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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

GIUGNO 2019

 

 

SABATO 1° GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Giustino; San Caprasio di Lerins.

Una scheggia di preghiera:

 

PER CRISTO, CON CRISTO, IN CRISTO.

 

HANNO DETTO: «Il paganesimo per sé, il cristianesimo per gli altri: ecco il desiderio istintivo di ciascun uomo» (Albert Camus)

SAGGEZZA POPOLARE: «Se le acque sono calme, riflettono la luna. Allo stesso modo, se noi ci plachiamo, riflettiamo il divino.» (pensiero Tao)

UN ANEDDOTO: Ottimisti e pessimisti davanti alla vita:

Davanti alla notte.

Davanti alle rose.

Davanti ai gigli.

PAROLA DI DIO: At 18,23-28; Sal 46; Gv 16,23b-28

 

Vangelo Gv 16, 23b-28

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre». Parola del Signore

 

“SE CHIEDERETE QUALCOSA AL PADRE NEL MIO NOME, EGLI VE LA DARA’”.

Più volte Gesù nella sua vita terrena aveva dato testimonianza sulla importanza della preghiera fino a spingere gli apostoli a chiedergli: “Signore, insegnaci a pregare” Fu allora che sgorgò dal cuore di Cristo la più bella preghiera che mai si sia potuta recitare sulla terra, preghiera che oltre che essere formula per rivolgerci al Padre è anche metodo per pregare. Più volte Gesù tornò sul tema della preghiera fino a dire di pregare sempre, senza stancarsi. Oggi l'insegnamento di Cristo ci indica in “nome” di chi dobbiamo rivolgere le nostre richieste al Padre nostro che è nei cieli. “In verità, in verità vi dico: Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà”. Egli è il nostro mediatore presso Dio, “abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto. Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo”.

Il nome di Cristo sarà usato anche come strumento d'inganno: “Molti verranno nel mio nome, dicendo: Io sono il Cristo, e trarranno molti in inganno”. Quello stesso nome però darà valore anche alle nostre azioni apparentemente insignificanti: “Chiunque vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa”. I suoi sacramenti saranno amministrati nel nome di Gesù: “Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo”. L'annuncio del Vangelo e i prodigi che l'accompagnano avverranno sempre nello stesso nome: “Pietro gli disse: Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!”. La vera chiesa di oggi prosegue ancora la sua missione missionaria nel mondo proprio mettendo al centro del suo agire e del suo annunciare quel nome di Gesù. Purtroppo quello stesso nome è ancora bestemmiato oggi in molti modi, non solo quando viene usato come imprecazione ma soprattutto quando lo si usa per far dire a Gesù cose che Lui non ha mai detto. Dobbiamo ritornare a quel nome, dobbiamo ricordarci che il nome di cristiani si adatta solo a coloro che cercano in tutto di vivere come Cristo. Le nostre preghiere e le nostre azioni ne traggono efficacia e motivo di santificazione.

 

 

DOMENICA 2 GIUGNO: ASCENSIONE

Tra i santi ricordati oggi: Santi Marcellino e Pietro; Sant’ Adalgiso.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', NOI TI RIVEDREMO, LA SPERANZA CI PALPITA NEL CUORE.

 

HANNO DETTO: Il rumore non fa il bene, e il bene non fa rumore. (San Francesco di Sales)

SAGGEZZA POPOLARE: Per sollevarsi gli aquiloni hanno bisogno di vento contrario e non a favore

UN ANEDDOTO: «Cosa ne pensi di quei fratelli che hanno visioni celesti e affermano di contemplare visibilmente il Signore, la Madonna e gli angeli?» fu chiesto a un eremita. Rispose sereno e deciso: «Beato colui che ha la fulgida visione della sua nullità!».

PAROLA DI DIO: At 1,1-11; Sal 46; Eb 9,24-28; 10,19-23; Lc 24,46-53

 

Vangelo Lc 24,46-53

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto». Poi li condusse fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio. Parola del Signore

 

“MENTRE LI BENEDICEVA, SI STACCÒ DA LORO E VENIVA PORTATO SU, IN CIELO.”

Gesù, all’inizio della tua vita avevi detto: “Ecco, io vengo a fare la tua volontà”. Ora puoi dire al Padre: “Missione compiuta!”. Tu hai realizzato la sua volontà di Amore e la nostra salvezza. Ma il tuo andartene non è un lasciarci, è un rimanere con noi perché anche noi possiamo al termine della vita dire: “Missione compiuta!”. E il salire al cielo non è per startene tranquillo: tu porti con te tutta la nostra umanità: hai gioito, hai sofferto, hai amato, sei stato tradito, hai provato la forza di Dio e anche il suo apparente abbandono. Sei tutti noi, negli affanni e nelle gioie. E poi hai ancora un compito importante che tu stesso hai detto di andare a compiere: Vado a prepararvi un posto. Preparacelo affinché camminando con i piedi ben piantati sulla terra ma con gli occhi rivolti al cielo non ci manchi mai la speranza della tua presenza in questa vita nell’attesa di incontrarti definitivamente nel bel posto che tu ci hai preparato.

 

 

LUNEDI’ 3 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Carlo Lwanga e compagni, martiri dell’Uganda, S. Giovanni XXIII

Una scheggia di preghiera:

 

CREDIAMO IN TE, UNICO DIO.

 

HANNO DETTO: Un uomo non è mai così debole, come quando una donna gli sta dicendo che è molto forte. (Hannagan)

SAGGEZZA POPOLARE: Nessuno conosce le proprie possibilità finché non le mette alla prova.

UN ANEDDOTO: Quando il dottor Robert Oppenheimer, che diresse la creazione della prima bomba atomica, comparve davanti a una commissione del Congresso americano, gli fu chiesto se c'era nessuna difesa contro quell'arma. «Certo», rispose fiducioso l'insigne fisico. - E cioè? Il dottor Oppenheimer guardò gli ascoltatori che tacevano ansiosi, poi sussurrò al microfono: - La pace.

PAROLA DI DIO: At 19,1-8; Sal 67; Gv 16,29-33

 

Vangelo   Gv 16, 29-33

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio». Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!». Parola del Signore

 

“PER QUESTO CREDIAMO CHE SEI USCITO DA DIO”.

Il nostro è un Dio unico: chi ama Gesù, ama il Padre. Il Padre ci ama dello stesso amore di Gesù.

La fondamentale realtà dell’ebraismo e del cristianesimo è la fede in un unico Dio. Tutta la Bibbia vede il maggior peccato nell’idolatria. Noi, oggi, pensiamo che questo pericolo non ci sia più, ragioniamo addirittura all’opposto: “Oggi l’uomo non crede neppur più a Dio, figuriamoci se ne ha tanti”. Eppure non è vero! Gli idoli sono solo cambiati, sono diventati più subdoli, più nascosti. Pensate a queste nuove forme di religiosità che mettono insieme Gesù Cristo e l’invocazione delle forme di energia presenti nel cosmo, pensate ai cristiani che vanno a Messa portando addosso il pentacolo del mago, pensate al dio denaro al quale si sacrificano continuamente persone, cose, valori; pensate alla pubblicità consumistica che ci presenta quotidianamente una serie di idoli, pensate anche ad un certo tipo di religiosità che mette sullo stesso piano Dio, S. Antonio, Padre Pio, la Sindone. Dio è uno solo, facciamo un po’ di pulizia di idoli e idoletti per riscoprire Lui solo come Signore della nostra vita.

 

 

MARTEDI’ 4 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco Caracciolo.

Una scheggia di preghiera:

 

IO IN TE E TU IN ME, PER SEMPRE, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: I veri poveri non fanno rumore. (Santa Teresa di Gesù)

SAGGEZZA POPOLARE: Alimenta la fede, e i tuoi mali moriranno di fame.

UN ANEDDOTO: Qualche volta nella vita ci assicuriamo un po' su tutto, vita, salute, casa...

Un tizio entra in un autobus e chiede a conducente due biglietti. - A cose le servono due biglietti, visto che lei è solo? - Se ne perdo uno, l'altro è di riserva. Il conducente, con un sorriso: - Ma se perde anche l'altro? - Non ci sono problemi, ho anche il biglietto mensile.

PAROLA DI DIO: At 20,17-27; Sal 67; Gv 17,1-11

 

Vangelo   Gv 17, 1-11

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, disse: «Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse. Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te». Parola del Signore

 

“IO PREGO PER LORO, PER COLORO CHE MI HAI DATO, PERCHE’ SONO TUOI”. (Gv. 17, 9)

Leggendo questa pagina del Vangelo di Giovanni, dove Gesù, al termine dei discorsi di addio ai suoi discepoli, prega, mi si riempie il cuore di tenerezza, di meraviglia e di gioia, e vorrei che la stessa cosa succedesse a tutti voi. È estremamente bello sapere che Gesù, proprio nel momento del suo amore totale per gli uomini testimoniato dalla fedeltà a Dio e dalla croce, mi ha portato nel suo cuore, si è ricordato di ciascuno di noi, ha pregato il Padre per me e per te. Il nostro Dio non è un Dio lontano, non è il Dio grande e inaccessibile, non è il Dio che crea e poi si disinteressa, non è il Dio in cerca di lodi o peggio ancora di sacrifici  o di candele fumose, è il Dio che ama, e ama personalmente, è il Dio che si dona e siccome noi da soli non riusciamo a giungere a Lui si fa uno di noi in Gesù, è il Dio che “mi scruta e mi conosce” ma non per vedere i miei peccati e condannarli, ma per mettermi al centro del suo cuore, è il Dio che “se anche una mamma si dimenticasse di suo figlio, Lui non si dimentica di me”, è il Dio che mi porta con sé sulla croce e con sé nella risurrezione, è il Dio che non ci lascia soli, che resta con noi quando si fa sera, che va a prepararci un posto per portarci con sé, è il Dio che mi perdona perché Lui stesso si è fatto carico del mio peccato… Con un Dio così posso ancora avere paura? Posso essere nella tristezza?

 

 

MERCOLEDI’ 5 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Bonifacio, Vescovo e Martire.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, UNITA' E PACE.

 

HANNO DETTO: “Una parola cattiva rende cattivi anche i buoni e una parola buona rende buoni anche i cattivi”. (San Macario)

SAGGEZZA POPOLARE: La fede in Dio non è un'assicurazione, è un'avventura imprevedibile quanto la vita stessa.

UN ANEDDOTO: «Padre - confessa un giorno santa Giovanna di Chantal a san Francesco di Sales, suo direttore spirituale - ho parlato duramente a una persona, ma l'ho fatto per sostenere i diritti della giustizia e per amor del vero». Il Santo sorrise: «Dunque, figliola, siete stata più giusta che buona. Bisogna essere invece più buoni che giusti»

PAROLA DI DIO: At 20,28-38; Sal 67; Gv 17,11b-19

 

Vangelo Gv 17,11b-19

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, pregò dicendo: «Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in sé stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità». Parola del Signore

 

“PADRE SANTO, CUSTODISCILI NEL TUO NOME, QUELLO CHE MI HAI DATO, PERCHÉ SIANO UNA SOLA COSA, COME NOI”.

Gesù ha pregato per l’unità dei cristiani. E proprio dalla sua preghiera riusciamo a capire che gli apostoli, come inviati e messaggeri dello stesso Cristo e annunciatori del suo vangelo, debbono vivere con lui una intimità di comunione come quella che unisce il Figlio al Padre. Essi devono essere per tutti e per sempre, segno visibile di unità. Li ha mantenuti sotto la sua personale custodia durante la sua esperienza terrena, ora però dovranno affrontare il mondo, immergersi nella storia travagliata degli uomini, spesso contrassegnata da divisioni, persecuzioni e discordie. L'unità è la via privilegiata della pace, è la forza che per realizzare i migliori progetti umani, è il segno visibile e convincente della presenza di Dio nel mondo.

I credenti in Gesù, talmente amati da Lui, avendo in Lui scoperto l’amore vero, dovrebbero essere una cosa sola, un corpo unico. Come mai, allora, ci sono tante divisioni nella Chiesa? Come mai, credenti nello stesso Cristo, in suo nome si fanno la guerra? come mai nelle nostre comunità cristiane non riusciamo ad andare d’accordo e ci dividiamo in gruppi a volte opposti?

La risposta è evidente: perché non abbiamo ancora fatto unità fino in fondo con Gesù. Se Gesù è morto per tutti e per ciascuno perché io penso che Gesù sia solo dalla mia parte?

Se ho capito che il cristiano è uno che, come Gesù, è a servizio degli altri perché la Chiesa è spesso ancora dominata dal potere, dalle diplomazie, dagli onori?

Certo, le differenze ci sono sia nei caratteri, sia nei doni ricevuti. Gesù non chiede l’uniformità, il perdere la propria personalità, Lui ci ha parlato di doni diversi ma queste differenze non dovrebbero, anziché dividerci, concorrere a costruire il corpo di Cristo in una varietà e ricchezza di elementi?

L’unica cosa con cui il credente non potrà e non dovrà mai fare unità è il mondo. Capiamoci bene, non il mondo delle cose buone che Dio ha creato e messo a disposizione di tutti gli uomini, ma il mondo di ciò che si oppone a Dio. Per questo mondo Gesù dice addirittura di non pregare e chiede a noi di non lasciarci contaminare. Non possiamo far nulla per chi, con l’uso della propria libertà, si chiude volontariamente alla grazia, ma possiamo invece far molto, appoggiandoci gli uni sugli altri e tutti su Gesù per far crescere la nostra fede.

Trovo molto confortante sapere che nella Chiesa ci sono tanti uomini e tante donne che come me fanno fatica nel cammino della  fede, della carità, del perdono; mi aiuta pensare che là dove non arriva la mia preghiera, arriva la preghiera di altri, che anche la mia povera preghiera e la mia povera fede possono essere di sostegno e di aiuto per qualcuno; ed anche i limiti, i peccati presenti nella comunità cristiana, se pur mi dispiacciono, mi dicono la precarietà del cammino e soprattutto mi indicano l’immensa misericordia del Signore.

 

 

GIOVEDI’ 6 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Norberto; Sant’Alessandro da Fiesole; Sant’Artemio.

Una scheggia di preghiera:

 

GLORIFICHIAMO IL SIGNORE. RENDIAMO GRAZIE A DIO.

 

HANNO DETTO: Più che di macchine, abbiamo bisogno di umanità, più che di intelligenza, abbiamo bisogno di dolcezza e bontà. (C. Chaplin)

SAGGEZZA POPOLARE: La felicità non ha volto ma spalle, per questo la vediamo quando se ne è andata.

UN ANEDDOTO: In una lettera il Petrarca riporta un dialogo che egli, non senza timore, sostenne con un pazzo, il quale s'era accostato a lui, quasi per intervistarlo, mentre assisteva ad una parata militare presso il castello angioino di Napoli. I soldati variopinti e tronfi sfilavano armati fino ai denti. - Perché marciano così disciplinati? - Per allenarsi alla guerra. - E perché fanno la guerra? - Per vincere. - E dopo la vittoria che si farà? - La pace. - E la pace non la possono fare prima di combattere? Il poeta trova che quel pazzo era più saggio di molti politici.

PAROLA DI DIO: At 22,30; 23,6-11; Sal 15; Gv 17,20-26

 

Vangelo Gv 17,20-26

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, pregò dicendo: non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro. Parola del Signore

 

“E LA GLORIA CHE TU HAI DATO A ME IO L’HO DATA A LORO, PERCHE’ SIANO COME NOI UNA COSA SOLA”.

Il Signore Gesù dice che ci ha dato la sua gloria, dobbiamo dunque aprirci ad essa, accoglierla. E per accoglierla bene è necessario che sappiamo di quale gloria si tratta. In questa stessa preghiera Gesù afferma che è una gloria proveniente dall'amore del Padre E il motivo di questo dono è “perché siamo una cosa sola”. È chiaro che è una gloria ben diversa da quella perseguita dall'orgoglio. La gloria che l'orgoglio ricerca crea divisione: si vuol essere superiori agli altri, distinguersi da loro, separarsi da loro, specialmente dai più umili, dai più poveri. Questa è la gloria umana. La gloria di Gesù, lo sappiamo, è la gloria di colui che è venuto per servire, che si è abbassato al nostro livello, che si è identificato con noi, che ci ha lavato i piedi. È la purissima gloria di colui che non ha mai ricercato la propria gloria, e che proprio per questo è glorificato dal Padre.

 

 

VENERDI’ 7 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Giannelli, Sant’Alderico.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE DEL DONO DEL TEMPO: AIUTAMI A NON SPRECARLO.

 

HANNO DETTO: Possiamo perdonare un bambino quando ha paura del buio, la vera tragedia della vita è quando un uomo ha paura della luce. (Platone)

SAGGEZZA POPOLARE: Non lasciare il poco per l'assai, che forse l'uno e l'altro perderai.

UN ANEDDOTO: I pettegolezzi sembrano cosette da nulla, ma non di rado producono danni incalcolabili. Don Cafasso diceva: «Vi piacerebbe che gli altri parlassero delle vostre faccende, come voi parlate delle faccende del prossimo? Il pettegolezzo è come il contagio che provoca il grido di un'oca: tutte le altre oche sentono e tengono bordone». Osservazioni che valgono anche per oggi. Una giovane si confidò col direttore spirituale: «Padre, sono chiusa di carattere; non sono eloquente, non sono spiritosa. Mi suggerisca qualche rimedio per non sbagliare». «Solo questo: tacere».

PAROLA DI DIO: At 25,13-21; Sal 102; Gv 21,15-19

 

Vangelo   Gv 21,15-19

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, [quando si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi». Parola del Signore

 

 

“QUANDO ERI PIÙ GIOVANE TI VESTIVI DA SOLO E ANDAVI DOVE VOLEVI; MA QUANDO SARAI VECCHIO TENDERAI LE TUE MANI, E UN ALTRO TI VESTIRÀ E TI PORTERÀ DOVE TU NON VUOI”

Gesù dice questa frase a Pietro per indicargli che avrebbe reso testimonianza con il martirio, ma questa frase è verità umana anche per noi. Nel pieno delle nostre forze noi facciamo progetti, organizziamo la nostra vita, pensiamo di essere padroni di noi, del nostro avvenire, basta poi un pensionamento, una malattia, qualche grosso problema che mina il nostro spirito o il nostro corpo per ritrovarci larve d’uomo, impotenti, completamente in mano agli altri. Quante volte ci è capitato di vedere uomini e donne importanti, magari illustri medici, avvocati di grido, sacerdoti e vescovi, gente che ha avuto potere e onore, languire impotenti per mesi in stanze di ospedale, con il corpo devastato in attesa che l’infermiere, magari distratto o troppo preso da altro, venga a pulirli o a dare un po’ di conforto. Dovremmo pensarci adesso a queste cose e non solo per piangere sulla crudeltà della vita ma per vivere in altro modo, per scoprire quali siano veramente i valori della vita per cui vale la pena di correre, di impegnarci.

 

 

SABATO 8 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Amelia; Santa Calliope.

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE, GESU', PER RIVELARE AL MONDO IL VOLTO DI DIO PADRE.

 

HANNO DETTO: Sii come la fonte che trabocca e non come la cisterna che racchiude sempre la stessa acqua. (Paulo Coelho)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi conversa con i saggi, sarà saggio; l'amico degli stolti sarà simile a loro.

UN ANEDDOTO: Nel consegnare il libro sacro al giovane discepolo, il maestro gli suggerì di leggerlo tre volte. Una prima volta - spiegò - per aprire gli occhi della mente; una seconda volta per aprire gli occhi del cuore. E la terza? - lo interruppe, impaziente, il discepolo. La terza volta per chiudere gli occhi della mente e del cuore. - Non capisco! - ribatté il giovane. - Prova e vedrai! Il discepolo si ritirò in meditazione col suo libro e seguì i consigli del maestro. Quando giunse alla terza lettura, dopo aver assaporato tutta la profonda bellezza dell'insegnamento divino, sentì una luce di grazia accendersi in lui: gli si stavano aprendo gli occhi dell'anima.

PAROLA DI DIO: At 28,16-20. 30-31; Sal 10; Gv 21,20-25

 

Vangelo   Gv 21,20-25

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?». Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere. Parola del Signore

 

“VI SONO ANCORA MOLTE ALTRE COSE COMPIUTE DA GESÙ CHE, SE FOSSERO SCRITTE UNA PER UNA, PENSO CHE IL MONDO STESSO NON BASTEREBBE A CONTENERE I LIBRI CHE SI DOVREBBERO SCRIVERE.”

Sembra quasi essere rammaricato S. Giovanni, concludendo il suo Vangelo, nel dirci che si potrebbe scrivere all’infinito su Gesù. Ma penso anche che queste sue parole volessero dire chiaramente che il vangelo continua. Gesù è con noi fino alla fine dei tempi. Il Vangelo non è un libro scritto e finito ma è vivo oggi.  Pensa: oggi con Gesù tu sei chiamato a scrivere una pagina di Vangelo; puoi annunciare la gioia di Cristo che salva, puoi manifestare il suo perdono, puoi compiere il miracolo della carità... Oggi sei tu la parola del Vangelo!

 

 

 

DOMENICA 9 GIUGNO: PENTECOSTE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Efrem.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI SPIRITO DI DIO, PADRE DEI POVERI.

 

HANNO DETTO: Per vedere con chiarezza la realtà della vita occorre salire in alto. (Carlo Maria Martini)

SAGGEZZA POPOLARE: La cortesia è la compagna inseparabile della virtù.

UN ANEDDOTO: CONTRASTI RELIGIOSI

Parlando al telefono con un amico, Franco gli racconta: “Sai, Giorgio, io e la mia ragazza ci siamo lasciati!... Contrasti religiosi. “Di questi tempi?!... Mi sembra assurdo!” “Non mi sono spiegato: lei adora i soldi e io non ne ho!”

PAROLA DI DIO: At 2,1-11; Sal 103; Rm 8,8-17; Gv 14,15-16.23b-26

 

Vangelo Gv 14, 15-16. 23-26

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre. Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto». Parola del Signore

 

“IL PARÀCLITO, LO SPIRITO SANTO CHE IL PADRE MANDERÀ NEL MIO NOME, LUI VI INSEGNERÀ OGNI COSA E VI RICORDERÀ TUTTO CIÒ CHE IO VI HO DETTO”.

Una delle litanie, ricordata dalla liturgia domani, con cui noi onoriamo Maria è: “Madre della Chiesa, prega per noi” e, vi assicuro, per un certo periodo mi ha fatto un po’ di difficoltà, non tanto perché Maria possa essere la madre di tutti i credenti, ma perché mi pareva strano e quasi disdicevole confondere la Maternità di Maria con quella Chiesa che spesso non è stata e non è la vera immagine di Cristo. Sulla scorta del vangelo di oggi mi chiedo allora quale sia la Chiesa. La Chiesa vera non è tanto una istituzione gerarchica quanto il luogo dell’amore in cui Dio davvero abita, è il luogo dove è lo Spirito Santo ad insegnare, è il luogo del cammino della fede nell’attesa del ritorno di Cristo, ed è il luogo della pace. Vedete quale differenza tra il modo degli uomini (religiosi compresi) di considerare la Chiesa come piramide religiosa di potere e quella di questa pagina evangelica. A questa Chiesa Gesù non ha lasciato istruzioni da codificare, ha dato lo Spirito Santo come guida, a questa Chiesa non ha chiesto di conquistare il mondo come una nuova forma di potere, ma ha detto di annunciare ad ogni uomo la salvezza da Lui portata, non ha chiesto di scimmiottare il mondo ma di guardarsi dai modi del mondo, non ha detto di portare codici di diritto canonico, ma ha detto di portare solo il segno dell’amore, anzi di essere segno dell’amore di Dio. Qualcuno sorridendo mi dirà: “utopie”, ebbene sì, ma sono le utopie di Gesù e per Gesù l’utopia non esiste perché “nulla è impossibile a Dio”, credo allora che Maria sia madre della Chiesa povera e peccatrice di cui io faccio parte ma che anche Lei desideri essere madre di una Chiesa nuova che con il coraggio sempre più manifesto di lasciare le vesti del potere riscopra e creda che l’“utopia” di Gesù, con la forza dello Spirito si può ancora realizzare.

 

 

LUNEDI’ 10 GIUGNO: B.V.M. MADRE DELLA CHIESA

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Asterio di Petra.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', SEI COLUI CHE DA SENSO ALLA VITA.

 

HANNO DETTO: C'è una crepa in ogni cosa. Ed è da lì che entra la luce. (Leonard Cohen)

SAGGEZZA POPOLARE: Non gira il corvo che non sia vicina la carogna.

UN ANEDDOTO: Anna Maria Taigi, una madre di famiglia. Era nata a Siena il 29 maggio 1806; visse a Roma e qui morì il 2 giugno 1837. La beatificò Benedetto XV il 30 maggio 1920. Si fece santa amando e curando la sua famiglia.  Sua specialità era saper vedere un lato buono in tutte le persone e circostanze. Costretta dalla malattia a ricorrere a una donna di servizio, gliene vide combinare di tutti i colori. Un guaio dopo l'altro. Un giorno, apparecchiando con poco garbo la tavola, la domestica mandò in frantumi anche un vaso di maiolica che era tra i preziosi ricordi di famiglia. Anna Maria, pur non potendone più per i tanti malestri combinati da quella donna, la rassicurò: «Pazienza. Se lo sapessero i rivenditori di maioliche, ne sarebbero felici. Devono vivere anche loro, no?»

PAROLA DI DIO: 2Cor 1,1-7; Sal 33; Mt 5,1-12

 

Vangelo   Mt 5, 1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi». Parola del Signore

 

“GESÙ SALÌ SUL MONTE: SI POSE A SEDERE E SI AVVICINARONO A LUI I SUOI DISCEPOLI. SI MISE A PARLARE E INSEGNAVA LORO”.

Matteo ambienta il grande discorso delle beatitudini sulla montagna. Gesù è il nuovo Mosè che dà il comandamento nuovo. La montagna con la sua altura è il luogo della vicinanza a Dio, del rapporto privilegiato con Lui. Ma queste beatitudini sono poi davvero una novità? Direi soprattutto che la vera novità è colui che le annuncia: Gesù. Sul Sinai, Mosè era solo un intermediario umano che scriveva sulla pietra. Qui è il Figlio di Dio che scrive nel cuore dell’uomo. Là, una legge fondava l’unità di un popolo e dava norme di comportamento. Qui, Gesù propone sé stesso come modello e dice che ogni uomo può incontrare Dio presente nei poveri e negli ultimi. Là, l’osservanza della Legge garantiva un’alleanza; qui, accogliere Gesù significa ritrovare il senso pieno della vita terrena e divina. Non è Dio che cambia idea, è Dio che prende volto.

 

 

MARTEDI’ 11 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Barnaba; Sant’Amabile.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI ANCHE OGGI, SIGNORE GESU'.

 

HANNO DETTO: Ogni uomo deve decidere se camminare nella luce dell'altruismo creativo o nel buio dell'egoismo distruttivo. Questa è la decisione. (Martin Luther King)

SAGGEZZA POPOLARE: La coscienza vale per mille accusatori e per mille testimoni.

UN ANEDDOTO: Tra i gruppi di soldati che Papa Giovanni ricevette in Vaticano, figurò una volta una delegazione di paracadutisti francesi. Papa Giovanni XXIII disse loro: Voi imparate con tanto entusiasmo come si fa a cadere dal cielo; non vorrei però che dimenticaste come si fa a risalirvi.

PAROLA DI DIO: At 11,21b-26; 13,1-3; Sal 97; Mt 10,7-13

 

 

Vangelo Mt 10,7-13

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi». Parola del Signore

 

“STRADA FACENDO, PREDICATE, DICENDO CHE IL REGNO DEI CIELI È VICINO”.

Vedendo come va il mondo saremmo tentati di dire che il Regno di Gesù non solo non è vicino, ma sempre più lontano: dov’è la giustizia quando impunemente si ammazza, si calunnia? Dov’è la fede quando l’unico dio di questo mondo sembrano essere il denaro e i suoi derivati? Eppure il Regno dei cieli è vicino perché Gesù, seme di questo regno, è già stato seminato da Dio, perché il suo sangue ha già irrigato la terra, perché il suo perdono è sempre a nostra disposizione, perché Dio è fedele al suo amore. Il Regno dei cieli è sempre più vicino perché in questo mondo ci sono tanti santi che bruciano la loro vita per il bene degli altri, perché sono in tanti che pregano e testimoniano. Anche oggi posso incontrare i segni di questo regno nei sacramenti di Gesù, in quella vecchietta che prega, in quella mamma che non ha perso la speranza nonostante i suoi continui insuccessi con il figlio drogato, negli occhi di quel bambino che ha rinunciato a qualche dolcetto per i bambini che hanno fame. No! il Regno dei cieli è vicino, e non perché qualcuno continua a paventare l’imminente fine del mondo ma perché Cristo sta operando concretamente attorno a noi, in noi e qualche volta nonostante noi.

 

 

MERCOLEDI’ 12 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Gaspare Bertoni; Sant’Onofrio.

Una scheggia di preghiera:

 

INSEGNAMI, SIGNORE, LA TUA VIA.

 

HANNO DETTO: Ci sono due modi di diffondere la luce: essere la candela oppure essere lo specchio che riflette la luce. (Edith Wharton)

SAGGEZZA POPOLARE: Non vi son frutti tanto duri che il tempo non maturi.

UN ANEDDOTO: Pur dopo tanti anni di solitudine e penitenza nella Tebaide, un anacoreta era continuamente tentato. Ma ormai abituato a trovarsi faccia a faccia con i diavoli, riusciva non solo a vincerli ma anche a farsi beffa di loro. Non tollerando la sconfitta, un giorno uno dei demoni, sotto mentite spoglie, tese al monaco un tranello. «lo sono Gesù, che tu da anni servi con amore», gli disse con voce dolcissima. «Guardami, fratello ... Guardami nella gloria!». Ma il santo anacoreta chiuse gli occhi per non vedere quella menzogna. «Come? Chiudi gli occhi davanti al tuo Signore?». Allora il grande amico di Dio rispose al nemico suo e di tutti gli uomini: «Grazie! Ma non ci tengo. Non è quaggiù che voglio vedere il mio Signore, ma lassù. Per ora mi basta sentirmelo vicino nella fede»

PAROLA DI DIO: 2Cor 3,4-11; Sal 98; Mt 5,17-19

 

Vangelo   Mt 5, 17-19

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli». Parola del Signore

 

“NON SONO VENUTO PER ABOLIRE, MA PER DARE COMPIMENTO”.

Gesù è l’uomo più libero che sia esistito ed ha insegnato a noi uomini il cammino della libertà vera. Eppure dice di non essere venuto ad abolire neanche il minimo precetto della legge antica. Sembra un controsenso ma questo è dovuto al falso concetto di libertà che spesso noi abbiamo. Mi è capitato spesso sentire definire la libertà come: “Fare ciò che voglio”. Libertà per Gesù è invece realizzare il progetto di uomo secondo la volontà di Dio. il piano di Dio è un piano amorevole nei nostri confronti. Egli desidera che noi, individualmente e come comunità di suoi figli, troviamo il senso della vita e incontriamo Lui, pienezza della nostra realizzazione. Per questo la Bibbia racconta la sua e la nostra storia della salvezza. La legge di Dio, allora, non è un peso, il vincolo di un padrone che per tener buoni i suoi schiavi, impone norme e pene, è la strada della vera libertà. Gesù, come uomo libero, accetta la legge di Dio e la osserva perché è in essa che realizza la volontà del Padre. Io sarò perfettamente libero e aiuterò i miei fratelli nella libertà se accetterò la legge di Dio non come imposizione ma come dono di Dio per giungere liberamente a Lui.

La legge del peccato ci rende schiavi del peccato, la legge di Dio ci rende capaci di Dio stesso.

 

 

GIOVEDI’ 13 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio da Padova; Sant’Aventino.

Una scheggia di preghiera:

 

I TUOI COMANDAMENTI, SIGNORE, SONO LIBERTA', GIUSTIZIA, GIOIA.

 

HANNO DETTO: Se non potete lavorare con amore, ma solo con riluttanza, allora è meglio lasciare il lavoro e sedere alla porta del Tempio e accettare l'elemosina da chi lavora. (Khalil Gibran)

SAGGEZZA POPOLARE: All'assente ed al morto non si deve far torto.

UN ANEDDOTO: Un saggio con i suoi discepoli, uscendo un giorno da un bosco, vide un vecchio gobbo che prendeva al volo le cicale come frutti da un albero. Stupito, gli si avvicinò e gli disse: - Sei davvero abile! Hai forse un metodo? Rispose il vecchio: - Sì, ho un mio segreto. Per cinque mesi mi sono allenato a tenere in equilibrio due bocce ai due lati di una pertica. Quando non mi caddero più, ero già in grado di afferrare molte cicale. Ma allorché riuscii a tenere in equilibrio due bocce da un lato e una dall'altro della pertica, praticamente nessuna cicala mi sfuggì più. Il metodo è semplice: dopo quel lungo allenamento, riesco a tenere il mio vecchio corpo immobile come un tronco d'albero, e le mie braccia nodose ferme come due rami secchi. In più, concentro tutto il mio pensiero sulle ali delle cicale; non mi muovo nel modo più assoluto; e non cambierei nulla al mondo per un paio d'ali di cicala. Come potrei non prenderle? Il saggio si rivolse ai suoi discepoli: - Ecco i frutti - disse - di colui che fonde il corpo e l'anima verso un'unica meta. (Tradizione Cinese)

PAROLA DI DIO: 2Cor 3,15 – 4,1.3-6; Sal 84; Mt 5,20-26

 

Vangelo   Mt 5, 20-26

Dal vangelo secondo Matteo

«Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!». Parola del Signore

 

“SE LA VOSTRA GIUSTIZIA NON SUPERERA’ QUELLA DEGLI SCRIBI E DEI FARISEI, NON ENTRERETE NEL REGNO DEI CIELI”.

Cerchiamo di non far dire a Gesù proprio il contrario di quanto voleva indicarci!  Qualcuno, infatti leggendo questa o altre pagine del Vangelo cerca indicazioni precise di comportamento prendendo alla lettera questi esempi e diventa allora scrupoloso a tal punto da non aver più respiro e da rischiare di cadere proprio in quello che Gesù voleva indicarci come sbagliato: una morale fondata solo sulla stretta osservanza di norme. Quando Gesù ci parla di giustizia che deve superare quella degli scribi vuol liberarci dalla ipocrisia, dall’“essere buoni” perché Dio lo vuole e per evitare i suoi castighi. Quando io amo una persona, mia unica preoccupazione e mia gioia è realizzare ciò che a questa persona fa piacere, se poi fare questo significa anche realizzare ogni mio bene, dovrei essere ancora più contento. Se dunque Dio è per me il Padre buono e misericordioso che mi ha presentato Gesù, per me sarà una gioia cercare di mettere in pratica la sua volontà e per di più, facendo questo sono convinto di realizzarmi nel miglior modo possibile. Dunque i comandamenti rimangono, anzi sono perfino ampliati ma l’osservarli non è un peso, una tassa ma un atto di amore e man mano che io mi lascerò amare da Dio e amerò di più ne vivrò sempre maggiormente lo spirito che li anima.

 

 

VENERDI’ 14 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Martiri Anastasio, Felice e Digna.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI SIGNORE, OCCHI LIMPIDI E CUORE GIOIOSO.

 

HANNO DETTO: Ciò che sta alle nostre spalle, come ciò che sta davanti a noi, è piccola cosa rispetto a quanto si trova dentro di noi. E quando portiamo nel mondo esterno quello che è dentro di noi, accadono i miracoli. (Henry David Thoreau)

SAGGEZZA POPOLARE: Ogni parola non vuol risposta.

UN ANEDDOTO: Tre meraviglie per chi entra in Paradiso: prima: Dove sono tutte quelle persone che credetti sante? seconda: Misericordia, come sono entrate tante facce sospette? terza: mi ci trovo anch'io!

PAROLA DI DIO: 2Cor 4,7-15; Sal 115; Mt 5,27-32

 

Vangelo   Mt 5, 27-32

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna. Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio». Parola del Signore

 

“AVETE INTESO CHE FU DETTO: NON COMMETTERE ADULTERIO; MA IO VI DICO: CHIUNQUE GUARDA UNA DONNA PER DESIDERARLA, HA GIA’ COMMESSO ADULTERIO CON LEI NEL SUO CUORE”. (Mt 5, 27)

Qualcuno, specialmente tra i nostri anziani, si trova disorientato davanti alla morale che il nostro mondo moderno professa. Per stare all’esempio di Gesù sull’adulterio, spesso oggi, esso non è considerato un peccato, certi psicologi addirittura dicono che esso può essere utile alla coppia per uscire dall’abitudine e per riscoprire motivi, altri lo giustificano come ‘scappatella’. Sono in pochi coloro che lo considerano un peccato. Come spiegarci questo alla luce dei comandamenti? Vuol dire che non c’è più morale? Vuol dire che l’uomo sta liberandosi di tanti tabù? Ma l’uomo è contento di tutto questo?

Con questi interrogativi rifacciamoci al senso morale che ci viene indicato da Gesù e scopriamo che dietro una norma che a prima vista ci sembra inapplicabile (“anche solo desiderando un uomo o una donna hai già commesso adulterio con lui o con lei”), essa invece è la vera liberazione dell’uomo.

Il comandamento dell’Antico Testamento: “Non commettere adulterio” mette dei paletti, regola la vita della famiglia. Ma se ci si ferma solo a questo, cioè a considerarlo un divieto che al massimo commina qualche multa per coloro che lo trasgrediscono, ecco che gli uomini con i loro arzigogoli legalisti, psicologici, con le loro maschere, troveranno sempre modo di infrangerlo e di trovare giustificazioni (se volete pensate in campo automobilistico ad un divieto di sosta che viene ignorato con le solite scuse: “Ho fretta”, “Non si trova posto altrove”, “E’ un divieto stupido perché non mi lascia libero di fare ciò che voglio”, “E che male ci sarà poi… lo fanno tutti!”). Gesù invece ci richiama al cuore del comandamento, ci dice di guardare al perché, di scoprire la positività di una indicazione morale. Il male non è tanto nei fatti, sta prima, sta nel cuore. Se tu hai fatto una scelta di vita, ricordati i valori che hai scelto, pensa non solo ai tuoi desideri, ma alle persone, non vedere l’altro come un oggetto da possedere, ma come una persona viva, con dei diritti di libertà come i tuoi, da rispettare e da cui esigere di essere rispettati. Ecco allora che la legge non è solo più imposizione, formalità, paura del peccato o della punizione, ma l’osservanza di essa diventa riconoscere persone e valori e soprattutto avere un cuore puro. Poi potranno esserci tutte le difficoltà, le tentazioni, magari anche le debolezze, ma se si ritorna al valore di Dio, delle proprie scelte, al rispetto delle persone, al cuore puro si scoprirà sempre più che la morale non ci è data per imporci dei pesi, per vietarci tutto ciò che è bello e appetibile, ma per liberarci, per aprirci ai veri valori, per farci scoprire il volto gioioso di Dio e dei fratelli.

 

 

SABATO 15 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Germana Cousin.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', SEI LA VIA, LA VERITA' E LA VITA.

 

HANNO DETTO: Essere cristiani è anche accettarsi in quanto mani di Dio nel mondo. (Le Gendre)

SAGGEZZA POPOLARE: Nulla con la forza, tutto con l'amore.

UN ANEDDOTO: Un occidentale che si definiva un «cercatore di verità» spasimava dal desiderio di conoscere un saggio maestro orientale. Giunto nel paese dove viveva il saggio, l'uomo impaziente si precipitò in fretta e furia nella casa che gli era stata indicata come la dimora del maestro. Afferrò la mano dell'uomo, che era seduto in preghiera, e cominciò a tempestarlo di domande e questioni spirituali. L'uomo ascoltò in silenzio, poi disse: - Ho tre cose da dirti: primo, sei troppo agitato per poter apprendere qualcosa; secondo, mi stai pestando i piedi; terzo, io sono un servitore: il maestro abita nella casa di fronte. (Tradizione Orientale)

PAROLA DI DIO: 2Cor 5,14-21; Sal 102; Mt 5,33-37

 

Vangelo Mt 5,33-37

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”; “No, no”; il di più viene dal Maligno». Parola del Signore

 

“SIA IL VOSTRO PARLARE SI’, SI’; NO, NO; IL DI PIU’ VIENE DAL MALIGNO”.

Come è difficile incontrare delle persone sincere. E’ molto più facile trovare persone che ci fanno vedere una faccia e poi sono completamente diversi, persone che  ti parlano con parole suadenti, che sono accattivanti, ma che lo fanno per loro interessi particolari, persone che ti dicono mezze verità per portarti dalla loro parte…E se è vero che quando andavamo a confessarci da ragazzi, uno dei peccati più facilmente individuabile erano le famose “bugie”, è altrettanto vero che da grandi, se siamo corretti nel nostro esame di coscienza, dovremmo ancora confessarci per aver attentato tante volte alla verità in modi magari ben più gravi: per averla nascosta agli altri o a noi stessi; per aver insinuato cose che a base di “forse”, “ma”, “mi pare”, hanno portato altri su giudizi non veri; per non averla cercata la verità perché poi ci sarebbe costata troppo; per aver mascherato dietro parole di vana cultura la nostra povertà e vuotezza interiore. Con questa frase, poi, Gesù non solo ci invita alla sincerità, all’evitare le bugie, ma anche ad usare bene del nostro modo di parlare e di porci davanti agli altri.

 

 

DOMENICA 16 GIUGNO: SS TRINITA’

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Aureliano, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

GLORIA AL PADRE, AL FIGLIO E ALLO SPIRITO SANTO.

 

HANNO DETTO: La vita eterna non è la vita dopo la morte, ma la vita che siamo chiamati a vivere oggi, nella libertà dell'amore e lottando perché il mondo diventi un luogo dove tutti possano vivere felici nella verità. (Jean Vanier)

SAGGEZZA POPOLARE: Entrambi sono difetti, sia il credere a chiunque, sia il non credere a nessuno. (detto latino)

UN ANEDDOTO: Potrà mai essere contento un avaro? Un avaro morente, dal suo letto, si rivolge alla moglie: prima di morire vorrei esprimere un ultimo desiderio. La moglie: - Dimmi pure, caro! Vorrei una tazzina di caffè con due cucchiaini di zucchero. Certo te lo faccio subito .... Ma perché la desideri tanto? Perché durante la mia vita ho sempre bevuto il caffè, a casa, con mezzo cucchiaino di zucchero e, al bar, con quattro. Mentre a me piace tanto con due cucchiaini!

PAROLA DI DIO: Pr 8,22-31; Sal 8; Rm 5,1-5; Gv 16,12-15

 

Vangelo Gv 16, 12-15

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da sé stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». Parola del Signore

 

“MOLTE COSE HO ANCORA DA DIRVI MA PER IL MOMENTO NON SIETE CAPACI DI PORTARNE IL PESO”.

Accetto, o Signore, che Tu dica così anche a me. C’è una quantità di cose che io, ora, non posso capire ma che tu mi rivelerai poco per volta se sarò fedele ad ascoltare la voce dello Spirito che parla al mio cuore e che mi parla di Te, Gesù. Fa’ che io non mi consideri mai soddisfatto, pieno di me stesso e delle mie conoscenze dottrinali, fa’ che non mi senta mai un ‘arrivato della fede’, uno che pensa di poter indicare la via agli altri quando invece è alla ricerca come tutti gli altri.

Fa’, Signore, che io pensi anche a coloro con i quali vivo. Per essi è la stessa cosa. Anch’essi sono nel cammino della fede... ci sono delle verità, delle attitudini che anch’essi devono ancora scoprire.

Dammi, Signore, la tua pazienza, la tua pedagogia. Che io non metta sulle spalle di altri, pesi che essi non possono portare... che io sappia camminare al ritmo della tua grazia, al ritmo dei tuoi passi, accompagnando i miei fratelli nel loro cammino.

 

 

LUNEDI’ 17 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Avito; Santa Valeriana.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI, SIGNORE DALLO SPIRITO DI VENDETTA.

 

HANNO DETTO: Io sono nella misura in cui dico “sì” al progetto di amore che Dio ha per me. (Chiara Lubich)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi ha bocca di fiele non può sputar miele.

UN ANEDDOTO: Parlando di libri e di letture:

Le letture sono come i funghi: bisogna scegliere bene per non morire!

PAROLA DI DIO: 2Cor 6,1-10; Sal 97; Mt 5,38-42

 

Vangelo   Mt 5, 38-42

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Dà a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle». Parola del Signore

 

 

“AVETE INTESO CHE FU DETTO: OCCHIO PER OCCHIO, DENTE PER DENTE; MA IO VI DICO DI NON OPPORVI AL MALVAGIO”.

Qualche volta ci scandalizza pensare che nell’Antico Testamento ci fosse una legge come quella del taglione. Eppure essa imponendo una pena uguale all’offesa voleva già limitare gli eccessi della vendetta: non esigeva più di un occhio per un occhio. Era già attenuare l’istinto naturale: due occhi per un occhio solo!

Ma pensiamo anche a come ancora oggi questa legge sia attuale: città bombardate per rappresaglia, lotte razziali, nazionali, sociali dove si applica con rigore l’“escalation” si parla pudicamente e ipocritamente di “rapporti di forze”: ma è sempre il vecchio adagio violento: “occhio per occhio”.

Ebbene, Gesù esclude qualsiasi rivalsa: non solo la vendetta effettiva, ma anche il desiderio della vendetta. Sembra impossibile. Vedendoci tanto lontani da questo ideale ci sentiamo di voltar pagina e accusare Gesù di essere un sognatore. Eppure la strada proposta è vera liberazione. Restituire bene per male, senza per questo diventare conniventi con il male, amare gli altri malgrado la loro malevolenza, amare a fondo perduto è l’amore più grande e autentico, quello che Cristo praticò e ci insegnò, l’amore che rende credibile il Vangelo.

 

 

MARTEDI’ 18 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Marina; Sant’ Amando da Bordeaux.

Una scheggia di preghiera:

 

GUARDO A TE, SIGNORE, MODELLO DI VITA.

 

HANNO DETTO: Io sono creato per realizzare un progetto per cui nessun altro è creato. Io occupo un posto mio nei consigli di Dio, nel mondo di Dio: un posto da nessun altro occupato. (John Henry Newman)

SAGGEZZA POPOLARE: La mano che fa dondolare la culla, regge il mondo. (proverbio Spagnolo)

UN ANEDDOTO: Un giovane monaco buddista, dopo aver trascorso qualche mese in un monastero, disse un giorno al suo maestro: - Maestro, ho riflettuto: non mi sento di rinunciare a tutto adesso che son giovane. Lo farò quando sarò più vecchio; ora ci sono troppe cose che voglio sperimentare nel mondo. Detto questo, se ne andò. Il maestro, quella sera, comunicò così la notizia alla comunità: - Il nostro giovane novizio se n'è andato, attratto dal mondo. Egli diventerà come quell'uomo che decise di «rinunciare a tutto» quando gli morì la moglie, la sua casa bruciò e i suoi raccolti furono distrutti dalle cavallette. Al Signore questo tipo di rinuncia non interessa. Colui che abbandona la via della disciplina interiore non sarà pronto a «rinunciare a tutto» sin tanto che avrà ancora qualcosa cui rinunciare. (Paramahansa Yogananda)

PAROLA DI DIO: 2Cor 8,1-9; Sal 145; Mt 5,43-48

 

Vangelo   Mt 5, 43-48

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». Parola del Signore

 

“SIATE PERFETTI COME È PERFETTO IL PADRE VOSTRO CELESTE”

Essere perfetti come il Padre che nei cieli è un imperativo morale che ci impressiona anche perché siamo perfettamente consci che non riusciremo mai ad essere come Lui. Ma, Gesù, sapendo che non siamo capaci da soli a perdonare, ad amare i nemici ci mette davanti l’esempio e la forza di Dio stesso.

Davanti ad un nemico, io sento istintivamente di vendicarmi, se guardo a Dio e vedo in Gesù il perdono dato ai suoi crocifissori e il perdono che continua ad accordare a me, sono più disponibile a perdonare anch’io. Se penso solo a me stesso sono portato a soddisfare tutte le mie esigenze anche a scapito degli altri, se guardo con gli occhi di Dio vedo gli altri non più come potenziali concorrenti ma come fratelli con gli stessi diritti miei.

 

 

MERCOLEDI’ 19 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Romualdo; Santa Giuliana Falconieri. Ss. Gervasio e Protasio

Una scheggia di preghiera:

 

INSEGNACI, SIGNORE, AD ASCOLTARE LA TUA VOCE.

 

HANNO DETTO: Non conta che io sia in cima alla casa o nelle fondamenta, purché io sia fedele al mio posto nella Tua costruzione. (Michel Quoist)

SAGGEZZA POPOLARE: La testa non può essere tagliata se non in presenza di chi la porta. (proverbio Sud Africano)

UN ANEDDOTO: A volte l'ingenuità dei bambini commuove, altre volte fa sorridere: Cos’hai Beppino che piangi? - Piango perché mia sorellina non vuoi giocare con me! - Perché mai non vuoi giocare con te? - Perché piango!

PAROLA DI DIO: 2Cor 9,6-11; Sal 111; Mt 6,1-6.16-18

 

Vangelo   Mt 6, 1-6. 16-18

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profumati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà». Parola del Signore

 

“E QUANDO PREGATE, NON SIATE SIMILI AGLI IPOCRITI CHE, NELLE SINAGOGHE E NEGLI ANGOLI DELLE PIAZZE, AMANO PREGARE STANDO RITTI, PER ESSERE VISTI DALLA GENTE”.

“Perché non ti vedo mai a Messa?”

“Perché non voglio essere   come coloro che ci vanno: tutti pii in chiesa e tutti lupi feroci appena usciti”. È una risposta che non giustifica, perché ognuno è responsabile di sé stesso, ma mette il dito nella piaga. Quanta stupida apparenza in certi atteggiamenti! E pensare che raramente si riesce ad ingannare il prossimo, quasi mai noi stessi, mai Dio.

Volete un metro per giudicare se la vostra preghiera è autentica? Se la nostra preghiera ci cambia nel nostro agire, ci rende più giusti nel comportamento con gli altri, se scopriamo di voler compiacere Dio senza cercare il plauso degli uomini, allora la preghiera è autentica.

 

 

GIOVEDI’ 20 GIUGNO: B.M.V. CONSOLATRICE (LA CONSOLATA)

Tra i santi ricordati oggi: San Teodulo; San Silverio.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', TU E IL PADRE SIETE UNA COSA SOLA, E IO IN VOI.

 

HANNO DETTO: Una volta accettata la consapevolezza che anche fra gli esseri più vicini continuano a esistere distanze infinite, si può evolvere una meravigliosa vita, fianco a fianco, se quegli esseri riescono ad amare questa distanza fra loro, che rende possibile a ciascuno dei due di vedere l'altro, nella sua interezza, stagliato contro il cielo. (Rainer Maria Rilke)

SAGGEZZA POPOLARE: Si raggiungono le vette procedendo passo passo, ma senza fermarsi mai.

 

UN ANEDDOTO: Uomini e animali.

- Ai peggiori porci toccano le migliori pere.

- Il buono a qualche cosa è l'asino del pubblico.

- Buone ragioni male intese, sono perle ai porci stese.

- Il corvo piange la pecora e poi la mangia.

- Cani e villani lasciano sempre l'uscio aperto.

PAROLA DI DIO: 2Cor 11,1-11; Sal 110; Mt 6,7-15

 

Vangelo   Mt 6, 7-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe». Parola del Signore

 

"PREGANDO NON SPRECATE PAROLE COME I PAGANI".

"Padre, ci insegni a pregare!". E gli specialisti della preghiera scrissero volumi e volumi sulla preghiera, sui luoghi della preghiera, sui tempi della preghiera e qualcuno, ogni tanto cercò anche di pregare.

Senza scomodare troppo i logopedisti, provate a chiedervi con semplicità come fa un bambino a cominciare a parlare.  Prima di parlare il bambino comunica. Nel grembo materno egli è in costante comunione di dialogo con la madre. Quando nasce, ancor prima di vedere, comincia a 'sentire’ una carezza, un seno accogliente; avverte freddo e caldo, dolore, sonno, oggetti, sensazioni gradevoli e sgradevoli, riesce ad 'avvertire' i sentimenti delle persone che gli sono vicine. Poi apre gli occhi, vede, tocca, sente che gli uomini, oltre che con gli occhi e con le mani, comunicano con dei suoni. Sente che dei suoni escono anche dalla sua bocca, comincia a capire che il pianto è significativo per la mamma, che certi suoni dolci sono affetto nei suoi riguardi e, poco per volta, specialmente quando trova affetto, persone che stanno con lui e gli parlano, riesce a sua volta, prima per gioco, e poi sempre più seriamente ad impadronirsi del linguaggio e ad unire suoni a significati.

C'è una preghiera innata in ciascuno di noi. Non nasciamo solo "animali pensanti", ma anche "animali preganti": siamo figli che cercano il Padre. Quando poi vogliamo 'parlare' al Padre, con il Padre, secondo me c'è un mezzo solo: basta ascoltare, guardare e imitare Gesù. Prima delle parole Gesù è comunione col Padre: " Io e il Padre siamo una cosa sola; ma Gesù è anche comunione con gli uomini: "Il Verbo si è fatto carne". Gesù vive queste due comunioni nel quotidiano. È talmente forte il suo amore per gli uomini che sta con loro, mangia con loro, parla con loro; ed è talmente forte il bisogno di comunione con il Padre che spesso si ritaglia dei tempi per stare con Lui, al mattino presto, la sera, prima delle decisioni importanti della sua vita e il suo cuore è rivolto all'alto mentre il suo sguardo continua a guardare e vedere il basso. E che cosa fa?

Parla con Dio: "…Ti ringrazio, o Padre, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli", "Padre, ti prego per loro…", "Se è possibile si allontani da me questo calice…", "Padre nostro…" Fermati come un bambino piccolo a guardare Gesù che prega e presto sentirai le tue labbra che cominceranno a balbettare quasi per gioco e poi sempre più sentitamente le sue stesse parole.

 

 

VENERDI’ 21 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Luigi Gonzaga; Sant’Eusebio di Samosata.

Una scheggia di preghiera:

 

NON SON PIU' IO CHE VIVO MA È CRISTO CHE VIVE IN ME.

 

HANNO DETTO: Mira alla luna. Anche se sbagli, atterrerai tra le stelle. (Les Brown)

SAGGEZZA POPOLARE: Non è conveniente che parli male delle fibre della palma colui il quale riposa su una stuoia. (proverbio Africano)

UN ANEDDOTO: Un uomo che viveva a Song intagliò per il suo principe una foglia di gelso in purissima giada. Per raggiungere l'assoluta perfezione impiegò più di tre anni, sino a che nessuno seppe più distinguere la sua foglia da quelle vere. Quando venne a conoscenza di ciò, un saggio disse: - Se il cielo e la terra, nella creazione degli alberi, dovessero impiegare tre anni per fare una foglia perfetta, sarebbero ben pochi gli alberi fronzuti. Così, per la crescita interiore, le tecniche possono servire come base di partenza; ma basta un piccolo slancio del cuore per correre realmente verso Dio. (Tradizione orientale)

PAROLA DI DIO: 2Cor 11,18. 21b-30; Sal 33; Mt 6,19-23

 

Vangelo   Mt 6, 19-23

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!».  Parola del Signore

 

“DOV’E’ IL TUO TESORO SARA’ ANCHE IL TUO CUORE”.

C’è un vecchio proverbio che spiega l’altrettanto vecchio detto che Gesù ci propone oggi ed è quello che dice: “Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”. È vero, le nostre frequentazioni, i nostri desideri poco per volta formano la nostra vita.

Chi è il tuo tesoro? Cos'è che vale per te? Cosa cerchi nella tua vita? Dove vanno i tuoi pensieri? Dietro i tuoi pensieri infatti corre il tuo cuore, perché si ama quel che si stima. Se non stimi altro che il denaro, il tuo amore sarà il denaro se non pensi che al piacere, non amerai che il piacere; se non pensi che agli onori, non amerai altro che onori; se non pensi che al potere, non amerai che il potere...se non ami nulla, sarai nulla.

Ma, parafrasando il proverbio si può anche dire. “Dimmi quel che ami e ti dirò il tuo padrone". Non esiste di fatto che un solo padrone per ogni uomo ed è ciò che egli ama. Cos'è un avaro? Lo schiavo dell'oro. Cos'è un ambizioso? Lo schiavo della sua passione. Cos'è un lussurioso? Lo schiavo dei sensi. Cos'è un goloso? Uno schiavo. Cos’è un pigro? Uno schiavo. Cos'è un superbo? Uno schiavo. Così ogni amante è servo del suo amore. Saranno dolci o amare, lievi o pesanti catene, ma son sempre catene. Amare è dunque servire, la realtà è questa.

Ora dobbiamo riconoscere che ogni servizio è sempre un po' umiliante, e ogni servizio è sempre una limitazione della libertà. Ogni servizio, tranne uno, il servizio di Dio. Perché servire Dio significa servire la Verità, la Giustizia, il Bene. Il che non è umiliante, ma è l'unica nobiltà vera a cui tutti dovremmo aspirare e non è diminuzione di libertà, perché servire la Verità, la Giustizia, il Bene, è soddisfare, senza alcun limite, i più profondi ed essenziali desideri di ogni uomo.

Ma c'è di più. L'amore o trova uguali o rende uguali. Nell'amore c'è un solo volere e un solo potere, il volere e il potere di chi si ama. L'amore unifica e assimila le volontà, i gusti, le abitudini, le opinioni, perfino i gesti e gli atteggiamenti, quasi tutta la vita. Rende l'uno simile all'altro. Una persona non vale per i suoi titoli, per la discendenza, per la sua divisa, per i suoi anni, per la sua linea, per il suo nome, e tanto meno per le sue forze o per il suo peso; una persona vale per quello che ama, una persona diventa quello che ama. Se amerai Dio, diventerai simile a Dio.

 

 

SABATO 22 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Paolino da Nola; Santi Giovanni Fisher e Tommaso More.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, PER QUESTO GIORNO.

 

HANNO DETTO: Anche se sapessi che domani il mondo andrà a pezzi, vorrei comunque piantare il mio albero di mele. (Lutero)

SAGGEZZA POPOLARE: Le belle e le modeste abitano in villaggi diversi.

UN ANEDDOTO: Letta su una bottega di fabbro a Meuren: «Se ad ogni bocca dovesse venire applicata una serratura, a questo mondo la nobile arte del fabbro sarebbe la migliore».

PAROLA DI DIO: 2Cor 12,1-10; Sal 33; Mt 6,24-34

 

Vangelo   Mt 6, 24-34

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di sé stesso. A ciascun giorno basta la sua pena». Parola del Signore

 

"NON PREOCCUPATEVI DUNQUE DEL DOMANI, PERCHÉ IL DOMANI SI PREOCCUPERÀ DI SÉ STESSO. A CIASCUN GIORNO BASTA LA SUA PENA."

Anche oggi, in questo brano del discorso della montagna, troviamo due massime popolari riprese da Gesù. Due proverbi che non meditiamo mai abbastanza, se questa è l'epoca in cui vince sempre lo stress, in cui l'uomo sembra sommerso dalle cose, in cui aumentano i suicidi per mancanza di speranza e contemporaneamente ci si dimentica di vivere il presente per proiettarsi su un ipotetico e insicuro domani. Ogni mattina è una giornata intera che riceviamo dalle mani di Dio. Dio ci dà una giornata da Lui stesso preparata per noi. Non vi è nulla di troppo e nulla di "non abbastanza", nulla d’indifferente e nulla d’inutile. È un capolavoro di giornata che viene a chiederci di essere vissuto. Noi la guardiamo come la pagina di un’agenda, segnata d'una cifra e d'un mese. La trattiamo alla leggera come un foglio di carta. Se potessimo frugare il mondo e vedere questo giorno elaborarsi e nascere dal fondo dei secoli, comprenderemmo il valore di un sol giorno umano e allora la vita diventerebbe una festa. Ogni piccola azione è un avvenimento immenso nel quale è dato il paradiso, nel quale possiamo dare il paradiso. Non importa che cosa dobbiamo fare: tenere in mano una scopa o una penna, parlare o tacere, rammendare o fare una conferenza, curare un malato o usare il computer. Tutto ciò non è che la scorza della realtà splendida: l'incontro dell'anima con Dio rinnovato ad ogni minuto. Suonano? Presto, andiamo ad aprire: è Dio che viene ad amarci. Un'informazione?... eccola: è Dio che viene ad amarci. È l'ora di metterci a tavola? Andiamoci: è Dio che viene ad amarci.

 

 

DOMENICA 23 GIUGNO: CORPO E SANGUE DI CRISTO

Tra i santi ricordati oggi: San Giuseppe Cafasso; San Lanfranco.

Una scheggia di preghiera:

 

       SIA LODATO E RINGRAZIATO OGNI MOMENTO, GESU' NEL SANTISSIMO E DIVINISSIMO SACRAMENTO.

 

HANNO DETTO: Dio è tutta la nostra gioia, e in lui la nostra polvere può diventare splendore. (Thomas Merton)

SAGGEZZA POPOLARE: Il libro più grosso è quello dei perché.

UN ANEDDOTO: Un uomo andò da un monaco per ricevere consiglio - Mi è stato detto che per diventare un uomo religioso devo dedicarmi con zelo alla meditazione e alla concentrazione. lo sono un uomo inquieto: come posso riuscire a raggiungere la vera concentrazione? - Adopera sempre con grande circospezione queste tecniche psicologiche lo mise in guardia il monaco. Credere, per esempio, che concentrarsi su sé stessi sia un'attività religiosa, non è poi così giusto. L'auto ripiegamento può diventare egocentrismo e non religione. Ricorda: tutto ciò che ti conduce a Dio è religione; tutto ciò che ti separa da Lui è «il mondo». (Tradizione Islamica)

PAROLA DI DIO: Gen 14,18-20; Sal 109; 1Cor 11,23-26; Lc 9,11b-17

 

Vangelo Lc 9, 11b-17

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C'erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste. Parola del Signore

 

“TUTTI MANGIARONO A SAZIETÀ”.

È abbastanza facile comprendere come il brano di Luca oltre che raccontarci le moltiplicazioni dei pani vuole parlarci del dono dell’Eucaristia. Gesù infatti prima di tutto dona sé stesso come parola, infatti noi abbiamo bisogno di una parola che sia buona notizia in mezzo alle prove della nostra vita, che ci illumini, ci guidi, ci sostenga. “Beati quelli che hanno fame della Parola di Dio perché saranno saziati”. E ogni volta che noi celebriamo l’Eucaristia, con abbondanza ci viene rivolta la parola di Dio.  Poi Gesù ci parla attraverso i segni. Ci dice san Luca, innanzitutto, che "guariva coloro che avevano bisogno di essere guariti", e poi ci narra il meraviglioso segno della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Gesù Cristo, come amico e fratello dell’uomo, come Signore della vita e della natura, è interessato a guarire le infermità, a saziare la fame naturale degli uomini. Potrebbe essere altrimenti? Ma il suo interesse maggiore sta nel fatto che gli uomini, mediante questi segni, siano capaci di elevarsi fino a Dio Padre, che amorosamente ha cura dei suoi figli, e fino al Regno di Dio, in cui ci sarà pane per tutti e per tutti ci sarà uno stesso ed unico pane. E poi Gesù ci dà sé stesso nel suo pane. Davanti a tutto questo non ci sarebbe da vivere nella meraviglia? Come mai l’Eucaristia tra noi cristiani è così poco compresa? Perché anche persone buone e credenti la frequentano “quando possono”, perché anche certi sacerdoti sembrano più celebranti di un rito che gioiosi portatori e usufruitori di un dono? Forse è perché l’abitudine uccide tutto e la ritualità appiattisce ogni entusiasmo. Con la legge del dovere abbiamo perso il senso del dono. Con il mangiare troppo e scriteriatamente abbiamo perso il gusto del cibo, con la troppa familiarità il mistero e la meraviglia sono diventate banali. Qualcuno a rimedio di tutto questo suggerisce il “digiuno eucaristico” per riappropriarci dei sensi veri dell’Eucaristia. Non credo sia la ricetta migliore quella di far morire di fame per mancanza di cibo chi o è inappetente o non assimila. Suggerisco a voi e a me una cura molto semplice, dedicate dieci minuti prima della Messa (a casa, in chiesa se non è troppo fracassona o se non ci sono troppi rosari a impedire la concentrazione) per farvi alcune semplici domande: “Che cosa vado a fare in Chiesa? Chi incontro? Ho bisogno di ascoltare la Parola di Dio? C’è posto in casa mia per Cristo che vado a ricevere? Fare la Comunione significa cercare quali comunioni nella vita?

 

 

LUNEDI’ 24 GIUGNO: NATIVITA’ DI SAN GIOVANNI BATTISTA

Una scheggia di preghiera:

 

      SIGNORE APRI LE MIE LABBRA E LA MIA LINGUA PROCLAMI LA TUA LODE.

 

HANNO DETTO: Quando un'anima si converte odia il peccato, si dedica con tutto l'impegno al bene, accoglie in sé lo Spirito Santo e diviene un essere completamente nuovo. (S. Gregorio di Nissa)

SAGGEZZA POPOLARE: È un guaio se impasta le torte il calzolaio e se cuce gli stivali il panettiere.

UN ANEDDOTO: Parole, parole, parole... Molte persone commettono, nei confronti di Dio, lo stesso errore che commettono nei confronti degli amici: parlano sempre loro.   

- Se gli uomini parlassero soltanto di quello che capiscono, il silenzio diventerebbe insopportabile.        

- Le parole sono come gli occhiali: se non chiariscono offuscano.     

- Quando gli uomini non possono cambiare le cose, cambiano le parole.      

- Non m'importa che mia moglie abbia l'ultima parola; anzi sono contento quando la dice.

PAROLA DI DIO: Is 49,1-6; Sal 138; At 13,22-26; Lc 1,57-66.80

 

Vangelo   Lc 1, 57-66. 80

Dal vangelo secondo Luca

Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele. Parola del Signore

 

“ALL’ISTANTE SI APRIRONO LA SUA BOCCA E LA SUA LINGUA, E PARLAVA BENEDICENDO DIO”.

Il racconto di Zaccaria che diventa muto all’annuncio della nascita di suo figlio e che riprende la parola quando viene al mondo Giovanni ha un significato che va oltre il fatto in sé stesso. Israele che non ha creduto alle promesse e agli inviti di Dio resta muto, non sa più parlare con il suo Dio. Ma Dio non si tira indietro: il suo progetto di salvezza parla, grida al mondo. Ed anche Zaccaria riacquista la voce per benedire Dio. Nonostante l’opposizione, l‘indifferenza, il mutismo, la tiepidezza, Dio continua ad amarci, continua l’incarnazione di suo Figlio per noi!

Si aprano le bocche e i cuori per annunciare la fedeltà di Dio.

 

 

MARTEDI’ 25 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Massimo di Torino; San Guglielmo da Vercelli.

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTO L'UNIVERSO CI PARLA DELLA TUA SANTITA'.

 

HANNO DETTO: Non disprezzare i poveri come se non avessero alcun valore: essi hanno rivestito la persona del nostro Signore. (S. Gregorio di Nissa)

SAGGEZZA POPOLARE: La calunnia a ogni passo il passo allunga fin quando non c’è più chi la raggiunga.

UN ANEDDOTO: Yen Huei posò un giorno a Tchong-ni il seguente quesito: - Tempo fa ho attraversato le rapide del fiume Chang-chen. Il battelliere pilotava la sua imbarcazione come un dio. Gli chiesi allora: «È facile imparare a guidare la tua barca?» Mi rispose: «È facile per chi sa nuotare; anzi, un eccellente nuotatore sa guidarla d'istinto. Un buon tuffatore, poi, potrebbe condurla anche senza neanche averla mai vista». Ma il battelliere, in realtà, non ha risposto alla mia domanda. Sapresti farlo tu? Tchong-ni rispose: - Coloro che sanno nuotare possono imparare a pilotare la barca perché non hanno paura dell'acqua. Quanto al tuffatore, benché non abbia mai visto la barca, la sa subito condurre perché, per lui, l'acqua profonda è come la terraferma. Così, amico mio, è facile guidare la tua anima se sai che cos'è il cielo. Perciò, piuttosto che interrogarti su cose spirituali, adora Dio. (Tradizione Cinese)

PAROLA DI DIO: Gen 13,2.5-18; Sal 14; Mt 7,6.12-14

 

Vangelo   Mt 7, 6. 12-14

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!». Parola del Signore

 

“NON DATE LE COSE SANTE AI CANI”.

Chi di noi, se ha qualcosa che gli è profondamente caro, non lo difende e protegge? E chi di noi se possedesse un quadro d’autore permetterebbe al primo imbrattatele di modificarlo? Gesù sa il valore delle cose: sa che l’amore che Dio ha per noi è prezioso, Lui lo ha pagato con il suo sangue; sa che i sacramenti che ci ha dato hanno in sé una grazia di valore incommensurabile e allora ci dice: “Attenti a non svendere a basso prezzo questi doni preziosi “. Quando si fanno battezzare i bambini perché “tutti fanno così”, quando ci si confessa senza conoscere il proprio peccato o senza pentirsi; quando si riceve l’Eucaristia come abitudine e senza impegno, noi svendiamo, svalutiamo questi doni preziosi. Quando i sacramenti non ci portano a cercare di concretizzarli nel quotidiano, noi diventiamo dei ritualisti, consideriamo Dio come uno che fa facili miracoli, non lasciamo che la grazia penetri in noi. Vedete allora che i sacramenti non sono per i buoni (nessuno potrebbe accostarsi) ma sono per coloro che vogliono lasciare che la grazia di Dio operi. La responsabilità davanti ad essi non è tanto prima di riceverli ma dopo averli ricevuti, affinché portino in noi le cose preziose che in essi ci vengono regalate.

 

 

MERCOLEDI’ 26 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Rodolfo; Sant’Anselmo.

Una scheggia di preghiera:

 

RESTARE IN TE, CI FA PORTARE I TUOI FRUTTI.

 

HANNO DETTO: Il Signore ci ama più di quanto noi siamo capaci di amarci. L'anima pensa che il Signore l'abbia dimenticata e che lui non vuole neppure vederla. Ma non è così. Il Signore ci ama fino alla fine. (Silvano dell'Athos)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi semina spine, non vada senza scarpe.

UN ANEDDOTO: Un giorno un novizio si recò dal suo superiore e gli comunicò la sua decisione di lasciare il monastero: - Ho deciso - gli disse - che la via della contemplazione non è quella giusta. Ho visto troppa miseria e troppa infelicità per le strade del paese. Mi dedicherò, d'ora innanzi, a sollevare le pene degli altri. La mia vita sarà tutta e solo attiva. II superiore sorrise.  - Perché sorridi? - gli chiese il novizio. Mi è venuto in mente un episodio cui assistetti anni addietro. Un mio vicino accompagnava la moglie in visita presso certi suoi parenti. Cammin facendo, vista una ragazza giovane e bella accanto a un pozzo, si mise a chiacchierare con lei. Ma quando si rivolse di nuovo alla moglie, s'accorse che un tale l'aveva abbordata. Ecco perché sorrido. E poiché il giovane pareva non capire, aggiunse: - Se sguarnisci le frontiere da una parte, aspettati un attacco dall'altra. (Tradizione Cinese)

PAROLA DI DIO: Gen 15,1-12.17-18; Sal 104; Mt 7,15-20

 

Vangelo   Mt 7, 15-20

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete». Parola del Signore

 

“DAI LORO FRUTTI LI RICONOSCERETE”.

Non sempre è così immediato riconoscere le persone dai loro frutti. A volte ci vuole tempo perché i frutti maturino anche perché l’albero non dà sempre indicazioni precise. Altre volte anche i frutti ingannano: sono belli a vedersi e sembrano di ottima qualità anche se poi risultano velenosi.

Eppure l’albero in sé ha già l’identità del frutto. In un altro brano del Vangelo, Gesù dirà: ‘lo sono la vera vite, voi i tralci. Chi rimane in me porta frutti buoni”.

La vite quindi è buona. Se rimaniamo in Lui, cioè accettiamo che sia Lui a guidarci, il frutto non può essere che buono. Quello che ancora può trarci in inganno è che ci sono tanti che dicono a parole di essere cristiani ma poi sono tutt’altro che uniti a Cristo e allora non sempre i frutti sono di qualità.

 

 

GIOVEDI’ 27 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Cirillo di Alessandria; San Maggiorino di Acqui; Santa Emma.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, INSEGNACI A VIVERE NELLA TUA VOLONTA'.

 

HANNO DETTO: Questa è la solitudine dei superbi: stimano solo se stessi e desiderano essere stimati essi soli. (S. Bernardo da Chiaravalle)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi non è stato truffato almeno una volta non può diventare un mercante.

UN ANEDDOTO: Certe formule “educative” è meglio lasciarle perdere: - Enzo, a forza di farmi stizzire mi fai venire i capelli bianchi. Sei troppo cattivo! - Mamma, anche tu devi essere stata cattiva! - Perché? - Perché la nonna ha tutti i capelli bianchi!

PAROLA DI DIO: Gen 16,1-12.15-16; Sal 105; Mt 7,21-29

 

Vangelo   Mt 7, 21-29

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demoni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi. Parola del Signore

 

“NON CHIUNQUE MI DICE: “SIGNORE, SIGNORE, ENTRERÀ NEL REGNO DEI CIELI, MA COLUI CHE FA LA VOLONTÀ DEL PADRE MIO CHE È NEI CIELI”.

Si può comprare Dio con le parole? I politici, i filosofi, i giornalisti, a volte anche i preti vendono parole e con esse pensano di poter comprare le persone. Qualche volta ci riescono! Dio non puoi blandirlo con le parole, le nostre lodi non accrescono la sua grandezza, Lui vede ciò che c’è dietro le parole e siccome Lui cerca l’uomo, Lui vede il nostro cuore. Che cosa conta di più? Dirgli: “Sia fatta la tua volontà” o cercare e fare, come ne siamo capaci, la sua volontà? Conta di più che sì facciano esercizi spirituali, riunioni, simposi sulla povertà oppure dedicare un paio d’ore alla settimana per stare vicino ad un malato? Conta di più fare le “ferie spirituali” in qualche ameno convento o inserire nel tuo periodo di riposo un impegno concreto di servizio a coloro con i quali lo vivi? Conta di più dire a uno che ti chiede un po’ di tempo: “Non posso, devo pregare”, o lasciare la preghiera per accogliere chi ha bisogno di te?

 

 

VENERDI’ 28 GIUGNO: SACRATISSIMO CUORE DI GESU’

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Ireneo; Santa Ada.

Una scheggia di preghiera:

 

CUORE DI GESU' NELLA TUA FERITA, NASCONDIMI.

 

HANNO DETTO: Avanti sempre! Avanti senza paura! (S. Luigi Orione)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando qualcosa va male, l'importante non è scoprire chi ne ha colpa, ma trovare chi può mettervi rimedio.

UN ANEDDOTO: Le motivazioni che spingono ad agire possono essere diverse:

Due buoni conoscenti sono seduti in un bar. - Sento che stai per divorziare da tua moglie. È vero?  -Purtroppo è vero. - Ma perché? - Sono un po’ imbarazzato. Sai, va da un bar all'altro. - Ho capito, beve tanto. - Ma no, cerca me.

PAROLA DI DIO: Ez 34,11-16; Sal 22; Rm 5,5b-11; Lc 15,3-7

 

Vangelo Lc 15, 3-7

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai farisei e agli scribi questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione». Parola del Signore

 

“CHI DI VOI, SE HA CENTO PECORE E NE PERDE UNA, NON LASCIA LE NOVANTANOVE NEL DESERTO E VA DIETRO A QUELLA PERDUTA, FINCHÈ NON LA RITROVA?” -

Il pastore della parabola non si ritiene ricco, appagato, perché ha novantanove pecore al sicuro. Si mette alla ricerca affannosa di quella smarrita. Le novantanove rimaste non lo risarciscono della perdita di quell’unica vagabonda. La conclusione è evidente: Dio non si accontenta. Una sola persona ha valore unico ai suoi occhi, un valore irripetibile, non sostituibile. Ciascuno di noi è prezioso, importante e quindi fonte di ricerche ostinate, preoccupazioni, sollecitudini infinite, attese pazienti da parte di Dio. L’uomo può cessare di essere figlio. Può fare a meno del Padre. Può stare senza Dio. Può fuggire. Ma Dio non si rassegna a stare senza l’uomo. Dio ti ama personalmente, ti cerca pazientemente, rischia su di te. Lasciati trovare: non c’è un bastone che ti aspetta ma solo delle braccia che ti accolgono e delle spalle disposte a portarti.

 

 

SABATO 29 GIUGNO: SANTI PIETRO E PAOLO

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', TU SEI LA MIA VITA, ALTRO IO NON HO.

 

HANNO DETTO: Dio non è mai ciò che vedo, ciò che tocco; ma in ciò che vedo, io lo vedo; in ciò che tocco, io lo tocco. (Yves Raguin)

SAGGEZZA POPOLARE: Domani la misericordia di Dio sorgerà prima del sole. (antico Inno)

UN ANEDDOTO: L'anima di un uomo si presentò alle porte del Paradiso dove l'Angelo Guardiano la interrogò: - Dimmi, buon uomo, che cosa hai fatto nella tua vita? L'uomo prese a raccontare tutte le cose che aveva fatto nella sua esistenza, le attività svolte, le opere compiute, i doveri assolti, fino a che l'Angelo non lo interruppe soddisfatto. - Questo è quello che hai fatto negli anni della tua vita, ed era cosa buona, ma ora dimmi: cosa facevi in ogni tua giornata? Anche questa volta, l'uomo ebbe di nuovo molto da dire. Allora l'Angelo lo interruppe: - Il tuo giorno era pieno di cose buone, ma dimmi ancora: cosa facevi in ogni ora della tua vita? Pure questa volta l'uomo ebbe molte cose da dire. - Va bene! - gli disse infine l'Angelo. - Non resta che tu mi dica che cosa facevi in ogni tuo istante! Ma qui l'uomo ammutolì; ci pensò su, ma non seppe rispondere. Con rammarico senti che i suoi anni e i suoi giorni erano stati pieni, ma gli istanti erano rimasti vuoti. L'uomo s'inginocchiò allora davanti all'Angelo, chiuse gli occhi e colmò l'intero attimo del suo essere col dolore del suo pentimento. - Nell'ultimo istante - disse l'Angelo illuminandosi - tu hai compreso! E lo fece passare.

PAROLA DI DIO: At 12,1-11; Sal 33; 2Tm 4,6-8.17-18; Mt 16,13-19

 

Vangelo   Mt 16, 13-19

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Parola del Signore

 

“GESÙ, GIUNTO NELLA REGIONE DI CESARÈA DI FILIPPO, DOMANDÒ AI SUOI DISCEPOLI: “LA GENTE, CHI DICE CHE SIA IL FIGLIO DELL’UOMO?”

Oggi il mondo sembra andare avanti a base di statistiche e di sondaggi di opinione. Anche Gesù ha voluto fare un sondaggio su cosa la gente pensava di Lui?

Non credo! Intanto Gesù che conosce i cuori sapeva benissimo quali erano le opinioni e la fede che ciascuno aveva in Lui. A Gesù questa domanda serve unicamente per provocarne un’altra, quella più importante: “Che cosa ne pensi tu? Chi sono io per te?”. Che cosa rispondiamo? La nostra risposta può essere quella pappagallesca del catechismo: “Gesù è il Figlio di Dio incarnato, la seconda persona della Santissima Trinità. “Ma al Signore interessa poco la teologia. A Gesù interessi tu, la tua persona, il tuo cuore. La risposta, anche se non ti è facile esprimerla con la bocca, la stai già esprimendo con la tua vita, le tue scelte. Gesù c’entra con le tue scelte di famiglia, di lavoro? È Lui che guida i tuoi rapporti con gli altri? Senti il bisogno di Lui, della preghiera, dei sacramenti? Hai gioia nel saperti salvato da Lui? Senti il dovere di dire Gesù agli altri come la più bella esperienza della tua vita?

A Gesù non fanno né caldo né freddo i sondaggi sulla fede, sulla partecipazione alla Messa, sul celibato dei preti o sul sesso degli angeli, a Gesù non interessano i “salotti religiosi”, interessi tu. Non ha dato la vita sulla croce perché i teologi avessero modo di disquisire sulla redenzione, ha dato la vita per te.

 

 

DOMENICA 30 GIUGNO: 13^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: Santi primi martiri della chiesa romana; Santa Adelia.

Una scheggia di preghiera:

 

CHE IO SAPPIA SEGUIRTI OVUNQUE VORRAI, O SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Invece di lamentarvi perché Dio si è nascosto, rendetegli grazie per essersi tanto manifestato. E rendetegli grazie per non essersi manifestato ai dotti orgogliosi, indegni di conoscere un Dio così santo. (Pascal)

SAGGEZZA POPOLARE: I misteri del cielo si scrutano con gli occhi del cuore. (detto Birmano)

UN ANEDDOTO: Racconta Pananti: Un navigatore, gettato sopra una deserta isola, temeva ad ogni istante d'essere divorato dalle fiere o dai cannibali, quando, veduto un patibolo e a quello un uomo di fresco appiccato: «Lode al cielo - esclamò - sono in terra di uomini inciviliti».

PAROLA DI DIO: 1Re 19,16b.19-21; Sal 15; Gal 5,1.13-18; Lc 9,51-62

 

Vangelo Lc 9, 51-62

Dal vangelo secondo Luca

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio. Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio». Parola del Signore

 

“GESÙ PRESE LA FERMA DECISIONE DI METTERSI IN CAMMINO VERSO GERUSALEMME”.

Partendo dalla pagina del vangelo letta oggi Luca raccoglie il parlare e l’agire di Gesù come di un lungo viaggio che Gesù compie verso Gerusalemme. Un artificio letterario, certamente, questo interminabile viaggio verso la Passione morte e Resurrezione, che rivela al lettore di oggi, con disarmante semplicità, che la nostra vita è un viaggio, un percorso, un itinerario, un pellegrinaggio alla sequela di Gesù. Così, sembra dire, chi vuole davvero essere discepolo di Gesù non può che essere in cammino, mai troppo fermo sulle proprie posizioni, mai sclerotizzato intorno alle proprie convinzioni, ma sempre disponibile a seguire il vento dello Spirito. Facciamoci dunque qualche domanda: Non viviamo alle volte la fede, la religiosità come sedentari? In poltrona e pantofole? Dicendo: "So già, conosco, nessuna novità pericolosa per carità, che già faccio fatica a vivere quel po' di fede che ho". L'immagine di staticità che spesse volte diamo come comunità cristiana non è forse derivata semplicemente dal fatto che temiamo di muoverci per seguire Gesù? Certo, non confondiamo cammino con novità a tutti i costi, con l'originalità fine a sé stessa. No: qui l'atteggiamento è decisamente più profondo, è l'atteggiamento di Colui che mi chiede di seguirlo, mettendo i miei progetti, le mie sensibilità, le mie prospettive al secondo posto. Abbiamo bisogno di conversione, di freschezza, di autenticità, di novità di vita, questo ci dice Luca.

     
     
 

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