SCHEGGE E SCINTILLE
PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA
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a cura di: don_franco_locci@libero.it
GENNAIO 2019
MARTEDI 1° GENNAIO: MARIA SS. MADRE DI DIO
Tra i santi ricordati oggi: San Fulgenzio, vescovo; Santa Franca; San Guglielmo da Volpiano.
Una scheggia di preghiera:
PER TUTTO L'ANNO IL TUO VOLTO, O SIGNORE, BRILLI DAVANTI A NOI.
HANNO DETTO: Ciò che uno rifiuta in un minuto non glielo restituisce l’eternità. (Friedrich Schiller)
SAGGEZZA POPOLARE: La luce del sole è solo l’ombra di Dio.
UN ANEDDOTO: Qualche volta all'inizio d'anno si può essere pessimisti vedendo e prevedendo difficoltà. Nessuno può trovarsi in una situazione così disperata, da non avere neppure un motivo di gioia. Saperlo scoprire è frutto di forza d'animo e di umorismo. Un furfante, condotto al patibolo di lunedì, disse: “Bè, questa settimana promette bene”
PAROLA DI DIO: Nm 6,22-27; Sal 66; Gal 4,4-7; Lc 2,16-21
Vangelo Lc 2,16-21
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo. Parola del Signore
“MARIA, DA PARTE SUA, SERBAVA TUTTE QUESTE COSE, MEDITANDOLE NEL SUO CUORE”
Svegliarsi, magari un po’ imbambolati se abbiamo fatto la veglia notturna, e ritrovarsi in un anno nuovo... Il pessimista, dice: un anno in più”; l’ottimista: “un anno nuovo”; i più “tirano avanti” ieri come oggi. La Chiesa, invece, oggi ci presenta Maria, la Madre di Dio che davanti alle meraviglie che si sono manifestate nella sua vita e nella storia degli uomini, “conserva” e “medita” nel suo cuore. Davanti al trascorrere del tempo, davanti alla storia della nostra salvezza, davanti al mistero della vita, mi sembra l’atteggiamento più giusto. In mezzo ai petardi un po’ di silenzio non guasta. In mezzo alle tante parole vane, un po’ di contemplazione ci ridà il senso della vita. In mezzo a gente che cerca di esorcizzare la vita buttando via il suo tempo, è necessario “conservare” in noi i valori. Per poter vedere “brillare il suo volto su di noi” come ci dice la prima lettura di oggi, è necessario farci piccoli come Maria che però in quel Bambino, nato nella miseria, vede brillare il volto del suo Dio Salvatore.
MERCOLEDI 2 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: Santi Basilio e Gregorio Nazianzeno; Sant’ Adalardo di Corbie.
Una scheggia di preghiera:
FA' GESU' CHE IMPARIAMO A RICONOSCERTI VIVO IN MEZZO A NOI.
HANNO DETTO: Un uomo è tanto più rispettabile quante più sono le cose di cui si vergogna. (George Bernard Shaw)
SAGGEZZA POPOLARE: Non si può suonare l’inno della libertà con gli strumenti della violenza.
UN ANEDDOTO: Anatole France racconta che quando era bambino, avendo appena imparato a scrivere, volle scrivere un piccolo libretto. Decise di intitolarlo: “Chi è Dio”. Scritto il titolo decise di farlo vedere a sua madre che si complimentò con lui però gli disse: “Manca il punto interrogativo”. Anatole diceva: “ma io so chi è Dio!” e la madre insisteva: “E' meglio metterlo il punto interrogativo”. E tu lo metteresti o no quel punto interrogativo?
PAROLA DI DIO: 1Gv. 2,22-28; Sal. 97; Gv. 1,19-28
Vangelo Gv 1, 19-28
Dal vangelo secondo Giovanni.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elìa?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elìa, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando. Parola del Signore
“IN MEZZO A VOI STA UNO CHE VOI NON CONOSCETE”.
I contemporanei di Gesù non sapevano che in mezzo a loro c’era il Figlio di Dio, e hanno avuto bisogno di qualcuno che lo abbia loro indicato. Se oggi qualcuno ci dicesse che il Figlio di Dio è in mezzo a noi, che cosa succederebbe? Qualcuno si metterebbe a ridere e continuerebbe il proprio cammino, i giornalisti correrebbero a fare interviste esclusive e scoop. Le agenzie turistiche laiche e religiose si darebbero da fare per organizzare pellegrinaggi a prezzo stracciato, tutto compreso, dall’albergo alle immaginette. Io non sono Giovanni Battista, però mi sento autorizzato di dire a voi e a me: “In mezzo a noi sta uno che non conosciamo!”.
Sì, Gesù, il Figlio di Dio è veramente in mezzo a noi! È salito al cielo al termine della sua missione, ma dal giorno della sua incarnazione non ha mai più abbandonato la nostra realtà umana.
Ma dove trovarlo?
Come riconoscerlo?
Andando in chiesa?
Sì, le confessioni religiose cristiane ci presentano Gesù, ci aiutano a incontrarlo nella Scrittura, nei Sacramenti, ma Gesù non abita solo in chiesa e soprattutto non si lascia intrappolare dai dogmi, dalle teologie, neppure esclusivamente dalle liturgie e dai riti. Gesù è dove sei tu, dove vivi tu, Gesù è negli avvenimenti, nelle persone, nei poveri, nella travagliata storia dell’umanità. Non c’è bisogno di pellegrinaggi particolari per trovarlo, non c’è bisogno di interviste per sentire la sua voce, non c’è neppur bisogno di schemi per poterlo pregare, ma bisogna vederlo, bisogna incontrarlo.
GIOVEDI 3 GENNAIO: SANTISSIMO NOME DI GESÙ.
Tra i santi ricordati oggi: Santa Genoveffa, vergine; San Fiorenzo, vescovo; Sant’Antero, papa.
Una scheggia di preghiera:
AGNELLO DI DIO CHE TOGLI I PECCATI DEL MONDO, ABBI PIETA' DI NOI.
HANNO DETTO: Le liti non durerebbero a lungo sé il torto fosse da una parte sola. (François de La Rochefoucauld)
SAGGEZZA POPOLARE: Non sono i molti anni a dare la sapienza, né sempre i vecchi distinguono ciò che è giusto. (Giobbe 32,9)
UN ANEDDOTO:
Una volta San Pietro riunì gli angeli al suo servizio e tenne questo discorso:
Ragazzi, qui non tutto funziona alla perfezione. I nuovi arrivati, per esempio,
proprio quelli che sono qui da poco, diciamo da cento o duecento anni, hanno la
beatitudine, ma manca loro qualcosa. L'altra mattina ne ho incontrato uno tutto
sospiroso e gli ho chiesto: "Che cosa c'è che non va?" e lui: "Vorrei sapere se
quest'anno i limoni cresceranno bene". L'altro giorno, una signora mi ferma e mi
fa: "Scusate, prima di morire avevo piantato i pomodori; pensate che siano
maturati?" Voi capite che non posso passare tutto il tempo a tener sott'occhio
orti e giardini sulla terra Ho pensato che sarebbe utile fare un giornale. Fu,
un coro d'approvazione e di suggerimenti. L'arcangelo! Gabriele fu nominato
direttore del giornale e, pochi istanti dopo, il giornale era in distribuzione.
Andò a ruba. Bravi - disse San Pietro. - Però ho sentito che a qualcuno
interesserebbe sapere come stanno i nipotini. Il giorno dopo il giornale, che
era stato intitolato "Cielo e terra", era pieno di notizie sui bambini. San
Pietro si aggirò fra i beati per registrare i loro commenti. C'era chi si
mostrava soddisfatto ma anche chi buttava il giornale perché non parlava di
scontri sull'autostrada, di terremoti. San Pietro ebbe un'idea: - Portatemi un
giornalista terrestre. In un batter d'occhio, il giornalista fu alla presenza di
San Pietro. - Sentite un po': le notizie belle annoiano i beati, quelle brutte
li scontentano. Come vi regolereste? Il giornalista disse: - Secondo me non ci
sono notizie belle e brutte, ma solamente notizie vere e false. Bisogna sempre
raccontare la verità, tutta la verità! Ancora oggi non si sa che cosa abbia
risposto San Pietro al giornalista e come sia finito il giornale del Paradiso.
(Gianni Rodari)
PAROLA DI DIO: 1Gv.2,29-3,6; Sal 97; Gv. 1,29-34
Vangelo Gv 1, 29-34
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio». Parola del Signore
“GIOVANNI, VEDENDO GESU’ DISSE: ECCO L’AGNELLO DI DIO, ECCO COLUI CHE TOGLIE IL PECCATO DEL MONDO”.
Chi è Gesù?
Giovanni, ce lo indica con l’immagine dell’Agnello. Nel mondo pastorale l’agnello è la ricchezza del pastore, il suo mezzo di sussistenza, lo scopo del suo agire. Gesù, allora, è la pienezza della ricchezza di Dio che viene donata; in Lui confluiscono pienamente i doni che Dio aveva fatto precedentemente all’uomo. Gesù è la creatura nuova, cioè Colui che ricrea dal di dentro tutto il creato. Gesù porta a compimento la Legge: “Amare Dio con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutte le forze vale tutta la Legge e i profeti”. Gesù è la Parola totale e definitiva di Dio fatta carne. “In Lui ogni grazia”, è la pienezza della donazione. Ma, l’agnello, nel mondo ebraico, richiamava soprattutto l’agnello pasquale. Quell’agnello ucciso e mangiato per aver forza nel lungo viaggio verso la liberazione definitiva dalla prigionia e verso la terra promessa; quell’agnello il cui sangue aveva segnato gli stipiti delle porte delle case ebree evitando che l’Angelo della morte uccidesse i figli primogeniti. Gesù è la nuova Pasqua, la liberazione definitiva, la costituzione del nuovo popolo di Dio. L’agnello incaricato di togliere il peccato del mondo richiama poi anche la figura del capro espiatorio, quel capro che, una volta l’anno, veniva caricato di tutti i peccati di Israele e mandato a morire nel deserto per eliminare con la sua morte il male; e Gesù è venuto proprio per perdonare i peccati, anzi per eliminare il peccato. C’è poi ancora un ultimo riferimento che troviamo anche presente nella nostra attuale mentalità: l’agnello è sempre stato considerato simbolo della semplicità e della mitezza. In Gesù, alla potenza del peccato, Dio non contrappone la forza ma la mitezza e l’innocenza. Gesù non è il conquistatore, non è il potente, il violento, ma il mite (“Imparate da me che sono mite ed umile di cuore”), il non violento (“Riponi la spada perché chi di spada ferisce, di spada perisce”) e il suo regno è per i piccoli, in quel regno chi comanda serve, chi perde guadagna. L’agnello non ha pretese, non si mostra aggressivo, non minaccia, non possiede mezzi per farsi rispettare, eppure vince il male. Anche la Chiesa, anche noi nella lotta quotidiana contro il male dovremmo davvero smetterla di urlare, di far finta di scandalizzarci, di creare nuovo male per combatterlo. L’unica strada per far sloggiare il male è la semplicità e l’amore, un amore che sa donare tutto come quello dell’Agnello innocente, muto, condotto al macello per dare la sua vita per noi.
VENERDI’ 4 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Celso, vescovo; Santa Elisabetta di Seton.
Una scheggia di preghiera:
GUIDA I NOSTRI PASSI, SIGNORE.
HANNO DETTO: L’uomo è un piccolo mondo. (Democrito di Abdera)
SAGGEZZA POPOLARE: La povertà è necessaria per amare. Perché se hai cose, dalle cose; solo quando hai nulla, dai te stesso, cioè ami.
UN ANEDDOTO: Certamente qualcuno ti ha sorriso stamattina, anche se tu non te ne sei accorto. Certamente qualcuno aspetta il tuo sorriso, oggi. Se entri in una chiesa e spalanchi la tua anima al silenzio, ti accorgerai che Dio, per primo, ti accoglie con un sorriso.
PAROLA DI DIO: 1Gv. 3,7-10; Sal. 97; Gv. 1,35-42
Vangelo Gv 1, 35-42
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro. Parola del Signore
“RABBÌ – CHE, TRADOTTO, SIGNIFICA MAESTRO –, DOVE DIMORI?”
La domanda che i due discepoli di Giovanni fanno a Gesù è anche la nostra domanda: “Signore, dove ti posso trovare, incontrare?” Spesso facciamo esperienza di una quasi assenza di Dio nel nostro mondo: “Dove sei, Signore, mentre migliaia di persone stanno morendo di fame? Dove eri mentre affondava quel barcone con il suo carico di figli tuoi?”
Altre volte ci sembra di dover andare a cercare l’abitazione di Dio chissà dove: “Dio sarà in quel monastero? Sarà in quella esperienza religiosa. “Venite e vedrete” risponde Gesù a quegli apostoli e anche a noi. È come se ci dicesse: “Non perderti in chiacchiere, in supposizioni, in teorie, in fumose teologie spiega-tutto comincia a seguirmi, a starmi dietro, ad incontrarmi nella Parola, nella preghiera, nella natura, in te stesso, non chiederti dove andremo ma mettiti in cammino; non ti risolverò tutti i problemi, ma ti offro me stesso!”.
SABATO 5 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Edoardo, Re; Santa Emiliana; San Simeone, Stilita.
Una scheggia di preghiera:
COM'E' BELLO SIGNORE CAMMINARE CON I FRATELLI.
HANNO DETTO: Infine che cos'è l’uomo nella natura? Un niente in confronto all’infinito, un tutto in confronto al niente, qualcosa di mezzo fra niente e tutto. (Blaise Pascal)
SAGGEZZA POPOLARE: Nessuno è mai caduto in povertà per aver fatto troppa carità. (Detto comune)
UN ANEDDOTO: Non aspettare mai domani per dire a qualcuno che l'ami. Fallo subito
Non pensare: «Ma mia madre, mio figlio, mia moglie...lo sa già”. Forse lo sa. Ma tu ti stancheresti mai di sentirtelo ripetere? Non guardare l'ora, prendi il telefono: «Sono io, voglio dirti che ti voglio bene”. Stringi la mano della persona che ami e dillo: “Ho bisogno di te! Ti voglio bene, ti voglio bene, ti voglio bene...». L'amore è la vita. Vi è una terra dei morti e una terra dei vivi. Ciò che li distingue è l'amore.
PAROLA DI DIO: 1Gv. 3,11-21; Sal.99; Gv. 1,43-51
Vangelo Gv 1, 43-51
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nazareth». Natanaèle gli disse: «Da Nazareth può venire qualcosa di buono». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbi, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo». Parola del Signore
“FILIPPO DISSE A NATANAELE: VIENI E VEDI”.
Tutta la Chiesa, sempre più, riscopre la propria vocazione missionaria: se Dio con Gesù ci ha dato la sua luce, questa non è da nascondere ma da portare ad altri perché anche altri possano gioirne. Ma spesso ci chiediamo: “Che cosa devo fare per essere missionario?” Mi sembra che il brano di vangelo odierno ci dia “le dritte” essenziali della missionarietà. Filippo è uno chiamato direttamente da Gesù, potremo paragonarlo a noi che siamo nati in ambiente cristiano e che siamo stati chiamati alla fede fin dalla nostra infanzia. Ma Filippo non è un “abituè” della fede, la sente come un qualcosa che lo agita, lo indirizza, lo porta agli altri: come Gesù ha amato lui, anche lui sente il bisogno di amare i suoi fratelli: la missione di ogni cristiano parte dunque da un incontro con Gesù, dall’esserci lasciati infiammare dal suo amore, dal provare un desiderio di benevolenza e di amore verso gli altri. Si annuncia Gesù perché si vuole bene a Lui ma anche perché si vuole bene al prossimo cui lo si annuncia. Filippo poi ha talmente fiducia in Gesù che non si lascia smontare neanche dalle critiche di Natanaele. Non si mette a discutere con lui, gli porta unicamente la propria esperienza e lo invita a sua volta a ‘fare esperienza di Gesù’. La fede non è questione di discussione religiosa, non è portare le prove a difesa di Dio, di Gesù e del Vangelo, non è spiegare per filo e per segno i misteri (se fossero spiegabili non sarebbero misteri) non è neanche far sentire peccatori per poter annunciare un liberatore, è invece dire con gioia ciò che essa ha suscitato in noi, quello che essa sta operando. Mi chiedo allora se spesso noi non siamo missionari per il semplice fatto che la fede non ci smuove più, non ci entusiasma, non ci cambia continuamente.
DOMENICA 6 GENNAIO: EPIFANIA DEL SIGNORE
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Epifanio Vescovo, San Macario lo Scozzese.
Una scheggia di preghiera:
PADRE, TU CI HAI DONATO GESU' E NOI, CON LUI, CI RIDONIAMO A TE.
HANNO DETTO: Quando si dice la verità non bisogna dolersi di averla detta. La verità è sempre illuminante. Ci aiuta ad essere coraggiosi. (Aldo Moro)
SAGGEZZA POPOLARE: Il nemico del padre molto difficilmente diventa amico del figlio. (Antico proverbio)
UN ANEDDOTO: Con le nostre infantili e paurose visioni del giudizio universale abbia pensato che Dio abbia un librone in cui sono annotati per filo e per segno tutti i nostri peccati. Non esiste nessun libro dove vengono annotati i peccati. Dio non conserva nessun registro, nessun catalogo. Egli ci vede nel momento presente e ci avvolge con un amore incondizionato.
PAROLA DI DIO: Is 60,1-6; Sal 71; Ef 3,2-3a.5-6; Mt 2,1-12
Vangelo Mt 2,1-12
Dal vangelo secondo Matteo
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese. Parola del Signore
“GLI OFFRIRONO IN DONO ORO, INCENSO E MIRRA”
Certamente i doni che i Magi portano a Gesù sono simbolici: regalità, onore, consacrazione e anticipo della sua morte redentrice, ma a me piace pensare proprio al gesto del donare. Che cosa si può donare a un Dio che è Signore di tutte le cose? Che cosa si può dare a Colui che è il dono più grande? Gesù accetta i doni; probabilmente almeno il dono dell’oro sarà servito a Giuseppe e Maria nella fuga in Egitto ma certamente Gesù accetta il dono della riconoscenza di coloro che hanno fatto un così lungo viaggio per incontrarlo. Non conta tanto quello che tu puoi dare a Dio o ai fratelli, conta, se hai capito il dono gratuito e continuo di Dio, l’offerta di te stesso. Non importa se hai solo cinque pani e pochi pesciolini per sfamare cinquemila persone, importa che tu li metta a disposizione di Dio con te stesso: al resto ci pensa Lui.
LUNEDI’ 7 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Carlo da Sezze; San Luciano, Martire, San Raimondo da Penaford, sacerdote.
Una scheggia di preghiera:
TU, GESU', SEI L'UNICA PAROLA CHE SALVA CORPO E ANIMA.
HANNO DETTO: La speranza è il miglior medico che io conosca. (A. Dumas)
SAGGEZZA POPOLARE: L’uomo ti guarda in faccia, il Creatore nel profondo. (Vecchio detto)
UN ANEDDOTO: I Padri del deserto raccontano la storia di un anziano che digiunò per settanta settimane mangiando una volta alla settimana. Voleva una risposta da Dio a proposito di un passo delle Scritture e Dio continuava a non svelargliene il significato. Allora si disse: “Ecco, ho fatto tutta fatica e non m'è servito a nulla; andrò a chiederlo a un fratello”. Appena chiuse la porta per andarsene, gli fu inviato un angelo del Signore, che gli disse: «Le tue settanta settimane di digiuno non ti hanno avvicinato a Dio, ma ora che ti sei umiliato al punto da andare da tuo fratello ti sono stato inviato a spiegarti il senso del passo della Scrittura”. Gli svelò il senso di ciò che chiedeva, e poi si allontanò da lui.
PAROLA DI DIO: 1Gv. 3,22-4,6; Sal. 2; Mt. 4,12-17.23-25
Vangelo Mt 4, 12-17. 23-25
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nazareth e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta». Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano. Parola del Signore
“GESÙ PERCORREVA TUTTA LA GALILEA, INSEGNANDO NELLE LORO SINAGOGHE, ANNUNCIANDO IL VANGELO DEL REGNO E GUARENDO OGNI SORTA DI MALATTIE E DI INFERMITÀ NEL POPOLO”. L’amore di Gesù comincia a manifestarsi. Sono passati parecchi anni dal giorno della venuta dei magi. Quel Bambino è cresciuto in età, in sapienza, in grazia. Dio ha vissuto segretamente nel mondo per circa trent’anni. Dio ha gustato le gioie della vita della famiglia, ha sofferto le prove della vita quotidiana, Lui il Creatore si è guadagnato il pane quotidiano con il sudore della sua fronte, si è preparato nella preghiera alla sua missione. Ma quando questo suo amore comincia a manifestarsi per gli uomini lo fa in due modi: la parola e i gesti concreti di liberazione e di amore. Gesù è il “Verbo”, la Parola di Dio fatta uomo, dunque una parola forte, creatrice, sicura, veritiera; se delle parole degli uomini spesso possiamo dubitare, di quella di Gesù no, perché è la parola di Dio. Oltretutto è anche semplice, ci chiede di partire dalla conversione, cioè dal riconoscere le nostre povertà e la grandezza della misericordia di Dio che ci salva là dove da soli non possiamo nulla, per poter così entrare nel Regno di Dio, quel regno che Gesù manifesta con gesti di liberazione: “curava ogni sorta di malattie e di infermità del popolo”. E in questi due atteggiamenti (parlare con parole di Dio e agire per il bene del prossimo) è raccolto anche il compito del cristiano. Parlare con Parole di Dio non vuol dire diventare tutti predicatori, non vuol neanche dire diventare persone che asfissiano il prossimo con lunghe discussioni religiose (che spesso lasciano le persone come le trovano, al massimo più stufe di prima), non consiste neanche nel chiedere ai fratelli di partecipare a innumerevoli incontro di catechesi dove qualcuno si fa maestro e altri devono subire da allievi, consiste nel far trapelare che la nostra vita è guidata dalla Parola del Signore, che è Lui che mi sprona a cercare la strada del perdono e non della vendetta, che è la speranza in Lui che mi fa sorridere anche se in mezzo alle difficoltà, che è la fede nella risurrezione in Cristo che mi fa vivere quel lutto che tanto mi rattrista e mi lascia solo, con la sicurezza che i nostri rapporti con chi è morto non sono spezzati definitivamente ma solo mutati. Ma anche un Parola che mi spinge alla concretezza. Se io e te scopriamo di essere amati da Dio sarebbe assurdo che non ci amassimo vicendevolmente anche se siamo così diversi, anche se i nostri caratteri non sempre collimano facilmente. Se Cristo mi ha liberato dal mio egoismo devo farti vedere la mia generosità. Se Gesù ama i poveri, i malati, gli ultimi, io cristiano perdonato ed amato non devo dimostrare la stessa cosa? E facendo questo non divento forse la continuazione dell’opera e dell’annuncio di Gesù?
MARTEDI’ 8 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Massimo di Pavia; San Severino, Sant’Adreghino.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, NESSUNO TI BATTE IN GENEROSITA'.
HANNO DETTO: Incomincia con l’ammirare ciò che Dio ti mostra, e non avrai il tempo per cercare ciò che egli ti nasconde. (A. Dumas)
SAGGEZZA POPOLARE: La pace è per il mondo quello che è il lievito per la pasta. (Talmud)
UN ANEDDOTO: Nel Talmud, che riunisce la saggezza dei maestri ebrei dei primi cinque secoli è scritto: "Nel mondo a venire, ciascuno di noi sarà chiamato a rendere conto di tutte le belle cose che Dio ha messo in terra e che abbiamo rifiutato di vedere".
PAROLA DI DIO: 1Gv. 4,7-10; Sal. 71; Mc.6,34-44
Vangelo Mc 6, 34-44
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci». E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini. Parola del Signore
‘E DEI PEZZI DI PANE PORTARONO VIA DODICI CESTE PIENE E QUANTO RESTAVA DEI PESCI”.
Quelle ceste di pani e pesci avanzati mi hanno sempre colpito. Prima erano vuote, ed ora, dopo che con la moltiplicazione dei pani, le pance e i cuori si sono riempiti, esse sono ancora piene. Quando il cuore è vuoto, ma ha fame di Dio e dei suoi valori, è il momento migliore per Gesù di donarci sé stesso, la sua parola. Ma è tale l’abbondanza del dono che ne avanza anche per altri. Chi si lascia amare dal Signore, non solo è saziato da Lui ma la sua gioia si riversa sugli altri. Noi ci lamentiamo spesso che il nostro cristianesimo si rattrappisce su sé stesso, stenta a comunicarsi, non converte altri. Non sarà forse perché le nostre “ceste” sono piene di noi stessi, di tradizioni, di parole di Chiesa, ma vuote di Dio e di suo Figlio Gesù?
Se ci accorgiamo di questo non spaventiamoci neppure troppo. Basta buttare via l’inutile, rendere vuote le ceste e poi lasciarle riempire da Lui. Quando ci saremo saziati di Lui, statene certi, certamente ci saranno ancora tanti pani per saziare la fame di altri.
MERCOLEDI’ 9 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Adriano, Abate; Santi Giuliano e Balista, Martiri; San Marcellino.
Una scheggia di preghiera:
GESU', SALVACI! STIAMO ANNEGANDO!
HANNO DETTO: Dio non cessa di esistere quando gli uomini cessano di credere in lui. (G. Greene)
SAGGEZZA POPOLARE: Esiste un uomo perché esisteva un bambino: se calpesti un germoglio non nascerà mai un albero.
UN ANEDDOTO: San Giovanni Climaco, monaco del monastero del Sinai, vissuto nel secolo VII, in una sua opera monumentale riferisce questa strana intervista: «Un solitario interrogò un giorno l’ira: “Rivelami, o passione criminale, chi è tuo padre, chi tua madre e i tuoi figli, e chi sono coloro che ti combattono e ti mettono a morte!” L’ira, il più riconoscibile dei peccati, rispose: “Ho diversi padri, il primo è l’orgoglio; ho per madre la sensibilità e l’amor proprio; miei figli sono l’inimicizia, i rancori, le contese, l’odio. I miei nemici sono la dolcezza e l’umiltà: non posso neppure respirare in loro presenza”» (San Giovanni Climaco)
PAROLA DI DIO: 1Gv. 4,11-18; Sal.71; Mc. 6,45-52
Vangelo Mc 6, 45-52
Dal vangelo secondo Marco
Dopo che i cinquemila uomini furono saziati], Gesù subito costrinse i suoi discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, a Betsàida, finché non avesse congedato la folla. Quando li ebbe congedati, andò sul monte a pregare. Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli, da solo, a terra. Vedendoli però affaticati nel remare, perché avevano il vento contrario, sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare, e voleva oltrepassarli. Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: «È un fantasma!», e si misero a gridare, perché tutti lo avevano visto e ne erano rimasti sconvolti. Ma egli subito parlò loro e disse: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». E salì sulla barca con loro e il vento cessò. E dentro di sé erano fortemente meravigliati, perché non avevano compreso il fatto dei pani: il loro cuore era indurito. Parola del Signore
"VENUTA LA SERA, LA BARCA ERA IN MEZZO AL MARE ED EGLI, DA SOLO, A TERRA”
Il mare in tempesta, con tutte le sue incognite, era per gli Ebrei, l'espressione delle forze del male scatenate. Gesù ha comandato agli apostoli di prendere il largo: è andato a pregare. “Andate in tutto il mondo e predicate!" È bello, entusiasmante ma solo per poco tempo. Cominciano presto a scatenarsi intemperie, prese in giro, persecuzioni, e arrivano anche le prove interiori. Ma quello che lascia più perplessi è che Gesù, che pur ha promesso: "Sarò con voi tutti i giorni", sembra non esserci: e andato nel suo "cielo", è là che prega! c'è da scoraggiarsi!
Ma la preghiera di Gesù non è un mettersi le mani sugli occhi (vi ricordate: ci insegnavano a fare così dopo la Comunione!), non è un semplice contemplare Dio, è un portare con sé gli apostoli a Dio. Gesù prega suo Padre ma con un occhio continua a seguire quella barchetta dei suoi amici che arranca sul lago, tant'è che a un certo punto quando vede che non ce la fanno più, lascia la preghiera e addirittura si mette a camminare sulle acque per essere loro vicino!
GIOVEDI’ 10 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agatone, Papa; Sant’Aldo, Monaco; San Guglielmo di Burges, Vescovo
Una scheggia di preghiera:
È ADESSO CHE POSSO DIRTI: TI AMO O MIO SIGNORE.
HANNO DETTO: Il miglior modo di onorare i santi è di imitarli. (Erasmo da Rotterdam)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi diffida di tutti merita meno fiducia di tutti.
UN ANEDDOTO: Una sera alcuni nomadi si stavano preparando a ritirarsi per la notte, quando all’improvviso furono circondati da una grande luce. Sapevano di essere in presenza di un essere celestiale. Con grandi speranze attendevano un messaggio celeste di grande importanza che sapevano rivolto particolarmente a loro. Alla fine si udì una voce: "Raccogliete tutti i sassi che potete. Metteteli nelle bisacce dei cavalli. Viaggiate per una giornata intera e la sera di domani vi troverà lieti e vi troverà tristi". I nomadi si confidarono l’un l’altro la propria delusione e la propria rabbia. Si attendevano la rivelazione di una grande verità universale che avrebbe consentito loro di creare ricchezza, salute e uno scopo per il mondo. Invece era stato loro affidato un compito umile che per loro non aveva alcun senso. Tuttavia il ricordo del fulgore del loro visitatore indusse ognuno a raccogliere alcuni sassi e a depositarli nelle bisacce pur esprimendo la propria contrarietà. Viaggiarono per tutta la giornata e quella sera nell’accamparsi andarono a guardare nelle bisacce e scoprirono che ogni sasso da loro raccolto si era trasformato in un diamante. Furono lieti di avere i diamanti. Furono tristi per non avere raccolto un maggior numero di sassi.»
PAROLA DI DIO: 1Gv. 4,19-5,4; Sal. 71; Lc. 4,14-22
Vangelo Lc 4, 14-22
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nazareth, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca. Parola del Signore
“RIAVVOLSE IL ROTOLO... ALLORA COMINCIÒ A DIRE LORO: OGGI SI È COMPIUTA QUESTA SCRITTURA CHE VOI AVETE ASCOLTATO”
Gesù sa che la Scrittura è ieri come ricordo e memoria, è domani come profezia è speranza ma è soprattutto oggi. Quando apriamo quel libro che odora di secoli e di notizie della nostra storia che è la Bibbia non dobbiamo sentire l'odore della muffa o della carta ingiallita dagli anni, ma la fragranza del pane fresco, appena sfornato. Noi, adesso, siamo l'"oggi" della Parola di Dio, essa si deve realizzare "oggi" nella comunità, nella famiglia, nella mia vita. "Oggi" passa in fretta: attento a non perdere l'appuntamento con la tua e la sua storia.
VENERDI’ 11 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Igino, Papa; Santa Liberata, martire, Sante Speciosa e Onorata di Pavia.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, SE VUOI PUOI PURIFICARMI.
HANNO DETTO: Il grido del povero sale fino a Dio, ma spesso non arriva all’orecchio dell’uomo. (F. R. de Lamennais)
SAGGEZZA POPOLARE: La reputazione del tuo prossimo ti sia cara quanto la tua. (Talmud)
UN ANEDDOTO: La maggior parte di noi non vincerà i grandi premi della vita. Non diventerà milionario, non sarà eletto presidente, né vincerà il Nobel. Ma possiamo goderci i piccoli piaceri della vita. Una carezza sulla spalla. Un bacio sulla guancia. La luna piena. Un posto libero in un parcheggio. Un fuoco scoppiettante. Un bel tramonto. Goditi le piccole delizie della vita. Ce ne sono in abbondanza per ognuno di noi.
PAROLA DI DIO: 1Gv. 5,5-13; Sal. 147; Lc. 5,12-16
Vangelo Lc 5, 12-16
Dal vangelo secondo Luca
Un giorno, mentre Gesù si trovava in una città, ecco, un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò dinanzi, pregandolo: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». Gesù tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii purificato!». E immediatamente la lebbra scomparve da lui. Gli ordinò di non dirlo a nessuno: «Va’ invece a mostrarti al sacerdote e fa’ l’offerta per la tua purificazione, come Mosè ha prescritto, a testimonianza per loro». Di lui si parlava sempre di più, e folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro malattie. Ma egli si ritirava in luoghi deserti a pregare. Parola del Signore
“VA’ MOSTRATI AL SACERDOTE E FA’ L’OFFERTA PER LA TUA PURIFICAZIONE”.
Il fatto che Gesù, dopo aver guarito un lebbroso, lo mandi, secondo la legge di Mosè, dai sacerdoti perché constatino la sua guarigione e lo reintegrino nella società civile, mi suggerisce due brevi riflessioni. La prima è che Gesù guarisce l’uomo nella sua totalità: a Lui non basta lo strabiliante miracolo della guarigione dalla lebbra, gli sta anche a cuore che l’ex lebbroso sia nuovamente considerato un uomo con tutti i diritti. La stessa cosa succede quando Gesù perdona: perdona sul serio. Non ritorna più sul male commesso, anzi ci vuole totalmente nuovi, liberi, capaci di amare. La seconda riflessione mi fa pensare al fatto che Gesù, che contesta il modo ipocrita di comportamento e di uso del potere religioso da parte dei farisei, scribi, dottori della legge, sommi sacerdoti, non contesta né la Legge, né la chiesa di allora. Gesù, fin da bambino, parla e discute con i dottori del tempio, è fedele alle usanze rituali del pellegrinaggio al Tempio di Gerusalemme una volta all’anno, al sabato va alla sinagoga, invita ad osservare la Legge. Noi, qualche volta, vedendo alcuni mali nella Chiesa e contestandoli, non ci fermiamo ad essi e vorremmo distruggere tutto. Attenzione, però: io posso cercare di purificare un fiume inquinato, ma se devio il fiume non avrò più acqua.
SABATO 12 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Ricci; Sant’Arcadio, Martire; San Benedetto Biscop.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE FACCI FURBI!
HANNO DETTO: Il reciproco amore fra chi apprende e chi insegna è il primo e più importante gradino verso la conoscenza. (Erasmo da Rotterdam)
SAGGEZZA POPOLARE: L’affetto nutre quanto l’odio consuma. (Proverbio Norvegese)
UN ANEDDOTO: Bisogna sempre distinguere tra contentezza e felicità: La maestra dice a Sara: "Bravissima, sono molto contenta di te e ti do 9!" "Maestra, ma se vuole essere davvero felice perché non mi dà 10?"
PAROLA DI DIO: 1Gv.5,14-21; Sal. 149; Gv.3,22-30
Vangelo Gv 3, 22-30
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea, e là si tratteneva con loro e battezzava. Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché là c’era molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. Giovanni, infatti, non era ancora stato gettato in prigione. Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione rituale. Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbi, colui che era con te dall’altra parte del Giordano, e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui». Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire». Parola del Signore
“NACQUE ALLORA UNA DISCUSSIONE TRA I DISCEPOLI DI GIOVANNI E UN GIUDEO RIGUARDO ALLA PURIFICAZIONE RITUALE”
Solite, terribili discussioni religiose! Stiamo a Discutere sulla virgoletta e ci scappa nientemeno che Dio. Io sono discepolo di Charles de Foucauld, Io di Chiara Lubich, Io di quel frate che è carismatico ed Io di quel prete che predica “da urlo!”. Io sono migliore di te. La storia ma dà ragione. Se fossero tutti come me, sì che ci sarebbe fede... e ci si divide, la carità va a farsi benedire insieme alla verità che diventa sempre più complicata e nascosta e alla giustizia che invocata diventa spada fiammeggiante contro i miei “nemici religiosi”. Giovanni è venuto per invitare alla conversione e alla preparazione e accoglienza del Messia. Gesù è venuto per parlarci di un regno di misericordia dove gli ultimi hanno il primo posto nel cuore di un Dio che non è più “il Dio degli eserciti” ma il Dio fatto ultimo per noi e noi ci facciamo la guerra in nome di presunte verità religiose che non ci cambiano di una virgola ma che ci fanno perdere Dio. Non scandalizzatevi ma oggi vi propongo come scheggia di preghiera: “Signore, facci furbi!”
DOMENICA 13 GENNAIO: BATTESIMO DEL SIGNORE ANNO C
Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Ilario, Vescovo e Dottore della Chiesa; Sant’Agricio, Vescovo.
Una scheggia di preghiera:
IL TUO NOME SU DI ME È STATO INVOCATO: SALVAMI SIGNORE GESU'.
HANNO DETTO: Ci sono delle persone che sono state ritenute coraggiose perché avevano troppa paura per scappare. (T. Fuller)
SAGGEZZA POPOLARE: Le parole sono dei nani, gli esempi dei giganti. (Proverbio Svizzero)
UN ANEDDOTO: Un docente universitario inviò i suoi studenti di sociologia nei quartieri poveri di Baltimora per raccogliere dati sulla situazione sociale di duecento ragazzi. Gli studenti dovevano scrivere una valutazione sul futuro di ciascun ragazzo. In ogni caso scrissero: “Non ha possibilità”.
Venticinque anni dopo, un altro docente di sociologia trovò per caso lo studio precedente e incaricò i suoi allievi di compiere un’indagine di controllo per vedere che cosa ne fosse stato di quei ragazzi. Con l’eccezione di venti di loro che si erano trasferiti o erano morti, si apprese che 176 dei rimanenti 180 avevano ottenuto un successo superiore alla media in qualità di avvocati, medici e uomini d’affari. Il docente rimase sbalordito e decise di approfondire l’argomento. Per fortuna tutti gli uomini si trovavano nella zona e il professore fu in grado di domandare a ciascuno: “Come spiega il suo successo?”. In ogni caso la risposta emozionata fu: “Merito dell’insegnante!”. L’insegnante era ancora viva, per cui il professore la rintracciò e domandò all’anziana, ma ancora arzilla signora, quale formula magica avesse usato per far uscire quei ragazzi dai bassifondi e dar loro un futuro di successo. Gli occhi dell’insegnante brillarono e le labbra si incresparono in un lieve sorriso. “Davvero è molto semplice – disse – Ho voluto bene a quei ragazzi!”
PAROLA DI DIO: Is 40,1-5.9-11; Sal 103; Tt 2,11-14; 3,4-7; Lc 3,15-16.21-22
Vangelo Lc 3,15-16.21-22
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento». Parola del Signore
“IL CIELO SI APRÌ E DISCESE SOPRA DI LUI LO SPIRITO SANTO”.
la festa di oggi ci ricorda proprio l’investitura di Gesù nello Spirito per la sua missione di salvezza.
Quello Spirito che “aleggiava sulle acque” alla creazione, “apre i cieli” e scende su Gesù, il Figlio per fare una creazione nuova, quella dei redenti nel suo sangue. È lo stesso Spirito che, scendendo su di noi fin dal giorno del nostro Battesimo ci ha rivestiti di Gesù e ci autorizza ad essere testimoni del suo amore. Lo Spirito della pace che scende su Gesù segno di pace tra Dio e gli uomini è lo stesso che ci può rendere portatori di pace. Ed è ancora lo Spirito che ci fa riconoscere Gesù come Figlio di Dio e che con “gemiti inenarrabili” ci fa rivolgere a Dio col nome di Padre: “Vieni, dunque, Spirito Santo ed effondi su di noi il tuo amore”.
LUNEDI’ 14 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Felice; Santa Macrina l’Anziana; San Saba.
Una scheggia di preghiera:
VENGA IL TUO REGNO.
HANNO DETTO: Il tuo zelo sia fervido, sia cauto, sia invincibile. Il tuo zelo sia infiammato dalla carità, plasmato dalla scienza, sostenuto dalla costanza. (San Bernardo)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi butta paglia sul fuoco può bruciarsi la mano. (Proverbio)
UN ANEDDOTO: Quando il Professor Toniolo poteva aiutare qualcuno, lo faceva volentieri. Uno studente che era stato agevolato da lui in tutti i modi leciti si presentò all' esame con superficialità e spensieratezza. Essendo a conoscenza che il Professore era un uomo pio, iniziò col dire: «La Divina Provvidenza ...». «La Divina Provvidenza l'aiuterà all'esame di ottobre», completò il Toniolo; poi aggiunse: «Se lei si darà premura di studiare come è suo dovere».
PAROLA DI DIO: Eb 1,1-6; Sal 96; Mc 1,14-20
Vangelo Mc 1, 14-20
Dal vangelo secondo Marco
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. Subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui. Parola del Signore
“IL TEMPO È COMPIUTO E IL REGNO DI DIO È VICINO; CONVERTITEVI E CREDETE AL VANGELO”.
“Il Regno è qui, è vicino” diceva Gesù ai suoi contemporanei. Ancora più vicino è oggi secondo la sua parola. “Ma dov’è il tuo Regno?
Vedo regni terreni fondati sulla potenza, sul denaro, sulla violenza. Vedo la verità nascosta in mezzo a nugoli di menzogne, vedo l’amore degradato, vedo la giustizia fatta su misura per ricchi e potenti, vedo milioni di persone morire per fame, vedo una natura meravigliosa ma ostile... Dov’è il tuo regno di giustizia, di pace, di verità, d’amore? Anche dentro di me scopro bene e male in continua lotta, verità e menzogna che sussistono, fede e dubbi che si danno la mano, speranze uccise dalla rassegnazione”. Non c’è bisogno di andar a cercare Dio lontano, di percorrere strade di filosofia, di saggezza… con Gesù Dio è il Dio-con-noi. Parla il nostro linguaggio, vive la nostra realtà quotidiana, conosce il nostro gioire e soffrire. Il suo regno è ben diverso da quelli terreni, non è potere ma servizio, non è condanna ma misericordia, non è contrapposizione ma fratellanza. “Convertitevi e credete al Vangelo”. Tutto ti viene offerto gratuitamente oggi, sta però a te, uomo considerato degno di scegliere liberamente, rivolgerti verso Lui, lasciare le false sicurezze degli idoli o del pensare di salvarsi da solo e accogliere il Vangelo. Ma questa conversione ci costa, è difficile? La conversione è al Vangelo, ad una buona notizia, dunque non a un qualcosa di tetro, di pesante. Se qualche rinuncia c’è da fare è solo per ottenere una gioia più profonda, per incontrare mio fratello Gesù che è Dio. Davvero la nostra fede non è tristezza, ma gioia!
MARTEDI’ 15 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Cosma il Melode; San Faustino, Martire; San Mauro; San Romedio.
Una scheggia di preghiera:
LA TUA PAROLA E LA CARITA': SIANO ESSE A GUIDARCI.
HANNO DETTO: Si può entrare nel regno di Dio anche dal nero portale del peccato. (Giovanni Papini)
SAGGEZZA POPOLARE: Io voglio contare, non essere contato.
UN ANEDDOTO: Attenzione ad usare animali come metro del nostro essere: Se tutto il giorno sei attivo come un'ape, lavori come un cavallo e alla fine della giornata sei stanco come un cane, vai da un veterinario; forse sei un asino.
PAROLA DI DIO: Eb 2, 5-12; Sal 8; Mc 1,21b-28
Vangelo Mc 1, 21-28
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. Parola del Signore
“GESÙ, ENTRATO DI SABATO NELLA SINAGOGA, [A CAFARNAO,] INSEGNAVA”.
In questa prima manifestazione di Gesù alla gente possiamo riscoprire le caratteristiche che dovrebbe assumere ogni predicazione e testimonianza cristiana. Gesù inizia la sua predicazione dalla sinagoga e nel giorno consacrato a Dio che era il sabato, in seguito predicherà ovunque, ma l’inizio è nella tradizione. Gesù è la continuazione e il completamento delle Scritture. Tutto ciò che è prima di Lui non è da buttare. Gesù parla con autorità. Non è semplicemente un lettore, un ripetitore. È la Parola e questa Parola è come “spada tagliente che lascia una ferita”. Le sue non sono chiacchiere religiose o morali, sono una parola unica e definitiva. Gesù con la sua parola e la sua persona è opposizione a tutto ciò che è male. Il Male si scopre davanti a Lui, si sente toccato e si ribella. E, notiamolo, contemporaneamente il male non può fare a meno di riconoscere pubblicamente chi sia Gesù. Le parole di Gesù sono talmente forti che vincono il male e lo cacciano. Il timore e lo stupore sono il primo terreno adatto per poter arrivare all’accoglienza di Gesù. Un buon testimone di Gesù (e ciascuno di noi dovrebbe esserlo) dovrebbe avere o tentare di avere i suoi stessi atteggiamenti e le sue stesse caratteristiche. Cominciamo dalla nostra realtà: è inutile che io sogni chissà quali missioni se non so cominciare da casa mia. Certa gente che dice di essere testimone in tanti gruppi, impegnata in tante attività, la voglio vedere prima in casa propria, con i propri genitori o figli, prima nel ‘buco’ non gratificante della propria parrocchia e poi, allora, crederò anche alle altre opere. E cominciamo anche dalle cose limitate, che devono trovare compimento come, ad esempio, la messa domenicale, magari non bella come una messa di gruppo, la fatica della testimonianza incompresa nel proprio posto di lavoro, la pazienza che devi mettere la ventesima volta con il tuo vicino di casa. La Parola di Dio, poi, non è una parola da salotto, è Gesù Cristo; non è la parola del “buon senso”, della diplomazia, degli equilibri. È la parola decisa, misericordiosa, liberante, seria, impegnativa, e noi dobbiamo essere segno concreto di questa parola. La nostra vita dovrebbe rifletterla, le nostre scelte manifestarla. A volte le parole sono perfino superflue a testimoniare la Parola, il viverla è sempre necessario. Se è così non c’è bisogno di andare a caccia del male, è il male stesso che, riconoscendo Gesù, si manifesta, ne ha paura, né può essere esorcizzato. Il Cristiano non è tanto colui che vede il male (negli altri), è colui che se ha Gesù, fa sì che il male emerga e con la stessa forza di Gesù possa essere combattuto.
MERCOLEDI’ 16 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Accursio, Martire; San Giacomo di Tarantasia; San Marcello, Papa
Una scheggia di preghiera:
PRIMA ANCORA CHE LE PAROLE GIUNGANO ALLA MIA BOCCA, TU LE CONOSCI TUTTE.
HANNO DETTO: Nessuno può conoscere da sé stesso che cosa è l’amore di Dio, se non glielo insegna lo Spirito Santo. (Silvano del Monte Athos)
SAGGEZZA POPOLARE: Colui che non vive per servire, non serve per vivere.
UN ANEDDOTO: In una foresta viveva una giraffa dal collo alto alto. Era bellissima, agile e snella. Tutti gli animali l'ammiravano e le facevano i complimenti. Ma la giraffa aveva il difetto di essere molto vanitosa così passava tutto il suo tempo a guardarsi negli specchi d'acqua senza mai stare in compagnia degli altri animali. E quando questi avevano bisogno di un favore, era troppo presa a guardarsi allo specchio per aiutarli. Così un giorno una scimmietta decise di darle una lezione e le disse: "Esiste un albero che ha tanti frutti dolci dolci. Con il tuo collo potresti mangiarli. Vieni che ti faccio vedere qual è". La giraffa si mise sotto l'albero ma era così alto che neppure allungando il suo collo già lungo riusciva a mangiare i frutti. La scimmietta allora le saltò sul dorso, poi le salì sul collo fino alla testa e con le sue manine prese il frutto e glielo regalò. Ma le disse anche: "Vedi, nella vita arriva il momento per tutti di aver bisogno di un amico". E la giraffa vanitosa imparò la lezione.
PAROLA DI DIO: Eb 2,14-18; Sal 104; Mc 1,29-39
Vangelo Mc 1, 29-39
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demoni; ma non permetteva ai demoni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demoni. Parola del Signore
“LA SUOCERA DI SIMONE ERA A LETTO CON LA FEBBRE, E SUBITO GLI PARLARONO DI LEI”.
È un gesto spontaneo, quello di Andrea e di Pietro, di parlare a Gesù della malattia di una familiare. E questo ci indica che la familiarità con Gesù ci permette di parlargli di tutto quello che ci sta particolarmente a cuore. Non c'è nulla che non possa entrare nella nostra preghiera. Se le preghiere ufficiali ci indicano gli atteggiamenti fondamentali del nostro rapporto con Lui (lodare, adorare, ringraziare, offrire, chiedere perdono, aver fiducia nel presentargli le nostre richieste), la preghiera spontanea allarga il nostro cuore a tutte le persone e le realtà della nostra vita. Che bello poter esercitare nella preghiera il nostro ruolo “sacerdotale”, cioè di intermediari tra le creature e Dio, poter far cantare dentro di noi la natura, poter farci eco delle fatiche e delle lotte dell’uomo per il bene, poter intercedere per le necessità dei fratelli. “Padre, non so cosa dire nella preghiera”. È impossibile non aver argomenti, gioie, dolori, desiderio di ascolto! Apri gli occhi, apri le orecchie, apri il cuore, stai dialogando con un Dio non lontano da te, stai partecipando alla preghiera di Cristo e dei Santi, stai portando il mondo a Dio... e al termine della preghiera avrai lo Spirito per portare Dio al mondo.
GIOVEDI’ 17 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio, Abate; San Sulpizio, Vescovo; Santa Roselina di Villeneuve
Una scheggia di preghiera:
GESU', PRENDIMI COME SONO.
HANNO DETTO: Ogni falsità è una maschera e, per quanto la maschera sia ben fatta, si arriva sempre, con un po' di attenzione, a distinguerla dal volto. (A. Dumas)
SAGGEZZA POPOLARE: Tutti hanno qualcosa per la quale essere modesti. (Proverbio Irlandese)
UN ANEDDOTO: Da fidanzati, quando lei, nonostante la timidezza, l’abbracciava in pubblico, lui si mostrava stupito: “Ehi, cos’è questo slancio d’affetto?”. Lei smise di averne. Più tardi, quando ebbero una figlia, lui osservava invidioso le loro effusioni. Quando alfine la piccola schioccava un bacio anche a lui, esclamava: “Oh, e come mai tanta dolcezza?”. Così finirono i baci. Anni dopo, all’arrivo di una nipotina, lui attendeva la visita domenicale con ansia, per tutta la settimana. Quando la figlia arrivava chiassosa, con tutta la famiglia al seguito, lui faceva, enfatico: “Che piacere! A cosa mai dobbiamo l’onore di questa visita?”. Le visite si diradarono. E quando lui tacque, sul letto, alla fine, non una delle sue donne lo pianse. Avevano paura di sentirgli dire: “Embè’? Come mai tutto questo sentimento?”.
PAROLA DI DIO: Eb 3,7-14; Sal 94; Mc 1,40-45
Vangelo Mc 1, 40-45
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito, la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte. Parola del Signore
“VENNE A GESU’UN LEBBROSO”.
Perché non ti decidi ad andare da Gesù?
Perché spesso stai lì a crogiolarti nella tua sofferenza e nella tua impotenza, quasi odiandoti poi per la tua debolezza?
Perché da una parte vorresti raccontare il tuo male a tutti, quasi scaraventarlo addosso agli altri e d’altra parte taci perché sei convinto che nessuno ti capirebbe e che anche le eventuali parole di conforto ti darebbero fastidio?
Perché bruciare così questa tua sofferenza, sprecarla quando è parte della tua vita?
Deciditi ad andare da Gesù come quel lebbroso.!
Non sentirti sminuito se ti inginocchi davanti al Figlio di Dio, se le tue mani sono vuote, anzi, coperte di piaghe puzzolenti. Non aver paura di riversare tutta la tua sofferenza su di Lui. Lui è “l’uomo dei dolori che conosce ogni forma di patire”. Le ha sperimentate sulla sua pelle. Non vergognarti della puzza e dello schifo delle tue ferite. Lui è venuto per caricarsi il peccato del mondo e per inchiodarlo sulla croce. Deciditi ad andare da Gesù, non tanto perché Lui ti tolga da ogni sofferenza, ti faccia andare bene tutto, ma perché Lui ti liberi dal non senso del soffrire, dia uno scopo al tuo dolore e un significato perfino al tuo peccato. Non chiuderti in te stesso, non estraniarti dal prossimo, non stordirti di droghe per nascondere, va a cercare quella mano che non ha paura di contagio, quegli occhi che non esprimono ribrezzo, quella voce che vuol solo pronunciare parole di liberazione, di conforto, di gioia. Non perdere la tua malattia e non lasciare che il male ti perda. Deciditi: va da Gesù.
VENERDI’ 18 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: Sante Faustina e Liberata, Monache; Santa Margherita d’Ungheria.
Una scheggia di preghiera:
DI TUTTI COLORO CHE LA VITA HA MESSO IN GINOCCHIO, RICORDATI O SIGNORE.
HANNO DETTO: Non accontentarti dell'orizzonte, cerca l'infinito. (J. D. Morrison)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi non osa nulla, non speri in nulla.
UN ANEDDOTO: Un giorno un derviscio esaminava la tunica di canapa del suo maestro e in una tasca trovò una moneta d'argento. Rimase stupito. Quando vide il maestro, gli disse: -Nella tua veste c'è una moneta d'argento. Quegli rispose: -Rimettila dov'era. Anzi, prendila e compraci qualcosa. L'altro insistette: Per la verità di Colui che tu adori, raccontami la storia di questa moneta! - Rispose: -Dio Onnipotente, di tutto l'oro e l'argento del mondo, mi ha dato solo questa moneta. Nel mio testamento avevo lasciato detto che venisse cucita in un angolo del mio lenzuolo mortuario, per restituirla all'ineffabile Maestà di Dio.
PAROLA DI DIO: Eb 4,1-5.11; Sal 77; Mc 2,1-12
Vangelo Mc 2, 1-12
Dal vangelo secondo Marco
Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati». Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!». Parola del Signore
“SI RECARONO DA LUI PORTANDO UN PARALITICO, SORRETTO DA QUATTRO PERSONE.”
Ieri il Vangelo di Marco ci presentava un lebbroso che aveva deciso di andare a buttarsi in ginocchio davanti a Gesù, oggi ci presenta un'altra persona che è ’in ginocchio’, anzi, inchiodata dalla paralisi. Si può stare in ginocchio e si può essere messi in ginocchio. Nel primo caso è una nostra scelta: è un atteggiamento di fede, sereno, in cui avvertiamo la nostra piccolezza, povertà, incapacità di salvarci da soli davanti all’immensità della misericordia di Dio, è riconoscere la sua perfezione e il nostro limite. La persona di fede si sente a suo agio anche in ginocchio e così riesce ad aprire meglio il suo cuore alla preghiera. Nel secondo caso, è una costrizione, una sconfitta, un peso che opprime, che ci butta in ginocchio anche contro la nostra stessa volontà. Succede quando l’uomo non riesce più con le sue forze ad affrontare difficoltà che sembrano essere più grandi di lui, contro le quali non ce la fa, si sente sconfitto in partenza. Succede quando il dolore, la sofferenza, il fallimento, il male, hanno il sopravvento, lo schiacciano, lo fanno piegare fino a terra. L’uomo è in ginocchio quando ha un male incurabile, quando è distrutto dal vizio, dalla droga, dalla più estenuante miseria. L’uomo è in ginocchio quando avverte di non aver più la stima degli altri, e neppure quella di sé stesso, quando non si sente più amato, quando sa di essere emarginato, inutile, abbandonato alla solitudine. L’uomo è in ginocchio quando perde la persona che ama, quando si sente privato della sua libertà, travolto da un ingranaggio che lo travolge per vie perverse. L’uomo è in ginocchio quando si sente dominato dal peccato, incapace di resistergli, preso nel vortice della sua passione. Il paralitico è così. Da solo è bloccato. Non può neppure andare da Gesù. Per fortuna ha quattro amici che mettono gambe e inventiva per lui e, quando è davanti a Gesù si sente dire, e lui, ebreo, lo comprende: “Ti sono rimessi i tuoi peccati”. Peccare in ebraico significa essere deviato, mancare l’obiettivo come una freccia che fallisce il bersaglio. Il peccatore è un uomo sviato dai suoi fini. Fatto per Dio a sua immagine e somiglianza, la menzogna del serpente gli ha messo paura e sfiducia nei suoi confronti. E fuggendo da Lui è rimasto nudo, spoglio anche di sé. Rimane creatura mancata, bloccata, paralizzata in sé stessa. Ha perso la comprensione dell’amore di Dio per noi e allora il male, anche quello fisico lo domina. Ecco perché Gesù prima perdona il peccato: quando l’uomo ritrova la sua dimensione, ritrova Dio, allora può di nuovo camminare, allora la paralisi che gli impedisce di muoversi e di raggiungere Dio è vinta.
SABATO 19 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Mario, Martire; San Gavino; Santa Abbondanza.
Una scheggia di preghiera:
FA' CHE OGGI ASCOLTIAMO LA TUA VOCE, SIGNORE.
HANNO DETTO: Se la mano sinistra non ha da sapere ciò che fa la destra, anche la destra non ha da sapere ciò che fa essa medesima. (S. Giuseppe Benedetto Cottolengo)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi cerca Dio, con Dio si trova (prov. Sardo)
UN ANEDDOTO: Un Cavallo, che viveva libero nella foresta, un giorno litigò con il Cervo e, non potendo competere con lui nella corsa, chiese all’Uomo di aiutarlo a vendicarsi dell’offesa subita. L’Uomo non se lo fece ripetere due volte; gli montò in groppa, gli mise il morso e le redini e, a tal punto lo spronò, che finalmente il Cavallo ebbe ragione del Cervo nella corsa. "Grazie! - disse il Cavallo all’Uomo - Mi hai dato un valido aiuto, ma permetti che io ritorni libero nei prati." "Mio caro amico - ribatté l’Uomo – ho scoperto che potresti essermi utile in molte cose. Ho deciso che verrai a vivere con me e mi aiuterai nel lavoro." Allora il Cavallo comprese quanto era stata avventata la sua decisione. La sua voglia di vendetta gli era costata la libertà. È saggio chi sa dimenticare l’offesa. Vendicarsi è una triste cosa e il primo a rimetterci è proprio colui che si vendica!
PAROLA DI DIO: Eb 4,12-16; Sal 18; Mc 2,13-17
Vangelo Mc 2,13-17
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori». Parola del Signore
“GLI DISSE: «SEGUIMI». ED EGLI SI ALZÒ E LO SEGUÌ.”
Mi ha sempre colpito il fatto che nella vocazione di Levi-Matteo, così come è raccontata da Marco, ci sia una parola sola di Gesù: “Seguimi!” che fa decidere Levi a lasciare il suo tavolo di cambiavalute per seguirlo. Sarà avvenuto proprio così?
Non credo che importi tanto sapere se ci sono stati discorsi, predisposizioni da parte di Matteo. Qui, Marco voleva soprattutto dire che è Gesù, la Parola, che costituisce i messaggeri, e che questa parola è talmente forte che non segue criteri umani: va a chiamare un pubblico peccatore, cambia la vita, porta gioia, crea decisioni. Mi sembra che oggi le stiamo cercando tutte pur di ammorbidire questa parola: non vogliamo negarla, ma neanche siamo disposti a lasciarci scomodare totalmente da essa; vogliamo la felicità, ma pretendiamo che giunga dalla strada che vogliamo noi e non là dove la parola ci salva. “Fa’ che ascoltiamo, oggi, la tua voce” sia che essa sia imperiosa o giunga a noi sommessa, e fa’, o Signore, che il nostro cuore sia disponibile ad alzarsi e seguirti ovunque tu vorrai portarci: la nostra salvezza è proprio lì.
DOMENICA 20 GENNAIO: 2^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Anno C
Tra i santi ricordati oggi: San Fabiano, Papa; San Sebastiano, Martire; Sant’Eutimio, Monaco
Una scheggia di preghiera:
SALVE, MADRE DI MISERICORDIA.
HANNO DETTO: Se avete fiducia in voi stessi, ispirate fiducia agli altri. (Goethe)
SAGGEZZA POPOLARE: La cosa rubata poco dura, e come viene se ne va. (prov. Sardo)
UN ANEDDOTO: Un signore generoso e timorato di Dio incontrò un derviscio e gli chiese: - Come va la vita? Quegli rispose: - Come può andare ad un pover'uomo con cinquecento dinari di debito e sette figli da mantenere! Ma Dio, nella sua generosità, provvederà. Quel signore aprì la sua borsa e gli porse mille dinari, dicendo: -L'Altissimo ti invia cinquecento dinari per saldare il debito e altri cinquecento per la tua famiglia. Ma d'ora innanzi mi guarderò bene dal domandare a qualcuno: Come va la vita?
PAROLA DI DIO: Is 62,1-5; Sal 95; 1Cor 12,4-11; Gv 2,1-12
Vangelo Gv 2,1-12
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. Parola del Signore
“A CANA DI GALILEA C’ERA LA MADRE DI GESÙ".
A parte i fatti della nascita e della Passione, nei Vangeli si parla poco di Maria. S. Giovanni racconta però un fatto: Maria e Gesù sono invitati ad un matrimonio. Per me è molto bello vedere Maria in questo villaggetto della Galilea per l’occasione di una festa, per una gioia umana come quella di un matrimonio. Maria creatura terrena, che vive fra le cose umili della vita di ogni persona, che si preoccupa delle vicende della gente e prevede il loro imbarazzo, che si dà pensiero di cose tanto materiali (“Non c’è più vino!”), è proprio la creatura che innumerevoli generazioni cristiane hanno sentito vicina. Giustamente tutto ora convergerà su Gesù, il suo divino prodigio, la fede in Lui; e Maria farà la sua parte. Ma già la sua presenza così “umana” è tratto evangelico prezioso: vive tra gli uomini la vita di tutti e nella vita quotidiana la puoi trovare.
LUNEDI’ 21 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agnese, Martire; San Fruttuoso, Vescovo.
Una scheggia di preghiera:
GESU' CI HAI SPOSATI: SIAMO TUOI PER SEMPRE.
HANNO DETTO: Non giudicare ciascun giorno in base al raccolto che hai ottenuto, ma dai semi che hai piantato. (Robert Louis Stevenson)
SAGGEZZA POPOLARE: L'impossibile è ciò che non si è ancora realizzato.
UN ANEDDOTO: Un saggio teneva nel suo studio un enorme orologio che ad ogni ora suonava con solenne lentezza ma anche con grande rimbombo. «Ma non la disturba?» chiese uno studente. «No» rispose il saggio. «Perché così ad ogni ora sono costretto a chiedermi: che cosa ho fatto dell'ora appena trascorsa?». E tu, che cosa hai fatto dell'ora appena trascorsa?
PAROLA DI DIO: Eb 5,1-10; Sal 109; Mc 2,18-22
Vangelo Mc 2, 18-22
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno. Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!». Parola del Signore
“FINCHE' HANNO LO SPOSO CON LORO NON POSSONO DIGIUNARE”. (Mc. 2,19)
Agli inizi della Chiesa la meditazione su Cristo sposo era abituale, e il titolo "sposo" tra i più usati nella preghiera; poi, col passare dei secoli, un po' ci siamo dimenticati di questa splendida realtà; certo: Gesù è Maestro di vita, lo acclamiamo Signore, cioè presenza di Dio, Dio stesso, ma è anzitutto sposo dell'umanità. La parola "sposo" è poco usata, oggi, si preferisce "marito", "compagno"... segno di una fragilità nel parlare di amore in questi nostri tempi. Gesù invece è lo "sposo" e questo termine significa passione, amore, seduzione; Gesù "sposo" significa anche fedeltà, coinvolgimento, quotidianità. Il rapporto nuovo che abbiamo con Dio non è più un rapporto rispettoso, sì, ma freddo. Una festa di nozze è l’occasione classica per darsi all’allegria. Le nozze diventano così una figura del tempo della salvezza, come leggiamo anche nel libro di Isaia: "Dio gode con te come lo sposo con la propria sposa" (62, 5; cfr 61, 10). Chiamandosi sposo, Dio ci ha dato la più bella presentazione di sé e di noi. Sposo e sposa sono due termini relativi, dei quali l’uno non può stare senza l’altro. Colui che liberamente ci ha creati, necessariamente ci ama di amore eterno (Ger 31, 3) e ci comanda: "Amami con tutto il cuore" (cfr Dt 6, 4), perché anch’io ti amo e non posso non amarti. L’Amore vuole essere liberamente amato. La grandezza dell’uomo è amare Dio. E uno diventa ciò che ama. Lo stesso amore che ha fatto diventare Dio uomo, fa diventare l’uomo Dio.
MARTEDI’ 22 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Vincenzo, Martire; San Domenico di Sora; San Gaudenzio di Novara
Una scheggia di preghiera:
SEGUIRTI, SIGNORE, MI RENDE VERAMENTE LIBERO.
HANNO DETTO: Il nostro entusiasmo diventa fanatismo quando lo notiamo negli altri. (Andrè Siegfried)
SAGGEZZA POPOLARE: Guarda con l'anima, perché gli occhi ingannano; ascolta col cuore, perché l'orecchio mentisce.
UN ANEDDOTO: Un sant'uomo era molto angustiato dal comportamento del suo giovane vicino, che conduceva una vita dissoluta, nell'ozio e nella crapula. Un giorno si decise ad intervenire. Andò dal vicino e gli fece una predica coi fiocchi. Ma il giovane non gli diede il minimo ascolto. Allora lo minacciò: - Andrò a lamentarmi della tua condotta con il sultano. - Fa' come vuoi. Il sultano mi protegge e non muoverà dito contro di me. - In tal caso ne parlerò con il Creatore! Il giovane si strinse nelle spalle e il sant'uomo se ne andò amareggiato. Passò del tempo e la condotta del giovane peggiorò al punto che tutto il vicinato protestava e si lamentava. Il sant'uomo sentì nuovamente il dovere di avvicinare il giovane. Ma mentre si recava da lui, udì una voce dall'alto intimargli: - Lascia tranquillo il mio amico! Tremante di stupore, il sant'uomo incrociò poco dopo il giovane. - Che ti è accaduto, vecchio? - gli chiese costui. - Non posso farti alcun rimprovero, ma devo assolutamente dirti quel che mi è capitato - rispose il sant'uomo. E gli narrò l'accaduto, dicendogli ciò che gli aveva intimato la voce. Il giovane disse soltanto: - Se è mio amico, gli darò tutto ciò che possiedo. E di punto in bianco cambiò vita.
PAROLA DI DIO: Eb 6, 10-20; Sal 110; Mc 2, 23-28
Vangelo Mc 2,23-28
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!». E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato». Parola del Signore
"I FARISEI GLI DICEVANO: «GUARDA! PERCHÉ FANNO IN GIORNO DI SABATO QUELLO CHE NON È LECITO?"
"Padre, devo confessarmi perché domenica ero malato e non sono andato a Messa", "Se interrompo uno dei nove venerdì del mese, per malattia, vado ancora in paradiso?"
Il legalismo è una malattia terribile. Il volersi sentire "a posto" a tutti i costi, il voler osservare nei minimi particolari ogni tipo di legge uccide l'amore, uccide la fede e nasconde il vero volto di Dio. La legge che è necessaria per guidare l'uomo, in questi casi diventa un peso tale che è impossibile. I farisei sono scandalizzati perché i discepoli di Gesù camminando cominciano a strappare alcune spighe, e fanno questo in giorno di sabato. Per gli ebrei il sabato era sacro ma attorno alla sacralità di questo giorno erano sorte talmente tante norme da renderlo impossibile all'uomo: pensate che avevano codificato 39 cose che non si potevano fare di sabato! Un rabbino dice con ironia: "Se il popolo riuscisse ad osservare almeno due volte il sabato verrebbe subito il Regno di Dio!"
Tutto questo ci sembra lontano, ma i legalisti cristiani non sono da meno. In ogni epoca spuntano, codificano, giudicano, "mettono sulle spalle degli altri dei pesi che essi non sollevano neppure con un dito"... "Non è lecito! È peccato! Non si deve! È vietato!"
E allora tutto diventa difficile, tutto freddo, tutto impossibile e perdi di vista che la norma era stata scritta per salvarti e non per ucciderti. Quando devi prendere una strada devi avere delle indicazioni ma se le indicazioni sono troppe tu rischi di perdere la strada.
MERCOLEDI’ 23 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Emerenziana, martire; San Giovanni l’Elemosiniere.
Una scheggia di preghiera:
LIBERACI DA OGNI MALE E DAL MALIGNO.
HANNO DETTO: L'uomo è convinto di essere emancipato ogni volta che decora una nuova servitù col nome di libertà. (Achille Tournier)
SAGGEZZA POPOLARE: Istruire è soprattutto insegnare ad imparare.
UN ANEDDOTO: Quattro santi uomini, avendo fatto naufragio su una landa deserta dell’Africa, vagarono diversi giorni senza trovare cibo. Allo stremo delle forze, decisero di chiedere aiuto a Dio; e per rafforzare la loro richiesta, s'impegnarono in solenni promesse: il primo promise che avrebbe osservato il più stretto digiuno, il secondo che non avrebbe mai più guardato una donna, il terzo che avrebbe recitato in continuazione i versetti del Corano. Il quarto disse semplicemente: «Non mangerò mai carne di elefante». Gli amici si sentirono offesi da questa promessa: chi mangia carne di elefante? voleva prendersi burla di loro? forse di Dio? L'uomo rispose: “Niente affatto. Ho solo sentito una voce interiore che mi ha quasi obbligato a parlare così. Io non ne posso nulla, Dio mi è testimone”. Dopo aver vagato per giorni e giorni, avvenne che trovarono un elefantino di poche settimane. Benché controvoglia, lo uccisero, lo arrostirono e si cibarono della sua carne. Tutti tranne colui che aveva fatto l'ultima promessa: «Forse Iddio - disse - mi ha spinto alla mia decisione perché vuole ch'io muoia. Non mancherò comunque alla mia parola con lui». Terminato il pasto, si misero a dormire. E mentre dormivano sopravvenne l'elefantessa. Li annusò uno per uno, uccidendo senza pietà i tre da cui proveniva odore di elefante arrosto. Solo colui che non se ne era cibato si salvò. Venne anzi afferrato dalla proboscide dell'elefantessa e portato in un'oasi dove poté sfamarsi di datteri e d'acqua di sorgente. Così è di colui che ascolta la voce interiore senza discuterla. (Tradizione Musulmana)
PAROLA DI DIO: Eb 7,1-3.15-17; Sal 109; Mc 3,1-6
Vangelo Mc 3, 1-6
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Alzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire. Parola del Signore
“E STAVANO A VEDERE SE LO GUARIVA IN GIORNO DI SABATO, PER ACCUSARLO”
Non è forse vero che ci sembrano tristi questi farisei che complottano con gli erodiani per uccidere Gesù e non riescono neppure più a sentirlo o a gioire perché un uomo è stato guarito dal suo male?
Eppure anche oggi abbiamo testimonianze continue di questa tristezza. Quando qualcuno ‘non canta nel coro’ è una persona da far tacere, non una persona da ascoltare per comprendere se non ha qualcosa da dire. Addirittura nella storia delle religioni e nella storia della Chiesa è successo e succede ancora così: quanti profeti sono stati zittiti, bollati, considerati come persone da tenere sotto osservazione solo perché hanno detto con forza alcune cose già evidenti nel vangelo ma da tutti ignorate o sminuite perché non consone alle esigenze materiali del tempo!
E sempre più facile risolvere le cose con una persecuzione, con una ipocrita inquisizione, col fare il vuoto attorno a quella persona, con un po’ di pietre o con un colpo di fucile, piuttosto che lasciarsi mettere in crisi nel proprio ruolo di potere, ed è sempre più facile starsene zitti, accondiscendere piuttosto che correre il rischio di perdere il proprio piccolo ruolo all’interno di una macchina ben costruita ed oliata per mantenerlo. Che tristezza quando succedono queste cose!
Gesù voleva aiutare questi farisei a comprendere quanto Dio era più grande e più bello delle loro piccole norme, voleva far gioire tutti per la guarigione di un malato, voleva invitare alla sua gioia, ed essi parlano di morte, si tappano gli occhi per non vedere il bene, preferiscono il buio del complotto piuttosto che la luce della verità. Non è detto che la verità stia sempre dalla parte di chi ‘canta fuori del coro’, ma perché non provare a sentirlo e magari gioire della molteplicità dei doni dello Spirito, piuttosto che rattristarci compiendo opere di morte?
GIOVEDI’ 24 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Francesco di Sales; San Feliciano da Foligno.
Una scheggia di preghiera:
CON TE, GESU' POSSO GIOIRE SIA NEL BENE CHE NELLE PROVE, NEL SUCCESSO E NELL'INSUCCESSO.
HANNO DETTO: La vita senza gioia è una lampada senza olio. (Walter Scott)
SAGGEZZA POPOLARE: L'avaro con i poveri è come il lupo con gli agnelli. (prov. Sardo)
UN ANEDDOTO: Tre amici decisero che avrebbero vissuto la vita con passione: poi si sarebbero ritrovati. Il primo viaggiò: scoprì nuove terre, navigò nuovi mari, portò in patria prodotti mai prima veduti, e il suo volto recava i segni dell'intensità delle sue esperienze. Il secondo studiò: portò alla luce pensieri nuovi, indicò all'uomo orizzonti mai prima sperati, idee e metodi di studio impensati, e il suo volto aveva assunto i nobili tratti di colui che sa. Il terzo amico s'innamorò, si sposò, ebbe molti figli, dovette lavorare duramente per mantenere la sua famiglia, e il suo volto era rimasto quello di un uomo qualunque. Quando si ritrovarono, il terzo amico non poté nascondere né agli altri né a sé stesso la propria delusione: che piccola passione di vita era stata la sua al confronto di quella degli altri due!
Mentre ritornava a casa dall'incontro, deluso e amareggiato, un sant'uomo lo fermò, lo prese per la mano e lo condusse poco discosto sulle rive di un fiume. Vedi quel ponte - gli disse - e i due pilastri che lo sorreggono? I due pilastri sono i tuoi amici: senza scienza e conoscenza il ponte non reggerebbe. Ma il tavolato del ponte sei tu, che sorreggi il peso di tanti. Quelle che tu pensi siano state piccole e insignificanti passioni sono le singole assi del ponte che una dopo l'altra, giorno dopo giorno hanno reso possibile a tanti il passaggio sull'altra riva. Il viso dell'uomo s'illuminò ed assunse quella fierezza che ognuno dovrebbe avere, se si rendesse conto del valore profondo d'ogni suo gesto quotidiano.
PAROLA DI DIO: Eb 7,25 - 8,6; Sal 39; Mc 3,7-12
Vangelo Mc 3, 7-12
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidone, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse. Parola del Signore
“E LO SEGUI’ MOLTA FOLLA DALLA GALILEA”.
C’è chi per il successo sarebbe disposto a far carte false. Penate ad esempio a certi piccoli attori o cantanti che per essere sempre sulla cresta dell’onda sono disposti a buttare la propria vita familiare e privata in pasto a milioni di persone, quando non arrivano addirittura ad inventarsi certi scandali purché si parli di loro. E se veniamo a noi, nel nostro piccolo non è forse vero che certe bugie dette per esagerare un po’ i fatti di cui siamo protagonisti sono dette perché la stima dei nostri ascoltatori aumenti a nostro favore?
Gesù ha successo nella sua prima predicazione: le sue parole non sono vuote come quelle degli scribi, i suoi gesti di guarigione stupiscono, meravigliano e fanno accorrere tutti i tipi di malati, il suo messaggio che riguarda gli umili e gli ultimi e che ha una carica rivoluzionaria, che castiga i potenti religiosi e i ricchi, avvince la gente comune. Dice il vangelo di oggi che c’era talmente tanta gente che, nonostante il servizio d’ordine dei discepoli Gesù rischiava di essere schiacciato e in un altro brano si dice che erano talmente tante le richieste che Gesù e i suoi amici non avevano nemmeno tempo per mangiare. Gesù però non si lascia stringere dalle spire del successo, sa benissimo che è una tentazione (“Se mi adorerai ti darò tutti i popoli della terra”, lo aveva tentato il diavolo nel deserto, “Se sei Figlio di Dio, scendi dalla croce noi ti crederemo” lo tentano ai piedi della croce). Gesù è contento che tanti ‘piccoli’ siano toccati dalla Buona novella, ma sa anche che c’è molta apparenza nel successo e tanta fragilità nelle persone. Coloro che oggi gridano: “Osanna”, domani, ben sobillati da qualcuno possono gridare: “In croce”. Gesù si difende dal successo o fuggendo (come gli capiterà dopo la moltiplicazione dei pani) o continuando la predicazione dalla barca, non cedendo al facile trionfalismo miracolistico ma prendendo le distanze anche dai miracolati, imponendo loro il segreto nei suoi riguardi e soprattutto non perdendo il suo rapporto con il Padre. La preghiera dà a Gesù la forza di essere fedele a Dio e non ai canoni del successo terreno.
VENERDI’ 25 GENNAIO: CONVERSIONE DI SAN PAOLO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Elvira, Vergine e Martire; San Poppone, Monaco
Una scheggia di preghiera:
TU CHE FAI NUOVE TUTTE LE COSE FA' CHE OGGI DIVENTIAMO NUOVI CON TE.
HANNO DETTO: Il Signore non si contenta di proporzionare i suoi doni ai nostri modesti desideri. (S. Teresa d’Avila)
SAGGEZZA POPOLARE: Al male rimediate quando è piccolo (prov. Sardo)
UN ANEDDOTO: Un santo anacoreta viveva in uno spaventoso deserto ed era noto soltanto a Dio e agli angeli. Per attingere l'acqua, era costretto ad andare molto lontano; un giorno, stanco di fare un così lungo tratto, si disse: «Che bisogno c'è di faticare tanto? Mi farò una cella vicino alla sorgente».
Fece ritorno, ma mentre camminava, si avvide che dietro a lui c'era qualcuno che contava i suoi passi. Gli chiese chi fosse e gli fu risposto che era l'angelo del Signore, incaricato di contare i suoi passi e dargliene la ricompensa. Allora l'anacoreta comprese.
PAROLA DI DIO: At.22,3-16 opp. At. 9,1-22; Sal. 116; Mc. 16,15-18
Vangelo Mc 16,15-18
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, (Gesù apparve agli Undici) e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Parola del Signore
“CHI CREDERÀ E SARÀ BATTEZZATO SARÀ SALVATO”
Non una ma molte conversioni caratterizzano il percorso dell’uomo che cerca sé stesso, che incontra Dio. San Paolo ci viene proposto come modello di questo accidentato percorso che siamo chiamati a ripetere con intelligenza e creatività. La conversione è il passaggio da una condizione ad un’altra, un gesto di adesione dell’intelligenza fatto con forza e, spesso, a costo di fatica e di lotta interiore. San Paolo era già credente, fin troppo. Accecato dalla sua passione, non riusciva a vedere che il suo zelo era diventato inaccettabile fanatismo. Quando parliamo di conversione, quindi, non intendiamo anzitutto il passaggio dell’ateo alla fede, ma del credente alla fede corretta. E questa conversione caratterizza la Chiesa, sempre in riforma per adeguare il proprio stile di vita alle esigenze del Vangelo. Oggi, quindi, celebriamo la fatica della nostra conversione, il cammino che dobbiamo continuamente fare, senza scoraggiarci. La conversione sulla via di Damasco, per Paolo, non fu che l’inizio di una vita nuova in cui dovette affrontare numerosi cambiamenti. Eppure, alla fine del suo entusiasmante, sofferto e tormentato percorso, libero, si consegnò completamente a Cristo.
SABATO 26 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: Santi Tito e Timoteo; Santa Paola Romana.
Una scheggia di preghiera:
GRAZIE SIGNORE DELLE TANTE BELLE TESTIMONIANZE RICEVUTE.
HANNO DETTO: È pericoloso per l'anima occuparsi continuamente della propria insoddisfazione e debolezza. (Hermann Hesse)
SAGGEZZA POPOLARE: La moglie del ladro non ride sempre (prov. Sardo)
UN ANEDDOTO: Una foglia se ne sta lassù, sul ramo, vicino al sole. Un giorno… addio all’albero, al ramo, al cielo. Il vento la stacca, la trascina nel ruscello vicino. La foglia va come una piccola barca. Ecco una farfalla posarsi leggermente sulla foglia, forse è stanca perché ha volato troppo sui fiori. La foglia va, portata dall’acqua. Ed anche la farfalla, dalle ali stanche, può fare un bel pezzo di strada, riposata e contenta. Tutto può essere utile nella vita; nulla deve andare perso.
PAROLA DI DIO nella festa dei santi Tito e Timoteo: 2Tm 1,1-8; (Tt.1,1-5); Sal. 95; Lc. 10,1-9
Vangelo Lc 10,1-9
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”». Parola del Signore
“NON PORTATE BORSA, NÉ SACCA, NÉ SANDALI…”.
Alcuni anni fa mi capitò più volte di mangiare insieme a quel grande missionario che fu Monsignor Cavallera, vescovo missionario di Nieri in Africa. Aveva dedicato tutta la sua vita alla missione, aveva rischiato più volte di essere ucciso e trucidato nelle varie guerre tribali e in quelle che gli Europei avevano importato nel continente nero. Per anni, condividendo tutto con i suoi “neri” ebbe casa e arcivescovado sotto una tenda che si spostava, come quelle dei nomadi per le varie parti della sua diocesi. Era diventato vecchio e si era ritirato. Non aveva voluto neanche andare in una casa di preti anziani della sua congregazione, ma era entrato in un ricovero per anziani come tanti altri vecchietti che, rimasti soli terminavano il cammino della propria vita in una casa accogliente ma anche colma di malinconie. Non amava parlare della sua opera missionaria anche se quando si parlava di vangelo, di Chiesa o di Africa gli vedevi un lampo negli occhi che subito però controllava. Più volte mi sono sorpreso a guardare quell’uomo e a ripercorrere il vangelo di oggi perché mi sembrava lo avesse realizzato in pieno: era partito con nulla e con nulla era tornato. L’essere stato vescovo non era stato un onore per lui ma un motivo in più per servire. Aveva annunciato il Vangelo con tutto sé stesso (anche con i suoi limiti. Dicevano che era molto austero e severo con i suoi preti) e per me lo annunciava ancora in maniera meravigliosa proprio in quel ricovero, con il suo silenzio, con la sua pazienza, col suo saper rispettare e ascoltare dei pretonzoli come me. Un bel giorno (veramente bello per lui) morì nel silenzio. A parte le solite cerimonie ufficiali, quasi nessuno se ne accorse, eppure tutte le volte che mi parlano di missione e di missionari, pur senza aver conosciuto neanche bene tutta la sua opera io penso a quel vescovo minuto con il quale senza neanche né dire né ascoltare grandi cose ho avuto la fortuna di mangiare tre o quattro volte.
DOMENICA 27 GENNAIO: 3^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Anno C
Tra i santi ricordati oggi: Santa Angela Merici; Santa Devota; San Lupo, Vescovo
Una scheggia di preghiera:
PARLA, SIGNORE, PERCHE' IL TUO SERVO VUOL VIVERE COME TE.
HANNO DETTO: Stampando una notizia in grandi lettere, la gente pensa che sia indiscutibilmente vera. (Jorge Luis Borges)
SAGGEZZA POPOLARE: Nessuno sia detto beato prima di essere sepolto. (prov. Sardo)
UN ANEDDOTO: Vidi le reti del maligno pronte a stringermi da ogni parte. Chi mi salverà? Sentii una voce che diceva: l'umiltà.
PAROLA DI DIO: Ne.8,2-4-6.8-10; Sal.18; 1Cor. 12,12-30; Lc. 1,1-4; 4,14-21
Vangelo Lc 1,1-4; 4,14-21
Dal vangelo secondo Luca
Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nazareth, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Parola del Signore
“ANCH’IO HO DECISO DI FARE RICERCHE ACCURATE SU OGNI CIRCOSTANZA, FIN DAGLI INIZI, E DI SCRIVERNE UN RESOCONTO ORDINATO”
Specialmente da dopo il Concilio Vaticano II, sentiamo che la Chiesa ci invita pressantemente a leggere il Vangelo: è lì la fonte della nostra fede, in esso possiamo solidificare il nostro rapporto con Gesù, al Vangelo possono fare riferimento i fatti della nostra vita, lì possiamo conoscere colui che ci ha salvati. Ci troviamo dunque davanti ad un libro che, pur avendo una sua trama, che presentando un evento storico, che usando un linguaggio ben determinato, va letto, accolto, vissuto in un modo tutto particolare. Il Vangelo non è una pia storia, una raccolta di parole o di aneddoti, è un libro-messaggio-evento che è partito dall'amore di Dio per gli uomini, è un libro nato nella fede di una comunità, ed è un libro sempre nuovo che, per essere capito, appreso e vissuto ha bisogno di suscitare e di trovare fede. È anche un libro che si spiega in sé stesso e con sé stesso. Un credente che legge il Vangelo, allora, deve prima di tutto aver fede in Gesù Cristo, Figlio di Dio e deve chiedersi davanti ad ogni pagina di esso: che cosa vuol dire, a me, oggi Gesù?
Poi deve cercare, al meglio, con la propria vita, di riscrivere la pagina letta.
LUNEDI’ 28 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Tommaso d’Aquino, Dottore della Chiesa; San Pietro Nolasco.
Una scheggia di preghiera:
DONACI, SIGNORE, IL DISCERNIMENTO TRA BENE E MALE.
HANNO DETTO: Anche se ciò che puoi fare è soltanto una piccola goccia nel mare, può darsi che sia proprio quella a dare significato alla tua esistenza. (Romano Battaglia)
SAGGEZZA POPOLARE: Marito tirchio, moglie ladra (prov. Sardo)
UN ANEDDOTO: In tanti dal ponte l'avevano vista cadere nei vortici del fiume. Ma solo un uomo si gettò, vestito com'era. Quell'uomo non sapeva nuotare, non era neppur tanto giovane e aveva una gamba di legno, ma s'era gettato in un impeto di rabbia nel vedere tanta indifferenza. Il fiume era gonfio, le vesti rosse della bimba apparivano e scomparivano e l'uomo si sentiva i polmoni riempirglisi d'acqua, ma a un tratto la sua gamba si conficcò nella sabbia del fondo e la bimba gli venne addosso, come un sughero lieve. Furono salvi. I figli di quell'uomo, la sera, gli si strinsero intorno ammirati e lo videro grande, grandissimo come era veramente. Gli altri uomini raccontarono la cosa ai loro figli. I figli non dissero nulla, ma in fondo a ogni loro cuore era nata una domanda: «Perché non tu, papà?»
PAROLA DI DIO: Eb. 9,15.24-28; Sal 97; Mc. 3,22-30
Vangelo Mc 3,22-30
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Belzebù e scaccia i demoni per mezzo del capo dei demoni». Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in sé stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in sé stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro sé stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro». Parola del Signore
"COSTUI È POSSEDUTO DA BEELZEBÙL E SCACCIA I DEMÒNI PER MEZZO DEL CAPO DEI DEMÒNI".
Quando ci si trova davanti all'inconsueto, all'insolito, a qualcosa che rompe con i nostri schemi, gli atteggiamenti possono essere diversi, ma se non vogliamo scomodarci troppo dai nostri modi di credere e vivere ecco che demonizzare lo strano, lo scomodo, diventa un metodo veloce per liberarsene. Gesù fa miracoli, caccia il male, ma vuole anche scuotere, smuovere dalle tradizioni, chi accetta questo cambia vita e gli va dietro, chi non vuole accettarla, pur di darsi una giustificazione va a ripescare il diavolo, demonizza e così pensa di togliere di mezzo chi lo scomoda troppo. Mi chiedo: l'insorgere in diverse epoche di marcate forme di demonizzazione non sono forse indice di voler mantenere a tutti i costi il nostro comodo? Alla "santa Inquisizione" faceva comodo aver a disposizione diavoli per ''mantenere l'integrità della fede!''. Oggi si scomoda il diavolo, si fanno convegni su di lui, in epoche di computer rispuntano credenze e superstizioni di "secoli oscuri" ed anche moralisti, che in nome della lotta al male, cercano a tutti i costi di ricondurre l'uomo e la Chiesa alle "sane sicurezze", a rinnovati ritualismi vuoti di partecipazione ma colmi di magismo, a paure che tengono buoni. Non c'è bisogno di vedere il diavolo dove non c'è, per sapere che nel mondo il male è forte!
Non corriamo il rischio, a forza di parlare di male e di diavoli, di non vedere più il bene o di chiamare addirittura Gesù "principe dei demoni".
MARTEDI’ 29 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Costanzo, Vescovo; San Valerio, Vescovo.
Una scheggia di preghiera:
MARIA, MADRE DI GESU' E MADRE NOSTRA INTERCEDI PER NOI.
HANNO DETTO: Si ripaga male un maestro, se si rimane sempre scolari. (F. W. Nietzsche)
SAGGEZZA POPOLARE: Nell'interno di un monte si può entrare, nel cuore di un uomo no. (prov. Sardo)
UN ANEDDOTO: Pensando all'egoismo e all'egoista ecco alcune frasi da considerare:
I punti cardinali dell'egoista sono quattro: io, io, io, io.
Non aspettatevi niente di originale da un eco.
Come sono egoisti gli uomini! nessuno pensa a me!
L'egoista è uno che vuole essere talmente al centro dell'attenzione che, quando partecipa a un funerale, gli dispiace di non essere al posto del morto.
PAROLA DI DIO: Eb 10,1-10; Sal 39; Mc 3,31-35
Vangelo Mc 3,31-35
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre». Parola del Signore
“CHI È MIA MADRE?”.
Caro Gesù, sappiamo benissimo che questa domanda che tu fai non è perché non riconosci Maria e i doni che in essa magnificano la misericordia di Dio, ma è una domanda che apre a noi la prospettiva di poter diventare simili a Maria compiendo la volontà di Dio; ma nonostante questo significato voglio provare a rispondere a chi sia Maria per me: E’ la donna del “sì” che dura per tutta una vita; è l’accoglienza pronta, calda, materna; è la presenza silenziosa ma compagna; è la tenerezza di cui anche l’uomo più duro ha bisogno; è la sofferenza ma con il sorriso; è il progetto, la speranza; è il dono per una umanità nuova... Gesù, questa è tua Madre, e questa è mia Madre.
MERCOLEDI’ 30 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Adelmo; Santa Giacinta; Santa Martina, Martire.
Una scheggia di preghiera:
TU, GESU', SEI IL SEMINATORE, TU SEI IL SEME, TU SEI COLUI CHE FA CRESCERE.
HANNO DETTO: Il presente è il dono che Dio vi ha fatto, e il modo in cui l'usate è il dono che voi fate a Dio. (Leo Buscaglia)
SAGGEZZA POPOLARE: La volpe ha fatto voto di partorire un coniglio, ma quando ha visto il figlio era volpe lo stesso (prov. Sardo)
UN ANEDDOTO: Moltissimi anni fa il dio del vento decise di vendicarsi di un villaggio da cui non gli proveniva neanche più un dono. Prima avrebbe distrutto i frutti della terra, poi gli uomini.
La terra produceva solo ulivi, che venivano curati con grande amore. E fu proprio per questo motivo che accadde ciò che accadde. Perché le piante sono riconoscenti a chi le ama, e quando capirono le intenzioni del dio, vollero ringraziare gli uomini dando loro un esempio. Una notte dunque il dio scatenò tutte le sue furie contro l'uliveto. Gli si avventò contro con violenza inaudita, ululando spaventosamente. Ma gli ulivi si erano preparati a sostenere l'assalto. Ogni pianta aveva intrecciato i propri rami con quelli della pianta vicina, sì da formare come un immenso cespuglio serrato, dentro il quale il dio scorrazzava senza trovare un solo albero da svellere. Reiterò i suoi assalti una, due, tre volte, sinché finì spompato in una valletta cieca. Un uomo aveva raccolto il dono degli ulivi. Corse al villaggio. E quando il dio del vento, dopo aver rifiatato, sibilò feroce per le strade e s'infilò come un falco nelle capanne, non trovò nessun uomo. Gli abitanti erano tutti riuniti nel tempio, al centro i bambini, poi le donne e quindi gli uomini a formare come un grande fiore compatto, le mani e le braccia allacciate, stretti in un grande abbraccio. Il dio del vento rinunciò alla sua vendetta. Fu così che in quel tempo venne scoperta la solidarietà. Se ne parla ancor oggi, ma sinché troppe mani rimangono inerti c'è ancor molto da fare.
PAROLA DI DIO: Eb 10,11-18; Sal 109; Mc. 4,1-20
Vangelo Mc 4,1-20
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato». E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? Il seminatore semina la Parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in sé stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno». Parola del Signore
“ASCOLTATE: ECCO, USCI’ IL SEMINATORE A SEMINARE”.
Davanti alla parabola del seminatore non posso fare a meno di entrare in me stesso e di esaminarmi. Quante volte Tu, o Signore, hai seminato in me la tua parola?
Vedo davvero che sei stato un seminatore generoso e fiducioso. La tua parola l’ho letta tante volte per conto mio e l’ho sentita leggere innumerevoli volte nella comunità, ho avuto l’occasione di meditarla da solo e sotto la guida di altre persone, ci sono addirittura parecchi brani del Vangelo che so citare a memoria. E poi non ti sei stancato di parlarmi anche in molti altri modi: attraverso la natura, le creature, i fatti della vita, nel profondo della coscienza… Una seminagione abbondante. Tu hai avuto una fiducia enorme in questo povero terreno. E che risposta ti ho dato, quali frutti hai potuto raccogliere? È vero che non sta a me stabilire la qualità o la quantità dei frutti, per altro sempre esigua nei confronti della seminagione, però col Tuo aiuto, posso capire alcune cause che non hanno permesso alla tua parola di crescere. La prima causa di non frutto è la superficialità: forse la troppa confidenza con Te, l’aver considerata la tua parola come conosciuta, scontata non mi ha permesso di apprezzarla e di approfondirla, l’abitudine poi me l’ha fatta appiattire. Altre volte è stata la mancanza di costanza a non permettere che la tua parola e i tuoi doni attecchissero nel mio terreno. Entusiasmo sì, soprattutto a parole, ma poi al momento dell’applicazione pratica, la non voglia di impegnarmi, la paura delle esigenze di questa parola, il desiderio di starsene tranquilli hanno fatto sì che abbandonassi la strada della parola e che essa, con poche radici, non giungesse a maturazione. Quando poi ho sentito la tua parola come se fosse una delle tante parole che ogni giorno ascolto e dico, allora il tran-tran della vita l’ha soffocata. Quando al mattino leggo la tua parola nella preghiera, molte cose sono chiare, molti propositi nascono e poi, man mano che la giornata si svolge la Parola e i propositi si perdono in mezzo alle preoccupazioni. Mi fermo e mi sembra di sentire la Tua voce: “Tutto vero nella tua riflessione, ma non dimenticare un particolare importante: la Parola seminata in te non sono solo le parole del Vangelo, della coscienza, della natura. La Parola sono Io che vengo perché il tuo cuore nella gioia porti frutto. Ogni volta che tu chiudi il tuo cuore, allontani me”.
GIOVEDI’ 31 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Bosco; San Giulio e Giuliano; San Gimignano, Vescovo
Una scheggia di preghiera:
GESU' ILLUMINA, SCALDA, BRUCIA.
HANNO DETTO: Ciò che dobbiamo imparare a fare, lo impariamo facendo. (Aristotele)
SAGGEZZA POPOLARE: Se rendi il calcio all'asino, duole più a te (prov. Sardo)
UN ANEDDOTO: Padre Lacordaire è stato considerato uno dei massimi oratori dei nostri tempi. Un giorno Bougaud, da giovane, gli si avvicinò e, dopo aver espresso enorme ammirazione e meraviglia per una delle sue famose prediche, lo pregò di concedergli qualche minuto di colloquio. L'oratore francese gli disse: «Un'anima sola è un grande uditorio. lo do maggior peso al cuore di un uomo che a tutti gli applausi di una moltitudine».
PAROLA DI DIO: Eb 10,19-25; Sal 23; Mc 4,21-25
Vangelo Mc 4,21-25
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!». Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha». Parola del Signore
“VIENE FORSE LA LAMPADA PER ESSERE MESSA SOTTO IL MOGGIO O SOTTO IL LETTO? O NON INVECE PER ESSERE MESSA SUL CANDELABRO?”.
Se guardo agli interrogativi esistenziali della mia vita: morte, sofferenza, eternità… Chi è che li illumina? C’è stato un periodo della mia vita in cui pensavo che a tutto dovesse esserci una risposta logica, quella della ragione. Ho passato molto tempo sui libri cercando risposte. Spesso ho trovato ancora più buio, altre volte qualche scintilla, certamente, da parte degli onesti, ho trovato l’ammissione che il nostro sapere è così povero e minimo da non trovare risposte soddisfacenti neanche al più piccolo dei problemi. Ho cercato nelle religioni e spesso nell’ambito della fede ho trovato spazi ampi, riposanti, luci attraenti ma spesso nascoste da interessi umani, formalismi religiosi, esasperazioni, fanatismi. Ho cercato nell’uomo, nei sentimenti, negli affetti che riempiono il cuore e lì sì ho trovato qualcuno con cui dialogare, passioni, emozioni, ma anche spesso delusione e risposte solo immediate che non saziavano la mia sete. Guardavo la mia lampada quasi rinsecchita, dalla poca luce, maleodorante di petrolio e quasi disperavo. “Vai a cercare sotto il letto dove hai nascosto, dopo la tua infanzia, la luce di Gesù”. Ho trovato una lampada che credevo di conoscere. Dopo tanto tempo si accendeva ancora ed era luminosa. Alla sua luce ho riletto il volto di Gesù e vi ho trovato l’uomo, con tutti i suoi interrogativi, i suoi dubbi, le sue paure, le sue gioie, i suoi affetti, vi ho trovato il saggio che non ferma il suo ragionamento alle parole ma sale a Dio, vi ho trovato la fede di chi si abbandona totalmente a Dio… Non ho la risposta a tutti gli interrogativi, spesso dai miei occhi sgorgano ancora lacrime, ma ho deciso di non nascondere più la lampada sotto il letto ma di tenerla vicino: ho bisogno della sua luce e del suo calore.