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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

SETTEMBRE 2019

 

 

DOMENICA 1° SETTEMBRE: 22^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Egidio; San Conone.

Una scheggia di preghiera:

 

LA NOSTRA GRANDEZZA È SOLO IN TE, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Nelle ore dolorose dell'esistenza, due sono le cose vere e confortanti: i solidi affetti che aiutano a soffrire e Dio che dà un valore e una spiegazione alla sofferenza. (Elisabeth Leseur)

SAGGEZZA POPOLARE: La guerra adopera il meglio dell'uomo per fare il peggiore dei mali. (sapienza Cinese)

UN ANEDDOTO: Il malvagio Devadatta era un cugino di Buddha, sempre invidioso del maestro e perennemente impegnato a metterlo in cattiva luce; era persino disposto ad ucciderlo. Un giorno, mentre Buddha stava tranquillamente passeggiando, il cugino Devadatta gli lanciò addosso un’enorme roccia dalla cima di una collina. La pietra cadde a fianco di Buddha, cosicché Devadatta non riuscì a porre fine ai giorni del cugino. Buddha, nonostante si fosse reso conto dell’accaduto, rimase impassibile, non perse nemmeno il sorriso. Qualche giorno dopo, Buddha incrociò suo cugino e lo salutò affettuosamente. Sorpreso, Devadatta gli chiese: «Non sei arrabbiato?». «Certo che no», lo rassicurò Buddha. Ancora sconcertato, Devadatta chiese: «E perché?». Buddha rispose: «Perché tu non sei più quello che ha lanciato la pietra e io non sono più quello che stava camminando quando la pietra è caduta».” “Per colui che sa vedere, tutto è temporaneo; per colui che sa amare, tutto è perdonabile”.

PAROLA DI DIO: Sir 3,19-21.30-31 (NV); Sal 67; Eb 12,18-19.22-24a; Lc 14,1.7-14

 

Vangelo Lc 14,1.7-14

Dal vangelo secondo Luca

Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cedigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti». Parola del Signore

 

“GESÙ, DICEVA AGLI INVITATI UNA PARABOLA, NOTANDO COME SCEGLIEVANO I PRIMI POSTI”.

La corsa al primo posto che Gesù osserva tra gli invitati ad una festa è la stessa che noi osserviamo in quasi tutti i campi della vita e se non siamo più che attenti, noi stessi scendiamo in lizza. Dal bambino che spinto dai genitori deve essere il primo della classe, al politico che pur di arrivare al ruolo di egemonia è disposto ad intrighi e congiure. E nei nostri posti di lavoro? Persino gli uomini di Chiesa non sono immuni da questo male.

Gesù ci invita all’umiltà, parola che va poco di moda. Umile deriva dal latino ‘humus’ che vuoi dire terra. Umile è quindi chi sta rasente al suolo. Qualcosa che corrisponde esattamente alla nostra piccolezza e condizione di creature. Umile è chi, con sapienza e realismo, riconosce la distanza che lo separa dai suo Creatore. Per questo, umiltà è camminare nella verità.

 

 

LUNEDI’ 2 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Licinio; San Giusto di Lione

Una scheggia di preghiera:

 

OGGI LA TUA PAROLA MI CONFORTA E MI GUIDA.

 

HANNO DETTO: Per quel prodigo donatore che è Dio, il guaio è che noi non accogliamo i suoi doni. Donando egli ci ringrazia di ricevere: quando attingiamo ai beni del suo tesoro per lui è come se ne aggiungessimo. (Filosseno di Mabbug)

SAGGEZZA POPOLARE: Non essere facile, o piccolo uomo, nel biasimare l’azione del tuo prossimo, solo gli dei possono condannarlo. (proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Una farfalla volava instancabile tra i fiori, quando d'un tratto un pianto sommesso la fece sobbalzare. «Che fatto insolito, pensò, in un giardino», e impaurita si spezzò le ali andando a urtare contro un alberello. «Ah, che mai sarà di me adesso! Non volerò più... morirò di tristezza!». E mentre così si lamentava, si ricordò del pianto appena udito e chiese al vento: «Chi piangeva prima di me?». «Io, stelo nudo senza fiore; una folata di vento mi ha ridotto così. E a che serve uno stelo senza fiore?». La farfalla si trascinò stancamente fino a lui.  «Non sei il solo a soffrire; con le mie ali spezzate, non volerò mai più libera nell'aria». Lo stelo tacque e sembrò riflettere, ma tanto durava il suo silenzio, che la farfalla quasi si innervosì. Alla fine parlò: «Insieme, possiamo aiutarci. Posati su di me, così tu porgerai le ali al vento ed io avrò di nuovo un fiore».  La farfalla si illuminò tutta di un sorriso. I passeri accorsero ad aiutarli e unirono per sempre la farfalla al verde stelo.  Da allora ci sono farfalle che volano ed altre che, trasformate in fiori, si lasciano cullare sugli steli. 

PAROLA DI DIO: 1Ts 4,13-18; Sal 95; Lc 4,16-30

 

Vangelo Lc 4,16-30

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù venne a Nazareth, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Zarepta di Sidone. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Namen, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. Parola del Signore

 

“OGGI SI È COMPIUTA QUESTA SCRITTURA CHE VOI AVETE ASCOLTATO”.

Gesù, nella sinagoga di Nazareth, ci insegna il modo di leggere, pregare e attualizzare la Bibbia.

Gesù entra nella sinagoga e legge la Parola.

Prima di tutto bisogna leggere con attenzione la sua Parola. Prima di andare a cercare libri, commentari, spiritualità varie, vai alla fonte, leggi una o più volte la Parola, falla risuonare in te. Non aver fretta, cerca di capire il significato delle parole, del brano. Cerca di discernere quelle che sono le parole dello scrittore da ciò che Dio vuole dirti. Sì, perché Dio sta parlando a te, adesso. Quella che hai letto non è una parola lontana, è per te, detta adesso da Dio.

Gesù, dopo aver deposto il libro che ha letto, dice: “Oggi, adesso, si è adempiuta la Parola”.

La parola si incarna. Ha da dirti qualcosa. Vuole trasformarti. Dopo aver letto un brano chiediti sempre: “Che cosa vuoi dirmi, Signore, nella situazione che vivo?”.

È estremamente consolante capire che il Signore, con lettere scritte due o quattro mila anni fa, sta parlando a me nella realtà di quanto mi succede in questa giornata.

 

 

MARTEDI’ 3 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gregorio Magno; Santa Phoebe.

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE NOSTRO... LIBERACI DAL MALE E DAL MALIGNO.

 

HANNO DETTO: "La vita di un uomo puro e generoso è sempre una cosa sacra e miracolosa, da cui si sprigionano forze inaudite che operano anche in lontananza". (Hermann Hesse)

SAGGEZZA POPOLARE: Se non hai la gioia, va a comprarla: Si vende alla bottega del sacrificio. (proverbio Africano)

UN ANEDDOTO: " Resta con me stanotte, almeno stanotte." gli disse la Luna. - Non posso, non ancora. lo sai -rispose il Sole - ma ho fatto schegge dei miei raggi per non lasciarti mai sola. Chiamale Stelle, lì dentro mi troverai - Ma la Notte è buia, e io ho paura. - Sarebbe buia, se non ci fossi tu, piccina mia. - " E. tornerai? " sussurrò lei, con voce incrinata e sguardo smarrito. - Tornerò. e tu lo sai perché. Lo sai - sorrise sfiorandola in una carezza - Se potessi amare qualcuno, amerei te, solo te, aggiunse in un languido bisbiglio. È lento scomparve dietro l'orizzonte.

PAROLA DI DIO: 1Ts 5,1-6.9-11; Sal 26; Lc 4,31-37

 

Vangelo Lc 4,31-37

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù scese a Cafarnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante. Parola del Signore

 

“IL DIAVOLO COMINCIÒ A GRIDARE FORTE: «BASTA! CHE VUOI DA NOI, GESÙ NAZARENO? SEI VENUTO A ROVINARCI?”.

Sempre più spesso mi capita di incontrare persone che dicono di avere il diavolo in corpo, in casa, di essere sotto l’influsso di malocchio o di forze negative. Pur facendo la tara a molti le affermazioni, dobbiamo ammettere che il diavolo e il male stanno “facendo vendemmia” anche perché molti per combattere il diavolo e il male fanno il suo gioco, gli cascano in mano andando a farsi spennare economicamente e spiritualmente da maghi e fattucchiere. C’è una strada sola per vincere il male e il diavolo che, ricordiamoci, è un puro spiniti quindi più forte di noi. E la strada è Gesù: è Lui che è venuto sulla terra per vincere il male, è Lui che ha versato il suo sangue per noi.

Consigli semplici per vincere il diavolo: 1) Aver fede nel fatto che Dio è più forte di ogni male — 2) Non lasciarci spaventare: il male è già sconfitto da Gesù, è un perdente in partenza — 3) Ricorrere alla preghiera sincera e ai sacramenti specialmente la Confessione e l’Eucaristia.

 

 

MERCOLEDI’ 4 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Rosalia; San Gilberto.

Una scheggia di preghiera:

 

GUARISCICI CORPO E ANIMA, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: “Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere”. (Dalai Lama)

SAGGEZZA POPOLARE: Se stirarsi producesse denaro, i gatti sarebbero ricchissimi. (proverbio Africano)

UN ANEDDOTO: Un uomo sposato disse: Le donne sono come le scarpe, uno le può cambiare e sostituire ogni volta che ne ha voglia. Le persone presenti si sono guardate attorno e hanno notato la presenza di un uomo saggio e gli hanno chiesto: Cosa ne pensi di questa affermazione? Lui rispose asserendo: Ciò che ha detto questo uomo è proprio vero, la donna è come una scarpa negli occhi di colui che si considerata un piede; mentre essa è come una corona d'oro per chi vede sé stesso come un re!

PAROLA DI DIO: Col 1,1-8; Sal 51; Lc 4,38-44

 

Vangelo Lc 4,38-44

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva. Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demoni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo. Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato». E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea. Parola del Signore

 

“AL CALAR DEL SOLE, TUTTI QUELLI CHE AVEVANO INFERMI AFFETTI DA VARIE MALATTIE LI CONDUSSERO A LUI”.

Non so se succede anche a voi quando pregate di fare delle “aggiunte” alle preghiere. A me succede sovente, non tanto perché le preghiere non dicano già bene tutte le cose, ma perché io ho bisogno di conoscere meglio e di specificare ciò che chiedo. Così mi capita sovente di aggiungere all’ultima richiesta del Padre Nostro: “Ma liberaci dal male”, “Liberaci da tutti i mali, dal peccato, dai mali fisici, da quelli morali, dai mali che possiamo combinare noi agli altri…” e la lista dei mali presenti in me e nel mondo diventa lunga. Gesù è il buon Samaritano che si china sull’uomo piagato, lasciato ferito al bordo della strada, colpito da tanti mali. Gesù viene per salvarci nella nostra totalità. Gesù è davvero l’unico Bene davanti a cui i demoni tremano e fuggono, i mali vengono guariti, i peccati perdonati e l’uomo risanato nella sua unità. Guardiamo al vangelo di oggi che è una sintesi di una giornata di Gesù: preghiera comune e personale per essere in comunione con Dio, gesti di amicizia, guarigione della suocera di Pietro, predicazione della buona notizia di Dio che salva, cacciata dei demoni, guarigione dei malati. Davvero Gesù si fa tutto a noi e noi possiamo andare da Lui con tutto noi stessi. Come siamo assurdi noi a dividere la preghiera dalla vita, la salvezza spirituale da quella materiale, il perdono dei peccati dalle grazie per vivere serenamente: Gesù è venuto per salvarmi nella mia totalità, Lui vuol bene a tutto me stesso, anima e corpo. Anche noi dobbiamo voler bene a Dio nella sua totalità e a Gesù nella sua divinità e nella sua umanità. Tutto questo ci è rappresentato nel Sacramento dell’Eucaristia dove noi comunichiamo sia alla divinità di Gesù che alla materialità del suo corpo, donato per noi, dove noi partecipiamo alla sua Parola di salvezza come alla sua Passione e alla sua Risurrezione, dove noi mangiamo il “Pane degli angeli” per la speranza eterna ma anche il pane del cammino per oggi. Lasciamoci amare totalmente e amiamo totalmente il Signore.

 

 

GIOVEDI’ 5 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Vittorino; San Lorenzo Giustiniani.

Una scheggia di preghiera:

 

SULLA TUA PAROLA GETTERO' LE RETI.

 

HANNO DETTO: "La felicità è dietro l'angolo. È dove non riesci a vederla, nascosta, ma a portata di mano, basta chiudere gli occhi, dimenticare il passato, abbandonarsi a ciò che il destino riserva." (Etienne Chatillez)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi maneggia il miele si lecca le dita.

UN ANEDDOTO: Un ragazzo di 24 anni guardando attraverso la finestra dell'autobus gridò: ' Papà guarda, gli alberi ci vengono incontro!  Il padre alzò lo sguardo verso di lui e sorrise.
Una giovane coppia seduta vicino rise per il comportamento infantile del ragazzo. Il ragazzo tornò ad esclamare: 'Guarda papà, le nuvole ci seguono!' La coppia non poté resistere e disse al padre del ragazzo: 'Perché non porti tuo figlio da un buon medico?' L'uomo sorrise e rispose: 'Ci siamo appena stati, siamo usciti dall'ospedale proprio pochi minuti fa. Mio figlio era cieco dalla nascita e oggi per la prima volta può vedere.' Ogni persona del pianeta ha una storia. Non giudicatele sino a quando non la conoscete, le verità vi stupiranno!

PAROLA DI DIO: Col 1,9-14; Sal 97; Lc 5,1-11

 

Vangelo Lc 5,1-11

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. Parola del Signore

 

«PRENDI IL LARGO»

Chissà quali sorprendenti parole avrà detto il "rabbi che insegna con autorità" predicando dalla barca di Pietro. Alla fine delle quali Gesù vuole ricambiare la disponibilità mostratagli da quei pescatori con l'invito: "Prendi il largo". Modo strano di ricambiare quello di Gesù, come sempre, perché non ragiona con i soli criteri umani. Prendi il largo: erano stati tutta la notte al largo ma invano. Ora i pescatori erano tornati alla sicurezza della baia con rassegnazione di chi sa che ormai non c'è più nulla da fare, non serve più rischiare. Così la nostra vita spesso si rifugia nella sicurezza delle proprie abitudini, delle cose che conosciamo già, che forse non ci danno la felicità ma ci evitano di soffrire di più. Forse abbiamo già rischiato in passato e ne siamo rientrati con le reti vuote, abbiamo già investito in impegno e generosità ma siamo rimasti scottati dall'ingratitudine dell'infido mare, della piccola o grande realtà sociale in cui viviamo. Ma forse come Pietro e compagni abbiamo fatto da soli, con le nostre "barche", con le nostre "reti", privi della cosa più importante: la Sua Parola. "Prendi il largo": ora Pietro, affascinato dalle parole di Gesù, si fida e si affida alla loro potenza; ora può "prendere il largo" anche nel momento meno favorevole perché ha intuito che le Sue Parole non sono come le altre. Per questo le reti poi risultano insufficienti a contenere i frutti di quel "prendere il largo". E noi ci lasciamo affascinare dalle parole del Maestro che insegna con autorità e su quelle parole "prenderemo il largo"?

 

 

VENERDI’ 6 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Frontignano d’Alba; San Benedetto da Milano.

Una scheggia di preghiera:

 

BANDO ALLE TRISTEZZE: CON TE, SIGNORE, C'È SOLO GIOIA VERA.

 

HANNO DETTO: Nei giganti anche le sottigliezze hanno dimensioni mostruose. (Stanislaw Lec)

SAGGEZZA POPOLARE: A gusto guasto non è buono alcun pasto.

UN ANEDDOTO: Lascia tutto lì, la tavola da sparecchiare, i piatti da lavare, per una volta puoi rinunciare a qualcosa. Spegni la TV, appoggia quello che hai in mano, interrompi quello che stai facendo, non rispondere se il telefono continua a squillare. Corri, abbraccia il tuo bambino, la tua bambina…. fatevi il solletico fino alle lacrime, baciatevi, sorridetevi, datevi i morsini nelle manine, sulle guance, nel pancino. Cantate a voce alta una canzone impertinente, disturbate i vicini, fate la lotta con i cuscini, tiratevi i coriandoli anche se è luglio. Poi sedetevi per terra, con le gambe incrociate, mangiate pane e cioccolato, e con le dita sporche e la musarella, abbracciatevi ancora una volta. Nel tempo nessuno ricorderà il disordine di quel giorno, ma l’amore di quel momento resterà come un tatuaggio sul cuore.

PAROLA DI DIO: Col 1,15-20; Sal 99; Lc 5,33-39

 

Vangelo Lc 5,33-39

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!». Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno». Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».  Parola del Signore

 

“POTETE FAR DIGIUNARE GLI INVITATI A NOZZE MENTRE LO SPOSO È CON LORO?”

Il Vangelo odierno ci fa scoprire quale sia la novità portata da Gesù.

Prima di tutto il Regno di Dio non è un Regno di poteri a misura di quelli terreni, è una festa di nozze, È Dio che ha sposato la nostra umanità, è Dio che per dirci: “Ti voglio bene”, ha lasciato il suo cielo e si è fatto uno di noi: si può dunque essere tristi pensando che Dio è il nostro sposo? Si può essere abitudinari il giorno delle proprie nozze? E se Gesù è il nostro tutto, si può ancora discutere di digiuni, di sacrifici, di offerte? Lui è la nostra offerta a Dio e Lui è l’offerta di Dio per noi! Come si può, ad esempio, intendere la Messa come un cerimoniale, un rito, quando essa è il mistero di amore di un Dio che è morto, risorto per me e che per permettermi di entrare in comunione con Lui e con i fratelli si fa pane?

Noi, come ogni uomo, abbiamo paura delle novità: esse ci coinvolgono, ci obbligano ad uscire dai nostri nidi abituali e allora le smorziamo. Abbiamo la novità di Gesù e la riduciamo a rito religioso; abbiamo la libertà dei figli di Dio e preferiamo ridurci all’osservanza spesso esteriore di alcune norme, riduciamo la bellezza del vangelo ad un formulario di norme di “buona educazione civile”, davanti a prospettive enormi che il Vangelo ci apre preferiamo scegliere il minimo indispensabile “per salvarci l’anima”. Volete fare un piccolo esperimento? Provate anche solo per un momento a far finta di dimenticare tutto quello che vi hanno insegnato di religione, di morale, di paradisi e inferni ed aprite una pagina qualsiasi di Vangelo, magari anche solo quella che ci viene proposta oggi e, senza remora alcuna, lasciate che vi interpelli personalmente: scoprirete certamente che il Vangelo non è una pillola per addormentare le coscienze, ma una bomba che può capovolgere davvero tutto il senso del nostro vivere.

 

 

SABATO 7 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Grato d’Aosta; San Chiaffredo di Saluzzo.

Una scheggia di preghiera:

 

OSSERVARE LA TUA PAROLA, SIGNORE, DIVENTA PER ME GIOIA E VITA.

 

HANNO DETTO: Preoccupatevi più del vostro carattere che della vostra reputazione, perché il vostro carattere è quello che siete realmente, mentre la vostra reputazione è solo quello che gli altri pensano che voi siete. (John Wooden)

SAGGEZZA POPOLARE: Persa bussola e remi, cominciano i problemi.

UN ANEDDOTO: Sorridendo si impara qualcosa:

- Nella vita ci sono cose ben più importanti del denaro: il guaio è che ci vogliono i soldi per comprarle.

- Le vie del Signore sono infinite. È la segnaletica che lascia a desiderare.

- Il pessimista è un ottimista dopo che si è ben informato.

- Darei la vita per non morire.

- Cos'è l'intelligenza non lo so, ma mi accorgo benissimo quando manca.

PAROLA DI DIO: Col 1,21-23; Sal 53; Lc 6,1-5

 

Vangelo Lc 6,1-5

Dal vangelo secondo Luca

Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?». Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?». E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato». Parola del Signore

 

"PERCHÉ FATE IN GIORNO DI SABATO QUELLO CHE NON È LECITO?".

È molto facile diventare censori del nostro prossimo, arrogarsi di conoscere la morale, stabilire, o da soli o con lo scudo della legge, ciò che sia bene e male, puntare il dito.

Questa, oltre che essere una tentazione personale, è soprattutto la tentazione delle religioni.

Ai tempi di Gesù c'erano i farisei. Non erano di per sé persone cattive, tutt'altro, fondavano la propria vita sulla religione anzi, della religione si sentivano i campioni, i difensori; peccato che questo li portava all'ipocrisia e a diventare moralisti, soprattutto per gli altri.

Oggi tanti religiosi cadono nello stesso errore: facendosi scudo di abitudini, di norme morali, diventano gli accusatori del prossimo riducendo l'annuncio libertario del Vangelo ad una osservanza di norme formali e facendo diventare Dio una specie di poliziotto a caccia di peccati per poterli punire.

Non avevano torto i farisei a ricordare a Gesù e ai suoi discepoli il valore del sabato come giorno dedicato al Signore, ma dimenticavano che Dio aveva dato il sabato all'uomo come dono e mezzo per poterlo riconoscere e amare.

Hanno ragione certi preti e moralisti nel ricordarci certi valori e nell'invitarci ad osservare certe norme, ma senza dimenticare né la misericordia del Signore, né il perché dell'invito all'osservanza. Se io, assetato arrivo ad una fontana dalla quale sgorga acqua abbondante e vi trovo solo il cartello: "Non bere!", posso farvi su mille pensieri, ad esempio: "Chissà perché non devo bere? … e chi lo ha stabilito? … altri lo fanno…". Se io trovo un cartello: "Non bere! Pericolo di avvelenamento", capisco di più il divieto. Se trovo, poi, sotto il cartello, un'altra scritta che dice: "All'altra fontana della piazza potete trovare acqua buonissima", mi costerà ancor meno obbedire al primo comando.

 

 

DOMENICA 8 SETTEMBRE: 23^ DOMENICA DEL T.O.  - NATIVITA’ DELLA B. V. M,

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Ugo di Volterra; Beato Federico Ozanam.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' VOGLIO SEGUIRTI: MOSTRAMI LA VIA.

 

HANNO DETTO: Un giorno, quando avremo dominato i venti, le onde, la marea e la forza di gravità, imbriglieremo per Dio le energie dell'amore. Allora, per la prima volta nella storia della terra, l'uomo avrà scoperto il fuoco. (Theilard De Chardin)

SAGGEZZA POPOLARE: Gran vittoria è quella che si vince senza sangue.

UN ANEDDOTO: UN BACIO

Un giorno, molti anni fa, un uomo di nome Giuda, diete un bacio a Gesù che da lì a poco lo portò alla morte. Un ragazzo era innamorato della sua vicina di casa, ma non era corrisposto, una notte preso dalla passione entrò con la pistola in casa della ragazza e sotto minaccia le diete un bacio. il giorno dopo la ragazza lo denunciò e a fine causa le dovette risarcire 10.000 €. Una donna era gravemente malata in un letto di un ospedale, venne un suo figlio che abitava molto lontano le diete un bacio e la donna guarì velocemente. Un bambino fece una brutta marachella, il papà lo prese in braccio e gli diede un bacio, il bambino abbracciò forte forte il papà e gli promise di non farlo più. Morale: Un bacio ti può portare alla morte. Un bacio ti può costare caro. Un bacio ti può dare la vita. Un bacio bisogna avere il coraggio di darlo.

PAROLA DI DIO: Sap 9,13-18; Sal 89; Fm 9b-10.12-17; Lc 14,25-33

 

Vangelo Lc 14,25-33

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo». Parola del Signore

 

“IN QUEL TEMPO, UNA FOLLA NUMEROSA ANDAVA CON GESÙ EGLI DISSE: CHIUNQUE DI VOI NON RINUNCIA A TUTTI I SUOI AVERI, NON PUÒ ESSERE MIO DISCEPOLO”.

Specialmente durante le scorse vacanze sarà capitato a ciascuno di noi, o sulla spiaggia, o magari durante un viaggio in treno di sentire o dover partecipare a qualche chiacchierata: quanti luoghi comuni, quante parole inutili, quanti pettegolezzi, sentiti dire... e soprattutto quale mentalità c’è dietro a persone che vogliono emergere, che hanno da dire su tutto e su tutti? Una mentalità a volte molto lontana dal Vangelo. E quello che è peggio è, con un certo senso di vergogna, accorgerci che, spesso anche noi cadiamo in questa mentalità, qualche volta per comodo o per non essere da meno dei nostri interlocutori, e qualche altra volta perché è proprio la nostra mentalità. Quando Gesù, nel Vangelo, ha delle fasi così drastiche come quella di oggi, allora, vorrà solo parlare di rinunzie materiali, di denaro, di vendita di beni? Credo che Gesù dicendo che sono degni di essere suoi discepoli solo coloro che rinunziano a tutto, volesse principalmente dire che se noi vogliamo essere degni del nome di cristiani dobbiamo avere il coraggio di uscire dalla massa, dobbiamo smetterla di essere qualunquisti, dobbiamo con coraggio rifarci ai valori evangelici, dobbiamo in parole povere cambiare mentalità. Già, ma come fare? La strada è una sola: seguire con pazienza Gesù, ascoltare il suo Vangelo e farlo diventare nostro, anche quando ci è scomodo, o ci mette in posizioni scomode.

 

 

LUNEDI’ 9 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Osanna; San Pietro Claver.

Una scheggia di preghiera:

 

APRI I NOSTRI OCCHI PER VEDERE TE E I FRATELLI.

 

HANNO DETTO: Non sarò mai nessuno, ma nessuno mai sarà come me. (Jim Morrison)

SAGGEZZA POPOLARE: La guerra viene da due parolette: mio e tuo.

UN ANEDDOTO: Un cane seguiva un uomo, l’uomo lo sgridava per mandarlo via, ma il cane lo seguiva lo stesso, l’uomo gli tirò una pietra per farlo allontanare e sfortunatamente gli ferì una zampa.  Con dispiacere si accorse che l’effetto era stato peggiore delle intenzioni. Il povero animale anziché scappare, andò zoppicando verso quella mano che gli aveva procurato del male e la leccò. L’uomo si ricordò delle parole di Gesù: “Amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a coloro che vi odiano, e pregate per coloro che vi maltrattano e vi odiano”, e disse: “Quel cane mi predicò un sermone come nessun predicatore aveva fatto mai prima”.

PAROLA DI DIO: Col 1,24 - 2,3; Sal 61; Lc 6,6-11

 

Vangelo Lc 6,6-11

Dal vangelo secondo Luca

Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Alzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo. Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita. Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.  Parola del Signore

 

“UNA SABATO GESU’ ENTRO’ NELLA SINAGOGA E SI MISE AD INSEGNARE. C’ERA LA’ UN UOMO CHE AVEVA LA MANO DESTRA PARALIZZATA…”

Alcuni anni fa scrissi questa specie di parabola che ripropongo a me e a voi:

Una domenica il prete entrò, vestito dei paramenti più belli per celebrare la messa con il suo popolo. Si era preparato, aveva ripetutamente letto le letture, era perfino andato a confrontare che cosa dicessero sull’argomento del giorno i Padri della Chiesa, aveva pregato il Signore che lo illuminasse su cosa dire ai suoi parrocchiani ed ora cantava con loro e per loro, poi predicò in maniera semplice: gli sembrava che tutti potessero capirlo, poi celebrò raccogliendo la preghiera dei suoi fedeli e di tutta la chiesa. Poi, mentre recitava le preghiere dopo la consacrazione che sapeva a memoria ebbe una serie di “benedette” distrazioni. Vide che in chiesa c’era Maria, quella vedova che con tre figli stentava a tirare avanti e a cui il gruppo caritativo aveva smesso di dare una mano almeno per un po’ perché intanto “dare lì è come buttare in un pozzo senza fondo” e pensò che sarebbe passato in settimana a portarle una buona spesa, vide Marco, il giovanotto sconsolato perché la sua ragazza lo aveva lasciato e si ricordò di averla risolta con lui un po’ troppo sbrigativamente dicendogli: “Lascia un po’ di tempo vedrai che passerà” e si propose di fare con lui una bella chiacchierata, vide Roberto e Maria, quella coppia che avevano in casa la mamma di lui, anziana che ogni tanto dava i numeri. Era ormai un buon mesetto che non passava a trovarli e anche se la vecchietta non capiva neppure chi era, sarebbe stato un conforto almeno per la coppia; vide Giacomo, della casa di riposo che gli aveva chiesto se per caso un pomeriggio non sarebbe andato a fare il quarto per una bella partita di scopa…Arrivò il Padre nostro e a quel punto la preghiera “non più distratta” raccolse tutte queste persone e anche tutti questi propositi.

Ho applicato la parabola a me prete, ma provate a pensare se non si può esplicare in maniera concreta per ciascuno di noi. Se le nostre Eucaristie, oltre che essere partecipate, oltre che essere un momento di riflessione diventassero anche il momento favorito in cui ci accorgiamo che in chiesa c’è anche qualcuno con “la mano inaridita”, qualcuno che forse ha bisogno di noi.

 

 

MARTEDI’ 10 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agabio di Novara; San Nicola da Tolentino.

Una scheggia di preghiera:

 

RESTA CON NOI SIGNORE IN OGNI MOMENTO DI VITA.

 

HANNO DETTO: Non misuriamo la vita degli uomini dalla sua più lunga o più breve durata, ma dall'uso ch'essi han fatto del tempo della loro esistenza. (Federico il Grande)

SAGGEZZA POPOLARE: Poco vale guadagnare a chi non sa conservare.

UN ANEDDOTO: Durante la seconda guerra mondiale, negli Stati Uniti c’era l’usanza che, ogni famiglia che aveva un figlio nell’esercito, applicasse una stella sulla finestra della propria casa. Se la stella era dorata, ciò stava ad indicare che il loro figlio era morto sostenendo la causa del paese. Una sera, un uomo camminava per una strada di New York tenendo per mano il suo bambino di 5 anni. Il bambino era incuriosito da tutte quelle luci della città, e si guardava intorno a bocca aperta. Di tanto in tanto vedeva che c’erano delle stelle alle finestre, perciò chiese al padre cosa volessero dire. Il padre gli spiegò che ogni famiglia che aveva un figlio in guerra, metteva una stella alla finestra. Dopo un po' il bambino guardando in cielo vide una stella che brillava particolarmente. Allora trattenne il fiato e gridò: “Papà! guarda quella stella sulla finestra del cielo. Anche Dio ha dato suo Figlio!

PAROLA DI DIO: Col 2,6-15; Sal 144; Lc 6,12-19

 

Vangelo Lc 6,12-19

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti. Parola del Signore

 

“GESÙ SE NE ANDÒ SUL MONTE A PREGARE E PASSÒ TUTTA LA NOTTE PREGANDO DIO.”.

Gesù, prima di designare gli apostoli, passa una notte in preghiera.

Qualche volta, per noi, pregare è diventato “dire le preghiere”, ripetere delle formule, celebrare dei riti, ed ecco allora che la preghiera diventa noiosa, pesante, un dovere da adempiere.

Per Gesù, pregare, invece, significa mettersi in ascolto del Padre, capire quale sia la sua volontà, chiedere luce, essere in comunione.

Se riscopriamo la preghiera nella sua essenza di comunione con Dio, allora ne ritroveremo il vero spirito ed anche il desiderio, il gusto e l’impegno che ne deriva.

Perché ogni scelta non diventi solo la mia scelta ma quella della volontà di Dio ho bisogno continuo di essere in comunione con Lui.

 

 

MERCOLEDI’ 11 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Emiliano; Sant’Agatone di Scete.

Una scheggia di preghiera:

 

MI AFFIDO NELLE TUE MANI, O DIO, PERCHE' DI TE MI FIDO.

 

HANNO DETTO: L'unico segreto per restare giovani, nonostante gli anni e i capelli bianchi, è quello di conservare l'entusiasmo. (Henri Frédéric Amiel)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando il cieco porta la bandiera, guai a chi vien dietro!

UN ANEDDOTO: Un giorno un modesto fiammifero si avvicinò a una bellissima candela ben decorata, con lo stoppino bianco teso in alto verso il cielo. Il fiammifero rivolgendosi alla candela disse: «Ho l'incarico di accenderti». «Oh no!» rispose la candela spaventata. «Giammai! Se brucio, i miei giorni saranno contati, e nessuno ammirerà più la mia bellezza perfetta». Il fiammifero con molto riguardo le rispose: «Vorresti rimanere fredda e rigida per sempre Quale prospettiva di vita potrai mai avere?»

«Bruciare mi procurerà dolore e consumerà le mie energie», sussurrò la candela piena la paura. «È vero!» rispose il fiammifero. «Ma è proprio questo il segreto del nostro compito: io e te siamo chiamati a essere luce. Quello che io posso fare da solo è ben poco. Esisto soltanto per accendere il fuoco in te. Se mi impedisci ciò, la mia vita sarà priva di senso. Tu sei una candela e il tuo compito è splendere per gli altri e offrire calore. Ogni energia consumata e ogni dolore che offri in sacrificio saranno trasformate in luce. Nel consumarti tu non sarai perduta. Altri continueranno a portare avanti il tuo fuoco. Se ti rifiuti di bruciare, perirai». Adesso la candela aveva compreso e senza esitare protese lo stoppino al fiammifero e disse: «Ti prego, accendimi!» E una calda luce li circondò.

PAROLA DI DIO: Col 3,1-11; Sal 144; Lc 6,20-26

 

Vangelo Lc 6,20-26

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti». Parola del Signore

 

“BEATI VOI, POVERI... GUAI A VOI, RICCHI...”.

Pagina “impossibile” quella del Vangelo di oggi o semplice esortazione populista?

Se qualche volta, con un pizzico di invidia, per coloro che ne hanno, diciamo, abbastanza convinti, che il denaro non dà la felicità, è ben più difficile dire onestamente “beato” a chi non ha pane da dare ai suoi figli o a chi magari da anni giace in un letto di malattia.

Gesù maledice la ricchezza come attaccamento alle cose che da possedute diventano coloro che ci posseggono, schiavizzano, allontanandoci da Dio e dai valori fondamentali della vita. La maledizione è dunque unicamente per la nostra liberazione. Le cose sono belle e servono, il denaro può servire se non diventa il nostro padrone. La beatitudine rivolta ai poveri, ai sofferenti non sta ad indicarci la bellezza della sofferenza (Gesù ha pianto con chi piangeva, ha pregato e sudato sangue davanti alla propria sofferenza) o della povertà. Gesù ci ricorda che però il povero, il sofferente può affidarsi nelle mani di Dio.

Dice Bernanos: “I poveri hanno il segreto della speranza. Mangiano ogni giorno nella mano di Dio.’

 

 

GIOVEDI’ 12 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Silvino; San Defendente.

Una scheggia di preghiera:

 

PERDONATI, PERDONIAMO.

 

HANNO DETTO: L'inizio di un'abitudine è come un filo invisibile, ma ogni volta che ripetiamo l'azione rinforziamo quel filo, vi aggiungiamo un altro filamento, finché esso non diventa una grossa fune che ci lega definitivamente, pensiero e azione. (Orison Sweet Marden) 

SAGGEZZA POPOLARE: Giustificare una colpa la raddoppia.

UN ANEDDOTO: Nella Terra Santa ci sono due laghi alimentati dallo stesso fiume: il fiume Giordano. Si trovano a qualche chilometro di distanza l'uno dall'altro ma hanno caratteristiche ben diverse tra loro. Uno è il lago di Genesaret, conosciuto anche come Mare di Galilea o Lago di Tiberiade. L'altro è chiamato Mar Morto. Il primo è azzurro, pieno di vita e di contrasti, di calma alternata ad onde possenti. Sulle sue rive si riflettono delicatamente i fiori gialli dei suoi bellissimi prati.
Il Mar Morto è un luogo denso di acqua salata, senza vita. L'acqua che giunge dal fiume ristagna.
Che cosa rende questi due laghi alimentati dallo stesso fiume completamente diversi? Semplicemente questo: Il lago di Genesaret trasmette generosamente ciò che riceve. L'acqua quando vi giunge riparte immediatamente per alleviare la siccità dei campi. Sazia la sete degli uomini e degli animali. È un'acqua altruista. L'acqua del Mar Morto ristagna, dorme. È salata. Uccide. È un'acqua egoista ristagnante inutile. Capita lo stesso con gli uomini.

PAROLA DI DIO: Col 3,12-17; Sal 150; Lc 6,27-38

 

Vangelo Lc 6,27-38

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Dà a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio». Parola del Signore

 

“AMATE I VOSTRI NEMICI”.

Come si fa ad amare una persona che ti ha fatto del male, che continua a distruggere la tua reputazione, che per farti male fa del male alle persone che ti sono più care?

Impossibile! Ma forse ci è impossibile perché commettiamo due errori: non guardiamo a Dio e facciamo enormi confusioni su che cosa significhi “amare

Spesso per “amare”, intendiamo “provare profondi affetti”. L’amore è anche fatto di affetti, di simpatia ma non tutto è li. Non è facile provare profondo affetto per chi ti sta facendo del male. Amare è soprattutto volere il vero bene dell’altro. Allora, amare non è tanto dire “sono innamorato” del nemico ma cercare il suo vero bene. Ecco, allora, che Dio diventa il vero modello cui ispirarsi. Lui ama tutte le creature, anche chi gli è contrario, anche chi ha messo o mette suo Figlio sulla croce, nel senso che offre sempre e a tutti la possibilità di conversione, l’amicizia ritrovata con Lui, ma non per questo Egli diventa connivente, condiscendente con il male.

Amare il nemico, allora, vuol dire non chiudergli la porta, non lasciarci vincere dal rancore e dalla vendetta, difenderci dal male ma anche offrire sempre una possibilità.

 

 

VENERDI’ 13 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Crisostomo; San Maurilio.

Una scheggia di preghiera:

 

MANDA IL TUO SPIRITO, SIGNORE, CHE CI CONDUCA ALLA VERITA'. INTERA.

 

HANNO DETTO: L'amore che economizza non è mai vero amore" (Balzac)

SAGGEZZA POPOLARE: Ognuno misura i suoi dolori con le bilance dell'orafo o del gioielliere, e quelli degli altri colla stadera del mugnaio.

UN ANEDDOTO: Il seme della conversione del grande scrittore inglese Gilbert Chesterton gli venne gettato nell’animo da questo apologo che gli narrò la nonna devotamente serena: “Quando Dio creo il rospo, questi, zampettandogli tra le mani, esclamò tutto contento: Grazie, Mio Dio, come ballo bene!”

PAROLA DI DIO: 1Tm 1,1-2.12-14; Sal 15; Lc 6,39-42

 

Vangelo Lc 6,39-42

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire a tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio di tuo fratello». Parola del Signore

 

“PUO’ FORSE UN CIECO GUIDARE UN ALTRO CIECO”.

Nella mia esperienza sacerdotale mi è capitato e capita ancora sovente che persone vengano da me per “avere un consiglio”. Ricordo in particolare la prima volta quando qualche giorno dopo essere stato ordinato sacerdote si presento un uomo ormai maturo a chiedere consiglio per il suo matrimonio e la sua vita sentimentale che andava a rotoli. Provai tutto il vuoto immaginabile e possibile, provai poi a rifarmi a quanto avevo studiato: ma quanto lontano dalla realtà erano le risposte dei libri ed anche quelle dei codici della Chiesa, che pur avevo il dovere di dire, quanto erano lontane dalla storia concreta di quella persona, io poi, non solo non avevo esperienza ma mi sentivo persino turbato da quanto quest’uomo in buona fede mi raccontava: ero un cieco che rischiava di portare un altro cieco nella fossa. Poi (credo sia stato proprio lo Spirito Santo e il dono della grazia del sacerdozio) mi è venuto in mente che io, i miei studi, le mie regole non contavano niente, quell’uomo non era venuto a cercare don Franco, era venuto a cercare Gesù ed era Gesù che dovevo dare. Da allora in poi cerco di ricordarmelo sempre: io non valgo niente, chi vale è Gesù perché è il Figlio di Dio che ama la persona che ho davanti e allora mi sforzo di cercar di dire quello che direbbe con amore Gesù a quella persona nella situazione in cui si trova. Se io sono cieco Lui ha la luce sufficiente per guidare tutti e due.

Tutti in qualche maniera siamo chiamati a dare qualche consiglio, a guidare altri, lo sono i genitori con i figli, gli amici con gli amici che si confidano in loro, gli insegnanti e gli educatori, perfino i bambini e i nonni. Cerchiamo di non dare noi stessi o i luoghi comuni di una morale precostituita, cerchiamo di lasciar parlare Gesù e il suo Vangelo in noi di modo che illumini noi stessi e gli altri. E, ancora una piccola osservazione, per lasciar parlare Gesù in noi, bisogna che Lui e la sua parola abitino in noi!

 

 

SABATO 14 SETTEMBRE: ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE

Tra i santi ricordati oggi: San Cornelio; Santa Placilla.

Una scheggia di preghiera:

 

TI OFFRO, SIGNORE, TUTTE LE MIE POVERTA', TUTTI I MIEI PECCATI.

 

HANNO DETTO: Non sempre i farmaci sono necessari, ma la fede nella guarigione sì. (Norman Cousins)

SAGGEZZA POPOLARE: A sangue caldo, nessun giudizio è saldo.

UN ANEDDOTO: "Dobbiamo andare e non fermarci mai finché non arriviamo" "Per andare dove amico?" "Non lo so, ma dobbiamo andare" (Jack Kerouac)

PAROLA DI DIO: Nm 21,4b-9 opp. Fil 2,6-11; Sal 77; Gv 3,13-17

 

Vangelo Gv 3,13-17

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: «Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui». Parola del Signore

 

“DIO NON HA MANDATO IL FIGLIO NEL MONDO PER GIUDICARE IL MONDO, MA PERCHE’ IL MONDO SIA SALVATO PER MEZZO DI LUI”.

Gesù ci svela il vero volto di Dio, che è amore, e l'aspetto più toccante di questo amore è la sua misericordia. L'amore ha spinto il Padre a mandare il Figlio suo nel mondo; ed in tutto l'agire di Gesù noi tocchiamo questo amore sconfinato del Padre. E un amore che va in cerca dell'uomo, che lo aspetta sempre, che va al di là di tutte le sue colpe, che perdona e che salva. Basta ricordare certi episodi del Vangelo, che ci mostrano l'amore di Gesù verso i peccatori, o le parabole della misericordia.

L'amore infinito di Dio aspetta dunque da noi una risposta: credere al Figlio suo, credere che Gesù ci accetta a braccia aperte tutte le volte che, sinceramente pentiti per averlo offeso con il nostro peccato, facciamo ritorno a Lui, credere nella sua misericordia.

Oggi si può mancare in diversi modi contro la misericordia di Dio. Un primo modo, purtroppo assai diffuso, è quello di non riconoscere più la realtà del peccato e quindi anche il proprio peccato. E, quando uno non si riconosce peccatore, non sente più il bisogno del Salvatore, cosi come chi non riconosce di essere malato non sente più il bisogno del medico. Un tale atteggiamento sbarra automaticamente la strada alla misericordia di Gesù, il quale è venuto non per coloro che si ritengono giusti ed autosufficienti, ma per coloro che si riconoscono peccatori ed incapaci di praticare il bene senza il suo aiuto.

Si può mancare contro la misericordia di Dio anche non credendovi pienamente. Molti cristiani credono nella misericordia di Dio, perché lo hanno imparato dal catechismo. Ma si tratta di una fede rimasta a livello intellettuale, che non riesce di fatto ad impregnare la vita di ogni giorno. Ci si rinchiude magari in tanti ragionamenti, si pensa continuamente ai propri peccati con un senso di rimpianto, che scaturisce più dall'orgoglio che dal dolore di aver offeso Dio. E tutto ciò dimostra che ci si appoggia più su di noi che sulla misericordia infinita di Gesù e sulla potenza della sua Grazia.

Credere nella misericordia divina, invece, significa essere effettivamente convinti che, se noi gli chiediamo perdono, Gesù cancella completamente i nostri peccati, e da questo perdono possiamo rimetterci subito a seguirlo.

Se vogliamo davvero gustare la sua misericordia dobbiamo fargli il dono del nostro nulla tutte le volte che le nostre mancanze e le nostre debolezze ce ne facessero fare l'esperienza, convinti che questo dono, se accompagnato dal proposito di ricominciare subito, non è un atto di superficialità, ma un atto di amore puro, che attira il suo perdono e la sua grazia, ed è la risposta più bella che possiamo dare al suo amore.

 

 

DOMENICA 15 SETTEMBRE: 24^ DOMENICA DEL T.O. - B.V M. ADDOLORATA

Tra i santi ricordati oggi: San Nicomede; Sant’Emilio di Cordoba.

Una scheggia di preghiera:

 

GIOISCE IL MIO CUORE PER LA TUA IMMENSA MISERICORDIA.

 

HANNO DETTO: Nella cura delle anime, occorrono una tazza di scienza, un barile di prudenza e un oceano di pazienza. (Francesco Guicciardini)

SAGGEZZA POPOLARE: I genitori sono i canali che portano ogni bene ai figli, ma la fontana è Dio.

UN ANEDDOTO: Un giovane di circa vent’anni, maleodorante e sotto lo sguardo incuriosito di tutti, si avvicinò piangendo alla bara. fissò il viso del morto, e gli disse: “Ti voglio bene papà!” Il giovane era andato via di casa a quattordici anni, abbandonando studi, genitori e fratelli e con la sua condotta criminale aveva spezzato il cuore del padre. Mentre suo padre si trovava nella bara, il ragazzo, che non era riuscito a sopportare più i rimorsi della coscienza, ritornò per dirgli: “Ti voglio bene, papà”, e la polizia, che lo stava ricercando, l’arrestò. Le parole del giovane gli fecero perdere la sua libertà fisica, ma gli fecero guadagnare quella spirituale. Sono poche semplici parole: “ti voglio bene”, ma quanto costa pronunciarle! A volte siamo restii nel pronunciare quelle tre parole magiche, ma una volta dette, che immensa libertà generano! È bene se cominci la tua giornata dicendo a Dio: “Signore io ti amo!”, in tal modo rallegrerai il cuore di tuo padre e riceverai la forza di dirlo anche ai tuoi cari.

PAROLA DI DIO: Es 32,7-11.13-14; Sal 50; 1Tm 1,12-17; Lc 15,1-32

 

Vangelo Lc 15,1-32

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione. Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte». Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”». Parola del Signore

 

“C’È GIOIA DAVANTI AGLI ANGELI DI DIO PER UN SOLO PECCATORE CHE SI CONVERTE”.

Come si può continuare a pensare ad un Dio esclusivamente giudice quasi sadico che gode a farcela pagare per i nostri peccati, dopo frasi del Vangelo come quella che meditiamo oggi? Perché mai Dio dovrebbe essersi dato da fare tanto nella storia dell’uomo? Solo poi per poterci condannare? Solo per godere a vederci soffrire in questa vita e per poter dire soddisfatto: “Non mi hai ascoltato, adesso brucia per sempre nelle fiamme dell’inferno”? Dio non è contento di punire, gioisce nell’essere amore. Dio cerca l’uomo ma non per schiavizzarlo o condannano, per liberarlo e dargli la sua identità di Figlio di Dio. Non aver paura di Dio. Amalo e Lui stesso gioirà con te della tua conversione.

 

 

LUNEDI’ 16 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Ss. Cornelio e Cipriano; Sant’Eufemia.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, NON SONO DEGNO, MA DI' SOLO UNA PAROLA E SARO' SALVO.

 

HANNO DETTO: Tre cose tengono l'animo quieto e tranquillo, e cioè lasciarci dietro quel che non ci appartiene, non profanarsi nelle cose inutili, e non prendersi travaglio delle cose che dovranno avvenire né di quelle già passate. (Aristippo)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi dà quanto può, è generoso abbastanza.

UN ANEDDOTO: Sorridere pensando: - Quando la tua vita è un fiasco, non ti rimane altro che bere.

- È triste commettere un errore, ma ancora più triste scoprire che si è talmente insignificanti che nessuno se ne è accorto. - La moglie leggera fa il marito pesante. - Il moto perpetuo è stato scoperto da un pezzo: una madre di famiglia con sei figli - Pensare vuol dire che mentre la bocca rimane chiusa la testa parla da sola.

PAROLA DI DIO: 1 Tm 2,1-8; Sal 27; Lc 7,1-10

 

Vangelo Lc 7,1-10

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafarnao. Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che tu gli conceda quello che chiede – dicevano –, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga». Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito. Anch’io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». All’udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito. Parola del Signore

 

"SIGNORE, NON DISTURBARTI, IO NON SONO DEGNO CHE TU ENTRI SOTTO IL MIO TETTO".

Non so perché tra teologi e biblisti ci sia ancora qualcuno che a proposito di personaggi come il centurione si ostina a chiamarli: "Figure minori del Vangelo". A me, onestamente, basterebbe avere sentimenti e fede come questo personaggio.

Dalle poche linee con cui viene tratteggiato noi comprendiamo che questo rappresentante dell'esercito romano non è il solito conquistatore prepotente. È una persona consapevole del suo ruolo e dei suoi compiti: Sa comandare ma sa anche vedere i valori del popolo conquistato ("Ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga").

È attento alle persone. Ama il suo servo al punto di compromettersi chiedendo per lui (chissà se anche oggi certi 'padroni' hanno altrettante attenzioni per i propri dipendenti?).

È anche uno che si fida di Gesù se affida al suo intervento una persona cara.

Ed è anche una persona che sa coniugare fede e delicatezza. Sa infatti che nella mentalità giudaica un Rabbi entrando nella casa di un pagano si comprometterebbe, e, probabilmente, è anche informato che al seguito di Gesù ci sono pure degli 'antiromani' che leggerebbero l'ingresso di Gesù nella casa di un centurione come una forma di collaborazionismo. Allora ferma Gesù con quelle bellissime parole: "Non sono degno".

Quante cose ci insegna questo centurione che fa dire a Gesù: "Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!":

·         In qualunque posto sei, qualunque ruolo tu abbia, non dimenticare che sei uomo e sei in rapporto con altri uomini.

·         Perché disprezzare la mentalità e la cultura degli altri e non saper invece cogliere tutto ciò che vi è di buono?

·         Non aver paura dei tuoi sentimenti e, insieme alla giustizia, alle abitudini, mettici amore.

·         Impara a domandare per gli altri.

·         Se hai deciso di fidarti di Gesù, fidati fino alla fine!

·         L'attenzione, la delicatezza nei confronti dell'altro dicono davvero la grandezza della tua fede.

 

 

MARTEDI’ 17 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Roberto Bellarmino; Santa Arianna, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

DIO GRANDE, COMPASSIONEVOLE VERSO TUTTI: GRAZIE PER GESU'

 

HANNO DETTO: L'ansia non ci sottrae il dolore di domani, ma ci priva della felicità di oggi. (Leo Buscaglia)

SAGGEZZA POPOLARE: Il gatto ama il pesce, ma detesta bagnarsi i piedi.

UN ANEDDOTO: Durante un pranzo i convitati pretesero che Chesterton facesse un brindisi. Egli si alzò e disse: «Un cristiano fu portato nel circo e gli fu aizzato contro un leone famelico. Tra gli innumerevoli spettatori accorsi a godere lo spettacolo c'era anche Nerone; ma un miracolo stroncò la ferocia degli uomini e della belva. Il martire disse alcune parole all'orecchio della belva e questa come una pecorella s'arrestò, s'arretrò e lemme lemme uscì dal circo. L'imperatore sanguinario volle sapere dal cristiano che cosa avesse sussurrato all'orecchio della belva e ne ebbe questa risposta: "lo ho detto al leone soltanto questo: Sta' attento che dopo il pasto vorranno che tu faccia un discorso".

PAROLA DI DIO: 1Tm 3,1-13; Sal 100; Lc 7,11-17

 

Vangelo Lc 7,11-17

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, alzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante. Parola del Signore

 

“IL SIGNORE FU PRESO DA GRANDE COMPASSIONE PER LEI E LE DISSE: «NON PIANGERE!»”.

Ogni miracolo di Gesù ha sempre molteplici significati. Ad esempio il far risorgere il figlio della vedova di Naim ci mostra prima di tutto un Gesù attento, pieno di sentimenti umani profondi. Egli vede il dolore di una madre accanto alla bara del figlio morto. Ha compassione e si muove anche spinto da questo profondo dolore. Immaginiamo il suo sguardo puro e limpido che non esita a manifestare i suoi sentimenti. Si avvicina alla bara e con il suo solo gesto e la sua parola resuscita il figlio morto e lo ridona alla madre.

Ma in questo gesto del ridare la vita ad un morto è indicata anche tutta la missione di Gesù: la sua compassione per noi lo porta a donarci la vita. Il cristiano, infatti, immedesimandosi nel mistero pasquale di Cristo rinasce ad una nuova vita che supera le semplici qualità della vita terrena. La vita cristiana, vissuta nella fede, nella carità e con la preghiera è proprio il continuo rinascere in Cristo.

Il battesimo ed i sacramenti ridonano, in Cristo una nuova vita, e ci mostrano la possibilità di poter partecipare alla sua vita divina.

La partecipazione all'Eucaristia ci aiuta in questa rigenerazione spirituale in Cristo, assumendo il suo Corpo. Il sacramento della riconciliazione, che i Padri definivano la seconda zattera di salvezza, dopo il Battesimo, ci riconcilia all'amore del Padre tramite la chiesa di Cristo nell'opera dello Spirito Santo. I sacramenti ci accompagnano nelle scelte fondamentali della nostra vita proprio indicandoci la strada che è in Cristo, per Cristo e con Cristo.

 

 

MERCOLEDI’ 18 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Lamberto; San Giovanni Macias.

Una scheggia di preghiera:

 

SE IMPARO A RINGRAZIARTI, SMETTO DI BRONTOLARE.

 

HANNO DETTO: Se Dio ha cura degli uccelli del cielo, non li alleva in gabbia. (Sant'Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: La giovinezza è una bella cosa, non perché permette di fare delle sciocchezze, ma perché dà il tempo di rimediarle. (Frate Indovino)

UN ANEDDOTO: Oriana Fallaci riferiva cosi di un’intervista sulla guerra fatta ad un soldato: Dio che cosa schifosa è la guerra: lo lasci dire a me che sono un soldato. Deve esserci qualcosa di sbagliato nel cervello di quelli che si divertono a fare la guerra, che la trovano gloriosa ed eccitante, è solo una sporca tragedia sulla quale non puoi che piangere.

PAROLA DI DIO: 1Tm 3,14-16; Sal 110; Lc 7,31-35

 

Vangelo Lc 7,31-35

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore disse: «A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”. È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”. Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli». Parola del Signore

 

“VI ABBIAMO SUONATO IL FLAUTO E NON AVETE BALLATO; VI ABBIAMO CANTATO UN LAMENTO E NON AVETE PIANTO”.

C’è una categoria di persone che potremmo definire “i mai contenti”. Non ce n1e una che vada bene. Se ti interessi a loro dicono: “Uno non è libero, devi sempre essere sotto il controllo di qualcuno”, se non intervieni: “Nessuno si interessa di me”, se fai un regalo sbagli sempre, se dai loro ragione: “La ragione si dà ai fessi”, se la pensi diversamente: “Non si può mai dire una parola” ... e giù a brontolare. Ricordo che quando ero piccolo c’era una trasmissione regionale con il titolo ‘i canton dij barboton’ dove confluivano tutte le lamentele: dei “barboton” sono piene anche le nostre case, la società e anche la Chiesa.

Ma coloro che hanno sempre da brontolare corrono un gran rischio: non sono mai contenti, non sanno vedere il bene, sono solo un peso per gli altri. Anche la generazione di Gesù era un po’ così, e si sono persi Giovanni Battista, e si sono persi Gesù.

Anche noi se brontoloni a cui non ne va mai una bene, rischiamo di perderci il gusto della vita, i fratelli, l’avventura gioiosa del cristianesimo.

 

 

GIOVEDI’ 19 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gennaro; Sant’Abbone di Metz.

Una scheggia di preghiera:

 

SOLO TU, SIGNORE, PUOI GIUDICARE, PERCHE' SOLO TU CONOSCI IL CUORE DELL'UOMO.

 

HANNO DETTO: I santi sono tutti lavoratori: diedero il primo posto al lavoro interiore, poi questo sbocciò nell'operosità esterna, meravigliosa, umanitaria, fruttuosa. (Don Alberione)

SAGGEZZA POPOLARE: La libertà di coscienza non dispensa dall'avere coscienza.

UN ANEDDOTO: Detti a proposito delle “lacrime”: Ci sono cosa che non si vedono se non dagli occhi che hanno pianto. - Non v'è incendio in fondo al cuore che una lacrima non possa estinguere. - Chi asciuga le lacrime degli infelici, fa il più santo dei pellegrinaggi. - Tutti dicono che questa è una valle di lacrime, ma nessuno vuole andarsene.

PAROLA DI DIO: 1Tm 4,12-16; Sal 110; Lc 7,36-50

 

Vangelo Lc 7,36-50

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!». Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!». Parola del Signore

 

“SONO PERDONATI I SUOI MOLTI PECCATI, POICHE' HA MOLTO AMATO”.

È vero che il Signore conosce l’uomo nel suo cuore, però è altrettanto vero che i suoi giudizi sono decisamente più profondi ed anche più misericordiosi dei nostri. Per noi, come per il fariseo, basta poco a classificare e pur usando termini diversi (da “lucciola della ‘notte” a “una di quelle” o a termini ancora più volgari) classifichiamo, bolliamo, condanniamo (a parte poi il fatto di usufruire o desiderare di usufruire di certe prestazioni). Per Gesù è la persona intera che conta. Gesù non dice che questa donna non ha peccato, anzi dice che i suoi peccati sono molti ma nello stesso tempo riesce a vedere in lei il suo molto amore. Mi chiedo: nonostante le apparenze riesco a vedere il bene negli altri e soprattutto sono capace di amare con gesti concreti? Anche a me il Signore potrebbe dire: “molto ti è perdonato perché molto hai amato?”

 

 

VENERDI’ 20 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Andrea Kim, Paolo Chong e compagni; Santa Susanna.

Una scheggia di preghiera:

 

DIO, TU SEI PADRE PER NOI, E ANCHE MADRE.

 

HANNO DETTO: Se la gioia sa difendersi e sussistere, il Maligno rimane con il suo veleno, ma se il servo di Dio diventa triste, il diavolo è sicuro di trionfare. Presto o tardi quell’anima disarmata sarà depressa e annientata nella tristezza, oppure ricercherà false consolazioni. (S. Francesco d'Assisi)

SAGGEZZA POPOLARE: Al gatto che lecca lo spiedo non affidar l’arrosto.

UN ANEDDOTO: Lo scrittore inglese Chesterton il cui fondamentale ottimismo di cattolico convertito è innervato nei principi della carità, del perdono e della serenità, è arrivato, paradossalmente ma sinceramente, a dire: «Mi sono convertito per allegria»; come reazione, cioè, all'intolleranza puritana e alla visione manichea che divide drasticamente tutti gli uomini e tutte le cose in «buono e cattivo»; mentre la vita, così come l'animo umano, è tutta un ventaglio di sfumature.

PAROLA DI DIO: 1Tm 6,2c-12; Sal 48; Lc 8,1-3

 

Vangelo Lc 8,1-3

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demoni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni. Parola del Signore

 

"C'ERANO CON LUI I DODICI E ALCUNE DONNE… CHE LI SERVIVANO CON I LORO BENI".

Gesù, ufficialmente non ha fatto nessuna campagna per l'emancipazione della donna, non si è battuto perché avesse gli stessi diritti e poteri dell'uomo, ma con il suo atteggiamento l’ha valorizzata nel modo migliore. Ha considerato la donna persona, soggetto pensante, degno di dialogo, e questo mentre molte scuole rabbiniche consideravano la donna più o meno alla stregua del campo e dell'asino, possesso dell'uomo. Gesù ha accolto tutte le donne che sono andate da Lui, non le ha etichettate anticipatamente. Parla con sua Madre come con l'adultera, con la samaritana e con la cananea, con Marta e con Maria ed ha con tutte un rapporto molto sereno. Gesù, permettendo che Maria di Magdala, Giovanna, Susanna e molte altre lo seguano e sostengano finanziariamente il gruppo dei dodici, ricorda che il Regno che Lui è venuto ad annunciare è per tutti, senza alcuna distinzione di razza o di sesso.

Oggi si parla molto di parità ma con dei grossi rischi, che essa sia solo una conquista di potere con la perdita dei ruoli o che essa sia solo una serie di parole che lasciano però uguale la mentalità classista e maschilista.

Gesù rispetta i ruoli, i compiti, le caratteristiche, ma dice che ognuno, uomo o donna, ricco o povero, è figlio di Dio, tempio dello Spirito, capace di annunciare e testimoniare il Regno.

Purtroppo ancor oggi c’è molta strada da fare sia nella società che nella Chiesa affinché la donna e la femminilità siano rispettate e valutate nella giusta misura. Già Santa Teresa d’Avila scriveva così; “O mio Creatore, quando peregrinavi quaggiù sulla terra non aborristi le        donne, anzi le favoristi sempre con molta benevolenza e trovasti in loro tanto amore e più fede che negli uomini. Perché dunque il mondo ci tiene così isolate? Quando guardo questi nostri tempi non trovo giusto che vengano sottovalutati animi virtuosi e forti, per il solo fatto che appartengono a delle donne”.

Anche Maria, la Madre di Gesù non ha fatto campagne in favore della donna, ha fatto la donna. Insegni Lei a uomini e donne il rispetto e la valorizzazione vicendevole.

 

 

SABATO 21 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Matteo; San Gerolfo.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU' SEI IL MAESTRO, LA VIA. AIUTACI A PORRE I NOSTRI PIEDI NELLE TUE ORME.

 

HANNO DETTO: Giustizia senza misericordia è spietatezza; misericordia senza giustizia è fatuità. (San Giovanni Crisostomo)

SAGGEZZA POPOLARE: La tartaruga depone migliaia di uova senza che lo sappia nessuno, ma quando una gallina depone un uovo ne è informato tutto il circondario.

UN ANEDDOTO: Paul Claudel, il grande scrittore francese, perse la fede a diciott'anni leggendo le opere di Rimbaud, soprannominato «il poeta maledetto», ma la ritrovò improvvisamente (e divenne poi uno dei massimi sostenitori del Cattolicesimo) ascoltando un Magnificat nella cattedrale di Notre Dame, a Parigi, il giorno di Natale.

PAROLA DI DIO: Ef 4,1-7.11-13; Sal 18; Mt 9,9-13

 

Vangelo Mt 9,9-13

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre andava via, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori». Parola del Signore

 

“GLI DISSE: SEGUIMI”

Anche oggi Gesù continua a chiamare e a dire: “Seguimi”.

“Seguimi” nel perdonare come ho fatto io; nell’amarti io per primo.

“Seguimi” nell’amare questo meraviglioso mondo, ma anche nel capire che non serve conquistarlo... se poi perdi la tua anima....

Anch’io, come te, ho avuto ed ho amici: “Seguimi” nell’amicizia.

Anch’io ho pregato. A lungo. “Seguimi”, ti insegnerò a pregare.

Ho gioito, ho sofferto, ho pianto. Come te.... “Seguimi”. Io ti consolerò.

Puoi seguirmi anche nell’aiutare i poveri. I malati.

Puoi seguirmi nell’essere anche tu Sacerdote, come Me.

E quando ti chiamerò per tornare al Padre, seguimi: ti sarò accanto nell’ultimo cammino. Seguimi....

 

 

DOMENICA 22 SETTEMBRE: 25^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: San Maurizio; San Costanzo; Sant’Ignazio da Santhià.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' TI OFFRIAMO IL NOSTRO POCO.

 

HANNO DETTO: I bambini giocano ai soldati, e questo si capisce. Ma i soldati, perché giocano ai bambini? (Karl Kraus)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi cercando la propria gioia offende creature bramose di gioia, non otterrà mai dagli dei la felicità nell’altra vita. (massima Cinese)

UN ANEDDOTO: Disse il card. G. Colombo: “Noi chiediamo sempre lo Spirito Santo perché lo Spirito Santo ci trasformi in Cristo”. Ma perché lo Spirito Santo non ci trasforma mai in Cristo? “Perché noi siamo come quei monelli che vanno a suonare il campanello e poi scappano”. Noi andiamo a suonare il campanello allo Spirito Santo quando lo invochiamo, ma prima che arrivi tagliamo la corda!

PAROLA DI DIO: Am 8,4-7; Sal 112; 1Tm 2,1-8; Lc 16,1-13

 

Vangelo Lc 16,1-13 (Forma breve: Lc 16, 10-13)

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.  Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. (Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».) Parola del Signore

 

“CHI È FEDELE IN COSE DI POCO CONTO, È FEDELE ANCHE IN COSE IMPORTANTI.”

È una frase che sembrerebbe presa dalla sapienza popolare, potrebbe essere anche un proverbio. Ed invece è addirittura una parola di Gesù. Ma se è parola di Gesù, e non semplice proverbio popolare, allora avrà in sé stessa l’efficacia di tutte le altre parole divine! Sarà non solo una "promessa", ma si realizzerà certamente. Basta viverla.

In sostanza, ci viene chiesto "poco".... si può iniziare dal poco ... di età: va bene anche per inostri bambini.  La può vivere anche chi ha poco di... responsabilità sociale, civica; la può vivere anche chi ha poco.... di capacità intellettuali; chi ha poco di.... salute; chi ha poco di.... soldi; chi ha poco di.... fede; chi ha poco di.... amore attorno a sé.

Anche tu, cristiano che stai leggendo, un .... poco di capacità umana ce l’hai: non scoraggiarti, non nasconderti. Coraggio, usa il tuo poco. Donalo agli altri, in parrocchia, al lavoro, nella società civile, nel volontariato, in casa tua.

Non aspettare il gesto eroico, la grande occasione: nella nostra vita non si presenterà quasi mai. E, se verrà, ci troveremo impreparati .... se non avremo iniziato ad allenarci nelle cose piccole.

 

 

LUNEDI’ 23 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Pio da Pietralcina; San Lino.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', LUCE DEL MONDO, GUARISCI LA NOSTRA CECITA'.

 

HANNO DETTO: Ciò che vi è di più orribile al mondo, è la giustizia separata dalla carità. (Francois Mauriac)

SAGGEZZA POPOLARE: Fa’ ciò che puoi. Dio non mancherà di fare il resto. (Antico mistico Inglese)

UN ANEDDOTO: Durante il Concilio di Trento, qualcuno insisteva nel dire che l’unica regola di fede dev’essere la Bibbia presa alla lettera, senza tante discussioni. Così dicendo, metteva assieme a casaccio molte frasi della Scrittura, collegandole tra loro. Un padre del Concilio gli rispose: “Se è veramente così, perché non mettere in pratica alla lettera quanto dice la Bibbia a proposito di Giuda, che tradì Gesù e ‘poi andò ad impiccarsi’...? Un altro passo della Scrittura dice infatti: “Va’ e fa’ anche tu altrettanto”!

PAROLA DI DIO: Esd 1,1-6; Sal 125; Lc 8,16-18

 

Vangelo Lc 8,16-18

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce. Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere». Parola del Signore

 

“NESSUNO ACCENDE UNA LAMPADA E LA COPRE CON UN VASO O LA METTE SOTTO UN LETTO, MA LA PONE SU UN CANDELABRO, PERCHÉ CHI ENTRA VEDA LA LUCE”.

Scrive Teodoreto, un Padre della Chiesa vissuto tra il 393 e il 460:

“Per guardare le cose visibili abbiamo bisogno degli occhi del corpo.

Per contemplare le cose intelligibili, abbiamo bisogno degli occhi della mente.

Per la visione delle cose divine non possiamo fare a meno della fede.

Ciò che è l’occhio per il corpo è la fede per la ragione.

Più precisamente: L’occhio ha bisogno che la fede lo metta a contatto con le cose visibili; così la ragione ha bisogno che la fede gli mostri le cose divine.”

Ma chi è la lampada che può illuminarci? Dove può trovare luce la nostra fede?

È Gesù la luce del mondo, è Lui la lampada che illumina i nostri occhi su Dio, sul mondo, su noi stessi. Ma spesso questa luce non è utilizzata.

Provate a pensare: noi abbiamo la luce potente di Dio e non la consideriamo e poi andiamo ad accendere i fiammiferi delle superstizioni, delle magie, delle sette… risultato: ci bruciamo le dita e non vediamo nulla, oppure usiamo la lampada, dopo averla spenta, come ornamento della casa, e questo succede a tutti quei cristiani che in mille modi si affrettano ad annacquare la Parola di Dio, a non lasciarsi bruciare da essa, a soffocare la luce con carta ruvida, poco trasparente, perché non ci disturbi troppo la vista; però, poi, tengono in bella vista la lampada per farla vedere ad altri: “Noi siamo cristiani, cristiani moderni”, fa fine e soprattutto non impegna! Sappiamo infatti che quando verrà disfatto questo corpo, nostra abitazione sulla terra, riceveremo un'abitazione da Dio, una dimora eterna, non costruita da mani di uomo, nei cieli.

 

 

MARTEDI’ 24 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Stefania, San Gerardo di Casnad.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA, GESU' CI INDICA LA VIA.

 

HANNO DETTO: Prima della giustizia e prima ancora della verità, gli uomini d’oggi e di sempre vogliono un po’ di gioia, e non trovando nessuno che gliela offra bene, lottano ferocemente per una gioia che finisce in tossico. (don Primo Mazzolari)

SAGGEZZA POPOLARE: I genitori che ci mettono solamente al mondo possono essere dimenticati, coloro che invece ci crescono sono da venerarsi come i cieli. (proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Un giorno un giovane signore discuteva col cardinale Pierre de Bérulle. - Il demonio - sosteneva - non esiste. Almeno io non l'ho mai veduto! - Bravo! - esclamò il dotto cardinale, di buon umore. - Sarebbe come se io ti stimassi un imbecille e un ignorante, soltanto perché nei tuoi discorsi non vedo l'ombra né dell'ingegno né della cultura!

PAROLA DI DIO: Esd 6,7-8.12b.14-20; Sal 121; Lc 8,19-21

 

Vangelo Lc 8,19-21

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti». Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica». Parola del Signore

 

“ANDARONO DA GESÙ LA MADRE E I FRATELLI, MA NON POTEVANO AVVICINARLO A CAUSA DELLA FOLLA”.

Gesù, Colui che si farà Pane per noi, nella sua vita terrena aveva un forte ascendente sulle persone, esse lo attorniano, lo cercano e Lui “si fa mangiare dalla folla”. Ma c’è talmente tanta gente che neanche Maria, sua Madre, riesce ad avvicinarlo.

E mi piace questa Madre che non fa valere le sue prerogative, che non vanta diritti sul Figlio di Dio ma si mette in coda con tutti quelli che vanno da Gesù.

Maria durante la vita pubblica del suo Figlio lo ha sempre seguito ma da lontano, non interferisce, chiede permesso per poter parlare con suo Figlio. E Gesù loda sua Madre, non per il merito di averlo generato, ma per il fatto che ascolta con umiltà e mette in pratica la sua parola. Quanto avrebbero da imparare da Maria certe mamme tutt’altro che discrete nei confronti dei figli sposati o certi cristiani che hanno sempre da insegnare a tutti, al parroco, al vescovo, al papa, o altri cristiani che si impongono senza alcuna attenzione ad altri, si mascherano da persone pie e vorrebbero che gli altri fossero a loro misura. Chiediamo a Maria che ci aiuti ad essere discreti nei confronti degli altri, a bussare e non a sfondare le porte, ad ascoltare piuttosto che avere sempre da dire, a rincuorare piuttosto che stroncare. E poi chiediamole anche di saper accogliere Gesù non con senso di proprietà assoluta, ma con umiltà e con gioia di sapere di poter condividere Lui e tutti i suoi doni.

 

 

MERCOLEDI’ 25 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Teresa Coudrec; San Domenico in Soriano.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', RENDICI TESTIMONI CONCRETI DELLA TUA PAROLA.

 

HANNO DETTO: Bisogna vivere con gioia. Per quanto banali e drammatici possano essere gli avvenimenti della vita, bisogna viverli senza lasciarsi travolgere, e senza perdere quell'interiore serenità che è propria di chi crede in Cristo risorto. (don Lorenzo Milani)

SAGGEZZA POPOLARE: È più caro un no grazioso che un sì dispettoso.

UN ANEDDOTO: In un convento della Tebaide viveva un fraticello giovane, piuttosto pigro, mai puntuale ai salmi, durante i quali o dormiva o stonava. Si trovò in punto di morte, con tutti i frati attorno a pregare. E lui sorrideva sorrideva. Un anziano, scandalizzato: «Sta per presentarsi al tribunale di Dio e lui se la ride». «Cari fratelli, è tutto vero, ma in tanti anni non ho mai giudicato nessuno, non ho mai condannato nessuno. Me la rido perché Dio mi sta dicendo: non sarai giudicato, non sarai condannato!». I frati arrossendo dissero: «Beato lui: ha faticato poco ed è già salvo».

PAROLA DI DIO: Esd 9,5-9; Cant. Tb 13; Lc 9,1-6

 

Vangelo Lc 9,1-6

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demoni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro». Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni. Parola del Signore

 

“GESÙ CONVOCÒ I DODICI... E LI  MANDÒ AD ANNUNZIARE    IL REGNO DI DIO E A GUARIRE GLI INFERMI”.

La missione a cui Gesù manda non è una prerogativa dei vescovi e dei preti ma è un qualcosa che dovrebbe essere proprio di ogni cristiano. Tutti, come discepoli di Gesù possiamo e dobbiamo essere evangelizzatori. E non c’è neppur bisogno di sentire la vocazione di andare nel terzo mondo. C’è spazio per l’apostolato molto vicino a noi, nel nostro stesso ambiente: i genitori rispetto ai figli, gli sposi tra loro, i familiari, i vicini, le amicizie, i colleghi di lavoro. Ma come evangelizzare? Non c’è bisogno di pronunciare sermoni per fare proseliti. Oggi, più che di conquista si parla di presenza e di testimonianza. Ciò di cui ha più bisogno il Vangelo è di testimoni che lo vivano attraverso l’amore per i fratelli.

 

 

GIOVEDI’ 26 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi Cosma e Damiano; Sant’Eusebio di Verona.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', FA' CHE RIUSCIAMO A VEDERTI NEL NOSTRO QUOTIDIANO.

 

HANNO DETTO: La legge viene data ai servi, la fede si chiede agli amici. (Origene)

SAGGEZZA POPOLARE: Felicità e sofferenza sono figli della stessa passione. (Massima Buddista)

UN ANEDDOTO: La Tartaruga disse a la Lucertola: / Abbi pazienza, fermete un momento! / E giri, e corri, e svicoli, e t'arrampichi, / sempre de prescia, sempre in movimento. / Me fai l'effetto d'una pila elettrica… / Te piace d'esse attiva? Va benone. / Però l'attività, quando s'esaggera, / lo sai come se chiama? Aggitazzione: / forza sprecata. E' la mania der secolo. / Correno tutti a gran velocità: / ognuno cerca d'arriva prestissimo, / ma dove, proprio dove… Nu' lo sa. (Trilussa)

PAROLA DI DIO: Ag 1,1-8; Sal 149; Lc 9,7-9

 

Vangelo Lc 9,7-9

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elia», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo. Parola del Signore

 

“ERODE CERCAVA DI VEDERLO”

Questo Erode dei Vangeli unisce in sé caratteristiche quasi contrastanti: da una parte vive di paure, dall’altra è attento a tutte le novità del suo regno, da una parte sembra aver paura di Gesù e dall’altra cerca di vederlo; ma il suo voler vedere Gesù è dettato soprattutto da curiosità, da gusto di facile miracolismo.

Anche per molti la religione o la religiosità attirano e interessano soprattutto per gli aspetti miracolistici. Qualcuno dice che un quadro della Madonna si è messo a parlare ed ecco che riviste che di solito si interessano di scandali, sono subito pronte a parlare di visioni e apparizioni. Ma è per desiderio di fede questo? Quando due fidanzati sono invitati a fare un corso di preparazione prematrimoniale o dei genitori a fare della catechesi in preparazione ad un sacramento che stanno per ricevere i propri figli, hanno poi proprio un vero e profondo desiderio di approfondire la propria fede e di aderire a Cristo?

 

 

VENERDI’ 27 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Vincenzo de Paoli; Sant’Adolfo.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU' SEI IL FIGLIO DI DIO, IL SALVATORE.

 

HANNO DETTO: Ascoltare ogni giorno quel che si dice di noi, o perfino scervellarsi su quel che di noi si pensa, sono cose che distruggono anche l'uomo più forte. (Friedrich Nietzsche)

SAGGEZZA POPOLARE: Se hai fame non essere schizzinoso con il cibo che ti viene offerto; se hai freddo non esserlo con gli abiti che ti vengono regalati. (detto Cinese)

UN ANEDDOTO: Qualche strana definizione:

MISSILI Abbiamo guidato bene i missili, ma abbiamo guidato male gli uomini.

MODESTIA Il vocabolo latino «modus» è denso di significato e da esso derivano due parole gemelle: modestia e moda; peccato, però, che la modestia non sia di moda e la moda non sia modesta!

MONDO Il mondo è una fattoria in cui si è dimenticato di separare i lupi dagli agnelli.

Un bambino di sette anni definisce così la coscienza: «Un congegno che guida dal di dentro».

PAROLA DI DIO: Ag 1,15b – 2,9; Sal 42; Lc 9,18-22

 

Vangelo Lc 9,18-22

Dal vangelo secondo Luca

Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia; altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Parola del Signore

 

“MENTRE SI TROVAVA IN UN LUOGO APPARTATO A PREGARE, I DISCEPOLI ERANO CON LUI”.

Gesù spesso ha bisogno di pregare. Spesso scompare, scappa dalle folle per pregare, altre volte porta i suoi discepoli in un luogo separato “per pregare con loro” e per insegnare loro a pregare. Gesù ha bisogno di comunicare con Dio suo Padre, ha bisogno di conoscere, approfondire la sua volontà, ha bisogno, nella sua umanità simile alla nostra, di esprimere le angosce, i dolori, le delusioni della sua missione non capita, osteggiata. Gesù ha bisogno che i suoi discepoli imparino questo. Nel caso del Vangelo di oggi, prima di chiedere loro: “Voi chi dite che io sia?”, una domanda fondamentale, Gesù desidera che essi siano guidati dallo Spirito.

La preghiera, infatti, non è soltanto dire delle parole a Dio, è entrare in comunione con Lui, è abbandonarsi con fiducia e accettare l’opera dello Spirito in noi. Infatti è solo con lo Spirito di Gesù che noi possiamo arrivare a dire: “Gesù è Signore”.

I misteri della fede si conoscono meglio nella cappella che allo scrittoio, si conoscono meglio con la preghiera che con lo studio, sebbene entrambi siano necessari. Dio è l’unico ad avere la chiave dei misteri. Soltanto Lui può aprirci questo sacrario del suo cuore. L’intelligenza, quando è aperta alla fede, ci prepara e ci pone davanti al mistero. La teologia più autentica è quella che si fa non soltanto a partire dalla fede, ma soprattutto a partire dalla preghiera, dall’intelligenza orante e adorante del mistero. Nelle cose di Dio, colui che prega, comprende, e colui che non prega, non comprende nulla, o quasi nulla. Se noi cristiani pregassimo di più e meglio, i problemi di fede diminuirebbero in gran numero o scomparirebbero completamente. In un mondo che a volte sembra senza senso, la preghiera può trovargli un significato. Ne vale la pena!

 

 

SABATO 28 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Venceslao; San Lorenzo Ruiz e compagni.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, SPESSO NON CAPISCO, MA MI FIDO DI TE.

 

HANNO DETTO: Quel filosofo secondo cui un lavoro ben fatto non deve mai essere rifatto, non sapeva che cosa sia strappare le erbacce in un giardino. (R. W. Emerson)

SAGGEZZA POPOLARE: Nella casa di una famiglia felice, semplici stoviglie di ceramica risplendono più della giada. (proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: «Maestro – domandò un giovane assetato di luce al vecchio Saggio che viveva solitario sulla Montagna, c’è una domanda che mi tormenta notte e giorno. Mi chiedo continuamente: “Chi sei tu?”. Ma non riesco a darmi una risposta sicura. Che ne pensate voi, Maestro?». Rispose il Maestro: «È una domanda importante. E non è senza risposta. Quando ti svegli, al mattino, come affronti la vita? Ti alzi dal letto soltanto “per fare”? Allora sei uno schiavo! Ti alzi “per amare”? Sei un figlio di Dio: libero e fecondo di bene».

PAROLA DI DIO: Zc 2,5-9.14-15a; Cant. Ger 31,10-12b.13; Lc 9,43b-45

 

Vangelo Lc 9,44-45

Dal vangelo secondo Luca

In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento. Parola del Signore

 

“ESSI PERÒ NON CAPIVANO QUESTE PAROLE: RESTAVANO PER LORO COSÌ MISTERIOSE CHE NON NE COGLIEVANO IL SENSO”

Quando ero ragazzo e poi giovane pretendevo che il Vangelo avesse una risposta pronta per ogni tipo di domanda e poi, quando non riuscivo a trovarla da solo pretendevo che i preti, la Chiesa, me la dessero loro questa risposta, e possibilmente anche abbastanza vicina a quanto pensavo. Poi mi sono accorto che non sempre è così né per quello che riguarda la teoria, ma soprattutto per quello che riguarda i problemi pratici, concreti della vita quotidiana.

Credere a Gesù può anche essere esaltante, ed è bello. Ma credere a Gesù che annuncia non di conquistare il mondo, ma di andare a finire su una croce come l’ultimo dei briganti, non è facile. Credere a Gesù che ci parla di gioia, di paradiso, è entusiasmante, ma credere quando ti scontri con il dolore, quando cerchi di conciliare la morte di un bambino o di un innocente con la bontà del Padre, non è così semplice.

Uno dei motivi che oggi mi aiutano maggiormente a comprendere la verità dei Vangeli sta proprio nel fatto che gli evangelisti non hanno avuto tentennamenti nel dire che i dodici stentavano a capire e che addirittura anche Maria “non comprendeva” e doveva accontentarsi di “conservare queste cose dentro di sé, meditandole”.

Essere cristiani, allora non significa aver capito tutto, essere testimoni non è avere una ricetta per tutti gli interrogativi e una risposta per tutte le domande. Ognuno di noi vive all’interno di un mistero sia pure di amore, ma sempre mistero. Anche la Chiesa, pur con tutta l’assistenza dello Spirito Santo, non è esente dalla ricerca, dagli errori temporali, dalla gioia sempre nuova di incontrarsi con il suo Salvatore.

Gesù non si spaventa delle incomprensioni, degli errori degli apostoli, non li caccia via perché non hanno capito, perché non sanno bene la lezione; Egli continua a camminare con loro. Se li rimprovera è solo per incoraggiarli, se li stimola è solo perché non si siedano lungo il ciglio della strada. Ed è esattamente la stessa cosa che, oggi, Gesù fa con noi.

 

 

DOMENICA 29 SETTEMBRE: 26^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' CHIAMAMI PER NOME OGGI E NELL'ULTIMO GIORNO.

 

HANNO DETTO: Non chiamare gioia ciò che ti lascia amarezza nell'anima. (S. Giovanni Bosco)

SAGGEZZA POPOLARE: Se hai un figlio virtuoso non hai bisogno di avere troppi soldi, perché il figlio ti basta; se tuo figlio è un mascalzone, perché preoccuparsi di dargli dei soldi? (proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Sperando di lavorare per qualche giorno, un pittore ambulante di ritratti sostò in una piccola città. Uno dei suoi primi clienti fu un ubriaco il quale, nonostante la sua faccia sporca, la barba lunga e gli abiti inzaccherati, si sedette con tutta la dignità di cui era capace per farsi fare il ritratto. Dopo che l’artista si era prolungato più del solito nel suo lavoro, alzò il ritratto dal cavalletto e lo mostrò all’uomo. «Questo non sono io», balbettò l’ubriaco sorpreso mentre guardava l’uomo sorridente e ben vestito del ritratto. L’artista, che aveva guardato oltre l’esteriore e aveva visto la bellezza interiore dell’uomo, disse pensoso: «Ma questo è l’uomo che potresti essere…».

PAROLA DI DIO: Am 6,1a.4-7; Sal 145; 1Tm 6,11-16; Lc 16,19-31

 

Vangelo Lc 16,19-31

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricordati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”». Parola del Signore

 

“C’ERA UN UOMO RICCO., UN POVERO, DI NOME LAZZARO, STAVA ALLA SUA PORTA”.

Sono tanti gli spunti offertici dalla parabola del ricco e del povero Lazzaro. Sottolineo solo un piccolo particolare. Questo ricco il cui solo pensiero è quello di banchettare, senza darsi pensiero degli altri, non ha nome. Secondo il modo di pensare del mondo ebraico il nome esprime la realtà profonda della persona, riassume la sua storia.

Ora, il ricco della parabola non ha nome perché non ha storia: la sua vita risulta vuota, inutile, perché spesa unicamente per sé. Ha costruito sul vuoto.

Non sono pochi gli uomini che hanno smarrito il proprio nome, perché l’hanno sostituito con altri nomi: “denaro”, “carriera”, “successo”, “lavoro”, “piacere”.

Il pezzente non ha nulla e raccoglie soltanto compassione dai cani, ma possiede un nome importante, un programma di vita, Lazzaro, che significa: “Dio ha portato soccorso”.

 

 

LUNEDI’ 30 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Girolamo; Sant’Amato di Nusco.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, BENEDICI E FAI CRESCERE IL BENE OVUNQUE SI TROVI.

 

HANNO DETTO: Non aspettate il giudizio finale, esso avviene ogni giorno. (Camus Albert)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi all'onor suo manca un momento, non vi ripara poi in anni cento.

UN ANEDDOTO: Un bambino tutti i giorni si recava in spiaggia e scriveva sulla spiaggia: “Mamma ti amo!”; poi guardava il mare cancellare la scritta e correva via sorridendo. Un vecchio triste passeggiava tutti i giorni su quel litorale, e lo vedeva giorno dopo giorno scrivere la stessa frase, e guardare felice il mare portargliela via. Fra sé e sé pensava: “Questi bambini, sono così stupidi ed effimeri.” Un giorno si decise ad avvicinare il bambino, non avrà avuto più di dieci anni, e gli chiese: “Ma che senso ha che tu scriva “Mamma ti amo!” sulla sabbia che poi il mare te la porta via. Diglielo tu che le vuoi bene.” Il bambino si alzò, e guardando l’ennesima scritta cancellata dall’acqua salata disse al vecchio: “Io non ce l’ho la mamma! Me l’ha portata via Dio, come fa il mare con le mie scritte. Eppure torno qui ogni giorno a ricordare alla mamma e a Dio che non si può cancellare l’amore di un figlio per la propria madre.” Il vecchio si inginocchiò, e con le lacrime agli occhi scrisse: “Nora. Ti amo!”; era il nome della moglie appena morta. Poi prese il bimbo per mano e assieme guardarono la scritta sparire.

PAROLA DI DIO: Zc 8,1-8; Sal 101; Lc 9,46-50

 

Vangelo Lc 9,46-50

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande». Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi». Parola del Signore

 

“MAESTRO, ABBIAMO VISTO UN TALE CHE SCACCIAVA DEMONI NEL TUO NOME E GLIELO ABBIAMO IMPEDITO PERCHÉ NON TI SEGUE INSIEME CON NOI”.

“Dobbiamo difendere la verità, l’ortodossia della nostra fede!”. Forse Giovanni pensava così o forse era anche un po’ invidioso di aver visto uno che non essendo del gruppo dei dodici riusciva a fare miracoli là dove forse lui non era riuscito. Sovente si prende posizione contro qualcuno, lo si considera un nemico, soltanto perché fa ciò che noi non vogliamo o non sappiamo fare. Ed è triste constatare come un gruppo si rafforzi soprattutto quando si coalizza contro qualcuno. Gesù non è venuto contro qualcuno, ma per tutti. Il Vangelo non serve per difendere i diritti di qualcuno ma per essere buona notizia per ogni uomo. Non corriamo il rischio, per egoismo o per invidia, di aver la presunzione di costringere lo Spirito Santo ai nostri schemi.

     
     

 

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