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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

NOVEMBRE 2020

 

DOMENICA 1° NOVEMBRE: FESTA DI TUTTI I SANTI

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA GLORIA, SIGNORE, SI MANIFESTA NELLA VITA DEI SANTI E DEGLI UMILI.

 

HANNO DETTO: Da quando Dio in Cristo è divenuto uomo, si deve trattare Dio come un uomo, l'uomo come Dio. (Cardinal Joachim Meisner)

SAGGEZZA POPOLARE: Bisogna far la veste secondo il panno.

UN ANEDDOTO: Vorrei parlare di un sogno, si d’un sogno fatto a vent’anni, quando tutto mi si presentava sotto roseo aspetto. Sognai di trovarmi tra una folla tumultuante che applaudiva, ma io non vedevo e non capivo per cosa. Finalmente riuscii ad aprirmi un varco e mi trovai di fronte a Gesù e agli apostoli. Mi sentii rivolgere una domanda: Cosa vuoi? — La felicità! Ma un apostolo, dopo aver sfogliato un grande libro, mi comandò: Metti la gelosia in un sacco! — Ma io ho chiesto la felicità — risposi delusa. Fu allora che Gesù osservò: — Proprio in questo consiste la felicità! Durante il corso della mia vita, contenta sempre del mio stato, compresi il giusto significato di quelle parole, che mi resero sempre serena e felice. (T.B. in: Famiglia Cristiana)

PAROLA DI DIO: Ap. 7,2-4.9-14; Sal. 23; 1Gv.3,1-3; Mt. 5,1-12

 

Vangelo Mt 5,1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli». Parola del Signore

 

“BEATI VOI QUANDO VI INSULTERANNO, VI PERSEGUITERANNO E, MENTENDO, DIRANNO OGNI SORTA DI MALE CONTRO DI VOI PER CAUSA MIA. RALLEGRATEVI ED ESULTATE!”

Gesù, faccio tanta fatica a capire questa pagina del Vangelo: come dicono i piemontesi: “Al'è contra tute le baboie”, è ostica, difficile, a prima vista irrealizzabile, fuori del nostro mondo. Quante volte ti ho detto queste cose nella mia vita. E Tu sembri non rispondere, ma ripetere solo queste parole che sono il centro del tuo messaggio. Ma con la festa di oggi mi stai dando la tua risposta silenziosa: perché Maria è beata, santa, felice? Perché a creduto e vissuto questa pagina! Perché tante persone, quanti sono i santi, canonizzati o meno, pur essendo passati attraverso il martirio, il dolore, l'incomprensione sono stati e sono felici? Perché hanno creduto e vissuto questa pagina del Vangelo in umiltà e fiducia. Non è questione di capire tutto (a questo forse ci si arriva dopo), si tratta di vivere e allora davvero santità e felicità sono una cosa sola.

 

 

LUNEDI’ 2 NOVEMBRE: COMMEMMORAZIONE DEI FEDELI DEFUNTI

Una scheggia di preghiera:

 

IO CREDO, RISORGERO', QUESTO MIO CORPO VEDRA' IL SALVATORE.

 

HANNO DETTO: Nei certificati di nascita è scritto dove e quando un uomo viene al mondo, ma non vi è specificato il motivo e lo scopo. (A. P. Cechov)

SAGGEZZA POPOLARE: Una delle maggiori mortificazioni è quella che si pratica frequentando la gente. (Detto Musulmano)

UN ANEDDOTO: Mi è capitato di vedere lavorare a New York il famoso Buffalo Bill. Era un giorno storto. Molti cow-boy avevano tentato invano di domare un focosissimo cavallo. Buffalo allora tentò lui. Depose speroni e frusta e cavalcò la bestia, che di nuovo s’impennò. Ma il grande domatore non si perse di coraggio, si chinò sul cavallo e gli sussurrò all’orecchio parole dolci. Questo, che s’aspetta frustate, s’arrese subito, quasi per incanto. Buffalo a chi si meravigliava della sua bravura rispose: Come ho fatto? Semplicissimo. Ho fatto capire a questo cavallo che chi lo cavalcava era un amico. Ecco tutto!

PAROLA DI DIO: Gb. 19,1.23-27; Sal. 26; Rom. 5,5-11; Gv. 6,37-40

 

Vangelo Gv 6,37-40

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno». Parola del Signore

 

“CHIUNQUE VEDE IL FIGLIO E CREDE IN LUI ABBIA LA VITA ETERNA; E IO LO RISUSCITERÒ NELL’ULTIMO GIORNO”.

Il pianto, il lutto, le lacrime, i ricordi, fanno parte del nostro bagaglio umano ed è giusto che abbiano il loro spazio e anche la loro rilevanza, ma non credete che certe tristezze, quasi cercate, che certe visite quotidiane o quasi ai cimiteri, che certe tiritere di piagnistei imposte a chi in tanti modi sta cercando di sollevarci non siano una vera e propria mancanza di fede? Insomma, crediamo alla risurrezione dei morti, crediamo alla misericordia di Dio, crediamo o no che in Gesù defunti e vivi sono in perfetta comunione e che noi, ogni volta che siamo in comunione con Lui, siamo anche in comunione con loro?

 

 

MARTEDI’ 3 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Martino de Porres; Santa Silvia; Santa Ginevra.

Una scheggia di preghiera:

 

BEATI GLI INVITATI ALLA CENA DEL SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Felici coloro che hanno la musica nel cuore e il sorriso sulle labbra. (Franz Schubert)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi affoga si attaccherebbe ai rasoi.

UN ANEDDOTO: Riferiva il compianto card. Congar che, durante le ultime giornate dei moti d’Algeria, Denise Walbert fu imprigionata e torturata perché rivelasse i nomi dei ribelli che aveva accolto nella sua casa: «E allora?» le domandavano, «Che cos’è lei? Comunista? È una progressista?». La Walbert ricorda: “Non sapevo che cosa rispondere, dato che non ero niente di tutto quello. Così dissi semplicemente: sono cristiana”

PAROLA DI DIO: Fil 2,5-11; Sal 21; Lc 14,15-24

 

Vangelo Lc 14,15-24

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!». Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”. Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”».  Parola del Signore

 

“UN UOMO DIEDE UNA GRANDE CENA E FECE MOLTI INVITI, MA TUTTI COMINCIARONO A SCUSARSI”.

Penso che una delle colpe maggiori che troveremo in noi, al termine della vita, sarà quella di aver perso un mucchio di occasioni propizie. Gesù racconta la parabola degli invitati a nozze e mette in evidenza come, davanti ad un invito gioioso si trovano persone che accampano scuse pur di non partecipare.

Dio mi offre il suo perdono… ma andare a confessarsi da un prete, peccatore come me. e poi, Dio non può perdonare in altri modi?

Gesù offre sé stesso nella Eucarestia ma io non ho tempo: la domenica è l’unico giorno della settimana in cui posso dormire un po’ di più…

Gesù bussa alla mia porta attraverso quell’anziano che ha bisogno di un po’ di compagnia, attraverso quel povero, ma io non ho tempo per loro, devo pensare agli affari miei.

Dio bussa al mio cuore attraverso la gioia o attraverso la sofferenza ma io penso alle mie piccole felicità piuttosto che alla sua gioia e io stramaledico e non voglio sentire parlare di sofferenza…

E Dio a forza di bussare e di trovare la porta chiusa non andrà forse a bussare da qualcun altro che, gioioso di un Dio che viene a trovarlo e beneficiarlo, lo accoglierà e si lascerà portare al suo banchetto?

 

 

MERCOLEDI’ 4 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Carlo Borromeo; San Gerardo di Angers.

Una scheggia di preghiera:

 

IN OGNI CROCE CON NOI CI SEI TU, GESU'.

 

HANNO DETTO: Chiunque mortifica sé stesso ma offende la concordia è come uno che loda Dio con lo strumento musicale, ma stonando nell'orchestra. (Girolamo di Stridone)

SAGGEZZA POPOLARE: Quel che dà la natura, per tutta la vita dura.

UN ANEDDOTO: L'attore inglese Michael Caine è cresciuto in una famiglia «ecumenica»: il padre era cattolico, la madre metodista. La tolleranza religiosa continua a far parte della vita dell'attore, che racconta: Da dieci anni mi sono sposato con una moglie mussulmana, e la nostra bambina ha due nomi, uno cristiano, Natascia, e uno islamico, Hallma. Una sera le ho chiesto quale preghiera dicesse nel coricarsi, e lei mi ha recitato la «Sura» del Corano che fa l'elogio della Madonna: «Ed ecco presero la parola gli angeli: O Maria, Allah ti ha prescelta, ti ha resa immacolata, ti ha posta sopra tutte le donne del creato ... Allah ti annuncia la buona novella d'una parola che viene da Lui e il cui nome sarà il Cristo»

PAROLA DI DIO: Fil 2,12-18; Sal 26; Lc 14,25-33

 

Vangelo Lc 14,25-33

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo». Parola del Signore

 

“CHI NON PORTA LA PROPRIA CROCE NON PUÒ ESSERE MIO DISCEPOLO”.

Parlare di croce mi è sempre stato difficile. La croce non mi piace, quando posso evitarla lo faccio volentieri, ho ritegno nel parlare anche delle croci altrui, perché ogni croce, ogni dolore mi mette a confronto con un mistero. Eppure la croce è una realtà per tutti, in essa ti imbatti inevitabilmente: ti ammali, subisci un incidente, colui che ami muore, sei incompreso, subisci persecuzione a causa della fede... Gesù non esalta la croce in se stessa ma la vede come un passaggio necessario per amare e per giungere alla vita, ecco perché ci invita a non subirla ma a portarla come l’ha portata Lui e dietro a Lui. Allora il pensare alla croce ci fa “sudare sangue”, ci fa gridare, ma ci fa anche andare “decisamente” nella prova. La croce ci fa capire la nostra debolezza ma anche la nostra grandezza, la povertà ma anche il destino della vita e, con Gesù, la croce sa già di risurrezione.

 

 

GIOVEDI’ 5 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Elisabetta e San Zaccaria; Sant’Emerico.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', SEI MORTO PER NOI MENTRE ERAVAMO PECCATORI.

 

HANNO DETTO: Noi cristiani non moriamo: la nostra tomba è la culla dell'anima nostra. (Balzac)

SAGGEZZA POPOLARE: Mille amici sono pochi; un nemico è sempre di troppo. (Proverbio Turco)

UN ANEDDOTO: Franz Werfel commentò così, dopo la guerra, le dilanianti lotte politiche dei partiti: “Il mondo ha dimenticato, a forza di agitarsi tra destra e sinistra, che esiste anche un Alto e Basso.

PAROLA DI DIO: Fil 3,3-8a; Sal 104; Lc 15,1-10

 

Vangelo Lc 15,1-10

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione. Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte». Parola del Signore

 

“I FARISEI E GLI SCRIBI MORMORAVANO: COSTUI ACCOGLIE I PECCATORI E MANGIA CON LORO”.

Una delle cose che ha maggiormente scandalizzato i giudei è la familiarità di Gesù con i peccatori. E’ stato un fatto che li ha mandati in crisi, che ha sconvolto il loro metro di giudizio, la loro sicurezza. Il Signore ci rincorre con la sua misericordia, viene a cercare l’uomo smarrito e perdona di cuore a chi ha sbagliato se trova in lui una sincera disponibilità al pentimento. Come è lontano il Dio vendicatore che tante volte ci immaginiamo! Anche la comunità cristiana dovrebbe dimostrare un’uguale apertura alla misericordia. Invece si è soliti creare la vita difficile a chi si è allontanato, a chi chiede di ritornare dopo essersi perso. Come dice Gesù, impariamo a non giudicare per non essere giudicati.

 

 

VENERDI’ 6 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Leonardo; San Demetrio.

Una scheggia di preghiera:

 

RENDICI SEMPLICI COME COLOMBE E ASTUTI COME SERPENTI.

 

HANNO DETTO: È per misericordia del Signore che tu ignori quando dovrai morire; ed è nascosto il giorno estremo, affinché tutti i giorni siano presi in considerazione. (S. Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Un nemico dichiarato è meno pericoloso di un amico ambiguo. (Proverbio Spagnolo)

UN ANEDDOTO: Molti anni fa un vescovo protestante della costa orientale degli Stati Uniti visitò una piccola università privata sulla costa occidentale. Fu ospitato in casa del rettore, il quale era un giovane insegnante di fisica e chimica, dalle idee progressiste. Il preside un giorno invitò a cena i membri della sua facoltà, in modo che potessero trarre frutto dalla saggezza ed esperienza del vescovo. Al termine della cena, la conversazione si focalizzò sulla fine del mondo e il vescovo asserì che non poteva essere lontana. Uno dei motivi da lui addotti a favore di quest'idea era che ormai nella natura non c'era più nulla da scoprire e che tutte le invenzioni possibili erano state esaurite.

Il preside dissentì garbatamente. Spiegò che, secondo lui, l'umanità era alle soglie di nuove e assai brillanti scoperte. Il vescovo sfidò il preside a citarne una e questi asserì di essere convinto che nel giro di cinquant'anni gli uomini avrebbero imparato a volare. Il vescovo scoppiò in una gran risata. “Sciocchezze, mio caro”, esclamò, “se fosse stato nei piani di Dio che noi volassimo, Egli ci avrebbe fornito di ali. Il volo è riservato agli uccelli e agli angeli”. Il nome del vescovo era Wright. Aveva due figli Orville e Wilbur, gli inventori del primo aeroplano.

PAROLA DI DIO: Fil 3,17 - 4,1; Sal 121; Lc 16,1-8

 

Vangelo Lc 16,1-8

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce». Parola del Signore

 

“I FIGLI DI QUESTO MONDO, INFATTI, VERSO I LORO PARI SONO PIÙ SCALTRI DEI FIGLI DELLA LUCE”.

Gesù lodando un amministratore infedele e ricordandoci la scaltrezza del mondo di certo non vuole darci come modello un imbroglione ma ci ricorda che siamo amministratori dei beni di Dio. Troppe volte, per falsa umiltà, per timidezza, per quieto vivere, abbiamo quasi paura di manifestare e di far portare frutto ai doni che Dio ci ha dato. Se il Signore ti ha dato intelligenza, usala per il bene dei fratelli; se hai il dono della sensibilità nei confronti dei malati, non rintanarti in casa tua; se conosci un po’ di Bibbia, non tenertelo per te; se hai il dono della preghiera, inserisci in essa il mondo intero... Essere “furbi” non significa ingannare gli altri ma usare bene dei doni ricevuti, saperli condividere in modo da essere poi accolti nell’altra vita dove sarà Gesù stesso a condividere con noi l’amore suo, del Padre, dello Spirito Santo.

 

 

SABATO 7 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ernesto; San Lazzaro Stilita.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI, SIGNORE, DALL'ATTACCAMENTO ALLE COSE.

 

HANNO DETTO: I morti pesano non tanto per assenza quanto per ciò che tra loro e noi, non è stato detto. (Susanna Tamaro)

SAGGEZZA POPOLARE: Chiedi la verità ai tuoi nemici. (Proverbio Iraniano)

UN ANEDDOTO: Socrate in punto di morte diceva: “Ecco è l'ora di andare: io a morire e voi a vivere. Chi di noi due va verso il meglio è oscuro a tutti fuorché al Dio.” Lo stesso pensiero, detto in altro modo era quello di Santa Teresina: “Non la morte viene a cercarmi, ma il buon Dio”.

PAROLA DI DIO: Fil 4,10-19; Sal 111; Lc 16,9-15

 

Vangelo Lc 16,9-15

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza». I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui. Egli disse loro: «Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole». Parola del Signore

 

FATEVI DEGLI AMICI CON LA RICCHEZZA DISONESTA”

Oggi Gesù parla di ricchezza “disonesta” e di denaro come “Mammona” che si oppone direttamente a Dio.

Quale è, questa ricchezza disonesta?

Il denaro gronda sempre fatica e sudore. La ricchezza è quasi sempre frutto di ingiustizie e diventa a sua volta strumento di ingiustizia.

Qualcuno dirà: “Ma io mi sono fatto da me! Quello che ho è frutto delle mie fatiche!” Può essere, ma non vuol forse dire che la tua vita è stata spesa per ottenere quello che hai?

Anche la grettezza, la paura del domani, l’avarizia sono un peccato contro l’uomo. E sei hai accumulato soldi non è forse perché se gli affari sono andati bene a te, devono essere andati male a qualcun altro?

La ricchezza poi è illusoria e traditrice. Promette e non mantiene le promesse. Seduce, carpendo la fiducia incondizionata dell’uomo, e poi delude. La ricchezza, poi si oppone direttamente a Dio e tende ad eliminarlo sostituendosi a Lui come idolo.

E, come scrive Pronzato: “L’operazione più subdola può essere quella di far indossare a Mammona la tunica del chierichetto e ammetterla a servire all’altare”. È necessario convincersi che non si può servire Dio con il denaro e neppure lo si può comprare a prezzo. Dio vuol essere servito nell’amore, nella gratuità, nella donazione di sé, nella fraternità, nel disinteresse… tutti mezzi di cui non dispone Mammona che invece è esperta di profitto, calcolo egoistico, ingiustizia, avidità insaziabile, “strumenti che, per quanto indossino la tunica del chierichetto o il doppio petto del manager di stampo clericale, non possono pretendere si servire alla causa di Dio”.

 

 

DOMENICA 8 NOVEMBRE: 32^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (A)

Tra i santi ricordati oggi: San Goffredo; Sant’Adeodato; Santa Eufrosina.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, DI COGLIERE L'OPPORTUNITÀ DEL MOMENTO PRESENTE.

 

HANNO DETTO: La morte, come la nascita fa parte della vita. Camminare consiste nell'alzare il piede, ma anche nel posarlo. (Tagore)

SAGGEZZA POPOLARE: Nobili sono quelli che fanno nobili le cose.

UN ANEDDOTO: Un giorno una signora chiese a Ludwig Windthorst, grande uomo politico del secolo XIX “Vorrei farmi fotografare. Quale ritiene sia la posa migliore?”. E la risposta fu: “Fatevi fotografare mentre unite le mani di vostro figlio nella preghiera. E la posizione migliore per una madre”.

PAROLA DI DIO: Sap 6,12-16; Sal 62; 1Ts 4,13-18; Mt 25,1-13

 

Vangelo Mt 25,1-13

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora». Parola del Signore

 

“PIÙ TARDI ARRIVARONO ANCHE LE ALTRE...”

Ricordo una scena vista alla stazione di Genova alcuni anni fa. Era in partenza il treno per Roma e il convoglio era già in movimento quando una giovane signora tutta agghindata all'ultima moda, con tacchi a spillo stile trampoliere arriva di corsa sul marciapiede e si mette a correre dietro al treno gridando “Fermate il treno...”

Forse a qualcuno è capitato di arrivare in ritardo in aeroporto, alla stazione, alla banchina della nave e vedere che ormai non c'è nulla da fare. Si prova un senso di irrimediabilità: si è arrivati troppo tardi. Con i mezzi di trasporto comunque si può spendere qualche soldo in più, magari bivaccare una notte e prendere quello successivo. Ma nella vita ci sono dei momenti che non sono sostituibili con altri e ciò che è perso è perso. Chi è più avanti negli anni può testimoniare quanti rimpianti, quante occasioni mancate e mai più ritornate, perché si è arrivati tardi, perché non si era pronti e nel tentativo di prepararsi ci si è trovati tagliati fuori. Tra queste occasioni c'è anche Dio che passa, lo "sposo". Per pigrizia, per negligenza, per pressappochismo siamo "cristiani" qualche volta, in occasioni preordinate, magari la messa domenicale, magari il matrimonio o qualche altro sacramento, oppure all'incontro di qualche gruppo che frequento. Ma poi per strada, a casa, a scuola, nel lavoro, nelle amicizie arriva l'occasione per amare, per testimoniare, per pregare, per soccorrere, per ascoltare Gesù nel fratello. Ma io non sono pronto, arrivo in ritardo: Lui è già passato e ha chiuso la porta della sua festa mentre io rimango fuori nell'aridità del mio cuore, insoddisfatto della mia vita. A voglia gridare da fuori del portone: "ma io sono andato a messa domenica... ma io all'incontro del gruppo ero presente...". Il portone rimane chiuso. L'amore è nel presente: o ci sono oppure no. Non c'è alternativa.

 

 

LUNEDI’ 9 NOVEMBRE: DEDICAZIONE DELLA BASILICA LATERANENSE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Oreste; San Saturnino.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, IL VERO DISCERNIMENTO TRA RELIGIONE E FEDE.

 

HANNO DETTO: Per i nemici non riscaldate tanto la fornace da bruciarvi voi stessi. (Shakespeare)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi si annoia, annoia (Proverbio Gitano)

UN ANEDDOTO: Una volta un discepolo chiese a Wang Yang-ming: "Hai detto che la gioia è una caratteristica della sostanza originale della mente. Quando il genitore muore ed uno piange sconsolatamente, questa gioia è ancora presente?" Il Maestro rispose: "Vi è vera gioia soltanto se il figlio ha pianto amaramente. In caso contrario non vi sarà alcuna gioia. La gioia significa che malgrado il pianto lo spirito è in pace".

PAROLA DI DIO: Ez 47,1-2.8-9.12 opp. 1Cor 3,9c-11.16-17; Sal 45; Gv 2,13-22

 

Vangelo Gv 2,13-22

Dal vangelo secondo Giovanni

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Parola del Signore

 

“GESÙ DISSE AI CAMBIAVALUTE E AI VENDITORI DI COLOMBE: PORTATE VIA QUESTE COSE E NON FATE DELLA CASA DEL PADRE MIO UN LUOGO DI MERCATO”.

La festa della dedicazione della Basilica Lateranense ci porta a pensare alla visibilità della Chiesa che si manifesta anche attraverso i templi e la gerarchia. Ma proprio il Vangelo di oggi ci invita a purificare le esteriorità di una religione solo formale.

Il tempio non è Dio, la “casa di Dio” non è Dio, Dio vuole abitare con gli uomini, ma soprattutto nel cuore degli uomini. Il tempio, la preghiera, la messa... sono segni di questa presenza e di questo rapporto. Se non vogliamo correre il rischio di vanificare questi segni bisogna che essi non diventino riti vuoti, magici o abitudinari, ma occasione vera di incontro con Dio. Anche la gerarchia, la Chiesa istituzionale non sono Dio, ma ci rappresentano Dio e dovrebbero aiutarci ad incontrarlo vivo a confrontarci con autorevolezza con Lui. Non facciamoci idoli neanche delle cose religiose ma sappiamo rispettarle e usarle per il fine vero per cui sono state volute: non per il potere e l'onore, ma per il servizio a Dio e all'uomo.

 

 

MARTEDI’ 10 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Leone Magno; Sant’Andrea Avellino; Santa Fiorenza.

Una scheggia di preghiera:

 

TU CI HAI SALVATI GRATUITAMENTE, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Nella morte vi sono molti più incontri che separazioni. (Abbè Pierre)

SAGGEZZA POPOLARE: Tutti indistintamente dobbiamo concedere un morto a Dio. (Proverbio Norvegese)

UN ANEDDOTO: John Wesley, il fondatore della chiesa metodista, racconta così un sogno che egli dice di aver fatto una notte. Arrivato alle porte dell'inferno, egli chiede: "Ci sono qui dei cattolici romani?" - "Sì, molti" gli rispondono. "Dei presbiteriani?" - "Sì, molti". - "Dei battisti?" - "Sì". - "Dei metodisti?" - "Sì, molti". Deluso di questa risposta, si dirige verso le porte del Paradiso. Là egli ripete la stessa domanda: "Ci sono qui dei metodisti?" - "No" gli rispondono. - "Degli anglicani?"  "No". - "Dei presbiteriani?" - "No". - "Dei cattolici romani?" - "No". "Chi dunque abita questi luoghi?" domanda egli sorpreso. "Qui non conosciamo alcuno dei nomi che ha menzionato. Siamo tutti dei cristiani, dei cristiani salvati per grazia, delle anime lavate nel sangue di Gesù e una moltitudine composta da tutte le nazioni e da tutte le lingue".

PAROLA DI DIO: Tt 2,1-8.11-14; Sal 36; Lc 17,7-10

 

Vangelo Lc 17,7-10

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse: «Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”». Parola del Signore

 

“QUANDO AVRETE FATTO TUTTO QUELLO CHE VI È STATO ORDINATO, DITE: SIAMO SERVI INUTILI, ABBIAMO FATTO QUANTO DOVEVAMO FARE”.

In certe riunioni di cristiani o di preti, specialmente in questi tempi di dopo quarantene, restrizioni anche religiose capita di sentire certi credenti che dicono: “Lasciate fare a me e vedrete come vi organizzo la Chiesa!”. È la solita tentazione del servo che, con il passare del tempo, si dimentica di essere servo e comincia a sentirsi lui padrone. Ci sono poi persone che pensano di fare cose eccezionali solo perché fanno il loro dovere. Gesù ci ridimensiona. Siamo servi, anzi amici, che hanno il compito di lasciare che il Regno cresca e di collaborarvi e per questo dobbiamo impegnare i talenti ricevuti. Ma non sta a noi metterci al posto di Dio. Posso e devo cercare tutti i modi pastorali perché il Regno sia annunciato ma alla fine deve sempre avere la consapevolezza che è Dio che salva gratuitamente quando e come vuole. Se sono consapevole della mia importanza nel cuore di Gesù ma anche della mia inutilità di servo, quanto abbandono in più e quante preoccupazioni inutili in meno.

 

 

MERCOLEDI’ 11 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Martino di Tours; San Cuniberto.

Una scheggia di preghiera:

 

SEI TU, GESU', IL NOSTRO UNICO SALVATORE.

 

HANNO DETTO: Se dovessi partire questa notte e mi chiedessero che cos'è che più mi ha commosso in questo mondo risponderei forse che è il passaggio di Dio nel cuore degli uomini. (J. Green)

SAGGEZZA POPOLARE: Il fatto di morire non è un delitto, così come il fatto di vivere non è un merito. (Proverbio Malgascio)

UN ANEDDOTO: L'esploratore era tornato dalla sua gente, che era ansiosa di sapere tutto del Rio delle Amazzoni. Ma come comunicare ciò che aveva provato? Disse: "Andate a vedere vi stessi. Niente può sostituire il rischio personale e l'esperienza personale". Tuttavia, per guidarli tracciò una mappa del Rio delle Amazzoni. Essi presero la mappa, l’incorniciarono e l'appesero in municipio. Ne fecero delle copie personali. E chiunque aveva una copia si considerava un esperto del Rio delle Amazzoni. Non conosceva forse ogni svolta e curva del fiume, e quanto era largo e profondo, e dov'erano le rapide e dove le cascate? L'esploratore visse nel rimpianto di aver tracciato quella mappa. Sarebbe stato meglio se non avesse disegnato nulla.

PAROLA DI DIO: Tt 3,1-7; Sal 22; Lc 17,11-19

 

Vangelo Lc 17,11-19

Dal vangelo secondo Luca

Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!». Parola del Signore

 

“ALZATI E VA’; LA TUA FEDE TI HA SALVATO!”

Come mai Gesù dice solo allo straniero riconoscente: "la tua fede ti ha salvato"? Eppure, tutti e dieci i lebbrosi sono stati destinatari della guarigione procurata da Gesù. Esiste una profonda differenza tra guarigione e salvezza. Tutti e dieci sono stati guariti gratuitamente dalla misericordia di Gesù, ma uno solo lascia che il miracolo produca la fede e la fede è la vera guarigione, il fine che Gesù aveva. Ma facciamo ancora un passo da che cosa è stata fatta sorgere la fede di quest'uomo che come tutti gli altri ha chiesto, è andato, ha espresso fiducia e speranza? È stato l'unico che quando si è accorto del dono ricevuto si è chiesto chi fosse il donatore. Il suo non è una semplice gesto di buona educazione di uno che ha ricevuto gratuitamente un dono e va a dire grazie, ma è l'atteggiamento di chi riconosce che il vero dono è il donatore. Di quante cose dobbiamo dire grazie, ma se vogliamo che questi doni non diventi semplici eventi dobbiamo con la vita gioire per Colui che tante grazie ci ha dato e che è la “Grazia della nostra salvezza”.

 

 

GIOVEDI’ 12 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Giosafat; Sant’Evasio.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI, GESU', VIENI; VIENI ACCANTO A NOI.

 

HANNO DETTO: Ho detto alla vita: "Vorrei sentire parlare la morte" e la Vita alzò un po' la voce e disse: "La stai ascoltando in questo istante". (Gibran)

SAGGEZZA POPOLARE: La morte non guarda in bocca.

UN ANEDDOTO: C'era una volta un filo di cotone che si sentiva inutile. «Sono troppo debole per fare una corda» si lamentava. «E sono troppo corto per fare una maglietta. Sono troppo sgraziato per un Aquilone e non servo neppure per un ricamo da quattro soldi. Sono scolorito e ho le doppie punte. Ah, se fossi un filo d'oro, ornerei una stola, starei sulle spalle di un prelato! Non servo proprio a niente. Sono un fallito! Nessuno ha bisogno di me. Non piaccio a nessuno, neanche a me stesso!». Si raggomitolava sulla sua poltrona, ascoltava musica triste e se ne stava sempre solo. Lo udì un giorno un mucchietto di cera e gli disse: «Non ti abbattere in questo modo, piccolo filo di cotone. Ho un'idea: facciamo qualcosa noi due, insieme! Certo non possiamo diventare un cero da altare o da salotto: tu sei troppo corto e io sono una quantità troppo scarsa. Possiamo diventare un lumino, e donare un po' di calore e un po' di luce. È meglio illuminare e scaldare un po' piuttosto che stare nel buio a brontolare». Il filo di cotone accettò di buon grado. Unito alla cera, divenne un lumino, brillò nell'oscurità ed emanò calore. E fu felice.

PAROLA DI DIO: Fm 7-20; Sal 145; Lc 17,20-25

 

Vangelo Lc 17,20-25

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!». Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione». Parola del Signore

 

“IL REGNO DI DIO NON VIENE IN MODO DI ATTIRARE L’ATTENZIONE”.

Anche la Chiesa e in piccolo le parrocchie e i gruppi corrono il rischio di credere che il Regno di Dio sia simile ai regni della terra. i regni della terra calcolano il numero dei sudditi per vedere quante tasse possono spremere o per vedere se c’è forza sufficiente per fare una guerra; calcolano le capacità in base a prodotti lordi e bilance dei pagamenti; valutano in base a prestigio e potere. Guai a noi se valutiamo il regno di Dio che viene, in base ai successi, al numero dei cristiani, delle vocazioni sacerdotali, della propaganda TV o peggio ancora, di chi ha firmato per l’8 per mille. Gesù non ha avuto successo, anzi quando volevano farlo re perché aveva moltiplicato i pani è fuggito; la sua vera regalità è sulla croce, in mezzo a due ladri e solo con Giovanni e sua madre a piangerlo. Eppure, quel chicco di frumento caduto e morto nella terra ha portato e porta il suo frutto.

 

 

VENERDI’ 13 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Francesca Saverio Cabrini; San Diego.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, RENDICI RESPONSABILI DEL NOSTRO TEMPO.

 

HANNO DETTO: Senza di te, Gesù, nasciamo solo per morire; con te, moriamo solo per rinascere. (M. De Unamuno)

SAGGEZZA POPOLARE: La morte non guarda soltanto nel libro dei vecchi.

UN ANEDDOTO: Domandarono a Pitagora cosa pensasse della vita umana. La vita umana rispose. è come i giuochi olimpici: alcuni vi mettono su le loro botteghe e non pensano che guadagnare; altri pensano ad acquistarvi la gloria combattendo; altri infine sono semplicemente degli spettatori.

PAROLA DI DIO: 2Gv 1a.3-9; Sal 118; Lc 17,26-37

 

Vangelo Lc 17,26-37

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti. Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà. In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot. Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva. Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata». Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi». Parola del Signore

 

“MANGIAVANO, BEVEVANO, COMPRAVANO, VENDEVANO, PIANTAVANO, COSTRUIVANO… COSI’ SARA’ NEL GIORNO IN CUI IL FIGLIO DELL’UOMO SI RIVELERA’”.

La nostra vita è un insieme di contraddizioni ad esempio noi viviamo come se dovessimo essere eterni eppure quotidianamente siamo a contatto con la morte.

Diciamocelo con sincerità: lo sappiamo che la nostra vita è precaria, che basta un attimo. Lo sappiamo che nel mondo anche oggi migliaia di persone che si sono alzate non termineranno la giornata: sono a rischio coloro che vivono in paesi dove c’è la guerra come sei a rischio tu sulla tua automobile o tu che stai bene di salute ma che non ti accorgi che dentro di te quel virus, quella cellula, quella vena stanno concludendo il tuo cammino terreno. E allora?

Dobbiamo fare suonare le trombe del giudizio, rivestirci di sacco, cospargerci il capo di cenere?

Non credo che Gesù volesse dirci questo, che volesse terrorizzarci. Gesù voleva e vuole solo svegliarci. Non è che, nascondendo la morte, la si elimini. Il guaio più grosso è che noi, spesso, non ci accorgiamo neanche del dono del tempo che è il momento in cui noi possiamo accogliere i doni di Dio e, donandogli una risposta, anche giocarci la nostra eternità. Gesù, mettendoci in guardia, non fa del terrorismo psicologico o religioso, ci ricorda solo, nella precarietà del nostro vivere, di costruire su qualcosa che duri. Se io so che il mio affannarmi, che il denaro, che il successo non possono comprarmi la vita e se invece capisco di poter già anticipare in tante cose la mia eternità, mi verrà più facile, anche tra le corse della giornata di oggi, fare una scala di valori e imparare anche ad aspettare il “diluvio” non come la fine, ma come il passaggio definitivo all’eterno.

 

 

SABATO 14 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Veneranda; San Giocondo di Bologna.

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTO AVVENGA NELLA TUA SANTA VOLONTA', SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Non affliggerti per chi muore. Quale assurdo: credere in un paradiso eterno, e poi compatire chi ci va! (San Giovanni Crisostomo)

SAGGEZZA POPOLARE: Altro è parlare di morte, altro è morire.

UN ANEDDOTO: Domandarono a Diogene l'ora più propizia per mangiare. Se sei ricco – rispose – quando vuoi; se sei povero, quando puoi.

PAROLA DI DIO: 3Gv 5-8; Sal 111; Lc 18,1-8

 

Vangelo Lc 18,1-8

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?». Parola del Signore

 

“LA VEDOVA DICEVA AL GIUDICE INIQUO: FAMMI GIUSTIZIA”.

Nella parabola del giudice iniquo e della vedova insistente viene ancora una volta a noi l’insegnamento che per Dio conta di più la debolezza che la forza. Non dobbiamo avere paura della nostra debolezza, al contrario dobbiamo rallegrarcene. Non scoraggiamoci dunque per la nostra impotenza, non lasciamoci impressionare da ciò che sembra “insormontabile”. La nostra vera arma con Dio è la nostra povertà gettata con fede e perseveranza nel cuore del Signore. Facendo un piccolo gioco di parole ma molto reale: Dio ha un debole per i deboli e a differenza del giudice iniquo non ci esaudisce per non essere più seccato ma Dio vuole che prima di tutto siamo convinti noi di quello che chiediamo e che proprio nel ripetere la richiesta ci rendiamo conto che Lui solo può esaudirla. E poi ricordiamoci che la vera preghiera non è solo la richiesta privata di qualche favore particolare (che ne sappiamo noi se è il nostro vero bene o solo un bene che noi consideriamo immediato?), ma l’invocazione che prorompe dal cuore di tutti gli oppressi, gli emarginati, i poveri che gridano: “Fammi giustizia!” che poi è lo stesso come dire: “Venga il tuo Regno

 

 

DOMENICA 15 NOVEMBRE: 33^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (A)

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alberto Magno; San Desiderio; Sant’Eugenio di Toledo.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, SIGNORE, A VINCERE LE PAURE CON L'AMORE.

 

HANNO DETTO: La sopravvivenza dell'anima è così verosimile, che l'obbligo della prova toccherà a chi la nega, piuttosto che a chi l'afferma. (Henry Bergson)

SAGGEZZA POPOLARE: A gioco finito, val tanto il re quanto il pedone.

UN ANEDDOTO: Un giorno nello studiare anatomia, Galileo, aprendo un cadavere, mostrò che solo un sottile nervo arrivava al cuore, mentre fino allora si era creduto che il cuore fosse il centro del sistema nervoso. Tra coloro che assistevano all'esperienza c'era uno dei fedelissimi della vecchia teoria. Voi, disse costui a Galileo, mi avete fatto vedere la cosa così chiaramente, che, se Aristotile non dicesse che il cuore è il centro del sistema nervoso, quasi quasi direi che avete ragione voi.

PAROLA DI DIO: Pr 31,10-13.19-20.30-31; Sal 127; 1Ts 5,1-6; Mt 25,14-30

 

Vangelo Mt 25,14-30 [Forma breve Mt 25,14-15.19-21]

Dal vangelo secondo Matteo

[In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.] Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. [Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.] Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sottoterra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”». Parola del Signore

 

“HO AVUTO PAURA E SONO ANDATO A NASCONDERE IL TUO TALENTO SOTTO TERRA”.

Ciò che veramente è contrario all'amore e alla fede non è tanto l'odio o l'incredulità quanto piuttosto la paura. La paura è come un cancro che assale l'anima e la ripiega su sé stessa e stravolge tutte le sue relazioni. In fondo anche nelle cose più terribili come possono essere il razzismo e la guerra non c'è un sentimento di paura? Paura del diverso, paura di un possibile nemico, paura che qualcuno possa prevalere su di noi... Se poi la paura s'insinua anche nel rapporto con Dio allora è finita perché la paura mette distanza e diffidenza dall'unica persona che ci può dare vita e riempire la nostra esistenza, condividendo con noi tutto quanto è suo. Per questo ci viene tolto anche quello che crediamo di avere, perché un rapporto fondato sulla paura non è un rapporto. L'unica arma che ci rimane è l'amore, sola forza capace di sconfiggere la paura sin dalla radice. Non a caso l'apostolo Giovanni afferma: "Nell'amore non c'è timore, al contrario l'amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell'amore" (1Gv 4,18).

 

 

LUNEDI’ 16 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Margherita di Scozia; Santa Geltrude.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI OGGI DI VEDERE IL TUO VOLTO, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Chi desidera la morte non capisce i doni di Dio. (Sant’Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: L'anima a Dio, il corpo alla terra, la roba a chi tocca.

UN ANEDDOTO: Questa è la storia di un uomo che quando era ragazzo e andava a scuola continuava a dire: «Ah! quando lascerò la scuola e comincerò a lavorare, allora sarò felice». Lasciò la scuola, cominciò a lavorare e diceva: «Ah! quando mi sposerò, sarà la felicità!». Si sposò, e in capo a pochi mesi constatò che la sua vita mancava di varietà, e allora disse: «Ah, come sarà bello quando avremo dei bambini!». Vennero i bambini, ed era un’esperienza affascinante, ma piangevano tanto, anche alle due di notte, e il giovane sospirava: «Crescano in fretta!». E i figli crebbero, non piangevano più alle due di notte, ma facevano una stupidaggine dopo l’altra e cominciarono i veri problemi. E allora l’uomo sognò il momento in cui sarebbe stato di nuovo solo con sua moglie: «Staremo così tranquilli!». Adesso è vecchio, e ricorda con nostalgia il passato: «Era così bello!» 

PAROLA DI DIO: Ap 1,1-5a; 2,1-5a; Sal 1; Lc 18,35-43

 

Vangelo Lc 18,35-43

Dal vangelo secondo Luca

Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio. Parola del Signore

 

“MENTRE GESÙ SI AVVICINAVA A GERICO, UN CIECO ERA SEDUTO A MENDICARE LUNGO LA STRADA”.

Il racconto della guarigione del cieco di Gerico oltre che presentarci l’attenzione di Gesù che sta andando a dare la sua vita a Gerusalemme, nei confronti di un malato, ci mostra quale cammino deve fare un cristiano se vuole veramente mettersi al seguito di Gesù. Riassumo schematicamente:

1) Il cieco, “sentendo passare la gente domandò”. Il cristiano deve presagire la presenza di Dio negli avvenimenti.

2) Molti lo sgridavano perché tacesse, ma quello “gridava più forte”. Bisogna vincere gli ostacoli che il mondo presenta, avere il coraggio di gridare di fronte a chi vuoi ridurre al     silenzio il nostro bisogno di Dio.

3)“Gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù”. Bisogna avere il coraggio di rompere con il passato, spogliandosi dell’uomo vecchio.

4) Gesù gli chiese... ed egli rispose. Bisogna impegnarsi nel dialogo con Dio. 

5) “Cominciò a seguirlo lodando Dio”. Infine, non basta fermarsi all’incontro, alle apparenze ma bisogna andare dietro a Gesù come testimoni del suo Regno. Bisogna proprio dirlo: ci aiuti un cieco a vedere e a seguire Gesù.

 

 

MARTEDI’ 17 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Elisabetta di Ungheria; Sant’Aniano d’Asti.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' VIENI OGGI IN CASA MIA.

 

HANNO DETTO: Se i tuoi principi morali ti fanno sentir triste, puoi esser certo che sono sbagliati. (R. L. Stevenson)

SAGGEZZA POPOLARE: Il mondo è per metà da vendere e per metà da acquistare.

UN ANEDDOTO: Parecchi anni fa, un uomo vendeva palloncini per le strade di New York.
Quando gli affari erano un po’ fiacchi, faceva volare in aria un palloncino. Mentre volteggiava in aria, si radunava una nuova folla di acquirenti e le vendite riprendevano per qualche minuto. Alternava i colori, sciogliendone prima uno bianco, poi uno rosso e uno giallo.
Dopo un po’ un ragazzino afroamericano gli dette uno strattone alla manica della giacca, lo guardò negli occhi e gli fece una domanda acuta: “Signore, se lasciasse andare un palloncino nero, salirebbe in alto?” Il venditore di palloncini guardò il ragazzo e con saggezza e comprensione gli disse:
“Figliolo, è quello che è dentro i palloncini che li fa salire verso il cielo”.

PAROLA DI DIO: Ap 3,1-6.14-22; Sal 14; Lc 19,1-10

 

Vangelo Lc 19,1-10

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomoro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». Parola del Signore

 

“PER RIUSCIRE A VEDERLO, SALÌ SU UN SICOMÒRO”

Grande movimento nell'episodio del Vangelo di oggi: Gesù passa per Gerico; e tra la folla un uomo ricco, capo degli esattori delle tasse, ma piccolo di statura, sale su un albero, un sicomoro, per vedere chi fosse Gesù. E lo vede, ma non è questo che conta; ciò che conta è che Gesù vede lui, e tra la mormorazione dei benpensanti si autoinvita a casa sua. Sappiamo come va a finire: pieno di gioia Zaccheo accoglie Gesù, e Gesù per Zaccheo è ormai 'il Signore'; la 'salvezza' entra in quella casa ed al Signore Zaccheo proclama la sua concretissima conversione: metà dei beni ai poveri, e la restituzione del quadruplo a chi è stato da lui frodato. Ancora oggi dalle parti di Gerico si trova un sicomoro che una tradizione indica come 'quel' sicomoro, dove Gesù ha visto Zaccheo, quel giorno, in quel momento: l'occasione della vita, che Zaccheo non si è lasciata scappare. Ogni giorno, anche oggi, c'è un sicomoro per ciascuno di noi.

 

 

MERCOLEDI’ 18 NOVEMBRE: DEDICAZIONE DELLE BASILICHE DEI SS. PIETRO E PAOLO AP.

Tra i santi ricordati oggi: San Frediano di Lucca.

Una scheggia di preghiera:

 

TU HAI FIDUCIA IN NOI, SIGNORE: GRAZIE!

 

HANNO DETTO: Invece di odiare e maledire il mondo in cui la Provvidenza ci ha messo a vivere, cerchiamo di capirlo, di servirlo, di guarirlo, di amarlo. (Papa Paolo VI)

SAGGEZZA POPOLARE: Un’ora di contento sconta cent'anni di tormento.

UN ANEDDOTO: Dicono che Dio, quando creò l’uomo e la donna, dimenticò un particolare: le mani. Appena se ne accorse, vi pose rimedio, da eccellente artista qual è: modellò mani bellissime, tenere e delicate per la donna, forti e grandi per l’uomo. Cominciarono ad usarle. A volte le usavano bene altre volte male. Allora Dio decise di incarnarsi, per avere Lui stesso le mani e insegnare loro come dovevano usarle. Mostrò loro come benedire, accarezzare, curare, regalare, donarsi. Permise che inchiodassero le Sue mani per dimostrare che era possibile tenerle sempre aperte, pronte ad accogliere. Dimostrò così che due chiodi non avrebbero mai potuto inchiodare la libertà!

PAROLA DI DIO: Ap 4,1-11; Sal 150; Lc 19,11-28

 

Vangelo Lc 19,11-28

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre essi stavano ad ascoltare queste cose, disse ancora una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro. Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”. Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”. Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”». Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Parola del Signore

 

“CHIAMATI DIECI DEI SUOI SERVI, CONSEGNÒ LORO DIECI MONETE D’ORO, DICENDO: “FATELE FRUTTARE FINO AL MIO RITORNO”.

Davvero Dio si fida di noi! Nonostante i nostri no, le defezioni, i limiti, si fida al punto da affidarci quel regno che è costato il sangue di suo Figlio. Ci affida la sua parola con il rischio che noi la nascondiamo o la interpretiamo male, si affida alla testimonianza delle nostre povere parole o della nostra vita. Possiamo permetterci di deluderlo? Possiamo solo permetterci di puntare il dito contro gli errori degli altri senza rischiare anche noi?

Se invece di vedere solo i difetti della Chiesa, ciascuno, pieno di gioia per la fiducia che Dio gli accorda, dicesse: “Io sono la Chiesa”, e ognuno da parte sua portasse il suo valido contributo, quanto migliorerebbe il volto della Chiesa.

Non basta dire: “Nessuno si impegna”, ma: “Oggi comincio io”.

Non basta dire: “Si parla solo di comunità, ma la comunità non c’è”, ma: “Oggi comincio a mettere qualcosa in comunione con te” o meglio: “Oggi vivo la comunione con te, cominciando a chiedere perdono del mio egoismo”.

Non basta dire: “I preti non capiscono niente”, ma: “Che cosa sto facendo per aiutare il mio prete ad essere fedele alla sua missione?”.

Non basta dire: “Si da poco peso alla Parola di Dio, alla preghiera”, ma bisogna cominciare ogni giorno a leggere e meditare un po’ di Bibbia cercando di applicarla alla vita e trovare quotidianamente spazi per la preghiera.

Per il successo dell’immensa opera della creazione, Dio ha bisogno di una cosa sola: che tu faccia del tuo meglio. Se tu dai quello che sei capace di dare (compresa la tua debolezza), sarai unito in massimo grado alla sua opera creatrice e allora il Padre sarà fiero del suo figlio che lo ha ringraziato trafficando i suoi doni.

 

 

GIOVEDI’ 19 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Fausto; Joseph Kalinowsaki.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, PIETA'.

 

HANNO DETTO: Adesso, non domani. Adesso è un atto di coraggio. Un uomo di onore non lascia agli altri la pesante eredità dei suoi adesso traditi. (Don Primo Mazzolari)

SAGGEZZA POPOLARE: La buona moglie è la prima ricchezza della casa.

UN ANEDDOTO: Se si potesse ridurre la popolazione del mondo intero, in un villaggio di 100

persone mantenendo le proporzioni di tutti i popoli esistenti al mondo, tale villaggio sarebbe composto in questo modo, ci sarebbero:

57 Asiatici

21 Europei

14 Americani (Nord Centro e Sud America)

8 Africani

52 sarebbero donne

48 uomini

70 sarebbero non bianchi

30 sarebbero bianchi

70 sarebbero non cristiani

30 sarebbero cristiani

89 sarebbero eterosessuali

6 persone possiederebbero il 59% della ricchezza del mondo intero e tutti e 6 sarebbero statunitensi

80 vivrebbero in case senza abitabilità

70 sarebbero analfabeti

50 soffrirebbero di malnutrizione

1 starebbe per morire

1 starebbe per nascere

1 possiederebbe un computer

1 sì, solo 1 avrebbe la laurea

PAROLA DI DIO: Ap 5,1-10; Sal 149; Lc 19,41-44

 

Vangelo Lc 19,41-44

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata». Parola del Signore

 

GESÙ, QUANDO FU VICINO A GERUSALEMME, ALLA VISTA DELLA CITTÀ PIANSE SU DI ESSA”.

Gesù, nel Vangelo piange diverse volte, ma il pianto su Gerusalemme non ci dice sola la sua sensibilità ma soprattutto l’amore di un Dio incompreso che ha amato il suo popolo ma non è stato capito. Anche umanamente una delle più grandi sofferenze è quella di amare, di donare sé stessi e di non essere capiti e riamati. Dio ha amato il suo popolo, quella città, Gerusalemme è la storia del suo amore e adesso Gesù vede questa città ostile, indifferente, pronta ad espellere ancora una volta la proposta di Dio. Chissà se Gesù, oggi, non piangerebbe di nuovo sulla sua Chiesa, su noi cristiani?

“Quante volte ti ho amato, ti ho cercato, ti ho ricolmato dei miei beni, ti ho perdonato, ti ho preso sulle mie spalle di buon pastore, ti ho dato me stesso, il mio Spirito, il mio corpo, la mia morte e risurrezione, e tu? ti sei dimenticato di me, mi hai amareggiato con la tua indifferenza, hai preteso tutto come dovuto e mi hai voltato le spalle, hai venduto il mio amore per un po’ di denaro, hai voluto gioire e divertirti senza di me. Ma sono ancora qui, continuo ad amarti, mi lascio uccidere ma per poterti ancora regalare me stesso”.

 

 

VENERDI’ 20 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi Ottavio, Avventore e Solutore; Sant’Edmondo.

Una scheggia di preghiera:

 

PURIFICACI O SIGNORE, SAREMO PIU' BIANCHI DELLA NEVE.

 

HANNO DETTO: Il mistero non è un muro, ma un orizzonte. Il mistero non è una mortificazione dell'intelligenza, ma uno spazio immenso, che Dio offre alla nostra sete di verità. (Saint Exupery)

SAGGEZZA POPOLARE: Tutti hanno qualcosa per la quale essere modesti. (Proverbio Irlandese)

UN ANEDDOTO: Una mamma mostrava un giorno alla sua piccina di sei anni, una figura che rappresentava Gesù con in braccio dei bambini, mentre altre mamme spingevano altri piccoli verso di Lui. "Vedi, Carolina", le disse, "io avrei fatto così come quelle mamme se fossi vissuta ai tempi di Gesù". "Oh! Io", gridò vivacemente la piccina, "io non avrei voluto essere spinta verso di Lui." "E perché?" - le chiese la mamma. "Perché ci sarei andata da me!".

PAROLA DI DIO: Ap 10,8-11; Sal 118; Lc 19,45-48

 

Vangelo Lc 19,45-48

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo. Parola del Signore

 

“IN QUEL TEMPO, GESÙ, ENTRATO NEL TEMPIO, SI MISE A SCACCIARE QUELLI CHE VENDEVANO, DICENDO LORO: «STA SCRITTO: “LA MIA CASA SARÀ CASA DI PREGHIERA”. VOI INVECE NE AVETE FATTO UN COVO DI LADRI”

Notiamo: chi sono coloro che sono cacciati dal Tempio? Sono ufficialmente gli amici del Tempio, coloro che con i loro affari permettevano la grandezza e la ricchezza del Tempio. Gesù non avrà allora voluto dire che i peggiori nemici del cristianesimo non vanno ricercati fuori, ma dentro l’area sacra? E, tra questi possiamo esserci proprio noi.

Siamo così abili a rintracciare i nemici esterni della religione. In questo abbiamo un fiuto infallibile. Li abbiamo scoperti, questi nemici, catalogati, etichettati. Gli abbiamo addossato tutte le colpe (dalla scristianizzazione delle masse alla “preoccupante crisi delle vocazioni”). Gli abbiamo dichiarato guerra. Abbiamo ridotto il nostro essere cristiani ad essere “anti” nemici esterni. E non ci siamo accorti che in fin dei conti i nemici esterni fanno perfino bene alla Chiesa: la rendono vigilante, aumentano la sua forza di coesione, la irrobustiscono… e poi, contro di essi c’è la garanzia dell’assistenza dall’Alto (“le porte dell’inferno non prevarranno…”). Il pericolo per la Chiesa non viene dall’esterno, viene dall’interno, da noi. Io che mi sono accucciato all’ombra del Tempio, io che vivo nell’area sacra, posso essere il nemico del Tempio, un profanatore del Tempio. La mia mediocrità, il mio ridurre il cristianesimo a dimensioni ‘ragionevoli’, ossia alle dimensioni della mia paura e vigliaccheria, le mie azioni che smentiscono quanto affermo con la bocca, il mio rifiuto di sporcarmi le mani nelle realtà terrestri, la mia religione come polizza di assicurazione contro gli eventuali rischi dell'aldilà... sono tante armi che io punto contro il Tempio.

E mentre Gesù caccia i mercanti di santini caccia anche noi quando siamo in chiesa solo per mercanteggiare sulla salvezza della nostra anima, o quando ricorriamo al Signore con la preghiera soltanto perché si ha l’acqua alla gola, e guai se Dio non accorre prontamente.

Qualche scudisciata ci arriva sul groppone perché teniamo un lungo elenco di Santi da pronto soccorso, ognuno specializzato in un settore particolare che naturalmente paghiamo con un cero accesso, un triduo, una novena o una bella offerta. L’operazione pulizia del Tempio sarà completata soltanto quando saremo riusciti a svellere questa mentalità mercantile, questa concezione utilitaristica della religione che ci rende gretti e meschini e che ci trasforma in mercanti all’ombra del Tempio.

 

 

SABATO 21 NOVEMBRE: PRESENTAZIONE AL TEMPIO DELLA B.V.M.

Tra i santi ricordati oggi: San Romeo; Santi Celso e Clemente.

Una scheggia di preghiera:

 

CREDO LA VITA ETERNA.

 

HANNO DETTO: L'ultimo passo della ragione è di riconoscere che ci sono un'infinità di cose che la sorpassano. (Blaise Pascal)

SAGGEZZA POPOLARE: I misteri del cielo si scrutano con gli occhi del cuore. (Proverbio Birmano)

UN ANEDDOTO: Un uomo osserva un bambino che dopo aver costruito un bellissimo castello di sabbia inizia a distruggerlo. L’uomo è deluso perché pensa sia un gesto sconsiderato e folle. Il bambino invece è felice perché sta già pensando a costruirne uno più grande.

PAROLA DI DIO: Ap 11,4-12; Sal 143; Lc 20,27-40

 

Vangelo Lc 20,27-40

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre Gesù parlava gli si avvicinarono alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche

Mosè a proposito del roveto, quando dice: Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui». Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda. Parola del Signore

 

“DIO NON È IL DIO DEI MORTI, MA IL DIO DEI VIVI; PERCHE’ TUTTI VIVONO PER LUI”.

Molti, al giorno d’oggi, non vogliono sentir parlare di aldilà o perché hanno paura ad affrontarne la realtà, o perché vogliono rimuovere il problema. Altri, poi, dicono apertamente che l’aldilà non esiste e allora la vita diventa frutto del caso, allora la virtù è una fatica inutile, allora lo scopo della vita è godere più che si può, allora uccidere e uccidersi non è più un problema.

Noi, invece, crediamo alla vita eterna e difendiamo la logicità della nostra scelta anche se questa dà fastidio a chi non crede perché dovrebbe contestare vanità, idolatrie e proposte bugiarde di felicità.

Gesù parla chiaramente dell’aldilà. Un gruppo di sadducei si accosta al Signore e gli propone una domanda, che evidentemente vorrebbe ridicolizzare una possibile vita dell’aldilà. Gli dicono: “Se una donna sposa sette mariti successivamente, nella risurrezione di chi sarà?”.

La risposta di Cristo colpisce il fondamento dell’obiezione: “Vi sbagliate, perché voi pensate che la vita eterna sia come quella di quaggiù. Questo invece è un mondo provvisorio e qui tutto ha breve durata. La vita eterna è un’altra cosa e il matrimonio stesso non ci sarà più, almeno nel modo in cui lo intendiamo noi, perché appartiene a questa fase della storia umana”. Per noi, dunque è un chiaro avviso: è inutile voler immaginare il paradiso o l’inferno, ne faremmo unicamente delle brutte copie: essi esistono, ma è impossibile tradurli in immagini perfette. Gesù, poi, insegna che la realtà della vita eterna è presente in tutto il libro sacro, bisogna però accostarsi ad esso con umiltà, senza orgoglio o pregiudizi, se no si correrebbe il rischio di non vedere neppure le cose più evidenti.

Noi abbiamo la gioia di sapere di essere chiamati alla vita per sempre, non ad un qualsiasi paradiso, ma allo stare con Dio per sempre. Questo, invece di allontanarci dalla realtà, ce la illumina, la vivifica, la riempie di speranza e di aspettativa. Siamo il popolo che, cominciando a riconoscere la presenza salvifica di Dio nel presente, “attende la vita del mondo che verrà”. Dio ci ha chiamati alla fede, ci ha donato salvezza e sapienza per capire la vita come gioioso pellegrinaggio verso una meta che non è un qualcosa, ma che è Qualcuno.

 

 

DOMENICA 22 NOVEMBRE: SOLENNITA’ DI CRISTO RE.

Tra i santi ricordati oggi: Santa Cecilia; San Pedro Esqueda Ramirez.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, INSEGNACI OGNI GIORNO AD AMARE.

 

HANNO DETTO: I limiti della scienza sono come quelli dell'orizzonte: più ci si avvicina, e più si allontanano. (M. Necker)

SAGGEZZA POPOLARE: Il libro più grosso è quello dei perché.

UN ANEDDOTO: Durante un culto mattinale di una domenica, una congregazione di 2000 membri fu sorpresa di vedere due uomini entrare, tutti e due coperti di nero dalla testa ai piedi, e armati con delle armi automatiche. Uno di questi uomini disse: «Chiunque è disposto a ricevere una pallottola per Cristo resti dov’è». Immediatamente, i coristi scapparono, i diaconi scomparvero, e la maggior parte della congregazione fuggì. Da quei 2000 ne restarono circa una ventina. L’uomo che parlò si tolse il cappuccio, guardò al predicatore e disse: «Okay Pastore, mi sono sbarazzato di tutti gl’ipocriti. Adesso puoi cominciare il tuo culto. Ti auguro buona giornata!». I due uomini armati si girarono ed uscirono.

PAROLA DI DIO: Ez 34,11-12.15-17; Sal 22; 1Cor 15,20-26.28; Mt 25,31-46

 

Vangelo Mt 25,31-46

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.  Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna». Parola del Signore

 

“VENITE BENEDETTI DEL PADRE MIO... PERCHÈ HO AVUTO FAME E MI AVETE DATO DA MANGIARE...”.

La festa di Cristo Re che incorona il. cammino dell’anno liturgico ci presenta ancora una volta questo brano di Vangelo che noi intitoliamo “giudizio universale”. È un brano che leggo soventissimo ai funerali e che ci presenta un giudice abbastanza diverso da come abitualmente noi ci immaginiamo. Dio non ha il librone dei peccati e quello delle buone azioni, non c’è una pubblica accusa e un avvocato difensore. Il giudizio non riguarda neppure la piena consapevolezza di aver incontrato o meno Cristo nei poveri. Non c’è neppure l’esame di coscienza sui 10 comandamenti e tanto meno sui codici di diritto canonico, non vengono chieste speciali credenziali di appartenenza, le persone sono in fila come un gregge, non si distinguono né per gradi, né ruoli sostenuti. Conta una cosa sola: come sei riuscito ad amare. E stupisce che non vien neanche chiesto direttamente se hai amato Dio, infatti sembra che consapevolmente o inconsapevolmente l’amore del prossimo sia la stessa cosa. È dunque sull’amore che verremo giudicati, anzi è sull’amore che stiamo costruendo il nostro giudizio.

 

 

LUNEDI’ 23 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Clemente I; San Colombano.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' TI OFFRO LA MIA POVERTA'.

 

HANNO DETTO: La massa non ha orecchi. Se vuoi predicare, non dimenticare ogni singolo uomo; perché l'uomo sì, ha orecchi. (M. Delbrel)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi non ha provato la miseria non sa compatire. (Proverbio Siciliano)

UN ANEDDOTO: Quando nel 1938 Hitler passò per Firenze, la città fu coperta di croci uncinate e di scritte osannanti. Bargellini disse a Dalla Costa: «Vede, Eminenza? Vede?». «Non abbia paura! — rispose il Cardinale — la sorte è già segnata nel salmo 37: ‘Ho veduto l’iniquo imbaldanzire e dilatarsi come albero rigoglioso. Passai di nuovo, e non era più; lo cercai e non si trovò»

PAROLA DI DIO: Ap 14,1-3.4b-5; Sal 23; Lc 21,1-4

 

Vangelo Lc 21,1-4

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere». Parola del Signore

 

“GESÙ, ALZATI GLI OCCHI, VIDE I RICCHI CHE GETTAVANO LE LORO OFFERTE NEL TESORO DEL TEMPIO. VIDE ANCHE UNA VEDOVA POVERA, CHE VI GETTAVA DUE MONETINE”

Ho conosciuto molti ricchi: da quello che sbandierava a ogni piè sospinto di essersi fatto tutto da sé (non diceva però i metodi usati) a quello che facendo una buona offerta voleva "una messa tutta particolare per i suoi morti", ma ho conosciuto anche tante "vedove" come quella del Vangelo. Dal barbone senza nulla che divideva le scatolette ricevute in elemosina con un altro che essendo arrivato in ritardo non ne aveva avute, a quella donna pensionata che pur di aiutare il fratello che aveva sprecato tutto al gioco, si privava nel mangiare pur di mandare a luì quanto più poteva. Ho conosciuto ricchi e poveri felici e infelici. Ho provato momenti di serenità economica e momenti in cui ho dovuto chiedere aiuto per poter continuare gli studi. Penso di poter dire che il denaro e i beni ci sono necessari per vivere, ma certo non sono la sorgente della vita, né sono il segreto o la chiave dell'essere persona. Tutto sta in ciò che credi.

 

 

MARTEDI’ 24 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Andrea Dung-Lac e compagni; Santa Flora.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', HAI VERSATO IL TUO SANGUE PER LA NOSTRA SALVEZZA.

 

HANNO DETTO: Al peccato che è caduta, risponde l'Amore che è discesa. E la misericordia di Dio discende sempre più in basso di quanto non cada la miseria dell'uomo. (Gustave Thibon)

SAGGEZZA POPOLARE: Neanche cento ladri riescono a spogliare un uomo nudo.

UN ANEDDOTO: Quando il 17 settembre 1988 è stata traslata nell’eremo di San Salvatore in Erba (Como) la salma del prof. G. Lazzati, si pose alla parete del loculo una scritta che riassume la spiritualità di quel grande uomo di Dio, e insieme la vita di ogni seguace di Cristo: «Il cristiano è nel tempo immagine del Padre del Figlio e dello Spirito Santo».

PAROLA DI DIO: Ap 14,14-19; Sal 95; Lc 21,5-11

 

Vangelo Lc 21,5-11

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Parola del Signore

 

“MOLTI INFATTI VERRANNO NEL MIO NOME DICENDO: “SONO IO”, E: “IL TEMPO È VICINO”. NON ANDATE DIETRO A LORO!”

Da sempre l’uomo cerca la Divinità, ma da sempre in questa ricerca a volte affannosa, faticosa, rischia di farsi ingannare, di perdere di vista i valori e le cose che ha, per correre dietro a fantasie, superstizioni, santoni e maghi più o meno in buona fede.

Abbiamo Gesù, la sua parola, i suoi sacramenti: che bisogno c’è di cercare “visioni di conferma” o di correre dietro a sette vaneggianti e sempre minaccianti futuri più o meno imminenti di morti e distruzioni. Sappiamo che il       nostro futuro è Dio stesso, e che bisogno abbiamo di andare a guardare in sfere di cristallo, in fondi di caffè, in segni zodiacali inventati dall’uomo, in sedute medianiche, per sapere se saremo ricchi, troveremo l’amore, o ci romperemo una gamba? E che dirne dei novelli Gesù che ogni tanto appaiono? Qualcuno può anche insegnarmi qualcosa di buono! Ma non pensi che nella parola di Dio c’è già tutto? Non ti basta che Gesù sia già morto e morto per te?

 

 

MERCOLEDI’ 25 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Caterina di Alessandria.

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE, SIGNORE, GIORNO PER GIORNO.

 

HANNO DETTO: Che l'uomo cammini vicino o lontano, Dio non è mai distante; resta sempre vicino. e se non può restare nel cuore, non è comunque più lontano della soglia. (Meister Eckhart)

SAGGEZZA POPOLARE: Nel giorno del giudizio l'uomo dovrà rendere conto di tutto ciò che i suoi occhi hanno visto e di cui egli non ha goduto. (Detto Rabbinico)

UN ANEDDOTO: Appena uscito dal carcere, dove era stato 23 anni, il vescovo cinese di Canton (morto nel 1995), riferì alcune delle sue innumerevoli sofferenze. Alla domanda su come aveva potuto perseverare, rispose: «Gesù non abbandona».

PAROLA DI DIO: Ap 15,1-4; Sal 97; Lc 21,12-19

 

Vangelo Lc 21,12-19

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita». Parola del Signore

 

“CON LA VOSTRA PERSEVERANZA SALVERETE LA VOSTRA VITA”.

Gesù, nel vangelo che leggiamo oggi, prospetta agli apostoli e a noi la persecuzione per la testimonianza del vangelo. Non è una strada facile quella della fede. Non è facile vedere Dio non capito, non amato, dimenticato. Non è neanche facile capire Dio, i suoi progetti, specialmente quando Dio sembra assente nelle vicende tristi e violente della nostra vita. Eppure, Gesù dice che in mezzo a tutte queste cose "neanche un capello del vostro capo perirà".

Santa Teresa d'Avila diceva: "Nulla ti turbi, nulla ti spaventi. Tutto passa. Dio non muta. La pazienza ottiene tutto. A chi possiede Dio non manca nulla. Dio solo basta".

Dunque, non è facile ma il Dio che ha dato forza ai martiri, ai confessori della fede, agli umili è con te. Persevera e Lui è la tua roccia, il tuo scudo, la tua rupe di difesa e il tuo baluardo. E mentre la prova e il male si accaniscono contro di te, Lui "renderà la tua faccia dura come il bronzo" e sarà "tua gioia e tua salvezza".

 

 

GIOVEDI’ 26 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Corrado; Beata Delfina.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI, SIGNORE, DA OGNI SCHIAVITU'.

 

HANNO DETTO: Nascondetevi sotto le ali della misericordia di Dio, perché Egli è più capace di perdonare di quanto voi lo siate di peccare. (Santa Caterina da Siena)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi vuol far l'altrui mestiere, fa la zuppa nel paniere.

UN ANEDDOTO: Si dice che il cardinale Mazzarino, vecchio e ammalato, si faceva condurre attraverso le gallerie del suo palazzo a Parigi, dove aveva accumulato grandi tesori d’arte. Guardando questi tesori avrebbe detto: «Che pena dover lasciare tutto questo!». C’è forse modo di giustificare queste parole, ma ciò che è vero è che esse non manifestano il desiderio della vita eterna. Appare chiaro che le cose di questo mondo erano per lui più interessanti di quelle eterne.

PAROLA DI DIO: Ap 18,1-2.21-23; 19,1-3.9a; Sal 99; Lc 21,20-28

 

Vangelo Lc 21,20-28

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti. Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».  Parola del Signore

 

RISOLLEVATEVI E ALZATE IL CAPO, PERCHÉ LA VOSTRA LIBERAZIONE È VICINA”.

Quanti uomini, prigionieri e schiavi e quanti popoli hanno atteso che qualcuno dicesse loro: “Siete liberi”. Gesù, mitissimo, ci parla di liberazione. Non è venuto il Signore a risolverci lui stesso i nostri gravi problemi sociali o politici. La liberazione di cui ci parla, è quella finale e totale i dell’uomo, allorché ci saranno cieli nuovi e terra nuova. È una liberazione che comincia nel cuore dell’uomo quando sceglie di aderire al suo insegnamento di amore, di libertà da ogni egoismo e da ogni orgoglio.  Ma l’uomo libero che si incammina verso la futura liberazione definitiva non può non guardare ai tanti che i nell’oggi sono in catene e nelle tenebre. Il cristiano vero è anche colui che sa lottare perché ogni uomo sia libero, perché nel mondo i non ci sia più né schiavitù, né sfruttamento. Il mondo deve poter gioire della libertà di Cristo.

 

 

VENERDI’ 27 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Virgilio; Sant’Acario.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA, SIGNORE, È PAROLA DI VITA ETERNA.

 

HANNO DETTO: Ogni opera dell'eterno è un miracolo. E l'uomo che vive nel miracolo non lo sa.

(Don Primo Mazzolari)

SAGGEZZA POPOLARE: È un guaio se impasta le torte il calzolaio e se cuce gli stivali il panettiere.

UN ANEDDOTO: All’uscita del paese si dividevano tre strade: una andava verso il mare, la seconda verso la città e la terza non andava in nessun posto. Martino lo sapeva perché l’aveva chiesto un po’ a tutti, e da tutti aveva avuto la stessa risposta: - Quella strada lì? Non va in nessun posto. È inutile camminarci. E fin dove arriva? Non arriva da nessuna parte. Ma allora perché l’hanno fatta? Non l’ha fatta nessuno, è sempre stata lì. Ma nessuno è mai andato a vedere? Sei una bella testa dura: se ti diciamo che non c'è niente da vedere. Non potete saperlo se non ci siete stati mai. Era così ostinato che cominciarono a chiamarlo Martino Testa dura, ma lui non se la prendeva e continuava a pensare alla strada che non andava in nessun posto. Quando fu abbastanza grande una mattina si alzò per tempo, uscì dal paese e senza esitare imboccò la strada misteriosa e andò sempre avanti. Incontrò buche, erbacce, siepi, e un bosco oscuro... Egli osò oltrepassarlo... finché si trovò sulla soglia di un grande cancello di ferro. Attraverso le sbarre Martino vide un castello. Una gentile signora lo invitò a visitare il castello. C’erano più di cento saloni, zeppi di tesori d’ogni genere. C’erano diamanti, pietre preziose, oro, argento e ogni momento la bella signora diceva: — Martino, poiché hai creduto, prendi quello che vuoi. Ti presterò un carretto per portare il peso. Figuratevi se Martino si fece pregare. Il carretto era ben pieno, quando egli ripartì. In paese, dove l’avevano già dato per morto, Martino Testa dura fu accolto con grande sorpresa... Fece grandi regali a tutti, amici e nemici e dovette raccontare cento volte la sua avventura, e ogni volta che finiva qualcuno correva a casa a prendere carretto e cavallo e si precipitava giù per la strada, che non andava in nessun posto. (G. RODARI, Favole al telefono, Einaudi)

PAROLA di Dio: Ap 20,1-4.11 - 21,2; Sal 83; Lc 21,29-33

 

Vangelo Lc 21,29-33

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno». Parola del Signore

 

“IL CIELO E LA TERRA PASSERANNO, MA LE MIE PAROLE NON PASSERANNO”.

Provate a pensare a quante parole udrete e direte prima di questa sera: parole di saluto, convenevoli, chiacchiere da salotto, una media di 40 pagine di parole sul giornale, parole 24 ore al giorno alla televisione e alla radio, parole che confortano e parole che uccidono, parole per blandire e parole per riempirsi la bocca... Quante di queste parole “non passeranno”?

Gesù è l’unica e definitiva Parola di Dio e non passerà mai. È bello poter pensare che ciò che ci ha dato e detto non passa. Allora è vero che chi crede in Lui non morirà ma passerà dalla morte alla vita. È vero che chi ascolta e vive la sua Parola è beato, che chi mangia il suo Pane vivrà in eterno. È vero che Lui è il nostro buon Pastore che ci viene a cercare, che è con noi tutti i giorni della vita.

 

 

SABATO 28 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Sostene; Santa Caterina Labourè.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', CHE BELLO INCONTRARTI E STARE CON TE.

 

HANNO DETTO: Per salire in alto non importa che i gradini della scala siano di marmo o di pietra, di legno o di ferro arrugginito. (P. Liggeri)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi sa fare il carro sa anche smontarlo. (Proverbio Piemontese)

UN ANEDDOTO: Nel 1934 il cardinal Pacelli, poi papa Pio XII, si era recato a Buenos Aires per il Congresso Eucaristico Internazionale come rappresentante del Papa. Imbarcatosi per il viaggio di ritorno, si ritirò a riposare. Giunse intanto un telegramma dal Vaticano. Il segretario bussò più volte alla porta della sua cabina senza ottenere risposta. Entrò ugualmente, e trovò il futuro Papa disteso per terra. Alla sua meraviglia che non riposasse sul letto, il cardinale rispose: “Oggi mi hanno onorato già fin troppo. L’uomo deve, almeno quando è solo, riconoscere la propria miseria”.

PAROLA DI DIO: Ap 22,1-7; Sal 94; Lc 21,34-36

 

Vangelo Lc 21,34-36

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo». Parola del Signore

 

“VEGLIATE IN OGNI MOMENTO PREGANDO”.

L'anno liturgico termina oggi con questo invito di Gesù: è un po' il riassunto di tutto il cammino di questo anno di sequela di Gesù.

Gesù è colui che ha cambiato e cambia il mondo, ma è anche colui che passa silenzioso, che giunge di notte a bussare alla tua porta: è facile perdere l'appuntamento, è facile trovarsi Impreparati o peggio sonnolenti e allora l'unica strada è stare attenti, vegliare, non con addosso la paura ma con la trepidazione di essere desti per cogliere gli avvenimenti della nostra storia della salvezza. E pregare sempre non come mormorazione continua di preghiere o formule ma come cuore sempre rivolto a lui, come vita che trasforma il banale quotidiano in inno di lode e di ringraziamento, come comunione di vita fraterna che diventa anche comunione con Dio.

La vigilanza è dunque la capacità cristiana di leggere in profondità gli avvenimenti e la preghiera, colei che ci aiuta a leggerli con Dio e a lui farli tornare.

 

 

DOMENICA 29 NOVEMBRE: 1^ DOMENICA DI AVVENTO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco Antonio Fasani.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI, GESU', VIENI, VIENI ACCANTO A NOI.

 

HANNO DETTO: Non è la grandiosità delle azioni che dona loro il merito, ma la purezza delle intenzioni con cui le compiamo. (Santo Curato d’Ars)

SAGGEZZA POPOLARE: Il nano è piccolo, anche se è sul campanile.

UN ANEDDOTO: Un certo fisionomista, guardando un giorno Socrate, lo dichiarò uomo inclinato alla golosità, alla disonestà, all’ubriachezza e ad altri vizi. I discepoli, sdegnati, volevano difendere il maestro di fronte ad un verdetto così pessimistico, ma Socrate li calmò dicendo: “Fermi! Quest’uomo ha detto il vero. Infatti, io sarei veramente come costui ha detto, se non mi fossi dato alla virtù”.

PAROLA DI DIO: Is 63,16b-17.19b; 64,2-7; Sal 79; 1Cor 1,3-9; Mc 13,33-37

 

Vangelo Mc 13,33-37

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!». Parola del Signore

 

FATE ATTENZIONE, VEGLIATE

Il cammino dell’Avvento, ogni anno, ripropone al cristiano un percorso verso la luce. Vegliare è attendere la luce, la venuta del Signore. E lui che dà senso al nostro cammino, al susseguirsi dei giorni e degli anni, alla ricerca. Non siamo pellegrini del nulla, ma dell’Assoluto.

Come pellegrini:

— mettiamo nella nostra sacca il sostegno dell’Eucaristia e del sacramento della riconciliazione per poter vivere in comunione con tutti;

— tendiamo la mano a chi è più stanco, sfiduciato, solo: regalando pace, noi costruiamo l’attesa di un mondo diverso;

— seminiamo la speranza con piccoli gesti di bontà, perché il mondo sia contagiato dall’amore e sia riscattato dall’indifferenza.

Come ‘cercatori dell’Assoluto’:

—  purifichiamo la nostra immagine di Dio: non è un mago che copie cose strepitose;

—  è una presenza silenziosa dentro la storia e nel cuore di ogni persona;

—  è il Dio che si fa piccolo, che “scende”. Da ricco che era si fa uno di noi, compagno di viaggio;

— è il Dio che si fa prossimo, si nasconde nel volto dello straniero, del povero, della vedova, del bambino;

— è il Dio che incontriamo nella preghiera, nel silenzio, nella verità di noi stessi, quando abbiamo il coraggio di guardare la nostra povertà, la nostra ricerca di verità...

L’Avvento è il tempo in cui il credente ritrova le motivazioni del suo andare verso la terra promessa, anche attraverso il deserto. Trova le motivazioni per restare fedele, con lo sguardo verso la luce, Gesù, con il cuore e le mani “incarnate” dentro la storia. E una sentinella del mattino, non per slogan, ma perché sa indicare che una luce c’è. Ne sa accendere tante, anche piccole. Ogni giorno. Così anticipa il giorno.

 

 

LUNEDI’ 30 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Andrea, Apostolo.

Una scheggia di preghiera:

 

IL TUO SGUARDO È SU DI NOI: NON ABBANDONARCI MAI, SIGNORE GESU'.

 

HANNO DETTO: Trovare uno spazio di solitudine per meditare non è isolarsi dagli uomini, ma permettere che essi entrino a far parte di noi. (George Bernanos)

SAGGEZZA POPOLARE: Per ogni mal del corpo, c'è medicina nell'orto.

UN ANEDDOTO: C’era una volta un uomo che andava per terra e per mare in cerca del Paese-senza-errori. Cammina e cammina, non faceva che camminare, paesi ne vedeva di tutti i colori, di lunghi, di larghi, di freddi, di caldi, di così così: e se trovava un errore là, ne trovava due qui. Scoperto l’errore, ripigliava il fagotto e ripartiva in quattro e quattro otto.

C’erano paesi senz’acqua, paesi senza vino ma il Paese-senza-errori dove stava, dove stava? Voi direte: Era un brav’uomo. Uno che cercava una bella cosa. Scusate, però, non era meglio se si fermava in un posto qualunque, e   di tutti quegli errori ne correggeva un po’? (G. Rodari, Il Libro degli Errori, Einaudi)

PAROLA DI DIO: nella festa di Sant’Andrea: Rom. 10,9-18; Sal 18; Mt. 4,18-22

  

Vangelo Mt 4,18-22

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. Parola del Signore

 

“GESÙ VIDE DUE FRATELLI, SIMONE, CHIAMATO PIETRO, E ANDREA SUO FRATELLO, CHE GETTAVANO LE RETI IN MARE; ERANO INFATTI PESCATORI”

Gesù vede questi due fratelli, Pietro e Andrea, mentre gettano la rete in mare. Li coglie come in una istantanea che li fissa per l'eternità in un gesto usuale e abitudinario per loro: gettare la rete "perché erano pescatori". Era il loro lavoro, ciò che riempiva le loro giornate, nella fatica di portare avanti la loro famiglia. È importante rendersi conto che questo sguardo di Gesù è posato sopra ciascuno di noi proprio nel ripetersi delle nostre azioni quotidiane, quelle che fanno andare avanti la nostra vita senza clamore. Il mio lavoro, i miei rapporti con le persone che amo, il mio riposo... Tutto viene fissato come in una istantanea per l'eternità, perché lo sguardo di Gesù è uno sguardo d'amore che sorregge e riempie di valore anche le azioni che non calcolo più, consumate dall'abitudine. Che bella la vita vissuta così. E cosa può diventare una vita vissuta così! Quello che capitò ai due fratelli quando incrociarono lo sguardo di Gesù: non fu più la stessa cosa.

     
     
 

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