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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

OTTOBRE 2019

 

MARTEDI’ 1° OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Teresa di Gesù Bambino; San Remigio.

Una scheggia di preghiera:

 

DIO DI OGNI MISERICORDIA ABBI PIETA' DI OGNI TUO FIGLIO.

 

HANNO DETTO: Anche se giriamo il mondo in cerca di ciò che è bello, o lo portiamo già in noi, o non lo troveremo. (Ralph Waldo Emerson)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando la greppia è vuota, i cavalli si tirano calci.

UN ANEDDOTO: Era un po' di giorni che il Signore non faceva un giro per il Paradiso; una mattina quindi si svegliò deciso a controllare se tutto lassù filava per il verso giusto.

Con sua grande sorpresa, vide, in mezzo ad un gruppetto di persone, un tipo che in vita sua non aveva mai concluso niente di buono, era un gran lazzarone, svogliato e poco credente. "Come ha fatto un individuo del genere a entrare in Paradiso? San Pietro dovrà rendermi conto di questo!.", si indignò il Signore. Continuò il giro di controllo ed ecco che scoprì tra gli altri beati una donna che in vita sua ne aveva combinate di tutti i colori. "Anche lei qui?", esclamò sbalordito. "Ma chi controlla l'ingresso tra le anime beate? San Pietro dovrà spiegarmi anche questa!" Girando s'imbatte in altre persone che non si aspettava proprio di incontrare in Paradiso. A passi decisi, con un viso che prometteva tempesta, il Signore si avviò verso l'ingresso del Paradiso. Lì, a fianco del portone, con le chiavi in mano, stava San Pietro. "Non ci siamo, non ci siamo proprio!" Lo affrontò severamente il Signore. "Ho visto gente qui intorno, che del Paradiso non è proprio degna! Che custode sei? Non sarà che ti addormenti in servizio?" "Eh, no! Io non dormo proprio!", rispose risentito San Pietro. "Io alla porta ci sto, e con gli occhi ben aperti anche. È che sopra di me, c'è una piccola finestra. Di là ogni tanto tua mamma Maria fa scendere una corda e tira su anche quelli che io avevo allontanato! A questo punto cosa dovrei fare? È inutile che faccia il portinaio! Do le dimissioni!" Il volto del Signore si distese in un gran sorriso. "Va bene, va bene", disse bonariamente, cingendo le spalle di San Pietro con un braccio, come ai vecchi tempi. "Quello che fa mia mamma Maria è sempre ben fatto. Tu continua a sorvegliare la porta e lasciamo che alla finestra ci pensi lei...".

PAROLA DI DIO: Zc 8,20-23; Sal 86; Lc 9,51-56

 

Vangelo   Lc 9, 51-56

Dal vangelo secondo Luca

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio. Parola del Signore

 

«SIGNORE, VUOI CHE DICIAMO CHE SCENDA UN FUOCO DAL CIELO E LI CONSUMI?»

Gesù aveva dato potere agli apostoli e ai discepoli: il potere di guarire i malati, di cacciare i demoni, di aiutare i poveri. Essi pensano che questo potere serva anche per difendere con forza Gesù: sono pronti ad invocare fuochi e fiamme contro quelli che non la pensano come loro e si ritrovano ad essere uguali a quei Giudei che forti delle norme si sentiranno di giudicare e di condannare il Figlio di Dio per salvaguardare la purezza della loro religione. Anche noi vorremmo poter lanciare un po' di fuoco contro quelli che operano il male (e, guarda caso son sempre gli altri) anatemi contro altre forme di religiosità, condanne e roghi per coloro che non appartengono alla nostra 'giusta' ideologia.

“Gesù si voltò e li rimproverò”: lui è venuto per servire e non per essere servito, per liberare e non per rendere schiavi, per annunciarci il volto misericordioso del Padre e non quello geloso del Dio che si offende se tutto non si svolge a puntino, il Dio paziente, lento all'ira, pieno di grazia e di misericordia che fa sorgere il suo sole sui buoni e sui malvagi. Dio ha deposto le sue 'giuste saette' e vogliamo usarle noi?

 

 

MERCOLEDI’ 2 OTTOBRE: Santi Angeli custodi.

Tra i santi ricordati oggi: San Teofilo; San Gerino.

Una scheggia di preghiera:

 

ANGELI DI DIO CHE SIETE I NOSTRI CUSTODI, ILLUMINATE, CUSTODITE, PROTEGGETE CIASCUNO DI NOI.

 

HANNO DETTO: Quando l'uomo ha raggiunto l'età di fare il male, dovrebbe anche avere raggiunto l'età di fare il bene. (Oscar Wilde)

SAGGEZZA POPOLARE: L'uccello senza nido è senza amore. L'uomo senza famiglia è nel dolore.

UN ANEDDOTO: Il giorno dell'Ascensione così riferisce una leggenda un Angelo incontrò Gesù che saliva al cielo e gli chiese: "Signore hai già terminato la tua missione?". "Si", rispose Gesù. 
Poi rivolgendo lo sguardo laggiù verso la terra immersa nel freddo e nell'oscurità, videro un tenue fuoco ardere in un piccolo punto.  "Che cos'è?", domandò l'angelo. Rispose il Signore: "Quel piccolo focolare è in Gerusalemme; attorno vi sono riuniti gli Apostoli insieme con mia Madre. Ora, appena sarò tornato il mio piano sarà completato: manderemo laggiù lo Spirito Santo per ravvivare quel focolare così che possa diffondersi per tutta la terra e dare luce e calore a tutti gli uomini". L'angelo, meravigliato, dopo un momento di riflessione disse di nuovo a Gesù: "E se questo non funzionasse?". 

Il Signore rispose: "Il mio piano è questo e non ne ho altro. Io voglio che nel mondo regni l'amore tra gli uomini".

PAROLA DI DIO: Es 23,20-23a; Sal 90; Mt 18,1-5.10

 

Vangelo Mt 18, 1-5.10

Dal vangelo secondo Matteo

In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli». Parola del Signore

 

“I LORO ANGELI NEI CIELI VEDONO SEMPRE LA FACCIA DEL PADRE MIO CHE È NEI CIELI”

Sia nell'uso che ne facevano gli Ebrei della Bibbia, sia in quello che ne facciamo noi, la parola Angelo assume significati diversi. Angelo, come dice l'origine della parola, è colui che ha qualcosa di buono da annunciarci da parte di Dio, nella Bibbia qualche volta è la rappresentazione di Dio stesso che in questo modo si manifesta agli uomini. Nell'uso linguistico nostro per Angelo si intende o qualcuno che ci trascende ma che ha un messaggio per noi o anche persona buona che ci invita al bene, o anche qualcuno che è beato perché vede Dio (di un bambino morto si dice: “è diventato un angioletto”), ma continua ad essere vicino ai suoi. La parola custode, poi mi ricorda come la usasse mio padre in maniera corretta. Lui faceva il “guardiano” in una tipografia, ma amava chiamarsi custode perché vedeva il suo lavoro come il proteggere la ditta e il lavoro di tanti operai. Penso allora che i nostri angeli custodi sono tanti: quello incaricato da Dio, le persone che vogliono il nostro vero bene, i nostri cari morti che vedendo Dio ci proteggono e ci vogliono portare a Lui.

 

 

GIOVEDI’ 3 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gerardo; Sant’Adalgotto.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI LA MIA VITA, ALTRO IO NON HO.

 

HANNO DETTO: La vera generosità verso l’avvenire consiste nel donare tutto nel presente. (Camus Albert)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi fa volentieri, Dio gli dà da fare.

UN ANEDDOTO: Un bellissimo aneddoto sulla vita di san Francesco: era in punto di morte e tutti i suoi discepoli si erano radunati intorno a lui per ascoltare le ultime parole del Santo che per tutta la vita aveva viaggiato a dorso d’asino, da un paese all’altro, per condividere le sue esperienze con la gente. Le ultime parole, quelle che un uomo dice in punto di morte, sono sempre le più significative, perché contengono l’intera esperienza di una vita. Ma i discepoli non riuscirono a credere alle proprie orecchie: san Francesco non stava parlando con loro ma con il suo asino! Il santo disse: “Fratello asino, sento di aver un gran debito con te. Mi hai sempre trasportato da un paese all’altro, senza mai lamentarti, senza mai protestare. Desidero solo che tu mi perdoni, prima che io lasci questo mondo, perché mi sono comportato in modo disumano con te”. Queste furono le ultime parole di san Francesco. Occorre una sensibilità enorme per poter chiamare il proprio asino: “Fratello asino”, chiedendo il suo perdono.

PAROLA DI DIO: Ne 8,1-4a.5-6.7b-12; Sal 18; Lc 10,1-12

 

Vangelo   Lc 10, 1-12

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sodoma sarà trattata meno duramente di quella città». parola del Signore

 

“E NON FERMATEVI A SALUTARE NESSUNO LUNGO LA STRADA”.

Sappiamo tutti ormai che questo comando di Gesù dato ai primi missionari non è un invito alla maleducazione, ma alla serietà del linguaggio e dei rapporti che manifesti la realtà dell’annuncio e la serietà della vita. Mi sembra che in parole povere Gesù voglia dirci: “Nell’annunciare il Vangelo non ridurti al commesso viaggiatore che vuole, in base a parole, stordire l’acquirente pur di vendere il prodotto, non fare come certi “preti televisivi” che scimmiottano il mondo dello spettacolo con fini cristiani. Non essere dl quei cristiani “d.o.c.” che fanno di ogni occasione lo spettacolo della propria vana—gloria. Non diventare come coloro che dietro ai “salotti cristiani” mascherano e giustificano una fede vuota. Lascia perdere coloro che pensano di parlare di Gesù ma parlano soltanto di chiesa-potere terreno. San Luca, nello scrivere il suo Vangelo non si è perso in chiacchiere inutili, nella ricerca di miracolismi facili, in esaltazioni inutili. Ha amato, ha meditato, ha messo sé stesso a servizio della Parola, ha testimoniato ciò che scriveva con la sua vita.

 

 

VENERDI’ 4 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco d’Assisi patrono d’Italia; San Petronio.

Una scheggia di preghiera:

 

GRANDI COSE HA FATTO IL SIGNORE IN NOI E PER NOI.

 

HANNO DETTO: La sola disgrazia irreparabile è trovarsi un giorno senza pentimento davanti al Volto che perdona. (Bernanos)

SAGGEZZA POPOLARE: Un cucchiaio pieno di fatti, val più di una zuppiera piena di consigli.

UN ANEDDOTO: Il signor Cesare era molto abitudinario. Ogni domenica si alzava tardi, girellava per la casa in pigiama e alle undici si radeva la barba, lasciando aperta la porta del bagno. 
Quello era il momento atteso da Francesco, che aveva solo sei anni, ma mostrava già molta inclinazione per la medicina. Francesco, infatti, prendeva il pacchetto del cotone idrofilo, la bottiglietta del disinfettante, la busta dei cerotti, entrava in bagno e si sedeva sullo sgabello ad aspettare.
- Che c'è? - domandava il signor Cesare, insaponandosi la faccia con la schiuma da barba. Francesco si torceva sul seggiolino, senza rispondere. - Dunque? - Be' - diceva Francesco - può darsi che tu ti tagli. Allora io farò la medicazione. - Già! - diceva il signor Cesare. - Ma non tagliarti apposta come domenica scorsa diceva Francesco, severamente altrimenti non vale. - Sicuro! - diceva il signor Cesare.

Ma a tagliarsi senza farlo apposta non ci riusciva. Tentava di sbagliare senza volerlo, ma era difficile e quasi impossibile. Faceva di tutto per essere disattento, ma non poteva. Finalmente, qui o là, il taglietto arrivava e Francesco poteva entrare in azione. Asciugava la goccia di sangue, disinfettava, attaccava il cerotto. Così ogni domenica il signor Cesare regalava una goccia di sangue a suo figlio e Francesco era sempre più convinto di avere un padre distratto.

PAROLA DI DIO: Gal 6,14-18; Sal 15; Mt 11,25-30

 

Vangelo Mt 11,25-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore

 

“IL MIO GIOGO È DOLCE E IL MIO PESO LEGGERO”.

Gesù parla di giogo. E il giogo è una cosa pesante che prelude ad un lavoro altrettanto pesante. Essere seguaci di Gesù non è uno scherzo. Con Lui non puoi mai pensare di essere tranquillo, di essere un arrivato. Seguirlo sul serio significa non avere una pietra su cui posare il capo, significa “andare fino ai confini della terra”, significa sapere di essere odiati da parenti e amici, correre il rischio di essere “trascinati davanti ai tribunali”, trovare la croce. Ma Gesù dice anche che il suo giogo è dolce e il suo carico leggero. Perché? Perché, intanto, quel giogo lo ha già portato Lui; perché è il giogo che ci fa addirittura collaboratori di Lui, perché è un giogo che ci unisce intimamente a Lui e “dove sono io voglio che siano anche i miei amici”, perché non è il giogo della schiavitù ma dell’amore. Chi si trascina dietro il giogo del cristianesimo tra paure, compromessi, sotterfugi, brontolamenti è sfiancato dalla noia, abbattuto dalla solitudine. Chi prende il suo giogo con amore, chi lo porta per amore in stretta comunione con Gesù, non può non avere la sua forza, la sua speranza, la sua gioia.

 

 

SABATO 5 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gallo d’Aosta; Santa Giustina; Santa Maria Faustina Kowalska.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA BONTA', SIGNORE, CI COLMA DI GIOIA.

 

HANNO DETTO: Il Signore accorderà la grazia ma nella maniera che sarà più proficua all'anima. (S. Giovanni Bosco)

SAGGEZZA POPOLARE: Gli errori altrui si vagliano come le spighe di grano: il proprio errore lo si nasconde come il baro nasconde il cattivo punto ai dadi all'altro giocatore. (Budda)

UN ANEDDOTO: Il brillante ufficiale francese, Charles de Foucauld, stava raccontando in una riunione di famiglia i meravigliosi episodi della sua spedizione in Marocco, quando la sua nipotina gli pose una mano sulle ginocchia e chiese tranquilla: — Zio, hai fatto tante cose; ma per Gesù cos’hai fatto? E il grande esploratore del deserto africano, rimase pensieroso, senza più parlare, per l’intera serata: quella frase lo aveva scioccato. Fino allora cosa aveva fatto per il buon Dio? Nulla! Gli occhi allora gli si aprirono. L’indomani corse da un vecchio compagno di studi, l’abbè Huvelin, per confessarsi e chiedere luce. Cambiò vita. Si consacrò a Gesù. Passò parecchi anni nella preghiera e nella meditazione ospite nelle trappe, poi decise, per imitare in tutto il suo Salvatore, d’andare ad abitare a Nazaret.

Qui un giorno, la sua profonda preghiera fu disturbata da lamenti e gemiti: nella casa accanto un mussulmano moriva nella più estrema miseria sua e della sua famiglia. Allora Charles de Foucauld ripensò alla luce della carità di Cristo tutta la sua vita: aveva ragione a rimanere solo ed isolato con Dio, mentre i suoi fratelli morivano disperati? Decise d’essere come loro, di farsi amico di chi non ha amici. Passò gli ultimi anni della sua esistenza nel Sahara, vivendo in tutto la vita degli abitanti dell’Hoggar. Secondo il suo progetto ed esempio, nacquero le «Fraternità del deserto» dei Piccoli Fratelli e delle Piccole Sorelle di Gesù, oggi sparsi dolcemente e umilmente in tutto il mondo, mescolati con i più poveri. P. Charles de Foucauld firmò il suo amore per i fieri Tuareghs e per Dio con il suo sangue; fu infatti assassinato, mentre pregava, il 10 dicembre 1916 a Tamanrasset.

PAROLA DI DIO: Bar 4,5-12.27-29; Sal 68; Lc 10,17-24

 

Vangelo   Lc 10, 17-24

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono». Parola del Signore

 

“IN QUELLA STESSA ORA GESÙ ESULTÒ DI GIOIA NELLO SPIRITO SANTO”

È tutto un dilagare di gioia questo brano! Gioia dei discepoli per il risultato ottenuto dall’evangelizzazione, gioia di Gesù per la loro gioia, gioia nel Padre che rivela una logica inattesa e privilegia i piccoli, gioia che dobbiamo scoprire perché siamo conosciuti da Dio nell’intimo (questo è il significato del fatto che i nostri nomi sono scritti nel cielo!). Gioia che non è solo emozione ma radicale consapevolezza della grandezza di Dio e del suo progetto sugli uomini che egli ama! Gioia del saperci inseriti in un gigantesco progetto e processo di bene che Dio ha sulla sua Creazione! Se abbiamo il coraggio di fermarci e di rileggere la nostra vita alla luce della Parola scopriremo di essere inseriti in questo grande mosaico che Dio sta costruendo anche grazie alla nostra piccola disponibilità. Impariamo allora a porre la nostra gioia nelle cose che valgono e che restano, a imparare a guardare il mondo così come Cristo ci insegna e a saper danzare nella nostra vita non perché realizziamo un nostro progetto ma perché collaboriamo a quello straordinario di Dio sul mondo!

 

 

DOMENICA 6 OTTOBRE: 27^ DOMENICA T.O. ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: San Bruno; Santa Alberta.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AUMENTA LA NOSTRA FEDE.

 

HANNO DETTO: Scava dentro di te, perché dentro di te è la fonte del bene e zampillerà senza fine, se continuerai a scavare. (Marco Aurelio)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi discorre col cielo, impara a vivere in terra.

UN ANEDDOTO: Vincenzo de Paoli, il fondatore delle "Figlie della carità", inventò il nuovo ordine in un periodo in cui ancora non si concepiva la monaca fuori della clausura. A queste donne diede una consegna di partenza: "Avrete per monastero la casa dei malati". Niente di più severo che passare i giorni e le notti tra le piaghe, lamenti e sporcizia. L'altra forma di mortificazione richiesta era il trottare continuo, che Vincenzo esigeva: "La figlia della Carità deve essere sempre in moto e poi deve essere sempre contenta". Vincenzo le autorizzò a cantare non soltanto i salmi, ma anche le canzonette. E niente velo: "Dio vuole che i poveri vedano il vostro viso!".

PAROLA DI DIO: Ab 1,2-3; 2,2-4; Sal 94; 2Tm 1,6-8.13-14; Lc 17,5-10

 

Vangelo Lc 17, 5-10

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sradicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe. Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”». Parola del Signore

 

“IN QUEL TEMPO, GLI APOSTOLI DISSERO AL SIGNORE: «ACCRESCI IN NOI LA FEDE!»”

“Fede” è una parola di poche lettere, ma dà un significato fondamentale alla vita, come quelle altre piccole parole “sì” e “no” che possono indirizzare tutta un’esistenza.

La fede è complessa e semplice allo stesso tempo. Non dipende esclusivamente dalla ragione, ma può servirsi di essa. È dono di Dio ma è anche libera risposta dell’uomo. Non è bastone su cui appoggiare i nostri limiti e le nostre debolezze, ma indubbiamente dà senso alla nostra vita sia nel bene che nelle prove. Ci apre alla prospettiva di Dio, ma non ci spiega Dio. Direi che la fede è incontro e rapporto sempre nuovo e profondo tra Dio e la sua creatura. Dio ci ama e vuol farsi riconoscere e incontrare da noi, ma, proprio perché ci ama, non ci forza, si propone a noi attraverso la creazione e soprattutto attraverso la persona di suo Figlio Gesù. Se l’uomo lo accoglie, entra come figlio nella pienezza del rapporto col Padre e, allora, la fede diventa concreto cammino di imitazione del Figlio ed anche partecipazione alla pienezza dei doni di Gesù; ecco perché la fede può davvero spostare le montagne. Non è il segreto per fare miracoli, è entrare nel cuore di Dio, è pensare sempre più come Lui, è volere ciò che Lui vuole, cioè il vero bene dell’uomo.

Quando penso a queste cose mi accorgo di essere ancora molto lontano da quel granello di fede e, quando recito il “Credo” mi rendo conto che spesso è solo un’arida enunciazione di dogmi, manca ancora il granello, quello principale: affidarsi nelle braccia del Padre. Dunque in questo senso posso ancora dire per me e per tanti miei fratelli: “Signore, aumenta la nostra fede!”.

 

 

LUNEDI’ 7 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Beata Vergine del Santo Rosario; Sant’ Adalgiso.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, DONACI OCCHI PER VEDERE LE NECESSITA' DEI FRATELLI E CUORE PER FARCI UNO CON LORO.

 

HANNO DETTO: La prima prova di buon senso è nel non pretendere di risolver tutto col buon senso. (Ugo Bernasconi)

SAGGEZZA POPOLARE: Cambiare luogo non fa diventare assennati, né toglie la stupidità. (prov. Greco)

UN ANEDDOTO: - Buon vino e vino maledetto: Il vino è buono per chi lo sa bere. - Quel che con l'acqua mischia e guasta il vino, merita di bere il mare a capo chino. - Vino dentro, senno fuori. - Chi ha buona cantina in casa non va all'osteria.

PAROLA DI DIO: Gn 1,1 – 2,1.11; Cant. Gn 2,3-5.8; Lc 10,25-37

 

Vangelo Lc 10, 25-37

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».  Parola del Signore

 

“UN SACERDOTE SCENDEVA PER QUELLA MEDESIMA STRADA E, QUANDO LO VIDE, PASSÒ OLTRE.”

Nella parabola del buon samaritano colpisce il fatto che Gesù abbia scelto proprio un sacerdote e un levita per indicare due persone che “vedono” ma non sanno “avere compassione. Per realizzare il loro programma religioso, il sacerdote e il levita attraversano la strada, stanno dalla parte sicura, per non correre il rischio di inciampare nelle necessità del fratello. Il        loro itinerario spirituale non tollera ritardi, i doveri legali stanno al di sopra del cuore, dell’umanità, della tenerezza. È la grande illusione: arrivare a Dio scavalcando il prossimo. Incontrare Dio senza aver bisogno di incontrare il fratello. Occuparsi di Dio senza accorgersi che ciò che sta a cuore a Dio sono “le cose degli uomini”, suoi figli. Dimostrarsi ossessionati dall’osservanza della legge e considerare la misericordia come una debolezza dimenticando che essa invece è la grande, stupefacente “debolezza di Dio”.

 

 

MARTEDI’ 8 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ugo Canefri; Santa Eusebia.

Una scheggia di preghiera:

 

BENVENUTO, SIGNORE, IN CASA NOSTRA.

 

HANNO DETTO: Il vero castigo di chi compra le lodi è ch'egli finisce col credere alle lodi pagate. (Ugo Bernasconi)

SAGGEZZA POPOLARE: Lingua, dove vai? A salvare o a distruggere le città? (prov. Greco)

UN ANEDDOTO: Scriveva Madeleine Delbrel: “Io penso che tu forse, o Signore, ne abbia abbastanza della gente che sempre parla di servirti col piglio da condottiero, di conoscerti con aria da professore, di raggiungerti con regole sportive, di amarti come si ama in un matrimonio invecchiato. Un giorno in cui avevi voglia di un po’ d’altro, hai inventato san Francesco, e ne hai fatto il tuo giullare. Lascia che noi inventiamo qualcosa per essere gente allegra e danziamo la vita con te”.

PAROLA DI DIO: Gn 3,1-10; Sal 129; Lc 10,38-42

 

Vangelo Lc 10, 38-42

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta». Parola del Signore

 

“UNA DONNA DI NOME MARTA LO OSPITO'”.

Una delle esperienze più belle della vita (anche se estremamente rara) è avere degli amici veri. Ti trovi bene quando sei con loro, sai che se vai a trovarli sei bene accolto, non disturbi, sai di poter contare su di loro, sai che condividere con loro una gioia non significa sminuirla ma aumentarla e condividere un dolore significa portarlo tutti insieme, con più forza.

Gesù ha provato questa gioia. Quella casa di Betania era sempre aperta per Lui e i suoi apostoli. Con Lazzaro si poteva parlare liberamente, Maria pendeva dalle labbra di Gesù, Marta era sempre pronta a farsi in quattro perché l’ospitalità fosse gradevole e gli invitati, oltre che a trovarsi a proprio agio, potessero gustare anche un buon pranzo. Gesù, l’amico di tutti, ha avuto degli amici in particolare. Gesù mi ama così come sono. Bussa alla porta di casa mia. Ha desiderio di trovarsi con me e con te.

Mi chiedo se Gesù si trova bene da me. Anzitutto, quando viene, mi trova in casa o sono perennemente fuori a sfarfallare tra mille cose? Sono poi disponibile ad accoglierlo con gioia in casa mia? È uno che non disturba mai? Condivido con Lui le mie gioie e le mie pene? Sto ad ascoltarlo? Gioisco a mia volta della sua amicizia?

 

 

MERCOLEDI’ 9 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi Dionigi e compagni; San Giovanni Leonardi.

Una scheggia di preghiera:

 

È UNA GIOIA STAR CON TE, SIGNORE GESU'.

 

HANNO DETTO: Guarda un filo d'erba al vento e sentiti come lui. Ti passerà anche la rabbia. (Tiziano Terzani)

SAGGEZZA POPOLARE: La verità ha una buona faccia, ma indossa stracci. (prov. Inglese)

UN ANEDDOTO: Un giorno, un bellissimo giorno, i grandi della terra, stanchi di azzannarsi si misero intorno ad un tavolo. Non per discutere, questa volta, ma per decidere: la terra andava salvata e bisognava - finalmente - tirarsi su le maniche ed operare. Quel giorno il Diavolo si sentì poco bene. Guardandosi allo specchio scorse rughe profonde e segni di stanchezza. E - improvvisamente - pensò ad una cosa mai prima pensata: alla sua morte. Sarebbe forse morto? E quando? Presto. Perché i grandi della terra, sia pure a fatica, stavano scoprendo, quel giorno, la bellezza della vita.

PAROLA DI DIO: Gn 4,1-11; Sal 85; Lc 11,1-4

 

Vangelo Lc 11, 1-4

Dal vangelo secondo Luca

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione». Parola del Signore

 

“SIGNORE, INSEGNACI A PREGARE”

C’è tanta gente che desidera pregare. Oggi c'è addirittura un’inflazione di “scuole di preghiera”. Ma più che cercare i modi e le forme di preghiera abbiamo bisogno di trovare uomini che pregano.

Gesù, col suo modo di pregare, suscita nei discepoli la nostalgia della preghiera, l’esigenza di un modo diverso di pregare.

Troppi educatori si mostrano preoccupati del “come” insegnare a pregare alle varie categorie di persone. C’è un solo “come”, un unico metodo insostituibile. Si tratta di essere creature di preghiera. Un prete che prega, dei genitori che pregano, diventa capace di far scaturire la voglia, comunicare il gusto, far scoprire la bellezza, comunicare il fascino della preghiera. Datemi un uomo che prega, e non avrà più bisogno di spiegazioni sulla preghiera.

 

 

GIOVEDI’ 10 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco Borgia; San Bassiano.

Una scheggia di preghiera:

 

DIO, DI TE MI FIDO.

 

HANNO DETTO: Nella dorata guaina della compassione si nasconde talvolta il pugnale dell'invidia. (Friedrich Nietzsche)

SAGGEZZA POPOLARE: Tutto è piacevole finché la mucca non entra nel tuo giardino. (prov. Irlandese)

UN ANEDDOTO: Si racconta che Domenico Zampieri detto il Domenichino, fosse molto perfezionista. Un amico un giorno lo rimproverò dicendogli: -Impieghi troppo tempo su un quadro, non fai che ritoccarlo! Se fossi meno pignolo e più veloce nella consegna, guadagneresti molto di più! 

-È vero - ammise il Domenichino. - Ma io ho un padrone molto difficile da accontentare e sempre alla ricerca della perfezione. L'amico allora gli chiese a chi si riferisse, e il pittore gli rispose: - Io stesso.

PAROLA DI DIO: Ml 3,13-20a; Sal 1; Lc 11,5-13

 

Vangelo Lc 11, 5-13

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai discepoli: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!». Parola del Signore

 

“CHIUNQUE CHIEDE RICEVE E CHI CERCA TROVA E A CHI BUSSA SARÀ APERTO.”

Dopo la lettura di questo o di analoghi brani in cui Gesù ci assicura che la vera preghiera, fatta nel suo nome trova sempre adempimento, alcuni dicono: “E' vero. L'ho sperimentato, ho pianto, ho gridato, ho promesso … e Dio mi ha ascoltato!” Altri dicono: “Dio non ha fatto come ho chiesto io, ma mi ha dato forza e capacità di comprendere.” Altri invece dicono: “Non è vero proprio niente: Ho chiesto e non ho ottenuto. Altro che Padre buono, altro che Dio misericordioso con i suoi figli! Un padre terreno non si comporterebbe così!” E umanamente hanno ragione tutti! Ma allora che cosa voleva insegnarci Gesù? Una prima cosa: Ti fidi davvero di Dio in ogni caso e in ogni situazione? O lo cerchi solo quando sei nel bisogno e con la presunzione di essere sempre esaudito? Seconda cosa: tu sai davvero che cosa sia il tuo vero bene o vedi solo il bene immediato che vuoi raggiungere? Terza cosa: quando vai a pregare Dio perché faccia piovere te lo porti dietro l'ombrello? Quarto, quinto, sesto... continua tu.

 

 

VENERDI’ 11 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni XXIII; Santa Placida; Sant’Alessandro Sauli.

Una scheggia di preghiera:

 

SOLO TU, O DIO, SEI DA SEMPRE E PER SEMPRE.

 

HANNO DETTO: Il comportamento è uno specchio in cui ognuno rivela la propria immagine. (Johann Wolfgang Goethe)

SAGGEZZA POPOLARE: L'ancora sta in acqua, e non impara mai a nuotare. (prov. Istriano)

UN ANEDDOTO: Quando a Fedor Dostojewskj nacque una bambina, Ljuba, questa divenne la sua gioia. Lo scrittore diceva: - Un bambino rappresenta i tre quarti della felicità della vita!  Tutto il resto non fa che un quarto.

PAROLA DI DIO: Gl 1,13-15; 2,1-2; Sal 9; Lc 11,15-26

 

Vangelo Lc 11, 15-26

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in sé stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in sé stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde. Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima». Parola del Signore

 

“CHI NON RACCOGLIE CON ME, DISPERDE”.

Molti di voi come me avrete fatto la pesante esperienza di un trasloco. Quante cose abbiamo accumulato negli anni e, se da un ambiente ampio devi ridurti ad una stanzetta devi fare lo “sgombero” ed è un momento triste, di ricordi, momento forse di bilanci. Mi diceva una signora: “Sono ormai tanti gli anni della mia vita, e molti li ho passati seminando nella speranza di un raccolto abbondante. Speranze umane, la famiglia, i figli, i nipoti, me stessa. Ma mi accorgo che ogni anno la messe è sempre inferiore alle fatiche e alle aspettative. Mi sembra quasi che più passano i giorni, più aumenta il deficit. Dove è finito tutto il lavoro fatto? Dove le veglie inquiete per le vicissitudini della vita? Dove è finito tutto quello che ho letto, imparato con tanta fatica? Quante delle amicizie, delle persone amate, ricercate, incontro ancora? Dove è finita tutta la sofferenza che ho incontrato e la gioia che ho goduto? Dove le parole, i gesti, gli sguardi, le emozioni, gli atti dell’esistenza, le opere?

Tutto è passato, disperso, finito. Di vivo sembra non resti che il nostalgico ricordo, il pentimento per tante cose, e questo breve attimo di vita che sta sfuggendo. Lungo il tortuoso sentiero della vita, via via si perde ogni cosa. E se guardo il piccolo futuro che mi rimane: sarà una ulteriore spoliazione!”

Sarà proprio così?

Se la tua vita è stato solo un succedersi di speranze umane, allora sì che ti ritrovi con un po’ di polvere nelle mani. Tutto è sprecato ciò che non è fatto in Dio e per Dio perché tutto si guasta e si corrompe se non è conservato, rinnovato dall’Eterno. Noi siamo tutti dei naufraghi nel gran mare del tempo. Soltanto Dio emerge sopra le onde dei secoli. Tutto ciò che ti è caro affidalo a Lui se vuoi salvarlo. Se no è perduto.

 

 

SABATO 12 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Serafino; Sant’Edisto.

Una scheggia di preghiera:

 

ESSERE CON TE SEMPRE, O DIO, È LA VERA BEATITUDINE.

 

HANNO DETTO: Ci si conoscerebbe meglio reciprocamente se ciascuno non volesse sempre uguagliare l'altro. (Johann Wolfgang Goethe)

SAGGEZZA POPOLARE: Il forte può cadere, ma non cedere. (prov. Latino)

UN ANEDDOTO: Lorenzo Dow, famoso predicatore metodista. incontrò un giorno un bambino negro di nome Gabriele, che possedeva un corno. Diede allora al bambino il compito di nascondersi su un albero di fronte alla chiesa dove lui avrebbe predicato quel giorno e di suonare il corno ogni volta che sentiva il predicatore chiamarlo per nome. Quella mattina, durante la predica, il pastore dipinse con toni apocalittici il giorno del giudizio universale. Ad un certo punto si mise a gridare: - E se proprio in questo giorno Gabriele suonasse la sua tromba? In quell'istante uno squillo forte e chiaro echeggiò nell'aria. La folla riunita in chiesa, già terrorizzata dal sermone, fu colta dal panico e tutti balzarono in piedi. Ma ben presto alcuni tra i presenti intuirono il trucco e cominciarono a schernire il parroco. E Dow, pronto: - Pensate, amici, se un piccolo ragazzo nero su un albero suonando un corno di latta può spaventarci così tanto, che cosa succederà quando l’arcangelo Gabriele in persona suonerà veramente la sua tromba nel giorno del giudizio?!?

PAROLA DI DIO: Gl 4,12-21; Sal 96; Lc 11,27-28

 

Vangelo Lc 11, 27-28

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».  Parola del Signore

 

"UNA DONNA DALLA FOLLA ALZÒ LA VOCE E GLI DISSE: «BEATO IL GREMBO CHE TI HA PORTATO E IL SENO CHE TI HA ALLATTATO!".

Una donna, con semplicità, ammirata dalla figura di Gesù, forse con un po' d'invidia dice: "Beata, fortunata tua madre ad avere un figlio così”. Gesù le risponde: "La fortuna non è avere un ‘figlio bravo’, è essere fedeli a Dio!".

Secondo il vangelo non si è beati perché le cose vanno bene, perché economicamente non abbiamo grossi fastidi, perché mio figlio non è un drogato o un perdigiorno, perché i miei hanno fatto carriera., ma si può essere beati sempre se si cerca la volontà di Dio, se Dio è il nostro fine, la nostra unica "ricompensa". Può essere più povera anche la donna più ricca, la madre che ha un figlio prete, la donna o l'uomo più importante, se non vive dell'unica vera beatitudine che è Dio, come può essere beata la donna o l'uomo povero ingiustamente calunniato, bastonato, emarginato se nonostante questo sa che Dio lo ama e non lo abbandona e si fida di Lui.

Maria non è "beata perché è la madre di Gesù", è beata perché la sua vita è un "sì" continuo al Signore.

 

 

DOMENICA 13 OTTOBRE: 28^ DOMENICA T.O. ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Edoardo.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Vivere nei cuori che lasciamo dietro di noi non è morire. (T. Campbell)

SAGGEZZA POPOLARE: Il pericolo non lo si vince mai senza pericolo. (prov. Latino)

UN ANEDDOTO: Ciao, il mio nome è Felicità. Faccio parte della vita, di quelli che credono nella forza dell’amore, che credono che ad una bella storia non possa esserci mai fine. Sono sposata, lo sapevi? Sono sposata con il Tempo. Lui è il responsabile della risoluzione di tutti i problemi. Lui costruisce cuori, lui medica quelli feriti, lui vince la tristezza. Io e il Tempo, assieme, abbiamo avuto 3 figli: Amicizia, Saggezza, Amore. Amicizia è la figlia più grande, una ragazza bellissima, sincera e allegra.

Lei unisce le persone, non ha l’intento di ferire, ma di consolare Poi c’è Saggezza, colta, con principi morali, lei è quella più attaccata a suo padre, Tempo. È come se Saggezza e Tempo camminassero insieme! Il più piccolo è Amore! Ah, quanto mi fa lavorare lui! È ostinato, a volte vuole abitare solo in un certo posto. E a volte dice che è stato concepito per abitare in due cuori e non in uno soltanto. Eh sì, mio figlio Amore è molto complesso. Quando comincia a far danni, devo chiamare subito suo padre, Tempo, affinché chiuda le ferite procurate dal figlio! Una persona un giorno mi ha detto: “alla fine tutto si sistema sempre in un modo o nell’altro se le cose ancora non si sono sistemate è perché non siamo ancora giunti alla fine”. Per questo ti dico di avere fiducia nella mia famiglia. Credi in mio marito Tempo, nei miei figli Amicizia, Saggezza e soprattutto credi in mio figlio Amore. Se avrai fiducia in loro, stai certo che allora io, Felicità, un giorno batterò alla tua porta! E non dimenticare mai di sorridere.

PAROLA DI DIO: 2Re 5,14-17; Sal 97; 2Tm 2,8-13; Lc 17,11-19

 

Vangelo Lc 17, 11-19

Dal vangelo secondo Luca

Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!». Parola del Signore

 

“NON SONO STATI PURIFICATI DIECI? E GLI ALTRI NOVE DOVE SONO?”

È una desolazione bruciante quella dell’ingratitudine, e l’abbiamo sperimentata tutti. Hai dato il tuo tempo, il tuo interesse ad una persona e, questa, quando ha risolto i suoi problemi, sparisce; hai imprestato, magari con fatica, dei soldi ad un amico che era venuto a piangere da te e poi non solo non hai più visto i soldi ma neanche l’amico. Gesù ha guarito dieci lebbrosi e uno solo torna a dire grazie. “E tu dove sei?” quante volte torni a dir grazie al Signore dei suoi doni? Ti ha dato la vita, l’amicizia, la parola, il pane, il perdono. Ti ha dato delle grazie particolari, si fida di te, e tu dove sei? Dio si aspetta il tuo grazie non tanto per l’amore che tu puoi tributargli, ma per salvarti definitivamente, i dieci lebbrosi sono guariti tutti dalla lebbra, ma solo quello che è tornato a ringraziare si è sentito dire: “La tua fede ti ha salvato”.

 

 

LUNEDI’ 14 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Callisto; San Gaudenzio.

Una scheggia di preghiera:

 

HA SETE DI TE L'ANIMA MIA.

 

HANNO DETTO: Io ho avuto tre educatori: la strada, la scuola e la Bibbia; alla fine è la Bibbia quella che conta di più. È l'unico libro che dovremmo possedere. (D. Ellington)

SAGGEZZA POPOLARE: La legge è come il timone, va dove la giri. (prov. Russo)

UN ANEDDOTO: Rabbi Mendel di Kozk raccontava la storia del cacciatore che il profeta Elia incontrò nella foresta e a cui chiese perché vivesse senza insegnamento e senza legge. Il cacciatore si giustificò: «Non ho trovato la porta che conduce al cospetto di Dio.» «Ma anche cacciatore non sei nato,» disse Elia, «e di dove ti è venuta l'intelligenza per questo mestiere?» «La necessità me l'ha insegnato,» rispose il cacciatore. «E se tu,» disse il profeta, «avessi avuto una necessità altrettanto grande di Dio da cui vaghi lontano, pensi che egli non ti avrebbe mostrato la via che porta a lui?» (M. Buher)

PAROLA DI DIO: Rm 1,1-7; Sal 97; Lc 11,29-32

 

Vangelo Lc 11, 29-32

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».  Parola del Signore

 

“QUESTA GENERAZIONE È UNA GENERAZIONE MALVAGIA; ESSA CERCA UN SEGNO, MA NON LE SARÀ DATO ALCUN SEGNO, SE NON IL SEGNO DI GIONA.”

La fiera televisiva di Internet, dei telefoni tutto-fare, ci ha abituato ad ogni segno di previsione: ci sono quelle del tempo basate su computer, ci sono quelle del lotto, basate non so su quali alchimie, ci sono quelle sul futuro personale basate su segni zodiacali che pretendono lo scientifico ora dagli astri, era dai segni sulla mano, ci sono i maghi dotati o meno di tarocchi che sanno dirti ‘tutto, ma proprio tutto sul passato, presente, futuro': il baraccone, forse oggi con una veste apparentemente più scientifica, ha sempre attirato e spennato i “polli del paese”. E i cristiani che cercano segni? che si accaniscono e litigano sul messaggio della tal madonna o sulle parole del tal santone? Eppure “ben più di Giona è qui” (Lc. 11,32). Abbiamo Gesù, il suo Vangelo, la sua parola, i suoi sacramenti, una chiesa peccatrice, ma santa: quali altri segni vogliamo? Oppure la nostra fede qualche volta è ancora un po’ troppo da “baraccone?”.

 

 

MARTEDI’ 15 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Teresa di Gesù; Santa Aurelia di Strasburgo

Una scheggia di preghiera:

 

TI OFFRO, SIGNORE, TUTTE LE MIE MISERIE.

 

HANNO DETTO: La lettura della Bibbia ci procura un duplice vantaggio: istruisce la nostra intelligenza e ci introduce all'amore per Iddio distogliendoci dalle cose vane. (Sant'Isidoro di Siviglia)

SAGGEZZA POPOLARE: La varietà è l'essenza del sapore. (prov. dello Zanzibar)

UN ANEDDOTO: Un signore sta salendo in auto su una strada di montagna. Ad un tratto, incrocia una donna che sta scendendo, lei pure in macchina. La donna, non appena vede il signore, gli urla, con forza dal finestrino della sua auto: “Maiale!”. Allora quello, per non essere da meno, le grida con quanto fiato ha in gola: “Oca!”. Se non che, dopo la prima curva che affronta con velocità aumentata dalla rabbia, si trova la strada sbarrata proprio da un enorme maiale che investe in pieno! Perché subito e sempre (o quasi) pensare male dell’altro?

PAROLA DI DIO: Rm 1,16-25; Sal 18; Lc 11,37-41

 

Vangelo Lc 11, 37-41

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro». Parola del Signore

 

“PIUTTOSTO DATE IN ELEMOSINA QUEL CHE C’E’ DENTRO ED ECCO, TUTTO PER VOI SARA’ MONDO”.

Che cosa vorrà dire Gesù quando invita il fariseo e noi a non badare troppo alle formalità religiose quanto piuttosto a dare in elemosina quello che c’è dentro?

Penso che Gesù volesse dire: “Finché ti preoccupi dell’osservanza delle norme, le norme uccidono il tuo spirito perché tu pensi di poterti comprare Dio con le tue osservanze mentre invece non fai altro che diventare ipocrita, quando invece ti preoccupi di svuotare il tuo cuore per far posto a Dio, allora ti prepari davvero ad accogliere Lui e i suoi doni. Capita sovente di sentire certi direttori spirituali tutti dediti a far sì che i loro discepoli “acquistino la virtù”, camminino sulla “strada della perfezione” e che questi, tutti presi da questa forma di ascesi, si dimentichino di Dio e del prossimo. Gesù sembra dirci: prima di ogni ascesi c’è lo sgombero. Incomincia a dare in elemosina i frutti dell’egoismo che hai accumulato, restituisci a Dio la parte del cuore che ai affittato ai tuoi interessi e ai tuoi piaceri, butta via le carabattole delle esagerate preoccupazioni terrene, fai piazza pulita di certe spiritualità bacchettone che allontanano dalla realtà concreta dei fratelli e di Dio che abita in loro, liberati dalla religiosità della fredda osservanza, da quella della paura…Finito lo sgombero scoprirai di avere un cuore grande in cui Dio può porre davvero la sua dimora e dove, con Lui entreranno anche i fratelli.

 

 

MERCOLEDI’ 16 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Edvige; Santa Margherita Maria Alacoque.

Una scheggia di preghiera:

 

DALL'ARROGANZA CHE IMPONE, LIBERACI O SIGNORE!

 

HANNO DETTO: La Scrittura ha fornito dei passi per consolare tutte le condizioni e per intimidire tutte le condizioni. (B. Pascal)

SAGGEZZA POPOLARE: Il vino buono non ha bisogno di pubblicità. (prov. Ungherese)

UN ANEDDOTO: Una volta una madre si trovava ai giardinetti con la bimba di quattro anni. Ad un tratto, la bambina si mise a piangere disperatamente. Un signore che assisteva alla scena, dopo un po’ non ne poté più e disse alla madre: “Signora, non faccia piangere così la bambina: la dia quel che vuole!”. Il signore tacque. Intanto la bambina riprese a piangere, sempre più angosciata. Allora l’uomo, deciso: “Signora, non si può far piangere tanto una bimba: mi dica quel che vuole, provvedo io!”. La madre, ancor più seccata: “Provi lei! Ha fatto un buco e adesso vuole portarselo a casa!”.

PAROLA DI DIO: Rm 2,1-11; Sal 61; Lc 11,42-46

 

Vangelo Lc 11, 42-46

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo». Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!». Parola del Signore

 

“GUAI A VOI, DOTTORI DELLA LEGGE CHE CARICATE GLI UOMINI DI PESI INSOPPORTABILI, E QUEI PESI NON LI TOCCATE NEPPURE CON UN DITO.”                 

Quando accompagni dei ragazzi in montagna c'è sempre l'occasione per imparare e far imparare qualcosa. Gigi era un ragazzo simpatico, un po' bombolotto, gli piaceva far bella figura davanti ai compagni, aveva sempre paura, in “campo viveri", che gli mancasse il pane sotto i denti. La mattina, prima di partire per le gite, lui, "previdente", riempiva il sacco di ogni cosa e poi dopo pochi passi in salita, sbuffando e sudando, cercava qualche "anima pia" che glielo portasse. Un giorno rimase solo a mezza strada, piangendo, con quell'inutile pesante sacco, che una volta tanto gli altri non gli avevano portato. Quante volte quasi con l'arroganza di chi pensa di aver la verità in tasca ho caricato sulle spalle di altri pesi che io non porto? Ad esempio, quando non dialogo, ma impongo le mie idee, quando pretendo che gli altri facciano le mie scelte o quando con subdola ipocrisia uso delle mie possibilità culturali per imporre ad altri cose che io non faccio, non son un po' troppo simile ai dottori della legge del Vangelo?

 

 

GIOVEDI’ 17 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ignazio di Antiochia.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU' SEI IL PANE VIVO CHE HA IN SÉ OGNI DELIZIA.

 

HANNO DETTO: Il Vangelo non è un fumetto per adolescenti ritardati, ma un libro a caratteri di fuoco come lo spirito degli apostoli, a caratteri di sangue come lo spirito dei martiri (card. Etchegaray)

SAGGEZZA POPOLARE: Il campanile non migliora la cornacchia. (prov. Toscano)

UN ANEDDOTO: Uno scultore stava ultimando il busto dello scrittore Ralph Waldo Emerson, quando questi si avvicinò all’artista e, osservando la scultura, disse: «Il guaio è che più il busto mi assomiglia, più brutto mi sembra». Più conosciamo noi stessi come realmente siamo, con i nostri pregi e i nostri difetti, più saremo capaci di fare qualcosa di positivo. Scopriamo le virtù in noi. Esse ci aiuteranno a vincere i difetti. Incontreremo più di uno scoglio, ma qualcosa andrà a buon fine.

PAROLA DI DIO: Rm 3,21-30a; Sal 129; Lc 11,47-54                                                                                                           

 

Vangelo Lc 11, 47-54

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito». Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca. Parola del Signore

 

“GUAI A VOI, DOTTORI DELLA LEGGE, CHE AVETE PORTATO VIA LA CHIAVE DELLA CONOSCENZA; VOI NON SIETE ENTRATI, E A QUELLI CHE VOLEVANO ENTRARE VOI L’AVETE IMPEDITO.”

Pensiamo anche solo all'Eucaristia.

Quando ti trovi davanti a un prete ‘stufo’ (può anche darsi sia solo stanco) che ti ‘tira giù la Messa’ in 17 minuti, senza fermarsi un momento, senza il minimo rapporto con i partecipanti, senza nessun commento o spiegazione magari a certe difficilissimi letture dell’Antico Testamento o lettere di Paolo o di Giovanni, che distribuisce l’Eucarestia come fosse una patatina guardando se tra i fedeli ci sono le persone che gli interessano, ti rendi conto che spesso siamo proprio noi celebranti a non aiutare le persone ad entrare con umiltà, rispetto, gioia, nel mistero celebrato. E poi senti certe tiritere di preti che se la prendono contro alcuni atteggiamenti dei laici alla celebrazione Eucaristica. È vero che spesso i laici sono ‘formalisti’, ma come li aiutiamo, noi celebranti, ad amare e ad interessarsi a quanto celebrano?

È vero che i laici sono ‘ignoranti’ in Sacra Scrittura, ma se io, predicatore, taccio o parlo un linguaggio talmente difficile che non può giungere neanche alla mente di chi ascolta, come potrò invogliare a cercare, conoscere, amare, la Sacra Scrittura?

È vero che la celebrazione deve mantenere il senso del mistero che si celebra, ma quando certi gesti (vedi tutti gli orpelli sacerdotali che seguono le mode, incensazioni varie, canti magari in latino eseguiti da cori che impediscono che la gente partecipi al canto) hanno perso il loro significato, che cosa rimane nel cuore di chi ha partecipato?

Abbiamo costruito cattedrali immense dove il prete è talmente lontano dalla gente e dove è così facile, non richiamati da altro, nascondersi dietro le colonne!

Gesù, il Figlio di Dio, il misterioso per eccellenza in quanto più grande di noi, è venuto sulla terra non per nascondere, ma per rivelare. Egli, quando spiega la Sacra Scrittura che lo riguarda ai discepoli di Emmaus, fa sì che essi “si sentano ardere il cuore”; quando spezza con loro il pane, il gesto doveva essere loro talmente familiare che riescono a riconoscerlo.

 

 

VENERDI’ 18 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Luca; San Giusto di Susa.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA, SIGNORE CI ILLUMINA E SALVA.

 

HANNO DETTO: L'amor proprio, coperto dal velo della carità, ci fa sovente credere che serviamo Dio, mentre invece non cerchiamo che la nostra propria soddisfazione. (S. Vincenzo de Paoli)

SAGGEZZA POPOLARE: Dove due amici s'incontrano, Dio gli fa da terzo. (prov. Toscano)

UN ANEDDOTO: Tre persone si trovarono un giorno davanti ad un fiume dalle acque rapide e minacciose. Tutte e tre dovevano passare dall’altra parte. Era molto importante per loro.
Il primo, un mercante scaltro e gran trafficante, abile nel gestire uomini e cose, si inginocchiò e rivolse un pensiero a Dio: «Signore, dammi il coraggio di buttarmi in queste acque minacciose e di attraversare il fiume. Dall’altra parte mi attendono affari importanti. Raddoppierò i miei guadagni, ma devo fare in fretta…». Si alzò e, dopo un attimo di esitazione si tuffò nell’acqua. Ma l’acqua lo trascinò a valle. Il secondo, un soldato noto per l’integrità e la forza d’animo, si mise sull’attenti e pregò: «Signore, dammi la forza di superare questo ostacolo. Io vincerò il fiume, perché lottare per la vittoria è il mio motto». Si buttò senza tentennare, ma la corrente era più forte di lui e lo portò via.
La terza persona era una donna. A casa l’attendevano marito e figli. Anche lei si inginocchiò e pregò: «Signore, aiutami, dammi il consiglio e la saggezza per attraversare questo fiume minaccioso». Si alzò e si accorse che poco lontano un pastore sorvegliava il gregge al pascolo. «C’è un mezzo per attraversare questo fiume?» gli chiese la donna. «A dieci minuti di qui, dietro quella duna, c’è un ponte» rispose il pastore. A volte basta un briciolo di umiltà. E qualcuno che dia l’indicazione giusta.

PAROLA DI DIO: 2Tm 4,10-17b; Sal 144; Lc 10,1-9

 

Vangelo Lc 10, 1-9

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”». Parola del Signore

 

“IL SIGNORE DESIGNÒ ALTRI 72 DISCEPOLI E LI INVIÒ”.

Spesso, nelle mie fantasie, mi sono chiesto come avrei scritto il Vangelo se fossi stato al posto di Luca o di Matteo, Marco, Giovanni. E, a seconda dell’età, delle esperienze di vita, mi sono accorto che in certi giorni avrei insistito di più sui miracoli potenti di Gesù, altre volte sulla passione, altre volte sulla vita nascosta del Salvatore o sulla sua predicazione

Ma, risvegliandomi da questi sogni bambineschi mi rendo conto che Gesù, oggi, mi chiede di scrivere una pagina del suo Vangelo, Il discepolo deve seguire e testimoniare il Maestro. E oggi, attraverso i fatti sereni o difficili che mi capiteranno, attraverso le scelte e gli incontri, posso scrivere un altro pezzetto della storia di Gesù. Mi auguro allora di essere come Luca e chiedo la sua intercessione affinché oggi la mia vita non sia una brutta pagina del Vangelo di Gesù.

 

 

SABATO 19 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Paolo della Croce; Santa Laura.

Una scheggia di preghiera:

 

PER IL SANGUE DEI MARTIRI, AUMENTA LA NOSTRA FEDE.

 

HANNO DETTO: Infelice colui che conserva nel cuore il gusto e il richiamo dell'eternità e non sa elevarsi al di sopra del tempo. (Gustave Thibon)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi perde la roba perde molto, ma chi perde il cuore perde tutto. (prov. Toscano)

UN ANEDDOTO: Si racconta che Francesco Faa di Bruno, alle lamentele di una giovane che si esprimeva così: “Ma il Signore non ci chiede un po’ troppo?” – abbia risposto: “Non si può pretendere di svegliarsi un bel giorno in Paradiso senza sapere come ci siamo arrivati”.

PAROLA DI DIO: Rm 4,13 .16-18; Sal 104; Lc 12,8-12

 

Vangelo Lc 12, 8-12

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato. Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire». Parola del Signore

 

“CHIUNQUE MI RICONOSCERÀ DAVANTI AGLI UOMINI, ANCHE IL FIGLIO DELL’UOMO LO RICONOSCERÀ DAVANTI AGLI ANGELI DI DIO”.

Nella storia della Chiesa abbiamo il grande esempio dei martiri. Essi hanno testimoniato fino al sangue la propria fede e noi ci stupiamo quando siamo presi in giro perché cristiani. Gesù lo ha detto: “lo sono segno di contraddizione”. Noi se vogliamo essere fedeli non possiamo nascondere la nostra fede, non possiamo ridurla solo ad un rapporto tra io e Dio.

“Se hanno perseguitato me perseguiteranno anche voi”, e allora se non è il caso di andare a cercarsi la persecuzione, è il caso di accettarla e di viverla con Cristo quando è conseguenza di una testimonianza di fede per poter con Cristo, anche noi, fare il passaggio dalla croce alla risurrezione.

 

 

DOMENICA 20 OTTOBRE: 29^ DOMENICA T.O. ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Irene; San Leopardo di Osimo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, ABBI PIETA' DI NOI.

 

HANNO DETTO: Non è per restare nel ciborio d'oro che Gesù discende ogni giorno dal cielo, ma per trovare un altro cielo che gli è infinitamente più caro del primo: il Cielo della nostra anima. (Santa Teresa di Lisieux)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi troppo insacca squarcia la sacca.

UN ANEDDOTO: Qualche proverbio sulla collera:

- Donna in collera, mare in burrasca.

- Chi va in collera perde la scommessa.

- A sangue caldo, nessun giudizio è saldo.

- Fa che la tua collera tramonti col sole e non sorga con esso.

PAROLA DI DIO: Es 17,8-13; Sal 120; 2Tm 3,14 – 4,2; Lc 18,1-8

 

Vangelo Lc 18, 1-8

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?». Parola del Signore

 

“IN UNA CITTÀ VIVEVA UN GIUDICE, CHE NON TEMEVA DIO NÉ AVEVA RIGUARDO PER ALCUNO. IN QUELLA CITTÀ C’ERA ANCHE UNA VEDOVA, CHE ANDAVA DA LUI E GLI DICEVA: FAMMI GIUSTIZIA”.

Proviamo ad esaminare i personaggi della parabola.

C’è un giudice: un brutto tipo che nessuno di noi vorrebbe incontrare. È uno che non crede in nulla. È ateo e disumano, non gli importa di nessuno, insomma, un perfetto egoista inattaccabile sul cui cuore anche le suppliche più accurate rimbalzano come palle di gomma.

Dall’altra parte c’è una vedova. È sola, priva di appoggi, non ha raccomandazioni da nessuno, non ha avvocati difensori, neanche d’ufficio. Deve battersi da sola non solo contro il suo contendente, ma anche contro il giudice. È debole, la battaglia sembra persa in partenza eppure questa poveretta non si perde d’animo: essa incalza, perseguita questo giudice, lo bracca in tutte le occasioni, gli toglie il fiato, non si spaventa delle male parole, e quello, alla fine, toccato proprio nel suo egoismo, deve cedere. Ecco il primo grande insegnamento di questa parabola: la debolezza ha prevalso sulla forza.

È come se Gesù dicesse: “Non preoccuparti, non spaventarti della tua debolezza: è allora che, se giochi bene le tue povere carte, sei forte. Guarda mia Madre: lo aveva capito bene quando lodava Dio perché guardando alla sua debolezza aveva fatto cose grandi in Lei. Quando sei sicuro di essere debole non andare a cercare appoggi altrove: l’arma decisiva è proprio la debolezza. Non stancarti se la risposta si fa attendere, non perderti d’animo se anche Dio sembra essere sordo. Ricordati che se tu sei debole, anche Dio ha una debolezza, è un Dio che ama, quindi ben vulnerabile. Dio non è come il giudice ingiusto: Egli gradisce che tu vada ad importunarlo”.

 

 

LUNEDI’ 21 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gaspare del bufalo; Santa Celina.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, SIGNORE A LIBERARCI DEL SUPERFLUO E DELL'INUTILE.

 

HANNO DETTO: Il tabernacolo ci garantisce che Gesù ha "piantato la sua tenda" in mezzo a noi. (Madre Teresa di Calcutta)

SAGGEZZA POPOLARE: Dio ha dato per penitenza all'avaro che né del poco né dell'assai si contenti.

UN ANEDDOTO: Un giorno il curato di Sérignan, premuroso come ogni buon pastore d'anime, domandò al famoso entomologo Jean-Henri Fabre a bruciapelo: - Fabre, crede lei in Dio? E Fabre pronto: - Credervi? C'è di più: lo vedo in ogni cosa. Senza Dio non riuscirei più a capir niente!

PAROLA DI DIO: Rm 4,20-25; Cant. Lc 1,68-75; Lc 12,13-21

 

Vangelo   Lc 12, 13-21

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e divertiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio». Parola del Signore

 

“ANCHE SE UNO È NELL’ABBONDANZA, LA SUA VITA NON DIPENDE DA CIÒ CHE EGLI POSSIEDE”. Siamo tutti d’accordo con questa frase di Gesù, specialmente quando riguarda gli altri: muore un ricco industriale e noi siamo pronti, magari con un pizzico di invidia, a dire che in fondo pur con tanti soldi non ha avuto tutte quelle “felicità” che sperava; vediamo un altro accumulare, arricchirsi e quasi con soddisfazione diciamo: “Arriverà la tua ora anche per te e tutte le tue ricchezze a chi andranno?”

Ma siamo disposti a riferire la frase di Gesù a noi? Mi pare di sentire il coro: “Ma noi non siamo ricchi, viviamo alla giornata, sono poche le cose nostre…”

Non per farci del male, ma per guardare con realtà: è vero che nella mia vita non vi è nulla di superfluo? Per esempio: i due televisori, i tre telefonini, l’armadio pieno di vestiario che uso solo in parte, il freezer pieno di ogni ben di dio che se venisse la carestia ce ne sarebbe per lo meno per un mese… E poi è proprio vero che non sono attaccato alle cose se per il lavoro e per il denaro e la posizione che esso mi procura sono disposto a sacrificare tempo e affetti familiari? E per di più lo so che il giorno che andrò in pensione o che la ditta per riforme strutturali non avrà più bisogno di me, io potrò sparire nel nulla con tutta la mia professionalità. Non sono forse attaccato a quella mia collezione di cose rare a cui dedico tanto tempo e soldi, che magari faccio passare per hobby mentre invece è una vera e propria mania? E le centinaia di libri (sto parlando per me in particolare) che ho accumulato negli anni, con i quali mi piace intrattenermi magari a scapito dei rapporti con gli altri e con la carità non è forse aver accumulato cose che un incendio può consumare in poco più di un’ora o un ingombro per chi se li troverà sulla schiena alla mia morte?  Il vecchio Qoelet con un po’ di pessimismo ci diceva “Vanità delle vanità, tutto è vanità.” Davvero chiediamo la Sapienza di Dio per saper vedere ciò che davvero è importante e ciò per cui non vale la pena di spendere tante energie.

 

 

MARTEDI’ 22 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Filippo di Eraclea; San Donato di Fiesole.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, SIGNORE, AD INCONTRARTI OGGI PER STARE CON TE PER SEMPRE.

 

HANNO DETTO: "Il Signore è paziente ed ha grande misericordia. Nella sua economia lui sa sfruttare anche i nostri sbagli, se li deponiamo sul suo altare."(Edith Stein) 

SAGGEZZA POPOLARE: Bellezza senza bontà è come vino svanito.

UN ANEDDOTO: Federico Borromeo aveva deciso di non accettare mai regali da nessuno per nessuna ragione, ma, cortese, sapeva sempre rifiutarli con garbo. Un giorno il curato Giambattista de’ Cavalieri gli portò un quadro, piccolo ma molto di pregio. Federico finse di accettare il dono con entusiasmo, ma poi disse: “Dunque, questo quadro è mio. E posso farne quello che voglio?” “Certo”, rispose il curato. “Ebbene, allora ve lo regalo”.

PAROLA DI DIO: Rm 5,12 .15b.17-19.20b-21; Sal 39; Lc 12,35-38

 

Vangelo Lc 12, 35-38

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!». Parola del Signore

 

“SIATE PRONTI, CON LE VESTI STRETTE AI FIANCHI E LE LAMPADE ACCESE”.

Quando veniamo alla conoscenza della morte improvvisa di qualcuno ci viene spontaneo pensare frasi come queste: “E’ proprio vero che siamo di passaggio”, “Ha fatto di tutto per avere una vecchiaia felice e poi... e morto”, “Non possiamo proprio contare sul domani”. Ma dopo il primo momento di smarrimento continuiamo a vivere come se questa nostra vita terrena fosse eterna, ci affanniamo per le cose come se in esse vi fosse la felicità, bruciamo spesso la nostra vita per cose che in fondo sappiamo non durare per sempre. Quando Gesù ci invita a stare pronti non lo dice per metterci paura o per farci apprezzare meno la vita terrena, ma per dare il giusto valore al tempo, alle cose e all’eternità. La vita è un passaggio; noi non siamo i padroni assoluti di essa. Ma se è un passaggio verso l’eternità, il tempo ci è dato proprio per prepararci ad essa. Quanto è stupido sentire persone che dicono: “Non ho tempo per la fede, per pregare, per Dio” quando il tempo, breve o lungo che sia, dovrebbe principalmente servire a questo.

 

 

MERCOLEDI’ 23 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni da Capestrano; Santa Caterina di Bosnia.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', BUON PASTORE, GUIDA IL TUO POPOLO ATTRAVERSO MINISTRI SANTI.

 

HANNO DETTO: Le energie che l'uomo di Dio spende per vivere santamente non sono superiori a quelle spese dal direttore di un'agenzia di pubblicità, un ateo o una donna che voglia a tutti costi mantenersi giovane e bella. La differenza sta nella diversità dei valori. (Fulton Sheen)

SAGGEZZA POPOLARE: La maggior gloria del vincere è perdonare al vinto.

UN ANEDDOTO: I primi anni romani Filippo Neri li passò quasi in solitudine, poi verso i 24 anni prese a girare la città cominciando dai quartieri dedicati alle banche e agli affari, dove lavoravano molti fiorentini. A tutti Filippo poneva la stessa domanda: “Ebbene, fratelli miei, quando cominciamo ad essere buoni?”.

PAROLA DI DIO: Rm 6,12-18; Sal 123; Lc 12,39-48

 

Vangelo Lc 12, 39-48

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più». Parola del Signore

 

“ALLORA PIETRO DISSE: SIGNORE, QUESTA PARABOLA LA DICI PER NOI O ANCHE PER TUTTI?”. Pietro fa questa domanda a Gesù perché si è sentito toccato nel vivo: Gesù aveva appena raccontato la parabola dove il Messia è paragonato a un ladro che arriva di notte. Pietro ha riconosciuto in Gesù il Messia, quindi crede che la parabola non lo riguardi più.

Gesù, invece, prende occasione da questa domanda per rincarare la dose e racconta l’altra parabola, quella dell’amministratore che vien messo alla prova.

Queste parabole riguardano dunque ciascuno di noi, ma particolarmente le guide della comunità.

Il credente che ha riconosciuto in Gesù il Cristo, può attendere (=tendere a) il suo ritorno con gioia e testimonianza, mettendo a frutto i doni ricevuti, oppure sentendosi padrone, considerando gli altri come inferiori, distribuendo ‘botte’ a proprio piacimento.

E se leggiamo la storia della Chiesa cominciando proprio dagli Atti degli Apostoli fino ai nostri giorni noi troviamo proprio questi due atteggiamenti: c’è chi ha condiviso i propri doni con gli altri sentendosi responsabile del prossimo e c’è chi ha usato ed usa questo tempo di attesa per spadroneggiare su altri. I ministri, che all’origine della Chiesa erano ‘ estroversi’, ossia rivolti verso gli altri, a poco a poco finiscono per diventare ‘introversi’, ossia per volgersi verso sé stessi, e pensare alla grandezza e alla portata del loro ministero più che alle loro pecore. Il vescovo penserà più alla propria carica che ai propri fedeli; il pastore alle proprie prerogative più che al gregge… si parla sempre di più di ministeri e ministri e a volte poco dei bisogni profondi delle persone comuni. Ma chi è un buon servitore?

Il buon servitore attende davvero il proprio padrone, ma sia come se dovesse ritornare immediatamente, sia come se dovesse tornare tra mille anni. Si tratta di agire sia come si avesse assai poco tempo, e sia come se avesse molto tempo. È rapido, ma non angosciato, vivo ma non ansioso, attivo ma calmo. Il buon servitore considera coloro che gli sono affidati come servi al pari di lui; destinati allo stesso compito. Perciò li esorta ad assumere il proprio posto; e anche se è cosciente di avere responsabilità nei loro confronti, non li considera affatto come inferiori.

 

 

GIOVEDI’ 24 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Claret; Santi Gilberto, Petronilla e Ponzia.

Una scheggia di preghiera:

 

TU CHE FAI NUOVE TUTTE LE COSE, FA CHE OGGI DIVENTIAMO NUOVI CON TE.

 

HANNO DETTO: Come arrivano lontano i raggi di quella piccola candela: così splende una buona azione in un mondo malvagio. (Shakespeare)

SAGGEZZA POPOLARE: Due piedi non stanno bene in una calza.

UN ANEDDOTO: Durante la prima guerra mondiale, un giovane medico, il dottor Agostino Gemelli, viveva una forte crisi di fede ed era indeciso sul cosa fare della sua vita. Prestava intanto servizio in un ospedale militare e lo spettacolo dei feriti della guerra assurda lo turbava ancora di più. Un giorno lo chiamò un giovane militare gravemente ferito e gli disse: «Io sto morendo e sono certo che mia madre, se fosse qui, mi darebbe un bacio. Vorrei che foste voi a darmi un bacio, l’ultimo saluto». Il giovane medico sentì come un brivido di fronte a quel viso sporco di sangue: ma lo baciò. Da quel momento, egli trovò serenità. Si fece poi frate francescano e fondò l’Università Cattolica.

PAROLA DI DIO: Rm 6,19-23; Sal 1; Lc 12,49-53

 

Vangelo Lc 12, 49-53

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera». Parola del Signore

 

“SONO VENUTO A GETTARE IL FUOCO SULLA TERRA”

Certamente questa frase di Gesù è in riferimento a sé stesso, alla propria passione, ma non mi sembra del tutto i sbagliato tradurla così: “Cari cristiani, sono venuto sulla terra per dirvi che Dio vi vuole bene, che è un Padre misericordioso, ma per molti di voi non sembra una buona notizia.  Per molti, Dio è solo Colui che dovrebbe intervenire quando c’è qualcosa che non va; per altri è il Dio della domenica, da tirar fuori come il vestito buono di certe circostanze e da riporre in armadio, ben chiuso, mi raccomando, nei giorni feriali. Cari cristiani, sono venuto sulla terra e vi ho amati fino a versare il mio sangue perché il perdono giungesse fino a voi, e molti fanno di tutto per dire che il peccato non esiste, è solo un errore, e molti riducono la confessione (altri bellamente la escludono) ad un sentimento, a un elenco studiato di peccatucci, a una lavanderia a gettone. Cari cristiani, ho acceso un fuoco e vi ho messo nelle mani delle capacità tali da trasformare voi e il mondo e avete fatto di tutto per spegnere questo fuoco, per ridurre la fede a chiacchiere da sacrestia, per rintanarvi in tradizioni trite, per addormentare le coscienze. Dovreste gridare e sussurrate, dovreste essere splendenti di gioia e siete musoni, siete liberi e vi comportate da schiavi, avete in mano i sacramenti che vi danno una grazia continua e la forza di vincere il mondo e li avete ridotti a celebrazioni noiose. Insomma, io porto il fuoco e voi di mestiere fate i pompieri!”.

 

 

VENERDI’ 25 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Daria, San Bonifacio I.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE DI VIVERE PIENAMENTE, GIORNO PER GIORNO, ORA PER ORA, MINUTO PER MINUTO.

 

HANNO DETTO: Non sperare nulla dall’uomo se lavora solo per la propria vita e non per la sua eternità. (Antoine de Saint Exupery)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando i furbi vanno in processione, il diavolo porta la croce.

UN ANEDDOTO: Santa Genéviève, patrona di Parigi, famosa per aver scongiurato con il suo ardore e le sue preghiere la discesa di Attila sulla città, era una donna piena di sangue freddo e di coraggio ma sapeva molto bene di chi doveva aver paura: - lo temo Dio - soleva dire - e, dopo Dio, temo specialmente chi non lo teme.

PAROLA DI DIO: Rm 7,18-25a; Sal 118; Lc 12,54-59

 

Vangelo Lc 12, 54-59

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto? Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo». Parola del Signore

 

“SAPETE VALUTARE L’ASPETTO DEL CIELO E DELLA TERRA, COME MAI QUESTO TEMPO NON SAPETE VALUTARLO?”.

Ancora un altro invito di Gesù alla “saggezza” (e in questo mese ne abbiamo sentiti tanti): “Tu vivi in questo mondo, ma come vi leggi la tua storia, la storia degli altri?”.

Se noi stiamo alla mentalità dei giornali, dei politici, dei sapientoni della televisione che sanno tutto di tutti e di tutto, noi avremo una serie di risposte fatte di luoghi comuni a seconda dell’indirizzo politico e sociale di chi ce li propone, ci diranno che il mondo sta andando verso il meglio grazie alla sua scienza e alle sue conoscenze, o che tutto va male e presto l’uomo arriverà alla propria autodistruzione. Grazie tante! Ma queste risposte non ci servono proprio a nulla! E allora, magari, cerchiamo qualcosa che riguardi noi, e qualcuno trascorre la vita a prendere cura del proprio corpo, magari utilizzando tutte le risorse che la natura o la medicina offre per rallentare il processo di invecchiamento e per sentirsi sempre giovani e baldanzosi. Altri si rifugiano nelle cose e nel denaro che permette alla gente di fuggire alla miseria, nei vestiti che proteggono dal freddo e che denotano la classe sociale a cui appartieni, nei divertimenti che possono distrarre dalle preoccupazioni. E così ognuno avanza nella vita fino al momento in cui tutto viene a mancare simultaneamente e crolla: basta un nulla!

Gesù ci invita a giudicare il nostro tempo non perché sia più bello o più brutto, più giusto o ingiusto dei tempi passati, Gesù ci invita a porre un giudizio che dia senso al tempo.

Ci crediamo davvero che non siamo in cammino verso la morte ma verso la vita? Diciamo che le cose non fanno la felicità dell’uomo, ma è proprio vero che la pensiamo così se siamo ancora così tanto attaccati alle cose da bruciare il nostro tempo per un po’ di ricchezza o un po’ di divertimento in più? Siamo convinti che Dio è vivo in mezzo a noi se poi viviamo come se Lui non esistesse o non si interessasse del nostro quotidiano?

Ciò che Dio si aspetta da noi è che svegliandoci dal nostro “sonno” accogliamo con gioia e voglia di vivere la salvezza che ci viene offerta. Egli si aspetta che ognuno di noi sia attaccato a Gesù che ci ha salvato e che ciascuno mostri in tutta la sua condotta di avere trovato in Lui la risposta ai bisogni del suo cuore. Dio cerca tali testimoni per poterli mostrare a coloro che sono scoraggiati e stanchi della vita, per dire loro: “Il mio Figliolo può fare per voi ciò che ha fatto per loro.”

 

 

SABATO 26 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Floro; Sant’Evaristo.

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTO CI PARLA DI TE, O SIGNORE.

 

HANNO DETTO: La Comunione, l’amicizia, l’amore non sono mai parole che si aggiungono ad altre parole. Sono atti di silenzio che durano per sempre. (Ernesto Olivero)

SAGGEZZA POPOLARE: Una piccola catena muove un gran peso.

UN ANEDDOTO: Si narra che Papa Giovanni XXIII, che fu sereno e ottimista fino alla fine dei suoi giorni, dicesse sovente: “La vita è come un banchetto. Io sono arrivato al formaggio, e vi assicuro che anch’esso è eccellente!”

PAROLA DI DIO: Rm 8,1-11; Sal 23; Lc 13,1-9

 

Vangelo Lc 13, 1-9

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”». Parola del Signore

 

“SI PRESENTARONO ALCUNI A RIFERIRE A GESÙ IL FATTO DI QUEI GALILEI, IL CUI SANGUE PILATO AVEVA FATTO SCORRERE INSIEME A QUELLO DEI LORO SACRIFICI”.

Molti di noi hanno l’abitudine di leggere tutti i giorni un quotidiano o di vedere almeno uno o due Telegiornali per “tenersi informati” di quanto accade nel nostro mondo. Penso non sia sbagliato, in fondo è anche un modo per renderci conto che al mondo non siamo soli e che abbiamo delle responsabilità nei confronti degli altri e della storia.

Anche nel Vangelo c’è qualcuno che va da Gesù per portagli le ultime notizie di cronaca: le uccisioni perpetrate da Pilato nel Tempio e il crollo della Torre di Siloe. Queste persone erano ‘informate’, anzi direi di più, persone che cercavano di capire i fatti di cronaca alla luce della Parola di Dio. Possono esserci modi molto diversi di “leggere il giornale”. Si può leggere per curiosità: si sanno le ultime novità, se ne può chiacchierare, si può far bella figura in una discussione, ma tutto ti lascia come prima. Si può leggere per giudicare e allora a seconda del nostro modo di vedere dividiamo il mondo in due categorie i buoni, cioè noi, e i cattivi, magari “quei disgraziati che bisognerebbe mettere al muro”. Ma si possono leggere le notizie anche per cogliervi i segni di Dio e i bisogni dei fratelli.

I segni di Dio non sempre sono evidenti, come dice Gesù nel Vangelo di oggi, non basta dare delle risposte facili o comuni a certi avvenimenti, non sempre sono i cattivi quelli a cui capitano delle disgrazie. Ma sempre, in qualunque avvenimento posso leggere un qualcosa attraverso cui Dio mi chiama, mi avvisa, mi propone, posso in ogni storia bella o brutta, gioiosa o dolorosa rendermi partecipe all’altro, fosse anche solo con una preghiera. Lo consiglio a tutti: provate una mattina a lasciar da parte le solite preghiere e provate a leggere il giornale con Gesù: se fatto in questo spirito, certamente ci saranno tante cose da meditare che illumineranno la nostra giornata.

 

 

DOMENICA 27 OTTOBRE: 30^ DOMENICA T.O. ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: San Ciriaco; San Frumenzio.

Una scheggia di preghiera:

 

O DIO, ABBI PIETA' DI ME PECCATORE.

 

HANNO DETTO: Certuni hanno il fiuto dell'eretico, come certi cani quello del tartufo. (don Primo Mazzolari)

SAGGEZZA POPOLARE: Non si può rimanere a lungo in punta di piedi.

UN ANEDDOTO: - Sono un uomo di silenzio - disse un giorno un anziano monaco a Julien Green.

- È per questo che l'ascolto con tanta attenzione - rispose il celebre romanziere.

PAROLA DI DIO: Sir 35,15b-17.20-22a; Sal 33; 2Tm 4,6-8.16-18; Lc 18,9-14

 

Vangelo Lc 18, 9-14

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato». Parola del Signore

 

“DUE UOMINI SALIRONO AL TEMPIO A PREGARE”.

Se noi ragioniamo con gli occhi della religiosità di allora come di oggi dovremmo dire: “Meno male, ci sono ancora dei buoni che vanno in chiesa, in mezzo a tanta gente che ha dimenticato Dio, c’è ancora qualcuno che prega”. Gesù non ragiona così. Egli conosce gli animi. Non basta andare in chiesa (si può andare per tanti motivi: per fede, per tradizione, per apparire, perché si ha bisogno di qualcosa, perché si è amici del prete...), non basta neanche pregare (si può pregare Dio o parlare con sé stessi), per essere davvero religiosi è la verità e l’atteggiamento interiore che conta.

Il fariseo è sicuro di sé, della sua religiosità, parla in piedi davanti a Dio, sa belle formule di ringraziamento, ma la sua preghiera è solo occasione di vanagloria, parla con sé stesso, esce dalla preghiera senza aver né chiesto, né ottenuto nulla.

Il pubblicano, invece, riconosce la santità di Dio e la propria miseria. Sa di non poter nulla da solo: ma si abbandona alla misericordia di Dio, non ha formule speciali se non quella del povero che chiede perdono, esce dalla preghiera perdonato e cambiato.

Mentre stai leggendo queste righe, stai pregando. Adesso fermati ed esaminati su quale sia il tuo atteggiamento interiore di preghiera, in questo momento.

 

 

LUNEDI’ 28 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi Simone e Giuda; San Ferruccio di Magonza.

Una scheggia di preghiera:

 

VENIAMO DA TE, O SIGNORE, CON IL CUORE PIENO DI GIOIA.

 

HANNO DETTO: Se vuoi vedere le valli, sali sulla cima della montagna; se vuoi vedere la cima della montagna, sollevati fin sopra la nuvola; ma se cerchi di capire la nuvola, chiudi gli occhi e pensa. (Gibran)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi vive esclusivamente per sé, è morto per gli altri.

UN ANEDDOTO: Dall'uomo agli animali e dagli animali all'uomo:

- La rana non morde, perché non ha denti.

- La pecora per far bè, perde il boccone.

- Cento oche ammazzano un lupo.

- Il maiale sogna ghiande.

- Il gatto brontola sempre, anche quando gode.

- Dove sono i pulcini, ivi è l'occhio della chioccia.

PAROLA DI DIO: Ef 2,19-22; Sal 18; Lc 6,12-19

 

Vangelo Lc 6,12-19

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti. Parola del Signore

 

 

“LA FOLLA CERCAVA DI TOCCANO, PERCHÈ DA LUI USCIVA UNA FORZA CHE GUARIVA TUTTI”.

Si può andare da una persona per molti motivi diversi.

Si va da un superiore con un certo patema d’animo perché non sai esattamente che cosa vuole da te, si va da chi può per chiedere aiuto, si cerca l’amico perché si sta bene con lui…Ci sono infatti delle persone che noi consideriamo “speciali” con cui si sta veramente bene, sembra quasi che anche solo la loro presenza sia rasserenante. La folla, gli umili, particolarmente sensibili a queste cose avvertono in Gesù questa forza particolare. Le sue parole pur essendo estremamente impegnative non sono imposizioni; i suoi occhi penetranti, che mettono allo scoperto il cuore non giudicano ma sono occhi accoglienti, invitanti, amorosi; i suoi gesti sono familiari, paterni; da Lui scaturisce la forza per camminare nella fede; comanda ai demoni; fa star bene chi è con Lui, guarisce le malattie e perdona i cuori. Ecco perché andare a Gesù: perché con Lui si sta bene!

Non tanto andare per obbedienza (“non vi chiamo più servi, ma amici”), per osservanza (“avete inteso che fu detto... ma io vi dico...”), per paura (“non temere piccolo gregge”) ma per fiducia (“venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi”), per riposare in Lui (“venite in disparte con me e riposatevi”), per amore (“imparate da me che sono mite ed umile di cuore”)per arrivare al Padre (“chi vede me vede il Padre”), per sperare (“lo sono la Risurrezione e la Vita, chi crede in me vivrà in eterno”).

 

 

MARTEDI’ 29 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Ermelinda; Sant’Abramo da Rostov.

Una scheggia di preghiera:

 

OGNI COSA, ANCHE LA PIU' PICCOLA LODA IL TUO NOME, O SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Se potessimo cancellare “l'Io" e il "Mio" dalla religione, dalla politica, dall'economia ecc. saremmo presto liberi e porteremmo il cielo in terra. (Gandhi)

SAGGEZZA POPOLARE: Un uomo intelligente parla spesso con gli occhi, un uomo vuoto ingoia spesso con le orecchie. (sapienza Cinese)

UN ANEDDOTO: Un giorno d’inverno del 1903, Don Guanella si recò a visitare la Casa di S. Paolo d’Argon. Entrato, dopo i saluti e le solite informazioni sulle novità, se ne uscì con strana richiesta: — Non avreste mica un paio di calze per me? Le suore istintivamente gli guardarono i piedi e videro che era calzato in maniera a dir poco stravagante: aveva un paio di scarpe di foggia antica, un tempo lussuosissime, ma ormai solo l’ombra di quei fasti antichi, perché erano logore, rotte, aperte davanti nelle suole come se ridessero a crepapelle. — Don Guanella, che vi siete messo stamattina? — Eh, sì, stamattina inavvertitamente mi sono messo un paio di scarpe vecchie che avevo. Le suore gli procurarono le calze e le scarpe, dato che in quelle condizioni non sarebbe andato molto lontano. Poi, si seppe che, incontrato un poveraccio che tremava di freddo con quelle scarpe d’altri tempi, aveva cambiato le sue calze e le sue scarpe per quei relitti di calzature, che s’era messo ai piedi proseguendo il suo viaggio.

PAROLA DI DIO: Rm 8,18-25; Sal 125; Lc 13,18-21

 

Vangelo Lc 13,18-21

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami». E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Parola del Signore

 

“IL REGNO DI DIO È SIMILE AD UN GRANELLINO DI SENAPE…”

L’ uomo nel suo assurdo egoistico guarda alle cose grandi come se fossero quelle più importanti e non si accorge che le cose grandi sono nate sempre da cose piccole. È nella natura: l’uomo nasce dall’incontro di un piccolo ovulo con un ancor più piccolo spermatozoo, e questo succede al piccolo topolino come al grande elefante. Le grandi rivoluzioni della società sono sempre nate da una piccola idea e dalla fatica e sofferenza di tanti, le invenzioni che hanno mutato la nostra vita vengono sì dai grandi geni ma sono partite da una piccola intuizione ricercata, curata, amata. Gesù per fondare il suo Regno ha cercato e cerca le cose e le persone piccole, umili. La logica di Dio, il Creatore di tutte le cose dal nulla è quella della Incarnazione. Gesù stesso è il piccolo seme che viene gettato nella terra, è il lievito che riesce a far fermentare la pasta e non lo fa con un atto di potenza, con un miracolo grandioso, lo fa regalandoci sé stesso, il suo cuore e il suo pensiero di Dio e il suo corpo che muore sulla croce, conosce il sepolcro per arrivare alla risurrezione. Quanto siamo sciocchi, anche all’interno della Chiesa a cercare solo i momenti di grandezza, di gloria, di potere: io amo la Chiesa e vorrei che tutti la conoscessero, ma come il luogo della salvezza, dell’incontro con Cristo che ci salva, il resto mi importa relativamente; e poi, è più grande la Chiesa che trionfa usando di potere umano per imporsi ad altri o la Chiesa dei martiri e dei testimoni che magari “gioiosamente soffrendo” testimoniano il loro amore per Gesù e rafforzano i fratelli nella fede?

Chi di voi ha un campo, un giardino o anche solo dei vasi di fiori, sa benissimo che bisogna innaffiarli per evitare che secchino. Chi dicesse: “Ma che cos’è un po’ d’acqua?” oppure: “Ma perché disperdere l’acqua?” vorrebbe solo la morte della pianta e del frutto. Non scoraggiamoci davanti alle nostre piccolezze, alle nostre povertà, non scoraggiamoci neppure davanti ai nostri peccati, specialmente a quelli che sembrano invincibili, seminiamo queste cose con Gesù, con Lui persino il male può diventare un buon concime per il bene.

 

 

MERCOLEDI’ 30 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alfonso Rodriguez; San Germano di Capua.

Una scheggia di preghiera:

 

SALVACI, O SALVATORE DEL MONDO.

 

HANNO DETTO: Se versassimo della cera fusa nella cera già liquefatta, necessariamente l'una si mescolerebbe all'altra: così chi riceve il pane consacrato si unisce strettamente al Signore, tanto che Gesù è in Lui ed egli in Lui. (Santo Curato d'Ars)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi contempla sé stesso non irradia luce.

UN ANEDDOTO: “Bel giorno davvero”. Furono queste le parole che Giovannino Guareschi, l'autore del famoso don Camillo, pronunciò all’alba del 22 luglio 1968, pochi istanti prima di morire. Ma già fin da un anno prima aveva scritto: Posseggo un grosso capitale che nessuna inflazione potrà mai portarmi via: il ricordo vivo di una giovinezza intensamente vissuta e mai tradita. E il ricordo di quei cinque, dieci, quindici giorni che rappresentano nella vita di un uomo, anche dell’uomo che campa cent’anni, qualcosa di diverso, di importante, di indimenticabile. La vita è breve proprio per questo: anche se si campa un secolo, si vivono pochissimi giorni.

PAROLA DI DIO: Rm 8,26-30; Sal 12; Lc 13,22-30

 

Vangelo Lc 13, 22-30

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù passava per città e villaggi, insegnando, mentre camminava verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Rispose: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete. Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d’iniquità! Là ci sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi». Parola del Signore

 

“SIGNORE, SONO POCHI QUELLI CHE SI SALVANO?”.

A tutti è capitato di porsi questa domanda. Una cosa è certa: porre la questione teorica del numero dei salvati non serve, sappiamo che la porta del Regno è stretta e che molto dipende dalla nostra accettazione di passarvi. Ciò che conta è agire, facendo coraggiosamente tutto ciò che è in nostro potere per arrivare ed entrarvi restando vigilanti sino alla fine, perché non c’è prenotazione che ci garantisce, una volta per tutte, un posto nella sala del banchetto. Bisogna anche far attenzione a non sbagliare porta come facevano certi giudei del tempo di Gesù che si aggrappavano unicamente al formalismo o come certi cristiani di oggi che credono di poter evitare le lotte e le contraddizioni, accontentandosi di un cristianesimo a buon mercato vissuto in un piccolo gruppo in cui ci si trova a proprio agio. La sola strada che conduce alla sala del, banchetto è quella su cui si cammina con Gesù.

 

 

GIOVEDI’ 31 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Quintino; San Volfango.

Una scheggia di preghiera:

 

FA' CHE ASCOLTIAMO LA TUA VOCE E QUELLA DEI TUOI PROFETI.

 

HANNO DETTO: Se ci assale il timore della nostra eterna salvezza, corriamo a gettarci nelle braccia della divina misericordia. (Federico Albert)

SAGGEZZA POPOLARE: I bambini sono come la cera: ciò che ci imprimi, ci resta. (proverbio Abruzzese)

UN ANEDDOTO: «Alfonso, re di León e di Galizia, desiderando che i suoi domestici onorassero la Vergine santa con il Rosario, pensò bene di portare al fianco una grossa corona per incitarli con il suo esempio, senza ch'egli tuttavia lo recitasse. In tal modo indusse tutti i componenti la corte a recitarlo devotamente. Il re si ammalò e giunse agli estremi. Lo si credeva già morto, ed invece era semplicemente rapito in estasi e portato davanti al tribunale di Gesù Cristo. Vide i demoni che l'accusavano di tutti i delitti che aveva commesso; il divin Giudice era già sul punto di condannarlo alla pena eterna, quando la Vergine intervenne presso il Figlio in favore del re. Si prese allora una bilancia, si misero su un piatto tutti i peccati del re; la Vergine santa mise sull'altro piatto il grosso Rosario che Alfonso aveva portato per onorarla e vi aggiunse i Rosari che dietro il suo esempio aveva fatto recitare. Tutto questo pesò più dei peccati. Ed allora la Vergine gli disse guardandolo benignamente: "Per ricompensarti del piccolo servizio che mi hai reso portando la corona, ti ho ottenuto da mio Figlio di vivere ancora per alcuni anni. Impiegali bene e fai penitenza". Ritornato in sé il re esclamò: "O benedetto Rosario della Vergine, al quale devo di essere sfuggito alla dannazione eterna!". E dopo aver riacquistato la salute, fu sempre devoto del Rosario che recitò ogni giorno»

PAROLA DI DIO: Rm 8,31b-39; Sal 108; Lc 13,31-35

 

Vangelo Lc 13, 31-35

Dal vangelo secondo Luca

In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere». Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demoni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”. Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”». Parola del Signore

 

“GERUSALEMME CHE UCCIDI I PROFETI E LAPIDI QUANTI SONO MANDATI A TE.”

Diversi pensieri suscitano in me questa frase amareggiata di Gesù nei confronti della città amata. Il primo pensiero è che Dio, nonostante tutte le debolezze del popolo ebraico, quelle della Chiesa ha fatto sì che mai fosse spenta la profezia; e profezia è richiamo a Dio, invito alla fedeltà concreta alla sua legge vissuta con fantasia ed amore, ricordo vivo delle promesse ultime. Un altro pensiero è la sorte dei profeti: mandati da Dio parlano e operano nel suo nome, dando tutta la loro vita per questa Parola che è più grande di loro: e allora mi vengono in mente personaggi lontani come lsaia, Ezechiele, Geremia, Osea, Amos e personaggi recenti come don Milani, Mazzolari, don Ciotti, Madre Teresa. Personaggi a volte scomodi ma soprattutto scomodanti: davanti a loro non puoi stare a metà, devi scegliere. Sono persone che hanno dei grandi doni ma che pagano di persona fino in fondo... quasi quasi si vivrebbe persino più in pace senza il loro pungolo ma sono la Parola vivente che ti scuote e ti invita: attento a seguirla, potrebbe rovinare la tua tranquillità!

 

 

 

 

 

 

 

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