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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

FEBBRAIO 2021

 

 

LUNEDI’ 1° FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Orso di Aosta; Santa Anna Michelotti; Santa Brigida di Cell Dara.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', OGNI UOMO CHE INCONTRO OGGI È FIGLIO TUO E FRATELLO MIO.

 

HANNO DETTO: Una sciocchezza resta sempre una sciocchezza anche se la dicono cinquanta milioni di uomini. (Bertrand Russel)

SAGGEZZA POPOLARE: L'uomo maggiorenne non è quello che non è colpito, ma quello che non è offeso.

UN ANEDDOTO: Che cosa ha permesso ad Ambrogio Fogar di resistere per 74 giorni, naufragò, in alto mare, in compagnia della morte con tempeste così violente che più volte lo hanno scaraventato fuori della zattera? La risposta ce la da lui stesso: “Mi sono nutrito di pochissimi viveri e di tantissima volontà”.

PAROLA DI DIO: Eb 11,32-40; Sal 30; Mc 5,1-20

 

Vangelo Mc 5,1-20

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati. Parola del Signore

 

GIUNSERO ALL’ALTRA RIVA DEL MARE, NEL PAESE DEI GERASÈNI”

“L’altra riva” del Lago di Tiberiade, la sponda ovest in cui si trovava la zona della Decàpoli, ha rappresentato sin da subito una grossa provocazione per Gesù e i suoi discepoli. La Buona Notizia dell’amore di Dio riguarda solo il popolo di Israele a cui essi appartengono – “i vicini” – oppure include anche quelli che stanno “dall’altra parte”?

Gesù mette in gioco la sua stessa vita per spingersi oltre le frontiere più familiari e rassicuranti. Vuole incontrare di persona il famoso “indemoniato di Gerasa”, colui di cui tutti parlano, ma a cui nessuno vuole correre il rischio di avvicinarsi. L’amore di Dio giunge così fino ai piedi dell’emarginato e dell’escluso più pericoloso e inquietante: anche per lui che abita tra i morti c’è una parola di vita e di liberazione dal male! I discepoli non hanno ancora il coraggio di accompagnare il loro Maestro in questo passo; si fermano sulla barca e lasciano che egli viva da solo quest’incontro con chi fa paura. Ma proprio grazie a questa esperienza la chiesa scopre la sua vocazione e non avere paura di chi è “più lontano” – “troppo lontano” – e a spingersi sempre un po’ più in là rispetto a ciò che è più conosciuto e rassicurante.

 

 

MARTEDI’ 2 FEBBRAIO: PRESENTAZIONE DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Caterina De Ricci; San Cornelio, centurione.

Una scheggia di preghiera:

 

OGGI TU VIENI, SIGNORE GESU', NELLA MIA VITA. FA' CHE TI RICONOSCA E ACCOLGA.

 

HANNO DETTO: È molto più facile costruire una corona che trovare una testa degna di portarla. (J.W. Goethe)

SAGGEZZA POPOLARE: La gioia è come la stella alpina; la trovi solo in alto e tra le rocce.

UN ANEDDOTO: Due famosi pittori della Grecia antica, Zeusi e Parrasio, furono invitati a partecipare ad una gara, esponendo un loro lavoro. Zeusi dipinse un quadro che rappresentava dei grappoli d’uva, così magistralmente riprodotti, che gli uccelli tentarono di beccarne i chicchi credendoli veri. Parrasio presentò poi la sua opera: un quadro che pareva coperto da un velo trasparente. Zeusi invitò il rivale a scoprire la tela, ma vedendolo sorridere, capì che il velo era dipinto. Dichiarò pertanto di aver perduto la gara, perché egli aveva ingannato gli uccelli, ma Parrasio aveva ingannato lui, che era un artista.

PAROLA DI DIO: Ml 3,1-4 opp. Eb 2,14-18; Sal 23; Lc 2,22-40

 

Vangelo Lc 2,22-40 (forma breve: Lc 2,22-32)

Dal vangelo secondo Luca

(Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».) Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione e anche a te una spada trafiggerà l’anima, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. Parola del Signore

 

“(ANNA) SOPRAGGIUNTA IN QUEL MOMENTO, SI MISE ANCHE LEI A LODARE DIO E PARLAVA DEL BAMBINO A QUANTI ASPETTAVANO LA REDENZIONE DI GERUSALEMME”.

Ecco com’è avvenuto l’incontro tra il Figlio di Dio e il suo popolo: nella quotidianità, nella semplicità e soprattutto nell’ascolto della Parola. Tutto è stato osservato, dunque Dio tutto ha compiuto come aveva promesso. Chi era in attesa e restava saldo nella fede e nella speranza, ha “visto”, ha riconosciuto in quella quotidianità e in quella povertà di una famiglia la presenza di Dio.

Un piccolo bambino portato da due poveri e anonimi genitori entra nel tempio, e nessuno, tra tutti i sacerdoti là officianti, se ne accorge. Solo “il resto di Israele”, rappresentato da un uomo giusto e capace di preghiera e da un’anziana vedova assidua alla presenza del Signore, se ne accorge; solo Simeone e Anna riconoscono nel bambino l’adempimento delle promesse del Signore, lodano e ringraziano Dio e iniziano a evangelizzare, a diffondere la buona notizia.

Questi sono i tratti della vicenda cristiana, non altri: non lasciamoci ingannare dall’apparenza, dalla maestà, dagli accenti trionfali. Dio viene a te nella semplicità della tua umana quotidianità; attento a riconoscerlo, donerà bellezza alla tua vita.

 

 

MERCOLEDI’ 3 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Biagio, Vescovo e Martire; Sant’Anscario (Oscar), Vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, PADRE, LA SAPIENZA INCARNATA.

 

HANNO DETTO: Quando la vita è dolce, ringrazia e festeggia. E quando la vita è amara, ringrazia e cresci. (Shauna Niequist)

SAGGEZZA POPOLARE: Dalla ferita esce sangue ma entra saggezza. (proverbio di Capo Verde)

UN ANEDDOTO: Racconta lo scrittore don Herold: “Ero uno di quelli che non vanno da nessuna parte senza un termometro, la borsa dell'acqua calda, l'impermeabile... Se potessi rivivere la mia vita camminerei a piedi nudi nei prati a primavera, tutti i luna-park sarebbero miei, tenterei più spesso la sorte e mangerei più dolci.”.

PAROLA DI DIO: Eb 12,4-7.11-15; Sal 102; Mc 6,1-6

 

Vangelo Mc 6,1-6

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? Le sue sorelle non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando. Parola del Signore

 

"E CHE SAPIENZA È QUELLA CHE GLI È STATA DATA"

Il termine "sapienza" come la parola "amore" e molti altri termini hanno assunto oggi una serie di significati per cui diventa facile usarli ma molto difficile comprenderli.

Per qualcuno è sapiente chi sa molte cose, chi ha studiato, per altri chi è furbo e sa cavarsela in ogni situazione, per altri ancora chi cerca il senso delle cose e della vita. Anche davanti a Gesù gli interrogativi dei suoi connazionali si aprono a ventaglio per cercare di classificare la sua figura e la sua persona. C'è ammirazione, invidia, curiosità, stupore, incapacità di capire. Eppure, nella Bibbia stessa la parola sapienza aveva un significato fondamentale, era la presenza stessa di Dio nel suo popolo, era la sua Parola, la sua legge, il suo agire insindacabile e misterioso. Ma qui la sapienza di Dio è una persona concreta, in carne ed ossa ed ecco allora i dubbi. Se vuoi diventare sapiente davvero devi smetterla di essere sapiente, saggio, furbo così come intende il mondo e accogliere la sapienza di Dio, diversa dalla tua ma capace di farti riconoscere in Gesù la sapienza incarnata.

 

 

GIOVEDI’ 4 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Andrea Corsini, vescovo; San Federico, abate.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, MANDA ANCORA BUONI OPERAI NELLA TUA VIGNA.

 

HANNO DETTO: La vostra felicità è nel bene che farete, nella gioia che diffonderete, nel sorriso che farete fiorire, nelle lacrime che avrete asciugato. (Raoul Follereau)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi ha imparato ad amare, ride spesso con gli altri, mai degli altri.

UN ANEDDOTO: In uno sperduto angolo del regno d'Etiopia, viveva un re che amava le favole più di ogni altra cosa al mondo. Diventato vecchio, però, si annoiava perché ormai le conosceva tutte. Così un giorno fece annunciare in tutto il Paese che avrebbe dato il titolo di principe a chiunque gli avesse saputo raccontare una favola nuova, in grado di suscitare la sua attenzione e la curiosità di conoscere il finale. Numerosi cantastorie vennero da tutti gli angoli del reame e dai Paesi vicini, ma nessuno riuscì ad interessare le orecchie reali, sempre tristi e distratte.

Un giorno un povero contadino bussò alle porte del palazzo per raccontare al vecchio re la storia di un agricoltore che aveva ammassato nel suo granaio il raccolto più ricco della sua vita. Ma c'era un piccolo buco nel granaio e, quando tutto il grano fu portato dentro, una formica vi entrò e portò via un chicco. «Molto interessante, continua" disse il re. Il contadino proseguì: «Il secondo giorno un'altra formica passò nel buchino e portò via un altro chicco di grano, il terzo giorno accadde la stessa cosa...». Il re era ormai molto preso dalla storia del contadino e chiese di tagliare corto sui dettagli per sapere come andava a finire tutto quel via vai di formiche nel granaio. «Vai avanti, non mi annoiare!», urlò il re rosso in viso. Ma il contadino continuava. «Basta! Vai avanti!», ordinò il re. Il contadino sembrava sordo e proseguiva con la sua cantilena di formiche e chicchi di grano. Si interruppe per dire: «Mio re, questa è la parte più importante della storia: il granaio è ancora pieno di chicchi di grano». Allora il sovrano esclamò: «Hai vinto tu! Ho capito che bisogna saper ascoltare gli altri con pazienza e umiltà. I racconti più belli non sono quelli che ci stupiscono con grandi eventi, ricchezze, rivoluzioni e storie d'amore impossibili. Sono quelli che, come succede nella vita di ogni giorno, ci fanno sperare di riuscire a vedere i risultati dei nostri sforzi». Così il contadino divenne un principe e nacque il proverbio: «Un granello alla volta si costruisce una fortuna».

PAROLA DI DIO: Eb 12,18-19.21-24; Sal 47; Mc 6,7-13

 

Vangelo Mc 6,7-13

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano. Parola del Signore

 

“GESÙ CHIAMÒ I DODICI E PRESE A MANDARLI A DUE A DUE”.

È la prima volta che gli apostoli si trovano soli, senza Gesù, lontani da Lui. Comincia, in esperimento, il tempo della Chiesa. Gesù, prima ha chiamato, ha fatto fare esperienza di sé agli apostoli, li ha istruiti, ha dato l’esempio di vita; ora arriva il momento di portare il suo messaggio. Questo movimento di chiamare e poi mandare è lo stesso che sta alla base di ogni forma di apostolato. Ciascuno di noi ha un nome caro a Gesù che è ‘passato’ nella nostra vita e ci ha chiamato per farci suoi discepoli: ci ha donato sé stesso, la sua parola, i suoi sacramenti.  Ma chiede anche a noi di andare in povertà    a portare il suo annuncio e il suo regno agli altri.

Gli apostoli si saranno sentiti soli, un po’ timorosi, magari insicuri su molte cose ma nel nome di Gesù sono partiti. Anche noi possiamo avere molti dubbi su noi stessi, sulle nostre capacità, sul come dire agli altri la nostra fede, ma dobbiamo partire consapevoli che andiamo non a nome nostro, ma nel suo nome e poi, a differenza degli apostoli che in quel primo momento non lo sapevano ancora, noi abbiamo la promessa di Gesù: “lo sono con voi ogni momento della vostra vita”.

 

 

VENERDI’ 5 FEBBRAIO:

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agata, martire; Sant’Isidoro, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SANGUE DI CRISTO, CORAGGIO DEI MARTIRI DONACI LA TUA FORZA.

 

HANNO DETTO: L'amore di Cristo non conosce limiti, non finisce mai, non si ritrae davanti a bruttezza e sporcizia. Egli è venuto per i peccatori e non per i giusti, e se l'amore di Cristo vive in noi dobbiamo fare come lui e metterci alla ricerca della pecorella smarrita. (Benedetta della Croce - EDITH STEIN)

SAGGEZZA POPOLARE: Non si può cantar bene, se dal cuore non viene.

UN ANEDDOTO: “Che cosa è Dio?”, domanda il bambino. La mamma lo stringe fra le braccia e gli chiede: “Che cosa provi?” “Ti voglio bene”, risponde il bambino. “Ecco, Dio è questo”.

PAROLA DI DIO: Eb 13,1-8; Sal 26; Mc 6,14-29

 

Vangelo Mc 6,14-29

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi». Altri invece dicevano: «È Elìa». Altri ancora dicevano: «È un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!». Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro. Parola del Signore

 

“E SUBITO MANDÒ UNA GUARDIA CON L’ORDINE CHE GLI FOSSE PORTATA LA TESTA DI GIOVANNI”.

Un re timoroso, con il suo potere e con le sue debolezze umane cerca di far tacere la voce di Dio che grida attraverso Giovanni Battista. Ma la testa di Giovanni tagliata e deposta su quel piatto affidato alle mani di una donna gelosa grida e testimonia ancor più di quando era attaccata al suo corpo.

L’evangelista presentandoci questo racconto subito dopo il brano della missione degli apostoli vuol ricordarci che la testimonianza della fede troverà opposizioni e il credente deve essere pronto a tutto, anche al martirio per la fede. Oggi è difficile almeno per noi che ci venga chiesta la vita per la fede, ma se siamo coerenti con il nostro credo ci sono tante forme di martirio quotidiano: il non essere considerati, il sorrisetto, la presa in giro, il non far carriera. Ma è proprio attraverso questi segni di persecuzione che il Vangelo cresce; pensiamo che proprio dal sangue di tanti martiri è nata la Chiesa. Al mondo è servito più questo sangue che tante parole.

 

 

SABATO 6 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Paolo Miki e compagni, martiri; San Gastone, Vescovo, Santa Dorotea, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', ABBIAMO BISOGNO DI TROVARE IN TE PACE E SERENITA'.

 

HANNO DETTO: Un bambino può insegnare sempre tre cose a un adulto: a essere contento senza motivo, a essere sempre occupato con qualcosa e a pretendere con ogni sua forza quello che desidera. (Paolo Coelho)

SAGGEZZA POPOLARE: Chiedi a Dio l'aiuto, ma non restare seduto.

UN ANEDDOTO: Un uomo aveva quattro figli. Egli desiderava che i suoi figli imparassero a non giudicare le cose in fretta, per questo, invitò ognuno di loro a fare un viaggio, per osservare un albero, che era piantato in un luogo lontano. Il primo figlio andò là in Inverno, il secondo in Primavera, il terzo in Estate, e il quarto, in Autunno. Quando l'ultimo rientrò, li riunì, e chiese loro di descrivere quello che avevano visto. Il primo figlio disse che l'albero era brutto, torto e piegato. Il secondo figlio disse invece che l'albero era ricoperto di gemme verdi e promesse di vita. Il terzo figlio era in disaccordo; disse che era coperto di fiori, che avevano un profumo tanto dolce, ed erano tanto belli da fargli dire che fossero la cosa più bella che avesse mai visto. L'ultimo figlio era in disaccordo con tutti gli altri; disse che l'albero era carico di frutta, vita e promesse. L'uomo allora spiegò ai suoi figli che tutte le risposte erano esatte poiché ognuno aveva visto solo una stagione della vita dell'albero. Egli disse che non si può giudicare un albero, o una persona, per una sola stagione, e che la loro essenza, il piacere, l'allegria e l'amore che vengono da quella vita può essere misurato solo alla fine, quando tutte le stagioni sono complete. 

PAROLA DI DIO: Eb 13,15-17.20-21; Sal 22; Mc 6,30-34

 

Vangelo Mc 6,30-34

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Parola del Signore

 

“GESÙ DISSE LORO: VENITE IN DISPARTE, VOI SOLI, IN UN LUOGO SOLITARIO, E RIPOSATEVI UN PO’”.

Gli apostoli tornano dalla loro prima missione stanchi ma entusiasti: hanno un mucchio di cose da raccontare. E Gesù li invita a stare con lui, a riposarsi un po’. È molto bella questa figura del maestro che manda, chiede molto ai suoi discepoli, ma equilibratamente prevede per loro anche un tempo di riposo, che unisce l’annuncio, la missione, l’impegno, al fermarsi, allo stare con Lui, al ritrovare il giusto equilibrio interiore. Anche nel regno di Dio ci vuole la determinazione, il lavoro, lo spendersi per gli altri ma anche il sapersi fermare, il ricreare il giusto rapporto con Gesù, il riposarsi. Devi dare molto agli altri, ma come farai a farlo se non hai più niente? Devi portare Gesù ma per portarlo devi averlo trovato e poi ricordati: non sei tu che salvi il mondo, il mondo lo ha salvato Lui morendo per te e per tutti sulla croce. Tu sei, e devi essere un canale per portarlo agli altri, ma anche i canali hanno bisogno di essere puliti e dragati ogni tanto, se no portano inondazioni e melma invece che acqua pura.

 

 

DOMENICA 7 FEBBRAIO: 5^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Egidio Maria da Taranto, religioso; Sant’Adautto, martire

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', ANCHE IN PICCOLO, RENDIMI UN ALTRO TE.

 

HANNO DETTO: La realtà di Dio si manifesta ovunque, anche attraverso le pure pupille dei porci. (Ernesto Cardenal)

SAGGEZZA POPOLARE: Prima di dirigere l'orchestra, bisogna conoscere la musica.

UN ANEDDOTO: Un angelo scappò dal paradiso per trascorrere la giornata vagando sulla terra. Al tramonto decise di portarsi via dei ricordi di quella visita. In un giardino c'erano delle rose: colse le più belle e compose un mazzo da portare in paradiso. Un po' più in là un bambino sorrideva alla madre. Poiché il sorriso era molto più bello del mazzo di rose, prese anche quello. Stava per ripartire quando vide la mamma che guardava con amore il suo piccolo nella culla. L'amore fluiva come un fiume in piena e l'angelo disse a sé stesso: "L'amore di quella mamma è la cosa più bella che c'è sulla terra, perciò prenderò anche quello". Volò verso il cielo, ma prima di passare i cancelli perlacei, decise di esaminare i ricordi per vedere come si erano conservati durante il viaggio. I fiori erano appassiti, il sorriso del bambino era svanito, ma l'amore della mamma era ancora là in tutto il suo calore e la sua bellezza. Scartò i fiori appassiti e il sorriso svanito, chiamò intorno a sé tutti gli ospiti del cielo disse: "Ecco l'unica cosa che ho trovato sulla terra e che ha mantenuto la sua bellezza nel viaggio per il paradiso: L'amore di una mamma".

PAROLA DI DIO: Gb 7,1-4.6-7; Sal 146; 1Cor 9,16-19.22-23; Mc 1,29-39

 

Vangelo Mc 1,29-39

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni, ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini. perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demoni. Parola del Signore

 

“E ANDÒ PER TUTTA LA GALILEA, PREDICANDO NELLE LORO SINAGOGHE E SCACCIANDO I DEMONI”.

La missione di Gesù consiste nel parlare (annuncio del regno) e scacciare i demoni (fare dei segni concreti per manifestare che il regno è qui).

Noi cristiani, spesso facciamo lunghe riunioni, discussioni interminabili per chiederci che cosa dobbiamo fare per dimostrare la salvezza ricevuta. Basta guardare a Lui.

L’annuncio gioioso (Vangelo) che ogni cristiano deve fare è parlare del regno e testimoniano con opere concrete di salvezza. È la persona stessa di Gesù (il Verbo) che salva. Il cristiano con la sua persona non può non essere una parola di questa salvezza avvenuta. Un cristiano che con la sua vita non è concretamente questa parola, un cristiano che non dice niente a nessuno è solo “sale che ha perso il suo sapore e che non serve ad altro che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini”.

E la testimonianza qual è? Liberare dal male, cioè offrire concreti gesti di speranza al mondo. Guardiamo anche ai santi: parlavano di Dio cori le labbra e con la loro vita che era segno continuo di attenzione all’uomo, di donazione, di amore.

 

 

LUNEDI’ 8 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Girolamo Emiliani, fondatore; Santa Giuseppina Bakita; San Giovanni di Matha, fondatore.

Una scheggia di preghiera:

 

GUARISCI, SIGNORE, TUTTI I NOSTRI MALI.

 

HANNO DETTO: Se più che a star bene, si pensasse a far bene, si starebbe meglio. (A. Manzoni)

SAGGEZZA POPOLARE: Le parole sono come l'acqua: facile da versare, impossibile da recuperare.

UN ANEDDOTO: Il bambino guardava la nonna che stava scrivendo una lettera. Ad un certo punto, le domandò: "Stai scrivendo una storia che è capitata a noi? E che magari parla di me". 
La nonna interruppe la scrittura, sorrise e disse al nipote: "E' vero, sto scrivendo qualcosa di te. Tuttavia, più importante delle parole è la matita con la quale scrivo. Vorrei che la usassi tu, quando sarai cresciuto". Incuriosito il bimbo guardò la matita senza trovarvi alcunché di speciale. "Ma è uguale a tutte le altre matite che ho visto nella mia vita!" "Dipende tutto dal modo in cui guardi le cose. Questa matita possiede cinque qualità: se riuscirai a trasporle nell'esistenza, sarai sempre una persona in pace con il mondo. Prima qualità: puoi fare grandi cose, ma non devi mai dimenticare che esiste una mano che guida i tuoi passi. "Dio": ecco come chiamiamo questa mano! Egli deve condurti sempre verso la sua volontà.  Seconda qualità: di tanto in tanto, devo interrompere la scrittura e usare il temperino. È un'azione che provoca una certa sofferenza alla matita ma, alla fine, essa risulta più appuntita. Ecco perché devi imparare a sopportare alcuni dolori: ti faranno diventare un uomo migliore.  Terza qualità: il tratto della matita ci permette di usare una gomma per cancellare ciò che è sbagliato. Correggere è un'azione o un comportamento non è necessariamente qualcosa di negativo: anzi, è importante per riuscire a mantenere la retta via della giustizia.  Quarta qualità: ciò che è realmente importante nella matita non è il legno o la sua forma esteriore, bensì la grafite della mina racchiusa in essa. Dunque, presta sempre attenzione a quello che accade dentro di te.  Ecco la quinta qualità della matita: essa lascia sempre un segno. Allo stesso modo, tutto ciò che farai nella vita lascerà una traccia: di conseguenza, impegnati per avere piena coscienza di ogni tua azione".

PAROLA DI DIO: Gen 1,1-19; Sal 103; Mc 6,53-56

 

Vangelo Mc 6,53-56

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono. Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse. E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati. Parola del Signore

 

COMINCIARONO A PORTARGLI SULLE BARELLE I MALATI… E QUANTI LO TOCCAVANO GUARIVANO”

La gente del Vangelo vede Gesù, forse non ha ancora capito bene chi Egli sia, ma percepisce in Lui una forza, una novità. Forse può esserci anche superstizione, ma se quanti toccano Gesù, sono guariti dalle loro infermità è per la fede nella sua potenza, una fede ancora rozza, ma segno di una disponibilità che apre loro la via giusta alla comprensione, all’accoglienza, alla conversione. Portiamo a Lui le nostre infermità e quelle dei fratelli, abbiamo fiducia nel soccorso di Gesù, nel suo cuore di compassione, poiché noi non solo, possiamo toccare la frangia del suo mantello ma possiamo addirittura riceverlo nell’Eucaristia.

 

 

MARTEDI’ 9 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Apollonia, vergine e martire; San Rinaldo, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TRASFORMA LA NOSTRA VITA IN PREGHIERA.

 

HANNO DETTO: Il più felice dei felici è chi fa la gente felice. (Nicolò Tommaseo)

SAGGEZZA POPOLARE: I fiori artificiali si fanno in pochi momenti, ma restano senza profumo.

UN ANEDDOTO: Scritto testuale di un bambino di sette anni: “I fiori rossi del mio giardino sono tutti secati. Allora io sono andato dal fiore più grande e ci o detto: Perché siete tutti secati? Alora il fiore che stava per morire mi ha detto così: Noi siamo tutti secati perché i cuesta casa non ci è amore e i fiori sensa amore muoiono. Anno ragione i fiori del mio giardino perchè la mia mamma e il mio babo non si vogliono bene.”

PAROLA DI DIO: Gen 1,20 – 2,4a; Sal 8; Mc 7,1-13

 

Vangelo Mc 7,1-13

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: “Onora tuo padre e tua madre”, e: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte». Parola del Signore

 

"QUESTO POPOLO MI ONORA CON LE LABBRA, MA IL SUO CUORE È LONTANO DA ME”

Non so se a voi è già capitato, a me purtroppo sì, di riuscire a dire anche due o tre misteri del rosario senza minimamente pensare e pregare i misteri di Gesù. Questo può darci una prima idea di quanto Gesù voleva dire quando diceva questa frase, ma come dice la citazione stessa di lsaia, Gesù riprende il grande rimprovero dei profeti ad un popolo diventato formalista.

Un canto diceva: "Parliamo tanto di Gesù, viviamo poco come Lui". Se tutti coloro che si dicono i “credenti", "cristiani", se tutti coloro che sono "battezzati" in Italia si comportassero anche solo un po' come cristiani, ci sarebbero ancora tante ingiustizie sociali, tante ricchezze e povertà, tanti arrivismi che calpestano i fratelli?

E i cristiani 'impegnati'?

Quante riunioni, quante parole, quanti incontri di preghiera del gruppo tale o tal altro. Ma se questi incontri, queste preghiere non toccano il nostro cuore e poi la nostra vita, sono vane! Signore, liberaci dall'orgoglio vano delle parole e aiutaci ad onorare la tua presenza nel servizio ai fratelli.

 

 

MERCOLEDI’ 10 MERCOLEDI’

Tra i santi ricordati oggi: Santa Scolastica, vergine; San Guglielmo di Malavalle.

Una scheggia di preghiera:

 

PARLACI, SIGNORE ATTRAVERSO LA COSCIENZA E AIUTACI A SCOPRIRE BENE E MALE IN NOI.

 

HANNO DETTO: La gioia è misurata dalla fatica, non dall'ozio, (G. Lombardo Radice)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando il mare e il vento litigano, ne vanno di mezzo i velieri. (Proverbio Palestinese)

UN ANEDDOTO: Due fratellini, uno sempre triste e depresso, l'altro sempre allegro e soddisfatto, ricevettero dai loro genitori strani regali. Al primo fu donato uno speciale trenino elettrico, nella speranza che questo gioco potesse renderlo felice. Il secondo invece ebbe qualcosa di ben triste: una scatola contenente popò di cavallo. Mentre il pessimista scoppiò in lacrime pensando che il trenino avrebbe potuto rompersi, l'ottimista si precipitò in giardino e al padre che gli domandava che cosa facesse - “Cerco il cavallo” rispose serenamente.

PAROLA DI DIO: Gen 2,4b-9.15-17; Sal 103; Mc 7,14-23

 

Vangelo Mc 7,14-23

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo». Parola del Signore

 

"NON C'È NULLA FUORI DELL'UOMO CHE, ENTRANDO IN LUI POSSA RENDERLO IMPURO".

Quanto è difficile guardarci dentro con onestà! È così facile scaricare: è colpa della società! Lo Stato deve pensarci! Sono obbligato a fare così! E quando proprio non possiamo fare a meno di vedere il male in noi lo demonizziamo: è colpa del diavolo, di Satana!

Gesù ancora una volta ci invita a guardare dentro di noi: "Non cercare il male o il bene lontano da te! Non scaricare il barile! Tu hai già tutto in te: la possibilità del bene, la capacità di amare. Certo, c'è anche il male: come è detto a Caino: Il male è sul tuo capo, ma se vuoi puoi vincerlo". Tu anche che vivi in mezzo a mille tentazioni quotidiane, se dal tuo cuore sai trarre cose buone, puoi superare il male, e se ti ritrovi peccatore, non cercare scuse, riconosciti tale e riconosci che qualcuno può liberarti!

 

 

GIOVEDI’ 11 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Ricorrenza della Madonna di Lourdes; Santa Eloisa; San Dativo, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

ACCOGLI, SIGNORE, LA SOFFERENZA DI TUTTI I MALATI DEL MONDO.

 

HANNO DETTO: L'umiltà è la madre dei giganti. (Gilbert Chesterton)

SAGGEZZA POPOLARE: Due timonieri fan capovolgere la barca. (Proverbio Turco)

UN ANEDDOTO: Una donna arrivò disperata dal suo ginecologo e disse: "Dottore, lei mi deve aiutare, ho un problema molto, ma molto serio, mio figlio ancora non ha ancora compiuto un anno ed io sono di nuovo incinta, non voglio altri figli in un così corto spazio di tempo, ma con qualche anno di differenza...". Allora il medico domandò: "Bene, allora lei cosa desidera che io faccia?". La signora rispose: "Voglio interrompere questa gravidanza e conto sul suo aiuto". Il medico allora iniziò a pensare e dopo un lungo silenzio disse: "Per risolvere il suo problema penso di aver trovato il metodo meno pericoloso per lei". La signora sorrise pensando che il medico avesse accettato la sua richiesta. Il dottore continuò: "Allora cara signora, per risolvere il suo problema e non stare con due neonati in un così breve spazio di tempo, uccidiamo questo che è fra le sue braccia, così lei potrà riposare per nove mesi finché avrà l'altro. Se dobbiamo uccidere, non fa differenza fra questo o quell'altro, anche perché sacrificare questo che lei ha tra le sue braccia è molto più facile, perché non ci saranno rischi per lei".  La donna rimase molto più che disperata e disse: "No dottore, uccidere un bambino è crimine!". Il dottore rispose: "Anch'io la penso come lei, ma lei era tanto convinta che ho pensato di aiutarla". Dopo alcune considerazioni, il dottore capì che la sua lezione aveva fatto il suo effetto, e riuscì a far capire alla madre che non c'era la minima differenza fra il figlio tenuto in braccio e quello dentro del suo ventre. Sorrise e disse: "Ci vediamo fra una settimana per la prima ecografia e per sentire il cuoricino del fratellino".

PAROLA DI DIO: Gen 2,18-25; Sal 127; Mc 7,24-30

 

Vangelo Mc 7,24-30

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato. Parola del Signore

 

"LA DONNA REPLICÒ: ANCHE I CAGNOLINI SOTTO LA TAVOLA MANGIANO DELLE BRICIOLE DEI FIGLI".

Mi è sempre piaciuto questo brano di Vangelo in cui una donna pagana con le sue parole ottiene dalla Parola la grazia desiderata. È la fede luminosa di una donna che capisce il significato delle "briciole di pane", mentre gli apostoli, pur avendo visto la moltiplicazione dei pani stentano a comprendere che Gesù è il pane della vita. Noi "pane" ne abbiamo in abbondanza, addirittura come agli apostoli, ne avanzano 12 ceste di resti ma qualche volta stentiamo a comprenderne il significato.

E tutto questo perché viviamo una fede scontata, abitudinaria, perché magari spezziamo il pane Eucaristico ma senza vero desiderio di assimilare con quel pane, la mentalità di Gesù e soprattutto sovente dimentichiamo che "il fate questo in memoria di me" sta anche e principalmente fuori della porta della chiesa.

 

 

VENERDI’ 12 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Benedetto di Aniane, monaco; Santa Eulalia, vergine e martire.

Una scheggia di preghiera:

 

APRICI ORECCHI E CUORE PER ACCOGLIERE LA TUA PAROLA.

 

HANNO DETTO: Le ricchezze non fanno ricchi, ma indaffarati (Orazio Flacco)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando due si sorridono due anime si baciano.

UN ANEDDOTO: Un giorno il saggio diede al discepolo un sacco vuoto e un cesto di patate. 
"Pensa a tutte le persone che hanno fatto o detto qualcosa contro di te recentemente, specialmente quelle che non riesci a perdonare. Per ciascuna, scrivi il nome su una patata e mettila nel sacco". Il discepolo pensò ad alcune persone e rapidamente il suo sacco si riempì di patate. "Porta con te il sacco, dovunque vai, per una settimana" disse il saggio. "Poi ne parleremo". Inizialmente il discepolo non pensò alla cosa. Portare il sacco non era particolarmente gravoso. Ma dopo un po', divenne sempre più un gravoso fardello. Sembrava che fosse sempre più faticoso portarlo, anche se il suo peso rimaneva invariato. Dopo qualche giorno, il sacco cominciò a puzzare. Le patate marce emettevano un odore acre. Non era solo faticoso portarlo, era anche sgradevole. Finalmente la settimana terminò. Il saggio domandò al discepolo: "Nessuna riflessione sulla cosa?". "Sì Maestro" rispose il discepolo. "Quando siamo incapaci di perdonare gli altri, portiamo sempre con noi emozioni negative, proprio come queste patate. Questa negatività diventa un fardello per noi, e dopo un po', peggiora." 
"Sì, questo è esattamente quello che accade quando si coltiva il rancore. Allora, come possiamo alleviare questo fardello?". "Dobbiamo sforzarci di perdonare". "Perdonare qualcuno equivale a togliere una patata dal sacco. Quante persone per cui provavi rancore sei capace di perdonare?" "Ci ho pensato molto, Maestro" disse il discepolo. "Mi è costata molta fatica, ma ho deciso di perdonarli tutti".

PAROLA DI DIO: Gen 3,1-8; Sal 31; Mc 7,31-37

 

Vangelo Mc 7,31-37

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!». Parola del Signore

 

“APRITI”

Diversamente da altre volte Gesù non opera il miracolo solo in forza della sua parola, ma con l’uso di curiosi gesti. Ne comprendiamo il motivo se pensiamo che ha davanti a sé un uomo incapace di sentire e di parlare. Vuole perciò farsi vicino a lui, desidera farsi capire, rompere il muro d’incomunicabilità che lo separa dal mondo ed ecco che gli comunica affetto e salvezza per mezzo di movimenti. Una parola però la dice e sarà quella che l’uomo guarito non potrà più dimenticare. Apriti. Non solo ai suoni del creato, ma al creatore, non solo alle parole degli uomini ma alla Parola, ad ascoltare i suoi inviti. Lascia cadere le paure (ognuna è una chiusura, una sordità), allarga il tuo cuore di angusti orizzonti all’immensità cui Dio ti chiama, non chiuderti nel poco, nel piccolo, non mettere limiti alla tua speranza. Apertura non è altro che un sinonimo di conversione.

 

 

SABATO 13 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Benigno da Todi, martire; Sante Fosca e Maura, martiri.

Una scheggia di preghiera:

 

DOV'E' CARITA' E AMORE, QUI C'E' DIO.

 

HANNO DETTO: Il successo è avere ciò che si vuole: La felicità è volere ciò che si ha. (H. Jackson Brown)

SAGGEZZA POPOLARE: La tenerezza è metà della vita, l'indifferenza è metà della morte.

UN ANEDDOTO: Uno straniero incontrò il Padre Superiore nel monastero di Sceta. "Voglio rendere la mia vita migliore", disse. "Ma non riesco a trattenermi dall'avere dei pensieri peccaminosi". Il Padre notò che il vento stava soffiando forte fuori, e disse allo straniero: "Fa piuttosto caldo qui. Mi chiedo se tu potessi trattenere un po' di vento là fuori e portarlo qui per rinfrescare la stanza". È impossibile", rispose lo straniero. È impossibile anche tenere sé stessi dal pensare cose che offendono Dio", rispose il monaco. "Ma, se sai come dire di no alle tentazioni, non ti causeranno alcun danno".

PAROLA DI DIO: Gen 3,9-24; Sal 89; Mc 8,1-10

 

Vangelo Mc 8,1-10

Dal vangelo secondo Marco

In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino, e alcuni di loro sono venuti da lontano». Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette». Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò. Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà. Parola del Signore

 

 

“E DOMANDO’ LORO: QUANTI PANI AVETE?”.

L’episodio raccontato dal brano odierno del Vangelo comincia da un profondo sentimento di Gesù: “Sento compassione di questa folla”, e sappiamo che per Gesù compassione non vuol dire: “Poverini!”, ma è: “Che cosa possiamo fare per loro?”.

E per vedere se i suoi hanno capito chiede subito: “Quanti pani avete?”

La vera compassione non è pietire gli altri magari dicendo dentro di sé: “Meno male che non è toccato a me”, è tirare fuori il proprio poco e metterlo a disposizione. Oggi ci sono dei neologismi sempre più in voga: si parla di globalizzazione, di villaggio comune. Pensando alla moltiplicazione dei pani e al “villaggio comune” vi offro oggi una provocazione di Pronzato:

“Dicono che il mondo sia diventato ‘un grande villaggio’. Un cosmonauta lo può percorrere in un’ora e mezzo, non di più.

Dicono che in questo grande villaggio ci sono cento ricchi e duecentotrenta poveri.

Dicono che nel quartiere dei ricchi muore in media una persona l’anno e nasce meno di un bambino. Mentre nel quartiere dei poveri ne muoiono tre e ne nascono nove.

Dicono che, fatte le proporzioni, nel grande villaggio del mondo ogni anno ci sono dieci milioni di ricchi in più e sempre più ricchi. E sessanta milioni di poveri in più e sempre più poveri.

Dicono che nel grande villaggio qualcuno sia molto bravo a fare i conti.

Dicono che nel grande villaggio che è il mondo circola una parola miracolosa: progresso. Ma che i poveri non hanno ancora imparato a riempirsi lo stomaco con questa parola ad alto contenuto nutritivo.

Signore, ti rincresce lasciare il deserto e venire a dare un’occhiata a questo grande villaggio? Ci arrivi in fretta ma è probabile debba trattenerti un po’ più di tre giorni. Ti avverto che non dovrai stupirti se qualcuno di noi, mandato a fare l’inventario delle provviste, andrà dritto e filato nelle case dei poveri.

Che cosa vuoi, è l’abitudine. L’abitudine del progresso.”

 

 

DOMENICA 14 FEBBRAIO: 6^DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: San Cirillo e Metodio, patroni d’Europa; San Valentino, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, SE VUOI, PUOI GUARIRMI.

 

HANNO DETTO: Finché la tigre non ti salta addosso, fa conto che non salti o che sia buona. Soffrirne prima è fatica sprecata. (Laura Vagliasindi)

SAGGEZZA POPOLARE: Il miglior guanciale è una coscienza tranquilla.

UN ANEDDOTO: Il discepolo si avvicinò al suo maestro: "Per anni sono stato alla ricerca dell'illuminazione", disse. "Sento che sono vicino a raggiungerla. Ho bisogno di sapere qual è il prossimo passo". "Come ti mantieni?", chiese il maestro. "Non ho ancora imparato ad essere autonomo; i miei genitori mi aiutano. Ma quello è solo un dettaglio". "Il tuo prossimo passo è guardare direttamente al sole per mezzo minuto", disse il maestro. Il discepolo obbedì. Quando passarono i trenta secondi, il maestro chiese di descrivere ciò che li circondava. "Non riesco a vedere. Il sole mi ha accecato la vista", disse il discepolo. "Un uomo che cerca solo la luce, evitando le proprie responsabilità, non troverà mai l'illuminazione. E uno che tiene i propri occhi fissi sul sole rimane cieco", fu il commento del maestro.

PAROLA DI DIO: Lv 13,1-2.45-46; Sal 31; 1Cor 10,31 – 11,1; Mc 1,40-45

 

Vangelo Mc 1,40-45

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va', invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte. Parola del Signore

 

“QUELLO SI ALLONTANÒ E SI MISE A PROCLAMARE E A DIVULGARE IL FATTO, TANTO CHE GESÙ NON POTEVA PIÙ ENTRARE PUBBLICAMENTE IN UNA CITTÀ”

Le esagerazioni fanno sempre danno, fossero anche dettate da entusiasmo o da voler manifestare a tutti i costi la fede e le esperienze proprie. Questo lebbroso è contento!

Era un emarginato e Gesù lo ha fatto diventare nuovamente uomo, era malato ed ora è guarito, che cosa c'è di più bello che manifestare la propria gratitudine gridando in giro ciò che Gesù gli ha fatto? Ma l'entusiasmo, la gioia, fanno dimenticare a questo miracolato ciò che Gesù gli aveva chiesto. “Guarda di non dire niente a nessuno” e quello che era un entusiasmo di fede crea delle difficoltà a Gesù e al suo ministero: Gesù per guarire il malato ha toccato il lebbroso e secondo la Legge si è reso impuro anche lui, lebbroso, inavvicinabile. Mentre certamente è un male nascondere altre volte voler imporre la propria testimonianza crea esattamente il contrario, l'allontanamento; penso ad esempio a certe insistenze dei Testimoni di Geova o quelle di cristiani che vogliono a tutti i costi far fare anche a te esperienze che se possono essere state buone per loro non lo sono per tutti, penso alla storia dove per “difendere” Gesù si è arrivati a incarcerare o ad ammazzare chi la pensava diversamente. Gesù ci chiede con la parola con i gesti e qualche volta con il silenzio di essere suoi testimoni mai di diventare fanatici.

 

 

LUNEDI’ 15 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Sigfrido, vescovo; Sant’Euseo di Serravalle Sesia.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' SEI TU IL SEGNO DELLA MISERICORDIA DEL PADRE.

 

HANNO DETTO: La conoscenza è potere, ma è l'entusiasmo quello che fa scattare l'interruttore. (Ivern Ball)

SAGGEZZA POPOLARE: Il sorriso è il modo meno costoso per migliorare il viso.

UN ANEDDOTO: Un giorno Padre Metodio, ricevette dai suoi Superiori l'ordine di partire dal suo convento e di trasferirsi in un altro, in una città lontana, molto lontana.

Il Religioso che voleva vivere bene quel vangelo che aveva tanto studiato e predicato, illuminò subito la sua obbedienza, ricordando quanto Gesù aveva detto ai "superiori": "Chi ascolta voi, ascolta me", e disse di sì con la gioia di chi sa che fare la volontà di Dio è la più bella avventura che possa capitare ad un uomo su questa terra. Gli amici e i conoscenti di P. Metodio, saputa la cosa, si diedero da fare per trattenerlo fra loro e per impedirgli di andare lontano. Del resto, gli volevano bene e ne erano ricambiati. Vedendoli recalcitranti all'ordine del Superiore, padre Metodio li rassicurava: "Un giorno - raccontò - la terra si svegliò tutta ammantata di piante, di fiori, di frutti, giardini, campagne. Riconoscendosi arricchita di tanti doni e ornata di tanti colori, fu invasa da un'ondata di riconoscenza verso il sole, autore di tanto splendore e gli disse: Avvicinati, che ti do un bacio per esprimerti il mio grazie. Il sole rispose: Ti voglio bene ed è per questo che devo stare alla distanza voluta e fissata dal Creatore. Se ti venissi vicino ti farei del male; ti brucerei". La comunione vitale, fra le creature, sta nel fare ciascuna la volontà di Dio, nel vivere la vocazione che Dio le ha dato. Per questo il Religioso concluse dicendo agli amici: "Proprio perché vi voglio bene, lasciatemi andare in quella città lontana, ma così... vicina".

PAROLA DI DIO: Gen 4,1-15.25; Sal 49; Mc 8,11-13

 

Vangelo Mc 8,11-13

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, vennero i farisei e si misero a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova. Ma egli sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno». Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva. Parola del Signore

 

"CHIEDEVANO UN SEGNO DAL CIELO PER METTERLO ALLA PROVA”

L'uomo ha bisogno di segni per aiutare la propria fede, ma la ricerca di piccoli segni o di conferme continue rischia di buttare l'uomo nel magismo. Noi cerchiamo segni particolari quando abbiamo un segno continuo sotto i nostri occhi: Gesù Cristo, figlio di Dio fatto uomo. È Lui il segno di Dio, un segno talmente reale che salva. Un segno non lontano nella storia ma attualmente vivo e presente in mezzo a noi. E in Lui, allora, anche tutta la realtà creata può diventare segno; nella sua storia, la nostra storia diventa segno di amore di Dio ed anche i sacramenti e la vita della Chiesa sono allora segni di salvezza. Se tutto questo è vero, chiediamoci, ho ancora bisogno di qualche piccolo prodigio per credere che Dio mi vuole bene?

 

 

MARTEDI’ 16 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Onesto; Santa Lucilia, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

CAMBIA IL NOSTRO CUORE DI PIETRA, IN UN CUORE DI CARNE CAPACE D'AMARE.

 

HANNO DETTO: È vero che non sei responsabile di quello che sei, ma sei responsabile di quello che fai di ciò che sei. (Jean Paol Sartre)

SAGGEZZA POPOLARE: Dicono che il mondo è di chi si alza presto al mattino. Sbagliato! Il mondo è di chi è felice di alzarsi.

UN ANEDDOTO: Il P. Lacordaire, convertito, avvocato, domenicano, deputato, famoso predicatore, accademico di Francia, si era composto un "Codice delle piccole buone azioni". Eccolo per un esame di coscienza: 

Sorridi alla monotonia del dovere quotidiano. 
Taci quando ti accorgi che qualcuno ha sbagliato. 
Elogia il fratello che ha operato il bene. 
Rendi un servizio a chi ti è sottoposto. 
Partecipa al gioco dei fanciulli, i prediletti di Dio. 
Stringi cordialmente la mano al fratello che è nella tristezza. 
Parla con dolcezza agli impazienti e agli importuni. 
Guarda con affetto chi nasconde un dolore. 
Riconosci umilmente il tuo torto. 
Saluta affabilmente gli umili. 
Abbi un pentimento sincero per il male fatto.

PAROLA DI DIO: Gen 6,5-8; 7,1-5.10; Sal 28; Mc 8,14-21

 

Vangelo Mc 8,14-21

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane. Allora Gesù li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano pane. Si accorse di questo e disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici». «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette». E disse loro: «Non comprendete ancora?». Parola del Signore

 

“PERCHÉ DISCUTETE CHE NON AVETE PANE? NON CAPITE ANCORA E NON COMPRENDETE? AVETE IL CUORE INDURITO?”

Gesù rimane colpito, addolorato dall’incredulità ma soprattutto da quella dei suoi amici, i discepoli.

“Ci fossimo stati noi al posto dei discepoli!” Non so, se sempre noi possiamo dire di “aver capito” la Parola di Dio che con tanta abbondanza ci parla dalla Sacra Scrittura, dalla predicazione, dal magistero della Chiesa. Chi sa se sempre con entusiasmo l’abbiamo ricercata, meditata, vissuta e testimoniata?

In che modo poi siamo attenti ai “segni dei tempi” attraverso i quali si manifesta il provvidenziale disegno di Dio?

Facendo questo esame di coscienza passa la voglia di puntare il dito sulle incredulità degli apostoli e viene invece un senso di stupore nei confronti della pazienza che Gesù ha con noi e con la nostra difficoltà e incapacità di credere.

 

 

MERCOLEDI’ 17 FEBBRAIO: LE CENERI

Tra i santi ricordati oggi: Santi sette fondatori dell’ordine dei Servi di Maria; San Fuldrado.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE ASCOLTA, PADRE PERDONA, FA' CHE VEDIAMO IL TUO AMORE.

 

HANNO DETTO: Il piacere della critica ci toglie quello di essere vivamente commossi da cose molto belle. (La Bruyere)

SAGGEZZA POPOLARE: Se l'invidia fosse febbre tutto il mondo ce l'avrebbe.

UN ANEDDOTO: Vidi un negozio che aveva questa insegna: “Il negozio della verità” Entrai e la commessa mi chiese se desiderassi acquistare la verità parziale o quella totale. La verità totale, ovviamente. Mi indicò il cartellino del prezzo facendomi notare: “Il prezzo è molto alto”. “Quant'è?”. “Se lei sceglie questa dovrà pagarla perdendo il riposo per il resto della sua vita”. Uscii da negozio tristemente. Avevo creduto di poter avere tutta la verità ad un prezzo modesto.

PAROLA DI DIO: Gl 2,12-18; Sal 50; 2Cor 5,20 – 6,2; Mt 6,1-6.16-18

 

Vangelo Mt 6,1-6.16-18

Dal vangelo secondo Matteo 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto, e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà». Parola del Signore 

 

Oggi, la Bibbia commenta il Vangelo

o    Dei tuoi beni fa elemosina. Non distogliere mai lo sguardo dal povero, così non si leverà da te lo sguardo di Dio. (Tb. 4,7)

o    La tua elemosina sia proporzionata ai beni che possiedi: se hai molto, dà molto; se poco, non esitare a dare secondo quel poco. (Tb. 4,8)

o    Per tutti quelli che la compiono, l'elemosina è un dono prezioso davanti all'Altissimo. (Tb. 4,11)

o    Dà il tuo pane a chi ha farne e fa parte dei tuoi vestiti agli ignudi. Dà in elemosina quanto ti sopravanza e il tuo occhio non guardi con malevolenza, quando fai l'elemosina. (Tb. 4,16)

o    Buona cosa è la preghiera con il digiuno e l'elemosina con la giustizia. Meglio il poco con giustizia che la ricchezza con ingiustizia. Meglio è praticare l'elemosina che mettere da parte oro. (Tb. 12,8)

o    Ora, figli, vi comando: servite Dio nella verità e fate ciò che a lui piace. Anche ai vostri figli insegnate l'obbligo di fare la giustizia e l'elemosina, di ricordarsi di Dio, di benedire il suo nome sempre, nella verità e con tutte le forze. (Tb. 14,8)

o    «Perché digiunare, se tu non lo vedi, mortificarci, se tu non lo sai?». Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari, angariate tutti i vostri operai. (Is. 58,3)

o    È forse come questo il digiuno che bruno, il giorno in cui l'uomo sì mortifica? Piegare come un giunco il proprio capo, usare sacco e cenere per letto, forse questo vorresti chiamare digiuno e giorno gradito al Signore? (Is. 58,5)    

o    Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? (Is. 58,6)

o    Se offrirai il pane all'affamato, se sazierai chi è digiuno, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio. (Is. 58,10)

 

 

GIOVEDI’ 18 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Claudio, martire; Santa Costanza di Vercelli.

Una scheggia di preghiera:

 

TU CI HAI AMATI, SIGNORE, FINO ALLA CROCE.

 

HANNO DETTO: È sempre possibile imparare ciò che non si sa ma non ciò che si crede di sapere. (G. Thibon)

SAGGEZZA POPOLARE: Alla porta di chi ride, la fortuna giunge. (Proverbio Giapponese)

UN ANEDDOTO: La catena si vergognava di sé stessa: “Ecco tutti mi schivano – pensava - e ne hanno ben ragione: la gente ama la libertà e odia le catene” Passò un uomo, prese la catena, salì su un albero ne legò ad un ramo robusto i due capi e ne fece un’altalena. Ora la catena serve a far volare in alto i figli di quell'uomo, ed è molto contenta.

PAROLA DI DIO: Dt 30,15-20; Sal 1; Lc 9,22-25

 

Vangelo Lc 9,22-25

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina sé stesso?». Parola del Signore

 

“SE QUALCUNO VUOL VENIRE DIETRO A ME, RINNEGHI SÉ STESSO, PRENDA LA SUA CROCE, OGNI GIORNO, E MI SEGUA”.

Gesù annuncia di essere il Messia crocifisso, ma parla anche della croce del cristiano. Quale sarà questa croce? Non è una croce che possiamo programmare noi. La croce è già lì: i fastidi, le tribolazioni, i problemi, le sofferenze, le difficoltà, le incomprensioni, gli impegni gravosi della vita quotidiana. Tuttavia, non basta portare la croce. Non è sufficiente dire: “Anch’io ho la mia croce da portare”. Occorre portarla secondo la logica di Cristo, nella prospettiva del Regno. Croce di Cristo vuol dire sacrificio per amore. Disponibilità a perdere la propria vita. Solidarietà coi poveri. Impegno di giustizia. Lotta per abolire le divisioni tra gli uomini, insomma, non basta pronunciarsi per Lui, bisogna tenergli dietro. La croce diventa la misura della fedeltà. Non si tratta, beninteso, né di cercare, né tantomeno di amare la croce. Quanto piuttosto di amare attraverso la croce.

 

 

VENERDI’ 19 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Corrado Gonfalonieri; San Mansueto, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIAMO UNA COSA SOLA IN TE, SIGNORE GESU'.

 

HANNO DETTO: Tutto ciò che ci irrita negli altri può portarci a capire noi stessi. (Jung)

SAGGEZZA POPOLARE: La tristezza chiude le porte del cielo, la preghiera le apre, la gioia le abbatte.

UN ANEDDOTO: Un uomo brizzolato aveva due amanti: una molto più giovane di lui, ed una molto più anziana. Quella più anziana vergognandosi di avere una relazione con un uomo molto più giovane di lei, ogni volta che il suo amante andava a trovarla, gli strappava i capelli neri. Quella più giovane che si dispiaceva di avere un amante vecchio, gli strappava i capelli bianchi. In breve, l'uomo divenne calvo.

PAROLA DI DIO: Is 58,1-9a; Sal 50; Mt 9,14-15

 

Vangelo Mt 9,14-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno». Parola del Signore

 

“PERCHE' MENTRE NOI DIGIUNIAMO, I TUOI DISCEPOLI NON DIGIUNANO?”.

Quante volte cerchiamo di comprarci Dio con le pratiche religiose! “Questo rosario lo dico perché il Signore mi dia...”

“Faccio i primi nove venerdì del mese così sono sicuro di andare in Paradiso” “Vado a Messa la domenica così sono a posto con Dio”

“Sono stato generoso con quel povero... adesso tocca a te, Signore!”.

Gesù è venuto a liberarci da queste schiavitù! Dio è un padre buono, non un commerciante! Se c’era qualcosa da pagare l’ha già fatto Gesù per tutti noi! Il Signore non vuole delle cose, vuole te!

 

 

SABATO 20 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Eleuterio di Tornai; San Nemesio.

Una scheggia di preghiera:

 

CHIAMAMI PER NOME, DIO MIO.

 

HANNO DETTO: Se a ciascuno l'interno affanno si leggesse scritto in fronte, quanti mai che invidia fanno ci farebbero pietà. (Pietro Metastasio)

SAGGEZZA POPOLARE: Mai la catena ha fatto un buon cane.

UN ANEDDOTO: La luna piena minchionò la lucciola: “Sarà l'effetto de l'econimia ma quel lume che ti porti è deboluccio...” “Sì, disse quella, ma la luce è mia” (Trilussa)

PAROLA DI DIO: Is 58,9b-14; Sal 85; Lc 5,27-32

 

Vangelo Lc 5,27-32

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano». Parola del Signore

 

“LEVI, LASCIANDO TUTTO SI ALZO', LO SEGUI'”.

Gesù non segue schemi prefabbricati. Egli sceglie come apostolo un pubblico peccatore, uno che raccoglieva tasse per conto dell’odiata armata di occupazione romana. Gesù si fida che un uomo toccato dalla grazia possa cambiare. Cominciamo col chiederci: lo credo che l’uomo, anche il più incallito peccatore o nemico possa cambiare?

Do agli altri questa possibilità?

Credo per me stesso alla possibilità di cambiare?

Levi-Matteo lascia “tutto”, cambia totalmente per seguire Gesù. Ci sono delle cose alle quali io ho rinunciato per seguire il Cristo?

Ci sono delle cose a cui dovrei rinunciare per seguirlo?

La quaresima dovrebbe essere un tempo di purificazione e di “alleggerimento”. Solo quando si è più leggeri, quando si lasciano certi pesi, si può pensare di mettersi in cammino per seguire Gesù.

 

 

DOMENICA 21 FEBBRAIO: 1^DOMENICA DI QUARESIMA ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: San Pier Damiani, Vescovo e dottore della Chiesa; Santa Eleonora, regina

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, CONVERTICI E AUMENTA LA NOSTRA FEDE.

 

HANNO DETTO: Mio Dio fa diventare buoni i cattivi e simpatiche le persone buone. (Mark Twain)

SAGGEZZA POPOLARE: È il cuore, non la ragione che avverte la presenza della divinità. (Proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: C'era un ragazzo che aveva il vizio di parlare molto più del necessario. “Che lingua – sospirarono un giorno i denti – Non sta mia ferma, non sta mai zitta.”. “Che avete voi da mormorare – rispose con arroganza la lingua. Voi denti non siete che dei servi incaricati di masticare ciò che io scelgo”. Ma un giorno che il ragazzo, dopo aver commesso una marachella, permise alla sua lingua di dire una grossa bugia, i denti obbedendo al cuore morsero la lingua. La lingua arrossì di sangue e il ragazzo arrossì di vergogna. Da quel giorno la lingua diventò cauta e giudiziosa e prima di parlare ci pensava due volte. (Leonardo da Vinci)

PAROLA DI DIO: Gen 9,8-15; Sal 24; 1Pt 3,18-22; Mc 1,12-15

 

Vangelo Mc 1,12-15

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Parola del Signore

 

“LO SPIRITO SOSPINSE GESÙ NEL DESERTO E NEL DESERTO RIMASE QUARANTA GIORNI, TENTATO DA SATANA.”

La tentazione è sempre presente nella vita di Gesù ed è sempre la stessa che si presenta in modi diversi: “Perché soffrire? Se sei Figlio di Dio scegli la strada più facile! non dipendere dalla volontà del Padre, arrangiati da solo!”.

Può sembrarci strano che il diavolo combatta questa battaglia con Gesù, quando sa che Gesù è Figlio di Dio. Eppure, è proprio dove c'è il bene che il male tenta in tutte le maniere. Quando ci sembra che il male ci lasci troppo in pace è il momento di chiederci con preoccupazione se non siamo già suoi. Quando siamo tentati vuol dire che un po’ di bene c’è in noi, se il male prova ad allontanarci.

Ma per vincere la tentazione ci vuole deserto e preghiera. Deserto nel senso di badare alle cose essenziali, scrollandoci di dosso tutto il superfluo; deserto nel senso di non attaccarci a noi stessi e alle nostre cose. E poi, preghiera, non tanto come parole dette al Signore, quanto come fiducia e abbandono in Lui. Io non mi sento capace di vincere la tentazione con le mie povere forze, ma so che con Lui il male ha già perso.

 

 

LUNEDI’ 22 FEBBRAIO: CATTEDRA DI SAN PIETRO APOSTOLO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Margherita da Cortona.

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDICI, SIGNORE, L'OPERA DEL NOSTRO PAPA.

 

HANNO DETTO: La felicità è una signora che vuol esser servita con mani pulite. (Tullio Consalvatico)

SAGGEZZA POPOLARE: Le pietre scagliate contro chi sbaglia fanno un morto. La misericordia può fare un risorto.

UN ANEDDOTO: Due uomini percorrevano insieme la stessa strada. Ciascuno portava sulle spalle un pesante fardello. Uno se lo tenne addosso durante tutto il cammino; l'altro invece si fermava ogni momento, deponeva il fardello, sedeva per prendere fiato, poi se lo ricaricava sulle spalle. Ad ogni ferma egli doveva fare un'ulteriore fatica per ricaricarselo. Alla fine del viaggio colui che si era tolto di spalla molte volte il fardello si era affaticato più dell'altro che se lo era tenuto sempre addosso. (Lev Tolstoj)

PAROLA DI DIO: 1Pt 5,1-4; Sal 22; Mt 16,13-19

 

Vangelo Mt 16,13-19

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Parola del Signore

 

BEATO SEI TU, SIMONE, FIGLIO DI GIONA”

«Beato te, Simone!». Certamente il cuore di Simon Pietro ha avuto un sobbalzo di gioia in quel momento straordinario nel quale, a Cesarea di Filippo, Gesù tesseva di lui un elogio così grande. È stato un culmine nella vita di Pietro. Uno di quei momenti che segnano una persona per sempre. Una nuova chiamata, dopo quella, ugualmente decisiva, avvenuta tempo prima mentre pescava sul lago di Galilea. Simone diventa la pietra sulla quale Gesù può edificare la sua chiesa. Quale onore più grande per Simone, oscuro e impulsivo pescatore, è possibile pensare? Eppure, la vita di Pietro dovrà passare per altri culmini: non più di onore e di gloria, ma di fallimento. Passerà per l'incomprensione del messaggio di Gesù e toccherà l'abisso del tradimento di colui a cui doveva tutto. Alla gioia di oggi occorre associare le lacrime amare dopo il canto del gallo. Eppure, Pietro rimane pietra per Gesù, che non ritira la sua fiducia, ma la rilancia chiedendo a lui un amore più grande: «Mi ami tu?». Anche la nostra vita passa per mille controversie, vette e abissi, gioie e dolori, tradimenti, peccati... Gesù non per questo ci abbandona. No, perché grazie alla sua croce, tutto concorre al bene di coloro che amano Dio.

 

 

MARTEDI’ 23 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Policarpo, vescovo e martire; Santa Romana di Todi.

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE NOSTRO.

 

HANNO DETTO: Una vita troppo seria raffredda i vicini, ma anche il proprietario. (Mago Sales)

SAGGEZZA POPOLARE: I potenti hanno braccia lunghe, ma non tanto da giungere fino al cielo. (Proverbio Danese)

UN ANEDDOTO: Tre giovani avevano compiuto diligentemente i loro studi alla scuola di grandi maestri. Prima di lasciarsi fecero una promessa: avrebbero percorso il mondo e si sarebbero ritrovati, dopo un anno, portando la cosa più preziosa che fossero riusciti a trovare. Il primo non ebbe dubbi: partì alla ricerca di una gemma splendida ed inestimabile. Attraversò mari e deserti, salì sulle montagne e visitò città fino a quando non l'ebbe trovata: era la più splendida gemma che avesse mai brillato sotto il sole. Tornò allora in patria in attesa degli amici.

Il secondo tornò poco dopo tenendo per mano una ragazza dal volto dolce ed attraente. "Ti assicuro che non c'è nulla di più prezioso di due persone che si amano" disse. Si misero ad aspettare il terzo amico. Molti anni passarono prima che questi arrivasse. Era infatti partito alla ricerca di Dio. Aveva consultato i più famosi maestri di spiritualità esistenti sulla terra, ma non aveva trovato Dio.

Aveva studiato e letto, ma senza trovare Dio. Aveva rinunciato a tutto, ma Dio non lo aveva trovato. Un giorno, stremato per il tanto girovagare, si abbandonò nell'erba sulla riva di un lago. Incuriosito seguì le affannate manovre di un'anatra che in mezzo ai canneti cercava i piccoli che s'erano allontanati da lei. I piccoli erano numerosi e vivaci, e sino al calar del sole l'anatra cercò, nuotando senza posa tra le canne, finché non ebbe ricondotto sotto la sua ala l'ultimo dei suoi nati. Allora l'uomo sorrise e fece ritorno al paese. Quando gli amici lo rividero, uno gli mostrò la gemma e l'altro la ragazza che era diventata sua moglie, poi pieni di attesa, gli chiesero: "E tu, che cosa hai trovato di tanto prezioso?

Qualcosa di magnifico, se hai impiegato tanti anni. Lo vediamo dal tuo sorriso...". "Ho cercato Dio" rispose il giovane. "E lo hai trovato?

È per questo che hai impiegato così tanto tempo?" chiesero i due, sbalorditi. "Sì, l'ho trovato e se ho impiegato tanto tempo era perché commettevo l'errore di andare a cercare Dio, mentre in realtà, era Lui che stava cercando me..." Non devi fare molto, tu. Solo lasciarti trovare da Dio. Lui ti sta cercando.

PAROLA DI DIO: Is 55,10-11; Sal 33; Mt 6,7-15

 

Vangelo Mt 6,7-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose, avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi, ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe». Parola del Signore

 

“VOI DUNQUE PREGATE COSÌ: PADRE NOSTRO”

Gesù ha sempre chiamato Dio con il nome di Padre e insegna anche a noi a chiamarlo così. E noi come bambini piccoli balbettiamo quello che ha detto il nostro fratello maggiore, e lo facciamo mossi dallo Spirito, perché nessuno può chiamare Dio “Padre” se non è lo stesso Spirito di Gesù che lo prega in noi. “Padre nostro”: noi, a volte, lo diciamo per abitudine, senza pensarci. Santa Teresa d’Avila diceva che spesso le bastavano queste due parole per immergersi in una lunga preghiera. Chiamare Dio “Padre”, non è una finzione poetica, né un modo di dire sentimentale. Dio è veramente nostro Padre. Per la fede in Cristo Egli ci fa suoi figli: “Noi siamo sin d’ora figli di Dio, ma ciò che saremo non è ancora stato rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a Lui, perché lo vedremo così come egli è” (1 Gv. 3,1).

E l’altro mistero di queste parole è che, dato che abbiamo un unico Padre, dato che Cristo è il fratello di tutti, anche noi siamo fratelli. Fede e fiducia, amore e umiltà, filiazione e fraternità si danno appuntamento nella preghiera del “Padre Nostro”.

 

 

MERCOLEDI’ 24 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Modesto, vescovo; San Sergio, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

CRISTO È RISORTO, ALLELUIA, VINTA È ORMAI LA MORTE, ALLELUIA.

 

HANNO DETTO: Tutta la vostra infelicità consiste nell'ignorare quanto siete belli. Ognuno di voi potrebbe rendere felici tutti; e questo potere è concesso a tutti, soltanto è sepolto così profondamente dentro di voi che voi stessi non ci credete neppur più. (Feodor Dostoevskij)

SAGGEZZA POPOLARE: A essere buoni per primi si guadagna tempo e si digerisce meglio.

UN ANEDDOTO: Una pietra, un giorno, colpita dall'acciarino si rivoltò sorpresa e indignata dicendogli: “Ma cosa ti piglia? Lasciami stare perché non ho mai fatto del male a nessuno!” L'acciarino guardandola le rispose sorridendo: “Se tu avrai un po' di pazienza, vedrai che frutto meraviglioso farò uscire da te!” A queste parole la pietra si consolò, e con grande pazienza sopportò il martirio che l'acciarino le infliggeva con le sue percosse. Finché all'improvviso essa partorì il meraviglioso fuoco, il quale, con le sue virtù, compiva opere straordinarie. (Leonardo da Vinci)

PAROLA DIO: Gn 3,1-10; Sal 50; Lc 11,29-32

 

Vangelo Lc 11,29-32

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona». Parola del Signore

 

“COMINCIÒ A DIRE: “QUESTA GENERAZIONE È UNA GENERAZIONE MALVAGIA; ESSA CERCA UN SEGNO, MA NON LE SARÀ DATO NESSUN SEGNO FUORCHÈ IL    SEGNO DI GIONA”.

Non sono soltanto “alcuni scribi e farisei” a chiedere a Cristo un segno, qualcosa di tangibilmente prodigioso per credere in lui. Siamo tutti in cerca di un segno: crediamo, ma spesso ci leghiamo a miracoli, ad apparizioni, a poteri straordinari. Anche per fidarci di autentici discepoli di Cristo, uomini e donne del nostro tempo, attendiamo da loro che ci stupiscano con l’impossibile. Gesù si è indignato di fronte a tale richiesta e non ha promesso altro segno che quello di Giona, il segno della sua resurrezione; l’episodio di Giona, per tre giorni nel ventre delta balene, ne è simbolo.

La resurrezione del Signore opera in noi dandoci la forza, la certezza di risorgere quotidianamente in attesa della resurrezione finale nella gloria. “Resurrezione” è fiducia e coraggio di vivere, è liberante superamento del male che è in noi, è trasformazione di noi stessi in “uomo nuovo”, ogni giorno nuovo, li “segno” per la nostra fede è soprattutto sentire in noi la forza operante di Cristo risorto.

 

 

GIOVEDI’ 25 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Cesario; San Donato di Zara.

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE, SIA FATTA LA TUA VOLONTA', PERCHE' ESSA È IL MIO BENE.

 

HANNO DETTO: La gioia e l'amore sono le ali per le più grandi imprese. (J.W. Goethe)

SAGGEZZA POPOLARE: Prendere riempie le mani; dare riempie il cuore.

UN ANEDDOTO: Un giorno a un uomo sfuggì dal cuore – e dalla bocca – una calunnia contro un amico. Fu come lanciare una palla di neve dalla cima di un monte. In pochissimo tempo la calunnia crebbe, ingigantì, rotolò schiantando alberi e trascinando con sé macigni e terra, finché si schiantò a fondovalle con fragore di tuono. L'amico ne rimase ucciso e l'uomo non ebbe più lacrime per piangere. Ma piangere in questo caso non serve. L'uomo cercò di riparare il mal fatto. S'accusò pubblicamente di menzogna, cantò le lodi dell'amico... Non ci fu niente da fare. Gli uomini bevono le calunnie come miele, le lodi sono per loro come assenzio. (Piero Gribaudi)

PAROLA DI DIO: Est 4,17; Sal 137; Mt 7,7-12

 

Vangelo Mt 7,7-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono! Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti». Parola del Signore

 

“CHIEDETE E VI SARA’ DATO”.

Sono molti e diversi i modi di chiedere. C’è chi non chiede (“lo basto a me stesso! Piuttosto che chiedere sto senza”); c’è chi chiede con prepotenza ed arroganza (“Chiedo, ma mi è dovuto”); chi contratta (“lo ti do se Tu mi dai”); chi per ottenere “lecca” (“Sei veramente buono, grande, quindi dammi”); chi chiede per non doversi impegnare (“certe cose le potrei ottenere con il lavoro, con lo sforzo, ma è più facile chiederle a chi può darmele gratis”); ci sono i professionisti del chiedere (pensate a certa gente che vive bene di assistenza); c’è chi chiede perché ha bisogno, con dignità e umiltà. Gesù ci dice di chiedere per ottenere nella preghiera. Ma in quale categoria e con quale atteggiamento sono le mie richieste?

Gesù, poi, ci assicura che il Padre è disponibile al nostro bene ma in un altro passo del Vangelo dice: “Voi chiedete e non ottenete, perché chiedete male e per i vostri interessi”. Possiamo e dobbiamo chiedere “qualsiasi cosa” al Signore, ma non dobbiamo mai dimenticarci che Egli, sapientemente vuole darci solo “cose buone”, proprio come farebbe un buon padre terreno nei confronti dei propri figli. Nella preghiera ci deve perciò accompagnare costantemente un umile fiducia e un legittimo sospetto che forse non siamo sempre in grado di chiedere cose buone secondo la visione di Dio e di conseguenza, può capitare, e capita che la risposta di Dio alle nostre preghiere non coincida con le nostre richieste. Del resto, il primo motivo della nostra preghiera è sempre quello che Gesù stesso ci ha suggerito nel Padre Nostro, che si compia cioè in noi la volontà di Dio. Lo stesso Gesù nel dramma della sua agonia nel Getzemani così invoca il Padre: “Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!”. Quel “come vuoi tu”, riferito a Dio, dovrebbe risuonare fiduciosamente al termine di ogni nostra richiesta, anche la più urgente!

 

 

VENERDI’ 26 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Nestore, vescovo; San Porfirio, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, O DIO, SEI IL SOLO GIUSTO E FONTE DI OGNI GIUSTIZIA.

 

HANNO DETTO: Ognun vede quel che tu pari, pochi sentono quel che tu sei. (Macchiavelli)

SAGGEZZA POPOLARE: Le parole non fanno cuocere il riso.

UN ANEDDOTO: Un uomo litigò col suo più caro amico e gli disse: “Mi hai profondamente deluso”. L'amico gli fece una smorfia e se ne andò. Passato poco tempo entrambi morirono e si presentarono davanti al Giudice. Ad un certo punto il Giudice, guardando le carte disse all'uomo: “Vedo qui una lite tra voi due. Chi aveva torto?” “Lui – rispose l'uomo – sparlava alle mie spalle”. “Ma dimmi: come parlava dei vicini?” “Veramente è sempre stato un mala lingua!” rispose l'uomo. “E tu lo hai scelto come amico? - esclamò il giudice – Mio caro qui non sappiamo che farcene degli sciocchi”. (R.L. Stevenson)

PAROLA DI DIO: Ez 18,21-28; Sal 129; Mt 5,20-26

 

Vangelo Mt 5,20-26

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!». Parola del Signore

 

“SE LA VOSTRA GIUSTIZIA NON SUPERERÀ QUELLA DEGLI SCRIBI E DEI FARISEI, NON ENTRERETE NEL REGNO DEI CIELI”.

Ma, quante giustizie ci sono? La giustizia è una sola, solo Dio è il Giusto. Gli uomini guardando a Lui, da Lui dovrebbero imparare la giustizia. Gli scribi e i farisei pensavano di essere giusti se osservavano la legge, in quanto dono di Dio. Però mancava loro una cosa, riconoscere che alla base di ogni atto di giustizia deve esserci la misericordia che c’è in Dio. Se ci si ferma alla legge c’è una giustizia solo formale, esteriore, che spesso rischia di non tener conto delle persone, che è solo osservanza esteriore, che si presta a tutti gli inghippi degli uomini. Gesù, con la legge dell’amore di Dio e del prossimo supera ogni formalismo ed esteriorità e ci aiuta a diventare giusti, non perché persone strettamente osservanti, ma perché capaci di avere un cuore che diventa grande a imitazione del cuore di Dio.

 

 

SABATO 27 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Leandro, vescovo; Santa Onorina, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, SIGNORE, A VEDERE IN OGNI UOMO UN FIGLIO TUO E UN NOSTRO FRATELLO.

 

HANNO DETTO: Chi ha passato anche un'ora sola ad addossarsi il pianto di un sofferente, è più vicino al mistero di Dio di colui che ha consultato tutti i libri e conosce tutti gli avverbi biblici. (Don Antonio Mazzi)

SAGGEZZA POPOLARE: Nell'industria del Signore, non vi sono pezzi sbagliati, prodotti di seconda scelta. Dio non crea scarti.

UN ANEDDOTO: Non appena venne eletto Papa, Giovanni XXIII, aumentò in modo considerevole gli stipendi degli impiegati della città del vaticano, cominciando da operai e giardinieri. Un prelato, trovando esagerato l'aumento dei piccoli salari, gli fece rispettosamente osservare che ciò sarebbe stato un aggravio eccessivo sul bilancio pontificio. Allora il Papa gli rispose sorridendo: “Non abbiamo soltanto aumentato gli stipendi più umili, ma anche diminuito quello degli alti funzionari. Prevedo perciò per la nostra cassa, un'economia di circa venti milioni al mese...”

PAROLA DI DIO: Dt 26,16-19; Sal 118; Mt 5,43-48

 

Vangelo Mt 5,43-48

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». Parola del Signore

 

“AMATE I VOSTRI NEMICI E PREGATE PER QUELLI CHE VI PERSEGUITANO”

Si può amare un nemico? uno che ti sta distruggendo la vita, che ti denigra davanti agli altri, che sta uccidendo un tuo caro? Se noi pensiamo che amare sia avere sentimenti di benevolenza, sia sentire il cuore battere di affetto, la risposta è no! È normale che se uno ti sta facendo del male, tu senta in tutto te stesso non solo il bisogno di difenderti ma anche la repulsione e l’avversione verso di lui. Amare il nemico allora può forse essere riuscire a trattenere l’ira e la voglia di vendicarsi? Chi riesce a far questo ha già fatto un grosso passo. Gesù ci indica però un’altra strada, rispettosa della nostra umanità, ma nello stesso tempo trascendente le semplici pulsioni dei sentimenti. Si tratta di vedere il prossimo e anche il nemico con gli occhi di Dio. Tu hai davanti un uomo, un figlio di Dio, peccatore come te, amato da Lui. Tu non sei il suo giudice, il giudizio spetta a Dio. Tu devi difenderti e difendere dal male ma non puoi non vedere in lui un fratello. Tu sei responsabile anche della sua salvezza. L’amore del nemico è allora una lunga strada da parte del credente per somigliare a Dio e a Cristo che sulla croce prega per i suoi persecutori e che regala sua Madre Maria, come Madre di chi lo sta mettendo in croce.

 

 

DOMENICA 28 FEBBRAIO: 2^DOMENICA DI QUARESIMA ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Fedele, martire; San Ferruccio, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

CONTEMPLO, GESU', IN TE E NEI FRATELLI IL TUO VOLTO GLORIOSO E DOLOROSO.

 

HANNO DETTO: Amare qualcuno significa essere l'unico a vedere ciò che gli altri non vedono. (Francois Mauriac)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando tutto sembra finito, resta il futuro. (proverbio Ebraico)

UN ANEDDOTO: Un giorno Pecora Depressa si lamentava: «Nessuno mi ama, nessuno mi vuole bene.»
«Non è vero! - replicò Scribia - Il Buon Pastore ti ama e si prende cura di te.» «Ma il Buon Pastore ama perché è buono; e poi, lui ama tutte! Io voglio essere amata e apprezzata per le mie buone qualità», replicò Pecora Depressa. «Non c'è problema, - incalzò Scribia - io conosco molti che ti apprezzerebbero e ti amerebbero per le tue buone qualità: per la tua lana, per il tuo latte, e perfino per la tua carne.» «Ma questo sarebbe amore interessato! - interruppe scandalizzata Pecora Depressa - Io non voglio essere amata per quello che ho, ma per quello che sono!» «Allora, - replicò Scribia - non ti resta che l'amore del Buon Pastore.»

PAROLA DI DIO: Gen 22,1-2.9a.10-13.15-18; Sal 115; Rm 8,31b-34; Mc 9,2-10

 

Vangelo Mc 9,2-10

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti. Parola del Signore

 

FU TRASFIGURATO DAVANTI A LORO”

È un momento difficile per gli apostoli. Gesù deve mettere in crisi ciò che essi pensavano del Messia. Il Cristo non è il re glorioso e potente che libera dai poteri terreni, è il Dio che viene per servire e che accetta l’ignominia e la morte come l’ultimo dei peccatori. Perciò Gesù, per aiutarli, anticipa la gloria della sua risurrezione e il Padre indica ancora una volta in Gesù il Figlio delle sue compiacenze e aggiunge un comando: “Ascoltatelo”. Sono molti i segni di questo brano di Vangelo: il monte, luogo della preghiera; la nube segno della presenza di Dio; i personaggi dell’Antico Testamento che indicano la legge e i profeti; gli apostoli smarriti un po‘ come noi; la veste bianca che ci ricorda il battesimo… ma vorrei oggi fermarmi sul volto di Gesù: noi dobbiamo scorgere il vero volto di Gesù quando è luminoso e quando è deformato. Gli apostoli presenti alla trasfigurazione saranno anche testimoni della sofferenza e dell’agonia di Gesù nell’orto degli ulivi, così come saranno testimoni della sua risurrezione. Ma Gesù è presente anche nei nostri fratelli e spesso il loro volto è deturpato dall’ingiustizia, dalla violenza, dal sopruso. Se vogliamo vedere Gesù dobbiamo riconoscerlo nelle persone che gioiscono e nelle persone che soffrono. Spesso corriamo il rischio di annunciare la vittoria del Signore sul peccato e sulla morte, dimenticando le tenebre del Venerdì Santo e il grave silenzio del Sabato Santo. Potremo parlare di vittoria, di risurrezione solo se intanto sapremo accettare la passione col Signore e se ci faremo carico delle pene, delle sofferenze del nostro prossimo. Cerchiamo dunque i momenti di contemplazione, di preghiera prolungata, di silenzio davanti a Dio, per ridiscendere a valle, nella città degli uomini che soffrono, che sono bisognosi di aiuto concreto e generoso. Più che le nostre parole saranno i nostri gesti a testimoniare la nostra fede nel fatto che tutti i volti sfigurati dal peccato, dal male, dalla morte, saranno trasfigurati nella luce della gloria di Cristo risorto.

     
     
 

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