insegnamenti. Gesù invece rimane sempre proposta. Non condiziona mai la fede obbligandoci con l'evidenza. "Se vuoi" è la proposta di Gesù. "Avvenga secondo la tua fede" sono i suoi miracoli. Dio in Gesù non fa irruzione sulla terra per costringerci al suo Regno attraverso Lui, però ci invita ad entrare nella sua gioia. Solo quando Maria dice il suo 'si', Gesù si incarna; solo quando il ladrone dice a Gesù: "Ricordati di me", Gesù può dirgli: "Oggi sarai con me in paradiso".

 

 

MARTEDI’ 14 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni della Croce; S. Venanzio Fortunato

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, DONACI COERENZA TRA PAROLE E VITA.

 

HANNO DETTO: Il suono del bacio non è forte come quello di una cannonata, ma la sua eco dura molto più a lungo. (O. W. Holmes)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando il padre fa carnevale, ai figli tocca fare la quaresima.

UN ANEDDOTO: Disse un giovane monaco ad un anziano: — Com’è difficile, abba, amare il nostro prossimo! — Certo: noi abbiamo l’ordine di amare il nostro prossimo come noi stessi, e il nostro prossimo fa di tutto per renderci disobbedienti.

PAROLA DI DIO: Sof 3,1-2.9-13; Sal 33; Mt 21,28-32

 

Vangelo Mt 21,28-32 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?» Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni, infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli». Parola del Signore

 

“IL PADRE DISSE AL FIGLIO: “VA OGGI A LAVORARE NELLA VIGNA”. ED EGLI RISPOSE: “SÌ, SIGNORE; MA NON CI ANDÒ”.

La situazione descritta nella parabola può avere diverse applicazioni. Eccone una.

C’è il cristiano che dice sì a Dio, nel campo della morale sessuale, nella difesa delle tradizioni religiose, nelle pratiche devote, nell’obbedienza ai superiori. Proclama a squarciagola, in ogni occasione, la propria appartenenza alla Chiesa, ne difende i diritti, si batte intrepidamente per tutte le cause “buone”. Ma poi si mostra duro col prossimo. Non esita a ferire, umiliare, disprezzare. Ecco la copia del figlio della parabola che dice “sì” e fa “no”. Il rifiuto ad amare, a rispettare l’altro, annulla tutti gli altri sì. Possiamo anche illuderci di lavorare in tanti campi per il Signore. Ma se non operiamo nel terreno della carità, la vigna del Padre rimane incolta.

 

 

MERCOLEDI’ 15 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Valeriano; B. Maria Vittoria De Fornari

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', SEI IL VERO CRISTO, IL FIGLIO DI DIO CHE SALVA.

 

HANNO DETTO: Dio è la speranza del forte, e non la scusa del vile. (Plutarco)

SAGGEZZA POPOLARE: Due cose son sorde e cieche: odio e favore.

UN ANEDDOTO: Un agnellino abbandonato dalla madre appena nato venne allevato da una capretta amorevolmente. Un giorno, mentre andava belando tra i capretti, un cane gli disse: “Sciocco, la tua vera madre non è qui, ma laggiù tra quelle pecore che brucano in fondo al prato”. “Ti sbagli”, rispose l'agnellino, “Io non sto cercando colei che mi ha messo al mondo, ma colei che mi ha raccolto, accettato, pur se diverso, ed ha diviso il suo latte tra me e i suoi piccoli”. “Tuttavia”, rispose il cane,” La tua vera madre rimane colei che ti ha fatto nascere”. “No”, rispose l'agnellino, “perché non la nascita, ma l'amore fa veri padri e madri” (Fedro)

PAROLA DI DIO: Is 45,6b-8.18.21b-25; Sal 84; Lc 7,19-23

 

Vangelo Lc 7,19-23

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Giovanni chiamati due dei suoi discepoli li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”». In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. È beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». Parola del Signore

 

“ANDATE E RIFERITE A GIOVANNI: I CIECHI RIACQUISTANO LA VISTA, GLI ZOPPI CAMMINANO, I LEBBROSI VENGONO SANATI… AI POVERI È ANNUNZIATA LA BUONA NOVELLA”.

Mi consola pensare che un personaggio “di fuoco” come Giovanni Battista abbia avuto anche lui momenti in cui si è chiesto: “Ma quel Gesù è poi proprio il Messia per cui io ho giocato la mia vita, per cui sono in prigione in attesa della morte?”

E il dubbio per lui era ancora più profondo per il fatto che vedeva che il Messia liberatore, potente, giudice, che lui aveva annunciato era invece un messia umile, povero, pacifista ad oltranza. Anche a noi può venire il dubbio: ma sarà proprio Gesù il Figlio di Dio, il redentore o dobbiamo aspettarci la salvezza altrove?

Ma anche per noi la conferma avviene guardando alla figura di Gesù e alle sue opere. Gesù è Dio perché ama come Dio, perché come Lui dà la vita. Gesù è Dio perché perdona come Dio, cerca i peccatori per salvarli come Dio il buon pastore, perché ridà la vista cioè la possibilità di vedere la vita non come un susseguirsi di semplici avvenimenti che conducono alla morte, ma come dono prezioso che conduce alla vita eterna; Gesù è Dio perché ci fa udire sé stesso, Parola di Dio incarnata, Gesù è Dio perché si fa pane per il nostro cammino, è Via per indicarci la strada, è Verità che non delude, è pienezza di Vita.

Noi abbiamo Gesù, il figlio di Dio che ci salva e stiamo ad aspettare il liberatore politico che una volta che ci ha liberati vuol renderci suoi schiavi?

Aspettiamo il liberatore spirituale che vuole intrupparci in una nuova religione?

Aspettiamo il saltimbanco che faccia qualche miracolo per avere un nuovo leader che mangi sulle nostre spalle?

Diciamo con sincerità piuttosto un’altra cosa: oggi forse non è tanto difficile credere a Cristo ma alla figura distorta di Cristo che certi cristiani manifestano perché se anche noi facessimo ancor oggi gli stessi “segni” di Cristo, sarebbe molto più facile credere davvero in Lui.

 

 

GIOVEDI’ 16 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Adelaide; B. Clemente Marchisio

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, CONCRETEZZA DELLA TESTIMONIANZA CRISTIANA.

 

HANNO DETTO: Per cambiare le persone, bisogna amarle: la nostra influenza arriva solo dove arriva il nostro amore. (J.H. Pestalozzi)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando il matto ha un bel grembiule, lo mostra a tutti.

UN ANEDDOTO: Han-pe-yu, che di solito sopportava senza piangere le battiture di sua madre, un giorno scoppiò in pianto dirotto, mentre la mamma lo picchiava. Chiedendogli ella perché, rispose: sento, mamma, che le tue forze diminuiscono e tu diventi vecchia: questo mi addolora più delle battiture!

PAROLA DI DIO: Is 54,1-10; Sal 29; Lc 7,24-30

 

Vangelo Lc 7,24-30

Dal vangelo secondo Luca

Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che portano vesti sontuose e vivono nel lusso stanno nei palazzi dei re. Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”. Io vi dico: fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni, ma il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui. Tutto il popolo che lo ascoltava, e anche i pubblicani, ricevendo il battesimo di Giovanni, hanno riconosciuto che Dio è giusto. Ma i farisei e i dottori della Legge, non facendosi battezzare da lui, hanno reso vano il disegno di Dio su di loro». Parola del Signore

 

"DISSE GESÙ: CHE COSA SIETE ANDATI A VEDERE NEL DESERTO?".

Gesù ci parla di Giovanni il Battista, questo grande personaggio che nella storia, come nel nostro Avvento, prepara la sua venuta

Giovanni, vera figura di profeta, non è un mezzo uomo. È conscio della sua missione. Sa di essere la voce che deve scuotere le coscienze. Sa anche che questo gli costerà la vita, ma non tace e anche in mezzo al deserto continua a gridare con le sue parole e la sua vita.

Sovente mi chiedo: quali sono le cose che maggiormente possono essere di stimolo alla conversione? La nostra è l'epoca in cui i messaggi corrono velocissimi. Quante parole su Gesù, libri, conferenze, corsi biblici meeting, catechesi agli adulti... E come mai la fede languisce così?

Nella chiesa di oggi conta di più una Madre Teresa o l'ennesimo documento di una conferenza episcopale?

Un don Ciotti o le diatribe dei partiti sulla droga?

Tutto può servire ma Dio più che parole vuole da noi testimonianza. Si agisce sugli altri più con quello che si è che con quello che si dice.

 

 

VENERDI’ 17 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni de Matha; S. Modesto

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE DELLA STORIA, IN ESSA TU CI SALVI.

 

HANNO DETTO: Uno dei peggiori effetti della fretta, o forse dell'angoscia che ne è la causa diretta, è l'evidente incapacità degli uomini moderni di rimanere soli con sé stessi, sia pure per breve tempo. (Konrad Lorenz)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi vuol piacere alla plebe, deve farsi uguale ad essa.

UN ANEDDOTO: Lao-le-tze aveva settant’anni, i suoi genitori ne avevano novanta; ma egli spesso faceva capriole, si vestiva da bambino e faceva scherzi per rallegrare i suoi vecchi.

PAROLA DI DIO: Gen 49,2.8-10; Sal 71; Mt 1,1-17

 

Vangelo Mt 1,1-17

Dal vangelo secondo Matteo

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici. Parola del Signore

 

“GENEALOGIA DI GESÙ CRISTO FIGLIO DI DAVIDE, FIGLIO DI ABRAMO.”

Diceva Papa Francesco il 17 dicembre 2013:

Dio si è fatto storia, Dio ha voluto farsi storia. È con noi. Ha fatto cammino con noi.

Un cammino iniziato da lontano, nel Paradiso, subito dopo il peccato originale. Da quel momento, infatti, il Signore ha avuto questa idea: fare cammino con noi. Perciò ha chiamato Abramo, il primo nominato in questa lista, in questo elenco, e lo ha invitato a camminare. E Abramo ha cominciato quel cammino: ha generato Isacco, e Isacco Giacobbe, e Giacobbe Giuda. E così via, avanti nella storia dell’umanità. Dio cammina con il suo popolo perché non ha voluto venire a salvarci senza storia; lui ha voluto fare storia con noi. Una storia, fatta di santità e di peccato, perché nell’elenco della genealogia di Gesù ci sono santi e peccatori. Peccatori che non hanno saputo rispondere al progetto che Dio aveva immaginato per loro. La santità è proprio lasciare che il Signore scriva la nostra storia.

 

 

SABATO 18 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Gaziano; B. Nemesia Valle.

Una scheggia di preghiera:

 

GIUSEPPE, AIUTACI A RISCOPRIRE IL SILENZIO MEDITATIVO.

 

HANNO DETTO: L'uomo vede in superficie, Dio invece vede nel cuore; l'uomo guarda alle azioni esterne. Dio giudica invece le intenzioni. (T. da Kempis)

SAGGEZZA POPOLARE: La superbia moltiplica i nostri nemici e mette in fuga i nostri amici.

UN ANEDDOTO: Arrivato vicino a morte, Agesilao pregò quelli che lo circondavano, di aver cura che in nessun luogo gli si erigessero statue e che nemmeno gli venisse posto il suo ritratto in qualche sito. “Se io ho fatto – disse loro- qualche buona azione, essa sarà il monumento della mia gloria; ma se non ho fatto nulla che possa meritare la stima degli uomini, né i ritratti, né le statue, opera di vili artisti, varranno certamente a rendermi famoso”.

PAROLA DI DIO: Ger 23,5-8; Sal 71; Mt 1,18-24

 

Vangelo Mt 1,18-24

Dal vangelo secondo Matteo

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti, il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli, infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. Parola del Signore

 

“GIUSEPPE, LO SPOSO DI MARIA, ERA UN UOMO GIUSTO”.

Di Giuseppe si sono dette molte cose.

Nel Vangelo si parla molto poco di Giuseppe. Nel Vangelo Giuseppe non parla mai. Ma il più bell’elogio che il Vangelo fa di quest’uomo è dire che è un uomo giusto. Dio è giusto. L’uomo chiamato ad essere santo come santo è Dio, deve diventare giusto come Lui è giusto.

Nella Bibbia i giusti sono coloro che operano la giustizia di Dio. Giuseppe, uomo giusto si fida non della giustizia degli uomini e neanche solo della giustizia delle leggi sociali e religiose, si fida e si abbandona totalmente alla giustizia di Dio. Oggi il termine giusto è applicato alle persone per vari motivi. Si dice: quella persona è giusta e si pensa è equa, è buona, non è parziale. Ma il vero senso di questa parola nella Bibbia “è giusto perché agisce come agisce Dio”, quindi potremo dire che Giuseppe è, dopo Maria, il primo vero cristiano perché, come Gesù, si fida, si abbandona a Dio e lascia che sia Dio ad agire in lui. E noi siamo giusti in questo modo?

Dio ha lo spazio per manifestare in noi la sua giustizia? o trova in noi tante presunte giustizie che lo soppiantano?

 

 

DOMENICA 19 DICEMBRE: 4^DOMENICA DI AVVENTO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: S. Anastasio I; B. Urbano V

Una scheggia di preghiera:

 

“VIENI O MADRE IN MEZZO A NOI, VIENI MARIA QUAGGIÙ: CAMMINEREMO INSIEME A TE VERSO LA LIBERTÀ”

 

HANNO DETTO: La gente giudica poco secondo la verità, molto secondo le opinioni. (Cicerone)

SAGGEZZA POPOLARE: Il bambino piange per il suo bene, il vecchio per il suo male.

UN ANEDDOTO: Gli Spartani, per adulare il re Agesilao, volevano metterlo nel numero degli Dei. Se avete questo potere di far gli Dei - rispose loro Agesilao – perché non cominciate intanto da voi stessi?

PAROLA DI DIO: Mi 5,1-4a; Sal 79; Eb 10,5-10; Lc 1,39-45

 

Vangelo Lc 1,39-45

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Parola del Signore

 

“IN QUEI GIORNI MARIA SI ALZÒ E ANDÒ IN FRETTA VERSO LA REGIONE MONTUOSA”.

Maria si è messa in viaggio per andare ad aiutare sua cugina Elisabetta, ma da allora, Maria, è sempre in viaggio: ha tanti figli da visitare, da consolare, da aiutare. Da quando Gesù, sulla croce, ci ha affidati a Lei, Maria non ha più smesso di pellegrinare: ovunque c’è una sofferenza lì c’è la madre, dove c’è una gioia è lì per condividerla. E Maria, da buona madre, vuol mettere in viaggio anche noi, vuole spingerci verso Gesù e i suoi sacramenti, vuole aiutarci ad uscire dalla buia casa dell’egoismo per andare verso i fratelli, vuole insegnarci a camminare sulle strade del mondo per testimoniare l’amore che Gesù ci ha portato. Nessuno, ha diritto di isolarsi, chiudersi a contemplare e difendere i propri privilegi. Il prete non può rimanere imprigionato nel suo tempio. Il maestro deve sovente abbandonare la sua cattedra e mettersi a disposizione, in ascolto dei piccoli. La Madonna invita ad abbandonare recinti, palazzi, parchi e giardini. Chi porta la Parola nel cuore non può tenersela per sé. Chi riceve Cristo nell’Eucaristia deve portarlo nella vita. Dobbiamo uscire a servire, tenendo dietro alla Madre.

 

 

LUNEDI’ 20 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Liberale di Roma; S. Vincenzo Romano

Una scheggia di preghiera:

 

AVE, MARIA, PIENA DI GRAZIA...

 

HANNO DETTO: Quelli che riusciranno a chiudersi nel piccolo cielo dell'anima, dove sta colui che ha creato il cielo e la terra, credano pure che vanno per eccellente cammino, e che giungeranno a bere l'acqua della fonte perché in poco tempo faranno gran viaggio. (Santa Teresa d'Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: Bisogna imparare quel che può giovare.

UN ANEDDOTO: Quando fu vicino alla morte, rimase tre giorni con gli occhi aperti, immobili. I fratelli lo scossero dicendogli: «Padre Agatone, dove sei?». Dice loro: «Sono dinanzi al giudizio di Dio». Ed essi: «Anche tu hai timore, padre?». Dice loro: «Ho cercato finora con tutte le mie forze di osservare i comandamenti di Dio; Dio; ma sono un uomo. Come posso sapere se la mia opera è stata gradita a Dio?». «Non hai fiducia nelle tue opere – dicono i fratelli – che esse siano secondo Dio?». Dice loro l’anziano: «Non mi sento sicuro di nulla fino a che non avrò incontrato Dio; una cosa, infatti è il giudizio di Dio e un’altra quello degli uomini». Poiché volevano interrogarlo ancora, disse loro: «Fatemi la carità di non parlarmi più, perché sono occupato». E morì nella gioia. Lo videro salire al cielo nell’atteggiamento di chi saluta i propri amici e parenti. Aveva avuto grande vigilanza in ogni cosa, e soleva dire: «Senza una grande vigilanza, l’uomo non progredisce nemmeno in una virtù»

PAROLA DI DIO: Is 7,10-14; Sal 23; Lc 1,26-38

 

Vangelo Lc 1,26-38

Dal vangelo secondo Luca

Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. Parola del Signore

 

"AVE, MARIA, PIENA DI GRAZIA..."

Tante volte guardando le labbra di vecchiette ho colto il ripetersi di questa preghiera. Ricordo mesi di maggio in cui insieme in famiglia si diceva il rosario. Poi, cresciuti, quasi un distacco, la superiorità nei confronti di questa preghiera: "è ripetitiva, è noiosa, è difficile." E poi la riscoperta: è una preghiera contemplativa, ti fa pensare continuamente alla Parola di Dio; è una preghiera dei poveri che non sanno dire tante parole in proprio, ma si fidano della grazia di Dio che può giungere attraverso le mani di Maria. È la preghiera in cui cuore e fantasia possono aprirsi ad orizzonti infiniti (puoi ricordare le persone, ringraziare, chiedere perdono, essere missionario, offrire, partecipare...). È la preghiera alla Mamma e tramite essa al Figlio, a quel figlio che non sa negare a sua madre neppure il miracolo di un po' di vino, anche se "non era ancora giunta la sua ora.

 

 

MARTEDI’ 21 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Pietro Canisio; B. Domenico Spadafora

Una scheggia di preghiera:

 

MARIA, ADORA CON NOI E PER NOI GESU' EUCARISTIA.

 

HANNO DETTO: Qualcuno pensa che nella Chiesa ci sono dei padroni: il Papa, i vescovi, i preti, e poi ci sono gli altri. No: la Chiesa siamo tutti! E tutti abbiamo la responsabilità di santificarci l’un l’altro, di avere cura degli altri. (Papa Francesco Udienza Generale mercoledì 6 giugno 2018)

SAGGEZZA POPOLARE: Una cosa è presto detta, ma il difficile sta nel farla.

UN ANEDDOTO: Quando Addison, scrittore inglese (1672-1719) fu in punto di morte, fece chiamare presso il suo capezzale suo genero, Warwick, la cui vita fatua e leggera lo faceva stare affannato. Warwick accorse, e domandò al suocero: Perché mi avete fatto chiamare? Avete qualcosa d'importante da dirmi? Parlate pure, e ogni vostra parola mi sarà sacra. Addison allora, in un visibile sforzo, gli disse con voce affievolita dalla gran debolezza: Vi ho chiamato, perché poteste vedere in quanta pace può morire un buon cristiano.

PAROLA DI DIO: Ct 2,8-14 opp. Sof 3,14-17; Sal 32; Lc 1,39-45

 

Vangelo Lc 1,39-45

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Parola del Signore

 

ELISABETTA FU COLMATA DI SPIRITO SANTO ED ESCLAMÒ A GRAN VOCE: «BENEDETTA TU FRA LE DONNE E BENEDETTO IL FRUTTO DEL TUO GREMBO!”

Eva aveva, offerto a Adamo e alla nostra umanità un frutto e l’uomo, dopo averlo mangiato, si scoprì nudo, peccatore, diviso da Dio. Maria ci offre il frutto del suo grembo e riscopriamo in noi lo splendore dell’immagine e rassomiglianza con Dio.

Ma noi che cosa ne abbiamo fatto del “frutto del tuo grembo”?

Tu lo hai accolto con trepidazione, fatto crescere con amore, l’hai avvolto di tenerezza. Noi lo abbiamo venduto per una manciata di denari, massacrato di colpi, ridotto a carne sanguinante. Abbiamo scaraventato quel corpo, che Tu avevi custodito gelosamente nel segreto del tuo ventre, in pasto alla curiosità, agli sputi, alle offese più volgari. Tu gli hai preparato la vita e noi gli abbiamo offerto una croce. Perdonaci anche Tu, Maria, come ci ha perdonato tuo Figlio.

 

 

MERCOLEDI’ 22 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Francesca Saverio Cabrini

Una scheggia di preghiera:

 

L'ANIMA MIA MAGNIFICA IL SIGNORE.

 

HANNO DETTO: La fiducia è la matrice della vita ed è la forza che ci consente di non farci vincere dalla paura, anzi, dalle tante paure che possono abitarci. (Luciano Manicardi)

SAGGEZZA POPOLARE: Quattro cose corrompono la giustizia: timore, amore, odio e denaro.

UN ANEDDOTO: Così racconta una leggenda ebraica: Abramo durante la sua vita piantò diversi alberi. Quello che mise a dimora presso la terra di Canaan attecchì e dava indicazioni preziose ad Abramo su chi avesse o non avesse fede. Infatti, faceva ombra solo a quelli che credevano mentre quando passava sotto le sue fronde un idolatra, subito ritirava i rami verso l'alto, negandogli il sollievo dell'ombra.

PAROLA DI DIO: 1Sam 1,24-28; Cant. 1Sam 2,1.4-8; Lc 1,46-55

 

Vangelo Lc 1,46-55

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Parola del Signore

 

“MARIA DISSE: L’ANIMA MIA MAGNIFICA IL SIGNORE”.

Ma che bisogno c’è di lodare Dio?

Lui è santo sia che noi glielo diciamo o no!

Certo, “i nostri inni di benedizione non accrescono la sua grandezza”, ma siamo noi che abbiamo bisogno di riconoscere che Dio è grande, buono, che ha tutta una storia in nostro favore.

Maria lascia traboccare il suo cuore e le parole che condensano la sua gioia e il suo ringraziamento non sono neppure sue, ma parole di salmi e di preghiere già presenti nella Bibbia.

Che cosa dice Maria con il suo ‘Magnificat’?

Prima di tutto canta le opere di Dio. Non canta sé stessa, la sua grandezza. Maria ha lasciato fare al Signore e adesso può cantare ciò che Lui ha fatto in lei. Avendo creduto all’impossibile, può cantare le imprese del Dio per il quale “niente è impossibile”. Mi chiedo: sono capace di leggere i segni delle grandi opere di Dio in me?

Certo è che se sono solo capace di chiedere e non di lasciarmi fare e non riesco a vedere ciò che quotidianamente mi è dato, allora non so ringraziare. Maria poi canta la rivoluzione di Dio. Tutto ciò che è dato per sicuro dal mondo è rovesciato. Ciò che conta, che è grande nel mondo, diventa piccolo, insignificante e ciò che è trascurato diventa importante. I poveri vengono saziati e i ricchi si ritrovano a mani vuote, i potenti sono scalzati dai loro seggi di potere e gli umili sono glorificati, proprio come è successo a Lei. Per dire questo bisogna avere gli occhi della fede, perché quelli della carne continuano a vedere il successo dei potenti e la dura sorte dei poveri e degli umili. È allora capace di ringraziare e lodare solo chi vede con gli occhi di Dio e non con quelli del mondo. Ancora, Maria canta la fedeltà di Dio. Cioè, Maria legge la storia. Legge la sua storia inserita nella storia della salvezza: se ora Dio la rende madre del suo Figlio che viene a salvare gli uomini è perché Dio è fedele al suo progetto che parte dalle promesse fatte a Adamo e poi ad Abramo e alla sua discendenza. Per ringraziare devo imparare a non guardare solo a me, devo imparare anch’io a leggere la mia storia nella storia del mondo e la storia del mondo nella storia del progetto di Dio, allora nulla di quello che mi succede è insignificante per me, né per il mondo, né per Dio, allora, davvero, il mio grazie diventa il grazie di una umanità intera (passata, presente, futura) che vede il Dio fedele alla sua misericordia.

 

 

GIOVEDI’ 23 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni da Kety; S. Ivo

Una scheggia di preghiera:

 

LODE A TE SIGNORE DA TUTTA LA TERRA.

 

HANNO DETTO: Indubbiamente una madre deve dare molto, ma lo può fare solo se ha il coraggio di pretendere anche qualcosa per sé. (Anselm Grün)

SAGGEZZA POPOLARE: Val più una madre e un padre, che cento balie e cento tutori.

UN ANEDDOTO: Una notte, dopo una battaglia vittoriosa, Napoleone con alcuni ufficiali perlustrava il campo dove, sotto le tende, riposavano i soldati.  Nel campo, illuminato dolcemente da un raggio di luna, essi scorsero un lumicino dentro una tenda. Gli ufficiali lo fecero notare all'imperatore. “Lasciate pure”, egli rispose, “E' la tenda dell'ufficiale Drouot. Come ogni giorno sta leggendo la Bibbia. Oggi ha dovuto dare una mano a troppe cose, ora recupera il tempo di Dio, sacrificando il sonno. Ne avessi tanti generali come lui”.

PAROLA DI DIO: Ml 3,1-4.23-24; Sal 24; Lc 1,57-66

 

Vangelo Lc 1,57-66

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Parola del Signore

 

"ALL' ISTANTE GLI SI APRI' LA BOCCA E GLI SI SCIOLSE LA LINGUA E PARLAVA BENEDICENDO DIO".

Nella storia della nascita di Giovanni Battista è interessante notare come suo padre Zaccaria parla, resta muto, ritorna a parlare. Egli è sacerdote dell'Antica Alleanza ed ha il compito di portare a Dio nel Tempio, insieme all'incenso della lode, le parole della preghiera degli uomini, ma per segno la sua voce viene spenta: ora bisogna fare spazio al Precursore e a Gesù. Quando riacquisterà la parola sarà solo per lodare Dio per quanto ha operato in lui. Noi abbiamo due doni meravigliosi che spesso non sappiamo usare con criterio: il dono della parola e quello del silenzio.

La parola ci esprime. Essa veste le nostre idee o colma il nostro vuoto. Ci sono parole significative che possono dare senso ad una vita, ad una sofferenza, e ci sono chiacchiere rumoreggianti che stordiscono, che mascherano. Ci sono parole che incoraggiano, altre che deprimono, che danno o ridanno la vita, altre che uccidono. Così pure ci sono silenzi per contemplare e mutismi che uccidono, silenzi per far parlare Dio e la natura e silenzi di incomunicabilità. Silenzi per far tacere l'ira, il desiderio di vendetta e silenzi per vendicarsi. Qualcuno dice che Dio ha incaricato un angelo, all'inizio della nostra vita, che stabilisse il numero delle nostre parole e dei nostri silenzi, finiti i quali sarebbe finita la vita. Ma, come usare delle parole e dei silenzi?

Se non sai far silenzio le tue parole sono come una grancassa che più ha il vuoto dentro, più fa rumore.

Se vuoi capire la creazione hai bisogno di silenzio: siediti in riva al mare, al mattino presto, quando non c'è ancora nessuno e sentilo!

Se vai in montagna non portarti dietro quella radio gracchiante, le grandi vette, come i fili d'erba hanno un messaggio che solo nel silenzio saprai cogliere. Se cerchi Dio, apri pure i libri dei saggi e dei filosofi, ascolta le parole della Bibbia e degli illuminati, ma poi taci. Dio è presente, come nel caso del profeta Elia non nel tuono e nelle folgori, non nel vento tempestoso, ma nel mormorio della brezza.

Se cerchi te stesso, lascia decantare le parole e gli atteggiamenti delle maschere, le ansie delle lotte, le paure e ti ritroverai bello o brutto come sei. Quando parli, poi, usa la parola non come un'arma ma come una mano amica che può stabilire dei rapporti con gli altri, come una mano tesa per dare te stesso agli altri, come un mezzo meraviglioso per conoscere e per comunicare. Usa la parola per costruire, non per distruggere, per manifestare, non per nascondere. Prendi esempio dalla Parola Incarnata, Gesù. La Parola venne nel mondo per stare in silenzio trent'anni, per parlare tre anni, per tacere inchiodata sulla croce che parla più di tutto.

 

 

VENERDI’ 24 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Delfino; S. Irmina

Una scheggia di preghiera:

 

GRANDI COSE HA FATTO IL SIGNORE PER NOI...

 

HANNO DETTO: Un po' di digiuno della lingua sarebbe una cura dell'anima più necessaria di quella del corpo. (Gianfranco Ravasi)

SAGGEZZA POPOLARE: È meglio essere di man battuto, che di lingua ferito.

UN ANEDDOTO: Due sposi con tre bambini abitano in un piccolo alloggio. Un giorno, poco prima di Natale, il marito conduce a casa un compagno di infanzia, incontrato per strada dopo molto tempo. Giorno di allegria e di rinnovata amicizia. Il giorno dopo l'amico fugge portando con sé la mensilità dell'amico che lo aveva ospitato. La famiglia si trova senza nulla. Qualche giorno dopo la moglie vede il marito che sta andando con un sacchetto di arance. Gli domanda: “Dove vai?” “Alla prigione a trovare il mio ladro” “L'hanno arrestato? E i tuoi soldi?” È stato condannato ma non aveva niente quando l'hanno preso” “E tu vai a trovarlo?” “Certo! Ero il suo solo amico. Mi ha chiesto delle arance.

PAROLA DI DIO: 2Sam 7,1-5.8b-12.14a.16; Sal 88; Lc 1,67-79

 

Vangelo Lc 1,67-79

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati. Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace». Parola del Signore

 

"BENEDETTO IL SIGNORE, DIO D'ISRAELE, PERCHÈ HA VISITATO E REDENTO IL SUO POPOLO."

Zaccaria, felice per la nascita di Giovanni Battista, prorompe in questo canto di benedizione e di lode. Dio ha visitato la sua casa, la sua anzianità sterile; Dio ha visitato il suo popolo cominciando, proprio attraverso la nascita di Giovanni, a realizzare la più grande visita alla storia degli uomini: la venuta di Gesù, l'uomo-Dio, Salvatore. Ed è a questo che guardano tutti gli uomini di tutti i tempi. A Lui guardano coloro che sono già morti nell'attesa della redenzione definitiva; a Lui guardano coloro che vivono oggi e in Lui ripongono le proprie attese, i desideri, il compimento delle proprie speranze; a Lui guarderanno coloro che verranno. È per questo che la Chiesa ogni mattina nella preghiera delle lodi recita il "Benedetto", quasi a cacciare le tenebre della notte per aprirsi alla luce del nuovo giorno: Cristo che ha visitato e redento il suo popolo.

 

 

SABATO 25 DICEMBRE: NATALE DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi: S. Anastasia.

Una scheggia di preghiera:

 

VENITE, ADORIAMO, IL CRISTO SALVATORE.

 

HANNO DETTO: La tenerezza è l'amore che abbraccia, avvolge, protegge e salva. (Manuel Diaz Mateos)

SAGGEZZA POPOLARE: Finito il gioco vale tanto il re come la pedina. (proverbio piemontese)

UN ANEDDOTO: Un bimbo di cinque anni racconta: “Mentre andavo all'asilo caddi in un pozzo nero pieno di letame. Mi tirarono fuori e mi consegnarono alla mamma. Lei con la massima semplicità, mi lavò con acqua e sapone. Poi dopo avermi pulito e incipriato, mi diede un bacio, lei che con l'educazione che aveva non usava dare baci. Da lei ne ho avuti ben pochi. In quel momento ho sentito una grande gioia perché avevo lei, la mamma, che mi voleva bene.

PAROLA DI DIO: notte Is 9,1-6; Sal 95; Tt 2,11-14; Lc 2,1-14

 

Vangelo Lc 2,1-14 

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama». Parola del Signore

 

È NATO PER VOI UN SALVATORE”

Alla Messa di mezzanotte il Vangelo di Luca non poteva che narrarci proprio il momento del Natale: Maria dà alla luce Gesù. Un evento tanto importante e decisivo nella storia della salvezza del mondo, l’Incarnazione di Dio, è come se avesse bisogno di uno sfondo di grande semplicità: Gesù neonato è avvolto in fasce e deposto nella mangiatoia della casa affollata dei parenti di Giuseppe, giunti a Betlemme per il censimento. Ciò che nei cieli è proclamato dalla moltitudine degli angeli, avviene in terra nella povertà; anche i primi a ricevere l’annuncio dell’angelo sono solo alcuni pastori spaventati, gente agli ultimi posti della scala sociale di quei tempi.

Soltanto una parolina, allora, per non stonare troppo in questo semplice silenzio nel quale avviene una grande gioia: ‘vi’. Oggi infatti, dice l’angelo, non solo è nato Gesù, ma ‘vi è nato’, nato per voi, proprio per te e per me, per la nostra salvezza.

 

 

DOMENICA 26 DICEMBRE: SANTA FAMIGLIA ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: S. Stefano.

Una scheggia di preghiera:

 

QUANTE COSE MERAVIGLIOSE HAI COMPIUTO, SIGNORE, NELLA NOSTRA VITA.

 

HANNO DETTO: Chi fa l'elemosina deve avere un cuore compassionevole, parole dolci sulle labbra, mani larghe nel dare e occhi vigili perché ciò che si dà sia utile a chi lo riceve. (Sant'Alberto Magno)

SAGGEZZA POPOLARE: La morte non domanda: “con permesso” (proverbio trentino)

UN ANEDDOTO: Da anni cercava la vera felicità. Mentre un giorno pregava, Dio gli disse: “Sui gradini della chiesa giace uno che può indicarti la via della vera felicità”. Andò e incontrò un povero accattone. Si stabilì tra loro questo dialogo: “Buongiorno” “Con Dio tutti i giorni sono buoni”, rispose il povero. “Hai il cuore felice?” “Con Dio sono molto felice” “Non hai dolori o paure?” “Sì. Però sia nella buona che nella cattiva sorte sono sempre nelle braccia di Dio”. “Ma dove trovi Dio?” “Non lo trovo io, è Lui che trova me”. “Dove abita Dio?” “Nella fede e nell'amore” “Chi sei tu?” “Sono un re.” “Dov'è il tuo regno?” “E' nel mio cuore e nel cuore di Dio.”

PAROLA DI DIO: 1Sam 1,20-22.24-28; Sal 83; 1Gv 3,1-2.21-24; Lc 2,41-52

 

Vangelo Lc 2,41-52

Dal vangelo secondo Luca

I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni, lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini. Parola del Signore

 

“NON COMPRESERO CIO' CHE AVEVA DETTO LORO” … “SUA MADRE CUSTODIVA TUTTE QUESTE COSE NEL SUO CUORE”.

Quello che a prima vista ci colpisce nel racconto del ritrovamento di Gesù tra i dottori del Tempio, è la straordinaria normalità di questa storia: la “sacra famiglia” è una delle tante famiglie fedeli ai valore del pellegrinaggio; Gesù è come un ragazzino di scuola media, vivace e intraprendente, ubbidiente ma anche ispirato; Maria e Giuseppe come genitori qualunque, distratti quanto basta per accorgersi solo a sera dell’assenza del Figlio e angosciati più di quanto farebbe pensare la loro familiarità con il divino, dolci eppure fermi nel rimprovero, e soprattutto inadeguati nel capire.

Ma se da una parte “essi non compresero le sue parole”, dall’altra scopriamo che “sua Madre conservava queste parole nel suo cuore. Maria è proprio il fondamento dell’umanità di Gesù. Per questo il Vangelo ce la presenta così umana, perfino nel suo limite che è il nostro limite, infatti ogni madre può capire e condividere l’angoscia di quei tre giorni di ricerca, lo stupore nello scoprire un aspetto sconosciuto del proprio figlio, nel vederlo più maturo e più colto mentre lo si considerava ancora un bambino. Anche noi, quando i figli ci sorprendono e ci rattristano, domandiamo: “perché?”, e ci sentiamo in colpa anche senza volerlo dire. E soprattutto, non riusciamo a capire i nostri figli, quando incominciano a staccarsi da noi e a cercare la loro strada. L’insegnamento, la novità, è in questo “serbare nel cuore”: far tesoro delle esperienze dei figli, non considerarle ragazzate, rifletterci sopra, perché anche i bambini hanno qualcosa da insegnarci; attribuire loro importanza, anche quando ci sembrano sciocchezze, perché per loro non lo sono mai; dedicare tempo ai loro problemi. Ma per fare questo ci vuole un “cuore immacolato”, cioè libero da preoccupazioni per falsi problemi: se siamo assillati dal lavoro, dal guadagno, dalla carriera, dal desiderio di “dare tutto ai figli” in termini di “cose” e non di attenzione, di tempo, pazienza, continueremo a non capire e non ci sarà posto per loro nel nostro cuore.

 

 

LUNEDI’ 27 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni Apostolo

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', TU MI AMI E SAI CHE IO TI VOGLIO BENE.

 

HANNO DETTO: Se hai peccato e vuoi il perdono, pentiti con sincerità, ma ancor più ama. L'amore va oltre il dolore e copre un cumulo di colpe. (San Pier Crisologo)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi prende la medicina senza male, consuma solo il capitale. (proverbio veneziano)

UN ANEDDOTO: “Signore mi presento a te senza aver nulla da offrire. Ho la mia povertà, la mia desolazione, i miei peccati, la miseria della mia vita”. Davanti a questi mali il Signore non si stancava di dirmi: “Dammeli, dammeli.” “Signore”, replicai, “Che cosa vuoi fare di questi rifiuti?” “Il regno di Dio”, Egli rispose.

PAROLA DI DIO: 1Gv 1,1-4; Sal 96; Gv 20,2-8

 

Vangelo Gv 20,2-8 

Dal vangelo secondo Giovanni

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Parola del Signore

 

“MARIA MADDALENA CORSE E ANDO’ DA SIMON PIETRO E DALL’ALTRO DISCEPOLO, QUELLO CHE GESU’ AMAVA”.

Quando Giovanni si autodefinisce “Colui che Gesù amava” non intende dire che Gesù abbia una graduatoria diversa nel voler bene, vuol semplicemente dire che lui, Giovanni, si sente amato da Gesù in pienezza, in tutte le sue caratteristiche. Senza togliere nulla dell’amore di Gesù per i peccatori, i poveri, gli altri apostoli, egli sente che l’amore di Gesù non è generico, è particolare per lui. Ed è proprio così anche per noi: Gesù che ama tutti indistintamente ha modi particolari di rivolgersi a ciascuno. Sulla terra siamo tutti amati da Dio, ma Dio ha un amore particolare per ciascuno. Gesù ci conosce intimamente, sa la nostra storia, le nostre difficoltà, le nostre capacità di amore, conosce il ‘timbro’ che ciascuno di noi dà alla propria esistenza e, se noi siamo attenti, cogliamo le sue attenzioni per noi espresse proprio secondo le nostre esigenze. Anche tu hai dei doni particolari: è il modo di Gesù di parlarti, ed essi sono il modo con cui tu puoi rispondere a Lui. I doni che tu hai, però, non sono per farti superiore agli altri, sono per il bene comune. Hai mai pensato di chiederti quale sia la tua vocazione, cioè quali sono i modi specifici con cui Dio ti ama?

Se Dio ti ama così particolarmente, sai mettere a servizio degli altri ciò che Dio ti ha dato?

 

 

MARTEDI’ 28 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Innocenti martiri

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', VITTIMA INNOCENTE, SII FORZA PER TUTTI COLORO CHE SONO NELLA PROVA.

 

HANNO DETTO: La testimonianza della fede ha tante forme, come in un grande affresco c'è la varietà dei colori e delle sfumature; tutte però sono importanti, anche quelle che non emergono. (Papa Francesco)

SAGGEZZA POPOLARE: La voglia di guarire ci aiuta a rifiorire. (proverbio marchigiano)

UN ANEDDOTO: Uno studente domandò ad un professore universitario: “Come si costruisce la società?” Egli rispose: “E' come costruire una casa. Puoi utilizzare pietre di tutti i generi: quel che conta è il cemento che tiene insieme le pietre”. “Ma qual è il cemento della società?” Il professore sorrise: “Il cemento è fatto di sabbia e calce, che sono materiali fragili! Basta un colpo di vento e volano via. Allo stesso modo nella società, quello che ci unisce è il nostro cemento, che è fatto di quanto c'è in noi di più fragile e povero. Possiamo essere uniti solo se siamo solidali, se dipendiamo gli uni dagli altri”.

PAROLA DI DIO: 1Gv 1,5-2,2; Sal 123; Mt 2,13-18

 

Vangelo Mt 2,13-18

Dal vangelo secondo Matteo

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio». Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa: «Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più». Parola del Signore

 

“PRENDI CON TE IL BAMBINO E SUA MADRE E FUGGI”.

Proviamo, dopo aver ascoltato questo Vangelo, a metterci nei panni di Maria e di Giuseppe. Essi hanno un dono prezioso da custodire: il Figlio di Dio. Egli è ancora Bambino, si lascia portare, ma Maria e Giuseppe vivono fino in fondo il pericolo mortale che lo sovrasta: la rabbia di un piccolo ‘re’, fantoccio nelle mani degli invasori romani, che si sente beffato dai Magi, lo porta alla violenza più feroce, quella di prendersela con degli inermi, con dei bambini. E se tutto il racconto richiama la storia di Mosè salvato mentre gli altri bambini vengono uccisi, ciò non toglie che sempre, nella storia, il bene sia accompagnato dal male che se la prende soprattutto con gli inermi (pensate alla facilità con cui si ricorre all’aborto, alla soppressione delle minoranze, all’abbandono dei non produttivi anziani, alle pulizie etniche…)

Maria e Giuseppe devono partire esuli: lasciare la propria terra, i familiari, il proprio lavoro, devono ripercorrere la strada della schiavitù che già altre volte Israele aveva percorso… ma soprattutto nel loro cuore avrà riecheggiato il pianto e il dolore di quelle famiglie che piangono i loro bambini innocenti al posto del Bambino. Questa volta il Bambino sarà salvo ma, presto, il Figlio di Dio, morirà Lui, in croce, per salvare noi. Qui non solo Matteo legge questo racconto in continuità con la storia di Israele ma guarda anche al futuro della Chiesa. Cristo sarà portato al mondo intero!

Ma quanto sacrificio, quanto dolore costerà la diffusione del Vangelo, quanti missionari osteggiati, scacciati, in fuga sotto la minaccia orgogliosa del potere terreno. Quasi un anticipo profetico, Maria vive già ora tutto questo travaglio: Lei porta Gesù al mondo ma proprio per questo Lei, per prima, dovrà condividere coraggiosamente le difficoltà e le prove di tutti i messaggeri di Gesù.

 

 

MERCOLEDI’ 29 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Tommaso Becket

Una scheggia di preghiera:

 

TU GESU', TI SEI OFFERTO PER ME, PECCATORE.

 

HANNO DETTO: L'amore se c'è opera, se non opera non c'è. (Gregorio Magno)

SAGGEZZA POPOLARE: Durante la malattia il medico è un padre. Durante la convalescenza è un amico. Quando si è guariti un guardiano. (proverbio braminico)

UN ANEDDOTO: Conduce due persone davanti ad un cespo di rose fiorite: All'uno si apre il cuore e dice: “Quanto è bello!”. L'altro chiede: “Quanto è costato?” Due persone osservano un’opera d'arte: l'uno è commosso, rapito, l'altro si annoia. L'unico presupposto è che chi guarda abbia amore, altrimenti vede semplicemente corporeità e azione esterna.

PAROLA DI DIO: 1Gv 2,3-11; Sal 95; Lc 2,22-35

 

Vangelo Lc 2,22-35

Dal vangelo secondo Luca

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione e anche a te una spada trafiggerà l’anima, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». Parola del Signore

 

“LO PORTARONO A GERUSALEMME PER PRESENTARLO AL SIGNORE... E OFFRIRE AL SIGNORE UNA COPPIA DI TORTORE”.

Una famiglia religiosa, osservante e povera. Gesù non aveva bisogno di essere presentato al Signore: è Lui il Signore. Maria non aveva bisogno di purificarsi: è l’immacolata. Eppure, eccoli in fila al Tempio per adempiere la legge del Signore. Il fatto di avere con loro “il Dio-con-noi” non li ha insuperbiti. E per di più loro che hanno “il Creatore di tutte le cose”, sono poveri. La legge ebraica, infatti, prevedeva di offrire un agnellino ma “se la madre non può procurarsi la somma necessaria per un agnello offra due tortore o due piccioni”. Maria non ha potuto far di meglio. Semplicità e fede. Ci fossero questi due pilastri alla base delle nostre famiglie!

La semplicità ci eviterebbe tante complicazioni e la fede ci permetterebbe di crescere come vuole Dio.

 

 

GIOVEDI’ 30 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Felice I; S. Giocondo; B. Eugenia Ravasco

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', TU ED IO DESIDERIAMO PASSARE QUESTO GIORNO INSIEME.

 

HANNO DETTO: Voler quel che Dio ama, amare quel che Dio vuole. (Don Orione)

SAGGEZZA POPOLARE: Il sano non può sapere i pensieri del malato. (proverbio boemo)

UN ANEDDOTO: “Molte donne, quando vengono a complimentarmi per gli anni che ho, mi chiedono: Se tu potessi tornare indietro, faresti ancora tanti figli? E io rispondo: Certo! Perché non saprei proprio quale scartare”. Così rispondeva una mamma ultraottantenne di Moena (Trento) mentre conversava sui ricordi della sua vita intensa ed aspra, guardando le foto dei figli e dei nipotini.

PAROLA DI DIO: 1Gv 2,12-17; Sal 95; Lc 2,36-40

 

Vangelo Lc 2,36-40

Dal vangelo secondo Luca

Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore. C’era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. Parola del Signore

 

“A NAZARET IL BAMBINO CRESCEVA E SI FORTIFICAVA, PIENO DI SAPIENZA, E LA GRAZIA ERA SOPRA DI LUI”.

Maria ha avuto il Figlio presente per tanti anni nella casa di Nazareth. Non è il caso che andiamo a cercare Dio chissà dove. Lui è presente all’appuntamento quotidiano. Lui, se lo vogliamo, si fa trovare nelle occasioni più comuni. Occorre imparare a celebrare Dio secondo la liturgia dei nostri giorni feriali. Fargli posto là dove passiamo la maggior parte della giornata. Lui non si rassegna a essere confinato in un salotto appartato. Sta volentieri in cucina, nello stanzino della portineria, in un corridoio, un’aula, un ufficio, un cortile, una corsia d’ospedale. Dobbiamo abituarci ad incontrarlo nei nostri gesti abituali, nel solito lavoro, nelle occupazioni meno appariscenti. Farlo passare nella nostra stanchezza, negli smarrimenti, nelle difficoltà, nelle attese, nelle speranze.

 

 

VENERDI’ 31 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: S. Silvestro I; S. Caterina Labouré

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, PER TUTTO CIO' CHE SEI PER ME.

 

HANNO DETTO: Dio non forza nessuno: accetta quanto gli si dà. Ma Egli non si dà del tutto se non a coloro che si danno del tutto a Lui. (Santa Teresa d'Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: La paura del male genera il male della paura (proverbio piemontese)

UN ANEDDOTO: Gli uomini si riconoscono al momento dei grandi colpi. Colpite un bronzo con un guanto: non darà alcun suono. Colpitelo con un martello: lo udrete squillare.

PAROLA DI DIO: 1Gv 2,18-21; Sal 95; Gv 1,1-18

 

Vangelo Gv 1,1-18

Dal vangelo secondo Giovanni

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui eppure, il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato. Parola del Signore

 

“VENNE TRA I SUOI, E I SUOI NON LO HANNO ACCOLTO. A QUANTI PERO’ LO HANNO ACCOLTO HA DATO IL POTERE DI DIVENTARE FIGLI DI DIO”.

Fermiamoci, oggi, ultimo giorno dell’anno per ricapitolare alcune delle tante cose vissute in questo tempo che Dio ci ha dato. Quanti avvenimenti nella nostra storia personale e familiare: fatti sereni e fatti dolorosi; qualcuno è nato, qualcuno è morto, prove, incontri, paure, possibilità… pandemia, mascherine vaccini speranze, solitudini, dolori... Tutti questi fatti come hanno segnato la mia vita?

Li ho subiti?

Li ho visti e letti come un segno?

Sono riuscito a dare un senso cristiano al succedersi delle mie giornate?

Quanta Parola di Dio, quanti Sacramenti, quante possibilità di preghiera. Gesù ha bussato alla porta del mio cuore per portarmi tanti regali: l’ho accolto?

L’ho ringraziato dimostrandogli la mia gioia per i suoi doni o quanti di questi doni sono ancora lì, incartati, gettati in un angolo?

Gesù ha bussato da me tante volte in quest’anno nel volto del mio prossimo che mi chiedeva amore, comprensione, condivisione. Come ho accolto il mio prossimo?

Come ho speso il mio tempo?

Come ho condiviso i miei doni?

Il mondo oggi fa di tutto per chiudere in fretta un anno, per buttarsi alle spalle il passato, per inebetirsi in speranze spesso superficiali e fasulle su un domani diverso, migliore. Io, oggi, voglio solo dirti, Signore, grazie per il tuo amore, per il bene che mi hai voluto e grazie anche per quel poco che sono riuscito a fare con te. Ti dico: è davvero un peccato tutto il tempo perso, le gioie e i dolori non vissuti con Te, l’amore non ricevuto e non dato. Ma Tu sei venuto a cancellare il peccato, a ridare vita. Fa’ che sappia accoglierti e con te camminare nelle strade del tempo che tu vorrai ancora darmi per giungere con te là dove è la nostra meta definitiva: il tuo cuore che ci ama per sempre.

     
     

 

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