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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

NOVEMBRE 2019

 

VENERDI’ 1° NOVEMBRE: FESTA DI TUTTI I SANTI

Una scheggia di preghiera:

 

SANTE E SANTI DI DIO, PREGATE PER NOI.

 

HANNO DETTO: Come raggiungere un traguardo? Senza fretta ma senza sosta. (Johann Wolfgang Goethe)

SAGGEZZA POPOLARE: Se la sventura ti ha reso saggio, non fu una sventura.

UN ANEDDOTO: Sul punto di morte Beniamino Franklin disse queste memorabili parole: «L'uomo non è perfettamente nato se non dopo la morte».

PAROLA DI DIO: Ap 7,2-4.9-14; Sal 23; 1Gv 3,1-3; Mt 5,1-12a

 

Vangelo Mt 5,1-12a 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli». Parola del Signore

 

“BEATI”

Iniziamo il mese di novembre, come tutti gli anni, con la splendida e luminosa festa di tutti santi: l’occasione per ricordarci della nostra origine e del nostro destino. Dietro la fragilità della nostra piccola vita si nasconde un potenziale santo!

Eccoli, i santi. Una miriade di uomini e donne di tutti i secoli che hanno seguito il Cristo fino in fondo, che hanno saputo consumarsi nell’amore al vangelo, che lasciano tracce di luce dietro di loro, senza volerlo, senza nemmeno saperlo. Eccoli, i santi: quelli conosciuti che finiscono sui calendari e che veneriamo nelle chiese e i tanti altri conosciuti solo da Dio, coloro che nessuno celebra e che, pure, rendono luminoso, giovane e attraente il volto della sposa. Eccoli i santi: persone normali che hanno preso terribilmente sul serio la sequela, che hanno realizzato, ognuno nella propria epoca e nella propria condizione, la stupefacente presenza di Dio. Eccoli al cospetto di Dio che vegliano su di noi e per noi tifano, ora che sono nell’assoluta pienezza, ora che hanno incontrato la pienezza. E questa giornata diventa immensa festa per loro e per noi, perché vediamo riflesso in essi ciò che siamo in profondità e che possiamo diventare, se solo lasciamo spazio allo Spirito! Eccoci, noi e i santi, famigliari di Dio, anticipatori di un mondo altro, nuovo, in cui Dio è tutto in tutti. E, guardandoli, sentiamo in noi stessi la struggente nostalgia di Dio.

 

 

SABATO 2 NOVEMBRE: COMMEMMORAZIONE DEI FEDELI DEFUNTI

Una scheggia di preghiera:

 

L'ETERNA GIOIA SPLENDA AD ESSI, SIGNORE; RIPOSINO IN PACE.

 

HANNO DETTO: Essere cristiani e non sapere amare è come chiamarsi medico e non saper guarire, chiamarsi custode e non saper vegliare. (S. Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi insegna bene e vive male, toglie con una mano quello che dà con l'altra.

UN ANEDDOTO: Padre Mariano è stato creatura di gioia e ha candidamente scherzato sino alla fine. Sapeva ormai che ne avrebbe avuto per poco e un giorno, osservando allo specchio la sua faccia, ricca di brizzolata barba, quasi divertendosi scrisse: «Sono giallo come Mao». Quanti lo amavano, speravano ancora nella sua guarigione. Un amico, non sapendo (o non volendo sapere) quanto il simpatico e caro Cappuccino fosse grave, gli disse: «Arrivederci!». Padre Mariano gli rivolse uno sguardo indefinibile, e dopo un attimo di silenzio, mormorò: «Ti benedico ... Salutami tanto tua moglie». Era sicuro di non rivedere più i suoi carissimi amici, sicché aggiunse: «Arrivederci, sì! Ci vediamo ... a casa». Intendeva dire la Casa del Padre.

PAROLA DI DIO: Gb 19,1.23-27a; Sal 26; Rm 5,5-11; Gv 6,37-40

 

Vangelo   Gv 6,37-40 

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno». Parola del Signore

 

“QUESTA È LA VOLONTA’ DI COLUI CHE MI HA MANDATO: CHE IO NON PERDA NULLA DI QUANTO EGLI MI HA DATO”.

Davanti alla morte si impone il silenzio che, facendoci entrare nel dialogo dell'eternità e svelandoci il linguaggio dell'amore, ci mette in comunicazione profonda con questo insondabile mistero. Esiste un legame fortissimo tra coloro che hanno cessato di vivere nello spazio e nel tempo e chi in esso si trova ancora immerso. Se la scomparsa fisica delle persone care fa sentire con sofferenza una irraggiungibile lontananza, mediante la fede e la preghiera si sperimenta con loro una più intima comunione. Quando sembra che esse ci lascino, è in realtà il momento in cui si stabiliscono più saldamente nella nostra vita, ci rimangono presenti, fanno parte della nostra interiorità; le troviamo in quella patria che già portiamo nel cuore, là dove abita la Trinità.

 

 

DOMENICA 3 NOVEMBRE: 31^DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: San Martino de Porres; Santa Silvia; Santa Ginevra.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI SIGNORE IN CASA NOSTRA.

 

HANNO DETTO: «L’anima mia nel dolore gode perché fra le spine sente l’odore della rosa che sta per aprire» (Caterina da Siena)

SAGGEZZA POPOLARE: L'errore di un capello sull'arco è un miglio oltre il segno.

UN ANEDDOTO: Ma dove risiede la vera nobiltà?

Francesco I, volendo affidare un alto incarico a Duchatel, gli domandò se era di nobili natali. Il dotto vescovo rispose: -Noè nell'arca aveva tre figli: non so precisamente da quale dei tre io sia disceso.

PAROLA DI DIO: Sap 11,22 – 12,2; Sal 144; 2Ts 1,11 – 2,2; Lc 19,1-10

 

Vangelo Lc 19, 1-10

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomoro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». Parola del Signore

 

“ZACCHEO, POICHÈ ERA PICCOLO DI STATURA, CORSE AVANTI E, PER POTERLO VEDERE, SALI SU UN SICOMORO”.

Zaccheo è la figura di un piccolotto che diventa un gigante. Intanto pur di soddisfare la propria curiosità non ha paura di perdere la faccia arrampicandosi su una pianta. È disponibile all’accoglienza. Non è un musone ma lascia entrare la gioia nella sua casa.

Quando si converte lo fa sul serio, non a parole ma in concreto è disposto a restituire quattro volte tanto e a dar via la metà dei suoi beni. A Gesù non interessano la statura, le apparenze, le classificazioni degli uomini, Gesù è venuto per incontrare e per salvare. Il tuo desiderio di essere salvato ti spinge almeno qualche volta “a salire su una pianta”, cioè a fare qualcosa anche fuori degli schemi e la tua conversione passa anche qualche volta attraverso il tuo portafoglio?

 

 

LUNEDI’ 4 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Carlo Borromeo; San Gerardo di Angers.

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTO CIO' CHE ABBIAMO È TUO DONO GRATUITO.

 

HANNO DETTO: Se tu sei niente, non dimenticare mai che Gesù è tutto. Getta, dunque, il tuo piccolo nulla nel Suo infinito tutto e non smettere mai di pensare a questo tutto che devi unicamente amare. (Santa Teresa di Gesù Bambino) 

SAGGEZZA POPOLARE: L'elemosina è una preghiera silenziosa.

UN ANEDDOTO: Un giorno, durante la di allora “ora di religione”, la mia compagna di banco era particolarmente insistente nel chiedermi spiegazioni sulla materia che avremmo dovuto affrontare nell’ora di lezione successiva a quella. Ad un certo punto, io mi scocciai di tanta insistenza, che non mi permetteva tra l’altro di seguire in pace la lezione in corso, e manifestai con un gesto seccato il mio disappunto. Il prete-insegnante se ne accorse e mi chiese cosa stava succedendo. Io gli risposi: “Niente!” È che questa (riferito alla mia compagna di banco), non capisce un tubo!”. Il prete mi disse: “Allora, tu che di tubi ne capisci due, danne uno a lei!”.

PAROLA DI DIO: Rm 11,29-36; Sal 68; Lc 14,12-14

 

Vangelo   Lc 14, 12-14

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».  Parola del Signore

 

“QUANDO OFFRI UN BANCHETTO, INVITA POVERI, STORPI, ZOPPI, CIECHI, E SARAI BEATO PERCHÉ NON HANNO DA RICAMBIARTI”.

La logica del mondo è quella del “dare per avere”. Qualche volta c’è il rischio che anche nel campo della fede siamo mossi da questa stessa logica. Prego perché così Dio mi protegge, faccio la carità così che Dio mi premi perché sono stato buono. Gesù ci invita ad amare perché è bello amare. Lui non ha forse fatto così? Ha offerto la sua vita perché eravamo buoni? Ci dà l’Eucaristia perché sa che siamo santi? Ci perdona perché è sicuro che non peccheremo più? Gesù ci ama perché è amore. Ricordo una persona buonissima che taceva parte della Conferenza di S. Vincenzo a cui partecipavo anni fa. Insisteva sempre, proprio sulle orme di S. Vincenzo, affinché quando andavamo a portare i pacchi viveri alle famiglie disastrate e ammassate in stanze allora decadenti e maleodoranti occupate abusivamente del Castello di Rivoli, portassimo anche un qualcosa di superfluo: qualche cioccolatino, un fiore e ci diceva: “E’ necessario il pane per vivere, ma un fiore, un’attenzione ad un bambino, un sorriso in più non guastano e possono lenire la fame di speranza, il desiderio di essere considerati persone” e poi diceva: “Il povero non ha niente da darti in cambio ma proprio per questo se tu avrai dato con amore quando uscirai avrai ricevuto magari qualche volta anche insieme a ingratitudine la capacità di camminare più leggero”.

 

 

MARTEDI’ 5 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Elisabetta e San Zaccaria; Sant’Emerico.

Una scheggia di preghiera:

 

BEATI NOI, INVITATI ALLA MENSA DEL SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Non basta che io ami Dio se il mio prossimo non lo ama. (San Vincenzo de' Paoli)

SAGGEZZA POPOLARE: L'albero crescerà secondo l'inclinazione del ramoscello.

UN ANEDDOTO: Gocce antiche di rugiada. In qual modo si può vivere una vita ottima e giusta?
– Non facendo quel che ad altri rimproveriamo.
– Ricordarsi degli amici presenti e assenti.
– E non acconciarsi la faccia, ma essere bello nella pratica della vita.

Che cosa è difficile?
– Mantenere i segreti, impiegare bene il tempo libero, sopportare un’offesa ricevuta.

PAROLA DI DIO: Rm 12,5-16a; Sal 130; Lc 14,15-24

 

Vangelo Lc 14, 15-24

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!». Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”. Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”».  Parola del Signore

 

UN UOMO DIEDE UNA GRANDE CENA E FECE MOLTI INVITI. MA TUTTI, UNO DOPO L’ALTRO, COMINCIARONO A SCUSARSI.

Essere invitati alla festa e non andarci, sapere di avere  un posto nel luogo più desiderato e cercare scuse per non partecipare: un assurdo! Ma questo assurdo si ripete ancora oggi e in tanti modi: "Beati gli invitati alla mensa del Signore". " Signore non ho tempo per venire a messa, vedi oggi mi è arrivata gente". "Signore, perché andare a messa? per essere cristiani basta pregare nel cuore”. "Beati gli invitati alle nozze dell'Agnello" dice il libro dell'Apocalisse e noi lo sappiamo, desideriamo l'eternità con Dio, però non abbiamo tempo e voglia ora, e così rischiamo di "perdere il posto". Non entrano nel regno di Dio le persone troppo prese da impegni, che si ritengono già troppo giuste, che non hanno "tempo da perdere" che si fanno scusare dalla propria segretaria. I poveri, i pezzenti, gli ultimi entreranno: nessuno li ha mai invitati qui in terra, hanno "tempo", non hanno altri inviti da disdire e allora sono felici dell'invito del Signore.

 

 

MERCOLEDI’ 6 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Leonardo; San Demetrio.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', SOLO CON TE POSSIAMO PORTARE LE NOSTRE CROCI.

 

HANNO DETTO: Soltanto i pesci morti seguono sempre la corrente. (Linda Ellerbee)

SAGGEZZA POPOLARE: La volpe non si fa prendere due volte da un laccio.

UN ANEDDOTO: Un giorno, mentre Victor Hugo conversava con un amico, entrò nello studio la nipotina Gianna e saltò sulle ginocchia del poeta, che cominciò a farle mille moine. Poi confidò all’ospite: “Voi non sapete quanto i miei nipoti mi allevano bene!”

PAROLA DI DIO: Rm 13,8-10; Sal 111; Lc 14,25-33

 

Vangelo   Lc 14, 25-33

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, siccome molta gente andava con lui, Gesù si voltò e disse: «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda un'ambasceria per la pace. Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo». Parola del Signore

 

“CHI NON PORTA LA PROPRIA CROCE E NON VIENE DIETRO A ME, NON PUÒ ESSERE MIO DISCEPOLO”.

La croce e le croci sono di per sé incomprensibili, assurde, “cattive” se non si guarda alla croce di Cristo. Qualunque cosa dicano saggi, mistici, predicatori, moralisti, la croce, il dolore in sé non sono belli. Se non c’è qualche motivo vero e profondo, “amare la croce” è un atto che ha molto di masochismo o di rassegnazione. Se guardo a Gesù invece comincio a capire, anche se con difficoltà, che fare delle scelte come le sue, significa entrare in una logica di lotta, di sofferenza: bisogna rinunciare a tante cose che di per sé  appaiono buone e giuste,  ma lo si fa perché si è trovato un motivo più importante per il quale vale la pena rinunciare; ci si fa dei nemici non perché è bello aver dei nemici ma perché come Gesù noi cerchiamo di essere fedeli all’amore di Dio, del prossimo e della verità. In una parola accettiamo la croce solo se accettiamo un amore grande e misterioso come quello di Gesù.

 

 

 GIOVEDI’ 7 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ernesto; San Lazzaro Stilita.

Una scheggia di preghiera:

 

SALVACI O SALVATORE DEL MONDO.

 

HANNO DETTO: Non pioveva il giorno che Noé iniziò a costruire l'Arca. (Alessandro Baricco) 

SAGGEZZA POPOLARE: Tre parole difficili a pronunziarsi. " Mi sono sbagliato ".

UN ANEDDOTO: Nazionalismi e campanilismi spesso invece di salvaguardare valori ci fanno un cattivo servizio; ecco un esempio raccontato da Andreas Latzco: Mio padre nacque a Trieste, sotto la dominazione austriaca. Mia madre a Trento, conquistata dagli Italiani. Quando si sposarono andarono a vivere in Alsazia, governata dai Francesi, e vi nacque mio fratello maggiore. Nello stesso paese e nella stessa casa, nacqui io pochi anni dopo, ma sotto la dominazione tedesca. Se di nuovo gli eserciti lottassero contro l'Austria e la Germania, io, in qualità di tedesco, odierei mia madre italiana, e mio fratello, di nazionalità francese, odierebbe mio padre austriaco, e io e lui combatteremmo in eserciti nemici, difendendo il suolo delle «nostre patrie», pur essendo nati sotto il medesimo «tetto».

PAROLA DI DIO: Rm 14,7-12; Sal 26; Lc 15,1-10

 

Vangelo   Lc 15, 1-10

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione. Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte». Parola del Signore

 

“VI È GIOIA DAVANTI AGLI ANGELI DI DIO PER UN SOLO PECCATORE CHE SI CONVERTE”.

Una certa predicazione moralistica che insiste molto sul peccato, sul giudizio divino ci ha quasi portato a pensare che Dio ci provi quasi gusto nell’evidenziare le nostre colpe e nell’aver motivo di rinfacciarcele o farcele pagare. Ma se Dio “lento all’ira e grande nella misericordia” “dopo aver tante volte parlato per mezzo dei profeti, nella pienezza dei tempi ha mandato suo Figlio per salvarci”!

La volontà di Dio non è quella di fare il poliziotto alla caccia del peccatore ma è quella di far di fare il padre che vuol salvarci a tutti i costi.

 

 

VENERDI’ 8 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Goffredo; Sant’Adeodato; Santa Eufrosina.

Una scheggia di preghiera:

 

LARGAMENTE HO RICEVUTO, INSEGNAMI A DARE LARGAMENTE.

 

HANNO DETTO: Il pericolo dell'odio è che, una volta cominciato a coltivarlo, hai cento volte più di quanto ti aspettassi. Una volta cominciato, non ti fermi più. (Philip Roth)

SAGGEZZA POPOLARE: Molto spesso all'origine di un malumore c’è il verbo volere.

UN ANEDDOTO: Ad un vecchio maligno, Catone mosse questo rimprovero:

- La vecchiaia è già di per sé una cosa tanto brutta, che non capisco come tu a tanta bruttezza possa aggiungere la nequizia.

PAROLA DI DIO: Rm 15,14-21; Sal 97; Lc 16,1-8

 

Vangelo Lc 16, 1-8

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce». Parola del Signore

 

“CHE FARO’ ORA CHE IL MIO PADRONE MI TOGLIE L’AMMINISTRAZIONE?”.

Tutte le volte che leggiamo la parabola dell’amministratore disonesto, non possiamo non sentirci turbati o addirittura scandalizzati: sembra quasi che Dio tenga la borsa ad un ladro.

Se ci mettiamo a guardare i singoli particolari, certamente non capiremo il senso totale e profondo dell’insegnamento di Gesù. Qui si loda non la disonestà di un uomo, ma la capacità di iniziativa, anche se disonesta a sua volta, di uno che si trova in difficoltà.

Senza la pretesa che sia l’unica spiegazione, provo ad applicare la parabola alla Chiesa e quindi a ciascuno di noi che la formiamo. La Chiesa è l’amministratore che si scopre e vien scoperto disonesto. Se con verità facciamo i nostri conti con Dio, non possiamo non riscontrare che la Chiesa non ha i registri in ordine, spesso invece di essere amministratrice di doni di Dio, si è sentita padrona assoluta e intransigente di essi; dietro la maschera del servizio ha nascosto la brama del potere, dietro alla carità, l’attaccamento ai soldi. Se Dio ci chiede come Chiesa e come persone di rendere conto della nostra amministrazione, almeno a livello umano dovremmo aspettarci un licenziamento se non una denuncia. Che cosa fare?

L’amministratore disonesto della parabola trova una strada: usare dei beni del padrone per farsi degli amici che poi si ricorderanno di lui. Umanamente è una morale inaccettabile coprire un furto con degli altri furti per il proprio interesse, ma quell’uomo ha dimostrato furbizia.

Quando la Chiesa e i cristiani, pur constatando i propri debiti con Dio, si fermano solo a dirsi: “Abbiamo sbagliato”, ma non cambiano, si avvicinano sempre più al ‘licenziamento’. Usare intelligenza, furbizia, per la Chiesa e per noi, non vorrà forse capire che il nostro ‘Padrone’ è un padrone che desidera che i suoi amministratori dispensino, ‘dilapidino’ il suo capitale per renderne altri partecipi? Chi può illudersi di amministrare fedelmente? Eppure la vera infedeltà consiste nel non largheggiare, nel non distribuire a piene mani. L’unica strada di uscita per non cadere nel ‘licenziamento’ è diventare come il ‘Padrone’, cioè capaci di largheggiare nell’usare misericordia e perdono, nel compatire, comprendere, liberare.

 

 

SABATO 9 NOVEMBRE: DEDICAZIONE DELLA BASILICA LATERANENSE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Oreste; San Saturnino.

Una scheggia di preghiera:

 

PURIFICACI, O SIGNORE: LIBERACI DA OGNI IPOCRISIA RELIGIOSA.

 

HANNO DETTO: Troppi sono coloro che perdono l'argento perché si aspettano l'oro. (Maurice Setter)

SAGGEZZA POPOLARE: Se attingete all'acqua del serbatoio dovete anche riempirlo.

UN ANEDDOTO: Due battute sulla 'noia': Clémenceau al fratello che accusava una noia mortale rispose: - Ti ascolti troppo. Dumas padre uscendo da un banchetto diplomatico osservò: - Se non ci fossi stato io, mi sarei annoiato mortalmente.

PAROLA DI DIO: Ez 47,1-2.8-9.12 opp. 1Cor 3,9c-11.16-17; Sal 45; Gv 2,13-22

 

Vangelo   Gv 2,13-22

Dal vangelo secondo Giovanni

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Parola del Signore

 

“ALLORA FECE UNA FRUSTA DI CORDICELLE E SCACCIÒ TUTTI FUORI DEL TEMPIO, CON LE PECORE E I BUOI”.

È facile, davanti all’episodio della cacciata dei venditori del tempio, dire: “Ben gli sta!” e magari rincarare la dose “Se Cristo oggi intervenisse davanti a certi commerci anche religiosi”. Ma senza nulla togliere al bisogno di purificazione del religioso da tutto ciò che è commercio, penso i che non possiamo starcene in un cantuccio a guardare. Gesù con questo gesto vuole invitarci a purificare la nostra religiosità. Non è forse vero che spesso anche noi i mercanteggiamo con Dio? “Io ti faccio questa preghiera ma tu devi...” Non è forse vero che qualche volta usiamo la religiosità come ipocrita maschera alla nostra incapacità e non volontà di voler bene al prossimo? Dio non accetta le genuflessioni di chi calpesta la giustizia. Non consente di sostituire con un “omaggio religioso” ciò che è dovuto al prossimo. Gesù viene oggi a buttar per aria certe nostre bancarelle. Lasciamoci mettere un po’ in crisi... e, attenti: dopo poche ore al tempio di Gerusalemme, i venditori sono certamente tornati!

 

 

DOMENICA 10 NOVEMBRE: 32^DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: San Leone Magno; Sant’Andrea Avellino; Santa Fiorenza.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', HAI VINTO LA MORTE PERCHE' NOI ABBIAMO LA VITA.

 

HANNO DETTO: La cura migliore per il razzismo è trovarti di fronte a qualcuno che ti spara addosso. Non importa il colore della pelle di chi viene a salvare la tua... bianco o nero, sei disposto ad abbracciarlo. (Wilbur Smith)

SAGGEZZA POPOLARE: Se vuoi avere cose che non hai mai avuto, devi fare cose che non hai mai fatto.

UN ANEDDOTO: Chesterton racconta che un suo antenato durante le feste religiose non entrava mai in chiesa, però tutto il giorno andava in giro con un libro devoto sotto il braccio. A chi gli suggeriva di riporre il volume rispondeva: - Oh no! Mi serve per dare buon esempio!

PAROLA DI DIO: 2Mac 7,1-2.9-14; Sal 16; 2Ts 2,16 – 3,5; Lc 20,27-38

 

Vangelo Lc 20, 27-38 (Forma breve Lc 20, 27.34-38)

vangelo secondo Luca

(In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione) – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Gesù rispose loro: («I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».) Parola del Signore

 

“CHE POI I MORTI RISORGANO, LO HA INDICATO ANCHE MOSÈ A PROPOSITO DEL ROVETO, QUANDO DICE: “IL SIGNORE È IL DIO DI ABRAMO, DIO DI ISACCO E DIO DI GIACOBBE”. DIO NON È DEI MORTI, MA DEI VIVENTI; PERCHÉ TUTTI VIVONO PER LUI”

Tra le affermazioni del nostro “Credo” ce n’è una che noi speriamo, desideriamo essere vera, ma che è anche difficile da accettare: “Credo la risurrezione dei morti”.

Da sempre l’uomo spera nella vita eterna ma stenta a crederci. Pensate che anche un mondo religioso come quello della Bibbia per secoli ha stentato a credere a questo e ancora molti all’epoca di Gesù affermavano che la vita finiva con la morte. Così non ci stupisca che molti dei cristiani che affermano la domenica di credere nella risurrezione, vivono come se tutto dovesse terminare con la morte terrena. La risposta al nostro interrogativo non ce la dà la scienza (anche se essa ci ricorda che la morte non è distruzione ma mutazione), non ce la dà la filosofia (che pur con il suo ragionare arriva ad un 50%), non ce la danno neppure certe religioni che parlano (ma con quali prove?) di trasmigrazioni di anime. Ci vuole fede, infatti noi desideriamo l’immortalità ma vediamo che la morte ha il sopravvento sulla vita, desideriamo la pace ma ogni giorno attorno a noi e in noi la vediamo insidiata e spesso sconfitta, desideriamo e cerchiamo il bene, la verità, il bello ma il male riesce a mettere il suo zampino e a rovinare anche le cose più buone. Come credere alla vita eterna, alla verità conosciuta e amata, alla giustizia perfetta? C’è solo la risurrezione di Cristo a darci questa fede, ma anche qui il dubbio può attaccarci: devo fidarmi di ciò che hanno detto gli Apostoli? In mezzo a tutti questi dubbi ci sta solo una domanda che Gesù continuamente ci pone: “Credi che io sia Figlio di Dio?”

Che lo Spirito Santo ci aiuti sempre a rispondere con sincerità: “Credo, Signore! Da chi altri andremo? Tu solo hai parole di vita eterna!”.

 

 

LUNEDI’ 11 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Martino di Tours; San Cuniberto.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, CHE NESSUNO SI PERDA PER CAUSA MIA.

 

HANNO DETTO: Il nostro progresso non consiste nel presumere di essere arrivati ma nel tendere continuamente alla meta. (S. Bernardo di Chiaravalle)

SAGGEZZA POPOLARE: Vi è molto di più al mondo di ciò che si può dividere e misurare.

UN ANEDDOTO: Un'amica di Clara Barton, fondatrice della Croce Rossa America, le ricordò una volta un torto particolarmente malvagio che le era stato fatto molti anni prima. Ma la Barton, a quanto pareva, non se ne rammentava. «Non te lo ricordi?», le chiese l'amica. «No», rispose Clara, «ricordo benissimo d'averlo dimenticato».

PAROLA DI DIO: Sap 1,1-7; Sal 138; Lc 17,1-6

 

Vangelo Lc 17, 1-6

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi! Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai». Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sradicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe». Parola del Signore

 

“È INEVITABILE CHE VENGANO SCANDALI, MA GUAI A COLUI A CAUSA DEL QUALE VENGONO.”.

Una riflessione difficile quella la parola di Dio ci fa fare oggi. Gesù parte dallo “scandalo”. Oggi abbiamo le idee confuse al riguardo: ci sono le notizie scandalistiche, i giornali scandalistici dunque spesso siamo portati a comprendere lo scandalo come comportamenti illeciti o immorali dei cosiddetti “vip”, per altri scandalo, scandalizzarsi, è quel comportamento attraverso cui “persone perbene”, magari con una buona dose di ipocrisia puntano il dito contro il comportamento di qualcuno per evidenziare che loro non si comportano così. Nel vangelo e nella Bibbia, dare scandalo a qualcuno vuol dire letteralmente: “mettere una pietra di inciampo sul cammino di un altro per fermarlo o farlo cadere. Gesù dice proprio così a Pietro quando cerca di convincerlo che non ci sia bisogno della croce: “Tu mi sei di inciampo perché ragioni come gli uomini e non come Dio. Il “compendio del catechismo della Chiesa cattolica” lo definisce come “indurre altri a compiere il male” Allora sono scandalo le scappate degli attori che inducono a pensare che con i soldi e il successo tutto è permesso, è scandalo la mentalità del pensare che rubare poco non sia rubare, è scandalo indurre una persona a una vita disimpegnata. E noi siamo soggetti sia ad essere scandalizzati, cioè deviati dal progetto di Dio e indirizzati al male, sia per il fatto che il nostro stesso modo di agire può essere di edificazione del prossimo nella volontà di Dio o di ostacolo al fatto che esso possa realizzarla. Come si combatte lo scandalo? Per quello subito è Gesù stesso a darci indicazioni preziose. Prima di tutto non lasciarsi toccare, cioè camminare per i propri principi. Non lasciamoci convincere e abbindolare dalle frasi: “Ma intanto fanno tutti così”, “A questo mondo è uno stupido chi non si arrangia”. Se abbiamo dei valori sono questi che devono guidarci e se anche tutti la pensassero al contrario nulla dovrebbe farmi deviare dal continuare a viverli. Seconda cosa: distinguere sempre il peccato dal peccatore: se contro il peccato ho tutti i diritti, anzi i doveri di pronunciarmi e di combatterlo, nei confronti del peccatore devo sempre pensare ad un figlio di Dio come me, ad un fratello per cui Gesù ha dato sé stesso: ecco allora la correzione fraterna e il perdono continuo. Nei confronti dello scandalo che possiamo dare noi ecco allora la massima attenzione. Paolo arriva a dire piuttosto che un mio fratello sia scandalizzato anche solo da un comportamento non capito è meglio addirittura rinunciare ad una cosa anche buona pur di non far male all’altro. Che ve ne pare? Abbiamo tutti una lunga strada da percorrere.

 

 

MARTEDI’ 12 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Giosafat; Sant’Evasio.

Una scheggia di preghiera:

 

ECCOMI, SONO IL SERVO DEL SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Se sei triste e vorresti morire, pensa a chi sa di morire e vorrebbe vivere. (Jim Morrison)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi non ricorda con onestà il proprio passato è destinato a riviverlo.

UN ANEDDOTO: Quando Chopin era a Maiorka con George Sand e vide aggravarsi la sua salute, vennero chiamati più medici. Un amico chiese a Chopin di dirgli i risultati di queste visite. “Ci sono pareri diverse disse il musicista: uno dice che morrò, l’altro che sto morendo, l’altro che non c’ è più niente da fare. E io aspetto che si mettano d’accordo e continuo a vivere.

PAROLA DI DIO: Sap 2,23 – 3,9; Sal 33; Lc 17,7-10

 

Vangelo   Lc 17, 7-10

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse: «Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”». Parola del Signore

 

“QUANDO AVRETE FATTO TUTTO QUELLO VI È STATO ORDINATO, DITE: SIAMO SERVI INUTILI. ABBIAMO FATTO QUANTO DOVEVAMO FARE”.

Se leggiamo il Vangelo di oggi solo sullo sfondo pur giusto delle rivendicazioni sindacali operaie ci sembra una pagina ingiusta: se ho lavorato per il Vangelo ho diritto alla ricompensa, non posso dire di essere un servo inutile. Se ho scoperto la bellezza del Vangelo e l’amore di Dio e la gioia di sentirmi chiamato a collaborare con Lui invece, sarò ben contento di dirmi servo e anche servo inutile perché non guardo più a ricompense immediate (so che Lui nessuno lo può battere in generosità) perché non punto ai miei piccoli e precari risultati ma so che Lui opera attraverso me e al di là di me. Maria, detto il suo sì, data la sua disponibilità è ben contenta di dirsi “serva”, riconosce la sua miseria, ma riesce anche a vedere che in Lei Dio ha compiuto cose grandi.

 

 

MERCOLEDI’ 13 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Francesca Saverio Cabrini; San Diego.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, RENDIAMO GRAZIE A TE CHE REGNI NEI SECOLI ETERNI.

 

HANNO DETTO: Arricchiamoci delle nostre reciproche differenze. (Paul Valery)

SAGGEZZA POPOLARE: L'ostinazione ha sempre qualcosa di losco da coprire.

UN ANEDDOTO: Opinione? Luoghi comuni? Imbecillità?

«Che cosa è l'opinione pubblica?», chiesero al primo ministro francese Pompidou. Rispose: «Per conto mio l'opinione pubblica è ciò che la gente pensa che gli altri pensino».

PAROLA DI DIO: Sap 6,1-11; Sal 81; Lc 17,11-19

 

Vangelo Lc 17, 11-19

Dal vangelo secondo Luca

Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.  Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!». Parola del Signore

 

“NON SI È TROVATO NESSUNO CHE TORNASSE INDIETRO A RENDERE GLORIA A DIO, ALL’INFUORI DI QUESTO STRANIERO”.

Nella nostra “cultura” dell’utilitarismo ci sono delle cose che possono sembrarci inutili, ad esempio dire a Dio: “Quanto sei grande”. Lui lo sa già. Se anche glielo dico, di certo non accresco la sua grandezza. O anche dire: “Grazie”. In fondo tutto mi è dovuto.

I nove lebbrosi avevano chiesto la grazia, l’hanno ottenuta. Adesso hanno da pensare al loro reinserimento nella società, devono pensare a come poter riprendere i loro affari dopo il periodo forzato di esclusione da essi. Tornare indietro a dir grazie è una perdita di tempo. Meno male che ce n’è uno che ha ancora il “gusto dell’inutile” ma il senso della gioia che diventa grazie e lode. Ed è proprio questo “inutile” che lo apre ad un’altra grazia, quella fondamentale per la quale Gesù ha fatto il miracolo: la fede.

Come è difficile provare gratitudine in questo mondo duro ed egoista in cui viviamo. Tutto sembra essere comprabile solo da parte di chi ha denaro. Ma esistono beni che restano fuori da ogni valutazione e da ogni tariffa. Con il denaro possiamo procurarci una casa, ma non una famiglia felice; un’assicurazione sulla vita, ma nulla contro il timore della morte; dei tranquillanti ma non la pace interiore; un avvocato, ma non un Salvatore; un posto al cimitero, ma non un posto nel cielo. Ma se è vero che i valori veri non possiamo acquistarli, lo sappiamo che possiamo averli gratuitamente? La salvezza dell’anima, il perdono dei peccati, la pace con Dio, la vita eterna ci sono offerte senza alcun prezzo. Dio non ha prezzi, è totalmente gratuito. E noi, siamo riconoscenti?

 

 

GIOVEDI’ 14 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Veneranda; San Giocondo di Bologna.

Una scheggia di preghiera:

 

VENGA IL TUO REGNO.

 

HANNO DETTO: L'acqua che tocchi de' fiumi è l'ultima di quelle che andò e la prima di quella che viene. Così il tempo presente. (Leonardo da Vinci)

SAGGEZZA POPOLARE: Tutto ciò che hai visto, ricordalo, perché tutto quello che dimentichi ritorna a volare nel vento. (Canto navajo)

UN ANEDDOTO: Si dice che il celebre poeta francese Paul Claudel si inginocchiasse davanti alla culla del nipotino perché vedeva in lui la grandezza e la bellezza del volto di Dio. La persona umana è l’essere più ricco che esista nell’universo dopo Dio.

PAROLA DI DIO: Sap 7,22 – 8,1; Sal 118; Lc 17,20-25

 

Vangelo Lc 17, 20-25

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!». Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione». Parola del Signore

 

“IL REGNO DI DIO NON VIENE IN MODO DA ATTIRARE L’ATTENZIONE”.

Qualcuno dice: “Sono passati duemila anni dalla venuta di Gesù e dov’è questo Regno di Dio promesso? L’uomo è sempre lo stesso se non peggio. La verità è un’utopia e per la giustizia e la pace basta leggere un giornale!”. Qualcun altro che identifica il Regno di Dio con la Chiesa, dice: “La prova che il regno di Dio c’è, è che la Chiesa dopo duemila anni di storia burrascosa è ancora viva”. O Gesù intendeva qualcos’altro per il Regno di Dio o ci ha raccontato bugie!

Il Regno non è un’utopia perché il Figlio di Dio lo ha fondato sulla donazione di sé stesso sulla croce. il Regno di Dio c’è perché lo si può trovare nel fondo del cuore di ogni uomo assetato di verità, di giustizia, di pace, di Dio. Il Regno di Dio c’è perché tanti ci hanno creduto e ci credono, hanno dato e danno in silenzio la propria vita di donazione per esso. Il Regno di Dio viene, non con il rumore di guerre o di applausi ma nell’umiltà, nel nascondimento, nella speranza. Se usiamo gli stessi criteri efficentisti del nostro mondo non lo vediamo o rischiamo di identificarlo con qualcosa di sbagliato, se sappiamo tacere, vedere con gli occhi di Dio, vivere nella speranza, scopriamo che esso è ogni giorno qui, in mezzo a noi, capiamo che Cristo non è morto invano, che noi, se vogliamo, siamo già nella situazione di poter essere gli uomini nuovi di questo Regno.

 

 

VENERDI’ 15 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alberto Magno; San Desiderio; Sant’Eugenio di Toledo.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI DI SAPER AMARE LE COSE BELLE CHE DURANO PER SEMPRE.

 

HANNO DETTO: Dotto, nel giusto senso della parola, è, in verità, colui che fa la volontà di Dio, buttando in un canto la propria volontà. (Imitazione di Cristo)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi si lascia da altri condizionare spesso se ne deve vergognare.

UN ANEDDOTO: Diogene entrò nella scuola di Platone e con i piedi sporchi si mise a calpestare un tappeto artistico. - lo calpesto il fasto orgoglioso di Platone. - Sì - rispose il grande filosofo - ma lo calpesti con un orgoglio maggiore del mio.

PAROLA DI DIO: Sap 13,1-9; Sal 18; Lc 17,26-37

 

Vangelo Lc 17,26-37

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti. Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sodoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà. In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot. Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva. Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata». Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi». Parola del Signore

 

“MANGIAVANO, BEVEVANO, COMPRAVANO, VENDEVANO, PIANTAVANO, COSTRUIVANO… COSI’ SARA’ NEL GIORNO IN CUI IL FIGLIO DELL’UOMO SI RIVELERA’”. (Lc. 17,29-30)

Siamo stati testimoni, anche in questi ultimi tempi di cose che non pensavamo dovessero accadere: in pochi momenti la vita di migliaia di persone è finita. Non c’è forse neppur stato il tempo di accorgersene. Qualcuno nei primi attimi non si è neanche reso conto: “E’ successo qualche guaio, ma non a me, continuiamo il nostro lavoro!” ma poi. Diciamocelo con sincerità: lo sappiamo che la nostra vita è precaria, che basta un attimo. Lo sappiamo che nel mondo anche oggi migliaia di persone che si sono alzate non termineranno la giornata, sono a rischio i soldati sotto le bombe nemiche come sei a rischio tu sulla tua automobile o tu che stai bene di salute ma che non ti accorgi che dentro di te quel virus, quella cellula, quella vena stanno concludendo il tuo cammino terreno. E allora?

Dobbiamo fare suonare le trombe del giudizio, rivestirci di sacco, cospargerci il capo di cenere?

Non credo che Gesù volesse dirci questo, che volesse terrorizzarci. Gesù voleva e vuole solo svegliarci. Non è che, nascondendo la morte, la si elimini. Il guaio più grosso è che noi, spesso, non ci accorgiamo neanche del dono del tempo che è il momento in cui noi possiamo accogliere i doni di Dio e, donandogli una risposta, anche giocarci la nostra eternità. Gesù, mettendoci in guardia, non fa del terrorismo psicologico o religioso, ci ricorda solo, nella precarietà del nostro vivere, di costruire su qualcosa che duri. Se io so che il mio affannarmi, che il denaro, che il successo non possono comprarmi la vita e se invece capisco di poter già anticipare in tante cose la mia eternità, mi verrà più facile, anche tra le corse della giornata di oggi, fare una scala di valori e imparare anche ad aspettare il “diluvio” non come la fine, ma come il passaggio definitivo all’eterno.

 

 

SABATO 16 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Margherita di Scozia; Santa Geltrude.

Una scheggia di preghiera:

 

COM'E' BELLO, SIGNORE, STARE CON TE.

 

HANNO DETTO: Ci saranno sempre degli Eschimesi pronti a dettar norme su come devono comportarsi gli abitanti del Congo durante la calura. (Stanislaw Jerzy Lec)

SAGGEZZA POPOLARE: Il pazzo apre le vie che poi l'uomo savio percorre.

UN ANEDDOTO: Capriccioso, selvaggio, desideroso di gloria e di potere, vanitoso, prepotente, passionale, donnaiolo, giocatore, facile all’ira. Un soggetto che è meglio non incontrare. Tale era Ignazio di Loyola. Che sia diventato santo è dunque un fatto interessante: vuol dire che c’è speranza per tutti.

PAROLA DI DIO: Sap 18,14-16; 19,6-9; Sal 104; Lc 18,1-8

 

Vangelo Lc 18, 1-8

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?». Parola del Signore

 

“GESÙ DICEVA AI SUOI DISCEPOLI UNA PARABOLA SULLA NECESSITÀ DI PREGARE SEMPRE, SENZA STANCARSI MAI”

Gesù non ci chiede di lavorare, di vegliare o di digiunare sempre, ma di pregare sempre sì: la parabola del Vangelo di oggi è proprio sulla necessità di pregare sempre. Se il giudice disonesto, dice Gesù, si decide a far giustizia alla vedova insistente pur di togliersela dai piedi (perché non lo 'tormenti', troviamo scritto), tanto più, ovviamente, Dio farà giustizia, e rapidamente, agli eletti che gridano giorno e notte verso di lui. Ma Gesù chiede: gli eletti gridano giorno e notte? Si trova la fede sulla terra?

Eppure sappiamo che pregare è sempre possibile; è possibile, dice San Giovanni Crisostomo, fare una frequente e bella preghiera anche al mercato o durante una passeggiata solitaria. È possibile, aggiunge, pure nel vostro negozio, sia mentre comperate sia mentre vendete, o anche mentre cucinate!

Perché prega incessantemente colui che unisce la preghiera alle opere e le opere alla preghiera.

 

 

DOMENICA 17 NOVEMBRE: 33^DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: Santa Elisabetta di Ungheria; Sant’Aniano d’Asti.

Una scheggia di preghiera:

 

SOLO TU, GESU', SEI LA VIA, LA VERITA' E LA VITA.

 

HANNO DETTO: Se non si risponde né "sì" e né "no", si risponde "no" in un modo più vigliacco, più meschino, più disumano. (don Luigi Giussani)

SAGGEZZA POPOLARE: Il frangersi di un'onda non può spiegare tutto il mare.

UN ANEDDOTO: Mi hanno chiesto: lei è in favore della liberalizzazione delle droghe? Ho risposto: prima cominciamo con la liberalizzazione del pane. È soggetto a proibizionismo feroce in metà del mondo. (Jose Saramago)

PAROLA DI DIO: Ml 3,19-20a; Sal 97; 2Ts 3,7-12; Lc 21,5-19

 

Vangelo Lc 21, 5-19

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita». Parola del Signore

 

“MENTRE ALCUNI PARLAVANO DEL TEMPIO, CHE ERA ORNATO DI BELLE PIETRE E DI DONI VOTIVI, GESÙ DISSE: «VERRANNO GIORNI NEI QUALI, DI QUELLO CHE VEDETE, NON SARÀ LASCIATA PIETRA SU PIETRA CHE NON SARÀ DISTRUTTA”.

In queste ultime domeniche dell’anno liturgico Gesù ci invita a chiederci per chi stiamo correndo e l’esempio del Tempio di Gerusalemme, considerato dai contemporanei di Gesù come una delle meraviglie del mondo e invece indicato da Gesù come “belle pietre destinate alla distruzione”, mi sembra ci faccia capire con chiarezza che anche tra credenti si può seguire Gesù oppure seguire la falsa religione che si ferma alle esteriorità e che è destinata a crollare. Penso alle meravigliose cattedrali costruite un po‘ su tutto il continente europeo. Esse ci dicono certamente la fede dei nostri padri ma oggi spesso sono diventate musei per turisti che, incantati, possono anche cogliere in esso il segno della fede, ma che spesso le visitano per scoprire solo l’arte o, peggio ancora, per poter dire: “Ci sono stato” o per poter aggiungere nel carnet dei luoghi visitati un altro nome di cui poter parlare con sufficienza negli incontri salottieri con gli ‘amici’. Mi chiedo se la mia fede è diventata una religione, museo di cose vecchie, magari anche pregevoli e belle, ma morte o è viva, in costruzione.

Come le antiche basiliche e cattedrali cristiane hanno senso per Colui che è vivo in esse nell’Eucaristia e per la fede dei cristiani che da Lui prendono forza, così la mia religione ha senso solo se mi fa incontrare e mi fa manifestare Colui che non è un insieme di idee o di norme religiose, un insieme di riti ma Colui che è il centro vivo del mio essere e del mio agire.

Abbiamo tutti bisogno di essere rivitalizzanti, di incontrare il Dio vivo e vero e non le apparenze di una religiosità putrescente e ormai priva di vita.

 

 

LUNEDI’ 18 NOVEMBRE: DEDICAZIONE BASILICHE DEI Ss. PIETRO E PAOLO Ap.

Tra i santi ricordati oggi: San Frediano di Lucca.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE CHE IO VEDA.

 

HANNO DETTO: L'impegno costante nelle piccole cose è una virtù grande ed eroica. (San Bonaventura)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi dice che non si può fare non deve interrompere chi lo sta facendo.

UN ANEDDOTO: Narrava il card. Franfois Marty, Arcivescovo di Parigi, di sette uomini, chiusi in una stanza: la porta è serrata, ed essi attendono attorno a una tavola spoglia; sulla tavola c’è un oggetto metallico di forma strana: tutti l’osservano, uno l’afferra e lo soppesa, l’altro con una matita fa uno schizzo dell’oggetto misterioso, un terzo lo orienta diversamente per capirne l’utilizzazione, il quarto si limita a osservare gli altri alle prese col problema, il quinto cerca il lato estetico dell’ombra lasciata dal metallo come decorazione, il sesto pensa di chi sia o da chi venga. Infine si fa sotto un uomo che gira e rigira tra le mani il pezzo di metallo, poi dà uno sguardo alle pareti della stanza, fissa la porta e vi si avvicina. Introduce l’oggetto nella serratura e dà un giro. La porta si apre. «La coroncina del Rosario — continuava il Prelato — non è un amuleto, ma può essere una chiave, l’umile preghiera che apre alla libertà, Maria ci fa uscire dal nostro io, dalla nostra prigione, con l’invito di Gesù». Non serve lo stare a guardare o indagare continuamente. Bisogna agire. «Prendi il Rosario col Vangelo, e prova!»

PAROLA DI DIO: 1 Mac 1,10-15.41-43.54-57.62-64; Sal 118; Lc 18,35-43

 

Vangelo Lc 18, 35-43

Dal vangelo secondo Luca

Mentre Gesù si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. È tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio. Parola del Signore

 

“MENTRE GESÙ SI AVVICINAVA A GÈRICO, UN CIECO ERA SEDUTO LUNGO LA STRADA A MENDICARE”

Nel racconto del cieco di Gerico, noi vediamo un uomo che ha dei limiti: non ha il dono della vista ma in compenso ci sente bene, sa gridare forte, sa chiedere, sa alzarsi e andare da Gesù e, dopo la guarigione, è disposto a seguirlo. Anche noi possiamo avere dei limiti: forse possiamo non vedere troppo bene nella vita la presenza di Dio, possiamo forse non conoscere approfonditamente la sua parola, possiamo in certi casi non capire perché Dio ci faccia passare attraverso certe strade. Ma Gesù passa nella nostra vita come è passato sulla strada di Gerico e passa proprio per me: vuole stimolare la mia fede, vuole riempire i miei vuoti, vuole donarmi la sua misericordia e quindi la sua gioia. Posso essere cieco, zoppo, peccatore ma non posso permettermi di lasciarlo passare inutilmente se no rischio di rimanere seduto sul mio mantello ad elemosinare per tutta la vita. Se davvero sono disposto ad alzarmi e ad incontrarlo, se sentirò con profondità il desiderio di “vedere”, mi dirà con semplicità e disponibilità come ha detto al cieco: “Che vuoi che io faccia per te?”.

 

 

MARTEDI’ 19 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Fausto; Joseph Kalinowsaki.

Una scheggia di preghiera:

 

OGGI LA SALVEZZA È ENTRATA IN CASA MIA.

 

HANNO DETTO: Sii più saggio degli altri, se puoi, ma non glielo dire. (Chesterfield)

SAGGEZZA POPOLARE: Il buio non distrugge ciò che nasconde.

UN ANEDDOTO: Il santo eremita Ilario, ancora in avanzatissima età, viveva solo di erbe e di acqua nel deserto. Un giorno gli si presentano, sotto forma di pellegrini, due briganti e cominciano coi preamboli e le spavalderie: «Eremita, che faresti se ti assalissero i malviventi?». L'eremita avrebbe potuto dire che intanto li aveva già davanti, ma risponde: «Chi non ha nulla, non teme i ladroni». «Giusto. Mettiamo che non hai nulla. Ma potrebbero farti lo stesso del male. Se ti uccidono?». «Sì - rimbecca il vecchio canuto, sorridendo ironico, possono farmi morire. Ma credete che per me sarebbe un grande dispiacere? Credete che potrei avere paura? Sono ottant'anni che mi preparo a questo passo e dovrei aver paura proprio ora?».

PAROLA DI DIO: 2Mac 6,18-31; Sal 3; Lc 19,1-10

 

Vangelo Lc 19, 1-10

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomoro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». Parola del Signore

 

“ZACCHEO VOLEVA VEDERE GESÙ, MA NON GLI RIUSCIVA A CAUSA DELLA FOLLA, POICHÉ ERA PICCOLO DI STATURA”

Fin da ragazzo Zaccheo mi è stato simpatico: io sono piccolo di statura e da ragazzino ero sempre il più piccolo e il più gracile e forse anche il più imbranato di tutti per cui mi sentivo sempre preso in giro dai compagni, sempre il primo della fila, sempre quello che nei giochi veniva messo da parte. Ma almeno in questo mi sono fatto furbo: perché non sfruttare questo handicap a mio favore? Non mi piaceva giocare a pallone, gli altri non mi volevano: avevo tutto il tempo per dedicarmi alla lettura che mi attirava tanto; ero il primo della fila? ma questo mi concedeva di sedere anche sempre in prima fila, al cinema per esempio; ero piccolo, ma questo attirava la tenerezza dei grandi, perché non sfruttarla a mio favore?

Zaccheo aveva un problema (vedere Gesù) e un handicap (la piccolezza), gli è bastato non perdersi d’animo e fare un gesto (salire sulla pianta) non solo per vedere Gesù, ma anche per attirare la sua attenzione e addirittura “la salvezza è entrata in casa sua”. Dovremmo imparare tutti a non piangere troppo sui nostri limiti, ma a saperli utilizzare a nostro favore: non solo non passeremmo la vita a commiserarci facendoci venire grosso il fegato, ma a sfruttarli per ottenere ciò che vogliamo. Non sei bello? non perdere tempo in cure inutili per apparire diverso da quello che sei: fatti passare davanti i personaggi della storia che hanno realizzato cose grandi e guarda quanti non belli sono riusciti. Hai un caratteraccio? Anche Pietro era così. Sei un peccatore? Gesù non è forse venuto proprio per loro?

 

 

MERCOLEDI’ 20 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi Ottavio, Avventore e Solutore; Sant’Edmondo.

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTO MI È STATO DATO IN DONO.

 

HANNO DETTO: Una povera vecchia è capace di amare Dio meglio di un dottore in teologia. (San Bonaventura da Bagnoregio)

SAGGEZZA POPOLARE: Il modo migliore per vincere una rissa: è evitarla.

UN ANEDDOTO: Giovanni Battista Jossa, usciere del Tribunale di Napoli, fu apostolo nelle carceri e negli ospedali. Vissuto nel secolo XVII, in un periodo particolarmente turbolento, quando fare del bene significava andare incontro a ogni specie di ostacoli e avversità, questo Venerabile partenopeo si era trasformato in un angelo delle corsie: preparava gli infermi a ricevere i Sacramenti, imboccava, dissetava, consolava i malati, offriva a sue spese dolci e frutta; fasciava ferite e ripuliva piaghe disgustose ... A quanti si stupivano di questo suo zelo smisurato, diceva: «Se veniste con me negli ospedali e nelle carceri, trovereste la stessa persona di Gesù».

PAROLA DI DIO: 2Mac 7,1.20-31; Sal 16; Lc 19,11-28

 

Vangelo Lc 19, 11-28

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro. Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”. Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”. Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”». Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.  Parola del Signore

 

“CHIAMATI DIECI DEI SUOI SERVI, CONSEGNÒ LORO DIECI MONETE D’ORO, DICENDO: “FATELE FRUTTARE FINO AL MIO RITORNO”

Tutti noi abbiamo ricevuto in consegna dei doni sia materiali che spirituali. Qualcuno, dimenticando che essi ci sono solo affidati, se ne è fatto padrone (“La vita è mia e me la gestisco io”, “i figli sono miei e devono essere a mia immagine e somiglianza”...), qualcun altro utilizza questi doni secondo la saputa o presunta volontà di Dio, qualcun altro preferisce vivere in pace: “Perché darsi tanto da fare? perché rischiare? è meglio starsene tranquilli, lasciar fare agli altri” o magari accampa scuse: “Non sono capace! Non ne ho voglia... intanto con me o senza di me Dio fa quello che vuole.

Ma Dio chiede conto. Non tanto per essere un esattore terribile, quanto per rispetto della nostra libertà e per amore della fiducia che ha riposto in noi. Essere fedeli nel poco significa essere persone che riconoscono i doni ricevuti da Dio. Nella parabola non è presentato il caso del servo che investendo i doni ricevuti ha perso tutto, ma mi pare di poter dire che se ci fosse stato questo caso, il padrone gli avrebbe detto: “Entra nella gioia del tuo padrone perché hai saputo rischiare e in questo ti sei dimostrato ugualmente fedele”.

 

 

GIOVEDI’ 21 NOVEMBRE: PRESENTAZIONE DELLA B.V.M.

Tra i santi ricordati oggi: San Romeo; Santi Celso e Clemente.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' TANTO CI HAI AMATI DA DARE LA VITA PER NOI.

 

HANNO DETTO: Colui che parla chiaro, ha chiaro l'animo suo: chi parla scuro, significa l'animo suo scuro. (S. Bernardino da Siena)

SAGGEZZA POPOLARE: La cultura è l'unica cosa che nessuno potrà mai portarti via.

UN ANEDDOTO: Se una fanciulla dicesse all’innamorato venuto a sera a trovarla: "Tornerai anche domani?", nel suo amore ci sarebbe una vena di preoccupazione. Se invece, senza parlare del domani gli gettasse le braccia al collo esclamando: "Grazie d’essere venuto oggi!", vorrebbe dire che non sta in ansia per il giorno seguente. Per spiegarmi meglio: fra due ragazze della quali l’una domandasse: "Tornerai anche domani?" e l’altra esclamasse: "Grazie per essere venuto oggi!", chi di loro due sarebbe la più sicura che l’innamorato si rifarà vivo anche il giorno dopo? (Soren Kierkegaard)

PAROLA DI DIO: 1Mac 2,15-29; Sal 49; Lc 19,41-44

 

Vangelo Lc 19, 41-44

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata». parola del Signore

 

“GERUSALEMME SE AVESSI COMPRESO ANCHE TU, IN QUESTO GIORNO, QUELLO CHE PORTA ALLA PACE! MA ORA È STATO NASCOSTO AI TUOI OCCHI”.

Gesù piange su Gerusalemme. Piange per l’incomprensione e l’ingratitudine di un popolo che è stato amato da Dio, scelto, curato e che non ha compreso. Dio ha portato sé stesso, pace per questa città ed essa non solo non lo ha accolto, ma ha ucciso la pace confidando solo in sé stessa nelle sue forze umane, in una religione formale, lontana da Dio, atea. Chissà quante di queste lacrime di Gesù sono anche per me e per noi cristiani di oggi. “Ti ho presentato il volto amico di Dio che è padre e tu hai preferito gli dei scolpiti nella pietra, nelle formule religiose, gli dei di cui aver paura, gli dei che si possono comprare con candele, sacrifici, preghiere, pellegrinaggi. Mi sono fatto uomo come te per farti figlio di Dio e tu preferisce essere figlio del Dio mammona, del successo, dell’apparire. Mi sono fatto pane per te per sostenerti nel cammino e tu preferisci saziarti solo con il pane della terra. Mi sono incarnato con i poveri per gridare con loro e tu preferisci tapparti le orecchie. Ti ho dato un creato meraviglioso e tu non solo non sai riconoscere dalle creature il Creatore ma ti dai da fare per sfruttarlo, per distruggerlo e con esso distruggere te stesso. Ti ho amato fino alle estreme conseguenze della croce e tu di essa hai fatto un oggetto da abbigliamento, una storia emozionante da tirare fuori in certe occasioni. Ti do la possibilità di vivere le gioie e i dolori con la stressa forza che viene da Dio e tu preferisci gioire da solo e soffrire quasi da disperato…”

Queste “lamentazioni di Gesù” non sono per impietosirci, neanche per toccare solo le corde dei sentimenti, sono per invitarci a non lasciare cadere invano l’amore con cui Dio Padre, suo Figlio e il suo Spirito ci circondano da sempre.

 

 

VENERDI’ 22 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Cecilia; San Pedro Esqueda Ramirez.

Una scheggia di preghiera:

 

PURIFICA, SIGNORE, LA NOSTRA FEDE E LA NOSTRA CARITA'.

 

HANNO DETTO: La conversazione è un edificio al quale si lavora in comune. Gli interlocutori devono sistemare le loro frasi pensando all'effetto d'insieme, come fanno i muratori con le pietre. (André Maurois)

SAGGEZZA POPOLARE: Si è giovani una volta sola ma si può restare immaturi per sempre.

UN ANEDDOTO: Ogni tanto penso anch’io alla mia morte... Così mi chiedo: — Cosa vorrei dicessero di me dopo la mia morte? Vorrei che qualcuno in quel giorno dicesse che Martin Luther King ha sempre cercato d’amare, di dare la sua vita per servire gli altri. Desidero che voi diciate, quel giorno, che ho cercato d’amare e di servire la verità! Tutto il resto non ha importanza. Non desidero lasciare ricchezze. Non desidero lasciare cose belle e di lusso. Quello che voglio lasciare alle mie spalle è una vita impegnata nell’amore!

PAROLA DI DIO: 1Mac 4,36-37.52-59; Sal Cant. 1Cr 29,10-12; Lc 19,45-48

 

Vangelo Lc 19, 45-48

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo. Parola del Signore

 

“GESÙ, ENTRATO NEL TEMPIO, SI MISE A SCACCIARE QUELLI CHE VENDEVANO, DICENDO LORO: «STA SCRITTO: “LA MIA CASA SARÀ CASA DI PREGHIERA”. VOI INVECE NE AVETE FATTO UN COVO DI LADRI»”.

Per Gesù, il Tempio è importante: è il segno concreto della presenza di Dio nel suo popolo, è la casa del Padre, è il cuore della fede di Gerusalemme, è il richiamo continuo all’Alleanza.

Maria e Giuseppe, da buoni Ebrei, avevano caro il Tempio, lì avevano presentato Gesù, lì avevano sentito le profezie del vecchio Simeone. Lì Gesù si era fermato a parlare con i dottori della legge, lì Gesù adulto si era recato tante volte a pregare. Gesù ama il tempio, ed è per questo che diventa violento, grida, sbatte fuori. Egli vuole purificare il Tempio, togliere le false superstizioni, cancellare in questo luogo di Dio l’ateismo imperante dettato dalla legge del commercio e del potere. Gesù ama le nostre chiese: in esse Lui si è fatto prigioniero, pane nel tabernacolo, nei sacramenti. Certamente Gesù vede nelle pietre delle nostre chiese la fede dei nostri padri che le hanno costruite, la fede umile e semplice di chi vi ha pregato e vi prega, ma Gesù non desidererà che anche le nostre chiese siano purificate ad esempio dalle tante forme di superstizione religiosa, dal verbalismo vuoto di certe chiacchiere religiose, dall’osservare solo l’esteriorità, da ritualismi portati avanti senz’anima, da preghiere e spiritualità imposte, da fariseismi e ipocrisie, da commerci religiosi e da dio-denaro imperante?

E c’è anche un altro tempio che sta particolarmente a cuore a Gesù ed è il tempio del nostro cuore. Amici, anche qui non ci sarà bisogno di qualche sferzata con successivo sgombero?

 

 

SABATO 23 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Clemente; San Colombano.

Una scheggia di preghiera:

 

IO CREDO, RISORGERO', QUESTO MIO CORPO VEDRA' IL SALVATORE.

 

HANNO DETTO: Il guaio è che se non si rischia niente si rischia anche di più. (Erica Jong)

SAGGEZZA POPOLARE: Gli amici sono come le stelle, non sempre si vedono ma sai che ci sono.

UN ANEDDOTO: Proverbi animaleschi:

- Con un occhio si frigge il pesce e con l'altro si guarda il gatto.

- Quando la volpe predica, guardatevi le galline.

- Se il cuculo cantasse per cent'anni, canterebbe sempre "cu-cu".

- Guai a quell'anno, che l'uccel non fa danno

- Morta la serpe, spento il veleno.

PAROLA DI DIO: 1Mac 6,1-13; Sal 9; Lc 20,27-40

 

Vangelo Lc 20, 27-40

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui». Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda. Parola del Signore

 

"DIO NON È DIO DEI MORTI".

La morte è un dato costante dell'esperienza. La morte biologica, il suo lento annuncio nelle molteplici malattie la sua presenza brutale negli incidenti e la sua manifestazione in tutto quello che è negazione della vita, costituisce il più doloroso dei problemi umani.

Le scienze umane, la filosofia e la storia delle religioni, hanno dato e danno risposte più o meno convincenti all'enigma della morte: è una fine o un inizio? Ci aspetta il nulla o un'altra vita diversa? Saremo annientati o trasformati? Alla fine della strada, c'è Dio o il vuoto?

A seconda delle risposte, questi sono gli atteggiamenti più comuni: paura viscerale, silenzio davanti ad un tabù, fatalismo davanti ad un fatto inevitabile, ricerca del piacere davanti alla fugacità della vita, pessimismo, ... oppure serena speranza di chi crede nell'immortalità e nella risurrezione. Gesù Cristo, morto e risorto è l'unica risposta valida all'interrogativo della morte dell'uomo. Ma richiede fede incondizionata.

 

 

DOMENICA 24 NOVEMBRE: FESTA DI CRISTO RE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Andrea Dung-Lac e compagni; Santa Flora.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' CROCIFISSO, REGNA NEI NOSTRI CUORI.

 

HANNO DETTO: Nessun uomo è tanto ricco da potere ricomprarsi il passato. (Oscar Wilde)

SAGGEZZA POPOLARE: Ciò che non troviamo è quasi sempre ciò che non cerchiamo abbastanza.

UN ANEDDOTO: Secondo Fred Hoyle credere che la prima cellula si sia formata per caso è come credere che "un tornado infuriando in un deposito di sfasciacarrozze abbia messo su un Boeing"

PAROLA DI DIO: 2Sam 5,1-3; Sal 121; Col 1,12-20; Lc 23,35-43

 

Vangelo Lc 23, 35-43

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi sé stesso, se è lui il Cristo di Dio, l'eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell'aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c'era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei». Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L'altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio. tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso». Parola del Signore

 

“E GESÙ DISSE (AL LADRONE): IN VERITÀ, TI DICO, OGGI SARAI CON ME IN PARADISO”.

La vera regalità di Gesù su tutto l’Universo si manifesta proprio nel terribile momento della croce. C’è il suo popolo, ma non inneggia al Re Salvatore, lo bestemmia; ci sono le sue mani ma non hanno lo scettro del comando: sono inchiodate, non possono muoversi; non c'è un trono tempestato di diamanti ma il duro legno di un patibolo; non c’è una corona regale ma spine che trafiggono il capo. La regalità per Gesù non è il comandare ma l’ubbidire a Dio che in quel momento sembra tanto lontano, non è prendere la vita dei suoi Sudditi ma dare la sua vita, morire Lui al loro posto. Ma proprio in quel momento, un ladro, un condannato a morte, riceve la vita: questo è il nostro Re e questa la gioia del suo Regno.

 

 

LUNEDI’ 25 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Caterina di Alessandria.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' TI OFFRO... IL MIO NULLA.

 

HANNO DETTO: La noia è una tristezza senza amore. (Niccolò Tommaseo)

SAGGEZZA POPOLARE: Togliete all'uomo la verità e la sua libertà sarà una illusione.

UN ANEDDOTO: State molto attenti a far piangere una donna, che poi Dio conta le sue lacrime! La donna è uscita dalla costola dell'uomo, non dai piedi perché dovesse essere pestata, né dalla testa per essere superiore, ma dal fianco per essere uguale, un po' più in basso del braccio per essere protetta e dal lato del cuore per essere Amata. (dal Talmud ebreo, raccolta di detti dei rabbini)

PAROLA DI DIO: Dn 1,1-6.8-20; Sal Cant. Dn 3,52-56; Lc 21,1-4

 

Vangelo Lc 21, 1-4

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».  Parola del Signore

 

“GESÙ, ALZATI GLI OCCHI, VIDE I RICCHI CHE GETTAVANO LE LORO OFFERTE NEL TESORO DEL TEMPIO. VIDE ANCHE UNA VEDOVA POVERA, CHE VI GETTAVA DUE MONETINE”.

Capita, ogni tanto, di leggere ai piedi di certe statue o altari: “Munifico dono di...” Ricordo anche di aver ricevuto suggerimenti di questo tipo: “Tieniti buona quella vedova, filala un po’, è piena di soldi e un buon lascito non può che far bene a lei e alla chiesa”. Non è neanche del tutto passato il tempo in cui essere “priori” di certe confraternite dipendeva dalla maggior cospicuità delle offerte.

Anche davanti al Tempio di Gerusalemme succedeva qualcosa del genere. Si facevano le offerte al Tempio e, mentre si buttava l’offerta nelle “trombe” (le bussole di allora), se ne proclamava la quantità per la propria vanagloria. Di certo gli ultimi spiccioli di quella povera vedova non hanno arricchito un Tempio già ricco e non hanno fatto sgranare gli occhi di meraviglia di coloro che ascoltavano l’esigua quantità della cifra, anzi qualcuno, forse, avrà sorriso di compassione. Ma Gesù vede il cuore. Sa di che cosa sono frutto i soldi offerti. Sa di che cosa priva l’offrirli. Sa che cosa c’è dietro all’offerta. I soldi a volte declamati hanno in sé stessi il loro premio, o magari grondano rapina, gli spiccioli della vedova hanno il suono cristallino della fede di chi umilmente e con fiducia estrema declama con tutta sé stessa: “Ti do il mio niente, perché mi fido totalmente di Te”.

 

 

MARTEDI’ 26 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Corrado; Beata Delfina.

Una scheggia di preghiera:

 

OGGI, GESU', TU MI VUOI SALVARE.

 

HANNO DETTO: Si scopre più di un uomo in un'ora di gioco che in un giorno di conversazione. (Platone)

SAGGEZZA POPOLARE: La perdita di cui non ci si accorge non è una perdita.

UN ANEDDOTO: Antonio Socci racconta che durante la visita di Giovanni Paolo II in India “Madre Teresa teneva il Papa per mano e se lo tirava dietro da un giaciglio all'altro dei suoi malati. Piccola, piegata - come per essere più vicina a quei giacenti, per annusarli e scovarli e carezzarli meglio - andava avanti come farebbe un cane fedele tirando al guinzaglio il proprio padrone verso il luogo della scoperta, o della salvezza, come una cagnetta di Dio".

PAROLA DI DIO: Dn 2,31-45; Sal Cant. Dn 3,57-61; Lc 21,5-11

 

Vangelo Lc 21, 5-11

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Parola del Signore

 

“MOLTI INFATTI VERRANNO NEL MIO NOME DICENDO: “SONO IO”, E: “IL TEMPO È VICINO”. NON ANDATE DIETRO A LORO”

Al tempo di Gesù come ai nostri giorni una domanda è sempre ricorrente “Quando sarà la fine del mondo?”, quasi che sapendo una data si possa ovviare a quanto essa ci porta.

Gesù non solo non risponde a questa domanda, anzi ci mette in guardia contro tutti coloro che identificano date o tempi per la fine del mondo. Per Gesù c’è una sola data, un solo tempo che conta ed è il tempo non della fine del mondo, ma della conversione.

Che io sappia che il mondo finisce domani o tra mille anni può anche non cambiar niente, ma se io mi rendo conto che oggi il Signore mi offre la sua salvezza, che oggi mi chiama a liberarmi dall’egoismo, che oggi mi dona se stesso, mi rendo conto che non posso perdere tempo, rimandare ad un domani che non è mio, dire “vedrò”: è ora la storia della mia salvezza, è adesso, oggi nella gioia o nel dolore che vivo che posso rispondergli: ‘‘Eccomi” o ‘‘Sia fatta la tua volontà”.

 

 

MERCOLEDI’ 27 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Virgilio; Sant’Acario.

Una scheggia di preghiera:

 

CREDO, MA AUMENTA LA MIA FEDE.

 

HANNO DETTO: Le cose sono unite da legami invisibili: non puoi cogliere un fiore senza turbare una stella. (Galileo Galilei)

SAGGEZZA POPOLARE: La differenza tra l'impossibile e il possibile sta nella determinazione della persona.

UN ANEDDOTO: Quando l’Arno inondò Firenze, i soliti ‘troppo pii’ andavano esclamando che Dio aveva castigato la città per i suoi peccati. Il sindaco, Giorgio La Pira sdegnato, rispose: “Tutto potevo immaginare eccetto che qui a Firenze i peccatori abitassero tutti al pianterreno”.

PAROLA DI DIO: Dn 5,1-6.13-14.16-17.23-28; Sal Cant. Dn 3,62-67; Lc 21,12-19

 

Vangelo   Lc 21, 12-19

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita». Parola del Signore

 

“CON LA VOSTRA PERSEVERANZA SALVERETE LA VOSTRA VITA”.

Si pensa che sia difficile avere la fede. Io penso sia molto più arduo perseverare nella fede nel cammino quotidiano. Può essere ancora abbastanza semplice, davanti alla proposta del Vangelo, come davanti ad un grandioso spettacolo di natura, dire: “lo credo”, è molto più difficile dire nel quotidiano: “Nel nome della fede in Dio, ti do il mio perdono”, “nel nome dell’amore di Dio, ti do il mio tempo”. Ma è proprio in questo quotidiano che la mia fede si dimostra, si rafforza, diventa risposta concreta.

 

 

GIOVEDI’ 28 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Sostene; Santa Caterina Labourè.

Una scheggia di preghiera:

 

DA TUTTE LE SCHIAVITU': LIBERACI, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Il più disgraziato degli uomini è quello che non sa sopportare la disgrazia. (Biante)

SAGGEZZA POPOLARE: L' attesa attenua le passioni mediocri e aumenta quelle più grandi.

UN ANEDDOTO: I Salesiani dell'Istituto Pio XI di Roma accolsero e salvarono ben sessanta bambini ebrei nel biennio 1943-1944, durante l'occupazione tedesca della capitale. Un rabbino dell'esercito francese, Andre Zaoui, scrisse a Papa Pio XII, il Pontefice che i laicisti accusano di connivenze con il Nazismo, per ringraziarlo della protezione che i Salesiani accordarono ai bimbi ebrei. Don Armando Alessandrini, allora Prefetto degli studi dell'Istituto salesiano, al rabbino che lo ringraziava rispose con un semplice "Non abbiamo fatto che il nostro dovere".

PAROLA DI DIO: Dn 6,12-28; Sal Cant Dn 3,68-74; Lc 21,20-28

 

Vangelo Lc 21, 20-28

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti. Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina». Parola del Signore

 

“LA VOSTRA LIBERAZIONE È VICINA”

Chiunque ha fatto esperienza di prigionia sa che cosa significhi aspettare la liberazione, Il malato che dopo mesi di ansie, di prelievi, si sente dire dal medico: “Non è maligno!” prova una gioia indicibile; l’uomo sequestrato che sente i passi dei suoi liberatori, che vede sciogliersi la lunga paura della morte, sente di rinascere. Ma perché ci sia la gioia della liberazione occorre prima di tutto rendersi conto di essere prigionieri e di sapere di non potercela fare da soli. Come mai molti cristiani non sentono più il Vangelo come liberazione, come salvezza?

Perché non pensano più di essere schiavi, convivono con le catene senza apparentemente accorgersene, perché pensano che per essere liberi basta far finta di non essere prigionieri. Il male, l’egoismo purtroppo esistono e non solo negli altri, ma io spesso ne sono schiavo e da solo non ce la faccio a liberarmi...  ma c’è Qualcuno che viene per sciogliermi dalle catene. Se ne sento i passi, se lo aspetto con ansia, se gli porgo i miei polsi incatenati proverò la gioia della liberazione.

 

 

VENERDI’ 29 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco Antonio Fasani.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, DA CHI ANDREMO, TU SOLO HAI PAROLE DI VITA ETERNA!

 

HANNO DETTO: Trattare sempre ciascuno come un fine e mai come un mezzo. (Kant)

SAGGEZZA POPOLARE: Se oggi dovremmo perdere ricorda che l'importante non è vincere ma saper perdere.

UN ANEDDOTO: “Dio non esiste” mi diceva un giorno un signore, e aggiungeva “c'è scritto nella Bibbia al salmo 53”. Sembra una enorme contraddizione. Ma leggendo meglio c'è scritto 'Lo stolto pensa: "Dio non esiste"'. Quando si giudica bisogna tener conto di tutti i fattori!

PAROLA DI DIO: Dn 7,2-14; Sal Cant. Dn 3,75-81; Lc 21,29-33

 

Vangelo Lc 21, 29-33

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno». parola del Signore

 

“I CIELI E LA TERRA PASSERANNO, MA LE MIE PAROLE NON PASSERANNO”.

Gesù, la sua persona, la sua vita, passione, morte, risurrezione sono la Parola definitiva di Dio sul mondo. Da anni sto raccogliendo frasi di saggi (quelle stesse frasi che trovate anche ogni giorno in queste stesse pagine) e quando sfoglio queste oltre 20.000 frasi, spesso mi capita di fare delle con­siderazioni: spesso su uno stesso argomento ci sono le definizioni più differenti, contrastanti, a volte addirittura opposte. Le parole degli uomini anche più riflessivi non sono la verità. Spesso, poi, noto che gli uomini che nella loro saggezza sono arrivati ad alcune verità non hanno che farfugliato verità presenti nel Vangelo in modo più semplice e più limpido. Anche le parole dei saggi spesso rimangono parole. La Parola di Dio, invece, ha cambiato e cambia la vita degli uomini, l’incarnazione di Gesù continua nella vita dei martiri e dei testimoni. Detto questo dovremmo allora pregare solo come hanno fatto gli apostoli: “Signore, da chi andremo, Tu solo hai parole di vita eterna!”.

 

 

SABATO 30 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Andrea, Apostolo.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI SIGNORE GESU'.

 

HANNO DETTO: La nostra vita comincia a finire il giorno che diventiamo silenziosi sulle cose che contano. (Martin Luther King)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi solidarizza con la dittatura ne finisce complice.

UN ANEDDOTO: Quando san Benedetto Labre parlava del mistero della Santissima Trinità, il suo volto risplendeva come il sole, oppure piangeva a calde lacrime. Un giorno un teologo gli fece questa osservazione: “Parli sempre della Santissima Trinità, ma che cosa ne sai?”. E Benedetto di rimando: “Non ne so proprio nulla... ma io ne sono travolto!”.

PAROLA DI DIO: Rm 10,9-18; Sal 18; Mt 4,18-22

 

Vangelo Mt 4,18-22

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. Parola del Signore

 

“MENTRE CAMMINAVA LUNGO IL MARE DI GALILEA, GESÙ VIDE DUE FRATELLI, SIMONE, CHIAMATO PIETRO, E ANDREA SUO FRATELLO, CHE GETTAVANO LE RETI IN MARE; ERANO INFATTI PESCATORI. E DISSE LORO: «VENITE DIETRO A ME, VI FARÒ PESCATORI DI UOMINI”.

La festa di Sant’Andrea quest’anno conclude il nostro anno liturgico. Domani con la prima domenica di Avvento comincerà un nuovo ciclo. E allora proprio partendo dal racconto del Vangelo di oggi, mi sembra logico fare un po’ di esame di coscienza. Anche quest’anno, Gesù sei passato lungo il lago della vita dove è la mia residenza. Tu sai benissimo che io da solo non posso venire da te e allora ti sei mosso tu e sei entrato nel tessuto della mia vita. Anche a me come ad Andrea e come a tanti altri hai detto delle parole di speranza, hai portato un messaggio di gioia e mi hai invitato a lasciare qualcosa per seguirti. Mi chiedo se ho saputo riconoscere la tua voce, la tua presenza nei tanti avvenimenti di questo anno. Quante volte le persone, i fatti, avrebbero potuto interpellarmi, quante volte avrei dovuto lasciare le reti delle cose fatue per venirti incontro, per aiutare un fratello. Quante volte la tua parola avrebbe dovuto smuovermi, incoraggiarmi, e i tuoi Sacramenti non avrebbero dovuto rendermi disponibile al rinnovamento?

Pietro, Andrea e tanti altri hanno lasciato le reti per seguirti. Non per questo hanno capito tutto subito o subito sono diventati Santi, però si sono lasciati conquistare da te.

Gesù, io vorrei lasciarmi conquistare totalmente da te, ma anche in quest’anno quante occasioni perdute! Una cosa però riempie il mio cuore di speranza e di gioia: è che se io sono così lento tu non ti lasci scoraggiare e mi vuoi talmente bene che anche nel tempo che la tua bontà vorrà ancora donarmi, tu continuerai a bussare alla porta del mio cuore. Signore fa che ti apra!

     
     
 

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