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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

AGOSTO 2021

 

DOMENICA  1° AGOSTO 18^ DOMENICA TEMPO ORDINARIO B

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alfonso Maria de’ Liguori; San Giovanni da Rieti, San Leo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, DACCI SEMPRE IL TUO PANE.

 

HANNO DETTO: Redimerai il tempo, se farai quello che hai tralasciato di fare. (Sant'Anselmo)

SAGGEZZA POPOLARE: Se sai gioire per le gioie altrui, sei il più degno abitante del villaggio. (proverbio del Sudan)

UN ANEDDOTO: La notte del 5 aprile 1574 moriva S. Caterina Thomas, monaca del monastero delle Religiose canonichesse di Sant’Agostino, a Palma nell’isola di Maiorca. Alle consorelle che, per diradare le tenebre della cella in cui agonizzava, volevano portare un lume, ella disse sorridente e radiosa: Portate pure il lume ma per voi; quanto a me, mi batte il sole sul viso.

PAROLA DI DIO: Es 16,2-4.12-15; Sal 77; Ef 4,17 .20-24; Gv 6,24-35

 

Vangelo Gv 6,24-35

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbi, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: "Diede loro da mangiare un pane dal cielo"». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mose che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti, il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!». Parola del Signore

 

“CHE COSA DOBBIAMO COMPIERE PER FARE LE OPERE DI DIO?”

Queste persone, che dialogano con Gesù, sentono il bisogno di concretizzare la loro fede. Sono convinti che non bastano, parole, riflessioni teologiche, preghiere a formule, per avere la fede vera. Essa deve concretizzarsi in gesti e opere. E in questo hanno ragione! Ma qual è il modo per attuare questo? Gesù ci riporta all'origine: per fare le opera di Dio, bisogna partire da Dio e Gesù stesso è la più grande opera di Dio; se noi partiamo da Lui, crediamo in Lui, agiamo come Lui, facciamo veramente l'opera di Dio. Dio non ha bisogno di cose ma vuole specchiarsi in noi e in noi rivedere la sua grande opera: suo Figlio! Ed io posso almeno cercare di assomigliare a Gesù, ogni volta che nella concretezza cerco di fare e di essere come Lui.

 

 

LUNEDI’ 2 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Eusebio di Vercelli; San Pietro Giuliano Eymard.

Una scheggia di preghiera:

 

SEI TU, SIGNORE, IL PANE, IL CIBO SEI PER NOI.

 

HANNO DETTO: Se considerassimo bene tutto ciò che è in noi di umano e di imperfetto, troveremmo purtroppo di che umiliarci dinanzi a Dio e agli uomini, anche nostri inferiori. (San Vincenzo de' Paoli)

SAGGEZZA POPOLARE: Se sei caduto nello stagno, non strizzare la camicia prima di aver raggiunto la riva. (proverbio del Congo)

UN ANEDDOTO: Il beato Giovanni Taulero vide un giorno un povero zoppo, straziato in viso da un’ulcera spaventosa e col corpo tutto piagato. Gli fece l’elemosina e disse: “Buona giornata”. “Grazie”, rispose il mendicante, “ma di giornate cattive non ne ho mai”. “Vi ho augurato che siate felice”, disse più forte il domenicano, dubitando che non avesse capito. “Non vi affannate a gridare”, ribatté quello: “ho capito benissimo, ma vi ripeto, io sono sempre felice”. Poi spiegò: “Sentite: io sono malato dall’infanzia. Ho detto: nulla può accadere senza la volontà di Dio. Lui sa bene quel che mi conviene. Allora ho preso l’abitudine di non voler mai altro di quel che vuole il Signore. Voi capite quindi che tutto ciò che mi manda combacia sempre con quel che desidero io. No, non passo mai giornate cattive”.

PAROLA DI DIO: Nm 11,4b-15; Sal 80; Mt 14,13-21

 

Vangelo Mt 14,13-21

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, avendo udito, Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati. Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui».  E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla.  Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

 

“VOI STESSI DATE LORO DA MANGIARE”.

“Che bello, c’è tanta gente che è venuta da Gesù!” sembrano dirsi gli apostoli.

“Alla solenne messa del Vescovo c’era tanta gente: che ci sia finalmente un risveglio di fede?” si dicono i preti togliendosi di dosso i sontuosi paramenti liturgici. Però quando arriva il momento in cui la gente comincia ad avere mille richieste, diventa pesante. “Mandali a casa!”

La coda dei poveri, dei barboni davanti alla stanzetta della Caritas è “disdicevole” e poi “è tutta gente che non viene in chiesa, sono sporchi, spesso violenti. Dovrebbe pensarci la società”. E dietro il nome “società” scarichiamo le nostre responsabilità. Gesù, invece, prima di compiere il miracolo della moltiplicazione dei pani vuole compierne un altro, quello di coinvolgere concretamente gli apostoli. Al termine della Messa il sacerdote se la cava con “La Messa è finita!”. Ma per il cristiano non scocca mai l’ora di “congedare”, di dire “io sono a posto”. È sempre l’ora di condividere, di accogliere, di prestare. Certo, è poco quello che abbiamo. Ma se tu cominci a mettere a disposizione il tuo poco, Gesù farà il resto.

 

 

MARTEDI’ 3 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Lidia; San Nicodemo.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', LA NOSTRA PREGHIERA CI PORTI AI FRATELLI.

 

HANNO DETTO: Chi soffre e tace, grida: col grido della pazienza. (Santa Caterina da Siena)

SAGGEZZA POPOLARE: Se tieni un cane alla catena, diventa cattivo. Stessa cosa per l'uomo. (proverbio della Costa d'Avorio)

UN ANEDDOTO: Il celebre geologo francese Pierre Termier aveva un figlio di quattordici anni che, tornando lieto da scuola, salì sull’ascensore; la cabina ebbe un guasto e precipitò: il ragazzo rimase morto sul colpo. La madre ne era disperata e non riusciva a rassegnarsi. Termier l’abbracciò e le disse: “Credi pure, mia povera donna, che se il Signore ci domanda un sacrificio come questo, non è per il piacere di farci soffrire, ma per la felicità del nostro figliolo. Sento che dobbiamo amare ancor più Iddio”.

PAROLA DI DIO: Nm 12,1-13; Sal 50; Mt 14,22-36

 

Vangelo Mt 14,22-36

Dal vangelo secondo Matteo

[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!». Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti. Parola del Signore

 

"CONGEDATA LA FOLLA SALI' SUL MONTE, IN DISPARTE, A PREGARE".  

Molti anni fa, la prima volta che mi recai ad Assisi, andai all'Eremo delle Carceri ed un frate, accompagnandomi verso la montagna, mi ricordò visivamente la grande realtà della spiritualità francescana. "Vedi -mi diceva- appena poteva, Francesco veniva a rifugiarsi in qualche grotta dell'orrido di questa montagna. Aveva bisogno di solitudine, di silenzio, voleva risentire intimamente la voce del Cristo. Qui tutto è pietra, sterpi, arido, ma anche natura e silenzio ed è anche, come per Gesù nel deserto, luogo dello Spirito e luogo del tentatore". E mi lasciò contemplare quelle grotte in mezzo ai lecci e ai pruni tra i grossi massi del vecchio orrido del fiume. Poi mi disse: "E adesso voltati". E girandomi vidi la vallata: da quel posto si vedevano i campi lavorati e la città. "Ecco, Francesco si ritirava dal mondo ma non si estraniava dal mondo: uno sguardo verso l'alto e uno verso il basso". E questa immagine mi ritorna in mente ogni volta che leggo l'episodio che ci propone il Vangelo di oggi. Gesù, dopo la moltiplicazione dei pani ha bisogno di ritirarsi, di quasi fuggire davanti a coloro che vogliono farlo re perché ha dato loro da mangiare gratis. Gesù ha bisogno di silenzio, di preghiera e sale, solo, sulla montagna. Ma mentre il suo cuore incontra Dio, il suo occhio vede in basso, là, sul lago di Tiberiade, quella piccola e fragile barca di Pietro che lotta contro le onde e allora la preghiera di Gesù si trasforma in presenza: addirittura si mette a camminare sulle acque per andare loro incontro. La nostra preghiera dovrebbe essere così: il pensiero rivolto a Dio e l'occhio attento all'uomo per portare l'uomo a Dio e Dio all'uomo.

 

 

MERCOLEDI’ 4 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Maria Vianney; San Tertulliano.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU SAI, TU VEDI, TU PROVVEDI.

 

HANNO DETTO: La sincerità che non è caritatevole è come la carità che non è sincera. (San Francesco di Sales)

SAGGEZZA POPOLARE: Si guarisce una malattia, ma non si guarisce quasi mai una cattiva abitudine. (proverbio del Camerun)

UN ANEDDOTO: Nel secolo scorso un ragazzo ventenne, di nome Luigi, si presentò al convento Grand Saint Bernard nelle Alpi francesi. Chiese al superiore di entrare nella congregazione. Il superiore, dopo aver conosciuto meglio il carattere e le capacità del ragazzo, disse: “Dovresti scegliere un’altra strada nella vita”.

Qualche anno più tardi, sempre in Francia, una giovane di nome Zelia Maria venne al convento delle Suore della Carità e chiese di poter entrare nella congregazione. Dopo un lungo colloquio la superiora, anche se aveva di fronte una ragazza buona e religiosa, le diede una risposta negativa: “Il tuo posto non è qui. La tua vocazione è quella di mettere su una buona famiglia cristiana”. Passò qualche anno. Luigi, che non era stato ammesso alla congregazione, conobbe Zelia Maria, s’innamorò di lei e la sposò. Ebbero cinque figlie che educarono con cura. Tutte e cinque divennero brave suore, e una anche santa: Teresina di Gesù Bambino.

PAROLA DI DIO: Nm 13,1-3a.25 – 14,1.26-30.34-35; Sal 105; Mt 15,21-28

 

Vangelo Mt 15,21-28

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, – disse la donna – eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita. Parola del Signore

 

GESÙ LE DISSE: «NON È BENE PRENDERE IL PANE DEI FIGLI E GETTARLO AI CAGNOLINI». «È VERO, SIGNORE, DISSE LA DONNA – EPPURE I CAGNOLINI MANGIANO LE BRICIOLE CHE CADONO DALLA TAVOLA DEI LORO PADRONI”.

Questa donna, straniera, è andata da Gesù per chiedere una grazia, ha bisogno di Gesù ma non per questo perde la sua dignità e davanti ad una risposta dura di Gesù, risponde con altrettanta fermezza e proprio in questo dimostra di aver fiducia in Gesù. Una certa mentalità religiosa ci ha fatto pensare l’umiltà come uno star sempre zitti, un subire e la fede come un qualcosa di passivo. Ma non è così, non siamo burattini in mano a qualcuno che tira i fili. Dio ci vuole persone, decise, pronte, dignitose, fiduciose. In un altro brano del Vangelo, Gesù ci dice che domandiamo e non otteniamo perché non sappiamo chiedere. Non vorrà forse Gesù farci capire che la nostra preghiera deve essere più sincera, più dignitosa, più sicura in Colui che sempre ci ascolta?

 

 

GIOVEDI’ 5 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Osvaldo; Sant’Emidio.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI IL CRISTO, IL FIGLIO DEL DIO VIVENTE.

 

HANNO DETTO: Senza stancarti leggi la parola di Dio, e per mezzo di essa sarai capace di conoscere i pericoli da evitare e la via da seguire. (San Bernardo)

SAGGEZZA POPOLARE: Si può aiutare un bue ad alzarsi solo se lui stesso si sforza di farlo. (proverbio del Sud Africa)

UN ANEDDOTO: Raccontava santa Teresa d’Avila in un suo scritto che il Redentore, accolto come un vincitore in Gerusalemme, dopo tanti clamori ed osanna non trovò alcuno che l’ospitasse nella Città Santa e ritornò a Betania per passarvi la notte. Battere le mani, acclamare in mezzo ad una folla osannante è facile, compromettersi personalmente è rischioso, è tipico solo degli amici veri.

PAROLA DI DIO: Nm 20,1-13; Sal 94; Mt 16,13-23

 

Vangelo Mt 16,13-23

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Parola del Signore

 

“TU SEI PIETRO...”.

Ho sempre avuto passione nel conoscere e leggere le vite dei santi, ma mi hanno sempre dato fastidio quegli agiografi che vogliono presentarci la storia dei santi secondo i canoni di santità che sono loro propri, e allora scopri degli assurdi inverosimili tipo quello di quel santo che fin da bambino piccolo rifiutava la mammella della madre il venerdì in segno di penitenza. I Vangeli non hanno queste false preoccupazioni. Pietro, primo papa scelto da Gesù, ha un suo carattere tutt’altro che facile: è un entusiasta, è un uomo di fede ma è anche un impulsivo, un sanguigno, un timoroso, una persona poco umile. Gesù, per costruire la sua comunità non ha scelto i migliori, non ha fatto fare loro 13 anni di seminario asettico e tendente a modificare la personalità. Non ha voluto che i suoi apostoli, per un falso modo di intendere l’unità, uscissero tutti dal medesimo stampino. Gesù ha scelto Pietro con il suo carattere o caratteraccio, lo ha amato così com’era e se Pietro poi è cambiato, in quello che poteva, è solo perché è stato conquistato dall’amore di Gesù.

Gesù mi ama per quello che sono, non per i criteri di santità che gli altri vorrebbero impormi. La santità mia verrà fuori in modo originale a seconda di quanto mi farò conquistare dal suo amore.

 

 

VENERDI’ 6 AGOSTO: TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi: San Giordano; Santi Giusto e Pastore.

Una scheggia di preghiera:

 

CHE IO TI RICONOSCA, O CRISTO, TRASFIGURATO NEI MIEI FRATELLI.

 

HANNO DETTO: La causa di tutti i mali è questa: non conoscere le Scritture. Andiamo alla guerra senz'armi e come potremo cavarcela? È già molto se ci si salva con le armi: è assurdo pensare di salvarsi non avendole. (San Giovanni Crisostomo)

SAGGEZZA POPOLARE: Solo il padrone può riprendersi l'osso dalla gola del cane. (proverbio della Liberia)

UN ANEDDOTO: Il padre Teodoro di Ferme chiese al santo abate del suo cenobio: Dammi il consiglio che tu stimi più importante per la vita religiosa. Ebbe questa sola risposta: Va’, Teodoro, abbi misericordia con tutti: sarai sicuramente gradito a Dio!

PAROLA DI DIO: Dn 7,9-10.13-14 opp. 2Pt 1,16-19; Sal 96; Mc 9,2-10

 

Vangelo Mc 9,2-10

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbi, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti. Parola del Signore

 

FU TRASFIGURATO DAVANTI A LORO”.

Mi sono chiesto tante volte che cosa significhi per Gesù la trasfigurazione. Lui è Dio che incarnandosi ha trasfigurato il suo volto eterno in un volto umano; oggi sul monte il Padre, attraverso la trasfigurazione gloriosa, ci ricorda la divinità di suo Figlio; sulla croce, attraverso la sofferenza, il volto di Gesù sarà trasfigurato nel volto dell’uomo dei dolori; nella risurrezione il volto di Cristo sarà trasfigurato in colui che per primo ha fatto il grande passaggio ed è entrato nella vita. Ma l’incarnazione e la trasfigurazione di Gesù continuano anche oggi: Gesù è trasfigurato nel volto dei testimoni gioiosi della sua parola, nel volto dei poveri, dei miti, dei puri di cuore, dei malati... nel volto di ogni uomo. Sono trasfigurazione ora di dolore, ora di gioia, perché Lui è tutto in tutti, perché ogni cosa è sua, perché ci unisce intimamente a Lui. Dice S. Massimo che il volto di Cristo rappresenta per sempre l’icona vivente dell’amore Questo volto dei volti, questo volto di un uomo, sfigurato per amore e trasfigurato dall’amore, è il volto stesso di Dio.

 

 

SABATO 7 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Sisto II e compagni; San Gaetano.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SOLO, O SIGNORE, HAI PAROLE DI VITA ETERNA.

 

HANNO DETTO: Preservatemi, Signore, dalla funesta illusione che io prete debba occuparmi solo di chi viene in Chiesa o ai Sacramenti. (Don Orione)

SAGGEZZA POPOLARE: Sulla sponda degli ippopotami non vi è né piroga, né remo. (proverbio del Congo)

UN ANEDDOTO: Si racconta che il famoso generale greco Temistocle, fuggiasco e sfinito, fu costretto ad approdare nella terra di un re, che un giorno aveva offeso e di cui temeva la giusta vendetta. Folle di spavento, portato alla reggia, riuscì a nascondersi in una sala. Ode un rumore... Si volge tremante, ma vede un bambino, che lo guarda e gli sorride. Era il piccolo figlio del re! Temistocle lo prende tra le sue braccia. Così lo sorprende il re. Non potendo disgiungere il figlio dal nemico, stringe entrambi in un unico abbraccio.

PAROLA DI DIO: Dt 6,4-13; Sal 17; Mt 17,14-20

 

Vangelo Mt 17,14-20

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio e disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio! È epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e sovente nell’acqua. L’ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo». E Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me». Gesù lo minacciò e il demonio uscì da lui, e da quel momento il ragazzo fu guarito. Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli rispose loro: «Per la vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile». Parola del Signore

 

“PERCHÈ NOI NON SIAMO RIUSCITI A SCACCIARE QUEL DEMONIO?”.

Quante volte nel mio ministero sacerdotale ho fatto e faccio l’esperienza dell’impotenza. I discepoli avevano cercato di cacciare un demonio e non c’erano riusciti, lo, tante volte mi sono trovato a cercare di dare una parola di speranza e vedere che essa cadeva nel vuoto del pessimismo; ho lottato per aiutare a liberarsi dal peccato ed ho visto persone accasciarsi nei propri turbamenti. La stessa esperienza penso abbia fatto molti di voi quando si sono trovati davanti qualche amico depresso o esaurito: hai un bel tentarle tutte, la soluzione non cambia. E perché il Signore sembra così lontano in quei momenti? Eppure, magari ci sembra di aver pregato con fede profonda! È un mistero! Ma qualche volta mi chiedo se è Lui che non interviene o non sono piuttosto io con il mio senso di voler risolvere le cose a modo mio, con il senso di autosufficienza che gli impedisco di agire. Forse il primo “malato da guarire” sono proprio io.

 

 

DOMENICA  8 AGOSTO 19^ DOMENICA TEMPO ORDINARIO B

Tra i santi ricordati oggi: San Domenico; San Famiano.

Una scheggia di preghiera:

 

MISTERO DELLA CENA È IL CORPO DI GESU'.

 

HANNO DETTO: La ricchezza si ammassa con pena, si conserva con inquietudine e si perde con dolore. (San Bernardo)

SAGGEZZA POPOLARE: Ti accorgi dell'acqua quando il pozzo è vuoto. (proverbio dell'Etiopia)

UN ANEDDOTO: Nel 1797, uno dei cinque Direttori che governavano allora la Francia, La Réveillière-Lépaux, aveva inventato una nuova religione per i buoni cittadini repubblicani, che aveva chiamata Teonlantropia. - Non ho che un'osservazione da farvi - gli disse Talleyrand. - Gesù Cristo per fondare la sua è stato crocifisso ed è risuscitato: fate anche voi altrettanto.

PAROLA DI DIO: 1Re 19,4-8; Sal 33; Ef 4,30 – 5,2; Gv 6,41-51

 

Vangelo Gv 6,41-51
Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come, dunque, può dire: "Sono disceso dal cielo"?». Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato, e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: "E tutti saranno istruiti da Dio". Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Parola del Signore

 

“SE UNO MANGIA DI QUESTO PANE VIVRA’ IN ETERNO”.

 Oggi ci aiuta nella riflessione un brano di Alessandro Pronzato:

“No. Non siamo i buoni, i più meritevoli. Confessiamo le nostre debolezze, i nostri errori, le stanchezze e le nequizie, le miserie e le colpe, le diserzioni e le inadempienze. L’Eucaristia non è un premio. Nessuno di noi “merita” l’Eucaristia. Occorre possedere una discreta dose di presunzione per dichiarare che facciamo la Comunione perché ci sentiamo a posto, abbiamo compiuto il nostro dovere, ci siamo comportati in maniera irreprensibile. Al contrario: tendere le mani verso quel Pane significa riconoscersi deboli, malati, incapaci, bisognosi. Accostare le labbra a quel calice vuol dire ammettere di aver bisogno di purificazione. Non ci sentiamo affatto a posto. Ci sentiamo, invece, perdonati, riconciliati, amati, nonostante le nostre miserie. Veniamo accolti perché ci riconosciamo ‘impresentabili’. Accostarsi al banchetto eucaristico equivale ad andare a ricevere l’abbraccio della misericordia del Signore. Io vivo, riprendo il fiato, ricomincio a camminare, grazie alla memoria di quell’abbraccio, che mi rinnova e si rinnova quotidianamente. Io sto in piedi per merito di quell’abbraccio. Paolo dice che dove ha abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia. Strana davvero quella bilancia. I piatti non sono mai in equilibrio. Nonostante tutto il peso di sciocchezze che noi gettiamo in uno di essi, è l’altro piatto che acquista maggior peso quando Dio interviene. L’Eucaristia, ossia la bilancia che si squilibra sempre dalla parte della misericordia.”

 

 

LUNEDI’ 9 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Teresa Benedetta della Croce, patrona d’Europa; San Fermo.

Una scheggia di preghiera:

 

OGGI È LA MIA GRANDE OCCASSIONE DI INCONTRARTI, O GESU'.

 

HANNO DETTO: Occorre pregar molto. Due cose ci fanno venir meno la Provvidenza del Signore: il peccato e la mancanza di fiducia. (Don Guanella)

SAGGEZZA POPOLARE: Un albero in fiore è visitato dagli insetti. (proverbio del Senegal)

UN ANEDDOTO: Tagore ha narrato d’un uomo che cercava da tempo la pietra filosofale, cioè quella pietra al cui contatto tutto si trasformava in oro. Costui si era abituato a raccogliere pietre da ogni parte ed a toccare con esse una catena di ferro che portava al collo e poi gettarle. Un giorno un bambino gli si avvicinò e chiese: “Dove hai trovato quella catena d’oro che ti arriva alla cintola?” Il cercatore trasalì: se la catena fosse diventata d’oro, egli avrebbe usato davvero una pietra filosofale e senza accorgersene l’aveva gettata via. Si buttò allora a cercare tra i mucchi di pietre, ma invano. E impazzì. Spesso anche noi viviamo in mezzo a meraviglie che potrebbero renderci la vita gioiosa, ma siamo talmente miopi e abituati a tutto questo che non ce ne accorgiamo e impazziamo alla ricerca di qualcosa che potremmo avere a portata di mano.

PAROLA DI DIO: Os 2,16b.21-22; Sal 44; Mt 25,1-13

 

Vangelo Mt 25,1-13

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora». Parola del Signore

 

“PIÙ TARDI ARRIVARONO ANCHE LE ALTRE...”

Forse a qualcuno è capitato di arrivare all'aeroporto e trovare il Check-In del proprio volo (l'ultimo della giornata) irrimediabilmente chiuso. O dopo una corsa affannosa arrivare sul binario della ferrovia e vedere il proprio treno allontanarsi impietosamente sui binari. O vedere scomparire all'orizzonte la nave sulla quale si sarebbe dovuto imbarcare con la propria auto. Si prova un senso di irrimediabilità: si è arrivati troppo tardi. Con i mezzi di trasporto, comunque si può spendere qualche soldo in più, magari bivaccare una notte e prendere quello successivo. Ma nella vita ci sono dei momenti che non sono sostituibili con altri e ciò che è perso è perso. Chi è più avanti negli anni può testimoniare quanti rimpianti, quante occasioni mancate e mai più ritornate, perché si è arrivati tardi, perché non si era pronti e nel tentativo di prepararsi ci si è trovati tagliati fuori. Tra queste occasioni c'è anche Dio che passa. Per pigrizia, per negligenza, per pressappochismo siamo "cristiani" qualche volta, in occasioni preordinate, magari la messa domenicale, magari il matrimonio o qualche altro sacramento, oppure all'incontro di qualche gruppo che frequento. Ma poi per strada, a casa, a scuola, nel lavoro, nelle amicizie arriva l'occasione per amare, per testimoniare, per pregare, per soccorrere, per ascoltare Gesù nel fratello. Ma io non sono pronto, arrivo in ritardo: Lui è già passato e ha chiuso la porta della sua festa mentre io rimango fuori nell'aridità del mio cuore, insoddisfatto della mia vita. L'amore è nel presente: o ci sono oppure no. Non c'è alternativa.

 

 

MARTEDI’ 10 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Lorenzo; Sant’Ugo di Montaigu.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, DONACI DI USARE BENE DEI TUOI DONI.

 

HANNO DETTO: Lasciate fare a Gesù. Egli la sa più lunga di noi certamente. (Santa Francesca Cabrini)

SAGGEZZA POPOLARE: Un grano di mais ha sempre torto davanti a una gallina. (proverbio del Benin)

UN ANEDDOTO: Lo scrittore inglese Chesterton il cui fondamentale ottimismo di cattolico convertito è innervato nei principi della carità, del perdono e della serenità, è arrivato, paradossalmente ma sinceramente, a dire: «Mi sono convertito per allegria»; come reazione, cioè, all'intolleranza puritana e alla visione manichea che divide drasticamente tutti gli uomini e tutte le cose in «buono e cattivo»; mentre la vita, così come l'animo umano, è tutta un ventaglio di sfumature.

PAROLA DI DIO: 2Cor 9,6-10; Sal 111; Gv 12,24-26

 

Vangelo Gv 12,24-26 

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà». Parola del Signore

 

“SE UNO MI VUOLE SERVIRE, MI SEGUA”

Oggi la Chiesa celebra la grande figura del martire Lorenzo, diacono a Roma sotto l’imperatore Valeriano. Da cosa deriva la sua fama diffusa in tutto il mondo? Pur essendo così distante da noi nel tempo, è vicino per la sua appassionata carità: arrestato e costretto dall’imperatore a portargli i tesori nascosti della Chiesa, Lorenzo gli portò un gruppo di poveri mantenuti dai cristiani: erano quelli l’unica ricchezza della Chiesa. Un gesto forte, coraggioso, che ricorda al mondo che le presunte ricchezze della Chiesa, retaggio a volte pesante dei fasti del passato, dovrebbero essere anzitutto al servizio della carità e dei poveri. Ma che ricorda anche alla Chiesa che i beni materiali vanno trattati con grande serietà e trasparenza, che non è possibile applicare logiche di profitto ai denari che servono per soccorrere gli ultimi. Lorenzo, insomma, ricorda a tutti, credenti o meno, la logica della Creazione: il ricco è tale per soccorrere il povero. Nella Bibbia, si afferma che la ricchezza è sempre dono di Dio ma che la povertà è quasi sempre responsabilità del ricco.

 

 

MERCOLEDI’ 11 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Chiara; San Rufino; Sant’Equizio.

Una scheggia di preghiera:

 

DIO DI OGNI MISERICORDIA, RENDICI MISERICORDIOSI.

 

HANNO DETTO: Colui che non vuol peccare deve pensare che Dio gli è presente, non solo in pubblico, ma anche in casa; non solo in casa, ma anche in stanza: di notte, nel suo letto, nel suo cuore. (Sant'Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Un villaggio dove si litiga continuamente non prospera. (proverbio del Congo)

UN ANEDDOTO: Molti anni fa un vescovo protestante della costa orientale degli Stati Uniti visitò una piccola università privata sulla costa occidentale. Fu ospitato in casa del rettore, il quale era un giovane insegnante di fisica e chimica, dalle idee progressiste. Il preside un giorno invitò a cena i membri della sua facoltà, in modo che potessero trarre frutto dalla saggezza ed esperienza del vescovo. Al termine della cena, la conversazione si focalizzò sulla fine del mondo e il vescovo asserì che non poteva essere lontana. Uno dei motivi da lui addotti a favore di quest'idea era che ormai nella natura non c'era più nulla da scoprire e che tutte le invenzioni possibili erano state esaurite. Il preside dissentì garbatamente. Spiegò che, secondo lui, l'umanità era alle soglie di nuove e assai brillanti scoperte. Il vescovo sfidò il preside a citarne una e questi asserì di essere convinto che nel giro di cinquant'anni gli uomini avrebbero imparato a volare. Il vescovo scoppiò in una gran risata. “Sciocchezze, mio caro”, esclamò, “se fosse stato nei piani di Dio che noi volassimo, Egli ci avrebbe fornito di ali. Il volo è riservato agli uccelli e agli angeli”. Il nome del vescovo era Wright. Aveva due figli Orville e Wilbur, gli inventori del primo aeroplano.

PAROLA DI DIO: Dt 34,1-12; Sal 65; Mt 18,15-20

 

Vangelo Mt 18,15-20

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro». Parola del Signore

 

SE IL TUO FRATELLO COMMETTERÀ UNA COLPA CONTRO DI TE, VA’ E AMMONISCILO FRA TE E LUI SOLO; SE TI ASCOLTERÀ, AVRAI GUADAGNATO IL TUO FRATELLO”.

Iniziamo oggi la lettura, in Matteo, del cosiddetto ‘discorso comunitario’, cioè alla luce di quanto Gesù aveva detto, le prime comunità si chiedevano: “Come facciamo ad essere veramente cristiane?” E ringrazio veramente Dio ed anche l’evangelista Matteo che riporta le parole di Gesù e la sua esperienza di comunità perché, per prima cosa, risulta che nella comunità cristiana ci sono dei peccatori, non si parla di comunità di perfetti, ma di ‘santi peccatori’: questa è davvero la mia Chiesa in cui mi riconosco. Seconda cosa: più che di peccato da individuare e poi castigare si parla di recupero del peccatore, cioè l’attenzione non è rivolta al peccato ma all’uomo. Terzo: il metodo non è quello dell’inquisizione ma quello della delicatezza. Non si parte mormorando sul peccatore, tagliando colletti, facendo piazzate, si comincia da un rapporto personale. Non si va a caccia del peccatore per “eliminare i rami secchi”, per ricostruire la comunità dei perfetti, si cerca invece di ristabilire (senza falsità e ipocrisie) un rapporto di amore che rischia di essere interrotto dal peccato. Attenzione però perché prima di tutto bisogna vedere se c’è davvero il peccato. Il fratello non pecca contro di me solo se non ha le stesse mie idee. Bisogna essere molto attenti a non confondere peccato con ciò che non rientra nei nostri schemi.

Quarto: il metodo non può mai essere quello del processo e questo neanche nella confessione sacramentale. La persona che ha sbagliato, prima di sentirsi giudicata deve sentirsi amata. Quinto: non si convince l’altro di un errore a base di parole o di discussioni ma dando testimonianza con la propria vita e con le proprie scelte. E anche quando, nel caso estremo, dovesse arrivare la ‘scomunica’, essa non può mai voler dire una porta definitivamente chiusa né per la comunità né, tanto meno, per il cuore di Dio. Come si è comportato il Padre misericordioso nella parabola del Figliol Prodigo? Non ha forzato il figlio a non andarsene di casa, ma ha aspettato con ansia che la fame e la nostalgia facessero il loro corso e quando il figlio è tornato non solo non ha tirato fuori il bastone ma “commosso, gli corse incontro”.

 

 

GIOVEDI’ 12 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ercolano; Sant’Eusebio da Milano.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, IL TUO PERDONO GIUNGE A ME DIRETTAMENTE DAL TUO AMORE.

 

HANNO DETTO: Qualunque cosa tu faccia, se desideri l'unione col Signore, non interrompi la tua preghiera. Tacerai solo se avrai cessato di amare. (Sant'Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Acido, dolce, amaro, pungente, tutti devono essere assaggiati. (proverbio della Cina)

UN ANEDDOTO: John Wesley, il fondatore della chiesa metodista, racconta così un sogno che egli dice di aver fatto una notte. Arrivato alle porte dell'inferno, egli chiede: "Ci sono qui dei cattolici romani?" "Sì, molti" gli rispondono. "Dei presbiteriani?" - "Sì, molti". - "Dei battisti?" - "Sì". - "Dei metodisti?" - "Sì, molti". Deluso di questa risposta, si dirige verso le porte del Paradiso. Là egli ripete la stessa domanda: "Ci sono qui dei metodisti?" - "No" gli rispondono. - "Degli anglicani?" - "No". - "Dei presbiteriani?" - "No". - "Dei cattolici romani?" "No". "Chi, dunque abita questi luoghi?" domanda egli sorpreso. "Qui non conosciamo alcuno dei nomi che ha menzionato. Siamo tutti dei cristiani, dei cristiani salvati per grazia, delle anime lavate nel sangue di Gesù e una moltitudine composta da tutte le nazioni e da tutte le lingue".

PAROLA DI DIO: Gs 3,7-10.11.13-17; Sal 113A; Mt 18,21 – 19,1

 

Vangelo Mt 18,21 - 19,1

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano. Parola del Signore

 

SIGNORE, SE IL MIO FRATELLO COMMETTE COLPE CONTRO DI ME, QUANTE VOLTE DOVRÒ PERDONARGLI? FINO A SETTE VOLTE?”

Pietro questa  volta ha capito proprio poco il suo maestro e ci fa una figuraccia. Gesù gli aveva appena detto: “Tutto quello che legherete o scioglierete sulla terra sarà legato o sciolto in cielo”, e Pietro comincia a fare calcoli. È vero che Pietro, buon ebreo, era al corrente delle dispute dei rabbini sull’argomento che dicevano che alla moglie si può perdonare una volta, cinque al fratello... E Gesù che tariffa imporrà? Gesù non impone tariffe e preziari: Dio è disposto a perdonare sempre. Noi nei confronti di Dio siamo sempre insolvibili, ma Lui, gratuitamente, perdona. Unica condizione è che il perdono non puoi tenertelo per te, ma deve arrivare al fratello. Solo così il perdono diventa un’azione ininterrotta di trasformazione del mondo: il nostro passato viene trasformato e noi abbiamo a nostra volta la possibilità di trasformare il passato degli altri.

 

 

VENERDI’ 13 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Ponziano e Ippolito; San Landolfo; San Benildo.

Una scheggia di preghiera:

 

LA NOSTRA FAMIGLIA, CON TUTTE LE SUE POVERTA' TI BENEDICE, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Che la tua preghiera rifugga dalla fiorettatura: bastò una parola per riconciliare il ladrone e il figliol prodigo con Dio. (San Giovanni Climaco)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi non sceglie muore di fame. (proverbi arabo)

UN ANEDDOTO: Disse il card. G. Colombo: “Noi chiediamo sempre lo Spirito Santo perché lo Spirito Santo ci trasformi in Cristo”. Ma perché lo Spirito Santo non ci trasforma mai in Cristo? “Perché noi siamo come quei monelli che vanno a suonare il campanello e poi scappano”. Noi andiamo a suonare il campanello allo Spirito Santo quando lo invochiamo, ma prima che arrivi tagliamo la corda!

PAROLA DI DIO: Gs 24,1-13; Sal 135; Mt 19,3-12

 

Vangelo Mt 19,3-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque, l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?». Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio». Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi».  Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti, vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca». Parola del Signore

 

PER QUESTO L’UOMO LASCERÀ IL PADRE E LA MADRE E SI UNIRÀ A SUA MOGLIE E I DUE DIVENTERANNO UNA SOLA CARNE”.

Gesù riporta la famiglia al suo ideale primitivo, quello per cui Dio l’ha voluta. Se si comincia a pensare solo a sé stessi, alle difficoltà, quell’unità voluta all’inizio del matrimonio può incrinarsi e allora il cuore si inaridisce.

Non puntiamo il dito contro nessuno, ma specialmente nei momenti di crisi o di difficoltà ritorniamo all’inizio: “Io non sono più io, siamo noi”. Ogni attentato al matrimonio e alla famiglia non è solo contro l’altro o gli altri ma è anche contro me stesso e contro Dio che ha un progetto su di noi. Oggi con troppa facilità si parla di divorzio e poi ci si lamenta che i giovani non hanno valori, tardano a sposarsi, vedono la coppia esistente solo in funzione del proprio soddisfacimento. Le famiglie di domani hanno la loro radice nelle famiglie di oggi.

 

 

SABATO 14 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Massimiliano Kolbe; San Callisto, vescovo di Todi.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', GIOCHIAMO UN PO' INSIEME?

 

HANNO DETTO: Non sono le alte grida che commuovono Dio, ma il fervido amore è quello che lo vince. Dio non ascolta la voce ma il cuore. (San Giovanni Crisostomo)

SAGGEZZA POPOLARE: Ciò che appare bello, non è necessariamente buono. (proverbio della Cina)

UN ANEDDOTO: Mosè trova, durante il suo pellegrinare nel deserto, un pastore e decide di passare un po’ di giorni con lui, aiutandolo a pascolare il gregge e a mungere, a sera, le pecore.

Alla fine della giornata Mosè vede che il pastore raccoglie il latte migliore in una tazza di legno e poi la porta su una roccia lontana. Mosè chiede: — A che serve quel latte? Il pastore risponde: — E il latte di Dio! Mosè resta imbarazzato e non può fare a meno di chiedere spiegazioni. Replica il pastore: — Ecco io ogni sera prendo il latte migliore e l’offro al mio Signore. Sorridendo per la semplicità di quel pastore, Mosè insiste: — E Dio lo beve?

— Si, — risponde il pastore, — Dio beve il latte che io gli offro. Mosè allora sente il bisogno di illuminare quel suo amico e spiega come Dio, essendo puro spirito, non può dissetarsi con latte. Ma il pastore è sicuro che il latte deposto con la tazza di legno sia preso dal Signore. A questo punto la sfida di Mosè diventa più serrata; egli invita il pastore a nascondersi, di notte, per vedere se realmente Dio viene a bere il suo latte. Durante la notte, al chiarore di luna, il povero pastore si accorge che una piccola volpe viene, alla chetichella, a bere sulla roccia quel latte, preparato per Dio. Al mattino Mosè trova il pastore depresso, umiliato: è costretto a dare ragione a Mosè, riconoscendo che veramente Dio è puro spirito e non può quindi cibarsi di cose terrene. Ma in una visione Dio compare a Mosè sgridandolo: — Mosè! Anche tu stai sbagliando. E certamente vero che io sono puro spirito, ma ho sempre accettato con gratitudine il latte che il pastore mi offriva con retta intenzione e con tanto amore. Vedi, Mosè, essendo io puro spirito non ho bisogno di latte: per questo, essendo mio, lo dividevo con quella piccola volpe, la quale ne è tanto ghiotta!’ 

PAROLA DI DIO: Gs 24,14-29; Sal 15; Mt 19,13-15

 

Vangelo Mt 19,13-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani, e pregasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli». E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là. Parola del Signore

 

"NON IMPEDITE CHE I BAMBINI VENGANO A ME".

Gesù indica i bambini come i privilegiati del Regno dei cieli, mentre essi nella società di allora erano esseri insignificanti. È un invito alla piccolezza e alla semplicità, anzi il Vangelo ci propone questo paradosso: nella vita della fede diventiamo adulti solo nella misura in cui non tradiamo il bambino che è in noi. Non si deve credere che il dovere di diventare bambini sia un invito alla timidezza, a vivere da 'imbranati', incapaci di responsabilità, ebeti gioiosi. Guardiamo a Gesù: Egli nella sua vita non ha cercato per sé cariche pubbliche e posti di prestigio, né si è lasciato impressionare dai titoli onorifici di chi gli stava davanti, dalla loro millantata esperienza, dagli anni o dai capelli bianchi; guardava ogni uomo negli occhi, senza timidezza. Convertirsi e diventare bambini è ritrovare dentro di noi i valori veri, semplici, le esigenze primarie e definitive dell'uomo, è non fare sempre calcoli, è non domandarsi quanto se ne guadagnerà, è essere sempre disponibili ad esperienze nuove, è scoprire la propria precarietà, è affidarsi fiduciosi alle mani del Padre. Seguire le vie del proprio cuore significa essere fedeli al fanciullo che dobbiamo essere, che dobbiamo diventare. Soltanto il fanciullo "sa" tutto di noi. Proprio perché ignora le operazioni meschine, le riduzioni, i calcoli, il gioco degli opportunismi, la diplomazia. Lasciamoci dunque guidare dal fanciullo che è in noi. Lui non sbaglia. Ci conduce con sicurezza nella strada del Regno.

 

 

DOMENICA  15 AGOSTO: ASSUNZIONE AL CIELO DELLA BEATA VERGINE MARIA

Tra i santi ricordati oggi: San Tarcisio, martire; Sant’Alfredo.

Una scheggia di preghiera:

 

ANDRO' A VEDERLA UN DI', IN CIEL PATRIA MIA, ANDRO' A VEDER MARIA, MIA GIOIA E MIO AMOR.

 

HANNO DETTO: Quando è il cuore che prega Egli risponde dl certo. (Santa Teresa d'Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: Della tribù gli uomini sono la lana, ma sono le donne a tesserne la trama. (proverbio degli Emirati Arabi)

UN ANEDDOTO: C'era un frate che aveva una devozione profonda alla Madonna addolorata. Ogni giorno cercava di consolarla dei suoi molti dolori e le ripeteva continuamente: — Rallegrati, Madre di Dio, perché l’amore del Signore è sempre con te. Vorrei tanto consolarti, come vero tuo figlio! Un giorno il frate si ammalò, poiché, prima o dopo, tutti ci ammaliamo e moriamo. Durante l’agonia gemeva pieno di angoscia e di paura. Allora la Madonna gli apparve e così gli parlò: — Figlio mio, via l’angoscia e la paura! Tu molte volte mi hai consolato; ora sono io che vengo a dirti: «Rallegrati!». E, poiché voglio per te un’allegrezza senza fine, dammi la mano e vieni con me in Paradiso! (ANONIMO SENESE, sec. XIII)

PAROLA DI DIO: Ap.11,19a; 12,1-6a.10ab; Sal. 44; 1Cor. 15,20-27a; Lc. 1,39-56

 

Vangelo Lc 1,39-56

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. Parola del Signore

 

"BENEDETTA TU FRA LE DONNE E BENEDETTO IL FRUTTO DEL TUO GREMBO"

Da ragazzo ricordo di aver sentito un sacerdote dire nella festa dell'Assunta: "Gesù ha voluto talmente bene a sua madre, che se l'è portata subito in cielo anche con il suo corpo" E dentro di me pensavo a Gesù quasi con invidia: "Lui può farle, certe cose, io no!" Poi poco per volta ho capito che la vera beatitudine di Maria tra le altre donne e le altre mamme non è quella di aver ricevuto dei doni particolari da suo Figlio che "può" ma è quella di indicare a tutti noi che cosa ci succede se sappiamo portare il Frutto, cioè Gesù.

Gesù oggi si serve di noi per essere portato al mondo; se io, come Maria, lo porto, sparisco per fargli posto, mi sforzo di testimoniarlo, chiedo il suo Spirito, divento anch'io "beato", "benedetto" e allora sono anch'io associato alla sorta di Maria e posso guardare in alto nella certezza che "chi ha portato Gesù" non verrà abbandonato alla sorte della polvere ma rinascerà alla luce per l'eternità.

 

 

LUNEDI’ 16 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santo Stefano d’Ungheria; San Rocco; Sant’Ambrogio di Ferentino.

Una scheggia di preghiera:

 

SOPRATTUTTO NELLE PROVE, SIGNORE, NON LASCIARCI VINCERE DALLA TRSTEZZA.

 

HANNO DETTO: Chi ha cominciato a far orazione non la deve tralasciare nonostante i peccati in cui gli avvenga di cadere. Con l'orazione potrà presto rialzarsi, ma senza di essa sarà molto difficile. Non si faccia tentare dal demonio a lasciarla per umiltà. (Santa Teresa d'Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: Dove c'è volontà, c'è soluzione. (proverbio del Vietnam)

UN ANEDDOTO: Quando Satana venne a sapere dell’intenzione di Dio di creare l’uomo, decise all’istante che bisognava a tutti i costi guastarlo. Ma come? Pensò: - Farò in modo che voglia tutto quello che non può avere, così comincerà a comportarsi male, a mentire, ad arraffare, a serbare rancore, ad impermalirsi, e si metterà addirittura a giudicare Dio, come mai gli ha dato una cosa e non l’altra. Farò in modo che l’uomo offenda il suo Creatore. Gli farò smarrire la capacità di comprendere che non tutto ciò che piace è utile e gli farò fare dietro-front davanti alla semplicità. Inoltre, insinuerò nel cuore umano di non aver pietà dei suoi simili e ciascuno cercherà di prevalere sull’altro, di prendere tutto per sé. Gli suggerirò di non credere più a niente, di non consigliarsi più con nessuno e ordinerò a tutti di prendere per verità quello che gli passa per la testa e non crederanno più alla parola di dio.

PAROLA DI DIO: Gdc 2,11-19; Sal 105; Mt 19,16-22

 

Vangelo Mt 19,16-22

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!». Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze. Parola del Signore

 

"UDITA QUESTA PAROLA, IL GIOVANE SE NE ANDÒ, TRISTE; POSSEDEVA INFATTI MOLTE RICCHEZZE."

Un altro di quegli assurdi strani che trovi nel Vangelo. È normale che, chi sta bene, sia felice; il mondo grida, urla: "Beato se ti van bene le cose, se stai bene, se ti diverti". E questo giovane, tra l'altro anche osservante, buono, se ne va triste perché ha troppi soldi mentre se "fosse andato e avesse venduto tutto e dato ai poveri "sarebbe stato felice perché avrebbe avuto "un tesoro in cielo" e avrebbe potuto seguire Gesù. È un assurdo, ma per la mentalità degli uomini, non per lo spirito dell'uomo, infatti, l'uomo nel suo intimo sa benissimo che nulla di   materiale potrà colmargli la fame di infinito a cui anela il suo cuore. Sa anche che le cose materiali troppo spesso lo deviano da quello che sono le sue aspirazioni e lo legano a tal punto da non lasciargli più respiro. Proviamo a pensare a qualche idolo di questi giorni? Le vacanze: se sono state l'ideale in cui abbiamo speso, bruciato tutto noi stessi secondo le mode, finite lasciano l'amaro in bocca; se son servite per ricreare il nostro corpo e il nostro spirito ci lasciano gioiosi e pronti a ricominciare con spirito nuovo.

 

 

MARTEDI’ 17 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Giacinto; Santa Chiara da Montefalco.

Una scheggia di preghiera:

 

L'UNICO VERO BENE SEI TU, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Le opere di Dio non si misurano col tempo e spesso il Signore dà più in un istante che non in molte ore. (Santa Teresa d'Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: Ciò che il cuore desidera ardentemente mette le gambe in movimento. (proverbio del Burundi)

UN ANEDDOTO: Lo struzzo è un animale grosso e goffo e le sue ali sono corte come se fossero state tarpate. Infatti, lo struzzo può correre, ma non può volare, se non per brevi voli rasente terra. Ma una volta, racconta una leggenda egiziana, gli struzzi erano uccelli magnifici, con grandi ali potenti. Un giorno gli uccelli più grandi della foresta chiesero allo struzzo: «Fratello, domani, se a Dio piacerà, voleremo via per andare a bere al grande fiume». —Io ci andrò —, rispose lo struzzo. Al levar del sole, come d’accordo, gli uccelli si levarono a volo nell’aria, in alto sempre più in alto, verso il sole che rifulgeva come l’occhio di Dio. Innanzi a tutti volava lo struzzo che ben presto distanziò gli altri. Si lanciava orgogliosamente incontro alla luce fidando troppo nelle proprie forze e dimenticando colui che gliene aveva fatto dono. Né ricordò di dire, come i compagni: — Se a Dio piacerà. E d’improvviso si scostò il velo che stava dinnanzi alla sfera fiammeggiante del sole: in un baleno le ali del superbo uccello furono bruciate, incenerite, ed esso precipitò miseramente al suolo. Da quel giorno lo struzzo non ha più potuto volare. La leggenda ammonisce che in ogni pensiero, in ogni progetto, in ogni azione noi dobbiamo dire sempre: Se a Dio piacerà. La superbia prima o dopo sarà punita.

PAROLA DI DIO: Gdc 6,11-24a; Sal 84; Mt 19,23-30

 

Vangelo Mt 19,23-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa, dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi». Parola del Signore

 

"E' PIÙ FACILE CHE UN CAMMELLO PASSI PER LA CRUNA DI UN AGO, CHE UN RICCO ENTRI NEL REGNO DI DIO".

Che cosa condanna Gesù? Non certamente i beni di questa terra in sé, ma chi è attaccato ad essi. E perché?

È chiaro: perché tutto appartiene a Dio e il ricco invece si comporta come se le ricchezze fossero sue. Il fatto è che le ricchezze prendono facilmente nel cuore umano il posto di Dio e accecano e facilitano ogni vizio. Paolo, l'Apostolo, scriveva: "Coloro che vogliono arricchire, cadono nella tentazione, nel laccio e in molte bramosie insensate e funeste, che fanno affogare gli uomini in rovina e perdizione. L'attaccamento al denaro, infatti, è la radice di tutti i mali; per il suo sfrenato desiderio alcuni hanno deviato dalla fede e si sono da sé stessi tormentati con molti dolori". Qual è allora l'atteggiamento di chi possiede? Occorre che egli abbia il cuore libero, totalmente aperto a Dio, che si senta amministratore dei suoi beni. I beni di questa terra, non essendo un male per sé stessi, non è il caso di disprezzarli, ma bisogna usarli bene. Non la mano, ma il cuore deve star lontano da essi. Si tratta di saperli utilizzare per il bene degli altri. Chi è ricco lo è per gli altri.

 

 

MERCOLEDI’ 18 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Elena; Santi Floro e Lauro.

Una scheggia di preghiera:

 

ANCHE OGGI, TU O DIO, SEI PRONTO A PERDONARE.

 

HANNO DETTO: Ci saranno sempre degli Eschimesi pronti a dettar norme su come devono comportarsi gli abitanti del Congo durante la calura. (Stanislaw Jerzy Lec)

SAGGEZZA POPOLARE: Se non hai denti forti, aspetta che le noccioline diventino mature. (proverbio del Togo)

UN ANEDDOTO: In un bel giardino cresceva un grosso cedro. Lo circondavano altre piante. Di stagione in stagione il cedro s’innalzava nel cielo... E divenne superbo. Disse un giorno dall’alto della sua statura: Toglietemi via quel noce, perché mi dà fastidio! E il noce fu tolto. Disse ancora: — Portate via quel fico, che mi dà noia. E il fico fu abbattuto. Comandò sempre più egoisticamente: — Strappate anche quei meli, mi fanno ombra. E anche i meli furono levati di mezzo. Così uno alla volta il superbo cedro eliminò tutti gli altri alberi. Rimase solo, solenne padrone di tutto il giardino, che ormai non era più un giardino. Ma un giorno venne una tromba d’aria. Il cedro fu scosso fin dalle radici. E il vento non trovando ostacoli intorno, né altri alberi, lo schiantò e lo distese a terra! (Leonardo da Vinci)

PAROLA DI DIO: Gdc 9,6-15; Sal 20; Mt 20,1-16

 

Vangelo Mt 20,1-16

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dà loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.  Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi». Parola del Signore

 

“NEL RITIRARE IL DENARO, MORMORAVANO CONTRO IL PADRONE”

Sempre, ma direi particolarmente oggi, in quasi tutti i campi, vige la meritocrazia. La società del benessere e del denaro che a tutto dà un prezzo, valuta secondo i meriti e secondo il valore presunto. Anche Dio dovrebbe comportarsi così!

Siamo dunque come quegli operai che brontolano perché anche a noi sembra che il padrone (Dio) dovrebbe dare di più a chi ha lavorato maggiormente. Dio non fa così. Il Dio di Gesù non è così!

Ma il motivo per cui Dio non agisce secondo i parametri umani non è dovuto alla sua ingiustizia, ma alla sua generosità. Qual è lo scopo della parabola raccontata da Gesù? Biasimare coloro che lo criticano per la sua attenzione agli ultimi e ai peccatori, rimproverarli perché non si rallegrano con Lui della gioia di quelli che erano perduti, morti, smarriti, abbandonati, e soprattutto perché sono incapaci di essere in comunione con la gioia di Dio quando Egli esercita la sua prerogativa fondamentale: la misericordia. Quando noi mormoriamo siamo delle persone che pensano che la religione sia ciò che io do a Dio, mentre essa consiste soprattutto in ciò che Dio fa per noi. Non corriamo il rischio di ridurre la generosità di Dio al conto che noi gli presentiamo. Il vero operaio, secondo Dio è quello che si disinteressa del salario, anzi, è quello che gioisce perché se è stato chiamato, a qualunque ora della giornata, sa già di essere nel Regno. Chi mercanteggia, chi ha occhio maligno nei confronti di Dio e degli altri, in fondo è nemico di sé stesso, rischia di guastarsi la vita, di non cogliere la generosità di Dio, di non saper gioire con gli altri e di guastarsi pure l’eternità.

 

 

GIOVEDI’ 19 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Eudes; Bartolomeo da Simeri.

Una scheggia di preghiera:

 

CHI INCONTRA TE, O SIGNORE, INCONTRA IL DIO DELLA VITA.

 

HANNO DETTO: Il focolare può essere un trono dal quale una donna regge il mondo. (Jokai)

SAGGEZZA POPOLARE: Non parlare troppo, se no ti bruci la lingua. (proverbio della Costa d'Avorio)

UN ANEDDOTO: C’era una volta in un pollaio, un galletto di nome Piumarossa. Era convinto di essere il più bello e il più bravo. Infatti, diceva che era lui, con il suo «chicchirichì» a svegliare il sole ogni mattina. Un giorno il cielo si copri di nuvole nere. Piumarossa cantò, cantò, ma il sole non si vide e scese invece una fitta pioggia.

— Come mai non hai svegliato il sole? — gli chiese una gallinella. — Quel pigrone si è svegliato tardi. Si sta lavando la faccia e ha versato un po’ d’acqua — rispose pronto Piumarossa

PAROLA DI DIO: Gdc 11,29-39a; Sal 39; Mt 22,1-14

 

Vangelo Mt 22,1-14

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti». Parola del Signore

 

"TUTTO È PRONTO: VENITE ALLE NOZZE". MA COSTORO NON SE NE CURARONO E ANDARONO CHI AL PROPRIO CAMPO, CHI AI PROPRI AFFARI...”

Purtroppo, nella vita è terribilmente facile perdere di vista la meta. Se noi chiedessimo a qualunque persona che cosa desidera di più, penso che chiunque, con un minimo di riflessione dovrebbe rispondere: "avere per sempre una vita gioiosa". Eppure, molti rispondono anche oggi con termini di cose passeggere: "La salute, il denaro, il successo, una bella moglie." Quando facciamo così siamo come quegli invitati alle nozze: abbiamo l'opportunità gratuita di poter realizzare il fine della nostra vita e preferiamo interessarci a cose che oggi ci sono, domani passano e ci lasciano solo preoccupazioni. Dimentichiamo i doni di Dio e pensiamo di essere autosufficienti. Gesù, il figlio del Re per cui è stato preparato il banchetto ci ha invitati per primi, in che modo accogliamo questo invito? Gesù ci invita all'Eucaristia: ci andiamo e in che modo?

 

 

VENERDI’ 20 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Bernardo; San Filiberto.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI DIO E AMI PROPRIO ME.

 

HANNO DETTO: Ogni giorno è un giorno in più per amare, un giorno in più per sognare, un giorno in più per vivere. (San Pio)

SAGGEZZA POPOLARE: Ogni fiume ha la sua fonte. (proverbio Zulu)

UN ANEDDOTO: Un beduino, inseguito da feroci nemici, fuggì dove il deserto era più aspro e le rocce più taglienti. Corse e corse, finché non sentì che il rumore degli zoccoli dei cavalli, che lo inseguivano, si era affievolito e poi spento del tutto. Solo allora si guardò intorno. Era giunto in una gola paurosa, su cui incombevano pareti di granito e guglie di scuro basalto. Con enorme meraviglia, scoprì una specie di sentierino che si inerpicava attraverso la gola. Lo seguì e, dopo un po’, si ritrovò all’imboccatura di una profonda grotta buia. Si infilò nell’oscurità con passo esitante. «Vieni avanti fratello», lo incoraggiò una voce benevola. Nella penombra, il beduino vide un eremita che stava pregando. «Tu vivi qui?», chiese il beduino. «Certo». «Ma come fai a resistere in questa grotta, solo, povero, lontano da tutti?». L’eremita sorrise. «Io non sono povero. Ho grandi tesori». «Dove?». «Guarda là». L’Eremita indicò una piccola fessura che si apriva in un fianco della grotta e chiese: «Che cosa vedi?». «Niente». «Davvero niente?» domandò l’eremita. «Solo un pezzo di cielo». «Un pezzo di cielo: non ti sembra un tesoro meraviglioso?».

PAROLA DI DIO: Rt 1,1.3-6.14b-16.22; Sal 145; Mt 22,34-40

 

Vangelo Mt 22,34-40

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti». Parola del Signore

 

MAESTRO, NELLA LEGGE, QUAL È IL GRANDE COMANDAMENTO?”.

La risposta di Gesù non è poi così sconvolgente: riprendendo i due precetti centrali della fede ebraica non fa che ribadire l’alleanza del popolo d'Israele con il suo Dio attraverso l’amore. È splendida questa cosa: Gesù ci chiede di amare, cioè di vivere esattamente ciò che per ciascuno è il più grande sogno della vita, l'anelito ultimo di ogni uomo; noi e Dio desideriamo la stessa cosa, Dio ci chiede di vivere il sogno che ciascuno di noi nasconde nel cuore. Ma allora amare è ancora un comandamento? Posso amare per dovere? Certo che no! Credo semplicemente che Gesù volesse dire questo: Dio ti ama, lasciati amare. Il ‘comandamento’ è allora prima che un’obbedienza un invito ad accorgersi di essere amati da Dio: "Lasciati amare da Dio, lasciati sedurre da Dio, abbandona la tua piccola idea di Dio per aprirti alla grande novità del vangelo" Fino a quando non percepiremo, questo amore che Dio continuamente riversa nel nostro cuore, non potremo capire che la cosa più importante della vita è restituire l’amore di Dio e manifestarlo ai fratelli.

 

 

SABATO 21 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Pio X; San Baldovino di Rieti.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, SIGNORE A COGLIERE IL BENE IN OGNI LUOGO E MOMENTO.

 

HANNO DETTO: Quando la vita ti dà mille ragioni per piangere, dimostra che hai mille ed una ragione per sorridere. (Benite Costa Rodriguez)

SAGGEZZA POPOLARE: Quel che per te non vuoi, per gli altri non sia. 

UN ANEDDOTO: Ad un fratello che si lamentava continuamente della propria vita l’abate Bessarione disse: Forse è la vita a non essere contenta di te. Essa, infatti e contenta di vivere con chi vuole viverla gioiosamente.

PAROLA DI DIO: Rt 2,1-3.8-11; 4,13-17; Sal 127; Mt 23,1-12

 

Vangelo Mt 23,1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato». Parola del Signore

 

“SULLA CATTEDRA DI MOSE’ SI SON SEDUTI SCRIBI E FARISEI”.

C’è da fare un profondo esame di coscienza per il nostro mondo e per noi stessi! Quanti capi e responsabili delle nostre comunità civili e religiose dicono e non fanno! Come è facile riempirsi la bocca di moralismi per gli altri e vivere da immorali, come è facile dire: “Si dovrebbe fare così…”, e non muovere un dito. Gesù però non fa di tutta l'erba un fascio, come spesso può capitare a qualcuno che magari avendo incontrato un cattivo prete butta via con esso anche tutta la religione. Gesù ci invita a meditare ed accogliere l’insegnamento anche quando non è suffragato dalla testimonianza, ma soprattutto ci invita alla coerenza. Siamo un po’ tutti farisei. Vogliamo, per attirare l’attenzione, per bisogno di affetto o per altri motivi, farci più belli di quanto siamo; siamo tutti attaccati ai nostri ruoli e per conservarli, a volte siamo disposti anche a mascherarci. Qualche volta usiamo perfino il mantello del buonismo e della religione per nasconderci e apparire migliori, e allora, anche a noi, sia che occupiamo posti importanti o meno, Gesù dice: “Io la tua faccia e il tuo cuore li vedo per quello che sono, non per quello che vuoi farli apparire, e allora non sarà ora di far finire questo carnevale mascherato che dura tutto l’anno?”.

Che cosa ne dite? Se ci scandalizzassimo di meno per le tante immoralità della nostra epoca e cominciassimo magari ad usare un po’ più moralmente il nostro denaro, non sarebbe già un piccolo, ma significativo tentativo di coerenza?

 

 

DOMENICA 22 AGOSTO: 21^ DOMENICA TEMPO ORDINARIO B

Tra i santi ricordati oggi: B.V.M. Regina; Santa Augusta; San Fabrizio e Filiberto.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SOLO, SIGNORE, HAI PAROLE DI VITA ETERNA”

 

HANNO DETTO: Il primo pensiero di Dio fu un angelo. La prima parola di Dio fu un uomo. (K. Gibran)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi vuole il carbone, sopporti il fumo. (proverbio del Senegal)

UN ANEDDOTO: Lungo la via domandavano l’elemosina un cieco e uno zoppo. Il cieco gridava: — Fate la carità a questo povero cieco, che non ha occhi per vedere! Lo zoppo gridava: — Fate la carità a questo povero storpio, che non ha gambe per camminare! Ma un giorno s’accordarono. Il cieco disse allo zoppo: — Ho le gambe buone! Lo zoppo rispose: — Io ho gli occhi buoni. Fecero così: lo zoppo si mise sulle spalle del cieco, che da quel momento poté percorrere tutte le vie della città con sicurezza. Il cieco portava, lo zoppo guidava!

(G. Colombo)

PAROLA DI DIO: Gs 24,1-2a.15-17.18b; Sal 33; Ef 5,21-32; Gv 6,60-69

 

Vangelo Gv 6,60-69

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù, infatti sapeva fin da principio chi fossero quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». Parola del Signore

 

“SIGNORE, DA CHI ANDREMO? TU HAI PAROLE DI VITA ETERNA E NOI ABBIAMO CREDUTO E CONOSCIUTO CHE TU SEI IL SANTO DI DIO”

Pietro risponde d’impeto alla dolorosa domanda di Gesù: Forse anche voi volete andarvene? Non si aspettava forse che il suo maestro fosse pronto ad un’eventualità del genere, che la sua coerenza e il suo amore per il Padre lo rendessero capace di restare anche solo. Risponde allora senza ragionare e le sue parole rivelano il legame ormai indissolubile che lo lega a Gesù (nemmeno il tradimento lo spezzerà). Sono le parole di ogni uomo che ha incontrato davvero Cristo, che ha ascoltato le sue parole e deciso definitivamente di stare con lui. Non c’è più altra strada, altra persona, altro pensiero che potrebbe sostituirlo, l’anima non sarebbe più capace di vivere senza di lui, tutto scolorirebbe e sembrerebbe vino annacquato. Pietro parla al plurale, si fa portavoce degli apostoli, ma anche nostro e non possiamo non sentire verso di lui un’immensa gratitudine.

 

 

LUNEDI’ 23 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Rosa da Lima; San Filippo Benizi.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU MI SCRUTI E MI CONOSCI, SAI TUTTO DI ME.

 

HANNO DETTO: Il cuore è una ricchezza che non si vende e non si compra, ma si regala. (Gustave Flaubert)

SAGGEZZA POPOLARE: Importante non è ciò che abbiamo nella vita, importante è che abbiamo la vita

UN ANEDDOTO: Un ricco nevrastenico si recò un giorno da Paul Tournier, per chiedergli come liberarsi dalla tristezza e dalle molte sue inquietudini. Il rabbino lo ascoltò. Poi lo condusse davanti ad uno specchio. Gli chiese: — Cosa vedi? — Me stesso! — rispose. Lo condusse quindi alla finestra che dava sulla strada e gli chiese ancora: — Cosa vedi ora attraverso il vetro? — Vedo molta gente e il mondo! Concluse il rabbino: — D’ora in poi non metterti più davanti al vetro argentato dello specchio, ma a quello trasparente della finestra. Così facendo non vedrai più te stesso, ma gli altri. Solo così ritornerai felice.

PAROLA DI DIO: 1Ts 1,1-5.8b-10; Sal 149; Mt 23,13-22

 

Vangelo Mt 23,13-22

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi. Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra, e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso». Parola del Signore

 

“GUAI A VOI, GUIDE CIECHE”.

È un rimprovero, quello di Gesù, che sento sovente sulla mia pelle. In particolare, io, prete, ma ognuno di noi, cristiano, ha, fin dal suo Battesimo, il compito di essere testimone del Vangelo, ma quanto siamo poveri, quanto ciechi, quante volte trasmettiamo una fede fatta di parole, di tradizioni. Per guidare gli uomini verso la felicità a cui Dio li chiama bisogna far loro conoscere Dio e il suo amore e non una casistica di regole senza nessun rapporto con la realtà di chi è invitato ad osservarle. Per dire Gesù agli altri, bisogna lasciarci guidare da Gesù, essere innamorati di Gesù, sentirlo dentro, lasciarci portare dallo Spirito di Gesù e allora... Lui fa il resto.

 

 

MARTEDI’ 24 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Bartolomeo; Santa Emilia di Vialar.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', SEI IL FIGLIO DI DIO, TU SEI IL RE DI ISRAELE.

 

HANNO DETTO: È facile fare domande difficili, il difficile è dare risposte facili. (A. Morandotti)

SAGGEZZA POPOLARE: Abbondanza di parole non significa potenza. (Proverbio della Liberia)

UN ANEDDOTO: La piccola Alessia stava tanto bene a casa con papà e mamma: avevano occhi solo per lei. Poi un giorno, la mamma la prese in braccio e le spiegò che stava per succedere qualcosa di importante. Papà le disse che doveva aiutarli, perché non sarebbe più stata lei la più piccola. Alessia non capì bene, ma si accorse di alcuni cambiamenti. Il primo era la pancia di mamma che stava lentamente cominciando a crescere. Il secondo la sua vecchia culla che era stata riportata in casa, con i giocattoli che usava da piccola. Allora Alessia capì ed ebbe molta paura. Pensò che se stava arrivando un piccolo, tutti si sarebbero occupati di lui e nessuno avrebbe avuto più il tempo di pensare ad Alessia. Ma il suo papà capì tutto, la prese sulle spalle e le disse: “Non ti devi mai preoccupare, perché tu sarai per sempre la nostra PRIMA bambina, e non ce ne sarà mai un'altra prima di te.” La mamma le prese la mano e le spiegò che nella pancia, stava crescendo una bambina come lei, solo molto più piccola e che Alessia le avrebbe insegnato tante cose che sapeva. E così fu: quando il piccolo arrivò, trovò ad aspettarla il papà, la mamma e la sua sorellina maggiore Alessia, che le aveva preparato un disegno bellissimo e che non aspettava altro che insegnargli come farne tanti bellissimi e colorati.

PAROLA DI DIO: Ap 21,9b-14; Sal 144; GV 1,45-51

 

Vangelo Gv 1,45-51

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù, intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo». Parola del Signore

 

“FILIPPO TROVÒ NATANAÈLE E GLI DISSE: «ABBIAMO TROVATO COLUI DEL QUALE HANNO SCRITTO MOSÈ, NELLA LEGGE, E I PROFETI: GESÙ, IL FIGLIO DI GIUSEPPE, DI NÀZARET». NATANAÈLE GLI DISSE: «DA NÀZARET PUÒ VENIRE QUALCOSA DI BUONO?”

San Bartolomeo è da sempre identificato con il Natanaele di cui parla l’evangelista Giovanni.

Natanaele conosce la Scrittura, sa bene che Nazareth è un piccolo villaggio che gode di un poco lusinghiero primato: non compare mai nella Bibbia. Israele è un territorio poco più grande della nostra Calabria… Non c’è incrocio che non sia citato. Tutto, eccetto Nazareth. Come può il Messia venire da un posto abitato da duecento persone che vivono nelle grotte? Natanaele conosce la Scrittura: Gesù lo trova sotto un albero di fico, l’albero della meditazione della Torah, i cui frutti sono dolci come quelli del fico. E ha un altro pregio: è amico di Filippo, il cui nome denuncia un’origine pagana. Ma ha un difetto enorme: è una linguaccia. Il suo giudizio è tagliente e, certo gli avrà creato più di un problema. Gesù, però, valorizza il suo difetto: almeno si sa cosa Natanaele pensa degli altri! In effetti la reazione di Natanaele è entusiasta: si scioglie come neve al sole! La sua durezza nasconde una sua insicurezza. E così facendo, Gesù guadagna un apostolo. Che bello! Il Signore valorizza sempre ciò che siamo e, meraviglia delle meraviglie, possiamo diventare santi anche se abbiamo un pessimo carattere!

 

 

MERCOLEDI’ 25 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Ludovico; San Giuseppe Calasanzio; San Genesio.

Una scheggia di preghiera:

 

ABBI MISERICORDIA, SIGNORE, PER TUTTE LE NOSTRE IPOCRISIE.

 

HANNO DETTO: Con quale coraggio chiedi a Dio ciò che rifiuti di concedere agli altri! Chi desidera ricevere misericordia in cielo deve concederla su questa terra. (Cesario di Arles)

SAGGEZZA POPOLARE: Il bambino che non è mai uscito dalla propria casa crede che soltanto sua madre sappia far bene il sugo. (Proverbio del Benin)

UN ANEDDOTO: Diceva Giulio Andreotti: Cosa vorrei sulla mia epigrafe? Data di nascita, data di morte. Punto. Le parole delle epigrafi sono tutte uguali. A leggerle uno si chiede: ma scusate, se sono tutti buoni, dov'è il cimitero dei cattivi?

PAROLA DI DIO: 1Ts 2,9-13; Sal 138; Mt 23,27-32

 

Vangelo Mt 23,27-32

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”. Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri». Parola del Signore

 

GUAI A VOI, SCRIBI E FARISEI IPOCRITI, CHE COSTRUITE LE TOMBE DEI PROFETI E ADORNATE I SEPOLCRI DEI GIUSTI”

Vi siete mai accorti che cosa succede al momento della morte di una persona. Prima era o un illustre sconosciuto, o una persona di cui avevamo pronti tutti i dati negativi, al momento della morte tutti diventano buoni. Facciamo un giretto nei nostri cimiteri: leggendo sulle lapidi al mondo dovrebbero esserci stati solo “angeli della casa” “persone integerrime”, “lavoratori fedeli”, “amici ineffabili”, spose e sposi fedelissimi”, “commercianti onesti”, “politici giusti”, “padri adorabili”, sacerdoti amati e misericordiosi”. Eppure, il mondo, anche per quella generazione non andava poi molto meglio di adesso!

Specialmente in campo religioso ho avuto opportunità di leggere “brevi biografie” di personaggi che avevo conosciuto personalmente… il tempo e il fine per cui le cose sono pubblicate cambiano completamente giudizi, letture, interpretazioni e magari il santo che durante la sua vita proprio a causa delle sue scelte e delle sue parole era considerato un “integralista”, un “mezzo matto”, un “uomo di sinistra neanche troppo ortodosso”, da morto diventa un profeta che aveva già visto anni prima quello che noi diciamo oggi, uno magari da tenersi buono non solo perché dovrebbe essere in paradiso, ma perché può venir utile a comprovare le nostre tesi.

E se noi cercassimo di rispettare gli uomini così come sono, oggi, senza aspettare che siano morti per fare loro un monumento? E se i cristiani invece di farsi la guerra tra loro oggi, imparassero ad accogliere con gioia ciò che li accomuna, fede per prima, piuttosto che sottolineare ciò che divide?

 

 

GIOVEDI’ 26 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alessandro; San Zefirino.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI, SIGNORE GESU'.

 

HANNO DETTO: Io non credo in Dio, sarebbe troppo poco.  Io Gli voglio bene. (Don Lorenzo Milani)

SAGGEZZA POPOLARE: Prima di trovar a ridire all'altrui camicia, bisogna rammendare la propria.

UN ANEDDOTO: Una vergine digiunava sei giorni la settimana e aveva imparato a memoria l’Antico e il Nuovo Testamento. Il suo padre spirituale le domandò: “Sei capace di preferire gli estranei ai parenti, e di perdonare chi ti ha offeso?”. Lei rispose negativamente. Il padre sentenziò: «Il digiuno e la Bibbia non ti servono a nulla; hai solo ingannato te stessa».

PAROLA DI DIO: 1Ts 3,7-13; Sal 89; Mt 24,42-51

 

Vangelo Mt 24,42-51

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo. Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni. Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti». Parola del Signore

 

“VEGLIATE”

Il mondo attorno a noi corre, insegue progetti, desideri… anch’io, forse anche tu. Partecipiamo al gioco: corriamo ci affanniamo ogni giorno… dietro ad una illusione che prima o poi ci chiederà il conto. La vita è come un supermarket, riempi il carrello fin che puoi, ma alla fine devi passare alla cassa. Pessimismo? No, sano realismo: non c’è cosa più saggia che vivere nella realtà. Gesù vive nella realtà non si illude e non illude. Siamo all’altezza di ciò che ci accade? Della realtà che ci chiede di tenere i piedi per terra? Ci voleva Dio per riportare l’uomo all’essenziale. Questo significa “vegliare”. Guardare alla nostra vita con distacco e scegliere ciò che conta, ciò che resta. Ciò che resta chiede un prezzo subito, non si nasconde dietro un dito, ma dà anche la gioia ora. Gioia! Poter dire: sono pronto alla Tua venuta. Forse tutti abbiamo qualcosa da sistemare. Ecco il tempo opportuno!

 

 

VENERDI’ 27 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Monica; San Cesario di Arles; San Rufo.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA LUCE, SIGNORE, ILLUMINI LA NOSTRA NOTTE.

 

HANNO DETTO: L'uomo che prega ha le mani nel timone della storia. (San Giovanni Crisostomo)

SAGGEZZA POPOLARE: Gli Dei non possono aiutare quelli che non colgono occasioni. (proverbio della Cina)

UN ANEDDOTO: Un brigante del deserto venne un giorno a morire davanti alle porte del monastero di Scete.

Dio mi perdonerà — disse al fratello che era subito accorso. Perché ne sei sicuro? — chiese questi. Perché è il suo mestiere.

PAROLA DI DIO: 1Ts 4,1-8; Sal 96; Mt 25,1-13

 

Vangelo Mt 25,1-13

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora». Parola del Signore

 

“IL REGNO DEI CIELI È SIMILE A DIECI VERGINI CHE, PRESERO LE LORO LAMPADE E USCIRONO INCONTRO ALLO SPOSO”.

Tutti sono chiamati a conoscere Dio; tutti vanno incontro a Lui perché tutte le strade conducono a Lui. Tutti vanno, ma non tutti entrano. Delle dieci ragazze della parabola di Gesù cinque sono sagge e cinque stolte: pensavano non fosse necessario applicare l’intelligenza ma che fosse sufficiente la pratica. Stolto è colui che non sa che le lampade da sole non stanno accese senza olio. Stolto è chi crede di poter mantenere la fede in Dio senza cercare Dio, senza impegnarsi a conoscerlo, senza approfondire quello che si dice di Dio. Stolto è anche colui che crede di poter tenere accesa la sua lampada con la provvista di olio che hanno gli altri. Nel momento della crisi si è sempre soli e non basta ciò che hanno gli altri. Così è di tutti gli uomini nei confronti di Dio. Si crede, si ama, si tribola, si è forse staccati da tante cose, si fanno tante pratiche di pietà, eppure si può essere stolti. Non bastano le parole, né i sentimenti. Né le lacrime per trattenere Colui che abbiamo trascurato di conoscere. Ognuno sarà conosciuto e quindi accolto, per ciò che avrà conosciuto, per ciò che si sarà impegnato a conoscere personalmente, ogni giorno, con semplicità, ma anche con fatica.

 

 

SABATO 28 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agostino; Santa Adelina; Sant’Alfrico.

Una scheggia di preghiera:

 

OGGI PENSO AI TUOI DONI, UNO PER UNO.

 

HANNO DETTO: Il tempo che impieghiamo nell'orazione, Dio ce lo restituisce con altrettante benedizioni nelle nostre opere. (San Bonaventura)

SAGGEZZA POPOLARE: Il cammino del viaggiatore è tracciato dagli astri e non dalle dune di sabbia. (proverbio arabo)

UN ANEDDOTO: A mons. Parente, che presentava a Papa Giovanni — tutti i suoi volumi e le sue opere: Mi dica Monsignore — domanda il Papa — sono opere importanti senza dubbio, ma lei è d’accordo con me che il Pater Noster vale più che tutti i libri di questo mondo?

PAROLA DI DIO: 1Ts 4,9-11; Sal 97; Mt 25,14-30

 

Vangelo Mt 25,14-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sottoterra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza, ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”». Parola del Signore

 

"COLUI CHE AVEVA RICEVUTO UN SOLO TALENTO, ANDO' A FARE UNA BUCA NEL TERRENO E VI NASCOSE IL DENARO DEL SUO PADRONE".

Dio ci ha fornito intelligenza, mani, cuore per recare i suoi doni il più lontano possibile e noi spesso usiamo le nostre doti e le nostre mani per afferrare una pala e per scavare una buca dove nascondere i suoi regali. Quante buche scavate in tutti i terreni religiosi!

Castità custodite nell'aridità, nella sterilizzazione dei sentimenti, nella paura di amare; celibati utilizzati unicamente per costruire esseri freddi e duri. Quante volte è come se noi dicessimo al Signore: "Eccoti la tua vita, Signore te la restituisco quasi intatta. Non mi sono mai azzardato a vivere. Troppa paura di sbagliare!

Eccoti la tua libertà. L'ho accantonata, non me ne sono quasi mai servito. Troppo impegnativa!

Eccoti il cuore che mi hai dato. L'ho sorvegliato, l'ho usato raramente. Troppo rischioso il seguirlo!

Eccoti la tua fantasia. Un regalo superfluo e pericoloso. L'ho sempre tenuta sottochiave. Chissà dove mi avrebbe portato!"

E c'è pure la preghiera sotterrata e asfissiata nel devozionismo e ritualismo, senza alcun contatto con la carità, la lotta per la giustizia, il rispetto degli altri, la condivisione. C'è la fede asettica fatta di formule e di linguaggio spento, c'è il Vangelo imbalsamato nel moralismo, nel giuridismo, il lievito sotterrato sotto cumuli di conformismo, c'è la profezia sequestrata dalle istituzioni, il coraggio imbavagliato dalla diplomazia, la misericordia strangolata dal rigore, c'è la parola di Dio diventata lettera morta, ripetitiva, senz'anima, senza calore, senza poesia, anonima, impersonale, soffocata che non è più grido, appello, interrogativo. Signore, se scopro tutte queste buche fa che dia ancora mano alla pala per tirar fuori almeno qualcosa di quanto vi ho sepolto prima di essere seppellito anch'io.

 

 

DOMENICA  29 AGOSTO: 22^ DOMENICA TEMPO ORDINARIO B

Tra i santi ricordati oggi: Martirio di san Giovanni Battista; San Bononio di Lucedio.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU SAI TUTTO. CONOSCI IL MIO CUORE: INSEGNAMI AD AMARE.

 

HANNO DETTO: La preghiera è sempre stata la forza dei deboli e la Chiesa ha vinto con essa le sue battaglie. (Don Orione)

SAGGEZZA POPOLARE: Le cinque dita sono sorelle, ma non sono uguali. (proverbio dell'Afghanistan)

UN ANEDDOTO: Il primo presidente degli Stati Uniti, Giorgio Washington, teneva presso il letto un’immagine della Madre di Dio. Un professore, buon cattolico, viene a trovarlo e, visto quel quadro, esclama: “Credevo che fosse protestante!»» E il presidente di rimando: “Lo sono. Ma come posso onorare il Figlio, se non amo sua Madre?”.

PAROLA DI DIO: Dt 4,1-2.6-8; Sal 14; Gc 1,17-18.21b-22.27; Mc 7,1-8.14-15.21-23

 

Vangelo Mc 7,1-8.14-15.21-23

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate - i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: "Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini". Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall'uomo a renderlo impuro». E diceva ai suoi discepoli: «Dal di dentro, infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall'interno e rendono impuro l'uomo». Parola del Signore

 

“QUESTO POPOLO MI ONORA CON LE LABBRA MA IL SUO CUORE È LONTANO DA ME”.

Gesù, usando la frase di Isaia che meditiamo oggi e applicandola alla situazione religiosa del suo popolo ci richiama in maniera molto chiara a superare ogni ipocrisia religiosa che in sé è una bruttissima forma di ateismo perché quasi pretende che Dio non conosca la realtà delle cose e delle persone e si accontenti dell’esteriorità.

È vero che noi uomini non possiamo giudicare perché vediamo le apparenze e spesso non conosciamo l’intimo dei nostri fratelli, ma non vi sembra che questa ipocrisia religiosa sia tuttora imperante in mezzo a noi e qualche volta giochi la sua parte anche in noi stessi? Capita sovente di entrare in certe chiese e di vedere come molte persone siano lì senza saper troppo bene il perché, a volte si capisce che per lo stesso celebrante la Messa è una serie di riti da assolvere nel modo più veloce possibile per poter passare ad altro, altre volte vedi persone che sbuffano e che guardano l’orologio in continuazione, ci sono poi parecchi che, appena fatta la comunione, escono di chiesa: avranno tutti appuntamenti importantissimi o bambini piccoli di cui prendersi cura? Ma non ci scopriamo un po’ ipocriti noi stessi quando preghiamo personalmente e alla fine delle preghiere ci accorgiamo di aver pensato a tutto fuorché al Signore?

Dio non lo si inganna, egli conosce il nostro intimo e certamente davanti a Lui questo può scusarci per certe azioni esteriori non completamente corrette ma dettate da amore, ma nello stesso tempo ci condanna per quelle apparenze di buonismo religioso che non corrispondono all’atteggiamento del cuore.

 

 

LUNEDI’ 30 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Gaudenzia; San Pietro di Trevi.

Una scheggia di preghiera:

 

OGGI MI STAI SALVANDO: GRAZIE SIGNORE GESU'.

 

HANNO DETTO: Il demonio un giorno mi disse: "Oh, quanto mi compiaccio di quelle prediche ampollose che non inquietano nessuno, ma anzi lasciano la gente vivere a proprio capriccio"! (Santo Curato d'Ars)

SAGGEZZA POPOLARE: L'aceto regalato è più dolce del miele. (proverbio dell'Afghanistan)

UN ANEDDOTO: Quand’ero regazzino, mamma mia me diceva: “Ricordate fijolo, quanno te senti veramente solo tu prova a recità ‘n’Ave Maria. L’anima tua da sola spicca er volo e se solleva, come pe’ maggìa”. Ormai so’ vecchio, er tempo m’è volato; da un pezzo s’è addormita la vecchietta, ma quer consijo nun l’ho mai scordato. Come me sento veramente solo io prego la Madonna benedetta e l’anima da sola pija er volo! - (TRILUSSA)

PAROLA DI DIO: 1Ts 4,13-18; Sal 95; Lc 4,16-30

 

Vangelo Lc 4,16-30

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo, ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. Parola del Signore

 

“OGGI SI È COMPIUTA QUESTA SCRITTURA CHE VOI AVETE ASCOLTATO”.

Oggi!
Gesù proclama l'inizio della sua vita pubblica ed espone il suo programma messianico realizzando la parola di Dio pronunciata dal profeta Isaia. Lo fa aprendo la sua affermazione proprio con la parola "oggi". Con Gesù è cominciata l'era dell'oggi, l'era del presente, lo rende luogo dell'attualità e della presenza di Dio. L'annuncio del passato non importa più perché ora c'è Dio, l'attesa del futuro non importa più perché ora c'è Dio: la sua Presenza si realizza. Ora Gesù nasce, ora Gesù muore in croce, ora Gesù risorge. Questo significa che ora devo vivere da cristiano, proprio ora mentre lavoro, studio o guardo la tv; ora devo mettere in pratica il vangelo con le sue esigenze; ora devo decidermi per Lui. Oggi, appunto, perché l'oggi è diventato il tempio della presenza di Dio!

 

 

MARTEDI’ 31 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Raimondo; San Domenico del Val.

Una scheggia di preghiera:

 

DA OGNI SCHIAVITU' E DOMINIO, LIBERACI SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Il miglior modo di predicare con frutto è quello di amare molto Gesù Cristo. (Santa Teresa d'Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: Nella casa della formica, la rugiada è un'inondazione. (proverbio della Cina)

UN ANEDDOTO: Quando ero a Roma, mi recavo al santuario del Divino Amore; mentre pregavo, guardavo la gente che passava davanti alla Madonna e mi dicevo: Come sono tante le lacrime, le sofferenze, che vengono deposte ai piedi di Maria e che lei, maternamente, asciuga. E così, pensando agli altri, mi accorgevo che in fondo i miei piccoli problemi, le mie piccole difficoltà, erano ben poca cosa. Uscendo dal santuario mi sentivo allora spinto a consolare le sofferenze della gente, delle famiglie, delle madri, dei padri, delle spose, degli sposi, le sofferenze dei giovani senza lavoro, degli anziani soli e abbandonati. Sapevo che Maria asciugava tutte le loro lacrime e desideravo partecipare, in qualche modo, alla sua funzione. (C. M. MARTINI)

PAROLA DI DIO: 1Ts 5,1-6.9-11; Sal 26; Lc 4,31-37

 

Vangelo Lc 4,31-37

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante. Parola del Signore

 

"NELLA SINAGOGA C'ERA UN UOMO CHE ERA POSSEDUTO DA UN DEMONIO IMPURO".

Aldilà di ogni discussione su diavoli e diavoletti, non è forse vero che anche oggi, molto spesso, l'uomo è 'posseduto', cioè 'non libero, alienato'?

Solo qualche esempio: ci sono uomini posseduti dal sesso: vedono solo più in quella chiave, al sesso sacrificano l'amore, il prossimo, la famiglia, i soldi, la salute. Ci sono uomini posseduti dal denaro; per denaro si può uccidere, rubare (magari in guanti bianchi) e il denaro la fa da padrone, possiede l'uomo. Ci sono i posseduti dalla febbre del gioco; pensate al successo dei vari 'lotto' o a chi, per essere fedele a certi moderni giochi di ruolo arriva ad uccidere o a suicidarsi… Posseduti dalle mode: abbigliamento, fitness, automobili. Posseduti dal successo, dal potere. Gesù grida forte di essere venuto a liberare l'uomo da tutti questi mali e dice anche oggi alla sua Chiesa, cioè noi, che dobbiamo essere a nostra volta liberatori dell'uomo da queste schiavitù. Ma se non cominciamo a liberarci o a lasciarci liberare, come faremo a liberare il nostro prossimo?

     
     

 

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