Archivio

 
     
     

SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

http://digilander.libero.it/don_franco_web

a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

GENNAIO 2020

 

MERCOLEDI’ 1° GENNAIO: MARIA SANTISSIMA, MADRE DI DIO

Tra i santi ricordati oggi: San Fulgenzio, vescovo; Santa Franca; San Guglielmo da Volpiano.

Una scheggia di preghiera:

 

CREDO IN TE, GESU', VERO DIO E VERO UOMO.

 

HANNO DETTO: Due sono le grandi gioie della vita d’amore di un uomo: la prima quando per la prima volta può dire «amo»; l’altra ancora più grande quando può dire «sono amato». (C. Dossi)

SAGGEZZA POPOLARE: Se vuoi essere luce: accenditi e brucia (Detto Orientale)

UN ANEDDOTO: Rabbi Bunam disse ai suoi chassidim: "La grande colpa dell'uomo non sono i peccati che commette: la grande colpa dell'uomo è che in ogni momento potrebbe convertirsi e non lo fa".

PAROLA DI DIO: Nm 6,22-27; Sal 66; Gal 4,4-7; Lc 2,16-21

 

Vangelo Lc 2,16-21

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo. Parola del Signore

 

“E DOPO AVERLO VISTO, RIFERIRONO CIÒ CHE DEL BAMBINO ERA STATO DETTO LORO”

L'eterno entra nel tempo. L'Onnipotente accetta la finitezza. La Forza diventa debolezza.... Perché? Unicamente per amore. Dio, che è Amore diventa, se si può dire, ancora più grande perché si fa piccolo per amore degli uomini, perché noi capiamo che il tempo che ci manca sempre, che ci limita è solo un piccolo seppure importante segmento dell'eterno, perché la nostra finitezza può colmarsi dell'infinito di Dio, perché nella debolezza ci sentiamo Figli amati. L'anno nuovo, il tempo che ci è dato, i limiti, le corse, la salute, la bellezza, i denari, le amicizie. Tutto è “vanità delle vanità” oppure tutto ha senso profondo nel Dio che facendosi uomo ci dà per tutto la chiave dell'amore.

 

GIOVEDI’ 2 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Basilio e Gregorio Nazianzeno; Sant’ Adalardo di Corbie.

Una scheggia di preghiera:

 

“HA GUARDATO ALL'UMILTA' DELLA SUA SERVA E HA FATTO IN ME COSE GRANDI”.

 

HANNO DETTO: Un'ora di pazienza vale più di molti giorni di digiuno. (Santo Curato d'Ars)

SAGGEZZA POPOLARE: Non piangere perché è finito, sorridi perché è avvenuto.

UN ANEDDOTO: C’era una volta una donna molto buona che era rimasta sola, perché i suoi figli si erano trasferiti in un’altra città e il suo caro marito se n’era andato in Paradiso. La donna aveva ancora grandi riserve d’amore e il suo grande cuore traboccava di bontà. Era l’unica ad accorgersi dei sospiri delle vecchiette che non riuscivano a portare la borsa della spesa, degli scricchioli delle ossa dei vecchietti che non riuscivano a fare gli scalini, del cinguettio degli uccelli, del fruscio delle foglie. Il suo udito si era sempre più affinato. Dove uomini e donne passavano perennemente indaffarati e chiusi nei loro pensieri, con gli auricolari nelle orecchie per telefonare o ascoltare musica, lei percepiva le risate dei bambini nell’asilo, il ronzio degli insetti, il soffio del vento che muoveva le tende colorate dei balconi e, dietro i muri dei giardini, i miagolii dei gattini che avevano fame. Così era sempre felice. Non soffriva di solitudine perché si sentiva sempre avvolta dalla vita. Alla sera, le piaceva star seduta nella poltrona ad ascoltare il silenzio, che porta sempre qualche messaggio. Per questo la sentì. Attraverso le pareti sottili della sua casa, sentì la piccolissima bambina dei vicini che piangeva. I genitori la facevano dormire sola al buio, mentre loro stavano in un’altra stanza a guardare la televisione. In questo modo, pensavano, si sarebbe rafforzato il suo carattere e avrebbe raggiunto prima un buon grado di autonomia. La bambina urlava disperata e in quel pianto la donna avvertiva tutta la solitudine e la paura della piccola creatura. La donna era incerta se parlare con i genitori. Avrebbe potuto peggiorare la situazione. Pensò che come lei sentiva la bambina, la bambina avrebbe potuto sentire lei. Allora decise di cantare. Ogni sera, dopo che i genitori avevano lasciato sola la bambina, lei cantava dolci ninne nanne, le parlava, la consolava e la rassicurava. Cullata da quella voce che veniva da di là del muro, la bambina smetteva di piangere e si addormentava tranquilla. Il calore di una voce sconosciuta la salvava dal gelo della solitudine.

PAROLA DI DIO: 1Gv 2,22-28; Sal 97; Gv 1,19-28

 

Vangelo Gv 1,19-28

Dal vangelo secondo Giovanni.

Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betania, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando. Parola del Signore

 

“CONFESSÒ: «IO NON SONO IL CRISTO»”

“Io sono il Commendator tal del tali” “Io sono il vescovo Emerito...” “Io sono il Dottor, il Professor, L'Architetto, il Monsignor...” Quanto mi piace la risposta di Giovanni: “Io non sono il Cristo” e al massimo, poiché questi messi insistono arrivare a dire: “Sono solo la voce di una altro che per di più grida quasi a vuoto, nel deserto”. Noi pieni di piccole glorie terreno lui che verrà definito da Gesù, come “il più grande dei figli dell'uomo” che è ben conscio e onorato di poter solo arrivare a “slegare i lacci del sandalo” del suo maestro. Davanti al Signore chi sarà più grande: la donnetta dell'aneddoto di oggi o il grande teolo che penso di sapere tutto di Dio e di essere in grado di difenderlo dagli eretici?

 

VENERDI’ 3 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Genoveffa, vergine; San Fiorenzo, vescovo; Sant’Antero, papa.

Una scheggia di preghiera:

 

AGNELLO DI DIO CHE TOGLI I PECCATI DEL MONDO, ABBI PIETA' DI NOI.

 

HANNO DETTO: Se ci fosse nel mondo un numero più cospicuo di persone che desiderano la propria felicità più di quanto desiderino l'infelicità altrui, potremmo avere il paradiso nel giro di qualche anno. (Bertrand Arthur William Russell)

SAGGEZZA POPOLARE: Se pieghi il ferro con le mani non ti inorgoglire, ieri un chicco di riso ti fece tossire fino al calar del sole. (saggezza Orientale)

UN ANEDDOTO: Che tu possa aver sempre aria per respirare, fuoco per scaldare, acqua da bere e terra su cui vivere. (Augurio Navaho)

PAROLA DI DIO: 1Gv 2,29-3,6; Sal 97; Gv 1,29-34

 

Vangelo Gv 1,29-34

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio». Parola del Signore

 

“ECCO L’AGNELLO DI DIO, ECCO COLUI CHE TOGLIE I PECCATI DEL MONDO”.

Un vecchio proverbio dice: “Fatti agnello, che i lupi ti mangeranno”. Gesù si è fatto agnello come quei poveri e piccoli agnelli che una sera di molti anni prima erano stati uccisi per segnare con il loro sangue gli stipiti delle porte degli ebrei, onde evitare che l’angelo della morte infierisse sui loro primogeniti. Si è fatto agnello come quello che veniva sacrificato nel tempio per ringraziare, lodare, essere perdonati. Si è offerto Lui al posto nostro. Il suo sangue ci ha segnati, ha coperto il rosso dei nostri peccati per renderci “santi e immacolati davanti a Dio”. È venuto a liberarci non con la potenza delle armi, non spargendo il sangue dei suoi sudditi per mantenere il suo potere, ma offrendo sé stesso. È Lui che è “mite ed umile di cuore” e ci invita: “venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi”. È Lui che è Agnello e contemporaneamente Buon Pastore che viene a cercare e salvare la pecorella smarrita per caricarsela sulle spalle e far festa con lei nell’ovile ricostruito.

 

SABATO 4 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Celso, vescovo; Santa Elisabetta di Seton.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI SEMPRE CON NOI, PERCHE' CI AMI.

 

HANNO DETTO: Quando tu smetterai di voler riempire la tua coppa di felicità, ed inizierai a riempire quella degli altri, scoprirai, con meraviglia, che la tua sarà sempre piena. (Paramansa Yogananda)

SAGGEZZA POPOLARE: "L'uomo è il capo della famiglia, la donna il collo che fa girare il capo." (Proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Mi sono svegliato, ho alzato le braccia, ho piegato le ginocchia, ho girato il collo, e tutto ha fatto "CROOOC..."Allora sono giunto alla conclusione: Non sono vecchio, sono croccante...!!!

PAROLA DI DIO: 1Gv 3,7-10; Sal 97; Gv 1,35-42

 

Vangelo Gv 1,35-42 

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro. Parola del Signore

 

“MAESTRO, DOVE DIMORI?”.

Giovanni aveva predetto di sé stesso che avrebbe dovuto diminuire per lasciare innalzare il Messia e allora opera un altro taglio, forse molto doloroso ma pieno di fiducia e di amore e indica Gesù ai suoi discepoli perché lo seguano.

Infatti questo Gesù, “passa”, non si ferma, non viene per discutere, per fare salotto, passa nella vita e, se sei troppo intento alle tue cose, rischi di non vederlo, di non accorgertene. Solo quando avrai lasciato i tuoi ambienti familiari, quando avrai deciso di muovere i primi passi dietro a Lui, Egli sembra accorgersi di te e prenderti in considerazione: “Chi cercate?”

Infatti ci sono tante ricerche, alcune portano a trovare, altre sono già sbagliate in partenza. Pensiamo anche solo a quanto è successo nel Vangelo: questi discepoli cercano Gesù, si muovono dietro a Lui, lo troveranno con fatica ma poi rimarranno con Lui per sempre. Le folle cercheranno Gesù per farlo re perché avevano mangiato pane e pesce gratis, ma Gesù scapperà. La ricerca di Nicodemo lo porterà da Gesù di notte, e sarà una notte luminosa. I Giudei cercano Gesù per toglierlo di mezzo. Erode cerca Gesù per la curiosità nel vedere dei miracoli.  E tu, per che cosa cerchi Gesù?

Se lo cerchi davvero, se hai già mosso i primi passi dietro a Lui, ecco allora la domanda: “Maestro, dove abiti?”, cioè: dove cercarti? Dove trovarti? Sì, abbiamo bisogno di sapere dove stai in questo mondo dove ci sembra fare quotidianamente l’esperienza della ‘assenza di Dio’ e della presenza virulenta del male in mille aspetti. Dovrò salire sulla montagna della ascesi, del misticismo, per incontrarti? Dovrò seppellirmi nei libri polverosi di chi ti ha cercato con la sua intelligenza?

“Venite e vedrete!” No, come sempre, Gesù non dà risposte artefatte, ricette precostituite. L’unica cosa da fare è cominciare con semplicità, con gioia, con curiosità, con desiderio, ad andargli dietro, a ficcare il naso per vedere come si comporta, a vedere quale gente frequenta e le cose che dice. Con Gesù l’unica è rischiare di puntare tutto su di Lui. Allora poco per volta arriva la risposta alla domanda: “Dove abiti?”: “Guardate i gigli del campo, gli uccelli del cielo…”, “Il Figlio dell’uomo non ha neanche un sasso su cui riporre il capo”, “Le mie parole sono parole di vita eterna…”, “Ogni volta che avrete dato anche solo un bicchier d’acqua a uno di essi, voi l’avrete dato a me”, “Chi ascolta voi, ascolta me”, “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”, “Io avevo fame e mi hai dato da mangiare…”, “Questo è il mio corpo… fate questo in memoria di me”, “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dei tempi”.

 

DOMENICA 5 GENNAIO: 2^ DOMENICA DOPO NATALE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Edoardo, Re; Santa Emiliana; San Simeone, Stilita.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI LA MIA VITA, ALTRO IO NON HO.

 

HANNO DETTO: "E Maria diede alla luce il suo figliuolo e lo fasciò e lo pose a giacere in una greppia". La stalla fu la prima chiesa e la greppia il primo tabernacolo, dopo il seno purissimo di Maria. Ogni cosa può diventare un ostensorio del suo amore. Anzi, le più umili, le più spregiate ne rispettano meglio il mistero, lasciandone trasparire e conservandone il divino incanto. (don Primo Mazzolari)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi vuol salir più su di quel che possa, sente poi nel cascar maggior percossa.

UN ANEDDOTO: Bennet Cerf racconta questa storia commovente riguardo a un autobus che viaggiava sobbalzando su una strada secondaria nel Sud degli Stati Uniti. Su un lato era seduto un vecchietto minuto che teneva in mano un mazzo di fiori freschi. Di fronte a lui c'era una ragazza i cui occhi cadevano di continuo sui fiori dell'uomo. Per l'uomo giunse il momento di scendere. Impulsivamente mise i fiori in grembo alla ragazza. "Vedo che ti piacciono questi fiori," spiegò, "e penso che a mia moglie non dispiaccia se li prendi tu. Le dirò che li ho regalati a te." La ragazza accettò i fiori, quindi osservò il vecchio scendere dall'autobus e varcare il cancello di un piccolo cimitero. (Tratto da "Brodo caldo per l'anima" di J. Canfield e M.V. Hansen)

PAROLA DI DIO: Sir 24,1-2.8-12; Sal 147; Ef 1,3-6.15-18; Gv 1,1-18

 

Vangelo Gv 1,1-18

 Dal vangelo secondo Giovanni  

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato. Parola del Signore

 

“IN PRINCIPIO ERA IL VERBO E IL VERBO ERA PRESSO DIO E IL VERBO ERA DIO”.

Diciamocelo con sincerità: non è facile comprendere il significato di questa frase. Già i traduttori del Vangelo si trovano in difficoltà a esplicare in italiano il termine ‘Logos’. Tradurre “parola” sembra riduttivo: ce ne sono tante parole, importanti e stupide. Tradurre “Verbo” può sembrare una nozione grammaticale. Che cosa voleva dirci Giovanni? Gesù è la parola prima della creazione, il “Sia fatto” che Dio dice. E mentre lo dice avviene la creazione. Gesù è il “sia fatto” di Dio, cioè la creazione, Ma Gesù è anche come uomo la risposta a Dio, il “sia fatta la tua volontà”. Gesù, poi, per la sua incarnazione, è il messaggio, la parola di Dio agli uomini. Non solo un insieme di parole ma la Parola, cioè Gesù non è un predicatore, è la ‘predica’ vivente. Non si accetta Gesù per le sue parole, si accetta Gesù. Gesù è poi la parola ultima, definitiva della salvezza. Dirà S. Paolo: “Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra, sottoterra”. Non c’è salvezza al di là di Lui. E’ il “Verbo” poi che dà significato alla frase, quindi Gesù è il senso della vita, del nostro essere, delle nostre scelte, della nostra eternità. Dice ancora il Vangelo di oggi: “A quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio”.

 

LUNEDI’ 6 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Epifanio Vescovo, San Macario lo Scozzese.

Una scheggia di preghiera:

 

I TUOI SEGNI, SIGNORE, SIANO LUCE AI NOSTRI PASSI.

 

HANNO DETTO: Non c'è niente di più ingiusto che fare parti uguali tra disuguali. (Don Lorenzo Milani)

SAGGEZZA POPOLARE: Prendete nel passato gli esempi per l'avvenire.

UN ANEDDOTO: Una bambina di cinque anni non dava pace al padre e continuava a chiedergli che cosa le avrebbe comprato quando fosse andato in città. Alla fine il padre perse la pazienza.
"Comprami questo, comprami quest'altro", esplose. "Pensi solo a quel che ti danno i tuoi genitori. Vorrei sapere che cosa ci dai tu!" La risposta della bambina lo lasciò senza parole:
"Amore", disse semplicemente. (Bruno Ferrero)

PAROLA DI DIO: Is. 60,1-6; Sal. 71; Ef. 3,2-3a.5-6; Mt. 2,1-12

 

Vangelo Mt 2,1-12 

Dal vangelo secondo Matteo

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese. Parola del Signore

 

“ALCUNI MAGI VENNERO DA ORIENTE A GERUSALEMME E DICEVANO: «DOV’È COLUI CHE È NATO, IL RE DEI GIUDEI?”

Un proverbio dice: Chi voce ha, a Roma arriva. Questo per indicare che bisogna saper chiedere. Nessuno di noi ha tutta la verità in tasca. Nessuno può essere talmente presuntuoso da non accorgersi che in mille cose dipende dagli altri. Oggi pensiamo a questi Magi. Erano studiosi, sapienti. Avevano letto sia nei libri che nelle stelle. Avevano una meta. Avevano pure fatto tanta strada, ma quando 'la stella' sparisce sanno umilmente chiedere e sanno anche accettare le informazioni date. Ho bisogno degli altri. Persino Dio ha voluto aver bisogno di me per realizzare la pienezza della sua creazione, figurarci se io non ho bisogno di Lui e degli altri! Non è una umiliazione chiedere aiuto, è voler camminare insieme. Anche la Chiesa di Dio che spesso si sente troppo sicura di sé stessa, che dietro l'infallibilità e i dogmi spesso nasconde forme di arroganza e di assolutismo deve di nuovo imparare a chiedere aiuto e con umiltà donare aiuto. Sarà così che come dice la leggenda, re di razze diverse possono arrivare ad adorare l'unico Dio.

 

MARTEDI’ 7 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Carlo da Sezze; San Luciano, Martire, San Raimondo da Penaford, sacerdote.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', SEI LA BUONA NOTIZIA DELL'AMORE DEL PADRE.

 

HANNO DETTO: «Quando un essere umano avverte in sé un desiderio abbastanza forte da assumersi tutti i rischi del suo proprio essere, vuol dire che è pronto a onorare la vita di cui è portatore». (Françoise Dolto)

SAGGEZZA POPOLARE: Vivi con ciò che hai, e non con ciò che aspetti.

UN ANEDDOTO: Un serpente aveva preso una lucertola per la coda; quando spalancò la gola per ingoiarla, quella afferrò un rametto che era lì per terra, e tenendolo di traverso stretto forte tra i denti, con questo ingegnoso impedimento ostacolò le avide fauci. Il serpente lasciò cadere dalla bocca l'inutile preda. Quando manca la pelle del leone, bisogna cucirsi addosso quella della volpe: cioè, quando mancano le forze, bisogna servirsi dell'astuzia.

PAROLA DI DIO: 1Gv 3,22-4,6; Sal 2; Mt 4,12-17.23-25

 

Vangelo Mt 4,12-17.23-25

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nazareth e andò ad abitare a Cafarnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta». Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano. Parola del Signore

 

“GESÙ PERCORREVA TUTTA LA GALILEA, INSEGNANDO NELLE LORO SINAGOGHE, ANNUNCIANDO IL VANGELO DEL REGNO E GUARENDO OGNI SORTA DI MALATTIE E DI INFERMITÀ NEL POPOLO.”

La testimonianza di Gesù avviene tra predicazione e gesti concreti di liberazione. E con questo Gesù indica anche a noi la strada della testimonianza. L’annuncio gioioso (il Vangelo) che ogni cristiano deve fare è parlare del Regno e testimoniarlo con opere concrete di salvezza. È Gesù stesso che salva; il cristiano, con la sua persona, non può non essere una parola di questa salvezza avvenuta. Un cristiano che con la sua vita non è concretamente questa parola, un cristiano che non dice niente a nessuno è solo “sale che ha perso il suo sapore e che non serve ad altro che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini”. E la testimonianza, qual è? Liberare dal male, cioè offrire concreti gesti di speranza al mondo. Guardiamo ai santi: parlavano di Dio con le labbra e con la vita che era segno continuo di attenzione all’uomo, di donazione, di amore.

 

MERCOLEDI’ 8 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Massimo di Pavia; San Severino, Sant’Adreghino.

Una scheggia di preghiera:

 

PIETA' SIGNORE DI TUTTI I TRIBOLATI DEL MONDO.

 

HANNO DETTO: «Se ti possono prendere ciò che possiedi, chi può prenderti ciò che doni?» (Antoine de Saint-Exupéry)

SAGGEZZA POPOLARE: Colpa e pene sono gemelle.

UN ANEDDOTO: All'epoca del Buddha, a una donna di nome Kisagotami morì l'unico figlio. Incapace di accettare la perdita, Kisagotami consultò innumerevoli persone per trovare una medicina che riportasse in vita il ragazzo. Si diceva che il Buddha possedesse il miracoloso rimedio. La donna allora andò da lui, gli rese omaggio e domandò: “Hai un medicamento che riporti in vita mio figlio?” “Ne conosco uno, rispose il Buddha, ma per prepararlo devo avere determinati ingredienti”. Sollevata, Kisagotami chiese: “Di quali ingredienti hai bisogno?” “Portami un pugno di senape” - disse lui. La donna promise di procurarglieli, ma prima che se ne andasse il Buddha aggiunse: Bisogna che i semi di senape siano prelevati da una famiglia in cui non siano morti né figli, né coniugi, né genitori, né servitori. Lei annuì e andò di casa in casa alla ricerca di quanto richiesto. Dappertutto la gente si mostrò disposta a darle i semi, ma quando Kisagotami si informò sugli eventuali lutti, non trovò alcuna casa a cui la morte non avesse fatto visita: in una era deceduta una figlia, in un'altra un domestico, in altre ancora il marito o un genitore. La donna non rinvenne una sola famiglia risparmiata dalla sofferenza della morte. Vedendo che non era sola nel suo dolore, depose il corpo esanime del figlio e tornò dal Buddha, il quale disse con grande compassione: “Credevi di essere l'unica ad avere perso un figlio, ma la legge della morte è che in nessuna creatura vivente vi è permanenza”. (tratto da "L'arte della felicità"- Dalai Lama con H. C. Cutler)

PAROLA DI DIO: 1Gv 4,7-10; Sal 71; Mc 6,34-44

 

Vangelo Mc 6,34-44

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci». E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini. Parola del Signore

 

SCESO DALLA BARCA, GESÙ VIDE UNA GRANDE FOLLA, EBBE COMPASSIONE DI LORO, PERCHÉ ERANO COME PECORE CHE NON HANNO PASTORE, E SI MISE A INSEGNARE LORO MOLTE COSE.”

Marco ci ha descritto non solo l'attrattiva che Cristo esercitava sulle folle, ma anche la sua compassione per esse. La chiesa è nata da questo fuoco di amore, acceso da Cristo, e noi siamo suoi discepoli solo nella misura in cui questo fuoco arde anche nei nostri cuori. Chiediamoci oggi se anche noi condividiamo la sollecitudine di Gesù per tutte le genti. Cristo ha avuto compassione. Il suo cuore, aperto a tutte le miserie, fisiche e morali è sensibile per noi, per il mondo intero. Per tanti motivi c'è bisogno di pietà, nel mondo in cui viviamo: la pace minacciata, gli uomini divisi, la guerra, la carestia, la disoccupazione, i popoli ingannati e asserviti...  E noi, come siamo sensibili a tutte queste necessità? I mezzi di comunicazione ogni giorno ci mettono davanti questa umanità senza pastori o guidata da pastori pazzi, che spesso non cercano il bene delle pecore ma il loro sfruttamento. Noi facciamo come Caino che a Dio che gli chiede di suo fratello, risponde: “Sono forse io il guardiano di mio fratello?”

Cristo è venuto a servire. Non si è accontentato di piangere. La sua compassione si è fatta “servizio”. “Io non sono venuto - egli ci dice - per essere servito, ma per servire”. Non possiamo crederci dispensati dall'operare, dopo che abbiamo fatto qualche sospiro. La nostra compassione dev'essere “esigenza di servizio”. Se davvero voglio essere seguace di Gesù devo fare come Lui. Il vangelo di oggi ci ricorda che Gesù aveva programmato per sé e per gli apostoli che tornavano dalla missione un più che giusto momento di riposo, ma poi ha visto la necessità della gente e allora ha preso il sopravvento il suo impegno a servire. Cristo ha servito fino al dono totale di sé. Egli si è spogliato di tutto, si è totalmente sacrificato, ha dato la sua vita sulla croce. La più grande prova d'amore, come l'ha chiamata egli stesso. Il nostro amore per i fratelli è di questa tempra? Fino a dove siamo disposti ad arrivare per portar loro aiuto e soccorso, consolazione e conforto? Per dar loro un po' di gioia, mettere il sorriso nel loro cuore e sulle loro labbra?

 

GIOVEDI’ 9 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Adriano, Abate; Santi Giuliano e Balista, Martiri; San Marcellino.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI, SIGNORE DALLA SUPERSTIZIONE E DALLA PAURA.

 

HANNO DETTO: Il frutto del silenzio è la preghiera. Il frutto della preghiera è la fede.
Il frutto della fede è l'amore. Il frutto dell'amore è il servizio. Il frutto del servizio è la pace. (Santa madre Teresa)

SAGGEZZA POPOLARE: Non è villan chi in villa nasce, ma è villan chi di villanie si pasce.

UN ANEDDOTO: Un maestro raduna i suoi discepoli e domanda loro: “Da dove prende avvio la preghiera”? Il primo risponde: “Dal bisogno”. Il secondo risponde: “Dall’esultanza. Quando esulta l’animo sfugge all’angusto guscio delle mie paure e preoccupazioni e si leva in alto verso Dio”. Il terzo “Dal silenzio. Quando tutto in me si è fatto silenzio, allora Dio può parlare”. Il maestro risponde: “Avete risposto tutti esattamente. Tuttavia, v’è ancora un momento da cui prende avvio e che precede quelli da voi indicati. La preghiera inizia in Dio stesso. È Lui ad iniziarla, non noi”.

PAROLA DI DIO: 1Gv 4,11-18; Sal 71; Mc 6,45-52

 

Vangelo Mc 6,45-52

Dal vangelo secondo Marco

Dopo che i cinquemila uomini furono saziati, Gesù subito costrinse i suoi discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, a Betsàida, finché non avesse congedato la folla. Quando li ebbe congedati, andò sul monte a pregare. Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli, da solo, a terra. Vedendoli però affaticati nel remare, perché avevano il vento contrario, sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare, e voleva oltrepassarli. Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: «È un fantasma!», e si misero a gridare, perché tutti lo avevano visto e ne erano rimasti sconvolti. Ma egli subito parlò loro e disse: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». E salì sulla barca con loro e il vento cessò. E dentro di sé erano fortemente meravigliati, perché non avevano compreso il fatto dei pani: il loro cuore era indurito. Parola del Signore

 

“ESSI, VEDENDOLO CAMMINARE SUL MARE, PENSARONO: «È UN FANTASMA!»”.

Gli apostoli, di notte, impauriti sul mare in burrasca, stentano a riconoscere Gesù e la loro poca fede, le paure fanno sì che lo scambino per un fantasma. Purtroppo anche oggi Gesù è spesso scambiato per un fantasma: il fantasma di una religione che viene tirata fuori solo nei momenti di bisogno; un fantasma in quanto non conosciuto nella sua vera identità; un fantasma perchè confuso in mezzo a paure o speranze che non lo hanno incontrato così come Egli è. Gesù non è un fantasma: è l’uomo vero, vissuto nella nostra storia, è il Figlio di Dio incarnato per amore; è il Risorto nelle cui piaghe puoi mettere il tuo dito; è Colui che cammina sulle acque del tuo mare in tempesta per venirti incontro, per tenderti la sua mano, per ricordarti l’amore del Padre. Non confonderlo con i fantasmi delle tue paure, con le fantasie di salvezze parziali, lascia che dica ancora con potenza al tuo cuore le parole che lo identificano: “Sono io” e quelle che ti rassicurano: “Non temete”.

 

VENERDI’ 10 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agatone, Papa; Sant’Aldo, Monaco; San Guglielmo di Burges, Vescovo

Una scheggia di preghiera:

 

ADESSO, SIGNORE, MI SALVI.

 

HANNO DETTO: Le nostre colpe sono un granello di sabbia in confronto alla grande montagna della misericordia di Dio. La misericordia di Dio è come un torrente che straripa: al suo passaggio trascina con sé i cuori. (Santo Curato d’Ars)

SAGGEZZA POPOLARE: La necessità è la madre di tutte le arti.

UN ANEDDOTO: Provate a levare le ali a una farfalla: non resterà che un verme. D’estate è sempre affascinante seguire il volo delle farfalle con le loro ali arabescate.  Questo delizioso lepidottero è il simbolo del presuntuoso che si pavoneggia nella sua vanagloria, volteggiando in mezzo agli altri che apparentemente lo ammirano. Ma, togliete le ali alla sua boria altezzosa ed eccolo ridotto a un verme, come appunto accade alla farfalla privata del suo ornamento più attraente.

PAROLA DI DIO: 1Gv 4,19-5,4; Sal 71; Lc 4,14-22

 

Vangelo Lc 4,14-22

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca. Parola del Signore

 

“OGGI”

«Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi». Oggi! Gesù proclama l'inizio della sua vita pubblica ed espone il suo programma messianico realizzando la parola di Dio pronunciata dal profeta Isaia. Lo fa aprendo la sua affermazione proprio con la parola "oggi". Con Gesù è cominciata l'era dell'oggi, l'era del presente, lo rende luogo dell'attualità e della presenza di Dio. L'annuncio del passato non importa più perché ora c'è Dio, l'attesa del futuro non importa più perché ora c'è Dio: la sua Presenza si realizza. Ora Gesù nasce, ora Gesù muore in croce, ora Gesù risorge. Questo significa che ora devo vivere da cristiano, proprio ora mentre lavoro, studio o guardo la tv; ora devo mettere in pratica il vangelo con le sue esigenze; ora devo decidermi per Lui. Oggi, appunto, perché l'oggi è diventato il tempio della presenza di Dio!

 

SABATO 11 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Igino, Papa; Santa Liberata, martire, Sante Speciosa e Onorata di Pavia.

Una scheggia di preghiera:

 

GUARDA, SIGNORE, A QUESTA POVERA UMANITA' E SALVACI.

 

HANNO DETTO: Impara a pregare per ciò che desideri ottenere: il beneficio dei doni celesti non tocca in sorte agli indifferenti. (Sant’Ambrogio)

SAGGEZZA POPOLARE: Ogni bello al fin sparisce, ma il buon nome non perisce.

UN ANEDDOTO: Quando, per giorni e settimane, la mamma parla e sorride al suo figlio neonato, arriva il giorno in cui il bambino risponde alla madre con il primo sorriso. Questo giorno dovrebbe essere festeggiato come un salto di qualità della relazione tra il figlio e la madre. Questo è ciò che Dio fa con l'uomo, con noi. È sempre lui che prende l'iniziativa e ci sorride nel suo amore. Dio non si stanca se noi rimaniamo a lungo indifferenti, ma forse un giorno, toccati dalla sua grazia, rispondiamo anche noi con il primo sorriso. Così la gioia di Dio si compie. (Urs Von Balthasar)

PAROLA DI DIO: 1Gv 5,5-13; Sal 147; Lc 5,12-16

 

Vangelo Lc 5,12-16

Dal vangelo secondo Luca

Un giorno, mentre Gesù si trovava in una città, ecco, un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò dinanzi, pregandolo: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». Gesù tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii purificato!». E immediatamente la lebbra scomparve da lui. Gli ordinò di non dirlo a nessuno: «Va’ invece a mostrarti al sacerdote e fa’ l’offerta per la tua purificazione, come Mosè ha prescritto, a testimonianza per loro». Di lui si parlava sempre di più, e folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro malattie. Ma egli si ritirava in luoghi deserti a pregare. Parola del Signore

 

“UN UOMO, COPERTO DI LEBBRA, VIDE GESÙ, GLI SI GETTÒ AI PIEDI PREGANDOLO: “SIGNORE, SE VUOI, PUOI PURIFICARMI” GESÙ LO TOCCÒ DICENDO: “LO VOGLIO, SII PURIFICATO!”.

La lebbra veniva considerata dall’Antico Testamento come il castigo divino per eccellenza che escludeva dalla vita della comunità. Al lebbroso era impedito ogni contatto sociale, doveva evitare le città, non poteva partecipare alla preghiera. Questa malattia, oggi facilmente curabile, faceva paura e il lebbroso era considerato un morto vivente. A quest’uomo resta però la speranza in Gesù e in questa fede ottiene la guarigione. Oggi nel nostro mondo ci sono ancora molti mali incurabili umanamente, mali fisici ma anche molti altri mali: egoismi, orgogli, invidie, violenze, avarizia, passioni smodate, con tutto il loro strascico di conseguenze negative. Perché non andare da Gesù? Perché indurirci nel pensare che non c’è soluzione o cercare questa solo nelle nostre povere e limitate forze umane?

Gesù è venuto sulla terra per “toccarci”, per liberarci, per guarirci. Qualche volta mi chiedo se è Dio che non fa più miracoli o se siamo noi che gli impediamo di farli.

 

DOMENICA 12 GENNAIO: BATTESIMO DEL SIGNORE ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Ricci; Sant’Arcadio, Martire; San Benedetto Biscop.

Una scheggia di preghiera:

 

SENZA TE, GESU', POSSIAMO NULLA.

 

HANNO DETTO: Non si mercanteggia col buon Dio: bisogna arrenderglisi senza condizioni. Dategli tutto, egli vi renderà assai di più. (Bernanos Georges)

SAGGEZZA POPOLARE: Un giudice ingiusto è peggiore d'un ladro.

UN ANEDDOTO: Una volta un uomo-pupazzo di neve, si innamorò di una donna-pupazzo di neve. L’abbracciò con tanto calore che si sciolsero l’uno nelle braccia dell’altra. In quel luogo, bagnato con tanta acqua, in primavera sorsero i più bei fiori del mondo. Un uomo che aveva visto tutto, pensò: “L’amore funziona sempre: un giorno o l’altro fiorisce”.

PAROLA DI DIO: Is 42,1-4.6-7; Sal 28; At 10,34-38; Mt 3,13-17

 

Vangelo Mt 3,13-17 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento». Parola del Signore

 

QUESTI È IL FIGLIO MIO, L’AMATO: IN LUI HO POSTO IL MIO COMPIACIMENTO”.

Quanti cristiani senza Cristo! Molti chiedono il Battesimo per i propri figli solo per tradizione. Si fa la prima Comunione per la festa e per il vestito. “Andiamo a sposarci in chiesa perché è una cerimonia commovente e vengono delle belle foto”. “Ma chi è Gesù Cristo per te?” “Un grand’uomo... uno che ha detto parole belle, qualcuno inventato dai preti perché fa loro comodo…”. Non si può usurpare così il nome di cristiani. E non lo si può usurpare neppure usandolo per diventare casta, sette, per sentirci in grado di poter giudicare gli altri. “Questi è il mio Figlio diletto”: l’indicazione è chiara, non possiamo fare a meno di Lui; con Lui devi incontrarti o scontrarti. È solo “con Cristo, per Cristo, in Cristo” che puoi giungere al Padre.

 

LUNEDI’ 13 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Ilario, Vescovo e Dottore della Chiesa; Sant’Agricio, Vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE GESU', OGGI LA TUA SALVEZZA È PER ME.

 

HANNO DETTO: Tutti vorrebbero guarire dai mali del corpo, ma non possono, tutti potrebbero guarire dai mali dell'anima, ma non vogliono. (Annibal Caro)

SAGGEZZA POPOLARE: Se hai perso l'anello, bada che hai sempre le dita.

UN ANEDDOTO: Una storiella zen racconta di un uomo su un cavallo: il cavallo galoppa veloce, e pare che l'uomo debba andare in qualche posto importante. Un tale, lungo la strada, gli grida: "Dove stai andando?" e il cavaliere risponde: "Non so! Chiedi al cavallo!".

PAROLA DI DIO: 1Sam 1,1-8; Sal 115; Mc 1,14-20

 

Vangelo Mc 1,14-20

Dal vangelo secondo Marco

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. Subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui. Parola di Dio

 

"IL TEMPO È COMPIUTO"

Ricordo una preghiera di Quoist in cui questo autore parlava del tempo: diceva che nella vita c'è un tempo per tutte le cose, che il nostro è un rincorrere il tempo fino a quando, dopo tante corse, ti accorgi di non avere più tempo. Quando Gesù diceva: "Il tempo è compiuto" non voleva principalmente dirci: "Stai attento ad usare bene del tuo tempo che è poco" ma voleva dirci: "Tu non sai quanto tempo hai, ma questo è il tempo dell'incontro con Dio". Dio ha un appuntamento con te nella tua storia ed è un appuntamento a cui non puoi mancare. Puoi rispondere in modi diversi:

1) Dicendo come Gesù e i profeti: "Eccomi, manda me"

2) Facendo orecchie da mercante e tergiversando tra fede e star comodi

3) Dicendo: "Prendo la mia strada senza pensare a Dio". La terza strada non è la mia perché ho troppo poco tempo per camminare da solo, la seconda è una vigliaccheria che non può sostenersi perché il tempo la smaschera. L'unica strada è la prima: è difficile! A tutta prima sembra un salto nel buio ma stai tranquillo, se dici: "Eccomi, manda me", atterri tra le braccia del Signore e ti accorgi non solo di non aver "perso tempo" ma di essere finito nel gioioso momento eternamente presente di Dio.

 

MARTEDI’ 14 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Felice; Santa Macrina l’Anziana; San Saba.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', AMORE DEL PADRE INCARNATO, INSEGNACI AD AMARE.

 

HANNO DETTO: Il Vangelo insegna che l'uomo cambia la sua vita, la sua mentalità, si converte al bene non perché viene sgridato, rimproverato, punito, ma perché si scopre amato nonostante sia peccatore. (M.I Ripnik)

SAGGEZZA POPOLARE: Nessun padrone è cosi esigente come le passioni.

UN ANEDDOTO: C'era una volta un marito che disse alla moglie: "Vado a comprarmi i pantaloni". Arrivato al negozio, ne provò un paio: erano troppo lunghi, ma glieli tirarono su e gli dissero: "Questi vanno bene". Tornato a casa, li indossò e si accorse che ne avanzava un bel pezzo. Chiese alla moglie di accorciarli ma lei ribatte': "Te lo avevo detto che te li avrebbero dati come non dovevano essere. Non dovevi comprarli". Allora andò dalla mamma, ma questa rifiutò e così pure la sorella. Così l'uomo tornò a casa, posò i pantaloni e andò a fare una passeggiata nel bosco. La moglie nel frattempo aveva cambiato idea e tagliò quattro dita di stoffa dai calzoni. Poi, uscì di casa per andare a fare la spesa. Poco dopo arrivò la mamma del contadino e disse: "Se non glieli taglia nessuno, lo farò io" e via altre quattro dita. La sorella pensò la stessa cosa e siccome in casa non c'era ancora nessuno, fece la sua parte. Quando il contadino arrivò a mettersi i pantaloni, erano ormai diventati dei bermuda.

PAROLA DI DIO: 1Sam 1.9-20; Sal da 1Sam 2,1.4-8; Mc 1,21b-28

 

Vangelo Mc 1,21-28

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. Parola del Signore

 

“CHE VUOI DA NOI, GESÙ NAZARENO? SEI VENUTO A ROVINARCI?”

Diciamoci la verità: di fronte a molte scelte e situazioni della vita in cui ci sentiamo in colpa viene anche a noi da rivolgere a Gesù questa domanda: "Che c’entri con noi, Gesù Nazareno?". Si, ha ragione l'indemoniato: "tu sei venuto a rovinarci!". Si, Gesù è venuto a rovinare il nostro perbenismo interessato, è venuto a rovinare il nostro doppiogiochismo nei rapporti, è venuto a rovinare il cercare il nostro interesse, è venuto a rovinare il nostro imporci narcisistico, è venuto a rovinare i nostri ricatti psicologici per tenere in pugno le relazioni a nostro beneficio... Di fronte a Lui non possiamo più nasconderci, siamo costretti a giocare a carte scoperte e fare una scelta definitiva: o far "tacere" le voci che ci popolano e ci trascinano nel baratro dell'egoismo e seguire Lui oppure continuare come prima sapendo di aver perso l'occasione della nostra vita. Chiediamo aiuto alla forza del suo Amore per sconfiggere il demone del nostro "io" che alla fine ci autodistrugge e liberare così le nostre energie più belle, troppo spesso coperte dalle macerie del nostro mondo interiore.

 

MERCOLEDI’ 15 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Cosma il Melode; San Faustino, Martire; San Mauro; San Romedio.

Una scheggia di preghiera:

 

PRENDIMI PER MANO DIO MIO, GUIDAMI NEL MONDO A MODO TUO.

 

HANNO DETTO: "Tu devi essere come un vetro, attraverso il quale la luce dell'amore di Dio discende sul mondo. Il vetro non può essere opaco o sporco, altrimenti ostacoli la luce". (Edith Stein)

SAGGEZZA POPOLARE: Il savio si morde le labbra prima di parlare, l'insensato dopo aver parlato.

UN ANEDDOTO: La Pigrizia andò al mercato ed un cavolo comprò. Mezzogiorno era suonato quando a casa ritornò. Mise l'acqua, accese il fuoco si sedette, riposò, ed intanto a poco a poco, anche il sole tramontò Così persa ormai la lena sola, al buio, ella restò E a letto senza cena la meschina se ne andò.

PAROLA DI DIO: 1Sam 3,1-10.19-20; Sal 39; Mc 1,29-39

 

Vangelo Mc 1,29-39

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni. Parola del Signore

 

"LA FEBBRE LA LASCIÒ ED ELLA LI SERVIVA".

Tipico delle donne: appena hanno un po' di fiato, eccole subito a sfaccendare, a rendersi utili, a servire. Ma non dovrebbe essere tipico solo delle donne: è tipico del discepolo quello di servire. il discepolo, quindi noi, siamo coloro che sono stati liberati dalla "febbre". Cristo è venuto, ci ha dato la possibilità di lottare con la sua forza contro il male che è in noi. Siamo allora chiamati a seguire i gesti del Signore: egli si è fatto nostro servo, noi dobbiamo imparare la logica non del potere, ma del servizio: se sono genitore non lo sono per avere potere sui miei figli, ma devo esercitare il mio servizio senza farlo pesare ("ci siamo tolti il pane di bocca per te, e adesso fai quello che vuoi!), se ho delle responsabilità nel lavoro, nella comunità quanto più devo esercitare il mio ruolo non per ricevere salamelecchi o onori (il più delle volte ipocriti), ma il bene concreto delle persone che mi sono affidate. Come imparare a servire? Partendo dal ragionamento: che meriti avevo perché Cristo mi servisse, mi liberasse? Eppure Lui, il Figlio di Dio lo ha fatto.

 

GIOVEDI’ 16 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Accursio, Martire; San Giacomo di Tarantasia; San Marcello, Papa

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, SE VUOI PUOI GUARIRMI.

 

HANNO DETTO: Il Signore mai si stanca di perdonare: mai! Siamo noi che ci stanchiamo di chiedergli perdono. (Papa Francesco)

SAGGEZZA POPOLARE: Prendi il mondo com'è, e non come dovrebbe essere.

UN ANEDDOTO: La prima cosa che Garibaldi fece, giungendo a Caprera, fu di piantare un Pino. “Generale, che cosa fate,” gli chiesero vedendo scavare una buca vicino a casa. “Voglio mettere qui un tesoro,” - rispose serio Garibaldi. I presenti si guardarono meravigliati. Tutti sapevano che il comandante dei Mille non possedeva tesori. Si era imbarcato per Caprera, con un carico di stoccafisso e ceci. Garibaldi capì la meraviglia degli amici e spiegò: “Un albero vale più di un TESORO.  Abbellisce il paesaggio e quindi è un TESORO di BELLEZZA; fa ombra e quindi è un TESORO di COMODITA'; combatte il vento e quindi è un TESORO di EROISMO; da riposo agli uccelli e quindi è un TESORO di BONTA'; da legna da ardere e quindi è un TESORO di PREVIDENZA. Vorrei che tutti gli Italiani capissero ciò, imparassero cioè a piantare alberi, che formano più bello e più ricco il patrimonio della PATRIA.

PAROLA DI DIO: 1Sam 4,1b-11; Sal 43; Mc 1,40-45

 

Vangelo Mc 1,40-45

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito, la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte. Parola del Signore

 

“VENNE A GESÙ UN LEBBROSO E GLI DICEVA: “SE VUOI, PUOI PURIFICARMI”

Mi piace molto l’atteggiamento di questo lebbroso. Si mette in ginocchio. Non c’è uomo più grande di colui che riconoscendo la propria finitezza e il proprio bisogno sa buttarsi davanti a Dio e riconosce che solo Lui può tutto. Nella storia della nostra umanità si è pensato e si pensa che tutto dipenda dall’uomo: l’importante è avere potere, sicurezze, scienza, l’uomo può tutto! Ma il potere, le ricchezze passano, la scienza risolve alcuni problemi ma ne apre di più grandi, e l’uomo così tronfio di sé stesso si trova solo, piccola formica che qualunque piede sbadato può calpestare. L’uomo che si mette in ginocchio riconosce la propria creaturalità ma riconosce anche il Creatore. E poi c’è la preghiera di questo lebbroso: “Se vuoi, puoi guarirmi”. “Se vuoi”, cioè se è secondo la tua volontà. Mi fido di Te. Desidero la guarigione ma solo se tu lo vuoi perché se tu non lo volessi lo so che non è per tua cattiveria nei miei confronti, ma è per il mio bene definitivo. “Se vuoi” perché so che tu lo puoi. Quanto c’è da imparare da questo lebbroso specialmente quando noi usiamo l’imperativo con Dio: “Dammi, fammi... e quasi diciamo a Dio: “Segui i miei consigli, fa come ti dico io” e lasciamo quasi supporre che se fossimo noi dèi, sì che le cose andrebbero meglio!

 

VENERDI’ 17 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio, Abate; San Sulpizio, Vescovo; Santa Roselina di Villeneuve

Una scheggia di preghiera:

 

SANTI AMICI DEL CIELO E DELLA TERRA, INTERCEDETE PER NOI.

 

HANNO DETTO: «Ritrovare la freschezza dello sguardo, dimenticare ciò che si crede di sapere, comportarsi di fronte agli esseri umani e alle cose come se li si vedesse per la prima volta». (André Frossard)

SAGGEZZA POPOLARE: Il vino ha due difetti: se lo annacqui lo rovini; se non lo annacqui ti rovina (proverbio Spagnolo)

UN ANEDDOTO: Non potevo credere ai miei occhi quando lessi l'insegna del negozio: Il negozio della verità.  Curioso entrai e la commessa fu molto cortese; “che tipo di verità vuole, parziale o totale?”  “La verità totale, ovviamente, niente falsità, nessuna razionalizzazione”. Volevo la mia verità pura e semplice e tutta quanta. Allora la commessa mi indicò l'altro lato del negozio dove potevano soddisfarmi. Il commesso che era lì mi guardò con commiserazione e indicò il cartello dei prezzi," il prezzo è molto alto signore" “E quant'è?” domandai io deciso ad ottenere la verità totale a tutti i costi. “Se prende questa, disse dovrà pagarla perdendo il riposo per il resto della sua vita”. Uscii tristemente dal negozio. Avevo creduto di poter avere tutta la verità per un prezzo modesto. Non sono ancora pronto! Desidero pace e riposo. Ho ancora bisogno di ingannarmi un po' con le mie difese. Cerco ancora rifugio nelle mie convinzioni indiscusse. (A. de Mello).

PAROLA DI DIO: 1Sam 8,4-7.10-22a; Sal 88; Mc 2,1-12

 

Vangelo Mc 2,1-12 

Dal vangelo secondo Marco

Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati». Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Alzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico: alzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!». Parola del Signore 

 

SI RECARONO DA LUI PORTANDO UN PARALITICO, SORRETTO DA QUATTRO PERSONE”

Paralitico è uno che non può muoversi a suo piacimento. Come avrebbe fatto a raggiungere Gesù da solo? È un paralitico, un malato ma fortunato nella sua malattia se ha quattro amici che lo portano da Gesù, che per lui sono persino disposti a scoperchiare un tetto, a calarlo con corde purché giunga davanti a Colui che può guarirlo. È anche grazie alla loro fede che Gesù può operare il miracolo. Quanto è importante avere degli amici che ci portino a Gesù! Gli amici nella vita sono importanti, ma ancora più importanti gli amici veri, quelli che si interessano non solo alle nostre cose, ma alla nostra fede. È difficile avere tali amici? Certamente, ma bisogna anche cercarli. E poi ci sono amici che ci vogliono portare a Gesù che possiamo avere tutti: Maria Santissima, i santi, l’Angelo custode, i nostri defunti che vedono Dio. Anche se ci scopriamo “paralitici” lasciamo che essi ci portino a Colui che può guarirci.

 

SABATO 18 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sante Faustina e Liberata, Monache; Santa Margherita d’Ungheria.

Una scheggia di preghiera:

 

SALVACI O SALVATORE DEL MONDO!

 

HANNO DETTO: Possiamo dare agli altri soltanto ciò che abbiamo dentro di noi. (Wayne W. Dyer)

SAGGEZZA POPOLARE: Offrire amicizia a chi vuole amore è come dare del pane a chi muore di sete. (proverbio Spagnolo)

UN ANEDDOTO: Un illustre medico visita Thomas Edison ammalato e gli prescrive una rara medicina. Il celebre inventore la manda a comprare, ma appena l'ha in mano, la getta dalla finestra. Tutti i presenti restano allibiti. Allora Edison spiega: "Cari amici, bisogna che i medici vivano, ed ecco perché ne ho chiamato uno ed ho pagato la visita; poi ho mandato a comprare la medicina perché anche i farmacisti devono vivere. "Ma, finalmente, devo vivere anch'io e perciò ho gettato dalla finestra la medicina!

PAROLA DI DIO: 1Sam 9,1-4.17-19.26a; 10,1a; Sal 20; Mc 2,13-17

 

Vangelo Mc 2,13-17

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori». Parola del Signore

 

“PASSANDO VIDE LEVI, SEDUTO AL BANCO DELLE IMPOSTE, E GLI DISSE: SEGUIMI. ED EGLI, ALZATOSI, LO SEGUI’”.

Ogni pagina del Vangelo conferma la precedente. Ieri dicevamo che Gesù è venuto per guarire il cuore dei peccatori, oggi vediamo che Egli sta insieme ai pubblici peccato e che addirittura chiama Levi, esattore delle tasse, a diventare suo apostolo. Se Gesù fosse stato un fine diplomatico non avrebbe certamente scelto un pubblico peccatore inviso soprattutto ai perbenisti della religione come suo apostolo e non avrebbe scelto un esattore delle tasse, uno di quelli che sanno spremere anche un limone già spremuto, non certamente amico del popolo. Se Gesù va con i peccatori, se Gesù affida a Levi il compito dell’apostolato è perché chiaramente Egli è venuto per loro, per noi peccatori, per guarirci e darci la possibilità di conversione. Levi infatti, sentendosi amato, perdonato, cambia vita, da esattore diventa donatore di amore e di Vangelo. Lo stesso può succederà a noi! Qualcuno mi dirà: “Ma io nella mia vita ho già provato a convertirmi alcune centinaia di volte, ma sono sempre più o meno allo stesso punto”. Non sarà forse perché abbiamo pensato di fare tutto da noi? Mi spiego: la conversione vera parte non tanto da un atto di volontà quanto dal rendersi conto di essere amati. Finché io penso che devo cambiare, che devo osservare dei comandamenti, che devo vincere quel male, quella tentazione che è in me, magari per un certo periodo ce la faccio, ma poi comincio a chiedermi: perché tutto questo sforzo quando gli istinti mi portano da quella parte, quando il mondo va tutto da quella parte? Poi qualche volta si passa addirittura a dirsi: “Ma Dio che cosa se ne fa dei miei sacrifici se è Lui stesso che ci ha fatti così…?” E di lì a ritrovarsi come prima il passo è breve. Solo chi si sente amato, scelto mentre era peccatore, solo chi prova davvero la gioia di ricevere gratuitamente un perdono, solo chi sa di non poter promettere niente al Signore ma di potersi fidare di Lui, cambia, ha motivazioni vere per cambiare, ha la forza di Dio per convertirsi e sente questa necessità continua nella sua vita perché contemporaneamente sente di essere amato sempre di più da Dio.

 

DOMENICA 19 GENNAIO: 2^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: San Mario, Martire; San Gavino; Santa Abbondanza.

Una scheggia di preghiera:

 

AGNELLO DI DIO CHE TOGLI I PECCATI DEL MONDO, ABBI PIETA' DI NOI.

 

HANNO DETTO: Alcune donne preferiscono essere belle piuttosto che intelligenti. Non hanno tutti i torti, moltissimi uomini hanno la vista più sviluppata del cervello. (B. Laurence)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi impara a suonare uno strumento a ottant'anni, si farà sentire il giorno del giudizio (proverbio Turco)

UN ANEDDOTO: Un operaio fu lasciato senza nessuna sorveglianza durante un lavoro molto delicato. Ed e gli lo compì con scrupolosa esattezza. “Potevi anche tirar via, intanto nessuno ti vedeva, - gli disse un collega. “Non era possibile, -rispose l'operaio - C'erano due, che mi sorvegliavano attentamente.” “Chi erano? chiese l'altro. “Uno era DIO”.  Il collega scrollò le spalle “Dio ti avrebbe compatito e perdonato.” “Ma l'altro ero io aggiunse l'operaio e io non mi sono né compatito né perdonato”.

PAROLA DI DIO: Is 49,3.5-6; Sal 39; 1Cor 1,1-3; Gv 1,29-34

 

Vangelo Gv 1,29-34

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio». Parola del Signore

 

“ECCO L’AGNELLO DI DIO, COLUI CHE TOGLIE IL PECCATO DEL MONDO”. (Gv. 1,29)

Mi è sempre piaciuto questo modo con cui Giovanni definisce Gesù. Per me, cittadino, l’agnello è davvero il simbolo dell’innocenza, della mitezza, ma il termine ‘agnello’ in un popolo come quello ebraico aveva valenze immediate che noi dobbiamo riscoprire. In un popolo che viveva in gran parte di pastorizia, l’agnello era il frutto desiderato, aspettato, benedizione di Dio, garanzia di continuità del gregge. Gesù è dunque la primizia, il frutto più bello e più puro dell’Alleanza tra Dio e il suo popolo ed è la garanzia della continuità della benevolenza di Dio. Ma l’agnello rimandava al Tempio e alla storia di Israele. Dio aveva gradito i sacrifici di agnelli di Abele, Dio aveva indicato nel sangue dell’agnello di quella prima Pasqua in Egitto, il segno della liberazione dal male e l’inizio del cammino verso la terra promessa. Gesù diventa dunque il sacrificio gradito a Dio, Colui che con il suo sangue ci libera dalla morte e ci conduce alle promesse di Dio inserendoci nel suo Regno. Prima di ricevere l’Eucarestia, il sacerdote ci mostra l’Ostia e ci dice: “Ecco l’Agnello di Dio”, e ancor prima, per tre volte, noi invochiamo l’Agnello di Dio perché abbia pietà di noi e ci doni la pace. Colui che andiamo a ricevere è davvero l’agnello mite che ha offerto per noi il sangue e che nel pane eucaristico si lascia consumare, mangiare da noi, perché possiamo riceverne la forza per intraprendere “il santo viaggio” cioè il pellegrinaggio della nostra vita verso Dio

 

LUNEDI’ 20 GENNAIO:

Tra i santi ricordati oggi: San Fabiano, Papa; San Sebastiano, Martire; Sant’Eutimio, Monaco

Una scheggia di preghiera:

 

SAPERMI AMATO DA TE È LA FONTE DELLA MIA GIOIA.

 

HANNO DETTO: La speranza cessa di essere felicità quando è accompagnata dall’impazienza. 

(J. Ruskin)

SAGGEZZA POPOLARE: Un abito strappato non sta bene con i bottoni d'oro. (proverbio Turco)

UN ANEDDOTO: Una sera un riccio uscì, come tutti i giorni, fuori dalla sua tana per cercare da mangiare. Cammina, cammina, si fermò sotto un albero. Vide che c'erano tante piccole mele che il vento aveva fatto cadere. "Ne voglio mangiare tante da riempirmi la pancia. Poi ne porterò anche ai miei amici" - pensò. E così fece. Iniziò a mangiare avidamente. Le mele erano molto buone, dolci e succose. Dopo aver mangiato abbastanza, il riccio pensò di cominciare a raccogliere i frutti per gli altri ricci. "Come posso raccogliere tante mele?", si chiese. "Nella bocca posso tenerne una sola". Si girò sulla schiena e molte mele si infilano nei suoi aculei. Con il corpo coperto di mele, tornò verso la tana. Quando stava per arrivare, urlò che era pronta la cena. È arrivato il riccio dai lunghi aculei con tante mele" dissero ridendo gli amici e tutti si avvicinarono. Certo gli aculei sono scomodi da portare e spesso fanno sentire i ricci brutti e goffi, ma a volte diventano molto utili e rafforzano l'amicizia. 

PAROLA DI DIO: 1Sam 15,16-23; Sal 49; Mc 2,18-22

 

Vangelo Mc 2,18-22

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno. Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!». Parola del Signore

 

“PERCHE’ I TUOI DISCEPOLI NON DIGIUNANO?”. (Mc. 2,18)

Nel vangelo di oggi, i farisei si scandalizzano perché vedono i discepoli di Gesù gioiosi, ‘poco seri’. Tutti i gruppi religiosi di quel tempo, senza escludere anche i discepoli di Giovanni, si riconoscevano facilmente dalla pratica di certi riti ascetici, fra i quali il più conosciuto era il digiuno. Gesù e i discepoli, che cominciano a fare un corpo unico, invece, “mangiano e bevono con i pubblicani”. Gesù risponde usando una categoria che è propria già di tutto l’Antico Testamento e che quindi farisei e scribi dovevano conoscere bene, anche se non l’utilizzavano. E la categoria è quella delle nozze: “Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro?”.

È un esempio concreto, bellissimo. Nella Bibbia lo sposo è Dio. Lui è l’altra parte, senza la quale l’uomo è incompiuto e radicalmente solo. In Gesù si celebrano le nozze di Dio con l’umanità. Attraverso Gesù, l’uomo e Dio possono vivere in comunione e intimità di vita, formano una sola carne ed hanno un solo spirito. L’amore nuziale è il più bel modo per esprimere il nostro rapporto con Dio, nella sua forza esplosiva e nella sua intima tenerezza, nella sua gioia vitale e nella sua travolgente passionalità, nel suo rispetto disinteressato e nella sua fedeltà ad oltranza. Non si può allora non essere nella festa e nella gioia. Ecco lo scandalo della gioia!

Mi chiedo se noi, oggi, diamo ancora al nostro mondo questo scandalo. Chiariamo subito: gioia non significa ‘mangiare e bere bene’, godersi la vita alla faccia degli altri; gioia non significa neppure inalberare sorrisi ipocriti o beoti o far finta di non vedere il male che c’è nel mondo. Gioia è qualcosa di profondo che parte dal sapersi amati ‘esageratamente’ da Dio, gioia è ciò che non riduce la religione ad una serie di riti ripetitivi, stantii, noiosi. Questa gioia invade ancora le vie delle nostre città, le pagine dei giornali, le omelie dei sacerdoti, le parole dei politici che si definiscono cristiani? Gioia sono ancora parole e atteggiamenti di positività, di ottimismo, di speranza?

Il nostro mondo non sa gioire, camuffa la gioia con il godimento. Il mondo ha bisogno di cristiani che lo scandalizzino non tanto con nuove morali o nuove teologie, quanto con iniezioni continue di gioia vera.

 

MARTEDI’ 21 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agnese, Martire; San Fruttuoso, Vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

SEI LA MIA LUCE, SEI LA MIA SALVEZZA, SEI LA MIA GIOIA, ALLELUIA!

 

HANNO DETTO: La bellezza è come una ricca gemma, per la quale la montatura migliore è la più semplice. (F. Bacone)

SAGGEZZA POPOLARE: Se la barba facesse il savio, le capre sarebbero tutti dottori. (prov. Francese)

UN ANEDDOTO: C'era una volta, ad Istambul, un uomo che vendeva le stoffe che tesseva sua moglie. Erano stoffe bellissime, di seta, molto preziose. Un giorno l'uomo andò al mercato per venderne un pezzo e poter così comprare da mangiare per sé e per i figli. Incontrò tre uomini che si mostrarono subito interessati alla stoffa. Ma erano commercianti molto avidi e non volevano pagare il giusto prezzo. Al venditore dissero che la stoffa era poca per quel prezzo, ma era una scusa. L'uomo capì che lo volevano imbrogliare e decise di non venderla. La sera, a casa, insieme alla moglie decise di punire l'avarizia di quei commercianti. Presero scarpe vecchie, borse rotte, sciarpe ormai usurate e le avvolsero in un pezzo di seta che così sembrava molto più grande e lunga di quanto fosse in realtà. Il mattino seguente l'uomo andò al mercato ed iniziò, con i soliti mercanti, la contrattazione ad un prezzo maggiore di quello che aveva chiesto il giorno prima. E a quel prezzo la stoffa, piena di cose vecchie, riuscì a venderla. Così l'uomo ebbe il giusto prezzo per il lavoro di sua moglie e i commercianti la giusta stoffa per il prezzo pagato. 

PAROLA DI DIO: 1Sam 16,1-13a; Sal 88; Mc 2,23-28

 

Vangelo Mc 2,23-28

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!». E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato». Parola del Signore

 

“IL SABATO È STATO FATTO PER L’UOMO E NON L’UOMO PER IL SABATO”

Prendendo spunto da quanto Gesù ci dice a proposito del sabato, possiamo fare una piccola riflessione sul senso della nostra domenica. Essa è chiamata “giorno del Signore” non tanto perché Dio abbia bisogno di un giorno dedicato a Lui (Dio è l’Eterno, tutto il tempo è suo) quanto perché noi abbiamo bisogno di un tempo che ci richiami ai valori di fede che guidano la nostra vita. La domenica, allora, non è tanto osservare le norme che la riguardano (il non lavoro, l’andare a Messa) quanto piuttosto il ricordare e il rivivere le meraviglie che Dio ha operato per noi soprattutto nella risurrezione di Gesù. Santificare la domenica significa allora soprattutto santificare noi, mettendoci davanti a Colui che è santo. Il non lavorare è allora comprendere che se il lavoro è importante, esso non è il fine dell’uomo; il riposare è dare rispetto al corpo e allo spirito destinati alla risurrezione; il pregare è incontrare Colui che dà senso alla vita; l’andare a Messa è la gioia di celebrare con i fratelli la nostra redenzione operata da Gesù morto e risorto per noi, è ascoltare la sua parola, e entrare in comunione con Lui; il dedi­care un po’ di tempo in più alla famiglia è riconoscere la nostra vocazione, nel luogo e con le persone con cui ci troviamo, a collaborare a formare la famiglia dei figli di Dio; il dedicare un po’ di tempo alle opere di carità è testimoniare che l’amore di Cristo, riversato su di noi, da noi deve arrivare al mondo intero. Se la vediamo così, la domenica non è più “giorno di precetto” ma gioia di un Dio che cammina ancora nel mondo.

 

MERCOLEDI’ 22 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Vincenzo, Martire; San Domenico di Sora; San Gaudenzio di Novara

Una scheggia di preghiera:

 

SALVACI O SALVATORE, O SALVATORE DEL MONDO.

 

HANNO DETTO: Siamo pronti a perdonare un bambino quando ha paura del buio. La vera tragedia della vita è quando un uomo ha paura della luce. (Platone)

SAGGEZZA POPOLARE: L'operaio incapace incolpa lo strumento difettoso.

UN ANEDDOTO: Era inverno, faceva un gran freddo, la neve aveva vestito di bianco tutti gli alberi del bosco e uno scoiattolo con i suoi piccoli e la moglie se ne stava al calduccio nel nido. Appena cessato il vento forte che faceva dondolare la casetta, il babbo scoiattolo uscì dal nido per andare a prendere le noci e le nocciole che aveva ben nascosto in una cavità dell'albero. Era quasi l'ora di pranzo. Era appena sceso che subito sentì una vocina lamentarsi; si voltò e vide uno scoiattolino che aveva freddo e fame. Se ne impietosì e lo portò con sé fino al nido. "Vi ho portato un compagno che ho trovato sperduto in mezzo alla neve - disse ai suoi piccoli - volete che lo facciamo entrare nella nostra casetta?". Fu un coro di sì. I piccoli si strinsero di più l'uno all'altro per fargli posto. Lo scoiattolino entrò, si accoccolò in mezzo e non gli pareva vero d'essere in quel calduccio. Poi ebbe la sua noce e tutti quanti mangiarono di gusto, e trovarono il gheriglio più dolce del solito, perché erano contenti di aver aiutato quel loro compagno. 

PAROLA DI DIO: 1Sam 17,32-33.37.40-51; Sal 143; Mc 3,1-6

 

Vangelo Mc 3, 1-6

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Alzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire. Parola del Signore

 

“ALZATI, VIENI QUI IN MEZZO!”

Mi sembra che questa frase di Gesù non sia soltanto un "creare la scena". Gesù non vuole contrapporre l'uomo dalla mano inaridita ai farisei osservanti e mormoratori. ln quella frase ci sta tutta l'attenzione di Dio per l'uomo. Gesù è venuto per salvare l'uomo dal di dentro, per salvare l'uomo nella sua totalità. Egli è "nel mezzo" del cuore dell'uomo. Tutte le volte che noi guardiamo all'uomo solo in qualcuno dei suoi particolari, noi sbagliamo nel comprendere i suoi problemi, nel giudicare la sua situazione e nel portargli aiuto. Faccio qualche esempio. Quando noi guardiamo solamente alla cultura dell'uomo, noi dividiamo l'uomo in categorie. Ci sono i saggi e gli ignoranti, ci sono i sapienti e gli stolti, ci sono popoli a culture elevate e popoli sottosviluppati. Quando noi guardiamo  soltanto all'uomo nel suo fisico abbiamo i belli e i brutti, i forti e i deboli, i simpatici e gli antipatici. Quando guardiamo al colore della pelle abbiamo le razze: i bianchi, i neri, i gialli, i rossi. E allora dell'uomo vediamo soltanto un'apparenza, una parte. Gesù, pur guardando con molta realtà a quest'uomo ammalato, quindi bisognoso di aiuto e di salvezza, guarda soprattutto al cuore di quest'uomo e anche al cuore dei farisei. Il cuore dell'uomo dalla mano inaridita è disponibile a ricevere una grazia, anzi la chiede con tutto sé stesso, Il cuore dei farisei è indurito, quindi non disponibile, ma Gesù ponendo loro la sua domanda, dimostra di aver ancora fiducia che anche un cuore indurito possa convertirsi e cambiare. Quando ho davanti una persona come la guardo? Vedo in lei le apparenze esterne? La giudico a seconda di quelli che sono i miei criteri particolari? Sono disposto ad aiutare il fratello, la presenza di Cristo? Solo se cogliamo che ciascun uomo è fatto a immagine e somiglianza di Dio ed è mio fratello in Gesù, allora potrò metterlo nel mezzo e vedere nella profondità del suo cuore e aiutarlo per quello di cui ha veramente bisogno.

 

GIOVEDI’ 23 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Emerenziana, martire; San Giovanni l’Elemosiniere.

Una scheggia di preghiera:

 

SEI IL MIO PASTORE, NULLA MI MANCHERA'.

 

HANNO DETTO: Non avere il tempo per meditare è come non avere il tempo per guardare dove si sta andando perché si è troppo impegnati a camminare. (A.D. Sertillange)

SAGGEZZA POPOLARE: È più facile non seminare la ghianda che sradicare la quercia.

UN ANEDDOTO: Una cornacchia, mezza morta di sete, trovò una brocca che una volta era stata piena d'acqua. Ma quando infilò il becco nella brocca si accorse che vi era rimasto soltanto un po' d'acqua sul fondo. Provò e riprovò, ma inutilmente, e alla fine fu presa dalla disperazione. Poi, le venne un'idea e volle provare subito. Prese un sasso e lo gettò nella brocca. E uno per volta ne gettò dentro diversi, fino a che pian piano l'acqua cominciò a salire. Allora ne gettò altri e così riuscì a bere e a salvarsi la vita. Morale della favola: a poco a poco si arriva a tutto. (Esopo)

PAROLA DI DIO: 1Sam 18,6-9; 19,1-7; Sal 55; Mc 3,7-12

 

Vangelo Mc 3,7-12

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidone, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse. Parola del Signore

 

“LO SEGUI’ MOLTA FOLLA”. (Mc. 3,7)

La folla, il popolo si riunisce intorno a Gesù e la folla a volte è composta da poveri bisognosi, da curiosi, da gente che sentito parlare di Gesù, da persone che hanno bisogno di una parola di speranza. Gesù non disdegna la folla anche se qualche volta ne deve prendere la distanza per non diventare un fenomeno da baraccone. Gesù si commuove davanti alle folle che vede come gregge senza pastori, istruisce le folle ma non approfitta mai di esse e anche in mezzo alle folle riesce sempre a cogliere e ad approfondire il rapporto personale. Le folle poi sono terribilmente mutevoli. Ora si lasciano prendere dall’entusiasmo e cantano: “Osanna” mentre pochi giorni dopo sobillate da personaggi di potere urlano: “A morte! Sia crocifisso!”

Io faccio parte della folla, sono uno dei circa sette miliardi uomini che oggi sono sulla terra, piccolo puntolino quasi insignificante per la vita del mondo. Sono contento di essere parte del popolo, di riconoscere negli altri dei fratelli che camminano con me, ma non voglio, non posso essere solo folla guidata dagli interessi di qualcuno, questo non per sentirmi speciale, diverso dagli altri, ma perché non voglio vendere la mia testa a nessuno. E Gesù in questo mi aiuta. Lui si è incarnato, ha fatto parte della nostra umanità, anche Lui era un piccolo puntolino in mezzo a miliardi di altri puntolini, ma aveva una sua identità precisa, una sua missione particolare. Lui, facendosi uomo mi ha detto che sono importante per Dio, unico davanti a Lui, per Lui la folla non è una massa amorfa ma un insieme di persone tutte amate individualmente e allora guai a chi approfitta delle folle per i propri interessi ma anche guai a rinunciare alle proprie capacità personali nello scegliere e nel decidere. Amo l’umanità, ne faccio parte ma non voglio e non posso essere solo un numero in essa.

 

VENERDI’ 24 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco di Sales; San Feliciano da Foligno.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, PER TUTTI I DONI DELLA MIA VITA.

 

HANNO DETTO: Il cuore ha le sue prigioni che l’intelligenza non apre. (M. Jouhandeau) 

SAGGEZZA POPOLARE: L'acqua lontana non spegne il fuoco.

UN ANEDDOTO: Era in ergastolo perché aveva ucciso una ragazza di 9 anni, dopo averla violentata. Tutti lo evitavano; era un tipo di delitto, che anche i più “duri” tra noi condannavano, inorriditi. Erano già 18 anni che si trovava in prigione: le cose più brutte, le davano a lui; i lavori più umilianti erano i suoi. A Natale le bambine della scuola del paese avevano scritto delle “letterine” a tutti noi. Lui non aveva mai ricevuto posta da nessuno. Quando si vide tra le mani una lettera con il suo nome, si commosse: si nascose per leggerla meglio, per conto suo. C’era scritto: «Io non so chi sei. Io sono una bambina di 9 anni: qualunque cosa tu abbia fatto a nome delle bambine di tutto il mondo ti perdono!». Cadde in ginocchio, in lacrime: le prime dopo 18 anni. (dalla testimonianza di un ergastolano).

PAROLA DI DIO: 1Sam 24,3-21; Sal 56; Mc 3,13-19

 

Vangelo Mc 3,13-19 

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè “figli del tuono”; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì. Parola del Signore

 

“CHIAMO’ A SE QUELLI CHE VOLEVA”.

Vi siete mai chiesti perché Gesù ha scelto Pietro con i suoi facili colpi di fiamma, con la sua generosità ma anche con la sua testa dura, perché Giacomo e Giovanni, i “figli del tuono”, perché Giuda Iscariota?

Voi sapete che mi sono sempre interessato ai santi, penso di aver letto la vita di parecchie centinaia di essi, sia laici che religiosi e spesso mi sono chiesto perché la chiamata sia arrivata a certi personaggi e ad altri no.  E poi, guardando alla mia storia, mi sono chiesto e mi chiedo ancora ogni giorno: perché Dio ha voluto o ha permesso che io diventassi prete?

La risposta, almeno all’apparenza sembra non esserci. Chissà perché Tommaso o Matteo e non quell’indemoniato guarito che avrebbe voluto seguire Gesù? Chissà perché persone che sentivano di essere chiamate al sacerdozio e sembravano averne le doti non ci sono riuscite impedite da mille cose e chissà come mai altri che avrebbero potuto essere buoni padri di famiglia o buoni imprenditori si sono trovati ad essere preti? Chissà perché su otto nuovi preti (parlo di un fatto della mia vita), proprio il più buono, il più preparato è morto nell’arco di due anni?

Siamo davanti al mistero della vocazione, di ogni vocazione. Noi il vero perché non lo sappiamo, a volte non sono neppure tutte cause libere quelle che conducono ad una scelta di vita, eppure se ho fede devo dirmi una cosa: se oggi io sono sposa, prete, vedova, se oggi io sono in questo luogo in questo posto, un motivo ci sarà sicuramente, se Dio è un Padre buono che vuole davvero il mio bene. È vero che certe situazioni dipendono dalla nostra libera volontà, è vero che potremmo anche aver sbagliato strada ma, ricordiamoci, in qualunque strada ci troviamo Dio non ci abbandona e in qualunque posto noi operiamo e viviamo Dio ha sempre qualcosa da darci ed anche qualcosa da chiederci e sa servirsi anche delle nostre debolezze e dei nostri errori se noi glieli sappiamo donare con serenità e semplicità.

 

SABATO 25 GENNAIO: CONVERSIONE DI SAN PAOLO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Elvira, Vergine e Martire; San Poppone, Monaco

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE, SIGNORE, SIAMO UOMINI NUOVI.

 

HANNO DETTO: Se la vostra quotidianità vi sembrerà povera, non date ad essa la colpa.

Accusate invece voi stessi di non essere abbastanza poeti per scoprire tutte le sue ricchezze.

Per il Creatore, infatti, niente è povero. (R. Rilke)

SAGGEZZA POPOLARE: Se tu dici al tuo leccapiedi che hai caldo, è capace di mettersi a sudare.

UN ANEDDOTO: “Passeggiavo per la via. Un mendicante, un vecchio cencioso, mi fermò. Aveva gli occhi infiammati, lacrimosi, le labbra violacee, le vesti a brandelli, e mostrava piaghe ripugnanti. Oh, come la miseria aveva laidamente conciato quell’essere infelice! Mi stese la mano rossa, gonfia, sudicia. Con un gesto mi chiese soccorso. Mi frugai per tutte le tasche. Non avevo né il portamonete, né l’orologio, neppure il fazzoletto; non avevo proprio nulla indosso. E il mendicante se ne stava sempre lì, in attesa. Tendeva la mano ed era scosso da un fremito lieve. Turbato, confuso, afferrai vigorosamente quella mano lurida e tremante: «Abbia pazienza, fratello, non ho niente». Il mendicante mi guardò coi suoi occhi infiammati; le sue labbra violacee si schiusero e sorrisero, e mi strinse a sua volta le gelide dita. «Che importa, fratello!», mormorò, «grazie lo stesso. Anche questa è un’elemosina!». Compresi che avevo ricevuto anch’io un’elemosina da quel mio fratello”. (Turgeniev)

PAROLA DI DIO: At 22,3-16 opp. At 9,1-22; Sal 116; Mc 16,15-18

 

Vangelo Mc 16,15-18 

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, (Gesù apparve agli Undici) e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Parola del Signore

 

“ANDATE IN TUTTO IL MONDO E PROCLAMATE IL VANGELO AD OGNI CREATURA… NEL MIO NOME SCACCERANNO I DEMONI, PARLERANNO LINGUE NUOVE, PRENDERANNO IN MANO I SERPENTI…”. (Mc. 16,15-18)

Oggi, guardando alla figura di Paolo, siamo invitati a scoprire l’agire di Dio: Dio ha bisogno di peccatori che si convertano per poter, grazie ad essi, testimoniare il suo Regno. Paolo viene inseguito da Dio che lo ama e quando Paolo non solo si lascia buttare a terra, ma cede a Gesù, Dio si serve di lui per il suo progetto. Dio ha bisogno di te, ha bisogno della tua povertà, si serve dei tuoi limiti; se solo sapessimo abbandonarci nelle sue mani, allora Gesù potrebbe dire anche a noi: “Andate!” e non ci fermeremmo a fare tante obiezioni come la non voglia, la difficoltà dell’impresa, la paura, la delusione dei tentativi precedenti non riusciti, il giudicare coloro a cui si dovrebbe andare evidenziando il loro negativo, il ridurre la parola di Dio per renderla più attraente, il pensare di non essere all’altezza del compito affidatoci…Queste sono solo scuse per mascherare la nostra poca fede. Se è Cristo che ci manda, è Lui stesso che ci dà la sua forza. È Cristo che passa, guarda, chiama, manda, sostiene. Se i risultati non saranno quelli che aspettiamo noi, saranno certamente quelli che si aspetta Lui. L’importante è non deludere la chiamata del Signore, anzi sentircene gioiosamente orgogliosi. E daremmo così a Gesù anche la possibilità di realizzare, attraverso noi i suoi segni. Non pensiamo a miracoli straordinari ma, quando una persona, nel nome dell’amore di Gesù, riesce a perdonare invece di odiare, non è forse un miracolo strabiliante? È più miracoloso parlare contemporaneamente più lingue o parlare la lingua universale dei gesti dell'amore che sa superare le barriere delle razze e delle divisioni?

Dai serpenti velenosi è meglio stare alla larga, ma a chi è stato morso dal veleno dell’ira, della rabbia, della vendetta, si può dare l’antidoto della comprensione, dell’affetto, della speranza. E a proposito di mali e di malattie, non è forse già un miracolo vivere senza disperazione un momento di prova, o condividere con serenità e pazienza il proprio tempo con un malato?

E allora, coraggio, se “andiamo” con Gesù, qualche miracolo possiamo farlo anche noi!

 

DOMENICA 26 GENNAIO: 3^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Santi Tito e Timoteo; Santa Paola Romana.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU MI SCRUTI E MI CONOSCI.

 

HANNO DETTO: In ciascuno di noi ci sono tre persone: quella che vedono gli altri; quella che vediamo noi; quella che vede Dio. (Miguel. de Unamuno)

SAGGEZZA POPOLARE: Dio dà ad ogni uccello il suo verme, ma non glielo fa cadere nel nido. (Prov.  Svedese)

UN ANEDDOTO: Anche dal filo d’erba imparo: calpestato, si solleva e guarda il cielo come cosa sua. Anche dalla goccia imparo: racchiude tutti i colori dell’arcobaleno. Anche dall’ulivo imparo: ne ha passate tante, eppure continua a prodigare oli e bagliori d’argento. Imparo dalle cime circondate di luce e impastate di silenzio. Imparo dall’alba che continua a nascere anche se nessuno assiste allo spettacolo. Imparo dalle piante che muoiono in piedi. Imparo… Imparo da tutto il creato le iniziali del Creatore!

PAROLA DI DIO: Is 8,23b-9,3; Sal 26; 1Cor 1,10-13.17; Mt 4,12-23

 

Vangelo Mt 4, 12-23 (Forma breve Mt 4, 12-17) 

Dal vangelo secondo Matteo

(Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta». Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».) Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. Parola del Signore

 

“VIDE DUE FRATELLI... CHE GETTAVANO LA RETE”

Quale cosa meravigliosa il Figlio di Dio che vede questi due fratelli, Pietro e Andrea, mentre gettano la rete in mare. Li coglie come in una istantanea che li fissa per l'eternità in un gesto usuale e abitudinario per loro: gettare la rete "perché erano pescatori". Era il loro lavoro, ciò che riempiva le loro giornate, nella fatica di portare avanti la loro famiglia. È importante rendersi conto che questo sguardo di Gesù è posato sopra ciascuno di noi proprio nel ripetersi delle nostre azioni quotidiane, quelle che fanno andare avanti la nostra vita senza clamore. Il mio lavoro, i miei rapporti con le persone che amo, il mio riposo... Tutto viene fissato come in una istantanea per l'eternità, perché lo sguardo di Gesù è uno sguardo d'amore che sorregge e riempie di valore anche le azioni che non calcolo più, consumate dall'abitudine. Che bella la vita vissuta così. E cosa può diventare una vita vissuta così! Quello che capitò ai due fratelli quando incrociarono lo sguardo di Gesù: non fu più la stessa cosa.

 

LUNEDI’ 27 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Angela Merici; Santa Devota; San Lupo, Vescovo

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI DAL MALE, DA OGNI MALE E DAL MALIGNO.

 

HANNO DETTO: Quando si dice la verità...non bisogna mai pentirsi di averla detta. (Aldo Moro)

SAGGEZZA POPOLARE: Se non puoi spingere, tira. Se non puoi tirare, togliti di mezzo. (Prov. Americano)

UN ANEDDOTO: Oggi non si usa più pregare prima dei pasti: sarà mica per questo: Pierino è stato invitato a cena da un suo amico di classe. È arrivato da lui verso le 6 di pomeriggio e si sono messi a fare qualche partita di playstation e vedere un bellissimo cartone su Disney channel. Alle sette e trenta la madre dell'amico li chiama: "La cena è pronta". Sono andati a lavarsi le mani e sedersi a tavola. Il primo era uno squisito piatto di tagliatelle con salmone. Pierino, visto che gli altri componenti della famiglia hanno iniziato subito a mangiare, chiede sotto voce al suo amico: Scusa, ma voi non pregate prima dei pasti? - Perché? Non ti preoccupare, guarda che mia mamma è una brava cuoca.

PAROLA DI DIO: 2Sam 5,1-7.10; Sal 88; Mc 3,22-30

 

Vangelo Mc 3,22-30

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni». Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in sé stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in sé stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro sé stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro». Parola del Signore

 

“COSTUI SCACCIA I DEMONI PER MEZZO DEL PRINCIPE DEI DEMONI”.

Come è facile che la verità sia travisata: hai fatto un gesto di carità disinteressata e vieni accusato di essere un approfittatore. Gesù guarisce per dimostrare la bontà e l’amore di Dio, per annunciare la liberazione dei peccati ed ecco che viene accusato di magia nera.

Chiediamoci: l’insorgere     in diverse epoche di marcate forme di demonizzazione non è forse indice di voler mantenere a tutti i costi il nostro modo di pensare, il nostro comodo? Il diavolo c’è e opera ma non c’è bisogno di vederlo ovunque o di travisare il bene attribuendolo alla nostra cattiva coscienza che non vuol capire o accettare che il bene possa operare anche al di là dei nostri piccoli schemi.

 

MARTEDI’ 28 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Tommaso d’Aquino, Dottore della Chiesa; San Pietro Nolasco.

Una scheggia di preghiera:

 

MARIA INSEGNAMI LA PICCOLA SANTITA' QUOTIDIANA.

 

HANNO DETTO: La croce è il più terribile "no" al peccato e il più amoroso "sì" al peccatore. (Raniero Cantalamessa)

SAGGEZZA POPOLARE: Le mascelle non hanno da mangiare, se il piede non cammina.

UN ANEDDOTO: Nell'educazione religiosa: attenti a non esagerare: I bambini sono tutti in fila nella mensa di una scuola elementare cattolica. Sul tavolo c'è un grosso cesto pieno di mele. Una suora scrive un biglietto e lo mette vicino al cesto: Prendetene solo una, Dio sta guardando. Dall'altra parte del tavolo un altro grande cesto pieno di biscotti al cioccolato. Un bambino ci mette vicino un biglietto: Prendetene quanti volete, Dio sta guardando le mele.

PAROLA DI DIO: 2Sam 6,12b-15.17-19; Sal 23; Mc 3,31-35

 

Vangelo Mc 3,31-35

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre». Parola del Signore

 

“ECCO TUA MADRE, I TUOI FRATELLI E LE TUE SORELLE, SONO FUORI E TI CERCANO”.

Lo svolgersi del racconto evangelico non ce lo narra direttamente, ma ce lo fa intuire: il clan familiare allora potente di Gesù, ha paura che succedano guai. Gesù si è esposto troppo ad una folla assetata di miracoli, ma anche pericolosa perché può cambiare umore da un momento all’altro, ma soprattutto si è esposto davanti ai capi religiosi che cercano di farlo fuori… e allora… ne va di mezzo il buon nome della famiglia, e poi, potrebbero esserci forme di ritorsione nei confronti del clan familiare. La soluzione è quella di andare a prendere Gesù e riportarlo a casa, metterlo in quarantena, tappargli la bocca, salvare il buon nome, riappacificarsi con i capi religiosi. E Maria si trova là in mezzo: da una parte Gesù, la sua fiducia in Lui, e dall’altra le pressioni di questi parenti. Probabilmente Maria è in mezzo per cercare la pace. Certamente è tormentata da tutte queste divisioni che si creano attorno a suo Figlio. Mi è caro vedere Maria che, come tutti noi, cerca la strada più giusta, perché questo mi fa pensare che la sua santità non è solo frutto dei doni di Dio ma anche della continua e generosa corrispondenza della sua volontà. Maria ci ricorda che la santità indossa i panni di ogni giorno. Che non è fatta di gesti spettacolari ma soprattutto di piccole virtù che sono le più difficili. Maria ci fa memoria che un itinerario di fede, come è stato il suo, non esclude il dubbio, l’oscurità, ossia la fatica di credere. Maria soprattutto ci costringe a prendere atto che la santità non è un lusso che si possono concedere unicamente certe creature eccezionali, ma costituisce la condizione normale del cristiano. Ognuno è chiamato a santità!

“Ecco tua madre, i tuoi fratelli ti cercano”. Gesù non si muove. Quasi la cosa non lo riguardasse. “Chi è mia Madre e chi sono i miei fratelli?”. Lui è su un altro piano in cui non esistono diritti acquisiti, ma soltanto possibilità. “Madri e fratelli e sorelle” in questa nuova famiglia non si trovano già belle e fatti, ma tutti possono diventarlo. La parentela non è un dato anagrafico, ma una conquista. Più che un punto di partenza, un punto di arrivo. Siamo chiamati ad essere parenti di Gesù con un vincolo ancora più stretto di quello della carne e del sangue. Siamo figli di Dio nel sangue prezioso di Gesù e nell’accogliere il suo dono. Diventiamo “parenti” man mano che accogliamo Gesù Figlio di Dio e accettiamo di vivere come Lui.

 

MERCOLEDI’ 29 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Costanzo, Vescovo; San Valerio, Vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

DIO GENEROSO, INSEGNACI A DONARE CON GENEROSITA'.

 

HANNO DETTO: «Ricordatevi che quando lascerete questa terra, non porterete con voi nulla di ciò che avete ricevuto ma soltanto ciò che avete donato». (San Francesco d’Assisi)

SAGGEZZA POPOLARE: «La candela non perde la sua luce trasmettendola a un’altra candela» (Proverbio Giapponese)

UN ANEDDOTO: Tre viandanti si trovavano insieme presso una sorgente che scaturiva dalla roccia sulla quale c’era la scritta: «La sorgente sia il tuo modello». I tre discussero sul significato della frase. Il primo disse: La sorgente, lungo il suo percorso, raccoglie altre acque e diventa un grosso fiume. Anche l’uomo deve ingrossare durante la sua vita il suo capitale per diventare più ricco. Il secondo disse: «Per me la scritta vuol dire che l’uomo, nel suo modo di parlare, dev’essere limpido, com’è l’acqua di questa fonte. Il terzo, che era un uomo saggio, disse: “La sorgente dev’essere modello all’uomo. Essa dà da bere a tutti, senza richiedere niente, fa del bene a tutti, senza aspettare alcuna ricompensa”. (U. Tolstoj).

PAROLA DI DIO: 2Sam 7,4-17; Sal 88; Mc 4,1-20

 

Vangelo Mc 4,1-20 

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato». E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? Il seminatore semina la Parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in sé stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno». Parola del Signore

 

“ECCO, IL SEMINATORE USCÌ A SEMINARE”

Il seminatore ha rischiato tutto e ora comincia a tremare: gli uccelli, il sole, i rovi … inizia a sentire il fallimento, il rischio del fallimento è sempre presente nella nostra vita. È importante scrutare dentro e fuori di noi, per scoprire la presenza di strade indurite, terreni sassosi e rovi, cioè tutto ciò che può rendere la nostra esistenza arida e senza frutti. Però se il seminatore non buttasse via il seme, non avrebbe da vivere. Così la vita, se tu la tieni, sei morto. La vita è dono e proprio in quanto dono è fecondo e fruttifica. Senza uscire a gettare il seme sicuramente non si incontrerebbero difficoltà ma si resterebbe senza nulla. Invece, quando si semina si incontrano difficoltà ma il frutto sarà un frutto insperato, al di là di ogni difficoltà. Perché? Perché il bene che semini nella tua esistenza non resta mai senza frutto.

 

GIOVEDI’ 30 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Adelmo; Santa Giacinta; Santa Martina, Martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AIUTAMI A TROVARMI LA' DOVE TU MI VUOI.

 

HANNO DETTO: Quel che mi accadrà oggi, mio Dio, non lo so. Tutto quello che so è che nulla mi accadrà che tu non abbia preveduto e disposto per il mio maggior bene da tutta l'eternità. Questo solo mi basta. (Don Giacomo Alberione)

SAGGEZZA POPOLARE: Saper fare è facile, il difficile è fare.

UN ANEDDOTO: Certe battute di orgoglio possono essere pericolose e rivelare anche certi limiti:

Un ingegnere si presenta sul posto di lavoro. È il suo primo giorno. Il principale gli mette una scopa in mano e gli dice: “Ecco, questa è una scopa, come prima cosa potresti dare una spazzata all'ufficio.”  “Una scopa?! Ma guardi che io sono un ingegnere!” “Hai ragione, scusa, vieni di là che ti faccio vedere come funziona”.

PAROLA DI DIO: 2Sam 7,18-19.24-29; Sal 131; Mc 4,21-25

 

Vangelo Mc 4,21-25

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!». Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha». Parola del Signore

 

"VIENE FORSE LA LAMPADA PER ESSERE MESSA SOTTO IL MOGGIO O SOTTO IL LETTO?".

Qualche volta leggendo le statistiche che riguardano i cristiani nel mondo c'è da rimanere perplessi. Quando, dopo la Pentecoste, i Dodici cominciano a predicare, nel giro di pochi anni il cristianesimo si diffonde in tutto il mondo allora conosciuto, eppure non c'erano grandi mezzi di trasporto o di informazione. Oggi, oltre mezzo miliardo di "cristiani" dotati di grandi mezzi, languiscono. Bisogna capire chi è la lampada: e Gesù, la luce è il suo messaggio, la sua Parola, la sua persona. Quando la fede in Lui diventa solo più religiosità a volte formale, ecco che la sua luce è nascosta e coperta, quando la sua Parola e la sua presenza vengono troppo addomesticate o sono male testimoniate, o si perdono nelle pastoie di una Chiesa troppo mondanizzata, ecco che il messaggio perde la sua carica, la luce illuminante diventa fioco barlume quando addirittura non si spegne. Ringraziamo Dio che non tutto è così: esempi di persone che lasciano che Cristo illumini attraverso la propria persona ce ne sono molti, da chi fa molto per il suo prossimo, a chi offre sé stesso, a chi in silenzio e nel nascondimento sparisce come il seme che muore nella terra per lasciare che il Signore della vita e della gioia possa trasparire senza alcun ostacolo.

 

VENERDI’ 31 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Bosco; San Giulio e Giuliano; San Gimignano, Vescovo

Una scheggia di preghiera:

 

VENGA IL TUO REGNO, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Non c'è cosa più santa al mondo che cooperare al bene delle anime per la cui salvezza Gesù Cristo sparse il suo sangue. (S. Giovanni Bosco)

SAGGEZZA POPOLARE: Un aiuto lento non è un aiuto.

UN ANEDDOTO: Una volta un Baro disse ad un Saggio: "Ieri sono stato scoperto a barare e i miei compagni di gioco mi hanno picchiato e gettato dalla finestra. Che cosa mi consigli di fare?"
Il Saggio osservò seriamente l'uomo e disse:" Se fossi in te, d'ora in poi giocherei a piano terra".
La risposta sbalordì i discepoli del Saggio. "Perché non gli hai detto di smettere di barare?", gli domandarono. "Perché sapevo che non l'avrebbe fatto", fu la semplice e sagace risposta dell'uomo.

PAROLA DI DIO: 2Sam 11,1-4a.5-10a.13-17; Sal 50; Mc 4,26-34

 

Vangelo Mc 4,26-34

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa. Parola del Signore

 

“IL REGNO DI DIO È COME UN UOMO CHE GETTA IL SEME NELLA TERRA: DORMA O VEGLI, DI NOTTE O DI GIORNO, IL SEME GERMOGLIA E CRESCE; COME, EGLI STESSO NON LO SA.”

La piccola parabola che il Vangelo di oggi ci propone la troviamo testimoniata nella figura del caro santo che ricordiamo oggi. Don Bosco era un povero contadino, ma aveva ricevuto, particolarmente da mamma Margherita il seme della fede che, poco per volta, trovando un buon terreno, crebbe in lui spronandolo ad amare Dio. Non contento di amarlo da solo, essendo attento alle necessità dei suoi fratelli, particolarmente ragazzi poveri, abbandonati, d. Bosco cominciò a seminare amore nei loro cuori. Seminò in abbondanza, non spaventandosi, non facendosi troppe domande, usando tutta la sua sagacia di umile e semplice contadino. Non sempre vide dei risultati ma continuò a seminare fidandosi di Dio, ed ecco che i frutti crebbero da soli: i suoi oratori, i suoi laboratori, le vocazioni, i primi santi... Don Bosco seminava, non andava a tirare gli steli nella speranza che crescessero più in fretta, seminava nella fiducia in Dio e nella fiducia nei suoi giovani. Noi dovremmo fare la stessa cosa: non lasciarci vincere dalle delusioni, dalle paure, ma aver fiducia nel seme. Se hai seminato amore e non vedi risultati, non spaventati, quel piccolo seme non può produrre zizzania; forse ci vorrà tempo, ma prima o poi produrrà amore.

     
     
 

Archivio