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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

DICEMBRE 2019

 

DOMENICA 1° DICEMBRE: 1^ DOMENICA DI AVVENTO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: San Procolo; Sant’Evasio; Sant’Eligio.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI, GESU', VIENI ACCANTO A NOI, E SPEZZA ANCORA IL PANE COME FACESTI UN DI'.

 

HANNO DETTO: Il vero atto della scoperta non consiste nel trovare nuovi territori, ma nel vedere con occhi nuovi. (Marcel Proust) 

SAGGEZZA POPOLARE: Noi non conosciamo le persone quando vengono da noi; dobbiamo andare noi da loro per sapere quel che sono.

UN ANEDDOTO: Durante un corso di predicazione a Lione, il principe degli oratori francesi, il grande Lacordaire, volle recarsi dal santo Curato d'Ars. La visita fece molto scalpore. «Sapete cosa maggiormente mi ha meravigliato? - disse allora il Vianney -. Che la dottrina più grande sia venuta a inchinarsi davanti alla più grande ignoranza. I due estremi si sono toccati». Le cose erano andate diversamente. Il tema dell'umile Curato era lo Spirito Santo; Lacordaire volle assistere alla predica, e, dopo aver ascoltato, esclamò estasiato: «Soltanto ora ho capito chi sia lo Spirito Santo!».

PAROLA DI DIO: Is 2,1-5; Sal 121; Rm 13,11-14a; Mt 24,37-44

 

Vangelo   Mt 24, 37-44

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Parola del Signore

 

VEGLIATE”

Il mondo attorno a noi corre, insegue progetti, desideri… anch’io, forse anche tu. Partecipiamo al gioco: corriamo a ci affanniamo ogni giorno… dietro ad una illusione che prima o poi ci chiederà il conto. La vita è come un supermarket, riempi il carrello fin che puoi, ma alla fine devi passare alla cassa. Pessimismo? No, sano realismo: non c’è cosa più saggia che vivere nella realtà. Gesù vive nella realtà non si illude e non illude. Siamo all’altezza di ciò che ci accade? Della realtà che ci chiede di tenere i piedi per terra? Ci voleva Dio per riportare l’uomo all’essenziale. Questo significa “vegliare”. Guardare alla nostra vita con distacco e scegliere ciò che conta, ciò che resta. Ciò che resta chiede un prezzo subito, non si nasconde dietro un dito, ma dà anche la gioia ora. Gioia! Poter dire: sono pronto alla Tua venuta. Forse tutti abbiamo qualcosa da sistemare. Ecco il tempo opportuno!

 

 

LUNEDI’ 2 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Pietro Crisologo; San Ponziano.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, DI' SOLTANTO UNA PAROLA E SARO' GUARITO.

 

HANNO DETTO: Le grandi opere non si realizzano con la forza, ma con la perseveranza. (Samuel Johnson)

SAGGEZZA POPOLARE: Facile essere coraggiosi, a distanza di sicurezza.

UN ANEDDOTO: Un giorno chiesero a Giuseppe Lazzati di dare una definizione della santità che fosse convincente e av­vincente anche per i giovani di oggi. La santità è semplicemente qualcuno da amare - rispose.

PAROLA DI DIO: Is 4,2-6; Sal 121; Mt 8,5-11

 

Vangelo Mt 8, 5-11

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli». Parola del Signore

 

GLI VENNE INCONTRO UN CENTURIONE CHE LO SCONGIURAVA E DICEVA: «SIGNORE, IL MIO SERVO È IN CASA, A LETTO, PARALIZZATO E SOFFRE TERRIBILMENTE”.

L’Avvento ci invita ad una preghiera più profonda e sentita. Ci può aiutare in questo anche la figura del centurione. Quest’uomo, abituato al comando, invasore in un paese straniero ha un servo malato e si rivolge a Gesù. La sua richiesta è scarna come un ordine, direi più che altro, una constatazione di un fatto, ma anche un atto di fiducia profonda. La vera preghiera non ha formule, si serve delle parole che corrispondono alla persona e alle situazioni ma ha bisogno sempre di fiducia in Colui a cui ci si rivolge: io mi fido di te, non ti dico che cosa devi fare, non ti suggerisco i mezzi ma non dubito che Tu puoi tutto. Se qualche volta le nostre preghiere sono solo un borbottio di parole è proprio perché manchiamo di questa fiducia, ci fidiamo più delle formule che della Persona a cui ci rivolgiamo. La preghiera è Lui, tutto il resto è mezzo che può cambiare.

 

 

MARTEDI’ 3 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco Saverio; San Galgano; Sant’Abbone di Auxerre.

Una scheggia di preghiera:

 

OGGI SON PER ME I DONI DI DIO.

 

HANNO DETTO: La più bella e profonda emozione che possiamo provare è il senso del mistero; sta qui il seme di ogni arte, di ogni vera scienza. (Albert Einstein)

SAGGEZZA POPOLARE: Il troppo ha sempre finito per dar luogo all'opposto del desiderato.

UN ANEDDOTO: Un significativo racconto di Leonardo da Vinci: Il ragno ingannatore e il grappolo d'uva.Trovato il ragno uno grappolo d'uve, il quale per la sua dolcezza era molto visitato da api e diverse qualità di mosche, li parve aver trovato loco molto comodo al suo inganno. È calatosi giù per lo suo sottile filo, e entrato nella nova abitazione, lì ogni giorno, facendosi alli spiraculi fatti dalli intervalli de' grani dell'uve, assaltava, come ladrone, i miseri animali, che da lui non si guardavano. E passati alquanti giorni, il vendemmiatore còlta essa uva e messa coll'altre, insieme con quelle fu pigiato. E così l'uva fu laccio e 'nganno dello ingannatore ragno, come delle ingannate mosche.

PAROLA DI DIO: Is 11,1-10; Sal 71; Lc 10,21-24

 

Vangelo Lc 10, 21-24

Dal vangelo secondo Luca

In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono». Parola del Signore

 

BEATI GLI OCCHI CHE VEDONO CIÒ CHE VOI VEDETE”.

Questa beatitudine sembra non riguardarci, anzi noi guardiamo con una certa invidia a coloro che hanno potuto incontrare Gesù di persona. Invece questa beatitudine è proprio per noi. I nostri occhi vedono oggi le meraviglie dell’amore di Dio. Oggi noi viviamo i frutti della redenzione di Gesù. Oggi la Parola di Dio ci conforta e ci interpella; oggi i sacramenti ci danno la grazia. Oggi viviamo in una comunità di fratelli che è la Chiesa. Gesù in pratica ci dice: “Beati voi, fortunati voi se i vostri occhi sanno cogliere la grazia della salvezza, e se il vostro cuore sa gioire oggi della mia presenza e della mia grazia.

 

 

MERCOLEDI’ 4 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Barbara; San Giovanni Damasceno.

Una scheggia di preghiera:

 

GRANDI COSE HA FATTO IL SIGNORE PER NOI.

 

HANNO DETTO: Non ci può essere profonda delusione dove non c'è un amore profondo. (Martin Luther Jr. King)

SAGGEZZA POPOLARE: Senza reciprocità la riconciliazione mai si avrà.

UN ANEDDOTO: Nel periodo in cui Attila, re degli Unni, invadeva l’Italia, S. Leone Papa pregò per tre giorni e tre notti davanti ai Santi Apostoli Pietro e Paolo; poi disse ai suoi: “Chi vuole, mi segua”. Viaggiò fino al Mincio e qui affrontò Attila, il flagello di Dio. Il re degli Unni, appena visto il Papa, scese da cavallo, s’inchinò e gli disse di chiedergli quel che volesse. Leone disse: “Togli l’assedio da Aquileia, ridona la libertà ai prigionieri ed esci dall’Italia!” Il terribile Attila ubbidì, tra lo stupore dei suoi guerrieri, che così lo rimproverarono: “Tu vincitore del mondo, perché cedi di fronte ad un prete?” Attila rispose: “Ho ubbidito per il bene del popolo degli Unni. Quando il Papa mi parlava, io vedevo accanto a lui una figura maestosa e divina, che con sguardo terribile e braccio disteso mi indicava la via del ritorno! Come avrei potuto resistere a Dio?”

PAROLA DI DIO: Is 25,6-10a; Sal 22; Mt 15,29-37

 

Vangelo Mt 15, 29-37

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele. Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.  Parola del Signore

 

“E I DISCEPOLI GLI DISSERO: «COME POSSIAMO TROVARE IN UN DESERTO TANTI PANI DA SFAMARE UNA FOLLA COSÌ GRANDE.”

Quando Dio fa le cose le fa da Dio. Non si accontenta di poco. Ecco perché Isaia quando intravede la liberazione del suo popolo, la vede come un intero monte (quello di Sion) sul quale viene apparecchiata una ricchissima mensa a cui tutti possono partecipare, ed ecco perché il racconto delle moltiplicazioni dei pani ricalca questa profezia: un monte, dei prati, una folla di gente di cui il pastore ha commiserazione e cibo abbondante per tutti (se ne avanza ancora). Questo è il banchetto cui siamo chiamati, è il dono che ci viene preparato anche per questo Natale: il Figlio di Dio, l’immenso, che si dona a noi, che si incarna per farsi pane e parola per il nostro cammino. E l’enormemente grande del dono parte dall’enormemente piccolo. Per dare da mangiare a tutta quella gente, Gesù vuole avere bisogno della generosità di qualcuno. Per poter guarire gli ammalati, abbiamo sentito all’inizio del Vangelo di oggi, ha bisogno che qualcuno venga a portarli ai suoi piedi; per sfamare le folle ha bisogno che qualcuno rischi i pochi pani di sua proprietà. E la storia si ripete sempre. Provate a pensare se non è vero che tutte le volte in cui abbiamo avuto il coraggio di rischiare qualcosa di nostro per gli altri, Lui non ha fatto cose grandi in noi?

Dio fa davvero ‘cose grandi’, come dice Maria nel ‘magnificat’, ma per farle ha bisogno di me e di te, ha bisogno che mettiamo nelle sue mani quei pochi pani e pesci che abbiamo; dobbiamo smetterla di conservarli gelosamente per un ipotetico domani, lasciandoli così ammuffire: se li diamo ce ne sarà per tutti, in abbondanza.

 

 

GIOVEDI’ 5 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Dalmazio; San Basso; Beato Filippo Rinaldi.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, SIGNORE SEI MIO SCUDO, MIA DIFESA, ROCCIA DEL MIO RIPARO.

 

HANNO DETTO: Quando sono caritatevole è solo Gesù che agisce in me. (Teresa di Lisieux)

SAGGEZZA POPOLARE: Un estraneo è solo un amico che ancora non si conosce.

UN ANEDDOTO: Per l’apertura dell’Anno Santo del 1775 ad Osimo, nelle Marche, si era organizzata una magnifica processione. In testa procedeva la Croce, ai lati due chierichetti con bei candelieri d’argento. Questi due inservienti — uno si chiamava Annibale della Genga, l’altro Francesco Saverio dei Castiglioni, non si sa perché, ad un certo punto si misero a litigare, con tale vivacità che dalle parole si passò ai fatti, dinanzi a tutto il corteo. I due rivali, in mancanza d’altro, duellarono con i candelieri. Nonostante il pronto soccorso della gente il povero Annibale ricevette un colpo così forte sulla testa, da essere messo subito fuori combattimento. Cinquant’anni dopo, guarda caso, Annibale della Genga, diventato Papa Leone XII riceve dal cardinale Gran Penitenziere Francesco Saverio dei Castiglioni, il martello d’argento con il quale dà il primo colpo per l’atterramento della porta di S. Pietro in Vaticano, che segna l’apertura dell’Anno Santo 1825. Il Papa, guardandolo e sorridendo, gli disse: — Signor Cardinale, cinquant’anni fa, in un’occasione simile mi offriste con minor grazia un altro strumento d’argento! Me lo ricordo bene, Santo padre, — rispose il cardinale tutto confuso —, ma spero che Vostra Santità mi abbia da tempo perdonato! Cinque anni più tardi, Leone XII moriva piamente; e gli succedeva come papa il card. Francesco Saverio dei Castiglioni, con il nome di Pio VIII. Sono veramente belli gli ‘scherzi della Provvidenza’!

PAROLA DI DIO: Is 26,1-6; Sal 117; Mt 7,21.24-27

 

Vangelo Mt 7, 21.24-27

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Parola del Signore

 

“PERCIÒ CHIUNQUE ASCOLTA QUESTE MIE PAROLE E LE METTE IN PRATICA, SARÀ SIMILE A UN UOMO SAGGIO, CHE HA COSTRUITO LA SUA CASA SULLA ROCCIA.”

Molto spesso, in questi ultimi anni, parlando con la gente, mi è capitato di sentire quanto profonda sia, specialmente in certi nonni e genitori, l’ansia per il domani dei propri figli e nipoti. E la preoccupazione di molti è che non ci sono sicurezze, valori sicuri su cui fondare una vita e a cui ancorarsi nei momenti difficili. "Noi, in fondo, avevamo dei valori a cui credere, delle strutture sociali, magari corrotte, ma garantiste, una Chiesa, magari padrona e intransigente ma con risposte sempre chiare e definitive, un futuro magari buio ma che offriva speranze di miglioramento… oggi, invece, sono caduti capitalismi e socialismi, c’è la più grande incertezza nel lavoro, tutto si fonda sull’effimero, non c’è speranza di un domani migliore, perfino la Chiesa è cambiata, certe cose che sembravano immutabili non esistono più c’è la massima incertezza in tutto e, allora, si ha l’impressione di costruire sulla sabbia”. Specialmente nelle epoche più tormentate della sua storia, l’uomo va in cerca di sicurezza e di punti di riferimento e, spesso, quando non trova qualcosa di vero, costruisce queste sue sicurezze sull’immaginario con il rischio che tutta la successiva costruzione, al primo cedimento, crolli. L’unica roccia su cui fondare con sicurezza è Dio, l’immutabile, il fedele. E, attenzione!

Non confondiamo Dio con le Chiese. Esse dovrebbero essere le legittime rappresentanti di Dio sulla terra, ma essendo tante e ciascuna rivendicante di essere l’unica, la vera, proprio per questo lasciano già dei dubbi. Poi le Chiese essendo fatte di uomini portano in sé la debolezza del tempo, della mobilità, del cambiamento; nulla ci scandalizzi di un pensiero teologico che muta nel tempo, di formule morali che trovano applicazioni diverse: sono cose che fanno parte del tempo e portano la crosta dei difetti degli uomini. Solo Dio non muta ma è sempre nuovo, è fedele senza essere conservatore, è rivelazione e mistero contemporaneamente, è Giustizia e Misericordia. Ecco dove avere il punto di riferimento, la roccia su cui costruire e costruire insieme, ed ecco, allora, anche la Chiesa. E anche i ragazzi di oggi, bombardati da mille voci che vogliono acchiapparli per mille motivi diversi, se sanno cercare un po’ più a fondo della superficie, la roccia la possono trovare, quella roccia che non delude.

 

 

VENERDI’ 6 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Nicola, Vescovo; San Bonifacio, martire; Santa Asella di Roma.

Una scheggia di preghiera:

 

SEI LA MIA LUCE, SEI LA MIA SALVEZZA, SEI LA MIA GIOIA, ALLELUIA!

 

HANNO DETTO: Coloro che hanno a lungo goduto dei privilegi di cui noi godiamo, col tempo dimenticano che per conquistarli sono morti degli uomini. (Franklin D. Roosvelt)  

SAGGEZZA POPOLARE: Ogni uscita è un'entrata verso un altro posto.

UN ANEDDOTO: Quando Martin Lutero era triste e abbattuto, si consolava con questa sola parola: "Vive!". Spesso scriveva questa parola col gesso "Vive! Vive!" e la tracciava anche sulle porte e sulle pareti. Un giorno a chi gli chiedeva il significato di quella parola, rispose: "Gesù vive e se non vivesse, non vorrei vivere io stesso un'ora di più! Ma poiché Egli vive, vivremo anche noi per Lui". Martin Lutero un giorno disse: "Se qualcuno picchia alla porta del mio cuore e domanda: Chi abita qui? Io rispondo: Gesù qui abita, non più io Martin Lutero!".

PAROLA DI DIO: Is 29,17-24; Sal 26; Mt 9,27-31

 

Vangelo Mt 9,27-31

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!». Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione. Parola del Signore

 

I CIECHI GLI SI AVVICINARONO E GESÙ DISSE LORO: «CREDETE CHE IO POSSA FARE QUESTO?”.

Il profeta Isaia, proprio nella prima lettura della messa di oggi ci ha ricordato che uno dei segni per riconoscere il tempo del Messia, saranno i ciechi che torneranno a vedere.

Quanto è brutto il buio, quanto può essere triste non vedere la luce, i colori, i volti, ma quanto sono anche tristi e difficili quei periodi della vita in cui non si vede più chiaro: “Perché vivo? Che senso ha la sofferenza?”, in cui i sentimenti sono feriti, l’amicizia e l’amore sviliti, nei quali magari la sofferenza fisica o morale sembra aver spenta ogni speranza. Gesù, colui che viene, è la luce del mondo. Ma è anche una luce che dobbiamo desiderare e accendere noi. I due ciechi della parabola urlano il loro desiderio di guarire e di vederci. Sanno o intuiscono che riacquistare la vista significherà cambiare il proprio stato di vita, sanno che forse vedranno anche delle cose poco belle, ma desiderano la luce e allora si accostano a Gesù, schiacciano l’interruttore che permette al Maestro di fare il miracolo, di inondarli di luce. Spesso mi chiedo: “Io sono uno che ci vede, che ci vede male o che sono cieco?” Qualcosa ho visto, molto non comprendo e spesso vedo sbagliato. Ma ho davvero voglia di vederci chiaramente o in fondo questa penombra mi piace perché così ho sempre pronta una scusa per non impegnarmi? Se Gesù oggi mi dicesse: “Vuoi davvero vederci chiaro e credi che io possa farlo?”. Con onesta che cosa risponderei? E poi, una volta sanato avrei il coraggio di mollare le vecchie abitudini per andare in giro ad annunciare colui che è la luce di ogni uomo?

L’avvento serve anche a fare di questi esami di coscienza. Ma, mi raccomando, che non siano solo o per sentirci buoni o per piangerci addosso, ma possibilmente per convertirci almeno un po’.

 

 

SABATO 7 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ambrogio, vescovo e dottore della Chiesa; San Claudio, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

PIETA', SIGNORE, DEL TUO POPOLO.

 

HANNO DETTO: Accingerci a risollevare qualcuno da terra: è il solo motivo che ci autorizza a guardare qualcuno dall'alto in basso. (Jesse Jackson)

SAGGEZZA POPOLARE: Metti ordine nella tua casa ed il mondo tornerà ordinato.

UN ANEDDOTO: Il Vescovo Teodoreto racconta che sua madre, avendo male ad un occhio, andò a trovare un santo anacoreta che dimorava nei pressi di Antiochia, pregandolo di guarirla.

Era una donna ancora giovane e mondana. Prima di guarire il corpo, il santo anacoreta volle guarirne l'anima. Le parlò allora così: - Che ne dite di questa cosa: un pittore molto abile esegue un ritratto; sopravviene un apprendista e ritocca l'opera del suo maestro: allunga le sopracciglia, cambia colore alla pelle, trucca il viso di bianco e di rosso. Voi che pensate, non avrebbe ragione l'autore di adirarsi con il presuntuoso ignorante? Mia madre, aggiungeva Teodoreto, capì la lezione e da allora smise ogni lusso di vesti e ogni trucco.

PAROLA DI DIO: Is 30,19-21.23-26; Sal 146; Mt 9,35-38 – 10,1.6-8

 

Vangelo Mt 9, 35-10,1.6-8

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!». Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date». Parola del Signore

 

“VEDENDO LE FOLLE NE SENTI’ COMPASSIONE, PERCHE’ ERANO STANCHE E SFINITE, COME PECORE SENZA PASTORE”.

Gesù vede, allora come oggi, massa di poveri: sono il suo popolo, sono coloro per i quali è venuto a dare la vita, e allora lascia andare il suo cuore in un sospiro di compassione. Ma noi sappiamo che la compassione per Gesù non è mai solo un sentimento, per Lui sentire compassione e agire sono un tutt’uno, ed ecco come Gesù concretizza:

·         Preghiera: davanti all’impotenza, non perdete la vostra fiducia. Non avete nulla ma avete Dio dalla vostra parte.

·         Gesù non solo prega col suo popolo perché vi siano operai per il suo Regno, ma subito ne manda dodici, cioè tutti i suoi.

Attenzione a quando leggiamo questa pagina e subito pensiamo alla carenza di sacerdoti o all’opera dei missionari che partono per andare a battezzare il negretto. Qui, Gesù ne aveva dodici e dodici ne manda. Per Gesù la vocazione non è questione di gradi della gerarchia (il popolo, di capi che comandano non ne ha bisogno, ne ha già fin troppi), ma è un impegno che ogni credente deve sentire proprio.

Gesù dà dei poteri concreti da esercitare a favore del popolo:

·         Scacciare i demoni, cioè lottare per liberare dalle catene del male e del maligno. Non sarà, oggi, ad esempio, l’impegno cristiano per una politica più giusta, per una liberazione dagli sfruttamenti economici e morali?

·         Guarire ogni sorta di malattie. Non sarà farsi ultimi con gli ultimi, mettendosi dalla parte di coloro che non hanno diritti?

·         Annunciare il Regno. E qui mi ha sempre colpito che il sunto della predicazione è brevissimo: “Predicate che il Regno dei cieli è vicino”. Poche parole, tanto esempio; prediche corte ma solidarietà in abbondanza.

 

 

DOMENICA 8 DICEMBRE: 2^ DOMENICA DI AVVENTO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: San Macario, eremita; Beata Chiara da Foligno.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI GESU', VIA, VERITA' E VITA.

 

HANNO DETTO: La Vergine si rivolge a noi dicendo: 'Abbi il coraggio di osare con Dio! Provaci! Non aver paura di Lui! (...) Compromettiti con Dio, allora vedrai che proprio con ciò la tua vita diventa ampia ed illuminata, non noiosa, ma piena di infinite sorprese, perché la bontà infinita di Dio non si esaurisce mai!'. (Benedetto XVI)

SAGGEZZA POPOLARE: Errare e non correggersi significa veramente errare. (massima cinese)

UN ANEDDOTO: Ad un giovane che gli chiedeva: “Che cosa devo fare per essere d'aiuto?”. Don Giussani rispose: Oh, non lo so. Lo scopriremo. La cosa importante è il tuo sì. La Nostra Signora ha detto sì senza sapere precisamente cosa sarebbe accaduto. Questo è tutto ciò che possiamo fare: dire sì.

PAROLA DI DIO: Is 11,1-10; Sal 71; Rm 15,4-9; Mt 3,1-12

 

Vangelo Mt 3,1-12 

Dal vangelo secondo Matteo

In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!». E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Parola del Signore

 

“CONVERTITEVI, PERCHÉ IL REGNO DEI CIELI È VICINO!”

Non bada alla forma Giovanni. Vestito di peli di cammello con una cintura ai fianchi. Figura di altri tempi. La sua, una modalità non consona ai nostri clichè. Eppure giunge a noi dall’ultimo profeta, qualcosa di stranamente attuale, vivo. Egli grida in fondo una sola cosa: sii autentico! Chi non desidera esserlo? In fondo tutti lo desideriamo! È solo così, ammettendo la verità di noi stessi che possiamo incontrare la “Verità che viene” a noi col Natale. Gesù non ci chiede la perfezione come noi la intendiamo. Vuole entrare in dialogo con noi. È amico che ama intrattenersi con noi e tra amici le maschere non servono, cadono… sotto i colpi della fiducia e dell’amore. Convertirsi allora, è credere a questa fiducia e mettersi a nudo davanti a Lui e lasciandosi ridire la propria personalissima verità, da Lui che è la Verità.

 

 

LUNEDI’ 9 DICEMBRE: IMMACOLATA CONCEZIONE B.V.M.

Una scheggia di preghiera:

 

AVE MARIA, PIENA DI GRAZIA.

 

HANNO DETTO: Siamo tutti nati nel fango, ma alcuni di noi guardano alle stelle. (Oscar Wilde)

SAGGEZZA POPOLARE: Non è mai tardi per riconoscere di essersi sbagliati.

UN ANEDDOTO: Un giorno un uomo camminava in una foresta, e vide un uccellino che dormiva appoggiato sul dorso... l'uomo si avvicinò all'uccellino e disse: Perché stai dormendo appoggiato sul dorso? Così te lo ferirai. L'uccellino rispose: Oggi ho sentito che Dio lascerà cadere il cielo sulla terra e io sto cercando di proteggere la terra. L'uomo rise. Parli seriamente? Stai cercando di proteggere le terra con i tuoi piccoli piedi!  L'uccellino rispose: Io voglio fare del mio meglio!

PAROLA DI DIO: Gen 3,9-15.20; Sal 97; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38

 

Vangelo Lc 1,26-38

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. Parola del Signore

 

“RALLEGRATI, PIENA DI GRAZIA: IL SIGNORE È CON TE”

La liturgia riprende oggi la festa dell’Immacolata presentandocela come modello. Infatti Dio, preservando Maria dal peccato vuol dire che anche noi abbiamo la possibilità di vittoria sul peccato, grazie a Gesù che ci salva. Maria è la “graziosa”, la piena di Grazia, ma quella Grazia viene offerta a ciascuno di noi ogni giorno. Sono i doni di Dio dati attraverso Gesù che ci chiama ad essere “santi e immacolati al suo cospetto”, in quanto santificati da Lui, ricostruiti da Lui nella nostra immagine e somiglianza di Dio. Maria, a braccia aperte, accoglie questo dono e può farlo perché è vuota di sé stessa, ha buttato tutto nelle mani di Dio che la riempie di sé stesso. Se noi avessimo la fiducia di buttare in Dio noi stessi, di svuotarci di tante inutili preoccupazioni, Dio ci farebbe “graziosi”, pieni della sua Grazia.

 

 

MARTEDI’ 10 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Eulalia, martire; San Milziade, Papa.

Una scheggia di preghiera:

 

IL SIGNORE È IL MIO PASTORE, NON MANCO DI NULLA.

 

HANNO DETTO: Credo ad un saggio quando gli ho sentito dire tre volte "dubito" e due volte "non so". (Alphonse Karr)  

SAGGEZZA POPOLARE: Oggi è il primo giorno del resto della tua vita, non sprecarlo.

UN ANEDDOTO: S. Teresa di Gesù (d’Avila) aveva ricevuto dal Signore una fede così viva, che quando sentiva da altri che avrebbero desiderato vivere al tempo in cui Gesù visse sulla terra, rideva tra sé: infatti le sembrava che, possedendo nell’Eucaristia lo stesso Gesù, non vi fosse altro da desiderare.

PAROLA DI DIO: Is 40,1-11; Sal 95; Mt 18,12-14

 

Vangelo Mt 18, 12-14

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda». Parola del Signore

 

“È VOLONTÀ DEL PADRE VOSTRO CHE È NEI CIELI, CHE NEANCHE UNO DI QUESTI PICCOLI SI PERDA”.

Vedendo in Dio un giudice severo, siamo a volte portati a pensare a colui che vuole condannare. Dio invece è colui che vuole salvare. Quale padre gioirebbe nel vedere suo figlio messo in prigione solo perché è stato cattivo? O quale padre non farebbe di tutto per un figlio che è su una cattiva strada? Dio fa di tutto per la nostra gioia, per salvarci si è addirittura fatto uomo in suo Figlio, ci ha dato un sacramento del perdono per poter continuare a dirci: “Mi fido ancora di te, nonostante tutto”. Certo, non dobbiamo abusare della sua misericordia per fare i nostri comodi, ma sapendo la sua bontà non dobbiamo neppure mai disperare per la nostra salvezza.

 

 

MERCOLEDI’ 11 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Damaso, papa; San Daniele stilita

Una scheggia di preghiera:

 

CUORE DI GESU', NELLE TUE PIAGHE NASCONDIMI.

 

HANNO DETTO: Non tocca a noi dominare tutte le maree del mondo, il nostro compito è di fare il possibile per la salvezza degli anni nei quali viviamo, sradicando il male dai campi che conosciamo. (J.R. Tolkien)

SAGGEZZA POPOLARE: Bene per male è carità, male per bene è crudeltà.

UN ANEDDOTO: Rilevava santa Teresa d’Avila in un suo scritto che il Redentore, accolto come un vincitore in Gerusalemme, dopo tanti clamori ed osanna. non trovò alcuno che l’ospitasse nella Città Santa e ritornò a Betania per passarvi la notte. Battere le mani, acclamare in mezzo ad una folla osannante è facile, compromettersi personalmente è rischioso, è tipico solo degli amici veri.

PAROLA DI DIO: Is 40,25-31; Sal 102; Mt 11,28-30

 

Vangelo Mt 11, 28-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore

 

“IMPARATE DA ME, CHE SONO MITE E UMILE DI CUORE”

Imparare da Gesù significa fare come Lui e così diventare come Lui. Quando si è attaccati, non agire per vendetta, quando si è desolati, non lasciarsi guidare dallo scoraggiamento…

Come riuscirci? Guardando a ciò che conta nella vita, concentrandosi sull’essenziale: stare con Lui, seguirlo, vivere della gioia dell’incontro con Lui; consapevoli che su questa strada faticosa Lui ci ha preceduto e con la sua vita c’indica i passi da compiere. È il Maestro di vita perché l’ha vissuta fino in fondo. Per chi sono valide queste parole? Per tutti, nessuno escluso, nessuno è estraneo alla sua Logica noi e gli altri.

 

 

GIOVEDI’ 12 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Memoria della Beata Vergine Maria di Guadalupe; Santa Giovanna Francesca di Chantal.

Una scheggia di preghiera:

 

SOLO CON TE, SIGNORE, POTRO' VINCERE IL MALE.

 

HANNO DETTO: La maggiore minaccia per la libertà non sta nel lasciarsela togliere - perché chi se l'è lasciata togliere può sempre riconquistarla -, ma nel disimparare ad amarla. (Georges Bernanos)

SAGGEZZA POPOLARE: Le feroci aquile non generano mai una pacifica colomba. (detto Latino)

UN ANEDDOTO: Già ai tempi di Agostino i suoi discepoli si lamentavano con il maestro, dicevano: "I tempi sono difficili". Ricordiamo tutti la risposta molto forte di Agostino: "Vivete bene e muterete i tempi".

PAROLA DI DIO: Is 41,13-20; Sal 144; Mt 11,11-15

 

Vangelo Mt 11,11-15 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse alle folle: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!».  Parola del Signore

 

“DAI GIORNI DI GIOVANNI BATTISTA FINO AD ORA, IL REGNO DEI CIELI SOFFRE VIOLENZA E I VIOLENTI SE NE IMPADRONISCONO”.

Molti vorrebbero che la conquista del Regno di Dio fosse come una tranquilla passeggiata. Di certo Gesù non è per la violenza. Egli è la pace di Dio con gli uomini. Lui stesso non userà mai violenza. È sempre proposta, mai imposizione. Preferirà morire piuttosto che difendersi con potenza. Eppure dice che bisogna usare violenza per entrare nel suo Regno. Ma quale violenza? Quella che dobbiamo fare contro noi stessi, contro il nostro egoismo. Non è forse violenza”, dura prova, cambiare mentalità, passare dal materialismo al dono per gli altri, fare scelte di volontariato, accettare di essere presi in giro per la fede?

Giovanni Battista ha realizzato questo, ma ci ha rimesso la testa, Gesù è salito sulla croce e noi vorremmo entrare nel Regno attraverso un’autostrada? Ricordiamoci che la porta stretta, quella in cui si fa fatica ad entrare, e la porta del Regno.

 

 

VENERDI’ 13 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Lucia; Sant’ Antioco.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, CHE LA TUA VENUTA E I TUOI DONI NON CADANO INVANO.

 

HANNO DETTO: Ciascuno manifesti con fiducia all'altro le sue necessità, poiché se la madre nutre e ama il suo figlio carnale, con quanto più affetto uno deve amare e nutrire il suo fratello spirituale? (San Francesco d'Assisi)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando il mare è calmo, ognuno può far da timoniere.

UN ANEDDOTO: Per salvare i ragazzi come ero io non bastano i progetti sociali: in Brasile ce ne sono tanti; la mia vita è cambiata il giorno che qualcuno mi ha guardato per la prima volta con un'umanità grande: non vedeva la povertà, vedeva i doni che avevo dentro di me e mi guardava come uno che ha fiducia in me. (Dinho, ora adulto ma nei primi anni ottanta bambino tra le palafitte di Novos Alagados, terrificante favela metà sull'acqua e metà sulla terraferma poco distante da Salvador Bahia)

PAROLA DI DIO: Is 48,17-19; Sal 1; Mt 11,16-19

 

Vangelo Mt 11, 16-19

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie». Parola del Signore

 

“VI ABBIAMO SUONATO IL FLAUTO E NON AVETE BALLATO, ABBIAMO CANTATO UN LAMENTO E NON AVETE PIANTO”.

Succedeva all’epoca di Gesù come succede nella nostra: ci sono persone mai contente e incapaci di vedere il bene e di saper cogliere il positivo degli altri. Era venuto Giovanni Battista con un messaggio impegnativo di conversione, ed ecco che molti lo avevano giudicato guardandolo dall’alto e, scuotendo la testa avevano detto: “E’ un pazzo!”. È venuto Gesù, ed ecco subito chi ha da dire: “Ma può un maestro, mandato da Dio, andare con i pubblici peccatori?”. Ma, intanto, le proposte di Giovanni e di Gesù per queste persone sono cadute nel vuoto.

Anche noi spesso cerchiamo scuse, tranciamo giudizi, ci mascheriamo per non sentirci impegnati davanti al messaggio di Gesù. Non è forse vero che molti dicono: “Ma se neanche i preti mettono in pratica ciò che predicano, dovrei essere proprio io a farlo?” Altri poi dicono che perdonare è da stupidi, che dare ai poveri è come mettere l’acqua in un colabrodo, che Dio è importante ma senza denaro non si vive quindi: Dio al suo posto e il denaro in tasca. E quando facciamo così con la novità del Vangelo, i suoi valori ci passano vicino ma non ci toccano. Le parole di Gesù sono sempre per altri e scorrono su di noi come l’acqua sulla pietra. Dobbiamo uscire da queste ambiguità. Specialmente in questo tempo di Avvento se non vogliamo anche noi ridurre il Natale ad una tradizione o ad una festa consumistica, dobbiamo lasciarci toccare dalla parola del Signore, dobbiamo pensare che la sua parola è prima di tutto per me.

 

 

SABATO 14 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni della Croce; San Pompeo vescovo; Sant’Agnello abate.

Una scheggia di preghiera:

 

SPIRITO DI DIO SCALDA CIO' CHE È GELIDO.

 

HANNO DETTO: I due sostegni più forti a reggervi e camminare per la strada del Cielo sono i Sacramenti della Confessione e Comunione. Perciò riguardate come gran nemico dell'anima vostra chiunque cerca di allontanarvi da queste due pratiche di nostra santa religione. (Don Bosco)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando fa buio anche l'aquila ha bisogno della sua casa. (proverbio Valdostano)

UN ANEDDOTO: C'è un episodio, nella vita di madre Teresa, che sconvolge molte idee e lascia pensosi. Forse uno degli episodi—chiave per capire questa figura.

Durante una notte passata nella stazione di Howrah, a Calcutta, verso mezzanotte quando i treni sono tutti fermi per qualche ora, arrivò una poverissima famiglia che veniva di solito a dormire. alla stazione. Erano una madre e quattro figli, dai cinque agli undici anni. La madre era una buffa, piccola cosa avvolta in un sari bianco di cotone, sottile per quella notte di novembre, con i capelli rasi a zero, stranamente per una donna. Aveva con sé dei recipienti di latta, qualche straccetto e dei pezzi di pane, tutto quanto possedeva per sé e per i suoi figli. Erano mendicanti. La stazione era la loro casa. I bambini, tre ragazze e un bimbo che era il più piccolo, erano come la madre pieni di vivacità. A quell'ora, in piena notte, sedettero tutti su un marciapiede della stazione presso le rotaie, vicino ad altre innumerevoli famiglie e mendicanti solitari che già dormivano tutt'intorno, e fecero il loro pasto serale di pane secco, probabilmente quanto era avanzato a un rivenditore che verso sera lo aveva ceduto a un prezzo bassissimo. Ma non fu un pasto triste. Essi parlavano, ridevano e scherzavano. Sarebbe difficile trovare una riunione di famiglia più felice di quella. Quando il breve pasto fu finito, andarono tutti a una pompa con grande allegria, si lavarono, bevvero e lavarono i loro recipienti di latta. Poi stesero con cura i loro stracci per dormire vicini, e un pezzo di lenzuolo per coprirsi tutti. E fu allora che il ragazzino fece qualcosa di assolutamente meraviglioso: si mise a danzare. Saltava e rideva fra i binari, rideva e cantava sommesso con incontenibile gioia. Una simile danza, in una simile ora, in così assoluta miseria! Madre Teresa ha affermato tante volte che per noi occidentali, tristi nella nostra ricchezza, rintanati nelle nostre lussuose caverne, il povero è un "profeta". Pur nella miseria dove la nostra economia l'ha esiliato, egli ci insegna dei valori grandi che noi abbiamo dimenticato: l'amore per gli altri, la gioia che nasce dal gustare le piccole cose, l'amicizia, la capacità di entusiasmarsi per qualche cosa.

PAROLA DI DIO: Sir 48,1-4.9-11; Sal 79; Mt 17,10-13

 

Vangelo Mt 17, 10-13

Dal vangelo secondo Matteo

Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista. Parola del Signore.

 

“ELIA È GIA’ VENUTO E NON LO HANNO RICONOSCIUTO, ANZI L’HANNO TRATTATO COME HANNO VOLUTO, COSI’ ANCHE IL FIGLIO DELL’UOMO DOVRA’ SOFFRIRE PER OPERA LORO”.

Gesù parla di Elia, quel profeta tanto caro al popolo di Israele, al punto che pensavano dovesse tornare prima della venuta del Messia; e paragonavano anche Elia al fuoco che brucia, purifica, riscalda, rincuora, illumina. Ma si può stare vicino al fuoco senza lasciarci toccare da esso. Quante volte ascoltiamo la Parola di Dio senza lasciarci cambiare dentro da essa, quante volte vediamo la verità ma preferiamo volgere altrove il nostro sguardo; quante Comunioni Eucaristiche ci hanno lasciato con una preghiera sulle labbra ma con una vita indifferente. Anche in questo Avvento c’è l’opportunità di lasciarci purificare dal fuoco della Parola di Dio che ci aiuta a far emergere la fede dalle esteriorità e dalle falsità, che riscalda il nostro cuore, che illumina i nostri occhi per vedere il Signore che viene nei nostri fratelli, che ci rincuora nel nostro faticoso cammino quotidiano.

 

 

DOMENICA 15 DICEMBRE: 3^ DOMENICA DI AVVENTO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Cristiana; Sant’Adalbertone.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, NON CI ABBANDONARE NEL MOMENTO DELLA TENTAZIONE.

 

HANNO DETTO: Noi siamo ragazzi e non possiamo giudicare delle cose di Dio: lasciamo dunque fare a Lui. (San Giuseppe Benedetto Cottolengo)

SAGGEZZA POPOLARE: La felicità e l'arcobaleno non si vedono mai sulla propria casa, ma soltanto su quella degli altri. (proverbio Tedesco)

UN ANEDDOTO: S. Teresa era piccina, quando, dopo essersi confessata, porse al sacerdote la sua coroncina per farla benedire. Riferisce: "Era sera; giunta sotto un lampione mi fermai e, traendo di tasca la corona allora benedetta, la girai e rigirai per tutti i versi". Voleva guardare "com'è fatta una corona benedetta". Ingenuità, ma non priva di significato. Amava recitare il Rosario con la cugina Maria durante il passeggio, "contando però sulle dita, per non far vedere la loro devozione al pubblico spesse volte indiscreto". Divenuta carmelitana, una luce particolare le fa comprendere le straordinarie ricchezze di questa preghiera: "Col Rosario dice si può ottenere tutto. Secondo una graziosa immagine, esso è una lunga catena che lega il cielo alla terra; una delle estremità è nelle nostre mani e l'altra in quelle della S. Vergine. Finché il Rosario sarà recitato, Dio non potrà abbandonare il mondo, perché questa preghiera è potente sul suo cuore. Essa è come il fermento che può rigenerare la terra. La dolce Regina del Cielo non può dimenticare i suoi figli che, senza interruzione, ripetono le sue lodi. Il Rosario sale come incenso ai piedi dell'Onnipotente. Maria lo rinvia subito come una benefica rugiada, che viene a rigenerare i cuori. Non c'è preghiera che sia più gradita a Dio del Rosario".

PAROLA DI DIO: Is 35,1-6a.8a.10; Sal 145; Gc 5,7-10; Mt 11,2-11

 

Vangelo Mt 11, 2-11

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. È beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”. In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui». Parola del Signore

 

SEI TU COLUI CHE DEVE VENIRE O DOBBIAMO ASPETTARE UN ALTRO?”

Noi, quando raccontiamo la storia di qualche santo o presunto tale, raccontiamo solo le cose belle, edificanti, specialmente quelle miracolose e se per caso ci imbattiamo in qualche ombra o in qualche gesto a noi non troppo chiaro e consono, siamo portati a nasconderlo, a metterlo in secondo piano. Non è così nei Vangeli. Gesù fa l'elogio del Battista e dice che non è mai nato nessuno come lui proprio nel momento in cui Giovanni è in prigione, ha dei dubbi, sta per finire ingloriosamente a causa di un re cupido e pauroso. Giovanni ha predicato la venuta di un Messia potente, che vaglierà le persone come il contadino che separa la pula dal grano, che brucerà la pula. Ora lui è in prigione, la sua testa sta per cadere a causa della danza del ventre di una ragazzina viziosa e sente che quel Gesù che lo Spirito gli ha fatto indicare come Messia non mette mano a spade, non lancia fulmini contro i potenti e i cattivi, parla di misericordia e di perdono, annuncia un Dio Padre, ben diverso dal Dio degli eserciti della Bibbia. “Non avrò sbagliato tutto? Non mi sarò ingannato e diventato ingannatore?”. E fa chiedere a Gesù se lui sia proprio il Messia. Grazie Giovanni Battista, Grazie Gesù, Grazie evangelisti perché mi aiutate a capire che tutti i miei dubbi, le paure, non sono un peccato, un qualcosa che mi allontana da Dio, un qualcosa contrario alla santità, ma se utilizzati bene sono il fondamento della fede.

 

 

LUNEDI’ 16 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Adelaide, regina; Sant’Adone da Vienne; Santa Albina martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AIUTAMI AD ENTRARE NEL MISTERO E A FIDARMI DI TE.

 

HANNO DETTO: Lavora, se non per altro, per fare in modo che il diavolo ti trovi sempre occupato. (San Girolamo)

SAGGEZZA POPOLARE: Ciascuno di noi porta un pazzo sotto il mantello, solo che qualcuno lo dissimula meglio degli altri. (proverbio Sudanese)

UN ANEDDOTO: Il romanziere Tolstoj narra che un proprietario terriero volle ricompensare un suo anziano dipendente, da 50 anni al suo servizio. Gli disse: Domani cammina per i miei possedimenti: tutto il terreno su cui poserai i tuoi piedi nello spazio di un’alba e di un tramonto, diventerà tuo”. L’anziano servitore, 70 anni, quella notte non dormì: camminò, si affannò, inciampò, allontanò i parenti che invano cercavano di calmarlo. Continuò a trascinarsi, sempre più sfinito; infine si lasciò cadere e mori. Questo servo, che era stato così fedele, ora rivelava un animo gretto, attaccato alle cose che non aveva potuto possedere. E gli bastò qualche metro di terra per la sua sepoltura.

PAROLA DI DIO: Nm 24,2-7.15-17b; Sal 24; Mt 21,23-27

 

Vangelo Mt 21, 23-27

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?» Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose». Parola del Signore 

 

“CON QUALE AUTORITÀ FAI QUESTE COSE? E CHI TI HA DATO QUESTA AUTORITÀ?”.

Dare fiducia ad una persona certamente non è una cosa facile. Accettarne poi l’autorità è ancora più difficile, perché ci coinvolge di persona. Davanti poi a tutto quello che si presenta “come autorità”, siamo dubbiosi, la storia sia civile che religiosa ci ha fatto capire che non tutto quello che viene imposto come autorità è sempre il bene di tutti ma spesso la ricerca di potere di qualcuno. Eppure Gesù ci parla con autorità; dice di essere Figlio di Dio, compie miracoli... Ma sarà davvero il Figlio di Dio? I suoi segni sono miracoli o casi di autosuggestione collettiva? Il suo insegnamento viene da Dio o è frutto di una riflessione storica di un determinato popolo sfociata in una grande personalità? Sono domande che da secoli uomini semplici e uomini di cultura si sono fatti ed anche noi in certi momenti possiamo farci. Gesù non risponderà direttamente a queste domande che gli pongono anziani e sacerdoti. Lui si presenta a loro e a noi così, con la sua parola, con i suoi segni, con il suo mistero e con la sua vita donata: è una proposta ragionevole ma misteriosa; non si impone a nessuno. Chiede la nostra fiducia. Se noi, pur in mezzo a dubbi e paure, facciamo questo passo scopriamo la sua presenza che illumina il senso della nostra vita, ci fa scoprire Dio e ci accompagna verso l’Eternità che lui stesso ci ha meritato e che il Padre ha pensato per noi da sempre.

 

 

MARTEDI’ 17 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Lazzaro; San Floriano.

Una scheggia di preghiera:

 

CREDO IN TE, GESU', VERO DIO E VERO UOMO.

 

HANNO DETTO: Non l'abbondanza del sapere sazia e soddisfa l'anima, ma il sentire e gustare le cose interiormente. (S. Ignazio di Loyola)

SAGGEZZA POPOLARE: Il leopardo non perde le chiazze del padre. (proverbio Macua)

UN ANEDDOTO: Tolstoi, imbattutosi in un agente di questura, che trascinava in prigione un povero contadino, gli chiese a bruciapelo: - Sai leggere? - Si. - Hai letto la Sacra Scrittura?  -L'ho letta. - Ebbene, ricordati che essa ci ordina di amare il prossimo come noi stessi. L'agente, riprendendosi dal disorientamento causato dal tono perentorio del vegliardo, passò subito all'attacco: - Lei sa leggere? - Si. - Ha mai letto il regolamento di polizia? - No. - Ebbene, lo legga e poi verrà ad insegnarmi il mio mestiere.

PAROLA DI DIO: Gen 49,2.8-10; Sal 71; Mt 1,1-17

 

Vangelo Mt 1, 1-17

Dal vangelo secondo Matteo

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici. Parola del Signore

 

“GENEALOGIA DI GESÙ CRISTO”

La lunga serie di nomi della artefatta genealogia di Gesù ci dimostra che il piano di Dio non è improvviso. Dall’inizio prepara la venuta di Cristo e la realizza in un momento ed in un modo sconcertante: quando tutti non ci sperano più, in un tempo non favorevole, in un paese molto persone modestissime e sconosciute Dio realizza ciò che per noi sarebbe impossibile. Se questo è il suo modo di operare, come ha fatto con Gesù, così farà con noi: accogliamolo con fiducia, Lui opererà nella nostra semplice vita come ha fatto in Maria e Giuseppe. Lui si compromette con noi: non teme la nostra storia fatta di contraddizioni e di pretese, gioca tutto sé stesso per noi.

 

 

MERCOLEDI’ 18 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Graziano, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

SPIRITO SANTO DI DIO CONTINUA AD OPERARE IN NOI.

 

HANNO DETTO: Non vi caricate di troppe devozioni, ma intraprendetene poche, e perseverate in esse. Non tante devozioni, ma tanta devozione. (San Filippo Neri)

SAGGEZZA POPOLARE: Pianta il melo selvatico dove vuoi, non produrrà mai mele ranette. (proverbio Inglese)

UN ANEDDOTO: Una sera d'estate, tornando dalla casa dello zio insieme al papà, Santa Teresina fu colpita dalla bellezza del cielo stellato. «Io camminavo guardando le stelle - lasciò poi scritto Teresa - perché la loro vista mi rapiva. Tra esse vidi un gruppo di stelle più luminose che formavano una "T". Allora io le mostrai al papà dicendogli: “Guarda, papà, il mio none è scritto in Cielo!”» Poi, non volendo veder più nulla di questa piccola terra, chiesi al papà di tenermi stretta per mano e di guidarmi, poiché io volevo camminare con la testa all'insù per guardare le stelle, senza neppur sapere dove posavo i piedi».

PAROLA DI DIO: Ger 23,5-8; Sal 71; Mt 1,18-24

 

Vangelo Mt 1, 18-24

Dal vangelo secondo Matteo

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. Parola del Signore

 

“GIUSEPPE, FIGLIO DI DAVIDE, NON TEMERE DI PRENDERE CON TE MARIA, TUA SPOSA. INFATTI IL BAMBINO CHE È GENERATO IN LEI VIENE DALLO SPIRITO SANTO”.

Le letture di questo giorno di novena di Natale ci presentano due personaggi importantissimi che guidano la venuta di Gesù sulla terra. Il primo è nientemeno che lo stesso Spirito di Dio, lo Spirito Santo, e l’altro un uomo umile, giusto, fedele che è Giuseppe.Tutta la creazione e la storia sono opera dello Spirito Santo: dallo Spirito che “aleggiava sulle acque” del racconto della creazione, allo Spirito che “aveva fatto sorgere i profeti” per richiamare il popolo alla speranza. Ma particolarmente l’incarnazione del Figlio di Dio è “opera dello Spirito Santo” cioè è Dio (Padre, Figlio, Spirito) che vuole la nostra salvezza (è il Padre che chiede: “Chi manderò, chi andrà per noi”, è il Figlio che prontamente risponde: “Eccomi, manda me” ed è lo Spirito creatore che opera attraverso l’assenso di Maria l’incarnazione del figlio). E ancora oggi, sempre per “opera dello Spirito Santo”, l’incarnazione continua. Perché è oggi che il Padre vuole la nostra salvezza, è oggi che il Figlio continua ad offrire a noi e per noi il suo sacrificio, è oggi che lo Spirito chiede a noi di poter continuare ad incarnare Gesù per tutto il mondo. Ed in questa prospettiva è allora molto bello vedere la figura di Giuseppe, uomo giusto, innamorato di Maria, che è disposto a cambiare tutti i suoi giusti progetti pur di continuare a dimostrarle il suo amore, che è disposto ad accogliere anche senza capire tutto, che è fedele a Dio, che permette allo Spirito Santo che è amore di compiere la sua strada. Proviamo a vedere in questo brano alcune caratteristiche di Giuseppe.

Giuseppe è tutt’altro che un credulone. Quando sa che Maria è incinta, non dubita di Lei, ma fedele alla legge, cerca una soluzione umana rispettosa di Maria e di Dio e giunge, con il suo ragionamento, a “licenziarla in segreto”. Davanti alle indicazioni dell’angelo è ben contento di cambiare i suoi progetti e di accogliere Maria come sua sposa e il Bimbo come dono e opera dello Spirito Santo. Giuseppe, da allora, dovrà ancora prendere grandi decisioni, ma vivrà nell’ombra di Gesù e di Maria e sarà per loro ‘l’ombra’ di Dio. Lo Spirito ha bisogno di me e di te per continuare l’incarnazione di Gesù. Ma noi siamo, come Giuseppe, disponibili a cambiare i nostri progetti per far sì che “io diminuisca e Lui cresca”?

 

 

GIOVEDI’ 19 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Dario martire; Santa Fausta martire.

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTO POSSO IN COLUI CHE TUTTO PUO'

 

HANNO DETTO: Chiediamo a Maria di aiutarci a tenere lo sguardo ben fisso su Gesù, a seguirlo sempre, anche quando è impegnativo. (Papa Francesco)

SAGGEZZA POPOLARE: Se sono ottime fidanzate, da dove vengono le cattive mogli? (proverbio Inglese)

UN ANEDDOTO: Parlano gli animali:

- Il bue dice cornuto all'asino.

- Il cane vecchio non si abitua più alla catena.

- Non fu mai vista capra morta di fame.

- Ogni uccello fa festa al suo nido.

- A caval che corre, non abbisognano speroni

- Non tagliar la coda del tuo asino davanti alla gente: uno la troverà troppo lunga e l'altro troppo corta.

PAROLA DI DIO: Gdc 13,2-7.24-25a; Sal 70; Lc 1,5-25

 

Vangelo Lc 1, 5-25

Dal vangelo secondo Luca.

Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». Zaccarìa disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo». Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini». Parola del Signore

 

“IO SONO VECCHIO E MIA MOGLIE È AVANTI NEGLI ANNI”

È facile comprendere umanamente il dubbio di Zaccaria. Egli conosce i suoi limiti e i limiti della natura. Ma chi conosce la Bibbia sa che Dio, il creatore di tutto, è superiore a tutto e può tutto. Anche Abramo era anziano e Sara sterile, eppure Dio ha donato loro Isacco; anche Samuele viene come dono di Dio ad una povera madre senza figli. Gesù stesso nascerà da una ragazza vergine: “Nulla è impossibile a Dio!"

Quanti dubbi nella nostra vita, e spesso anche fondati se guardiamo solo la nostra umanità, ad esempio: " Con le mie forze non ce la farò mai a vincere quella tentazione ". È vero! Con le tue forze, non con la forza di Dio.

 

 

VENERDI’ 20 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Liberato, martire; San Zefirino, Papa.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI, GESU' VIENI, VIENI ACCANTO A NOI.

 

HANNO DETTO: State, dunque, contento in ogni tempo, in ogni luogo; perché tutti vi sono concessi dallo eterno Amore. (Santa Caterina da Siena)

SAGGEZZA POPOLARE: Prima bisogna pensare a vivere e poi a fare della filosofia. (motto greco)

UN ANEDDOTO: Leonia Martìn, una delle sorelle di santa Teresa del Bambin Gesù, diventata anche lei Carmelitana, era molto modesta ed evitava le visite per non presentarsi, quando venivano a Caen per conoscere «Leònie». Per l'arrivo di un cardinale, le fu ordinato di scendere in parlatorio, e lei obbedì. Ma quando il porporato le chiese con palese interesse: «Dunque, lei è la sorella di santa Teresa?», lei rispose bruscamente: «Sì, Eminenza, ma questo non mi rende affatto santa».

PAROLA DI DIO: Is 7,10-14; Sal 23; Lc 1,26-38

 

Vangelo Lc 1, 26-38

Dal vangelo secondo Luca

Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. Parola del Signore

 

“L'ANGELO DEL SIGNORE FU MANDATO AD UNA VERGINE: LA VERGINE SI CHIAMAVA MARIA”.

Gli artisti, specialmente tanti pittori classici, ci hanno abituati male; sempre, infatti, nelle tele raffiguranti l’Annunciazione vediamo case sontuose, Madonne vestite all’ultima moda del tempo del pittore, angeli svolazzanti… anche secondo la nostra logica ci aspetteremmo che l'annuncio dell'incarnazione del Dio Salvatore avvenga in maniera eclatante, magari in una sontuosa celebrazione del Tempio… e invece tutto si svolge in una piccola casa di un piccolo paese sconosciuto, tra un Angelo e una ragazza piccola ed umile. È la logica del Vangelo, del Regno di Dio che è piccolo come il granello di senapa ma che se trova il terreno buono diventerà grande pianta. E qui il terreno buono c'è: c'è Maria che offre il suo corpo e sé stessa affinché Dio possa operare. Anche per noi Dio opera alla stessa maniera, non cerchiamo dunque il Regno nelle grandi esteriorità, neppure in quelle della Chiesa (il più delle volte confondono invece di illuminare), ma impariamo a cogliere la sua venuta nei piccoli segni quotidiani. Non aspettiamoci Angeli soprannaturali che vengano a parlarci, impariamo a conoscere gli innumerevoli ‘ angeli ‘ che ogni giorno possiamo incrociare nel nostro quotidiano e che sono continue proposte nel realizzare la volontà di Dio. E non andiamo neppure a cercare troppo lontano o in gesti eroici ciò che potremmo fare: come Maria, basta offrire noi stessi, fidarsi che nulla è impossibile a Dio e lasciar fare a Lui, che certamente fa meglio di noi.

 

 

SABATO 21 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Pietro Canisio; San Temistocle, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

PER LE STRADE DELLA VITA, GUIDACI, O SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Tutti i santi hanno avuto una grande devozione per la santa Vergine; nessuna grazia viene dal cielo senza prima passare per le sue mani. (Santo Curato d'Ars)

SAGGEZZA POPOLARE: Non tenere due lingue in una bocca. (proverbio danese)

UN ANEDDOTO: Un eremita, dopo aver passato sessant'anni in un deserto appartato conducendo una vita assai mortificata, nutrendosi solo di legumi e di un'erba velenosa, si era scoraggiato al pensiero che non faceva nessuno dei miracoli attribuiti ai primi Padri.  Aveva dunque deciso di lasciare il deserto e di andare in città per condurre una vita più comoda. Ma Dio vegliava e, prima che attuasse il suo piano, gli mandò un angelo che gli disse: Che cosa pensi e che cosa dici? Quali meraviglie vuoi fare che superino il miracolo della tua vita? Chi ti ha dato la forza di resistere tanti anni in questo luogo? Chi ha benedetto l'erba velenosa di cui ti nutri e l'ha resa inoffensiva? Rimani nel luogo dove sei e chiedi a Dio che ti dia l'umiltà. Fortificato dalle parole dell'angelo, l'eremita rimase in quel luogo fino al giorno della sua morte.

PAROLA DI DIO: Ct 2,8-14 opp. Sof 3,14-17; Sal 32; Lc 1,39-45

 

Vangelo Lc 1, 39-45

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Parola del Signore

 

“MARIA SI ALZÒ E ANDÒ IN FRETTA VERSO LA REGIONE MONTUOSA”.

Basta avere un po’ di dimestichezza con i Vangeli per accorgersi che sono libri di ‘movimento’.

Dio “lascia i suoi cieli” per “venire ad abitare tra noi”; noi dobbiamo “preparare una strada al Signore che viene”; arriva l’angelo e Maria si mette in viaggio; Gesù nasce mentre i suoi genitori sono in viaggio; Gesù bambino dovrà ripercorrere il viaggio del suo popolo prima per fuggire verso la prigionia, poi per tornare alla sua terra; i tre anni della vita pubblica sono un continuo, potremo dire con San Luca, viaggio verso Gerusalemme, cioè verso la sua passione morte e risurrezione; anche il Risorto, quasi a dare l’avvio alla missione degli Apostoli, apparirà in posti diversi della Palestina. Il cristianesimo è movimento, è viaggio. Maria non si è tenuto Gesù tutto per sé. La gioia quando è profonda, va comunicata. Maria sta accogliendo Gesù, l’Amore e non può fare a meno di accoglierlo nel servizio amoroso ad Elisabetta, questa anziana parente che, toccata dalla grazia di Dio, sta per avere un figlio. Noi, invece, spesso abbiamo così ben circondato la fede di abitudini e riti religiosi fino a  bloccarla, paralizzarla nei suoi movimenti. La nostra preghiera spesso è ridotta a parole oppure ad un chiedere che la volontà di Dio corrisponda alla nostra, le nostre Eucarestie sono apatiche, senza uno scatto, prive di un sorriso, incapaci di scuoterci, la missionarietà della Chiesa la deleghiamo volentieri a chi ‘è del mestiere’. Pensiamo anche a quello che succede in questi giorni. Qualcuno forse dirà: “Altro che movimento, sono giorni di corse affannose, tra acquisto dei regali, preparativi per la festa…” Certo, frenesia ce n’è tanta, ma per che cosa? E’ per il Signore che viene che noi corriamo oppure perché la tradizione umana e spendereccia ci porta agli alberi di Natale che si confondono con presepi camuffati da Babbi Natale che a loro volta sanno di panettone il tutto condito con una buona dose di ‘buonismo’ ipocrita, o con certe melense recite nelle scuole e negli oratori, o con gli esodi natalizi (possibilmente in esotiche isole baciate dal sole) o con dispendiosi acquisti appena leniti dall’offerta per i poveri che ‘fa tanto buoni’ e sembra un po’ mettere a tacere una coscienza che, anche se sempre più raramente, riesce ancora qualche volta a rimordere davanti agli eccessi?

Maria si mise in viaggio. Non è andata all’agenzia turistica per scegliere una meta esotica, non ha trovato un comodo aereo con riservazione in classe vip, si è fatta 147 chilometri a piedi, o al massimo su un asino, probabilmente al seguito di qualche carovana di commercianti, e si è fatta questa strada per ‘andare a servizio’, per portare gioia, per permettere un primo incontro tra Giovanni e Gesù, ma qui c’è fede, tra noi, spesso, c’è solo più tradizione sedimentata da una religione che invece di metterci in movimento ci addormenta, con buona pace di tutti i poteri di questa terra.

 

 

DOMENICA 22 DICEMBRE: 4^ DOMENICA DI AVVENTO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: San Flaviano; Santa Francesca Cabrini.

Una scheggia di preghiera:

 

NELLE TUE MANI, SIGNORE, AFFIDO IL MIO SPIRITO.

 

 HANNO DETTO: Lo Spirito del Signore è lo spirito di povertà. I forti sono i poveri, che non vacillano né nella prosperità né nelle avversità. (Sant'Antonio da Padova)

SAGGEZZA POPOLARE: La felicità della salute si comprende al letto dell'ammalato; la felicità della casa tranquilla si comprende quando quella pace è sconvolta. (proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Scriveva Tolstoi: "Non so se sopravvivrò fino a domani, se oggi o domani vivranno o moriranno prima di me tutti coloro che io amo e coloro che mi amano; non so se sarò sano o malato, se sarò sazio o affamato, se sarò stimato o disprezzato dalla gente. So soltanto una cosa: che tutto ciò che mi accadrà e che accadrà a tutti coloro che io amo, sarà secondo la volontà di Colui che vive in tutto ciò che ci circonda e nella mia anima. E tutto ciò che accade secondo la Sua volontà è bene."

PAROLA DI DIO: Is 7,10-14; Sal 23; Rm 1,1-7; Mt 1,18-24

 

Vangelo Mt 1,18-24 

Dal vangelo secondo Matteo

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. Parola del Signore

 

“GIUSEPPE FECE COME GLI AVEVA ORDINATO L’ANGELO”

Vorremmo che il Vangelo ci avesse parlato un po’ più a lungo di Giuseppe, lo sposo di Maria, l’uomo che Dio ha posto accanto a Gesù perché gli facesse da padre qui sulla terra. E invece non ci sono neppure parole sue riportate. Giuseppe, dopo i racconti dell’infanzia sparirà, non sappiamo neppure se morirà prima o dopo la Passione e risurrezione di Gesù. Ma il messaggio di Giuseppe sta proprio in questo: nel suo agire secondo la volontà di Dio, nel suo operare silenzioso, nel suo esserci per tutto quello che è la sua vocazione, ma anche nel suo saper far spazio ai misteri che sono più grandi di lui. Mi piace identificare in Giuseppe, nel suo silenzio, nella sua disponibilità, la schiera dei tanti uomini e donne che sono passati e passano nel mondo silenziosamente, facendo il proprio dovere senza rumore. il mondo li giudica inutili, insignificanti; non hanno fatto carriera, non resterà il loro nome sui libri di storia, ma essi sono il vero motore del mondo e Dio guarda all’ “umiltà dei suoi servi e compie opere grandi” in loro e grazie a loro.

 

 

LUNEDI’ 23 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Servolo; San Giovanni da Kety; Sant’ Ivo da Chartres.

Una scheggia di preghiera:

 

CANTIAMO AL SIGNORE UN CANTO NUOVO, ALLELUJA; EGLI HA FATTO MERAVIGLIE, ALLELUJA!

 

 HANNO DETTO: Non è la tonsura a fare il monaco, ma la virtù dell'animo. (Sant'Anselmo)

SAGGEZZA POPOLARE: L'uomo abile lo riconosci dal buon raccolto. Ma più forte dell'uomo abile è l'uomo di fede. L'uomo di fede lo riconosci dalla buona semina. (proverbio Cileno)

UN ANEDDOTO: Due uomini percorrevano insieme la stessa strada. Ciascuno portava sulle spalle un pesante fardello. Uno se lo tenne addosso durante tutto il cammino; l'altro, invece, si fermava ogni momento, deponeva il fardello, sedeva per prendere fiato, poi se lo ricaricava sulle spalle. A ogni fermata, quindi, egli doveva fare una nuova fatica per risollevarlo. Alla fine del viaggio, colui che si era tolto di spalla il fardello molte volte si era affaticato assai più dell'altro, che invece se lo era tenuto sempre addosso. (Lev Tolstoj)

PAROLA DI DIO: Ml 3,1-4.23-24; Sal 24; Lc 1,57-66

Vangelo Lc 1, 57-66

 

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Parola del Signore

 

“ALL’ISTANTE GLI SI APRÌ LA BOCCA E GLI SI SCIOLSE LA LINGUA, E PARLAVA BENEDICENDO DIO”.

Giovanni è il precursore di Gesù, e il padre di Giovanni, Zaccaria, anticipa l’opera di Gesù che farà parlare i muti. Un’umanità chiusa nell’egoismo del peccato non è capace di cantare la vita e le opere di Dio, ma quando Dio fa irruzione in una vita, essa diventa canto, gioia, testimonianza. Gesù ha fatto irruzione nella storia degli uomini e per chi lo ha accolto si sono “schiusi gli occhi, aperte le orecchie, sciolte le lingue”. E di esempi di questo ne abbiamo tanti lungo la storia dei cristiani e anche nel presente. Però, mi pare anche che troppe volte siamo ancora muti, incapaci di lode, di riconoscenza, di entusiasmo, di ottimismo. Il nostro è ancora, spesso, un cristianesimo da sacrestia, individualistico, troppo misurato. Lasciamoci aprire cuore e labbra dallo Spirito Santo, invocandolo così: “Vieni o Spirito Creatore, irradia i tuoi sette doni, suscita in noi la parola, sii luce all’intelletto, fiamma ardente nel cuore, rinnova la faccia della terra “

 

 

MARTEDI’ 24 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Delfino, vescovo; Santa Erminia, monaca; Santa Adele, monaca.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI ANCORA, SIGNORE GESU'

 

HANNO DETTO: La pace sta sempre con l'umile mentre nel cuore del superbo ci sono spesso gelosia e collera. (S. Gregorio di Nazianzo)

SAGGEZZA POPOLARE: Il vento di ieri non fa avanzare oggi la barca, occorre afferrare i remi. (proverbio Brettone)

UN ANEDDOTO: Un maestro spirituale che predicava continuamente l’importanza di staccarsi dalle cose materiali, venne invitato assieme ai suoi discepoli a una fiera dell’artigianato, con oggetti provenienti da tutti i continenti. Entrato nel primo padiglione, il maestro ci rimase il triplo del tempo impiegato dagli altri per guardare gli oggetti esposti. Stupiti, i discepoli tornarono indietro per capire perché ci mettesse tanto e lo trovarono che ammirava incantato tutti gli oggetti esposti, uno per uno. “Maestro”, dissero i discepoli, “tu che parli tanto di spiritualità e di distacco, come mai ti sei fermato tanto davanti a questi oggetti?”. Sorridendo, il maestro li guardò negli occhi e rispose: “Cari discepoli, avete ragione. Il fatto è che sono veramente stupefatto dal vedere la quantità di cose materiali che non mi servono per essere felice”.

PAROLA DI DIO: 2Sam 7,1-5.8b-12.14a.16; Sal 88; Lc 1,67-79

 

Vangelo Lc 1, 67-79

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati. Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace». Parola del Signore

 

“CI VISITERÀ UN SOLE CHE SORGE DALL’ALTO, PER RISPLENDERE SU QUELLI CHE STANNO NELLE TENEBRE E NELL’OMBRA DI MORTE, E DIRIGERE I NOSTRI PASSI SULLA VIA DELLA PACE”.

Se Zaccaria era stato muto per nove mesi, aveva usato molto bene questo tempo per meditare, infatti, quando gli vien ridato l’uso della parola, esplode con questo meraviglioso canto di ringraziamento e le parole di Zaccaria, lodando Dio per la nascita di Giovanni, preludono ai compiti di Colui che, questa notte, ricorderemo nato per la nostra salvezza. Giovanni dovrà annunciare “il sole che sorge dall’alto, la luce che viene ad illuminarci”. Non per niente la fede dei primi cristiani ha scelto, tra le feste romane, quella della nascita del sole per ricordare la nascita di Cristo, e ha scelto di ricordarla di notte perché: “Il popolo che camminava nelle tenebre, vide una grande luce”. Gesù è la luce che Dio ha mandato sulla terra per illuminare il cammino di ogni uomo; non solo la luce della conoscenza, dell’intelletto, ma la via per liberarci dal male di fronte al quale l’uomo solo è impotente, via per scoprire un Dio che ci è Padre, via per scoprire una morale non fatta di leggi ma di cuori che si amano. Gesù è la luce, il sole che illumina sulla verità, non le piccole verità che ognuno si costruisce sulla propria misura, non le verità fatte di definizioni filosofiche, ma la Verità di Dio. E il sole che viene è proprio il Dio della vita. Egli è Colui che “nato dal Padre prima di tutti i secoli” è “della stessa sostanza del Padre”, è Colui “per il quale tutto è stato creato”, è Colui per il quale “noi siamo esistiamo e ci muoviamo”. È Lui che viene a darci la vita dei figli, rigenerati nell’amore del suo sangue versato per noi; è Colui che in sé stesso ha vinto la morte e ci ha detto con chiarezza che essa non è la parola ultima della vita, è Colui che ci promette che chi si ciba di Lui possiede la vita eterna. Ecco Colui che è venuto e che noi celebriamo nato per noi in questa notte: “Vieni ancora Signore Gesù, sole splendente e luce per illuminare ogni uomo”.

 

 

MERCOLEDI’ 25 DICEMBRE: NATALE DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Anastasia, vergine; Santa Eugenia, martire; San Pietro Nolasco.

Una scheggia di preghiera:

 

VENITE, ADORIAMO CRISTO SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Abbi pietà di me, Signore! Non ti nascondo le mie ferite. Tu sei il medico, io sono il malato; tu sei misericordioso, io infelice. (S. Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Il piacere può fondarsi sull'illusione, ma la felicità riposa sulla verità. (proverbio americano)

UN ANEDDOTO: Raffica di pensieri sul Natale:

·         Dio si è fatto umile affinché l’uomo si vergognasse di essere orgoglioso. (S. Agostino)

·         Finché la pace sarà una fame insaziata e finché non avremo sradicato dalla nostra civiltà la violenza, il Cristo non sarà mai nato. (Gandhi)

·         Fortunato chi ha Betlemme nel suo cuore, perché nel suo cuore Cristo nasca ogni giorno. (Gerolamo di Stridone)

·         Il Natale: un grande dono fatto a povera gente! Povera gente quella di tanti anni fa. Povera gente sempre, anche se mutano gli imperi, le civiltà, le economie. (Don Primo Mazzolari)

·         Che cosa mi importa della nascita di Gesù a Betlemme se non nasce dentro di me e non si diffonde dentro il mio cuore? (Angelo Silesio)

·         Da quando Dio in Cristo è divenuto uomo, si deve trattare Dio come un uomo, l'uomo come Dio. (Card. Meisner)

PAROLA DI DIO NELLA NOTTE SANTA: Is 9,1-6; Sal 95; Tt 2,11-14; Lc 2,1-14

 

Vangelo Lc 2,1-14 

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama». Parola del Signore

 

“DIEDE ALLA LUCE IL SUO FIGLIO PRIMOGENITO, LO AVVOLSE IN FASCE E LO POSE IN UNA MANGIATOIA, PERCHÉ PER LORO NON C’ERA POSTO NELL’ALLOGGIO”.

È vero, è molto facile, in questo giorno, lasciarsi prendere dal sentimentalismo e dimenticare, davanti a Gesù Bambino, che Lui è venuto per salvarci donando la sua vita sulla croce, dimenticare che oggi ci sono ancora tanti bambini per i quali il Natale non c’è, in quanto la loro vita finisce su un tavolaccio di ospedale. Ma penso anche che Dio, facendosi bambino e offrendosi a noi, voglia anche parlarci attraverso quel dono meraviglioso che sono i nostri sentimenti. In tutti noi, anche se vecchi o stanchi, anche se sussiegosi professori o rispettabili manager è sempre un bambino pieno di meraviglia negli occhi, magari un po’ capriccioso, ma con tanta voglia di giocare con la vita e Gesù Bambino, al di là di tutti gli altri validi motivi teologici per cui è venuto, non vorrà forse far rinascere e dar spazio alla nostra infanzia?

Lascia nascere il bambino che è in te. impara a meravigliarti di tutto. Impara ad aver bisogno di tutto e a chiederlo, magari piangendo. Non aver paura delle lacrime né dei sorrisi, prendi gusto, qualche volta, a “perdere tempo”. Scruta con occhi puri per riconoscere dei volti. Impara a conoscere con le mani, con la bocca. Non vergognarti della tua goffaggine. Loda, parla non con le parole ma con la vita. Dio, nel suo amore, non solo non si è spaventato di queste cose ma le ha fatte sue perché tu possa riappropriartene e anche attraverso questo nascere a uomo. Dio si fa uomo perché tu, prima di tutto, possa essere uomo.

 

 

GIOVEDI’ 26 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santo Stefano, martire; San Zosimo, papa; S. Evaristo di Costantinopoli.

Una scheggia di preghiera:

 

NELLA PROVA, SOSTIENICI SIGNORE.

 

HANNO DETTO: È impossibile restare sempre nella stessa condizione, si cammina inevitabilmente o verso il meglio o verso il peggio. (Doroteo di Gaza)

SAGGEZZA POPOLARE: Il furbo può fare lo scemo, ma lo scemo non può fare il furbo.

UN ANEDDOTO: L’amore non è l’incontro di due corpi, ma la fusione di due quintessenze. Può accadere che due esseri non si siano mai sfiorati nemmeno con un dito, eppure possano sentire tra loro un legame potente, indistruttibile. Altri, invece, pur dormendo da anni nello stesso letto si sentono soli, estranei l’uno all’altro. Quando due esseri si amano veramente, niente e nessuno può separarli. Anche se ci fossero migliaia di chilometri tra loro, in realtà essi sono sempre insieme. Nonostante i muri, nonostante le montagne e gli oceani, essi sono insieme, perché ciò che vivono si trova così in alto, da sfuggire alle limitazioni del piano fisico. (Omraam Mikhaël Aïvanhov)

PAROLA DI DIO: At 6,8-10.12; 7,54-60; Sal 30; Mt 10,17-22

 

Vangelo Mt 10,17-22

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato». Parola del Signore

 

“SARETE ODIATI DA TUTTI A CAUSA DEL MIO NOME.”

Gesù aveva messo in guardia i suoi discepoli. La persecuzione sarebbe scattata contro i suoi seguaci come era scattata contro di Lui. E, come per Lui, la persecuzione era mascherata da motivi religiosi e di bene comune (“è bene che uno muoia, piuttosto che tutto il popolo debba soffrire”), così gli stessi fratelli di fede di Stefano digrignano i denti, si turano le orecchie per non sentire “le bestemmie” e lo portano alla lapidazione. Ripenso alla storia di ieri e di oggi: quanti martiri per la fede, alcuni voluti dal potere, altri dalle intransigenze religiose, e quanti, ancora oggi, magari senza spargimento fisico di sangue, ma attraverso attacchi quotidiani rendono testimonianza a Gesù. Non credo al martire impavido (ce ne sarà forse stato qualcuno), il martirio fa male; non credo al martirio delle frasi solenni (in certi momenti non so se uno ha tanta capacità di dire frasi che non siano di dolore), ma credo alla testimonianza. E credo che un po’ di martirio lo troviamo anche noi se vogliamo essere fedeli al Vangelo, anzi direi, per prendere sul serio Gesù che un po’ di persecuzione per la fede sia il segno che ci indica di essere sulla strada giusta. Stefano, primo di una lunga serie di 40 milioni di fratelli che in questi due millenni hanno preferito morire piuttosto che rinunciare a te, ci aiuti e ci sostenga a vivere nel segno della verità questo Natale, Dio che si è fatto volto sorridente.

 

 

VENERDI’ 27 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Apostolo ed Evangelista; Santa Fabiola di Roma.

Una scheggia di preghiera:

 

IL TUO AMORE PER ME, GESU', È UNICO E IRRIPETIBILE.

 

HANNO DETTO: La misericordia vuole che tu sia misericordioso, perché il Creatore appaia nella sua creatura. (S. Leone Magno)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi di paglia fuoco fa, piglia fumo e altro non ha.

UN ANEDDOTO: Papa Clemente XIV, che era stato un umile Francescano, non variò il suo tenore di vita di quando era semplicemente il Padre Lorenzo Ganganelli da Forlì. I suoi pasti, anche da papa, gli venivano preparati da un converso. A chi si meravigliava di tanta sobrietà, Clemente XIV obiettava: «Che volete, san Pietro e san Francesco non mi hanno insegnato a pranzare lautamente».

PAROLA DI DIO: 1Gv 1,1-4; Sal 96; Gv 20,2-8

 

Vangelo Gv 20,2-8 

Dal vangelo secondo Giovanni

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Parola del Signore

 

“MARIA MADDALENA CORSE E ANDO’ DA SIMON PIETRO E DALL’ALTRO DISCEPOLO, QUELLO CHE GESU’ AMAVA”.

San Giovanni Evangelista ama definirsi: “Quello che Gesù amava”. Ma Gesù non ama tutti? Gesù non è morto per tutti? Gesù non ci ha insegnato che non bisogna fare distinzioni?

Giovanni sentiva profondamente l’amore di Gesù, vedeva la concretezza delle attenzioni del maestro nei suoi confronti, che può permettersi di dire che Gesù lo amava particolarmente. Senza togliere nulla dell’amore di Gesù per i peccatori, i poveri, gli altri apostoli, egli sente che l’amore di Gesù non è generico, è particolare per lui. Ed è proprio così anche per noi: Gesù, che ama tutti indistintamente ha modi particolari di rivolgersi a ciascuno. Sulla terra siamo tutti amati da Dio, ma Dio ha un amore particolare per ciascuno. Gesù ci conosce intimamente, sa la nostra storia, le nostre difficoltà, le nostre capacità di amore, conosce il ‘timbro’ che ciascuno di noi dà alla propria esistenza, e se noi siamo attenti cogliamo le sue attenzioni per noi espresse proprio secondo le nostre esigenze. E questo costituisce anche il tessuto variegato della Chiesa vera. Nella Chiesa non siamo un numero, non semplici pedine che servono alla costruzione di una grande macchina politico-religiosa, siamo prima di tutto persone amate personalmente da Dio, ricche ciascuna di doni particolari per l’utilità comune.

 

 

SABATO 28 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi martiri innocenti; Sant’Antonio di Lerins.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' BENEDICI E PROTEGGI TUTTI I BAMBINI DEL MONDO.

 

HANNO DETTO: Comportiamoci come tempio di Dio, perché si veda che Dio abita in noi. (S. Cipriano)

SAGGEZZA POPOLARE: Se il frumento si piega, il padrone si rialza.

UN ANEDDOTO: Un giorno, durante il suo peregrinare, Confucio incontrò un bambino che stava costruendo in mezzo alla strada una roccaforte con terra e sassi. Fermati i cavalli, Confucio chiese al bambino: «Perché non ti scosti davanti al mio carro?». «Mi è sempre stato detto», disse il bambino sicuro di sé, «che sono i carri a girare attorno alle città, e che le città non si scostano davanti ai carri». Sbalordito, Confucio discese dal carro, s'avvicinò al bambino e gli chiese: «Come mai, così giovane, possiedi tanta saggezza?». Rispose il bambino: «A tre giorni dalla nascita un bambino distingue padre e madre. A tre giorni dalla nascita una lepre corre per i campi. Tre giorni dopo la nascita un pesce nuota nel fiume. È naturale. In questo non c'è niente di saggio».

PAROLA DI DIO: 1Gv 1,5 – 2,2; Sal 123; Mt 2,13-18

 

Vangelo Mt 2,13-18 

Dal vangelo secondo Matteo

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio». Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa: «Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più». Parola del Signore

 

“ERODE SI INFURIÒ E MANDÒ A UCCIDERE TUTTI I BAMBINI CHE STAVANO A BETLEMME E IN TUTTO IL SUO TERRITORIO E CHE AVEVANO DA DUE ANNI IN GIÙ”.

Ci stupiamo della crudeltà di un re che per paura che qualcuno gli insidi un trono fa uccidere dei bambini, ma il mondo non è sempre lo stesso? Quante “interruzioni di gravidanza” solo perché “non sono disponibile ad accogliere un figlio”, “mi disturba nel mio lavoro”. E si ha la sfacciataggine di chiamare un figlio indesiderato un “incidente”. Quanti bambini massacrati in guerre e combattimenti voluti da potenti, quanti ne muoiono di fame e quanti bambini “uccisi‘ perché privati di affetto. La strage degli innocenti continua nel mondo e noi ci sentiamo sconvolti ma la successiva notizia del telegiornale ce li fa ben presto dimenticare e la genia degli Erode continua ad imperversare nel mondo e anche a rimanere impunita. Davanti alla grotta di Betlemme ci siamo emozionati, davanti alle stragi di bambini ci emozioniamo, ma poi? Sia quel Bambino che questi bambini silenziosamente ci interpellano.

 

 

DOMENICA 29 DICEMBRE: FESTA DELLA SACRA FAMIGLIA

Tra i santi ricordati oggi: San Tommaso Becket; San Davide, re; San Vitale, abate.

Una scheggia di preghiera:

 

DIO SI È FATTO COME NOI PER FARCI COME LUI.

 

HANNO DETTO: Il miglior modo per comprendere una cosa è costruirla. (San Tommaso d'Aquino)

SAGGEZZA POPOLARE: Non è saggio insieme tenere noci e uova in un paniere.

UN ANEDDOTO: Quando la guerra dei soldati è ben diversa da quella dei potenti: Dopo la battaglia di Solferino nel 1859 un ufficiale di artiglieria austriaco ricordava come era stato steso a terra privo di sensi da uno zuavo che lo aveva colpito col calcio del fucile. Quando riprese i sensi si ritrovò sorretto dallo stesso zuavo che appoggiandogli alle labbra una bottiglia piena di vino gli diceva premuroso: «Bevete un goccio, capitano. Vi rimetterà di nuovo in piedi».

PAROLA DI DIO: Sir 3,3-7.14-17a; Sal 127; Col 3,12-21; Mt 2,13-15.19-23

 

Vangelo Mt 2, 13-15. 19-23 

Dal vangelo secondo Matteo

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio». Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno». Parola del Signore

 

“GIUSEPPE ANDÒ AD ABITARE IN UNA CITTÀ CHIAMATA NAZARET”.

Se avrete la fortuna di poter andare in pellegrinaggio a Nazaret, per la preghiera c’è la grande e bella Basilica dell’Annunciazione, ma per ritrovare un po’ l’ambiente in cui vissero Maria, Giuseppe e Gesù è necessario andare nella città vecchia. Una stradicciola con in mezzo lo scolo delle acque su cui si affacciano botteghe, porte di case umili da cui escono nuvole di bambinetti vocianti. Gesù è vissuto in ambiente simile, forse ancora più povero materialmente, ma con valori umani non ancora inquinati da materialismo, arrivismo: suo padre, un piccolo artigiano, sua madre, una donna di casa; la sinagoga, il sabato. Camminare in quella strada, respirare l’aria mattutina fresca, sentire voci e odori, gustare piccolezze, genuinità, vita quotidiana povera ma gioiosa ci fa capire fino in fondo il Dio fatto come noi.

 

 

LUNEDI’ 30 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Giocondo, vescovo di Aosta; San Ruggero, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU IN OGNI STAGIONE DELLA VITA CI DAI DONI PARTICOLARI.

 

HANNO DETTO: Non si tratta di fare qualcosa, ma di amare qualcuno. (Maurice Zundel)

SAGGEZZA POPOLARE: Occorre più felicità per riempire un castello, che una capanna.

UN ANEDDOTO: Un maestro zen offri un melone al suo allievo e gli chiese: «Com'è questo melone, ti sembra buono?». «Sì, ha un buonissimo sapore», rispose l'allievo. «E questo sapore dove sta?», chiese allora il maestro. «Nel melone o sopra la tua lingua?». Dopo aver riflettuto, il discepolo si lanciò in complicate spiegazioni: «Il sapore deriva da un'interdipendenza fra lingua e melone, giacché la lingua di per sé, senza melone, non può». L'interruppe duramente il maestro: «Pezzo d'idiota! Ma che vai dicendo? Questo melone è buono. Punto e basta».

PAROLA DI DIO: 1Gv 2,12-17; Sal 95; Lc 2,36-40

 

Vangelo Lc 2, 36-40

Dal vangelo secondo Luca

Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore. C’era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. Parola del Signore

 

“C’ERA ANCHE UNA PROFETESSA, ANNA. ERA MOLTO AVANZATA IN ETA’ E SI MISE ANCHE LEI A LODARE DIO E PARLAVA DEL BAMBINO A QUANTI ASPETTAVANO LA REDENZIONE DI GERUSALEMME”.

La presenza del vecchio Simeone e dell’anziana profetessa Anna alla presentazione di Gesù al Tempio e il fatto che solo loro due riconoscano in Lui il Messia, può aiutarci oggi a fare una riflessione proprio sugli anziani. Le statistiche ci dicono che siamo una popolazione che invecchia (le nascite diminuiscono, l’aspettativa di vita aumenta), ma anche senza statistiche ci rendiamo facilmente conto che vivere il tempo della vecchiaia in questa società non è molto facile. Se nelle vecchie famiglie patriarcali, il vecchio aveva il suo ruolo, e bene o male era parte viva del tessuto familiare, oggi per motivi sociali, ambientali e qualche volta anche morali, il vecchio spesso è costretto alla solitudine più assoluta. Specialmente nelle nostre città siamo testimoni di tantissimi casi di abbandono, di tristezza, di degrado degli anziani. Colpe ce ne sono, ma non sempre dipendono dai figli. Io penso che debbano essere proprio gli anziani a doversi ritagliare il proprio ruolo. E allora, noi anziani che leggiamo queste righe, proviamo a confrontarci con quanto segue: Non lamentarti sempre! Non c’è niente che allontani di più da un anziano che il vederlo sempre mugugnare. Cerca di vedere i lati positivi, non solo in te (e ce ne sono!), ma anche in tuo figlio e in tua nuora (qualcosa di buono l’avrà anche lei!), anche nei vicini fracassoni, anche nei giovani che non sanno più come vestirsi (o svestirsi). Cura la tua persona: perché sei vecchio non hai il diritto di apparire malandato. Non dire: “la barba me la faccio ogni due giorni” intanto non viene nessuno. E tu sei nessuno? Quando passi davanti allo specchio devi poterti guardare con rispetto e con amore. Sappi che hai ancora da dire tante cose al mondo e alle persone. Non per il fatto che hai tante cose da raccontare, anzi non pretendere che gli altri ascoltino per la ventesima volta la tua storia dell’ultima guerra, sappi però che la tua persona ha ancora da dare.

 

 

MARTEDI’ 31 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Silvestro, papa; Santa Melania; San Giovanni Francesco Regis.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, RENDIAMO GRAZIE A TE CHE REGNI NEI SECOLI ETERNI.

 

HANNO DETTO: Chi non sente l'amore dell'uomo non può avere fratelli; e chi non arriva al fratello rischia di cancellare anche l'uomo. (don Primo Mazzolari)

SAGGEZZA POPOLARE: Solamente chi crede può aver dubbi di fede.

UN ANEDDOTO: Ecco qualcuno che si considera molto infelice e viene a trovarmi.
Gli chiedo: “Ha ringraziato oggi? - Ringraziato…? Ma chi? E perché? – Può camminare? Può respirare? – Sì. – Ha fatto colazione? – Sì. – E può aprire la bocca per parlare? – Sì. - Ebbene, ringrazia. Ci sono persone che non possono né camminare né mangiare né aprire la bocca. Lei è infelice perché non ha mai pensato a ringraziare. Per cambiare il suo stato, dovrebbe anzitutto riconoscere che nulla è più meraviglioso del fatto di essere vivi, di poter camminare, guardare, parlare”. Gli esseri umani avrebbero migliaia di ragioni per ringraziare, ma non le vedono. Sono ingrati. Ecco perché il Cielo li fa passare attraverso varie prove: semplicemente per insegnare loro ad essere finalmente riconoscenti.

PAROLA DI DIO: 1Gv 2,18-21; Sal 95; Gv 1,1-18

 

Vangelo Gv 1, 1-18

Dal vangelo secondo Giovanni

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato. Parola del Signore

 

“DALLA SUA PIENEZZA, NOI ABBIAMO RICEVUTO GRAZIA SU GRAZIA”.

Quasi tutti in questo giorno cercano di uccidere l’anno, di cancellarlo, di allontanarlo nella speranza di un anno nuovo, migliore. Credo invece che oggi sia un giorno in cui particolarmente devono esserci due parole in noi: “Grazie!”, “perdono”. Quanto abbiamo ricevuto, in tempo, in doni (magari anche difficili), in sacramenti, in amore... e quanto poco vi ho corrisposto!

Signore, grazie: la tua bontà supera ogni limite, la tua mano è stata su di me, mi ha accompagnato ogni giorno, perdonami se non ti ho riconosciuto, se ho bruciato il tuo tempo, e aiutami, vedendo scorrere i miei giorni terreni, a venire verso di te perché “sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà”.

     
     
 

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