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SCHEGGE E SCINTILLE
PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA
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a cura di: don_franco_locci@libero.it
OTTOBRE 2021
VENERDI’ 1° OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Teresa di Gesù Bambino; B. Luigi Maria Monti
Una scheggia di preghiera:
O SANTA TRINITA' RIMANI IN NOI.
HANNO DETTO: Il popolo quando non ha più fede è belva. (Don Orione)
SAGGEZZA POPOLARE: L'uccellino che non lascia il nido non potrà essere dove matura il grano. (proverbio del Burundi)
UN ANEDDOTO: Nei “Miserabili” di Victor Hugo sono mirabili le parole del vescovo Bienvenu; dopo il furto subito ad opera di Jean Valjean dice: “Da troppo tempo e a torto io mi tenevo quell'argenteria. Essa era dei poveri. Ora chi era quell'uomo? Evidentemente un povero”.
PAROLA DI DIO: Bar 1,15-22; Sal 78; Lc 10,13-16
Vangelo Lc 10,13-16
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse: «Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato». Parola del Signore
“CHI ASCOLTA VOI, ASCOLTA ME, CHI DISPREZZA VOI, DISPREZZA ME. E CHI DISPREZZA ME, DISPREZZA COLUI CHE MI HA MANDATO”.
Noi, nel Credo, affermiamo, secondo quanto rivelatoci da Gesù, l’Unità e la Trinità di Dio. La frase che meditiamo oggi, direi, condensa e amplia ancora il senso della Trinità e dell’Unità di Dio inserendo anche noi in questo mistero. Accogliere Gesù significa accogliere “Colui che lo ha mandato” cioè il Padre che lo ha consacrato fin dal momento del concepimento attraverso lo Spirito Santo. Così dice l’Angelo a Maria: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque Santo e chiamato Figlio di Dio”. Anche oggi molti hanno ammirazione per ciò che Gesù ha detto e fatto, ci sono addirittura alcune sette che, facendosi passare per cristiane, citano continuamente le parole di Gesù, ma vedono Gesù solo come un profeta. Gesù è Dio!
E tutto cambia allora: le sue parole non sono solo indicazioni morali di un brav’uomo e allora si possono sviscerare, discutere, applicare secondo i tempi; sono Parola di Dio! I Sacramenti non sono degli ‘optional’ della religione, sono segni efficaci del suo amore per noi. Gesù non è morto solo per la fedeltà alle sue idee in contrasto con il potere politico e religioso di allora, è morto per me, per la mia salvezza. Ma, secondo la frase che meditiamo oggi, anche noi siamo entrati, proprio grazie a Gesù nell’intimo della Trinità. Gesù identifica a sé i discepoli. Noi cristiani parliamo a nome di Gesù, siamo la presenza di Gesù sulla terra. Questo non è solo un onore, è una grandissima responsabilità!
Non ci rende onnipotenti, invulnerabili all’errore e al peccato. Nessuno di noi deve far passare le proprie povertà come parola di Dio, però abbiamo la garanzia dello Spirito sul fatto che Gesù si serve di noi per continuare la sua opera di salvezza, e proprio per questo dobbiamo conformarci sempre più a Cristo. Chi non crede, chi è alla ricerca di Gesù, ha il diritto di esigere di vedere in noi la sua presenza. Chissà se, sentendomi parlare, riescono a percepire la profondità della sapienza, della dolcezza di Gesù? Chissà se, vedendomi pregare, colgono un amore profondo per Dio? Chissà se, vedendomi nei miei rapporti quotidiani con il prossimo, riescono a vedere l’amore di Gesù che si china su tutti, che lava i piedi ai suoi discepoli, che perdona i suoi persecutori?
SABATO 2 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: Ss. Angeli custodi; S. Eleuterio; B. Antonio Chevrier
Una scheggia di preghiera:
ANGELI SANTI DI DIO PROTEGGETE IL NOSTRO CAMMINO.
HANNO DETTO: Se ci vedono frequentare la Chiesa fuori orario e soli, anche i maligni non potranno fare a meno di pensare e credere che noi abbiamo fede, che sappiamo chi abita in quel luogo. (San Giuseppe Cafasso)
SAGGEZZA POPOLARE: L'esempio degli antenati è come una bisaccia per il giovane viandante. (proverbio dell'Egitto)
UN ANEDDOTO: Andrè era un bravo attore, ma uno scarso nuotatore. Quando vide una donna che annegava nel fiume di Grenoble, non esitò a gettarsi nell'acqua e, con qualche difficoltà la salvò. Il marito della donna, riconoscente, cercò di ottenere una medaglia per l'atto eroico di Andrè. Questo diede motivo alla polizia di guardare nella vita di Andrè e di scoprire che era ricercato per aver tradito la patria unendosi all'esercito nemico. La corte marziale lo condannò, ma annullò la sentenza perché Andrè aveva rischiato la vita per salvare la donna.
PAROLA DI DIO: Es 23,20-23a; Sal 90; Mt 18,1-5.10
Vangelo Mt 18,1-5.10
Dal vangelo secondo Matteo
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi, dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli». Parola del Signore
“GLI ANGELI DI QUESTI PICCOLI VEDONO SEMPRE LA FACCIA DEL PADRE MIO CHE È NEI CIELI”.
Guardate un po’ le contraddizioni: molti oggi sorridono quando sentono qualcuno parlare di angeli, in compenso vanno a cercare nel gran calderone della magia e della superstizione gli “spiriti guida”. Io credo all’angelo custode, gli sono riconoscente come sono riconoscente a Dio che me lo ha messo vicino. Non cerco neppure di immaginarmelo. So che vede me e vede Dio. So che in questo momento sta adorando e lodando Dio anche per me. So che lui, fedele, non verrà mai meno al suo compito di proteggermi, difendermi, illuminarmi, guidarmi. So che anche quando io tradisco, pecco, non perde la fiducia nell’amore di Dio e neanche in me. È veramente un amico che non tradisce mai, è un compagno di viaggio che vede già la meta e fa di tutto perché io vi giunga. E’ bello, al mattino, rivolgermi a lui che mi accompagnerà nella mia giornata. Sovente, insieme all’ “Angelo di Dio”, al mattino gli dico: “Comincia una giornata in cui sarò preso in mille occupazioni. Magari mi dimenticherò anche di Dio, ma tu che lo vedi portami con te ogni istante davanti a Lui e fa’ che anche il mio correre sia unito alla lode che tu in ogni istante gli rendi.
DOMENICA 3 OTTOBRE: 27^DOMENICA T.O. ANNO B
Tra i santi ricordati oggi: S. Gerardo di Brogne
Una scheggia di preghiera:
DONACI, SIGNORE, SEMPLICITA' E PUREZZA DI CUORE.
HANNO DETTO: Gesù ci diede in perpetuo alimento la manna della Sua sacratissima umanità e se moriamo di fame è unicamente per colpa nostra. (Santa Teresa di Gesù)
SAGGEZZA POPOLARE: L'amico è colui con il quale si condivide il cammino. (proverbio del Kenya)
UN ANEDDOTO: Una ragazza cieca non aveva mai visto il cielo stellato, il sole, la luna, il mare, un fiore, il volto della mamma. Divenuta amica di Beethoven, egli volle che la ragazza sentisse la bellezza della luna e allora compose per lei la famosa sonata “Al chiaro della luna”.
PAROLA DI DIO: Gen 2,18-24: Sal 127; Eb 2,9-11; Mc 10,2-16
Vangelo Mc 10,2-16, (forma breve Mc 10, 2-12)
Dal vangelo secondo Marco
(In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall'inizio della creazione (Dio) li fece maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque, l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».) Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro, infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro. Parola del Signore
“IN VERITA’ VI DICO: CHI NON ACCOGLIE IL REGNO DI DIO COME UN BAMBINO NON ENTRERA’ IN ESSO”.
Quando prego o rifletto me lo riprometto tutte le volte, e poi… ci sono cascato di nuovo: Una persona che si diceva miscredente mi ha attaccato con tutta una serie di interrogativi ed io nell’orgoglio del mio presunto sapere ho pensato di poterle rispondere ed ho sfoderato le mie conoscenze, ho cercato di distruggere i suoi costrutti e, poco per volta siamo diventati avversari che sembravano rimbeccarsi a colpi di spada; a un certo punto non ho neppur più badato alla persona che avevo davanti e sono diventato pesante, quasi offensivo sul piano personale… ci siamo lasciati convinti ciascuno di aver avuto la meglio. No, il vero sconfitto sono stato io perché non dovevo attaccar battaglia con un mio fratello, perché sapevo benissimo che non è a base di diatribe e discussioni che si accresce la propria e l’altrui fede, perché sono stato talmente presuntuoso da pensare di dover essere io con i miei ragionamenti a difendere Dio. Non che non sia giusto esprimere anche i contenuti della nostra fede, non che dobbiamo sempre tacere o ritirarci con la coda tra le gambe, ma la fede la si trasmette soprattutto con la testimonianza e con l’amore piuttosto che con l’orgoglio della scienza e dimenticando il fratello che hai davanti. Gesù quando ci dice di diventare bambini non vuole che noi diventiamo idioti (il bambino è tutt’altro che idiota e Gesù stima profondamente sia i piccoli che i poveri), vuole invece che impariamo la freschezza e la purezza dell’amare e il bisogno estremo di essere amati. E la fede che è un bisogno primordiale come l’amore non ha forse bisogno di ritrovare la freschezza di due cuori che si pongono l’uno nell’altro e non ha forse la capacità di credere che io più che veicolo di idee o di teologie, debba essere il veicolo dell’amore che da Gesù vuole arrivare, attraverso di me, al cuore del fratello?
LUNEDI’ 4 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Francesco d’Assisi patrono d’Italia; S. Petronio; S. Aurea
Una scheggia di preghiera:
TI LODO, SIGNORE, CON TUTTE LE TUE CREATURE
HANNO DETTO: Una volta in Cana di Galilea, Gesù con un semplice cenno ha mutato l'acqua in vino; e perché non dovremmo credergli quando cambia il vino in sangue? (San Cirillo di Gerusalemme)
SAGGEZZA POPOLARE: Lo straniero è come un fratello che non hai mai incontrato. (proverbio del Sudan)
UN ANEDDOTO: Il pilota di un aereo da trasporto si trovava in mezzo ad un vento impetuoso di duecento chilometri orari che tenevano l'aereo fermo. I motori erano accesi ma l'aereo non si muoveva. “Mi sembrava strano – raccontò poi – volare a duecento chilometri orari e non muovermi di un dito”. A volte anche a noi sembra di essere nella stessa situazione: nonostante la fretta, il lavoro, non concludiamo niente, ma guai a spegnere i motori!
PAROLA DI DIO: Gal 6,14-18; Sal 15; Mt 11,25-30
Vangelo Mt 11,25-30
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo, infatti è dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore
“TI RENDO LODE, O PADRE, SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA, PERCHÉ HAI TENUTO NASCOSTE QUESTE COSE AI SAPIENTI E AGLI INTELLIGENTI E LE HAI RIVELATE AI PICCOLI”.
S. Francesco stesso ricorderà così la sua vocazione: “Cristo ha chiamato me, idiota e semplice, perché seguissi la stoltezza della croce e mi ha detto: ‘lo voglio che tu sia un nuovo pazzo nel mondo, e con le opere e la parola tu predichi la stoltezza della croce”. Un tipo come Francesco, ci indica la libertà più grande, ci toglie ogni pretesto, ci snida dai comodi alibi, vanifica le solite banali giustificazioni che accampiamo per sottrarci all’impegno di credenti. Lui ci dimostra in semplicità e letizia, che la santità è alla nostra portata, che il Vangelo di Cristo non è fatto semplicemente per essere commentato e ammirato, ma per essere attuato, e la possibilità di “vivere secondo il Vangelo” non è qualcosa di agevole e di automatico ma la si conquista soprattutto attraverso la “follia” e la povertà.
MARTEDI’ 5 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Faustina Kowalska; B. Bartolo Longo; B. Alberto Marvelli
Una scheggia di preghiera:
PARLA, SIGNORE, AL MIO CUORE E FA' CHE IO TI ASCOLTI.
HANNO DETTO: Non ricevere Gesù Cristo per servirtene secondo il tuo intendimento, ma piuttosto donati a Lui, tuo Dio e salvatore, e fatti ricevere da Lui, perché sia Lui a fare di te e in te tutto ciò che vuole. (San Gaetano)
SAGGEZZA POPOLARE: Lo straniero ha occhi grandi, ma non vede quello che accade nel villaggio. (proverbio della Costa d'Avorio)
UN ANEDDOTO: I giornali dell'India hanno riportato la notizia che un ragazzo delle elementari, per due anni, ogni mattina, andava ad attingere acqua al pozzo, dieci chilometri distante dal villaggio, per una donna isolata dalla società. Hai mai sperimentato la gioia del bene fatto senza aspettarti un contraccambio?
PAROLA DI DIO: Gn 3,1-10; Sal 129; Lc 10,38-42
Vangelo Lc 10,38-42
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta». Parola del Signore
“MARIA HA SCELTO LA PARTE MIGLIORE, CHE NON LE SARÀ TOLTA”
L'unica attività di Maria è la sua disponibilità all’ascolto. L’ascolto di Maria è carico di ricchezza; non è un ascolto passivo, una registrazione annoiata di una lezione. Maria diviene il “tipo” del vero discepolo, teso a far fruttificare il seme della Parola nel cuore e nella vita. Non disprezza chi si occupa del “fare”, ma non sa rinunciare alla “parte migliore” che le è offerta. Nel brano, Gesù non è mai designato con il suo nome proprio, ma è chiamato per tre volte “Signore”. Questo presuppone la sua risurrezione. Il racconto va letto alla luce del risorto e della fede post-pasquale della comunità. Le due donne diventano perciò due figure che incarnano due modi di rapportarsi al Signore e rispecchiano correnti diverse della comunità, e che esprimono concezioni diverse della vita cristiana. L’ascolto della Parola non deve far dimenticare gli impegni umanitari. Si tratta di coordinarli saggiamente. Se è vero che ci si può perdere nel “fare”, è anche vero che si può eccedere nell’ascolto della Parola. In particolare, se ciò è occasione di quietismo e parassitismo. Passare dall’affanno di ciò che dobbiamo fare per lui, allo stupore di ciò che lui può fare per noi, è l’itinerario di queste sorelle e la sfida di ogni cristiano. Maria ha scelto la “parte migliore” perché ha capito che questo è il centro della fede, la Parola che riempie l’esistenza di ciascuno nelle pieghe più intime e inaccessibili. Maria ha intuito che Gesù non cerca tanto servitori, quanto amici desiderosi di ascolto. Da questo scaturisce qualcosa di ancora più importante del “fare”: il “perché fare”, le ragioni ultime delle scelte di vita e delle nostre relazioni con gli altri.
MERCOLEDI’ 6 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Bruno; S. Fede; S. Magno di Oderzo
Una scheggia di preghiera:
PADRE!
HANNO DETTO: Dio non è più grande, se tu lo rispetti, ma tu sei più grande se lo servi. (Sant'Agostino)
SAGGEZZA POPOLARE: Lo scoiattolo è piccolo, ma non è schiavo dell'elefante. (proverbio del Ciad)
UN ANEDDOTO: Un cinese pregava: “Signore, riforma la società, ma comincia da me” “Riformiamo la società” grida il politico. “Bene, conferma il santo, tu riforma te stesso, io riformo me stesso e la società sarà migliore”.
PAROLA DI DIO: Gn 4,1-11; Sal 85; Lc 11,1-4
Vangelo Lc 11,1-4
Dal vangelo secondo Luca
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione». Parola del Signore
“SIGNORE, INSEGNACI A PREGARE”.
Quale sarà il motivo che spinge gli apostoli a fare questa richiesta a Gesù?
Penso che il motivo fondamentale sia stato il vedere che Gesù, il loro Maestro, sovente prega. Spesso, infatti, specialmente prima di momenti importanti della sua vita o prima di scelte decisive, Gesù si ritira a pregare e sembra quasi che i discepoli non sopportino questa quasi inaccessibilità di Gesù. Desiderano ‘entrare’ nella preghiera di Gesù, capirne lo stile, afferrarne i contenuti. E la soluzione migliore che sembrano auspicarsi è che Gesù come tutti gli altri maestri insegni loro qualche formula di preghiera. E Gesù, rispondendo alla loro richiesta non insegna la preghiera Padre nostro, ma con essa insegna a loro e a noi la strada della preghiera. Dio non ha bisogno di preghiere, non ci punisce se ‘non diciamo le preghiere’, siamo noi che abbiamo bisogno di preghiera, cioè abbiamo bisogno di incontrare Lui; non possiamo farne a meno se vogliamo scoprire la nostra dignità di ‘figli’. Ma come pregare?
Una volta ero convinto anch’io che ci fossero scuole e tecniche di preghiera, oggi, pur non disprezzando chi può trasmettermi la sua esperienza, parto da un altro punto di vista. Quando due persone si vogliono bene, amano stare insieme, hanno bisogno di comunicare di fare insieme delle cose. La preghiera, penso, sia questo nostro stare insieme con Dio, dove le parole contano fino ad un certo punto, ma dove riconosciamo chi è Colui che ci ama, dove gli parliamo ma soprattutto dove stiamo bene con Lui. E Gesù, insegnandoci il Padre nostro ci indica proprio questo stile di confidenza. Infatti, questa preghiera ci schiude davanti un programma la cui vastità è tale da mettere i brividi addosso. È una preghiera che ci svela Dio ma che ci apre gli occhi perché ci fa scoprire ciò che dobbiamo fare. Ci apre le orecchie perché ci fa ascoltare ciò che Dio si aspetta da noi. Ci mette in piedi perché ci libera dall’inerzia e dalla pigrizia.
GIOVEDI’ 7 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: B.V. Maria del Rosario; S. Giustina; S. Augusto
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, IO TI CHIEDO, MA FAI TU CHE SAI.
HANNO DETTO: Difficoltà, difficoltà! Che cosa sono le difficoltà? Sono scherzi da fanciulli ingranditi dalla nostra fantasia, non ancora abituata a fissarsi e tuffarsi in Dio Onnipotente. (Santa Francesca Cabrini)
SAGGEZZA POPOLARE: Le tempeste dell'anima sono peggiori delle tempeste di sabbia. (proverbio del Marocco)
UN ANEDDOTO: PROMESSE Padre al figlio: “Non hai promesso di essere buono” Figlio: “Sì, papà.” Padre: “E io non ho promesso di punirti se non lo fossi stato?” Figlio: “Sì, papà, ma siccome io non ho mantenuto la mia promessa, non è necessario che tu mantenga la tua”.
PAROLA DI DIO: Ml 3,13-20a; Sal 1; Lc 11,5-13
Vangelo Lc 11,5-13
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai discepoli: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!». Parola del Signore
“CHIEDETE E VI SARÀ DATO, CERCATE E TROVERETE, BUSSATE E VI SARÀ APERTO”.
Gesù afferma che la nostra preghiera giunge a Dio e trova una risposta. Eppure, questa è la nostra esperienza, molte volte abbiamo pregato, ma non abbiamo ricevuto risposta e forse ci siamo sentiti anche più abbattuti di prima e con la fede scossa dal dubbio. La nostra preghiera di domanda deve essere, se è fatta bene, una preghiera che ci fa entrare nella mentalità di Dio e in noi stessi per scoprire i nostri veri bisogni. Dio non può essere considerato un distributore automatico di grazie e non può esaudire le domande inutili o ingiuste. Anche con Gesù, Dio si è comportato così: non ha staccato suo Figlio dalla croce. Quella croce è conseguenza di una scelta responsabile di Gesù e del peccato degli uomini. Dio non ama la croce che uccide suo Figlio ma la trasforma in amore.
VENERDI’ 8 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Pelagia; S. Felice di Como; S. Reparata.
Una scheggia di preghiera:
TU SEI LA MIA VITA, ALTRO IO NON HO.
HANNO DETTO: La nostra vita non può essere esente da prove e il nostro progresso si compie attraverso la tentazione. Nessuno può conoscere sé stesso se non è tentato, né può essere coronato senza aver vinto. (Sant'Agostino)
SAGGEZZA POPOLARE: Le mosche preferiscono gli escrementi freschi. (proverbio della Costa d'Avorio)
UN ANEDDOTO: Un saggio stava studiando vicino al caminetto. Il fuoco spandeva intorno luce viva e calore. Una bambina bussò alla porta, entrò e gentilmente chiese: — Ho bisogno del fuoco, per riscaldare anche la mia casa. Signore, per favore, me ne dà un po’? — Va bene —, rispose il saggio; — ma come posso darti il fuoco, se non hai niente per portarlo via? — Per questo c’è rimedio, — rispose la bambina, riempiendosi le manine di cenere. Può posare qui i carboni accesi. Tra la cenere il fuoco si conserva e non mi fa male. Così la bambina poté riscaldare la sua casa e tutta la sua famiglia.
PAROLA DI DIO: Gl 1,13-15; 2,1-2; Sal 9; Lc 11,15-26
Vangelo Lc 11,15-26
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, alcuni dissero: «È per mezzo di Belzebù, capo dei demoni, che egli scaccia i demoni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in sé stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in sé stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demoni per mezzo di Belzebù. Ma se io scaccio i demoni per mezzo di Belzebù, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demoni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde. Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima». Parola del Signore
“CHI NON È CON ME È CONTRO DI ME; CHI NON RACCOGLIE CON ME, DISPERDE”.
E poi venite a dirmi che la Parola di Dio non è “una spada a due tagli” che dove ferisce lacera. Qui Gesù sembra quasi essere un integralista e ci pone davanti a scelte che assolutamente non prevedono compromessi, basta non essere con Lui per essergli già contro. Non è possibile essere cristiani solo quando conviene, solo quando siamo in chiesa, solo quando le cose sono facili e vanno bene. Gesù non è un sonnifero per addormentarci in facili speranze di aldilà, né un calmante per darci ragioni del mistero e del dolore. Non si può essere con Lui la domenica e il lunedì con il denaro. Tutto questo può sembrare intransigenza. Ma vediamolo dal lato giusto: è amore. Amore di Dio per noi che vuoi vederci totalmente realizzati in Lui, e amore nostro per Dio: non posso dire di amare una persona se poi mi ricordo di lei solo quando mi fa comodo. E io ho scelto Cristo?
Ciascuno provi a rispondere per sé stesso. In quanto a me ho l’impressione di essere solo in parte con Lui: non posso dire di non aver scelto Cristo, infatti esso ha segnato e segna ogni scelta importante della mia vita, ma vedo che se provo entusiasmo per Lui, poi spesso preferisco le scelte del mondo; comprendo che la sua strada è quella giusta, ma invidio chi ha seguito quella di “mammona” e il denaro, il potere e il successo spesso hanno dominio su di me. Credo che l’amore e il perdono siano i grandi insegnamenti evangelici, ma non sempre condivido cose e tempo con gli altri e un po’ di vendetta, o almeno di rancore trova posto in me. Il radicalismo che Gesù ci chiede non è quello di fare delle crociate in nome suo, è quello di non sceglierlo solo a parole.
SABATO 9 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: Ss. Dionigi e c.; S. Giovanni Leonardi.
Una scheggia di preghiera:
GRAZIE, SIGNORE, MI HAI COLMATO DEI TUOI DONI.
HANNO DETTO: Il demonio ha paura della gente allegra. (San Giovanni Bosco)
SAGGEZZA POPOLARE: Le iene in gruppo si fanno sentire anche di giorno. (proverbio dell'Uganda)
UN ANEDDOTO: Il libro “Una lacrima mi ha salvato”, racconta la storia di Angela Lieby. Il 13 luglio 2009 Angela accusa una terribile emicrania: ricoverata d'urgenza è considerata cerebralmente morta. I medici riscontrano lo stato vegetativo con nessuna possibilità di risveglio e con freddezza decidono di sospendere le cure e staccare la spina. Angela è in stato di coma apparente. Ascolta, sente tutto ed è completamente consapevole di quanto sta accadendo. Saggiamente, i parenti decidono di non staccare la spina e di continuare le cure. Angela si riprende, vive e racconta la sua storia nel libro.
PAROLA DI DIO: Gl 4,12-21; Sal 96; Lc 11,27-28
Vangelo Lc 11,27-28
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!». Parola del Signore
“BEATO IL GREMBO CHE TI HA PORTATO E IL SENO CHE TI HA ALLATTATO!”.
Una donna, tra le tante, che seguivano il Cristo, incantata alla sua predicazione e ammirata dei suoi miracoli, con spontaneità e semplicità proclama beata la mamma di Gesù per aver un tale figlio. È la risonanza della beatitudine pronunciata da Elisabetta nel giorno del Magnificat, quando inneggiò nella fede: “Benedetto il frutto del seno tuo”, alla luce del quale Maria previde: “Tutte le generazioni mi chiameranno beata”. Gesù non lasciò inosservato l'elogio della donna per sua madre, anzi prese la palla al balzo per intesservi un insegnamento ben più profondo: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano”. La risposta di Gesù sembra a prima vista una diminuzione della dignità e del privilegio unico di Maria, ma non è così. Maria è stata davvero beata, fortunata, non solo nell’essere stata scelta da Dio per essere Madre di suo Figlio sulla terra ma anche per aver risposto quotidianamente di sì a questa chiamata di Dio. Chissà, però, se quella stessa voce l’avrebbe ancora chiamata beata quando Gesù è stato arrestato e condannato come impostore e bestemmiatore? Chissà se ai piedi della croce si sarebbe sentita la stessa voce dirle: “Beata Te che sei la madre del condannato a morte!”?
Eppure, la vera beatitudine di Maria è uguale sia all’annunciazione, che alla crocifissione, che alla risurrezione, che alla discesa dello Spirito Santo, perché la beatitudine sta nell’aver accolto Dio, nel lasciarsi plasmare quotidianamente dalla sua volontà.
DOMENICA 10 OTTOBRE: 28^DOMENICA T.O. ANNO B
Tra i santi ricordati oggi: S. Daniele Comboni.
Una scheggia di preghiera:
PRENDITI TU CURA DI ME. IO MI FIDO DI TE.
HANNO DETTO: Il demonio è come un cane legato alla catena di Gesù Cristo, può abbaiare e lacerare le vesti, ma non può mordere chi non vuole essere morso, può assaltare ma non gettare a terra e perde speranza anche solo di persuadere, quando vede l'uomo stare fermo, generoso, lieto ed allegro. (Sant'Ambrogio)
SAGGEZZA POPOLARE: Le formiche hanno detto: mettiamoci insieme e riusciremo a trasportare un elefante. (proverbio del Burkina Faso)
UN ANEDDOTO: Al filosofo Aristotele fu chiesto: “Che cosa invecchia più velocemente”. Rispose: “La gratitudine”.
PAROLA DI DIO: Sap 7,7-11; Sal 89; Eb 4,12-13; Mc 10,17-30
Vangelo Mc 10,17-30
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: "Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre"». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio». Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà». Parola del Signore
“TUTTO È POSSIBILE A DIO”
Sembra una banalità, eppure è così facile dimenticarlo: Dio è onnipotente, a lui tutto è possibile, tutto facile. Con una parola aveva creato l’universo, con un alito l’uomo. L’angelo l’aveva ricordato a Maria, oggi Gesù lo sta ripetendo a noi. Nel brano lo si afferma in riferimento alla salvezza: anche se da soli non siamo capaci di mettere Dio prima dei nostri attaccamenti, anche se non riusciamo ad amare, a conservare la fiducia in Lui quando il mondo traballa, Dio può farlo per noi, può liberarci, aprirci il cuore, rinforzare la fede, salvarci. Non c’è situazione che Lui non possa trasformare o dolore che non sappia consolare. Possiamo chiedergli tutto e tutto sperare da Lui. Oggi può diventare nostra questa preghiera: “Prenditi Tu cura di me. Io mi fido di Te”. Chiediamoci infine: cosa avrà provato Gesù a pronunciare quella frase, lui che sapeva che quella salvezza sarebbe stata possibile ad un prezzo, il prezzo della sua vita?
LUNEDI’ 11 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni XXIII; S. Alessandro Sauli; S. Santino
Una scheggia di preghiera:
GESU', SEI TU IL SEGNO DELL'AMORE DI DIO.
HANNO DETTO: Tenete il vostro cuore sgombro anche da desideri impetuosi di perfezione perché anche questi lo tiranneggiano. (San Francesco di Sales)
SAGGEZZA POPOLARE: Le belle parole sono come i fiori, le belle azioni come i frutti. (proverbio della Liberia)
UN ANEDDOTO: Un adolescente era riconoscente per la prescrizione degli occhiali. Diceva “Essi impediscono ai compagni di picchiarmi e alle ragazze di baciarmi”.
PAROLA DI DIO: Rm 1,1-7; Sal 97; Lc 11,29-32
Vangelo Lc 11,29-32
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona». Parola del Signore
“QUESTA GENERAZIONE CERCA UN SEGNO, MA NON LE SARA’ DATO NESSUN SEGNO SE NON IL SEGNO DI GIONA”.
Quale sarà questo segno di Giona che Gesù promette a coloro che continuano a chiedere miracoli per poter credere in Lui?
Giona era un profeta della Bibbia che Dio aveva mandato a Ninive per preannunciare che la città, a causa del suo cattivo comportamento, sarebbe stata distrutta. La storia di Giona si svolge fondamentalmente in due parti. La prima è la fuga di Giona: Egli non ha voglia di essere un profeta di sventure e allora si imbarca per scappare, ma succede una tempesta e i marinai si accorgono che è imbarcato qualcuno che ‘porta male’. Prendono Giona e lo buttano a mare. Egli viene inghiottito da un grosso pesce che lo tiene per tre giorni nel suo ventre e poi lo ributta sulla spiaggia di Ninive. Seconda parte della storia: Giona predica la distruzione della città ma i niniviti si convertono e fanno penitenza fino al punto che Dio li perdona. Gesù dice dunque che alla sua generazione e anche alle nostre sarà dato il segno di Giona. Cioè Gesù è venuto a predicare la conversione al regno, se accoglieremo queste sue parole saremo salvati. E il segno che Gesù è davvero il Messia sta nel fatto che, come Giona è rimasto tre giorni nel ventre del pesce prima di essere rigettato in vita, così succederà a Gesù, morto sulla croce, verrà inghiottito dal sepolcro, ma la morte non lo terrà con sé, al terzo giorno sarà nuovamente vivo. Anche per noi, dunque il grande segno per credere è la risurrezione di Gesù e quello per vivere è convertirci alla sua parola.
MARTEDI’ 12 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Rodobaldo; S. Serafino da Montegranaro; B. Romano Sitko
Una scheggia di preghiera:
GESU', VEDI COME È POVERO IL MIO CUORE: PRENDILO LO STESSO!
HANNO DETTO: L'ira e la perfidia agitano il cuore; la misericordia e la non violenza lo placano. (Sant'Evagrio)
SAGGEZZA POPOLARE: Le banane non sorvegliate appartengono a tutti. (proverbio del Gabon)
UN ANEDDOTO: Diogene Laerzio racconta la storia del vecchio pensatore Lacide, che cominciò a studiare geografia in età molto avanzata. Gli fu domandato: “Ti sembra il tempo giusto di cominciare a studiare?” Rispose il filosofo: “Se non lo è, quando lo sarà”.
PAROLA DI DIO: Rm 1,16-25; Sal18; Lc 11,37-41
Vangelo Lc 11,37-41
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro». Parola del Signore
“PIUTTOSTO DATE IN ELEMOSINA TUTTO QUEL CHE C’È DENTRO”.
Più volte mi sono chiesto che cosa significhi: “dare in elemosina quel che c’è dentro”. Qualche esegeta spiega che Gesù dice di dare in elemosina quello che c’è dentro il piatto invece di pensare di onorare Dio purificando l’esterno dei piatti. Ed è una interpretazione evangelicamente corretta. Ma ho l’impressione che Gesù voglia parlarci dell’interno del cuore. È proprio lì il centro del nostro rapporto con Dio. Non basta allora abbellire la facciata, farci vedere buoni, uomini di fede, riempirci la bocca di buone parole... Occorre un cuore capace di amare. Ma c’è ancora un’altra osservazione. Nel mio cuore, insieme all’amore, ai buoni sentimenti albergano anche egoismi, cattiverie, voglia di vendetta, cattivi pensieri e desideri. “Dare in elemosina” queste negatività non vorrà forse anche dire buttar via, far pulizia di tutto ciò che è contrario all’amore?
MERCOLEDI’ 13 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Romolo; S. Chelidona; S. Venanzio
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, È INUTILE CHE MI NASCONDA: TU MI CONOSCI DA SEMPRE.
HANNO DETTO: Trovate la porta del vostro cuore e scoprirete che essa è la porta del Regno di Dio. (San Giovanni Crisostomo)
SAGGEZZA POPOLARE: La zebra non può cancellarsi le strisce. (proverbio del Kenya)
UN ANEDDOTO: Un giovane correva verso la stazione per prendere il treno. Lo perse per un minuto. Il capostazione gli disse: “Doveva correre più in fretta”. Il giovane rispose: “Non è questione di correre di più, ma di partire in tempo”.
PAROLA DI DIO: Rm 2,1-11; Sal 61; Lc 11,42-46
Vangelo Lc 11,42-46
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo». Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!». Parola del Signore
“GUAI A VOI…”
Gesù ritorna ancora sugli adempimenti esteriori che vengono visti come unica risposta della nostra fede e come espressione unica della nostra adesione a Dio, quasi che Dio fosse comprabile a base delle nostre opere esteriori. Essere obbedienti alle leggi decretate dagli uomini è certamente espressione di giustizia, ma non possiamo limitare a tali adempimenti il nostro rapporto con il Signore e neanche quello con il nostro prossimo. La giustizia e l'amore di Dio debbono avere il primato assoluto nella nostra vita perché hanno una dimensione e una profondità diversa; non si fermano alle apparenze, ma ci coinvolgono nella sincerità della vita. È ancor peggio poi trarre un futile vanto da un'appartenenza solo esteriore traendo in inganno il nostro prossimo. Non sono certo i titoli e le onorificenze che veramente ci qualificano agli occhi di Dio. Potremmo anche occupare i primi posti, strappare una certa stima dalla gente, che intimorita, ci saluta e ci onora, ma se noi non corrispondiamo a quanto appare inganniamo solo noi stessi, e gli altri ma Dio non lo possiamo ingannare. La predica senza la pratica è una menzogna conclamata, che genera scandalo e rende non credibile quanto proclamiamo solo con la voce. Sono ancora numerosi coloro che in nome di Dio tuonano sentenze e condanne dai pulpiti delle nostre chiese, mentre essi stessi si auto assolvono da ogni iniquità. Se siamo tra questi ci colpisce la parola di Gesù che ci indica come coloro che mettono pesi sulle spalle altrui ma non vogliono toccarli neanche con un dito. La vera “decima da dare a Dio” non sono né soldi, né candele, né preghiere rituali e neppure osservanza formale. A Dio possiamo dare solo il nostro cuore e la nostra veridicità.
GIOVEDI’ 14 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Callisto I; S. Domenico Loricato; S. Donaziano
Una scheggia di preghiera:
AIUTAMI A CAPIRE I TUOI RIMPROVERI, SIGNORE, COME VERI ATTI DI AMORE PER ME.
HANNO DETTO: Ogni bellezza e ogni giocondità, ogni soavità delle cose create può allettare il cuore umano, ma non lo potrà saziare. (San Bonaventura)
SAGGEZZA POPOLARE: La vita è un ramo di palma piegato dai venti. (proverbio del Gabon)
UN ANEDDOTO: Talete di Mileto, matematico e filosofo greco, era anche studioso delle stelle, ma poco pratico nella quotidianità. Un giorno si avviò per una passeggiata e, guardando il cielo, cascò in una buca. Le sue grida di aiuto attirarono l'attenzione di una vecchietta che gli disse: “Come puoi conoscere tutto delle stelle se non sai nemmeno dove metti i piedi?”.
PAROLA DI DIO: Rm 3,21-30a; Sal 129; Lc 11,47-54
Vangelo Lc 11,47-54
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito». Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca. Parola del Signore
“QUANDO FU USCITO DI LÀ, GLI SCRIBI E I FARISEI COMINCIARONO A TRATTARLO IN MODO OSTILE E A FARLO PARLARE SU MOLTI ARGOMENTI, TENDENDOGLI INSIDIE”
“Dovevi aspettartelo, Gesù! Tu hai messo in evidenza le mancanze dei religiosi di allora perché avresti voluto vedere in loro una conversione, ma Tu sai benissimo che l’orgoglioso, colui che pensa di essere il migliore di tutti, davanti ad un rimprovero, davanti a qualcosa o qualcuno che metta anche solo lontanamente in crisi la propria costruzione per mantenere il potere, ha un solo modo di reazione, quello di contrattaccare o inglobando o espellendo. Da sempre è successo così. I profeti non hanno mai avuto vita semplice, le persone pure sono sempre state considerate sciocche, chi cerca la verità in modo diretto e chi la vuole concretizzare è stato etichettato rivoluzionario antisociale, turbatore della quiete pubblica e quindi persona da allontanare, da punire, da eliminare. Aiutami, Signore, ad esaminare uno per uno i tuoi “Guai” e a considerarli non tanto come una umiliazione, uno schiaffo morale che Tu mi dai, ma come una tua mano tesa per aiutarmi ad uscire dall’ ipocrisia, specialmente da quella terribile ipocrisia religiosa della quale spesso soffro. Aiutami a capire che se tu mi dici: “Guai”, non è per condannarmi senza appello, ma per invitarmi a cambiare, per aiutarmi ad accogliere Te e Tuo Padre così come siete e non come le maschere della religione vi hanno presentato.
Aiutami anche a non cadere in un’altra ipocrisia religiosa terribile, quella di vedere i tuoi “Guai!” solo e sempre indirizzati agli altri. Tu vuoi, come mi suggerivi due giorni fa, che io “ti dia in elemosina” i miei peccati e la mia ipocrisia: se saranno nelle tue mani e io mi abbandonerò a te, allora c’è speranza che io possa guarire da questa malattia”.
VENERDI’ 15 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Teresa di Gesù; S. Barsen; S. Tecla
Una scheggia di preghiera:
CON LA VERITA' E L'UMILTA' AIUTACI A VINCERE FALSITA' E IPOCRISIA.
HANNO DETTO: Portare la propria croce è molto più che sopportarla. (San Francesco di Sales)
SAGGEZZA POPOLARE: La tartaruga non abbandona la sua corazza. (proverbio del Lesotho)
UN ANEDDOTO: Disse un uomo ad un altro: Durante l'alta marea, molto tempo fa, con la punta del bastone scrissi una frase sulla sabbia; e la gente si ferma ancora a leggerla ed ha cura che nulla la cancelli”. Disse l'altro: “Anch'io scrissi una frase sulla sabbia, ma era bassa marea e le onde del mare immenso la lavarono via. Ma dimmi, tu cosa scrivesti?” E il primo uomo rispose: “Io sono colui che è. E tu cosa scrivesti?” “Ecco cosa scrissi, rispose il secondo, Non sono che una goccia di questo grande oceano”.
PAROLA DI DIO: Rm 4,1-8; Sal 31; Lc 12,1-7
Vangelo Lc 12,1-7
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze. Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure, nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!». Parola del Signore
“GUARDATEVI BENE DAL LIEVITO DEI FARISEI, CHE È L’IPOCRISIA.”.
L’ipocrisia è quella specie di camuffamento che gli uomini usano più spesso. Presentarsi diversi da quello che si è, rappresentarsi secondo i modelli in voga nel proprio ambiente, approfittare delle debolezze altrui per emergere, sono solo alcune facce dell’ipocrisia. I farisei non erano “i cattivi” dell’epoca. Erano un gruppo di “religiosi accaniti” Ma per molti contava più l’appartenenza al gruppo che la fedeltà religiosa, l’apparire perfetti che l’esserlo. “Guardatevi dal lievito dei farisei” dice Gesù, cioè dal lasciarvi prendere da questa tentazione dell’apparire, del sentirsi i “buoni”. Il lievito è poco, ma quando comincia il suo processo di fermentazione si moltiplica in maniera e in tempi impressionanti. Se dai spazio ad un po’ di ipocrisia presto te ne troverai talmente invischiato da non uscirne più, o, peggio ancora, ti lascerai talmente cambiare da essa da non riconoscerla più.
SABATO 16 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Edvige; S. Margherita M. Alacoque
Una scheggia di preghiera:
SENZA DI TE, SIGNORE, NOI NON POSSIAMO NULLA.
HANNO DETTO: Il merito della croce portata non è il suo peso, ma il modo con cui è portata. (San Francesco di Sales)
SAGGEZZA POPOLARE: La stessa acqua non scorre mai nello stesso fiume. (proverbio dell'Etiopia)
UN ANEDDOTO: Un ragazzino vuole visitare il luogo dove sembra che il cielo si congiunga con la terra. Dalla villetta dove abita gli pare che il luogo sia molto bello e decide di andare sul posto. Cammina finché si sente stanco. Si trova in una valle dove non si vede più l'orizzonte. Vicino c'è una casetta con una donna sulla porta. Egli le racconta il suo desiderio e lei gli indica una casa non molto lontano. Egli si incammina e si trova nella propria casa. La mamma lo accoglie ed egli pensa: “La mia casa è il luogo dove la terra e il cielo si incontrano”.
PAROLA DI DIO: Rm 4, 13.16-18; Sal 104; Lc 12,8-12
Vangelo Lc 12,8-12
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato. Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire». Parola del Signore
“CHI BESTEMMIERA’ LO SPIRITO SANTO, NON SARA’ PERDONATO”.
Quando Gesù parla di bestemmia non intende solo il turpiloquio o l’insulto che a parole si rivolge a Dio. Questo è spesso indice solo di cretineria, di maleducazione, di incapacità di controllo; e non vi è nulla di più assurdo della bestemmia, perché se non ci credi è inutile bestemmiarlo, se ci credi non vai a bestemmiare chi ti è Padre, chi ti ha salvato o la madre di tuo fratello. Gesù qui indica una bestemmia ben più grave cioè il non dare a Dio la possibilità di salvarti. Questo succede quando l’uomo pensa di salvarsi da solo con i propri meriti, quando l’uomo vuole dare consigli al Signore su come condurre il mondo, e guai se Dio non lo ascolta, quando il nostro atteggiamento di vita esclude a Dio e al suo Spirito ogni possibilità di agire in noi e attorno a noi, quando in pratica ci si organizza esclusivamente da soli senza lasciare spazio a Dio, quando si esclude la speranza per noi e per il prossimo, quando troppo pieni di se stessi e dei propri peccati si pensa che Dio non abbia più fiducia in noi e non possa perdonarci. È allora che anche quel “non gli sarà perdonato” diventa reale, non perché Dio non possa perdonarci, ma perché io gli ho chiuso la porta e non permetto che il suo perdono mi raggiunga e faccia di me un uomo nuovo.
DOMENICA 17 OTTOBRE: 29^DOMENICA T.O. ANNO B
Tra i santi ricordati oggi: S. Ignazio di Antiochia
Una scheggia di preghiera:
UN COSA SOLA CON TE, GESU'!
HANNO DETTO: Il Calvario è una grande scuola, è il monte degli amanti. (Santa Francesca Cabrini)
SAGGEZZA POPOLARE: La sorte fa i genitori, la scelta gli amici. (proverbio dell'Angola)
UN ANEDDOTO: “Che fortuna sono questi alberi” disse Krishna. “Essi esistono solo per il beneficio del prossimo. Sono esposti al vento e alla pioggia, al sole e alla neve. Ci proteggono senza aspettarsi una ricompensa”. La vita è degna di essere vissuta solo quando è condivisa.
PAROLA DI DIO: Is 53,10-11; Sal 32; Eb 4,14-16; Mc 10,35-45
Vangelo Mc 10,35-45, [forma breve 10,42-45]
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi cori Giacomo e Giovanni. Allora [Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell'uomo, infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».] Parola del Signore
“ANCHE IL FIGLIO DELL'UOMO, INFATTI NON È VENUTO PER FARSI SERVIRE, MA PER SERVIRE E DARE LA PROPRIA VITA IN RISCATTO PER MOLTI”
Se siamo onesti è facile scoprirci poveri, senza meriti, con le mani vuote. Ma se siamo anche umili, consapevoli dei doni di Dio, riconoscenti, c'è qualcuno che ci vuol bene, ci accompagna, ci salva: “Aveva sciupato la vita in preoccupazioni, che ora sul letto di morte non contavano niente. Ebbe però il coraggio di chiamare un sacerdote. Questi, per l'infinita misericordia di Dio, gli perdonò tutti i peccati della vita e lo riconciliò con Dio. Ma il moribondo, triste, guardava le sue mani e sospirava: - Come sono vuote di opere buone le mie mani, come sono vuote!
Allora il sacerdote staccò dalla parete il crocifisso, lo pose tra le mani di quel povero uomo pentito e gli disse: - Ora le tue mani non sono più vuote! I meriti di Gesù, che ti ama, sono diventati tuoi. Ora possiedi il più grande tesoro, il lasciapassare per il Regno del Padre. A queste parole il povero uomo si strinse felice il Crocifisso al cuore e morì sereno”. Ma non solo in punto di morte, la croce ci parla della misericordia di Dio in Gesù, ma già durante la vita può riempirci di speranza, di misericordia, di pazienza, di amore.
LUNEDI’ 18 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Luca evangelista; S. Pietro d'Alcántara; S. Amabile
Una scheggia di preghiera:
DIO DI GESU': TU SEI LENTO ALL' IRA E GRANDE NELLA TUA MISERICORDIA.
HANNO DETTO: Meglio essere cristiani senza dirlo che dirlo senza esserlo. È cosa ottima insegnare, a patto però che si pratichi ciò che si insegna. (Sant'Ignazio di Antiochia)
SAGGEZZA POPOLARE: La sapienza è come un baobab; una sola persona, a braccia aperte, non può stringerne il tronco. (proverbio del Togo)
UN ANEDDOTO: Samuel Taylor Coleridge, scrittore inglese, credeva nel valore spirituale dell'uomo. Scrisse: “O abbiamo un’anima immortale o non l'abbiamo. Se non l'abbiamo siamo bestie. La prima e la più saggia delle bestie. Siamo solo differenti di grado. Ma non per la specie; come l'elefante è differente dal lumacone”.
PAROLA DI DIO: 2Tm 4,10-17b; Sal 144; Lc 10,1-9
Vangelo Lc 10,1-9
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”». Parola del Signore
“E DITE LORO: “È VICINO A VOI IL REGNO DI DIO”
Dante Alighieri definisce Luca lo scriba della mansuetudine di Cristo. È dalla sua penna che scopriamo un Gesù misericordioso, attento agli ultimi, ai peccatori, è lui che ci parla della parabola della pecora smarrita e del padre misericordioso, del buon ladrone e del buon samaritano. Luca si è informato bene prima di redigere il suo vangelo, si è impegnato a fondo interrogando i presenti, raccogliendo testimonianze per ricordarci che la nostra fede non si basa sulle favole ma su eventi storici riscontrabili e documentabili. Raccontando la storia di Gesù emerge tutta la sua fede, la sua passione, il suo stupore nello scoprire, attraverso le accalorate parole di Paolo il volto di un Dio totalmente diverso dalle divinità che popolavano il Pantheon. Ci assomiglia, Luca: come noi non ha mai incontrato Gesù, come noi si è convertito grazie alla predicazione di qualcuno che non ha mai incontrato Gesù di persona, Saulo di Tarso. Come lui riscopriamo la tenerezza del Dio di Gesù e la compassione. Come lui indaghiamo e studiamo per rendere salda la nostra fede. Come lui appassioniamoci alla preghiera e amiamo il sogno di Dio che è la Chiesa.
MARTEDI’ 19 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: Ss. Giovanni de B. e Isacco J. E c.; S. Paolo d. Croce
Una scheggia di preghiera:
GESU', CON IL MIO OGGI AIUTAMI A PREPARARMI IL TUO DOMANI.
HANNO DETTO: Se ti piacciono i corpi loda Dio in essi, se ti piacciono le anime amale in Dio. (Sant'Agostino)
SAGGEZZA POPOLARE: La sapienza dei giovani è come un campo dove il seme è appena stato gettato. (proverbio del Kenya)
UN ANEDDOTO: “Ascoltami, Padre Pio, se riesci a far sì che mi diano un trenino elettrico, io ti porterò un sacchetto di caramelle”. Questa, era la preghiera che un bambino, figlio di un vigile urbano, rivolgeva ad un quadro di Padre Pio, appeso al muro della sua abitazione, pregandolo di fare in modo che il papà gli comprasse quel giocattolo tanto desiderato. Era il periodo dell’Epifania, dunque, il bambino sperava di ricevere -come Gesù dai Re Magi- un bel regalo. Il desiderio del bambino venne esaudito, ebbe il tanto atteso trenino elettrico. Un po’ di tempo dopo, lo stesso bambino si trovò a San Giovanni Rotondo, accompagnato dalla zia, e, quando arrivò davanti a Padre Pio in persona, questi gli domandò: “E le caramelle dove sono?”.
PAROLA DI DIO: Rm 5, 12.15b.17-19.20b-21, Sal 39; Lc 12,35-38
Vangelo Lc 12,35-38
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!». Parola del Signore
“SIATE PRONTI, CON LE VESTI STRETTE AI FIANCHI E LE LAMPADE ACCESE; SIATE SIMILI A QUELLI CHE ASPETTANO IL LORO PADRONE QUANDO TORNA DALLE NOZZE”.
Il cristianesimo non è una alienazione del presente in vista del futuro ma vive il realismo del presente, con i piccoli doveri di ogni giorno, con le lotte per la vita e la sopravvivenza di tanti uomini, con la cronaca nera dei quotidiani o della televisione, con le piccole sorprese che di quando in quando bussano alla porta. Il presente è l’unico a nostra disposizione perché il passato è già sfumato e il futuro manca ancora di consistenza propria. Il presente è la terra che calpesto, la famiglia in cui vivo, la fidanzata che amo, la madre malata, il figlio irrequieto, l’ufficio in cui lavoro, la parrocchia per la quale passo ogni giorno, l’analisi del sangue o la macchina nuova che ho appena comprato. Il nostro sguardo deve essere posto nel presente, non evadere da esso, assumerlo con tutta la sua realtà, sia essa triste o gradevole. Ma il presente non esiste racchiuso nel proprio guscio, per sua stessa natura è aperto al futuro che, passo dopo passo, inesorabilmente, si trasforma in presente. Il futuro di ogni uomo, con tutto il suo spessore, è imprevedibile. Il meteorologo può prevedere il tempo per domani, sebbene con il rischio di sbagliare. L’economista può prevedere l’inflazione nel paese con maggiore o minore approssimazione. Ma la storia dell’uomo è impossibile da prevedere, perché è una storia di libertà. Libertà dell’uomo, e soprattutto libertà di Dio. Chi può sapere ciò che saranno gli uomini domani? Chi può prevedere i disegni di Dio per il futuro immediato o remoto? L’imprevedibilità del futuro reclama vigilanza. L’uomo prudente, sensato, non considera l’atteggiamento vigilante come una tra le molte scelte. La vigilanza è la migliore opzione. Vigilare perché il futuro non ci colga alla sprovvista. Vigilare per essere capaci di dominare gli avvenimenti, invece di esserne dominati. Vigilare per non perdere mai la pace, nemmeno davanti allo scatenamento più tremendo di prove e di esperienze avverse. In realtà, chi vigila ha guardato negli occhi il futuro, ed è preparato ad affrontarlo con garbo e decisione. Vigilare per scoprire la scrittura di Dio nelle pagine della storia. Vigilare per saper scoprire l’azione dello Spirito nel tuo intimo, nell’intimo degli uomini. Vigilare per mantenere integra la fede, la speranza e la carità, "quando Egli verrà". La vigilanza non è un optional, è una necessità vitale.
MERCOLEDI’ 20 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Cornelio; S. Adelina; S. Maria Bertilla Boscardin
Una scheggia di preghiera:
PERDONA, SIGNORE, TUTTE LE OMISSIONI DI BENE.
HANNO DETTO: S'ingannano coloro che da una parte vogliono ascendere al monte della contemplazione e dall'altra, vogliono riposarsi e ricusano di discendere alla fatica dell'azione. (San Bonaventura)
SAGGEZZA POPOLARE: La ragazza bella non è senza difetti. (proverbio del Gabon)
UN ANEDDOTO: Un uomo aveva dei tremendi dolori ai denti e, non riuscendo a liberarsi di quella pena, continuava a lamentarsene senza sosta. La sua consorte, allora, gli propose: “Perché non preghi Padre Pio, che ti liberi da questa sofferenza? Tieni, ecco la sua foto: pregalo”. Ma l’uomo non accettò affatto il consiglio della moglie, anzi, dopo averle urlato: “Con un dolore simile non hai niente di meglio da propormi che la preghiera?”, tirò una delle sue scarpe contro l’immagine del Santo. Ci volle qualche mese perché la moglie riuscisse a convincerlo ad andare da Padre Pio per confessarsi. Arrivato a San Giovanni Rotondo e giunto in confessionale, l’uomo si mise in ginocchio e iniziò a elencare le sue mancanze. Ad un certo punto, Padre Pio gli chiese: “Di che altro ti ricordi?”. “Nient’altro”, disse l’uomo. “Nient’altro? E la scarpa che mi hai tirato in faccia dove la mettiamo?”.
PAROLA DI DIO: Rm 6,12-18; Sal 123; Lc 12,39-48
Vangelo Lc 12,39-48
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più». Parola del Signore
“A CHIUNQUE FU DATO MOLTO, MOLTO SARÀ CHIESTO; A CHI FU AFFIDATO MOLTO, SARÀ CHIESTO MOLTO DI PIÙ”.
Noi qualche volta, usando un metodo prettamente umano pensiamo succeda il contrario. “Tu sei prete, sei sempre a contatto con i misteri di Dio, andrai certamente in paradiso!” e pensiamo al Paradiso come alla proiezione di un regno terreno dove ci saranno onori per papi, vescovi, preti, suore e poi forse... anche gli altri. Spero proprio che in paradiso ci siano molti papi, preti e spero che la misericordia e l’amore infinito faccia giungere anche me, ma il compito, il ruolo, non sono in sé garanzia di paradiso. Anzi, sono motivo di maggiore responsabilità. Se ho avuto più di altri la possibilità di conoscere Dio, di pregarlo, di ricevere e vivere i sacramenti, di testimoniano nella carità dovrà rendere conto dell’amministrazione di questi doni. Se il Signore mi ha scelto come mezzo per far giungere la grazia ad altri, guai a me se volontariamente ho interrotto questo passaggio di amore. Dio non ci giudicherà per i gradi della gerarchia terrena, l’unico metro di giudizio sarà quello dell’amore e se tanto sono stato amato mi sarà chiesto quanto amore avrò dato.
GIOVEDI’ 21 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: Ss. Orsola e c.; S. Malco; B. Carlo I d’Asburgo
Una scheggia di preghiera:
GESU', SUL SERIO TU MI HAI AMATO!
HANNO DETTO: Coloro che sono chiamati alle opere della vita attiva farebbero male a pensare di essere perciò dispensati dalla vita contemplativa. (San Tommaso d'Aquino)
SAGGEZZA POPOLARE: La polvere sopravvive alla scopa, la donna vuole avere l'ultima parola. (proverbio della Namibia)
UN ANEDDOTO: Un giorno mamma Margherita, che era scesa a Torino per aiutare il figlio Don Bosco, disse a quest’ultimo: “Tu hai molti giovani buoni, ma nessuno supera il bel cuore e la bell'anima di Savio Domenico. Lo vedo sempre pregare, restando in chiesa anche dopo gli altri; ogni giorno si toglie dalla ricreazione per far visita al Santissimo Sacramento. Sta in chiesa come un angelo che dimora in Paradiso”. Furono principalmente i genitori e Don Bosco, dopo Dio, gli artefici di questo modello di santità giovanile ancora oggi ammirato in tutto il mondo dai giovani.
PAROLA DI DIO: Rm 6,19-23; Sal 1; Lc 12,49-53
Vangelo Lc 12,49-53
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera». Parola del Signore
"SONO VENUTO A GETTARE FUOCO SULLA TERRA"
Quando andavo al catechismo io, (quindi una buona serie di anni fa) non avevamo un catechismo con tante illustrazioni e con disegni di Gesù che cammina in mezzo a noi in jeans, come i ragazzi d'oggi, c'era invece un libretto con tante domande e risposte (bisognava impararle a memoria per fare poi la gara di catechismo) e, unico disegno, un Gesù dal volto quasi effemminato, con i boccoli biondi che gli scendevano sulle spalle, che allargando le braccia accoglieva i bambini. Era un Gesù buono, dolce, tranquillizzante, e non dico che Gesù non sia tutto questo ma quando lo sentiamo parlare di "essere venuto a portare il fuoco", quando dice che nel suo nome si divideranno le famiglie ci rendiamo conto che Gesù non è affatto innocuo, non è venuto per farci dimenticare con facili promesse di aldilà, la quotidianità dei nostri problemi. Egli è la discriminante della storia: stare con Lui significa compromettersi con Lui, "bruciare" al suo fuoco, giocare la nostra intera esistenza con Lui: con Gesù non si può dormire, la vita è tutta da vivere e da lottare.
VENERDI’ 22 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni Paolo II; S. Abercio; S. Donato Scoto
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, OGNI ISTANTE È TUO DONO PREZIOSO.
HANNO DETTO: Dio non ci ordina cose impossibili; ma mentre comanda, ci avvisa di fare ciò che possiamo e di chiedere quello cui le nostre forze non bastano; poi ci aiuta, affinché possiamo praticarlo. (Sant'Agostino)
SAGGEZZA POPOLARE: La piaga è guarita, ma le cicatrici restano. (proverbio del Congo)
UN ANEDDOTO: Un significativo racconto di Gianni Rodari: Una volta a Piombino piovvero confetti. Venivano giù grossi come chicchi di grandine, ma erano di tutti i colori: verdi, rosa, viola, blu. Un bambino si mise in bocca un chicco verde, tanto per provare, e trovò che sapeva di menta. Un altro assaggiò un chicco rosa e sapeva di fragola. “Sono confetti! Sono confetti!”. E via tutti per le strade a riempirsene le tasche. Ma non facevano in tempo a raccoglierli, perché venivano giù fitti fitti. La pioggia durò poco ma lasciò le strade coperte da un tappeto di confetti profumati che scricchiolavano sotto i piedi. Gli scolari, tornando da scuola, ne trovarono ancora da riempirsi le cartelle. Le vecchiette ne avevano messi insieme dei bei fagottelli coi loro fazzoletti da testa. Fu una grande giornata. Anche adesso molta gente aspetta che dal cielo piovano confetti, ma quella nuvola non è passata più né da Piombino né da Torino, e forse non passerà mai nemmeno da Cremona.
PAROLA DI DIO: Rm 7,18-25a; Sal 118; Lc 12,54-59
Vangelo Lc 12,54-59
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù diceva alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto? Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo». Parola del Signore
“SAPETE GIUDICARE L’ASPETTO DEL CIELO E DELLA TERRA, COME MAI QUESTO TEMPO NON SAPETE VALUTARLO?”.
È facile confondersi, avere giudizi erronei sulle cose. Anche Gesù normalmente ci invita a non giudicare ma a lasciare ogni giudizio a Dio. Però Lui ci dice che abbiamo abbastanza sapienza, abbastanza segni e dati per poter riconoscere e giudicare i tempi che stiamo vivendo, non tanto per poter dire che sono migliori o peggiori di quelli di ieri, quanto per poter capire che, in questi giorni che ci sono dati, noi ci giochiamo l’eternità. Se voglio, riesco a capire che il tempo è dono; se uso il dono della sapienza, capisco che Gesù è venuto per amore nei miei confronti e mi offre oggi la possibilità di rispondere a questo suo amore; se appoggio la mia sapienza a quella del Vangelo, capisco in cosa consista lo scegliere il bene per rispondere con generosità a Dio che mi ha amato tanto; se ho occhi di amore, capisco che il prossimo non è il nemico ma il fratello , che Dio è il Padre buono di tutti, che il perdono vale di più dell’odio e del rancore. Ecco che cosa significa saper giudicare il tempo presente: è cogliere in esso tutte le prospettive di salvezza che esso ha nei nostri confronti ed approfittarne.
SABATO 23 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Giovanni da Capestrano; S. Severino Boezio
Una scheggia di preghiera:
IL TEMPO CHE ANCORA CI DONI, E', SIGNORE, LA GRANDE OPPORTUNITA' DELLA TUA MISERICORDIA.
HANNO DETTO: Chiesa che insegna e Chiesa che ricerca; maestra e discepola della verità. (San Leone Magno)
SAGGEZZA POPOLARE: La padronanza di sé è il frutto della conoscenza di sé stesso. (proverbio del Mali)
UN ANEDDOTO: Una favola argentina: C’era una volta una Tartaruga che si chiamava Manuelita e viveva a Pehuajò in Argentina. Sognava di avere la pelle liscia e così decise di andare a Parigi. A quei tempi non c’era ancora l’aereo e quindi Manuelita doveva camminare e nuotare, pian pianino come tutte le tartarughe. Quando finalmente arrivò a Parigi, andò in una tintoria per farsi stirare la pelle. E così fu. La stirarono alla francese, davanti e di dietro, fino a quando fu liscia liscia. Poi, siccome la pelle delle tartarughe è opaca, la verniciarono. Così Manuelita diventò liscia e lucida. Poi le misero una parrucca e degli stivaletti ai piedini. Nel frattempo, a Pehuajò i suoi amici si chiedevano dove fosse, perché Manuelita non aveva detto a nessuno del suo sogno. A Parigi Manuelita era felice del risultato ottenuto ed era pronta per tornare a casa sua. Si rimise in viaggio e camminò e nuotò per tanti giorni e tante notti. La poverina ci mise così tanto che invecchiò di nuovo e tornò ad essere rugosa. Per questo, quando tornò, il suo fedele Tartarugo che la stava aspettando, la vide vecchia come quando era partita.
PAROLA DI DIO: Rm 8,1-11; Sal 23; Lc 13,1-9
Vangelo Lc 13,1-9
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”». Parola del Signore
“LASCIALO ANCORA QUEST'ANNO”
Gesù scardina una superstizione antica affermando che le disgrazie e le calamità non sono punizioni di Dio. Lungi dall’apparire ovvia questa risulta invece essere una convinzione dura a morire ancora oggi. Perché Dio mi tratta così? Cosa ho fatto di male? Ripetiamo ancora nelle avversità, incapaci di entrare nel mistero del dolore e cioè nella logica del Regno. Quasi che Dio ami più i ricchi egoisti degli indigenti, più i sani dei malati. Se da una parte Gesù libera, dall’altra mette in guardia: per tutti ci sarà una fine (irrilevante in fondo se improvvisa o meno), occorre convertirsi subito. Due equivoci: ritenere che Dio ha esaurito la sua pazienza con me, oppure ritenere che Egli ha pazienza infinita, c’è sempre tempo per cambiare. La parabola insegna che il tempo dell’attesa misericordiosa di Dio non è esaurito, ma che siamo “in riserva”, un anno per il fico e per me? Dio mi chiede di prendere presto una decisione.
DOMENICA 24 OTTOBRE: 30^DOMENICA T.O. ANNO B
Tra i santi ricordati oggi: S. Antonio M. Claret
Una scheggia di preghiera:
GESU' LA TUA PRESENZA CAMBIA TUTTO.
HANNO DETTO: Dovunque andate procurate di raccogliere qualche cosa di buono e fate come le api che, tornando a casa, non vi portano che miele. (San Francesco di Sales)
SAGGEZZA POPOLARE: La luna mostra il sentiero, ma non i pericoli della strada. (proverbio del Congo)
UN ANEDDOTO: Un pescatore tirò su un piccolo pesce. Poiché era molto piccolo, il pesce pregò il pescatore di lasciarlo andare: – Quando poi sarò cresciuto e diventerò un grosso pesce, mi prenderai, e ne avrai un vantaggio anche tu. – Eh – osservò il pescatore, – quando tu fossi diventato un pesce grosso, faresti finta di non riconoscermi.
PAROLA DI DIO: Ger 31,7-9; Sal 125; Eb 5,1-6; Mc 10,46-52
Vangelo Mc 10,46-52
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va', la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada. Parola del Signore
“CORAGGIO, ALZATI!”
Ciò che colpisce e interroga non è solo la smodatezza di Bartimeo nell’urlare per strada la sua fede e nemmeno la curiosa domanda che Gesù gli pone che, lungi dall’essere superflua, rivela l’attenzione e il rispetto del maestro verso l’uomo. Ciò che lascia sbigottiti è però l’atteggiamento degli anonimi astanti che in un primo tempo si rivolgono a Bartimeo con avversione nel tentativo di zittirlo e invece dopo la chiamata di Gesù prendono a incoraggiarlo con calore. Quelli che prima erano nemici e ostacoli nel raggiungere Dio si trasformano in una comunità che sostiene il povero con parole di risurrezione (“Coraggio! Alzati”). È la presenza di Cristo a produrre ciò, a fare di uomini ciechi e avversari una comunità di fratelli. È bastato ascoltare dalle sue labbra una sola parola e tutto si è trasformato. Da condannato Bartimeo è ora un discepolo che intraprende un cammino di luce e colori. Oggi come ieri il vangelo ascoltato e vissuto crea solidarietà, calore, vigore, novità.
LUNEDI’ 25 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Miniato; S. Gaudenzio; S. Frontone; B. Carlo Gnocchi
Una scheggia di preghiera:
GRAZIE, SIGNORE, PER TUTTE LE MERAVIGLIE DEL TUO AMORE CHE SUCCEDONO ATTORNO A ME.
HANNO DETTO: L'ora di fare il bene è subito. (Santa Caterina da Siena)
SAGGEZZA POPOLARE: La iena non dorme con le pecore. (proverbio del Burundi)
UN ANEDDOTO: La
volpe e la cicogna erano buone amiche da sempre. Un giorno, la volpe invitò la
cicogna a pranzo e le servì un buon brodo in una ciotola, un piatto molto basso
e largo. La povera cicogna, con il suo becco lungo, non riuscì proprio a berlo e
rimase a bocca asciutta!
La cicogna invitò a sua volta la volpe a pranzo e preparò un delizioso pasto che
servì in una bottiglia con un lungo collo… la cicogna mangiò avidamente grazie
al suo lungo becco ma la volpe non riuscì ad assaggiare neanche un boccone di
quel cibo succulento. La cicogna ammonì: “L’esempio l’hai dato tu, sopportane le
conseguenze.”
PAROLA DI DIO: Rm 8,12-17; Sal 67; Lc 13,10-17
Vangelo Lc 13,10-17
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio. Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare in quelli, dunque, venite a farvi guarire e non in giorno di sabato». Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?». Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute. Parola del Signore
“CI SONO SEI GIORNI IN CUI SI DEVE LAVORARE; IN QUELLI VENITE DUNQUE A FARVI GUARIRE E NON IN GIORNO DI SABATO”.
Genera sconforto ed irritazione il comportamento assurdo del capo della sinagoga che si indigna nel vedere Gesù, che impone le mani e guarisce in giorno di sabato una povera donna afflitta da diciotto anni da un terribile male. Egli la proclama libera dalla sua infermità e le impone le mani. La reazione della donna “raddrizzata” miracolosamente è quella di glorificare Dio, mentre la reazione del capo della sinagoga è una critica assurda e cieca nei confronti del Cristo. Nella sua ottusità e grettezza, citando a sproposito la scrittura sacra, dichiara che ci sono sei giorni in cui si deve lavorare e non in giorno di sabato. Il Signore definisce da ipocriti tale comportamento e tale giudizio. Ma quante volte anche oggi succede questo. Cristiani che non sanno gioire del bene che un fratello ha ricevuto, persone che non sanno leggere i segni della presenza di Dio nella propria vita. Credenti che usano la Bibbia per giustificare sé stessi e il proprio pensiero e che la usano come un randello nei confronti degli altri. Se provassimo tutti a guardare persone ed eventi alla luce dello Spirito, quanta più pace, gioia, voglia di lodare ci sarebbe e quanta meno tristezza invidia e gelosia ferirebbero il cammino dell’uomo!
MARTEDI’ 26 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: Ss. Luciano e Marciano; B. Damiano Furcheri; B. Celina C.
Una scheggia di preghiera:
DIO C'E' ED OPERA.
HANNO DETTO: Quando un desiderio di bene nasce in te, nutrilo con preghiera frequente, domandando non solo il soccorso divino ma il discernimento per sapere se il desiderio è conforme o no al suo volere. (Sant'Isacco di Ninive)
SAGGEZZA POPOLARE: La guerra non ha occhi. (proverbio del Congo)
UN ANEDDOTO: Ancora un racconto di Gianni Rodari: Un giorno le scimmie dello zoo decisero di fare un viaggio d’istruzione. Cammina, cammina, si fermarono e una domandò: “Cosa si vede?” “La gabbia del leone, la vasca delle foche e la casa della giraffa.” “Come è grande il mondo, e come è istruttivo viaggiare.” Ripresero il cammino e si fermarono soltanto a mezzogiorno. “Cosa si vede adesso?” “La casa della giraffa, la vasca delle foche e la gabbia del leone.” “Come è strano il mondo e come è istruttivo viaggiare.” Si rimisero in viaggio e si fermarono solo al tramonto del sole. “Che c’è da vedere?” “La gabbia del leone, la casa della giraffa e la vasca delle foche.” “Come è noioso il mondo: si vedono sempre le stesse cose. E viaggiare non serve proprio a niente.” Per forza: viaggiavano, viaggiavano, ma non erano uscite dalla gabbia e non facevano che girare in tondo come i cavalli di una giostra.
PAROLA DI DIO: Rm 8,18-25; Sal 125; Lc 13,18-21
Vangelo Lc 13,18-21
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami». E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Parola del Signore
“IL REGNO DEI CIELI È SIMILE AD UN GRANELLINO DI SENAPA… È SIMILE A LIEVITO…”.
La mentalità del giorno di oggi ci porta a contemplare e ad ammirare soprattutto le cose grandi, le grandi conquiste dell’uomo, i grandi poteri, le grandi realizzazioni della scienza e spesso ci dimentichiamo che anche le cose grandi sono nate da cose piccole, da piccole idee, da tanti piccoli contributi che messi insieme le hanno realizzate. Gesù ci invita a guardare e considerare il Regno di Dio non tanto per la sua grandezza quanto per la forza e la potenza del suo divenire. Il regno di Dio ha il suo avvenire proprio perché è Regno di Dio e non regno di uomini ma, sempre per lo stesso motivo, ha tempi di crescita diversi da quelli degli uomini e soprattutto non identifichiamo il regno di Dio con la struttura chiesa. Noi spesso diciamo: “Oggi la Chiesa è in espansione, oppure in diminuzione”, questo non vuole affatto dire che il Regno di Dio subisca esattamente la stessa sorte. Lo stesso criterio del Regno di Dio, piccolo ma in espansione, può poi applicarsi al Regno presente in noi: noi spesso pensiamo di essere buoni o cattivi a seconda dei risultati di osservanza religiosa che riusciamo a riscontrare o meno nella nostra vita. Non è ancora detto che questi siano i frutti del Regno. Entrare nel Regno significa soprattutto accettare questa forza apparentemente piccola e misteriosa che è però capace, se ci lasciamo fare, di fermentare tutta la nostra vita. Il vero successo, per noi e per la Chiesa, non è la realizzazione dei nostri progetti, ma essere disponibili a che Dio, in noi e attraverso noi, realizzi i suoi progetti.
MERCOLEDI’ 27 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Evaristo; S. Gaudioso; B. Bartolomeo di Breganze
Una scheggia di preghiera:
SALVACI, O SALVATORE DEL MONDO!
HANNO DETTO: Quando si desidera che Dio sia da tutti lodato, è segno che l'anima è occupata di Lui. (Santa Teresa d'Avila)
SAGGEZZA POPOLARE: La ferita provocata dalla parola non guarisce. (proverbio del Congo)
UN ANEDDOTO: Un giorno un discepolo si lamentò con il suo rabbino: - Nelle ore in cui mi dedico alla Sacra Scrittura sento vita e luce, ma appena smetto di meditare, tutto sparisce. Che debbo fare? Il rabbino gli rispose: - Questo è come quando uno attraversa un bosco in una notte buia e per un poco gli si accompagna un altro con una lanterna in mano, ma al crocevia si separano e il primo deve proseguire a tentoni. Ma se uno porta sempre con sé la luce della Parola non ha da temere nessuna oscurità!
PAROLA DI DIO: Rm 8,26-30; Sal 12; Lc 13,22-30
Vangelo Lc 13,22-30
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù passava per città e villaggi, insegnando, mentre camminava verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Rispose: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete. Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d’iniquità! Là ci sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi». Parola del Signore
“SIGNORE, SONO POCHI QUELLI CHE SI SALVANO?”.
Davanti alle esigenze del Vangelo sembra quasi naturale la domanda che viene posta a Gesù: “Chi si salverà?” E vorremmo avere delle risposte precise a questa domanda, delle ricette ben dosate. Gesù, invece, ci dice che la strada è quella di fidarsi di Dio e di operare come Lui vuole entrando così per la porta stretta e operando una profonda conversione del cuore. Non ci si salva, dunque, per appartenenza ad un popolo, né per aver osservato alcuni comandamenti, nè per aver rivestito ruoli anche religiosi. La salvezza è Dio stesso e ci si salva entrando in sintonia con Lui.
GIOVEDI’ 28 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: Ss. Simone e Giuda ap.; S. Ferruccio
Una scheggia di preghiera:
GESU' TU CI SEI. E IO DOVE SONO?
HANNO DETTO: È ben povero quell'uomo, o quell'umana istituzione che si crede di fare. È il Signore che fa. (Don Orione)
SAGGEZZA POPOLARE: La farfalla non conta gli anni, ma gli istanti: per questo il suo breve tempo le basta. (proverbio del Senegal)
UN ANEDDOTO: Una piccola zanzara, stanca di giocare con le sue solite amiche, decise un giorno di sfidare il re della foresta. Andò dal leone e gli disse: “Sire, sono qui per lanciarti una sfida! Credi di essere il più forte ma io non ti temo perché tu non sei affatto più forte di me.” Il leone, divertito, acconsentì. Tutti gli animali della foresta arrivarono di corsa per vedere l’incredibile sfida. Il Leone si stiracchiò, si alzò in piedi per dare una zampata alla zanzara che, agilmente, si posò sul naso reale e iniziò a pungerlo a più non posso. Il naso del povero Leone si gonfiò come un pallone e il Re della foresta sofferente tentò in tutti i modi di scacciare la zanzara con gli artigli. Ma si graffiò il grande naso e, sentendosi sconfitto, si gettò a terra. La zanzara, al colmo della gioia e sentendosi vittoriosa, volò via veloce. Ma non si accorse della tela di un ragno tessuta tra due rami dove andò a intrappolarsi. Non riusciva a liberarsi e il ragno, con le lunghe zampe pelose si stava avvicinando per mangiarla in un sol boccone! La zanzara si mise a piangere disperata. Fortunatamente il leone, che aveva assistito alla scena, si alzò e con una zampata distrusse la tela liberando la zanzarina e dicendo: “Eccoti salvata mia cara amica. Ricordati che esiste sempre qualcuno più forte di te! E questo me lo hai insegnato proprio tu!” La zanzara, da quel giorno imparò a tenere un po’ a freno la propria spavalderia.
PAROLA DI DIO: Ef 2,19-22; Sal 18; Lc 6,12-19
Vangelo Lc 6,12-19
Dal vangelo secondo Luca
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti. Parola del Signore
"TUTTA LA FOLLA CERCAVA DI TOCCARLO".
Raccontano i frati che avevano 'in custodia' Padre Pio che la gente si accalcava a tal punto intorno al fraticello per parlargli, toccargli la veste (è successo che gliela avessero addirittura strappata) che spesso essi dovevano far cordone attorno a lui per impedire con la forza che lo soffocassero. A parte il fanatismo, era, in fondo, il desiderio di stabilire il contatto con una persona che si sapeva in contatto con Dio. Se volete, pensate al piede della statua di S. Pietro nell'omonima Basilica vaticana, consumato dal continuo contatto dei fedeli, alla fila, a volte di ore per toccare la roccia della grotta di Lourdes, o a quelle persone che, in pellegrinaggio in Terrasanta, in ognuno dei luoghi santi 'toccano la pietra' quasi per immedesimarsi meglio nell'evento evangelico che questi luoghi ricordano. Anche noi vorremmo 'toccare' Gesù!
Ma, un momento! Noi Gesù lo tocchiamo, possiamo toccarlo, possiamo stabilire più volte al giorno un contatto diretto con Lui. "Ogni volta che avrete dato anche solo un bicchier d'acqua ad uno di questi piccoli perché mio fratello, l'avrete dato a me". "Io avevo fame e mi hai dato da mangiare…". "Io sono con voi, tutti i giorni, fino alla fine dei tempi". "Quando due o tre sono riuniti nel mio nome, Io sono in mezzo a loro". "Prendete, mangiate, questo è il mio Corpo…fate questo in memoria di me". Posso incontrare Gesù quando prego (Per Cristo, con Cristo, in Cristo); incontro Gesù, se me ne accorgo, nei miei familiari; se lo vedo, è con me sul tram, in ufficio, in vacanza, soprattutto nei poveri e nell'Eucarestia. Per accendere la luce devi, premendo un interruttore, creare un contatto tra due sezioni. Per creare un contatto con Cristo, ricordati, che il pulsante sei solo tu a doverlo premere.
VENERDI’ 29 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Onorato di Vercelli; S. Gaetano Errico; S. Zenobio
Una scheggia di preghiera:
IN OGNI PERSONA, IN OGNI COSA, POSSO INCONTRARTI, SIGNORE
HANNO DETTO: Le opere di Dio si fanno con le mani giunte ed in ginocchio, pure correndo, ma spiritualmente in ginocchio davanti a Lui. (Don Orione)
SAGGEZZA POPOLARE: La famiglia matura con il dialogo. (proverbio del Congo)
UN ANEDDOTO: Durante il Concilio di Trento, qualcuno insisteva nel dire che l’unica regola di fede dev’essere la Bibbia presa alla lettera, senza tante discussioni. Così dicendo, metteva assieme a casaccio molte frasi della Scrittura, collegandole tra loro. Un padre del Concilio gli rispose: - Se è veramente così, perché non mettere in pratica alla lettera quanto dice la Bibbia a proposito di Giuda, che tradì Gesù e ‘poi andò ad impiccarsi’...? Un altro passo della Scrittura dice infatti «Va’ e fa’ anche tu altrettanto»!
PAROLA DI DIO: Rm 9,1-5; Sal 147; Lc 14,1-6
Vangelo Lc 14,1-6
Dal vangelo secondo Luca
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisia. Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole. Parola del Signore
RIVOLGENDOSI AI DOTTORI DELLA LEGGE, GESÙ DISSE: “E’ LECITO O NO CURARE DI SABATO?”. MA ESSI TACQUERO.
Gesù non ha paura di sconcertarci, di farci tacere, come succede ai Dottori della Legge. Le norme, le strutture, i cavilli, le false sicurezze non salvano, salva l’amore. Gesù guarisce un malato, e conta la guarigione e il miracolo d’amore, non il sabato o il lunedì. Don Bosco rischia di essere internato in manicomio dai suoi confratelli perché si comporta da “scriteriato”. Don Milani e don Mazzolari vengono fatti tacere perché gridano forte la verità; santa Francesca Schervier non esita a travestirsi da uomo per entrare in una casa chiusa e recuperare una prostituta. No, davvero, quando ci guida l’amore non dobbiamo aver paura di scandalizzare qualcuno, e se qualcuno si scandalizza, poveretto lui, non ha ancora capito l’amore.
SABATO 30 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: S. Marciano di Siracusa; S. Germano di Capua
Una scheggia di preghiera:
GESU', SIAMO POVERI, MA RICCHI DI TE.
HANNO DETTO: Non dite "io voglio salvarmi", ma dite "io voglio salvare il mondo". (San Giovanni Crisostomo)
SAGGEZZA POPOLARE: La donna che Dio ti ha destinata è migliore di quella scelta dall'occhio. (proverbio del Burundi)
UN ANEDDOTO: Il saggio Socrate volle dare un giorno una lezione di modestia all’ambizioso suo discepolo, poi generale ateniese, Alcibiade. Gli mostrò una cartina geografica del mondo e gli disse: — Mostrami il Continente intorno al mare. Alcibiade glielo mostrò. Proseguì Socrate: — Mostrami ora la Grecia. — Eccola! — disse il discepolo. — Indicami ora il Peloponneso, nell’Attica. La regione indicata ora era molto piccola. — Ora fammi vedere, nell’Attica, Atene! Non era che un piccolo punto, sotto l’indice del discepolo. — Ora mostrami — concluse il saggio maestro —, nella città di Atene, il posto che occupi tu! Alcibiade comprese la lezione d’umiltà e chinò la testa.
PAROLA DI DIO: Rm 11,1-2a.11-12.25-29; Sal 93; Lc 14,1.7-11
Vangelo Lc 14,1.7-11
Dal vangelo secondo Luca
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cedigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». Parola del Signore
“CHI SI ESALTA SARA’ UMILIATO E CHI SI UMILIA SARA’ ESALTATO”.
Gesù, da buon osservatore ha appena visto una cosa rivoltante: dei religiosi, benpensanti stanno ‘litigando’, tirandosi sgambetti, pur di sedere ai primi posti, pur di essere ‘onorati’ dal poter sedere vicino al capotavola, e vuol ricordare a loro e a noi che ciò che conta non è il posto che uno occupa, ma ciò che uno è. E questo, specialmente davanti a Dio che non si lascia ingannare dalle nostre ipocrisie, che non ragiona secondo le spesso false meritocrazie terrene, ma che vede il cuore di ognuno. Ecco allora che l’invito all’umiltà, tutt’altro che essere un invito allo scomparire, a considerarsi meno di quello che uno vale, è mettere le cose e le persone al giusto posto, è cercare di vedere le cose come le vede Dio, è non giudicare gli altri per ciò che di essi appare o tentano di far apparire. L’uomo davanti a Dio chi è?
Certamente siamo creatura. Le nostre capacità conoscitive, intellettive, affettive, sono grandi, ma davanti a Lui sono ben piccola cosa. Possiamo inorgoglirci di essere arrivati sulla luna, ma siamo un piccolo puntino davanti all’infinito. È una meraviglia che la medicina, la chirurgia, la tecnica riescano a salvare tante vite umane, ma i misteri che circondano la vita sono talmente tanti e grandi che non possiamo avere la presunzione di conoscerli… Quindi è verità: davanti a Dio siamo piccoli! Ma siamo anche creature amate da Dio. Noi crediamo ad una storia della salvezza intessuta da Dio con un popolo per dirci che Egli ci ama, noi crediamo al Figlio di Dio fatto uomo morto su una croce, per dimostrarci l’infinito amore di Dio verso di noi, sue creature, noi crediamo al dono dello Spirito e dei Sacramenti che ci permettono di essere in intima comunione con il nostro Dio. La vera grandezza dell’uomo è allora la sua enorme piccolezza riempita dalla grazia di Dio. Diceva San Paolo in una delle sue lettere: “Di che cosa potrò vantarmi davanti a Dio? Mi vanterò delle mie debolezze”. Noi valiamo perché Dio ci ha creati, perché ci ha salvati, perché ci ama. Se comincio ad avvolgere con questo sguardo la mia vita, il mondo in cui vivo, i miei fratelli, tutto cambia prospettiva: non contano le glorie di questa terra, i primi posti ai banchetti o in parrocchia, non contano le apparenze che altri vogliono farmi credere, conta che Dio mi ama come sono e ama te come sei e che allora siamo entrambi amati da Dio e quindi, pur con molte differenze, fratelli.
DOMENICA 31 OTTOBRE: 31^DOMENICA T.O. ANNO B
Tra i santi ricordati oggi: S. Quintino
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, IL GRANDE COMANDAMENTO DELL'AMORE È FATTO DI PICCOLE COSE.
HANNO DETTO: È preferibile essere meno perfetti e convertire gli altri che stare sulle montagne e vedere perdersi i propri fratelli. (San Giovanni Crisostomo)
SAGGEZZA POPOLARE: L'abbondanza divide il villaggio più delle privazioni. (proverbio del Sudan)
UN ANEDDOTO: Era una giornata molto calda e il leone decise di cercare un posto fresco dove riposare. Passeggiando, si fermò sotto l’ombra di un albero. Improvvisamente, un piccolo scoiattolo uscì da un cespuglio e passò incautamente sotto il naso del re della foresta. Il leone, che aveva voglia di giocare, iniziò ad inseguire lo scoiattolo. Ma il piccolo animale, pensando che il leone volesse mangiarlo, lo pregò tremante di lasciarlo vivere. – Se mi lasci andare, coraggioso leone, ti prometto di aiutarti a combattere tutti i tuoi nemici –disse lo scoiattolo, più morto che vivo. - Ah, ah! Vuoi aiutarmi, piccolo essere insignificante? Vai, via e non farmi perdere la pazienza! – rispose il leone con disprezzo. Il tempo passò e un giorno l’orgoglioso re della foresta cadde in una trappola tesa dai cacciatori; lottò con grande coraggio, cercando di sfuggire alla rete, ma non ci riusciva. All’improvviso, apparve il piccolo scoiattolo che con molta pazienza, cominciò a tagliare la rete con i suoi piccoli denti appuntiti. E così, riuscì a liberare il leone. Pentito dell’insulto che aveva fatto al piccolo scoiattolo, il re della foresta si scusò con lui. – Perdonami, piccolo scoiattolo. Ora so che ogni animale, per quanto piccolo, merita il massimo rispetto. Non riderò mai più di te, te lo prometto – disse il leone. – Non preoccuparti, caro amico. Chi riconosce i suoi torti è un saggio – rispose lo scoiattolo. Da quel giorno, il leone e lo scoiattolo sono amici inseparabili, in grado di affrontare tutti i pericoli della foresta.
PAROLA DI DIO: Dt 6,2-6; Sal 17; Eb 7,23-28; Mc 12,28b-34
Vangelo Mc 12,28-34
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: "Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l'unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza". Il secondo è questo: "Amerai il tuo prossimo come te stesso". Non c'è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all'infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l'intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come sé stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. Parola del Signore
“NON SEI LONTANO DAL REGNO DI DIO”.
Noi andiamo avanti con dei preconcetti. Il bene e il male dipendono da quello che ne pensiamo noi, e per noi credenti Dio deve essere così, perché io lo penso così. Questi preconcetti hanno spesso giocato il mio rapporto con gli altri: tu sei buono perché così appari nel mio schema, tu sei lontano dalla fede perché non la pensi come me! Un giorno venne da me un giovane, tirato nel volto, vestito e pettinato in modo strano. Si presentò non con parole suadenti, ma arrabbiato contro la Chiesa, dubbioso nei confronti di Cristo, con una serie strana di problemi. “Il solito drogato, matto” fu il primo giudizio e mi misi all’erta. “E se fosse qui perché ha bisogno davvero? per un piano di Dio?” Provai ad ascoltarlo, a dargli un po’ della mia povertà e a ricevere molto della sua sofferenza e, vi dico, ho imparato molto da lui.
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