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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

SETTEMBRE 2021

 

 

MERCOLEDI’ 1° SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Egidio; San Conone.

Una scheggia di preghiera:

 

AMORE PER CRISTO, BRUCIAMI DENTRO!

 

HANNO DETTO: Se dite cose meravigliose ma non le dite bene, non è nulla; se dite poco ma lo dite bene è molto. (San Francesco di Sales)

SAGGEZZA POPOLARE: L'uomo non può prendere due sentieri alla volta. (proverbio del Mali)

UN ANEDDOTO: Un bel giorno Dio prese forma umana e venne sulla terra, perché si rese conto che molta gente non era felice ed egli voleva comunicare a tutti la felicità che lui stesso possedeva da sempre. Disceso sulla terra, vide che effettivamente poca gente era felice, ma si sorprese quando si accorse che ben pochi cercavano realmente la felicità. La maggioranza delle persone si divideva in due gruppi: quelli che erano “contenti” e quelli che non lo erano. Coloro che erano contenti erano riusciti a soddisfare i loro desideri principali. Guadagnavano molto denaro, vivevano tra gli agi, si prendevano quanti piaceri e vizi volevano. Alcuni avevano successo, influenza o potere. Ma non sembrava che interessasse loro essere felici, né che si domandassero seriamente se lo erano e in che cosa consistesse la felicità. Gli scontenti non erano riusciti a soddisfare tutti i loro desideri e aspiravano continuamente a vivere come la gente che era felice. Ma nemmeno loro cercavano la felicità, a loro bastava essere contenti. Gli uni e gli altri erano sordi al messaggio della felicità. Dio si rese conto, allora, che finché i suoi figli uomini cercavano soltanto la loro “contentezza” non avrebbero potuto trovare la vera felicità.

PAROLA DI DIO: Col 1,1-8; Sal 51; Lc 4,38-44

 

Vangelo Lc 4,38-44

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva. Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demoni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo. Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato». E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea. Parola del Signore

 

È NECESSARIO CHE IO ANNUNCI LA BUONA NOTIZIA DEL REGNO DI DIO ANCHE ALLE ALTRE CITTÀ; PER QUESTO SONO STATO MANDATO

Il Vangelo di Luca è un Vangelo che non ci presenta mai Gesù fermo, ma sempre in cammino; come pure il secondo libro di Luca, gli Atti, sono un continuo camminare di apostoli e convertiti per il mondo per portare la “buona notizia”. È esigenza per Gesù e per la comunità primitiva essere missionari. E per noi, per le nostre comunità è ancora esigenza l’andare?

Ci brucia talmente dentro il Vangelo da darci la voglia di comunicarlo e testimoniarlo? Qualche volta sì: si vedono dei cristiani o delle comunità vive e vivaci che inventano sempre modi nuovi e gioiosi per portare il Vangelo, ma altre  volte. Vi è mai capitato di entrare in una chiesa dove un prete, neppur troppo convinto lui, sta “tirando giù una messa in venti minuti” e dove cinque o sei persone biascicano delle risposte una più forte o più veloce dell’altra per farsi vedere...?

Mi chiedo che razza di gioia si può comunicare agli altri quando tutto è diventato esteriorità ed abitudine triste?

 

 

GIOVEDI’ 2 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Licinio; San Giusto di Lione

Una scheggia di preghiera:

 

SULLA TUA PAROLA, SIGNORE, RICOMINCIO DA CAPO.

 

HANNO DETTO: Non permettete al vostro spirito di fermarsi in pensieri vani e inutili: presa quest'abitudine si fermerà poi nei pericolosi e cattivi. (San Francesco di Sales)

SAGGEZZA POPOLARE: Nel bel mezzo del lago non si prende in giro il caimano. (proverbio del Benin)

UN ANEDDOTO: Nel tempo dell’antica Grecia, nella città di Siracusa viveva il filosofo Simonide. Il re Gerone lo chiama e gli dice: «Sento dire tante cose circa la divinità, ma spesso le une sono diverse dalle altre. Tu che sei un saggio dimmi: chi è Dio?». Simonide gli risponde: «Oh re, dammi un giorno di tempo per pensarci». Gli fu concesso. Il giorno dopo Simonide viene chiamato dal re e gli dice: «Ho bisogno di un altro giorno di meditazione e di studio per darti una risposta». Così, ogni giorno il filosofo veniva chiamato dal re e gli diceva: «Dammi ancora un giorno di tempo». Alla fine, il re Gerone si stancò e chiese a Simonide perché rimandava sempre la risposta. Il filosofo rispose: «Oh mio re, quanto più ci penso, tanto più Dio diventa grande ai miei occhi e tanto meno io riesco a comprenderlo con la mia piccola mente!»

PAROLA DI DIO: Col 1,9-14; Sal 97; Lc 5,1-11

 

Vangelo Lc 5,1-11

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore, infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto, così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. Parola del Signore

 

MAESTRO, ABBIAMO FATICATO TUTTA LA NOTTE E NON ABBIAMO PRESO NULLA: MA SULLA TUA PAROLA GETTERÒ LE RETI”.

“Signore, sono tanti anni che sono parroco in questa parrocchia e non è cambiato nulla”. “Signore i fondatori del nostro ordine erano guidati da te, ma ora non abbiamo più vocazioni, stiamo morendo…” “Signore ho cercato di fare di tutto per mio figlio, ma la droga ha vinto”. “Signore abbiamo fatto, abbiamo pregato ma anche tu sembri essere sordo…”

Ci sono momenti in cui lo scoraggiamento ci pervade. I pescatori del lago non erano degli sprovveduti, conoscevano il loro mestiere, sapevano quali erano o non erano i luoghi e i momenti opportuni per la pesca. Eppure, dopo una notte di tentativi, stanchi erano tornati a riva senza neanche un pesce e questo sconosciuto chiede loro, fuori tempo di gettare ancora una volta la rete: siamo stanchi, delusi, abbiamo voglia di andare a dormire, di non pensare più… “Eppure quest’uomo parla con parole diverse da tutti gli altri sedicenti rabbi, compie anche gesti che uomini comuni non possono fare, e poi mi ha anche chiesto in prestito la barca cioè si è fidato di me…”. “Sulla tua parola getterò le reti”. Se siamo stanchi, delusi dagli eventi della vita, scontenti della nostra vita spirituale, peccatori, incapaci di cavarcela da soli… È proprio quello il momento giusto per cominciare a fidarci ciecamente di Gesù. Non è il momento di chiudere baracca e burattini, di addormentarci nell’oblio di dire: “Ma vale la pena?”, non è il momento di piangerci addosso, di disperare, di accodarci alla fila degli indifferenti, è il momento di accogliere la parola di Colui che viene a darci sé stesso, che, per aiutarci, ha bisogno del nostro nulla. “Signore, mi fido di te, e se ho paura che anche questa volta la rete tornerà vuota, la getto lo stesso sulla tua parola. Se anche non otterrò quello che voglio, Tu avrai ottenuto che io mi sia fidato di te e forse anch’io capirò che anche le grazie non ottenute secondo la mia volontà sono grandi grazie da parte di chi mi vuole un bene da Dio”.

 

 

VENERDI’ 3 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gregorio Magno; Santa Phoebe.

Una scheggia di preghiera:

 

TU CHE FAI NUOVE TUTTE LE COSE, FA' CHE OGGI DIVENTIAMO NUOVI CON TE.

 

HANNO DETTO: Che è il peccato in faccia alla misericordia divina? Una tela di ragno che un soffio di vento basta a portar via. (San Giovanni Crisostomo)

SAGGEZZA POPOLARE: Non esiste un unico giorno, anche domani il sole risplenderà. (proverbio dell'Angola)

UN ANEDDOTO: «Voi, che siete ricco... Voi, che avete tutti i piaceri... Voi avete bisogno di Dio!». È la provocazione lanciata a Filippo Del Giudice, il grande produttore di film inglesi, da un idraulico, mentre gli riparava nella villa di Miami un tubo guasto. «Voi avete bisogno di Dio!». Del Giudice ne è sconvolto. Si mette alla ricerca di Dio. Lascia tutto e si fa benedettino. Vive di preghiera e di povertà. Al giornalista, che lo intervista, confessa: “Ho speso più di venti milioni di sterline nella produzione di film e nelle gioie della vita. Ho avuto tutto... tranne la felicità. Ora non possiedo nulla, ma sono pienamente felice: ho trovato Dio”.

PAROLA DI DIO: Col 1,15-20; Sal 99; Lc 5,33-39

 

Vangelo Lc 5,33-39

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!». Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno». Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».  Parola del Signore

 

NESSUNO STRAPPA UN PEZZO DA UN VESTITO NUOVO PER METTERLO SU UN VESTITO VECCHIO; ALTRIMENTI IL NUOVO LO STRAPPA E AL VECCHIO NON SI ADATTA IL PEZZO PRESO DAL NUOVO.”.

Gesù, con questo paragone, vuoi metterci in guardia contro un certo atteggiamento religioso che non sa conoscere il piano di Dio e che confonde religiosità e tradizioni con fede. La religiosità è una buona cosa se ci aiuta a manifestare la fede; diventa invece un controsenso quando non ci permette di vedere più il progetto di Dio, legandoci solo ad atti formali che impediscono di trovare la vera fede. Così pure è sbagliato e rischioso voler semplicemente rattoppare insieme fede e tradizioni, in quanto, spesso, una elimina l’altra: provate a pensare, ad esempio, a certe processioni che ormai sono diventate spettacolo folcloristico e null’altro, o la partecipazione di certe persone a matrimoni e sepolture che è tutto fuorché di fede. Gesù è la grande novità, non si può mettere il Figlio di Dio sullo stesso piano di certe tradizioni o ciarlatanate.

 

 

SABATO 4 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Rosalia; San Gilberto.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, SOLO CON TE SIAMO VERAMENTE LIBERI.

 

HANNO DETTO: Avevano ben ragione i santi di dire: "No, non l'ho col diavolo che disprezzo, ma l'ho con me, che mi rovino da me stesso". Così ciascuno diceva di sé medesimo. E perché noi non diciamo lo stesso? (Santa Francesca Cabrini)

SAGGEZZA POPOLARE: Non essere come l'uomo stolto che, pur di non rischiare, non tenta mai nulla. (proverbio del Sudan)

UN ANEDDOTO: Un giorno, una penitente chiese a Padre Pio: “Ma è proprio necessaria la Confessione frequente, se non ho commesso nulla di grave?”. Padre Pio le rispose: “Prova a pulire a fondo una stanza, e poi chiudi porte e finestre. Torna anche solo dopo otto giorni e passa un dito sul piano del tavolo: vedrai il segno della polvere...”.

PAROLA DI DIO: Col 1,21-23; Sal 53; Lc 6,1-5

 

Vangelo Lc 6,1-5

Dal vangelo secondo Luca

Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?». Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?». E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato». Parola del Signore

 

PERCHÉ FATE IN GIORNO DI SABATO QUELLO CHE NON È LECITO?”.

“Insomma, don Franco, non si capisce più niente: una volta se non andavo a Messa la domenica era un peccato grave e dovevo andare a confessarmi per poter fare la comunione; bisognava ben essere attenti a non fare “lavori servili” di domenica perché anche questo era un peccato, poi avete cominciato a mischiare le carte. Se non posso andare a messa la domenica va bene anche il sabato sera (e qualcuno dice che se non ce la faccio la domenica va bene anche il lunedì o il martedì), poi per “doveri di carità” si può anche saltare la Messa, poi qualcuno di voi preti dice che alla fine dei tempi Dio non guarderà alle Messe che abbiamo preso… E io vedo sempre meno gente in chiesa e sempre file più lunghe ad andar ad allungare una meno per prendere l’Eucarestia: ma saranno poi tutti così bravi da non aver mai nulla di cui chiedere perdono prima di fare la Comunione?”

Certamente persone come quella che mi ha proposto questi interrogativi, sono persone in buona fede e questo modo di pensare deriva da tutta una forma educativa che abbiamo ricevuto, ma è anche un modo legato ad una religione più di norme codificate che non ad una, quella di Gesù, che prima delle norme mette l’uomo. Cerco di spiegarmi: le norme, anche quelle religiose, vanno benissimo, in certi casi sono necessarie per indirizzare al giusto fine il comportamento dell’uomo nei confronti del sacro o nei confronti dei fratelli, ma quando le norme rischiano di uccidere l’uomo imponendogli qualcosa che non solo non lo rende libero, ma lo asfissia, togliendogli il senso di quello che sta facendo, allora le norme vanno superate dai valori della coscienza, della carità, del rispetto del prossimo. Tornando all’esempio della Messa della domenica, come è diverso dire: “Vado a Messa la domenica perché se no commetto peccato mortale” o dire: “Per me la Messa domenicale è indispensabile perché celebra i doni del Signore e mi permette di essere in comunione con Lui e con i fratelli. È un vero peccato non andarci per motivi futili”

 

 

DOMENICA 5 SETTEMBRE: 23^ DOMENICA DEL TEMPO ORINARIO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: San Vittorino; San Lorenzo Giustiniani.

Una scheggia di preghiera:

 

FA' CHE SENTIAMO OGGI, SIGNORE, LA TUA VOCE.

 

HANNO DETTO: Abbiate pazienza con tutti; ma soprattutto con voi stessi. (San Francesco di Sales)

SAGGEZZA POPOLARE: Non è che il cane preferisca gli ossi alla carne, è che nessuno gli dà la carne. (proverbio del Ghana)

UN ANEDDOTO: Un poverello chiese l’elemosina a padre Giacomo Cusimano. “Non ho nemmeno un soldo, in tasca”, rispose tutto dispiaciuto. “Ma pregherò per lei il Signore perché le venga in aiuto con la sua provvidenza!”. Era presente al colloquio una giovane, Paolina Turano, che gli disse: “Ma come, padre, una persona importante com’è vossignoria dà del lei a un poveretto? Questo è troppo!”. E lui: “Paolina, il povero è Gesù Cristo in persona e io dovrei parlargli in ginocchio!”

PAROLA DI DIO: Is 35,4-7a; Sal 145; Gc 2,1-5; Mc 7,31-37

 

Vangelo Mc 7,31-37

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!». Parola del Signore

 

“GUARDANDO QUINDI VERSO IL CIELO, EMISE UN SOSPIRO E GLI DISSE: «EFFATÀ», CIOÈ: APRITI!”

Senza nulla togliere alla concretezza e materialità del miracolo del Vangelo, mi piace, oggi, leggere quell’ “Apriti!” di Gesù come rivolto a noi. Tu che sei sordo davanti all’universo, alla natura, apriti per comprendere che non sei frutto del caso, che non viaggi verso il nulla; ascolta, leggi nei segni della creazione l’opera di un creatore provvidente. Tu che dici di cercare Dio ma che cerchi solo te stesso, apriti al Dio che ha parlato lungo tutta la storia della salvezza e che “nella pienezza dei tempi ci ha parlato attraverso Suo Figlio” fatto uomo per noi. Tu che vivi esclusivamente nel tuo guscio, per te stesso, apriti al mondo non fatto di estranei e di concorrenti ma di fratelli perché figli dello stesso Dio.

Tu che sei triste, musone, apriti alla parola gioiosa del Vangelo, apri il tuo volto al sorriso, i tuoi occhi alla serenità, il tuo spirito all’ottimismo. Tu che vivi con rabbia la tua sofferenza, la tua malattia, la tua solitudine, apriti a chi può darle un senso e un valore. Apri le tue labbra per dire una parola di incoraggiamento piuttosto che un giudizio, lascia che dal tuo cuore riconoscente sgorghi un canto di lode. Apri soprattutto il cuore perché cessando di essere un cuore di pietra diventi di carne, capace di lasciarsi ferire e di amare, capace di ricevere e di donare. Apriti alla speranza di un Dio che, non ancora stanco del rifiuto dei suoi figli, ti offre quotidianamente il sacrificio di Gesù nell’Eucaristia. Smettila con i chiavistelli e le porte blindate che ti chiudono al mondo e a Dio, lascia entrare un raggio di sole in casa tua e sii un po’ luce anche per chi vive con te.

 

 

LUNEDI’ 6 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Frontignano d’Alba; San Benedetto da Milano.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA, SIGNORE, MI PARLA DI TE.

 

HANNO DETTO: Perché non dovrò sopportare gli altri, se Dio sopporta me? (Sant'Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Non è la mano che dona, ma il cuore. (proverbio della Tanzania)

UN ANEDDOTO: Anni fa ho conosciuto in ospedale un uomo ricco che mi confessava di aver fondato la sua esistenza sul denaro. Mi diceva: «Padre, adesso che sono vicino alla morte mi accorgo di quanto ho sbagliato a mettere il denaro al primo posto nella mia vita». E questo pover’uomo mi raccontava delle fatiche fatte per moltiplicare i suoi capitali, per comperare sempre nuovi beni. Il ricco non vive felice. Quest’uomo mi diceva: «Vede, anche adesso che sono qui ammalato grave, sono preoccupato delle mie proprietà e di come finirà la mia eredità». Gli ho detto: «Ma non ha fatto testamento?». «Sì, l’ho fatto, ma i miei figli li ho educati come sono io e sono sicuro che finiranno per bisticciare quando si divideranno l’eredità». (P. GHEDDO)

PAROLA DI DIO: Col 1,24 – 2,3; Sal 61; Lc 6,6-11

 

Vangelo Lc 6,6-11

Dal vangelo secondo Luca

Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Alzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo. Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita. Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.  Parola del Signore

 

“GLI SCRIBI E I FARISEI LO OSSERVAVANO”

Se vogliamo cercare di conoscere una persona, la osserviamo nel suo modo di parlare e di agire, ma spesso i risultati dipendono dal modo con cui osserviamo. I Vangeli ci fanno capire che davanti a Gesù, a seconda del modo con cui le persone si ponevano, giungevano a modi di comprensione diversi. Ci sono gli scribi e i farisei che, sicuri di se stessi e delle proprie credenze, lo osservano con sospetto, pronti a prenderlo in fallo, e non incontrano Gesù; ci sono i curiosi che vogliono solo vedere miracoli ma la loro sete di straordinario non li porta da nessuna parte; ci sono persone che osservano Gesù solo per poterlo in qualche modo sfruttare e tirare dalla loro parte; ci sono i semplici che vedono in Gesù la realizzazione delle loro aspirazioni; ci sono gli apostoli che osservano Gesù per imparare per la loro vita e per la loro missione. Anche oggi, per noi, dipende molto dal modo con cui osserviamo Gesù. Si può essere indifferenti davanti a Lui, oppure prevenuti, o critici. Si può cercare da Lui solo facili miracoli, si può essere spettatori, ma alla fine incontreremo solo noi stessi o il Gesù che ci siamo costruiti noi. Per poter “osservare” Gesù occorre essere in disposizione di accoglierlo così com’è, occorre svuotarci di noi stessi e delle nostre prevenzioni per poter accogliere Lui nella sua interezza.

 

 

MARTEDI’ 7 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Grato d’Aosta; San Chiaffredo di Saluzzo.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, PER TUTTI COLORO CHE CI HANNO TRASMESSO LA FEDE.

 

HANNO DETTO: Di minuto in minuto, si può sopportare molto. (Santa Teresina del Bambin Gesù)

SAGGEZZA POPOLARE: Non è mai tardi per dare il via a qualcosa di buono. (proverbi del Congo)

UN ANEDDOTO: Due monaci lessero in un antico volume che all’estremità della terra si trovava un luogo in cui cielo e terra si toccano. Decisero allora di partire per andarlo a cercare e di non tornare fino a quando non lo avessero trovato. Peregrinarono così per tutta la terra, affrontando pericoli senza numero, soffrirono tutte le privazioni che un simile peregrinare comporta e tutte le tentazioni che possono stornare un uomo dal suo intento. Avevano letto che doveva esserci, nel punto cercato, una porta a cui bastava picchiare per trovarsi davanti a Dio. Finalmente trovarono ciò che cercavano, bussarono a quella porta con il cuore tremante di emozione, la videro aprirsi e quando varcarono la sua soglia si ritrovarono a casa, nella loro cella. Allora compresero: il luogo in cui cielo e terra si toccano, si trova, su questa terra, là dove Iddio ci ha posti.

PAROLA DI DIO: Col 2,6-15; Sal 144; Lc 6,12-19

 

Vangelo Lc 6,12-19

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti. Parola del Signore

 

“NE SCELSE DODICI AI QUALI DIEDE ANCHE IL NOME DI APOSTOLI”.

Sovente, leggendo la lista dei dodici, mi risulta facile ‘allungarla’. Per esempio, già nelle comunità primitive avevano capito che il termine ‘apostolo’ (cioè: inviato) non era riservato solo a quelli della lista, infatti anche Paolo e Barnaba vengono chiamati così. È allora bello pensare che la mia fede di oggi si fonda sulla base della parola e della testimonianza degli apostoli, sul sangue dei martiri, sulle preghiere e le opere dei santi, quelli autenticati dalla Chiesa e quelli autentificati dalla fede e da Dio stesso. E scopro (non solo in quanto prete) che anch’io sono chiamato personalmente da Gesù all’apostolato; fin dal giorno del mio Battesimo sono stato chiamato per nome da Cristo per conoscere e rivestirmi di Lui e per avere la gioia di comunicare agli altri la fede, Tutti siamo eredi del passato e il futuro erediterà il nostro presente. Siamo eredi della fede bimillenaria degli apostoli attraverso generazioni di cristiani che credettero in Cristo e lo seguirono al ritmo quotidiano delle sofferenze e delle speranze dell’umanità. E le prossime generazioni riceveranno questa fede da noi. Pertanto, nessuno è insignificante nel disegno di Dio. Siamo un anello della lunga catena di trasmissione della fede; siamo soltanto un minuto, ma necessario, nell’orologio di Dio e della sua storia di salvezza. Situati a metà tra il passato e il futuro, la nostra responsabilità di credenti e di testimoni ci impone di non far spegnere la fiaccola della fede nelle nostre mani per essere capaci di passare il testimone a quelli che ci rileveranno nella corsa. E l’essere inviati, testimoni, apostoli, non è neanche solo ‘convertire gli altri’, insegnare loro la teologia o il catechismo, ma lasciare che la bellezza, la grandezza, la gioia di Cristo, trabocchi da noi. Il Vangelo di oggi termina con una frase riferita a Cristo che dice: “Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da Lui usciva una forza che sanava tutti”. Noi non siamo Gesù, ma il nostro apostolato dovrebbe essere un po’ così: gli altri dovrebbero accorgersi che in noi c’è una forza non nostra che opera la guarigione dei cuori.

 

 

MERCOLEDI’ 8 SETTEMBRE: NATIVITA’ DELLA Beata Vergine Maria

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Ugo di Volterra; Beato Federico Ozanam.

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDETTA, MARIA, MADRE DI GESU' E MADRE NOSTRA.

 

HANNO DETTO: Non v'è da affaticarsi, per giungere a sentire la voce di Dio: piuttosto si dovrebbe durar fatica a chiudersi le orecchie per non sentirla, perché la voce stessa si offre, si introduce, non cessa mai di bussare alla porta di ognuno di noi. (San Bernardo)

SAGGEZZA POPOLARE: Non gettare il bastone prima di aver attraversato lo stagno. (proverbio del Camerun)

UN ANEDDOTO: Dedica su una Bibbia: Sono come un pacco di lettere d’amore, con misteriose frasi cifrate chiarissime per chi mi ama. Sono come un folto bosco intricato, se tu mi percorrerai ogni giorno diventerò più familiare del tuo giardino. Cercami e mi farò trovare, sarò dietro l’uscio della tua casa, di più, come sulle tue ginocchia, ancora di più: nel centro della tua anima.

PAROLA DI DIO: Mi 5,1-4a opp. Rm 8,28-30; Sal 12; Mt 1,1-16.18-23

 

Vangelo Mt 1,1-16.18-23 (Forma breve: Mt 1,18-23) 

Dal vangelo secondo Matteo

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giosafat, Giosafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. (Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti, il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli, infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa Dio con noi.) Parola del Signore

 

“ECCO, LA VERGINE CONCEPIRÀ E DARÀ ALLA LUCE UN FIGLIO”

Quando si annuncia una bella giornata radiosa, ce ne si accorge fin dal mattino, dall’aurora. In questa prospettiva la devozione popolare ha spinto la Chiesa a festeggiare non solo la nascita di Gesù ma anche il compleanno di sua Madre! Festeggiare la nascita di una persona significa sempre rallegrarsi della sua presenza, della sua venuta. Così accade, in modo del tutto particolare, per Maria di Nazareth: la sua nascita è salutata come una benedizione per tutti noi perché, attraverso di lei, ci è stata donata la salvezza in Cristo. La tradizione popolare, poi, ha voluto attingere ai vangeli apocrifi, in particolare il protovangelo di Giacomo, per avere ulteriori informazioni: Maria viene presentata come una fanciulla consacrata al Tempio e cresciuta nella preghiera e nel silenzio. Poco importa se queste informazioni si perdono nelle nebbie del passato: a noi basta sapere che questa straordinaria credente ci ha permesso di attingere al vero volto di Dio. Il suo “sì” al folle progetto del Padre ci ha donato la salvezza. Anche i nostri piccoli “sì” alla volontà di Dio sono portatori di benedizione e di salvezza per noi e per chi verrà dopo di noi…

 

 

GIOVEDI’ 9 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Osanna; San Pietro Claver.

Una scheggia di preghiera:

 

SENZA TE E IL TUO SPIRITO, NOI NON POSSIAMO NULLA.

 

HANNO DETTO: La parola di Dio si chiama ed è rugiada, acqua, fonte e fiume, come sta scritto: perché essa, secondo la forza e la ricettività che presentano quelli che la ricevono, è o diviene queste varie cose. (San Massimo confessore)

SAGGEZZA POPOLARE: Non guardare come cammina il camaleonte; dove vuole arrivare arriverà. (proverbio del Lesotho)

UN ANEDDOTO: Un giovanotto batte una sera alla porta di una casa: ha l’abito delle feste, un fiore all’occhiello, ma, dentro, il cuore gli batte forte: chissà come la ragazza ed i suoi familiari accoglieranno la domanda di matrimonio ch’egli viene timidamente a fare? Ad aprire viene la ragazza in persona. Un’occhiata e il rossore, il piacere evidente della signorina lo rassicurano, il cuore gli s’allarga. Entra, c’è la madre della ragazza; gli sembra signora simpaticissima, gli verrebbe voglia d’abbracciarla addirittura. C’è il padre, l’ha incontrato cento volte, ma stasera gli appare trasfigurato da una luce speciale. Più tardi arrivano i due fratelli; braccia al collo, saluti calorosi. Cosa succede in questo giovanotto? Cosa sono tutti questi amori spuntati all’improvviso come funghi? Risposta: non si tratta di amori, ma di un amore solo: ama la ragazza e l’amore portato a lei lo diffonde su tutti i suoi parenti. Chi ama sul serio Cristo non può rifiutarsi di amare gli uomini, che di Cristo sono fratelli. Anche se brutti, cattivi e noiosi, l’amore li deve un po’ trasfigurare.

PAROLA DI DIO: Col 3,12-17; Sal 150; Lc 6,27-38

 

Vangelo Lc 6,27-38

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Dà a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio». Parola del Signore

 

“IO DICO: AMATE I VOSTRI NEMICI...”

Non è facile credere alla rivoluzione di Gesù perché non è una rivoluzione che parte dal cambiamento delle cose esterne, non è una rivoluzione che deve destituire potere e potenti per stabilire altri poteri ed altri potenti, ma è una rivoluzione che parte dall’interno di ciascuno di noi, che vuol cambiare il nostro atteggiamento interiore, che vuol  renderci simili a Dio che fa sorgere il suo sole sui buoni e sui cattivi, che ama il figlio dilapidatore di patrimoni, che vuol dare la stessa paga a quelli che hanno lavorato 10 ore come a quelli chiamati all’ultima ora, io dico: amate i vostri nemici. Non è facile credere alla rivoluzione di Gesù guardando ai risultati che Lui ha ottenuto: la croce. Eppure, o ci rassegniamo a dire che l’uomo non cambierà e continuiamo ad accettare la lotta, la prepotenza come mezzo di sopraffazione, il denaro e il benessere come scopo, oppure crediamo all’assurdo della pagina di Vangelo odierno. Quante scuse, scappatoie per sfuggire questa indicazione del Vangelo!

Ma se mi metto a cuore scoperto, senza difese davanti a questa affermazione di Gesù, devo rendermi conto che è compito mio sgombrare il cuore dalla collera, dall’odio, dal risentimento, dal livore, dalla grettezza, dall’istinto polemico. Sono io che devo rinfoderare gli artigli, deporre la mentalità vendicativa. Sono io che devo perdonare, donare senza calcoli, amare i nemici, pregare per i persecutori, desiderare per i malvagi tutto il bene possibile, salutare coloro che mi mostrano un volto feroce o girano la faccia dall’altra parte, incontrare quelli che vorrei scansare, beneficare chi non se lo merita o mi ha procurato parecchi guai, voler bene a quelli che non amano nessuno e che nessuno ama. Se parto da dentro il mio cuore non tanto fidandomi delle mie forze, ma di quelle di Dio che può tutto, allora forse i miei occhi cominceranno a vedere diversa la vita, il prossimo, e man mano che comincerò a pensare come Gesù anche le sconfitte, le incomprensioni, i soprusi, avranno un modo diverso di presentarsi e anche la croce comincerà a sapere di risurrezione.

 

 

VENERDI’ 10 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agabio di Novara; San Nicola da Tolentino.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TUTTE LE VOLTE CHE DICO O PENSO: “IO”, FAMMI AGGIUNGERE DAVANTI UNA “D”.

 

HANNO DETTO: La lingua cattiva è la spada di Satana, che uccide nell'anima pia la virtù e la bontà; la lingua buona è la spada di Cristo, affilata dalle due parti, che uccide il vizio e il peccato: perciò la parola di Dio è definita: "spada dello spirito" (Ef. 6,17). (San Lorenzo da Brindisi)

SAGGEZZA POPOLARE: Non si acquista una piroga che è sott'acqua. (proverbio del Congo)

UN ANEDDOTO: Il beato Giacomo Cusmano istituì l’opera del Boccone del Povero e le congregazioni dei Servi e delle Serve dei Poveri. L’idea del Boccone del Povero gli fu suggerita da quando vide in casa di un amico, il dott. Michele De Franchis, all’ora di pranzo. Si accorse che ad ogni portata tutti, genitori e figli, toglievano un po’ della pietanza e la mettevano in un piatto più ampio, al centro della tavola. Ne chiese spiegazione all’amico. «Vedi, caro Giacomo, — rispose questi — io educo così i miei figli: anche quando stanno a tavola, devono pensare ai poveri, ai quali manca spesso anche il pane. A noi un boccone più o meno non fa niente, ma i poveri ci guadagnano, poco alla volta, di che sfamarsi». Poco dopo infatti entrò un povero, il quale consumò le pietanze così ricavate, servito amorevolmente dai figli.

PAROLA DI DIO: 1Tm 1,1-2.12-14; Sal 15; Lc 6,39-42

 

Vangelo Lc 6,39-42

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro, ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello». Parola del Signore

 

"PERCHE' GUARDI LA PAGLIUZZA CHE È NELL' OCCHIO DI TUO FRATELLO, E NON TI ACCORGI DELLA TRAVE CHE È NEL TUO?".

Credo di averlo già raccontato in altra occasione, ma l'insegnamento è vivo; ricordo un professore di seminario quando frequentavo le medie (25 chili bagnati). Lui era grande e grosso, un orso di pretone, ma che ispirava allegrezza, concretezza, bontà. Ricordo che diceva sempre questa frase: "Ogni conversione deve sempre cominciare 'ab egone'". Ed io che ne capivo ben poco un giorno gli chiesi che fosse quel tal Begone da cui bisognava cominciare a convertirsi. Egli mi mise sulla spalla una delle sue zampacce, poi, guardandomi con quei suoi occhi sorridenti mi disse: "Sei sempre il solito asinaccio, studi il latino e non sai che cosa vuol dire la parola 'ego'?"

"Vuol dire: 'io'." - cercai di recuperare. "Ecco, allora, tu che sei uno scricciolo piccolo, se vuoi convertirti, devi cominciare dal tuo ego, dal tuo io, dal tuo egoismo, e io che sono vecchio e grosso dal mio 'egone' che è più grosso del tuo". In fondo quel caro uomo non faceva che ripetere il Vangelo di Gesù: prima di volere convertire gli altri, comincia a convertire te stesso, prima di puntare il dito, prima di fare l'elenco per filo e per segno di tutti i mali che affliggono la Chiesa comincia a cercare di togliere almeno uno dei mali che affliggono te. Oggi pretendiamo tutti di essere esperti di tutto. Entri in una casa e da esperto stilista hai da dire sul suo arredamento, da perfetto decoratore noti gli errori di imbiancatura, da buon letterato, dopo un'occhiata alla libreria, sai ciò che manca alla cultura dell'altro, conosci a menadito i difetti delle scelte politiche del tuo amico ed hai la ricetta per risolvere tutti i mali del mondo, hai uno sguardo di sufficienza per 'certe superstizioni religiose'. Ma mentre critichi l'uso che vien fatto del denaro offerto per certe istituzioni benefiche, quanto stai dando del tuo, in concreto, per chi ha bisogno?

Mentre critichi giustamente gli errori della Chiesa, tu, che della Chiesa fai parte, cerchi di essere più coerente al Vangelo?

Tu che dai suggerimenti per la pastorale dei malati e degli anziani, quanto tempo dedichi a tuo padre che è vecchio e che non ragiona più bene?

Non sono più '25 chili bagnati', sono cresciuto e invecchiato e credo che oggi vada bene anche per me chiamarlo 'egone' e cercare di partire proprio di lì se voglio cominciare a convertirmi.

 

 

SABATO 11 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Emiliano; Sant’Agatone di Scete.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', SEI IL FRUTTO BUONO DELL'AMORE DEL PADRE.

 

HANNO DETTO: La parola è la serva della mente, ciò che la mente comanda la parola l'esprime. (Sant'Antonio Abate)

SAGGEZZA POPOLARE: Non si danza mettendo i propri piedi su quelli degli altri. (proverbio del Camerun)

UN ANEDDOTO: Colui che diminuisce il suo patrimonio per darne una parte a chi non ne ha, sarà portato al cospetto degli Dei secondo la parabola delle due pecore che nuotano: una rasata raggiunge la riva presso il pastore, l’altra, appesantita dal vello bagnato, soccombe.

PAROLA DI DIO: 1Tm 1,15-17; Sal 112; Lc 6,43-49

 

Vangelo Lc 6,43-49

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero, infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda. Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico? Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò, e la distruzione di quella casa fu grande». Parola del Signore

 

“OGNI ALBERO SI RICONOSCE DAL SUO FRUTTO”.

Molti, sia nella chiesa che fuori di essa, pretendono di essere cristiani. Come fare a riconoscere i veri dai falsi?

Gesù ci dà un criterio molto semplice: le opere indicano chi le fa. Non sono le foglie, le apparenze a volte belle e grandiose che determinano la bontà di una persona. Quante volte nella vita ti accorgi che l'apparenza nasconde una realtà ben diversa, che le parole non corrispondono ai fatti. Quindi le foglie, il tronco, non sono ancora il criterio per giudicare della bontà dell'albero; anche la sapienza umana, la capacità organizzativa, addirittura le esperienze mistiche, davanti al messaggio di Gesù possono essere apparenza, quello che determina la bontà o meno di una persona sono i frutti: le opere concrete che vengono compiute con il cuore a favore degli altri.

 

 

DOMENICA 12 SETTEMBRE: 24^ DOMENICA DEL TEMPO ORINARIO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: SS. Nome di Maria; San Silvino; San Defendente.

Una scheggia di preghiera:

 

CONFERMA, SIGNORE, LA MIA FEDE.

 

HANNO DETTO: Non si deve chiedere al sale di essere dolce. (proverbio del Camerun)

SAGGEZZA POPOLARE: Il tuo desiderio sia di vedere Iddio; Il tuo timore di perderlo; il tuo dolore di non possederlo; la tua gioia in quello che ti può a Lui condurre: e vivrai in pace. (Santa Teresa d'Avila)

UN ANEDDOTO: J. Addison per parlare dell'umorismo raccontava di quest'albero genealogico: La Verità generò il Buonsenso. Il Buonsenso generò lo Spirito, che sposò una parente di un ramo collaterale di nome Allegria, dalla quale ebbe un figlio: l'Umorismo, che è dunque il più giovane della famiglia.

PAROLA DI DIO: Is 50,5-9a; Sal 114; Gc 2,14-18; Mc 8,27-35

 

Vangelo Mc 8,27-35

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell'uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va' dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà». Parola del Signore

 

"CHI DICE LA GENTE CHE IO SIA?"

Siamo al centro del Vangelo di Marco e al centro della nostra fede cristiana.

"Chi è Gesù per me?" è la domanda alla quale ognuno di noi deve rispondere. La risposta può sembrare ovvia, ma non lo è affatto. Se ne volete una prova, provate a fare questa domanda a più persone, anche tra coloro che si dicono cristiani e poi confrontatene le risposte. "Gesù è un grande maestro di vita morale". "Anche se non fosse esistito il suo insegnamento è così universale da doversi confrontare con esso”. "E' uno dei più grandi personaggi storici che da quasi duemila anni ha condizionato pensiero e cultura. "E' un'invenzione dei preti: ci sono così poche prove storiche della sua esistenza...” "E' il mio tutto... (!?)"... Provate poi a chiedere tra "cristiani" quante persone hanno letto almeno una volta per intero uno dei quattro Vangeli e anche qui, se le risposte son sincere troverete delle sorprese. Ma, al di là di ciò che pensano gli altri: "Chi sei tu, Gesù, per me?"

 

 

LUNEDI’ 13 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Crisostomo; San Maurilio.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI, GESU', VIENI, E SPEZZA ANCORA IL PANE COME FACESTI UN DI'.

 

HANNO DETTO: Un'oncia di pace vale più di una libbra di vittoria. (San Roberto Bellarmino)

SAGGEZZA POPOLARE: Non si insegna a nuotare al pesce. (proverbio del Sud Africa)

UN ANEDDOTO: In una grande stazione di New York, una giovane donna che spinge una sedia a rotelle chiede a un facchino: "Per favore, potrebbe accompagnare mia madre al treno per Filadelfia? Ho ancora una commissione da fare". Il facchino acconsente e, mentre si sta aprendo un varco tra la folla, si accorge che l’anziana signora si asciuga le lacrime. "È sua figlia la signora che si sta allontanando?" – le chiede. "Sì… io sono malata, molto malata, e il medico mi ha fatto capire che avrò ancora molto da soffrire prima che la morte mi liberi. Nessuno mi può aiutare". "Sì, signora, Dio può aiutarla".  "Come potrei credere in un Dio che mi fa passare per tante sofferenze?" "Signora, Dio la ama. Ha mandato sulla terra il Suo Figlio Gesù Cristo che è morto per espiare i nostri peccati. Io accetto tutto come dalla mano di Dio. È Dio che guida la mia vita e vuole guidare anche la sua, ma ecco, sua figlia sta ritornando". "Come si chiama lei?" - chiede ancora la signora salendo in treno.  Ralston Young, facchino n° 42. Un anno dopo, il n°42 riceve questa lettera: “Mia madre è deceduta ieri. Mi ha incaricata di dirle che se n’è andata in pace, confidandosi in Dio. La famiglia le esprime la sua riconoscenza”. 

PAROLA DI DIO: 1Tm 2,1-8; Sal 27; Lc 7,1-10

 

Vangelo Lc 7,1-10

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafàrnao. Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che tu gli conceda quello che chiede – dicevano –, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga». Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito. Anch’io, infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». All’udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito. Parola del Signore

 

IO NON SONO DEGNO CHE TU ENTRI SOTTO IL MIO TETTO”

Noi non siamo degni che Gesù venga ad abitare in noi. Prima di tutto non siamo degni perché come può la nostra piccola umanità accogliere in sé stessa la divinità? Anche il più grande santo o il più grande mistico è indegna dimora del Dio Creatore, Salvatore, Onnipotente. Per un ebreo, entrare in casa di un pagano era contaminarsi; a noi, ad entrare in Comunione con Gesù, sembra quasi di contaminare Lui. Poi non siamo degni anche perché siamo peccatori, incapaci di vivere con equilibrio, con decisione, con costanza la sua parola, egoisti incapaci di amore… E allora?

Non andremo più a fare la Comunione, ci priveremo del pane del cammino per la nostra indegnità?

Ricordiamoci sempre che se noi siamo indegni e abbiamo quasi timore di accostarci a Gesù, è invece Lui che vuole venire a noi. La distanza tra noi e Lui non siamo noi a superarla, è Lui a venirci incontro, è Lui che ci chiede di fare memoria di quanto ha fatto per noi per entrare in comunione di salvezza con Lui. Ricevere il pane della vita significa infatti essere salvati senza alcun merito da parte nostra, ma unicamente attraverso la Grazia che ci viene donata. Ripetere la frase del centurione prima di accostarci all’Eucaristia, è allora constatare, con umiltà e quindi con verità che noi non solo non abbiamo nessun merito per ricevere Gesù, ma è anche riconoscenza assoluta per Colui che ci ama e ci salva “mentre siamo peccatori” e diventa anche il momento in cui, come il centurione, abbiamo il coraggio di chiedere e sul suo amore siamo anche certi che Lui in qualche modo ci ascolterà.

 

 

MARTEDI’ 14 SETTEMBRE: ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE

Tra i santi ricordati oggi: San Cornelio; Santa Placilla.

Una scheggia di preghiera:

 

TI SALUTO, O CROCE SANTA CHE PORTASTI IL SALVATOR. GLORIA, LODE, ONOR TI CANTA OGNI LINGUA ED OGNI CUOR.

 

HANNO DETTO: Più che alla magnificenza delle opere il Signore guarda all'amore con cui si fanno. (Santa Teresa d'Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: Per legare mille pezzi di legno basta una sola scorza. (proverbio dell'Etiopia)

UN ANEDDOTO: Un uomo andò da un sarto, molto rinomato nella sua città, e provò un abito. Stando davanti allo specchio vide che l’orlo era irregolare. Quasi timoroso di far brutta figura, l'uomo si decise a evidenziare che quell'abito non era regolare. Oh! - disse il sarto - non si preoccupi. Tenga giù la parte più corta con la sinistra, e nessuno se ne accorgerà. Mentre il cliente seguiva il consiglio, osservò che il risvolto della giacca si arrotolava invece di restare piatto. Questo? - disse il sarto. - Ma non è niente. Giri un po’ la testa e tenga giù il mento. Il cliente accondiscese, ma intanto osservò che il cavallo dei pantaloni era un po’ corto e stringeva un po’. Oh, non si preoccupi di questo, disse il sarto. - Tenga giù il cavallo con la destra, e sarà perfetto. Il cliente accettò e acquistò l’abito. Il giorno dopo indossò il nuovo vestito con tutte le alterazioni portate da mani e mento. Mentre passava per il parco con il mento che teneva giù il risvolto, una mano che tirava giù la giacca e l’altra il calzone, due vecchi smisero di giocare a scacchi per guardarlo mentre passava. Dio mio! -  disse il primo. - Guarda quel povero storpio! -L’altro rifletté un momento e poi sussurrò: – Si, è davvero storpio, ma… complimenti al sarto per essere riuscito a ricreargli addosso un vestito che gli si “conforma” così bene”!

PAROLA DI DIO: Nm 21,4b-9 opp. Fil 2,6-11; Sal 77; Gv 3,13-17

 

Vangelo Gv 3,13-17 

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio, infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui». Parola del Signore

 

“BISOGNA CHE SIA INNALZATO IL FIGLIO DELL’UOMO, PERCHE’ CHIUNQUE CREDE IN LUI ABBIA LA VITA ETERNA”.

Vi ripropongo in questa festa della esaltazione della croce una preghiera che avevo scritto alcun anni fa il Venerdì Santo: Non mi piacciono le croci! Ma guardando alla cattiveria che ha inventato un simile supplizio ripenso con dolore alle croci che noi uomini civili inventiamo ogni giorno. Le croci dell’ignoranza e del potere che  tengono legati e crocifissi migliaia di bambini resi schiavi, obbligati a lavorare anche sedici o diciotto ore al giorno per poco meno di un dollaro per la loro fame e quella della loro famiglia, penso alle donne crocifisse da ciò che hanno di più bello, la loro stessa femminilità, e costrette a non contare nulla, a tacere e soffrire, penso alla presunta saggezza civile che fa marcire innocenti in prigioni o che ha inventato modi detti “meno crudeli” per giustiziare un uomo, dopo magari averlo fatto aspettare per anni nel braccio della morte. Penso alle croci che la voglia di potere e di danaro di alcuni ha messo sulle spalle di altri, alla croce dell’assuefazione alla droga, alla violenza, al sesso rubato e profanato per tante bambine povere, alla morte silenziosa per avvelenamento causata dalla incuria di altri interessati solo a far soldi. E penso anche alle croci che ho costruito io, con il mio mettermi al centro del mondo, con il pensare di essere l’unico ad aver sempre ragione su tutto, alle croci che ho fatto pesare sulle spalle dei miei compagni di lavoro, mettendo sempre e solo in evidenze le loro mancanze, alle croci di sopportazione che ho fatto subire ai miei familiari quando davanti ad un loro errore ho voluto essere giudice insindacabile che punisce. Gesù, guardo alla tua croce e ti dico che non mi piacciono le croci, quelle della malattia, della solitudine, delle sofferenze, del non amore... Eppure, quante ce ne sono nel mondo! Tu sei riuscito a tramutare la tua croce in amore, io spesso bestemmio solo la croce senza riuscirci. Aiutami a guardare a te!

Ti hanno steso su quel letto di legno. Ti hanno inchiodato lì sopra. Avevano paura che fuggissi. E tu gridando per il dolore lo hai accettato. Gesù ti vedo inchiodato sulla croce come nel letto di quell’anziana che da tre anni non può più alzarsi e come è inchiodato suo marito che da tre anni con amore non abbandona quel letto, ti vedo sulla carrozzina, inchiodato a quelle due ruote come quel ragazzo nel pieno della sua giovinezza che sa che non potrà mai più né correre né camminare. Gesù la tua passione continua e, come ai piedi della croce leggo la tua passione negli occhi e nel cuore e nel corpo di tua madre, così la vedo continuare negli occhi, nel cuore e nel corpo di quella madre che ha portato il suo figlioletto in fin di vita all’ospedale e aspetta con ansia e tremore una risposta che si fa aspettare dai medici. Ma ti vedo anche solo, abbandonato. Dove sono le folle che solo pochi giorni fa gridavano: “Osanna”? dove sono i tuoi baldanzosi discepoli che promettevano di andare a morire con te? A parte Maria, Giovanni e quelle poche donne, ai piedi della tua croce non c’è nessuno. No, qualcuno c’è: la Chiesa dei giudei, ma sono lì solo per accertarsi che tu muoia davvero e la smetta di essere un fastidio per loro, per il loro perbenismo e per la loro religione ufficiale. Quante volte ti ho lasciato solo, quante volte davanti alla sofferenza ho preferito far finta di non vedere, nascondermi dietro i luoghi comuni, pensare che di sofferenza ce ne è già tanta nella vita senza aver bisogno di addossarsi anche quella degli altri. Signore, sei nudo su quella croce. Ti hanno voluto togliere anche la dignità di un po’ di pudore e penso ai nostri occhi indecenti che vogliono violare la dignità dell’uomo e della donna, e penso a quelle donne messe in vetrina o spogliate e violate nei giornali e nelle televisioni per soddisfare il gusto di una sessualità bacata, penso a quelle prostitute di cui noi ben pensanti ci scandalizziamo e vogliamo far piazza pulita, che venute per un sogno di libertà si sono trovate costrette a suon di botte e di violenze a questo mestiere che certamente non amano. Signore stai soffocando, il dolore, il tuo peso ti fanno mancare l’aria, ogni tuo respiro è un rantolo doloroso uguale al rantolo a volte protratto per giorni dei moribondi. Eppure, tu hai ancora la forza per parlare, per dirci qualcosa. Non sono le parole dell’eroe. Tu gridi anche il tuo dolore, tu senti la sofferenza sia fisica che morale e come uomo provi anche la presunta assenza di Dio al tuo soffrire, ma le tue parole sono soprattutto di donazione, di fiducia, di misericordia. Ti hanno spogliato e tu ti spogli anche di tua Madre, per donarcela. Ti abbiamo giudicato colpevole e reo di morte e Tu chiedi a tuo Padre di perdonarci. Quasi nessuno ti ha riconosciuto ed ha accettato il tuo invito alla salvezza e Tu assicuri ad un ladro, ad un crocifisso come te, il Paradiso. Anch’io, come te, davanti alla tua croce e alle croci del mondo e della mia vita, grido: “Dio dove sei?” ma poi continuo a guardate Te crocifisso e mi sembra di capire che Dio c’è in ogni prova in ogni lotta, in ogni dolore. Tu sei il crocifisso di sempre, tu stai patendo ogni nostro patimento, Tu redimi ogni nostra sofferenza, Tu sei il figlio di Dio morto e risorto in ogni momento, sei inchiodato alle nostre sofferenze per sempre ma sei anche il risorto che ha trasformato i segni del dolore in segni di vita che dura per sempre, che ha trasformato la vendetta in perdono. E allora ritrovo il bambino che spesso ho seppellito in me, mi alzo e mi butto tra quelle braccia aperte, inchiodate sulla croce, sicuro, nonostante la mia povertà di essere accolto, nella misericordia, e, nella fede di quell’abbraccio, riesco anch’io a balbettare: “Nelle tue mani, Signore affido il mio spirito”.

 

 

MERCOLEDI’ 15 SETTEMBRE: BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATA

Tra i santi ricordati oggi: San Nicomede; Sant’Emilio di Cordoba.

Una scheggia di preghiera:

 

CREDO ALL'AMORE CROCIFISSO.

 

HANNO DETTO: Non parlate d'amore a vostro fratello: amatelo. (Sant'Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Perché due cani si azzuffino, bisogna che qualcuno li abbia spinti a farlo. (proverbio del Congo)

UN ANEDDOTO: Il giovane chimico svedese, Svante August Arrhenius, nel 1884, sostenne che gli ioni erano degli atomi dotati di carica, (positiva e negativa, cationi e anioni). Espose le sue idee nella tesi di laurea, ma il concetto stesso di un atomo dotato di carica elettrica apparve talmente rivoluzionario, che il Collegio degli esaminatori decisero di promuoverlo soltanto con il minimo dei voti, quasi disprezzando il lavoro e gli sforzi compiuti dal giovane chimico. Sul finire del secolo fu scoperto l’elettrone e improvvisamente la teoria di Arrhenius fu rivalutata, tanto che, nel 1903, gli fu assegnato il premio Nobel per la chimica per quella stessa tesi considerata ridicola diciannove anni prima.

Allo stesso modo oggi gli uomini ti considerano ridicolo o pazzo semplicemente perché proclami l'evangelo di Cristo senza perdere tempo nelle cose vane di questa vita. Ma arriverà il tempo in cui molti si dovranno ricredere e darti la giusta valutazione per quello che sei e quello che vali. Insisti nel Signore e vedrai la Sua gloria.

PAROLA DI DIO: Eb 5,7-9; Sal 30; Gv 19,25-27 opp. Lc 2,33-35

 

Vangelo Gv 19,25-27 

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.  Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Parola del Signore

 

STAVANO PRESSO LA CROCE DI GESÙ SUA MADRE, LA SORELLA DI SUA MADRE, MARIA MADRE DI CLÈOPA E MARIA DI MÀGDALA.”.

Poco per volta si è fatto il vuoto i miracolati, ricevuta la grazia se ne sono andati a casa; i curiosi, ormai hanno visto come è andata a finire, gli Apostoli si sono dispersi e rintanati per paura; restano la Madre, la sorella della Madre, una peccatrice perdonata e un discepolo ancora ragazzo. È la solitudine appena lenita da chi veramente sa amare, perché quei quattro sanno amare veramente e ti ringrazio, o Signore, perché insieme a Tua Madre, tra chi sa amare sul serio hai voluto una peccatrice. Amare come tua Madre non ne sono capace, insegnami almeno ad amare come la Maddalena.

 

 

GIOVEDI’ 16 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Cipriano; Sant’Eufemia.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE TI MI SCRUTI E MI CONOSCI: SAI LA MIA TOTALE MISERIA.

 

HANNO DETTO: La mortificazione! ...Ohi vedi, mezzi non ne mancano. Il caldo, il freddo, le malattie, le cose, le persone, gli avvenimenti... ce ne sono di mezzi per vivere mortificati! (San Giovanni Bosco)

SAGGEZZA POPOLARE: Popolo senza educazione è come cibo senza sale. (proverbio dell'Etiopia)

UN ANEDDOTO: «Un bel giorno Maria, moglie di Francesco, mise un fiore sul davanzale della finestra, un fiore fresco e dai colori vivaci. Voleva che Francesco tornando a casa vedesse il fiore, lo ammirasse, si sentisse contento vedendo che Maria lo amava. Era un gesto di amore. Quando Francesco rincasò dal lavoro vide il fiore e capì quello che voleva dire. Corse da Maria, la baciò e le disse: «Grazie Maria, sei un tesoro». Molta gente tornando dal lavoro passò sotto quella finestra, vide il fiore e non pensò a niente. Neppure avrebbero potuto farlo. Il fiore era solo per Francesco.

PAROLA DI DIO: 1Tm 4,12-16; Sal 110; Lc 7,36-50

 

Vangelo Lc 7,36-50 

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!». Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro, dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!». Parola del Signore

 

SONO PERDONATI I SUOI MOLTI PECCATI, PERCHÉ HA MOLTO AMATO”.

Quando prendiamo coscienza del nostro peccato e della nostra miseria ci rendiamo conto di non avere motivi da accampare per ottenere la misericordia di Dio. Quando, poi, ci sentiamo talmente lontani da Lui ci sembra che neanche il suo amore possa raggiungerci. Ma Gesù, che conosce le persone non per quello che appaiono ma per il loro cuore, riesce sempre a trovare motivi perché la sua misericordia possa manifestarsi. La donna del Vangelo di oggi era stata etichettata: “è una prostituta”, una pubblica peccatrice. Ma per Gesù conta la persona. Anche Gesù non dice che questa donna non ha peccato, anzi le ricorda che i suoi peccati sono molti, ma nello stesso tempo riesce a vedere in lei il suo molto amore. Come guardo il mio prossimo? Vado avanti con schemi, stereotipi, giudizi preconfezionati? Sono capace di vedere il bene negli altri? Riesco, almeno qualche volta, a far a meno delle etichette? Mi metto anch’io con onestà e umiltà nella schiera di coloro che se vogliono essere perdonati devono molto amare?

 

 

VENERDI’ 17 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Roberto Bellarmino; Santa Arianna, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, SIGNORE, AMI TUTTI E CIASCUNO.

 

HANNO DETTO: Non piangete la mia assenza. Sentitemi vicino e parlatemi ancora, io vi amerò dal cielo come vi ho amato in terra. (Sant'Ambrogio)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando il dito non sa dove andare, si ficca nel naso. (proverbio della Costa d'Avorio)

UN ANEDDOTO: A tutti voi desidero raccontare una storia. La storia di un bambino al quale dissero un giorno, per farne un uomo: “Da questo momento sappi che il vento non porta più i tuoi pensieri, le stelle non ascoltano più i tuoi desideri, le bacchette magiche e le lampade stregate sono truffe da mercatino e i colori sono solo riflessi della luce. Cammina sulla tua strada senza cantare, che il fiato ti occorrerà per scalare le montagne; non ascoltare il tuo cuore, perché distratto e affaticato può perdere la via; quando guardi l’alba non sperare che il sole sorga per te perché è solo un astro che obbedisce alle leggi della natura”. Quel bambino ascoltò fino in fondo, poi, come Peter Pan fece un balzo e volò via. Nessuno sa più dove trovarlo, ma a me è parso di riconoscerlo negli occhi di tanti Adulti quando, per un attimo, si concedono il volo e vanno a rincontrare il loro piccolo segreto.

PAROLA DI DIO: 1Tm 6,2c-12; Sal 48; Lc 8,1-3

 

Vangelo Lc 8,1-3

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demoni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni. Parola del Signore

 

"C'ERANO CON LUI I DODICI E ALCUNE DONNE… CHE LI SERVIVANO CON I LORO BENI".

Il problema femminile oggi ha fatto grandi passi (o, almeno, così si pensa). Ma credo che la mentalità nei confronti della donna stenti ancora molto sia nel mondo civile che in quello religioso ed anche che un certo modo di rivendicazione di diritti da parte di certi gruppi femministi non sia poi una vera liberazione se consiste nel permettere alla donna solo di caricarsi delle catene dell’uomo.

Gesù, con buon scandalo dei benpensanti di allora, in una mentalità difficile per il popolo ebraico, gioiva della presenza, dell’aiuto di alcune donne. Ancora una volta ci accorgiamo che Gesù non guarda tanto ai ruoli prefissati dal costume, ma al cuore che con le sensibilità diverse dell’uomo o della donna, vuol però seguire e amare il suo insegnamento.

Anche Maria, la Madre di Gesù non ha fatto campagne in favore della donna, ha fatto la donna in modo pieno e totale. Insegni Lei a uomini e donne il rispetto e la valorizzazione vicendevole.

 

 

SABATO 18 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Lamberto; San Giovanni Macias.

Una scheggia di preghiera:

 

“AVVENGA DI ME SECONDO LA TUA PAROLA”.

 

HANNO DETTO: Non posso temere lo sguardo di Colui che mi ha amato di sommo amore. (San Bernardo)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando il gatto è sazio dice che il sedere del topo puzza. (proverbio del Camerun)

UN ANEDDOTO: Non c'è animale più stupido della marmotta, disse l'etologo, sta ferma ore ed ore a contemplare il sole. Non c'è animale più stupido dell'etologo, disse la marmotta, sta fermo ore ed ore a contemplare me.

PAROLA DI DIO: 1Tm 6,13-16; Sal 99; Lc 8,4-15

 

Vangelo Lc 8,4-15

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: «Il seminatore uscì a seminare il suo seme. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono. Un’altra parte cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità. Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». I suoi discepoli lo interrogavano sul significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole, affinché vedendo non vedano e ascoltando non comprendano. Il significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la Parola con gioia, ma non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova vengono meno. Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione. Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza. Parola del Signore

 

“QUELLO SUL TERRENO BUONO SONO COLORO CHE, DOPO AVER ASCOLTATO LA PAROLA CON CUORE INTEGRO E BUONO, LA CUSTODISCONO E PRODUCONO FRUTTO CON PERSEVERANZA.”

Proviamo a comprendere il senso della parabola che abbiamo letto oggi. È Gesù quel “chicco di frumento che viene gettato in terra”, e questo seme è stato seminato abbondantemente lungo tutta la storia, quel seme è buttato in tutti i terreni. Anche oggi posso incontrare Gesù in mille modi: adesso, leggendo e meditando la sua parola, nei Sacramenti, e nella preghiera, negli avvenimenti della mia giornata, nelle persone familiari o casuali che incontro, nella natura… si tratta solo di accoglierlo, si tratta, in fondo, di non essere un terreno già occupato come sono i primi terreni della parabola (uno occupato dalla strada, l’altro dalle spine, l’altro dalle pietre), un terreno occupato da noi stessi, dalle nostre abitudini, dalle religiosità “tutto compreso”, da quello che noi ci ostiniamo a chiamare buonsenso. Essere buon terreno, in fondo, non è neanche fare chissà che, credere che tutto dipenda da noi e dalle nostre scelte, è accogliere la Parola sgombri, sicuri della forza di questa Parola, disponibili a ricevere ciò che il seme ci porta e a dare ciò che serve al seme perché questo possa crescere.

Non è la terra che stabilisce se il seme debba essere di grano o di orzo, non è la terra che decide né la stagione della semina, né quella della mietitura… il terreno buono lascia fare, fiducioso, al seme; l’unica sua prerogativa è di essere sgombro, magari anche arato (ferito) per poterlo accogliere.

 

 

DOMENICA 19 SETTEMBRE: 25^ DOMENICA DEL TEMPO ORINARIO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: San Gennaro; Sant’Abbone di Metz.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', NEL FRATELLO, SEI SEMPRE CON ME.

 

HANNO DETTO: Quello che tu hai portato impresso nel cuore in vita, è impossibile che sta cancellato in morte. (Sant'Angela da Foligno)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando il leone invecchia persino le mosche lo attaccano. (proverbio della Tanzania)

UN ANEDDOTO: Nel IX secolo, papa Niccolò I decretò che su ogni campanile fosse issata una banderuola a forma di galletto, per ricordare a tutti i fedeli che Pietro aveva rinnegato Gesù tre volte prima che il gallo cantasse, e per evitare quindi che commettessero lo stesso peccato.

PAROLA DI DIO: Sap 2,12 .17-20; Sal 53; Gc 3,16 – 4,3; Mc 9,30-37

 

Vangelo Mc 9,30-37

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafarnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. Sedutosi, chiamò Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato». Parola del Signore

 

“SE UNO VUOL ESSERE IL PRIMO SIA L'ULTIMO   DI TUTTI E IL SERVITORE DI TUTTI”.

Ogni uomo considera sé stesso come il centro di tutti e di tutto. Se si parte da questo principio, il criterio che regola i rapporti dell'uomo con il "resto" è quello dell'utilità e del profitto: a che cosa mi serve e che vantaggio ne traggo, in che modo mi posso innalzare e primeggiare sugli altri? in un tipo di società simile è indispensabile che ci siano divisioni e gerarchie ben precise: bisogna che ci sia l'inferiore perché ci sia il superiore, l'oppresso perché ci sia il libero, il povero perché ci sia il ricco, lo stupido perché ci sia l'intelligente...in fondo, senza valli e senza abissi non ci sono monti e cime!

il Regno di Dio è il capovolgimento di questo: l'altro non mezzo o strumento ma è fine; l'altro è un valore in sé, che io devo promuovere, servire, far crescere nel suo valore. Questo rompe i miei progetti, i miei interessi anche sacrosanti: per l'altro occorre che io sappia interrompere il viaggio, dare e perderci tempo come il Samaritano della parabola... Dare e perdere infine anche se stessi, come Cristo, accettando di mettere tutto ciò che è nostro e noi stessi ai piedi dell'altro.

 

 

LUNEDI’ 20 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Andrea Kim, Paolo Chong e compagni; Santa Susanna.

Una scheggia di preghiera:

 

IL SIGNORE È LA LUCE CHE VINCE LA NOTTE.

 

HANNO DETTO: Quale amore potete avere per Cristo, quando temete di andare da Colui che dite di amare? O miei fratelli, come non ci vergogniamo di dirgli che lo amiamo, mentre temiamo che Egli venga? " (Sant'Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando il vicino ha sbagliato, tu alzi il dito, ma quando sei tu ad aver sbagliato, ti nascondi. (proverbio del Congo)

UN ANEDDOTO: Con arguzia scriveva Albert Einstein: «Se la mia teoria della relatività si dimostrerà corretta, la Germania mi rivendicherà come tedesco e la Francia dichiarerà che sono un cittadino del mondo. Se la mia teoria si dimostrerà falsa, la Francia dirà che sono tedesco e la Germania dichiarerà che sono un ebreo.»

PAROLA DI DIO: Esd 1,1-6; Sal 125; Lc 8,16-18

 

Vangelo Lc 8,16-18

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce. Fate attenzione, dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere». Parola del Signore

 

"NON C’È NULLA DI SEGRETO CHE NON SIA MANIFESTATO, NULLA DI NASCOSTO CHE NON SIA CONOSCIUTO E VENGA IN PIENA LUCE.".

I Vangeli sono pieni di parole di Gesù che invitano alla chiarezza, alla limpidezza, alla trasparenza.

La nostra fede è luce e la luce illumina, non nasconde. Gesù è venuto sulla terra per mostrarci il volto di Dio e non per nasconderlo. La fede che Gesù richiede da noi non è una fede da 'iniziati', è la fede dei semplici che, con tutti i loro limiti, si affidano; la preghiera non è la successione di formule magiche che armonizzate secondo un determinato rituale danno un potere, è il rapporto che ciascuno può avere con il suo Dio; la Bibbia, la Parola di Dio non sono un libro chiuso, riservato ad una casta sacerdotale che ha doni particolari per interpretare, per manifestare e nascondere, è il libro della storia di amore tra Dio e il suo popolo. Quanto sono assurde le 'religioni' che rifacendosi a Gesù sono 'religioni per iniziati', piene di ritualismi, di simbolismi e formulari (che sono veri e propri paganesimi), di caste dotate o meno di poteri. E quanto è assurdo che cristiani, "per rispettare la Bibbia" l'abbiano tenuta nascosta al popolo cui è indirizzata. Quanto è assurdo pregare in lingue sconosciute alle masse solo per attorniare maggiormente di un alone di mistero la religione e renderla quindi più potente perché fondata sulla paura e quanto è per lo meno strano ricorrere a formulari specifici per ottenere benedizioni e per cacciare diavoli. E' vero, Dio è mistero, è più grande di noi; noi non comprendiamo tutto di Lui, della sua volontà, delle leggi della sua natura, ma Gesù è la luce che illumina ogni uomo: la luce e le ombre che ne derivano ci danno l'immagine nella sua totalità.

 

 

MARTEDI’ 21 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Matteo; San Gerolfo.

Una scheggia di preghiera:

 

SE TU GUARDI LE COLPE, SIGNORE, CHI RESISTERA'; MA TU SEI MISERICORDIA E PERDONO.

 

HANNO DETTO: Non ti disgusti il nome della morte, ti allietino invece i benefici di un transito felice. In realtà la morte è la sepoltura dei vizi e la resurrezione delle virtù. (Sant'Ambrogio)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando la lisca del pesce è entrata fra i molari, la lingua non conosce riposo. (proverbio del Congo)

UN ANEDDOTO: Un ragazzo delle Marche, Marco di 13 anni, era lo zimbello di tutti; solo il nonno gli voleva bene. Quando il nonno morì, dopo sei mesi egli si impiccò in cantina. Non aveva più nessuno che gli dicesse parole buone.

PAROLA DI DIO: Ef 4,1-7.11-13; Sal 18; Mt 9,9-13

 

Vangelo Mt 9,9-13 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre andava via, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori». Parola del Signore

 

“ANDATE DUNQUE E IMPARATE CHE COSA SIGNIFICHI: MISERICORDIA IO VOGLIO E NON SACRIFICIO. INFATTI, NON SONO VENUTO A CHIAMARE I GIUSTI, MA I PECCATORI”. 

I “buoni”, i “religiosi” spesso pensano di avere l’esclusiva di Dio e di Gesù e gli fanno dire ciò che vogliono. Gesù, invece, dice di non essere venuto per gli “autosufficienti”, per coloro che pensano già di possederlo o per coloro che non ne sentono il bisogno. Gesù e venuto per chi Io desidera, per chi sa di non farcela da solo, per chi ha l’umiltà di guardare a Dio cercandolo così come Egli è, e non secondo l’idea preconcetta che si ha di Lui. Ho bisogno di Dio?

Mi sento piccolo e peccatore nei suoi confronti?

Penso davvero di aver bisogno di Lui per essere salvato?

Se rispondiamo affermativamente a queste domande, allora Gesù è venuto proprio per noi.

 

 

MERCOLEDI’ 22 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Maurizio; San Costanzo; Sant’Ignazio da Santhià.

Una scheggia di preghiera:

 

SENZA DI TE, SIGNORE, SIAMO NULLA.

 

HANNO DETTO: "Assicura, mi diceva Gesù che a chi ascolta devotamente la S. Messa, io manderò negli ultimi istanti della sua vita tanti dei miei Santi per confortarlo e proteggerlo quante saranno state le Sante Messe da lui bene ascoltate" (Santa Gertrude)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando parli, parla a chi capisce. (proverbio del Senegal)

UN ANEDDOTO: Quando il buon Dio decise di creare il mondo tutte le lettere dell’alfabeto si offrirono per essere adoperate in questa grandiosa opera. La lettera A disse: “Io sono l’iniziale di amore, prendi me per creare il mondo, che cosa c’è di più bello dell’amore?” Dio ci rifletté un momento, poi rispose: “E’ vero, però sei anche l’iniziale di arma, non sei adatta”. Venne la volta della lettera B: “Io sono l’iniziale di bontà”. “Ma sei anche l’iniziale di bomba”. C come carezza, ma anche come calunnia. D dolcezza, ma anche danno. T tenerezza o tradimento. Nessuna parola era buona in assoluto. Ogni parola aveva un aspetto positivo ed uno negativo, quindi la parola è sempre un’arma a doppio taglio.

PAROLA DI DIO: Esd 9,5-9; Cant. Tb 13; Lc 9,1-6

 

Vangelo Lc 9,1-6

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro». Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni. Parola del Signore

 

“DIEDE LORO POTERE E AUTORITÀ SU TUTTI I DEMONI E DI CURARE LE MALATTIE. E LI MANDÒ AD ANNUNZIARE IL REGNO”.

Già tra gli apostoli c’era la mentalità del potere: “Chi siederà alla tua destra o alla tua sinistra?”

Oggi, poi, in questo mondo di “rampanti”, la caccia al potere è spietata e anche certi uomini di Chiesa che scimmiottano il mondo si vendono ad esso per ottenere “potere”.

Ma quale potere ha dato Gesù ai suoi apostoli? Il brano di oggi ci parla di tre poteri:

1) Annunziare il Regno; 2) potere sui demoni; 3) potere sulle malattie. Riprendiamoli. Il cristiano ha l’autorità di Dio nell’annunziare il Regno di Gesù, nel dire a parole e con la vita il Vangelo. Questo è compito di tutti, non solo dei preti. Ma per annunciare bisogna anche partire, andare, non starsene chiusi. Il potere sui demoni e la guarigione degli infermi è un altro potere reale che Gesù affida a noi, non tanto nel senso di essere esorcisti o guaritori, quanto nel combattere con tutte le nostre forze e soprattutto con la forza di Dio ogni forma di male. E il male lo si contrasta con il bene, con la condivisione delle sofferenze degli altri, con la carità concreta. Gesù lo dirà ancora più chiaramente nell’Ultima Cena: l’unico vero potere che ci è dato è quello di servire Dio e gli uomini.

 

 

GIOVEDI’ 23 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Pio da Pietrelcina; San Lino.

Una scheggia di preghiera:

 

DI TE, SIGNORE, HA SETE L'ANIMA MIA.

 

HANNO DETTO: Cattiva economia del tempo! Cattiva economia del tempo! Se veramente pensassimo al valore infinito della Messa, come ringrazieremmo il Signore per così grande dono. (San Giuseppe Cottolengo)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando si dà troppa confidenza si finisce per farsi disprezzare. (proverbio dello Zimbabwe)

UN ANEDDOTO: Un giorno ho trovato scritto su un calendario queste parole: «Il mondo è di chi lo ama e sa meglio dargliene la prova». Quanto sono vere queste parole! Nel cuore di ogni persona c’è un’infinita sete d’amore e noi, con quell’amore che Dio ha effuso nei nostri cuori, possiamo saziarla.” (François Xavier Nguyen van Thuân)

PAROLA DI DIO: Ag 1,1-8; Sal 149; Lc 9,7-9

 

Vangelo Lc 9,7-9

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo. Parola del Signore

 

“E CERCAVA DI VEDERLO”

Erode è morto molti anni fa ma molti, oggi, davanti al religioso, si comportano esattamente come Lui. C’è molta curiosità: i giornali e le televisioni danno spazio a notizie religiose ma molto spesso a quelle esteriori: fanno notizia veri o supposti miracoli, gli esorcisti, il comportamento dei preti, le sette più fantastiche... ma tutto si ferma alla superficie. Nei vari salotti televisivi si parla di fede, si fanno statistiche, si discute, magari accapigliandosi, di religione, di cristiani di sinistra o di destra, di vescovi conservatori o aperti ad ogni innovazione, si batte magari anche cassa per questa o quella iniziativa ma il tutto in maniera asettica, senza alcun coinvolgimento, e quando raramente qualcuno ha il coraggio di professare la fede o di richiedere atti di fede lo si guarda come ad una mosca bianca e si cerca subito il modo di zittirlo o di attutirne l’impatto con argomenti frivoli. Non c’è da stupirsi se questi vari Erode al momento buono arriveranno a condannare Gesù.

 

 

VENERDI’ 24 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Stefania, San Gerardo di Casnad.

Una scheggia di preghiera: 

 

TU GESÙ, SEI IL CRISTO DI DIO.

 

HANNO DETTO: Tutte le opere buone unite assieme non valgono il Santo Sacrificio della Santa Messa, perché quelle sono le opere dell'uomo, mentre la S. Messa è opera di Dio. (Santo Curato D'Ars)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando si è caduti nel fango non si nega di essersi sporcati. (proverbio del Congo)

UN ANEDDOTO: Diceva San Giovanni Bosco: S. Filippo Neri era solito dire ai giovani che frequentavano i suoi Oratori: "State fermi se potete! E se non potete, gridate, saltate, purché non facciate peccati". Anch'io, in qualche ora della giornata, esigo il silenzio, ma non bado poi a certe piccole trasgressioni cagionate dall'irriflessione; del resto, lascio ai miei figli la libertà di gridare e cantare. Dio lo s’incontra nella serenità nella gioia.

PAROLA DI DIO: Ag 1,15b – 2,9; Sal 42; Lc 9,18-22

 

Vangelo Lc 9,18-22

Dal vangelo secondo Luca

Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Parola del Signore

 

"MA VOI CHI DITE CHE IO SIA?".

Gesù da buon Maestro fa fare ai discepoli e anche a noi un cammino graduale. Dopo averci fatto stare in sua compagnia per una esperienza diretta di Lui, parte da lontano: "Chi sono io, secondo la gente?". Ed ecco le risposte dei ragionamenti umani, delle interpretazioni, delle letture storiche degli eventi o anche il semplice riferire dei 'si dice': "Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto". Ma ecco il passo successivo, la domanda diretta: "Voi, chi dite che io sia?".

Qui non si può scappare, la risposta non è quella degli altri, è la tua, ed anche qui o fai ricorso al pensiero umano o direttamente invochi la Sapienza di Dio. E Pietro, che per risposte umane è un esperto, per una volta tanto lascia parlare lo Spirito Santo che è in lui e ci azzecca in pieno. Gesù, davanti a quella domanda, lo sai, mi trovo con tutti i miei limiti. Ho provato a risponderti con la mia intelligenza di uomo che stenta a capire come un Dio possa essersi incarnato. Ho provato a risponderti con le filosofie, e, che pasticci! Da chi fa di te un mito, a chi vede in te solo un grande pensatore, a chi mette in dubbio la tua esistenza fisica facendoti solo essere un pensiero collettivo. Ho provato a risponderti con i teologi: stanno bene anche loro nel far pasticci e nel riempirsi la bocca di parolone. Tra la teologia dell'incarnazione, della redenzione, della liberazione e chi più ne ha più ne metta, sei diventato un Dio alchimista, e io ti ho perso di vista. Oggi voglio far tacere tutte queste voci, voglio affidarmi al tuo Spirito e anche se so che poi ricomincerò ad arzigogolare sul senso della vita e su di te, ti dico anch'io, cercando di avere lo stesso entusiasmo di Pietro: "Tu sei il Cristo di Dio".

 

 

SABATO 25 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Teresa Coudrec; San Domenico in Soriano.

Una scheggia di preghiera:

 

O DIO DI TE MI FIDO, A TE MI AFFIDO.

 

HANNO DETTO: Se tu lavori con buona intenzione, tu preghi con l'azione. Per questo è detto: non cessa di pregare chi non cessa di ben fare. (San Bernardino da Siena)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando un uomo libero viene legato con una corda, prima o poi, la spezza. (proverbio del Congo)

UN ANEDDOTO: Una donna cuoceva del pane per i suoi familiari, e ne lasciava uno in più sul davanzale della finestra, per qualunque persona affamata che fosse passata di lì. Ogni giorno un gobbo passava a prenderlo e, invece di esprimere gratitudine, mentre se ne andava, pronunciava queste parole: "Il male che fai resta con te, il bene che fai ritorna indietro". Questo andava avanti giorno dopo giorno. A un certo punto la donna si arrabbiò: "Neanche una parola di gratitudine" si disse. "ogni giorno il gobbo ripete questo ritornello! Ma che significa?" Un giorno, esasperata, decise di farla finita con lui. "Debbo liberarmi di questo gobbo" si disse. E cosa fece? Aggiunse del veleno al pane che aveva preparato per lui. Mentre stava per metterlo sul davanzale della finestra, però, le sue mani tremavano. "cosa sto facendo?" si chiese. Subito buttò nel fuoco quel pane ne preparò un altro e lasciò sul davanzale. Come sempre arrivò il gobbo, prese il pane e pronunciò le solite parole: "Il male che fai resta con te, il bene che fai ritorna indietro. " Il gobbo proseguì per la sua strada, inconsapevole della rabbia che cresceva nel cuore della donna. Ogni giorno, quando la donna metteva il pane sul davanzale, pregava per il figlio che era andato lontano a cercare fortuna, perché tornasse sano e salvo, visto che da mesi non aveva sue notizie. Quella sera sentì bussare alla porta. Quando l'aprì, con sorpresa si trovò di fronte il figlio. Era diventato magro e sottile suoi vestiti erano strappati e sbrindellati. Era affamato e debole. Quando vide la madre disse: "Mamma è un miracolo che io sia qui. Mentre ero a poche miglia da qui ero così affamato che sono svenuto. Avrei potuto morire, ma passò di lì un vecchio gobbo. Io gli chiesi un po' di cibo, ed egli fu così gentile da darmi un intero filone di pane, dicendomi: "questo è quello che mangio ogni giorno: oggi lo do a te, perché ne hai più bisogno di me." Sentendo queste parole, la madre impallidì, e si appoggiò alla porta per sorreggersi, ricordandosi del pane avvelenato che aveva fatto quella mattina. Se non l'avesse buttato nel fuoco, sarebbe stato mangiato dal figlio, e lui sarebbe morto. Allora capì il significato delle parole "il male che fai resta con te, il bene che fai torna indietro".

PAROLA DI DIO: Zc 2,5-9.14-15a; Cant. Ger 31,10-12b.13; Lc 9,43b-45

 

Vangelo Lc 9,44-45

Dal vangelo secondo Luca

In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento. Parola del Signore

 

ESSI PERÒ NON CAPIVANO QUESTE PAROLE: RESTAVANO PER LORO COSÌ MISTERIOSE CHE NON NE COGLIEVANO IL SENSO, E AVEVANO TIMORE DI INTERROGARLO SU QUESTO ARGOMENTO.

Ripartiamo dalla riflessione di ieri: Ci siamo lasciati guidare dallo Spirito, abbiamo rinunciato ai nostri tentativi di risposte umane, siamo riusciti a dire con entusiasmo: "Tu sei il Cristo di Dio", e adesso, assaporando queste parole di fede cominciamo a mettere i contorni a Cristo: deve essere così e cosà, ci dà questa e quest'altra possibilità… Ed ecco che arriva la doccia gelata: "Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell'uomo sta per essere consegnato in mano degli uomini". Come sarebbe a dire: Il mio Messia potente è un perdente. Il Figlio di Dio finisce nell'umiliazione. Al posto del trono una croce, al posto della corona regale una corona di spine… Non ne capisco più nulla, meglio neanche parlarne. Come li capisco questi apostoli!

La croce non è facile da digerire per nessuno. Pensare ad un Dio potente che aveva mille modi per salvarci e che va scegliere la morte in croce di suo Figlio. Insomma, a quel Dio, se proprio ci tiene, qualche bel suggerimento lo possiamo dare noi!

E qui mi fermo, perché mi accorgo che comincia a parlare di nuovo la mia piccola ma orgogliosa sapienza umana che vuole spiegarsi tutto per idee precise e distinte e che arriva nella sua supponenza a dar consigli a Dio. Ci vuole ancora più Spirito Santo, più Sapienza di Dio per accettare il Messia della Croce che per accettare l'uomo Dio. Ancora una volta è solo entrando in una mentalità di amore e non di calcolo che riesci a vedere la sua e le tue croci come un atto di amore.

 

 

DOMENICA 26 SETTEMBRE: 26^ DOMENICA DEL TEMPO ORINARIO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Santi Cosma e Damiano; Sant’Eusebio di Verona.

Una scheggia di preghiera:

 

PURIFICACI, O SIGNORE...

 

HANNO DETTO: La salvaguardia più sicura contro l'ira è il tardare dl sfogarla. (San Giovanni Bosco)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando giunge il tempo del raccolto, il pigro comincia a riflettere. (proverbio del Congo)

UN ANEDDOTO: Chiesero a Talete quale fosse la cosa più antica del mondo. Rispose: “Dio perché non ha principio”. “E la più bella?” “Il mondo che è opera di Dio”. “E la più leggera?” “L'intelligenza che in un solo attimo può percorrere tutto l'universo”. “E la più forte?” “Il bisogno”. “E la più saggia?” “Il tempo che fa dimenticare ogni cosa”

PAROLA DI DIO: Nm 11,25-29; Sal 18; Gc 5,1-6; Mc 9,38-43.45.47-48

 

Vangelo Mc 9,38-43.45.47-48

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi. Chiunque, infatti vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geenna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue». Parola del Signore

 

“SE LA TUA MANO TI È MOTIVO DI SCANDALO, TAGLIALA...”

“Tagliala, taglialo, cavalo...”. L’atteggiamento che Gesù domanda ai suoi non è tanto masochismo, inumanità, si può sintetizzare in una parola: risolutezza. Non verso gli altri (lì valgono la pazienza, il perdono, il dialogo...), ma verso sé stessi. Già, perché l’uomo può essere di scandalo a sé stesso. Tutto ciò che ci “scandalizza”, cioè ti è di inciampo nell’amore vero, va eliminato senza tentennamenti, senza facili scuse. S. Giovanni della Croce gli farà eco affermando: “Che importa che l’uccello sia legato a un filo o a una corda! Per quanto sottile sia il filo, l’uccello resterà legato come alla corda, finché non riuscirà a strapparlo per volare. Lo stesso vale per l’anima legata a qualche cosa: nonostante tutte le sue virtù non perverrà mai alla libertà dell’unione con Dio”. Quanti fili da tagliare (con l’aiuto dello Spirito, per fortuna), tra questi anche molti desideri, perché rinunciare veramente ad una cosa vuol dire rinunciare a desiderarla.

 

 

LUNEDI’ 27 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Vincenzo de Paoli; Sant’Adolfo.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, O SIGNORE, DI VEDERE IL BENE CHE C'E' IN OGNI FRATELLO

 

HANNO DETTO: La superbia mi toglie a Dio, l'invidia al prossimo e l'ira a me stesso. (Sant'Ugo di San Vittore)

SAGGEZZA POPOLARE: Saper nuotare e andare a cavallo è bene, ma conoscere sé stessi è meglio. (proverbio della Costa d'Avorio)

UN ANEDDOTO: Diogene, il famoso e originale filosofo greco, piantò un giorno nella piazza principale di Atene una baracca, con questa scritta: “Qui si vende la sapienza”. I passanti guardavano e, ridendo, tiravano dritto, ma un allegro signore diede al suo servo tre monete, dicendogli: Vammi a comprare un po’ di sapienza. Vediamo quanta te ne dà Diogene con tre monete. Il servo ubbidì. Diogene, prese le tre monete, sentenziò: Ripeti tre volte al tuo padrone questa massima: In tutto quel che fai, pensa al fine! Questa sapiente risposta piacque tanto a quel signore, che la fece scolpire sull’architrave della sua casa.

PAROLA DI DIO: Zc 8,1-8; Sal 101; Lc 9,46-50

 

Vangelo Lc 9,46-50

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi, infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande». Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi». Parola del Signore

 

MAESTRO, ABBIAMO VISTO UNO CHE SCACCIAVA DEMÒNI NEL TUO NOME E GLIELO ABBIAMO IMPEDITO, PERCHÉ NON TI SEGUE INSIEME CON NOI.”

Non per niente Giovanni e suo fratello avevano il soprannome di “figli del tuono” dovuto alla loro impetuosità. Qui Giovanni vuol difendere il gruppo degli apostoli, vuole, in nome dell’ortodossia, allontanare chi non la pensa come Lui, o forse è anche un po’ geloso di vedere persone non appartenenti al gruppo dei dodici fare miracoli che magari a loro non riuscivano. Il rischio di fare come voleva fare Giovanni è ancora presente oggi, infatti siamo ancora molto lontani dalla mentalità di Gesù. Noi viaggiamo ancora per etichette. Nel nostro mondo religioso i muri stentano a cadere. La storia, le interpretazioni arbitrarie, spesso dettate da motivi tutt’altro che religiosi, hanno fatto sì che si manifestasse la piaga delle divisioni: persone che si dicono credenti in Cristo e si fanno la lotta tra loro. Pensiamo poi a un’altra fonte di divisione: cattolici che si osteggiano perché appartengono a gruppi diversi. Gesù è venuto per unire. Gesù vuol fare un sol gregge sotto un solo pastore. Gesù ci dà il metro per imparare a leggere l’unità e a cercarla: tutto ciò che concorre al bene del prossimo, tutto ciò che sfocia in opere di fede e di carità è positivo. Dovremmo davvero imparare a leggere in positivo e il positivo!

Anche nelle nostre famiglie, se invece di accanirci e farci sangue gramo per le diversità, sapessimo vedere quanto di buono ci è dato e c’è nell’altro, quanta più tolleranza, quante discordie superate!

 

 

MARTEDI’ 28 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Venceslao; San Lorenzo Ruiz e compagni.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, O SIGNORE, DECISIONE E COERENZA.

 

HANNO DETTO: Non si può fare del bene stando col muso, con la malinconia, con la tetraggine. (Don Orione)

SAGGEZZA POPOLARE: Se il padre e la madre si litigano un uovo, il bambino non avrà mai una gallina. (proverbio della Guinea)

UN ANEDDOTO: Un giorno un cittadino rimproverava Anassagora perché, secondo lui, non amava la patria e ne faceva poco conto. Anassagora allora, indicando col dito il cielo, rispose: Anzi, amo infinitamente la mia patria di lassù.

PAROLA DI DIO: Zc 8,20-23; Sal 86; Lc 9,51-56

 

Vangelo Lc 9,51-56

Dal vangelo secondo Luca

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio. Parola del Signore

 

GESÙ PRESE LA FERMA DECISIONE DI METTERSI IN CAMMINO VERSO GERUSALEMME”

Gesù va “con ferma decisione” verso Gerusalemme. Sa che a Gerusalemme lo aspetta la sua passione, non ama la sofferenza, ma è fedele al suo impegno con Dio e con gli uomini, quindi va avanti nelle sue scelte. Pure noi dobbiamo essere coinvolti in quel “decisamente”. Si tratta di prendere una decisione, non tergiversare all’infinito, fare una scelta precisa. Noi, troppo spesso, ci lasciamo paralizzare dall’incertezza, dal timore di comprometterci, dalla paura... di aver coraggio. Siamo indecisi in tutto. Vogliamo seguire Gesù ma abbiamo paura di perdere altre cose, ci buttiamo ma vogliamo tenerci ben legati a riva. Partiamo ma lasciandoci aperta la via del ritorno. Gesù ama chi è deciso (“lascia che i morti seppelliscano i morti”), chi intende percorrere una strada ma esclusivamente all’insegna della coerenza, senza ripensamenti (“nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto al Regno di Dio”). A chi intende seguirlo, Cristo non promette né la tana, né il nido, ma un cammino di libertà.

 

 

MERCOLEDI’ 29 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele

Una scheggia di preghiera:

 

ANGELI DI DIO, GUIDATECI A LUI.

 

HANNO DETTO: Chi ha la vera libertà di Dio non perde la gioia e la pace del cuore. La tristezza entra dove si trova attaccamento alle cose del mondo. (San Francesco di Sales)

SAGGEZZA POPOLARE: Se qualcuno vi dà la parte bianca del pollo, non chiedete anche la zampa. (proverbio del Congo)

UN ANEDDOTO: Alberto I re del Belgio, aveva uno spirito profondamente cristiano e pieno d'umiltà. In una sua conversazione col priore dell'abazia d'Orval disse: Il mondo va male perché c'è troppo orgoglio. Dall'operaio disoccupato che non vuol compiere un lavoro che crede al di sotto delle sue capacità, sino al nobile che non mangerebbe mai col suo autista, tutti peccano d'orgoglio! Quando io vado d'improvviso al castello di Ciergnon, vengo accolto dal vecchio guardiacaccia: io accendo il fuoco, lui va a prendere le uova e facciamo insieme una frittata che mangiamo seduti allo stesso desco. Non siamo tutti figli di Cristo? E Cristo non ha lavato i piedi ai suoi apostoli? Quando il mondo si allontana dall'umiltà, s'incammina per una falsa strada e ritorna agli errori della civiltà romana, che era basata sull'orgoglio e sul predominio della forza, mentre la dottrina di Cristo e basata sull'umiltà e sulla carità.

PAROLA DI DIO: Dn 7,9-10.13-14 opp. Ap 12,7-12a; Sal 137; Gv 1,47-51

 

Vangelo Gv 1,47-51

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo». Parola del Signore

 

“VEDRETE IL CIELO APERTO E GLI ANGELI DI DIO SALIRE E SCENDERE SUL FIGLIO DELL’UOMO”.

Come dice la lettera agli Ebrei, gli angeli sono “spiriti incaricati di un ministero, inviati per coloro che devono ereditare la salvezza”. Oggi allora, non solo onoro questi tre Arcangeli per i compiti svolti nella storia della salvezza ma li considero tre preziosi amici del cammino verso Dio, e li invoco per me e per la comunità cristiana. Invoco Gabriele perché porti a me nella giornata, la buona notizia del Vangelo e mi doni la semplicità e fedeltà di Maria per accoglierla, meditarla e metterla in pratica; lo invoco anche perché accompagni i missionari, i sacerdoti, i catechisti, i testimoni affinché continuino a portare al mondo la buona notizia di Gesù. Invoco Raffaele perché, come ha fatto con Tobia, mi prenda per mano e mi accompagni nel cammino di oggi, mi aiuti a districarmi in mezzo ai problemi che incontrerò, mi tenga in piedi quando incespico, mi rincuori quando non ho voglia di camminare per le strade del Vangelo. Lo invoco perché aiuti la Chiesa a guarire dalla cecità del pensare solo a sé stessa e le conceda di vedere con gli occhi di Dio. Invoco Michele, che ha ricevuto da Dio il compito di combattere e vincere il diavolo e il male, perché mi faccia scudo e mi difenda nelle tentazioni, perché addestri le mie mani e la mia volontà a combattere ogni forma di male che incontrerò. Lo prego perché oggi il male non abbia la meglio nel mondo, perché il pessimismo non rattristi, perché le paure non immobilizzino, perché anche la morte odori di vita e di vittoria definitiva in Cristo. E chiedo a questi arcangeli e anche agli angeli custodi di aiutare noi a diventare “angeli” di presenza dell’amore di Dio in mezzo al quotidiano.

 

 

GIOVEDI’ 30 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Girolamo; Sant’Amato di Nusco.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', MANDA SANTI OPERAI NELLA TUA MESSE.

 

HANNO DETTO: Per ricevere a due mani dalla provvidenza, bisogna dare a quattro mani ai poveri. (Don Guanella)

SAGGEZZA POPOLARE: Se porti un paniere di uova non danzare. (proverbio del Gabon)

UN ANEDDOTO: Mentre tutti gli umanisti e i letterati del Quattrocento in Italia lavoravano e scrivevano per una schiera esigua di gente dotta, Leon Battista Alberti (1404-1472) ebbe il merito di preoccuparsi del gran pubblico, del popolo tutto. - Io, nello scrivere, - diceva - bado all'amor del prossimo e al profitto degli ignoranti. Preferisco esser utile a molti piuttosto che piacere a qualcuno.

PAROLA DI DIO: Ne 8,1-4a.5-6.7b-12; Sal 18; Lc 10,1-12

 

Vangelo Lc 10,1-12

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città». parola del Signore

 

“IL SIGNORE DESIGNO’ ALTRI SETTANTADUE DISCEPOLI E LI INVIO’”.

Gesù chiama e manda. Dio ha bisogno di uomini non per sé, non per il suo onore (che nessuno può togliergli e nemmeno mettere in pericolo), ha bisogno di noi… per gli altri, ha bisogno di noi per noi, per darci la gioia di poter assomigliare a Lui, che è altruista all’infinito. Un cristiano che non sente bollire nell’anima la voglia di gridare il Vangelo, che non sente il dovere di parlare di Dio, che non sente l’urgenza di impegnarsi nell’apostolato… non è un cristiano. Se sei cristiano, sei apostolo. Ma, nel vangelo di oggi, quello che colpisce ancora di più è il modo della missione. Non si tratta di andare con tanti mezzi ad imporre, si tratta di proporre con amore. Ecco le parole fortissime di Gesù: “Vi mando indifesi in un mondo violento”. Noi ci aspetteremmo: “Armatevi almeno del bastone per difendervi”, invece Cristo dice il contrario: “Vincerete se sarete agnelli, se sarete miti, se sarete poveri e distaccati perché convinti e attratti da un’altra ricchezza”. Così deve essere la vera comunità cristiana. Il mondo ci fa paura quando lo combattiamo con i suoi stessi mezzi: violenza con violenza, orgoglio con orgoglio, torto con torto, dispetto con dispetto, cattiveria con cattiveria… Ma il mondo non fa più paura quando si combatte con i mezzi di Dio: mansuetudine, pazienza, perdono, generosità, preghiera. D’altra parte, guardiamo a Gesù stesso: Lui chiede a noi di essere agnelli perché Lui il mondo l’ha vinto salvandolo come ‘agnello innocente, condotto al macello’. Finché la Chiesa e noi cristiani pensiamo di vincere il mondo combattendolo, facendoci lupi anche noi, perderemo perché ci mancherà l’aiuto e la forza del Signore che è il Buon Pastore delle pecore e non dei lupi.

     
     
 

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