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SCHEGGE E SCINTILLE
PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA
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a cura di: don_franco_locci@libero.it
LUGLIO 2021
GIOVEDI’ 1° LUGLIO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Ester, regina; San Nicasio Burgio, martire.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, SE VUOI, PUOI GUARIRMI.
HANNO DETTO: Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini. (Giovanni Falcone)
SAGGEZZA POPOLARE: Non temere di avanzare lentamente, abbi solo paura di fermarti. (proverbio dell'India)
UN ANEDDOTO: Demonace si opponeva sistematicamente a ogni nuova legge. Gliene domandarono la ragione, ed egli rispose: Le leggi non correggono i cattivi, e i buoni non ne hanno bisogno: dunque sono inutili. (PLUTARCO).
PAROLA DI DIO: Gen 22,1-19; Sal 114; Mt 9,1-8
Vangelo Mt 9,1-8
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati». Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa, infatti, è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Alzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Alzati – disse allora al paralitico, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua. Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini. Parola del Signore
“ED ECCO, GLI PORTAVANO UN PARALITICO DISTESO SU UN LETTO.”.
Quanti paralitici ci sono oggi! Tanti handicappati fisici, ma quanti paralitici che camminano, si muovono, corrono, parlano alla televisione, sui giornali. E quanti paralitici della fede! Persone che hanno fermato la loro crescita della fede al catechismo dell’infanzia, altri che hanno atrofizzato il loro amore con l’egoismo, altri ancora che sopravvivono pensando di poter fare a meno del cibo dell’Eucarestia, del sacramento del perdono, altri che non pregano più da anni.
Il paralitico del Vangelo è stato fortunato: qualcuno l’ha portato da Gesù. Come è bello aver degli amici che ci portino da Gesù! E noi possiamo essere a nostra volta persone che portano altri a Gesù. E Gesù che è venuto a salvare e a guarire, se troverà un briciolo di fede, potrà far camminare anche i paralitici e gli atrofizzati.
VENERDI’ 2 LUGLIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Ottone, vescovo; San Bernardino Realino, sacerdote.
Una scheggia di preghiera:
ECCOMI, AVVENGA DI ME SECONDO LA TUA PAROLA.
HANNO DETTO: Quando odiamo qualcuno, odiamo nella sua immagine qualcosa che è dentro di noi. (Hermann Hesse)
SAGGEZZA POPOLARE: Per chi è affamato, il pane cuoce sempre lentamente. (proverbio dell'Afghanistan)
UN ANEDDOTO: Eschine, rivale e avversario di Demostene, si oppose a che gli Ateniesi gli decretassero una corona d'oro. Ma, nel processo che ne seguì, l'eloquenza di Demostene schiacciò le accuse di Eschine, che perdette la causa e fu mandato in esilio a Rodi. Il povero Eschine si trovava però senza soldi ed era molto imbarazzato. Essendo la cosa arrivata alle orecchie di Demostene, costui si recò dal suo nemico e gli offri una somma di denaro con tanto garbo e con tanta cordialità che Eschine non seppe rifiutarla, e, prendendo, la somma, gli disse: Pensa come debbo essere triste di lasciare una patria, dove resta un nemico così generoso, da augurarmi, ma non lo spero, di trovare altrove un amico che gli rassomigli.
PAROLA DI DIO: Gen 23,1-4.19; 24,1-8.62-67; Sal 105; Mt 9,9-13
Vangelo Mt 9,9-13
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?» Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori». Parola del Signore
“SEGUIMI”
Questa parola Gesù l’aveva già rivolta ad Andrea, Pietro, Giacomo e Giovanni sulle rive del lago. Lo stesso invito, con parole diverse, lo indirizzò a Paolo sulla strada di Damasco. Ma Gesù non si è fermato lì; lungo i secoli egli ha continuato a chiamare a sé uomini e donne di ogni popolo e nazione. Lo fa anche oggi: passa nella nostra vita, ci incontra in luoghi diversi, in modi diversi, e ci fa sentire nuovamente il suo invito a seguirlo. Ci chiama a stare con Lui perché vuole instaurare un rapporto personale, e nello stesso tempo ci invita a collaborare con Lui al grande disegno di un’umanità nuova. Non gli importano le nostre debolezze, i nostri peccati, le nostre miserie. Lui ci ama e ci sceglie così come siamo. Sarà il suo amore a trasformarci e a darci la forza di rispondergli e il coraggio di seguirlo come ha fatto Matteo. E per ognuno ha un amore, un progetto di vita, una chiamata particolare. Lo si avverte in cuore attraverso un’ispirazione dello Spirito Santo o attraverso determinate circostanze o un consiglio, un’indicazione di chi ci vuol bene. Pur manifestandosi nei modi più diversi, riecheggia la medesima parola: “Seguimi”
SABATO 3 LUGLIO
Tra i santi ricordati oggi: San Tommaso apostolo; Sant’Eliodoro, vescovo
Una scheggia di preghiera:
MIO SIGNORE E MIO DIO!
HANNO DETTO: L'avvenire ci tormenta il passato ci trattiene il presente ci sfugge. (Gustave Flaubert)
SAGGEZZA POPOLARE: Se apri l'occhio del tuo cuore, potrai veder cose altrimenti invisibili. (proverbio dell'Iran)
UN ANEDDOTO: Dionigi era un nobile greco che faceva parte dell'Areopago, l'alta magistratura ateniese. Un giorno se ne stava in Egitto a passeggiare, quando sopravvenne un terribile uragano: il sole si oscurò subitamente e, nella notte tenebrosa che ne successe, la terra tremò fortemente. Dionigi esclamò: In questo momento avviene una rivoluzione nelle cose divine. Quell'oscuramento infatti era lo stesso che accompagnò la morte di Gesù in Gerusalemme. In seguito, Dionigi sentì predicare San Paolo e si convertì, e divenne San Dionigi l'Areopagita.
PAROLA DI DIO: Ef 2,19-22; Sal 116; Gv 20,24-29
Vangelo Gv 20,24-29
Dal Vangelo secondo Giovanni
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Parola del Signore
“BEATI QUELLI CHE NON HANNO VISTO E HANNO CREDUTO!”.
Questa beatitudine è per noi. Noi non abbiamo visto Gesù con i nostri occhi, non lo abbiamo toccato con le nostre mani, eppure crediamo che Lui è il Figlio di Dio, il Salvatore. Ma siamo proprio sicuri di non averlo visto? I segni di Dio sono in mezzo a noi, nella creazione, in noi stessi; il Vangelo ci parla di Lui, i suoi sacramenti ci danno la sua presenza e i suoi doni, i buoni ci danno testimonianza di Lui e dei suoi valori, i poveri e i bisognosi ci parlano continuamente della sua incarnazione, quindi, se vogliamo, anche noi possiamo “vedere Gesù”, le sue piaghe e la sua risurrezione. Quante volte in una giornata, anche noi, come Tommaso abbiamo occasione di fare il nostro atto di fede e dire: “Mio Signore e mio Dio”.
DOMENICA 4 LUGLIO: 14^ DOMENICA T.O. ANNO B
Tra i santi ricordati oggi: Santa Elisabetta di Portogallo; Sant’Alberto Quadrelli, vescovo.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, CREDIAMO, MA AIUTACI NELLA NOSTRA INCREDULITA'.
HANNO DETTO: “Io prego perché non posso farne a meno. Prego perché sono impotente. Prego perché il bisogno mi assale in ogni istante nel giorno e nel sonno. Questo non cambia Dio, cambia me”. (C. S. Lewis)
SAGGEZZA POPOLARE: Trattate i complimenti che vi fanno come profumi: odorateli ma non inghiottiteli. (proverbio arabo)
UN ANEDDOTO: Mentre Dostoevskij era in Siberia, un suo ammiratore scrisse un poema in suo onore, in cui immaginava che Dostoevskij, trovandosi in mezzo a tanti forzati, fosse sulle prime accolto da costoro con diffidenza, poi invece con grande cordialità, in quanto egli era riuscito a far capire la sua superiorità: a poco a poco, egli diventava il maestro di quella povera gente e finiva per essere adorato da tutti. Quando Dostoevskij uscì dalla Siberia e tornò al proprio paese, il poeta suo amico ed ammiratore gli lesse la sua composizione e poi gliene domandò il parere. - Caro mio, tu hai indovinato tutto - gli disse Dostoevskij; - solo in una cosa ti sei profondamente sbagliato. Io non sono stato il maestro di quei forzati, sono stato invece il loro utilissimo discepolo.
PAROLA DI DIO: Ez 2,2-5; Sal 122; 2Cor 12,7-10; Mc 6,1-6
Vangelo Mc 6,1-6
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando. Parola del Signore
“E SI MERAVIGLIAVA DELLA LORO INCREDULITA’ “.
Ci sono situazioni in cui è veramente difficile credere, ad esempio davanti alla sofferenza di un innocente è difficile pensare alla paternità di Dio, ma ci sono anche altre situazioni in cui la fede, almeno a prima vista sembra evidente al punto da sembrare sciocchi nel volerla negare. Gesù è andato ad annunciare l’amore di Dio a Nazaret, la città dove è cresciuto e vissuto. Non è andato a chiedere qualcosa ai suoi concittadini, ma a dire loro che Dio li ama, è andato per insegnare con l’autorità che gli viene dal fatto di essere Figlio di Dio, è andato per operare i miracoli, doni gratuiti di Dio, e proprio dai suoi riceve freddezza, incomprensione, disprezzo. I pagani i peccatori sono gioiosi nell’accoglierlo, gli appartenenti al suo popolo, alla sua religione, i suoi stessi paesani non lo accettano. Eppure, spesso è così anche oggi: capita di trovare valori cristiani vissuti, disponibilità al dialogo e alla ricerca, sincerità di gesti, capacità di affetti veri e profondi là dove la fede o non è manifesta o addirittura negata, tutte cose che rischi di non trovare in ogni comunità cristiana. Perché questo? Credo che una delle cause sia quella che abbiamo ridotto la fede ad un abito che indossiamo, ad una abitudine ben sistemata in norme e riti che non le permettono più di accogliere la novità e la gioia continua del Regno di Gesù. Gli abitanti di Nazaret conoscevano troppo bene l’umanità di Gesù per accettarne la divinità, erano dei buoni teologi dell’ebraismo per poter anche solo lontanamente pensare che Dio, l’Unico, fosse nell’uomo Gesù, erano talmente pieni di sé che non pensavano che un loro concittadino potesse avere qualcosa in più di loro. E così Gesù, non solo fu “meravigliato dalla loro incredulità”, ma non poté neppure “operare miracoli”. Fin che ci chiudiamo in noi stessi, fin che pensiamo di possedere Dio perché seguiamo alcune norme religiose, fin che diamo per scontata la nostra bontà, fin che siamo pieni di noi stessi, troverà Gesù posto in casa nostra e potrà operare per noi i miracoli del suo amore?
LUNEDI’ 5 LUGLIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Zaccaria; Santa Zoe.
Una scheggia di preghiera:
GESU', DA' SENSO VERO AL NOSTRO VIVERE.
HANNO DETTO: "Bisogna lodare Dio. Lodare è esprimere la propria ammirazione e nello stesso tempo il proprio amore, perché l'amore è inseparabilmente unito ad un'ammirazione senza riserve. (Charles de Foucauld)
SAGGEZZA POPOLARE: Troppa oppressione può produrre un'esplosione. (proverbio della Palestina)
UN ANEDDOTO: San Francesco Saverio, il patrono di tutti i missionari, un giorno, in India, venne a sapere che in un paese molto isolato vivevano parecchi pagani. Ma come trovare la strada per recarvisi? Sentendo che un tale doveva andare da quelle parti, lo pregò di permettergli d’accompagnarlo. Quegli acconsentì, a condizione però che gli portasse il pesante bagaglio, volendo egli andare comodamente a cavallo. Ed ecco Francesco, missionario innamorato, trottare a piedi per l’impervio sentiero, accanto al ricco cavaliere, per ore e ore, sino al campo di quei lontani fratelli, sprovveduti dell’amore più bello del mondo, quello di Gesù.
PAROLA DI DIO: Gen 28,10-22a; Sal 90; Mt 9,18-26
Vangelo Mt 9,18-26
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli. Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata. Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione. Parola del Signore
“MIA FIGLIA È MORTA PROPRIO ORA, MA VIENI, IMPONI LA TUA MANO SU DI LEI ED ESSA VIVRA’. ALZATOSI GESU’ LO SEGUIVA.
Quest’uomo va da Gesù con tutto il suo carico sia di disperazione che di speranza. Da una parte porta la morte della persona amata, dall’altra la speranza che la vita possa essere ancora più forte, grazie a Gesù. Mi pare che la drammaticità di questo racconto rispecchi la nostra situazione vitale. Dentro ognuno di noi morte e vita convivono continuamente. Quando un bambino viene al mondo, nel trionfo pieno della vita, milioni e milioni di sue cellule sono già morte, ogni giorno noi viviamo esperienze uniche e irripetibili, quello che mi è successo ieri non si ripeterà mai più, eppure oggi mi sono risvegliato, sto vivendo, ho possibilità di amare e di essere amato. Anche nella vita spirituale si nasce e si muore continuamente, la vita morale è una continua scelta tra vita di grazia e peccato. Attorno a noi vediamo nascere e morire in continuazione, tra i nostri amici ce ne sono molti vivi, alcuni dei quali sopravviveranno a noi, ma anche tanti già morti. Avete mai provato ad andare da Gesù portandogli, invece delle solite quattro preghiere tirate giù con più o meno devozione, la drammaticità del nostro vivere e morire?
Che cosa può rispondere Gesù ad un credente che si metta davanti a Lui in questo modo? Esattamente come ha fatto con quel padre: “Alzatosi, Gesù lo seguiva”. Gesù non ha delle risposte, è la risposta. Il messaggio di Gesù non è una dissertazione sulla vita o sulla morte, non è una filosofia che più o meno soddisfa o addormenta l’uomo, Lui è la Vita, la Verità, la Via, Lui entra nella nostra storia, perché è un Dio fatto uomo che conosce fino in fondo e personalmente il nostro mistero di creature, Lui entra nel nostro dolore perché è l’uomo dei dolori, Lui da senso al più piccolo particolare del nostro vivere perché è Colui che è vissuto pienamente e “risorgendo ha ridato a noi la vita”. E’ vero che alla fine noi restiamo nel mistero, è vero che il più delle volte davanti ad una sofferenza o davanti alla morte noi non riceviamo come questo padre il miracolo della risurrezione, ma se davvero abbiamo portato a Gesù il nostro dramma di vita e di morte, di anima e di materia, di grazia e di peccato, se abbiamo fede nel Dio della vita, se capiamo che Gesù sta camminando con noi, certamente la speranza ha il sopravvento sulla disperazione, il coraggio sulla paura, l’amore sull’egoismo, la vita sulla morte.
MARTEDI’ 6 LUGLIO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Maria Goretti; Santa Domenica, martire.
Una scheggia di preghiera:
TU, O DIO, MI STAI PARLANDO ATTRAVERSO I FATTI DELLA MIA VITA.
HANNO DETTO: "Evita la collera quanto puoi, non giudicare nessuno e specialmente quelli che ti mettono alla prova. Pensandoci bene, capirai che sono loro che ti conducono alla maturità" (Barsanufio)
SAGGEZZA POPOLARE: Una tempesta di sabbia passa, le stelle rimangono. (proverbio arabo)
UN ANEDDOTO: Trovandosi a Pretoria, Gandhi passò vicino alla casa di alcuni amici cristiani e pensò di far loro visita. Era sera. Quando entrò vide tutta la famiglia radunata in preghiera. Gli diedero il benvenuto e decisero di rimandare la preghiera. Ma Gandhi li invitò a continuare: “Continuate le vostre preghiere. Colui al quale le indirizzate è più grande di me”.
PAROLA DI DIO: Gen 32,23-33; Sal 16; Mt 9,32-38
Vangelo Mt 9,32-38
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demoni per opera del principe dei demoni». Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!». Parola del Signore
“E DOPO CHE IL DEMONIO FU SCACCIATO, QUEL MUTO COMINCIÒ A PARLARE.”
I miracoli sono i segni per eccellenza che provano che Gesù è il Messia. Essi, oltre il fatto che sono dei doni concreti per persone che soffrono, hanno anche tutta una loro simbologia, ad esempio i miracoli che ci presentano dei muti che si mettono a parlare, indicano l’umanità, che dopo il peccato era ammutolita e non riusciva più a parlare con il suo Dio, ora, tramite Gesù parola di Dio incarnata, riesce a riaprire questo dialogo. Il male, le sofferenze, il demonio avevano chiuso l’uomo in sé stesso nelle sue incapacità, nell’egoismo, l’Amore di Gesù permette all’uomo di ritrovare in sé stesso, i valori che gli sono propri e di ritrovare la speranza e, allora, gli si apre la bocca per riconoscere la grandezza di Dio e testimoniare l’amore di Gesù. Sempre su questo argomento il salmo che abbiamo pregato oggi ci ricorda che il nostro Dio è un Dio che parla, mentre gli idoli sono muti: “hanno bocca e non parlano”. Noi, discepoli di Gesù dovremmo essere persone che non si fanno degli idoli muti, che non erigono barriere per non comunicare, ma persone che guarite dalla loro incomunicabilità riescono a far parlare dentro sé stessi la voce di Dio.
MERCOLEDI’ 7 LUGLIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Apollonio, vescovo; San Firmino il vecchio, vescovo.
Una scheggia di preghiera:
DAMMI, GESU', DI ESSERE SEGNO DELLA TUA PRESENZA.
HANNO DETTO: L'amore per le chiacchiere è anche amore per la pigrizia. Se non capisci te stessa cosa puoi insegnare agli altri? Taci, taci sempre, ricordati costantemente della presenza di Dio e del suo amore. (San Serafino di Sarof)
SAGGEZZA POPOLARE: Assicurati che la candela sia accesa, prima di spegnere il fiammifero. (proverbio delle Antille)
UN ANEDDOTO: Un racconto di Kalil Gibran: Due uomini percorrevano la valle. Uno dei due, additando il fianco della montagna, disse: “Vedi quell’eremo? Lassù vive un uomo che da tempo si è separato dal mondo. Ogni sua aspirazione si concentra in Dio, e nient’altro cerca su questa terra”. E l’altro disse: “Non troverà Dio finché non lascerà l’eremo e la solitudine del ritiro e non ritornerà nel nostro mondo per dividere con noi gioia e dolore, per danzare con i nostri ballerini alle feste di nozze, e per piangere con quelli che piangono intorno alle bare dei nostri morti”. Il suo compagno, pur essendone convinto nell’intimo, rispose: “Sono d’accordo con tutto ciò che dici. Però ritengo l’eremita un uomo buono. E non può essere che giovi più un buono con la sua assenza che non l’apparente bontà di molti?”.
PAROLA DI DIO: Gen 41,55-57; 42,5-7a.17-24a; Sal 32; Mt 10,1-7
Vangelo Mt 10,1-7
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino». Parola del Signore
“DIEDE LORO POTERE SUGLI SPIRITI IMPURI PER SCACCIARLI E GUARIRE OGNI MALATTIA E OGNI INFERMITÀ”. … “E STRADA FACENDO PREDICATE CHE IL REGNO DEI CIELI È VICINO”.
Mi sembra che il Vangelo di oggi ci offra la possibilità di continuare, su un altro piano, la riflessione di ieri. Forse l’avrete notate anche voi, ma io non posso, ogni volta che ho a che fare con un vescovo, una parrocchia, una organizzazione laicale cristiana, che notare un gran desiderio di realizzare qualcosa di bello nei confronti del Vangelo ma anche una grande preoccupazione per tutte quelle che sono le strutture per poterlo fare. Qualche esempio: si organizza il catechismo, giustamente si vorrebbe contattate le famiglie dei bambini, si fa di tutto per poter realizzare qualcuno di questi incontri e poi, quando il momento è arrivato si rischia di parlare loro di mille cose e di dimenticarsi l’annuncio cristiano, oppure si studiano sinodi, piani pastorali, si costruiscono a volte mastodontiche cose di una complessità e struttura tecnica meravigliosa e poi passata la festa. Ce lo ricordiamo che Gesù ha dato agli apostoli e a noi il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie? Ci ricordiamo che il nostro compito è solo “strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino”?
Gli uomini di oggi hanno come necessità primarie non quella di scoprire una religiosità ben organizzata, una chiesa potente, una serie di norme religiose (molti di essi queste cose le hanno già abbandonate da tempo, anzi molte volte sono proprio queste strutture ad aver allontanato), hanno bisogno di sentire che qualcuno crede che ci sia un Dio che ci vuol bene personalmente, un Dio che ama gratuitamente e non per interesse, un Dio che davvero viene a liberare l’uomo e non ad imporgli altri gioghi, un Dio che non minaccia inferni per condizionare, ma un Dio che scende nel nostro inferno di ingiustizie e cattiverie e con noi le affronta per vincerle anche per noi. Quando ti capita (e grazie al cielo capita sovente) di incontrare un cristiano che nella sua povertà umana cerca di vivere queste cose, non hai bisogno di prediche, non hai bisogno di strutture, di mass media accattivanti, di riunioni a catena, ma riesci a respirare una boccata di pulito, di speranza, di libertà e scopri che l’amore di Dio per gli uomini non è una chiacchiera di preti ma un qualcosa di vero e reale.
GIOVEDI’ 8 LUGLIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Adriano, Papa; Sant’Abbondio di Cordoba.
Una scheggia di preghiera:
VENGA IL TUO REGNO.
HANNO DETTO: Mettiamo freno all'effervescenza dei pensieri che ci angosciano e che salgono dal nostro cuore come acqua in ebollizione, leggendo le Scritture e ruminandole incessantemente...e ne sarete liberati. (San Pacomio)
SAGGEZZA POPOLARE: È meglio sapere dove andare e non sapere come, che sapere come andare e non sapere dove. (proverbio del Messico)
UN ANEDDOTO: Tra i gruppi di soldati che Papa Giovanni ricevette in Vaticano, figurò una volta una delegazione di paracadutisti francesi. Papa Giovanni disse loro: “Voi imparate con tanto entusiasmo come si fa a cadere dal cielo; non vorrei però che dimenticaste come si fa a risalirvi”.
PAROLA DI DIO: Gen 44,18-21.23b-29; 45,1-5; Sal 104; Mt 10,7-15
Vangelo Mt 10,7-15
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa, ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sodoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città». Parola del Signore
“STRADA FACENDO, PREDICATE CHE IL REGNO DEI CIELI È VICINO”.
Ma è poi proprio vero che il Regno dei cieli è vicino? Dov’è la verità, quando si vendono per verità le più grandi bugie al più piccolo prezzo; dov’è la giustizia quando impunemente si ammazza e si calunnia? Dov’è la fede quando l’unico dio di questo mondo sembra essere il denaro e tutti i suoi derivati?
Anche quando Gesù ha mandato gli Apostoli nel mondo le cose non andavano meglio. Eppure, il Regno è già venuto. Gesù è già morto per noi ed è risorto per la nostra speranza. Il Regno dei cieli è sempre più vicino perché in questo mondo ci sono tanti santi che bruciano la loro vita per il bene degli altri, perché sono in tanti che pregano e che testimoniano. Il Regno non viene per la nostra organizzazione, viene per la testimonianza!
Il Regno dei cieli è vicino non perché qualcuno continua a paventare l’imminente fine del mondo ma perché Cristo sta operando concretamente in noi. Quante occasioni lungo la nostra strada per annunciare il Regno: anche oggi incontrerai qualcuno che soffre, qualcuno che ha bisogno di un po’ di speranza, di un po’ del tuo tempo, del tuo conforto. Il Regno che sta venendo ha bisogno di te!
VENERDI’ 9 LUGLIO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Vittoria; Santa Veronica Giuliani.
Una scheggia di preghiera:
DONACI, GESU', DI PERSEVERARE NELLA TESTIMONIANZA.
HANNO DETTO: Niente esiste al mondo niente di più adattabile dell'acqua. E tuttavia quando cade sul suolo, persistendo, niente può essere più forte di lei. (Lao Tzu)
SAGGEZZA POPOLARE: Il rimedio del freddo è il fuoco, quello della tristezza è la bontà. (proverbio della Dominica)
UN ANEDDOTO: Un compagno di partito pregò una volta Sandro Pertini di ricevere un costruttore edile che aveva bisogno di «un consiglio». Durante il colloquio costui disse: - Compagno Pertini, se mi aiuti a ottenere dall'Amministrazione l'appalto per questo lavoro, ci sono dieci milioni per te e dieci per il partito. Pertini indignato si alzò in piedi ed esclamò: - Sei un mascalzone, fuori di qua! L'uomo protestò, ma Pertini fu irremovibile: - Tu mi offendi, e se non te ne vai ti faccio arrestare!
PAROLA DI DIO: Gen 46,1-7.28-30; Sal 36; Mt 10,16-23
Vangelo Mt 10,16-23
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe, e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo». Parola del Signore
“SARETE ODIATI DA TUTTI A CAUSA DEL MIO NOME. MA CHI AVRÀ PERSEVERATO FINO ALLA FINE SARÀ SALVATO.”.
Noi, quando vogliamo magnificare o vendere una cosa, ne esaltiamo i meriti, mettiamo in evidenza tutto il bene che la cosa può rappresentare, se ci sono difficoltà cerchiamo o di nasconderle o di minimizzarle. Gesù quando propone sé stesso e il suo regno è di un realismo esasperante. Dice che il Regno è la riscoperta di un Dio che è Padre e che dona la pace del cuore, dice che Lui è venuto a dare la sua vita per amore nostro, dice che abbiamo l’assistenza dello Spirito Santo, ma non nasconde le difficoltà: essere credenti significa essere come il Maestro, annunciatori di pace che diventano segno di contraddizione, persone di fede che trovano l’opposizione dei religiosi, non violenti che subiscono violenza, persone che cercano la giustizia per sé e per gli altri e che subiscono l’ingiustizia, uomini che amano il mondo e lo vorrebbero partecipe della salvezza e che sono odiati o disprezzato dal mondo, ritenuti persone o insignificanti o pericolose. Far vedere concretamente la propria fede spesso come minimo è causa di sorrisini; rinunciare a “fare come fanno tutti” per rispettare la giustizia e la verità, spesso è considerato atteggiamento stupido; se scoprono che ti sforzi sempre di perdonare e di vedere il positivo del prossimo, stai sicuro che saranno in parecchi ad approfittarne e anche quelli che consideri ‘amici’ spesso ti diranno che “sei troppo buono” per farti capire che sei un illuso. Se cercherai di essere fedele al Vangelo si arriverà all’assurdo che persone che professano la tua stessa religione, credendo anche di fare il bene, ti allontaneranno, cercheranno di farti tacere, in ogni caso ti faranno soffrire… Perché tutto questo?
Perché la fede è liberazione e il mondo e tutte le sue forme di potere invece hanno bisogno di schiavi, perché Dio è Padre e il mondo invece ha bisogno di padroni, perché la libertà è un dono meraviglioso, ma fa paura a tutti coloro che preferiscono norme sicure, religioni dosate, perché il mondo ha estremamente bisogno di profeti di speranza ma preferisce rifugiarsi nelle piccole soddisfazioni delle cose, perché essere dalla parte di Dio significa scatenate tutte le forze che gli si oppongono. Davanti a questo quadro chiaro che Gesù ci ha presentato c’è però una sua parola che ci riempie di fiducia: “Non li temete! Perché chi mi riconoscerà davanti agli uomini anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli”.
SABATO 10 LUGLIO
Tra i santi ricordati oggi: Santi Anatolia, Vittoria e Audace, martiri.
Una scheggia di preghiera:
ABBI PIETA', SIGNORE, DI TUTTE LE NOSTRE MISERIE.
HANNO DETTO: Il buon umore se comunicato può diventare carità squisita. (Giovanni Paolo I)
SAGGEZZA POPOLARE: A chi mente, gli si crede una volta sola. (proverbio del Perù)
UN ANEDDOTO: Petrarca raccontava un dialogo tra lui e un pazzo. Questi, veduti dei soldati in marcia, aveva chiesto al poeta: «Dove vanno?». «Alla guerra!» aveva risposto il Petrarca. «Ma — osservò il pazzo — questa guerra dovrà pur un bel giorno terminare colla pace, sì o no?». «Certo!», replicò il poeta. «Ma allora — replicò il pazzo — perché non fare subito la pace, prima di cominciare la guerra?». «Io —concludeva malinconicamente il Petrarca — io la penso come quel pazzo!».
PAROLA DI DIO: Gen 49,29-33; 50,15-26a; Sal 104; Mt 10,24-33
Vangelo Mt 10,24-33
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebul il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia! Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geenna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure, nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». Parola del Signore
"NULLA VI È DI NASCOSTO CHE NON SARÀ SVELATO NÉ DI SEGRETO CHE NON SARÀ CONOSCIUTO".
Non so se anche a voi piace, ogni tanto, riguardare i vostri vecchi album di fotografie. L’altro giorno, ne ho sfogliati parecchi; questo mi ha ricordato molti bei momenti passati in famiglia, i paesaggi della mia infanzia, le tante persone care incontrate, i tanti con cui ho potuto percorrere un tratto di strada della vita. In generale, amiamo conservare un ricordo fotografico dei migliori istanti della vita, ma nessuno avrebbe mai l’idea di farsi fare una fotografia quando ciò non risulta vantaggioso e di conservare traccia dei propri momenti negativi: un accesso d’ira, per esempio. Vi piacerebbe che un album vi rimettesse sotto gli occhi tutti i peccati che avete commesso? Non lo guardereste spesso e ancora meno lo mostrereste agli altri. Ebbene, Dio registra le nostre vite per intero. Conosce tutte le nostre azioni, le nostre parole e persino i nostri pensieri. Si ricorda di ogni dettaglio e tutto questo starà con chiarezza davanti a noi e a tutti nel momento del giudizio. Fortunatamente tutto il nostro passato colpevole può essere cancellato. Quelle colpe che abbiamo dimenticato, ma che pesano sulla nostra coscienza, come quelle il cui ricordo ci affligge tanto tempo dopo, possono essere tolte completamente. Dio non si ricorderà più di nessuna di esse. Com’è possibile questo? Mediante il sangue di Cristo. Eravamo condannati, ma il Figlio di Dio è morto sulla croce per noi peccatori. La sua vita offerta ha risposto alla giustizia e alla santità di Dio. “Egli ha fatto la pace mediante il sangue della sua croce” (Col. 1,20). Ora Dio perdona e riceve tutti coloro che vengono a Lui mediante Gesù Cristo. Se noi, dunque, ci affidiamo alle braccia misericordiose di Cristo e in Lui e da Lui desideriamo davvero di essere perdonati, e con Lui ce la mettiamo tutta per ricominciare una vita nuova, siamo davvero e totalmente perdonati e i nostri peccati vengono cancellati definitivamente.
DOMENICA 11 LUGLIO: 15^ DOMENICA T.O. ANNO B
Tra i santi ricordati oggi: San Benedetto, patrono d’Europa; Santa Amabile di Rouen.
Una scheggia di preghiera:
BENEDICI, SIGNORE, IL CAMMINO DI TUTTI I MISSIONARI DEL VANGELO.
HANNO DETTO: Le più grandi persecuzioni alla Chiesa non vengono da fuori ma dai peccati dentro la Chiesa stessa. (Benedetto XVI)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi troppo si profuma, è perché qualcosa gli puzza. (proverbio della Colombia)
UN ANEDDOTO: La casa del padre di Abramo era specializzata nella fabbricazione di idoli di ogni tipo e di ogni grandezza. Un giorno toccò ad Abramo, ancora ragazzino, la vendita di questa terracotta. Il padre gli installò una bancarella in una strada e se ne andò. Si presentò un cliente: - Hai un dio da vendermi? Abramo gli vendette una statuetta e intascò il denaro. Poi, rivolto all'acquirente che se ne stava andando soddisfatto, gli chiese: - Quanti anni hai? - Settanta. Il ragazzino disse: - Sei uno sciocco. Come può un uomo di settant'anni adorare un dio fabbricato stamattina? (Dall'Haggadah)
PAROLA DI DIO: Am 7,12-15; Sal 84; Ef 1,3-14; Mc 6,7-13
Vangelo Mc 6,7-13
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demoni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano. Parola del Signore
“GESÙ CHIAMÒ A SÉ I DODICI E PRESE A MANDARLI A DUE A DUE”.
Per schema ripercorriamo solo alcuni punti del comando di Gesù di andare verso tutti i fratelli.
Il discorso missionario non è indirizzato solo ad alcune persone e non è fonte solo di vocazioni speciali nella Chiesa, ogni credente è persona che cerca la comunione con il Signore, quindi ogni credente è come Gesù un mandato per portare la buona notizia del Vangelo e il Signore, se prendiamo sul serio questo impegno, ci dà anche dei doni per poter combattere ogni male in noi e nel mondo.
Ecco però alcune condizioni indispensabili per poter rettamente svolgere il nostro compito di testimoni ed evangelizzatori. Prima di tutto c’è quell’ “andare a due a due” che significa che l’evangelizzazione non è mai un fatto strettamente personale, individualistico, ma frutto di una comunione vissuta con il Signore e fra di noi. La parola che dobbiamo annunciare non è nostra, ma della Chiesa che l’ha ricevuta da Gesù e a cui nulla può aggiungere e nulla può togliere. Questa parola deve essere ascoltata, riflettuta, vissuta insieme ai fratelli e, a nome della comunità dei credenti, annunciata.
Una seconda condizione è la povertà. Il bagaglio da portarci dietro ridotto al minimo è segno di grande libertà nei confronti delle cose. Il testimone, il missionario non deve fare affidamento sui mezzi umani, ma deve abbandonarsi alla potenza del Vangelo e dello Spirito, usando mezzi umili e poveri, perché meglio appaia la grandezza di Dio, l’unico che salva. E infine, per gli annunciatori del vangelo è necessaria la serenità anche nei momenti difficili, anche quando, non siamo compresi anzi siamo rifiutati e scacciati. Se ci capita questo dobbiamo rimanere nella pace e non desistere dal nostro impegno ma andare oltre sicuri che l’importante è aver seminato nel nome di Gesù; la bontà del seme e la cura del Maestro faranno germogliare al tempo opportuno.
LUNEDI’ 12 LUGLIO
Tra i santi ricordati oggi: San Fortunato; San Giovanni Gualberto.
Una scheggia di preghiera:
GESU', CONTINUA AD AMARMI, NONOSTANTE TUTTO.
HANNO DETTO: Trova un minuto per pensare, trova un minuto per pregare, trova un minuto per ridere. (Santa Madre Teresa di Calcutta)
SAGGEZZA POPOLARE: È breve il giorno per colui che vuole lavorare! (proverbio del Perù)
UN ANEDDOTO: Ai tempi di Agesilao, re di Sparta, si esaltava molto un oratore che nei suoi discorsi faceva sembrare grandi le cose piccole. Agesilao disse: A me non sembra una gran cosa: è come se si volesse esaltare un calzolaio che fa scarpe grandi per piedi piccoli.
PAROLA DI DIO: Es 1,8-14.22; Sal 123; Mt 10,34-11,1
Vangelo Mt 10,34-11,1
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa». Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città. Parola del Signore
"CHI AMA PIÙ SUO PADRE, SUA MADRE I SUOI FIGLI LA SUA VITA... PIÙ DI ME, NON È DEGNO DI ME".
Gesù ci scandalizza e ci spiazza. Va a toccare i sentimenti più intimi e più profondi mettendoci in imbarazzo perché veramente non è facile rispondere sinceramente a questa domanda. Eppure, se Gesù non ce la ponesse, tradirebbe il suo rapporto con ciascuno di noi. Perché il suo rapporto con noi è qualcosa di tremendamente serio: ha investito tutto sé stesso per ciascuno di noi, sino alla morte. Ha disamato la sua vita, il suo essere nel seno del Padre per sperimentare la distanza dell'umanità da Dio sulla croce: si è annichilito per amore, per mettere noi al primo posto. E noi?
E io? In quale posto della mia vita e dei miei affetti ho relegato Gesù?
Al secondo? Al terzo? All’ennesimo posto?
E magari davanti a Lui non ci sono neanche gli affetti nobili per la famiglia che ha elencato. Magari c'è un hobby, il mio tempo libero, qualche sport, il lavoro. Perché non ho più tempo per pregare, per stare un po' con Lui, per farmi ispirare nei miei gesti quotidiani, nel farmi orientare nell'amore. E così anche quegli affetti così sacri per il padre, la madre, i figli si svuotano di contenuto e inaridiscono. E credendo di salvare la mia vita la perdo completamente.
MARTEDI’ 13 LUGLIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Enrico; Sant’Eugenio da Cartagine.
Una scheggia di preghiera:
GRANDI COSE HA FATTO IL SIGNORE PER NOI.
HANNO DETTO: Dall'attaccamento sorge il dolore, dal dolore sorge la paura; per colui che è totalmente libero, non c'è attaccamento, non c'è dolore, non c'è paura. (Buddha)
SAGGEZZA POPOLARE: Non credere che, perché l'indio è povero, la torta che ti offre sia di erbacce! (proverbio della Colombia)
UN ANEDDOTO: Quando Anassagora stava per morire, i suoi discepoli gli domandarono se volesse essere seppellito in Atene o nel suo paese natale. Fate come volete - rispose il filosofo; - perché tanto il viaggio per l'oltretomba è ugualmente lungo sia da un luogo sia dall'altro.
PAROLA DI DIO: Es 2,1-15; Sal 68; Mt 11,20-24
Vangelo Mt 11,20-24
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te». Parola del Signore
“GESÙ SI MISE A RIMPROVERARE LE CITTÀ NELLE QUALI AVEVA COMPIUTO IL MAGGIOR NUMERO DI MIRACOLI PERCHÉ NON SI ERANO CONVERTITE”.
In tante cose il nostro mondo sembra in contraddizione con sé stesso. Ad esempio, viviamo in un’epoca in cui il materialismo è esaltato al massimo, eppure, proprio in mezzo ad esso c'è una grande ricerca di miracolismo, di segni che superino la semplice constatazione delle cose e dei fatti materiali. Così pure è facile trovare molti che riducono il Vangelo ad “una bella storia” e Gesù ad un grand’uomo che per degli ideali si è fatto uccidere, per andare poi a cercare forme di spiritualità esoteriche o sette che ti propongono atti di fede non fondati sulla storia ed ancora più grandi e difficili. Se guardiamo in noi, Dio ha fatto cose grandi, Gesù ci ha amato fino a dare la sua vita per noi, i sacramenti ci danno la possibilità di essere in comunione con Lui, persone buone ci testimoniano il Vangelo, e noi ci convertiamo ad esso? Gesù rimprovera le città incredule in cui ha compiuto tanti miracoli; a diritto, può rimproverare noi per non essere capaci di cogliere i suoi continui segni d’amore e lasciare che questi ci convertano e portino a Lui.
MERCOLEDI’ 14 LUGLIO
Tra i santi ricordati oggi: San Camillo de Lellis; San Ciro di Cartagine.
Una scheggia di preghiera:
GESU' DI TE MI FIDO, A TE MI AFFIDO.
HANNO DETTO: Spiritualità significa risveglio. La maggior parte delle persone, pur non sapendolo, sono addormentate. Sono nate dormendo, vivono dormendo, si sposano dormendo, allevano i figli dormendo, muoiono dormendo senza mai svegliarsi. Non arrivano mai a comprendere la bellezza e lo splendore di quella cosa che chiamiamo esistenza umana. (Anthony de Mello)
SAGGEZZA POPOLARE: Ogni ladro dice che tutti sono ladri. (proverbio del Perù)
UN ANEDDOTO: Una coppia di fidanzati, ai genitori che si accingevano a costruire una casetta per la nuova famiglia, ha chiesto e ottenuto una stanza in più, indipendente, non tanto per ospitare gli amici e i parenti, ma chiunque avesse bussato alla loro porta non sapendo dove passare la notte. «Ma è pericoloso», avevano obiettato i genitori. «Ma se non facciamo così — hanno risposto — come possiamo chiamarci cristiani»?
PAROLA DI DIO: Es 3,1-6.9-12; Sal 102; Mt 11,25-27
Vangelo Mt 11,25-27
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». Parola del Signore
“TI RENDO LODE, PADRE, SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA, PERCHÉ HAI NASCOSTO QUESTE COSE AI SAPIENTI E AI DOTTI E LE HAI RIVELATE AI PICCOLI.”.
Il Vangelo di oggi dovrebbe gioiosamente stupirci per le buone notizie che ci porta: nel Vangelo odierno noi vediamo Gesù pregare. Il suo è senz’altro un modo originale di rivolgersi a Dio. Innanzitutto, lo chiama, nella sua lingua, Abba, cioè papà, babbo. E pensare che gli Ebrei che lo ascoltavano si facevano persino scrupolo di pronunciare il nome di Jahvè! Nessun orante ebraico, che si sappia, aveva mai osato rivolgersi a Dio con questa familiarità. Se, mentre stiamo parlando con una persona molto importante, vediamo un bimbo avvicinarsi a lei senza soggezione alcuna e parlargli con confidenza, noi diciamo subito: è il figlio! Così dovevano concludere i discepoli, almeno più tardi, ripensando a quella scena. Secondo l'evangelista, sono gli stessi Giudei a tirare questa conclusione: “Egli chiama Dio suo padre, si fa perciò uguale a Dio”. Dunque, questa sua intimità profonda con il Padre non solo ci insegna la strada della preghiera confidenziale, sicuri che Dio ci ascolta, ma ci rivela Lui come Figlio di Dio. Il contenuto, poi di questa preghiera ci svela quale sia il desiderio e il modo di comportarsi di Dio: "Tu hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli" cioè: Dio desidera rivelarsi agli uomini, Dio ama l’intimità con la sua creatura, ma quando un cuore è pieno di sé stesso, della sua sapienza umana, del suo orgoglio, non riesce a stabilire un contatto con Lui perché Dio non è comprabile dall’intelligenza umana, dalla potenza umana. Dio non si compra con la scienza. Dio gioca a nascondino con la sapienza umana. Le più grandi biblioteche dei filosofi di questa terra hanno balbettato di Dio, quando non ci hanno presentato un Dio costruito dagli uomini. Solo un cuore semplice può entrare nella sua intimità. Gesù è il Figlio di Dio, l’intimo del Padre perché semplice ed umile di cuore.
GIOVEDI’ 15 LUGLIO
Tra i santi ricordati oggi: San Bonaventura da Bagnoregio; San Vladimiro.
Una scheggia di preghiera:
IN TE, SIGNORE, È LA MIA SPERANZA.
HANNO DETTO: Spiritualità personale significa vigilanza e apertura. Non solo io sono, non solo vivo, ma sono consapevole del mio essere e del mio vivere. E tutto in un unico atto. (Edith Stein)
SAGGEZZA POPOLARE: Siamo viandanti e andiamo per la stessa strada: saremmo stupidi, se non ci aiutassimo. (proverbio del Cile)
UN ANEDDOTO: Forse ricorderete ciò che si racconta del piccolo Guido Fongallans. Alla mamma che lo interrogava per sapere che cosa aveva chiesto a Gesù, nel giorno della prima Comunione, rispose: «Io... non ho chiesto nulla, proprio nulla, è stato lui, Gesù, che mi ha parlato, io l’ho ascoltato e gli ho detto semplicemente ‘sì’».
PAROLA DI DIO: Es 3,13-20; Sal 104; Mt 11,28-30
Vangelo Mt 11,28-30
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo, infatti, è dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore
“VENITE A ME, VOI TUTTI CHE SIETE STANCHI E OPPRESSI, E IO VI DARÒ RISTORO “.
Nei primi anni in cui ero sacerdote ebbi occasione, frequentando la Conferenza di San Vincenzo centrale di Torino, di incontrare un uomo che mi fece meravigliare. Era un piccolo imprenditore, la sua fabbrichetta con una decina di operai gli creava più problemi di quello che rendeva per cui era continuamente in giro alla ricerca di commesse di lavoro; aveva una famiglia con cinque figli di cui un paio gli davano forti grattacapi (uno era entrato nel giro della droga) e lui cercava in tutti i modi star loro dietro e di trasmettere valori che a prima vista non erano capiti, si dava da fare nella sua parrocchia e quando c’erano casi difficili di assistenza ai poveri era sicuro che li davano a lui. Era, nonostante tutte queste preoccupazioni, un uomo estremamente sereno, sempre disponibile a farsi carico dei problemi di un confratello che non stava bene o di qualcuno che andava a sfogarsi da lui.
Una sera tardi, tornando verso casa gli chiesi: “Con tutti i problemi che hai, come fai ad essere così sereno?”
“Ho un segreto: riposo con il Signore!”, mi disse. “Cioè ogni tanto vai a fare qualche ritiro spirituale?”, azzardai. “No! Per queste cose non riesco a trovare tempo, anche se mi piacerebbero. Per me riposare nel Signore significa fermarmi un momento, ogni tanto, magari anche in macchina mentre corro da un posto all’altro, o mentre vado a cercare mio figlio in luoghi dove non vorrei... fermarmi e pensare: “Dio è Padre e si preoccupa Lui della sua famiglia, quindi sia io che i miei siamo in buone mani, dunque faccio ciò che devo fare sicuro che poi ci pensa Lui. Gesù è già morto in croce per me ed è risorto, per cui sono sicuro del suo perdono e non ho paura. Lo Spirito Santo è amore e soffia dove e quando vuole, perché devo affaticarmi a farlo soffiare solo dove voglio io?” Ti assicuro che dopo questi pensieri riparto riposato”.
VENERDI’ 16 LUGLIO: B.V.M. DEL MONTE CARMELO
Tra i santi ricordati oggi: Maria Maddalena Postel.
Una scheggia di preghiera:
LA TUA MISERICORDIA CI RENDA MISERICORDIOSI, SIGNORE.
HANNO DETTO: Coloro che sono liberi dai pensieri risentiti sicuramente troveranno la pace. (Buddha)
SAGGEZZA POPOLARE: Durante il bel tempo, non ti perdere in giro, senza far niente; sai infatti che il bel tempo dura pochi giorni. (proverbio delle Samoa)
UN ANEDDOTO: Un professore disse: "La gente non è interessata alla libertà, ma alle uova e al prosciutto." Al che ho replicato: "Dieci anni in prigione con solo uova e prosciutto a colazione possono curare tutto ciò."
PAROLA DI DIO: Es 11,10-12,14; Sal 115; Mt 12,1-8
Vangelo Mt 12,1-8
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato». Parola del Signore
“SE AVESTE COMPRESO CHE COSA SIGNIFICHI: MISERICORDIA IO VOGLIO E NON SACRIFICIO, NON AVRESTE CONDANNATO PERSONE SENZA COLPA”.
È giusto che nella comunità umana e in quella religiosa ci sia la legge. Serve ad una giusta convivenza, ad indicarci i nostri doveri e a rispettare i nostri diritti. Ma possono esserci modi diversi di considerarla ed applicarla. Un padre che sia veramente tale cerca di far sì che il proprio figlio conosca ed applichi le leggi, e quando questi sbaglia magari lo punisce perché capisca il suo errore, ma la punizione non deve mai uccidere definitivamente, non deve togliere la speranza, in parole povere, anche la punizione deve essere non vendetta ed esclusione ma possibilità di amore per ritrovare la strada giusta. Gesù ci invita a questo e la Chiesa e i cristiani, proprio ad imitazione di Dio devono sempre cercare la strada della misericordia. Nessuno di noi può mai dire ad un altro: “Sei condannato definitivamente”. Dio ci ama, Gesù va in cerca della pecorella smarrita, ti lascia sempre la porta aperta per poter tornare a casa. Perché allora noi uomini ci arroghiamo il compito di condannare in nome di una fredda legge? Specialmente il sacramento della misericordia, la confessione, come mai troppo spesso è amministrato unicamente come se fosse un tribunale che emana sentenze e non come un aiuto misericordioso per riconoscere i propri errori, ma per sentire la forza di Dio che non ti condanna ma che ti aiuta nel duro e a volte lungo cammino per ritrovare la via di casa?
SABATO 17 LUGLIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alessio; Santa Sinforosa; Santa Donata.
Una scheggia di preghiera:
NONOSTANTE TUTTO, CONTINUA, SIGNORE AD AMARCI.
HANNO DETTO: Ciò che è fuori è anche dentro; e ciò che non è dentro non è da nessuna parte. Se uno non ha niente dentro, non troverà mai niente fuori. È inutile andare a cercare nel mondo quel che non si riesce a trovare dentro di sé. (Tiziano Terzani)
SAGGEZZA POPOLARE: Fardello appena preso in spalla, pesa poco! (proverbio delle Samoa)
UN ANEDDOTO: Chiesero a Madre Teresa di Calcutta: “Quali motivazione hanno le sue sorelle per fare tutto quello che fanno?", lei aveva risposto: "Amano Gesù. Trasformano in azioni viventi quell'amore. Servire i più poveri dei poveri non è la nostra vocazione, la nostra vocazione è appartenere a Cristo.
PAROLA DI DIO: Es 12,37-42; Sal 135; Mt 12,14-21
Vangelo Mt 12,14-21
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: «Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia. Non contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce. Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le nazioni». Parola del Signore
“NON SPEZZERÀ UNA CANNA GIÀ INCRINATA, NON SPEGNERÀ UNA FIAMMA SMORTA”
Quanto è facile stroncare un uomo, uccidere la speranza! Quanti ragazzi avrebbero voluto sentirsi dire dai genitori: “Riprova ancora. Nonostante tutto lo sai che ci sono io e ti voglio bene”, e invece sono stati delusi da un: “Non vali proprio niente... sei sempre il solito, lascia perdere, non ci si può mai fidare di te, faccio io, tu non sei capace”. E anche nella confessione quante persone avrebbero capito la misericordia del Signore se invece di sentirsi tuonare addosso le fiamme dell’inferno, avessero trovato nel sacerdote l’invito all’impegno che nasce dal perdono di Dio paziente e misericordioso.
Gesù non stroncava se non coloro che pensavano di essere già dei super giusti. Gli è bastato uno sguardo e un invito all’amore per recuperare Pietro, gli basta un po’ di fede per operare miracoli. Ed anche oggi, nonostante tutto, è disposto ad aver ancora fiducia in me e in te.
DOMENICA 18 LUGLIO: 16^ DOMENICA T.O. ANNO B
Tra i santi ricordati oggi: San Federico; Sant’Arnoldo; San Bruno di Segni.
Una scheggia di preghiera:
RESTA CON NOI, SIGNORE, ALLELUIA.
HANNO DETTO: La vostra visione diventerà chiara solo quando guarderete nel vostro cuore. Chi guarda all’esterno, sogna. Chi guarda all’interno, apre gli occhi. (Carl Gustav Jung)
SAGGEZZA POPOLARE: Il forestiero è forestiero solamente un giorno. (proverbio delle Hawai)
UN ANEDDOTO: Le camere a gas non le ha inventate Hitler: le hanno inventate coloro che le hanno pensate. Hitler ha solo aperto il rubinetto e acceso il fiammifero.
PAROLA DI DIO: Ger 23,1-6; Sal 22; Ef 2,13-18; Mc 6,30-34
Vangelo Mc 6,30-34
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Parola del Signore
“E GESÙ DISSE LORO: VENITE IN DISPARTE, IN UN LUOGO SOLITARIO E RIPOSATEVI UN PO’”.
Tutti sentiamo il bisogno di fermarci, di riposarci. Anche nel tran—tran quotidiano della famiglia abbiamo bisogno di trovare qualche momento di pace, di silenzio, di dialogo intimo... E per la fede? A volte tiriamo giù di tutta fretta le preghiere del mattino e della sera, stentiamo a trovare il tempo della messa della domenica e ci sembra quasi di rubarlo alle nostre faccende... Eppure, c’è bisogno di fermarci. Anche per chi opera nella testimonianza, nel servizio agli altri, c’è bisogno di fermarsi se no rischiamo di perdere il senso di ciò che facciamo. La vita di un apostolo di Cristo deve comprendere sempre due momenti che si richiamano a vicenda. il tempo in cui l’apostolo insegna nel nome di Cristo esige il tempo dell’ascolto della parola del Maestro.
LUNEDI’ 19 LUGLIO
Tra i santi ricordati oggi: Santi Gervasio e Protasio; Santa Aurea; Sant’Arsenio.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, AUMENTA LA NOSTRA FEDE.
HANNO DETTO: Si sopravvive di ciò che si riceve, ma si vive di ciò che si dona. (Carl Gustav Jung)
SAGGEZZA POPOLARE: Le cime delle colline sono vicine, ma la strada che vi ci porta è lunga! (proverbio delle Samoa)
UN ANEDDOTO: Vincenzo de Paoli, il fondatore delle "Figlie della carità", inventò il nuovo ordine in un periodo in cui ancora non si concepiva la monaca fuori della clausura. A queste donne diede una consegna di partenza: "Avrete per monastero la casa dei malati". Niente di più severo che passare i giorni e le notti tra le piaghe, lamenti e sporcizia. L'altra forma di mortificazione richiesta era il trottare continuo, che Vincenzo esigeva: "La figlia della Carità deve essere sempre in moto… e poi deve essere sempre contenta". Vincenzo le autorizzò a cantare non soltanto i salmi, ma anche le canzonette… E niente velo: "Dio vuole che i poveri vedano il vostro viso!".
PAROLA DI DIO: Es 14,5-18; Cant. Es 15,1-6; Mt 12,38-42
Vangelo Mt 12,38-42
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno». Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Nel giorno del giudizio, quelli di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!». Parola del Signore
“MAESTRO, DA TE VOGLIAMO VEDERE UN SEGNO”.
Quante volte capita di incontrare persone desiderose di segni fuori del comune, di miracoli. Forse è la sete dello straordinario, forse un bisogno inconscio di comprovare la propria fede, forse il desiderio di risolvere con facilità quelli che sono problemi che altrimenti non troverebbero umana soluzione. Questo desiderio lo conoscono bene i sedicenti maghi ed anche quei predicatori che usano mezzi da stregoni per apparire straordinari e per fare adepti e soldi. Gesù alcuni segni li ha fatti. Gesù fa dei segni straordinari per dire sempre qualcosa: comanda alla natura per farci vedere la potenza di Dio che è in Lui, guarisce perché è venuto per salvare l’uomo nella sua interezza, vince la morte per anticipare la sua e la nostra resurrezione, moltiplica i pani, cambia l’acqua in vino per dire l’abbondanza e la gioia del suo regno…, insomma ad esaminarli bene non c’è un miracolo del vangelo che non abbia senso ma Gesù si rifiuta di fare il ciarlatano. Così aveva risposto alle tentazioni del diavolo che chiedeva pane da pietre e voli angelicali da pinnacoli del tempio e così risponde a tutti coloro che vogliono facili miracoli. Il vero miracolo è un Dio che si è fatto uomo e che ci ha dato la sua vita.
MARTEDI’ 20 LUGLIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Apollinare; Sant’Elia; Sant’Aurelio di Cartagine.
Una scheggia di preghiera:
SIA FATTA LA TUA VOLONTA' CHE È LA COSA PIU' BELLA CHE POSSA CAPITARCI.
HANNO DETTO: Non ci sono errori, né coincidenze. Tutti gli eventi sono benedizioni dateci per imparare. (Elisabeth Kubler-Ross)
SAGGEZZA POPOLARE: Si possono veder passare le nuvole, ma non i pensieri. (proverbio della Nuova Zelanda)
UN ANEDDOTO: Pancho Villa (1877-1923), l'eroe nazionale messicano, era grande amico degli umili ma anche intransigente per, quanto concerneva la causa della rivoluzione. Una volta, poiché un contadino era restio ad arruolarsi poiché aveva moglie e una figlia, gliele uccise entrambe, per «renderlo libero».
PAROLA DI DIO: Es 14,21-31; Cant. Es 15,8-10.12-13.17; Mt 12,46-50
Vangelo Mt 12,46-50
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre». Parola del Signore
“POI GESÙ TENDENDO LA MANO VERSO I SUOI DISCEPOLI DISSE: ECCO MIA MADRE ED ECCO I MIEI FRATELLI; PERCHÉ CHIUNQUE FA LA VOLONTÀ DEL PADRE MIO CHE È NEI CIELI, QUESTI È PER ME FRATELLO, SORELLA, MADRE”.
Gesù non è scortese nei confronti di sua madre o dei suoi parenti ma vuol farci capire che nel suo Regno non si entra per raccomandazioni, per privilegi, per parentele ma per fede personale. Gesù ci presenta la sua famiglia: c’è una famiglia naturale cui Lui vuol bene ma c’è una nuova famiglia, in cui grazie a Lui, fratello nostro e Figlio di Dio, noi entriamo a far parte. Ma come per la famiglia umana c’è il vincolo del sangue e dei cromosomi che lega, nella nuova famiglia c’è un nuovo legame che qualifica la nostra figliolanza di Dio e fratellanza tra noi, ed è il compiere la volontà del Padre. Gesù lo dice chiaramente in un altro passo: “Non chi mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli”. Essere familiari di Gesù, allora non è un blasone onorifico, è una realtà concreta offertaci gratuitamente ma anche conquistabile ogni giorno.
MERCOLEDI’ 21 LUGLIO
Tra i santi ricordati oggi: San Lorenzo da Brindisi; Sant’Alberico Crescitelli.
Una scheggia di preghiera:
DONACI, SIGNORE, DI ACCOGLIERE CON AMORE LA TUA PAROLA.
HANNO DETTO: Proprio come una candela non può bruciare senza fuoco, l'uomo non può vivere senza una vita spirituale. (Buddha)
SAGGEZZA POPOLARE: Questo Pianeta non ci è stato regalato dai nostri progenitori: esso ci è stato prestato per i nostri figli. (proverbio Masai)
UN ANEDDOTO: S. Giovanni Maria Vianney entrava ad Ars, parrocchia da tempo trascurata. Gli dissero: “Qui non c’è più niente da fare” Egli disse: “Quindi qui c’è tutto da fare!”
PAROLA DI DIO: Es 16,1-5.9-15; Sal 77; Mt 13,1-9
Vangelo Mt 13,1-9
Dal vangelo secondo Matteo
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti». Parola del Signore
“ECCO, IL SEMINATORE USCÌ A SEMINARE.”
Quando leggiamo la parabola del seminatore, il più delle volte ci preoccupiamo di quanto frutto debba portare il seme o a quale genere di terreno apparteniamo. Penso sia importante soprattutto interessarci del seminatore perché vogliamo capire il comportamento di Dio.
Dio semina e semina in abbondanza in tutti i cuori. Dio ha talmente fiducia nel suo seme (e non sarà proprio Gesù il chicco di frumento che cade nella terra e muore?), che lo sparge abbondantemente in tutti i cuori?
Dio ha fiducia in me e in te, nonostante tutto. Qualche volta siamo tentati di dire: “Ma come è possibile che porti frutto nel mio cuore indurito?”. Ma “nulla è impossibile a Dio”.
GIOVEDI’ 22 LUGLIO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Maria Maddalena; San Fiorenzo.
Una scheggia di preghiera:
FA', O GESU', CHE ATTRAVERSO LE LACRIME RIUSCIAMO A SCORGERE IL TUO VOLTO.
HANNO DETTO: Tutto il progresso spirituale si basa sulla lettura e sulla meditazione: ciò che ignoriamo, lo impariamo con la lettura; ciò che abbiamo imparato, lo conserviamo con la meditazione. (Sant’Isidoro di Siviglia)
SAGGEZZA POPOLARE: Ciò che si concepisce bene si enuncia chiaramente. (proverbio francese)
UN ANEDDOTO: Mi è capitato di vedere lavorare a New York il famoso Buffalo Bill. Era un giorno storto. Molti cow-boy avevano tentato invano di domare un focosissimo cavallo. Buffalo allora tentò lui. Depose speroni e frusta e cavalcò la bestia, che di nuovo s’impennò. Ma il grande domatore non si perse di coraggio, si chinò sul cavallo e gli sussurrò all’orecchio parole dolci. Questo, che s’aspetta frustate, s’arrese subito, quasi per incanto. Buffalo a chi si meravigliava della sua bravura rispose: Come ho fatto? Semplicissimo. Ho fatto capire a questo cavallo che chi lo cavalcava era un amico. Ecco tutto!
PAROLA DI DIO: Ct 3,1-4a opp. 2Cor 5,14-17; Sal 62; Gv 20,1-2.11-18
Vangelo Gv 20,1-2.11-18
Dal vangelo secondo Giovanni
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi, ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto. Parola del Signore
“DONNA PERCHÉ PIANGI? CHI CERCHI?”.
Gesù risorto rivolge questa, a prima vista, strana domanda a Maria Maddalena. I motivi di piangere c’erano tutti: il suo Signore, Colui che l’aveva salvata era morto, gli amici di Gesù erano dispersi e paurosi, la tomba per di più era vuota, qualcuno aveva forse fatto un ultimo oltraggio a Gesù.
“Perché piangi?”. Quanti motivi per piangere: la morte di una persona cara, un tradimento, una malattia... Anzi, non solo c’è da piangere, ma anche da chiedersi “perché?”.
“Chi cerchi?”. Cerchiamo la pace, cerchiamo Dio!
Ecco allora che quando te ne rendi conto basta sentire il tuo nome pronunciato da Colui che stai cercando per riscoprire che Lui è vivo, per ritrovare la speranza, per finire tra le braccia di Colui che tu cercavi e che è venuto a cercare te.
VENERDI’ 23 LUGLIO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Brigida, patrona d’Europa; Sant’Olimpio; Santa Cunegonda.
Una scheggia di preghiera:
TU SEI LA MIA VITA, ALTRO IO NON HO.
HANNO DETTO: Una nazione che continua anno dopo anno a spendere più soldi in spese militari che in un programma di crescita sociale, si sta’ avvicinando alla rovina spirituale. (Martin Luther King)
SAGGEZZA POPOLARE: Le due migliori cure che ci siano sono una bella risata e una lunga dormita. (proverbio irlandese)
UN ANEDDOTO: Un corvo aveva fatto il nido, in un’isola. Quando gli nacquero i piccini, pensò che sarebbe stato meglio trasportarli sulla terraferma. Prese tra gli artigli il figlio più piccolo e si staccò dall’isola volando sopra lo stretto. Quando giunse in mezzo al mare, si sentì molto stanco: le sue ali battevano l’aria sempre più lente. “Oggi io sono grande e forte e porto mio figlio sul mare perché mio figlio è debole – pensava il corvo – quando esso sarà cresciuto e sarà diventato forte, mentre io sarò debole e vecchio, chissà se mi ricompenserà delle fatiche che io sostengo oggi e se mi trasporterà come io faccio, da un luogo all’altro?” Il corvo decise allora di accertarsi subito e chiese al suo piccolo: – Quando tu sarai forte e io sarò vecchio e debole, mi aiuterai come faccio io ora con te? Mi trasporterai da un luogo all’altro? Dimmi la verità… Il piccolo corvo vide in basso il mare e, temendo che il padre lo lasciasse cadere, si affrettò a rispondere: – Si, sì, ti aiuterò, ti trasporterò.
PAROLA DI DIO: Gal 2,19-20; Sal 33; Gv 15,1-8
Vangelo Gv 15,1-8
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da sé stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli». Parola del Signore
“RIMANETE IN ME E IO IN VOI”.
Il verbo “rimanere” nel Vangelo di Giovanni è uno di quelli che caratterizzano la risposta dell’uomo all’iniziativa di Dio. “Rimanere”, “Dimorare” indica qualcosa di più di un legame superficiale, provvisorio. Va oltre la semplice vicinanza, per esprimere una realtà profonda, uno scambio vitale, un rapporto duraturo. Si tratta di “dimorare” nella sua parola. Non basta che la parola risuoni dall’esterno. Occorre che penetri, venga assimilata fino a diventare la regola ispiratrice della propria condotta. Si tratta di “dimorare in Gesù”, cioè di spostare il centro di interesse da noi stessi a Lui. Gesù è il terreno dove pone le nostre radici perché “senza di Lui non possiamo far nulla”.
SABATO 24 LUGLIO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Cristina; Sant’Agostino Fangi.
Una scheggia di preghiera:
VENGA PRESTO IL TUO REGNO, O SIGNORE.
HANNO DETTO: La scienza non solo è compatibile con la spiritualità; è una profonda fonte di spiritualità. (Carl Sagan)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi semina spine non vada scalzo. (proverbio sardo)
UN ANEDDOTO: Due amici, visitano una gioielleria, dopo aver visto dei diamanti e pietre preziose, l'uno dei due, mostra all'altro una strana pietra senza luce - Io non vedo alcuna bellezza in questa pietra -! Il suo amico, la prende nella mano e la tiene al caldo qualche minuto, riscaldandola col suo calore. Quando la mostra, con sorpresa, tutta la superficie risplende dei colori dell'arcobaleno. Com'è possibile questo? - Questa è un "opale" - essa, ha bisogno del calore della mano, per sprigionare tutta la sua bellezza. Ci sono nel mondo, tanti esseri perduti, imprigionati, che non attendano che il contatto di una mano.
PAROLA DI DIO: Es 24,3-8; Sal 49; Mt 13,24-30
Vangelo Mt 13,24-30
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio”». Parola del Signore
“IL REGNO DEI CIELI È SIMILE...”
Se volete possiamo paragonare la nostra vita a una gigantesca caccia al tesoro: o ti metti alla ricerca dei valori per cui vale vivere o la vita diventa insipida e ti scorre addosso. Ci vuole grinta, forza, lucidità per gareggiare; bisogna tapparsi le orecchie di fronte ai troppi che ammiccano vendendoti a peso d'oro le istruzioni per trovare il tesoro, tenere duro davanti ai troppi che ti dicono che il tesoro non c'è, che la vita è un'immensa e macchinosa fregatura. Matteo, colui che oggi ci ha riportato le parabole del Regno di Gesù dice che lui, il tesoro, l'ha trovato. Non come la fiammata dell'innamoramento che scompare con il desiderio, ma come la lenta consapevolezza della verità, del fiume che scorre sotto il terreno, dell'evidenza del cuore. Matteo aveva tutto: soldi, successo, potere; era temuto, rispettato, un "business-man" come i tanti che si vedono anche oggi nelle nostre città. Un giorno, però, quello sguardo dell'ospite di Pietro il pescatore, quel tale Gesù della vicina Nazareth, lì a Cafarnao, sul lago, lo aveva sconvolto. Era poi così certo di avere tutto? Il tesoro vero, il senso della vita, lo aveva davvero scoperto? Matteo fa l'errore di lasciare la sua parte migliore emergere, per una frazione di secondo intuisce che la sua vita è piena di vuoto, che tutto ciò che ha è fumo, apparenza, inutile orpello. Quello sguardo lo perfora, lo trapana, lo svela a sé stesso, lascia tutto e segue il Maestro. Da Gesù Matteo impara ad amare, a conoscere Dio, a conoscere sé stesso. Da Gesù Matteo impara ad essere vero, a diventare libero, e racconta, parla come un fiume in piena, del Regno, di Dio, di lui, il Maestro.
Il piano di Dio è esposto, il volto che Gesù è venuto a descriverci, ormai chiaro, la proposta del regno annunciata. Ora tocca a noi, tocca a me decidere. Starò ancora ad aspettare? Dopo avere veduto, dopo avere lasciato il seme della Parola perforare l'asfalto del mio cuore ancora tentennerò? Dopo avere saputo che il padrone del campo permette che la zizzania e il grano crescano insieme, perché mi ama, aspetterò ancora che il regno si manifesti nella mia vita? Il Signore "pescandoci", sa che dentro di noi ci sono pesci commestibili e pesci velenosi, parti di luce e fitte tenebre. E le ama, entrambe. Le ama perché ama noi, le ama perché ci vuole salvi, le ama perché è un Dio di tenerezza e compassione.
DOMENICA 25 LUGLIO: 17^ DOMENICA T.O. ANNO B
Tra i santi ricordati oggi: San Giacomo; San Cristoforo.
Una scheggia di preghiera:
GESU', INSEGNACI LA GENEROSITA' DEL DARE.
HANNO DETTO: Non siamo esseri umani che hanno una esperienza spirituale. Siamo essere spirituali che hanno una esperienza umana. (Pierre Teilhard de Chardin)
SAGGEZZA POPOLARE: L'uomo dabbene non cerca i fatti degli altri. (proverbio sardo)
UN ANEDDOTO: Un giorno un uomo ricco consegnò un cesto di spazzatura ad un uomo povero. L’uomo povero gli sorrise e se ne andò col cesto, poi lo svuotò, lo lavò e lo riempì di fiori bellissimi. Ritornò dall’uomo ricco e glielo diede. L’uomo ricco si stupì e gli disse: «Perché mi hai donato fiori bellissimi se io ti ho dato la spazzatura?». E l’uomo povero disse: «Ogni persona dà ciò che ha nel cuore».
PAROLA DI DIO: 2Re 4,42-44; Sal 144; Ef 4,1-6; Gv 6,1-15
Vangelo Gv 6,1-15
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberiade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzati gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova egli, infatti, sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo. Parola del Signore
“DOVE POTREMO COMPRARE IL PANE PERCHÉ COSTORO ABBIANO DA MANGIARE?”.
Incoraggia e piace anche a noi questo Gesù che si prende cura della gente e procura del cibo alla folla nel momento della necessità. La folla ne è subito conquistata e pensa che sia la persona ideale da scegliere come re. Così Gesù appare anche a noi: colui che interviene nel momento del bisogno e modifica la situazione, risolve un grosso problema materiale: il cibo. La nostra mentalità utilitaristica ci porta a considerare l’aspetto materiale cioè di Gesù che vale in quanto risolve situazioni di crisi. Quello che ci sfugge è il come Gesù interviene. È importante capire come Gesù agisce, come Gesù sfama, come Gesù guarisce, come Gesù salva. Gesù moltiplica quei pani immedesimandosi nella situazione della gente. Gesù si cala nell’esperienza umana che lo circonda, coinvolge la folla: “dove possiamo comprare il pane...?’. lì Signore si serve del poco che abbiamo per far nascere dalla nostra povertà il prodigio della sua grazia. Senza il nostro apporto, benché misero e debole, il Signore non salva; ma se il poco che abbiamo lo deponiamo nelle sue mani, la nostra disponibilità diventerà benedizione per noi stessi e per i fratelli.
LUNEDI’ 26 LUGLIO
Tra i santi ricordati oggi: Santi Gioacchino ed Anna; Santa Bartolomea Capitanio.
Una scheggia di preghiera:
DIO HA GUARDATO ALL'UMILTA' DELLA SUA SERVA: LE GENERAZIONI MI DIRANNO BEATA.
HANNO DETTO: Si sbaglia a dare il nome di vita a ciò che deve finire. (Santa Teresa Martin)
SAGGEZZA POPOLARE: Molte leggi, popolo misero. (proverbio sardo)
UN ANEDDOTO: Il paziente disse al suo dottore: “Dottore, sono dominato dalla paura, e la paura ha portato via tutta la gioia di vivere.” “Qui nel mio ufficio, c’è un topo che rosicchia i miei libri,” disse il dottore. “Se mi dispero per il topo, esso si nasconderà, e non farò nient’altro nella vita che cercarlo. Invece, ho messo tutti i miei libri preferiti in un posto sicuro, e gli permetto di mangiare alcuni degli altri. In questo modo, continua ad essere solo un topo, e non un mostro. Temi poche cose, e concentra tutta la tua paura su quelle – cosicché possa essere coraggioso nell’affrontare le situazioni importanti.”
PAROLA DI DIO: Es 32,15-24.30-34; Sal 105; Mt 13,31-35
Vangelo Mt 13,31-35
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami». Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Aprirò la mia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo». Parola del Signore
“IL PIÙ PICCOLO DI TUTTI I SEMI MA, UNA VOLTA CRESCIUTO, DIVENTA ALBERO E GLI UCCELLI DEL CIELO VI SI ANNIDANO”.
Un uomo, che pure si è proclamato Dio, e vissuto e morto in un paesino sperduto ai confini del grande impero di Roma. Che cos’è in confronto al mondo! Un gruppetto di semianalfabeti ha predicato la sua risurrezione e a causa della persecuzione si sono sparsi un po’ dappertutto e poco per volta si è propagata una fede. Ma ancora oggi, i credenti in Cristo sono una minoranza sia rispetto al mondo, sia rispetto a coloro che si fregiano solamente del nome cristiano: eppure, il granellino è diventato già pianta e in questi secoli molti hanno trovato rifugio e riposo tra i suoi rami. Dio si serve delle cose piccole. Se so di essere piccolo è già il primo passo. Se uso le piccole cose di ogni giorno per il Regno, so di seguire la strada di Gesù. Se mi fido sempre meno di me stesso e sempre più di Dio, lascio carta bianca al suo operare.
MARTEDI’ 27 LUGLIO
Tra i santi ricordati oggi: San Giorgio di Cordoba; Santa Liliosa.
Una scheggia di preghiera:
TU SEI UN DIO LENTO ALL'IRA E PIENO DI MISERICORDIA.
HANNO DETTO: Il vero umile non è mai sicuro delle sue virtù: in via ordinaria quelle che scopre negli altri gli sembrano più profonde e solide delle sue. (Santa Teresa d'Avila)
SAGGEZZA POPOLARE: Meglio un paese senza pane di un paese senza giustizia. (proverbio sardo)
UN ANEDDOTO: Nel suo libro “L’arte della longevità”, Louis Chapuis scrive: “Se vi sentite mancare di coraggio o di fiducia, sorridete a voi stessi e vi ritemprerete. Sorridete all’incontro con ogni persona: così la incontrerete davvero. Chi vi vede sorridere vi si avvicinerà tanto più amichevolmente quanto più aperto sarà il vostro sorriso e quindi il vostro cuore”. Sorridetevi quando siete soli: così facendo vi migliorerete dentro e migliorerete tutto anche fuori. Il sorriso vi libera dalle angustie, vi apre, vi eleva e vi raffina.”
PAROLA DI DIO: Es 33,7-11; 34,5-9.28; Sal 102; Mt 13,36-43
Vangelo Mt 13,36-43
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come, dunque, si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti». Parola del Signore
“SPIEGACI LA PARABOLA DELLA ZIZZANIA NEL CAMPO”. (Mt. 13,36)
“Signore, perché c’è tanta cattiveria nel mondo? Perché ogni tanto non vieni a far un po’ di pulizia del male e dei malvagi? Perché non permetti che i tuoi contadini (noi) vadano a togliere quella zizzania che infetta il buon grano e gli impedisce di crescere liberamente?”
Stavo riflettendo più o meno così a proposito della parabola odierna. Quando mi è tornato in mente un episodio della mia giovinezza. Negli ultimi anni del seminario, noi, giovani seminaristi, avevamo la possibilità di scegliere il luogo dove passare una settimana di esercizi spirituali. Con un gruppetto di amici avevamo scelto un monastero e avevamo chiesto all’abate di farci vivere per una settimana come vivevano abitualmente i suoi frati: la preghiera delle ore sia di giorno che di notte, i momenti di riflessione e il lavoro manuale. Per eseguire quest’ultimo ci vennero dati dei compiti molto semplici. Io fui mandato nell’orto a togliere le erbacce. Era una novità per me, cittadino, e mi accinsi a farlo con entusiasmo. Dopo un quarto d’ora venne il frate giardiniere che, dopo essersi messo le mani nei capelli mi allontanò di brutto (per fortuna avevano il vincolo del silenzio!). L’Abate, la sera, mi disse che il giorno dopo sarei andato in biblioteca a togliere la polvere ai libri: nell’orto ero riuscito ad estirpare quasi tutte le piantine dei piselli. “Se ci fossi io a fare giustizia!”, diciamo noi. Ma siamo poi proprio sicuri di conoscere intimamente cose e persone per essere giudici giusti del bene e del male? Certo, delle indicazioni le abbiamo. Certo, facciamo bene a dire e a combattere ciò che a noi sembra essere il male: se non lo facciamo ne diventiamo conniventi, ma sta a noi andarlo ad estirpare?
Per fare un grande esempio: quando la Chiesa, oltre che bollare il male, ha pensato di avere anche l’autorità di eliminarlo, sono nati i roghi dell’Inquisizione che, oltre che essere un tradimento del Vangelo, insieme ai cattivi hanno estirpato anche tanti giusti, non sono riusciti a liberare la Chiesa dai malvagi ed hanno fatto tanto danno che ancora oggi sono motivo di scandalo e di ostacolo per tanti. Quando, dunque, sono tentato di mettermi a fare io Dio giudice, sono ben contento che lo Spirito Santo con il suo sussurro mi dica: “Franco, ricordati dei piselli!”.
MERCOLEDI’ 28 LUGLIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Innocenzo I, Papa; Santa Serena.
Una scheggia di preghiera:
LA TUA SALVEZZA MI COLMA DI GIOIA, SIGNORE.
HANNO DETTO: Sbaglierebbe di molto chi volesse attribuire all'uomo ciò che è di Dio. (San Giovanni Bosco)
SAGGEZZA POPOLARE: Pesta, pesta, legna era e legna rimane. (proverbio sardo)
UN ANEDDOTO: Verso il termine della sua vita, San Tommaso si trovava in preghiera davanti al crocifisso che gli parlò: “O Tommaso, tu hai scritto bene di me, dimmi che cosa vuoi in ricompensa”. “Nient’altro che te”, rispose Tommaso.
PAROLA DI DIO: Es 34,29-35; Sal 98; Mt 13,44-46
Vangelo Mt 13,44-46
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra». Parola del Signore
“IL REGNO DEI CIELI È SIMILE AD UN TESORO NASCOSTO IN UN CAMPO; UN UOMO VA, PIENO DI GIOIA, VENDE TUTTI I SUOI AVERI E COMPRA QUEL CAMPO”
Almeno in certi momenti della nostra vita abbiamo desiderato di trovare un tesoro o di vincere un qualche premio ad una lotteria. Ma la vera fortuna di ogni vita, l’occasione insperata, è la scoperta, in Gesù, del Regno dei cieli. Ma per possederlo bisogna fare come l’uomo della parabola: vendere tutto quello che si ha e trovare gioia per quello che si acquista. Gesù sembra dirci: le cose belle si pagano, e ancora: si riesce a far questo solo se c’è determinazione e gioia. Mi chiedo allora: l’ho già trovato il “tesoro” della mia vita?
Se l’ho trovato, sto vendendo le carabattole della mia vita o penso di poter tenermi tutto insieme al tesoro? Se ho lasciato qualcosa, vivo di rimpianti o peggio ancora cerco di far pagare agli altri i rimpianti per le cose che alla fin fine non ho lasciato veramente? Il mio è un “volto pieno di gioia” che in qualche modo tradisce il segreto di aver trovato il Regno di Dio?
GIOVEDI’ 29 LUGLIO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Marta, Maria e Lazzaro di Betania
Una scheggia di preghiera:
TU SEI LA RISURREZIONE E LA VITA, CHI CREDE IN TE VIVRA'.
HANNO DETTO: La vanagloria è il tarlo di tutte le buone azioni, per cui se tu le dessi ascolto ti troveresti un giorno con le mani vuote. (Santa Francesca Cabrini)
SAGGEZZA POPOLARE: Le emergenze fanno correre anche i vecchi. (proverbio sardo)
UN ANEDDOTO: Il cantante Steven Styler, spigoloso ma saggio ha affermato: “Chi sa aspettare può ottenere ciò che è scappato a chi si è affrettato ad arrivare per primo”.
PAROLA DI DIO: 1Gv 4,7-16; Sal 33; Gv 11,19-27 opp. Lc 10,38-42
Vangelo Gv 11,19-27
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta, dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». Parola del Signore
“SIGNORE, SE TU FOSSI STATO QUI, MIO FRATELLO NON SAREBBE MORTO”. (Gv. 11,21)
Quando vanno a dire a Gesù che Lazzaro è malato, Gesù non si muove. Arriva che Lazzaro è già morto da quattro giorni. Possibile che Dio sia sempre lontano quando lo si desidererebbe presente? Marta si lamenta, rimprovera quasi Gesù della sua assenza e noi, qualche volta, andiamo anche oltre: “Se Dio esistesse non permetterebbe tanto dolore”. Gesù non si giustifica, né ci rimprovera per i nostri sfoghi, si limita a ripetere: “Se credi, vedrai la gloria di Dio”. “Credere” è al presente, mentre “vedere” riguarda il futuro. Noi invece prima vogliamo le prove, poi, forse, siamo disposti a credere. Dio non ci chiede la fede come ricompensa dovuta al miracolo, prezzo da pagare per le sue prestazioni, ma come condizione necessaria perché Dio possa agire.
VENERDI’ 30 LUGLIO
Tra i santi ricordati oggi: San Pietro Crisologo; Santa Donatella, martire; San Capreolo.
Una scheggia di preghiera:
DONACI OCCHI, O SIGNORE, PER VEDERE LA VITA CON REALISMO, MA CON SPERANZA.
HANNO DETTO: Se saremo tristi come faremo la felicità di chi sta con noi? Noi dobbiamo irradiare la gioia, la letizia di Dio, la felicità di Dio: far sentire che servire e amare Dio è vita, è calore, è ardore, è vivere sempre allegramente. Cantate, suonate! Scrupoli e malinconia via da casa mia diceva San Filippo Neri. (Don Orione)
SAGGEZZA POPOLARE: La moglie del ladro mette la pignatta sul fuoco prima che lui le abbia portato la carne. (proverbio sardo)
UN ANEDDOTO: Nel racconto della morte di Ugo da san Vittore, scritta da un suo discepolo si legge: “La vigilia della sua dipartita, venni a vederlo di primo mattino; mi disse. “Siamo soli?”. Alla mia risposta affermativa, soggiunse: “Hai già celebrato la Messa?”. “Certo”, risposi. “Avvicinati dunque e soffiami in viso a forma di croce, perché io riceva lo Spirito Santo”. Poi, attanagliato dall’agonia, mormorò con voce appena intelligibile. “L’ho ottenuto. Egli accoglierà l’anima mia”.
PAROLA DI DIO: Lv 23,1.4-11.15-16.27.34b-37; Sal 80; Mt 13,54-58
Vangelo Mt 13,54-58
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E, le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi. Parola del Signore
“MA GESU’ DISSE LORO: UN PROFETA NON È DISPREZZATO SE NON NELLA SUA PATRIA E IN CASA SUA”.
È comodo per voi cristiani: avete una risposta per tutti gli interrogativi! Vi capita una malattia? È la volontà di Dio che passa attraverso la sofferenza! Guarite da una malattia? Ringraziate il buon Dio che ha fatto questo miracolo! E, avanti di questo passo trovate sempre nel Vangelo una parola che giustifichi il vostro modo di vivere e, qualche volta, anche i vostri errori e peccati”. No!
Gesù non è venuto sulla terra per risolvere tutti i problemi dell’uomo, la fede non è risposta semplice e addormentante davanti alle problematiche esistenziali di ogni giorno. Gesù è un vero profeta. Le sue parole sono di conforto, ma sono anche fiamma che brucia; la sua persona non è quella dell’uomo per tutte le stagioni, ma uno che ci disturba nella nostra presunta tranquillità. Gesù è il Salvatore ma, proprio perché tale, segno di contraddizione, la pace che Lui viene a portare non è un facile “facciamo finta che” per andare tutti d’accordo, ma una pace che crea delle divisioni nella società e addirittura nella propria famiglia. Spesso, poi, noi confondiamo la fede e il Regno di Dio con manifestazioni esteriori, con qualcosa di clamoroso che si imponga e non riusciamo a riconoscere che il Regno è come quel piccolo seme che sembra insignificante ma che ha in sé tutta la potenza della pianta. Cerchiamo “profeti” che ci facciano provare emozioni forti e non sappiamo vedere che Dio è umile, presente in casa nostra. Andiamo a cercare i vari “santoni” e ci dimentichiamo della potenza dell’Eucarestia, non sappiamo neppur vedere tutto il positivo che già c’è nelle nostre famiglie, ci lamentiamo delle incomprensioni, delle difficoltà, con la fantasia corriamo lontano e non apprezziamo la presenza di un genitore, di un marito, di un figlio.
SABATO 31 LUGLIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ignazio di Loyola; San Fabio; San Giustino de Jacobis.
Una scheggia di preghiera:
I TUOI RICHIAMI, SIGNORE, PORTINO FRUTTI DI CONVERSIONE.
HANNO DETTO: Solo in Paradiso si trova la consolazione e la quiete perfetta; ma finché si vive, il bene è sempre mescolato col male. (San Francesco di Sales)
SAGGEZZA POPOLARE: Puoi studiare tutta la vita, ma morirai comunque stupido. (proverbio russo)
UN ANEDDOTO: Fu chiesto un giorno a Uways: - Come ti senti stamattina? Uways rispose: - Mi sento come uno che si è alzato stamattina e non sa se questa sera sarà ancora vivo. Gli fu obiettato: - Ma tutti gli uomini si trovano in questa situazione! Rispose Uways: - Sì, certo. Ma quanti ne sono coscienti?
Tradizione sufi
PAROLA DI DIO: Lv 25,1.8-17; Sal 66; Mt 14,1-12
Vangelo Mt 14,1-12
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo al tetrarca, Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!». Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodiade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni, infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta. Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodiade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre. I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù. Parola del Signore
“LA FOLLA LO CONSIDERAVA UN PROFETA”.
Ci sono ancora profeti, oggi? E, se ci sono, dove cercarli?
Grazie al cielo la profezia non è finita perché non è finito lo Spirito Santo. Nonostante le religioni e le chiese, la fede non è stata imbrigliata negli stolidi schemi di uomini che vogliono definire e classificare.
Ancora oggi c'è tanta gente che si lascia guidare dallo Spirito per gustare la novità del Vangelo e per annunciarla con forza. Ma dove trovarli? Anche qui non facciamoci schemi. È vero che spesso amano frequentare i deserti, ma non sempre li trovi lì. Anzi, bisogna fare attenzione perché, leggendo il Vangelo scopriamo che il deserto è frequentato spesso da un altro personaggio, il diavolo. È vero che spesso le persone più libere le trovi in monasteri, ma attenzione che in essi, cattolici o meno che siano, spesso trovi maestri saccenti e pieni di sé. Allora i profeti saranno là dove si lotta per la liberazione dell'uomo, sulle barricate contro i prepotenti?
Lì, spesso, c'è qualche profeta coraggioso, ma qualche volta è solo un politicante in cerca di successo e di potere. Allora i profeti saranno quelli che se la prendono con le chiese e con le gerarchie? Può darsi, anche questo è un loro specifico compito, ma attenzione che certe prese di posizione possono essere anche una moda o l'avere il dente avvelenato per certe cose subite. Il profeta è uno che si lascia fare da Dio. Magari non vorrebbe neanche esserlo profeta (invece di "Manda me!" direbbe volentieri: "Manda un altro!"). È uno che sa benissimo di dire cose più grandi di sé, di avere un messaggio che lo supera. È uno che non parla di sé, parla di Dio, anzi, parla a nome di Dio. È uno che non ha peli sulla lingua, non guarda in faccia nessuno, non ama le diplomazie, non fa calcoli per vedere se dire o non dire una parola. È uno che sa tacere ma per far testimoniare la sua vita. È uno che dà fastidio, è scomodo e quindi trova opposizione, ma più cercano di farlo tacere, più la sua voce risorge scomoda e accusatrice.
Diciamocelo chiaramente: Ma vogliamo poi proprio ancora cercarlo un profeta? o forse, non è meglio…
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