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PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA
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a cura di: don_franco_locci@libero.it
GIUGNO 2021
MARTEDI’ 1° GIUGNO
Tra i santi ricordati oggi: San Giustino; San Caprasio di Lerins.
Una scheggia di preghiera:
OGNI UOMO È FIGLIO TUO, O SIGNORE.
HANNO DETTO: Dio è veloce nel costruire, lento nel demolire; entrambi questi comportamenti convengono a Dio: infatti il primo è caratteristico della potenza, il secondo della bontà. (Severino di Gabala)
SAGGEZZA POPOLARE: La saetta gira gira, torna addosso a chi la tira.
UN ANEDDOTO: Il cavallo corre veloce, pare che il cavaliere abbia un appuntamento molto importante. Lungo la strada qualcuno gli grida: “Dove stai andando così di fretta?” “Non lo so, chiedilo al cavallo!”
Correre sembra la ragione prima del vivere. Siamo così indaffarati da perdere la consapevolezza di ciò che facciamo e addirittura di ciò che siamo.
PAROLA DI DIO: Tb 2,9-14; Sal 111; Mc 12,13-17
Vangelo Mc 12,13-17
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso. Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?». Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio». E rimasero ammirati di lui. Parola del Signore
“QUELLO CHE È DI CESARE RENDETELO A CESARE, E QUELLO CHE È DI DIO, A DIO”
Questa volta sono i farisei e gli erodiani che gli si avvicinano. E gli pongono la questione del tributo a Cesare. Fin dall'inizio si nota la loro doppiezza. Essi adulano Gesù per poi tendergli un tranello. Ma non è con la furbizia che ci si accosta al Vangelo. La parola di Gesù non si compra con le proprie astuzie o con raggiri. Essa è chiara e buona, senza infingimenti e sotterfugi. Gesù non accetta la falsità e sposta la questione. Se nella moneta c'è l'immagine di Cesare sia ridata a lui. Ma bisogna altresì ridare a Dio tutto ciò che ha la sua impronta, la sua immagine. È su questo che Gesù chiede la decisione: date a Dio quel ch'è di Dio. E l'uomo è di Dio, perché è nell'uomo che è iscritta l'immagine di Dio. L'uomo, ogni uomo, anche il più piccolo e indifeso, appartiene a Dio e a Dio deve tornare. C'è un primato assoluto di Dio sulla vita dell'uomo che va difeso ad ogni costo. Come pure si deve rispetto alla società civile e alle sue leggi. Questa pagina evangelica deve aiutare al rispetto e alla tolleranza, sapendo però che nessuno può ferire e umiliare la vita dell'uomo. Solo Dio è Padre e Signore di tutti.
MERCOLEDI’ 2 GIUGNO
Tra i santi ricordati oggi: Santi Marcellino e Pietro; Sant’ Adalgiso.
Una scheggia di preghiera:
TU SEI IL DIO DELLA VITA NON DELLA MORTE.
HANNO DETTO: Il cumulo dei tuoi peccati non vince la moltitudine delle misericordie di Dio; le tue ferite non vincono l’abilità del sommo medico. (San Cirillo di Gerusalemme)
SAGGEZZA POPOLARE: La luna non cura l'abbaiar dei cani.
UN ANEDDOTO: L'autore del famoso romanzo “Le campane di Nagasaki, Pablo Nagal racconta che nel primo bombardamento atomico (agosto 1945) anche sua moglie fu ridotta ad una manciata di cenere bianca che ora egli teneva lì, tutta in un secchiello che gli batteva sulle ginocchia. Ad un tratto una domanda bruciante gli attraversò il cervello: “Questo dunque siamo?”.
PAROLA DI DIO: Tb 3,1-11a.16-17a; Sal 24; Mc 12,18-27
Vangelo Mc 12,18-27
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, vennero da Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogavano dicendo: «Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza, e il terzo egualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: “Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe”? Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave errore». Parola del Signore
“ALLA RISURREZIONE, QUANDO RISORGERANNO, DI QUALE DI LORO SARÀ MOGLIE? POICHÉ TUTTI E SETTE L’HANNO AVUTA IN MOGLIE”.
Questi sadducei che vanno da Gesù si dimostrano gretti e calcolatori. Vanno a fargli una domanda per “metterlo alla prova”. L’esempio che portano, si vede lontano un miglio, è artefatto per mettere in imbarazzo e oltretutto dimostrano una visione del matrimonio solo come di possesso dell’uomo sulla donna. Tutto questo purtroppo ci fa riflettere su di noi che spesso siamo dei gran chiacchieroni di religione e che invece poco viviamo la fede e anche al fatto che spesso tutto per noi è calcolo, anche la vita futura. L’uomo, anche quando pensa alla vita futura, spesso continua a ragionare solo in termini di possesso, di calcolo, di diritti, di appropriazione. Si ha quasi paura di essere defraudati di qualcosa. Ci interessiamo delle cose che Dio deve darci in paradiso e non badiamo a Lui. Vogliamo la ricompensa e non pensiamo a chi fa il dono. E non guardando a Lui mettiamo in evidenza solo noi stessi. Ma Dio non è forse il Dio della vita, il creatore, il Dio della gioia? Se ci ripetessimo in continuazione che “Dio non è un Dio di morti, ma di viventi” non ci preoccuperemo più tanto del come sarà il Paradiso con il premio soddisfacente di tutti i piccoli piaceri umani ma ci fideremo di Lui che le cose le ha fatte e le sa fare bene e che è un “Padre buono che sa dare cose buone ai suoi figli”.
GIOVEDI’ 3 GIUGNO
Tra i santi ricordati oggi: Carlo Lwanga e compagni, martiri dell’Uganda.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, TU SEI L'UNICO: TI AMO.
HANNO DETTO: Quando hai il morale a terra, ricorda che sei stato plasmato creatura di Cristo. (San Gregorio di Nazianzo)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi cento ne fa una ne aspetta.
UN ANEDDOTO: Padre Clemente Vismara (1897-1988) a 80 anni trovava ancora la forza di partire e attraversare le foreste della Birmania per andare al lontano villaggio in cui lo attendevano 200 bambini e bambine da sfamare. Diceva sempre: “La vita è bella se viene spesa per gli altri. La vita è fatta per esplodere, per andare lontano”.
PAROLA DI DIO: Tb 6,10-11;7,1.9-17;8,4-9; Sal 127; Mc 12,28b-34
Vangelo Mc 12,28-34
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come sé stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. Parola del Signore
“NON C’È ALTRO COMANDAMENTO PIÙ GRANDE DI QUESTI”
È strano Gesù: parla di un comandamento, ma poi leggendo le sue parole si scopre che sono due… “non c’è altro comandamento di questi”. Un comandamento che assomiglia ad una medaglia, unica, ma con due facce. Da una parte c’è l’amore verso Dio, dall’altra l’amore verso il prossimo, il vicino-colui che ci passa accanto. Non c’è l’uno senza l’altro. È categorico Gesù, quando ci si mette: non c’è nessun comandamento più importante di questo. Il discorso è chiuso una volta per tutte. Non è possibile fare dispute o sottigliezze su questo argomento. Ma in fondo è meglio così: le cose sono chiare, sappiamo cosa dobbiamo fare, non c’è pericolo di sbagliarsi. Ora possiamo mettere tutto il nostro cuore, la nostra mente, le nostre forze in quest’unica cosa importante.
VENERDI’ 4 GIUGNO
Tra i santi ricordati oggi: San Francesco Caracciolo.
Una scheggia di preghiera:
PARLA, SIGNORE CHE IL TUO SERVO VUOLE ASCOLTARTI.
HANNO DETTO: Sono colpe uguali la prontezza al male e l’indugio al bene. (San Gregorio di Nazianzo)
SAGGEZZA POPOLARE: A usanza nuova non correre.
UN ANEDDOTO: Don Zeno Saltini, il fondatore della comunità di Nomadelfia, ha voluto che si scrivesse sulla lapite della tua tomba: “Qui giace uno che poteva fare di più”. Ecco: continuare a voler di più, a realizzare di più, questo è il senso della vita.
PAROLA DI DIO: Tb 11,5-17; Sal 145; Mc 12,35-37
Vangelo Mc 12,35-37
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù continuava a parlare, insegnando nel tempio: «Come mai dicono gli scribi che il Messia è figlio di Davide? Davide stesso infatti ha detto, mosso dallo Spirito Santo: "Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici come sgabello ai tuoi piedi". Davide stesso lo chiama Signore: come, dunque, può essere suo figlio?». E la numerosa folla lo ascoltava volentieri. Parola del Signore
"E LA NUMEROSA FOLLA LO ASCOLTAVA VOLENTIERI".
La parola di Dio è sempre uguale, ma e vero che ci sono predicatori che ascoltiamo più volentieri degli altri. Quand'è che la gente ascolta volentieri una persona? I motivi possono essere diversi, ad esempio, quando si crea una sintonia tra chi parla e ascolta, quando chi parla usi termini e gestualità che davvero comunicano, quando chi ascolta vede in colui che parla la realizzazione dei suoi pensieri, quando le parole dette corrispondono alle scelte di vita di chi parla.
Perché la gente ascoltava volentieri Gesù? Perché era uno di loro, perché le sue non erano solo parole vuote ma accompagnate da gesti concreti di amore, perché richiamava l'essenza della loro fede e la liberava dalle pastoie della falsa religione, perché realizzava le aspirazioni dei poveri, perché usava con i semplici un linguaggio semplice, facilmente comprensibile. E oggi, noi andiamo ancora volentieri ad ascoltare Gesù?
Troviamo il tempo per leggere e rileggere i Vangeli?
Cerchiamo di riconoscere la realizzazione delle sue parole di liberazione e di speranza?
Si può ascoltare per curiosità e poi lasciar scorrere le parole su di noi come fa l’acqua che scorre su una pietra impermeabile. Si può ascoltare unicamente per trovare una risposta immediata ad un problema, si può ascoltare per cercare conferme o per poter criticare, ma la parola di Dio non ha bisogno di questi uditori. La parola di Dio va ascoltata “come parola di Dio e non come parole di uomini”. La Parola di Dio va accolta non come un lenitivo ma “come una spada tagliente, a doppio taglio, che penetra fino alla divisione delle ossa”. La parola di Dio va accolta come un “seme che cade in terra buona e muore e porta frutto ora del 30, ora del 60, ora del 100 per uno”. La parola di Dio “è viva, efficace”, se accolta con amore ha il potere di trasformarci. Non basta andar dietro alla Parola di Dio perché piace, oppure a questo o quel predicatore perché dicono ciò che io voglio sentire. Dio parla a me. Dio si svela a me. Dio non risolve i miei piccoli problemi e non risponde in diretta alle mie piccole domande, ma dona. Se stesso e se l’accolgo, io cambio.
SABATO 5 GIUGNO
Tra i santi ricordati oggi: San Bonifacio, Vescovo e Martire.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, TI OFFRO QUEL POCO CHE HO E ANCHE I MIEI PECCATI.
HANNO DETTO: Niente è piccolo di ciò che si offre a Dio anche se fosse minimo. (San Gregorio di Nazianzo)
SAGGEZZA POPOLARE: Quando il male è alla base taglia corto. (Proverbio napoletano)
UN ANEDDOTO: Federico Fellini nel suo film “La strada” fa dire da Zampanò alla piccola Gelsomina, mentre le mostra un sasso raccolto dal sentiero: “Io non so a che cosa serva questo ciottolo, ma certamente serve a qualcosa. Se fosse inutile, anche tutto il resto sarebbe inutile. Anche le stelle. È così. Lo sai? E anche tu, anche tu servi a qualcosa con la tua testa da carciofo”.
PAROLA DI DIO: Tb 12,1.5-15; Cant. Tb 13; Mc 12,38-44
Vangelo Mc 12,38-44
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù diceva alla folla mentre insegnava: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e ostentano di fare lunghe preghiere; essi riceveranno una condanna più grave». È sedutosi di fronte al tesoro, osservava come la folla gettava monete nel tesoro. E tanti ricchi ne gettavano molte. Ma venuta una povera vedova vi gettò due spiccioli, cioè un soldo. Allora, chiamati a sé i discepoli, disse loro: «In verità vi dico: questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere». Parola del Signore
"E OSSERVAVA COME LA FOLLA GETTAVA MONETE NEL TESORO”
La giornata di discussioni e di controversie causate dagli scribi e farisei termina per Gesù con l'osservazione di alcuni gesti di religiosità e con l'esaltazione di una povera vedova che nella sua fede semplice, bisognosa di tutto, manifesta la sua sconfinata fiducia in Dio. Gesù osserva ma vede al di là delle cose. Gettare denaro nelle cassette del tempio era un atto di religiosità (e notiamolo bene: Gesù non condanna questo gesto, non sta a chiedersi se è giusto, se il denaro verrà usato bene o no). Esteriormente però si vedono i ricchi ostentare la propria ricchezza ma la contabilità per Gesù non è secondo le regole della matematica, ma secondo quelle del cuore. "Padre, se il Signore mi fa andare bene quell'affare, vedrà che bella offerta faccio alla Chiesa!". Se l'offerta e per riconoscere la grandezza di Dio a cui dobbiamo tutto ed è per venire incontro a necessità di altri è gradita a Dio, se è per comprarsi il Padre Eterno, Egli non ci sta, se è per farsi vedere, la ricompensa è già immediata e quindi non gradita a Dio. Mi chiedo: Faccio la carità?
Quando do qualcosa sono un calcolatore?
Uso sempre la frase evangelica: "Non sappia la tua destra ciò che fa la tua sinistra?".
DOMENICA 6 GIUGNO: CORPO E SANGUE DI CRISTO
Tra i santi ricordati oggi: San Norberto; Sant’Alessandro da Fiesole; Sant’Artemio.
Una scheggia di preghiera:
ANNUNCIAMO LA TUA MORTE, SIGNORE, PROCLAMIAMO LA TUA RISURREZIONE NELL'ATTESA DELLA TUA VENUTA.
HANNO DETTO: Un’opera buona annunciata a squilli di tromba non serve a nulla. (Basilo di Cesarea)
SAGGEZZA POPOLARE: Vecchiaia con pazienza prolunga l'esistenza.
UN ANEDDOTO: La tartaruga disse alla lucertola: “Abbi pazienza, fermete un momento! E giri, e corri, e svicoli e t'arampiche sempre de prescia, sempre in movimento. Me fai l'effetto d'una pila elettrica...
Te piace d'esse attiva? Va benone. Però l'attività quando s'esaggera, lo sai come si chiama? Aggitazione: forza spracata. È la mania del secolo. Corremo tutti a gran velocità, ognuno cerca d'arrivà prestissimo, ma dove, proprio dove... Nu' lo sa. (Trilussa)
PAROLA DI DIO: Es 24,3-8; Sal 115; Eb 9,11-15; Mc 14,12-16.22-26
Vangelo Mc 14,12-16.22-26
Dal vangelo secondo Marco
Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: "Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli? Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua. Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio». Dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Parola del Signore
DISSE LORO: “PRENDETE, QUESTO È IL MIO CORPO”.
La festa del Corpo e Sangue di Gesù è quella del dono prezioso di comune unione con Lui, morto, risorto e comunicato a noi. Spesso nella storia passata si è talmente sottolineato il grande mistero dell’Eucarestia da renderlo inaccessibile, oggi si corre il rischio di banalizzarlo. Mentre c’è gente che “va a prendere Messa” sì e no una volta l’anno (magari perché c’è una sepoltura o un matrimonio) ci sono altri che mettono messe in ogni occasione, che hanno ridotto la messa a pia devozione, che vanno a far la Comunione anche due o tre volte al giorno. Da quel che ci risulta dai vangeli, Gesù “ha detto messa” una volta sola in vita sua, ma ci ha chiesto di far memoria di Lui sovente. Ha fatto però spesso gesti di eucarestia e comunione: ha spezzato il suo pane con chi aveva fame, ha lavato i piedi ai discepoli, ha dato abbondantemente la parola. Penso allora che oggi, se alcuni di noi devono chiedergli perdono per aver trascurato l’Eucaristia, in molti dobbiamo chiedergli perdono di aver celebrato troppe eucarestie senza aver compreso che riceverlo era imparare da Lui a fare gli stessi suoi gesti di comunione Concreta.
LUNEDI’ 7 GIUGNO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Giannelli, Sant’Alderico.
Una scheggia di preghiera:
VIVERE COME TE, GESU', CI DA' LA VERA GIOIA.
HANNO DETTO: È proprio della vera religione non costringere ma persuadere. (Atanasio)
SAGGEZZA POPOLARE: Una noce da sola, non suona nel sacco.
UN ANEDDOTO: Anni fa, una ragazza, prima di compiere il gesto drammatico di togliersi la vita, lasciò un messaggio scritto di saluto per i propri genitori. Diceva così: “Cari genitori, riconosco che mi avete voluto bene, ma non siete riusciti a farmi del bene. Mi avete dato, anche il superfluo, ma non mi avete dato l'essenziale: non mi avete aiutato a trovare uno scopo per cui valesse la pena spendere la vita”.
PAROLA DI DIO: 2Cor 1,1-7; Sal 33; Mt 5,1-12a
Vangelo Mt 5,1-12
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così, infatti, perseguitarono i profeti che furono prima di voi». Parola del Signore
“BEATI!”
Per nove volte, all'inizio del discorso della montagna (il "discorso programmatico" di Gesù, la Magna Charta del cristiano), risuona potentemente questa piccola parola: «Beati!». Ciò significa che il cuore del messaggio di Gesù - non a caso chiamato Vangelo, cioè lieto annuncio, è che tutti noi uomini, tutti noi cristiani, discepoli di Gesù, siamo "beati", felici. Certo, si tratta di una felicità differente da quella che si intende comunemente nel mondo. È una felicità che nasce dalla povertà, dalla mitezza, dalla ricerca della giustizia, addirittura dalla persecuzione. Una felicità impegnativa, difficile forse, ma come tutte le cose che costano, preziosa. Gesù non ci inganna. Ci indica una meta luminosa - la gioia - ma ci parla chiaramente anche della strada, stretta, impervia ma sicura, che occorre percorrere. Una gioia che non è solo per l'eternità, ma gustabile già da ora ogni volta che facciamo delle beatitudini il nostro stile di vita.
MARTEDI’ 8 GIUGNO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Amelia; Santa Calliope.
Una scheggia di preghiera:
GRAZIE, SIGNORE, PER TUTTI QUELLI CHE DANNO GUSTO ALLA PROPRIA E ALL'ALTRUI VITA.
HANNO DETTO: Il diavolo nel trascinarci alla rovina usa violenza; Dio invece nell’esercitarci alla salvezza ci conduce per mano. (Dionigi d'Alessandria)
SAGGEZZA POPOLARE: Sopporta e non biasimare quello che non puoi cambiare.
UN ANEDDOTO: Il re di Macedonia, Alessandro Magno, venne a sapere che tra i suoi soldati ve n'era uno che aveva il suo stesso nome ma che si comportava in modo indecente. Un giorno lo convocò è lo redarguì senza mezzi termini: “O cambi nome, o cambi vita”.
PAROLA DI DIO: 2Cor 1,18-22; Sal 118; Mt 5,13-16
Vangelo Mt 5,13-16
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli». Parola del Signore
“VOI SIETE IL SALE DELLA TERRA”.
Sono strane le proprietà del sale. Il sale da solo non è un alimento. Eppure, il nostro organismo ha bisogno di sali. Il nostro cibo per aver gusto ha bisogno di sale. Eppure, se ce n’è troppo diventa immangiabile e se troppo poco, insipido. Il sale conserva certi cibi e certe carni, ma poi per mangiarle devi lavarle bene. Gesù ci invita ad essere sale, gusto della terra. Ma se il cristiano non è “gustoso”, non ha gusto della sua fede, non la rende gustosa con le sue scelte, con amore per la vita, con la gioia prorompente, che razza di gusto trasmette?
Il cristiano è sale ma se il sale rimane chiuso nel cassetto, ben nascosto al fondo di un armadio, ben chiuso in gesti e riti che sono solo personali, in fede individuale, in spiritualismi di piccoli gruppi, come può dare testimonianza? Il sale serve solo quando, in dosi giuste perde la sua identità e si fonde con il resto degli alimenti. Il cristiano diventa sale quando “esce dall’armadio”, si fonda nella realtà quotidiana portandovi non sé stesso ma il gusto di Cristo.
MERCOLEDI’ 9 GIUGNO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Efrem.
Una scheggia di preghiera:
TU, O CRISTO, SEI IL COMPIMENTO DI OGNI COSA CREATA.
HANNO DETTO: Dio non fa nulla senza motivo e non permette che qualche cosa avvenga inutilmente. (Origene)
SAGGEZZA POPOLARE: Sono sempre gli stracci che vanno per aria.
UN ANEDDOTO: Domandarono alla moglie di Albert Einstein: “Lei capisce la teoria della relatività proposta da suo marito?”. Rispose: “No, non la capisco, però conosco Albert e so che di lui posso fidarmi”.
PAROLA DI DIO: 2Cor 3,4-11; Sal 98; Mt 5,17-19
Vangelo Mt 5,17-19
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi, dunque, trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli». Parola del Signore
“NON SONO VENUTO AD ABOLIRE MA A DARE PIENO COMPIMENTO”.
Ai tempi della Chiesa primitiva ci si poneva una domanda: per essere cristiani bisogna continuare ad osservare le prescrizioni della legge giudaica? Gesù non supera ogni forma di legalismo?
Oggi ci possono essere altre domande: per essere cristiani bisogna tener conto e osservare le tradizioni che si sono accumulate lungo il corso degli anni della vita della Chiesa?
Faccio degli esempi: per essere cristiano devo credere alla veridicità della Sindone?
Devo osservare i primi nove venerdì del mese per andare in Paradiso?
Se mangio carne nei venerdì di quaresima, faccio peccato?
Che cosa dice Gesù?
Lui è la pienezza della rivelazione, “al di fuori di Lui non c’è salvezza”. Gesù ci invita a adorare Dio in “Spirito e Verità”. Gesù, cioè, ci invita ad una religione non di esteriorità ma ad una religione come espressione di fede. La fede, poi, può essere aiutata dalle tradizioni, allora posso essere cristiano anche se non credo alla veridicità della Sindone, ma essa può aiutarmi a contemplare l’amore di Gesù per noi, posso pregare facendo o non facendo i primi venerdì del mese, l’importante è che preghi, posso onorare Dio con qualunque sacrificio, se è espressione della mia solidarietà ai fratelli.
GIOVEDI’ 10 GIUGNO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Asterio di Petra.
Una scheggia di preghiera:
GUIDAMI, SIGNORE, NELLA TUA VIA.
HANNO DETTO: Tutto ciò che è naturale all’uomo non bisogna toglierlo via, bisogna piuttosto imporgli la misura ed il momento convenienti. (San Clemente Alessandrino)
SAGGEZZA POPOLARE: Se sei onesto Dio farà il resto.
UN ANEDDOTO: Per Marcello Candia la fede non era un cristallo da custodire nella penombra di una chiesa, infatti diceva: “Non si può condividere il pane del cielo se non si condivide il pane della terra. E così, l'industriale milanese a 48 anni vende le sue industrie per andare in Amazzonia a spendere il ricavato e la sua vita tra i lebbrosi.
PAROLA DI DIO: 2Cor 3,15 – 4,1.3-6; Sal 84; Mt 5,20-26
Vangelo Mt 5,20-26
Dal vangelo secondo Matteo
«Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geenna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!». Parola del Signore
“SE LA VOSTRA GIUSTIZIA NON SUPERERA’ QUELLA DEGLI SCRIBI E DEI FARISEI, NON ENTRERETE NEL REGNO DI DIO”.
Penso che siamo tutti d’accordo nel dire che nel nostro mondo non c’è giustizia vera. Anche le leggi più giuste spesso non sono applicate in modo equanime, non tengono conto di persone o situazioni. Qualche volta ci fa perfino difficoltà la giustizia di Dio “che fa sorgere il suo sole sui buoni e sui cattivi”. E allora, ognuno di noi vorrebbe la giustizia come la pensa lui. Ma, quante giustizie ci sono?
La giustizia è una sola, solo Dio è il Giusto. Gli uomini guardando a Lui, da Lui dovrebbero imparare la giustizia. La legge che Dio ha dato a Mosè è un dono. Lo scopo di questa legge era mettere Dio al centro della vita del suo popolo e subordinare a Lui il comportamento interpersonale. Ma anche il dono più grande, se perde la sua anima, diventa banale o addirittura deleterio. Quando scribi e farisei di ieri e di oggi riducono il rapporto dell’uomo con Dio alla osservanza di alcune norme, fanno di Dio un padrone e dell’uomo il suo schiavo. Quando la Grazia e il peccato sono misurati solo dalle leggi, si riduce il rapporto tra l’uomo e Dio a quello del commerciante con il suo cliente. Gesù dicendoci che la nostra giustizia deve superare quella degli scribi e dei farisei, non vuole dire che le norme che essi ci insegnano non abbiano la loro validità, ma vuole aiutarci a ritrovarne il senso enorme: io non devo essere, buono per obbedire a Dio, devo invece riconoscere l’amore di Dio che mi spinge a realizzare e manifestare la santità del suo nome; io non mi accontento delle norme ma capisco e vivo l’amore.
VENERDI’ 11 GIUGNO: SACRATISSIMO CUORE DI GESU’
Tra i santi ricordati oggi: San Barnaba; Sant’Amabile.
Una scheggia di preghiera:
NELLE TU PIAGHE NASCONDIMI.
HANNO DETTO: È impossibile conoscere Dio senza l’aiuto di Dio. (Sant'Ireneo)
SAGGEZZA POPOLARE: Più pesci acchiapperà chi nello stagno non si butterà ma una rete comprerà.
UN ANEDDOTO: Sembra una battuta, ma vale la pena pensarci:
Il non credente dice: “Caro credente, come ci resterai se il paradiso non esiste?” La risposta del credente: “Caro non credente, come ci resterai se il paradiso esiste?”
PAROLA DI DIO: Os 11,1.3-4.8c-9; Cant. Is 12,2-6; Ef 3,8-12.14-19; Gv 19,31-37
Vangelo Gv 19,31-37
Dal vangelo secondo Giovanni
Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato - era infatti un giorno solenne quel sabato -, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all'uno e all'altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo, infatti, avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto». Parola del Signore
“UNO DEI SOLDATI CON UNA LANCIA GLI COLPÌ IL FIANCO, E SUBITO NE USCÌ SANGUE E ACQUA”.
Giovanni è l’Apostolo che aveva posato il suo capo sul petto di Gesù, durante l’ultima Cena. Egli vede dunque particolarmente chiaro in questo sangue ed acqua che esce dal cuore di Gesù trafitto sulla croce. Il sangue di Gesù, versato per amore procura la salvezza e il suo simbolismo eucaristico è evidente. L’acqua, invece, evoca il Battesimo nello Spirito, che trae dalla croce il suo potere salvifico. Gesù con il suo cuore aperto ad accoglierci ci rivela la fonte da cui scaturiscono le imprevedibili delicatezze di Dio. Ecco come un autore Aubergeon esprime i suoi sentimenti davanti al cuore di Gesù.
“Mi hai conquistato con la tua dolcezza e con il tuo splendore.
Mi hai conquistato con la tua sofferenza, con la tua angoscia e con la tua speranza.
Mi hai raccolto come un passero nel cavo della mano.
Mi hai preso: è stato il tuo cuore trafitto dalla lancia e il tuo sangue versato su di me.”
SABATO 12 GIUGNO: CUORE IMMACOLATO DI MARIA
Tra i santi ricordati oggi: Santa Paola Frassineti; Sant’Onofrio.
Una scheggia di preghiera:
TU, SIGNORE CONOSCI I MIEI PENSIERI ANCOR PRIMA CHE GIUNGANO ALLA MENTE.
HANNO DETTO: La mitezza distrugge il demonio. (Sant'Ignazio d'Antiochia)
SAGGEZZA POPOLARE: Nessuno è sfortunato come l'agnello: o è cornuto, o è castrato o è scannato.
UN ANEDDOTO: Una sera il geniale teologo tedesco Dietrich Bonhoffer (impiccato nel lager nazista di Flossenburg) incontrò un giovane sacerdote francese. Il discorso cadde su che cosa avrebbero voluto fare nella loro vita. Il giovane prete disse: “Vorrò fare qualcosa di veramente nobile e degno!”. Bonhoeffer gli rispose a bassa voce: “Io vorrei solo imparare a credere”.
PAROLA DI DIO: Is 61,9-11; Cant. 1Sam 2,1.4-8; Lc 2,41-51
Vangelo Lc 2,41-51
Dal vangelo secondo Luca
I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua.
Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa.
Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo
Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che
egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a
cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca
di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li
ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore
per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai
fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose
loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del
Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese, dunque, con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre
custodiva tutte queste cose nel suo cuore. Parola del Signore
“SUA MADRE CUSTODIVA TUTTE QUESTE COSE NEL SUO CUORE”
Al contrario di certe esasperazioni pseudo religiose sulla figura di Maria, il Vangelo ce la presenta in tutta la sua umanità, preoccupata di questo Figlio che, senza dir niente, si è allontanato. Ogni madre può capire che cosa voglia dire l’angoscia di cercare un figlio per tre giorni e lo stupore di scoprire un aspetto sconosciuto del proprio figlio. Anche noi, quando i figli ci sorprendono e ci rattristano, domandiamo: “perché?” e ci sentiamo in colpa anche senza volerlo dire. E soprattutto stentiamo a capire i figli quando cominciano a staccarsi da noi e a cercare la loro strada; e come ci conforta sentire Maria e Giuseppe uguali a noi!
L’insegnamento, la novità, è in questo “serbare nel cuore”: far tesoro delle esperienze dei figli, non considerarle ragazzate; rifletterci sopra, perché anche i bambini hanno qualcosa da insegnarci; attribuire loro importanza, anche quando ci sembrano sciocchezze, perché per loro non lo sono mai; dedicare tempo ai loro problemi. Ma per far questo ci vuole un “cuore immacolato”, cioè libero da preoccupazioni per falsi problemi: se siamo assillati dal lavoro, dal guadagno, dalla carriera, dal desiderio di “dare tutto ai figli” in termini di “cose” e non di attenzione, tempo, pazienza, continueremo a non capire e non ci sarà un vero posto per loro nel nostro cuore.
DOMENICA 13 GIUGNO: 11^ DOMENICA T.O. ANNO B
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio da Padova; Sant’Aventino.
Una scheggia di preghiera:
TUO È IL REGNO, TUA LA POTENZA E LA GLORIA NEI SECOLI.
HANNO DETTO: Accontentati di camminare a piccoli passi finché non avrai gambe per correre e ali per volare. (San Pio da Pietrelcina)
SAGGEZZA POPOLARE: Quel che s'impara con fatica, non si dimentica facilmente.
UN ANEDDOTO: “Io dall'uovo non mi muovo, se non so che cosa trovo fuor dell'uscio del mio guscio!”
Un pulcino così pensò e nel guscio si tappò tanto ben che soffocò (Gianni Rodari)
PAROLA DI DIO: Ez 17,22-24; Sal 91; 2Cor 5,6-10; Mc 4,26-34
Vangelo Mc 4,26-34
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga, e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa. Parola del Signore
“COME UN UOMO CHE GETTA IL SEME SUL TERRENO; DORMA O VEGLI, DI NOTTE O DI GIORNO, IL SEME GERMOGLIA E CRESCE”
Quando sento qualcuno lamentarsi perché la Chiesa va male, perché c'è sempre meno gente nelle nostre chiese, quando io stesso mi lamento con il Signore perché certe istituzioni sembrano essere agli sgoccioli, perché non ci sono più vocazioni, se da una parte giustifico queste “lamentazioni” perché dettate da desiderio che la fede si espanda, che Gesù sia maggiormente conosciuto, d'altra parte sorrido perché “il padrone della ditta è Lui e non io” e se Dio è il “Signore degli eserciti” e se Gesù ha versato il suo sangue per noi mentre eravamo peccatori, e se Lui continua ad amarci nonostante tutto, allora, davvero, non possiamo essere negativi. Se poi guardo la storia della Chiesa: come fa ad essere in piedi una istituzione che tanto ha sbagliato nel corso dei secoli? Se guardo a me stesso: come fa Dio a fidarsi ancora di me che l'ho tradito tante volte. E poi, con il mio agitarmi, con il credermi indispensabile per la crescita della fede, sono poi proprio sicuro che i mei metodi concorrano alla crescita della comunità. Che bello sapere che dopo aver seminato è Dio che fa crescere e a modo suo e non mio, e certamente Lui è più furbo di me!
LUNEDI’ 14 GIUGNO
Tra i santi ricordati oggi: Santi Martiri Anastasio, Felice e Digna.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, CONVERTIMI A TE.
HANNO DETTO: La fede è una luce che brilla nella nebbia, ma senza dissolverla. (Helvetius)
SAGGEZZA POPOLARE: Fa che la tua collera tramonti col sole e non sorga con esso.
UN ANEDDOTO: Il padre della Chiesa, Gregorio di Nissa (335-395) così scriveva ad un amico: “Se mi ami, scrivimi! E se non sai cosa dirmi, scrivi lo stesso, anche solo per dirmi che non hai niente da dirmi, ma scrivimi!”.
PAROLA DI DIO: 2Cor 6,1-10; Sal 97; Mt 5,38-42
Vangelo Mt 5,38-42
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Dà a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle». Parola del Signore
“AVETE INTESO CHE FU DETTO: “OCCHIO PER OCCHIO” E “DENTE PER DENTE”. MA IO VI DICO DI NON OPPORVI AL MALVAGIO; ANZI, SE UNO TI DÀ UNO SCHIAFFO SULLA GUANCIA DESTRA, TU PORGIGLI ANCHE L’ALTRA.”
Sì, facciamoci pure spiegare dagli esegeti — che è il loro mestiere — il significato e la portata della legge del taglione, la normativa sui pegni, la prassi della precettazione o requisizione da parte degli occupanti romani in Palestina, il concetto di prossimo e di nemico nell’Antico Testamento, l’insulto rappresentato dal manrovescio. Ma poi, mettiamoci a faccia e cuore scoperti, senza difese, dinanzi a queste frasi del Vangelo. Devo rendermi conto che è compito mio sgombrare il cuore dalla collera, dall’odio, dal risentimento, dal livore, dalla grettezza, dall’istinto polemico. Sono io che devo rinfoderare gli artigli, deporre la mentalità forcaiola. Sono io che devo perdonare, donare senza calcoli, amare i nemici, pregare per i persecutori, desiderare per i malvagi tutto il bene possibile, salutare coloro che mi mostrano un volto feroce o girano la faccia dall’altra parte, incontrare quelli che vorrei scansare, beneficare chi non se lo merita o mi ha procurato parecchi guai, voler bene a quelli che non amano nessuno e che nessuno ama. Insomma, dopo la spiegazione, tutto resta da... fare.
MARTEDI’ 15 GIUGNO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Germana Cousin.
Una scheggia di preghiera:
CAMBIA, SIGNORE, IL CUORE DI PIETRA IN UN CUORE CAPACE D'AMARE.
HANNO DETTO: L’oliva e l’uva danno il loro succo solo dopo essere passate nel frantoio. (Beata Anna di San Bartolomeo)
SAGGEZZA POPOLARE: Nel paese delle promesse si muore di fame.
UN ANEDDOTO: Una volta un gruppo di suore, tutte superiore generali nei loro ordini andò a far visita a Papa Leone XIII. Nell' incontro tutte si diffondevano nel descrivere le pene del loro ufficio, diventato, ormai, una vera e propria corona di spine. Il Papa ascoltò comprensivo ma poi replicò: “Ma a me risulta che per tante, codesta corona di spine fa male soprattutto quando vien tolta!”.
PAROLA DI DIO: 2Cor 8,1-9; Sal 145; Mt 5,43-48
Vangelo Mt 5,43-48
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». Parola del Signore
“AMATE I VOSTRI NEMICI E PREGATE PER QUELLI CHE VI PERSEGUITANO, AFFINCHÉ SIATE FIGLI DEL PADRE VOSTRO CHE È NEI CIELI”
Siamo davanti alla pagina più esaltante e più difficile di tutto il Vangelo, il culmine dell’insegnamento di Gesù, ma anche la regola più “inumana”. Sembra impossibile poter amare un nemico sul serio! E anche certi modi di amare i nemici proclamati da certi cristiani suonano “ipocrisie”: ti amo perché l’ha comandato il Signore, perché non posso farne a meno, ma se dipendesse da me...; oppure: ti amo, ti perdono, ma stammi alla larga perché non so fino a quando tengo. “Signore, se sono onesto fino in fondo ti devo dire che non ne sono capace e che spesso ‘fingo di amare i nemici’; ma poi guardo a te, alla tua croce e al perdono sincero e amorevole che di là hai dato a chi ti crocifiggeva e allora. Portaci tu a questo amore che va al di là delle nostre forze e saremo veramente tuoi figli”.
MERCOLEDI’ 16 GIUGNO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Aureliano, vescovo.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, NONOSTANTE TUTTO CONTINUA A VOLERMI BENE.
HANNO DETTO: In pace i figli seppelliscono i loro padri, ma in guerra i padri seppelliscono i loro figli. (Bacone)
SAGGEZZA POPOLARE: Prima di rompere l'uovo, bisogna aver pronto il pane e il sale.
UN ANEDDOTO: Raccontano che il figlio dell'imperatore Marco Aurelio, Comodo, quando era ancora giovanotto, un giorno piangeva per la morte di uno schiavo cui era stato particolarmente affezionato. I cortigiani cercavano di consolare il principe, ma Marco Aurelio disse: “Lasciate che mio figlio sia un uomo, prima di essere imperatore”.
PAROLA DI DIO: 2Cor 9,6-11; Sal 111; Mt 6,1-6.16-18
Vangelo Mt 6,1-6.16-18
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto, e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profumati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà». Parola del Signore
“IL PADRE TUO VEDE NEL SEGRETO”
Qualche volta, nelle mie fantasie, faccio un sogno, che in qualche caso sembra diventare un incubo: quello di poter andare oltre alle apparenze e di poter leggere davvero fino in fondo ciò che c e nel cuore. Mi immagino allora di vedere l’ipocrisia del “pio dabbene” che mentre prega sta giudicando il suo vicino di banco e la preghiera del barbone che si fa un segno di croce malfatto mentre entra in uno scatolone nell’angolo di un parco per ripararsi per la notte; il vuoto assoluto dietro il discorso del politico raffinato che sa modellare il suo viso a atteggiamenti di simpatia davanti alla telecamera e il gesto nascosto e sincero della mamma che senza dir niente sceglie la mela bacata per lasciare le altre ai figli. Ma poi ecco l’incubo: guardo a me stesso e vedo la mia ipocrisia, le mie maschere, il vuoto dietro le parole, gli atti di carità fatti per timidezza o per voler salvare il ruolo o la facciata...
Eppure, Dio ci vede come siamo!
GIOVEDI’ 17 GIUGNO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Avito; Santa Valeriana. S. Raniero
Una scheggia di preghiera:
O SIGNORE, NOSTRO DIO, QUANTO È GRANDE IL TUO NOME SU TUTTA LA TERRA.
HANNO DETTO: L’anima è come una quercia: quanto più profondamente è radicata, tanto più gloriosamente spazia. (Beata Angela da Foligno)
SAGGEZZA POPOLARE: Cosa di rado veduta, più cara è tenuta.
UN ANEDDOTO: Santa Maria Mazzarello, per viaggio, vedendo in lontananza qualche chiesa diceva a chi l’accompagnava: "Là vi è il nostro Amore" oppure: “Con lo sguardo e con lo spirito cerchiamo di vedere il Tabernacolo, e salutiamo Gesù che sta là rinchiuso per nostro amore”.
PAROLA DI DIO: 2Cor 11,1-11; Sal 110; Mt 6,7-15
Vangelo Mt 6,7-15
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi, infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi, ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe». Parola del Signore
“SIA SANTIFICATO IL TUO NOME”.
Il prefazio di una Messa ci ricorda che “I nostri inni di lode non accrescono la grandezza di Dio”. Perché, allora, pregare perché sia santificato il nome di Dio, se Lui è già il Santo?
Certo, noi non aggiungiamo o togliamo niente alla grandezza di Dio con le nostre preghiere o con le nostre azioni, ma ogni volta che lodiamo Dio con la vita o con le parole, noi ci facciamo presente la sua santità, grandezza, bellezza, Provvidenza; apriamo il nostro cuore a Lui, così com’è; permettiamo alla sua grazia di scendere in noi, di informare la nostra vita; diamo a noi stessi la possibilità di entrare in comunione con gli Angeli, i Santi, il Creato intero nel riconoscere l’amore e la grandezza di Dio. La preghiera di lode non è solo bella perché nasce dalla riconoscenza, ma perché mette nella disposizione giusta: quella di povere creature che, guardando al sole di Dio, si lasciano da Lui scaldare.
VENERDI’ 18 GIUGNO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Marina; Sant’ Amando da Bordeaux, S. Calogero.
Una scheggia di preghiera:
TUTTO QUELLO CHE HO L'HO RICEVUTO GRATUITAMENTE.
HANNO DETTO: Non credo che alzare la voce aumenti il grado di verità di un'idea. (Andreotti Giulio)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi vuol riposare, si faccia prima un buon letto.
UN ANEDDOTO: Un poveraccio ha nei piedi una scarpa sola. "Amico, hai perso una scarpa?". "No, ne ho trovata una". (Anthony De Mello)
PAROLA DI DIO: 2Cor 11, 18.21b-30; Sal 33; Mt 6,19-23
Vangelo Mt 6,19-23
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso, ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!». Parola del Signore
“DOV’È IL TUO TESORO LÀ SARÀ ANCHE IL TUO CUORE”.
Cos’è che oggi non si compra con il denaro?
Si comprano i corpi e le coscienze, l’onore e la fama, la giustizia, l’onestà e l’amore; si pretende per quattro soldi anche la pace. Tutto ha un prezzo, tutto è merce da gettare sul mercato, l’universo è una merce con sopra il cartellino. In questo triste mondo del consumo e del baratto, è da stupidi lasciare invenduta la benché minima cosa. Signore, la nostra vita ha preso una piega pericolosa; ci avviamo verso una civiltà demente il cui tempio è il supermercato, il cui unico valore è il denaro e quello che ci si può comprare. Signore, dacci la forza di rifiutare questa squallida semplificazione. Facci capire che l’uomo non ha che un prezzo: l’amore.
SABATO 19 GIUGNO
Tra i santi ricordati oggi: San Romualdo; Santa Giuliana Falconieri.
Una scheggia di preghiera:
LIBERACI, SIGNORE, DA TANTE INUTILI PREOCCUPAZIONI.
HANNO DETTO: Chi ha per fiaccola la Parola di Dio, dovunque andrà, vedrà sempre chiaro. (Sant'Ambrogio da Milano)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi troppo pensa perde la memoria, e chi non pensa perde la vittoria.
UN ANEDDOTO: Niente è più pericoloso della presunzione dell'ignorante. Ce lo fa vedere al vivo Manzoni parlando di donna Prassede la quale voleva “secondare i voleri del cielo, ma faceva spesso uno sbaglio grosso, che era di prendere per cielo il suo cervello”.
PAROLA DI DIO: 2Cor 12,1-10; Sal 33; Mt 6,24-34
Vangelo Mt 6,24-34
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure, il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure, io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di sé stesso. A ciascun giorno basta la sua pena». Parola del Signore
"NON PREOCCUPATEVI DICENDO: CHE COSA MANGEREMO? CHE COSA BERREMO? CHE COSA INDOSSEREMO?".
Perché divento così nervoso quando perdo l'autobus o il tram, quando la macchina non è disponibile e per una volta sono costretto ad andare a piedi? Eppure, so che in Oriente certi uomini camminano tutto il giorno tra le stanghe della carrozza di un ricco per una manciata di riso! Perché lamentarmi di una leggera indisposizione e preoccuparmi per una piccola ruga o una macchia di rossore?! Eppure, so che migliaia di persone portano in sé un male incurabile, che migliaia di uomini sono torturati per le loro idee, per il colore della pelle, o per niente. Non penso dunque proprio mai agli altri, a quelli che non hanno gambe o che rimangono sempre sdraiati: diventerebbero pazzi di gioia se potessero attendere il turno davanti allo sportello, camminare sotto la pioggia o aspettare; e quando il mio pranzo non è servito puntualmente, dimentico che milioni di esseri non si siedono mai ad una tavola per mangiare. Siamo proprio uomini ridicoli, stolti e insensati; avveleniamo la nostra vita e quella degli altri con una serie di meschinità, mentre abbiamo tutto il necessario per essere contenti!
Abbiamo la febbre, una febbre che si chiama: egoismo morboso!
DOMENICA 20 GIUGNO: 12^ DOMENICA T.O. ANNO B
Tra i santi ricordati oggi: San Teodulo; San Silverio, S. Gobano
Una scheggia di preghiera:
IN TE, SIGNORE, RIPOSA L'ANIMA MIA.
HANNO DETTO: Se il Regno di Dio appartiene ai poveri, chi è più ricco di loro? (Sant'Ambrogio da Milano)
SAGGEZZA POPOLARE: Quando il re è ammalato, il popolo non è in salute.
UN ANEDDOTO: Papa Giovanni XXIII aveva un'idea profonda di quanto fosse poca la sua persona, diceva: “Lo Spirito Santo ha scelto me. Si vede che vuol lavorare da solo, talora mi sembra di essere un sacco vuoto che lo Spirito Santo riempie improvvisamente di forza”
PAROLA DI DIO: Gb 38,1.8-11; Sal 106; 2Cor 5,14-17; Mc 4,35-41
Vangelo Mc 4,35-41
Dal Vangelo secondo Marco
In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?». Parola del Signore
"CI FU UNA GRANDE TEMPESTA. EGLI SE NE STAVA A POPPA, SUL CUSCINO, E DORMIVA”
Quante volte nella storia della Chiesa e nostra personale sembra che Gesù dorma: si parla sovente del "silenzio di Dio", sembra quasi che a Lui non importi di come stiano andando le cose: la Chiesa va male, il mondo va male... noi stiamo male e Gesù dorme!
Ma è Lui che dorme o è la nostra fede che dorme?
Infatti, quando la paura e una briciola di fede fanno svegliare Gesù, la tempesta è calmata. Il sonno di Gesù, oltre che il giusto riposo dopo una giornata di predicazione e miracoli, mi sembra diventi anche segno della confidenza e fiducia in Dio che ciascuno di noi dovrebbe avere. Il Salmo 131 ci fa pregare così: "Sono tranquillo e sereno, come un bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l'anima mia”. Se veramente avessimo fiducia in Dio che si prende cura del seme gettato sulla terra: quanta agitazione in meno! Ci potremmo riposare sereni anche in mezzo alle tempeste perché noi assopiremmo i nostri egoistici, vani e ridicoli tentativi di voler condurre la fede e la vita e "Colui che dorme" provvederebbe a farci giungere al porto.
LUNEDI’ 21 GIUGNO
Tra i santi ricordati oggi: San Luigi Gonzaga; Sant’Eusebio di Samosata.
Una scheggia di preghiera:
NEL TUO GIUDIZIO, ABBI MISERICORDIA DI NOI, SIGNORE.
HANNO DETTO: Perché rimetti a domani quel che puoi fare oggi? Il tempo trascorso non è più tuo, l'avvenire non sta a tua disposizione. Hai solo il presente per fare il bene. (Sant'Alfonso de Liguori)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi si scusa senza essere accusato fa palese il suo peccato.
UN ANEDDOTO: “La lumachella della Vanagloria, ch'era strisciata sopra un obelisco, guardò la bava e disse: Già capisco che lascerò un’impronta né la storia” (Trilussa)
PAROLA DI DIO: Gen 12,1-9; Sal 32; Mt 7,1-5
Vangelo Mt 7,1-5
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello». Parola del Signore
“NON GIUDICATE, PER NON ESSERE GIUDICATI”
Quando Gesù ci invita a non giudicare non vuol dire che noi non dobbiamo vedere la realtà, che non dobbiamo avere un criterio su cosa sia bene e male, tutt’altro, anzi se non conosco il male è molto facile che ne diventi preda, se non aspiro al bene rischio di vivere la mediocrità e di non avere stimoli per me e per il mio prossimo. Gesù ci dice di non confondere il bene e il male con le persone incasellandole in esse, cioè io posso dire che un certo atteggiamento, un comportamento è bene o male, ma devo esimermi dal giudicare la persona che lo compie. Perché? Non sarà anche questa una forma di ipocrisia? Prima di tutto perché io conosco molto poco delle ragioni di scelta delle persone che mi stanno davanti. Provate ad esempio a pensare a certi comportamenti di ragazzi che sembrano essere sbruffoni, contro ogni norma: so io se sono guidati da malvagità, da superficialità, da debolezza, da imitazione di altri, da rabbie nascoste, da desiderio di diventare il centro di un’attenzione loro negata, da una forma inconscia di gridare: “Ho bisogno di amore?”
Certo, il male è male per cui devo difendermene e se possibile devo educare al bene, ma di qui al giudicare la persona ne passa ancora. Un secondo motivo per cui non posso giudicare è perché ogni giudizio definitivo che noi diamo qui sulla terra è usurpare il nome di Dio che è l’unico che davvero può giudicare sulla terra, perché Lui solo è Signore di ciascuno di noi, perché Lui solo è Verità e Giustizia, perché Lui solo ci conosce fin nella profondità del cuore. Gesù poi porta ancora un'altra motivazione: chi giudica, chi pone nella categoria del bene o del male un’altra persona solo in base ai suoi ragionamenti, alla sua piccola verità dice a Dio: “Io giudico per quello che vedo, le altre motivazioni non mi interessano”. Piacerebbe a noi essere giudicati in questo modo?
MARTEDI’ 22 GIUGNO
Tra i santi ricordati oggi: San Paolino da Nola; Santi Giovanni Fisher e Tommaso More.
Una scheggia di preghiera:
RAFFORZA, SIGNORE, LA NOSTRA VOLONTA'.
HANNO DETTO: Se il tuo nemico, dopo che l'hai salutato e beneficato, non vuol riconciliarsi con te, non ti resta altro da fare che pregare per lui, affinché il Signore si degni di toccargli il cuore e convertirlo con la sua grazia. (Sant'Alberto Magno)
SAGGEZZA POPOLARE: I calli ornano le mani più degli anelli. (proverbio Estone)
UN ANEDDOTO: Il papa Urbano II (1040-1099) venuto a conoscenza di come un monsignore di nome Baudoin avesse cambiato carattere nel giro di pochi anni, quando da semplice frate era salito ai gradi di arcivescovo di Canterbury, gli mandò una lettera con il seguente indirizzo: “A Baudoin monaco ferventissimo, abate caldo, vescovo tiepido, arcivescovo freddissimo”.
PAROLA DI DIO: Gen 13,2.5-18; Sal 14; Mt 7,6.12-14
Vangelo Mt 7, 6.12-14
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa, infatti è la Legge e i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!». Parola del Signore
“QUANTO STRETTA È LA PORTA E ANGUSTA LA VIA CHE CONDUCE ALLA VITA, E QUANTO POCHI SONO QUELLI CHE LA TROVANO”
Mi ritrovo spesso a fare un esame di coscienza sul senso della vita e su me stesso. Mi accorgo che un mucchio di cose su cui si è puntato in gioventù non erano poi la chiave della vita, ad esempio la giovinezza con i suoi entusiasmi meravigliosi è passata ed hai un bel cercare trucchi o fingere di essere sempre un giovanotto, rischi solo di essere un bambinone; la carriera per la quale magari hai sacrificato tante altre cose ti ha dato qualche soddisfazione, ma arrivato ad un certo punto devi lasciare il lavoro e, o tutto passa o diventa solo sterile ricordo per annoiare altre persone subissandole di “ai miei tempi”, “noi che ci siamo fatti dalla gavetta”. Il denaro, sì, ti ha dato una certa tranquillità ma quante preoccupazioni e poi, quante cose, grazie al cielo, non si comprano con il denaro; la cultura, si, magari sei un sapientone, ma più sai qualcosa, più ti accorgi di non sapere niente. E mentre faccio questi ragionamenti che tendono al nero, magari ti incontro un vecchietto sereno, una nonna sorridente, una suora di oltre 70 anni che lavora con gioia in ospedale e mi accorgo che la via stretta che forse fa tanta paura per il sacrificio che comporta è l’unica che dà senso alla vita.
MERCOLEDI’ 23 GIUGNO
Tra i santi ricordati oggi: San Giuseppe Cafasso; San Lanfranco.
Una scheggia di preghiera:
LIBERACI, SIGNORE DA CHI CI VUOLE ALLONTANARE DA TE.
HANNO DETTO: L'umiltà è l'occhio dell'anima, che rivela all'uomo la sua condizione e lo stato in cui realmente si trova. (Sant'Alberto Magno)
SAGGEZZA POPOLARE: Ognuno sa ballare quando la fortuna suona.
UN ANEDDOTO: Un pensiero educativo di Baden Powel, fondatore dello scautismo: Fino a qualche tempo fa ho creduto nel detto: “Un bastone e un sorriso possono superare qualsiasi difficoltà”, ma poi la mia ulteriore esperienza mi ha rivelato che, in genere, di può lasciare a casa il bastone.
PAROLA DI DIO: Gen 15,1-12.17-18; Sal 104; Mt 7,15-20
Vangelo Mt 7,15-20
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete». Parola del Signore
"GUARDATEVI DAI FALSI PROFETI CHE VENGONO A VOI IN VESTE DI PECORE MA DENTRO SONO LUPI RAPACI. DAI LORO FRUTTI LI RICONOSCERETE."
Ci sono diversi tipi di persone che si presentano come profeti all'interno delle comunità cristiane. Provo ad enumerarne qualche categoria. Il gruppo di coloro che sanno: hanno letto due righe di Bibbia, sono andati a sentire la conferenza del teologo che va per la maggiore, hanno fatto un po' di turismo religioso in qualche convento (magari alla riscoperta dei sapori genuini della cucina povera) e adesso si permettono di sproloquiare di tutto, di "dirigere anime", di guardare con autosufficienza gli altri. Un'altra categoria è quella degli ipocriti: a loro non interessa poi molto il religioso, a loro interessa emergere, essere sempre sulla cresta dell'onda, essere i rispettati, i primi della comunità, e se, per far questo, occorre cambiare bandiera a seconda di dove tira il vento, lo fanno trovando giustificazioni a tutto. Un'altra categoria è quella di coloro che sfruttano il religioso per far soldi o affari. Molte persone, pur di essere buone, sono disposte a lasciarsi spremere: basta dir loro la parolina giusta al momento giusto, basta saper fare piangere con parole suadenti. Un'altra categoria ancor più terribile è quella che Charles Peguy definisce così: "Poiché non hanno la forza di essere della natura, credono di essere della grazia. Poiché non hanno il coraggio del temporale, credono di essere entrati nella penetrazione dell'eterno. Poiché non hanno il coraggio di essere del mondo, credono di essere di Dio. Poiché non hanno il coraggio di scegliere uno dei partiti dell'uomo, credono di essere del partito di Dio, poiché non amano nessuno, credono di amare Dio". Come riconoscerli?
Dai frutti; ed anche qui faccio degli esempi: coloro che sanno tutto voglio vederli vivere quanto chiedono agli altri, all'interno della propria famiglia; gli ipocriti voglio misurarli sul valore che danno ad una amicizia quando questa non accresce il loro onore, anzi, magari lo mette in crisi davanti agli altri; coloro che spillano soldi voglio vedere, anche a distanza, se li usano davvero per i poveri o non per se stessi e per le strutture e quelli che si dicono di Dio, prima mi dimostrino di essere uomini veri.
GIOVEDI’ 24 GIUGNO: NATIVITA’ DI SAN GIOVANNI BATTISTA
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, TU CONOSCI IL MIO NOME DA SEMPRE.
HANNO DETTO: La stima è necessaria all’uomo per la vita sociale quanto il sangue per la vita naturale. Quale grande male commette chi ferisce nel più delicato del cuore una persona levandogli la stima. (Federico Albert)
SAGGEZZA POPOLARE: Sotto il grande sasso, dorme il grande pesce.
UN ANEDDOTO: Il pensatore e poeta indiano Sri Aurobindo diceva: “Pensi che l'asceta nella caverna o sulla cima della montagna sia una pietra o un fannullone? Che ne sai? Forse riempie il mondo con le pressanti correnti della sua volontà e lo trasforma con il potere della sua anima”.
PAROLA DI DIO: Is 49,1-6; Sal 138; At 13,22-26; Lc 1,57-66.80
Vangelo Lc 1,57-66.80
Dal vangelo secondo Luca
Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele. Parola del Signore
“GIOVANNI È IL SUO NOME”
Oggi è la solennità della Natività di Giovanni Battista. Per pochissimi santi la Chiesa celebra il Natale: celebra quello di Gesù, di Maria, Sua Madre e di Giovanni Battista: un modo di dire grazie a Dio per il dono che fa alla nostra famiglia umana con loro. E la festa di Giovanni ci dà occasione per riflettere su chi siano stati e siano oggi i profeti. Alle volte si pensa che siano persone che predicono il futuro... macché, quelli sono gli indovini! No, i profeti sono amici di Dio che, animati nel profondo dallo Spirito Santo, indicano al popolo l'interpretazione di eventi, ammoniscono, scuotono, a volte anche con metodi piuttosto inusuali e rudi. Straordinaria la presenza dei profeti nella Scrittura, uomini diversi sedotti da Dio che fanno diventare la loro vita una catechesi vivente, un monito continuo al popolo, a volte al costo della propria vita. Persone che rischiarano le tenebre e che invitano alla speranza. E, tra questi, spicca come un gigante Giovanni Battista. Giovanni crudo asceta del deserto, Giovanni tagliente predicatore, Giovanni disposto a morire per mantenere fede alla sua missione di verità. Giovanni che prepara e dispone il popolo all'accoglienza del Messia ma che, teneramente, resta anche lui spiazzato dall'originalità di questo Messia. D'altronde: come biasimare Giovanni?! Il più grande dei profeti ma anche il più sfortunato: invita a conversione, grida e minaccia, indica un Messia vendicativo con l'ascia pronta a tagliare l'albero che non produce frutto e poi arriva Gesù che invece di abbattere accarezza e pota l'albero per fargli portare più frutto! Impressiona il fatto che addirittura Giovanni sia spiazzato dall'inaudita tenerezza di Dio: anche lui deve arrendersi alla contro-logica del Dio d'Israele.
Alcune considerazioni, allora. I profeti esistono ancora, sono presenti in mezzo a noi. Uomini e donne che vivono il Vangelo con tale coinvolgente semplicità e convinzione da diventare un segno di conversione per noi tutti. Ciascuno di noi è chiamato a diventare profeta, a diventare segno là dove vive, ad essere almeno un po' trasparenza di Dio. Mi viene in mente il sospiro di Mosè che, commentando il fatto che alcuni profetizzavano senza suo permesso, sognava: "fossero tutti profeti i figli di Israele!"
VENERDI’ 25 GIUGNO
Tra i santi ricordati oggi: San Massimo di Torino; San Guglielmo da Vercelli.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, SE VUOI, PUOI PURIFICARMI.
HANNO DETTO: La santità è la testardaggine nel compiere la volontà di Dio sempre, nonostante qualsiasi difficoltà. (don Alberione)
SAGGEZZA POPOLARE: Disse lo scarafaggio: può piovere inchiostro, ma più nero di quel che sono non diventerei. (Proverbio napoletano)
UN ANEDDOTO: Sulla tomba del signor Massimo Avaracci sta scritto: “Sempre addizionò, sempre moltiplicò mai sottrasse. I parenti, molto contenti, divisero”.
PAROLA DI DIO: Gen 17,1.9-10.15-22; Sal 127; Mt 8,1-4
Vangelo Mt 8,1-4
Dal vangelo secondo Matteo
Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguì. Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua lebbra fu guarita. Poi Gesù gli disse: «Guardati bene dal dirlo a qualcuno; va’ invece a mostrarti al sacerdote e presenta l’offerta prescritta da Mosè come testimonianza per loro». Parola del Signore
“SIGNORE, SE VUOI, PUOI PURIFICARMI”.
Di questa preghiera che il lebbroso fa a Gesù, mi sembra che la parte più importante sia quel “Se vuoi”.
“Se vuoi” significa riconoscere in Colui al quale si fa la richiesta, la possibilità di esaudirla. Cioè: “lo so che a te tutto è possibile. Tu sei Dio. Tu hai dato origine e corso a tutto. Tu puoi modificare anche le leggi della natura perché sei tu che le hai istituite. “Se vuoi” significa anche: “lo ti chiedo perché a me sembra la cosa migliore, ma mi fido di te che sei Padre, che non puoi dare cose cattive ai tuoi figli; mi fido di te che vedi più lontano delle mie piccole e immediate prospettive; mi abbandono fiducioso alla tua volontà che è meglio della mia”. Quel “se vuoi” è un atto di fede, è espressione fiduciosa di richiesta, e abbandono sereno alla volontà di Colui che vuole il nostro vero bene.
SABATO 26 GIUGNO
Tra i santi ricordati oggi: San Rodolfo; Sant’Antelmo.
Una scheggia di preghiera:
IO NON SONO DEGNO DI CIO' CHE FAI PER ME, TU CHE AMI TANTO UNO COME ME
HANNO DETTO: La speranza ci consola in vita tra le tribolazioni e le croci, impedendo lo scoraggiamento e portando al filiale abbandono nel padre che ci aspetta. (don Alberione)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi ha poca memoria deve avere i piedi buoni. (Proverbio napoletano)
UN ANEDDOTO: Giuseppe Verdi compendiò le regole per i futuri allievi dei conservatori con le note parole: “Tornate all'antico e farete il nuovo”.
PAROLA DI DIO: Gen 18,1-15; Cant. Lc 1,46-55; Mt 8,5-17
Vangelo Mt 8,5-17
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, entrato Gesù in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito. Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva. Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: “Egli ha preso le nostre infermità e si è caricato delle malattie”. Parola del Signore
“SIGNORE, IO NON SONO DEGNO CHE TU ENTRI SOTTO IL MIO TETTO, DÌ SOLTANTO UNA PAROLA E IL MIO SERVO SARÀ GUARITO”.
Non soltanto perché la liturgia ci fa ripetere queste parole del Centurione prima di ogni Comunione Eucaristica, sentiamo spesso nella nostra vita la verità di queste parole. Sono degno, ho dei meriti particolari perché Gesù venga in me, in casa mia? Ma, nonostante, ciò ho estremamente bisogno di Lui, della sua grazia, della sua salvezza e Gesù ha solo bisogno di questo atto di fede, di umiltà vera per poter operare. Lui non è venuto per i sani ma per i malati, non è venuto per coloro che si ritengono giusti ma per i peccatori. Per Lui c’è più gioia in cielo per un peccatore che si converte che per cento giusti che perseverano. Insomma, il nostro Dio è malato del desiderio di venire in casa nostra e salvarci.
DOMENICA 27 GIUGNO: 13^ DOMENICA T.O. ANNO B
Tra i santi ricordati oggi: Cirillo di Alessandria; San Maggiorino di Acqui; Santa Emma.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, AUMENTA LA NOSTRA FEDE.
HANNO DETTO: La vita religiosa, in primo luogo, è per la santificazione. Ma facciamo dei santi allegri! (don Alberione)
SAGGEZZA POPOLARE: Mescolando dell'acqua santa con della terra santa si ottiene comunque fango. (Detto napoletano)
UN ANEDDOTO: Un nonno diceva al nipote: “Sopra una vecchia quercia c'era un vecchio gufo. Più sapeva e più taceva. Più taceva e più sapeva”.
PAROLA DI DIO: Sap 1,13-15; 2,23-24; Sal 29; 2Cor 8,7.9.13-15; Mc 5,21-43
Vangelo Mc 5,21-43
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: alzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare. Parola del Signore
"CHI HA TOCCATO LE MIE VESTI?".
C'era tanta gente e Gesù si preoccupa di chi gli ha toccato il mantello! Erano in tanti che si affollavano intorno a Lui, cercavano il gesto miracoloso per appagare la loro curiosità, cercavano di vedere lo straordinario nell'ordinario, gli dicevano tante parole, ma l'unica che ha stabilito il contatto giusto e stata proprio questa povera donna malata, ma dotata di gran fede. Quante parole, quante riunioni, quante preghiere... Ma tra la folla dei miei rapporti con Lui, c'è un vero contatto? Posso essere sempre addosso a Gesù e rimanere un estraneo. Posso toccarlo, maneggiarlo, riceverlo nell'Eucaristia, ascoltare la sua Parola e restare immune. Questa donna mi insegna che c'è un'enorme differenza tra io stare tra i piedi di Gesù e lo stargli vicino.
LUNEDI’ 28 GIUGNO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Ireneo; Santa Ada.
Una scheggia di preghiera:
TU, GESU', SEI LA VIA CHE CI CONDUCE AL PADRE.
HANNO DETTO: Che cosa meravigliosa sarebbe la società degli uomini se ciascuno mettesse un pezzo di legno sul fuoco invece che piangere sulle ceneri. (Alain)
SAGGEZZA POPOLARE: La vita è dura e nessuno ti aiuta, e se qualcuno una volta ti aiuta è per dirti "ti ho aiutato". (detto napoletano)
UN ANEDDOTO: Guardavo i sassi sotto lo scorrere limpido delle acque del ruscello e pensavo: la gentilezza può ottenere tutto, anche le cose a prima vista impossibili. Non già i colpi di martello, ma la danza delle acque ingentilisce i sassi.
PAROLA DI DIO: Gen 18,16-33; Sal 102; Mt 8,18-22
Vangelo Mt 8,18-22
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva. Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti». Parola del Signore
“IL FIGLIO DELL’UOMO NON HA DOVE POSARE IL CAPO”.
Molte persone, confondendo religiosità con fede, pensano all’essere cristiani come ad una assicurazione sulla vita terrena ed eterna: osservare alcune norme significa avere un certo ordine di vita, significa dare delle risposte a problemi più grandi di noi e poi significa garantirsi il paradiso...
Niente di più lontano dalla mentalità di Gesù. Seguirlo è sempre mettersi in viaggio e non arrivare subito a destinazione e siccome Gesù non ha casa, significa seguirlo per strade che non sono nostre. Se gli vai dietro proverai gioia, avventura, entusiasmo ma ti troverai sempre davanti al mistero, dovrai continuamente mettere in crisi le tue sicurezze, ti troverai a remare contro corrente nei confronti del mondo, saprai che il ‘paradiso’ non è una tua conquista a base di buone azioni ma un dono che ti sarà dato dalla misericordia di Dio.
MARTEDI’ 29 GIUGNO: Ss. PIETRO E PAOLO
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, TU MI AMI PERCIO' MI SANTIFICHI.
HANNO DETTO: Dire noi ed intendere io è una delle offese più raffinate. (Adorno)
SAGGEZZA POPOLARE: La vita è come la scala del pollaio: è breve e piena di insidie. (detto napoletano)
UN ANEDDOTO: Niente è peggio che fare le cose a metà, dire le cose a metà, essere buono a metà, lavarsi a metà, fare la carne mezza cotta, mezza cruda, mezza bruciata. Chi sta in mezzo alla strada rischia di essere investito.
PAROLA DI DIO: At 12,1-11; Sal 33; 2Tm 4,6-8.17-18; Mt 16,13-19
Vangelo Mt 16,13-19
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Parola del Signore
“A TE DARÒ LE CHIAVI DEL REGNO DEI CIELI”
Oggi è la festa di Pietro e Paolo, coloro ai quali è stata affidata la Chiesa da parte di Gesù.
Che logica apparentemente strana, diversa dalla nostra abituale: Gesù affida il futuro del suo messaggio a chi lo ha rinnegato, a chi ha perseguito i suoi discepoli! Sì! E così ci vuole dire con grande chiarezza che Pietro e Paolo, non sono solo peccatori! Come tutti fallibili, ma come tutti, quando riconoscono di essere amati anche lì, sono capaci di un grande amore! Insieme!
Non sei amato perché sei buono, ma diventi buono perché sei amato! E loro hanno compreso questa verità: Egli è il nostro amante al di là e prima di ogni nostra azione. Solo grazie a questo amore perdonante, ora Pietro può aiutare, istruire gli altri e Paolo annunciare il Vangelo costituendo nuove comunità: hanno ricevuto un grande amore, ora lo possono condividere con tutti, e quindi anche con noi! Accogliamo e condividiamo anche noi questo amore che riceviamo!
MERCOLEDI’ 30 GIUGNO
Tra i santi ricordati oggi: Santi primi martiri della chiesa romana; Santa Adelia.
Una scheggia di preghiera:
GESU', LIBERACI DAL MALE E DAL MALIGNO.
HANNO DETTO: La ricchezza del conto in banca è come il tacco delle scarpe che le donne usano per farsi più alte; è solo un'illusione, perché la nostra grandezza non viene dal basso, ma scende dall'alto. (Gabriele Adani)
SAGGEZZA POPOLARE: A raccontare bugie succede come a Pinocchio. (detto napoletano)
UN ANEDDOTO: Diceva un uomo: “Voglio vivere solo con chi la pensa come me”. Gli rispondeva un altro: “Bene! È come vivere con dei pappagalli”
PAROLA DI DIO: Gen 21,5.8-20; Sal 33; Mt 8,28-34
Vangelo Mt 8,28-34
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, giunto Gesù all’altra riva, nel paese dei Gadareni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli andarono incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva passare per quella strada. Ed ecco, si misero a gridare: «Che vuoi da noi, Figlio di Dio? Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?». A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria di porci al pascolo e i demoni lo scongiuravano dicendo: «Se ci scacci, mandaci nella mandria dei porci». Egli disse loro: «Andate!». Ed essi uscirono, ed entrarono nei porci: ed ecco, tutta la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare e morirono nelle acque. I mandriani allora fuggirono e, entrati in città, raccontarono ogni cosa e anche il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù: quando lo videro, lo pregarono di allontanarsi dal loro territorio. Parola del Signore
“ED ECCO, SI MISERO A GRIDARE: CHE VUOI DA NOI, FIGLIO DI DIO?”.
I contemporanei di Gesù stentano a vedere in Lui il Figlio di Dio, nonostante i segni e i miracoli; il diavolo, invece, lo riconosce subito e urla e grida perché ha paura. Questo ci aiuta a capire chi sia Satana e il suo modo di operare. Egli è l’oppositore di Dio, colui che tenta continuamente Dio, ma che sa di non poter nulla contro di Lui e allora tenta la creatura di Dio perché la sa debole. Il male è intelligente, è un puro spirito, quindi più forte di noi uomini, ma anche consapevole di non essere più forte di Dio. Sa di essere sconfitto in partenza per cui, davanti al Bene, si agita, grida ma alla fine, come nel caso del Vangelo di oggi, sconfitto si accontenta di finire in un branco di maiali.
Il cristiano come deve comportarsi?
Non si tratta di vedere Satana e Satanelli dappertutto, non si tratta né di sminuire né di esaltare la potenza del diavolo. Il Male è una realtà della nostra vita, la tentazione la incontriamo ogni giorno, ma se davvero hai con te Gesù, ti fidi di Lui, della sua misericordia, il diavolo si agiterà, griderà, ma non ti farà paura perché tu non ti fidi delle tue forze ma della forza di chi, con la sua morte e risurrezione, ha già vinto il male.
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