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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

FEBBRAIO 2020

 

 

SABATO 1° FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Orso di Aosta; Santa Anna Michelotti; Santa Brigida di Cell Dara.

Una scheggia di preghiera:

 

RESTA CON NOI, SIGNORE, PERCHE' SI FA SERA.

 

HANNO DETTO: In genere le catene dell'abitudine sono troppo leggere per essere avvertite, finché non diventano troppo pesanti per essere spezzate. (Samuel Johns)

SAGGEZZA POPOLARE: L'allegria del povero è l'invidia del ricco.

UN ANEDDOTO: Un giorno Kurt Vonnegut, scrittore di culto negli Stati Uniti, chiese al figlio pediatra che senso avesse la vita. «Papà – fu la risposta – siamo qui per darci una mano l’un l’altro ad affrontare questa cosa, qualunque senso abbia».

PAROLA DI DIO: 2Sam 12,1-7a.10-17; Sal 50; Mc 4,35-41

 

Vangelo Mc 4,35-41

Dal Vangelo secondo Marco

In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?». Parola del Signore

 

ALLORA LO SVEGLIARONO E GLI DISSERO: «MAESTRO, NON T’IMPORTA CHE SIAMO PERDUTI?

Se sfogliamo il libro dei Salmi ci capita spesso di trovare frasi come quella che gli apostoli, spaventati dalla tempesta, hanno rivolto a Gesù. “Signore, svegliati! Perché dormi? Non vedi la nostra afflizione? Non ti importa del popolo che ti sei scelto?”. E anche oggi, in certi momenti della nostra vita, può esserci chiara questa sensazione: “Dio mi ha abbandonato, Dio non ascolta più le mie preghiere!”. Se davvero hai caricato Gesù sulla tua barca, non preoccuparti se Lui sembra dormire nel momento della prova. Forse il suo dormire è solo per far scaturire da te la vera preghiera, quella sincera che ti fa sperimentare davvero la tua impotenza e il bisogno assoluto di Lui. Non preoccuparti di disturbarlo, di svegliarlo, di scuoterlo. E anche, se destandosi, ti dirà come ai discepoli: “Non hai ancora fede”, poi ti aiuterà a passare in mezzo alla tempesta per giungere “velocemente” al porto. 

 

 

DOMENICA 2 FEBBRAIO: PRESENTAZIONE DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Caterina De Ricci; San Cornelio, centurione.

Una scheggia di preghiera:

 

IL SIGNORE È LA LUCE CHE VINCE LA NOTTE.

 

HANNO DETTO: Predicate il Vangelo, e se è il caso usate anche le parole (San Francesco d'Assisi)

SAGGEZZA POPOLARE: Della roba altrui ognuno è generoso.

UN ANEDDOTO: Una leggenda narra di un uccello che canta una sola volta nella vita. Da quando lascia il nido, cerca disperatamente un grande rovo e non ha pace fino a che non l'ha trovato. Solo allora canta, più soavemente di ogni altra creatura. Ma cantando, precipita sulla spina più lunga e affilata del rovo. Mentre sta morendo però vince il tormento atroce della sua agonia e supera con la sua melodia l'allodola e l'usignolo. Il mondo intero si ferma e tace per ascoltarlo e Dio sorride lassù in Paradiso. Perché alla perfezione si arriva soltanto a prezzo di grandi sofferenze.

PAROLA DI DIO: Ml 3,1-4; Sal 23; Eb 2,14-18; Lc 2,22-40

 

Vangelo Lc 2,22-40 (forma breve: Lc 2,22-32)

Dal vangelo secondo Luca

(Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».) Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione e anche a te una spada trafiggerà l’anima, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. Parola del Signore

 

“I MIEI OCCHI HANNO VISTO LA TUA SALVEZZA, LUCE PER ILLUMINARE LE GENTI’’.

La festa della Presentazione al Tempio di Gesù, come il Natale, l’Epifania, il Battesimo di Gesù, è una festa di manifestazione di Gesù Salvatore, è per questo che secondo un’antica tradizione, si benedicono e si offrono oggi i ceri che serviranno per le celebrazioni liturgiche: come sottolinea il vecchio Simeone che ha tra le braccia Gesù e che si lascia illuminare dalla sua luce. È bello pensare a questo anziano con Gesù: è la vecchiaia del mondo che accoglie tra le sue braccia l’eterna giovinezza di Dio. Con Gesù ogni uomo, a qualunque età sia giunto può, anzi deve, ritornare “piccolo”, bambino. Quando senti il peso dei tuoi peccati, l’oscurità del cammino, la fatica del quotidiano, la solitudine dell’anzianità, vai verso la luce, essa illumina, scalda, rinnova; lascia che la sua luce ridoni vigore ai tuoi occhi e al tuo cuore, riscopri l’eterna giovinezza e gioia a cui sei chiamato, e rifletti la sua luce perché anche altri gioiscano e il mondo, almeno un po’ possa svecchiarsi.

 

 

LUNEDI’ 3 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Biagio, Vescovo e Martire; Sant’Ansgario (Oscar), Vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

OGNI UOMO VEDRA' IL TUO VOLTO.

 

HANNO DETTO: Tu non credi? Non preoccuparti è Dio che crede in te. (San Pio da Pietralcina)

SAGGEZZA POPOLARE: Amarsi è aiutarsi, come le dita.

UN ANEDDOTO: Si racconta che la volpe per prima avesse invitato a pranzo la cicogna e le avesse imbandito, in un piatto largo, una vivanda liquida, che la cicogna in nessun modo poté assaggiare, benché affamata. Ma questa, avendo a sua volta invitato la volpe, le pose davanti una bottiglia piena di cibo tritato: inserendovi il becco, essa stessa si sazia e tormenta con la fame l’invitata. E mentre quella leccava invano il collo della bottiglia, sappiamo che l’uccello migratore così parlò: «Ciascuno deve sopportare con rassegnazione gli esempi dati (agli altri)». (Fedro)

PAROLA DI DIO: 2Sam 15,13-14.30;16.5-13a; Sal 3; Mc 5,1-20

 

Vangelo Mc 5, 1-20

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati. Parola del Signore

 

“IN QUEL TEMPO, GESÙ E I SUOI DISCEPOLI GIUNSERO ALL’ALTRA RIVA DEL MARE”. 

“L’altra riva” del Lago di Tiberiade, la sponda ovest in cui si trovava la zona della Decàpoli, ha rappresentato sin da subito una grossa provocazione per Gesù e i suoi discepoli. La Buona Notizia dell’amore di Dio riguarda solo il popolo di Israele a cui essi appartengono – “i vicini” – oppure include anche quelli che stanno “dall’altra parte”?

Gesù mette in gioco la sua stessa vita per spingersi oltre le frontiere più familiari e rassicuranti. Vuole incontrare di persona il famoso “indemoniato di Gerasa”, colui di cui tutti parlano, ma a cui nessuno vuole correre il rischio di avvicinarsi. L’amore di Dio giunge così fino ai piedi dell’emarginato e dell’escluso più pericoloso e inquietante: anche per lui che abita tra i morti c’è una parola di vita e di liberazione dal male!

I discepoli non hanno ancora il coraggio di accompagnare il loro Maestro in questo passo; si fermano sulla barca e lasciano che egli viva da solo quest’incontro con chi fa paura. Ma proprio grazie a questa esperienza la chiesa scopre la sua vocazione e non avere paura di chi è “più lontano” – “troppo lontano” – e a spingersi sempre un po’ più in là rispetto a ciò che è più conosciuto e rassicurante.

 

 

MARTEDI’ 4 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Andrea Corsini, vescovo; San Federico, abate.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', TOCCO E RICEVO LA TUA EUCARISTIA, E SONO GUARITO.

 

HANNO DETTO: Quando ami, scopri in te una tale ricchezza, tanta dolcezza, affetto, da non credere nemmeno di saper tanto amare. (A. Cechov)

SAGGEZZA POPOLARE: Vale più un amico brontolone che un amico adulatore.

UN ANEDDOTO: Fai conto di essere una maratoneta. Stai correndo con i tuoi amici e le tue amiche. Ad un certo punto capisci di avere una buona gamba, un bel passo, di poter andare più veloce, e allora decidi di seguire questa tua forza. Di convertirti al tuo talento. Dopo un po' che corri, ti accorgi di aver staccato il gruppo. Ti giri e ti scopri sola. Loro sono indietro, tutti insieme che ridono, e tu sei sola con te stessa. Siccome non riesci a reggere questa solitudine, rallenti finché il gruppo ti raggiunge e, negando il tuo talento, fingi di essere come loro. Rimani nel gruppo. Ma tu non sei così, non sei come loro. Infatti anche lì in mezzo ti senti comunque sola." (Fabio Volo)

PAROLA DI DIO: 2Sam 18.9-10.14b.21a.24-25a.30-32; 19.1-3; Sal 85; Mc 5,21-43

 

Vangelo Mc 5, 21-43

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: aalzati». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare. Parola del Signore

 

UNA DONNA, CHE AVEVA PERDITE DI SANGUE DA DODICI ANNI VENNE TRA LA FOLLA E DA DIETRO TOCCÒ IL SUO MANTELLO”.

In tutti e quattro i Vangeli, ma specialmente in Marco, troviamo il termine ‘toccare’ riferito a Gesù. Egli tocca il lebbroso, prende per mano la suocera di Pietro per guarirla e poi lo stesso Pietro per tirarlo su dall’acqua mentre sta per annegare, prende per mano la figlia di Giairo per farla risorgere… e poi c’è anche gente come l’emorroissa che vuol toccare Gesù e che lo fa di nascosto per la sua condizione di ‘impura’ davanti alla Legge e che per questo gesto, che può sembrare anche un po’ superstizioso, riesce a ‘rubare’ un miracolo a Gesù.

Gesù è venuto ‘per toccare la nostra umanità’. Il suo non è il giro turistico del ministro che passa nelle corsie dell’ospedale per farsi vedere popolare, che scambia sorrisi e magari anche qualche stretta di mano ben sapendo che mezz’ora dopo, lavata e rilavata la mano, ha qualche incontro politico ben più importante. Gesù si è incarnato nella nostra realtà, conosce gli odori delle nostre case e delle nostre stalle, il sudore dei contadini e degli operai, l’odore delle barche, la polvere dei pellegrini, la fatica del pane quotidiano. Ha toccato con mano le nostre ‘ricchezze’ e conosce le povertà, si siede alla mensa dei ricchi e spezza il suo pane con i poveri, conosce la ruvidezza del legno non solo perché ha fatto il falegname ma anche perché lo ha sperimentato con il legno della croce. Gesù prende per mano la nostra umanità, la sua mano solleva, accompagna, guarisce, salva; diventa allora il gesto più semplice della fede quello di volerlo toccare. Noi abbiamo bisogno di toccare e di essere toccati. La fede ha bisogno di segni e soprattutto il cuore ha bisogno di lasciarsi toccare per poter liberare il meglio dei suoi sentimenti. E Gesù continua ad offrirci, al di là di ogni superstizione e magia, la possibilità di toccarlo. La sua parola è la mano tesa che ci rinnova, incoraggia, guida; i suoi Sacramenti sono i segni che accompagnano il cammino della fede: il Battesimo ci riveste di Lui, la Cresima ci dà il tocco del suo Spirito, la sua Eucarestia è il pane concreto per il cammino quotidiano, il Perdono è la sua mano che ci rialza e ci guarisce, il Matrimonio e l’Ordine sono la sua presenza nelle scelte fondamentali della vita e l’Unzione degli infermi è  la sua compartecipazione al mistero del dolore, della morte, per donare speranza qui e per la vita eterna. Lui ci tocca, noi possiamo toccarlo, ma ci vuole fede. Gesù lo dice chiaro a quella donna: “Tu mi hai toccato, mi hai rubato un miracolo col tuo gesto, ma io questo miracolo te lo ridono perché è la tua fede che ti ha guarita”.

 

 

MERCOLEDI’ 5 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agata, martire; Sant’Isidoro, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', FIGLIO DI DIO E DI MARIA, SEI L'UNICO SALVATORE.

 

HANNO DETTO: La vita è come il cioccolato, è l’amaro che fa apprezzare il dolce. (Xavier Brébion)

SAGGEZZA POPOLARE: L'amicizia è una traccia che scompare nella sabbia se non la si rifà senza posa. (Proverbio Africano)

UN ANEDDOTO: Un rabbino passava la vita a insegnare che le risposte sono dentro noi stessi. Ma i suoi fedeli insistevano nel consultarlo su tutto ciò che facevano. Un giorno, il rabbino ebbe un'idea: mise un cartello sulla porta di casa sua con su scritto: "Rispondo a ogni domanda per 100 monete."
Un commerciante decise di pagare. Consegnò il denaro al rabbino, commentando: "Non pensate che sia caro chiedere tanto per una domanda?" "Certo," disse il rabbino. "E ho appena finito di rispondere a una. Se volete sapere qualcos'altro, pagate altre cento monete. Oppure cercate la risposta in voi stesso, che è più economico e più efficace." Da quel giorno, non lo disturbarono mai più.

PAROLA DI DIO: 2Sam 24,2.9-17: Sal 31; Mc 6,1-6

 

Vangelo Mc 6,1-6

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

 

"ED ERA PER LORO MOTIVO DI SCANDALO".

Gesù "tra i suoi parenti, nella sua patria, e in casa sua" è motivo di profondo scandalo. E perciò è rifiutato: "Venne tra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto" (Gv. 1,11).

Ma in che cosa consiste lo scandalo? I "suoi ammettono facilmente che le cose compiute e dette da Gesù non hanno un'origine umana, che la sapienza gli è donata dall'alto e che i prodigi compiuti dalle sue mani gli vengono d'altrove. Ciò contro cui inciampano è il fatto che la parola decisiva e l'azione liberatrice di Dio siano strettamente legate a un uomo concreto, di cui si conoscono il luogo di origine, la condizione sociale (del resto umile: un lavoratore!) e i parenti: precisamente a Gesù di Nazaret. È lo scandalo della parola fatta carne (Gv. 1,14), cioè della rivelazione di Dio in un pezzo di storia umile e concreta. Spesso fede è intesa come ideologia e allora anche per noi c'è lo scandalo di Gesù. Dio invece sceglie la carne: "uno di noi" e ci chiede fede in Lui perché come Dio si è fatto uomo, l'uomo, attraverso Gesù, possa giungere a Dio.

 

 

GIOVEDI’ 6 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Paolo Miki e compagni, martiri; San Gastone, Vescovo, Santa Dorotea, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

CHE ALTRI TI CONOSCANO E TI AMINO, GESU'.

 

HANNO DETTO: La pace interiore non è il premio alla virtù, ma è la virtù stessa. (Baruch Spinoza)

SAGGEZZA POPOLARE: Disegnare focacce non placa la fame. (Proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Un vecchio merlo trovò una mollica di pane e volò via portandosela appresso. Visto ciò, gli uccelli più giovani accorsero per attaccarlo. Di fronte al combattimento imminente, il merlo abbandonò la briciola di pane pensando fra sé e sé: "Quando si è vecchi, si vede la vita in un'altra maniera: ho perso il mio cibo, è vero, ma posso trovare dell'altra mollica di pane domani. "Invece, se avessi insistito nel portarmela via, avrei scatenato una guerra nel cielo. Il vincitore sarebbe stato invidiato, gli altri si sarebbero armati per combatterlo, l'odio avrebbe colmato il cuore degli uccelli e questa situazione sarebbe potuta durare per molto tempo. "La saggezza della vecchiaia è questa: saper scambiare vittorie immediate con conquiste durature."

PAROLA DI DIO: 1Re2,1-4.10-12; Sal da 1Cr 29.10-12; Mc 6,7-13

 

Vangelo Mc 6, 7-13

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demoni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano. Parola del Signore

 

GESÙ CHIAMÒ A SÉ I DODICI E PRESE A MANDARLI”.

Tante volte ho provato ad immaginarmi la scena descritta dal Vangelo e, chiaramente forse la leggo attraverso l’ottica della mia esperienza personale. Cerchiamo però di vederla non solo come un qualcosa di passato ma come un fatto che interpella noi, oggi.

Gesù oggi chiama me, te, tanti nostri amici e ci dice: “Io mi sono fidato di voi, vi ho chiamati ad essere miei discepoli, avete ricevuto i miei doni, i Sacramenti in particolare, avete ascoltato per anni la mia parola, adesso mi fido ancora di più di voi: voglio mandarvi ad annunciare il mio regno…” Ci si guarda a vicenda.

Qualcuno sprizza di entusiasmo: “Era ora di fare qualcosa di grande e di bello per Gesù!”.

Qualcun altro è preoccupato: “Ma io ho tanti impegni come faccio?”, “Ma io non sono in grado, non ho la cultura necessaria… “, “Io non ho nessuna voglia di andare come pecora in mezzo ai lupi”, “Io non so che cosa dire, che cosa fare…” Qualcun altro comincia ad organizzarsi: “Per arrivare a tante persone occorrono mezzi potenti, bisogna reperire fondi, bisogna fare campagne pubblicitarie, istituire gruppi di studio, elaborare una teologia della missione, fondare centri…”

E Gesù sorride, ci guarda negli occhi e ci dice: “Per farti missionario e apostolo a me occorre una cosa sola: che tu mi ami davvero e senta la gioia di farmi conoscere ed amare dai tuoi fratelli. Non è tanto importante il come, il dove, il perché. Non conta il sapere tante cose, non servono i lustrini né della ricchezza, né l’opulenza dei mezzi o i riti misterici delle religioni… Franco, (e ciascuno di voi ci metta il suo nome) vuoi farmi vedere che mi ami facendo innamorare qualcuno di me?”

 

 

VENERDI’ 7 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Egidio Maria da Taranto, religioso; Sant’Adautto, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, DI INCONTRARTI E ACCOGLIERTI.

 

HANNO DETTO: Noi costruiamo la pace quando impariamo a praticare le vie del perdono. (S. Giovanni Paolo II)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando l'avaro muore, il denaro respira. (Proverbio Tedesco)

UN ANEDDOTO: Quali sono, secondo te, - domandarono a Chilone le tre cose più difficili nella vita? A mio parere, - rispose il poeta, uno dei sette sapienti della Grecia antica - sono: tacere un segreto, dimenticare un'ingiuria, e usar bene del proprio tempo.

PAROLA DI DIO: Sir 47,2-11; Sal 17; Mc 6,14-29

 

Vangelo Mc 6, 14-29

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi». Altri invece dicevano: «È Elìa». Altri ancora dicevano: «È un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!». Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro. Parola del Signore

 

“GIOVANNI DICEVA AD ERODE: NON TI È LECITO!”.

Giovanni Battista è il Precursore e in tutto anticipa Gesù: lo annuncia, testimonia la verità, lo anticipa anche nel suo martirio. Giovanni è fedele alla volontà di Dio come Gesù e quando c’è da gridare a un re, non ha peli sulla lingua. Il profeta è la coscienza critica dell’umanità e per questo è sempre scomodo. Egli non tace davanti al male, non se ne fa complice, prende le difese del bene, della giustizia, dei piccoli e degli oppressi, smaschera l’ipocrisia, e questo suo impegno per la verità, per la causa di Dio, gli garantisce una brutta fine. La morte del testimone passato, presente e futuro diventa rinnovamento della passione di Gesù.

Non dovremmo stupirci di dar fastidio a qualcuno con il coerente comportamento cristiano, anzi, se non diamo fastidio non sarà forse perché viviamo poco coerentemente la nostra fede?

 

 

SABATO 8 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Girolamo Emiliani, fondatore; Santa Giuseppina Bakita; San Giovanni di Matha, fondatore.

Una scheggia di preghiera:

 

PARLA, SIGNORE: VOGLIO ASCOLTARTI.

 

HANNO DETTO: «Bisogna avere una rara sensibilità per gustare i beni della fortuna. È il gustarli, non il possederli, che ci rende felici» (Montaigne)

SAGGEZZA POPOLARE: Baciare senz'anima è come dare senza sorriso.

UN ANEDDOTO: È vero che bisogna essere previdenti, prendere tutte le precauzioni ma qualche volta si esagera: Un tizio entra in un autobus e chiede a conducente due biglietti. - A cose le servono due biglietti, visto che lei è solo? - Se ne perdo uno, l'altro è di riserva. Il conducente, con un sorriso: - Ma se perde anche l'altro? - Non ci sono problemi, ho anche il biglietto mensile

PAROLA DI DIO: 1Re 3,4-13; Sal 118; Mc 6,30-34

 

Vangelo Mc 6, 30-34

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Parola del Signore

 

VENITE IN DISPARTE, VOI SOLI, IN UN LUOGO DESERTO, E RIPOSATEVI UN PO’

Ecco come Chiara Lubich commentava questa frase del vangelo di oggi:

Dell’albero ammiriamo fronde e fiori e ne attendiamo i frutti, ma vi sono le radici da cui l’albero trae vita. Così è di ognuno di noi. Siamo chiamati a donare, ad amare, a servire, a creare rapporti di fraternità, a lavorare per costruire un mondo più giusto. Ma occorrono le radici, ossia la vita interiore dell’unione con Dio, il nostro personale rapporto d’amore con lui che motiva e alimenta la vita di comunione fraterna e l’impegno nel sociale. È ugualmente vero che l’amore verso l’altro nutre a sua volta l’amore per Dio e lo rende più vivo e concreto, così come è vero che la luce e il calore, attraverso le foglie, irrobustiscono le radici. Amore di Dio e amore del prossimo sono espressioni di un unico amore. Vita intima e vita esterna sono l’una dell’altra radice.

Gesù stesso ogni tanto si allontanava dalle sue molte occupazioni. C’erano malati da guarire, folle da istruire e da sfamare, peccatori da convertire, poveri da aiutare e da consolare, discepoli da guidare... Eppure, benché tutti lo cercassero, egli sapeva ritirarsi, fuori dall’abitato, sulla montagna, per stare solo col Padre. Era come se tornasse a casa. Nel suo colloquio personale e silenzioso trovava le parole che avrebbe poi detto alla sua gente, comprendeva meglio la sua missione, riprendeva le forze per affrontare il nuovo giorno. Così vuole che facciamo anche noi: Non è facile fermarsi. A volte siamo presi dal vortice del lavoro e delle attività, come in un ingranaggio di cui abbiamo perduto il controllo. La società ci impone spesso un ritmo di vita frenetico: produrre sempre di più, avanzare nella carriera, primeggiare... Non è facile affrontare la solitudine e il silenzio fuori e dentro di noi; eppure sono condizioni necessarie per ascoltare la voce di Dio, per confrontare la nostra vita con la sua Parola, per coltivare e approfondire il rapporto d’amore con lui. Senza questa linfa interiore rischiamo di girare a vuoto e il nostro molto daffare può rimanere infruttuoso.

 

 

DOMENICA 9 FEBBRAIO: 5^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Apollonia, vergine e martire; San Rinaldo, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, RENDI GUSTOSA E GUSTABILE LA NOSTRA FEDE.

 

HANNO DETTO: «Un'abitudine, se non contrastata, presto diventa una necessità» (Sant'Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: I bambini sono come gli uccellini: ogni momento aprono la bocca.

UN ANEDDOTO: Attorno al letto di un famosissimo morente si piangeva non solo la perdita di un uomo esemplare, ma la sparizione di un luminare della scienza. Il grande medico, vedendo tanto dolore, fece cenno di voler parlare e con serenità disse: -Consolatevi, vi rimangono tre medici molto più bravi di me. I presenti si guardarono tra loro. Chi erano questi tre grandi medici? Il morente sorrise: Sono l'aria, l'acqua, il moto.

PAROLA DI DIO: Is 58,7-10; Sal 111; 1Cor 2,1-5; Mt 5,13-16

 

Vangelo Mt 5, 13-16

Dal vangelo secondo Matteo 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli». Parola del Signore

 

“VOI SIETE IL SALE DELLA TERRA”

Il sale serve a conservare; prima dell’invenzione dei frigoriferi era l‘unico mezzo per preservare gli alimenti dal deterioramento. Il sale è un protagonista dell’arte culinaria perché si scioglie completamente nei cibi e si perde in un gradevole sapore: la sua presenza discreta si distingue appena, ma la sua assenza non si può nascondere: deve passare inosservato, ma agire efficacemente. Nella cultura biblica poi, il sale significava anche sapienza della vita, che consiste nel conoscere e compiere la volontà di Dio espressa dalla sua legge. Ecco allora tracciata simbolicamente la vita del cristiano: deve conservare la Parola, i sacramenti, deve possedere la sapienza di Cristo e deve essere il sale della terra, sale umile, disciolto, gustoso, che agisce all’interno, che non si nota, ma che è indispensabile.

 

 

LUNEDI’ 10 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Scolastica, vergine; San Guglielmo di Malavalle.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', LIBERA QUESTA FAMIGLIA DA OGNI MALE E DAL MALIGNO.

 

HANNO DETTO: «Un banchiere è uno che vi presta l'ombrello quando c'è il sole e lo rivuole indietro appena incomincia a piovere». (Mark Twain)

SAGGEZZA POPOLARE: La bellezza delle cose, più che la loro utilità, indirizza l'animo umano verso gli dei che l'hanno creata. (Proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Due Ciliegi innamorati, nati distanti, si guardavano senza potersi toccare. Li vide una Nuvola, che mossa a compassione, pianse dal dolore ed agitò le loro foglie ma non fu sufficiente, i Ciliegi non si toccarono. Li vide una Tempesta, che mossa a compassione, urlò dal dolore ed agitò i loro rami ma non fu sufficiente, i Ciliegi non si toccarono. Li vide una Montagna, che mossa a compassione, tremò dal dolore ed agitò i loro tronchi ma non fu sufficiente, i Ciliegi non si toccarono. Nuvola, Tempesta e Montagna ignoravano, che sotto la terra, le radici dei Ciliegi erano intrecciate in un abbraccio senza tempo.

PAROLA DI DIO: 1Re 8,1-7.9-13; Sal 131; Mc 6,53-56

 

Vangelo Mc 6, 53-56

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono. Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse. E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati. Parola del Signore

 

COMINCIARONO A PORTARGLI SULLE BARELLE I MALATI, DOVUNQUE UDIVANO CHE EGLI SI TROVASSE”.

La gente del Vangelo forse non ha ancora capito bene chi sia Gesù, ma percepisce in Lui una forza, una novità. Forse può esserci anche superstizione, ma se quanti toccano Gesù, sono guariti dalle loro infermità è per la fede nella sua potenza, una fede ancora rozza, ma segno di una disponibilità che apre loro la via giusta alla comprensione, all’accoglienza, alla conversione. Chiediamoci anche, visto questo accorrere di malati e sofferenti: che cosa sono la malattia e il malato per Gesù?

La malattia è una cosa non bella. Essa fa parte del Male e delle sue conseguenze che Gesù è venuto a combattere e curare. Il malato è per Gesù un “povero” che ha occasione di incontrare Dio proprio nella povertà della sua malattia ma anche una persona cara che Gesù è venuto a salvare.

Gesù vede le malattie del corpo e su di esse si china. Ma vede anche e soprattutto le malattie dello spirito ed è soprattutto da queste che vuole guarire.

Gesù non è uno dei tanti che si proclamano “guaritori”, non è neanche venuto a togliere la malattia e la sofferenza dal mondo. Gesù non si limita a dire “poveretto” al malato. Si china su di essi, piange con quelli che soffrono; Lui stesso, con la croce, si caricherà di tutte le sofferenze del mondo. Ma combatte con tutto Sé stesso contro le malattie e soprattutto contro la radice di esse che è il male. Gesù non è un distributore automatico di facili miracoli e guarigioni ma Colui che subisce, accetta e redime le conseguenze del male dell’uomo e invita ciascuno di noi a fare altrettanto: combattere le malattie, le sofferenze, le povertà con tutta quella che può essere la scienza dell’uomo, ma soprat­tutto combattere il Male che è attorno a noi e che si annida in noi stessi.

 

 

MARTEDI’ 11 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Ricorrenza della Madonna di Lourdes; Santa Eloisa; San Dativo, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE TU MI SCRUTI E MI CONOSCI: PRENDIMI COME SONO E CAMBIAMI.

 

HANNO DETTO: «Quanto più ci innalziamo, tanto più piccoli sembriamo a quelli che non possono volare.» (Nietzsche)

SAGGEZZA POPOLARE: Nel far il bene abbi sempre tre cose aperte: la borsa, il cuore, il viso.

UN ANEDDOTO: Un giorno che il califfo Aaron-el- Rascid mentre a capo delle sue truppe portava avanti una sua campagna militare, gli venne incontro una popolana a lamentarsi che il suo esercito le aveva spogliato il campicello. - Non hai letto nel Corano - le rispose Aaron-el-Rascid - che i principi hanno questa condanna, di desolare le terre sulle quali passano coi loro eserciti? - Si - riprese allora la donnicciola - ma ho letto anche nel Corano che le case dei principi saranno distrutte per la loro iniquità. La risposta pronta piacque al califfo, che ordinò ai suoi ministri di indennizzare la donna.

PAROLA DI DIO: 1Re 8,22-23.27-30; Sal 83; Mc 7,1-13

 

Vangelo Mc 7, 1-13

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: “Onora tuo padre e tua madre”, e: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte». Parola del Signore

 

“QUESTO POPOLO MI ONORA CON LE LABBRA, MA IL SUO CUORE È LONTANO DA ME. TRASCURANDO IL COMANDAMENTO DI DIO VOI OSSERVATE LA TRADIZIONE DEGLI UOMINI”.

Gesù conosce molto bene gli uomini e sa mettere in evidenza, specialmente in campo religioso, quelle che sono le mancanze più frequenti. Gesù dice che si manca soprattutto contro Dio con due atteggiamenti: l’abitudine e l’ipocrisia.

Entrate in una Chiesa. Si celebra l’Eucaristia, un dono meraviglioso di Dio agli uomini. Gruppi di persone biascicano delle preghiere. Se chiedeste loro improvvisamente che cosa stanno dicendo non saprebbero neppure dirvelo: stanno dicendo delle preghiere! Al momento della Comunione vanno a ricevere il corpo di Cristo. Escono da quella Chiesa e tutto è finito. Ci si abitua addirittura a mangiare il Corpo di Cristo. E l’altro pericolo è l’ipocrisia. Essa è sempre in agguato, ovunque. Ma in modo particolare è sordida quando entra nel mondo religioso. L’ipocrisia non può ingannare Dio. Lui conosce il nostro cuore fino in fondo. Lui sa di che cosa siamo plasmati.

Dio tu non lo puoi comperare con le cose. Dio lo puoi solo accogliere nel cuore. Gesù non lo inganni con le parole, Gesù sa se le parole sono vere o se sono ipocrite. Le tue preghiere toccano il cuore di Dio se partono dal tuo cuore. Se sono solo un movimento di labbra o una ripetizione di formule restano senza senso davanti a Lui. Se la tua carità e il tuo interesse per gli altri è soltanto per dovere o per acquistare dei meriti, hai già ricevuto la tua ricompensa, dice il Vangelo. Se cerchi di farti passare per migliore di quello che in realtà sei, potrai ingannare gli uomini, ma non Dio. Se, nella comunità cristiana vuoi apparire come un attivo, un sempre presente, uno che sa e dispone tutto, ma non hai imparato a servire hai già ricevuto la tua ricompensa.

Perché sprecare tanto tempo a mascherarci, quando il cuore di Gesù ci accoglie così come siamo?

 

 

MERCOLEDI’ 12 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Benedetto di Aniane, monaco; Santa Eulalia, vergine e martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, CREA IN ME UN CUORE PURO.

 

HANNO DETTO: «Per i nemici le leggi si applicano, per gli amici si interpretano.» (Giovanni Giolitti)

SAGGEZZA POPOLARE: Fa il bene e gettalo nel mare: ci penserà Dio a farlo galleggiare.

UN ANEDDOTO: Insegnava Abba Macario: “Se le mura di cinta di una grande città sono state distrutte ed essa è deserta, conquistata dai nemici, a nulla le giova la sua grandezza; bisogna cercare che in proporzione alla sua grandezza abbia anche solide mura che impediscano ai nemici di entrare. Così anche le anime adorne di conoscenza, sapienza e intelligenza del cuore, sono come grandi città, ma occorre cercare che siano fortificate dalla potenza dello Spirito Santo, perché i nemici non vi penetrino e le rendano deserte.

PAROLA DI DIO: 1Re 10,1-10; Sal 36; Mc 7,14-23

 

Vangelo Mc 7, 14-23

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo». Parola del Signore

 

“SONO LE COSE CHE ESCONO DALL’UOMO A RENDERLO IMPURO. DAL DI DENTRO INFATTI, CIOÈ DAL CUORE DEGLI UOMINI, ESCONO I PROPOSITI DI MALE: IMPURITÀ, FURTI, OMICIDI, ADULTÈRI, AVIDITÀ, MALVAGITÀ, INGANNO, DISSOLUTEZZA, INVIDIA, CALUNNIA, SUPERBIA, STOLTEZZA.”

Sono liberanti le parole che Gesù proclama a una folla probabilmente sbigottita: nulla di ciò che è al di fuori dell’uomo è cattivo, quanto Dio ha creato non può che essere buono. Cadono in un colpo credenze secolari e leggi che non venivano certo da Dio, ma erano sciocchi e complicati “precetti di uomini”. Gesù però ci mette anche in guardia sulla vera origine del male capace di rovinarci. Un’origine quanto mai subdola perché situata proprio dentro di noi. Non sarebbe facile contraddire Gesù: chi non ha mai fatto l’esperienza di sentire germinare il male dentro di sé in un pensiero maligno, in una parola pronunciata per ferire, in un atto assolutamente privo d’amore? Bisogna dargli ragione e cominciare a tenere gli occhi aperti. Per venirci incontro Gesù ci fornisce una lista delle intenzioni cattive che il cuore produce, utilissima per confrontarci schiettamente. Insieme ad alcune estreme e più rare ne possiamo trovare altre molto più comuni con le quali purtroppo non ci manca forse la familiarità.

 

 

GIOVEDI’ 13 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Benigno da Todi, martire; Sante Fosca e Maura, martiri.

Una scheggia di preghiera:

 

SEI TU, SIGNORE IL PANE: IL CIBO SEI PER NOI.

 

HANNO DETTO: «Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.» (Seneca)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi ha bisogno non mostri i denti.

UN ANEDDOTO: Madre Teresa di Calcutta, quando sentiva qualcuno lamentarsi perché vedeva poca santità nella Chiesa, prontamente e decisamente rispondeva: “Ti lamenti? Ti lamenti perché vedi poca santità nella Chiesa? Aiutala! Fatti santo!” E aggiungeva, con singolare sapienza: “Non serve a niente gridare “è buio! È buio”, quando è buio; l’unica cosa che dobbiamo fare è accendere la luce; anzi, l’unica cosa importante è diventare luce, lasciandosi accendere da Gesù”.

PAROLA DI DIO: 1Re 11,4-13; Sal 105; Mc 7,24-30

 

Vangelo Mc 7, 24-30

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato. Parola del Signore

 

“NON È BENE PRENDERE IL PANE DEI FIGLI E GETTARLO AI CAGNOLINI”. “SI’, SIGNORE, MA ANCHE I CAGNOLINI, SOTTO LA TAVOLA, MANGIANO LE BRICIOLE DEI FIGLI”.

Il bellissimo dialogo di fede tra Gesù e la donna cananea si svolge intorno al tema del pane, un tema caro a Marco e alla comunità primitiva: il pane essenza di vita, il pane moltiplicato e condiviso da Gesù con 5000 persone, Gesù che si fa pane e si dona a noi nell’Eucarestia e attorno ad essa si ritrova e forma la comunità. Ecco, allora, che questo Pane è il Segno per eccellenza dei cristiani. In esso si “fa memoria della passione, morte e risurrezione di Gesù”, esso diventa il segno della solidarietà e della condivisione, esso va rispettato, non gettato. E qui, poco per volta nascono le norme per regolare l’accesso all’Eucarestia. Chi può o non può ricevere questo Pane?

Gesù alla donna pagana, venuta a chiedere un miracolo di guarigione per sua figlia, risponde: “Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini”. Dunque, il pane è per i figli. E qui teologi e moralisti si sono sbizzarriti: chi saranno i figli? Il popolo di Israele? Ma è restrittivo! Saranno i battezzati? Ma quando Gesù ha parlato dicendo questo non aveva ancora mandato a battezzare… Sarò semplicista, ma a me sembra evidente che i figli sono tutti, perché ognuno è figlio di Dio, fatto a sua immagine e somiglianza. L’unica cosa è averne coscienza e aver coscienza della divinità di Gesù. Forse la distinzione tra figli e cagnolini sta proprio in questo: l’idolatra, il materialista, l’ateo professo non ha coscienza di essere figlio di Dio e quindi il pane dei figli non è per lui. Vedete che se la ragioniamo così, il criterio di accostarsi o meno all’Eucaristia non può essere un criterio dettato da norme che pur sono un buon punto di riferimento per la formazione di una retta coscienza, ma deve essere un qualcosa che parte dal profondo dell’uomo che riconoscendosi figlio, magari anche peccatore, indegno, si decide a mettersi in cammino per tornare alla casa del Padre ed ha bisogno di mangiare lungo la strada per non venir meno. Comprendiamo bene!

Non è che questo metodo sia meno severo di quello delle norme. Se le norme, infatti, si possono sempre eludere, aggirare, la coscienza, se sei onesto, no. Con questo criterio, però, si sposta il centro da fredde norme (spesso volute da elucubrati ragionamenti umani per tenere in potere gli uomini attraverso il dominio sulle loro coscienze) all’uomo stesso.

Questa pagana che è giudicata con superiorità dai benpensanti, conscia delle proprie debolezze, ma che sa usare le stesse debolezze per proclamare i suoi diritti, alla fine non solo mangia le briciole ma, “per questa sua parola”, ottiene il desiderato miracolo.

 

 

VENERDI’ 14 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Cirillo e Metodio, patroni d’Europa; San Valentino, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

GUIDA, SIGNORE, I MISSIONARI DEL TUO VANGELO.

 

HANNO DETTO: «Non importa quanto vai piano, l'importante è che non ti fermi.» (Confucio)

SAGGEZZA POPOLARE: Un uomo è buono quando rende migliori gli altri.

UN ANEDDOTO: «Un giorno un uomo, dopo essersi abbuffato in un abbondante banchetto, cadde in un sonno profondo. Passò un caro amico, restò un po’ di tempo presso di lui e, quando dovette andarsene – temendo che l’amico potesse trovarsi nel bisogno – gli mise un gioiello nel bavero dell’abito. Quando l’uomo si risvegliò, ignaro del gesto dell’amico, condusse la sua solita vita errabonda, vivendo nella fame e nella miseria. Passarono gli anni e i due amici si incontrarono di nuovo. L’amico gli disse del gioiello e l’uomo, rovistando nel suo abito, subito lo trovò. Incredulo, si rattristò amaramente riflettendo sul fatto che per tutti quegli anni avesse condotto una vita miserabile avendo con sé un gioiello di tale valore. Allo stesso modo, gli uomini vagano tra le sofferenze di questo mondo, ignari che tra le pieghe più profonde del proprio essere è nascosto il gioiello del pieno risveglio.»

PAROLA DI DIO: San Cirillo e Metodio, patroni d’Europa At 13,46-49; Sal 116; Lc 10,1-9

 

Vangelo Lc 10,1-9

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”». Parola del Signore

 

“ANDATE: ECCO, VI MANDO COME AGNELLI IN MEZZO A LUPI”

Ci guida oggi Paolo Curtaz: La durezza della vita è oggi mitigata da una doppia festa: quella ufficiale che celebra due fratelli, Cirillo e Metodio, i quali hanno saputo evangelizzare l’Europa e, in particolare, l’Europa dell’Est e quella molto più conosciuta di san Valentino, vescovo di Terni e patrono degli innamorati. Forse anche l’amore e l’innamoramento hanno bisogno di conversione, di tornare a Dio. Evento straordinario e fecondo, l’amore umano rischia di essere visto come un affare a sé stante, che poco o nulla ha a che vedere con la fede. Capissimo, invece, che è Dio ad avere creato l’amore e che è lui la sorgente di ogni bene e di ogni consolazione! L’amore non è solo emozione, entusiasmo, seduzione ma, molto di più, conversione e apertura alla scoperta che Dio ci rende partecipi dell’amore infinito che ha creato il mondo, lo conserva e lo redime. Chiediamo ai santi di oggi di aiutarci a proclamare il vangelo dell’amore nell’Europa dei burocrati e dei mercati e di ridare smalto alla nostra professione di fede: meditando la Parola possiamo ridire con parole nuove il messaggio sempre attuale del progetto sull’amore di coppia che Dio ha…

 

 

SABATO 15 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Sigfrido, vescovo; Sant’Euseo di Serravalle Sesia.

Una scheggia di preghiera:

 

IL PANE CHE MANGIAMO È CRISTO IN MEZZO A NOI.

 

HANNO DETTO: «Molti si ritengono perfetti unicamente perché sono poco esigenti nei propri confronti». (Hermann Hesse)

SAGGEZZA POPOLARE: La bontà illumina i ciliegi e l'erbaccia. La bontà si dimostra trattando con generosità sia il buono che il malvagio. (Proverbio Indiano)

UN ANEDDOTO: Un asino si mise addosso la pelle di un leone e andava attorno seminando il terrore fra tutte le bestie. Vide una volpe e volle provarsi a far paura anche a lei. Ma quella, che per caso aveva già sentito la sua voce un'altra volta, gli disse: – Sta pur sicuro che, se non ti avessi mai sentito ragliare, avresti fatto paura anche a me - Così ci sono degli ignoranti che, grazie alle loro fastose apparenze, sembrerebbero persone importanti, se la smania di parlare non li tradisse. (Tolstoj)

PAROLA DI DIO: 1Re 12,26-32;13,13-34; Sal 105; Mc 8,1-10

 

Vangelo Mc 8, 1-10

Dal vangelo secondo Marco

In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano». Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette». Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò. Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà. Parola del Signore

 

MANGIARONO A SAZIETÀ E PORTARONO VIA I PEZZI AVANZATI: SETTE SPORTE.”.

Qualche volta, quando distribuisco la Comunione penso a come Gesù possa essere pane vivo presente in tante parti del mondo contemporaneamente e nel cuore di tante persone così diverse e distanti. Eppure, mentre io sono davanti all’Eucarestia qui, nello stesso istante un prete in Asia o in Africa sta celebrando la Messa e Gesù si fa carne lì, come è carne qui. Gesù è nel cuore di quella suora mistica piena di amore per Lui e nel cuore di quel bambino che lo ha ricevuto un po’ distratto, ascolta le preghiere di quel malato che chiede la guarigione ed è nel cuore di quella mamma che piange la morte di suo figlio. Gesù ha moltiplicato i pani per quelle persone affamate, ma soprattutto, donandosi a noi nel Pane Eucaristico, ha moltiplicato e moltiplica sé stesso. Sarò forse un po’ sentimentale, ma come è bello allora adorare Gesù nell’Eucarestia pensando che in quel momento un mio fratello in Australia sta dicendo a Gesù che gli vuol bene, come è prezioso sapere che mentre io adoro c’è un ammalato che sta offrendo le sue sofferenze per la pace nel mondo, come è bello pensare che Gesù in tutte le chiese e in tutti i villaggi è lì in mezzo alla sua gente per condividerne ancora e sempre le gioie e le pene. Come è bello, anche non essendo a volte materialmente davanti all’Eucarestia sentirne il profumo della sua presenza in mezzo agli uomini. Gesù ha moltiplicato il pane e ce ne fu in abbondanza, Gesù ha moltiplicato sé stesso e ce n’è talmente in abbondanza che in ogni momento poi incontrarlo.

 

 

DOMENICA 16 FEBBRAIO: 6^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Onesto; Santa Lucilia, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SOLO, SIGNORE, SEI GIUSTO E MISERICORDIOSO.

 

HANNO DETTO: «Le idee fisse sono come i crampi ai piedi. Il rimedio migliore è camminarci sopra». (Kierkegaard)

SAGGEZZA POPOLARE: Un profumo di rose resta sempre attaccato alla mano che porge rose. (Proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Un giorno il figlio di Aaron-el-Rascid si lamentava con suo padre di un uomo che aveva ingiuriato sua madre, e ne domandava pertanto il castigo. - Figlio mio - gli rispose il padre - tu ingiuri assai più tua madre che non abbia fatto costui facendo credere che essa non ti abbia mai insegnato a perdonare.

PAROLA DI DIO: Sir 15,15-20; Sal 118; 1Cor 2,6-10; Mt 5,17-37

 

Vangelo Mt 5, 17-37

Dal vangelo secondo Matteo

[In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:] «Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà dalla legge neppure un iota o un segno, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Poiché [io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: "Non uccidere"; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio.] Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna. Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e va prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo! [Avete inteso che fu detto: "Non commettere adulterio"; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.] Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna. Fu pure detto: "Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio"; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio. [Avete anche inteso che fu detto agli antichi: "Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto]: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. [Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno».] Parola del Signore

 

“IO VI DICO: SE LA VOSTRA GIUSTIZIA NON SUPERERA’ QUELLA DEGLI SCRIBI E DEI FARISEI, NON ENTRERETE NEL REGNO DEI CIELI”.

Gesù parla di giustizia degli scribi e dei farisei e di giustizia di Dio. Noi scopriamo nel nostro mondo colui che si fa giustizia da solo, la giustizia delle leggi, la giustizia del più forte. Ma, quante giustizie ci sono? La giustizia è una sola, solo Dio è il Giusto. Gli uomini guardando a Lui, da Lui dovrebbero imparare la giustizia. Infatti, penso che siamo tutti d’accordo nel dire che nel nostro mondo non c’è giustizia vera. Anche le leggi più giuste spesso non sono applicate in modo equanime, non tengono conto di persone o situazioni. Qualche volta ci fa perfino difficoltà la giustizia di Dio “che fa sorgere il suo sole sui buoni e sui cattivi”. E allora, ognuno di noi vorrebbe la giustizia come la pensa lui.

Gesù, oggi, ci invita a cercare e vivere una giustizia che non sia ipocrita, cercata solo a misura di noi stessi, esteriore, solo legalistica. Il credente in primo luogo sa che solo a Dio che conosce i cuori spetta la vera giustizia. Chi sono io per giudicare il mio fratello se del mio fratello conosco unicamente ciò che appare? Chi sono io, piccola creatura, per dettare leggi al mio Creatore?

Ma allora può esistere ancora la giustizia sulla terra? Come per la Verità, per la Bontà e per tutti gli altri assoluti, sulla terra non avremo mai la pienezza di questi valori, ma ci avvicineremo enormemente ad essi se faremo derivare il nostro agire da Colui che è in sé la pienezza di tutte queste cose.

 

 

LUNEDI’ 17 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Santi sette fondatori dell’ordine dei Servi di Maria; San Fuldrado.

Una scheggia di preghiera:

 

DI TE CI FIDIAMO E A TE CI AFFIDIAMO, SIGNORE GESU'.

 

HANNO DETTO: «La vita può essere capita solo all'indietro, ma va vissuta in avanti.» (Kierkegaard)

SAGGEZZA POPOLARE: Si fa più in fretta a prendere un bugiardo che uno zoppo. (Proverbio Piemontese)

UN ANEDDOTO: Il gallo aveva per portantini dei gatti selvatici; e si faceva portare in giro tutto borioso. La volpe lo vide: “Guardati dalle sorprese,” gli disse: “te n’avverto! Se tu esamini bene i musi di costoro, ti convincerai che portan la preda e non il carico”. E infatti quando la mala compagnia cominciò ad aver fame sbranò il padrone e se ne distribuì le parti.

PAROLA DI DIO: Gc 1,1-11; Sal 118; Mc 8,11-13

 

Vangelo Mc 8, 11-13

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, vennero i farisei e si misero a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova. Ma egli sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno». Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva. Parola del Signore

 

A QUESTA GENERAZIONE NON SARÀ DATO ALCUN SEGNO”

Dio di segni ne aveva dati a quella generazione: tutta la storia della salvezza parlava del suo amore, l'adempimento delle promesse, la venuta del Salvatore, i segni che Gesù aveva compiuto per confermare il compito che il Padre gli aveva affidato... Eppure all' incredulo, al superficiale, al legalista non bastano! E a noi, l'essere vivi, avere Gesù, la sua parola i suoi sacramenti, la testimonianza dei buoni ci basta? O forse anche noi continuiamo a chiedere segni e segnucci, apparizioni e fantasmi per confermare la nostra poca fede? Abbiamo bisogno di maghi religiosi, di liturgie misteriche per credere? Guardiamo a Gesù, ai suoi doni, alle persone buone che credono e operano per Lui: ce n'è da vendere per darci una mossa!

 

 

MARTEDI’ 18 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Claudio, martire; Santa Costanza di Vercelli.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI, SIGNORE, DALL'IPOCRISIA E DAL GIUDICARE IL PROSSIMO.

 

HANNO DETTO: «La scienza è fatta di dati come una casa di pietre. Ma un ammasso di dati non è scienza più di quanto un mucchio di pietre sia una casa.» (Poincaré)

SAGGEZZA POPOLARE: Cammina ed avrai gambe. (Proverbio Inglese)

UN ANEDDOTO: Una piccola storia rabbinica racconta: «C’era una giovane donna che desiderava sposarsi con un uomo perfetto. Cerca e cerca, un giorno trova un uomo perfetto; ma, sfortunatamente per lei, anche lui cercava una donna perfetta, e non era lei. Così rimasero per sempre soli». Soltanto un’altra creatura imperfetta può riempire le mie imperfezioni.

PAROLA DI DIO: Gc 1,12-18; Sal 93; Mc 8,14-21

 

Vangelo Mc 8, 14-21

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane. Allora Gesù li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano pane. Si accorse di questo e disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici». «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette». E disse loro: «Non comprendete ancora?». Parola del Signore

 

“FATE ATTENZIONE, GUARDATEVI DAL LIEVITO DEI FARISEI E DAL LIEVITO DI ERODE”. (Mc. 8,15)

Per non correre lo stesso rischio dei discepoli che sentendo questa frase di Gesù pensavano al pane che avevano dimenticato di comperare, chiediamoci anche noi quale sia il lievito dei farisei e di Erode. La colpa dei farisei non è quella di essere credenti legati all’osservanza della legge di Dio è aver utilizzato la legge di Dio per garantire la propria bontà e per sentirsi così capaci, grazie all’osservanza, di ottenere da soli la salvezza ed ergersi quindi giudici del prossimo. Il lievito di Erode, re di Israele che dovrebbe anche esprimere l’unità della fede del suo popolo è aver mischiato potere e fede al punto che la fede se ne è andata ed è rimasta solo la ricerca del potere. Il lievito poi, se messo nella pasta la fa lievitare tutta, allora sia Erode che i farisei hanno sulla coscienza non solo di aver travisato il pensiero di Dio, non solo vivono loro una forma di ateismo che ha sostituito se stessi al posto di Dio, ma hanno la grande colpa di trasmettere questa mentalità al popolo intero.

Quello di oggi è dunque un grande esame di coscienza per noi cristiani e soprattutto per chi ha maggiori responsabilità nei confronti del popolo. Quando la religione, l’osservanza, il ritualismo prendono il posto della fede non solo oscurano Dio ma fanno perdere il vero senso della fede agli altri. Esempi grandi nella storia della Chiesa: tutte le volte che per voler difendere a tutti i costi l’ortodossia della fede (o spesso delle istituzioni religiose umane) ci si è dimenticati del comandamento dell’amore, dell’attenzione al fratello, del dialogo costruttivo, del perdono vicendevole nella comunità, sono nate le cacce alle streghe, i roghi della Inquisizione, l’intransigenza religiosa con conseguente grande rischio di ateismo non solo per i religiosi ma anche per tutto il popolo. Se noi, oggi, lamentiamo una certa disaffezione o formalismo religioso di buona parte del popolo non sarà anche per colpa di chi con motivazioni pseudo-religiose ha voluto tener lontana la gente dalla Scrittura, di chi ha preferito rifugiarsi nel potere gerarchico senza tener conto dei veri bisogni delle persone? E noi personalmente non corriamo il rischio di lasciarci infettare dal lievito di Erode e dei farisei tutte le volte che utilizziamo il religioso per i nostri interessi personali, per apparire diversi da quello che in realtà siamo, per conquistare, anche all’interno del religioso, la nostra piccola fetta di potere?

 

 

MERCOLEDI’ 19 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Corrado Gonfalonieri; San Mansueto, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, CHE IO VEDA! CHE IO SENTA! CHE IO AMI!

 

HANNO DETTO: È l’animo che devi cambiare, non il cielo sotto cui vivi.  (Seneca)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi dà del pane ai cani degli altri spesso viene abbaiato dai suoi.

UN ANEDDOTO: Nel 1986 venne assassinato in Brasile un missionario coraggioso e generoso: Padre Ezechiele Ramin. I genitori del missionario ebbero la forza di scrivere una lettera aperta agli assassini del figlio. Ecco le loro parole: «Vi auguriamo di ritrovare Dio, da parte nostra vi perdoniamo”

PAROLA DI DIO: Gc 1,19-27; Sal 14; Mc 8,22-26

 

Vangelo Mc 8, 22-26

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsàida, e gli condussero un cieco, pregandolo di toccarlo. Allora prese il cieco per mano, lo condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». Quello, alzando gli occhi, diceva: «Vedo la gente, perché vedo come degli alberi che camminano». Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente, fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa. E lo rimandò a casa sua dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio». Parola del Signore

 

“GLI CONDUSSERO UN CIECO PREGANDOLO DI TOCCARLO”.

Gesù guarisce un cieco a puntate. Sembra quasi che, in un primo tempo, Gesù non riesca a compiere questo miracolo, allora, con pazienza, prima porta il cieco in disparte, poi bagna i suoi occhi con la saliva, poi cerca di suscitare in lui il desiderio del vedere e poi, quando questo intravede qualcosa, gli impone le mani e gli dona la guarigione definitiva dalla cecità.

In fondo questo miracolo racconta la nostra fede.

Per aver fede occorre prima di tutto riconoscersi privi di essa, ciechi, incapaci da soli di ritrovare la via di Dio, ma significa anche farsi aiutare per incontrare Gesù. Questo cieco pur non vedendoci è stato fortunato perché altri gli hanno imprestato i loro occhi per poterlo accompagnare da Gesù.

Ecco il primo passo della fede: farsi aiutare dalla fede degli altri.

Quando poi si incontra Gesù, non lo si vede ancora personalmente. C’è allora bisogno di sentirlo, di stare con Lui. Ecco perché Gesù, per far nascere in noi la fede ci chiede di ‘uscire dal villaggio’, cioè di uscire dalla nostra mentalità materialista, di abbandonare quelle che sono le cose artefatte, le tradizioni, le abitudini, per poter accogliere la novità della sua presenza e della sua grazia.

Gesù poi cerca di suscitare in noi quello che è il seme della nostra fede.

La fede ha un itinerario che noi, come gli apostoli, dobbiamo percorrere gradualmente e che può avere anche momenti di vacillamento. La fede non è chiarezza immediata, ci sono luci ed ombre, progressi e regressi, a volte si capisce, altre volte ci si interroga, qualche volta si cammina decisamente, altre volte a tentoni.

Se Gesù è riuscito a suscitare un granellino di fede, ha messo in noi la base perché possiamo essere guariti totalmente; infatti, se in mezzo alle prove noi continuiamo a fidarci di Lui, gli permettiamo di agire in noi in maniera decisa e netta.

Non spaventiamoci allora se in certi momenti del cammino della nostra vita ci riconosciamo ancora ciechi nel cammino della fede o se intravediamo soltanto qualcosa che poi sembra nuovamente sfuggirci. L’importante è continuare a rimanere con Lui e offrirgli la possibilità di operare in noi.

 

 

GIOVEDI’ 20 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Eleuterio di Tornai; San Nemesio.

Una scheggia di preghiera:

 

CREDIAMO, MA AUMENTA LA NOSTRA FEDE!

 

HANNO DETTO: Non si può mai accettare di strisciare se si ha l'impulso di librarsi in alto.
(Helen Keller)

SAGGEZZA POPOLARE: Se hai un cane per amico, devi sopportare le sue pulci.

UN ANEDDOTO: «Io, vescovo di Venezia, andavo qualche volta nella casa di ricovero. Una volta ho trovato un’ammalata, un’anziana. - Come va, signora? - Beh, da mangiare, bene. Caldo? Riscaldamento, bene... - Allora è contenta, signora? - No! - e si è messa a piangere. - Ma perché piange, signora? - Mia nuora, mio figlio, non vengono mai a trovarmi. Vorrei vedere i miei nipotini   Non basta il caldo, il cibo... C’è un cuore! Bisogna pensare anche al cuore dei nostri vecchi!» (Giovanni Paolo I)

PAROLA DI DIO: Gc 2,1-9; Sal 33; Mc 8,27-33

 

Vangelo Mc 8, 27-33

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». Parola del Signore

 

“E VOI, CHI DITE CHE IO SIA?”.

Fai attenzione! Se non è ancora capitato, prima o poi succederà nella tua vita. A forza di cercare, di stare con Gesù, magari nel momento in cui non te lo aspetti, arriverà anche per te la domanda cruciale. Fin che Gesù sembra informarsi puoi cavartela anche facendo bella figura e, rispondendo, statistiche alla mano, su che cosa il mondo pensi di Lui: basta aver letto, magari anche solo di traverso, qualche libro che pomposamente parla di sociologia del cristianesimo o, peggio ancora, certi annuari della Chiesa cattolica dove sono elencati i cristiani nel mondo, i convertiti, i battezzati, il numero dei preti e delle suore e mille altre cose inutili. “Ma tu chi dici che io sia?”.

E qui non è consentito aggirare l’ostacolo, rispondere con le definizioni dei teologi (e anche quelle del “Credo” non vanno bene se sono solo formali). Sei costretto a rispondere del tuo.

Forse sei confuso, non ci vedi bene, vorresti prendere del tempo. Ti accorgi che a seconda della tua risposta, da questo momento cambia qualcosa.

Nel Vangelo di Marco infatti siamo al giro di boa; le folle, i miracoli, i facili entusiasmi si diradano; gli scribi, i farisei, i sommi sacerdoti si fanno agguerriti, cercano l’eliminazione non più verbale ma fisica; su tutto si allunga inquietante l’ombra della croce.

Dare una risposta a quella domanda non significa essere lo scolaro più bravo, fare bella figura, meritare una medaglia premio o un diploma di ortodossia, significa giocare la propria vita in qualcosa che non sempre è allettante, in qualcosa che non ci piace né per Gesù, né per noi: la croce.

Al Signore non interessa neppur tanto come la penso, gli interessa sapere se sono disposto a seguirlo. Non sarà proprio per questo che poi Gesù chiede di non parlarne? Le parole, da adesso in avanti servono a poco, serviranno di nuovo se passeremo lo scoglio del Calvario.

 

 

VENERDI’ 21 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Pier Damiani, Vescovo e dottore della Chiesa; Santa Eleonora, regina

Una scheggia di preghiera:

 

CHE NESSUNA SOFFERENZA, PICCOLA O GRANDE, VADA PERDUTA.

 

HANNO DETTO: Se un uomo vuole occuparsi incessantemente di cose serie e non abbandonarsi ogni tanto allo scherzo, senza accorgersene, diventa pazzo o idiota. (Erodoto)

SAGGEZZA POPOLARE: Dall'avena non si ricava riso, neanche a Parigi. (Proverbio Polacco)

UN ANEDDOTO: Alcuni cavalieri domandarono ad Alano qual si fosse la più gran prova di cortesia. - La liberalità - rispose quello, e tutti furono d'accordo. Non riuscivano però a decidere qual fosse il colmo della villania. - Poiché donar sempre costituisce la cortesia più grande - disse Alano - prendere il bene d'altri è la più gran prova di rusticità, e coloro che spogliano i poveri sono i più gran mascalzoni.

PAROLA DI DIO: Gc 2,14-24.26; Sal 111; Mc 8,34-9,1

 

Vangelo Mc 8, 34-9,1

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, convocata la folla insieme ai suoi discepoli, Gesù disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi». Diceva loro: «In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto giungere il regno di Dio nella sua potenza». Parola del Signore

 

"SE QUALCUNO VUOL VENIRE DIETRO A ME... PRENDA LA SUA CROCE E MI SEGUA”

Ci sono anche tante altre forme di piccolo martirio quotidiano per chi vuol essere al seguito di Gesù e per i poveri.

— Dal genero di un anziano che deride apertamente il suocero, il quale senza farlo pesare, ogni giorno si reca alla messa.

— Dal classico "fatti furbo" che vien detto a chi cerca in qualche modo concreto di aiutare il suo prossimo rinunciando a qualcosa per sé stesso.

— Dagli amici che quando dici di pregare, ti snobbano e con aria beffarda ti dicono: "Sveglia bambino, crederai mica ancora alle frottole dei preti".

— A chi quotidianamente dai giornali e dalla televisione ti dice che tutto e lecito, giusto, buono., eccetto che la legge di Dio.

— A chi, infangando la Chiesa cerca di non lasciarti vivere in essa, comunità peccatrice ma santa perché santificata da Dio.

Io penso di non essere nato con la vocazione al martirio ma se voglio seguire Gesù devo prendere la croce. Se il mio cristianesimo è troppo facile, senza croce, devo cominciare a preoccuparmi: forse ho annacquato troppo Gesù!

 

 

SABATO 22 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Margherita da Cortona.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, BENEDICI IL NOSTRO PAPA.

 

HANNO DETTO: L'unica cosa importante, quando ce ne andremo, saranno le tracce d'amore che avremo lasciato. (Albert Schweitzer)

SAGGEZZA POPOLARE: Anche in convento il gatto brontola. (Proverbio Piemontese)

UN ANEDDOTO: Sant'Alberto Magno era sempre stato effervescente nelle sue lezioni, ma un giorno a ottant’anni dovette interrompersi perché la sua memoria ebbe un buco. Alberto prese allora una decisione drastica: si rinchiuse nella cella del suo convento a Colonia e non ne uscì più neanche quando il Vescovo avvertito del fatto andò a fargli visita. Bussò alla porta e poi chiese: “Alberto, ci sei?”. Dall’interno Alberto rispose: No, Alberto non è più qui, vi fu un tempo”. Il vescovo ne fu commosso e lasciò stare alla volontà di Alberto il trascorrere i suoi ultimi tempi in reclusione e meditazione totale.

PAROLA DI DIO: Cattedra di San Pietro Apostolo 1Pt 5,1-4; Sal 22; Mt 16,13-19

 

Vangelo Mt 16,13-19

Dal vangelo secondo Matteo 

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Parola del Signore

 

“BEATO SEI TU, SIMONE, FIGLIO DI GIONA” 

“Beato te, Simone!”. Certamente il cuore di Simon Pietro ha avuto un sobbalzo di gioia in quel momento straordinario nel quale, a Cesarea di Filippo, Gesù tesseva di lui un elogio così grande. È stato un culmine nella vita di Pietro. Uno di quei momenti che segnano una persona per sempre. Una nuova chiamata, dopo quella, ugualmente decisiva, avvenuta tempo prima mentre pescava sul lago di Galilea. Simone diventa la pietra sulla quale Gesù può edificare la sua chiesa. Quale onore più grande per Simone, oscuro e impulsivo pescatore, è possibile pensare? Eppure la vita di Pietro dovrà passare per altri culmini: non più di onore e di gloria, ma di fallimento. Passerà per l'incomprensione del messaggio di Gesù e toccherà l'abisso del tradimento di colui a cui doveva tutto. Alla gioia di oggi occorre associare le lacrime amare dopo il canto del gallo. Eppure Pietro rimane pietra per Gesù, che non ritira la sua fiducia, ma la rilancia chiedendo a lui un amore più grande: «Mi ami tu?». Anche la nostra vita passa per mille controversie, vette e abissi, gioie e dolori, tradimenti, peccati... Gesù non per questo ci abbandona. No, perché grazie alla sua croce, tutto concorre al bene di coloro che amano Dio.

 

 

DOMENICA 23 FEBBRAIO: 7^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: San Policarpo, vescovo e martire; Santa Romana di Todi.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AIUTACI A PERDONARE PERCHE' PERDONATI DA TE.

 

HANNO DETTO: A volte l'uomo inciampa nella verità, ma nella maggior parte dei casi, si rialza e continua per la sua strada. (Winston Churchill)

SAGGEZZA POPOLARE: La carità più squisita è la giustizia per tutti.

UN ANEDDOTO: Un torrente correva senza difficoltà tra rocce e montagne. Per quest’acqua fresca e portatrice di vita tutto andava bene. Ma un giorno improvvisamente, si trovò dinanzi a un deserto. Avendo attraversato molti ostacoli credette di poter scorrere bene lo stesso, ma si accorse che entrando nella sabbia le acque scomparivano. Dopo molti sforzi, scoraggiato, credette di non poter continuare il suo corso. Allora una voce si levò dal vento: “Se tu rimani fermo non potrai più attraversare le sabbie e diventerai palude”. “Ma se mi perdo – esclamò il torrente – sarò perduto”. “Al contrario – rispose la voce – se ti perdi diventerai ciò che avevi sognato di essere”. Allora il torrente si abbandonò ai cocenti raggi del sole e le nubi, di cui era formato, furono portate dal vento violento in un altro spazio. E quando ebbe superato il deserto, il torrente ridiscese dal cielo, chiaro e fresco e pieno di energia. Leggenda Sufi

PAROLA DI DIO: Lv 19,1-2.17-18; Sal 102; 1Cor 3,16-23; Mt 5,38-48

 

Vangelo Mt 5,38-48

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Dà a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle. Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». Parola del Signore

 

SE UNO TI DÀ UNO SCHIAFFO SULLA GUANCIA DESTRA, TU PORGIGLI ANCHE L’ALTRA”.

Se da una parte ci è facile riconoscere che la “non-violenza” è l’unico modo per vincere odio e guerre, d’altra parte ci viene il dubbio che mettendo in prativa una “non-violenza come quella indicata dal vangelo di oggi si dia al malvagio e al male la possibilità di approfittare e di continuare ancora maggiormente la sua opera. Senza la pretesa di rispondere totalmente a questo interrogativo proviamo sinceramente a chiederci che cosa volesse dirci Gesù quando ci indicava questa strada.

Il cristianesimo, prima di tutto non è accontentarsi di mezze misure.

La vera rivoluzione contro il male non è la lotta diretta contro il male esterno, ma la conversione dal male interno, quello che non ci permette di essere sereni davanti alle cose, quello che non ci permette di vedere nel prossimo un fratello ma solo un nemico.

Il perdono vero non è mai un atto di viltà, un accondiscendere per bonomia ma un costruire in sé stessi e nell’altro una realtà nuova, tant’è vero che quando succederà a Gesù di essere preso a schiaffi Egli non farà seccare la mano del suo persecutore ma con chiarezza gli dirà: “Se ho sbagliato dimostramelo, se no perché mi schiaffeggi?”

Il perdono del fratello è sì una strada difficile ma deve partire da una radice: dal fatto di riconoscere di essere perdonati totalmente a nostra volta senza che potessimo per questo accampare nessun diritto, e il culmine dell’amore di Dio per noi non è forse essere andato sulla croce per noi “mentre eravamo peccatori”?

E, un’ultima osservazione, forse anche solo umana: il ricorso alla forza, alla violenza hanno mai garantito (anche all’interno della Chiesa) una difesa della verità mentre viene offesa la carità? 

 

 

LUNEDI’ 24 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Modesto, vescovo; San Sergio, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI DAL MALE E DAL MALIGNO.

 

HANNO DETTO: Sono poche le persone che pensano, però tutte vogliono giudicare. (Federico il Grande)

SAGGEZZA POPOLARE: I calci nel didietro spesso fanno andare avanti.

UN ANEDDOTO: La Tartaruga disse a la Lucertola: / Abbi pazienza, fermete un momento! / E giri, e corri, e svicoli, e t'arrampichi, / sempre de prescia, sempre in movimento. / Me fai l'effetto d'una pila elettrica… / Te piace d' esse attiva? Va benone. / Però l'attività, quando s'esaggera, / lo sai come se chiama? Aggitazzione: / forza sprecata. È la mania der secolo. / Corremo tutti a gran velocità: / ognuno cerca d'arriva prestissimo, / ma dove, proprio dove… Nu' lo sa. (Trilussa)

PAROLA DI DIO: Gc 3,13-18; Sal 18; Mc 9,14-29

 

Vangelo Mc 9, 14-29

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, [Gesù, Pietro, Giacomo e Giovanni, scesero dal monte] e arrivando presso i discepoli, videro attorno a loro molta folla e alcuni scribi che discutevano con loro. E subito tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogò: «Di che cosa discutete con loro?». E dalla folla uno gli rispose: «Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». Egli allora disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me». E glielo portarono. Alla vista di Gesù, subito lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando. Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall’infanzia; anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci». Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede». Il padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: «Credo; aiuta la mia incredulità!». Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito impuro dicendogli: «Spirito muto e sordo, io ti ordino, esci da lui e non vi rientrare più». Gridando, e scuotendolo fortemente, uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: «È morto». Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi. Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli disse loro: «Questa specie di demoni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera». Parola del Signore

 

“TUTTO È POSSIBILE PER CHI CREDE”.

Più che riflettere su una singola frase del Vangelo proviamo oggi a ripercorrere questo brano perché esso può aiutarci a comprendere più a fondo che cosa sia la fede.

L’uomo che ha portato il figlio indemoniato ai discepoli di Gesù perché lo guariscano, aveva speranza che essi lo potessero fare, ma sia lui che i discepoli sono delusi. Gesù allora sbotta ed è a sua volta deluso da persone che da lui cercano solo facili miracoli. Primo insegnamento: fede non è vedere tutto facilmente chiaro (non sarebbe più esercitare fiducia nell’Altro), fede non è neanche sperare che tutti i problemi dell’uomo si risolvano a suon di miracoli.

Il padre del ragazzo dice a Gesù: “Se puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci”. Sembra più uno che tenta un’ultima carta piuttosto che uno convinto che quello che ha davanti possa compiere quanto gli è richiesto. Gesù sbotta di nuovo e poi dice che la grazia può arrivare solo se noi abbiamo fede. Guardando alla mia poca fede penso che spesso i miracoli, le grazie, i doni non arrivano non perché il Signore non ce li voglia dare, ma perché siamo noi le persone non troppo convinte. Noi chiediamo ma stentiamo nella fiducia in Colui al quale chiediamo. E, ultima osservazione, Gesù dice ai suoi discepoli che certe grazie, certe vittorie contro il male e il demonio si ottengono solo con la preghiera. Una fede che non si cibi quotidianamente e spesso della preghiera è una fede destinata presto a rinsecchire, una fede fatta solo di adesione di intelletto tocca solo una sfera dell’uomo, essa per essere vera deve compenetrare tutto il suo essere ed è solo la preghiera vera che ci mette nella nostra totalità nel cuore di Dio.

 

 

MARTEDI’ 25 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Cesario; San Donato di Zara.

Una scheggia di preghiera:

 

GUIDACI, GESU', SULLA STRADA DEL SERVIZIO.

 

HANNO DETTO: L'apprendere molte cose non insegna l'intelligenza. (Eraclito)

SAGGEZZA POPOLARE: Nel serpente il veleno è nei denti, nella mosca è nel capo, nello scorpione nella coda, nel malvagio in tutto il corpo. (Proverbio Indiano)

UN ANEDDOTO: «Maestro – domandò un giovane assetato di luce al vecchio Saggio che viveva solitario sulla Montagna - c’è una domanda che mi tormenta notte e giorno. Mi chiedo continuamente: “Chi sei tu?”. Ma non riesco a darmi una risposta sicura. Che ne pensate voi, Maestro?». Rispose il Maestro: «È una domanda importante. E non è senza risposta. Quando ti svegli, al mattino, come affronti la vita? Ti alzi dal letto soltanto “per fare”? Allora sei uno schiavo! Ti alzi “per amare”? Sei un figlio di Dio: libero e fecondo di bene».

PAROLA DI DIO: Gc 4,1-10; Sal 54; Mc 9,30-37

 

Vangelo Mc 9, 30-37

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato». Parola del Signore

 

“SE UNO VUOL ESSERE IL PRIMO SIA L’ULTIMO DI TUTTI E IL SERVITORE DI TUTTI”.

Gesù, con queste parole, non solo riprende gli apostoli che mentre Lui parlava della sua passione erano tutti intenti a scoprire chi di loro fosse il più importante, ma si rivolge anche alla Chiesa di oggi e a ciascuno di noi che ne facciamo parte per ritornare davvero ai valori evangelici. Gesù era il Figlio di Dio eppure rinunciò a tutto pur di farsi uomo come noi, per salvarci. Gesù è venuto in umiltà ed esempio, ben trenta dei suoi trentatré anni passano nel nascondimento e nel lavoro. Gesù è venuto per servire Dio suo Padre. Gesù è venuto per servire i suoi discepoli (pensate con quanta pazienza li accetta, con quanta cura li istruisce, con quanto amore li perdona). Gesù ci lava i piedi, si nasconde nell’ultimo della terra, condivide la povertà, si commuove davanti alla malattia e alla morte e traduce la sua commozione in solidarietà ed aiuto. Gesù serve ogni uomo di ogni tempo donandoci tutto sé stesso prima sulla croce e poi nel dono dei sacramenti. Ecco perché noi dovremmo gioiosamente essere servitori di Dio e dei fratelli.

I Cristiani posseggono la Verità ma non per usarla per fare schiavi gli altri. I Cristiani hanno il dono di Gesù che è Via al padre ma non per nasconderlo in libri per addetti ai lavori o in rituali ammuffiti che con la scusa di glorificare Dio non vengono più capiti. I Cristiani hanno il Dio della Vita, ma solo nella misura in cui si mettono concretamente al servizio della vita in qualunque modo essi si manifesti. E la stessa cosa succede anche a me nella vita quotidiana. Io non sono cristiano se parlo di vangelo, se discuto il vangelo, se impongo il vangelo, ma se servo il vangelo. Io non amo Dio perché glielo dico almeno due volte al giorno nel “Ti adoro”, ma lo amo se cerco la sua volontà. Io non servo i fratelli se dico “Poveretti” e poi tiro dritto perché devo farmi gli affari miei, ma se mi fermo e cerco di dare il poco che ho e il tanto che Dio mi dà.

 

 

MERCOLEDI’ 26 FEBBRAIO: MERCOLEDI’ DELLE CENERI

Tra i santi ricordati oggi: San Nestore, vescovo; San Porfirio, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

PURIFICAMI, O SIGNORE, SARO' PIU' BIANCO DELLA NEVE.

 

HANNO DETTO: Il dubbio non è piacevole, ma la certezza è ridicola. Solo gli imbecilli sono sempre sicuri di ciò che fanno e dicono. (Voltaire)

SAGGEZZA POPOLARE: Il medico è come il tetto che garantisce dalla pioggia, ma non dal fiume. (Proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Tempo fa, in un villaggio, scoppiò un incendio. Un ricco e un povero, fino a quel giorno buoni vicini di casa, persero tutti i loro averi. Il povero rimase nella pace, il ricco invece cadde in una cupa disperazione. «Moishele – disse allora il ricco, – come è possibile che tu sia così tranquillo quando tutto ciò che avevamo è bruciato nell’incendio?». «A me è rimasto il mio Dio – rispose il povero, – il tuo è bruciato con la casa»

PAROLA DI DIO: Gl 2,12-18; Sal 50; 2Cor 5,20-6,2; Mt 6,1-6.16-18

 

Vangelo Mt 6,1-6.16-18

Dal vangelo secondo Matteo 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà». Parola del Signore 

 

“IL PADRE TUO CHE VEDE NEL SEGRETO, TI RICOMPENSERÀ”.

Iniziamo oggi la Quaresima, quaranta giorni per prepararci alla Pasqua e subito il Vangelo ci fa un programma di vita attraverso tre pilastri di tutta la vita religiosa: la carità, la preghiera e il sacrificio da viversi nella gioia e solo per Dio. Infatti Gesù, quasi a ritornello ci ripete: “Il Padre tuo che vede nel segreto, ti ricompenserà”, e questo ci indica la profondità dell’intimità di Dio con noi. Abitualmente noi viviamo troppo spesso nella superficialità, nell’apparenza, nell’esteriore. Dio dobbiamo cercarlo nel profondo perché è là che ci cerca lo sguardo di Dio. Il nostro cammino quaresimale sia allora questo andare a fondo attraverso la preghiera, con l’aiuto della rinuncia al superfluo per scoprire la carità di Dio nei nostri confronti che ci spinge alla solidarietà concreta e non superficiale con i fratelli.

 

 

GIOVEDI’ 27 FEBBRAIO: GIOVEDI’ DOPO LE CENERI

Tra i santi ricordati oggi: Leandro, vescovo; Santa Onorina, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, RENDIMI RESPONSABILE GIOIOSO DEL TEMPO PRESENTE.

 

HANNO DETTO: Mio nonno diceva sempre: “Se tu fai le cose con un po’ con più calma, le cose andranno più velocemente.” (Toon Hermans)

SAGGEZZA POPOLARE: Non c'è un giardino in cui non si nasconda un filo di mala erba. (Proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Sperando di lavorare per qualche giorno, un pittore ambulante di ritratti sostò in una piccola città. Uno dei suoi primi clienti fu un ubriaco il quale, nonostante la sua faccia sporca, la barba lunga e gli abiti inzaccherati, si sedette con tutta la dignità di cui era capace per farsi fare il ritratto. Dopo che l’artista si era prolungato più del solito nel suo lavoro, alzò il ritratto dal cavalletto e lo mostrò all’uomo. «Questo non sono io», balbettò l’ubriaco sorpreso mentre guardava l’uomo sorridente e ben vestito del ritratto. L’artista, che aveva guardato oltre l’esteriore e aveva visto la bellezza interiore dell’uomo, disse pensoso: «Ma questo è l’uomo che potresti essere». (Paul J. Wharton)

PAROLA DI DIO: Dt 30,15-20; Sal 1; Lc 9,22-25

 

Vangelo Lc 9, 22-25

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?». Parola del Signore

 

QUALE VANTAGGIO HA UN UOMO CHE GUADAGNA IL MONDO INTERO, MA PERDE O ROVINA SÉ STESSO?”

Gesù ci insegna la vera sapienza. Noi crediamo che la vita sia un insieme di cose e corriamo disperatamente per averle, spesso guardiamo al domani nella speranza che sia migliore di oggi e ci dimentichiamo che è oggi che dobbiamo vivere, rimandiamo il problema del voler bene e di Dio ad un ipotetico futuro e non ci rendiamo che il Regno di Dio è adesso.

Vi offro questa riflessione di Marion Stroud che è stata scritta soprattutto per le coppie ma penso possa andar bene per ciascuno: Se sapessimo che la vita finisce domani, perderemo ancora tempo a litigare? Butteremmo via in frammenti le ore preziose, rifugiandoci dietro quel muro di freddo silenzio, uscendone fuori solo per lanciare un’altra diga di parole furiose, invisibili missili, ma in ogni caso micidiali come mattoni o come bottiglie rotte?

Se sapessimo che la vita finisce domani, conserveremmo tutto un sistema di errori, decisi a non essere i primi a cedere? O la smetteremmo di badare a chi aveva cominciato, sapendo che nessuno sta del tutto nel giusto, e che in questo tipo di guerra finiremmo entrambi per essere perdenti?

Se sapessimo che la vita finisce domani, sicuramente faremo tesoro dell’oggi. Riempiremmo le ore fino all’orlo di amore e di riso invece che di rabbia e di amarezza, creando ricordi brillanti come gioielli che possono illuminare i nostri cuori invece di oscuri rimpianti che potrebbero ritorcersi contro e distruggere. Se sapessimo che la vita terminerà domani ma chi può dire che non accadrà?

L’unico giorno del quale possiamo essere certi è l’oggi. Così oggi cercherò di porgerti la mano. Oggi ti dirò: “Mi dispiace” e “Ti amo”.

 

 

VENERDI’ 28 FEBBRAIO: VENERDI’ DOPO LE CENERI

Tra i santi ricordati oggi: Fedele, martire; San Ferruccio, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

CREA IN ME, O DIO, UN CUORE PURO; RINNOVA IN ME UNO SPIRITO FERMO.

 

HANNO DETTO: Quando tutti ti lodano, si tratta del tuo funerale. (J. De Valckenaere)

SAGGEZZA POPOLARE: Piccola pietra, gran carro riversa.

UN ANEDDOTO: Ti faccio un esempio fisico che ho qui di fronte nel deserto (il deserto è una grande scuola!). C’è un pezzo di deserto, tutto sabbia e morte, tutt’al più qualche spino. Gli uomini vogliono trasformare il deserto in un’oasi verdeggiante. Incominciano a lavorare. Si fanno strade, stradette, canali, ponti, case, ecc. ecc. Non cambia nulla: tutto rimane deserto. Manca l’elemento base: l’acqua. Allora chi ha capito (è strano che si capisca bene nel mondo fisico e poco bene in quello soprannaturale) incomincia non a lavorare in superficie, ma si mette a scavare in profondità. Cerca l’acqua. Fa un pozzo: la fecondità dell’oasi non dipenderà dai canali fatti, dalle strade, dalle case, ma da quel pozzo. Se sgorgherà l’acqua tutto si vivificherà, se no niente. (Carlo Carretto)

PAROLA DI DIO: Is 58,1-9a; Sal 50; Mt 9,14-15

 

Vangelo Mt 9, 14-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno». Parola del Signore

 

“VERRANNO GIORNI QUANDO LO SPOSO SARA’ LORO TOLTO E ALLORA DIGIUNERANNO”.

Leggendo le vite dei santi spesso ci capita di trovare che molti di loro facevano tante penitenze, rinunce anche a cose lecite e qualche volta necessarie, ci risulta addirittura che qualcuno di loro compromise la propria salute per penitenze troppo pesanti. Noi ci chiediamo: “Il Signore vorrà proprio queste cose? Questo continuo battersi il petto anche quando non è il caso non sarà una raffinata forma di ipocrisia? E poi, a forza di penitenze non si rischia, come è successo in epoche passate di ridurre la Buona notizia ad un invito alla sofferenza?” Qualcuno, poi con realismo dice: “Ma nella vita non ci sono già abbastanza prove, sofferenze, rinunce obbligatorie, per andarsene a cercare altre?”. Eppure non possiamo neanche nasconderci che Gesù ha digiunato, che Lui stesso ci invita a pentirci, che tutta la Bibbia è piena di inviti al digiuno del corpo segno di ravvedimento…

Ecco alcuni tentativi di risposta con i quali siamo invitati a confrontarci: Gesù è la pienezza dell’umanità. Gesù è venuto a portarci la gioia di essere perdonati da un Dio che è nostro Padre. Perché la gioia della sua salvezza possa operare in noi occorre il nostro ravvedimento. Questo dovrebbe portarci da una parte ad esaminare la nostra situazione, a riconoscere il nostro peccato, a comprendere che da soli non possiamo salvarci, a manifestare con dei segni il nostro desiderio di essere perdonati e salvati, e il digiuno e la rinuncia non possono allora manifestare come segno questo nostro atteggiamento? Certamente con equilibrio. Dio non gode delle nostre sofferenze, Dio vuole che gli atti esteriori manifestino ciò che è veramente nel nostro cuore. Dio ci ha dato le cose perché noi ne usassimo con saggezza; allora digiuno, rinuncia e amore non possono mai andare disgiunti. Se io rinuncio a qualcosa per dirmi: “Quanto sono bravo, quanto sono forte!” la rinuncia ha già il suo premio in sé stessa (un premio ben stupido) e non serve a nulla. Se io rinuncio a qualcosa per qualcosa di più grande, manifesto il mio animo, il mio desiderio, la mia convinzione, faccio del bene e allora questo può essere gradito.

Dopo questa riflessione a qualcuno può rimanere ancora il dubbio se certi santi che si flagellavano e torturavano per fare penitenza fossero del tutto equilibrati. Credo di poter dire che certe manifestazioni erano frutto di una mentalità propria di certe epoche e anche di certi tipi di predicazione ma questa cosa, oggettivamente sbagliata e in sé non voluta dal Vangelo, era per molti di essi una espressione di amore profonda per Dio e un tentativo amoroso di ripercorrere nelle proprie membra la passione di Gesù.

 

 

SABATO 29 FEBBRAIO: SABATO DOPO LE CENERI

Tra i santi ricordati oggi: S. Ilario, Papa; S. Osvaldo; Beata Antonia di Firenze.

Una scheggia di preghiera:

 

TU FAI FESTA CON NOI, DIO DELLA GIOIA.

 

HANNO DETTO: I fanciulli trovano il tutto nel nulla, gli uomini non trovano nulla nel tutto. (Giacomo Leopardi)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi discorre col cielo, impara a vivere in terra.

UN ANEDDOTO: I proverbi del 'cavallo': - Cavallo vecchio non muta andatura - Chi dà il proprio cavallo in cura ad altri, presto andrà a piedi - Cavallo che si guarda indietro ha poca voglia di andare avanti. - Chi trascura il chiodo finisce col perdere il cavallo. - Il cavallo che scappa da sé si castiga.

PAROLA DI DIO: Is 58,9b-14; Sal 85; Lc 5,27-32

 

Vangelo Lc 5, 27-32

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano». Parola del Signore

 

“LEVI GLI PREPARO’ UN GRANDE BANCHETTO NELLA SUA CASA. E C’ERA UNA FOLLA DI PUBBLICANI E D’ALTRA GENTE SEDUTA CON LORO A TAVOLA”.

Gesù chiama l’esattore Levi-Matteo e questi, dopo aver lasciato il tavolo del cambiavalute, imbandisce una festa per Gesù. Noi siamo talmente abituati a pensare che la sequela di Gesù sia una cosa dura e difficile che ci stupisce che un chiamato, come primo segno di sequela faccia una festa. E pensate bene: Gesù va a quella festa!

Sentirsi dire da Gesù "seguimi!" non è prima di tutto iniziare esami di coscienza per vedere se ne siamo degni o meno, non è farsi interrogativi sul perché e sul per come, è l’inizio di una stupenda avventura per la quale vale la spesa imbandire un grande banchetto.

Evangelizzare, annunziare Gesù è qualcosa di così straordinario, che non può non rivestire l'immagine di una grande festa. Evangelizzare vuoi dire invitare a festa!  Se riscopriamo questo segreto di gioia, le nostre Eucaristie ritorneranno a essere dei momenti gioiosi e non delle tristi abitudini o dei gesti compassati. Se riscopriremo questo far festa per una buona notizia anche i cosiddetti lontani capiranno che il Vangelo non è tristezza ma gioioso annuncio.

Un errore che comunemente facciamo mettendoci davanti a Gesù è quello di sottolineare troppo la distanza che c’è tra noi e Lui. Lui è Dio, noi uomini. Lui è santo, noi molto lontani dalla santità. Se questo è vero, è anche vero che Lui è venuto proprio per abolire queste distanze. Noi, poi, spesso pensiamo che solo i buoni possano avvicinarsi a Lui. Lui, invece, è venuto per la salvezza di tutti. Anche le parole di Gesù che noi ripetiamo nella consacrazione del calice, ce lo ricordano: “Questo è il mio sangue versato per voi e per tutti”. Quindi, Gesù non è imprigionato nei monasteri, non è retaggio esclusivo di coloro che pensando di essere gli unici giusti lo rifiutano perché già “occupati” da sé stessi. Anzi, se qualcuno sta particolarmente a cuore a Gesù sono proprio i “lontani”, i peccatori. Gesù è il buon Pastore che va in cerca della pecora perduta. Se dunque ti senti peccatore, indegno di Gesù, pensa che Lui ti sta cercando, che per te ha offerto la sua vita, che non ti considera una “persona persa” ma che ti sta cercando perché ti ama. L’unica cosa che devi fare è lasciarti trovare, cambiare vita, fare festa e invitare anche altri alla festa perché la misericordia di Lui possa riempirti e raggiungere anche i fratelli.

     
     

 

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