Archivio

 

     
     

SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

http://digilander.libero.it/don_franco_web

a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

SETTEMBRE 2020

 

MARTEDI’ 1° SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Egidio; San Conone.

Una scheggia di preghiera:

NEL TUO AMORE GESU' LIBERACI DAL MALIGNO.

HANNO DETTO: Siediti ai bordi dell'aurora, per te si leverà il sole. Siediti ai bordi della notte, per te scintilleranno le stelle. Siediti ai bordi del torrente, per te canterà l'usignolo. Siediti ai bordi del silenzio, Dio ti parlerà. (Vahira)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi vede, ascolta e tace, mantiene il mondo in pace. (Proverbio Piemontese)

UN ANEDDOTO: «Da qualche parte ho letto: “Dio c’è, io l’ho incontrato!”. Questa poi! La cosa mi sorprende! Che Dio esista, è fuori discussione! Ma che qualcuno l’abbia incontrato prima di me, questo sì che mi sorprende! Perché io ho avuto il privilegio d’incontrare Dio proprio nel momento in cui dubitavo di lui! In un paesino della Lozère, abbandonato dagli uomini. Passavo davanti alla vecchia chiesa e sono entrato. E lì sono rimasto abbagliato... da una luce intensa... insostenibile! Era Dio... Dio in persona... Dio che pregava! Mi sono detto: Chi prega? Mica pregherà sé stesso? No! Pregava l’uomo. Pregava me! Diceva: “O uomo! Se ci sei, dammi un segno!”. Ho detto: “Dio mio, eccomi qui!”. Lui ha detto: “Miracolo! Un’umana apparizione!”. Gli ho detto: “Ma Dio mio... come puoi dubitare dell’esistenza dell’uomo, visto che sei tu che l’hai creato?”. Mi ha detto: “Sì... ma era da così tanto tempo che non ne vedevo uno nella mia chiesa... che mi sono chiesto se non fosse una fantasia!”. Gli ho detto: “Eccoti rassicurato, mio Dio!”. Mi ha detto: “Sì! Ora potrò dire a loro lassù: l’uomo c’è, l’ho incontrato”» (Raymond Devos).

PAROLA DI DIO: 1Cor 2,10b-16; Sal 144; Lc 4,31-37

 

Vangelo Lc 4,31-37

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante. Parola del Signore

 

“C’ERA UN UOMO POSSEDUTO DA UN DEMONIO E COMINCIO' A GRIDARE FORTE: “BASTA! CHE ABBIAMO A CHE FARE CON TE, GESÙ NAZARENO? SEI VENUTO A ROVINARCI? SO BENE CHI SEI: IL SANTO DI DIO!”.

Il brano di oggi ci aiuta a capire chi sia il nostro nemico, il diavolo. È uno che “possiede”, cioè uno che attenta alla libertà dell’uomo, che vuole incatenarlo, alienarlo. Provate a pensare se l’opera del demonio non è sempre e ancora la stessa. Egli vuole dividerci da Dio, vuol possedere la nostra libertà, si serve delle nostre debolezze per parlare e agire dentro di noi.

Ma il diavolo è anche un puro spirito e quindi riconosce subito Gesù e ne ha paura perché non sopporta la santità di Dio. Sa di essere sconfitto in partenza. Mentre riesce a possedere la libertà dell’uomo che lo fa entrare in casa sua, sa che la forza di Dio lo caccia via.

Noi siamo deboli, non sempre riusciamo a capire che la vera libertà è abbandonarci alla volontà di Dio, e su questo il diavolo continua a giocare travisando la verità, facendoci sognare libertà e felicità irraggiungibili e false, e se noi crediamo, diventiamo suoi schiavi e da soli non siamo più in grado di liberarci. Gesù può e vuole liberarci. Se accogliamo il “Santo di Dio”, il diavolo non può più nulla.

 

 

MERCOLEDI’ 2 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Licinio; San Giusto di Lione

Una scheggia di preghiera:

NEL DESERTO TI HO CERCATO, NEL SILENZIO IO TI TROVO.

HANNO DETTO: Tu, o Signore, hai parlato. Donaci la grazia del silenzio per poterti ascoltare. (Davide Maria Turoldo)

SAGGEZZA POPOLARE: Il silenzio è il linguaggio dello spirito. Dall'albero del silenzio pende il frutto della tranquillità. (Proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Quando Kruscev pronunciò la famosa denuncia dell'epoca staliniana, si dice che qualcuno, in parlamento, abbia esclamato: "Dov'eri tu, compagno Kruscev, quando tutte queste persone innocenti venivano massacrate?". Kruscev smise di parlare, girò lo sguardo nella sala e disse: "Per favore, si alzi chi ha detto questo". Ci fu grande tensione nella sala. Nessuno si alzò. 
Allora Kruscev disse: "Bene, ora hai la risposta, chiunque tu sia. Io ero allora nella stessa identica posizione in cui tu ora ti trovi". 

PAROLA DI DIO: 1Cor 3,1-9; Sal 32; Lc 4,38-44

 

Vangelo Lc 4,38-44

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagòga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva. Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo. Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato». E andava predicando nelle sinagòghe della Giudea. Parola del Signore

 

“SUL FAR DEL GIORNO USCI’ E SI RECO’ IN UN LUOGO DESERTO. MA LE FOLLE LO CERCAVANO E LO RAGGIUNSERO”.

Nel brano evangelico odierno noi abbiamo visto Gesù che ha passato un’intera giornata a predicare, guarire, cacciare i demoni, è stato “mangiato” dalla folla, dalle parole, dal rumore: ora Egli ha bisogno di silenzio, di raccoglimento.

Penso che tutti noi facciamo, a volte, l’esperienza di sentire il bisogno del silenzio. Come sarebbe bello poter “staccare la spina”, spegnere il cicaleccio delle chiacchiere inutili, dei convenevoli, dei giornali e della televisione per ritrovare la pace, ritrovare noi stessi, rispolverare i valori per cui viviamo, aver tempo per Dio. E poi ci accorgiamo che la famiglia ha bisogno di noi, noi stessi abbiamo bisogno degli altri. Se allora è un’utopia immaginarci una giornata di solitudine, dobbiamo però crearci qualche angolo di deserto per non rischiare di perderci.

Ma è possibile con il ritmo frenetico in cui viviamo? Dico di sì. Basta volerlo. Ognuno di noi può riuscire a trovare ogni giorno un quarto d’ora in cui isolarsi (anche senza andare lontano, magari in pullman, o mentre fai i letti, o nella pausa pranzo...) per ritrovare sé stessi, i valori per cui si corre, Dio con la sua parola di Vita... e poi, dopo, possiamo continuare a farci “mangiare” ma con una disponibilità rinnovata.

 

 

GIOVEDI’ 3 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gregorio Magno; Santa Phoebe.

Una scheggia di preghiera:

SIGNORE, ALLONTÀNATI DA ME, PERCHÉ SONO UN PECCATORE.

HANNO DETTO: Conservare il silenzio per quant'è possibile; ma romperlo ogni volta in cui, al mio posto, Gesù a Nazaret l'avrebbe rotto, e nella misura e nella maniera nelle quali Egli l'avrebbe rotto. (Charles de Foucauld)

SAGGEZZA POPOLARE: Nella bocca chiusa non entrano le mosche.

UN ANEDDOTO: Diceva Pier Giorgio Frassati: “Tu mi domandi se sono allegro; e come non potrei esserlo? Finché la fede mi darà la forza sarò sempre allegro. Ogni cattolico non può non essere allegro; la tristezza deve essere bandita dagli animi dei cattolici, il dolore non è la tristezza, che è una malattia peggiore di ogni altra. Questa malattia è quasi sempre prodotta dall’ateismo, ma lo scopo per cui noi siamo stati creati ci addita la via, seppur seminata di molte spine, ma non una triste via: essa è allegra anche attraverso i dolori”.

PAROLA DI DIO: 1Cor 3,18-23; Sal 23; Lc 5,1-11

 

Vangelo Lc 5,1-11

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. Parola del Signore

 

«SIGNORE, ALLONTÀNATI DA ME, PERCHÉ SONO UN PECCATORE»

La storia di Pietro con Gesù comincia con una richiesta da parte del Maestro: “Imprestami la tua barca, ne voglio fare un pulpito” e continua con lo stupore che porta il pescatore di Galilea alla frase che meditiamo oggi. Forse ci saremmo aspettati che lo stupore per la pesca miracolosa portasse Pietro ad una frase di ringraziamento, di lode, e invece Pietro fa un gesto e dice parole che racchiudono queste cose, ma partono da altro. Pietro si inginocchia, quindi con il gesto dello schiavo davanti al padrone riconosce l'enorme distanza tra la sua realtà e quella del maestro, ma Pietro non sapendolo si mette anche in quella che sarà la posizione del discepolo, ai piedi di Gesù, e poi mette a confronto due realtà che a tutta prima sembrano opposte: la santità (il totalmente altro) e l'essere peccatore. Tra queste due cose c'è il baratro, l'impossibilità di comunicazione, ma Pietro, senza saperlo anticipa la novità del Vangelo: d'ora in poi tra la santità e il peccato c'è Gesù che condanna il peccato ma salva il peccatore e per dono gratuito, come la pesca miracolosa, gli dona l'accesso alla santità, ci fa degni di Dio.

Tra noi e Dio c'è l'abisso del peccato, ma c'è anche Gesù, il vero Pontefice (= facitore di ponti) che ci permette di giungere al padre con la dignità di figli.

 

 

VENERDI’ 4 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Rosalia; San Gilberto.

Una scheggia di preghiera:

TU CHE FAI NUOVE TUTTE LE COSE, FA' CHE OGGI DIVENTIAMO NUOVI CON TE.

HANNO DETTO: Il silenzio di labbra cucite non è silenzio. Si potrebbe ottenere lo stesso risultato tagliando la lingua, ma anche questo non sarebbe silenzio. È silenzioso colui che, avendo la possibilità di parlare, non pronuncia nessuna parola inutile. (Gandhi)

SAGGEZZA POPOLARE: Contro chi tace non c'è castigo né risposta.

UN ANEDDOTO: I Mussulmani hanno una curiosa abitudine. Quando nasce un bambino il papà prende tra le braccia il neonato e gli sussurra prima in un orecchio e poi nell’altro: "Maometto è grande, Dio è il solo Dio, vieni alla preghiera, vieni alla benedizione." Il papà parla subito al neonato, e gli parla di Dio!

PAROLA DI DIO: 1Cor 4,1-5; Sal 36; Lc 5,33-39

 

Vangelo Lc 5,33-39

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere; così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!». Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno». Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”». Parola del Signore

 

“NESSUNO STRAPPA UN PEZZO DA UN VESTITO NUOVO PER METTERLO SU UN VESTITO VECCHIO; ALTRIMENTI IL NUOVO LO STRAPPA E AL VECCHIO NON SI ADATTA IL PEZZO PRESO DAL NUOVO.”

Ma, il mio credere a Gesù è davvero novità o non piuttosto abitudine. Sono nato in una terra dove tutti più o meno erano cristiani, i miei mi hanno battezzato e cresimato. Sono andato all'oratorio e quando è stata ora di sposarmi è stato naturale andare in chiesa e seguire tutte le solite tradizioni. Ogni tanto vado a Messa, è un qualcosa che con la sua ritualità mi dà pace. Credo in Dio, un Dio deve esserci, credo che Gesù abbia detto cose meravigliose, anche se a volte molto strane, faccio un po' di bene del mio superfluo per “meritarmi il paradiso”. E questa sarebbe la novità del vangelo che cucita sulla tradizione della Legge e delle vecchie formule religioso-morali, rischierebbe di creare uno strappo o non è piuttosto stoffa vecchia e logora che unita al vecchio precedente serve solo a creare uno straccio usato da buttare? Gesù è l'uomo nuovo oggi, il risorto oggi che fa risorgere oggi, o una storia vecchia di duemila anni con tutte le incrostazioni umane di una storia della Chiesa che sempre non è stata all'altezza del suo maestro? Vuoi sapere se Gesù è davvero la novità per te? Prova a vedere, oggi, se la fede ha cambiato qualcosa in te e attorno a te.

 

 

SABATO 5 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Vittorino; San Lorenzo Giustiniani.

Una scheggia di preghiera:

GESU', TU SEI IL CUORE DI OGNI MORALE.

HANNO DETTO: Davanti al male e alla sofferenza Dio tace. Non interviene. Crediamo che sia morto. Silenzio di Dio che provoca la domanda più angosciosa dell'uomo. Davanti a questo silenzio sconvolgente, non rimane che l'adorazione muta di un cuore di carne che non capisce. (Daniel Ange)

SAGGEZZA POPOLARE: Se tu urli il tuo vicino diventerà sordo.

UN ANEDDOTO: Sartre, filosofo francese, ha scritto un bel dramma che ha come tema un fatto reale, un ragazzino sorpreso a rubare e da quel momento tutti lo chiamarono ladro ed è diventato davvero un ladro.

PAROLA DI DIO: 1Cor 4,6b-15; Sal 144; Lc 6,1-5

 

Vangelo Lc 6,1-5

Dal vangelo secondo Luca

Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?». Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?». E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato». Parola del Signore

 

PERCHÉ FATE IN GIORNO DI SABATO QUELLO CHE NON È LECITO?”.

Quanta gente vive di formalismi, di codici osservati, o meglio, fatti osservare agli altri. E quanta gente si maschera dietro a norme. Anche tra cristiani, spesso, ce ne sono che impugnano le norme ecclesiastiche come catene senza tener conto delle persone e delle situazioni. Mi capita sovente di incontrare persone che si sono allontanate proprio a causa di religiosi intransigenti e senza misericordia. Osservare una regola ha valore morale soltanto se chi lo fa aderisce all’intenzione del legislatore, cioè allo spirito della regola stessa. Gesù ricorda questo principio a coloro che fanno della Legge un giogo insopportabile di pratiche esteriori.

 

 

DOMENICA 6 SETTEMBRE: 23^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (A)

Tra i santi ricordati oggi: San Frontignano d’Alba; San Benedetto da Milano.

Una scheggia di preghiera:

DOV'E' CARITA' E AMORE QUI C'E' DIO.

HANNO DETTO: Vi è un solo modo corretto di guardare il mondo: lo sguardo che Dio stesso rivolge al mondo. (John Henry Newmann)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi ben chiude, ben apre.

UN ANEDDOTO: nei campi di concentramento tedeschi era severamente proibito ai prigionieri fissare negli occhi i loro carcerieri per timore che potessero essere inteneriti.

PAROLA DI DIO: Ez 33,1.7-9; Sal 94; Rm 13,8-10; Mt 18,15-20

 

Vangelo Mt 18,15-20

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro». Parola del Signore

 

SE IL TUO FRATELLO COMMETTERÀ UNA COLPA CONTRO DI TE, VA’ E AMMONISCILO FRA TE E LUI SOLO; SE TI ASCOLTERÀ, AVRAI GUADAGNATO IL TUO FRATELLO”.

È molto difficile la correzione. Si rischia spesso di sbagliare. Si sbaglia magari già in partenza con un giudizio non vero, si adottano metodi spesso non validi o poco rispettosi della persona, a volte si rischia di irritare e di fare un danno maggiore. Pensate a quanto sia già difficile la correzione con i figli, vedete come diventa rischiosa nei posti di lavoro e come rischia di trasformarsi in guerra quando viene usata o sbandierata tra le nazioni. Eppure non vi è nulla di meglio che potersi aiutare per comprendere la verità, per vivere meglio insieme! Come cristiani poi la nostra gioia dovrebbe essere quella vicendevole di aiutarci a incontrare Dio in questa vita e a camminare con Lui verso l’eternità quindi la correzione non dovrebbe essere un peso ma un aiuto. Eppure non sempre è così perché spesso anche tra cristiani si parte non dalla ricerca della verità ma dalla imposizione della mia verità (pensate a certi gruppi dove con la maschera delle responsabile qualcuno approfitta per entrare nelle coscienze degli altri e per imporre se stesso in nome di Gesù o dello Spirito Santo) perché ci si arroga il compito di difendere Dio e si dimenticano gli uomini, perché invece di continuare a proporre come fa Dio si sancisce soltanto e si punisce e si impone.

Il metodo che Gesù ci indica nel Vangelo è molto diverso. Intanto la correzione fraterna è un gesto di umiltà sia per chi cerca di correggere che per chi viene corretto, poi è sempre rispettosa della persona, prima di essere pubblica e privata, solo in caso estremo e dopo molti tentativi diventa accettazione di una situazione insanabile.

Proviamo allora ad esaminare noi stessi sul nostro modo di correggere gli altri e sul modo con cui accettiamo eventuali correzioni di altri: Se entrambi i metri corrispondono e corrispondono all’ indicazione di Gesù siamo sulla strada giusta. Se usiamo un metro nel correggere e un altro nell’accettare una correzione forse c’è ancora molto egoismo dentro di noi.

 

 

LUNEDI’ 7 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Grato d’Aosta; San Chiaffredo di Saluzzo.

Una scheggia di preghiera:

GESU'. CHE TUTTA LA CHIESA TI ABBIA SEMPRE COME MODELLO E FONDAMENTO.

HANNO DETTO: Quando ti sentirai leggero come l'aria, trasparente come lo sguardo di un bimbo, pacificato come il mare di primo mattino, non stupirti. Stai raccogliendo i frutti di aspre battaglie con te stesso, stai raccogliendo te stesso com'eri nel ventre di tua madre. (Niceforo)

SAGGEZZA POPOLARE: Anche i cani piccoli, davanti al loro uscio si sentono grossi.

UN ANEDDOTO: Secondo la leggenda, Pigmalione era un mitico re di Cipro che aveva il dono della scultura. Un giorno scolpì, in bianchissimo avorio, una figura di donna talmente bella che desiderò diventasse sua moglie. Pregò allora gli dèi di trasformarla in donna. Gli dèi lo esaudirono e Pigmalione sposò la statua trasformata in bellissima carne. Ecco: il desiderio, l’occhio buono, l’aspettativa, riescono a dar vita anche all’avorio, anche alle pietre. 

PAROLA DI DIO: 1Cor 5,1-8; Sal 5; Lc 6,6-11

 

Vangelo Lc 6,6-11

Dal vangelo secondo Luca

Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo. Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita. Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.  Parola del Signore

 

“GLI SCRIBI E I FARISEI LO OSSERVAVANO”

Possono esserci tanti modi di “osservare” Gesù: quello degli scribi e dei farisei che lo osservano per prenderlo in fallo; quello dei curiosi che vogliono vedere qualche miracolo; quello delle persone interessate a Gesù per poterlo in qualche modo sfruttare e tirare dalla loro parte; quello degli apostoli che imparano da Gesù per la loro vita e missione.

Anche oggi, noi, possiamo “osservare” Gesù in modi molto diversi. C’è chi studia il Vangelo e osserva i cristiani solo per aver motivo di poterli prendere in contropiede. C’è chi osserva Gesù solo in certe occasioni per poter ottenere qualche grazia; c'è chi lo osserva da spettatore, magari meravigliato, ma si prende ben guardia dal lasciarsi coinvolgere da Lui; c’è chi lo osserva per interrogarsi, c’è chi guarda a Lui per imitarlo, c’è chi vede in Lui l’unico Salvatore.

È importante “osservarlo” ma ancor più importante è “ciò che Lui ci dice”.

 

 

MARTEDI’ 8 SETTEMBRE: NATIVITA’ DELLA BEATA VERGINE MARIA

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Ugo di Volterra; Beato Federico Ozanam.

Una scheggia di preghiera:

MARIA, CONTINUA A PORTARCI A GESU'.

HANNO DETTO: Nessuno conosce un altro come sé stesso, eppure nessuno è tanto noto a sé stesso di poter essere certo della propria condotta l'indomani. (Sant’Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Fai quello che puoi, con quello che hai, dove ti trovi.

UN ANEDDOTO: Napoleone (1769-1821), avvertito della malattia della madre, le scriveva: “Cara mamma, mi dicono che la tua salute vacilla. Mamma, tu non stai bene! Scrivimi. Rassicurami! Perché che cosa sarebbe di me, se sulla terra non esistesse qualcuno più grande di me!?”.

PAROLA DI DIO: festa della Natività di Maria: Mi. 5,1-4 opp. Rom. 8, 28-30; Sal.12; Mt. 1,1-16.18-23

 

Vangelo Mt 1,1-16.18-23 (Forma breve: Mt 1,18-23)

Dal vangelo secondo Matteo

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giosafat, Giosafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. (Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa Dio con noi.) Parola del Signore

 

“GENEALOGIA DI GESU’…”.

Nel giorno in cui la liturgia ci ricorda la nascita di Maria, leggiamo questa lunga genealogia di Gesù. San Matteo non era un esperto di araldica, più che cercarne la veridicità storica possiamo leggere in essa un richiamo alla concretezza dell’amore di Dio lungo i secoli e della fedeltà della sua promessa che, concretamente, si incarna in Gesù. Gesù non apparso improvvisamente, a caso, non è un marziano piombato sulla terra o un dio delle mitologie mandato a compiere una ispezione tra gli uomini, è una persona concreta che viene in una storia concreta. Così, fin dall’inizio della storia della salvezza si comincia a scorgere il volto di una donna che è come trasparenza dell’amore di Dio, Colei che nel pensiero di Dio fu sempre associata al disegno della redenzione e fu trovata degna di essere la porta di ingresso di Gesù nel mondo.

Maria è dunque la concretezza di Gesù ma contemporaneamente è anche la prima risposta positiva totale che Dio trova nell’umanità, quindi anche noi, tramite Lei, possiamo accedere a Dio. Nella festa della nascita di Maria noi festeggiamo anche la nascita dell’umanità nuova e la possibilità della nostra rinascita. Se noi rinasciamo, accettando il Figlio di Maria, anche noi, come Lei, possiamo diventare risposta positiva all’amore del Padre e con Lei entrare nel suo Regno.

 

 

MERCOLEDI’ 9 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Osanna; San Pietro Claver.

Una scheggia di preghiera:

TU, GESU', HAI VINTO IL MONDO!

HANNO DETTO: Dio ci protegga dalle persone che pretendono di servirlo e allo stesso tempo si preoccupano del loro onore. (Santa Teresa d’Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: Sei quello che sei veramente quando non c'è nessuno che ti guarda.

UN ANEDDOTO: Un giorno il figlio del famoso pilota canadese Gilles Villeneuve sbuffò con i giornalisti: “Tutti pretendono da me prestazioni straordinarie come quelle di mio padre. Per favore, lasciatemi essere semplicemente Jacques Villeneuve”. 

PAROLA DI DIO: 1Cor 7,25-31; Sal 44; Lc 6,20-26

 

Vangelo Lc 6,20-26

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva: «Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché riderete. Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione. Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete. Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti». Parola del Signore

 

BEATI VOI POVERI...”

Il discorso di Gesù sulle beatitudini ci riempie ogni volta di fascino e ogni volta ci sconvolge per il suo paradosso: si può gioire della povertà, della fame, del pianto? Penso che nessuno possa farlo e neanche Gesù lo ha fatto. Gesù non pretende che possiamo gioire di ciò che toglie all'uomo la sua dignità di figlio di Dio, figlio di Re. È ben altro il motivo che spinge a rallegrarsi e gioire: quello di essere discepoli di Gesù. Essere alla sua sequela, essere alla sua Presenza non può che riempire il cuore e farlo esultare, perché in lui veramente si sperimenta la sazietà, la risata sincera, perché chi è con Gesù possiede il Regno di Dio. Allora veramente si può anche piangere ed essere felici, perché non abbiamo da temere. Lui ce lo ha detto: "Io ho vinto il mondo. Io sarò con voi sino alla fine del mondo". Per questo i due pellegrini di Emmaus, pur angosciati possono dirsi: "Non ci ardeva forse il cuore mentre Lui parlava con noi lungo la via?".

 

 

GIOVEDI’ 10 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agabio di Novara; San Nicola da Tolentino.

Una scheggia di preghiera:

OGNI GIUDIZIO SPETTA A TE, PADRE MISERICORDIOSO.

HANNO DETTO: Odio le persone cosiddette serie, che cercano, abusando di questo loro carattere da commedia, di truffare la nostra buona fede. (Gramsci)

SAGGEZZA POPOLARE: Una vita semplice è premio a sé stessa.

UN ANEDDOTO: Quando ero piccolo la mamma mi diceva: “Salta e prendi la luna!”. Io saltavo. La luna non la prendevo, ma, intanto, mi staccavo un po’ da terra! Non poter arrivare a far tutto, non giustifica il non far niente.

PAROLA DI DIO: 1Cor 8,1b-7.11-13; Sal 138; Lc 6,27-38

 

Vangelo Lc 6,27-38

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Dà a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».  Parola del Signore

 

“NON GIUDICATE E NON SARETE GIUDICATI”.

In gioventù mi è capitato più di una volta di andare in Tribunale ad assistere a qualche processo e pensavo alla terribile responsabilità dei giudici nel decidere le pene.

Pensavo a quell’imputato che pur avendo sbagliato, vedeva alcuni anni della sua vita nelle mani di uno sconosciuto che decideva su lui.

Ma quanto volte anche noi abbiamo fatto l’esperienza di sentirci giudicati giustamente o ingiustamente: è terribile, ti blocca, ti dà fastidio, dici: “Come può un altro entrare fino in fondo dentro di me, capire le motivazioni, il dolore, la rabbia, il perché. Eppure quante volte siamo giudici e giudici terribili: giudice di tuo marito, di tua moglie, di tua nuora, del parroco, del venditore ambulante, dello straniero... e con quanta facilità tranciamo giudizi senza possibilità di appello anche senza conoscere cause, motivi... Prova a pensare a Dio che conosce tutto. Ma Dio, Colui il cui giudizio ha veramente motivo ci dice che userà lo stesso metro che useremo noi: Lui sarà misericordia se noi saremo misericordiosi.

 

 

VENERDI’ 11 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Emiliano; Sant’Agatone di Scete.

Una scheggia di preghiera: 

SENZA DI TE, SIGNORE, NOI SIAMO NULLA E POSSIAMO NULLA.

HANNO DETTO: Il semplice ha solo una cosa a cui pensare: se cioè quello che sta per fare piace o non piace a Dio. (Don G. Alberione)

SAGGEZZA POPOLARE: Pensare solo a sé, è fare il vuoto sotto di sé.

UN ANEDDOTO: C’era una volta un uomo che non pensava ad altro che a costruirsi la casa. Voleva che fosse la più bella del mondo, la più calda, la più accogliente. mentre la stava costruendo, alcuni vennero a chiedere il suo aiuto perché il mondo stava andando a fuoco. Ma a lui interessava la casa, non il mondo! Quando l’ebbe terminata scoprì che non c’era più un pianeta su cui poggiarla!

PAROLA DI DIO: 1Cor 9,16-19.22b-27; Sal 83; Lc 6,39-42

 

Vangelo Lc 6,39-42

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello». Parola del Signore

 

“UN DISCEPOLO NON È PIÙ DEL MAESTRO”.

Il Vangelo, certe volte, sembra dirci cose scontate, ma se ce le dice è perché purtroppo, molte volte, in pratica non sono scontate affatto. Quante volte incontriamo dei preti che sanno tutto, che a suon di autorità e di codici pensano di poter dottoreggiare e imporre, a nome di Gesù, pesi insostenibili sulle spalle altrui; quante volte, laici anche buoni, rivalutati nel loro giusto ruolo dalla Chiesa postconciliare si sentono talmente importanti e sicuri di sé da giudicare la Chiesa, da decidere in autonomia su cosa sia bene o male.

Tutti dobbiamo ricordarci che il Maestro è uno: Gesù Cristo. Il nostro agire di singoli o di Chiesa non può non fare che continuo riferimento a Lui e al suo Vangelo. L’autorità, il potere, nella Chiesa, hanno significato solo se fanno con umiltà riferimento a Lui e se sono intese, non solo a parole, come vero servizio di Cristo ai fratelli.

Un buon maestro, poi, vuole trasmettere ed insegnare e allora cerca di essere fedele al messaggio che non è suo, ma è anche attento alla persona che ha davanti. È perfettamente inutile voler trasmettere, anche cose meravigliose, se chi hai davanti non riesce a comprenderle perché espresse con un linguaggio non comprensibile.

 

 

SABATO 12 SETTEMBRE: SANTO NOME DI MARIA

Tra i santi ricordati oggi: San Silvino; San Defendente.

Una scheggia di preghiera:

TU, GESU', SEI IL FRUTTO VERAMENTE BUONO DELLA NOSTRA UMANITA'.

HANNO DETTO: In ogni cosa dobbiamo chiederci che cosa farebbe, penserebbe, direbbe Gesù al nostro posto, e fare lo stesso. (Charles de Foucauld)

SAGGEZZA POPOLARE: È più facile tenere sulla lingua un carbone acceso che un segreto altrui. (Proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Il filosofo francese Michel Montaigne, nel suo capolavoro, i Saggi, racconta che un malato che soffriva a causa delle unghie, andò da un famoso dottore. Il dottore, davvero molto esperto nella sua arte, guardando il viso del paziente e sentendo il suo alito, intuì subito che il malato soffriva di una grave ulcera allo stomaco. A questo punto gli disse: "Amico mio, non è questo il momento di occuparti delle tue unghie!".

Parola di Dio: 1Cor 10,14-22; Sal 115; Lc 6,43-49

 

Vangelo Lc 6,43-49

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda. Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico? Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande». Parola del Signore

 

“OGNI ALBERO SI RICONOSCE DAL SUO FRUTTO”.

Tante volte ci riteniamo specialisti nel riconoscere dalle apparenze i buoni e i cattivi e poi abbiamo delle amare sorprese.

Infatti, per riconoscere la bontà di una pianta non basta vedere se ha tanti rami, tante foglie e neppure la bellezza dei frutti è sufficiente, occorre vedere se essi sono commestibili. Quante persone sia dentro che fuori della Chiesa, pretendono di essere cristiani! Ma lo sono davvero solo perché compiono determinate opere o osservano determinate norme? Ciò che conta è il cuore, l’interiore profondo dell’uomo. Cioè, bisogna che i gesti esteriori corrispondano ad una qualità di fondo, che i nostri gesti religiosi, per esempio, provengano da una fede interiorizzata. Provo allora oggi a chiedermi: sono un buon albero da frutto o un albero da foglie? Le mie azioni partono da un cuore che ha interiorizzato l’amore di Dio, o sono solo frutto di convenienze, di esteriorità?

Quali sono i frutti della mia vita? Anzitutto ne ho portati? Se, per ipotesi, si potesse cancellare la mia esistenza la vita di qualcuno sarebbe cambiata?

Poi la qualità dei frutti: giunto a questo punto della mia vita, qualcuno, incontrandomi, vedendomi agire, è diventato migliore o peggiore? Qualcuno per causa mia ha amato di più Gesù o, proprio per causa mia, si è allontanato da Lui? Se oggi dovessi morire, che cosa lascerei a questo mondo: un po' più di giustizia o un po' più di divisione?

Se avete provato a rispondere a queste domande o ad altre simili che vi saranno venute in mente, penso avrete notato com'è difficile stabilire con esattezza i confini tra il bene e il male, il frutto totalmente buono e quello totalmente velenoso. Si stabilisce la direzione di marcia ma poi nel buono a volte c'è anche l'amaro e a volte certi veleni in dosi appropriate servono per guarire. Credo, allora sia importante puntare verso il bene, verso Gesù e poi continuamente correggere la meta contando soprattutto sulla grande misericordia di Dio.

 

 

DOMENICA 13 SETTEMBRE: 24^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (A)

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Crisostomo; San Maurilio.

Una scheggia di preghiera:

DIO MISERICORDIOSO, INSEGNAMI LA MISERICORDIA.

HANNO DETTO: Solo una piccola parte della nostra esistenza è fatta di ciò che vediamo; la maggior parte appartiene al segreto di Dio. (Romano Guardini)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi conosce il tuo segreto è padrone della tua libertà.

UN ANEDDOTO: C'era una volta un tipo piuttosto strano: ogni volta che leggeva un libro, si cambiava abito. Quando, ad esempio, leggeva un libro serio, profondo - un 'classico', come si dice! - si vestiva di nero, scarpe ai piedi, giacca e cravatta, capelli impeccabili. Quando leggeva un libro d'avventura, gli bastavano un paio di sandali, pantaloni sportivi e la canottiera. Quando leggeva un libro di fantascienza, allora, tirava fuori dal guardaroba i vestiti più strani ed originali. Solo quando leggeva un libro religioso, restava vestito, così com'era. Un giorno un tale gli domandò: "Come mai ti cambi gli abiti per tutti i libri, tranne che per quelli religiosi?". Lo strano lettore rispose: "Quando leggo di Dio, quando prego Dio, ogni abito mi va bene. Se ha fatto tanti uomini comuni, è segno che li preferisce".

PAROLA DI DIO: Sir 27,30 - 28,7 (NV); Sal 102; Rm 14,7-9; Mt 18,21-35

 

Vangelo Mt 18,21-35

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Parola del Signore

 

SIGNORE, SE IL MIO FRATELLO COMMETTE COLPE CONTRO DI ME, QUANTE VOLTE DOVRÒ PERDONARGLI? FINO A SETTE VOLTE?”.

Capisco profondamente questa domanda di Pietro. Lui ebreo, abituato alla legge del taglione, uomo focoso e deciso si sente dire che deve sempre perdo­nare. È già difficile dare il perdono in maniera profonda e completa, una volta, come si fa a perdonare più volte ad una persona che continua ad offenderti? Umanamente c’è un limite a tutto! Ma il Vangelo non è solo umano! Parte dalla nostra umanità ma vuol portarci a pensare e ad agire come Dio. Certo, magari non tutto d’un colpo, ma è lì che dobbiamo mirare. E per fare questo c’è una cosa sola che ci aiuta: guardare a come Dio perdona a noi. Se Lui non si è ancora stancato di me, se mi perdona ancora, posso io ergermi a giudice insindacabile nei confronti del mio fratello?

 

 

LUNEDI’ 14 SETTEMBRE: ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE

Tra i santi ricordati oggi: San Cornelio; Santa Placilla.

Una scheggia di preghiera:

GUARDO A TE, O CROCE, FONTE DELL'AMORE.

HANNO DETTO: I segni dei tempi non sono sempre i segni dell'intelligenza. (Benedetto Croce)

SAGGEZZA POPOLARE: Solo uno sciocco verifica la profondità dell'acqua con entrambi i piedi. (Proverbio Africano)

UN ANEDDOTO: Thomas Edison (uno dei più prestigiosi inventori di tutti i tempi) un giorno consegnò ad un suo giovane assistente una lampadina la cui costruzione aveva richiesto mesi e mesi di lavoro.

L'assistente, sapendo quanta fatica era costata, la prese con estrema cautela e la portò su per le scale, ma, all'ultimo gradino, per la troppa apprensione, se la lasciò sfuggire di mano. Thomas Edison, con i suoi collaboratori, dovette lavorare altre settimane per costruirne una seconda simile alla prima. Terminato il lavoro, Edison si guardò in giro e riconsegnò la preziosa lampadina allo stesso assistente. Questo gesto fu per il giovane, una potentissima flebo di fiducia in sé stesso: portò a termine il compito con serenità e disinvoltura.

PAROLA DI DIO: nella festa dell’esaltazione della Croce: Nm 21,4b-9 opp. Fil 2,6-11; Sal 77; Gv 3,13-17

 

Vangelo Gv 3,13-17

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui». Parola del Signore

 

“COME MOSE’ INNALZO’ IL SERPENTE NEL DESERTO. COSI’ BISOGNA CHE SIA INNALZATO IL FIGLIO DELL’UOMO, PERCHE’ CHIUNQUE CREDE IN LUI ABBIA LA VITA ETERNA”.

Da sempre e per primo Dio ha amato gli uomini, ma il Vangelo ci dice anche la misura senza limiti di questo amore: il dono del Figlio morto e risuscitato per noi. Egli è come l’antico serpente di rame innalzato nel deserto per la guarigione di quanti erano stati morsicati da serpenti velenosi, a causa della loro infedeltà. Egli è innalzato come su un trono, è glorificato sul legno della croce. Chi guarda Lui è salvo. Al termine della passione di Gesù, Giovanni riporterà le parole di un profeta: “Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto”. Tutta la storia della salvezza è storia di questo amore fedele, tenace da parte di Dio. Se vogliamo essere coinvolti in questa storia di salvezza, dobbiamo credere all’amore di Dio, affidarci a questo amore anche nei momenti più bui e difficili, guardare con più insistenza e con più passione al Cristo crocifisso: Egli non è venuto per giudicare e per condannare, ma per salvare. Chi guarda il crocifisso smaschera le proprie menzogne, i propri alibi, il proprio egoismo; si fa trasparente come è trasparente lui, lì sulla croce, squarciato e aperto allo sguardo di tutti. Il crocifisso ci insegna a smascherare gli idoli di questo mondo, i potenti di questo secolo, i soprusi e le ingiustizie, per far risplendere la luce e la verità del Padre su tutte le cose. 

 

 

MARTEDI’ 15 SETTEMBRE: BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATA

Tra i santi ricordati oggi: San Nicomede; Sant’Emilio di Cordoba.

Una scheggia di preghiera:

MARIA, CHE COME MADRE DI GESU' CAPISCI TUTTI I DOLORI, PREGA PER NOI.

HANNO DETTO: Scoraggiarsi dopo la caduta è artificio del nemico. (Padre Pio da Pietrelcina)

SAGGEZZA POPOLARE: Lo scoiattolo è piccolo, però non è schiavo dell’elefante.

UN ANEDDOTO: Alcuni anni fa una ragazza, prima di compiere il gesto drammatico di togliersi la vita, lasciò scritto un messaggio di saluto ai suoi genitori: “Cari genitori, riconosco che mi avete voluto bene, ma non siete riusciti a farmi del bene. Mi avete dato tutto, anche il superfluo, ma non mi avete dato l'essenziale: non mi avete aiutato a trovare uno scopo per cui valesse la pena spendere la vita!".

PAROLA DI DIO nella festa dell’Addolorata: Eb 5,7-9; Sal 70; Gv 19,25-27; Lc 2,33-35

 

Vangelo Gv 19,25-27

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.  Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Parola del Signore

 

"STAVA PRESSO LA CROCE DI GESÙ, SUA MADRE”

A Cana Maria si era sentita dire: "Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora". Adesso che l'ora e arrivata, l'ora del dono totale, l'ora della "gloria" così diversa da come ci si sarebbe aspettati, lei è presente. Lei, modello di ogni credente, non può che ripercorrere l'itinerario del Figlio. Anzi, in questo caso sembra quasi che lo preceda. Come una madre che inghiotte per prima una medicina amara in modo da incoraggiare il bambino. La gente la osserva, si passa l'informazione: "E' la madre del condannato". Qualcuno certamente avrebbe voluto risparmiarle questa sofferenza atroce, questa umiliazione. Ma lei esce fuori dall'ombra proprio quando sarebbe comodo restarci. Maria sa farsi trovare ai piedi della croce. Noi invece non sempre sappiamo farci trovare lì. Noi siamo abilissimi a non farci trovare agli appuntamenti impegnativi: appuntamenti con la santità, la storia, la contemplazione, il dolore... Ci imboschiamo in un 'infinità di sentieri tortuosi, pur di non percorrere la strada della coerenza assoluta e della fedeltà totale alla nostra vocazione. "Come Maria anch'io voglio farmi trovare da te, o Signore, voglio essere al mio posto. Fa' che non abbia più a deluderti troppo. E che non abbia mai a deludere le attese dei fratelli che ti cercano, che mi cercano...”

 

 

MERCOLEDI’ 16 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Cipriano; Sant’Eufemia.

Una scheggia di preghiera:

FA' CHE POSSIAMO INCONTRARTI E CAMMINARE CON TE, GESU'.

Hanno detto: La persona sempre scontenta non trova mai una sedia comoda. (Benjamin Franklin)

Saggezza popolare: Chi vuole essere cane, trova sempre un guinzaglio. (Proverbio Tedesco)

Un aneddoto: Viktor Frankl era uno studioso ebreo che, come tanti suoi connazionali, conobbe il lager di Auschwitz. La condizione del campo di concentramento era spaventosa. I camini fumavano, diffondendo un fumo acre di carne umana bruciata nei forni crematori. Di tanto in tanto qualche prigioniero cedeva e si buttava contro i fili spinati ad alta tensione che circondavano il lager. La visione di quegli stracci di cadaveri vestiti della casacca a righe dei deportati, aggrovigliati tra quei fili che li avevano fulminati, era per qualcuno una tentazione forte: farla finita per sempre! Ma Frankl seppe resistere. Aveva giurato a sé stesso di 'non correre al filo', di non lasciarsi mai annientare dalla disperazione.

PAROLA DI DIO: 1Cor 12,31_13,13; Sal 32; Lc 7,31-35

 

Vangelo Lc 7,31-35

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore disse: «A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”. È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”. Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli». Parola del Signore

 

“A CHI POSSO PARAGONARE LA GENTE DI QUESTA GENERAZIONE?”

Gesù, attraverso la parabola dei bambini mai contenti, che non riescono a divertirsi, vuol parlare ai suoi contemporanei che non sono riusciti a capire chi fosse Lui e non hanno così potuto gustare i doni che era venuto a portare, ma parla anche a noi che volendo interpretare secondo i nostri parametri umani e religiosi, spesso ci perdiamo l'occasione non solo di incontrare il vero Dio, ma anche di vivere con serenità la nostra fede. L' incontro con Gesù non è questione di ragionamenti religiosi, non è appartenenza a questo o quel gruppo o partito, non è trovare “il mio Gesù”, è rendersi disponibili all'incontro concreto, nella carne mia e dei miei fratelli di quel Dio che per amore ha scelto di farsi come me uomo. Non illudiamoci di incontrare Dio nelle alte vette della spiritualità se non riusciamo a incontrarlo nelle gioie e nelle sofferenze del vivere quotidiano; se non abbiamo occhi per incontrarlo nel fratello, anche in quello che non ci piace; quello che incontreremo nelle teologie e nelle spiritualità disincarnate, sarà solo la cattiva maschera che noi abbiamo costruito alle nostre divinità idolatriche.

 

 

GIOVEDI’ 17 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Roberto Bellarmino; Santa Arianna, martire.

Una scheggia di preghiera:

SIGNORE, NOI CREDIAMO, MA AUMENTA LA NOSTRA FEDE.

HANNO DETTO: Chi vi insegna una scienza vi dà un frutto; chi vi insegna a studiare vi dà una pianta. (E. Boghen Conigliani)

SAGGEZZA POPOLARE: I concimi fanno miracoli senza essere santi.

UN ANEDDOTO: II regista cinematografico Federico Fellini nel film "La strada", fa dire dal vecchio Zampanò alla piccola Gelsomina, mentre le mostra un sasso raccolto dal terreno: “Io non so a che cosa serva questo ciottolo, ma certamente serve a qualcosa. Se fosse inutile anche tutto il resto sarebbe inutile. Anche le stelle.”

PAROLA DI DIO: 1Cor 15,1-11; Sal 117; Lc 7,36-50

 

Vangelo Lc 7,36-50

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!». Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!». Parola del Signore

 

“LA TUA FEDE TI HA SALVATA, VA IN PACE”.

Colpisce nei Vangeli il fatto che dopo le guarigioni o il perdono dei peccati, Gesù sottolinei sempre il fatto che il miracolo o il perdono è avvenuto non solo per la potenza di Dio ma soprattutto per la fede del ricevente. È infatti la fede profonda in Colui che può salvarci che apre la strada alla grazia, è il riconoscere la nostra incapacità a salvarci da soli, è il fidarci dell’amore di Dio, è compiere un gesto che manifesti questa nostra fiducia che apre la porta a Dio per la nostra liberazione. A questo punto Dio interviene, non aspetta altro, non desidera altro che la nostra salvezza. Dio è sempre per il perdono, perché in Cristo si è schierato dalla parte dell’uomo. Il miracolo del perdono è grazia di Dio ma è solo la fede amorosa che ne apre la porta.

 

 

VENERDI’ 18 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Lamberto; San Giovanni Macias.

Una scheggia di preghiera:

TU, GESU', NON FAI DISTINZIONI; CI ACCOGLI PROPRIO TUTTI.

HANNO DETTO: Chi dice di sapere ciò che non sa è presuntuoso, chi dice di non sapere ciò che sa è un ingrato. (Sant’Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Saggio è colui che si stupisce di tutto.

UN ANEDDOTO: Un giorno qualcuno ha domandato al famoso conferenziere di New York, il dottor Peace: “Qual è, secondo voi, dottor Peace, il peggior difetto della gente d'oggi?". Il conferenziere pensò un poco, sorrise e poi buttò tutto disinvolto una delle sue solite frasi a sorpresa: "Per conto mio il peggior difetto della gente d'oggi è che vuole arrivare alla Terra promessa senza neppure attraversare il deserto!".

PAROLA DI DIO: 1Cor 15,12-20; Sal 16; Lc 8,1-3

 

Vangelo Lc 8,1-3

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.  Parola del Signore

 

“C’ERANO CON LUI I DODICI E ALCUNE DONNE”.

Il Vangelo di Gesù è la Buona notizia della liberazione di coloro che sono prigionieri, degli ultimi e dei poveri. In queste categorie, da sempre, e non solo nella mentalità dell’Antico Testamento, c’è la donna. Se pensiamo, ad esempio, che i rabbini dell’epoca di Gesù, pregando, ringraziavano il Signore di non essere nati donna e se consideravano le donne incapaci anche solo di leggere o di capire la Legge, ci stupisce e riempie di gioia il constatare come invece Gesù abbia una grandissima attenzione alle donne. Prima di tutto esse si mostrano molto recettive al messaggio di Cristo, cominciando proprio da Maria, la Madre del Signore, fino al punto che esse sono le prime a portare agli apostoli la lieta notizia della risurrezione.

La promozione della donna da parte di Gesù è nell’essenza stessa del suo Vangelo. Gesù infrange i tabù sociali e religiosi del suo tempo a riguardo della donna. Persino gli Apostoli si stupiscono che Egli parli, al pozzo di Sicar, con la Samaritana ed essa stessa con ironia risponde a Gesù: “Come mai, tu che sei Giudeo, chiedi da bere a me che sono una donna e Samaritana?”. Nel parere sul divorzio, nel caso della donna adultera, nella sua amicizia con Marta e con Maria, nell’annoverare le donne subito dopo gli apostoli nella sua opera evangelizzatrice, Gesù passa sopra ai pregiudizi rabbinici e restituisce alla donna il posto che le spetta nel piano di Dio, secondo la sua dignità personale, identica a quella dell’uomo.

Oggi, esternamente sembra che questi valori siano riconosciuti da tutti, ma non è assolutamente vero. C’è ancora da fare molta strada per superare tutti i residui di sottovalutazione femminile anche all’interno della mentalità maschilista della Chiesa. L’apporto della donna alla missione della Chiesa è decisivo se eliminiamo completamente i pregiudizi misogini, se evitiamo le volute contrapposizioni delle parti come ricerca di potere, se stimiamo effettivamente i valori femminili, se incoraggiamo l’integrazione della donna all’interno delle comunità, se creiamo canali e strutture e settori di responsabilità in cui la donna, donando il meglio di se stessa, realizzi quella complementarietà che è chiara nelle persone di Cristo e di Maria, l’uomo e la donna nuovi, nei quali appare l’immagine dell’umanità restaurata secondo il piano originario del Creatore.

 

 

SABATO 19 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gennaro; Sant’Abbone di Metz.

Una scheggia di preghiera:

MANDA ANCORA LA TUA PAROLA, O SIGNORE, PERCHE' ARDANO I NOSTRI CUORI.

HANNO DETTO: La conversione è cosa di un istante. La santificazione è lavoro di tutta la vita. (Escrivà)

SAGGEZZA POPOLARE: Non ci si deve rammaricare di non essere compresi dagli uomini, ma ci si deve dolere di non comprenderli.

UN ANEDDOTO: Davanti al terremoto dell'Abruzzo dell'aprile del 2009, Roberto Saviano scriveva: “E' quando ti rimane solo la vita e nient'altro che comprendi il privilegio di ogni respiro”

PAROLA DI DIO: 1Cor 15,35-37.42-49; Sal 55; Lc 8,4-15

 

Vangelo Lc 8,4-15

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: «Il seminatore uscì a seminare il suo seme. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono. Un’altra parte cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità. Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». I suoi discepoli lo interrogavano sul significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole, affinché vedendo non vedano e ascoltando non comprendano. Il significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la Parola con gioia, ma non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova vengono meno. Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione. Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza. Parola del Signore

 

"IL SEMINATORE USCI' A SEMINARE IL SUO SEME”

Noi tutti sappiamo che le parabole sono un modo usato da Gesù e da molti altri maestri per esprimere delle verità attraverso esempi, il più delle volte presi dalla natura o dalla fantasia. La parabola è dunque un modo semplice di trasmissione di idee. Ma se la parabola manifesta, molte volte nasconde, infatti non posso pretendere che un racconto risponda a tutti i particolari sull'argomento. Proviamo a pensare in questo senso alla parabola del seminatore che oggi ci viene offerta nella versione di Luca. Il senso è immediato: Dio ci dà in abbondanza sé stesso e la sua Parola. Se essa trova in noi un buon terreno porta frutto. Altra applicazione: anche noi, a nostra volta dobbiamo diventare seminatori della parola; questa, seminata abbondantemente, in parte andrà persa non incontrando risposta, in parte porterà frutto. Terza applicazione: Dio ha seminato abbondantemente in me parola e Sacramenti. Quale terreno sono io? E qui, se sono onesto, forse più che identificarmi con uno dei quattro terreni indicati (strada, pietre, spine, terra buona), scopro di essere campo proprio in tutto simile a quello della parabola, infatti, un po' di terra buona c'è: desidero conoscere, amare, servire Dio, sono disponibile ad affidarmi a Lui, desidero diventare suo discepolo e testimone, ma in me ci sono ancora tante spine, tante preoccupazioni umane (la mia riuscita, le cose, le ricchezze, i piaceri) che spesso soffocano i doni di Dio. Scopro anche le pietre, cioè le durezze del cuore, le abitudini, i luoghi comuni del pensare, l'impermeabilità alle sofferenze altrui per cui tanti richiami del Signore mi passano sulla testa. E c'è anche la strada, il luogo del passaggio dove i piedi calpestano tutto e impediscono la crescita, dove il diavolo (lo dice Gesù) viene, porta via la Parola e vi lascia i suoi escrementi. Scoprendomi così, ringrazio quel Seminatore che, non guardando troppo per il sottile, ha talmente fiducia nel suo seme da continuare a seminare in me e con abbondanza e, senza presunzione di arrivare alla perfezione, posso cominciare a togliere qualche sasso, a mettere qualche divieto di accesso, ad estirpare un po' di ortiche.

 

 

DOMENICA 20 SETTEMBRE: 25^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (A)

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Andrea Kim, Paolo Chong e compagni; Santa Susanna.

Una scheggia di preghiera:

ANCHE OGGI, SIGNORE, TU SEI BUONO E A TUTTI DAI I TUOI DONI.

HANNO DETTO: Il cristiano che non desidera la santità è un cristiano anemico. (Marie Bernard)

SAGGEZZA POPOLARE: La saggezza viene da Dio e l’astuzia dal diavolo.

UN ANEDDOTO: Un signore di Scandicci, buttava le castagne e mangiava i ricci. Un suo amico di Lastra a Signa, buttava i pinoli e mangiava la pigna. Tanta gente non lo sa e dunque non se ne cruccia. La vita la butta via e mangia soltanto la buccia (Gianni Rodari).

PAROLA DI DIO: Is 55,6-9; Sal 144; Fil 1,20c-24.27a; Mt 20,1-16

 

Vangelo Mt 20,1-16

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi». Parola del Signore

 

«PERCHÉ IO SONO BUONO»

Dio è veramente ingiusto: come può dare a tutti la stessa "paga"? Nella parabola degli operai dell'ultima ora traspare questo sgomento negli operai della prima. Ma questo è anche il nostro sgomento. Questo perché siamo abituati a misurare tutto in giusto e sbagliato e non con l'ottica dell'amore. Non riusciamo a capire che Dio è "buono" e che Lui non è giusto come intendiamo noi. Se fosse stato così tutto si sarebbe già concluso col diluvio universale e invece ha dato tutto sé stesso ed è morto in croce. L'amore dall'alto della croce è quel "denaro" che Gesù ha dato a tutti gli operai, quelli della prima come quelli dell'ultima ora, perché l'amore non si misura ma dà tutto... Forse abbiamo tanto da cambiare nel nostro cuore per impedire che la nostra "giustizia" diventi occasione di tanto amore negato.

 

 

LUNEDI’ 21 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Matteo; San Gerolfo.

Una scheggia di preghiera:

QUANTI DONI NELLA MIA VITA! GRAZIE, SIGNORE!

HANNO DETTO: Vedere il trionfo dei santi non mi insegna niente, vedere invece la loro battaglia mi insegna a lottare (Santa Bernardette Soubirous)

SAGGEZZA POPOLARE: Cinque sono le strade che conducono alla saggezza: tacere, ascoltare, rammentarsi, studiare e fare.

UN ANEDDOTO: Una volta la talpa, il gatto e l'allodola si incontrarono e si misero a discutere: volevano sapere quale fosse la strada per conoscere meglio la vita. La talpa diceva: “io scavo, io vado alle radici della realtà”. Il gatto rispondeva: “Io guardo attorno e scatto al momento giusto!”.  L'allodola aggiungeva:” Io volo alto e di là osservo come gira il mondo”. Ad un tratto sentirono un canto allegro. Era il canto dell'usignolo. “Che fai?” gli domandarono. “Io? Io sono semplicemente contento di essere vivo!”.

PAROLA DI DIO: Ef 4,1-7.11-13; Sal 18; Mt 9,9-13

 

Vangelo Mt 9,9-13

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre andava via, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori». Parola del Signore

 

“GESÙ, VIDE UN UOMO, CHIAMATO MATTEO, SEDUTO AL BANCO DELLE IMPOSTE, E GLI DISSE: «SEGUIMI»”

Gesù guarda alla persona, non al ruolo che essa ricopre; guarda al peccatore non alla norma che indica il peccato; all’uomo, non all’apparenza che uno può avere, e anche oggi non sceglie i suoi collaboratori tra i migliori, i più furbi, i più intelligenti, i più ‘buoni’, anche oggi Gesù compie scelte apparentemente strane e a prima vista controproducenti: tra i suoi cristiani, i suoi testimoni, i suoi ministri ci sono peccatori, il Vangelo è affidato a persone spesso ignoranti, non troppo pie... eppure è la logica di Gesù e del Vangelo. Il suo regno non è per i potenti, per i sapienti, per i “santi” ma per gli umili, i poveri, i deboli. Se c’è una predilezione di Gesù è per i peccatori.

Se ciascuno di noi guarda alla propria vita, quali sono i nostri meriti personali per aver ricevuto il Battesimo, per accostarci all’Eucarestia? Con quale autorità nostra abbiamo il compito di testimoniare? Eppure se sono cristiano, qualunque sia il mio modo di vivere, la mia intelligenza, le mie capacità umane, sono stato scelto per seguire Cristo e per essere mandato ad annunciarlo. Tutto questo ci aiuta a non guardare troppo a noi stessi, ma solo a Lui.

 

 

MARTEDI’ 22 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Maurizio; San Costanzo; Sant’Ignazio da Santhià.

Una scheggia di preghiera:

LA TUA PAROLA, SIGNORE, È PAROLA DI VITA ETERNA.

HANNO DETTO: La santità può sedere su un trono, dove tutti riconoscono che le difficoltà che incontra sono grandissime. Oppure può nascondersi sotto le vesti di un mendicante, dove spesso si è più propensi a cercarla. Ma nessuno sa se ci vuol maggior forza per resistere al demone dell'orgoglio o a quello dell'invidia. (Lavelle)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi conosce gli altri è erudito, chi conosce sé stesso è saggio. (Proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Dopo ave vinto la battaglia, i generali dissero al re che dovevano uccidere i prigionieri, così come faceva suo padre. Ma il re la pensava diversamente. Quindi domandò al primo prigioniero: “Tu ami qualcuno?” "Sì, amo la mia sposa!”. "Allora sei salvo, perché l'amore ha diritto alla vita!". II re fece passare in rassegna i prigionieri, nessuno escluso. Tutti amavano qualcuno, tranne l'ultimo che odiava tutti. Il re, allora, lo guardò con occhi tristi e gli disse: "Vai pure anche tu! Tu intanto non esisti!”.

PAROLA DI DIO: Pr 21,1-6.10-13; Sal 118; Lc 8,19-21

 

Vangelo Lc 8,19-21

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, andarono a trovare Gesù la madre e i fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fu annunziato: «Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti». Ma egli rispose: «Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica». Parola del Signore

 

“MIA MADRE E I MIEI FRATELLI SONO COLORO CHE ASCOLTANO LA PAROLA DI DIO E LA METTONO IN PRATICA.”

Ammetto che mi crea un certo senso di fastidio o per lo meno di imbarazzo, sentirmi chiamare “Padre”, come i termini “fratello e “sorella” usati fuori della famiglia mi sanno di piccole chiese o di conventi. Eppure Gesù (che pure ha invitato a non farsi chiamare “Padre”, “perché uno solo è il Padre vostro celeste) ha creato una nuova parentela non più dettata da vincoli di sangue ma unicamente      fondata sull’ascolto e la pratica della sua parola. Con questo Gesù pur non ripudiando la Madre e parenti, prende le distanze da qualunque legame il vincolo di parentela possa creargli ed afferma nell’aderire a Lui l’unico modo di entrare in legame con Dio, un legame questo talmente stretto che supera ogni vincolo umano e ci fa diventare talmente simili a lui che “chi ascolta voi, ascolta me e chi mi ha mandato”.

 

 

MERCOLEDI’ 23 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Pio da Pietrelcina; San Lino.

Una scheggia di preghiera:

CON TE, GESU', CONTRO OGNI MALE.

HANNO DETTO: Tra il libro del Vangelo e i santi c'è tutta la differenza che corre tra la musica scritta e la musica cantata. (San Francesco di Sales)

SAGGEZZA POPOLARE: L’inizio di ogni saggezza consiste nel perdonare agli altri il fatto di essere diversi da noi. (Proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Presso gli alcoolisti anonimi vien detto che la maggioranza degli alcolizzati si sono abbandonati al vizio per superare un turbamento infantile, per cancellare una ferita che si è aperta e non più chiusa. Si attaccano al collo della bottiglia perché da piccoli non hanno potuto attaccarsi al collo della mamma.

PAROLA DI DIO: Pr 30,5-9; Sal 118; Lc 9,1-6

 

Vangelo Lc 9,1-6

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro». Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni. Parola del Signore

 

GESÙ CONVOCÒ I DODICI E DIEDE LORO FORZA E POTERE SU TUTTI I DEMÒNI E DI GUARIRE LE MALATTIE”.

Gli Apostoli, lo dimostra il Vangelo, almeno nei primi tempi, pensavano di ottenere autorità e potere nel nuovo regno di Gesù. Infatti spesso discutono su chi è il primo, su chi siederà alla destra del Cristo trionfatore. Gesù invece dà loro un potere, ma ben diverso: è il potere di combattere il male nel nome di Dio. Questo e non altri poteri, è dato ancor oggi ad ogni cristiano. Noi possiamo e dobbiamo combattere ogni male. Il male si presenta oggi come ieri in modi diversi: la sofferenza, la malattia, il peccato, l’egoismo, l’ingiustizia, la fame.    Il cristiano deve combatterlo, in sé stesso, attorno a sé e deve combatterlo non con le sue forze (da soli non ce la facciamo), ma con la forza di Dio (Lui il male lo ha già vinto definitivamente). Essere cristiani non è una semplice passeggiata verso un trionfo umano, è una lotta continua, ma come dice S. Paolo “Siamo tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati ma non abbandonati; colpiti ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, poiché anche la vita di Gesù si manifesti”.

 

 

GIOVEDI’ 24 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Stefania, San Gerardo di Casnad.

Una scheggia di preghiera:

SIGNORE MIO E DIO MIO!

HANNO DETTO: Essere chiamati alla santità significa proporsi un esemplare da raggiungere: Gesù. (Card. A. Ballestrero)

SAGGEZZA POPOLARE: Un uomo può essere considerato un saggio se cerca la saggezza, ma se crede di averla trovata è uno sciocco. (Proverbio Iraniano)

UN ANEDDOTO: All'inizio del 1900 l'attrice Irma Grammatica diede a Pietroburgo, in Russia, uno spettacolo in lingua italiana. Alla fine il pubblico che non aveva capito nulla, chiese ancora un pezzo. A corto di soggetti Irma decise di recitare i numeri da zero a cento, colorandoli di tutte le emozioni possibili: amore, passione, angoscia, rabbia, delusione, gioia. Fu uno strepitoso successo.

PAROLA DI DIO: Qo 1,2-11; Sal 89; Lc 9,7-9

 

Vangelo Lc 9,7-9

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo. Parola del Signore

 

“CHI È DUNQUE COSTUI, DEL QUALE SENTO DIRE QUESTE COSE?”.

Erode resta stupito di ciò che sente dire di Gesù e si fa una domanda che ciascuno di noi, in modi diversi, si è fatta e si fa: Chi è Gesù?

Le risposte ieri, come oggi, possono essere tante: un filosofo, un uomo buono, un maestro, un millantatore, un profeta, un esaltato, un mago, un liberatore politico, un filantropo., il Figlio di Dio? Tutto dipende da come rispondiamo a questa domanda. Se per noi è solo un grand’uomo possiamo ac­cettare o meno il suo insegnamento morale. Se per noi è un mago possiamo credere che sia venuto ad insegnare formule e religiosità rituale. Se è solo un filantropo possiamo usarlo per fini benefici... Ma se è Figlio di Dio, Salvatore, dobbiamo lasciarci salvare da Lui, non mettiamo più in discussione la sua parola ma la accettiamo come Parola di Dio; la nostra vita e le nostre scelte sono coinvolte, la nostra speranza di eternità ha ragione di esistere.

 

 

VENERDI’ 25 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Teresa Coudrec; San Domenico in Soriano.

Una scheggia di preghiera:

GESU', HO BISOGNO DI STARE CON TE PER IMPARARE DA TE.

HANNO DETTO: Essere Santi non vuol dire non cadere mai nel peccato, ma poter dire: Sì, o Signore, sono caduto un milione di volte, ma con la tua grazia mi sono rialzato un milione e una volta. (Helder Camara)

SAGGEZZA POPOLARE: Il saggio della montagna a cui il viandante domandava se fosse felice, rispondeva che non aveva assolutamente tempo per pensarci. (Proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Un principe molto ricco decise di costruire una chiesa per tutte le persone che abitavano nel villaggio. Era un bell'edificio elegante, posto sulla collina e dunque ben visibile a tutti. Ma aveva una stranezza: era senza finestre! Il giorno dell'inaugurazione, prima che il sacerdote cominciasse la celebrazione, il principe fece il suo discorso per consegnare il tempio alla comunità. Disse: “Questa chiesa sarà un luogo d'incontro con il Signore, che ci chiama a pregarlo ed a volerci bene. Vi chiederete come mai non sono state costruite finestre. Lo spiego subito. Quando ci sarà una celebrazione ad ogni persona che entra in chiesa, verrà consegnata una candela. Ognuno di noi ha un suo posto. Quando saremo tutti presenti, la chiesa risplenderà ed ogni suo angolo sarà illuminato. Quando invece mancherà qualcuno, una parte del tempio rimarrà in ombra”. Gli abitanti di quel villaggio furono molto grati al principe, che oltre ad essere ricco era anche molto saggio.

PAROLA DI DIO: Qo 3,1-11; Sal 143; Lc 9,18-22

 

Vangelo Lc 9,18-22

Dal vangelo secondo Luca

Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Parola del Signore

 

UN GIORNO GESÙ SI TROVAVA IN UN LUOGO SOLITARIO A PREGARE. I DISCEPOLI ERANO CON LUI

Gesù spesso ha bisogno di pregare. Spesso scompare, scappa dalle folle per pregare, altre volte porta i suoi discepoli in un luogo separato “per pregare con loro e per insegnare loro a pregare.” Gesù ha bisogno di comunicare con Dio suo Padre, ha bisogno di conoscere, approfondire la sua volontà, ha bisogno nella sua umanità simile alla nostra di esprimere        le angosce, i dolori, le delusioni della sua missione non capita, osteggiata. Gesù ha bisogno che i suoi discepoli imparino questo. Infatti non stupisce se le grandi scelte (chiamata degli apostoli), le manifestazioni (trasfigurazione) o la richiesta di un atto di fede (confessione di Pietro) avvengono in momenti di preghiera. La preghiera non è alienazione dell’uomo ma è il vedere il reale con Dio e con Lui imparare a scoprire la sua volontà.

 

 

SABATO 26 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi Cosma e Damiano; Sant’Eusebio di Verona.

Una scheggia di preghiera:

SOLO IL TUO IMMENSO AMORE PUO' FARCI CAPIRE OGNI COSA.

HANNO DETTO: Lasciamoci salvare dal Signore, lasciamoci amare! Abbiamo peccato, siamo mediocri, ma che importa! Egli è venuto per questo. (René Voillaume)

SAGGEZZA POPOLARE: Il Saggio non dice mai ciò che fa. Ma non fa nulla che non possa essere detto. (Proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: C'era una volta un contadinello che vide sul suo campo, sopra un mucchio di carboni ardenti, un diavoletto. "Sei seduto sopra un tesoro", disse il bambino e il diavolo rispose: "lo so, c'è più argento e oro di quanto tu non abbia mai visto". Il contadinello allora gli fece notare che era tutto suo perché il tesoro era sulla sua terra. Il diavolo accettò "di oro e argento i diavoli ne hanno sempre molto" ma in cambio volle per due anni i frutti della terra. Era infatti un diavoletto goloso. Trovarono un accordo: quello che cresceva sopra la terra era del diavolo, quello che nasceva sotto terra era del contadino. Il bambino furbo seminò e come da accordo al momento del raccolto si presenta il diavoletto per avere la sua parte. Ma il contadinello aveva seminato rape: belle rosse sotto terra, con foglie gialle e appassite sopra la terra. Arrabbiato, il diavoletto disse: "per il prossimo anno facciamo al contrario, tu prendi quello che nasce in superficie io quello che sta sotto terra". Il contadinello furbo non seminò le rape ma il frumento e così in primavera ecco un campo di spighe gialle. Una bella burla per il diavolo che se ne andò arrabbiato. Come erano d'accordo, al contadinello lasciò il tesoro.

PAROLA DI DIO: Qo 11,9 - 12,8; Sal 89; Lc 9,43b-45

 

Vangelo Lc 9,44-45

Dal vangelo secondo Luca

In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.  parola del Signore

 

“ESSI PERÒ NON CAPIVANO QUESTE PAROLE”

Questo Gesù che nel momento della gloria parla di sofferenza, di tradimento, di morte diventa incomprensibile. Come è incomprensibile il dolore quando noi siamo fatti per la gioia.

“Perché il Signore non mi prende? Perché mi lascia ancora qui?

A che cosa serve la mia sofferenza?” mi diceva una donna tutta rattrappita dai suoi molti mali.

Quante volte il male diventa incomprensibile. “Ho fatto tutto perché mio figlio avesse una buona educazione e poi le compagnie. Non capisco perché Dio permetta che qualcuno distrugga queste cose buone!” “Dio ha bisogno di preti e di preti santi, eppure quel buon prete che tanto faceva, sta morendo di cancro. Perché?!”

“Essi non comprendevano”. Anch’io, Signore, non comprendo; sono una testa dura; vedo la tua croce, credo alla resurrezione, so che Dio è un Padre buono, ma non comprendo!

Manda, o Gesù, il tuo Spirito.

 

 

DOMENICA 27 SETTEMBRE: 26^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (A)

Tra i santi ricordati oggi: San Vincenzo de Paoli; Sant’Adolfo.

Una scheggia di preghiera:

SIGNORE, LAVORARE NEL TUO REGNO È FONTE DELLA NOSTRA GIOIA.

HANNO DETTO: L'uomo non viene salvato che a partire dal momento in cui egli stesso diventa un salvatore. (Abbé Pierre)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi è sano non sa quanto sia ricco.

UN ANEDDOTO: Il paziente disse al suo dottore: “Dottore, sono dominato dalla paura, e la paura ha portato via tutta la gioia di vivere.” “Qui nel mio ufficio, c’è un topo che rosicchia i miei libri,” disse il dottore. “Se mi dispero per il topo, esso si nasconderà, e non farò nient’altro nella vita che cercarlo. Invece, ho messo tutti i miei libri preferiti in un posto sicuro, e gli permetto di mangiare alcuni degli altri. In questo modo, continua ad essere solo un topo, e non un mostro. Temi poche cose, e concentra tutta la tua paura su quelle – cosicché possa essere coraggioso nell’affrontare le situazioni importanti.”

PAROLA DI DIO: Ez 18,25-28; Sal 24; Fil 2,1-11; Mt 21,28-32

 

Vangelo Mt 21,28-32

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, disse Gesù ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: Figlio, va oggi a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Sì, signore; ma non andò. Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Dicono: «L'ultimo». E Gesù disse loro: «In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. E ‘venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli». Parola del Signore

 

“UN UOMO AVEVA DUE FIGLI. RIVOLTOSI AL PRIMO DISSE: FIGLIO, VA OGGI A LAVORARE NELLA MIA VIGNA. ED EGLI RISPOSE: SI’, SIGNORE; MA NON ANDO’ “.

Spesso ci risulta difficile davanti agli uomini, far concordare il fare con il dire, provate, ad esempio a pensare a tutte quelle persone che sanno tutto a parole, che hanno verbalmente una soluzione per tutti i problemi, ma che non hai mai visto una volta sudare. Ma risulta ancor più difficile con Dio in quanto, nel fondo, gioca il fatto che “intanto Dio non lo vedo fisicamente”, “intanto è buono e capisce tutto”, e quindi, giù con le promesse (ad esempio: “Ti amo con tutto il cuore”, “Prometto di non offenderti più”) ma poi la realtà è un’altra cosa. Ma anche senza essere dei bugiardi spudorati spesso ci è difficile essere fedeli a ciò che uno desidererebbe. Sovente partiamo con entusiasmo: “Signore, vedrai, ogni domenica la Messa, ogni giorno la preghiera, la pazienza con i familiari, la visita a quella comunità di anziani, il gruppo parrocchiale…”, ma poi…: “Non ce la faccio, non c’è tempo! Al mattino mi mancano i minuti per arrivare puntuale al lavoro, altro che il tempo per la preghiera; domenica ho preferito andare in montagna… è l’unico giorno libero! Come è difficile andar d’accordo nel gruppo parrocchiale e la pazienza non è proprio il mio forte e, allora?” E allora ci si perde d’animo e si rischia di non tentarci più. Nella parabola di Gesù c’è anche un secondo figlio, ed anche qui possiamo somigliare a lui, sinceri nella propria umanità: “Non ne ho voglia di impegnarmi”, “E’ troppo difficile perdonare”, “Non chiedermi di condividere” ma anche capaci di ritornare sulle proprie decisioni. Il modo migliore per poter passare dalla “non voglia” all’azione generosa e coraggiosa è lo scoprire che se il Padre ti manda a lavorare nel suo Regno è per il tuo bene ed è anche perché questo Regno non è solo suo, ma anche tuo.

 

 

LUNEDI’ 28 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Venceslao; San Lorenzo Ruiz e compagni.

Una scheggia di preghiera:

COM'E' BELLO, SIGNOR, STARE INSIEME, ED AMARCI COME AMI TU.

HANNO DETTO: Dobbiamo dare fino al sacrificio. L'amore, perché sia autentico, deve costare. A Gesù costò amarci. Anche a Dio costò amare, perché dovette dare: ci diede suo Figlio. (Santa Teresa di Calcutta)

SAGGEZZA POPOLARE: La salute viene dall’allegrezza del cuore.

UN ANEDDOTO: Un giorno un uomo ricco consegnò un cesto di spazzatura ad un uomo povero. L’uomo povero gli sorrise e se ne andò col cesto, poi lo svuotò, lo lavò e lo riempì di fiori bellissimi. Ritornò dall’uomo ricco e glielo diede. L’uomo ricco si stupì e gli disse: «Perché mi hai donato fiori bellissimi se io ti ho dato la spazzatura?». E l’uomo povero disse: «Ogni persona dà ciò che ha nel cuore».

PAROLA DI DIO: B 1,6-22; Sal 16; Lc 9,46-50

 

Vangelo Lc 9,46-50

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande». Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi». Parola del Signore

 

"MAESTRO, ABBIAMO VISTO UNO CHE SCACCIAVA DEMÒNI NEL TUO NOME E GLIELO ABBIAMO IMPEDITO, PERCHÉ NON TI SEGUE INSIEME CON NOI".

In tutti i campi c'è sempre il pericolo di dividere il mondo in due parti: noi, i nostri e gli altri; i buoni e i cattivi; quelli del nostro partito e i nemici; gli ebrei e i pagani; i cattolici e i protestanti; le destre e le sinistre… e tutto questo crea muri, divisioni, odi, ghetti…

Quando Gesù dice: "Chi non è contro di voi è per voi", non fa del facile ecumenismo, non vuol farci cadere in un "Ma sì che tutto va bene", ci invita solo a superare le divisioni di facciata, di nominalismo per riscoprire in verità chi sia il nemico e per saper valorizzare tutto ciò che unisce.

Provo a fare qualche esempio in campo religioso:

Tra noi, cristiani cattolici, ci sono tanti gruppi religiosi che nel loro modo di esprimersi hanno creato delle differenziazioni: Azione Cattolica, Comunione e Liberazione, Rinnovamento dello Spirito, Focolarini. Indubbiamente le spiritualità che guidano questi movimenti ed anche le scelte pratiche sono ben differenziate.

Ma questi gruppi e movimenti sono un bene per la Chiesa o sono un ulteriore motivo di divisione?

Certo, se ciascuno di questi gruppi dice: "La salvezza è solo da noi, gli altri sbagliano", ecco la divisione, il settarismo, il non correre più per amore di Gesù Cristo, ma perché: "L'ha detto il capo carismatico del gruppo". Se invece, nel rispetto vicendevole (e magari anche con una buona dose di autoironia), cerchiamo di recuperare ciò che ci accomuna, avremo offerto alla Chiesa una varietà di testimonianze e di servizi che arricchiscono invece di impoverire.

Per giungere a Dio ci sono tante strade. L'importante non è che camminiamo tutti sulla stessa strada, ma che tutti camminiamo nella Sua direzione.

 

 

MARTEDI’ 29 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele

Una scheggia di preghiera:

VOI TUTTI ANGELI DEL SIGNORE, BENEDITE IL SIGNORE.

HANNO DETTO: Se uno spoglia chi è vestito, si chiama ladro. E chi non veste l'ignudo, quando può farlo, merita forse un altro nome? (S. Basilio)

SAGGEZZA POPOLARE: Il sapere e la ragione parlano, l'ignoranza e il torto urlano.

UN ANEDDOTO: Un corvo aveva fatto il nido, in un’isola. Quando gli nacquero i piccini, pensò che sarebbe stato meglio trasportarli sulla terraferma. Prese tra gli artigli il figlio più piccolo e si staccò dall’isola volando sopra lo stretto. Quando giunse in mezzo al mare, si sentì molto stanco: le sue ali battevano l’aria sempre più lente. “Oggi io sono grande e forte e porto mio figlio sul mare perché mio figlio è debole – pensava il corvo – quando esso sarà cresciuto e sarà diventato forte, mentre io sarò debole e vecchio, chissà se mi ricompenserà delle fatiche che io sostengo oggi e se mi trasporterà come io faccio, da un luogo all’altro?” Il corvo decise allora di accertarsi subito e chiese al suo piccolo: – Quando tu sarai forte e io sarò vecchio e debole, mi aiuterai come faccio io ora con te? Mi trasporterai da un luogo all’altro? Dimmi la verità. Il piccolo corvo vide in basso il mare e, temendo che il padre lo lasciasse cadere, si affrettò a rispondere: – Si, sì, ti aiuterò, ti trasporterò.

PAROLA DI DIO nella festa dei Santi Arcangeli: Dn. 7,9-10.13-14 opp. Ap. 12.7-12; Sal 137; Gv. 1,47-51

 

Vangelo Gv 1,47-51

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo». Parola del Signore

 

"VEDRETE IL CIELO APERTO E GLI ANGELI DI DIO SALIRE E SCENDERE SUL FIGLIO DELL'UOMO".

Oggi la Chiesa festeggia tre Arcangeli. I loro nomi sono nella Bibbia.

Michele, che con il suo nome ("Chi è come Dio") ci ricorda che Dio è al di sopra di ogni creatura appare nel libro di Daniele e nell'Apocalisse dove lo vediamo combattere e vincere il diavolo; Gabriele, araldo di Dio, portatore di buone notizie, il cui nome significa "Forza di Dio" e Raffaele (="Dio ha guarito"), il compagno di viaggio e la guida di Tobia.

Dopo un periodo in cui gli angeli erano stati messi un po' in disparte, quasi facessero solo parte di una corte celeste fatta troppo a misura di quelle terrene, oggi vanno nuovamente di moda. Ma purtroppo, spesso, sono diventati parte di quel esoterico vago che cerca da una parte di rispondere alle aspirazioni di infinito dell'uomo e d'altra parte ad offrirgli delle risposte facili che non lo impegnino troppo. Gli angeli nella visione biblica e cristiana sono presenze al servizio di Dio e per questo al servizio degli uomini. Non sono i facili solutori di problemi umani ma coloro che ci richiamano a valori trascendenti, coloro che ci indicano una strada, coloro che ci insegnano a combattere contro tutto quello che si oppone al progetto di salvezza di Dio nei nostri confronti. Non mi sento un povero stupido se credo agli angeli, ci ha creduto Gesù. Mi pare invece molto bello avere in essi, che già vedono il volto di Dio, degli amici preziosi che mi aiutano a trovare la strada per arrivare fino a Lui.

 

 

MERCOLEDI’ 30 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Girolamo; Sant’Amato di Nusco.

Una scheggia di preghiera:

IL TUO SPIRITO GUIDI I NOSTRI PASSI NEL SEGUIRTI, GESU'.

HANNO DETTO: Il rispetto umano è una mancanza di rispetto verso sé stessi. (Madame De Girardin)

SAGGEZZA POPOLARE: L’entusiasmo avvia le rivoluzioni; il delirio le accompagna; il pentimento le segue.

UN ANEDDOTO: C’era in un prato un asino, e un vecchietto che lo pasceva. S’odono a un tratto voci di nemici. Il vecchietto tremando si sforzava di convincere l’asino a fuggire per non essere presi; ma l’asino indifferente chiese: “Perché mai? pensi che il vincitore m’imporrà doppie bastonate?” Il vecchio disse no. “E allora che m’importa a chi servire, se il peso sarà sempre lo stesso?”

PAROLA DI DIO: Gb 9,1-12.14-16; Sal 87; Lc 9,57-62

 

Vangelo Lc 9, 57-62

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre andavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Séguimi». E costui rispose: «Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre». Gesù replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu va e annunzia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio». Parola del Signore

 

“UN TALE GLI DISSE: “TI SEGUIRÒ DOVUNQUE TU VADA”.

Ricordo un buon sacerdote che davanti a certe mie esagerazioni giovanili mi diceva, “prendila più bassa”, era un musico e mi spiegava: “Se cominci un canto con tonalità troppo alta, sei poi sicuro di arrivare fino alla fine?”

Questa frase mi è spesso ritornata in mente quando, pieno di facile entusiasmo, mi sono scoperto a dire al Signore: “Farò tutto quello che vuoi|” o quando mi sono trovato davanti a persone, secondo me un po’ esaltate, che si auguravano di poter soffrire molto per il Signore.

Gesù è esigente, “non ha neppure un sasso dove poter posare il capo”, la sua strada passa attraverso il Calvario... È indubbio che io e voi vogliamo bene al Signore ma siamo deboli, volubili, sensibili alle sofferenze e, allora, non è meglio dirgli: “Voglio seguirti, ma so di che pasta sono fatto, per cui o mi dai Tu la forza o ti prendi la mia debolezza”?

     
     

 

Archivio